TECNICA
Preso atto che anche in Itaaggiungerne una molto perlia è nata " ufficialmente" la
sonale, secondo la quale "la
Un'opportunità interessante -che
Zootecnia biologica non è
zootecnia biologica in quanto
vale la pena di prendere in
precise norme legislative ne
altro che la 'sublimazione'
delimitano confini, compiti e
considerazione, alla luce del mutato· della zootecnia alternativa,
regole (Regolamento CE n.
cioè di quella che si contrapcomportamento del consumatore.
1804/99 , D.M. Mipaf del 4
pone alla zootecnia convenzionale",
quella che in pratiagosto 2000 e seguenti) non
Avendo però ben presenti alcuni
ca contribuisce alla sopravdeve stupire che in un Paese
aspetti di ordine tecnico ed
con oltre un milione di ettari
vivenza delle tradizioni, delCO!lveniti ali' agricoltura biola biodiversità, della cultura
economico non secondari ·
della cucina, ecc. Quindi rilogica ed oltre cinquantam ila
aziende agricole " biologiteniamo che non sia possibiche", cominci a concretizzarsi anche una dare risposte .concrete alle mutate esi- le trattare di zootecnia biologica se non
solida zootecnia biologica in grado di genze del consumatore, sempre più at- includendola nel grande capitolo della
tento alla propria salute, al territorio, al- zootecnia alternativa (naturale, secondo
l' ambiente, nonché a l benessere degli natura·, al pascolo, brado, semibrado, alL' autore è del! ' Associazione italiana di zoo- stessi ani mal i (Biagi G. et al. , 2001 ; l' aperto, ecc.).
tecnia biologica e biodinamica - Istituto di Zoo- Campus P., 2001 ; Pierri A., 2001).
La zootecnia biologica ne rappresentecnica, Facoltà di Medicina Veterinaria, Via
definizione
"ufficiale"
della
zooAlla
ta
dunque
la sublimazione grazie ad una
Celoria, IO - 20 133 Milano (tel. 02.503 18027;
tecnia biologica, a tutti nota, von emmo stretta regolamentazione di tutte le fasi
fax 02.503 18030; e-mail zoobiodi@ unimi.it).
RIVISTA DI AVICOLTURA - N. 1 - 2003
21
TECNICA
Ta b. l - Avicoltura italiana- Consisten ze del compa rto ovaiole (n. capi - milioni)
O vaiole
l
Allevamento convenzionale
Allevamento rurale
Allevamento alternativo
Riproduttori pesanti
Riproduttori leggeri
Riproduttori misti
Allevamento biologico
Totale
(Milioni)
37,2
8,1
0,9
3,9
0,4
0,4
0,30-0,32
5 1,2
l
(%)
72,61
15,81
1,76
7,66
0,78
0,78
0,60
100
ElaboniZIOne d ati UNA -P. P1gnattelh 2002.
della filiera produttiva secondo i dettami
dell'agricoltura biologica, inclusi il controllo e la certificazione di processo e di
prodotto. Tutto questo vale anche per
l ' avicoltura anche se, generalmente, viene considerata il settore più "industrializzato" della nostra zootecnia e le cui
consistenze, limitatamente al comparto
"ovaiole", sono riportate nella tabella l.
In questo contesto, che da tempo si è
dato delle regole proprie (capitolati e disciplinari), si è inserito, a pieno titolo,
anche l'allevamento avicolo con metodo
biologico.
•!•
Motivazioni d'acquisto
Prima di entrare nel vivo·delle tematiche del presente lavoro, riteniamo opportuno soffermarci brevemente su alcune motivazio ni del consumatore allo
scopo di trovare qualche risposta alla domanda. "Perché spendere di più per un
prodotto della zootecnia alternativa ed
ancora di più se biologico?".
Le possibili motivazioni (A) sono
Tab. 2 - Acquisto dei prodotti
dell'allevamento alternativo- biologico:
perché? (A. Pirani/2000)
A) Possibili motivazioni del consumatore:
religiose;
poli tiche ed ambientali;
socio-politiche;
sal utistiche;
economico-commerciali.
B) Conseguenze dei cambiamenti strutturali
dei consumi e delle abitudini alimentari:
destrutturazione del pasto tradizionale,
con riduzione dello stesso;
.crescita dei consumi extradomestici;
ruolo della domanda nel mondo del lavoro;
affennazione di modell i stranie ri;
crescente attenzione ai problemi della
salute (leggerezza e genuinità dei cibi);
riaffermazione della d ieta mediterranea.
22
riassunte nella tabella 2, assieme alle
conseguenze (B) prodotte dai cambiamenti strutturali dei consumi e delle abitudini alimentari (Pirani A., 2000). A
questo va aggiunto il comportam ento
emotivo del consumatore, che è condizionato da al cuni fattori, soprattutto
quando è in gioco la sicurezza alimentare (tabella 3).
In conclusione, il soddisfacimento
delle esigenze/fabbisogni del consumatore avviene quindi attraverso la proposta di:
- prodotti convenzionali;
- prodotti ad alto contenuto di servizi;
- prodotti tradizionali;
-prodotti alternativi e biologici.
Limitatamente al comparto uova non
esistono dati recenti sul comportamento
del consumatore, gli ultimi, in ordine di
tempo, risalgono al l 999 (Bruni M.,
2000). Dal loro esame appare evidente
che la qualità occupa il primo posto fra
le esigenze del consumatore, per la quale 1'82% degli intervistati è disposto a
spendere di più. Il concetto di qualità
non è comunque uniformemente percepito, il 40,8% basa la qualità sulla freschezza dell' uovo, ill 5% sul colore del
tuorlo, il 9,2% sulla consistenza, 1'8,7%
sulla marca, il 6,9% sulla scadenza, il
5,2% sulla grandezza, seguono compattezza, peso, data di deposizione, sapore,
albume, provenienza. Freschezza e colo-
re del tuorlo risultano comunque esigenze intangibili ed irrinunciabili, che devono essere soddisfatte.
Dal1998 ed annualmente eseguiamo
dei test, mediante questionario anonimo,
sul consumo e sul grado di conoscenza
dei diversi tipi di uova presenti sul mercato, sia presso gli studenti del IV anno
di Medicina Veterinaria e di Scienze e
Tecnologie delle Produzioni Animali Milano (età: 23-25 anni), sia presso l'Università della Terza Età di Saronno VA (età: > 60 anni). È interessante rilevare come la conoscenza delle uova biologiche sia quasi raddoppiata in tre anni
(dal 35,3 al 66,6%) senza significative
differenze fra giovani e meno giovani,
mentre l'acquisto, anche se non sempre
costante, è passato dal 5,9 al 22,3%, con
differenze significative a favore della
terza età.
•!•
Il punto sul biologico
Chiariti nei precedenti paragrafi alcuni aspetti del!' avicoltura biologica, nella
tabella 4 ne viene sintetizzato il relativo
"stato dell'arte". Va subito precisato che
le cifre riportate, mancando un riferimento a statistiche ufficiali, sono il risultato di indagini personali condotte nel
corso del primo semestre del corrente
anno, anche con l'aiuto degli Organismi
di certificazione riconosciuti dal Mipaf
(OdC) che operano in Italia e della Federazione italiana ag ri coltu ra o rgan ica
(Fiao).
Nella tabella 4 vengono riassunte le
consistenze e relative produzioni confrontate con l'allevamento convenzionale in batteria, esclusi i riproduttori, e con
l'allevamento alternativo, escludendo il
rurale e le produzioni di uova arricchite
con omega-3, vitamine, ecc. (D.M. Mipaf 16.04. 1986).
Al momento, è bene ricordarlo, il numero delle pubblicazioni scientifiche
Tab. 3 - Fattori che condizionano il comportamento emotivo del consumatore (A. Pi ran i/2000)
•!• difficoltà d'implementazione dei sistemi di etichettatura e rintracciabil.ità delle carni
•!• difficoltà di adozione di programmi volti alla salvaguardia e alla protezione dell 'ambiente ed
al benessere degli animali
•!• dubbi sull 'uso di mangimi contenenti sostanze dannose alla salute umana (ormoni, antibiotici,
presenza di residui, ecc.)
•!• dubbi sulla presenza nei mangimi di coltivar GM
•!• drastica riduzione della biodiversità alimentare sia umana, sia animale (globalizzazione)
•!• disinformazione (spesso malainformazione) sulle vicende:BSE, scrapie ovina, peste suina,
caso diossina, influenza aviare, ecc.
RIVISTA DI AVICOLTURA - N. 1 - 2003
TECNICA
sull'avicoltura biologica italiana è molto
modesto e riguarda soprattutto il pollo
da carne (Asdrubali G., 2001; Asdrubali
G. & Pignattelli P., 2001). Per le ovaiole
si possiedono solo i ris ultati parziali di
prove sperimentali ancora in corso .
Quanto riportato nel presente lavoro è il
risultato deli ' elaborazione di dati sperimentali non ancora definitivi e delle
informazioni di campo fomite da allevatori noti per la loro esperienza e serietà.
•!•
L'immagine delle
uova bio gode di
un notevole
favore presso il
consumatore
Tecnica di allevamento
Q uesto allevamento è previsto dal
Reg. CE 1804/99 e dal relativo recepimento italiano (D. Mipaf del
04.08.2000 e successive modifiche), alla
voce Pollame. Per un approfo ndimento
sul! ' applicazione della citata normativa,
la cui trattazione esula dagli scopi del
presente lavoro, si consiglia la pubblicazione di Biagi G. et al. (200 1). Pertanto
ci limiteremo a sottolineare solo alcuni
aspetti, soprattutto pratici: innanzitutto
la scelta degli anim ali/razze/ibridi,
Tab. 4 · Avicoltura b iologica - Comparto uova. Confronto fra le consistenze numeriche (mio)
dell'allevamento convenzionale (a), alternativo (b) e biologico(c) e relative produzioni
(31-12-2001) ( 00 )
Galline allevate
Tipo di allevamento
mio
a) metodo convenzionale (§)
b) metodo alternativo (*)
c) metodo biologico
Totale
(
00
)
37,2
0,9
0,30-0,32
38,4
l
Uova prodotte
%
mio
96,8
2,3
0 ,78
100,0
> 10.600
>256
> 85
> 10.941
l
%
96,88
2,34
0,78
100
Dau UNA, ed elaborazrone P. Prgnattelh, 2002.
(§) Esclusi i riproduttori, solo allevamento in batteria.
(*) Escluso l' allevamento rurale e le produzioni d i uova arricchite con omega 3, vitamine, ecc.
Tab. 5 - Materie prime ammesse nell'alimentazione dell' allevamento con metodo biologico
(Reg. CE 1804/99)
Materie di origine vegetale (*):
- cereali, granaglie, loro prodotti e sottoprodotti (vedere l'elenco delle stesse)
-semi oleosi, frutti oleosi, loro prodotti e sottoprodotti (vedere l'elenco delle stesse)
- semi di leguminose, loro prodotti e sottoprodotti (vedere l'elenco delle stesse)
- tuberi radici, loro prodotti e sottoprodotti (vedere l'elenco delle stesse)
-altri semi e frutti, loro prodotti e sottoprodotti (vedere l'elenco delle stesse)
- foragg i e foraggi grossolani (vedere l'elenco delle stesse)
- altri vegetali, loro prodotti e sottoprodotti (vedere l'elenco delle stesse)
Materie di origine animale:
- latte e prodotti laniero caseari (vedere l'elenco delle stesse)
- pesci ed altri animali marini, loro prodotti e sottoprodotti (vedere l'elenco delle stesse)
Materie di origine minerale:
- sodi o
sale marino non raffinato, salgemma grezzo estratto da giacimenti, solfato di
sodio, carbonato e bicarbonato di sodi o, cloruro di sodio
- calcio
litamnio e maerl, conchiglie di animali acquatici (ossi di seppia inclusi),
carbonato di calcio, lattaio di calcio, gluconato di calcio
- fosforo
fosfato bicalcico precipitato d 'ossa, fosfato bicalcico defluorato, fosfato
monocalcico defluorato
-magnesio magnesio anidro, sol fato di magnesio, cloruro di magnesio, carbonato di
magnesio
- zolfo
solfato di sodio
(*)Solo se sono prodotte o preparate senza uso di solventi chimici (Biagi G . et al. Avicoltura, 200 1, 4, 36-43).
RIVISTA DI AVICOLTURA · N. 1 - 2003
che, oltre ad essere particolarmente
adatti alle condizioni ambientali (elevata
rusticità) e resistenti alle malattie, dovranno provenire da unità di produzione
biologica; comunque in de~oga, valida
fino al31.12.2003, si possono convertire
(vedi capitolo "conversione") gli animali già esistenti in azienda, oppure introdurre da allevamenti non biologici pollastre di età inferiore alle 18 settimane di
vita, questo anche in caso di rinnovo o
ricostituzione del parco animali per elevata mortalità (catastrofi, malattie, ecc.).
In pratica, l' attuale approvvigionamento di pulcini o pollastre di razze autoctone è limitato, discontinuo e non è in
grado di soddisfare i grandi numeri. n ricorso alle varietà commerciali, selezionate per la gabbia, offre notevoli vantaggi per l'elevata ovodeposizione, ma anche i rischi di piea e cannibalismo per facile eccitabilità degli animali, come pure
scarsa propensione al pascolo, minori
difese alle malattie ed ai predatori (Arduin M., 2001).
L'alimentazione è sicuramente uno
degli aspetti più importanti e problematici dell'allevamento biologico ed è
quello che sta procurando le maggiori
preoccupazioni e relativi compromessi
con gli OdC negli allevamenti medi e
grandi.
Le ovaiole devono essere alimentate
con alimenti biologici possibilmente
prodotti dall'unità. Comunque, in fase di
conversione, è consentita l ' incorporazione, fmo ad un massimo del 30% medio della formula alimentare di alimenti
non biologici, acquistati; tale percentuale può arrivare al 60%, se gli alimenti in
conversione provengono da unità della
propria azienda. Si può ricorrere ad acquisti di alimenti, quando l'allevatore
23
TECNICA
Tab. 6 - Elenco degli additivi alimentari e degli ausilia ri per la fabbricazione dei mangimi
a mmessi (Direttiva CE 82/471 3 Reg. CE 1804/99)
Oligoelementi
Ferro (E l)
Iodio (E2)
Cobalto (E3)
Rame (E4)
Manganese (ES)
Zinco (E6)
Molibdeno (E7)
Selenio (E8)
carbonato rerroso, solfato ferroso monoidrato,
ossido ferrico.
iodato di calcio anidro, iodato di calcio esaidrato.
ioduro di potassio
solfato di cobalto monoidrato e/o eptaidrato,
carbonato basico di cobalto monoidrato
ossido rameico, carbonato basico di rame
monoidrato, solfato d i rame pentaidrato
Manganese (ES) carbonato di manganese, ossido
manganoso ed ossido manganico solfato
manganoso mono e/o eptaidrato
carbonato di zinco, ossido di zinco, solfat o di
zinco mono e/o eptaidrato
molibdato d i ammonio, molibdato di sodio.
selenato di sodio, selenito di sodio
Vitamine, provitamine
e sostanze ad effetto
analogo chimicamente
ben definite (*)
Vitamine autorizzate ai sensi della direttiva 70/524 CEE,
preferibilmente derivate da materie prime naturalmente presenti nei
mangimi
Enzimi
Mièrorganismi
Enzimi autorizzati ai sensi della direttiva 70/524 CEE
Microrganisrni autorizzati ai sensi della direttiva 70/524 CEE
Agenti leganti,
antiagglomeranti e
coagulanti
E 55 l b S ilice coll oidale, E 55 l c Kieselgur, E 553 Sepiolitc, E558
Bentonite, E 559 Argi lla caolinica, E 561 Vermicul ite, E 599 Perlite
(*)A i sensi del Decreto Mipaf del 04-08-2000 non devono essere usate, in deroga lo possono fi no al 20-03-2004
il base del Decreto Mipaf del29-03-2001. (Biagi G. et al., Avicoltura, 200 1, 4, 36-43).
non riesce a fare fro nte alle esigenze alimentari degli animali allevati, anche al
di fuori dell 'azienda o del comprensorio
(1), previa autorizzazione dell 'Ode prescelto, come pure all 'acquisto di alimenti convenzio nali, comunque certificati
per l'assenza di OGM, fmo al massimo,
su base annua, del 20% di sostanza secca. Tale percentuale nella razione quotidiana non può superare il 25% (questa
deroga scade il 24.08.2002).
Un'altra complicazione proviene dal
Decreto Mipaf del 29.03.200 1 che aggiunge ulteriori restrizioni al Reg. CE
t 804/99 prevedendo che almeno il 35%
delta sostanza secca dell' alimentazione
annuale provenga dall 'azienda o da l
comprensorio in cui la stessa ricade.
Le materie prime ammesse per soddisfare l'esigenze nutrizionali degli animali sono riportate nell'Allegato II del
Reg. CE n. 2092/9 1, modificato dal D.
Mipaf del 29.03.200 1, punto 4.16 e sono
riassunte nella tabella 5, mentre nella ta( l) Per comprensorio si intende l'insieme di
aziende biologiche di una determinata area che
si accordano contrattualmente per lo scambio di
foraggi, paglia da lettiera, mang imi e per lo
spand imento delle deiezioni animali nel rispetto
del quantitat ivo massimo di azoto spandibile
( 170 kg/anno/Ha).
24
bella 6 sono ripmtati gli additivi alimentari e gli ausiliari per la fabbricazione dei
mangimi ammessi (Direttiva CE. 82/47 1
3 Reg. CE 1804/99).
Sul piano nutrizionale vale la pena ricordare un problema abbastanza frequente negli allevamenti di ovaiole di
La percentuale di prodotto "bio" o ''free
range" sta salendo ogni anno
elevata consistenza, soprattutto su varietà commerciali leggere: la freq uente
perdita di piume accompagnata da eccessivo nervosismo, in alcuni casi complicata da fenomen i di piea e cannibalismo e riduzione dell'ovodeposizione fino ed oltre il 25%.
Nella maggioranza dei casi si è trattato di carenze aminoacidiche (soprattutto
lisina) o di squilibri dei contenuti aminoacidici del mangime (rapporto cistinametionina-lisina), risolti in toto o in parte con la rev isione de lla formu la del
mangime stesso.
•!•
Conversione, ricoveri
ed attrezzature
Conversione è il passaggio dall'allevamento convenzionale al biologico. Le
superfici aziendal i da destinare alla produzione di alimenti per gli animali devono essere convertite rispettando i tempi
indicati nell'Allegato A del Regolamento CE 2092/9 1. Esistono deroghe per la
riduzione dei tempi di conversione per le
superfici di pascolo e parchetti se già
coltivati con tecniche eco-compatibili di
cui al Reg. CE 2078/92.
Relativamente alte ovaiole, il tempo
di conversione è fissato in sei settimane,
comunque è impmtante ricordare che i
tempi necessari alla conversione, tenuto
conto delle deroghe transitorie, devono
sempre essere concordati con l 'OdC
prescelto.
Nella tabella 7 sono riportati i limiti
relativi alla densità delle ovaiole nei ricoveri ed il carico massi mo sia per ricovero che per ha di SAU.
Non è consentito l' allevamento in
gabbia. Sono anche proibiti gli occhiali
ed il debeccaggio dei pulcini, che però
può essere autorizzato in casi particolari
dall'OdC e sotto la responsabil ità del veterinario aziendale.
Negli edifici deve essere ass icurata
una buona cubatura e coibentazione, ottima ventilazione ed ill um inazione naturale tenendo presente che te ovaiole possono usufruire di una fonte di illuminazione artificiale appro priata fi no ad un
massimo di 16 ore di luce giomaliera,
con almeno 8 ore di riposo nottumo.
Un terzo almeno del pavimento del ricovero non deve essere coperto da graticciato ma da lettiera (paglia, trucioli di
legno, saboia o torba. Esempio circa 50
RIVISTA DI AVICOLTURA · N. 1 · 2003
TECNICA
kg di paglia tritata ogni 8 m 2
l'allevamento per tutta la dudi superficie), il restante pavirata della campagna di vendimento può essere tutto o in
ta, fa testo per le fasi di produzione, raccolta e spedizione.
parte destinato alla raccolta
delle deiezioni.
Mensilmente il responsabile
Ottimi risultati sono forniti
del! ' unità di produzio ne invierà al centro d'imballaggio
dai graticciati di plastica, sopraelevati (70-80 cm di altezafferente una scheda riepiloza) posti al centro del ricovero
gativa delle forniture.
Il centro di imballaggio, a
e dotati di impianto sottostante di raccolta a raschio delle
sua volta, deve garantire la
tracciabilità delle uova biolodeiezioni e relativa discarica a
fossa sulla testa del capannogiche pervenute e lavorate fine stesso. Sono previsti i pono al punto di vendita, sia atsatoi ed i nidi come riportato
traverso la lavorazione separanella tabella 7.
ta delle uova biologiche, sia
I locali devono essere dota- Il parchetto es temo in cui razzolano libere le ovaio/e in un
contrassegnando le stesse in
ti delle attrezzature necessarie allevamento dove le batterie non sono più di casa
modo che non possano essere
al miglior sviluppo, crescita e
commessi errmi e siano facilirelative produzioni degli animali, dalle
Gli animali devono poter essere iden- tati i controll i (nel caso che le uova venchiocce artificiali, ag li abbeveratoi, tificati per una corretta tracciabilità e gano timbrate o bollate subentra la regomangiatoie, posatoi, nidi, ecc.
rintracciabilità degli stessi e dei loro pro- la: o tutte o nessuna), sia monitorando
Al termine di ogni ciclo deve essere dotti (uova e carne a fine carriera), o per tutte le informazioni di carico e scarico
previsto il vuoto sanitario (3-4 settima- lotti attraverso appositi registri , schede (provenienza, lotto, numero, data, destine) per l'asportazione delle deiezioni, la di allevamento, ecc. o, addirittura, ina- nazione, ecc.).
pulizia e la disinfezione del ricovero e nellati singolannente alle zampe.
Le uova scartate dal centro d'imbaldelle attrezzature.
laggio perché non idonee devono essere
l soggetti devono poter accedere ai
utilizzate solamente per la produzione di
•:• Il nodo della tracciabilità
parchetti esterni, pe11anto gli edifici saovoprodotto, sempre che rispondano ai
Come per tutte le produzioni biologi- requisiti richiesti dal D. lgs. 65/93.
ranno dotati di apposite aperture che
consentano tale pratica, (almeno 4 metri che, anche per le uova da consumo venMensilmente il responsabile del cenlineari di aperture ogni 100m2 di ricove- gono fornite dall'Allegato II del Decreto tro d'imballaggio invierà alle unità affero). l parchetti (tabella 7) devono essere Mipaf del 04.08.2000 precise disposi- renti una scheda riepilogante le lavoraaccessibili per almeno 1/3 della vita de- zioni in aggiunta ai principi generali ri- zioni per le dovute verifiche. Le uova
gli animali, anch 'essi devono essere at- guardanti gli animali (separazione, rico- biologiche devono essere sempre tenute
trezzati con mangiatoie ed abbeveratoi noscimento, ecc.). In pratica è opportu- separate dalle altre ed uscire dal centro
posti sotto ripari (anche mobili), megl io no ricordare che la raccolta delle uova di imballaggio solo in confezioni.
se dotati di piante, siepi o altri vegetali in deve essere eseguita in zona separata dai
Imporrante è l'identificazione della
grado di dare ombra e protezione agli restanti locali deli ' allevamento e perché confezione che deve riportare il riferile uova possano sempre essere ricono- mento al metodo di produzione biologianimali stessi.
I parchetti devono essere utilizzati a sciute, devono essere mantenute su car- ca (uova da agricoltura biologica), il rirotazione senza mai superare il carico relli con etichette o schede identificative ferimento all' unità produttiva (ragione
massimo consentito nel rispetto del coti- (estremi de l produttore, data di raccolta, sociale) e al centro di confezionamento
co erboso, inoltre deve essere previsto quantità, n. di lotto, destinatario) ed im- (numero e/o sigla). Inoltre l'imballaggio
un periodo di riposo, senza animali, di ballate usando nastri che devono giunge- finale di vendita deve riportare le indicaalmeno 40 giorni, periodo non richiesto re integri al centro di imballaggio. Il re- zioni di legge (categoria, peso, le scritte:
se gli animali sono molto pochi (Arduin gistro di uscita o di vendita, costante- da consumarsi preferibilmente entro ... ,
mente aggiornato dal responsabile del- dopo l 'acquisto conservare le uova in
M., 2000).
frigorifero) ed il numero e/o sigla dell'Ode che controlla e certifica il prodotlàb. 7 - Superfici minime coperte e scoperte di stabulazione per ovaiole. Carico massimo di
animali per ricovero c per ha di SAU
to e relativa filiera di produzione.
Ovaio le
Superfici coperte
nette disponibili
n. di animali per m'
Superfici scoperte
in rotazione
m' per animale
N. capi
massimo
per ricovero
N. capi/ha
170 kg N
ha/anno
6
4,0
3.000
230
cm di posatoio per animale
11.
animali per nido ( 120 cm11capo)
RIVISTA DI AVICOLTURA- N. 1 · 2003
18
8
•:• Considerazioni economiche
Nel corso del2001 abbiamo condotto
una serie di indagini con il sistema del
"questionario anonimo" che hanno consentito una stima del costo di produzione
25
TECNICA
dell ' uovo. Gli allevatori che hanno ri- Tab. 8- Ovaiola (ibridi commerciali): raffronto indicativo fra i costi medi di produzione (in
sposto al test sono stati 4 con certifica- euro) dell'allevamento biologico, a terra ed in gabbia (prezzi al31-10-2001)
zione biologica (circa 50.000 ovaiole), 6 Elementi di costo/tipo di allevamento
Biologico
A terra
In gabbia
con sistema a terra (circa 130.000 ovaioCosto del soggetto all'accasamento
2,790-2,892
2,790-2,892
2,790-2,892
le) e 6 in gabbia (oltre 500.000 ovaiole).
Alimentazione
\6,0l0- l 8,075
8,830-9,710
8,520-9,090
Nella tabella 8 è riportata l'analisi del
0,413-0,774
0,258-0,413
Spese veterinarie-sanitarie (::)
0,360-0,516
costo di produzione dell'uovo biologico
Manodopera
2,375-2,685
1,962-2,065
0,41 3-0,464
raffrontato con quello prodotto da galli0,360-0,5 16
0,360-0,5 16
0,490-0,671
Energia
ne allevate a terra ed in batteria. Nella taAltri costi di gestione (*)
0,464-0,516
0,206-0,258
0,154-0,309
bella 9 è sintetizzato il raffronto fra le
Totale costi espliciti
22,412-25,458
14,406-15,854
12,727-13,942
performance tecniche dei tre tipi di alleAmmortamenti
2,427-2,737
l ,470-1 ,704
l ,363-l ,508
vamento citati. I dati ottenuti, ad ecceInteressi
0 ,929-1 ,084
0,697-0,826
0,609-0 ,790
zione dell 'allevamento in gabbia, hanno
Totale costi calcolati
3,356-3,821
2,167-2,530
1,972-2,298
presentato difficoltà di elaborazione per
Costi totali
25,768-29,279
16,573-18,384
14,699-16,240
la notevole variabilità e quindi vanno acCosto uovo (min.-mas.)
0,093-0, l 06
0,068-0,080
0,058-0,069
cettati con riserva.
Le voci con maggiori differenze so- (::) Incluse le analisi di laboratorio- (*) Compresi i costi di certificazione.
no state: il costo della manodopera, la
mortalità dei soggetti, il declassamento Tab. 9 - Raffronto fra le performance tecniche medie di ovaiole (ibridi commerciali) allevati
delle uova, gli ammortamenti ed il cal- con metodo biologico (4), a terra (6) ed in gabbia (6), (Pignattelli P., 2001)
colo degli interessi passivi. Dal loro
Parametri
Biologico
A terra
I n gabbia
esame si evidenzia che l'allevamento
Età
all'accasamento
(sett.)
17-18
1718
lJ-1 8
biologico rispetto agli altri presenta:
Età
al
10%
di
deposizione
(sett.)
20
20
20
maggiori costi di ammortamento (miEtà
fine
carriera
(
sett.)
72
72
72
nor numero di animali allevati per unità
Durata della deposizione (selt.)
52
52
52
produttiva), minor quantitativo di uova
Tasso di mortalità in % (min-mas)
8-12
6-10
3-6,5
prodotte per soggetto accasato, maggior
256-278
254-294
262-302
Numero di uova per soggetto accasato
consumo di alimento, aumento del coUova
declassate
in
%
(min-mas)
7-14
6-12
4-7,5
sto della manodopera, del! ' energia e
118-122
114-116
Mangime consumato, capo/giorno (g)
127-131
delle spese veterinarie-sanitarie, come
Peso ovaio la fine carriera (kg)
1,8-2, 1
1,8-2,2
1,8-2,2
pure della certificazione e relativi contTolli.
N.B.: i numeri in corsivo, fra parentesi, dell'intestazione rappresentano il numero degli allevamenti testati.
La voce che maggiormente ha concorso all'aumento dei costi è stata l'ali- samento delle uova (7- 14%) ed una più 75 % in più rispetto all ' allevamento
mentazione, soprattutto se il ricorso a elevata mortalità dei soggetti (8-12%), le " a terra".
mangimi esterni ali' azienda è stato per- cui principali cause sono riassunte, in orTali costi sono largamente compensacentualmente elevato (N.B. il prezzo di dine decrescente, nella tabella 10.
ti dai ricavi sempre molto interessanti e
un mangime "biologico" completo per
Riassumendo: produrre uova bio- compresi fra il 334,6 ed il 500% se conovaiole attualmente varia fra 36,00 e logiche costa quasi il doppio se con- frontati con quelli ottenibili con l'allevafrontato alle produzioni con metodo mento in batteria (tabella 11).
42,00 euro/q.le).
Vanno aggiunte le perdite per declas- convenzionale (batteria) ed il 65Nella tabella 11 viene fatto anche un
breve accenno ai volumi di vendite delle
uova biologiche e relativi canali di distriIl carico per
buzione raffrontati al settore carne avimetro quadrato
cola ed ali' intera produzione della zoodeve essere
tecnia biologica.
bilanciato con
La vendita delle uova biologiche avcura per evitare il
depauperamento
viene soprattutto attraverso la GDO (75del pascolo
80%) ed i negozi specializzati (l 0-12% ),
la vendita diretta non supera il 10%. Le
uova biologiche spuntano prezzi superiori del22-30% a quelli delle uova a terra e dell' 80- 110% a quelli da batteria
(Segezzi G., 2002).
l
l
l
l
l
l
•!•
Conclusioni
È opportuno precisare, innanzitutto,
che la produzione italiana di uova con-
26
RIVISTA DI AVICOLTURA - N. 1 - 2003
TECNICA
l
Profilassi, igiene e terapia veterinaria
La profilassi si basa sulla
scelta di razze rustiche, salvo
le osser vazioni fatte in
precedenza e quindi
particolarmente resistenti alle
malattie, sulla stimolazione
delle difese dei soggetti
attra verso il movimento, il
pascolo, ecc. e sull'impiego di
alimenti biologici impiegati su
razioni equilibrate, ma non
forzanti le produzioni. In caso
di necessità, a parità di
efficacia tera peutica, i
prodotti fitoterapici,
omeopatici, gli oligoelementi
ed i prodotti minerali (tabelle
5, 6) sono da preferirsi agli
a ntibiotici o ai medicinali
veterinari allopatici ottenuti
per sintesi chimica.
Nel caso di interventi
terapeutici concordati e sotto
la responsabilità del
veterinario e nel rispetto del
D.lgs 27.01.1992, n.l19,
potranno essere usati farmaci
allopatici, tenendo presente
che il tempo di sospensione va
raddoppiato e dove, non
precisato, sar à comunque di
48 ore. Nelle ovaiole allevate
per più di un anno i
trattamenti con fa rmaci
allopatici possono essere due,
eccezionalmente tre,
nell'anno. Tutti gli interventi
devono risultare registrati
nell'apposito registro e nella
scheda di allevamento. Non
sono ammessi trattamenti
preventivi. Le vaccinazioni
-
~-
vcnzionali è di altissimo livello qualitativo, sia per l' alimentazione ed il management, sia per la sicurezza igienico-sanitaria e le caratteristiche nutrizionali del
prodotto fmale, in armonia con le aspettative di un consumatore esigente, attento alla propria salute e sempre più informato (Bruni M., 2000; Marino D., 2002;
Pinton R., 2002; Sassi C., 2001). Q uesta
situazione giustifica ampiamente il ritardo ed il modesto sviluppo dell'allevamento biologico in Italia, specie se confrontato con i livelli raggiunti negli altri
Paesi europei, come pure i quasi 8 milioni di uova biologiche importate per fare
fro nte ad una domanda crescente.
L'esiguità delle nostre co nsistenze
volontarie o obbligatorie sono
ammesse, come pure due
trattamenti antiparassitari
per anno (più di due se si
utilizzano prodotti naturali).
Consiglia mo, specialmente nel
caso di varietà commerciali,
un piano di vaccina zione che
comprenda la malattia di
Marek (lo giorno di vita),
Pseudopeste (3 interventi, 8l00giorno, 28-30° giorno e
120°, nelle zone ad alto rischio
conviene ripetere ogni tre
mesi), Bronchite infettiva (2
interventi; 28-30° e 120°
giorno), Coccidiosi (7-10°
giorno), solo se necessario e
sempre sotto la responsabilità
del veterina rio aziendale
vaccina re a nche per la
-: - =-::-- - ·- --- - --
non deve quindi stupirei tenuto conto
che sono destinate ad una rapida crescita
come dimostrato dal trend degli ultimi
tre anni, pari al 20-22% annuo, crescita
in sintonia con le previsioni degli esperti per tutto il comparto biologico europeo (D idiero L. , 2000; Mainardi A.,
2001).
l costi di produzione, doppi rispetto
ali ' allevamento in gabbia, sono attualmente be n compensati da i prezzi di
vendita che consentono ricavi 4-5 volte superiori a quelli delle uova da batteria. La voce "alimentazione" incide
per oltre il60% sul to tale dei costi, circa l O punti percentuali in pi ù rispetto
agli altri tipi di allevame nto, ma con
Tab. 10 - Ovaiole allevate con metodo biologico. Principali cause di mortalità dei soggetti e di
declassamento delle uova, in ordine decrescente. Raffronto con l'allevamento a terra ed in gabbia
Parametro/causa
Mortalità
in % (min-mas)
Causa
l
Declassamento delle uova
in% (min-mas)
Causa
RIVISTA DI AVICOLTURA · N. 1 · 2003
Biologico
8-12
l
A
terra
6-10
l
In gabbia
3-6,5
predatori
cannibalismo
soffocamento
parassitismo
patologie varie
7-14
cannibalismo
soffocamento
parassitismo
patologie varie
predatori
6-12
cannibalismo
stress, affaticamento
inconvenienti tecnici
patologie varie
sporche
(deposte a terra)
incrinate, rotte
decolorate
sporche
(deposte a terra)
incrinate, rotte
decolorate
incrinate, rone
cerchiate
decolorate
macchiate, sporche
4-7,5
Laringotracheite (60° giorno)
e, generalmente ad inizio
estate, per il Difterovaiolo
(Asdrubali G..et al 2001;
Franciosini M.P. et al., 2001;
Pierri A., 2001).
Recentemente alcuni
allevatori hanno iniziato ad
usare la medicina
omeopatica, altri usano
regolarmente fitoterapici,
soprattutto contro la
coccidiosi, evitando la
vaccinazione. l lusinghieri
risultati ottenuti fanno ben
sperare per una maggiore
diffusione di queste tecniche
che comunque necessitano di
una approfondita verifica
scientifica (Del Francia F.,
1991; Silviani C., 2000).
·-
l'espandersi delle coltivazio ni vegetali
con me todo biologico, si p revedo no
forti ri d uzioni de l costo delle materie
pnme.
Relativamente al "biologico", molte
sono le attese dei consumatori soprattutto in tempi caratterizzati da ri correnti
crisi del settore zootecnico, come gli attuali; la più importante è quella relativa
al reale valore delle produzioni biologiche, anche a giustificazione del maggior
prezzo di acquisto rispetto al convenzionale (Canepa M., 2001). A q uesta richiesta, che riguarda anche le uova, la ricerca sta cercando di fornire delle risposte
soprattutto per quanto riguarda la Q ualità.
I positivi risultati ottenuti sul piano
della qualità bromatologica e nutrizionale (li eve rid uzione dei g rassi, miglior
rapporto acidi grassi insaturi e saturi, aumento dei polinsaturi, anche della serie
n-3, ecc.) come pure la maggior consistenza dell 'albume, non sono così significativi per il momento da giustificare da
soli l'elevata differenza di prezzo. Sicuramente altri fattori, soprattutto quelli legati alla sfera emotiva del consumatore,
hanno maggiore importanza nel condizionare le scelte, in particolare la cettezza che il numero maggiore di controlli
garantisca l'aspetto salutistico (''pago di
più perché ho la sensazione che giovi alla mia salute"- Marino D., 2002).
27
TECNICA
Tab. 11 - Mercato italiano delle uova biologiche. Canali di distribuzione e prezzi al pubblico confrontati con le uova da galline allevate a
terra ed in batteria (stime al 31-12-2001)
Prodotti della zootecnia biologica
Fatturato (milioni di euro)
185-220
Prodotti dell'avicoltura biologica
Carne
Uova
3,7-4,2
19,4-20,0
80-85 milioni di pezzi
di cui 6-8 milioni importate
Distribuzione in % e prezzo medio al consumatore (uovo 65-70 g)
l
l
GDO
Negozi specializzati
Negozi tradizionali
Vendite dirette
Biologiche
(%)
75-80
10- 12
2-3
5-10
Dalle varie inchieste è emersa anche
una maggiore attenzione dei consumatori alle problematiche ecologiche ed al benessere degli animali (Diviero S. et al.,
2001; Verga M. et al., 2001 ), a cui l'allevamento biologico sembra dare delle risposte positive e concrete, come pure
l' allevamen to alternativo in generale e
quello dell'ovaiola a terra in particolare.
Se quindi oggi il consumatore è disposto
a pagare di pi ù per un uovo biologico
perché il suo termine di raffronto è quello prodotto in gabbia, quando in un prossimo futuro tutte le gabbie saranno messe al bando, il termine di raffronto per
l ' uovo biologico diventerà quello prodotto "a terra". Sarà quindi opportuno
iniziare un'attenta verifica delle strategie
aziendali, commerciali e di marketing,
nonché degli investimenti, ma anche di
un maggior e mirato coinvolgimento della ricerca scientifica, in risposta allo slogan che sembra sempre più dominare il
settore agroalimentare " mangiar bene
per vivere meglio, ma in un mondo ecologicamente migliore" (Seghezzi G.,
2002; Pignattelli P., 2002).
111
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28
l
(euro/uovo)
0,300-0,360
0,387-0,413
0,413-0,516
0,387-0,516
l
l
l
A terra
(% )
75-80
15-20
5- 10
0, 1-0,3
l
(euro/uovo)
0,251-0,280
0,283-0,335
0,258-0,335
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Batteria
(%)
l
(euro/uovo)
80-90
?
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0 ,152-0,200
?
O, 170-0,227
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C.R .P.A, Zootecnia biologica, Opuscolo
C.R.P.A, 7.1. n.l /2001, Reggio Emilia.
RIVISTA DI AVICOLTURA- N. 1 - 2003
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Un`opportunità interessante-che vale la pena di prendere in