La dignità delle donne…siciliane
Le donne siciliane sono state per troppi anni relegate all’unico ruolo di mogli
fedeli e sottomesse agli uomini di famiglia (padre, fratello, marito, figlio).
Per troppi anni esse sono rimaste in complice silenzio, inesistenti nell’impegno
politico e sociale, rispettose dei misfatti e dei crimini compiuti dalla mafia , spesso
trasmettitrici dei disvalori della cultura mafiosa. Ma tante siciliane, soprattutto
negli ultimi anni, hanno messo in discussione questi luoghi comuni. Sono donne
che con il loro orgoglio, con il loro sacrificio, con il loro impegno, con la loro
ostinata voglia di cambiare, hanno sfatato l’immagine stereotipata della donna
siciliana e con tenacia continuano a farlo. Alcune di queste donne, come Felicia
Bartolotta Impastato, Francesca Serio, Rita Atria, Rosa Balistreri, ci hanno lasciato,
altre come Rita Borsellino, Piera Aiello, Letizia Battaglia, Sonia Alfano, Pina
Maisano e tante altre, continuano a non rassegnarsi , a lottare , a sognare e a
lavorare per potere vivere in un mondo migliore, un mondo meno violento, meno
corrotto
e
razzista,
in
un
mondo
finalmente
“infimminatu”.
Il cammino di libertà delle donne siciliane ( e non solo) , è ancora lungo ma è
importante non arrendersi, sostenere le proprie idee, avere dei valori e degli ideali
per cui continuare a combattere e resistere.
Le donne siciliane che abbiamo scelto, coraggiose, testarde, determinate, sono
validi esempi della grande dignità di cui le donne sono depositarie pur vivendo in
un mondo ancora maschilista e ostile alla loro completa emancipazione.
Queste donne hanno conquistato e gestito la loro libertà scrollandosi di
dosso le decisioni altrui, le convenzioni ambientali, le ipocrisie e le pastoie
della tradizione, le catene della cultura mafiosa.
Cosa dire delle donne che appartengono ad un contesto mafioso? Alcune
hanno assunto il medesimo comportamento dei loro congiunti
condividendone la violenza, l’arroganza, la corruzione e sostituendosi ad
essi durante la loro permanenza nelle patrie galere. Hanno rotto
platealmente con i loro familiari che si sono “pentiti” bollandoli come
“infami” o consegnandoli ai killer perche’ punissero con la morte il loro
tradimento.
Altre donne “mafiose” hanno invece spinto i loro familiari a collaborare
con la magistratura rischiando a loro volta di essere punite ed uccise dalla
mafia: è il caso di Margherita Cangemi, moglie del boss Antonino
Calderone, di Piera Aiello, di Rita Simoncini ,convivente di Marino
Mannoia. Per esempio la madre ,la zia, la sorella di Marino Mannoia sono
state uccise per punire la sua scelta di collaborare con la giustizia. Il
cammino di libertà delle donne siciliane ( e non solo) , è ancora lungo ma è
importante non arrendersi, sostenere le proprie idee, avere dei valori e degli
ideali per cui continuare a combattere e resistere.
Indice
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Margherita Asta :Albano Michela
Piera Aiello :Serretelle Carlotta
Sonia Alfano :Gaglio Veronica
Rosa Balistreri:Di Maggio Stefano
• Felicia Bartolotta: Leone Paola
• Letizia Battaglia: Finazzo Silvia
• Serafina Battaglia:Brancaleone
Luca
• Rita Borsellino: Mancuso
Myriam
• Michela Buscemi:Giannò
Davide
• Graziella e Pina Campagna:
Vitale Vincenzo
• Suor Anna Chimenti:Nobile
Luigi
• Anna Cuticchio:Rizzo Atanasio
• Pina Maisano : Speciale Marco
• Dacia Maraini: Cracchiolo
Federica
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Bice Mortillaro : Vitale Zjnia
Graziella Proto : D’Asaro Fabio
Pina Suriano : Raspanti Cristian
Franca Viola: Brancaleone Luca
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