SICILIANE STORIELLE DELLO La vita STESSC; color di (Milano; rosa La Nana (Milano) AUTORE G. G. Brigala. Brigala (Milano) parigine A. . 2, 2, » . Macchiette L. 50 50 . Brigala C. » e 3, — Le Fisime di Flavia na (Roma) A. Sammaruga » l, - Donnine (Catania) A'. Giannotta » . Ces Messieurs et ces Dames (Tarisi 3, — . Lacroix » 5, — ^-a-' E. NAVARRO DELLA MIRAGLIA SICILIANE STORIELLE CATANIA NICCOLÒ GIANNOTTA, yia Lincoln, N. 1885. EDITOR^ 271-37^. Proprietà dell' Editore letteraria Niccolò Giannotta. ALLA MIO FRATELLO MEMORIA RUGGIERO. CONIUGALE FILOSOFIA No, nato la lena fiato gli in era durante per con il l'inverno, le facilità gracile gli si mento mo- state, l'e- Durante sudare grossi soffriva dita un per vederlo a si gli l'ascia; sega. miracoloso, freddo, una il pietà una la giù del membra spingendo in e Cristo un Le priamente pro- mestiere maneggiando mancava, su era troppo corpo corta. subito, spossavano il il troppo non il faticoso per Aveva falegname. e Lisanti Francesco no, me co- loni; goccio- orribilmente rattrappivano straordinaria gli e menti stru- , estate altra N. gli cadevano come in cosa DELLA il addirittura inverno, mangiare, JMlKAGLlA - Storielle di ad preferiva il bere Siciliane. e In mano. lo ogni starse- i SICILIANE. STORIELLE all' ombra dormicchiando sdraiato ne al o sole. Per anni molti Francesco quentato fre- aveva , Non si però e il cantava la nelle i ; feste 1' o- amava degli organi, serviva le e croce le per le messe, litanie, portava lo o stendardo , i sacrestani soliti caffè bere a Alla di suo la dopo di ci mozziconi delle pane vecchio che accorse cioccolata dolorosa le non erano messa. relativo meno, eh' padre, suo stampo; morì; dele can- ture sgocciola- cioccolata trovava col padre le pensava Francesco vennero Questa della o bottega lavoratore casa, i prendere gli permettevano preti gli regalavano del di la e ricompensa, di si preti, aveva ; processioni. In poi i bottega. divoto suono pangelingua cappa la chiesa, il e svestiva e fosse della pompe dell'incenso vestiva che inclinazione grande le dore a che dire può una per sacrestie le più e, un tornando sempre un zo pez- companatico. il pane e il e allora scoperta di a lo natico compa- Francesco sgocciolature bastavano Ma rese caffè e saziarlo. triste e CONIUGALE. FILOSOFIA lo costrinse lavorare. a ostinatamente in vivere a chissimo; po- dirsi; suol come scarognava, spirava lavorava Però, mani le con a- mano. Ma risolvere come Francesco lo vi non si deliziosi di la con muricciuolo, sé a in ispirito , di stufato di e ogni con vita di fustagno, si la fantasia più i i spesso do Stan- vuota pra so, egli vedeva tavola una costretto a vecchia sua tagliava belli vanti da- piena , la momento te men- comoda. maccheroni; to, tan- sua e pancia , qualche la Però, malgrado disegni sdraiato intorno; perdeva suo Ecco, problema? insolubile. sapeva immaginava più il ciatora cac- si e abiti toppare rat- va cuci- di pan- nolano. E non aspirazioni sue Nei tutto. era ci suoi progetti, entrava una sempre , nelle donna. Francesco aveva vicina una giovane , leggiadra, cogli ritto. un Si chiamava contadino grazia hiomini occhi le le Carmela: agiato, vesti petulanti di ronzavano e con Diversi intorno. col naso figlia era portava mussolo. e , di molta galan- SICILIANE. STORIELLE col si viveva frattanto, Carmela dedita diceva si nel r Il padre la in uscio e una che cia? fac- tenne sulla guratevi Fi- si fecero barone zio Poned ella , ragazza in duta. per- la eh' mèsse, soglia d' aria. tre casa sera una sedette timento diver- forte, parecchie rinchiusa per del una battè campagna del sposata come la figlio manifestarsi. figlio Infine, boccata col ciance certo considerarsi e occhieggiare, effetti a quante avrebbe circa. r e paese! Suo volte, di volete gli e tardarono quali poteva sparlavano po' troppo, un Ponzio, non non e divertire. diverti barone allora chimere; ad ! che giovane Lasciatela del tava aspetdinario; straor- di le comari grado mal- : Povera Ella ed avvenimento soltanto che 1' avrebbe 1' altro pascendosi allorché che suo Presentiva quale sa spirando so- sapesse sperava o realmente. non — pure giorno un posseduta egli Sebbene sperarlo, che guardarla lei, più spesso a desiderio. follia era unirsi di e poteva, di si contentava Francesco , timane set- egli ella per mase ri- aprì dere pren- CONIUGALE. FILOSOP-IA che Francesco 5 vide la si le avvicinò , subito. — — Come state? le Come vuole Dio. gli occhi, abbassò E Non — vi pietre che il male è bisogna , di prego qua Carmela non punto ; ricchi! rispose ella collera si vi e , se ; lete, vo- che prima fra i alla Che di forse destino borgesi più un me falegnadi sua giamoccoli man- mano. mettersi fatto era che a avrebbe specie il diritto avrebbe sentiva dunque una aveva anzi dio... rime- in male il suo? a Chi sposare? poteva Se mi date Francesco, croce nulla aspirare scoraggiarlo.... — ma , non ; libertà: artigiano, ozioso ed troppo marito un osava Ed lei miserabile pigro il cercare Ecco ridotta, Un che io. scegliere potuto la pensava... era Adesso avanzo perdonarmi sono umiliata mi se so tutti, son a dall'aria... fatto lui. Sono disse capitare possono cadono Non vergognosa. affliggete così, che disgrazie chiese. sul passato. buona una vi Ce risposta, prometto ne andremo di fare giunse soguna lontano siciliane. storiella: in qui da un del pratico sono che vedrete e pari Mise in cui un La egli alle trovava idee sue all' avvenire che si modificarono. continuò che di lei un e a questa un' suo pressione im- poi, ma do quanin stato cui 1' attendeva, Le notti parlare giorno vere vi- e cameretta, sua che capire a principio, allo Francesco, mano nella matta ancora sfruttarla freddamente ella la durò nauseabonda; e sola e voglia una In queste dell' afflizione sull'animo dolorosa pensò sono in onta per spalle. produsse fu vi e che tardò non sposare sue scoperta quando ad ebbe ella la voleva piutamente com- azioni, conversazione ed pezzo, lascerò comica Carmela, si trovava, ridere. vere vi- può ricordarvi di vane gio- una non vostre solennità che vi Io onore. tanta parole, di di giovane un volte delle soltanto che so ; nosce; co- felici. saremo e monaca libera pregherò là tante una ci nessuno mondo, vostra, come dove paese , 1' ottenne a le guenti susse- con spesso al chiese si padre condizione , che circa non alla mettesse dote. avanti Egli giurò molte che pretensioni amava Car- mela immensamente ella indosso. di non la avuto avesse infatti, ai tanti sposò alla chella cheti- Francesco medico, che certe gli un un molto prezzo per bottega. e la Veramente bottega di era troppo , Francesco lavorava non , causa a , clima Egli intollerabili meglio, giocando andando a cianciare a Ciccio. Egli » , diceva parlando Donna il medico Carmela don giornate strade, o stando I tadini con- vestito vedendolo , lo sua non don chiamavano sempre: di alla osterie, nelle muricciuoli. sui galantuomo, un il corpo. tutto le le per gli produceva udirlo, mora gli artigiani e come zonzo alla a in dunque passava seduto che, incostante dolori e bene gran adattatissime terrene stanze casa voleva a do Leonar- don certo un affitto, in diede perchè nosceva co- , Cuttitta, tenervi brato cele- dove Partanna un mite, matrimonio, partirono pompa, per gli del notte stessa senza del sata spo- settembre, E e La 1' avrebbe che e quand'anche camicia 7 CONIUGALE. FILOSOFIA « mela Car- Donna moglie. tardò a Leonardo che , partorire, 1' aveva STORIELLE assistita durante fonte. al moglie di tabacco mai come egli sua dopo tre sorrideva 1' occhio con prendeva e dicendo: il farci volete com' continuò anche quando d'aver visitarli l' una e gli accoglienze; faceva di subito aspettavano dopo ma, fuori sapeva che sempre qualche e anche certi da amici in u- lo parte hanno sane dire liete fatte, d' altra donne Don più avergliele perchè le cosa le perchè casa, no cessaro- visite. volta ogni za, frequen- con sue glioccio, fi- al e l'altro delle bisogno ra cu- zionava affe- si comare a cedono. suc- la dopo Leonardo alla più che cose naturale don battesimo, e ! Son era sempre sciva dava doman- partorire a matrimonio, Frattanto, Ciccio Ciccio don strizzava Che e indiscreto qualche a il bambino tenne parto, fatto fatua, — Se aveva mesi aria il caso per soli SICILIANE. segreto a medico. un I maldicenti, Ciccio sorprese sorriso ironico sulle labbra gli oziosi, ciarlavano; in e delle varie qualche persone occasioni frase che e don qualche equivoca frequenta- FILOSOFIA Anzi va. CONIUGALE. una all' osteria sera , del baldino, Gari- , Vanni mastro il conciapelli che , bevuto aveva becco, gli e della don lo troppo, chiamò rinfacciò moglie, di a vivere del spese sonore di- sul medico Leonardo. dire Bisogna fare poteva dignitosa. risposta sapere io sono un la roba mia. lo lascio più che, galantuomo di Mi fido in onore di Don dovere e sa o r altro mariti di dell' sangue Guardò impressione vuotò mia finché contento amante intorno, avevano di ma un se e' è lui e chè per- il conosce Dio non mai caso un , mi che sappiate tanti di e non regolarsi. permettere con Leonardo moglie come , alcuno, vivo perchè casa mia parte di e più galantuomo d' altra giorno più e regola offesa senza giovane venire deve non calma vostra per , , suo Ciccio Eccola: Vanni, mastro verità, don la una Dovete — lo ra addirittu- succedesse io farei non conoscenza come come fanno non mia rei sa- bevuto avessi il moglie. per prodotto fiato zia, disgra- e non di una vedere le il bicchiere quale sue che role, paa- IO STORIELLE innanzi, veva si alzò SICILIANE. gettò andarsene per culaccino, il terra per disse e di prima , uscire, toccando destra la Qua — Tutti mano sinistra mano rivolta ci non al saluto, dietro gli sparò Salutiamo. piove... eccetto mastro petardo, un con bocca. Queste — disse Se sotto che della : risposero Vanni la della palma il suolo verso 1' indice con don cose Ciccio fosse non vi farei insolenze. Se le dovete non fermandosi che avete vedere come Basta, si no, vialle risponde e me ne dovere, nell'orto domattina soglia. troppo tardi, il vostro me, a sulla bevuto è ora conoscete trovare fare do. va- rete fa- vi dietro alla Bocceria. L' dietro orto i mafiosi dove risolvere Ma né loro le al quale torto a e continuava né sempre in Del a ad a mano. resto, stro ma- di convenne don avere si vi Vanni mastro fredda, dichiarò go luo- un andavano coltello dopo. mente lo era paese liti, col mattino Vanni, Bocceria del Ciccio, don recarono aver alla Ciccio, un' il illi- 12 SICILIANE. STORIELLE Un sui nervi da vòlta la di dalla fece si e non giunsero cose Don la giorno, chiese per recarsi senza del to quar- de uscire, si vi- per don casa di sé nanzi. in- Ciccio che gli : O — in nuda, mattina stava va si face- e mezzo giorni le notte una menti La mentre giungere che traprenden in- sua breve, In ritirò, fuori tre Carmela. donna La limiti. cio Cic- don casa. Carmela, stette e Carmela, con punto, si Costui, donna sorprese Leonardo rabbia, da lo donna posare Madre. in tal gere dipin- per , amicizia aveva a Leonardo don paese condurre dava pittore giunto un guardare attaccò strada, gli altri, Chiesa della contento non nel tempo poco tutti Leonardo, don a di più giovane, perchè è non più venuto a varci, tro- compare? Sono — Don Cicco sorrise. Confessi — a possa dei occupatissimo. stato la causa offendere suoi verità, poi del 1' onor sentimenti, disse; pittore; mio. ma ch'egli teme Le contento è mal- sono la prego to gradi ras- CONIUGALE. FILOSOFIA sicurarsi. Mia il dovere; sta la chitarra. Io credevo farà no! Oh, — Una Leonardo le più tardi. si che a il ritratto. dubbio senza nare so- ? vestito. ebbe alla fatto era insegna facesse nudo, pensava e le perchè proprio giovane onesto un imbarazzante pausa il conosce che ritratto Un — lei con Glielo — è pittore spesso — moglie I3 na, nottur- sorpresa Suo cupo. Don luogo. gli compare chiese . Chi — lo sa! Come! — Don Forse avrebbe Ciccio Vuol — Carmela? fa da mia moglie? mai più. di intenzione donarci? abban- Si. — che pazza Dice la « da Don e la morire fa non volto disse: povera giorni tre che chiamare Leonardo ! don non me co- nardo Leo- » Chiami — sapesse! : nel far dunque piangere, ! — si scolorò Se una Se verrà Quando — quanto così vuole; perchè vedesse , non proverebbe non me 1' ha una ne curo. veduta. stretta al 14 STORIELLE Via, cuore. in ma si ha non SICILIANE. rabbonisca; la Carme- venga. alcuna commesso conclusione mancanza ; anche quand' avesse , fatto qualche sarebbe non più, uno prenda ne e e felici, esser Chiuse gli lagrime gli Don non bisogna Leonardo lo sapendo che fare. Nondimeno, idee di molta e ad la d' onta allora di in tutto. poi abbiano animo da stessa sera che supporre suir e' che sapendo filosofo influenza stupefatto, non bisogna grosse guance. guardava dire, marito quel tornò sulle gocciolarono vuol occhi. due e io si gli davvero, se che Quando chiudere occhi Non Crede veda? non sciano la- non importa? pensiero. troppo male conseguenze. che meno, capisca non cose hanno non il pittore, Certe grande. traccia Uno col ragazzata è citato eser- suo, donna tornato le chè per- mela, Car- pre, sem- FILOSOFIA Sua zio madre suol a vano ave- come bambagia. eh' su zie croce; le indettarono Dov'è la a cominciò un come ciò comin- Appena insegnarono appena tro den- liberamente po' un d'occhio, vista brune. muovere maraviglia, una era a vesticciuole le l' allevavano e ingrandiva cresceva, la nella veniva le Lo 1' zitellone, rimaste casa partorirla. , dirsi, Essa zie in presa nel morta era le prete, della PATERNA le farsi a il nine, ma- segno balbettare, pappagallino. chiedevano. mamma? — paradiso, In — e' Più tardi, era la diceva imparò volontà a di Dio, lei. rispondere crescendo che, anco- se l6 SICILIANE. STORIELLE un ra poco, si di chiamarla invece del che la fare della i suoi chiudevano mercanzia, aveva che debba male al gallina pentola. A finestre o di mezzo la quattordici e o e' prete chilo un collo ma era di to subi- essa vano mangia- per za mez- nella castrato era mente rara- nachella la Mo- spesso e il prete già di Indie. le cacio, e Monachella anni, vano involta- zie pane , la per Le minestra; il Così, poco mandavano il medico. per un come capo, re, fa- cosa tamente. sviscera- partire asciutto, e che tossiva pannine, ed bambina, , le sario ro- mentarsi. addor- 1' amavano caso per po' di le il senza sapevano che chiamare un tardi, perla non le pane a santini recitare a a una tutte dentro a fino grandi, Se, chiesa di ornare camera, mostrarle per l' del- religioso in andare ad sua parenti bontà sulla , insomma Era Se ad cezza dol- sulla sentimento precoce spingeva coi casa chiamavano estasiandosi gli altarini, pareti la Rosa, carattere, suo sul animo, In monaca. , Monachella, la tutti farebbe un grassavano in- don- PATERNA. FILOSOFIA none il volto ; ciccia le fuori padre suo brutta : vesti. vezzeggiativi, le Se aveva Del alle la resto, invidiare modo. a muro Le e a a dire N. DELLA monachella che dire, Rocco giovedì e' era sacre a i Siciliane. micilio. dofessori, con- ogni menica, do- cappellano qualche tempo Storielle vano, ave- la dizione. bene- contentarsi. da entrare due a si faceva cominciò si stesso che e il avemaria, da vi era modo e grate nulla mancavano; ogni dell' le allo le funzioni non intendeva lilv.KGl.l\- la di far- donne: Dio in pangelingua nondimeno, la di muro, Lisomma, E in si. religio- salvo proprio San di messe prima piiì va più ordini casa, servire chiesa neanche; il loro convento un così per cantava gli aveva amare La passi, non i che, nel frattempo, il governo soppresso finestre, poteva è la la paravano e parlavano non gli monaca, zie quando , processione. nera, sue la lisciavano vimento, mo- tutta le affibbiavano madonna una ogni corpacciuta, nasuta, simpatica, come ad Somigliava lui; nondimeno, trovavano ; la salute di irromperle, delle era come dolci scoppiava volesse parca 1/ a dopo, sa Ro- strepitare ad ogni e co- a l8 STORIELLE in sto convento volle la cosa la sentire vita la il del chiostro; dentro notte ogni fuoco di con voce Rosa quel tempo, convulsione, una rimaneva poi stringesse invasa zie di prete immobile, eh' temevano fra comunissima subito, turavano udirlo; e malanno come un frattanto. colpo Rosa, grave di Le per zie non ebbe solito, qualcosa in dei rirebbe gua- giorno Bisognò accidente. poi applicarle Rosa marito. del metterla malattia una un al il medico orecchie, le fosse ella ma che e prendesse se più era donne le inorridite subito, e quella me co- dicevano e esorcizzarla; che assicurava to tan- si contorceva, gridava, dagli spiriti maligni, fratello ogni aveva lungamente Le morta. un la e soave, braccia. le Verso si la e , chiamasse e il pretendeva , fra per odiare comparisse nuvola una di diavolo; le sposo che nean, irresistibile giurava il e celeste capire va afferma- Ella papa. vocazione carne farle a più possibile era una del mondo, che non bello del e Ci Cristo. Gesù sposare r ordine con di e buono del che SICILIANE. un bagno lassarla sa- pido, tie- senapismi. Quan- 20 SICILIANE. STORIELLE la; altro un al quand' balcone, suo fresco; il vicino dirle da dei faceva le e vuoi Si? bene? dava guar- zo terraz- come per avrebbe il nelle in r Dopo sentiva alberi che in la pura che colline quel paesaggio di accorta , mentoso tor- poi, levato sol- dov' nulla, ed ma cal- era, turbata ma molto... fu appena le fece in in mezzo al sparse pieno di di a campagna. Ella bene. quei grandi fra vento, vigneti, luce istato in del subito stormivano vaghe sì determinazione, sua condussero rivivere di avrebbe apparenza, accidente, muoversi, aria e momenti; quei rimaneva sé, turbata di dentro L' o casa, tranquilla e la essersi non in in scandalo famiglia di entrava mano ribolliva le sangue vene, allo pensando fingeva tua rispondere voluto che più tanto la presto. sposeremo Ella Se Spiegati. No? si, chiederò di risponderai si la : Mi di re piglia- un segni, — ci sotto a ardito, più cannocchiale, un con stava essa terzo, un frequenza con passava che quelle davanti si sten- a PATERNA. FILOSOFIA deva lontano neir orizzonte la a caccia alle il tutto andava due montagna, in del veder a non Più tardi, cogli tere scuo- sulla vacche pomeriggio fin sul , ceva forte, fa- piazzale la del- vano villeggianti sta- moric- sulle seduti gliava pi- il tramonto, poi, dopo il tanto, a le piìi molto parecchi altri Ogni Nel era una dondolarsi e mungere chiacchierare, a vigne, i mandorli e vicina. dove fontana, le mezzadro i noci passeggiatina una ce. ulivi figlia il sole quando per sull' altalena. mandra una posta Ella farfalle, appendere pertica o distrazione. vecchi la la con le permettevano e paese, sua giorno con si mostravano non innocente correre fra corda zie in come qualche dar perdersi a infinito. rigide poteva andava e lassù, le Inoltre, così lontano 21 davanti fresco alla , casa. Era il momento quello aspettata minestra, un coro, un' e po' altra. andavano presso Qui e una là si fretta in mangiavano dopo 1' ora , I contadini impazienza. con lavori dai migliore cantando nati toruna in villa, un po' so pres- udivano, ad inter- 22 STORIELLE valli, voci insieme, o di Una nel del Qualche i del terrazzo Era in non ardenti occhi e della bujo possedessero in lei una la quegli carbonchi, gradatamente Le virtù strana fiamma , voluttà di addosso. sentirseli pacciata, im- di senso un si che molto era come Poi notte. ineffabile, nel faceva soggezione scintillanti di Quando non principio, provare a Quello più 1' altra. , cominciò pre sem- raramente molta aveva tutti. a seguiva Rosa, a in Ella, guardarla. vino strava mo- mai. dopo una si occasioni. diceva là, vicino trovava nel tali so spes- allora del mancava taciturno; parole, tre entrava galantuomo contadini, chitarra, sieri. scacciapen- che dando giovane di e prete, generoso, di brigate cotestc podere suoni e zufolo di tamburello, di SICILL\NE. reva pa- di cendere ac- che dolce a , a poco Ciò guardò lo ardito. rese suo in matrimonio. pulitamente, era padre tuttavia sotto una in mutava Allora, mandò Rosa si poco, essa pure Una dal bambina giovane. disse che e egli chiedere per prete pretesto il domenica, prete, Il lizioso. de- torpore un sua di no, nipote d' altra che" , parte, essa lo che scrisse in fare a terrazzo la sola. di l'uscio, sul il facevano delle sui le che òs di chiesuola presso le fu rondini Quando vòlta. assalita in conv'ulsioni deli' altare, fessarsi con- mentre da co, pubbliil prete 1' ostia. stato senza in medico che fortata, scon- costo dove meglio, solite gradini faceva Il alla bito; su- divenuto cresceva, nido, porgeva E — ogni là sue nuto. avve- era za recrudescen- nella sotto ra allo- 1' assalì, una 1' erba star né fosse ad del giovane cosa pavimento; di supponeva una Volle là dove campagna, rono torna- prostrata, ebbe comunicarsi e che il mondo Allora misticismo. il ma si sentiva tratto; un a al cognato, contadini malinconia che le pareva , più vedere, capì profonda una bujo lasciò Rosa poi. i sera, serenata; si non né E Alla paese. fratello lettera una giorno, col lungo a mandò e zione voca- conjugale. Quel stato confabularono zie le nessunissima aveva non per 23 PATERNA. FILOSOFIA invece chiesa, sorrise erano dubbio il gran dicevano i le zie. dopo scetticamente, stati caldo nervi, e pen- i sensi, 24 r STORIELLE forse istinto; forse di SICILIANE. la effluvi gli maschio vicinanza che del acri re forti, l'odo- e esalava vane; gio- prete il dei gregge fedeli. Ed egli prescrisse pili di dentro la l'orto. Ella nondimeno Si vasca lungo, a di mezzadro, indossò non so che le mani distinguevano e laggiù, e le il Diego, in dirsi figliodel a Rosa di come giorni dopo, energico bianche dagli la e con gio Gior- borghesi aveva un marziale. I garbatezza lo tutti contadini altri co, fian- al abiti di e leria. caval- San un vizio ser- ma sciabola gli po do- del bello; la tornavano. ri- congedo, reggimento con zava guaz- convulsioni agli obblighi e no giorfiare innaf- molto alcuni lingua al ad sotto volgari. la bagni Anche di re passeggia- foca, nell' acqua; casa, poteva testa piedi. che rozzi a un egli appariva a serviva tratto, in non in che settembre; militare r elmo due una adempiuto Diego fare come giunse aver di passeggiava tratto era baffi, di prima, Rosa a , Parlava come suol dirsi , di fuori, cioè dava al dia- letto natio prima e FILOSOFIA PATERNA. inflessioni e prestito tutti a Rosa descrizioni che dei lo A essa col pure, ebbe : vita una dov' era le stato cibilmente. invin- si trasportò città se chiasso- , nelle desiderio, l' intuizione di bocca sempre poco a va ascolta- sua attirassero in d' Italia. grado, lontani poco nuove prese dialetti dalla paesi pareva parole e buon di mai non caserma rapita e di altri gli lo vedeva sorpresa e in imparate strane, desinenze infarciva lo udite, 5 2 gace fu- visione la rapida, appassionata ardente , , aspirò intensa; mille provò in a nuda solitudine nella volta una più petto, di volta una i di mai era mostrava a minacciata troppo sue discorsi il ed punto, dalle piangere. rita, fe- si stancava in cose, che breve, sa Ro- quando convulsioni malinconica, lo di sul capo non essa Le a più l'avevano che vere vi- a zie, com'es- si mise ascoltarli. questo quella astinenza, nell' sconfortata consolavano; la le chinò Nondimeno, giunsero e in condannata con , confuse, e là, vedendosi campagna, perennemente se, violente poi, di casa inesprimibili cose sensazioni momento; un mille o zio si pre- 26 STORIELLE te in correva SICILIANE. di cerca Diego, perchè Gradatamente compagnia. le nesse te- bilmente, insensi, un' intimità fra se i due giovani; essi notarono rapidamente salute. Quando, ricondussero la vispa in come fiore il come Rosa la e lieta era le aveva di cuperava ri- dell'autunno essa cingallegra, una colorite paese, po, do- umore fine la non tempo che il buon verso bilì sta- parenti i ma gioia con si grande invece, qualche accorsero; ne molto cui e ce guanil portava nome. Ma poi, nel tornò però dell' inverno, corso da malinconia una Il po' un ingrossava così stata di volto magro ; bene malessere, quando Sebbene in tutti nulla che nausea se un corpo mai vago timento sen- e 1' avessero se for- che qualta, turba- quando. questi di allarmante il medico del 1' inappetenza non sistente. in- cura sarebbe non salute, come pallido, il resto Essa in una diveniva ma sempre. leggiera di assidua, suo Era qualcosa soave, preoccupazione una linconia ma- assalirla. ad capo la passava sintomi e di non serio, sotto sero aves- un al no giorbalco- 28 SICILIANE. STORIELLE jato, di il medico. darle La si che voci, Nessuno invano che di compagnia di ombre tardi, due la i suoi figlia che saputo custodire cattivo stato. in rinchiusa il frutto e permise di della di Essa, era del persuasa suo fallo, per qualche a dir che e vero, tutti mostrava di re varca- propria casa avevano non in la tenne fu tolto le volta di altre a aveva fossero appena così mente severa- poi, camera; colpa to pian- notte, viste rendevano una girare affacciarsi a mesi, parecchi Durante le gli di rapidamente. cognati e La furono riconduceva Rosario Don in , silenzio un allontanarsi il e schiamazzi. nere ed soglia la Dopo, agli successe urli lui, gli mento mo- padre , arrivo casa. dopo il u- La un poco Rosario raddoppiarono. morte tranne tornò don di all' uscio uscì nessuno serva All' si giorno, urli, pianti, imprecazioni. entrò, la il tutto famiglia, in dopo, Per piccchiava Rosa. consigliato avevo avvenne descrive. dirono gente vi marito? scena non Non do quan- mezzo, stanze uno tellino. spor- vergogna, informati la pun- FILOSOFIA ta del di rado, fazzoletto nero, naso, un PATERNA. dietro messe imbacuccando tro den- procurandosi due vasi di viole di scondersi na- nate, garofa- davanzale sul posta a 29 della finestra. Si sentita era un' commesso ver oramai non poi, quando la fiorire delle di mura vano torna- malgrado. di venne selvatiche sui e a- che Diego suo primavera 1' erbe di più. Nondimeno, tentarla, a volte tante abominevole, l' immagine e spesso far azione dubitava ne il ricordo a ripetere nei tetti ella E nuovo ci crepac- avvide si , che sentirsi nel nascere quando si metteva spesso le quelle lacrime, Ma e a mezzo di non piangere; non la ragione sarglielo. confes- osava indovinò lasciò forse, capire, che commosso, e mezzo chè perin stava sando pen- Però, ventura l'av- maritarla. Infatti, don egli le lo a chiedeva ella egli giorno collera za sen- tosa tormen- tempesta una padre suo un uomo un sangue. Allora, di piìiguardare poteva non Rosario sua riusciva cercava. figlia essendosi a trovare un conosciuta, genero che lo A contentasse. neanche Diego mescolare un con i avariati. la Dopo scelta malfatto, che dovessero alle che occhio un Rosario sullo forza la Però, gro ma- nel nire ve- pretendeva della stato go, lun- scapole fargli da chiudere Don sposa. ostinatamente; del spogliarsi non nio patrimo- suo farmacista miserabile un per di le e farmacista mercanteggiava aveva altre stinchi tale fermò così magro, e- più i farmacista, il vestito. il citavano solle- egli , gli fosse dote la esitare allampanato, strette, fra scadenti, più giovane forargli Ma plebeo. generi, i pareva lantuomo ga- diventargli , un di sangue che lungo sopra tamente assolu- pari, quelli di poveri più pensava rifiutava suo sangue l'onore rano il suoi galantuomini ci non egli ; sogno per di i SICILIANE. STORIELLE 30 che in , condizioni, d'attorno, si calcio un con siccome sarebbe le levato nel trattative subito sedere. tanto Frat- richiedevano , tempo siccome e la in attendesse che qualcuno tirò era necessario avere , casa giumenta il timorato, alla e ducesse con- all' abbeveratoio si , figlio della un vigna serva semplicione un , di vane gio- quelli a FILOSOFIA cui sarebbe si PATERNA. 31 1' ostia data santa senza , confessione. Per po' un ogni tanto di le procedevano come poi, essa non simpatia molta che, Rosario soffrire e figlia era più, gli non dava il tutto badare facesse non le come per saputo di gnato co- di dirgli a serva, , zie provargli che si Rosario. che seppero furie era sua spondeva ri- temete non tante custodire Diego vorava la- egli il tanto dell' altra il malessere aveva ed , don secco giorno un geva pian- figlio della il pericolo secco Ma per Diego. come e' è Non — vivo giorno; andato Giovanni, che poteva non ora; ogni se fosse non lo più grattacapi, , prete don e ; tronco. felice stato ramente, Ve- dimostrato non tranquilla, allegramente sarebbe mai spogliarsi in cose monio; matri- nulla. più lato, suo modo del il farmacista voleva le lui, lasciò Sua dal sul trattative aveva per non notizie chiese gli non chiedeva , padre suo a Rosa tempo in volta, figlia e con e del casa lui neanche ripetuta Rosa che la darono an- gnato, co- va ave- ria sto- Giovanni. 32 STORIELLE SICILIANE. che Accorgendosi voce che e di i che si vicini Calmatevi, vivere in disse: schiamazzi Sapevo pace. tabacco prese Rosario fate non re capi- potuto don trattava, la troppo avrebbero — Dopo alzavano e se ; sciatemi la- tutto. ne andò a , giocare del E d' filosoficamente, carte, a nella tega bot- calzolajo. allora è stata in poi, sempre la pace perfetta. della sua miglia fa- LA Un semicerchio che circa ha specchia Il di al di nome, bellezza del suolo. 1' terebinti fichi d' a fichi, fiorito DELLA ad India, di Le ulivi. Storielle - I citisi, a La di Siciliana. valle tutte i nelle coste sommacco, a magra e verdeggiano aranci, MiKAGLlA biancastre, nude. inaccessibili. spaccature piantate euforbi gli e tilità fervate, ele- poco scarsa cime Oro. vuto do- alla e sono erba sulle appena cresce N. Un' ripide. sassose, forse è montagne, Africa, che si d' conca paesaggio Le e Palermo antica, del ricordano periferia la ecco valle una dove origine alla di mare bagna: si e montagne, leghe trenta fino stende si D'ORO CONCA sono vigne, è le un sco bo- piante a 34 STORIELLE de' climi frassini stillanti diversi più il si mare Le spiccano L' quadro. I sogna. fiori d' sensi, arancio, tevoli. incan- di nel forme resta modo ve dissol- bizzarre. al tramonto, di pori va- toni il dorati delle In cielo e tilanti. ru- montagne fondo sul del 1' anima pensoso e .stuzzicati dal profumo subiscono impressioni aspirazioni acri Conca d' Oro e dei site, squi- molli ad tempo. Da dal rive il vento nette e fiumi- spesso che o gano sgor- un tinge aduste occhio risentono un sole colorano precise due circonfusa in mille cime Oreto, fra all' alba ore, L' cangiante, e di e purissima acqua il aggruppa certe e è che vago o di scorre valle candidi di palme, nespoli giapponesi luoghi. modesto, La di manna. sorgenti in mchii^rani, di agavi, Molte cello di caldi, di muse, SIGILLANE. un monte lato, la Pellegrino su cui è si trova, chiusa sca- 36 Ad SO. un SICILIANE STORIELLE ad ora Ai ferro. di cancello vede si camminando, ora, lati due su lonne, co- , due sorgono fiorisce dove il fiori cacto i volano le villaggi ai anitre ruscelli bitato di Le al sole. da Il dormicchia al palloni. loro ci, cen- oche e soffiando pingue macellaio, nei a- scio flo- e mosche di coverto si dell' punta una le fanciulli I corrono, e canna, , in- , alla nanti nel ai da i nell' acqua. loro le e ginocchioni stendono corde, all'altra. ritto lavano, e i partire le donne tra bocciuoli limoni villegianti giocano fanno o diguazzano chiamano i , lunghe su a contadini i cancelli colgono o mentre riva ed lampadario , sull'erba, Ne' loè, l'aralia,l'a- geranio, di Dietro I' orto, fragole, in forma a gialli. zappano il pinta, di- porcellana di vasi di fornisce frascato, suo passanti lavarsi Il venditore bottega. mangiare da , cocomeri, un per do, sol- bere da e , il volto. * * Chi qualche passa? fattore * Qualche a cavallo, guardiano I a guardiani piedi, van- LA in spalla. arcioni Le carrozze nulla da de' voce da le ad selle pelli di grandi meschine, scarse, brenne certe nò spinge, hanno cile fu- col e pelo. sono tirate chino capo coverte lungo a l'J ORO. fattori I rilevati, montone D col mogi, mogi no CONCA frusta la né vetturini verose, polcui consunte chiassosa, lo né la scampanio sordante as- , de' Ai carri, La il é sala di delle piìi Sono mulo. un sonagli. alti, piccoli è volte, due a ruote. , lavorato ferro attaccato trafori, a a , ghirigori, di soldati, alati e filigrane a giallo Palermo nordici. Pellegrino Essa volta o lontano, dal secondo dice dopo vi una si si alle singolare giunge la assenza. 1' isola scorgeva caliga per fra de fal- venti dai ripara lunga una Dante, : dragoni pianura, la che mare, strane * produce quando figure san"jue. nella si stende è dipinta cassa madonne, grondanti * del di ornata , frati, monache, Cristi La rozze. Pachino pressione, im- ma priGià, che, e 38 STORIELLE Peloro. Una densa la colori SICILIANE, nuvola all' intorno cinge caldissimi. sedotto, e Lo prisma, la le dclinearsi ville fondo di città, luce spettacolo è Lo cosi così bello , che attraente, da il dolce una discosti dalla , batte cuore più forte, Si esultanza. riva un sopra rossastra. e nuovo un villaggi e i montagne, confusamente così di tinge traverso a ranciata palpabili im- to abbarbaglia- come le la e sguardo scorge, vapori di è mosso com- ra anco- nondimeno ma il , pensiero impaziente corre indovina, e e , presentisce le Appena scesi a zonzo città per e brutto si si , dai ha Mori insieme. alternano ; la lasciato e il la sulle un una dagli Spa- , bello Il e e la impronta case: tendono. at- poco in essere Ogni mano. sua va grandioso l'opulenza ; spesso pubblici d' par dagl' Italiani confondono danno difizii vie le si se V che sorprese terra, a fabbricata gnuoli si svariate qui il e il to gret- miseria zione domina- sugli c'è una e- LA CUXCA che era una palazzo che chiesa un più lungi Porto di o ad i le grandi persiane guardano Un indolenti di sinuose, di trasandata corrono, le gli da le come vie, e Il sciatta. Le dentro strette, il vento, e e si è sì co- che lunghe, no echeggiaè forse, carrozze pole, cu- dono splen- e cielo folla La le diafano diritte ora popolare po' troppo aria, in me no- maiolica di così voci. di senza guglie, rifratti. profondo, Le come Le parti, intralciate, e su re signo- piovono incrostati raggi rumori un e le magia e passo. tutte così infinito. pare ora ogni mille azzurro, stanno chiuse pigre una dall' insieme da tra pie- arem. campanili slanciano, cedono suc- di cui e soave, ad si , incanto i dietro , spirano nel d' Arabia tinto, ; tapecchie, ca- giardini pensili legno verdi dell' il cuore, di logge di come cui su gelsomini i aranci, i fila veroni i vede patio dovunque ferro, panni, si di aria, le terrazze fioriscono odalische di marmo, asciugare cui senz' Napoli; i balconi lì lunga una luce, di 39 specie una schierata è OKU. moschea; ha senza Basso D ziata, scre- un po' di to affit- numerose, in portando , e capo omeri righe, sugli gesticolando, di roba gli uomini od vanno alta gi mo- sui in quasi frutta, una sciorinando mano, de' circoli e modo alle anch'essi, friggitori gridano fornelli cui di grondanti e iuole di caldaie al I marmo. i bottega. mormora presso i dentro loro su acquale braccia nude le vaschette distribuendo i e Un brune bicchieri, vanno il tabacco in di bianco verniciati Le bollono. gomito, preti I , ripuliscono fino fumano. presso mattoni loro ne perso- vestiti sudore e porte le e , coperti le dove il fresco pigliano dura ver- la innanzi marciapiedi farmacie a denza ca- cesta gran , in di , delle ro, lo- tra voce, di pesci, tenendo gridano bilancia una ; al scacchi a muovendo e i venditori , lana, ad sano pas- il corpo. tutto E volgo intorno di cianciano o del fazzoletto un scialle uno mogi, donne Le direzione. Ogni a SICILIANI-:. STORIELLE 40 le di numeri, nedizioni, be- ga botte- muezzino un uomo di , , la gradinata di qualche chiesa. La — o messa! divoti, la è messa uscita ! or ora; la sa, mes- Di di in tratto qualche nelle in Altre biascica nelle Questa di e a molte, E Cristi palazzi, Dio si e si Verso sogni sera, fresca, le o vie meno davanti Santi e ad è la la principali si eleganti. la del in serve sultano con- le drone pa- Si ra ti- Il eletta bro li- popolo. venta di- temperatura riempiono La ricchi. avvenimento. Bibbia classe corna crede confessore. col quando si trivio; da ogni de' Le iettatura. consigliano cheggiata è fian- perenne. tuguri, fattucchiere r oroscopo de' la a , ne' teme le quella l'abitazione come da. stra- stoffe di , spesso teghe bot- dalla corna; e la del- nelle poveri, lampada una polo po- do. passan- scorgono lunghe due e del il segno chiesa; da , Ne' fa padiglione un arde adornano gente de' parati Vergini La scolpita, un' avemaria, case da o si ha l'immagine dipinta scopre, Madonne e colori si 4I vede angolo. un s' inchina, e ORO. si tratto, Madonna, vie, croce D CONCA LA vien di passegiata fuori e legni piìi è, per STORIELLE 42 una il solo Ci giorno, dire per mille I si innanzi nel o Alcuni cittadina, una il mazza, intendere che voltura disin- le su' fargli per in scini, cu- piccola la con andare bisogna dentro gambe fianco, al lani friu- cavalli si sdraiano quando cocchiere Mac- con focosi altri di tolosi fret- manca. a incrociano toccano e o alcuni tinati, pet- via salutando due guidano sardi; o Càssaro, ed va dire, vanno nella indietro, diritta a si correttamente, inguantati, e ci occhi. cogli profumati, a rivista, lasciarsi per vestiti goda in altri ; gli e e cose, si cui passarsi per donne, giovanotti, queda di uni gli alle tenere va ne, distrazio- la sola divertimento l^alermo. ogni dell'anno, parte gran SICILIANE. senso un nell'altro. , Le signore dai desiderio, Le legno, più loro strada, a o da' carrozza, terrazzi, si altre pa\'oneggiano molto bello, importa è piedi. Alcune ma di non dal punte zione. priva- dentro Ciò mostrarsi salirebbero un ra anco- spesso qualunque. carrega dano guar- dalla malinconiche rese una hanno non balconi spesso dentro che che in nella STORIELLE 44 SICILIANE. infiammano re fi:?ca, le il sangue; idee si la confondono, si of- si mente il ha pogiro. ca- * i: A si notte, Immaginate alto un di di ciocchettine Quindi quelle le ornati e di di modo di di terrazzi, è chi cari- città, e su ma, vaghissifiori. di e palazzi balconi, sti, vetu- di luna le o lontano. la de' intorno pittoresco, vasto, paeseggio splendono sorge corallo, arboscelli prospetto stelle la sorprendente luce le via- polini cu- chioschi. L'orizzonte La dove passegiata di piena lungo altro della mura un' altra un di ghezza, lun- sua rosse. antiche mura tutta Infine d' alberi li, interval- un altro un sinistra la tutta diritta, poi e fila doppia una A mare. largo, meno in A ad decorato, lambito e Marina. viale. spazioso marciapiedi dal alla passeggia uno sedili, * La una sinuosa lattea becchi cento a rischiarano riva via vole. incante- vince di gaz in il e si qua- che specie di loggia, CONCA LA Le ad ogni nuovo delle Gli uni il gli sorbetto, all'orecchio parole vicine. loro E immensa fumando; pigliano e loggia. viali. là, di e dolci mille dicono e i e qua seduti stanno alla folla Una marciapiedi di camminano suona. vicino pezzo. i ingombra altri fermano si carrozze 45 ORO. un'orchestra dove colonne, tutta D l'eco frattanto, le in ripercuote, Sembra musiche. nanza lontache quasi , un'armonia indistinta dal piova le mormora Le barchette da al che dai chiarore l'onda remi Il cielo. de' ogni delle calmo mare, parte, loro come lo, tranquil- e una 1' volano, sci- polipi silenziose lampe e anch'esso. di pescatori terra e soavi note sue s'infiammi, ricade dalla sorga e fumose, acqua pioggia lente; pare sollevata rescente. fosfo- NATURALISTA ROMANZO UN L'anno si Maitorana un un vere scri- si sturbato di- essere non lavoro, recò in in Palermo, da villetta sua di mente Per discosto poco certa il mondo Rai- come, soprammercato, per naturalista. durante in mise e romanzo, romanzo dirvi saprei non scorso, situata pagna, cam- una Ficarazzi tra e Ficarazzelli. Dopo non quindici giorni scritto neanche aveva di tutto, e ; di lo soffriva non spirito seccava, troppo e era il di pagina. una a salute nervoso caldo, migliori la : ed pensava ma Pri- gomento l'ar- trovare nelle era là, permanenza riusciva non poi di dizioni con- ne solitudi- eccitato, troppo 48 baronessa certa una a SICILLXNE. STORIELLE in il asso ufìfìciale a i nervi, sedare il caldo ribelle Era la sempre 'Nna viii, lo Sì, bene, — So strofe, le tutte Via! Ma il anche smetti la uggiosa, e fa lenta, e che ripeteva rennemente pe- cori hi do. Raimon- potrei sgarrarne tutta ecco all' orecchio. borbottava resto, falla dure, cetto con- tiimaii. tutta una finita, brutta continuava, canzone singhiozzanti 'uni senta so. senza il canzone. mi mi chi cosa frasi e deva se- lavorare; per voce medesima ti Quannu le stessa la Allora, giungergli di donna voce una dine, solitu- inseguiva mentre torniva e riusciva la scrivania alla co pizzi- un ncll'acqna, baronessa. più bello, nel ma ne giova- un dimenticare a la e davanti con pigliando volta, sciolto bromuro di prendere intra- per marina. di qualche Pure, viaggio sciato la- aveva innanzi, mese lungo un lo che infiorata scotevano ripetere la. paro- strega. monotona, di cadenze orribilmente i nervi. Non riuscendo a lavorare, Raimondo, ROMANZO UN la infine, buttava stretti Ma strega ! brutta Chi ce? sa! lo La si filare grandi e a picce Un piatti che sé caccia. Dopo scavalcò una caldo loro sentiva cani fatto aver podere degli aloè invaso alla da le lingue pendenti, con le DELLA ìiiiRKCLlA- Storielle Siciliane. parte villa. Il Raimondo lassezza con giro, l' aria, esalazioni. camminavano sua a abbagliava; ; la luce una dusse con- andare dalla appestavano penetranti la vedere lungo un vicino vermene. di entrò, ed disposti fucile, il finse e opprimente era i fiori i cani di volle Prese siepe nel opposta, N. Raimondo cuni al- ro pomodo- fichi stuoie tre o cantava. con I due sopra di conserva del sole al di i lembo seccavano di tadini, con- traverso un quantità giorno, donna le cui su da deva. ve- tro strada, dieA ulivi. appena certa una dalla là di scorgeva grigio, tetto di si non casupola una situata ! strega terrazzino, casa, alto rami, Dal sua era un coi sé, brutta, la cantatri- davvero poi era fra ripetendo ciava affac- si e : Brutta — 49 irato penna terrazzino, al denti NATURALISTA. con si invincibile. orecchie ansando se, basforte 4 50 STORIELLE forte; sbucata correre. a dietro Correvano da sotto gridando vista Un di le dalle le le le parole diede un di il volto e un Sarebbe più Il lei e, vedendo che consolarla a Non brutta. bruno, e alle trovare ma deturpate quelli dal di tipo resco, mo- schiacciato, naso folti,gli occhi come va pote- non il grime. la- figura una Aveva il canto, in- per successe bella, era dirsi come lieto diffìcile stato Allora, lire. cinque rasserenò sorriso bramosi, guance, da si capelli cresputi sue gocciolava vivido. e riusciva pezzo il colorito i polpaccio , bizzarra. neanche le sangue più lagrime. il rosso di come calde a si avvicinò, non polvere strillando addentato ferite, piccole Raimondo con di e fiammeggiamento piangendo aveva giva fug- scalza, circondasse la gamba. una il era che Era nembo un che e paura. traverso prima, cane di moro Infine, si fermò, un' aureola. forte la pareva fanciulla una gelso un piedi a meridiano, a per coi sollevava che, abbaiarono poi, all'improvviso, ma misero si e SIC1LL\NE. una sudore grandi lutati, vel- tigre. Le e dalla 52 STORIELLE braccio Giovanna verso Ella guancia. lo curiosamente, d' altro; i tra SIGILLANE. come si capelli, le unghie col offesi. Le nel i sotto la vista Quella tra scomparsa gli erano sboccati. in modo brusco. nando cammi- osando non del da gli alberi, re li- cinque va luccica- mano. lieta; rese voltarsi sole, le in specchio, uno come raggi vi ner- donato abban- avevano il pezzo guardando indietro, volto, maravigliata, lenti, passi a sull'altra. coi disse allontanò si che, le chiare scric- sul appena cuore, l'una desideri i rò rigi- te, rapidamen- lo ; fece no ma- indietro dipinto tratto Vattene! Ella pollici, la testa, poi e tentazioni un a — dei disgusto morti dita si ritrasse Raimondo la grattò le momento un si cacciò aspettando, e, sa qualco- aspettasse se la guardandolo fare, lasciò carezzò le e si fu quando e mise a tare can- : ti Quaunu 'Nna È — sé cosa dunque Raimondo. vili, chi mi mi lei Brutta senta fa tutta 'uni lu cori trimari. la cantatrice? strega! disse fra UN Ella ROMANZO non era lei, la L' delle quel udiva astinenza non a^•rebbe che Giovanna che naturalista. studiarla ad ogni la dopo, ella con dir portava cui agli Una un per e mattina la e, con be ebre coma- del sera in bellezza una la veste la sua segreto stessa no giorGio- occhi è donna. in modo rustichezza tre dei diecina di A goffo la loro vaggia; sel- rendeva po tropne, cittadi- signore prodotto era riccamente. di Raimondo, per A- bagno; un circostanza svenevoli alle r industrioso Durante la questa attraente la diceva conoscerla vestita e tutta abituato forse eccellente fatto arte conservava più gli condusse dubbio senza ma diavolo colloquio più pareva pettinata e la. veder- di villa. non vero, vava, pro- gli suggeriva Voleva ; e tempo costo. gli so spes- altro tipo mezzadra nella veva Il lungo un Luisa Ma in un romanzo nanna il desiderio fatto. dunque pensava prolungata era stregato, volentieri cantare transazioni mondo Rai- pure come giorno, malgrado, suo ma considerarsi Da veramente. $3 strega; una poteva a NATURALISTA. quarte parti artifizi. giorni, Raimon- 54 STORIELLE do fece non La altro studiava un non conosce che libro sorprese figurare nel trovato la maniera le come ogni notte, ver bene il carattere si svegliava rinascente sempre gli abissi Ella, dal far nulla, le tutte le alla faceva guidare si dizi giuSi senza a- na, Giovan- di col mattina, tentarle derio desira anco- di e che di o prive cosa fame, aveva il per di non Aveva solito, za; esperien- va follìe; si lascia- divertenti ogni di gioire. hanno, ignoranti in voluttà quando vivere mille abbandonata era deliziosa mangiare curiosità fanciulle va ave- I suoi stanco, di lato, suo di ornarsi, di non la far- dell'anima. trasporto con ogni rò, Pe- sensazioni. sue addormentava e gica, ener- di cui l'argomento. ancora compreso ra anco- contrasti. di romanzo, mutavano lingua una lingua di e inutilmente cercava in una — to erudi- un ricca, rigogliosa, ma di piena come scritto bene incompiuta, Giovanna. studiare passione, con studia che SICILIANE. dall'istinto o dal capriccio. Non era infine, dopo mai stanca, qualche non era tempo, mai sazia; cominciò ma ad UN Raimondo annoiarsi. uscire, vuto cosa era, agli le servivano di mostrarsi, occhi della lo con se a- trasformata A belle le pelle fina, smalto, avvrebbe gente. dunque di permetteva ella parte, di scarpette 55 le non d'altra e, vergogna com' le NATURALISTA. ROMANZO i e che vesti, ro d'o- pendenti glieli nessuno e va vede- indosso? Spesso, a alla sdraiata grande un Certo, vivere a di Raimondo sé punta da un ambiente suo e aveva sera, Giovanna terrazzino. confuso Il e del vicino così e era come il tramonto, stavano seduti dalla ti, for- Fuori del una vine gio- del nostalgia paesaggio, e pantano. suo la lido, pal- robusti dopo vago tosa tormen- desidero. aspro fuori spostata; Una delicato naturale, bufala che qual- Vedendo prima. i contadini ricordava di cessare l'esistenza così to. vuo- nondimeno, e rimpiangeva libera fissi nel voluto viveva; volta, occhi avrebbe non come ma gli mente lunga- stava spesso con pensosa, sbadigliava specchio, immagine; sua vanti da- canapè, un sopra Si fango. Raimondo silenziosi rischiarato mite tiva sen- luce in sul do mo- crepu- 56 STORIELLE scolare, poteva non l'uno né né chi voglia Che — Nulla. Poi, con sorti as- si e noiavano. an- sospirò forte, costretto me co- comprimere a ardente. cos'hai? dopo chiese le breve una incerta voce ma erano pensieri, tratto, é bello; vedevano; loro un a sospira — Io nei Giovanna, più essere l'altra entrambi una SICILIANE. Raimondo. aggiunse, pausa, guardandolo e mente timida- : Se — andassi Luisa!... A Va'; — Ella si dalla quest'ora, torna ma alzò di gioia, com'era, le pianelle Da si quella era sempre notte da e si mai comare col scatto, uscì ed volto subito, capelli in nato illumiscinta di- mezzo arruffati, le poi, con dell'alba, pallida, sempre e assenze sue prolungarono; prima infossati le vedrebbe. piedi. ripeterono quasi mi nessuno comare presto. coi ai da momento un non ed languidi. Allora, chiedeva Luisa, che ella cosa al ritorno gli aveva avessero nava tor- se occhi mondo Raito fat- gli rispondeva: UN ROMANZO Abbiamo scherzato — Una di volta, scherzi Era facevano, stava le sorta con cauzione preLuisa. comare l' alba tramontava, gli uccelli buchi, loro libravano si che avviò di luna nei allodole si casa ispuntare, per appollaiavano e la poco. vedere e la tardi, già un volle egli verso 5/ NATURALISTA, si notturni calandre le nel- cantando r aria. Sul davanti ripiano il silenzio casa, profondo. era O — fra sé Si fanno come di pensò ? le un momento poi tornò indietro trovato Vedremo e si strana infine nulla; ed umiliato tata addormen- contadino. un fece non e dalla che di lo mise a ridere, lieto avventura, l' argomento saprà rimase immobile; meditava. se presso ce di vinac- Giovanna vide braccia disse Non e, poco, mucchio un sopra letame, fra un ancora moriccia, e scherzare a Raimondo. avanzò una aver alla scrivere. del zo roman- per ma leticato sol- di 6o STORIELLE alzando la voce apriva non Uno in le domandava occasione che una fra i stava risoluta sposo, nella pensosa con monosillabo interrogazioni, la facevano volto Era forme antiche ondosi ali alle di e arrossire le con e medaglie corvo suo te dolento, ta- paese. di veste o con un quando e, si il copriva sulla il profilo purissimo di nell'anima Gli e fa pensare delle capelli lucide occhi, di gran- fissità folla le due come la una I Agrigento. fronte. avevano suscita Aveva complessa. spartivano languidi, che a sorriso troppo, alta, pastose si sua mani. bruna, le un la sua gala, rispondeva E piacere del giovani dere pren- anni. farle con altro a venti ragazza a- mastico, ono- Un aveva ricchi più le suo mamma. uno valli. inter- regali credevano scegliere poteva Ella che ora varie ad del si sarebbe insieme, dicendole la e se marito, benché che sapere il babbo tutti renza prefe- a interpellata, voleva fatto, vessero udire bocca, l' avessero persone poi, farsi per altri. degli Lucia SICILIANE. di bonda medita- soavi timenti sen- all' infinito. PERCHÈ Guzzardi Lucia una per di disgrazia Fatta del e che lei giorno domenica. l' del- aspirazione, alla molto, dei ne, balco- in chiesa, nulla sé medesima, lontano, sogni, all' avvenire per sola, fantasticando il paese suo sentiva r orizzonte chiedere al dentro o la no ma- il cuore, occhiate non chiusa viveva ferirle sotto di Ella spesso vedesse i- ed l' alito gentile di bersagliandola leggendo biente am- un grossolana con tentavano e ogni alcuno; in giovinotti aspiravano passando alla viveva delicato. sentimento di spostata. raffinatezze le gente ogni Parecchi sentirsi appestava indifferenza la Aveva anni. pensiero, seria, troppo tutte fra volgare, ogni di e intendere cuore gnorante venti di essere per del forse era ragazza 6l RESTÒ. ANTONINO dando guar- come come se lesse vo- se di chiave un enimma. Il suo padre Santa di giorno la non momento. Quando, entrarono tutti forza ch'ella prima un gli Lucia tranquilla lasciarono nella suonasse notturno alla gran di amici fine del sala, un pranzo, vollero il pianoforte. di Chopin, e, a nò, Suo- dopo, 02 STORIELLE di serenata una SICILIANE. stupenda Schubert. quella 11 sindaco musica disse perchè sperava , che, presto o sposare a ed figlio. In insipida, Alcuni franco, O da festa, e dal e fiori in parlare putazion ri- do mo- il cotesta Oggi è giorno allegri. tarantella una e dal tacchi e caldo, poderosi turchini i calzoni loro l'altro la aveva smettete stare verniciato sui di condotto vino loro e che chie. orec- te Suona- diverso. di il medico grandi frasi le costrutte santo. vogliamo suonò I ra manie- in armoniose mal Lucia, venerdì qualcosa Lucia tri. al- gli disse: signorina musica tutti soavemente privilegio pareva dolci, note condotto, il e — a gli quasi quelle medico Il fondo, come Le fioriture le lusingavano non consentirebbe sbadigliavano sganasciarsi. tenui, di Lucia suo sbiadita da tardi, ventri e e briosa, il sindaco, si misero lucente, in a l'impianti sul- ornato Il Tenevano testa. lare. bal- di ciotto pan- te goffamen- ondeggiavano cappello lora alcessi ac- stridevano pavonazzi. flosci. e Gli l'uno astanti PERCHÈ li la guardavano ridendo Diversi ebbe termine. vecchio Era il dalla Gli occhi che alcuni Lucia sui di trovarsi porta della biondo, in entrò lo e maraviglia, e da in e col desiderio nella vestito dove mano, gliela venisse. domandò porse. di Egli con sapere teneva del heil retta. came- vane gio- un da Nessuno guardarono curiosi sua aperta; era dar an- forte, piano- in modo sola elegante al dita le all'improvviso. tutti ad davanti sala notte. ad pensavano tasti, affrettando momento zardi già errare volte, di ore ne ven- cominciavano rimaneva lasciando parete, tre tre erano ruote dipinto cantò e le alla legno astanti degli appesantirsi; via. di si il chiasso tardi; appeso casetta annunziare Infine, già cuculo larono; bal- grottesca volte. orologio ; fuori La con esempio, scena parecchie stridettero dall' medesima riprodusse ve li aizzavano e altri, trascinati la per 63 forte. voce, del RESTÒ. ANTONINO gio, viaglo nosceva; co- ne attenziochi una signor se fostera letGuz- 04 SICILIANE. STORIELLE Il Guzzardi signor lettera disse e Siate — soggiunse Amici, casa di farvi mia. re conosce- figlio Franchis, amico, mettere per in De vecchio qui venuto : : Antonino mio un la al- un' occhiata giovane l'onore ho il barone di al il benvenuto Poscia — diede da Palermo, alcune sesto a e sue faccende. Il barone s'inchinò. dopo averlo presentato mano per è Un silenzio una mosca. giovane barone e paese tutti Egli disinvoltura, le e un contrazione nel come in un la il cuore gli si astanti guardano Ad museo. delle nell' lente impercettibile sardonica Lucia, odio,istintivamente. guardava quasi statue moto dell' il giunto di mano fermentare lare vo- che dubbio la incastrato e sentita pensavano senza e alcuni per si sarebbe chiedere aveva destro, ora, era dell'invidia lievito : regnò, Tutti sentivano disse: gli e dusse con- figlia. sala per lo moglie, Lucia profondo nella momenti, nel mia Guzzardi, signor sua a presso Questa — Il del con i quadri ora volto, labbra chio oc- ad una tradiva PERCHÈ le impressioni, sue notabilità Di del non ed le dei sapeva che Lei n le di quelle delle ignoranti La sentimenti ragazze al estranea delle e La no abbonda- quali credeva idee. Non dirle. mi suonava, giunsi? alle occupato. era una Provincie, mondo — se come sciocche favorevoli poco luogo. Lucia considerava 6$ RESTÒ, ANTONINO disse infine, dirle per io quando pare, qualche cosa. Sì. — Suoni — Ella dallo trasse popolare, infiorata prime la guardò Ma busto N. il DELLA in MiRAGLiA Ma Storielle Franchis dalla bianca e, stocratico. ari- salotto cuore, fronte sua avrebbe quel sotto quali pensieri pario - vano giunge- bella, modista, qualunque quella marmo De molto un ta tut- carezza. colpito era batteva opulento? sotto come fu e un' abile sensazione che dolci una dubbio, da abbigliata molli, Antonino note, giovine, figura. Senza fatto come melodia una di cadenze d' inflessioni all' orecchio Alle strumento piena tutta vuole. se ancora, e si tavano agi- liscia ? Siciliane. 5 66 SICILIANE. STORIELLE Voleva Suo saperlo. là mandato l' intenzione con Lucia. lo padre fargli sposare di Antonino Egli, aveva partito era , , rimpianti senza vita di e palermitana, emozioni, distrarsi; di bisogno il sentimenti e riscaldasse e irrigidito: sazioni sen- cercava il battere affetto, vava Pro- uggia. che qualcosa nuovi, facesse un in venuta era priva monotona, vuota, gli La entusiasmo. senza cuore suo passione, una una donna. Lucia bassi; ma chiara mente, splendono come dei le sogni cose nella lucida e in mezzo e gli chi oc- nino Anto- di l'immagine pure splendeva le gli Teneva più. suonava non alle esseri nebre te- gamente lun- desiderati. Nella giovanette, giunge al e danno alle Abituata grossolani, nel la cervello idee vestiti una di un degli uomini Lucia aveva dolce lizioso de- fecondità, calda male, delle cano comuni- cuore forma vedere a cuore del loro la momento un sempre i battiti cui in esistenza tranquilla e pura emozione, rio. deside- goffi, vato proalla 68 STORIELLE SICILIANE. medesimi, riserbando profumo Il — se zioso soli il deli- dei nostri sentimenti? piacere non quando lo non noi per è completo facciamo noi per gustare anche agli altri. Lucia volesse se dire di Ha il capo, ma come le voce una : ragione. Parlarono un per signor Guzzardi si ascolta che no; nell'anima sussurrava — lievemente scosse si non che amici del ascoltavano, sorpresi, come un dialogo di in lingua una Egli,il padron conosce. vagheggiava matrimonio Gli pezzo. da di sa, ca- anni parecchi il figliacol barone De Franchis, guardava di soppiattoi due giovani, ridendo i baffi e fregandosi le sotto sua mani. Il volava; gli invitati tempo andati via, ma ancora. Lucia Un simpatiali univa; a erano ed Antonino sentimento il loro comune spiritosi vicenda, le loro anime ti tut- lavano par- di pletava com- s' intendevano sero come se si conoscesperfettamente, da lungo tempo. Era mezzanotte ; bisognava infine sepa- PERCHÈ rarsi andare e avvertì Antonino di che nella Lucia, la e Allora si Lucia avvide che signorina pochi Fece una padre giorni, La pausa. più, tremava mio a le ma rosse : tenendo e : qui venuto ero intendevo manerci ri- di Lucia di mano scienza. co- non venute di- erano guance fiori due come no, intor- discarico per sue tutto. sguardo e e poco invase disse mano, re, trema- un soli, erano per obbedire lo marno sentì lo volse fermò; Ascoltate, per la la offuscò si gli sempre — Stringendo dolcissimo si l'avrebbe destinatagli. alzò. mente Guzzardi servo congedarsi, per turbamento un un camera si ÓQ letto; la signora a Antonino condotto RESTÒ. ANTONINO grano. mela- di , avervi Dopo — Antonino, dire fatto nelle a mie voi, siccome gli disse non Antonino con Vorrei lungamente, osava voce rapido mutamento idee... Debbo andarmene? Lucia un riprese conosciuta, lieve; cino vi- Debbo ? rispondere. continuava si è trovarmi sempre... restare a ad Ma poi, insistere, STORIELLE 7© — E SICILIANE. Restate. fuggìnella sua il turbamento il cuore. cameretta, e la per gioiache dere nascon- davano le inon- VIAGGIO Una fece attaccare di si Il naghuzzi. la con si portiere, su' biada trotto, Le con vie e la di e alle presi e so- tice, man- vo ser- figlio del striglie posto cocchiere frusta rono fu- Il monello, io chiere coc- di sul l'indivia. rete; il cavalli nastri mezzo il e issato con in cuscini; gran fu un ficcò schioccare di baule nella spugne, fece mio I cruda, fiocchi, cassetta; a meglio, tela caldo, si a segnò, di partimmo quell'ora, e alla fracasso. Palermo, dine or- E- villaggio. molto di di parati alle faceva vestì mio l' diedi e pel Palermo, a carrozza partenza estate; salì tramonto, una della ra il verso sera, comin- 72 STORIELLE ciavano SICILIANE. popolarsi. a innanzi marittime seduti vai ? Quando — mi Agenzie vano sta- amici. chiedeva ritorni ciapiedi, mar- pianterreno, a mici su' delle porte Circoli molti Dove — le de' e Cassare, Nel ! ! uno mi domandava un altro. Io non salutavo alcuno, e con cenno un legni eleganti, fresco il ferro di Lo rumori e mi del colori vivaci, sfidava, moglie di di datteri un ad in gliavano pi- ringhiere vestita i pugni in una mussolina sulle a anche la minaccioso, Là, cadenza, un venditore con ; fuso con- Qui, di atteggiamento ciabattino. tratto modo all'orecchio. posava bociava ne' che ogni giungevano, popolo, in fanciulle a via contorto. variava indistinto, donna e e spettacolo cento le e signore mollezza con su' balconi lavorato nella le distratto o sorriso un Poi, sdraiate ad rispondere con mano. guardavo passavano, loro di tutti, della Macqueda, che il tempo avevo voce JTj VIAGGIO. portando rauca, lasciando e I la. coir di la fino sua alla malgrado che di limpidissimo, di tinte e rosate che L'anima il sudore, bianco. I messi com- il nale, gior- all'acquaiuoignude nella i bicchieri cielo, le veniva e mai, i no proiettava- case sensi di cosa profondo, azzurro, pallide. vunque. do- si diffondeva qualche colorava, che te, abbaglian- quasi aveva e più in infarinavano e le braccia tarda, profumata elastica ritti asciugando viva, l'ora si ro lo- marmo. calda, Il alle stavano lavava e strada, trasparente. innanzi via, aveva L' ombra sulla annaffiavano, l'occhiolino vaschetta luce ispal- leggicchiavano giuntura Una in paiuoli, negozio dirimpetto la bilancia grembiule del facevano o mano friggitori gridavano, e falda la con la i loro presso pesci, I in caffettieri sporca, acqua botteghe. i de' cesta gran penzolare garzoni piedi una l'occaso, verso Una dal brezza giera legria, L'a- mare. dilatava provavano i moni. polun 74 dolce tripudio, che si non a nuvola la della porte densa si della mia seguiva alzavano levava terra, di I da quasi tuffarmi mia sinistra alla le lavandaie loro che occhio riva di a desiderio che i sulle all'ombra In che modo Conoscevo, strano. Avrei to volu- che mare lontananza. stesi Invidiavo sulle siepi i di ingannare lungo di pruno, Guardavo saponata protettrice da scorgevo raccogliendo aduste gote ravo respidermi inva- la barbieri Io e sentivo fiumicello. un coda e andavano bianchi, panni in nel in la tempo. prima languore un saggio pas- molestati, agitavano di al l'avvolgeva cavalli, in di specie e tempo bene meno da carrozza , ne, diven- città, la via Una testa starnutivano, lieta e polverosa. sempre. la mesta esprimere. tratto, un voluttà una può le Fuori e SICILIANE. STORIELLE con giante spumegdevano span- campagna de' di la contadini un olmo. noia del tempo, duti se- gio! viag- il paese. 76 STORIELLE dava, co' fardelli crjiticchiando di una breve, manto la sue seminato in su' La gelsi. rane Le modo cicale le valli Una in fondeva, ora desolato, pagliuzze di gento ar- fuochi Gli rovo. tui fa- li usigno- dentro ed quell'ora, offriva colline, le Le e nebbia nudo, i stoppie. a di e grilli stridevano, i nelle di ti fosforescen- gracidavano lontananza, sparso cui alternavano specie tea lat- carrubi vista si via de' bizzarro. aspetto era in come di cielo aereo rami assordante, campagna, poscia siepi folti Il La insetti sparivano, alle cantavano un Alcuni mala a stelle. fiume largo e mezzo canneti. di col cosa, mostrava innumerevoli brillavano ogni incipienti. un d'oro. e La luna addirittura luccicassero in La na pie- cadenze. copri notte «innanzi; iappa, monotona, di e corna pareva la con canzone nero. le pena de' e sospensioni In suo SICILIANE. le vigne si gne, monta- vano. succede- caliginosa del linee e selvatico. di con saggio pae- frutteti , JJ VIAGGIO. solitudine, La così quasi completa Nessuna paura. all'intorno. di in quando Un mandria. un' aia ria sulla aperta, qui là. e mossa dal presso uno La In guasta. la cima si luogo, Gli aloè le con loro di carichi un Mi Ero fiori nel e non quando so fico, un gli celli. uc- zo mez- in di di e per rente tor- un oleandri. lunghi acuminate che altro un e ti, trat- coi Guardavo . sti fu- no tramandavada . dall' altro, singolarmente sentivo, lieto va, raglia- di greto gialli a- costeggiava essa . lato all' montuosa, rosmarini lance presso per asfissiante odore un nero fiancheggiavano la che qual- scricchiolava, collina; sprofondava di di cima luogo, alta solo asino raganella un sparso Un deserta, un' di udivano sull' alta era di desse, splen- dormivano, spauracchio strada che abbaiava paglia. vento, traccia campani cane Una va udi- , contadini i dove Si i quando, si lume era parte. faceva umana vedeva e' non e alcuna in si che vasta voce Non abitato luogo così e ne diven- punto, certo un a perchè, piccino il cocchiere ed colpito. e il solo. servo 78 SIGILLANE. STORIELLE parlavano, con che i carri inesplicabile un cere pia- mo, incontrava- intervalli. rari a Vedevo cassetta. a * r intiera Viaggiai giorno seguente ne' giunsi i colorate, di sa li campaniverniciati, li sparpagliavano e pioggia una delle case no pareva- di come, ro. d'o- giallo e roseo. Un silenzio il La via quasi siesta; le profondo della rumore de' bubboli era sole come si non que. dovunle di mil- I mattoni del si qua- rutilante, le cose, azzurri. grigiastre mura e luccicavano di intorno, calda violenta, ed raggi L' orizzonte paese. tinta una mare adorni air tocco , mio luce argentini rifrangevano Le di del paese, il verso rischiarava onde riflessi del del Una abbarbagliante Le del parte una , soffuso uniforme. e infine ; pressi era notte si no; all'intor- regnava carrozza ripercuotevano il tintinnio e a gran principale, quand'io deserta. galline Gli abitanti razzolavano vi za. distan- giunsi, facevano nel letame la VIAGGIO. ammonticchiato grugnivano, 79 presso alcune sdraiati nel le all'abbeveratoio; sole, al ed che la presso innanzi fango, passere i vermicelli rubavano li i maia- porte; il i piccioni pastaio bottega, va tene- ghe lun- varie su canne. * * via La andava molto era ripida Alle lentamente. fuori dell'uscio. affacciarono, in e Dalle manica di nero coi sarti che tati addormen- in balconi. fabbri ciabattini il cuoio tenevano a' i comparivano denti il capo galantuomini camicia, filiggine; i che qual- case, mezzo di botteghe, volto alcuni ancora carrozza mettere a Dopo, la e prime cominciò contadina si * delle scarpe de' mano che col ravano tii ; di pezzi vestito. In brev' dimande le da' bottega — Un e balconi le era paese risposte finestre alle in istrada; s' incrociavano e all'altra. Maestro — il mezzo ora, chi Raffaele, signore che non giunge? conosco. da una 80 STORIELLE Comare SICILIANE. l'avete Diana, visto? — Così, alla sfuggita, — Sarà E il del impiegato un — barone molto non bene. governo. il ca\alie- Pampillonia. — . Schininà... re Poi, si ebbero mi salutandomi e è don lei, riconosciuto, passaggio sul affollarono Come! quell'altro. questo, quando . ti tut- della rozza, car- dicendo: È Marco?... don — Marco La Ben Spada. . . o^y, venga! Ben venga! MORALE LA Quando DELL'ISTINTO Michele r adolescenza valore il in ricorda fra figure, chiari madre - da diversi e netti le giornanti, nella casa piena a cavallo, vero N. DELLA caliga e si si Però, de perrie va- no ricomparivaocchi: sua ta affaccenda- sera, un come donna a suo vago, agli mane vita; sata, pas- gli davanti bellissima una prosperità pensiero. quadri della lungo che del re conosce- da e sogno tenebre le la confuso bel un sfumate già ricordav^a modo a giunto rag- ricchezze le cose, erano Egli tempo. cominciò e delle famiglia sua ebbe Mangogna padre, sciame di MiRAGLLA - Storielle con campai Siciliane. serve di e rumori le con e circondato di da ossequiosi; i 6 82 STORIELLE mulattieri che guidando lunghe file sonagli e di nappe, dei di morto era e tempo, lo altro che - trarre da i coperto da i mézzi di di rimondare sé la soltanto calze, glia fami- alla possibile era non chele Mi- sebbene gradatamente gli più rimaneva non podere, cui Di balcone. al alberi e fino al di zappare terra. la settimana vecchi cenci, tutta di zi innan- invecchiata sussistenza, arrivato padre suo giorni, facendo piccolo un Stava Ora, possessioni, fosse punto po tem- presso podere un del ricordarsi madre, malinconicamente, vaste do suonan- sun Nes- che passava tante o tando can- affliggevano. miseria. sua cheggiato fian- marine. dolore felice, nella demmia, ven- il mosto, e popolare canzone memorie maggior alla sentiero nel l'uva conchiglie Queste bion- campi aloè, i garzoni portavano grandi giumenti me ; le ciur- intente lontano, qualche le vasti nei di ornate campanelli contadine le campagna, mule di di curvi mentre sui dalla giungevano mietitori deggianti; SICILIANE. alla sera del in e campagna, tornava sabato. in paese Sua ma- 84 SICILIANE. STORIELLE ni intermittenti fare per sfoggio uno incompatibile i con suoi Era e e sole Sicilia occhi voluto si le fosse accanto a fitti addosso, e si si e toccavano pestò, e le : dato un i suoi essi neva glieli teso ver- duta ve- nulla, per adagio la di ora qua, i loro dell'uno netrava pe- le Miche- punto. piede un tra monenti, il calore un te; arden- essere per di certi be Avreb- voltandosi dissero volerlo, senza disse A cibile invin- seguiva Ella forse ora In l'altro. in adagio spingeva modo bacio un speranze. camminavano li gli ne- Rosalia. annegare la, continuamente. corpi concentrato mentre sue Non meglio. del raggio un in con vederlo per sa armonio- voce che ta tut- luminosi. voluto e che e allegra sempre la aveva chiuderli sempre folla Era Mangogna, avrebbe pezzo; li, gioiel- piccola, e attiravano processione desideri di e condizione bruna pareva le Michele lui, sua divinamente Quegli la ; squillante; occhi la fuoco. tutta spesso di vesti con donnetta rideva di denari mezzi. una nervi, i brigante un con a lia Rosa- LA MORALE Vi — domando Oh, — fatto Accarezzavano idea, Però, la forma A di conchiusione al se, chiescorso di- lungo occhi: cogli tenuto gio linguag- un Michele tratto, un stessa confessarselo. ancora sguardi parlavano espressivo. in sorrideva. entrambi osavano i loro ella rosso; forse non ma ! importa era 85 LSTINTO, scusa. non si Egli DELL Sì? — Ella che rispose, ciò capito aveva scuotendo eh' il capo se, egli voles- : No. — Ma il risposta, di Michele e la nascosto il la fianco, alla sotto alla che e le strinse go lun- pendeva mantellina. anzi Ella corrispose pressione. la con incoraggiato, mano stringere, lasciò contrastava contegno suo Ma se germente leggliò bisbi- poi : O — don cose, Michele, potrebbe ne sarà — E Dio. Mi accorgere. meglio... Tanto, comodo, con di amore per faccia non dove ? un' altra quando ? La di gente ste quese tani, lasci, si allon- potremo volta. ci veder- 86 STORIELLE Rosalia eh' SICILIANE. esitava egli ripetesse perchè la alla Fu d' insistenza con infine ella Davanti — dirglielo. a si uopo la domanda, risolvesse di porta po do- mia, casa spondergli ri- a processione. Allora, col cuore coi sensi cominciò egli esultante, eccitati scostarsi a la mente con lei, da esaltata, In stranamente. breve , la processione nella solo, neanche di sé nella ; e deserta. fiducia cielo lo dentro si quain mano alto, scintillavano a azzurro. di all'uscio processione e, sa ca- la perchè ciarlasse, non fece lo entrare. In La la seguito, egli sua passione a poco, eccitazione offuscava la da tornò bestia lei, ogni aumentava la ; limiti gli pareva la davanti vedendolo, Ma senza cupamente trovò la dopo ; che stelle tro, indie- inconcepibile stendere le rimase Avvertiva calmò. nell' avvenire e nel Rosalia gente, buia una bastasse miriadi sua, si aveva afferrare per egli trasformazione una vita che via allora lieto era ed passò, ragione, sopraffaceva te. not- sempre; e, a co po- l'uomo. LA DELL' MORALE confessare Bisogna che i suoi ammaliare le con monotonia del farsi a sempre lei, le Però, care sue Michele e ella tempo, una gli sera Quella buon presto suoi del lo la venalità ultime morirono ; e gli delicatezze, e non pensare più lo rivoltava. Ma con dei gli di a i 1' a,lba piaceri passati annebbiò all'improvviso ciò comin- lampo un svanirono il ricordo i sensi poi faccia. in ebbe di po' un freddamente ricevè decise cui Per credito; l' uscio proponimenti domani fece molto luta nell'asso- pagarle. Michele e gli stuzzicò le gli averli ancora. cosa si di , indovinare, costavano chiuse sera. senso Rosalia godimento carezze stancarsi, a riusciva Il trovò la ra, intie- limiti; dopo altra impossibilità di si dava Ella desiderare. là, qualche na donvaria tutti, ella lasciava oltrepassato di Nessuna nondimeno e per conquiderli lei, render soffriva, non nata per piacere. riserbi, senza al di punto, era Dalila. meglio sapeva, con amanti, come carezze, certo Ella salia Ro- di qualità un a aberrazioni. le tutte le fino scusavano, 8/ LSTINTO. l' ingegno; ultimi in lui. scrupoli L'istinto 88 STORIELLE solo, di ria lo ora, SICILIANE. dominava.... notte, mentre Verso rubò le egli e li fece gli indosso, un Sulle osò lietissima, alle a madre Ella sua credi ridere, e non lei, perchè di toccando i mettere com- li. gioiel- Michele quando Egli r atto, abbiano ti che li toccò, Il freddo; ma gli nel Qualche casa, ! O le scottare a sa co- ni, ma- ? vergognandosi, della ma bambino esclamava, li tocchi se a a specchio. gli pareva e li neggiarsi pavo- triste di carezze se disse. Bambino, — neva te- ; a allo alquanto profanazione scoppiò glielo nuovo fu egli vederli stette e davanti rispondere una che cassettone, festa, nel pezzo, prime, pensava balcone, gioelli vecchio un ze, cal- Rosalia. a Rosalia mise poveri dentro portò al presso alcuni chiusi faceva madre sua malinconicamente, l' avema- debolezza addirittura quel- aveva nifestato. ma- gioielli lo delle il contatto suscitò che dei contatto di non carni un lasciò di salia Ro- incendio sangue. tempo Michele dopo, trovò un giorno, sua do tornan- madre col LA volto di irrigato del furto, il per Lo avviato sapeva inabile strada, e avviò al Si sentiva egli in il e come Il miti un per tiero sen- gendo svol- grigio, lungo A metà perchè abbandonarsi della terra, per ma offrire. andava nastro stanco, di si sedette e va trova- non poterle montagna. fermò il bisoofno cupe lungo una fosse egli basso, capo che un di ed stezza tri- di to ricomincia- aveva gioiellida sassoso gere. pian- inondato Rosalia sti tri- fucile vederla non per di il prese si na buo- sulla pieno cuore col erto perchè il altri salita, si , perdizione, cuore broncio, il casa fianchi gioielli i per Michele : Camminava 1 ta avvedu- era ricondurlo podere, pure fargli a si alla a aveva presentimenti. si infine La figlio. riconosceva e silenziose. piangeva non 89 ISTINTO. lagrime che signora, povera ma DELL* MORALE tutto non provava alle sue riflessioni. però sole del raggi lui erravano deserta, illuminato autunnale, paesaggio non lo dove morente, era mo; bellissi- vedeva. Le sue sguardo senza ad dai ora ad ora sulla pille pu- gna campa- squillavano SICILIANE. STORIELLE 90 lontanamente i la volta, famiglia sua quei giardini di molti pianura Ora, le quelle nella alcuni per sua danari vigne, sta va- appartenevano. piangeva aveva non mandrie disseminati gioielli,nella egli di sottostante, madre sua delle aveva parecchie e pure, essa Una mandrie. delle campani casa farsi per serabili mi- nuda, ed amare da Rosalia. lucido di dei ricordo Il e seducente un lo bene, e il male, battaglia virtù ed resistevano il la virtù nella già bene, riesce Michele si il verso e no lo assaliro- il vizio si Il vano da- cupa; ma debellati mezzo , e tanto sol- aspettavano propizia, lasciarsi per fuga. L'occasione, il diavolo agitarono, mente fiaccamente in e sua rava. addolo- insistenza. con un' occasione mettere lo tentazioni tormentarono va torna- l'idea lo più diversi mille pezzo; e la mai sentimenti Mille gli memoria; alla poterli godere non per piaceri goduti suo sapete, come ad sempre alzò e si podere, il buio della è calva; afferrarla. rimise il sole notte in era era ma do Quanno cammi- già successo montato tra- 92 STORIELLE vanti agli offuscò occhi la Il voce la volte ricordavano col di di Michele fece subito mutò Rosalia in festeggiata mai più fame, un del mangiò tratto, e lo bevve si le allontanò un chetto sac- dò an- voleva fosse gli, aprir- tardi; però ed scudi ella , riconciliazione modi. amanti solito rese che Rosalia. parecchi divertiti. tanto amorosa La i due conoscevano, di gli suonare parere. lagrime seco non che pretesto fucile, mezzanotte, verso all'uscio prime, sotto si e, lo colpì del poi Ella ; fu ; ne ven- Dacché non egli molto triste. si e opportimamente portando scudi, versi, muo- Michele calcio madre; sua picchiare Sulle do alteran- resistenza quelle poco precauzione, a tò pun- ardì non menoma punirlo per di zoletto, faz- terra. a svaligiare piangendo. con col gridò, e sorpreso, fece lagrime a buttati e parecchie gli il volto : non forse gli sangue riconosciuto, carrettiere carrettiere, lasciò di coprì essere sul Fermati • si non il fucile — un' ondata ; mente; per la SICILIANE. si no era- più gaia che ma e aveva il vino, LA Invece, Rosalia trecento lire di mostrarsi si delitto, storia La gli il provava che irata un la nel cuore, colla carrettiere la te per ? stette se lo cerebbe scac- guardarla, pure dava guar- volesse chiese, infine lo, amar- Quando a Ella come za sen- gergli leg- dogli carezzan- il volto: mano Dimmi serbato e e e fantasia presenza. ansioso. fissamente, qualche di rubato, sua za. coscien- La cesserebbe narrazione, momento, lui — dalla suo accusarsi, assolto. aveva va ave- malgrado, suo mante, tre- del in di bisogno Rosalia che la espiarlo pez. e infamia la e essere che sapendo per grassazione confessava, di diceva terminò della voluto speranza la un turbato gli sconvolgevano si liziosi de- confidarle l' orecchio, gravità ora parlava, tentativi a narrarle, a Avrebbe modo, tirare lasciò fatto. a tristezza. sua la continuava mille Michele cominciò poi zo; più trovato aveva faceva e 93 ISTINTO. sacchetto, indurre della Egli che nel lieta per causa DELL' MORALE verità. una Michele, parte dei non hai denari del STORIELLE 94 — — No, te Sono di tanto li ho davvero SICILIANE. portatitutti. pochi.Procura di portarmene più,la prossima volta....Ti bene ! glio vo- PAESE Il che si Sui cerchereste continente di Ha d' India lo cinge comune nove donne. gli sulla cinque I orti frati del fuochi decimi chiese, e più un chi fi- di lo fuma. pro- di quanta cin- d'uomini coltivano Signore; di e monasteri non pochi cresta intorno e tadini. con- e concimaie all' venti preti, go capoluo- un borghesi di corona Possiede di cui scaglionato Una monte. di sulle duemila pochissimi È artigiani. lia, Sici- Gibelmoro. forse Ha po ti- un in spesso chiama sarebbe abitanti, è inutilmente Si circondario. diecimila tre molto geografiche. carte parlarvi voglio riproduce che ma cui di paese le più monache e in 96 STORIELLE languiscono Teatri, le in parte, consumano, di grate spettacoli Non le con I I sempre. funzioni curano S' implora ottave e tridui, la di salute fanno I santi no. so- chiesa e le processioni. non ma spesso, suon a ne con e quando Dio tamburi, con muoiono poveri vuole. Madonna. in sacre si ricchi ce danno si cora, an- ferro. opedali, ospizi ? Gli fuori, si e dietro SICILIANE. del dalla corpo, ai concorrenza dici me- agli speziali. e * * ha Gibelmoro forse Per è ora piogge del lo che secolo si sarà non venturo. cavallo, a permettono hanno non che e accessibile soltanto i torrenti quando le anni, prima terminata rotabile via una venti da costruisce * quando e troppo stemperato i sentieri. Le strette, o non Le interne strade selciate selciate case, grossi di ciottoli bianchi, affatto. addossate si trovano ripide, tortuose, son alte al fianco da un della lato, tagna, mon- e, dal- 97 PAESE. l'altro lato, quasi son porte climi porci, fanno galline, i le soltanto I sulle discutere per delle e gli dove il cuoio coi ne pa- da mane fatto a che uomini. Le fonte, portando - sugli sera i vasi Storielle o asini o e tornano, ri- sulle chi bran- in paese, dormono vengono Siciliane. no tiraghe. botte- alle ritti sere pas- tini I ciabat- numerosi donne mille sulle campagna guidando la Le sera, il nido. in vanno o a fischiando, cavalcioni MiRAGLiA o monelli polvere. denti, innanzi contadini capre I loro, tra scarpe mule, cantando, DELLA del all' ombra sole. nella hanno rattoppano cogli se, chie- , cinguettano, di delle al prezzo al insetti rotolandosi a I strade. delle sonnecchiano giochi, I pioggia messe. ignudi, giocano gronde ramente libe- la e gradinate mezzo N. dei vagano venti intorno mendicanti cercano cani pulizia la si radunano preti si sco mu- caldi. dappertutto. I il pianticellecarnose le crescono e Sui pergola. una o alle Davanti tegoli rossi, vegeta di tetti, coverti I fico un cresce ciate fac- Le terra. grigie. e grezze di fior a sul la dala capo, 7 98 SICILIANE. STORIELLE simiglianza delle canefore cianciano i muricciuoli, sui giornali al giocano e I greche. tuomini galangono leg- o casino di compagnia. * caffè I — furono di al Il raro. pian di orologio un vasi II cameriere e piglia I discorsi, di a le Là sfogano maldicenze. Il durante carta, biliate mo- di canapè, un da barbiere, di due teschi grot- nel si fanno chiusa le e tutte collere, ro fer- fatto Si le tizie, no- no sboccia- capo giorni. li pinodi catene mettono parecchi vari da più piccolo la davanti smaltiscono tutte tresetti, conversazione. grosse si vanità scude più, da e le tutte di alla spianata, granito si lo per punte. di e no van- artificiali. parte spesso ci stanzuccie interloquisce sulla porta, due pendolo a fiori di ha specchio uno Gibelmo- rispettano seggiole, di Signore! a tappezzate molte tavola, una si casino terreno, di fresco di che persone caffè, di razza importati le e ro, che — tutte si notano di- 100 STORIELLE il mentano ! Il di desinare la forma ! che — del gurino fizocchio maz- le aiutano o — desinare, il si cucina. in principalmente compone maccheroni di paste, mode mazzocchio allestire ad delle innovano che — serve figurino o — SICILIANE. in salse le tutte , qualche e è carne un Il volta accessorio; un succedaneo. Il si pesce un dei primo è, di solito, qualche il miglior focolare. volta, il in spesso Il posto. galline giorno, e si il no, gior- quando fa e L'asino insieme. le per appollaiano la vica, ne- pareti Le Uomini nere. vanno imposte durante inverno. gatto c'è stesso Le mezzo a affumicate, Le nell'uscio aperte solo convivono raramente finestrino. un trimento nu- pomidoro. Sull'uscio luride. sempre ruvide, del hanno garbo; chiudono si son Son senza rimangono L'ideale al poveri piano. un'apertura e' conosce. i vermicelli case sono si non poco. La alcuna. verdure le burro mangia sono Le salsa senza fusa casa sulla stie beha sul rante dusca- PAESE. la del la solajo, e mangia o battono in e salirvi su nana una — mili Il letto ci vuol è un terra, un e o sciano sgu- tre o ze roz- ferula, una cassettone un alto, alto, alto; scala; una I saccone. sulla di sul palma saraceni: nome ciulli fan- paglia, flessibili sporte cosa filano, mazza, quasi ma per sulle o che di sudicia, materasse, dormono grugnisce due ; sgabelli e nero. plicano molti- fave. alcuni tarlato fieno, la primitivi sbilenca ha con sono tavola non donne le seggiole, per maiale alle spighe si conigli denti mobili I Il letto. mezzo le coi I sera. al sotto lOI sim- giiimmàra. di * * E il vitto? è e il Il vitto bianco, pane filante, la maggior companatico estate, lattughe di fichi minestre più alcuni e si di son in di troppo grano, è uso regalano in dei quotidiano parte cetrioli. d'India; * In tempo. la cipolla. di pomidori, agosto, e duro ma del Il In di si vive di fichi. Le settembre, care, veri po- si mangiano I02 STORIELLE ritorno al dai settimana. si lavoro tutti, privazioni, contadini asciutto, Avete serio, visto i della degli Goya col e pensiero vergini : ecco do Quanmanca, e cicoria, forzata, il hanno un voro la- dato aspetto co, sec- melanconico. frati Zurbaran? di ed tonaca uomini. le sobrietà Gibelmoro di vale, carne- selvagge. snervante, e di alla cardi, sta fe- la per pane l'erbe la le nel- sempre. il ai tutte a incessante ai non per che gusta giorno e finocchi, ai volte Pasqua, a scarseggia, bietole, Le si non : due o l' ultimo da non ricorre alle carne patrono, e una occasioni grandi il campi, La del SICILIANE. visto di Morelli? le il otterrete Avete donne. gliateli Spo- le to ritrat- gitane Fondetele di COME Un sentimento spinto v'era difficile Giorgio tuttavia moralmente al in analizarsì ad nel tornare a Giunto nato. giovane FU della , solo essere soffriva egli tempo vita, vecchio ma , di do- paese mezzo apparenza, innanzi va ave- nel mondo amici senza , veri, parenti. senza prima, le giuoco, il suo poi sentimento e ciò tutto Cominciò ad corpo a gli provare durevole, qualche grandi un po' parve il di tà, cit- sua lo il dio, stu- l' attività occupare della no an- galanti, meno o anche ed bastati a delle più corse erano del frastuono avventure le Fino Ma mente. triste e vuoto. qualche bisogno di qualche affetto sin- STORIELLE I04 cero solido e a a di intendeva ; alto, degna; aspirava affetti; voleva 1' esistenza consacrare scopo uno donna una SICILIANE. o lo per si circondar- a ed amare meno essere a- mato. Con questi proponimenti, partì laggiù, Gli un' fecero della sua lo mano, visibile Ho — il Quelle giorno dolci Venti e il dei anni è con com' in sonno Cappuccini, prima, egli anni fecero sugli egli occhi era che era ora camposanto. un tare spun- di gio. Gior- partito lassù, dietro nel dietro, ad- partisti. mamma, eterno, zo palaz- tuo venti era cui prima, la per gli disse, del te per lacrime anni no cugi- : cura qui, pena Ap- prese e parole, quel ricordo, due babbo casa commozione avuto tutto, ; in lo e paese vecchio un madre introdusse parenti, gli festosissima. carrozza, povera vole. favore- del porta accoglienza di sceso i La do arrivan- più essere alla incontro suoi. ricevette, conoscenti, i amici, andarono con che poteva non avi degli terra impressione prima gli la per questi grilli, con col vano dormila chiesa ti Ven- gio\'inetto im- COME herbe, innamorato pieno di invece, di speranze il suo a belle, cose d'illusioni; avrebbe di solitarie, in le tutte e cuore una 105 FU. potuto no sorgo- mucchio un a gonarsi para- che quelle sfìngi mezzo adesso, di rovine. Il ambiente nuovo le con sua perfetta ad dal di sgolava ad carciofi, di mobili e non che bella figura gradevolmente di ricevimento pareti, storia venti della di ventura, divenuto ritratti occhi. che giunto generale e in tirano at- Nella la sa- appesi alle era dalla povero morto ed la riassumevano famiglia. Il primo me no- che ma sono vedevano, lorite, sco- più nulla, dove e bate addob- hanno gli si moda tappezzerie a si spille, trine, erano non più servono fanno pure di voce che alla stanze lo, gal- un dalla aghi, vetusti, oggetti di canto mussoline Tre tanto, sol- interrotta ambulante annunziare cose. di dal di quillità tran- una bambino, un asparagi, altre dell'animo continua, ora, raviglia ma- a regnava venditore qualche mille di pianto casa e ad ora accordava disposizioni Nella Giorgio. si un to solda- Spagna, prigione, per I06 SICILIANE. STORIELLE ragion politica; l'ultimo La finirebbe galleria che salvo Ci moglie. pensato fosse di L' idea monte. lo dei vita alla di fosse il salotti sarsi spo- zia, disgra- progetto a nodo solubile indis- strano. tuato Abi- un modo in spauriva era spesso; fortuna, contrarre der pren- a punto mandato sempre aveva sul volte poi, ma ; si risolvesse aveva parecchie stato lui, probabilmente, con non bino. bam- Giorgio, era osservatore , , di donne, pratico trovarne soddisfare Le lungo d' il torto si di artifici. il amano sempre ad un ed marito; nuovi anche Giorgio sono lo si senza solitamente, la di loro stancano virtii amate, essere l'amore saziano di tradirlo, e gli co- finché adorabili di rinascenti sempre e tratto, r esistenza altre Le che desto tener e uomo. hanno, degne curano contentare un immaginarsi renderle a non tempo fedele serbandosi possa virtuose donne basti moglie, di doveri ai che, una cile diffi- sia quanto sapeva ; piaceri ma poi, no, lui, si annoia- gli rendono intollerabile. era persuaso che una certa lic- 108 SICILIANE. STORIELLE filantropico intendimento, lavori un a pane però, nelle tenute, sue in il assicurò e Egli tranquillamente, casa fumare, a di gran- di contadini. numero gran stava intraprese il durante scrivere a gicchiare, leg- a , la Spesso, giorno. Questa signora di seguito, nove per lui, si o in suoi della e dieci ed paese, anni, era Aveva marito, il alla guarnigione; in fra una a toscano. ritirata era economia del colonnello un guarnigiorne di ta, vol- casa apparteneva famiglie distinte vedova di vano reca- Pazzi. signora più altri, in cogli egli andava, si amici Qualche tenergli compagnia. a le gli sera, patria, te mor- re fa- per dei all' educazione dedicarsi bambini. A quel tempo, t' anni; facile bella, era ufficiali del i simpaticissima; giovani del distaccamento tren- appena le tentazioni immaginare, Tutti forse aveva e, com' le non cavano. man- tutti luogo, è gli sfilati erano , uno pieno essa r altro, dopo li di aveva nel desiderii lasciati indifferente, suo e salotto, di col ; speranze passare, fredda, almeno re cuo- ma bile, imperturbain appa- FU. COME Finché renza. sul lei dell' amicizia, terreno così per seguiva nella sua aperto. Ma di mente, in l'attitudine La le trasparivano Non udirvi; gioie del la mia non signora pupille chine. tur- dicesse: Non amore. è glio vo- Le mai, Ora- me. per tutta angioletti, belli ad gli lo na. perso- il dolore silenzio finite esistenza due preso e con comprendervi. posso son mamma, lui, grandi di pulsa. ri- una della suo bra lab- sue concentrata bambini. Erano loro il veniva di- parlava movenze parlate mondo miei nei che mi Le pronunziato dalle libro Pazzi il rincrescimento, sorpresa, Pareva — le cuo- accennava difficili, ella con e lo suo un signora mai casi nel diffidente. e si abbandonava, sa; fiducio- dentro la avevano Nei gli braccio: in l'amicizia amore, riserbata non ella leggere come appena mutarsi a dire, con spensieratamente lontano, gli permetteva e si manteneva uomo un 109 essi festosi correvano vedevano Pazzi lei. come amarli; biondi era lieta Giorgio amavano di va ave- pure incontro, nel entrare la come salotto. sentirsi unita pena ap- La a no SICILIANE. STORIELLE Giorgio dei mezzo per cementare, a Ella non più all' amicizia. si fermasse e le le lungo dell' innanzi infinito, che può idee la forse occhi re, fa- l'uscio to elet- ingegno un a poco invase ed signora spinsero Pazzi indietro, ne parlava ma aveva come affatto, sebbene Ella non a di be sareb- quanto non voluto ne forza. amore. il do, mo- Quell'uomo esprimesse sapeva a- gerlo respin- trovava gli altri; anzi, si dell' dell' avrebbe sì, co- Giorgio i limiti il terreno la più Incoraggiato poco a mostrarsi sentimenti, propri dai oltrepassò non la sapeva agli necessario. stato incitato non se, pae- allietasse come affettuosa espansiva, più La Giorgio abbondavano, le soltanto va pensa- aprire. Queste micizia re, amo- là, nel non bene così aprendole nuovo che tempo compagnia, vita, parlando fantili, in- grazie matrimonio; distrazioni tenesse un Desiderava per dove loro ad secondo un sero contribuis- duraturo. né pensava ad né le con legame un ch'essi desiderio, il il presentimento, figli,aveva non lava par- temente. eloquen- fingere di non COME comprenderlo; riesciva non fredda, in simili occasioni, cogli altri. Le di stata in della I messe. conversazione Alle si Parlarono un entrambi loro occhi, ardenti turbamento agiva snervante i sensi La suonò si signora in sullo tica fa- limiti, certi i Nondimeno, a nelle L' anima. e Duravano smarriti, dell' n'ora. buo- di imbarazzati ma tutto, e la al- salotto. vibravano malgrado la e spiegazione. sentimenti quando, ritirati contenersi una pei intervenuti pochi pezzo, a lantuomini ga- campagna, evidentemente. preoccupati, evitare in erano soli, nel zi Paz- Moltissimi dieci, Giorgio trovavano Una giunse. signora gente. trovavano come qualche tempo; della casa poca si lavori con ta mostra- sempre crisi della luglio, c'era era così, il momento sera ad si andarono cose infine mostrarsi a indifferente, invulnerabile, lui * Ili FU. quando parole. a Gli riflettevano calda aria il e spirito, illanguidiva soavemente. signora il tanto si alzò, pianoforte, per fare a così un di qualche certo punto passata, cosa e in rompe- ; ria, fu- 112 re STORIELLE il silenzio Giorgio il paese che deliziosa nel azzurro, cielo stoppie, fu, non pendenti egli quel momento, di sulla moglie dolce, per di analizzarla. spesso luogo, di mese sempre esotiche, a una Come fu, le loro prima, affollati Giorgio di In alle in da subiva avrebbe voleva sola idea, un'influenza si tutto di tempo latitudine. salotti bellezze e za la sciocchez- amore di teorie genere Non una questione nei mani s'incontrarono. donna e lassero par- dirsi.... commettere temperatura le ra signo- e particolare. In fra la dominato troppo da so, misterio- pensava desiderio; solo un in Era pensarci. da sulla volta altra non magia gli esseri, tratto ferrata, dalla di ronzanti Giorgio un a chiaro tremolanti stelle dolcemente osavano al venisse e tutti che ciò non senso insetti cose, linguaggio dicessero Pazzi le un già dormiva, dall'alto gli le tutte un un che Pareva balcone. guardare a che che piovesse lontano. al biancheggiava Pareva luna. come Stettero seguì. campagna della affacciò si poi ; tacendo, poco, la la SICILIANE. della di e che Qual- capitale, nostrane forse ce ridu- ed lasciato COME inavvertita passare la i nonostante traspariva la la avrebbe Ora Giorgio. la per tutte forze del na don- avvenuto, si fatta era confessarlo? non le anche Lo va ama- lo e cuore, lo Oh, Giorgio. conosceva perchè con fosse a peteva, glielo ri- la povera rivoluzione di specie più ed vergogna, ciò come lei, dacché amava! dovunque il dissimulare Davvero, sapeva una in le finezze inutile, glielo diceva, era non subito, infine che r eccitamento. ma te nonostan- rivelava che cui in celesti dell'animo, notato rossa per occhi pensiero. Ella lungo nostante no, capigliatura bionda, grandi bontà Pazzi signora melodiosa voce del la folta sua 113 FU. rebbe ame- sempre.... Egli incoraggiava queste faceva le le conversazione Egli si ad le due con guance, a N. DELLA toccarle MiRAGLiA - parole, di arruffarle mani i Storielle ed la i carezze. capelli, fronte pendenti degli Siciliane. teneva ot- risposta. La mischiata era perdeva lisciarle stesse medesima la sempre ze, confiden- ripeteva continuamente, sue, sommessamente, dolci e orec- a le STORIELLE 114 chi, del SICILIANE. gualcirle, e così vestito, le pieghe, Quand' egli i volanti. diveniva ardito, troppo troppo insistente, ella bisbigliava susurrava idea, In fondo, ella di mancasse le egli queir otterrebbe poi o certo un in fiducioso, le Giorgio a grado, sapeva obbedita. che fino rispetto, senza ma essere lieta era abbandono prima di provero, rim- mite un ordine, un desiderio senza trine le giuoco, per cuor to; pun- che sapendo e tutto, di suo, va chiede- non nulla.... Il duetto alle primi si tenebre incerti si alzarono mattinieri. vedesse, un' Dormì piano, dopo ultima parecchie rimase lora Al- solchi. le voci dei contadini signora che senza aver dole allo- per ottenuto di promessa Svegliandosi dai le e vie Pazzi svegliarsi. Giorgio a piano i Già della servi tarderebbero le ché tardi, fin- successero dell'alba, separarsi. I a notte cantando, echeggiavano paese via della chiarori bisognò fino protrasse ore, in del non andò lo nessuno e eterno to ricambiaamore. saporitamente. letto ancora un , pezzo. L'avventura della vigilia gli torna- Il6 STORIELLE seguirebbe Ella le SICILIANE. giungere per gli dato aveva un'ora sette, sola. stata in Vedendolo, si due passi innanti, per parlare; Era pallida; attorniava i suoi pure riuscita della dormire a memoria, nel come dell'altro, che morto, a dei quelle presto se loro di amarli alla si era me co- e spento aveva il spengere colonnello tomba dalla sguardo potuto sua gio; Gior- e somigliavano avesse mamma, non creature! vaghe soffrirebbe lei, la lo scena amava povero Come figli.... due Ella sorgesse con La poteva del pareva rimproverarla voce vi non era delizioso lui revano pa- Non sempre sogno per così molto. opprimente. cuore, che stranamente. presente l'amore ricordo di sedette e momento. un un incubo suo come azzurrognolo lucevano e pensato aveva ma fece osò non begli occhi, vigilia stava un scatto, labbra le cerchio un più grandi Ella bini. bam- silenzio. in nuovo, di mosse be sareb- coi sola, era per che sapeva alzò poi ma appuntamento cui Infatti, ne. spiegazio- una a la con a egli come e che sapere così stancata esclusivamente!.... lui, Oh, sì! COME ella doveva che le rinunziare Il r né loro 1' altra. Ella né fra sarebbe molto ricchi di più aveva sarebbe nuta dive- dirgli tutto, la far- silenziosi ed subito. Rimasero qualche imbarazzati, uno entrambi che così Erano un belli ciava, li ba- Giorgio di mazzo dì ra signo- li carezzava, un dentro appassiti La pensavano. coraggio. fissi sopra occhi do cercan- l' opportunità e bambini, i farsi per all'altra, maniera quello guardava tempo presso la esprimere — Bisognava non re. sposa- resto, tempo poco più amarla, volerla del erano uno di di Non pazzia. vecchia.... gli affatto una finita detto matrimonio, trent'anni; 117 Giorgio, tanto a aveva parlato aveva stato le egli se FU. teneva fiori zo mez- vaso. freschi, così e ieri ! disse. — Fra la signora. spesso che la nostra il poco Così tempo prima buttarli affetti. gli a via, soggiunse Noi disfarci de' diamo pertimenti sen- formato avevano gioia. Parlarono momento, bisognerà poco in e modo velato, s'indovinarono, si ancora comprese- un Il8 SICILIANE. STORIELLE alle ro pensarci bisognava non che conchiusero mano, al e diedero si spiegazioni possibili, col le tutte Allora parole. prime la sul- cuore matrimonio di convennero separasi. Roma a sacrificio. fu brillante la Giorgio balcone, al Faceva caliginoso, tratto, e mostri in si stava bene, così Il cielo era filavano to trat- i come I.e neri. tutte montagne muoversi, intensi, ora di uliveti sparse in come usignolo caldi, un' influenza stormivano ad ora snervanti. strana co fuo- un cantava le al folate La tananza, londi gran- alberi, i canneti, foglie ad portava di confusamente Qualche Gli le al fumo mezzo parevano i roveti. esercitava sero rima- vigilia. l'orizzonte delineavano e che co Po- , d' artifizio. tra la cadenti traverso a le dieci, Pazzi il fresco! le stelle luminosi si e sera, ritirarsi. a come il accettò Verso signora soli, pigliare a la e caldo tanto là, seduti, razzi cominciò gente nato tor- quella animatissima. ed dopo, ella conversazione, La però, ed presto, sarebbe che Giorgio, anzi, promise chie, mac- vento di profumi natura sugli esseri; COME le si vene con fu, mani le Pazzi gonfiavano di ha cosa avvenne che doveva è anno molto in l'abbia non di che non fu, Giorgio mai saputo signora della nel Il il mondo? mondo suo gio Gior- Però, dopo presto, signora sposata. esattezza con volta. laggiù ciarla non ancora.... partire casa nei come della e questa ancora batteva sangue Come s'incontrarono Nessuno che il ; violenza... polsi, 119 FU. e paese, Pazzi, un va benché ciarla; ma PAESAGGIO Fate di conto svegliatevi ; in E riva l'alba. limpidissimo. Le del stelle ad una cielo, più si no, estinguoIl una. mare, ma, s'infiam- oscuro, di luce incerta prima la, iso- profondo, azzurro, ultime ad azzurro alla è cielo tremolando, più dell' africano. mare Il do dormen- fondo nel siamo ; al viaggiato aver mille flessi ri- , Verso argentati. di leggiere bianco e immerse irte, nuvole di si un Le valli nell'ombra. Le montagne brulle, di sul risaltano di grano tinte gruppo lievemente colora roseo. lumeggiate campi levante, sono fondo ancora se, scosce- del bianchicce. ondeggiano, di dro, qua- I al sti va- soffio 122 SICILIANE. STORIELLE di lieve vento un gli le lieve. insetti ali nel confuso, scono, stormi- foglie levano, si pigre Le nido gli uccelli un rumore ; tono batdistinto inil annunzia indefinibile , risveglio della natura. * * A il air oriente, d' e nuda, ombre un' come deserta, collinette, cincischiata si oliveti, pochi alcune si trovano grandi a di torrenti Qua distanze cupole, senza calcinati dal privi sole, I di che villaggi e dagli li circonda, guglie senza alberi vigne uni gli silenziosi, grigi, severi, di là biancheggiano e casipole. solitudine altri, perduti nella è ghiaiosi. frutteti, poche rare di campagna frastagliata lontananza. in scorgono raggiera la : diradano, comparisce immensa Guardate oro. montuosa, Pochi si s'illumina, il sole paesaggio fuoco le poco, a poco * , d' ombre , i come di villaggi Bar- beria. I sentieri le aspri corrono direzioni, precipizio, ora ora incassati e ripidi seguendo fra a due in filo te tutun ciglioni. STORIELLE 124 canzoni melanconiche, che Le al vanno spighe cuore. e burla. Il narra mille Si ciarla, è soprastante e ammannando i manipoli comincia fuoco. la far caldo. Un' afa pesante indietro. I mietitori ad ora: « e spigolatrici e loro, di sole deggia darpedisce im- grave ciance le risa e con Presto, voce di grondanti in stano re- il grano, segano dore. su- irascibile, divenuto tutti, maledice grida umore, spigolatrici, stanche, soprastante, e si Il Le taciturni, cupi, affannati, malmena scherza, tra a Le Il Le di allegramente... respirazione. cessano. si ridono e gliano pi- i ditali buon di storia. una l'orecchio, tendono i contadini infilano lucenti, mietono. canna te cadenza- melodiose, biondeggiano; falci le Ma SICILIANE. cuor il suo tonante, ad picciotti, presto! drone, paora » * * un Altrov^e si colle dominato * L' aia trebbia. dai venti. è posta Non sopra e' è né PAESAGGIO. né casa, si delle al Due in corrono nella pancia, imprecano che Tratto quando in ricade. festuche dal portate d' Finalmente Si magra; ode un che le , re pove- fanno tà, pie- e' è to fazzolet- un spenzolare Le forche sono sollevato , tano; lon- poco pagliucole rilucenti si spaglia. vento, ai volano, sole, come oro. il Quanto mondo. le alla gridano si ammucchia e si. es- fino frusta Il grano, vento, pioggia è calzoni. paglia tadini con- anch' uomini lasciano e capo, mule da mule avvolgono movimento. La le si sui di sfinite. tratto, camicia le rancurano, cadono al coppie colla spesso intorno una si contadini messe Gli battono che all'ombra sprofondano, paglia. e bestie I dietro bestie e tre padrone l'aia, guidate per corrono Uomini Il seduto sta o coppie, giro che la sole, biche. e all' intorno. capanna cuoce 125 grano sarà? i covoni rumore; è Non non i cani ammontato molto. e nata L'an- rendono... abbaiano; le 126 SICILIANE. STORIELLE mule rizzano orecchie le è guardano: ha che nulla un bucato. La criniera di — Maria Viva Gesij! Amici, — E spicca bisunto, tessuta in- è cavallo suo non forse non se si si Madre salto a 1' terra, coro. fuori cava V offre al bacio mento. fru- nel ritto immerge in dice in saluta. vi Madonna, e dosi. avvicinan- risponde Bella della Che esclama egli gli un degli astanti, — del ! la quadro un Egli unto, nero, l'aia del- nastri. Viva — distingua, cappellaccio gran uomini questuante. un lo gli ; gli compare? paese, domandano. Tanto — E bene... in porta forte soffiano le nocche. parecchie prese, il naso e riceve nella si ride una bisaccia, dicendo: I Salutamu Infine di sorbono as- il cavallo tutti! se lo si puliscono riSi mano... grano, a a e della pezzo. rimonta contadini dita, rovescio misura dola scuoten- starnutiscono, due con un tabacco. tabacchiera, la giro con col parla c'è Qua te questuanla e mette parte, 127 PAESAGGIO. Dopo giunge un cavadenti, una vipera dentro viva mali. La nudi, adusti ogni di popolata i per fatica e di gli il occhi e sulla raggi del sole, I specchio. si di la tuffano spuma riva... turieri. avven- , , ansanti polverosi, di sete... frattanto E di sorta smunti allampanati sentieri che quasi , vanno e marmocchi cenciose, uomini mostra cassetta, contro è campagna Donne che una mirifici barbiere, un ciarlatano un rimedi spaccia eremita, un nelle candida in mare, li lontananza, seduce. Le turchina superficie risplende delfini onde; come gli sottile una come cheggiano bian- che, un saltano; cinge, vele tira at- so immenalcioni striscia un nastro, ai FESTA LA Si conosciuti erano Raffaele, nella portato alla fiera Santa di bociando la di di carico Maestro caso. per qualità sua un DIANA DI stagnaio, utensili di in merce, latta Passava, Margherita. sua va ave- fuori via una mano. O — qui un pomidoro di Raffaele ritta aveva e DELLA vendete un fare per MiRAGLiA si un presso la logora; spiccava N, quelli venite voce; la lino co- salsa di. ? Maestro male; una Quanto momento. piccolo, giovane disse compare, la i tra - vide e Era come Siciliane. una vestita rita scolo- cotonina deliziosa sua cenci, Storielle uscio. di sottana ma voltò un na testolibel frut- q STORIELLE 130 fo appena di foglie coperte SICILIANE. spicca maturo forse di fianchi il e mi, gli Maestro di i occhi un lire. Gli Raffaele fuori, egli era la e Un giezze. del d'India di foglie dal — Non corda, dovete pareti palma di di nere ce- cocomero, dato inghirlan- tutto che nana di sulla porcellino un posti, foglie indovinò faceva sassi; soffitto le Raffaele che di colle buccia due rozzo Vedendo di a lei, che , fusa di Dal di casa le lo giovane sterrata una letto due almeno la faceva focolare al sotto pochi per della voce tutta gatto rodeva dette forza la improvvisamente. vedeva le ova- nerissi- e sentì costava stamberga una le e stregato avevano il volto si non che occhi i vellutati, ardenti. grandi colino era aveva ma magra, capelli copiosi mercanteggiare, soldi anni; prominenti, delicato, e po' seno geva raggiun- diciotto i un mucchio un Non fango. ancora po' gracile, un tra vano pende- canne. palma, il mestiere granate maestro della e guadagnare giovine sporte. le molto , disse. Ella chinò il capo. Il suo contegno e il STORIELLE rj2 sa che e giorno lei SICILIANE. r o La fatto aveva probabilmente Però, in e, che non fu seguì febbraio, di in Diana galantuomo. Santa di le con ne, don- l' inverno giorno, zia molto capiva la fame. rossi, fine se' condus- erano Si sofferto la verso gliela donne occhi quasi più pensava pallide. gli aveva vendere malanno, non due avevano di ricco vecchia molto le par-èva duro. un Le e che molto la casa. magre di quando si, indignar- somma generosi sono Raffaele Diana, che galantuomini colmo per Maestro a i genere, la sperava qualche a Margherita sicuro d' finta perchè perchè e nipote sua un bene. vecchia poca sposare, fosse altro, quando conduceva si di egli prometteva mo benissi- Inoltre, come se se aves- pianto. Si — saluta, Abbiamo bottega.faccenda, una di — Avete Quel disse zia entrando dovuto Sambuca, a la nel- venire, e ci siamo per cordate ri- Raffaele. maestro fatto giorno, la bene. egli chiuse Mettetevi la a bottega, dere. se- an- LA dò momento un per FESTA tovagliolo un lungo due Ma Lasciatemi Che Lasciarvi — Oh, — che la come Aveva in doveva prendere Diana Gli — E la se fosse mia sogno. dire a co poil vi prometto vuole. Dio se ; la nulla terò trat- andrà moglie, stita ve- signora. avventura due casa, alla si era fatta di lei Mettili, disse mise. e sposa li posò aperto. luccicarono. la chini orec- campanelle figliuola cassetto di paio un grosse nell' astuccio glieh questo, a mancherà una occhi per sposaste! le dal montasse, tra- penserebbe non che sole andarsene. riprese seguito, regalare parente le del- insisteva, persuaso in per il di Che quanto sposerò come stette e necessario. almeno in Frattanto, che non vecchia. Se mondo? con compagnia Neanche Diana! la dopo in parlò mai!... fosse non tornò provviste prima Raffaele che I33 Diana. dite Maestro piazza, vecchia la — in tavola, a donne. — DIANA. di pieno tempo DI zia. di ; un che suo li andò a davanti a 134 STORIELLE Come — SICILIANE. ti stanno Maestro Raffaele fazzoletto gran sulle di seta, spalle il brancicandole Domani, — si guardava specchio, e cominciava diceva, Sembri Santa la le con : bella idealmente veste. in uno sorridere. a Sua : sei vecchia bella ! cosi fu tornò megera Margherita, Raffaele maestro ra, cintu- madonna. una a seno una quanto Naturalmente, sola rami; fio- a alla il po' guardandola Gesummaria, — annodò compreremo Diana zia tutto bisbigliando e un avere fazzoletto, glielo posò un tremanti di nuovo, glielo e aggiunse. ricordò si anche prese mani bene! e un per felice. pezzo, dir A vero , non lavorava prima, più le e pratiche, abbandonavano; agiato, stava a Diana. Poi, aveva a a poco in alla giro bel e alla le ozio in di volta, lo da giorni delle bisognò sudare di feste e correre per parte accanto i poco, fucina, bisognò per zelo te relativamen- era gruzzolo volentieri giunsero, davanti un stesso una egli ma molto e lo con tezze stretnuovo da le fiere. po ca- Ma FESTA LA i tempi mutati erano le ed in s' sentimenti inasprì, divenne il volta una di di Diana padella, Il gli calore irritavano gli ansare ma bisticciavano, e terribile, in fronte gli forte, Era avvenne. cosa opprimente; e una fucina. il calore i nervi. Era del il il va ave- lava goccio- ; teneva si vedeva sole fosco; il sudore adusta come davanti stagnava alla fuoco e a dire; all'ombra, fiammanti; aperta, lasciava Raffaele presso sua cominciò e caldo un forse occhi dalla la seduta del disgrazia; poi scena modo maestro ritto sopportò il vicinato. tutto cuciva, all'uscio; una faceva agosto; Egli sua si quando che in Ecco più gli rimproveri. fecero presenza la ci voleva aveva prima. solito, lo in quando non raggio, co- Diceva però irascibile di per freddamente. che potè, Diana Ella, casa dargli e stessa, di finché coprire di la accorgersi pace, a spesso consolarlo di sempre ad tornava accoglieva essere stessi trovavano vuote. invece lo poco si non egli tasche Diana, di I35 , compratori, con DIANA. DI la micia ca- loso petto vel- mantice che 136 STORIELLE in muoveva A cadere su in e tratto un SICILIANE. giù, seggiola una bruscamente Vammi — donna La era e si ti o si Raffaele Oh! ella lo Perchè lo della vinse. ella Quando incontro — Ho torto le ; in disse to, soppiatdel loro alla te. men- c'era non bio. dub- lo si assalì fece fonte, Il ? ancora perduta dalla che silenzio. di amerebbe felicità sò ver- l' acqua subito amato, tornò e brocca, storia la rivoluzione Una la guardò rivenne lo stro Mae- mosse. fontana la aveva non desiderio qua ac- l'ossa. prese Tutta gli amore si non rompo alla sospirando. breve d' brocca una pavimento avviò Maestro mente, rude- : alzò, sul spruzzi a e aggiunse Sbrigati, — disse e fonte. rispose non Raffale e' prendere alla Diana si lasciò : a fresca nistra. si- mano il lavoro, sospese sopra la con in egli le e lui. dò an- umilmente: perdonami ; facciamo la pace. La prese per la vita e allungò le lab- LA bra, conie vuoi? amarmi? di lo hai Ho fatto mille di la ho dato da le se e sacrifizi trina, Che che le sottane Ti ché voluto, fin- ci Signore fanno si pratiche hai colpa il tempo e signora. una quello di scarpe di seta come Hai te. per le il vestito potuto... qualche levata ironia: con pannolano, sempre ho ho comprata. pelle verniciata, con di cessato Ti merito. sorridendo bisbigliò, Mi Hai strada. una mantellina la se respin- voglio! non perchè? me a Diana — E Non mezzo — voglio! non Non — lo ella ma 3/ : No, — 1 DIANA. DI baciarla; per disse e FESTA ho mi ? rare io, se gastiga, Oh ma , di lavorerò vedrai, porterò ogni fiera, se nel sposeremo la vendita prossimo tunno au- di utensili ad sarà buona, ci dell' inverno. corso disse Grazie, — montagna una e nel molto; Diana scuotendo il po ca- . in segno — Non — No. Gli occhi di di vuoi di sangue. diniego. sprezzante sposarmi maestro Egli ? Raffaele ebbe si tarono iniet- la tentazione 138 di STORIELLE picchiare poi ina si Diana, le battè SICILIANE. riportò forte indietro due volte coi di amarezza e La gente — che — E — Dice d' ira ha dice che altro. Dice ti zia tua di Oh, mi un mani Io e r avrebbe gestì, Margherita. che prima con come tu calma care indi- per ebbe Diana di colore mutò ; dimeno non- risoluta: farti intendo non do quan- le ambasciate scannata. perchè disse — di torto. un paura, festa che e di Santa la un galantuomini ti porta qui ti farò le che forse viene dopo rovinare a intorno, galantuomo faccia Mosse parecchi che e pensi me, Diana. interessata, cuore, ronzano io ma domandò donna una senza che Sambuca : gente? sei rovinato avere riboccante ragione. la sgualdrina una l'anima la pugni , bisgligliò, con e avanti; rapidamente, , fronte mani le stese torto; nessun tendo in- lasciarti. — — Il scena Ah, davvero ! E quando ? Prestissimo. dialogo degenerò spaventevole. rapidamente Maestro in Raffaele una si STORIELLE 140 be SICILIANE. andata magari Sciacca, a dal sotto- picfetto. Non e difficile era l'artificio nella occhi gli nipote O che luce si fece zia cui Il Che — Nulla. — Bene. il e si giorno calmo lo è gli pensiero un bo, piii ver- sedette e fredda una battevano luzione; riso- sotto le la truce. carabinieri, dei trovò disse non gli lampeggiavano; fronte brigadiere — che capì come preso pupille di fretta, in Aveva della violenza, mente accordo, di subitamente soglia. arterie Egli erano gridò più, non le nella tratto morire. divenne sulla dava guar- dell' occasione; scoraggiato, doveva Allora cercare volte a rava gi- andiamocene. un a volte dirle: per nipote turbato, sentì in la per Raffaele. maestro e come roba; tua di A Profittiamo fai ? la buia la come prendi La collera. astanti; degli la — sua intorno, l'approvazione l'esagerazione scorgere tranquillo ed chiamato immobile. stato? Vedo che siete ragionevole. Il LA è meglio che Diana via le roba, spalle, Che pure. ella se speranze, ebbero due donne i vicini al finito gli tava por- tutte le illusioni, fare i di il partirono; il prete si mise de, faccen- loro rio il brevia- biascicare a , si brigadiere alle tornarono fagotti balcone. Raffaele, Maestro rimpetto un stoino pampani davanti bianco, muro chiaro, di e che uva stendeva pensiero, carica ma di liziosament de- non pensiero di con dorava fisso, specie una finestra una il sole un la sul- Vedeva sé. a pergola una Guardava Il accasciato sempre soglia, guardava lo nelle strinse il cuore? Quando ritirò, Lasciatele via. facessero della tutte tutto le si che gli importava I4I sua. dire per DIANA. vada Raffaele Maestro come DI roba la prendere FESTA deva. ve- gli truce dinanti velo agli occhi. Stette tratto nella più si alzò, fodera mogio di mezz' nascose del il fresco un camiciotto, mogio, come sul Poi, cosi. ora se piazzale usci andasse del un coltello lungo e ad di a sa ca- gliare pi- Calvario o bere a Ma fu quando Corse pezzo, un al di lo stradale, asino là che voce e entrambe contadino un la go luna incoraggiava sotto pungeva ne don- Misilbesi, di cavallo a , si mise le due raggiunse e paese Margherita. quadrivio del di più vederlo, Santa verso dino, Garibal- del fuori arrivato poteva nessuno correre a all'osteria litro un quando la SICILIANE. STORIELLE 142 un con coda, tratto nipote nero diven- tratto. Nel vederlo, la pallidissime. Diana si Sono — disse uomini Però nulla terra non e da una abbiamo Diana un fece la là, mucchio piccola esclamando: croce fate non ze, sciocchez- un' il anima in quel di sassi, di udiva una cosa piiì la; so- la rovesciò busto, festa, la salvare. da non che siamo che Pensate più per perdono. morta! Raffaele pensava le implorò sono detto, aveva e' è zia Raffaele, che afferrò ora morta! maestro e La il contadino. e la e piangere, a Maestro — a mise zia scannò, posto sormontato legno. me co- dove MASSERIA UNA La luce prima Vicino si cerchio di cui su l' orizzonte stende, montagne scoscese alcune crescono Un boschetto di ombreggia, colle. un A destra la vatiche. sel- piante ginestre si valle di e la sinistra, a un rossastre, e magre chio oc- da chiuso è saggio. pael' dovunque lontano, e il rischiara sole del stacchi pidi cima allarga e , lascia travedere di le messi, Le a della case a si vento, eleva L'edifìcio picco. di meschino , spighe masseria che monte un cui dal mosse , altipiano piccolo un ciottoli. mature mare. addossate sono è deggiano, on- il come al perto co- di basso, Nei gliato ta- sopra, sto mode- crepacci SICILIANE. STORIELLE 144 delle ruvide muraglie , qualche stento pianticella furono stanze ineguali. Il rossi, nei Sulle ha i grigi reso interstizi ad margherite di mura loro, tegoli già riscono fio- intervalli , ferro. e Un forma da specie una porta Entriamo, lo ha facciata d' le all' intorno case e il se te soprastan- Il soprastante, delle solito, per che persone d' eremiti, avventurieri questa da gente le con lui, lo cattive; Quando è raro ed non timbanchi, sal- il pane, difficile il cacio ammodo è egli che e è del il vino. cuore tira il collo a un sciarsi la- a ne. padro- gl'importuni; a sia chicches- Per : , agnello, buone costretto rifiuti tutto Tutta le con ta sor- , conto per ogni tratto. respinge può, e ogni a taglieggia taglieggiare, ma so chiu- cortile Briganti, latitanti, cavadenti, capitano di grate enorme. diffidenza conosce. o recchie pa- scorgono ampio volete, se permette. molta si le ca. bian- ruchetta con cinge muro una la e finestruole altrq tra l'al- fra , le rie va- dopo sono a , musco cui l' una i tetti e , , Le carnosa. costruite casaccio a vegeta rozze e cappone, le persone sgozza fa un una frittata d' uova d'onde sa Volete il ritratto alquanto Il il poco, Non fisico muta suo è morale La vita del bitudinc volte, egli è di uccidere r orbita, La sua in che gli sul mobilissime pupille un solitaria fierezza tutto bue scoli, mu- con mena un l' a- e hanno impressa viso adusto. sospettoso Le tro den- to. inquie- e rimbomba sonora distanze te, for- uomo lampeggiano modo voce un nervi, tutto comando, maschia lo stesso. dappertutto e aitante, capace sue squisite. carattere suo si non soprastante? Il sempre delle robusto, una frutta del il farlo. ma più pugno. di cava , a presso salvia, paniere difficile sana la con un Ì45 MASSERIA. UNA I il tuono. come ghe lun- a nomi di , santi dei Dio, ad ogni facendo della alle Crede e tasca. che N. DELLA E spesso vestito, vive MiRAGLiA nei - un leto amu- un gran tellaccio, colin pistola, insieme, una quasi come campi, Storielle l'aiuto stregonerie, alle il rosario, ; tiene mette Com- croce. fattucchierie, alla jettatura ; porta al collo mia Bestem- invocando azione, Madonna. no, gli rivengo- labbra. sulle il segno mala una diavolo tratto, , della del e di tutta velluto Siciliane. la gente di coto- io 146 ne STORIKLLK di o dei catenella di tanfo muffa cardini, è una ; sul ciotto pan- massiccio oro di della gli che via prima stanza tessono, da la stalla, dove dormono avvolti la formato un lato e nei la ve do- gherà pa- ni contadi- i ruvidi loro si le proprie sono sera so. sas- è ballano lato sui un disturbo, senza rici, na- male di Da topi altro un le gira per i re odo- offendono aperto dove canova, da. luri- e ingrato un pietre ineguali. ; e meschina stantio, tenuto ragni tele è L' uscio, suolo la i d' indefinibile, e grandi trova lustro dondola gli all'interno, entrando. da cuoio chetta giac- sua all' orecchio. Un Il di acciaio casa, di fregi la ma ; cerchietto un splende La ruvido panno ha ; SICILIANE. telli man- , di Qui in albagio. c'è fondo è per e il il forno pareti già la r delle magazzino del stanza sta uva sono bianche, a a padrone. sinistra destra. sono biade; ; quella Il la cucina Dappertutto, annerite mento pal- dagli le an- t4^ di STORIELLE sementi varie, col pepe. Durante il e deserta. I Un nel le si rimbocca Di i cortile, sulla nella le con quando, a caricare fila, a in prima, r porta ; ornate di tempo della nappe sui un no asi- il fimo, dal giungono il che frumento a il o cate attac- stanno sei, a se pae- La sette. , parata e ; fiuta o piena bardatura hanno tutte di delle tinte vendemmia, via, fanno è l'ombra; al- terra, razzolando mule cinque una ultima, sonagli per loro ispalla. raglia. e in garzoni, seguito di vinacce e il dormicchia nuda polvere, labbra le spesso in cenci vanno letame quando vino, che di le sa- campi; ai fucile col e galline rotola è possessione, coperto di monticelli la cane ragazzo sdraiato la masseria lavorano visita col vuota zucca giorno, fido suo una contadini soprastante dal SICILIANE. certe grosse pensare a campanelli grandi di i colori vivi. garzoni alle di e cavezze Al no suona- conchiglie Bacco, zoli; fron- di marine Baccan- UNA ti, Tespi. a MASSERIA. Il I49 dell' resto cantano anno , delle canzoni il cui meste ritmo zato caden- , ed uguale ricorda musica la tiva primi- defili arabi. * Verso nimarsi. Il di ceste la sera, vaccaio ; muli stanchi ad la i rattoppare Le più in in tela in ed d' erbe altre si estate a il grano. e soltanto racimolare a i bambini, selvagge recano non vicina alla franti. af- ed paese, mondare a i mente, lenta- tempo, allattare vanno povere cerca le del ha stalla giungono rimangono la tessere a che cacio alla più parte vestiti, ad a- alcune curvi, cupi uno, Esse sono. di contadini ad uno Donne, ne dentro riconducono i ad , forme le i mezzadri ; comincia porta giunco, fatto ve masseria tagna, mon- di mache; lu- golare spi- a l' uva e le , olive in arano, accende contadini il sole un zappano cenciose, vergognose, Quando si Poche autunno. tramonta, siedono in giro fa nella intorno , poche inebetite... se fuoco gran , freddo, cucina. al I pa- STORIELLE 150 iuolo che bolle la è dentro porzione verniciata, Questi un" soffia latta; quegli avidamente. e coi grida facendo che pioggia, fanno si della mille speranze, pochi parla soldi ? si che ha delle si contano potranno parola tendo scuo- smorfie. della tempo, della col rendere Si messe. cento accarezzano già to fia- più la bel tro. l'al- e la persona, vendemmia, progetti, e boccone spesso Del fredda, raf- la s'impegna quanto tutta di o lunghi sorsi, a un con movendo il capo, legno accompagnando polmoni, gesti, Di fra strani. minestra, tracanna tuonano, Ognuno nei sulla di sua argilla di e conversazione La voci le la poi la piatto cucchiaio nestra mi- la riceve barocchi ha che breve in rozzo disegni a ha e un tagna. mon- paiuolo soprastante ognuno e coria, la ci- di nel messa tro al- un rinetta il finocchio e l'olio; pronta lasagne, terzo un il ; farina, dà la le vien cosa insieme cuoce dato fave, borraggine Ogni e fa uno ; le sguscia SICILIANE. desiderio le fave i ed i ccci seminati in getta, quando l'avvenire a temere delle è Si hanno brinate la dine, gran- , la gì'insetti, a Infatti meste. incerto. ! le cose concerto, note ricolte tante cuno giorno. Qual- bizzarro quel delle il durante quando, a I5I MASSERIA. UNA il il vento, crittogama, diavolo. fra Spesso, che sa che imita i contadini delle narrare dei e discorsi tutti vecchio un burlone a sindaco udire Rizzeri le e calate ci- il vecchio lunga per , come l'arciprete, del- prediche Allora, stanno mille fece ricchi le quando sale da un la quista con- figura piglia di colpo i soccorrere spada, svaligia- bisognosi e fanciulle. povere il vecchio ha finito il lone bur- , muricciolo un sopra sé, Fiora- come Testalonga come per dotare donne, con montagna, i tre e spaccava, una E un , vante per o , di \a le del saltimbanchi. intenti pezza storie perfettamente i parla c'è tutta le una e commedia. espressioni senta rappre- La sua più disparate, 152 e STORIELLE la sua voce altro i assume toni sghignazza egli momento, un SICILIANE. Un Pasquino; come sospira momento vari. più fa e lo fioso smor- , Colombina. come al appartengono cavadenti queste, zitto, ma della moine le altre quelle ; frasi Quelle che palate stram- di repertorio del sono lo nessuno medico ; senta, son la bella Menica signora un , del moglie padrone... nel Frattanto, e la si soprastante compagnia tizzoni i si sbadiglia contadino un Il russa. focolare, e leva un tro al- parte ; scioglie ; e si gradatamente, sumano, con- , nulla più tranne il ogni rumore, si ode latrato in dei in breve cani lontananza. nella che masseria, abbaiano ad FESTA UNA Nel maggio della Sicilia, miracolosa. le e' era festa di di di piazza, schierati del bianca. I sole all' bussolotti. grinzosa, In o una di ditori ven- rone tor- la sotto di tenda una passavano, al collo. In altri giovine certi mia accade- tenevano certi i e ambulanti giocolieri che. musi- chiesa, giro, ombra buri, tam- di caramelle in mor ru- di e la bacheche colle alcuni di o merciaiuoli gridando, punti, fischietti di un fioche, e Per giorni. insolito, innanzi nocciuole, paese Madonna tre alte di stavano sferza durò voci campane, Sulla grosso una brulicame un confuso un festeggiava si La vie in scorso, il una cui chia vec- volto 154 SICILIANE. STORIELLE somigliava jjcl frutto un a vendevano la Una sorte. di \iolini ceci ad onore saltimbanchi di stoppa magazzino un maritava Peppe con .1 Nappa, contadini di nuovo fustagno. tutti, velluto Le due dai vivi di e di si al giorno. il vestito di panno, uguali erano si fini, ai avanti, sulle tempie, ai fazzoletti di al svolazzanti traverso, di con grosse collo, aria e vano distingue- sti\ali larghi, agli per I mafiosi corte. picciotti dritti, ornati soglia va accapiglia- volte cotone, ciocche, colori si messo strette, ammassati lunghe capo, i calzoni messi sul di vita, gli eleganti, capelli venti cassa Pulcinella e giacchette senza ai dove a\"evano i cuni Al- sulla accesa, vuoto, dava an- sca grotte- la gran Colombina, con ciechi Madonna. battevano mangiavano e di della gloria e vere, pol- no prediceva- e canzoncina una di strimpellando porta, cantando e arrosto compagnia in porta coperto ai in seta retti ber- spaccona, nappe denti. pen- 156 STORIELLE fra di una corsa SICILIANE. l' altra, e mandriani, di parecchie mulattieri brigate mietitori di , passavano cavallo, a conducendo il innanzi che vera intronavano l'acre. le Ogni cavalcava di di via maestra, brigata ogni squadra di orecchie ed reti di e di campanelli, davano assor- driano man- mente, ricca- bardata mula dava an- ri, tambu- ogni mietitore, una coperta ornata Ad palio. una la per gualdrappe pennacchi , di e fronzoli. I cavalieri in ancora, vecchi di lana a d' ripiegati punta, Apriva che la carico di statuette cacio angeli, alla pasta di latte. In alla una cima che alto bastina trionfo cavallo: santi Madonna, e lunghi, nera, uomo fronde, di e seta un mano fiori di un infisso la con lucchetto all' indietro. marcia teneva gli scarlatte, di di dei ze fibbia, le cal- a forma a servavano con- — il vestito cinture i berretti cerchio, regeva oro le nome parte, brache grigia, orecchini di le tempi: altro trovo non — di di e sto, robue sor- legno spighe o , di cervi, buoi, pecore, facevano Madonna al trionfo corteggio della miglior torreggiava UNA una di corona gran Dalla di nodi e di seta di e rossa i cavalieri dall' altra, camminando : una turchina, frastagliata di ornata che palio o rabescata, frange, miloro. di si- o il pendeva ricamata, marezzata, dorato legno corona striscia lunga 1^7 FESTA. lunghi da tenevano doni cor- una te par- fila. doppia a * * Lo si spettacolo giorni tre per * rinnovò d'artifizio, sparo solenne messa si di che che di forma e brillavano vive una I diversa colore, simulavano per e varie, folta mortaretti e nebbia poi di Bengala in ogni ve; do- mutavano palazzi e tempi, mille me fiam- perdevano tro den- di si nuta mi- di che momento un razzi, pioggia cartocci bizzarre prospettive di fracasso, con una luce proiettavano di girandole, come chi fuo- I veneziane, scoppiavano luminosa; vespro, nazione L'illumi- in chiesa. di aria, ricadendo e mortaretti, lanterne componevano bombe neir di ballo e di era chi illuminazioni, fuo- furono vi giorni; tre per fumo. si^sparavano verso mezzo- I5S STORIELLE giorno. SICILIANE. Erano disposti fila, lungo fondo stava un' sulla quale gettando, Lo a vere. pol- più rato, ser- il finimento usciva gliava pi- i dalle vetri fonti , rullavano, stormo usciva grido campane nella no suonava- musicali da chiesa, la e fiato, perdi- a le tutte Madonna, alla irrompeva le bande le e evviva un tardi, pe- poscia tremavano, case l'acqua i tamburi un di pugni ; diveniva quando In andavano lento; poco e le rompevano, a a vano Somma- grossi fanatici dei plice tri- a migliaia. di ruota alcuni poco fuoco, si di cominciava forte, più dozzine enorme sparo incalzava maggiore. divozione, per ed via la parecchie a doppia a bocche, popolazione danzando. * * La chiesa brillanti, di pagliuole dipinto, ex-voti fuor del una di frange a La oro. le come e parata era veli d' * Veneri barella nella di di intagliata e e marmo di carica idolo, un navata pesta di antiche, colori a carta madonna, gioielli come coro, stoffe di stava tro den- mezzo, dorata, ad ot- UNA to I colonnini. alto squarciagola, facendo i ro, gi- piedi, gridando in i fazzoletti gettando il diavolo in mano, per levando le, fanciul- le giovani, tenendosi saltando, aria, i preti, danzavano, a 159 FESTA. ed il invocando Signore. La del sera I alcuni Poscia cappe in le bianche, grigie Seguiva terzo: san cani, sant' col di sul o a Agnese colla lumi, gambo. La La mezzetta. le con le con rosse, coi fe buf- gonfaloni cavallo, ci, cro- pecora, di a notte chiusa, e delle bande, al allo coi sant' tonio An- data circon- e di sfilava usciva di suono fave mente. lenta- chiesa delle scoppio un Vito era spighe processione IVIadonna santo, san barella Ogni fiorita altro un Giorgio porco. in sergentinc. santo, un do, salmodian- cristi, i crocifissi, le le e mazze sione. proces- confraternite stendardi, coi svolazzanti, altri pianeta, cogli era primi, venivano calate, le sfilavano preti e' giorno terzo tima, l'ulpane cam- de'mor- l60 STORIELLE taretti de' e SICILIANE. razzi che ignudi, metà gli sul petto uomini di piedi certi le e spenzolare metà e -avvisi ricami a i avevano lasciavano e da portata , di sulle d' e braccia dal collo, spalle Londra, seta fratelli con- come ni abiti- grandi oro. * * via La villaggi dai donne, un cero la z' piena era in ordine, a scalzi, altri biascicando marie, in coro ni, Uomiavevano seguivano rinfusa, alcuni scoperto, capo tutti alla massa, sa accor- vicine. tutti mano, in gente, città fanciulli, vecchi, processione di zeppa dalle e acceso * a sen- piedi litanie, ave- paternostri. Quella folla, quelle voci, quei suoni, quei lumi qualche avevano , Nulla de' può moccoletti sfilava Le di grigie tinte di le vie, lungo, mura rossastre. La un come lievi sfumature sera processione fiume di co, fuo- si coloravano dell' abitato aere, la ondeggiante. tortuoso, L' magico. idea, neanche Roma. a lungo stretto, un' darne di cosa in alto, era fuso sof- Poscia, bianche. . . . gradatamente, chiesa, va, i fedeli i ceri di DELLA si spengevano, nella MiRAGLiA processione gridavano splendere dileguava N. la l6l FESTA. UNA e il per Storielle 1' ultima i razzi quadro notte. • rientrava Siciliane. in vol- no cessava- fantastico si 164 il SICILIANE. STORIELLE ufficio modesto di sagrestano a San Matteo. Sulle tardò non buono, che lo era lo funzioni certe sacre di Santa le Quarantore Teresa, lo o accendesse gli e marito è che. ce L'olio Don incerale chinino nessuno il in la di caffè, colata cioc- di gli portavano d'olio, orciolo Sant'E- a tenga che dal sarà suo mozziconi refe, ed voglia ostie pillole, al tempo di per rire. mo- lei. per lato, mio mulo col campagna resta, pada lam- una perchè notte, liberi, sembra ne Saverio, a Saverio; don tornato Dio mento, Sacra- del devote per dicevano: tutta accesa monache lampada una in no ma- l'altare festa di Le biscotti. Prenda, — la per in Le parava frequeuza qualche con perchè cui a quando. metteva egli. rimpinzavano di e hgio, anch' ceva fa- assisterlo, gli e scudo qualche in ad ma gli e quando invitava la del- vanitoso, dolcezza di poi ma cappellano prete con rcgalucci, L'arciprete Il un trattava dei umiliato; senti consolarsi. a chiesa, mai si prime, non candele negava per pigliare delle il febbri. Le di dell'altare ai bambini loro tardava, la suonare gli la con la Tutte burletta le due in tre o don sacrestia, in piedi, della porta in dir a inverno, portava era vecchia una paio di facevano e refe grezzo. ornato a magri calzoni risaltare la Sul spesso capo, da calze enorme, una si come modo: za sen- nera fianchi, corti dei la magrezza le traverso un troppo grandezza di notare permettevano gambe, sui poveri a giacchetta vita, svolazzante un estate vestito sempre stratto, di- che prete in alia intorno, guardava Così tersi met- a davanti gradinata, qualche pitare com- abecedario, andava messa. lentieri vo- fatto aver Saverio e lo lui. suU' chiesa, lantuomini ga- facevano ragazzi sulla I a campane, e dopo aspettando recasse le con mattine, ed ne discrezio- della suonava correndo, oc- prete aspettarle. confidenza in trattavano il grati erano quale perchè, e onde messa, vizzi i fiori vestire a con chiesa, perchè in distribuiva feste le dopo, gli sorridevano entrando protezione, 165 SAVERIO. DON vicinato del signore aria DI PAZZIA LA di che piedi le delgrosso co, idrocefali- papalina e lustra l66 STORIELLE r unto, per di avvallata al quale due non si davano freddezza contorte le facevano agli angoli, do, palli- di sottili, smunte, in modo strano somigliare ad una sui mu- don verio, Sa- mordace. maschera riuniti galantuomini ricciuoli della che sapeva alle spingeva pronunziasse due egli rispondesse essendo di frasi novizio, giorno, qualcuno latino, perchè anzi di rotta in un che volasse inta- e bizzarra, latine che che. ecclesiasti- cose immediatamente e dere ri- ficilmente dif- tentazione di chè per- e però che parole frastagliata o bel di discussione una bibliche alla solito, bastava il tutta divertirsi tempo alla udire, non Resisteva parlare a di volevano lungo Per finta spalle. sue davanti comparire faceva chiesa; egli sedere a chiamavano piazza, vederlo nel Un tava sormon- espressione labbra raggricchiate e ma d' ambra color quale sa che cioc- macilento, occhietti che e depressa, e sbarbato, volto rade fronte, vasta, La capelli grigi. un lo alcune spuntavano stranamente I SICILIANE, aveva sa, sconnes- citazioni rato impa- convento. brutto giorno, PAZZIA LA il vecchio ed prima che chiesa, Il festa, predicava, una da suonare I a chiesa la alla moda. ogni a le sera divertente. Il cappellano, primo Le lui, dagli angoli facevano il Anche le certo gusto sussiego, signore non si che, giovane a e paese, sospiravano cappa magna. pigliavano fatte un senza disinvoltura. giovani sola presso donde del con una sto que- accorrevano in le in successo prediche, agiate, schieravano il dolce, sue folla, spettacolo buon eleganti perdevano santa, lo remoti bonariamente, contadine in recava attore vedendolo alle si beghine più diveniva credito, un bocchino divotamente, faceva borbottavano; Giacomo, otteneva straordinario. momento campane. quando don era caso, vi gente teatro, un terla met- pontificava, pigliava La in come Le volendo vicini, assordati, seccati ma è mane venne di- rispetto parlando. con mare, vista, celebrava in La successe. cappellano, nuovo rì, mo- tranquillissima, era di porto un Matteo gli giovane prete un San di cappellano 167 SAVERIO. DON DI delle la sapevano sopra sue piletta che to, tutse; mes- l'acqua del- egli l68 STORIELLE passerebbe, mentre e, sotto .SICILIANE. mi Vossignoria — le Egli Siate Una dire volto dignità la e di si beatitudine pingue un vo. vesco- nava illumi- un' espressione nere; sul dipingeva rotondo e di celeste raggio grandi pupille sue di verità, in quei momenti la specie le dulgenza in- con figliuole! sante! l'unzione aveva sorridendo bisbigliando: sante, Bisogna bassi: benedica. benediceva, e — occhi cogli voce, vano dice- gli passava, la come questa espressione diveniva più meglio visibile, in presenza di suo E luna. efficace, certe relle so- Caminiti. Erano che maggiore non poeta soleva di le forse aveva locale di scarpettine tre avevano erano con chiesto sempre Rosalia, di le gonne sulla Diversi loro rifiutate seta, coi con pelli ca- fronte, parevano contadini mano; a — ni gior- Nei pelle verniciata, la Un anni. Grazie. tre sfioccati signore. la poeti dappertutto sono le festa, ondosi, si ci — di nome ventitre ancora chiamarle gran il portava cui di contadine, giovani tre esse maritarsi. ricchi però Nel PAZZIA LA soleva paese delle DI DON 169 SAVERIO. dirsi, scherzando, sorelle tre che aspirava a na ognuun sposare galantuomo. Qualunque occupazione San di avessero, Matteo la o la la celebrata di andava chiesa, Giacomo. don confessarsi, per E suonassero. lo data vedeva, la buffetto amorevole Un giorno, regalarle la la per cioccolata; a di poco ed andarvi essere da rossiva, ar- diceva: c'è? sacrestia, per giorno tavoletta poco, ella sé sola, pregata. un Ella male altro una le aver- dava egli le in regalarle suno nes- dopo le in pane cam- siccome Che un a altra le guancia. condusse santino; un condusse di sulla arrossire! non era sola che Giacomo, quei momenti, Via, — prima assoluzione, santa in mattino, allora, don due Qualche buon di si lia, Rosa- seconda la ria fue ascoltava se — spro, ve- in volta, Qualche una il o azzuolo maggiore, da volta, messa Casimiro chiesa. invece la campana mettevano esse di sorella messe la predica, in qualunque appena suonava mantellina recavano facesse, tempo prese senza ve di bitudine l'a- sogno bi- 170 STORIELLE SICILL\NE. visite Quelle ripetute don Saverio, il sacrestano. suoi costumi gli che davanti diverse a il continuò Egli i cordoncini camice del Saverio la con salutava più ; fingeva rifiutava sempre ogni che è stato posto dove Rosalia nulla, e don egli santo, si zi, An- annodava male ha anzi comincio gliarsel pistrarsi mo- a fanciulla. Non la cortesia, ogni cosa, bara che le benedetto cotone Gesù di sto, Crisul applicato dolore, lo guarisce. si. accorgesse mostrarsi a forse Entrando seduto potendo non ; e un miliarità fa- una vederla pareva Saverio. e non quel continuava stava di nella non prima, come di messo venerdì al e, cappellano, po' spalle rocchetto. sgarbato un pellano, cap- te abitualmen- gli e grande; col al gli pareva. sopportava così perfino che sa mes- manifestò nelle gli aggiustava del a sentimenti quello Rosalia Don donna. strinse dei comprendere vestirsi si fare pieghe di propri quale a ora, le i austerità potesse una volte L' vietava sacerdote un scandalizzavano in più in cima di di cortese prima, chiesa, alla so ver- tre men- gradi- 172 SICILIANE. STORIELLE Qualche ne. innanzi al fantasticamente certi In le di voce lei. bella, tra il vestire sonno altro il scherzando faceva altare elevando la dire per — Il gli occhi di vero, po- freno, che va ciancia- che poi triglia o a l' dal- morta, voltandosi fedeli: ai vobiscnm Doinnms sacrilegio non non e ! avrebbe non ma i sensi forse e pisside, sacra più patente; Egli cappellano e pagna cam- era il mordere Rosalia con Ma paese. a in vivere a fosse Se lì baracca piantato toccava burbero, e 1' appetito. andarsene messa d' ossessione. brusco e un gli a sa mes- i rintocchi che specie diveniva in e la ! una burattini, per o la del- il tono pareva ricco, avrebbe stato che persuaso suonando ! Rosalia Saverio perdeva censo. dell' in- spire avessero gli insomma Don le sorgere ripetessero: Rosalia Era vedeva era Spesso campane — la il turibolo agitando momenti il vespro, delle prete, dell'organo canne o volta, altra l'anima avrebbe il solo di potuto essere sacrilegio don potuto bava tur- Saverio. dire di che DI PAZZIA LA Da qualche ed tempo, più più pallido. Così, la bruttezza sua Siccome non i se se si non ogni momento: O — I vi così e gli che da un Saverio proprio i per della Se Ma di aspettare i lingua volta, tirato alla si lagnar- per della tela corrut- perversità simili. quando solo, sull'alta morti sua precoce cose per letta; burglia. vo- mischiava tempi, della preti, la si la erano soltanto era altre solito, gli qualche dei ecclesiastica, ed gro ma- devano preten- aveva ne labbra; gli tristizia femminile, così fare non capelli, conversazione, siete e i frizzi ed tagliava più. non la sul- evidentemente, sulle pezzo avveduto, domandato, discorso Il sorriso chio, spec- ? attaccar don allo conversare che succede, brutto a avessero galantuomini, ma mai forse riuniti e meglio. guardava galantuomini ma, pri- deformità sua sarebbe ne piazza ad la tudine soli- di magro risaltavano non la molto amava divenuto era orribilmente. soffriva soffriva; però male I73 SAVERIO. DON gli servire toccava la messa, gradinata, con ad deva, se- una STORIELLE 174 gamba col SICILIANE. sull'altra, E aperta. le fondo da notte Ora all' in entrò assorto, chiesa Saverio in tutto nel di di beccavano, con dei sugli aggetti rossi. Provava che col capo vita. desideri, l'ali il no, correva- formicolio come Aveva soddisfarli. le scoperto, alla con balconi le molte che si do, cinguettane e pendo sa- va Guarda- passere tremanti, fonte mento au- soffriva e solito in- golare sinun martirio, vedendo andavano se gros- risveglio un un d' invidia rava spi- il cielo. qualcosa potere occhio con Saverio, elettricismo di lano cappel- caldo; alcune il corpo, e il maggio; traverso a molti non di avvertiva forze lumicini don Era di sangue, aspirazioni, che che e vento inseguendosi, Don due come vide. cariche nuvole mente vaga- tremolavano che avvenne leggiero un senza spengersi. a lo non gamente, lun- intorno pupille mattino un silenzioso errare occhiaia, vicini della posizione, mutar piccole ginocchio, palma stava lasciando muoversi, in sulla così senza sul gomito appoggiato mento mano col sui tetti le donne ritornavano braccia nude, LA coi PAZZIA vasi grandi sul Rosalia malgrado, turbatissimo. si Quando fu gli perchè a Trovò la un zo; pez- vestire? rispose dov' scamente bru- era, il cappellano contro Per un fuoco; sul pensò nulla. rato, esaspe- mento, mo- spirito gli bollirono, lo pentola di Poi non , e, per percepì gradatamente, to calmarsi, riacquistò il sentimen- cose; allora sacrestia, la a lei, non curò da medesimo. e una momento, verso briante ine- disse: voi, rimase sé sangue bolle ella andate contro contro e delle profumo suo in chiesa vestirlo egli furibondo cominciò si, avvicinar- Saverio. passò; si lo a don non è non Andate quel il pebre, pal- lontane, cose sentiva vicino, Giacomo Don come le suo femmina. di il la nell'aria avvertiva Ella le sogni, vedeva, traverso a vedono nei dormendo, la intuito, avrebbe Non nondimeno per come — ti stret- se piazza; egli chiu- sulla vederla; o fianco, sul appoggiati comparve gli occhi, — 1/5 SAVERIO. DON saliente. seno voluto DI porta per si avviò vestire chiusa; la sospirando il prete. sospinse, ma , 1/6 STORIELLE potè non rispose. SICILIANE. Chiamò invano, don — o faccio uno Dava le con quando si e dimeno Nonanzi dentro; mise stare tempe- a passio, la mantellina stupito, stupido: al calata lasciò per la na settimasa, chie- in nel momento sacrestia sugli si rossa, occhi. dicendo, passare, di forte fuori, confusa, venne la più della porta Rosalia la grattava entravano chiasso, Saverio mo stor- a porta: gridava persone dal Evviva! campane alla pugni il canta infine la con RosaHa. si le unghie; attirate e Allora pre sem- scandalo. Varie santa. aprì là suono pedate quale ch'erano ma dire: a Aprite, e e udirli. pareva e Giacomo gli nessuno e ripetutamente, sapeva gli Picchiò, aprirla. Don freddo, evviva! — scoppiò Dopo E, sempre quel da ridere. ride giorno, : Evviva — Ecco a la ! evviva sua ! pazzia. sempre, dice AMORE la moglie, né fresco ambulante vicina. qualche quando recarsi ma ; dai dalla In occhi due bassi, di anni un la di ogni e si cenza liin menica do- facesse camminasse salutare senza parole quando messa che serva ditore ven- bensì aveva condizione a accompagnare cogli per facciars af- né due parenti veva do- poteva chiamare Ella chiesa in e per lui, non terrazzo, scambiare o di non casa, sul finestra, alla di in era assenza Giovanna, signora il prendere con Neil' alcuno ricevere Ramingallo Martino proverbiale. divenuta sua di gelosia La MORTE. E alcuno. matrimonio la signora , Giovanna N. DBLLA non MiRAGLiA aveva - Storielle mai Siciliane. fatto di parlare la 1/8 STORIELLE . sè; aveva SICILIANE. tenuto sempre Martino, istintivamente, pochissimo qua di e le per e improvviso, sorprendere La Si ogni in za obbedien- gli non di vestita dianzi Chi ? . anticamera Ella e' : sorrideva, dei era . modo le gnorante; voleva a chi una parava aveva la turca : la . fendersi of- senza In in sua cosa naturale. testa piccina; fondo to. mari- suo Somigliava donna una di gelosia bene. » . dolcezza, con della parlavi, fa ? poco sospetti degradanti. orgogliosa Gli Con chè Per- « Perchè ? . qui, era . va vede- tempestava uomo; ?. no pareva- tutto; sciocche così, oggi dita de- sempre . sei per casa, Tanta domande seduta stai a , adombrava in di moglie sua s' insinuava gli calma rassegnazione rivale un l' al- ma ; fosse, qualunque domestiche. naturali. fumando botteghe sempre tanta e di moglie. sua cure occupava giornate ansante correva trovava alle le dovunque mente, Si sospetto un geloso cianciando, le per se facesse, cosa lei; passava mirevole. am- era ragione. là, oziando, piazze nella marito, suo senza di condotta una che qualvitù schiai- Era non cor- l80 STORIELLE I due vide si legni il fuoco SICILIANE. di quale rispose con alcune ancora rimisero si in va muove- saluto un lieve. Gueli Lorenzo e si inchino un Ramingano legni indovinò e Giovanna che sigaro un tenebre, nelle fermati. erano tino Marbiarono scam- i due parole. Dopo, cammino, al dietro uno air altro. Dove — Giovanna a tuo avertelo Ripartirà nostra. amico ? domandò detto. Viene marito. suo Credevo — il va domani sa ca- a la per sua tenuta. Giovanna cadde marito, suo che dalle così geloso, Il Gueli signor era ma La dunque forse di giungendo delle candele. Aveva fisse qualche sue nel Era casa, bel un dolce pupille vuoto, immagine casa pria... pro- gio colle- in ne; giova- essere Giovanna a 1' aspetto gentili. Le in brutto. maraviglia allorché mai re permette- stato era lui; doveva con poteva alloggiasse uomo un Come nuvole. si lo attraente, vide al giovane le e me lu- do. bion- maniere stavano azzurre come accrebbe, se vente so- vedessero lontano, non AMORE si dove, sa al MORTE. E là di del 161 mondo nostro . Giovanna insolito, nel piacere un provava . . guardarlo. Al mattino in ma Martino in casa di lo aspettava Sul più nella trovarlo, di le pareva distrarsi. verso per bene era egli creda gente qualche rideva tranquillo. non era trovarsi con si recava sotto D' in casa, con vedere in monotona. sentiva quel giovane nella se ordine qualche Si tono commet- tronde, alrenzo Lo- Giovanna e fraquenza a camera. sua però, Ella, La suo cominciò gelosi si non il gradatamente, poi, viveva di evitava sorvegliava mariti simile. allorché Giovanna stanchezza, che Martino naso. stava I spesso incongruenza il fosse soli. lasciarli pronta impazienza. moglie; fiducia, fosse dalla sempre Ramingallo. con sua e ; va occorre- momento era principio, Martino amico Gli ogni stanza sua partì , spesso. venire e La tenuta. a tornò seguito andare Lorenzo seguente e cosa. egli se L' sogno bi- aveva esistenza, Provava il ora, bisogno di invicibilmente attirata gentile to tut- camera e quasi timi- l82 SICILIANE. STORIELLE do, burbero cosi da diverso tanto curiosità di nascondessero occhi azzurri si riflettessero lucidi il come udir voluto si serena, in quegli tratteneva S'in- mare. lungo, volentieri, a vrebbe fronte quella e dente un'ar- quali pensieri sapere dietro quali immagini spesso Aveva brutale. così e marito, suo lui; con quella sempre a- voce soave. Egli e nondimeno, che, avendo altro seduti giorno, al portava collo. subito ! Signora — Perchè — Egli rispose. non Non Che folata volto di eh' di renzo Loella si rosso , tremante voce ; via. ! andate ? aria con — una divenne con signora lazione, co- a siesta. fazzoletto Egli disse e sul del testo pre- no chiacchierava- finestra, sbattè cocca di 1a trovare troppo po' un lei con aprirle, col mentre la presso una alzò fare sciroccale vento fece mangiato voleva Un di rifiutò e grado le giorno un chiusa, porta buon di stava pure voglio faceva Ella sorrise ed provocatrice: andarmene... Martino, in quel momento?.. giunse, ag- AMORE Me — E andrò ne si mosse E — Ella chi che ? cosa collo, preso che sul ridere. a avete Tirò io tese voglia il le come che si e vogliono le con volesse quasi , fare: a avanzò Lorenzo verso mise si ? portava quando balie se. dis- mangiarvi volto, bambini, i spaurire lupa? una per il fazzoletto capo nascose 71ÌL ! iiJi! mani di ? scoppiò Credete al lei. voi. Mi — chiese paura. di Di — Lorenzo. uscire. paura? Sì, ho — io, disse per Avete — 183 MORTE. E graffiarlo... afferrò Lo gli Ella lasciò la falda libero e disse Vedete — male vestito. bisbigliò, ve tirò gli del E- pallido. era Lasciatemi, — lo ed tremava falda la per che non un ne prego. ; poco infine, : vi ho alcun fatto ! — Chi lo sa! rispose Lorenzo, con un sospiro. Partì giorno per la finisse, tenuta, sua e non tornò prima più. che Giovanna il 184 STORIELLE SÌ struggeva giornate Non ad le che alcun di non gusto che Ogni Perchè Non — E un E — amico di egli davvero un da una di marito suo timenti sen- : Gueli? Lorenzo vedere? e : che pezzo il mio Andiamo a Ella varlo. tro- indossò paglia, rotondo, bianco, grigia, e si nato or- nì mu- ricamato tutto ranci. mostrarsi Lorenzo. elegante Il avvicinarsi grande, lei a legno. piuma gran parasole di i suoni gridellina, lucente; mussola cappellino forte, neir era il un Voleva occhi viene. non di rossi pianoforte, nei disse gran attaccare fiori lente do- so. Lorenzo un più mattino vestito mise lascia lo Fecero un a amico il tuo si non esalare chiedeva tanto fa il non Era leggere. a tempo. dominavano. la Che — ed il lavorare; suonare saper trasfondere per di Non eterne. passare voglia Ora, le invano. lunghe, modo più aveva provava di aspettarlo parevano in sapeva SICILIANE. ma cuore alla bassa, e le bella agli palpitava tenuta. di meschina La sa ca- ap- AMORE addossata paranza, in schiacciasse. era deserto; angolo un il incontro ai suoi Martino, che bianca, di colpì accanto Si — E si e sta sdrajò Lorenzo a un bene sul coperta vano vede- si ritratti, tolti tavola. libri fucile Un in un golo, an- rugginoso. disse letto; sedevano bili, mo- Parecchi vomere qui, di menti orna- era diversi sulla di senza appoggiato stava soffitto opposta illustrato. sparpagliati due finestra, era stanza priva parete vignette, e' una — col ma parete giornale un erano a Una santini; sulla da abitabile alla sorta. alcune signora, non casa altre, quasi tende senza andò te cordialmenalla la tutta stanza le come devolmente gra- inaspettata, mano fresca, pulita, canne di la In sola una sorpreso smontare. a Entrarono. e, do uden- ve compar- salutò amici, porse ajutarla per visita tile cor- dormicchiava Lorenzo soglia dell'uscio, rca pa- il abbaiare, ad legno. della che caldo; che cane mise del rumore sulla Faceva un si roccia una a la 185 MORTE. E Martino. mentre presso sua alla glie mo- vola. ta- l86 STORIELLE Come — il passi al Giro la maggior , giorno, la per Poi, quando Ah, — ti Provava e di riposi dormire, il La dolce rilassava Le cullavano. Un Lorenzo A poco e sorridendo, silenzio a chiedendo — tò. addormen- russava. si Ma tacquero. lei che Fu rono, guardail loro e lo ruppe, più venuto in nostra? Ve — l'ho perchè — Mi già ho credete non voce: siete non lo moglie Giovanna lungo. sotto Perchè palpebre. sua si poco, za for- Una le di sta. te- stanza d' inconvenienti pieno era durare poteva e preso alla ì nervi. dopo, Lorenzo sole della e a ! si riposar- dato aveva chiudeva di momento Allora, Il pure. gli gli di bisogno dolcemente parole Bravo ? temperatura irresistibile sarmi ripo- a vengo dormi ? egli viaggio i lavori. dormo. grande un durante gli stanco, sono del parte Sorveglio tenuta. leggo, fumo, e gendosi vol- aggiunse tempo? amico. suo Bene. — SICILIANE. te: schiettamen- confessato paura di dunque voi. pericolosa? sa ca- l88 STORIELLE Io — SICILIANE. Il pure... delitto .separati...Ho abbandono ! è non di dopo cucina arrosto. La la sulla con Ah ! fra fra Sedettero era non capiva tanto mangia e tavola come per ora si era ; non vano. scambia- cominciarono subito un a po' continuamente, gazza. qual ragione riserbata, dendo ve- fame. moglie che una frutti... di quanto sua bevve cacio ! disse ! Ho e tò presen- di si e parare pre- di svegliò. lieta, parlava volubilmente, si pieno sospetto Giovanna mangiare. vino; a per forma occhiate delle accorse capretto si Lorenzo re odo- soprastante, stanza, Bene more. ru- grato un una poco, alcun aveva forno udito contadino preparativi. avvenuto di del Martino i si moglie paniere un rumore. Non un con tuo mi, trovar- a Aveva veniva Un del te malinconicamen- nella tavola. soglia, e — entrò vere vi- felici. sé. al messo polli, spesso il capo da di tanto, Saremo respinse aver fresco verrai Dalla alcuni Al Ora, scosse la e sofferto vero?.. Lorenzo .sarebbe ella fosse Martino d' ordinario tanto e- AMORE Quasi spansiva. così. L' pure a Ma la volto; Avrebbe non ridere; inflessioni di sul il di piede de pierenzo, Lo- entrambi, e non più; il parlare a adesso, voce, nel coltello punta. aveva continuò sua e si contenne. e matura; era amare riso suo c'era e aveva cosa qual- sarcastico. Quando il desinare alla To — le sul- visto sforzo uno la ma nel il coltello ammazzarli non mangiò il tavola. tagliente era Non a fece fece scolorò aveva posato alla vendetta attaccò raccattare terra, per voluto ma si più, gli morirono a moglie sotto La il riso e chinandosi sua si tratto un a cadutogli subito; moglie sua di egli cianciò, rise, parola labbra: di di lui. Anch' chiasso. gli piaceva quasi allegria 189 MORTE. E ! finestra fu e disse di stormo uno facciò finito, egli si af: pernici lassù, , sul colle. il fucile Prese di ucciderne guardò stoppie. ed come qualcuna. camminare Poi, uscì, vedendolo per un per re tenta- Giovanna poco scomparire lo fra le lonta- dietro no, si buttò I collo al le capelli in due di le capaci Ora sei donne deve Martino Egli che sangue di gli da ricinse il busto si che quegli carboni A un le con sue dichiarò nel caldo femmina resisteva egli egli ciamento quell'abbrac- l' alito Ma il capo. eh' che qual- gli infondeva due vedendo di sorprenderci. robusto, come girare Allora, di di corpo scoppiettanti facevano forse l' odore dal to. presentimen- accorto dolcezza. Giovanna, vaporava essersi nondimeno tanta tanto sol- sono diceva. triste un svincolarsi voleva cui di za; paz- 1' intraprendenza mio, tutto medita e cosa Pareva oneste. ho Lasciami; — caviglia, aveva amore; mio, alla nere. l'impudicizia e — trecce assetata e brusco quel a fino scesero bellissime porta Lorenzo. snodarono le la , di si e era chiuse poggio un movimento di SICILIANE. STORIELLE 190 le occhi accesi, gli certo to, punella ancora, lunghe vinto e ce. trec- cessò resistere. abbracciati Stavano tra allorché si i baci udì un le strettamente, più lieve parole, insensate rumore gliavano bisbi- sul tetto. AMORE Lorenzo disse, E levò sotto il MORTE. I9I l'orecchio tese capo, e voce: Ascolta ! — Sarà qualche — No, — Siamo stati ella smossi; la tratto Siamo Ella più fiamma rimbombò fucile Lorenzo per allo stesso i Giovanna loro cuori punto. a a Lorenzo si ma lui. I un l'uno cora. an- avviticchiò, loro tevano bat- cuori sull'altro.... brillò, nella e terra; a filtrava fucile. nulla; forte erano comparve bisbigliò violenza, fosca sole dove un disse con Una di perduti! non strinse da punta tegoli di raggio canne — Martino... lui. Alcuni pure. un le traverso è gatto; un ! perduti Guardò si è non gatto. e un colpo stanza.... caddero cessarono insieme di re batte- di ROSOLINO DON Ogni da tanto, vita Questa che prenda io nella di In giulebbe, certe e' il N, o MiRAGLJA pagargli un bicchiere -S"orie//e tadina con- vecchio un mo col- pieno soldo. un o la sera, do quan- l'ombra, calava parecchi ad ni giorstando rime- qualche con a a i chinino, mattina andavano ajutavano DELLA la sole stagioni, preti lo per ore, era le e tardava pretendeva o bisogna passava pesando leticando unguenti, conto medesimo: durare; male: molto spezieria, che sé solino Ro- moglie. infatti Viveva fra può non Don tempo, diceva speziale lo — lungo do secon- galantuomini, tenergli ammazzare Siciliane. versi di- compagnia il tempo , 13 STORIELLE 194 rivangando pettegolezzi i qualche del se andavano, la prossimo; ma alle poi, quando tutti bisognava ridursi e aggrottavano ra, Allo- paese. rideva quando spezieria si ciglia del Rosolino don volta, spalle ne SICILIANE. a la e dere chiule casa, sue veniva di- mente sua cupa. Era solo al servi nò 1' acqua dal cattivo cibo di gli ; Teresa toccava gli mezzogiorno a rado il letto; Un stanze. alto i mobili e bianche, erano di non le masserizie e guisa a- don Certo, d'unto; di le serve CO.SÌ oggi ! D' luridi era serva; una tanto sono i facilmente altronde , copriva larghe chie mac- ragnatele festoni devano penfitti. sof- dai abbastanza co ricdava: si fi- non ma immorali padroni, gli le pareti prima da le Rosolino prendere per le ; di mai polvere deturpate sputi Rifaceva quasi di gamento pa- no, pentoli- un punto. strato il ro monaste- dietro mandava spazzava sé freddo del dentro in renti pa- da tirar a mangiar a favore, per nò aveva l'abbadessa che Santa non ; e pozzo e d' mondo pareva e al bano ru- giorno che, con 196 STORIELLE facilmente da il provano le chi SICILIANE. di bisogno ami sensibili le persone tutte amare non o e che no trova- non decidersi sanno a , scegliere. Rosolino Don voleva di Giulietta di di da Francesca di poi di piacciono mai a Rosolino la cose, due tre speranza i suoi le e, di di d' ; ma che sa pendon altronde, per all'età ad del Palermo, trovare gusti Romeo Nessuno fino fanciulle a se aves- darsi guar- frequenza. con viaggi curava l'eleganza e egli proclamò per si affaccendato specchio anni, una tornò alta di il voce paese con sposa ogni qua- e ce fe- la creta se- condo se- volta solo. scoraggiato, poco fisiche sé, trasporti lato, egli donne. troppo disprezzo A alle lungo tempo, o Non distinzione siffatte Durante ardenti suo qualità tanto era allo rant' le no Paolo, dal in no abbando- puro Rimini. se, sapere oppur del degli e roina all'e- riunisse e qualcosa era somigliasse dramma qualche esempio, per che non altissimo, ideale un giovane una e sempre Aveva mai. contento o cercava a poco, giunse un momento in ROSOLINO. DON cui e decise di tórre del di transigere in moglie Le paese. parecchi per fermò o sulla chiamava bella, po' un di ma di Prima al sera, spezieria via il balcone di principio, di Rosolino, per intesa ; spesso alla migliore, graziosa, alla figlia.Non dubitavana, matti- la alla la prendeva ripassare e passare fare andando casa, a vace. vimale for- volle allora, e non domanda una to sot- lei. Maria signorina la badò non o almeno sorrisi, non cominciò se ferrata, chinando ne e si il busto de dieparire com- sorridere a più tanto sedere manovre vedendolo poi, ma si non alle Egli interpetrò da E- simpatica, lontano, maliziosamente. quei ralmente, natu- e ricca, Rosolino nulla, don modo rivista, abbastanza tornando o da vani gio- Frazzanò. mezzogiorno, a per accorse di Maria presto; più lunga, In sulla don corte conquistarla la pensiero, rivolgere padre, di in tutte scelta signorina molto le tra peggio. si una ra ideale proprio qualcuna col la meno Costei col passò mesi, 9/ 1 nel che miglior lei si alzava appoggiava e il capo 198 STORIELLE la verso Don strada, tanti Parca volesse alcuno, si signorina verde messa farle di Lì non le con scoppiò a tutte speziale Il al le a che è pover'uomo gambe, di vedere cielo, togliendo continuamente, davvero. Aveva profferire si va, ser- gridando: casa, Rosolino don lo pazzo. se e la diede i rimettendosi come infatti alzò, si mise e solo, alzando e tonita; at- nuava conti- sorella, la aspettò parlando punto ch'egli tenere, diventato non che guardarlo, la mamma, in al fragorosamente persone Venite — a la chiamare ferrata, più fino a parole ridere a stuoja mani. rimase alcune voce tre men- della gesticolare, udendogli a era all' uncinetto, sapeva poi, accorgendosi sotto caldo, sulla giunse segni e' lavorava cavalcioni trovasse, amato. non all' ombra lì, ella per via tenti! in- cose!.... essere dal Maria che dei di glio... me- occhi tante moriva a si mondo dire nella balcone, Rosolino don pensieri negli che perchè sul guardarlo per si convinse giorno un la come Aveva Rosolino E SICILIANE. se un gran pugni il cappello fosse pazzo disordine OON nella mente; orecchie Don di narrò ! illusioni di lui, lo Ma fatto aveva sa dice un da come, discendeva tutti roba, una tempo, stati secondo rustica tuomini galan- Quanto figlio... era che dire settemila onze, una di professoroni, tutti e' campo, e, stirpe in un arricchiti ficit.Egli, invece, padre di le neva apparte- maccheronico, di dote Rosolino di contadini speziali non dunque Ella villana erano chiudere, con- voleva un' antica da eh' intendeva don poco proverbio progcnics semper mortificarlo. onore. famiglia una a Dio troppo rato, atti- aveva per Veramente, ?... sposare burlata era lo e faceva si si Chi ? bisogno propria non Che ? ? successo casa egli scopo vestito. il infame; civetta la è a lusingato, aveva quale con vi Frazzanò modo un co medi- del provava Oh, Maria in falda condusse tutto... vava le- gli compare che ? che lo le ; collera suo la per Rosolino sfogarsi, gli un andate C)(J occhi. correva, Dove — la degli trattenne confuso e ronzavano; il lume lo I umiliato era gli Mentre ROSOLINO. ; casa, se ella egli una pure a aveva sedeva pos- vigna. 200 SICILIANE. STORIELLE di parlare senza di e certe di sempre, Parlò un gran — — A chi A Maria E — Bene. Si misero Don subito andare di erano di Maria per la lo per la ma ad ; non to! rifiu- Un dove rebbe sa- Frazzanò, giovane quanto , di nipote quando un l'ebbe il averla , disse più se vera po- lei, meno... Scelse Riggi; di poi, ricca voleva , il le verso una sposasse rine signo- compare rifiuto... E che. ricer- le necessità grazia?.. risposta No ? un nelle suo la tra; al- quest' per tirarlo a ad Rosolino Don : risposta. una accordo invece e ostinava perchè la così altra. inclinava incontro e anno... insieme sostenendo povere, un' cercare a più ricche, si mentavano au- Piazzano. Rosolino medico che conchiuse darle tuo mu- ? non ma a ? come — in e bisogna Sposando — rendita anno pezzo Compare, — di cartelle certe date somme compare certo canonico scelta e medico ponì s'inca- gli DON I — parenti Perchè — I molti, non ma ; Poi, porta sulla ebbe il in dove stavano che al in mano più lontano, — Andai posò si coi dalla fu quale Vedere di quella da un spesone. per- don pezzo sùbita tazione palpiche neva te- andargli contro, in- : premura entrate. cenni era, che ve e gli le con che persona cosa e- soglia, per dov' io la il barattolo compare, restò lato, segna- parecchie una mosse con risposta ; manda do- canonico, sulla provò e r altro giorno aspettava cuore, Entrate, Ma to reca- verso riunite lo dicendo — non fargli una col mogio fermarsi vederlo impazienza, con ciolarli. snoc- sarebbe per parlato avere mogio Rosolino si che venerdì, un avviò Nel di gua lin- ambasciatore Riggi, domani, zieria, della punta li se regola. dopo si il medico coraggio siccome canonico al daranno. e tutti promise pena, dal la ve erano ballare sentiva gli non 201 ? perchè E ROSOLINO. se fatta ne da parole: sapete. l'avevo non disse La pre- fa niente, 202 STORIELLE Niente? — Proprio. — Il compare suoi, n' ce medico era bisogno; don che farsi la mancava in mente freddo, Per le ria necessa- il fondo della del un provvisamen im- secchio gran invadevano crepuscolari spezieria, si nessuno e Dopo un' ultima furia già tramontato, era turbamento. pretesto, di permesso disse egli porta Fino e quel a se ne rimase tardi era corse ac- to esegui- aver ricetta eh' chiudere. preti presenti la sentiva buttato , i aveva eppure avessero il sole ombre prime un gli : diaccia. fortuna, in particolari d' animo addosso non be avreb- non turbatissimo; Era gli se resto, Rosolino dei i fatti per altro; del combustione, come d' acqua andò ne tranquillità ascoltarli. per se aggiunger senza saputo la SICILIANE. e prese ed galantuomini I andarono; e al dentro, gli sprangò bujo, solo. convinzione la momento il chiese , di poter aveva trovare fatto sopportare l'umiliazione zanò. Ora, un'altra però, sposa con bastante da inflittagli tutte le sue presto Maria credenze, gli sofia filo- Fraztut- 204 leva: Frazzanò, Maria ed Riggi II SICILIANE. STORIELLE desiderio di idealmente. cosi la sensi delle egli nuovo immagini lungamente; il e sultato ri- fantasticaggini con menica, do- una bel un stito ve- lustri si con era trasformazione sua dove paese, non il gli primo indiscreta, ogni a rispondeva eh' scherzi A matrimoniali. domanda egli tre o Egli ridere a ce fe- due per d' altro. parlò disinvoltura fiaschi diretta dai spezieria... casa la nel settimane recenti brici; lu- scarpe. chiasso ed solito raggi capelli ritinti,neri, coi Naturalmente, amici di giorni dopo, di uscì e le come alcuni che il per — eccitata notturne sue ancora. libertino strane della così, desto, fu questo: mille tenebre le Sognò rendeva immaginazione, di nico cano- recuperare splendevano ora sua femminili di e pupille, sue popolava , lo del altre vendicarsi Le smorte, nipote altre, molte perduto, il tempo la portava sop- degli dei suoi ogni sione allu- troppo era tuttavia , troppo giovane capelli bianchi in patria per e — adattarsi che nessun cosa di a portare profeta cui non è gli i cetto ac- im- trovato a quante Menfi, altronde, le anche un uomo Chi invero? oziosi le o in carte della parte via! il confronto alla A che nella suo a poco si e In un fargli o 1' si ravveduto di un col sole con e via, Eh, che nean- gliore mi- partito credere la Maria testa era il recherebbe la mano le di se co- ve nuo- mente ferma- Frazzanò chiedere altro, accettare ed campagna, col era la passano possibile , persona bocca? in momenti che a giorno in empì certi persuaso tarderebbe che con comarca. fini poco diceva chimere. e' to tut- compagnia, era non tanto stanno sudanti?.. e non lontana; del che spagliano, affannati pioggia, che quei galantuomini sigaro vita rebbero sa- re, contrappor- altri quegli mietono, arano, di col e di qualcuno maggior la mano poi di spiantati si presto volevano casino al giorno siti... Di si trova non qualcuno e altri avvedute gli Forse Sciacca, concittadine sue lui come facilmente... il ed dubbio senza a voleva spose Caltabellotta a be avreb- all'occorrenza nulla, perchè portava 20$ ROSOLINO. DON scusa, canonico a non e Riggi, pregarlo della che in nipote... I 206 STORIELLE Sebbene in molti poi, nipote del da pezzo un però i di anni siano sebbene le perduto di stancato tutti, ora i tanto tinge La in capo. dell' allo aria, cambia invece di don ma suoi esser quest'ora idea di si vede il piazzale di ha giorno, è quasi e, sa; ros- i più; sessant' circa ha non e Con di tutti i gonnella : una cappello ci bada non degna una la e egli assiduamente sempre ogni prender moglie. di trovarne vede neanche. ci pensa non ma col spesso Rosolino ogni 1' impressione colore concittadini A volta quelli che sotto nera, Egli tingerli a una specchio, tintura, lino Roso- za frequen- cominciò , guardandosi preso illusioni. tingersicon cernecchi soli abbiano sue la e entrambe, don capelli;e prima rado Frazzanò Riggi marito d' allora passati Maria canonico ha non si è SICILIANE. le passeggiata la smesso la speranza lui, frequenta luoghi chiese, dello in cui le versazioni, con- Stradone Calvario, dove del ni, an- nelle re se- estate, le principali famigliedel paese stanno sedute il fresco. a chiacchierare e a dere pren- DON Dappertutto, si e Se di tenta si commuove, poi Frizzi — qualche mostrarsi esalta, tela ne, giovain va le Son solo si esta- e' è in bella, distinta, Per il dalla di ducata in speculare in modo sembra un di me, dita, ven- : se, spe- vostro se pae- signorina una contadina, com' di la Madonna, giojellie le desidera, Palermo, così e gli te precisamen- la egli monastero gozio ne- ambascerie, lei c'è di paese mossa qualche sulie straordinario quasi nel conchiudere signorina una in faccio non se ogni di nel gli offrir- per ricca. speranza che e per solito, o casa, sposa o invariabilmente Guardate una Chiusa spezieria, risponde ora. di degli asciugamani o egli per contadina nella entra della dice 207 nulla. per di ROSOLINO. bella quando accendono le la e- ca ric- che rano pa- le cande- intorno. Nell'udire ride siffatte beatamente, le i denti ha e sentito le cose, aggrinzando labbra, gengive, 1' odore di Rosolino don il naso, lasciando come un cartocciando ac- vedere asino qualche poledra che in 208 STORIELLE una fermentante. pozza fuoco; i in versi li ora declama Il erotici gioventù ed gli veduto Alcuni lo forse a fra sé, citate re- moria, me- li ora col rivolgendosi forse che bero dovreb- mentre invidiarlo. Chi in ha non esiste... non compiangono chimera, una alla fanciulla che e de pren- tragedie rivengono borbotta qualche a cuore suo delle enfaticamente, pensiero mai SICILIANE. tro die- corre non mondo questo e , chi vantarsi può volta sola consiste le negli la altre si trova è quella averle di chiome lucide sforzi che moglie che afferrato si ? si mai. ?M" cerca felicità La fanno preferibile sempre una giungerla; rag- per a le tutte e non INDICE Filosofia coniugale. . Filosofia La Un . paterna d' Conca romanzo Perchè oro naturalista 59 dell'istinto . Paesaggio di » 71 » 81 » 95 . fu festa 33 47 Paese La » ...» . Come I5 restò. Antonio morale » ...» Viaggio La i pa.g. . Diana » 103 » 121 » 129 Una masseria » I43 Una festa » i53 » 163 » ^77 » i93 La pazzia di Don Saverio . Amore Don e Rosolino morte . 2 CATALOGO. Catania Casamicciola Scritti — M. L. Rapisardi , Silvestri vari Giselda F. A. O. , Rapisardi , Ardizzone, ga Ver- G. Capuana , , di Perrotti, G. , I ecc., lume vo- in-iS Catania suoi e dintorni G. A. Don — Charitas DalV — benetìcio a in De Bernard C. Galeotto De M. Mauro i in voi. i Codice De in voi. 2 Roberto F. Peliciani C. Gallo Eva.... G.— Galatti A. — Le Gambèra — Golisano G. — critici, in , prima Parte i Casto e voi. sue i v. in delle 18 3 50 — 2 » — 50 — del alla 12 in 18 25 2 » v. — Scuole Teorica i — lia Sici- della applicazioni Giuseppe, — scolo Opu- » uso — i 12 ad — algebrico Il Canti spoliazioni Algebra geometria, — all'erta!..., secondarie, calcolo 6 » Opuscolo P. 4 » antiche — Studi Leopoldo — marittimo 18 in 1 » Padre — » » 16 in voi. 2 . 12 Arabeschi— — » lume vo- 12 militare penale — Diritto . Il 4 lume vo- i di elementare Costituzionale, » » 18 Corso — 12 innocente, — 25 na Sicilia- inondati, degli Il in Strenna — illustrato voi. I — Gli prima parte — 4" in i » . Po al I con Città edizione, Etna i6 in della Juan seconda Amori, voi. i — topogiaflca pianta Cesareo L. » i — CATALOGO. Guida Generale Sicilia— di circa pagine 700 Città principali ed linee i8 in di carta una di delle piante 9 con appositamente ultime voi. i disegnata cilia Sile con ferroviarie L. 5 .... La » stessa tela Guida del voi. i — 12 Città ...» Etna principali Professionali Sicilia Ditte V. Rosa Prose — in voi. 2 — tistiche, Ar- xS in 18. . A. Longo Sillabario — e corrente, » Prime la L. nel I Milazzo M. voi. Versi, della Miraglia in- » — voi. I di 16. » metodo 16 » . Ciceroniana nella versione scuole liana Ita- li, Ginnasia- voi. vexsì, i F. Mezze E. in- 18 tinte 12 — Siciliane, 35 — . » in- 25- — sezione . — — tuitivo in- Donnine, i 12 Storielle 5 — tura let- 18 in » . classe, delle uso Crescimanno Moncada Navarro ad Sfumature, — il in e 2 . Crestomazia latino testo — in prima Nuova — opuscolo opuscolo inferiore, Parco esercizi secondo letture per Lo primi » . . . La 50 — Commerciali e voi. i — Opuscolo — » delle Generale della 4 . all' 50 pianta con incisioni con Indicatore 18 in della Viaggiatore in 6 » topografica Guida in legatura oro e Catania di elegante con — i voi, in- 12 3 — » i 75 » i 50 — lume vo- » 3 » 2 — 50 CATALOGO. G. Nicolosi // — primo ad » la per » primo Grado — la per elem. elementare i** inferiore, secondo sezione L. sem. Lettura — duate gra- classe i." Lettura — sezione Letture — della uso Grado — libro tare elemen- inferiore, 2" mestre se- » » Grado — » doveri / — superiore delP brevemente classi Uomo rSyy) Luglio Opusc. — Cittadino allievi inferiori delle {Legge in- 40 — . del agli esposti elementari » . e 25 — corrente — sezione la per Lettura terzo 20 — tj 12. » 15 — . » Compendio — del Cittadino del Regno Ognibene del diversi A. Pro — in-i2 A vent' G. Pianta della — Città G. Pittaluga — voi. G. Ragonesi — Parte » — state 12 » Fisica voi. in- 18 con Opuscolo Parte terrestre, dei uso per figure delP in- nel 75 i » 50 50 — o Licei, testo 2 » — Aritmetica, 12 » . — 20 . II , — Versi, » di 30 Regno. — i — vate appro- inundata Sillabario — in- Catania 12 // scuole del antti,Wex%\, fisica in- tuto Sta- » Nozioni I. Idem pattia di Geografia I dallo sono Scolastici e razione dichia- delle uso Nicolosi Consigli Opus. Pardini breve guarentiti ad Uomo superiori. Opus, operette da delP una diritti elementari sudette doveri con dei Le dei » . . . — 15 CATALOGO. S. Rapisarda voi. I M. Rapisardi Raccolta — in- di L. 12 XXXI — ni, Sicilia- proverhii Marzo scolo Opu- Versi. — in-iS » ritratto » » Gittsiizia, Versi, — dell' Ai — Carità » Polemica, — S. di Opuscolo me volu- i F. P. in- Salamene S. La — voi. I 12 » La — Scuderi L. Anglista, del Catanesi ordinati ed voi. I Serao M. secolo La — (Libro in-i2 virtù di I. ìiomini F. Pe" — di premio) voi. i 4 » 2 » 2 — » 2 — » 2 — — Mirone, Checchina, via, » raccolti 50 . me volu- i in-i2 Stendardo — ilhistri — Salvatore da . Parte XVIII 3 » . biografie degli Le in-i2 Operaio, 50 I ria Sto- ovvero voi. I delf Chiave — 50 — Ciahattino del illustrata — . » Anglista di Sartini Figliuola . in- 18 — I tica. poli- economia . Sacchero 50 — » Almanacco — — Ode. — in- 18 Recupero 2 » della Carducci 35 — con in-i8 " Rapisardi in- 18 autore volontarii Opus. voi. i 25 I in-i2 . Stren?ia Tempio del D. 4 » Corriere Opere — voi. in in Vecchia P. — La I voi. edite ed Catania, complete in-I2 inedite, 12 Carestia La — di » — Poema Epico 2 » deir eredità nelP — lumi vo- 12 forza 12 educa- 6 — CATALOGO. zione Verga G. Pane — voi. I V. Zappia Zuccarello F. dell' di ( G. edizione) sec. — 30 » — 75 ritratto con critici. la per cenni o di studio.sa Mediante vaglia il tutto si libri commissione una io i per cento. -M- viaggio con 50 vignette. all'Editore per colo Nic- franchi riceveranno sopra merica nell'A- nale, Settentrio- nell'Africa intestato postale Regno 8" in Catania, Giannotta— darà e italia gioventù doppio un volume I del 12. » stampa Meridionale sconto in i8 — Serraglio. ricreativo iana Chi 2 Napoletana. — Panorama in in op. opuscolo rArte—?)i\xà\ Vita — Stiavelli porto , autore. Per — O. Ode, — — Ribrezzo. — Fava i » Giacinta — edizione) 12 corso L. » (seconda Pensieri, — L. 12 Nero in In » in Risorgimento — Capuana voi. 1 di notati. Lire 20 godrà lo Stampato ueir Ottobre coi del Tipi Catania in di MDCCCLXXXIV Lorenzo Rizzo.