Cari Genitori,
siete certamente al corrente dell'importanza della prevenzione delle
infezioni nei bambini attraverso le vaccinazioni. La meningite è una
delle malattie più pericolose ed invalidanti e può essere
provocata da microrganismi diversi. Oggi, però, la ricerca scientifica
ha reso disponibili nuovi strumenti per proteggere i vostri bambini.
Assicuratevi, quindi, che essi siano coperti nei confronti di tutte le
principali cause di meningite, per un futuro più sicuro e sereno.
Facciamo chiarezza
La parola meningite racchiude in sé il significato di "infiammazione delle meningi", una condizione
grave che può essere provocata da una varietà di fattori (per esempio, virus, batteri, traumi).
L'interessamento delle meningi si accompagna a conseguenze drammatiche sia nell'immediato che
nel lungo termine:
Innanzitutto, una serie di manifestazioni acute dovute ad una vera e propria "irritazione" del cervello (convulsioni, assunzione di un atteggiamento "rannicchiato", rigidità della nuca,
compromissione del contatto con la realtà);
Poi, danni neurologici permanenti, quali cecità, sordità, paralisi di una parte del corpo, alterazioni
nel coordinamento dei movimenti, ritardo mentale, difficoltà di apprendimento.
Le forme di meningite più gravi per il bambino sono riconducibili a tre principali batteri:
L' Haemophilus influenzae di tipo B, per il quale, fortunatamente, è già disponibile da tempo in
Italia un vaccino efficace;
Lo Streptococcus pneumoniae, meglio noto come Pneumococco, il quale, poi, oltre a causare
meningiti, può provocare altre infezioni gravi come setticemie e batteriemie (infezioni del sangue)
ed infezioni a carico delle vie respiratorie, come polmoniti, bronco-polmoniti, otiti, sinusiti e rinosinusiti;
II Meningococco, che è causa di meningiti e gravi setticemie: di questo batterio esistono varie
forme, ma le più diffuse sono "B" e "C".
Tutti questi microrganismi si annidano nel naso e nella gola dei bambini e si trasmettono da soggetto
a soggetto attraverso starnuti, colpi di tosse o goccioline di saliva. E', quindi, evidente che il rischio di
contrarre queste infezioni diventa particolarmente elevato quando i piccoli vivono frequentemente in
comunità (pensiamo agli asili nido, alle scuole materne, o alle famiglie numerose). Si può
stimare, ad esempio, che la frequenza di comunità infantili anche solo 4 ore la settimana fa
aumentare di più di tre volte il rischio di contrarre una infezione da pneumococco. Così come, si può
ritenere che le stesse comunità siano il terreno ideale per sviluppare un focolaio epidemico da
meningococco.
Inoltre, non va mai sottovalutato che il bambino portatore sano è, comunque, una fonte di contagio,
oltre che per gli altri bambini, anche per i soggetti anziani, soprattutto se con età superiore ai 65 anni
e conviventi, con analogo rischio di infezioni gravi, quali la polmonite da pneumococco. Infine, non va
dimenticato che l'età inferiore a 24 mesi, la prematurità alla nascita, la presenza di malattie
croniche, deficit immunitari o infezioni respiratorie ricorrenti (come l'otite) ed il frequente
ricorso a terapie antibiotiche rappresentano ulteriori fattori di rischio per i nostri bambini.
Perché rischiare?
In Italia i casi di meningite batterica notificati ogni anno sono andati progressivamente aumentando
dal 1994 ad oggi, superando i 1000 casi ogni anno: più di due terzi dei casi sono dovuti allo
Pneumococco ed al Meningococco, ma solo perché, grazie all'incremento della vaccinazione contro
I'Haemophilus B, si è potuto drammaticamente ridurre il rischio di ammalarsi per questa forma di
meningite. In ogni caso, in più del 20% dei casi non è stato possibile eseguire una diagnosi del
batterio in causa, lasciando sospettare che il numero di meningiti dovuto a questi batteri sia molto più
elevato.
E' vero che, in confronto ad altri Paesi Europei, l'incidenza di meningite da meningococco è più
bassa, ma le epidemie più gravi e con maggior rischio di mortalità (in particolare, quelle dovute al tipo
C di meningococco) si osservano quasi sempre nei bambini più piccoli: in Italia, il 30% dei casi aveva
una età fino a cinque anni al momento della diagnosi.
E' anche vero, fortunatamente, che le meningiti da Haemophilus B sono progressivamente diminuite
nel tempo, di pari passo ad una maggiore adozione della vaccinazione disponibile: tuttavia, in Italia
siamo ancora lontani da una copertura ideale della popolazione pediatrica ed, infatti, le meningiti da
Haemophilus (pur passate da quasi 6 casi ogni 100.000 bambini a meno di 1 caso) rappresentano
sempre il 14% di tutti le segnalazioni.
Desta, invece, preoccupazione il fatto che le meningiti da Pneumococco abbiano fatto registrare, in
soli sei anni, un raddoppio della frequenza di osservazione divenendo, di fatto, la prima causa in
Italia: nel 199,4 rappresentava poco più del 20% dei casi, per arrivare al 40% già nel 1999. II 15% dei
soggetti colpiti nel 2000 ha meno di cinque anni; inoltre, la meningite da pneumococco mostra,
purtroppo, una elevata letalità (nella casistica italiana del 2001 risulta del 12%).
La vaccinazione
Grazie a nuove tecniche di sviluppo dei vaccini, oggi è possibile una prevenzione efficace e anche
contro lo Pneumococco ed il Meningococco e, soprattutto, anche nei bambini più piccoli (al di sotto
dei due anni di età) e fin dal secondo mese di vita: questo vuol dire difenderli proprio nel momento di
maggior rischio di contrarre meningiti.
Si tratta di vaccini ben tollerati (gli eventuali effetti indesiderati sono del tutto simili a quelli delle altre
vaccinazioni: febbre, reazione nella sede di iniezione, irritabilità, insonnia) e, purché con iniezione
separata, possono essere somministrati anche contemporaneamente ad altre vaccinazioni.
Ricordate che, per quanto fortunatamente più rara di altre malattie, la meningite è una malattia grave
ed invalidante, contro la quale il vaccino è l'unica arma di prevenzione disponibile
Tratto dall’opuscolo per la campagna di sensibilizzazione contro la meningite realizzato da:
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