CENTRO DI PASTORALE FAMILIARE COLLE PER LA FAMIGLIA - OPERA DON CALABRIA CONSULTORIO FAMILIARE VERONA SUD (DIOCESI DI VERONA) “L’OLIO SULLE FERITE” INCONTRI DI CONDIVISIONE SPIRITUALE E PSICOPEDAGOGICA PER PERSONE SEPARATE ”… Invece un Samaritano, passandogli accanto lo vide e fece vicino, gli fasciò le poi, caricatolo sopra il suo locanda e si prese cura di che era in viaggio, n'ebbe compassione. 34Gli si ferite, versandovi olio e vino; giumento, lo portò a una lui. …” “GENITORI: CONFLITTO DAL ALLA COOPERAZIONE” Sabato 17 ottobre 2015 OASI SAN GIACOMO Vago di Lavagno PRIMO INCONTRO “GENITORI: DAL CONFLITTO ALLA COOPERAZIONE” PROGRAMMA 15.00 – 15.45 Accoglienza, Introduzione, Preghiera iniziale e Approfondimento del tema 15.45 – 17.15 Lavori in gruppo 17.15 - 17.30 Pausa 17.30 - 18.30 Condivisione, conclusione e preghiera ACCOGLIENZA e INTRODUZIONE PREGHIERA INIZIALE Invochiamo la tua presenza Salmo 103, Dio è amore Benedici il Signore, anima mia, quanto è in me benedica il suo santo nome. 2 Benedici il Signore, anima mia, non dimenticare tanti suoi benefici. 3 Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue malattie; 4 salva dalla fossa la tua vita, ti corona di grazia e di misericordia; 5 egli sazia di beni i tuoi giorni e tu rinnovi come aquila la tua giovinezza. 6 Il Signore agisce con giustizia e con diritto verso tutti gli oppressi. 7 Ha rivelato a Mosè le sue vie, ai figli d'Israele le sue opere. 8 Buono e pietoso è il Signore, lento all'ira e grande nell'amore. 9 Egli non continua a contestare e non conserva per sempre il suo sdegno. 10 Non ci tratta secondo i nostri peccati, non ci ripaga secondo le nostre colpe. 11 Come il cielo è alto sulla terra, così è grande la sua misericordia su quanti lo temono; 12 come dista l'oriente dall'occidente, così allontana da noi le nostre colpe. 13 Come un padre ha pietà dei suoi figli, così il Signore ha pietà di quanti lo temono. 14 Perché egli sa di che siamo plasmati, ricorda che noi siamo polvere. 15 Come l'erba sono i giorni dell'uomo, come il fiore del campo, così egli fiorisce. 16 Lo investe il vento e più non esiste e il suo posto non lo riconosce. 17 Ma la grazia del Signore è da sempre, dura in eterno per quanti lo temono; la sua giustizia per i figli dei figli, 18 per quanti custodiscono la sua alleanza e ricordano di osservare i suoi precetti. 19 Il Signore ha stabilito nel cielo il suo trono e il suo regno abbraccia l'universo. 20 Benedite il Signore, voi tutti suoi angeli, potenti esecutori dei suoi comandi, pronti alla voce della sua parola. 21 Benedite il Signore, voi tutte, sue schiere, suoi ministri, che fate il suo volere. 22 Benedite il Signore, voi tutte opere sue, in ogni luogo del suo dominio. Benedici il Signore, anima mia. Vangelo Luca 7,36-50 36 Uno dei farisei lo invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. 37 Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio profumato; 38 e fermatasi dietro si rannicchiò piangendo ai piedi di lui e cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato. 39 A quella vista il fariseo che l'aveva invitato pensò tra sé. «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo tocca: è una peccatrice». 40 Gesù allora gli disse: «Simone, ho una cosa da dirti». Ed egli: «Maestro, di' pure». 41 «Un creditore aveva due debitori: l'uno gli doveva cinquecento denari, l'altro cinquanta. 42 Non avendo essi da restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi dunque di loro lo amerà di più?».43 Simone rispose: «Suppongo quello a cui ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». 44 E volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m'hai dato l'acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli.45 Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi. 46 Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi.47 Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco».48 Poi disse a lei: «Ti sono perdonati i tuoi peccati». 49 Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è quest'uomo che perdona anche i peccati?». 50 Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va' in pace!». La mediazione familiare un possibile percorso di pace Dino Mazzei “La mediazione familiare. Il modello simbolico trigenerazionale”, ed. Raffaello Cortina 2002 La mediazione familiare di separazione e divorzio è un percorso di aiuto alla famiglia prima, durante e dopo la separazione o il divorzio, che ha come obiettivo quello di offrire agli ex coniugi un contesto strutturato e protetto, in autonomia dall’ambiente giudiziario, dove poter raggiungere accordi concreti e duraturi su alcune decisioni, come l’affidamento e l’educazione dei minori, i periodi di visita del genitore non collocatario, la gestione del tempo libero, la divisione dei beni. Il modello sistemico, tenendo conto dell’intero sistema familiare, propone una lettura complessa della dinamica relazionale che ruota intorno al conflitto e adotta un approccio interdisciplinare sollecitando il dialogo e la sinergia operativa tra figure professionali di ambito diverso, psicologico, giuridico, sociale. L’intervento viene effettuato con entrambi i partner e, quando il mediatore lo ritenga necessario, anche con i figli, riconoscendo il ruolo attivo che essi svolgono all’interno della dinamica familiare[…]. <<L’idea che guida la nostra ricerca è la seguente: quanto più la coppia di genitori avrà occasione, nel percorso di mediazione familiare, di riflettere indirettamente su tematiche che favoriscono una riappropriazione degli elementi della storia personale, maggiore sarà la possibilità di raggiungere accordi per i figli e soprattutto di creare le premesse per un nuovo assetto relazionale […]. Abbiamo così provato ad inserire nel processo di mediazione familiare spazi che consentissero di trattare la coniugalità nei suoi tre versanti: a) il divorzio psichico, b) il riappropiarsi del legame con la propria storia per ottenere un mantenimento del sottosistema genitoriale e c) la tutela di quell’aspetto connesso con la coniugalità che riguarda il mantenimento dei legami con le famiglie estese. L’opportunità per innescare un’elaborazione di queste dimensioni è data dalla richiesta degli utenti della mediazione di raggiungere degli accordi in merito a cose, denaro e figli […]. Abbiamo riflettuto con i genitori su quali fossero i significati affettivi e relazionali di quei beni che in quel momento erano oggetto di contesa […]. La casa e il denaro sono un condensato di aspetti simbolici e relazionali, i loro significati si costruiscono lentamente nel corso di una vita e il loro senso interagisce con i modelli condivisi a livello trigenerazionale […]. Se non si mette la coppia in grado di comprendere il significato che essa attribuisce a queste “cose”, sarà difficile spiegarsi le apparenti e incongrue dispute che la possono vedere impegnata per anni. Ciò spiega, almeno in parte, perché persone apparentemente ragionevoli non riescano ad accordarsi, indipendentemente dal valore della posta in gioco. Il fulcro di ogni processo di mediazione è lo spostamento delle persone da una contrapposizione di posizioni a una collaborazione per generare risposte efficaci per la soluzione di un problema. Per effettuare questo spostamento occorre superare le posizioni iniziali e iniziare un percorso di analisi degli interessi […]. È solo dall’identificazione delle esigenze, dei bisogni che sono sottesi alle posizioni che possiamo identificare un problema a cui cercare una risposta […]. L’aspetto nuovo della nostra proposta è il tentativo di utilizzare questo spostamento dalle posizioni ai bisogni […] con quella ricerca di senso in chiave trigenerazionale che può innescare i processi elaborativi della separazione e trasformare la conflittualità. In questo modello di mediazione familiare sono previste alcune fasi che delineerò in modo sintetico, in quanto ognuna di queste dovrebbe avere un ampio spazio di trattazione, in dettaglio: IL CONTATTO INIZIALE L’ANALISI DELLA DOMANDA Serve per capire la mediabilità della coppia oppure per attivare percorsi con il singolo individuo, con la coppia o con la famiglia per scegliere l’intervento più appropriato. È importante in questo momento esplorare la fase in cui la coppia si trova; si può utilizzare come strumento “l’intervista di coppia”, che va a indagare: a) con chi ho parlato e che cosa ho saputo e rapporto con l’inviante; b) richiesta generica di definizioni sulla situazione e punti di vista; c) storia del problema attuale, separazione e posizioni legali; d) figli e famiglia di origine; e) storia della coppia, ciclo vitale, incontro e aspettative, schema dell’assetto collusivo. L’INIZIO DELLA MEDIAZIONE La mediazione è un intervento breve, della durata di 10-12 incontri. <<Nel primo incontro sarà necessario: a) completare il quadro informativo sulle caratteristiche della mediazione familiare; b) definire il setting della mediazione familiare; c) identificare dei punti sui quali i coniugi desiderano raggiungere un accordo […]. L’obiettivo del mediatore, in questa fase, è compilare una lista di problemi dei genitori, condivisa, che non contenga le rispettive richieste o posizioni bensì specifichi le caratteristiche della questione sulla quale è necessario ricercare delle soluzioni. Durante gli incontri ci sarà una progressiva ridefinizione del problema da parte dei due genitori, che avverrà con l’uso di alcune tecniche. LA TECNICA DELL’ANALISI TRIGENERAZIONALE DEI SIGNIFICATI FAMILIARI <<Dopo esserci accordati sugli argomenti e le questioni che saranno oggetto della mediazione procediamo a un ‘intervista individuale alla presenza dell’altro. È la fase centrale della mediazione familiare ed è propedeutica alla negoziazione vera e propria […]. L’elaborazione individuale sul versante trigenerazionale dei significati familiari ha come obiettivi: a) l’attenuazione del conflitto […]. Ogni operazione di ampliamento del contesto, di individuazione di senso, sollecita infatti atteggiamenti di comprensione e tolleranza, contrariamente all’assenza di significato che innesca invece attribuzioni di pazzia e cattiveria. b) l’inizio dell’elaborazione della perdita e l’evitamento della recisione del legame. c) la facilitazione della successiva negoziazione. Questo obiettivo viene raggiunto attraverso la scissione dei significati dagli oggetti. In questo momento si può usare come strumento il “genogramma fotografico”. IL COINVOLGIMENTO DEI BAMBINI NELLE SEDUTE DI MEDIAZIONE FAMILIARE <<È utile coinvolgere i figli nella mediazione familiare perché in questo modo possono emergere i loro reali bisogni, i loro desideri, le loro preoccupazioni o le loro paure e possono negoziare anch’essi con i propri genitori […]. Inoltre, l’inclusione del bambino defocalizza i genitori e il setting dal conflitto coniugale; ascoltare il bambino può permettere in modo estremamente potente di spostare l’attenzione dal conflitto ai bisogni del bambino stesso. Infine, una componente che può facilitare il raggiungimento degli obiettivi della mediazione è permettere al minore di assistere agli sforzi di collaboratività dei genitori, rafforzando l’idea della sopravvivenza del sottosistema genitoriale e contemporaneamente riducendo al minimo i rischi che al minore giungano, come spesso avviene, informazioni contraddittorie e incongrue. Naturalmente per gli adolescenti la partecipazione ad alcune sedute di mediazione familiare diventa indispensabile. Uno degli strumenti usati in questo momento è il “ disegno congiunto”. LA NEGOZIAZIONE Questa fase <<giunge al termine del percorso che ha visto i genitori spostarsi progressivamente dalla posizione di contrapposizione reciproca di richieste a quella di genitori impegnati a definire un problema congiunto a cui ricercare soluzioni […]. Procederemo quindi a: ideare delle opzioni; valutarle rispetto ai parametri che si sono definiti nella mediazione familiare; contrattarle. La modalità comunemente usata in questa fase per ideare delle opzioni è il brainstorming […]. I criteri identificati dalla coppia diventano i parametri della scelta. Si ribadisce, cioè, uno degli assunti fondamentali della mediazione: l’importanza della creazione di un interesse superiore, che è costituito dal benessere dei figli. Si apre così la strada per la trattativa ,il mediatore in base agli elementi forniti dai genitori cercherà <<delle proposte di accordo sui singoli punti che includano delle convenienze reciproche. GLI ACCORDI E LA CONCLUSIONE DELLA MEDIAZIONE FAMILIARE Una volta trovati gli accordi, prima della redazione dell’accordo finale, <<spesso viene definito un canovaccio, con i punti sui quali i genitori hanno trovato il consenso, da sottoporre al vaglio dei legali, che provvederanno a fornire ai rispettivi clienti commenti, precisazioni e talvolta anche proposte di modifica da ridiscutere […]. La forma definitiva dell’accordo per ottenere l’omologazione presso il Tribunale competente spetta nella nostra prassi ai legali. La mediazione familiare quindi è: - una tecnica che aiuta gli ex-coniugi a raggiungere degli accordi sulla genitorialità condivisa e sugli aspetti economici, è un lavoro di prevenzione per il benessere dei figli aiutando i genitori ad assumersi con responsabilità il loro ruolo di padre e madre; - una filosofia di vita che aiuta ad affrontare la conflittualità quotidiana non in un’ottica di prevaricazione sull’altro (“ho ragione io!”), ma in un’ottica di comprensione e accoglienza dell’altro come persona con la sua storia e le sue motivazioni. È, in definitiva, un pensiero che aiuta a guardare al mondo non come “campo di battaglia” ma come possibile “campo di pace”. A questo proposito vorrei citare il pensiero di Jacqueline Morineau sullo “Spirito della mediazione”: ( ed. Franco Angeli 2000 ) <<Non nascondiamo che il nostro obiettivo a lungo termine è quello di promuovere una cultura della pace nel mondo […]. Ogni qualvolta viviamo un conflitto viene a crearsi uno spazio, un vuoto che isola ciascuno nel proprio vissuto. Vuoto che ognuno cerca disperatamente di colmare attraverso le parole che restano prive di significato per colui al quale sono rivolte. I due monologhi si corrispondono, ma ognuno di essi rimane isolato da un muro invalicabile. Tale muro è quello della separazione, che rimane una delle esperienze umane più dolorose […] poiché ogni vissuto riattualizza il vissuto della separazione originaria […]. Troppo spesso la sofferenza, invece di diventare un passaggio, diviene uno stato in cui ci si installa […]. Ma noi ci aggrappiamo a tale sofferenza poiché essa diviene l’unica identità rimasta della relazione perduta. Ignoriamo, o vogliamo ignorare, che tale stato non è necessariamente permanente ma che può diventare transitorio. Ora la mediazione offre una possibilità di favorire questo passaggio, poiché essa permette di uscire dal passato per ritrovare il presente, di abbandonare i fantasmi che ci siamo creati sull’altro, per incontrare la sua realtà. Solo allora possiamo ritrovare il legame perduto con l’altro ma anche con noi stessi […]. La mediazione offre allora uno spazio per accogliere la separazione, affinché essa possa divenire un succedersi di passaggi che non si bloccano più e affinché la morte divenga a sua volta nascita, vita, amore […]. Non è possibile, quindi, ridurre la mediazione ad un fenomeno alla moda. Essa s’inscrive nel bisogno fondamentale dell’individuo di riconoscere attraverso il conflitto la lotta che ognuno combatte, non soltanto con gli altri, ma anche con sé stesso, e di confrontarsi, così, con le questioni fondamentali della vita. Oliver Bonnewijn, Genitori all’indomani di un divorzio. Alcuni orientamenti di etica teologica in L’olio sulle ferite (a cura di Livio Melina e Carl Anderson) ed Cantagalli 2009 Parla di sette orientamenti etici secondari: “Agisci in maniera tale da trattare il tuo bambino come un bambino, non come un genitore o un adulto !” Questo principio etico di base dirama la sua luce in sette orientamenti etici secondari: 1 Divenire disponibile per il proprio figlio 2 Dire umilmente la verità al proprio figlio 3 Generare il proprio bambino nella parola e nella libertà 4 Lottare contro l’atteggiamento di autoaccusa del proprio bambino 5 Accordare un giusto posto al proprio figlio 6 Non distruggere mai il coniuge separato nel cuore del proprio figlio 7 Ricercare una certa concordia educativa : a) una giusta collaborazione b) il pericolo della confusione e della duplicità per il bambino c) Un’educazione al dono di sé “Onora tuo padre e tua madre per avere una lunga vita sulla terra” comanda il decalogo (Es 20,12; Ef 6,1-3). Mutatis mutandis, “onora il padre o la madre del tuo bambino perché questo abbia una lunga vita sulla terra. Non impadronirti del suo cuore per trasformarlo in un campo di battaglia. Non servirti di lui come di una spia vicino al tuo sposo separato, come di un complice per appagare la tua vendetta, come di un ambasciatore della menzogna. Non condannarlo ad insormontabili conflitti di lealtà. Non dire mai male di suo padre e di sua madre. Non maledirlo con parole o atti, in maniera esplicita o indiretta. Questo sarebbe avvelenare una delle due sorgenti di vita del tuo bambino e dunque avvelenare lui stesso2. Certo, il rispetto di questo comandamento esige molti sacrifici nascosti e può condurre a sopportare numerose ingiustizie, a rendere il bene per il male ricevuto. La sua osservanza può condurre ad un autentico eroismo nel quotidiano. Ma una tale attitudine è la sola che sia adatta, giusta, retta e quindi feconda a lungo termine. Questa rende al bambino ciò che gli è dovuto come bambino. Perché un’etica teologica? L’etica teologica raggiunge un livello di profondità che la psicologia e le altre scienze umane non hanno ne i mezzi ne la pretesa di raggiungere. Essa possiede insieme un aspetto operativo e contemplativo. Considera l’essere umano gratuitamente, nel mistero della sua libertà originaria e della sua traiettoria esistenziale. Pone su questo mistero uno sguardo ecclesiale di fede, di speranza e di carità. … Come negli impegni ordinari e straordinari delle libertà, permettere a Cristo di “percorrere la strada dell’esistenza in compagnia di ciascuno”? Come offrire umilmente dei criteri di discernimento, senza dare soluzioni già fatte, ricette miracolose, cioè senza sostituirsi alle scelte che spettano in proprio al soggetto agente? “Insegnami a scegliere il bene implora il salmista. L’etica teologica è una scienza operativa al servizio della liberazione, della conversione, dell’educazione e dello spiegamento della libertà di ciascuno. Da questo doppio punto di vista, sia pratico che contemplativo, una tale scienza si rivela dunque infinitamente preziosa per aiutare i genitori divorziati nel loro compito educativo. “Rischiarami, e avrò la vita!” (Sal 118, 144) “Rischiarami e farò vivere!”. Il perdono don Franco Fiorio a) Commento al brano del Vangelo Che cosa cerca soprattutto Dio dal peccatore? Perché Gesù perdona la prostituta e invece rimprovera il fariseo? Perché Dio ha scelto che il suo perdono passi anche attraverso la Chiesa? Dio può perdonarci direttamente? Che significa proposito “non peccare più” ? Anche se sappiamo che ricadremo nei peccati! b) Nei riguardi del mio “ex”, ricordiamo quello che ha detto Gesù: Gesù ci ha chiesto di amare anche i nemici, di amare gli altri come noi stessi, di cercare sempre di vincere il male con il bene, di perdonare i nemici e i debitori. Con la misura con cui misurate sarà misurato anche a voi Perché perdonare? Dio è Padre (madre) di ogni uomo e lo ama come un figlio, come ha amato il suo figlio Gesù. Ogni uomo è mio fratello e sono chiamato ad amarlo e condividere con Lui tutta ciò che sono e ciò che possiedo. Mi sono innamorato/a di mio marito / moglie di tutto ciò che Egli / Ella è, della sua storia, del suo mondo, dei suoi sogni, attese e speranza. Ho accettato con pace e serenità i suoi difetti “Accetto te...” Come Gesù cristo ha accettato le fragilità i difetti degli uomini e li ha amati fino a dare la vita per loro (un amore anche affettivo). Amare l’altro non vuol dire : non apparirmi più davanti agli occhi e lasciami in pace. 1° Amare vuol dire accettare l’altro/a per quello che è con la sua storia i suoi limiti, le sue ricchezze 2° amare vuol dire cercare la felicità, il bene dell’altro/a e non di se stessi (vedi Gesù Cristo) 3° Amare è sacrificarsi per l’altro, è metterlo prima di me, ricordandomi che Lui non è per me, ma io per Lui. “io mi dono a te!, sono un dono sempre” 4° saper ascoltare l’altro per scoprire le ricchezze del altro/a, per capire veramente, al di là delle stesse sue parole, che cosa vuol dirmi, scoprire nelle sue parole l’amore per me nascosto e che è diventato rabbia. Scoprire che la mia stessa rabbia non è che amore deluso, frustrato! 5°Non voler aver ragione, non cercare chi ha ragione, ma chi perdona per primo, chi ama per primo chi vince se stesso per primo per far largo all’altro/a 6°In questo quadro si colloca anche l’aiuto fraterno, spirituale e umano, la correzione fraterna, la proposta di qualche iniziativa spirituale per crescere insieme c) I vostri figli , separati ma genitori per sempre! 1° Se siamo divisi restiamo per due persone umane che si rispettano e due persone che sono genitori, che si sono amati e amano anche ora i propri figli 2° Preoccupati che si sentano amati, che Facciano esperienza di papà e mamma per crescere normalmente, che si sentano i genitori vicini e non si sentano abbandonati, 3° Preghiamo almeno personalmente perché Dio ci aiuti ad essere separati sì, ma genitori in gamba. Preghiamo per i nostri figli e ci interessiamo del loro cammino umano e di fede cristiana, della loro scuola, della loro salute, dei vari problemi di carattere, ecc. Ci interessiamo della loro maturità spirituale, della loro fede in Gesù Cristo, gli raccontiamo dei nostri camini di fede 4° Sappiamo ascoltarli, anche se piccoli, e capire le loro richieste di amore, i problemi vari, le curiosità, i problemi che nascono anche dalla divisione e dalla lontananza, sempre senza contrapporsi al partner. Li aiutiamo a scoprire il bene che c’è nell’altro genitore, che vuole loro anche se lontano o parliamo male di lui? L’aiuto che da loro, quello che fa per stargli vicino . Gli facciamo capire non siamo noi soli a volergli bene. 5° sappiamo testimoniargli la nostra fede,il nostro impegno cristiano?, magari parlando loro delle nostre difficoltà. c) Perdonare gli altri Giungere al difficile traguardo di perdonare i nemici oppure chi ci ha fatto soffrire, è un percorso graduale, fatto anche di "ricadute", perchè quando pensiamo di aver superato certi rancori, possiamo ritrovarli daccapo là, dentro di noi. La preghiera è un grandissimo aiuto che ci mette in grado di uscire vittoriosi su noi stessi, sulla voglia di adirarci, di vendicarci. Chi è debole spiritualmente non è capace di perdonare, infatti a volte ci vuole una cammino di mesi, e non di anni, in cui il Signore e noi con Lui, con pazienza ma senza arrenderci e scoraggiarci attendiamo questa conversione. La mèta del perdono è ancora più ardua quando abbiamo subìto danni, non ne parliamo poi se a questi danni non c'è rimedio. Per perdonare chi ci ha fatto del male possiamo solo dire noi stessi: "E' vero, ho ricevuto un torto, ma anche se sono vittima, ho il privilegio di avere ricevuto una chiamata, quella di lavorare per il bene, per la costruzione del Regno di Dio". VIDEO Alcune scene tratte dal film MRS DOUBTFIRE DOMANDE PER LA RIFLESSIONE PERSONALE E IL LAVORO DI GRUPPO 1 Ho pensato alla mia storia personale e familiare? Come vivo il conflitto? 2 Che cos’è che faccio più fatica a perdonare a me stesso/a e all’altro? 3 Quando sono riuscito a passare da un comportamento conflittuale a uno cooperativo come genitore? Quali risorse? PREGHIERA Signore Gesù, donami il Tuo Santo Spirito, che è Spirito di amore e di perdono, perché mi sostenga e mi guidi in questa preghiera di perdono e mi dia la forza di perdonare tutti, come Tu hai perdonato. Signore Gesù Cristo, oggi ti chiedo di poter perdonare tutte le persone della mia vita. So che tu me ne darai la forza. Ti ringrazio perché mi ami e desideri la mia felicità. CANTO FINALE AMAZING GRACE, cantata da Bocelli VIDEO « Amazing Grace! How sweet the sound. That saved a wretch like me! I once was lost, but now I am found. Was blind but now I see. It was Grace that taught my heart to fear. And Grace my fears relieved: How precious did that Grace appear The hour I first believed! Through many dangers, toils and snares I have already come; This Grace has brought me safe this fare, And grace will lead me home. The Lord has promised good to me. His word my hope secures; He will my shield and portion be As long as life endures. Yea, when this flesh and heart shall fail, And mortal life shall cease, I shall possess, within the veil, A life of joy and peace. » (IT) « Meravigliosa Grazia! Suono meraviglioso, che ha salvato un misero come me! Un tempo ero perso, ma ora mi sono ritrovato. Ero cieco ma ora vedo. È stata la Grazia ad insegnare al mio cuore il timore (di Dio) ed è la Grazia che mi solleva dalla paura; Quanto preziosa mi è apparsa, Nell'ora in cui ho iniziato a credere! Attraverso molti pericoli, insidie e fatiche sono passato; La Grazia mi ha condotto in salvo fino a qui, E la Grazia mi condurrà a casa. Il Signore mi ha promesso il bene, la Sua parola dona certezza alla mia speranza; Egli sarà la mia difesa e la mia eredità, per tutta la durata della vita. Già, quando questa carne e questo cuore verranno meno, E la vita mortale avrà fine, io entrerò in possesso, oltre il velo, di una vita di gioia e pace. »