(Allegato 1)
SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN
SERVIZIO CIVILE IN ITALIA
ENTE
1) Ente proponente il progetto:
SPES- Associazione Promozione e solidarietà
R12NZ02016
2) Codice di accreditamento:
3) Albo e classe di iscrizione:
Regione Lazio
2
CARATTERISTICHE PROGETTO
4) Titolo del progetto:
Diamo voce alle donne senza voce
5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3):
A 11 – Assistenza donne con minori a carico e donne in difficoltà
6) Descrizione del contesto territoriale e/o settoriale entro il quale si realizza il
progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori
misurabili:
Il contesto settoriale entro il quale si realizza il progetto è quello della violenza
contro le donne, un problema mondiale ancora non sufficientemente riconosciuto e
denunciato. L’ONU e l’Unione Europea la definiscono violenza di genere, cioè una
violenza che si annida nello squilibrio relazionale tra i sessi e nel desiderio di
controllo e di possesso da parte del genere maschile sul femminile.
Si tratta di un fenomeno che si sviluppa soprattutto nell’ambito dei rapporti familiari
e coinvolge donne di ogni estrazione sociale, di ogni livello culturale, sia pure in
forme e proporzioni differenti, provocando danni fisici e gravi conseguenze sulla
salute mentale e comportando alti costi socio economici non solo alle donne ma
anche alle comunità in cui vivono. E’ quindi definibile un fenomeno trasversale, che
colpisce da un lato donne di ogni condizione e dall’altro è perpetrato da uomini di
ogni tipo e condizione.
E’ largamente diffusa l’opinione che la violenza alle donne interessi prevalentemente
strati sociali emarginati, soggetti patologici, famiglie multiproblematiche; in realtà è
un fenomeno che appartiene più alla normalità che alla patologia e riguarda uomini e
donne di tutti gli strati sociali, si presenta generalmente come una combinazione di
violenza fisica, sessuale, psicologica ed economica, con episodi che si ripetono nel
tempo e tendono ad assumere forme di gravità sempre maggiori.
La violenza contro le donne è una violenza di genere riconosciuta dalla comunità
internazionale come violazione fondamentale dei diritti umani; ed è per questo che
non la si può considerare solo una piaga sociale.
In questo contesto si inserisce l’attività dell’Associazione Telefono Rosa ONLUS,
nata nel 1990 per valorizzare e organizzare le volontarie che dal febbraio del 1988 si
alternano all’ascolto delle donne vittime di violenza e abuso.
L’Associazione ha la sede nazionale a Roma e sedi periferiche a Torino, Verona,
Mantova, Varese e Campobasso: una rete che permette di indirizzare coloro che
chiamano da altre realtà a trovare il centro più idoneo ai loro bisogni.
In Italia è del 1988 la prima ricerca condotta dall’ISTAT, su mandato del
Dipartimento alle Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, sulla
violenza sessuale ed è ancora in corso da parte dell’ISTAT un’indagine sulla
violenza intrafamiliare. Nella “Ricerca sulla violenza sommersa contro le donne
all’interno delle mura domestiche. Rapporto sul trend 1991-2003”, Telefono Rosa ha
delineato un quadro drammatico che evidenzia come il fenomeno della violenza non
ha subito una diminuzione nella sua frequenza. Il rapporto contiene i dati sugli abusi
domestici in Italia e fornisce un quadro della situazione che ritrae vittima e
aggressore nei loro tratti salienti, mostrando che alcune categorie come quella della
professione, possano risultare del tutto trasversali rispetto all’atto violento e come
altre, ad esempio il livello di istruzione, forniscano gli strumenti necessari per
riconoscerlo in quanto tale e denunciarlo.
Le donne che si rivolgono al Telefono Rosa hanno un’età compresa tra i 35 ed i 54
anni, nell’età in cui, probabilmente, ci si sente più sicure, più forti ed in grado,
quindi, di affrontare la violenza subita.
Profilo della vittima: Età
In altri periodi della vita forse o si è troppo giovani e, dunque, inesperte e succubi
degli eventi esterni, oppure troppo anziane e, dunque, rassegnate agli eventi, in parte
anche a causa dell’educazione “vecchio stampo” ricevuta.
L’andamento decennale, ci permette di confermare come il fenomeno della violenza
non abbia però a che fare con il livello d’istruzione, ma sia a questo trasversale.
Dal 1991 al 2003 si evidenzia una diminuzione del 21,5% delle donne vittime
d’abusi con licenza media inferiore e un aumento del 23,3% di quelle con licenza
media superiore.
Ciò è dovuto sia alla maggior scolarizzazione nazionale che alla maggior capacità
della donna, con un’istruzione più elevata, di riconoscere le diverse modalità con cui
la violenza si esplica.
Questo dato consente di sfatare uno stereotipo (ancora presente nella nostra società)
che ritiene il fenomeno della violenza - attiva o passiva - strettamente connesso ad un
basso livello d’istruzione.
Profilo della vittima:Titolo di studio (Fonte: Telefono Rosa)
Dall’ultima ricerca svolta da Telefono Rosa (Violenza sulle donne. L’opinione della
gente, 2006), per la quale sono state coinvolte 1956 persone telefonicamente e 400
donne via internet, emerge che l’82% del campione di internaute riconosce come
determinanti le “abitudini e i comportamenti violenti all’interno della famiglia di
origine”. Questo costituisce uno dei maggiori cambiamenti nella percezione sociale
del fenomeno della violenza sulle donne: la famiglia è l’istituzione che meglio
rappresenta la dimensione sociale di un Paese e riconoscere l’influenza della famiglia
vuol dire riconoscere l’influenza della società nella costruzione della violenza.
L’uomo violento non compie solo un atto di violenza, ma utilizza questo come
metodo per comunicare e l’origine di questo atteggiamento è nel contesto in cui è
vissuto, privo di affettività rispetto e tolleranza. Nelle storie di vita degli uomini
violenti così come delle loro vittime, è rintracciabile una serie di abusi e soprusi,
spesso più psicologici che fisici.
DATI SU 848
DONNE ITALIANE
2006
DATI SU 188
DONNE STRANIERE
2006
TOTALI 2006
TIPO DI VIOLENZA
Campione
848
188
1036
Rispondenti [base]
848
188
1036
240
66
306
Fisico/oggetti pericolosi
39
6
45
Economico (patrimoniale, furto,
quotidiano)
77
13
90
Fisico percosse
Psicologico
336
62
398
Minacce
183
37
220
2
3
5
Sequestro
Molestie sessuali
25
4
29
Violenza sessuale
34
10
44
Abbandono
30
5
35
Mancanza di sostegno/alimenti
56
14
70
Cacciata di casa
14
5
19
Stalking (atti persecutori)
27
3
30
28
6
34
266
72
338
Mobbing
Altro
Nessuna Risposta
(Fonte:indagine Telefono Rosa, anno 2006)
La tabella di seguito riportata è redatta su dati tendenziali dei primi 5 mesi del 2007
DATI SU 421 DONNE
ITALIANE
2007 – 5 mesi
(tendenziale)
DATI SU 188
DONNE STRANIERE
2007 – 5 mesi
(tendenziale)
TOTALI primi 5
mesi 2007
TIPO DI VIOLENZA
Campione
421
64
Rispondenti [base]
421
64
129
26
158
Fisico/oggetti pericolosi
16
4
20
Economico (patrimoniale, furto,
quotidiano)
45
11
56
202
27
229
80
11
91
Fisico percosse
Psicologico
Minacce
Sequestro
2
485
485
2
Molestie sessuali
12
1
13
Violenza sessuale
18
2
20
9
3
12
25
6
31
2
4
6
13
2
15
Abbandono
Mancanza di sostegno/alimenti
Cacciata di casa
Stalking (atti persecutori)
Mobbing
Altro
Nessuna Risposta
2
111
1
2
111
1
(Fonte:indagine Telefono Rosa, anno 2006)
I risultati della ricerca permettono di definire la violenza sessuale come un concetto
più ampio che relativo solo alla sfera sessuale, con ricadute soprattutto nella sfera
sociale, con conseguente perdita della propria identità.
I dati ci dicono che la violenza è la prima causa di morte per le donne di età
compresa tra i 15 e i 44 anni; 1 donna su 3 subisce violenza almeno una volta nella
vita; anche le donne in gravidanza sono interessate dal fenomeno.
Ai dati drammatici sulla violenza domestica occorre aggiungere quella forma di
violenza generata dalla rete di pregiudizi e di diffidenza che si crea intorno alle
persone immigrate e che colpisce in particolare le donne, il più delle volte già vittime
di violenze e d’abusi nei loro paesi d’origine. Il flusso migratorio che interessa il
nostro territorio impone la necessità di acquisire la capacità di interpretare e gestire le
situazioni quotidiane delle persone immigrate in un continuo confronto fra i diversi
modelli culturali, civili, religiosi, sociali, economici e giuridici.
Per dare risposte concrete non bastano solo le strategie repressive, come la
castrazione chimica e l’innalzamento delle pene per i violenti, ma è fondamentale la
rieducazione verso una cultura che riconosca pari dignità ad entrambi i generi.
In tal senso si muove tutte l’attività di Telefono Rosa. Le iniziative di tutela e di
sostegno della condizione femminile si basano su un approccio integrato che
accompagna gli strumenti legali, importanti e decisivi per affrontare le conseguenze
della violenza, con strumenti di natura psicologica e socio culturale, finalizzato da
una parte, ad aiutare le donne offese a riconquistare il loro equilibrio psichico e a
realizzare il loro reinserimento nel tessuto relazionale; e dall’altra, ad affrontare gli
aspetti comportamentali dell’uno e dell’altro sesso, onde conoscere e, ove possibile,
prevenire gli effetti negativi degli atteggiamenti di sopraffazione e di sudditanza che,
per ataviche tradizioni culturali, continuano ad esistere nelle famiglie e nella società.
Nel solo primo anno di vita si sono rivolte al Telefono Rosa 3.400 donne da tutta
Italia per raccontare le loro storie di ordinaria violenza fisica, psicologica ed
economica, per parlare del loro disagio esistenziale e per testimoniare l'impossibilità
di accettare le regole di un universo maschile a volte ostile: dall'altra parte del filo le
volontarie, passate nel corso degli anni da 5 a 70, opportunamente formate, pronte a
rispondere alle richieste di informazione e orientamento che tante donne, adolescenti
e anziane sono riuscite a denunciare.
Nell’anno 2005 le richieste di assistenza sono state 3.100 e sono state effettuate
1.298 consulenze; nel 2006 e nei primi 9 mesi del 2007, le richieste sono state in
totale 7.500, mentre per lo stesso periodo, è aumentato il numero delle consulenze,
pari a circa 1899 (corrispondenti ad una media mensile di circa 90 consulenze al
mese). A dimostrazione del fatto che il fenomeno è in crescita ma, parallelamente,
aumenta anche il numero delle donne che chiedono aiuto e si affidano ad
Associazioni come Telefono Rosa, che si fanno carico di seguire le donne sotto tutti i
punti di vista aiutandole a riconquistare una vita ed una dignità. Fondamentali
risultano anche le campagne di sensibilizzazione, destinate sia agli studenti che agli
operatori di settore, utili per farsi conoscere e dare una speranza.
Le richieste arrivano all’Associazione direttamente attraverso il call center gestito
dalle volontarie dell’Associazione, che dopo una fase iniziale di ascolto e di analisi
della situazione avviano quelli che sono i servizi diretti, ovvero le consulenze
(giuridico – legale, psicologica, finanziario – bancaria e la mediazione culturale) e i
gruppi di auto aiuto.
A partire da gennaio 2008, sarà operativo uno Sportello Telefono Rosa presso la sede
del II Municipio (quartiere Africano – Parioli).
Sempre nel tentativo di dare risposta al senso di estraneità, al disagio ed alla
difficoltà di integrazione delle donne immigrate (ma non solo delle donne),
l’associazione si è impegnata a fornire loro dei punti di riferimento ove ottenere tutte
le informazioni concernenti la loro condizione di cittadine straniere, mediante
l’apertura, d’intesa con le Ambasciate dei paesi da cui provengono i flussi migratori,
di appositi sportelli, gestiti dalle volontarie dell’Associazione.
Tali sportelli sono operativi presso i Consolati del Perù, dell’Argentina e della
Colombia e nell’Ambasciata dell’Equador.
In collaborazione con la Provincia di Roma e la cooperativa sociale O.sa.la., unite
sottoforma di Associazione Temporanea di Impresa, Telefono Rosa gestisce per il
Comune di Roma la Casa Internazionale dei Diritti Umani destinata a donne straniere
che hanno subito violenze gravissime quali acidificazione, mutilazioni, torture o
violenze fisiche comunque gravi; vengono accolte, seguite nel percorso ospedaliero,
sostenute psicologicamente. Ove ve ne sia bisogno, esse seguono anche un corso di
italiano al fine di renderne più facile l’integrazione, qualora sia riconosciuto loro lo
stato di perseguitate politiche e di conseguenza autorizzate ad un soggiorno
permanente. In due anni e mezzo sono stati ospitati:
10 bambini (attualmente ospita 1 bambino pakistano in Italia per la ricostruzione del
volto ed 1 bambino messicano)
16 donne di varie etnie (Somalia, Etiopia, Kenya, Pakistan, Georgia, Filippine,
Argentina, Messico e Stati Uniti).
Provvedimenti ottenuti a favore delle ospiti della Casa Internazionale dei Diritti
Umani delle Donne:
‐ riconoscimento invalidità totale
‐ riconoscimento patrimoniale per regime in comunione dei beni
‐ riconoscimento dello stato di rifugiato e quindi permesso di soggiorno
‐ riconoscimento permesso di soggiorno per cure mediche
‐ provvedimento di protezione a carico del marito violento
‐ inserimento lavorativo e scolastico
‐ separazione giudiziale con addebito
Si è inoltre provveduto, mediante mediatrici culturali in lingua, all’assistenza nei
percorsi ospedalieri e di recupero (uno dei bambini ha già subito otto interventi di
ricostruzione sul volto devastato da acidi e ad altri dovrà essere sottoposto in un
percorso di altri due anni).
Oltre al supporto concreto, Telefono Rosa ha un ricco bagaglio di ricerche e di
approfondimenti; in particolare, ogni anno, viene pubblicata una ricerca ”Le Voci
Segrete della Violenza” in collaborazione con Ipsos, società esperta in sondaggi
d’opinione e ricerca sociale, che illustra con dati e commenti la violenza che esiste
all’interno della famiglia, al di là delle classi sociali e della preparazione culturale.
La sensibilizzazione al fenomeno avviene attraverso l’attività di formazione e
l’attività convegnistica.
Ogni anno, in accordo con l’Assessorato alle Pari Opportunità o con il Comune di
Roma, sono organizzati incontri nelle scuole che hanno per oggetto la prevenzione
della violenza, la promozione delle pari opportunità, la sensibilizzazione circa le
differenze di genere e i rapporti tra genitori e figli. In questi incontri vengono
consegnati opuscoli che trattano le leggi sulla famiglia, sulla violenza sessuale e
sull’allontanamento del violento. Nel 2007, in accordo con la Società Solidea della
Provincia di Roma è stato realizzato un corso indirizzato a studenti delle scuole
superiori di Tivoli, nel quale sono stati trattati argomenti come la differenza di
genere, la riforma della legge sulla famiglia, la legge sugli ordini di protezione delle
vittime per le violenze in famiglia.
Inoltre sono stati realizzati 4 corsi nelle scuole romane e 2 corsi in scuole della
provincia per sensibilizzare gli studenti ed i loro genitori sui temi dei disturbi
alimentari, quali anoressia e bulimia, molto diffusi tra le donne; i corsi sono stati
svolti in collaborazione con l’Associazione per lo studio interdisciplinare
dell’alimentazione e dei disturbi sul comportamento alimentare (AISAN).
La formazione si rivolge anche agli operatori del settore, come il corso “Pari
opportunità differenze di genere” per operatori sociali che si svolgerà nel corso
dell’anno 2008 in accordo con il Municipio XI ed al quale hanno partecipato gli
assistenti sociali, psicologi e forze dell’ordine; ed ai volontari dell’Associazione che
prima di impegnarsi nei diversi settori operativi, vengono adeguatamente formati e
annualmente sottoposti ad aggiornamenti.
Relativamente all’attività convegnistica, nel corso del 2007 sono stati effettuati i
seguenti convegni:
• Convegno annuale per la presentazione dei dati del Telefono Rosa
• Convegno internazionale “Le donne: un filo che unisce mondi e culture diverse”,
svolto l’11 ottobre 2007 e organizzato in collaborazione con il Comune di Roma
Presidenza del Consiglio Comunale.
A questo si affiancano le pubblicazioni che, come i convegni, hanno anche lo scopo
di sollecitare i media a parlare della violenza contro le donne e di richiamare
l’attenzione pubblica su questa piaga della nostra società.
Ultima pubblicazione è il quaderno “Dalla parte della famiglia - Leggi e Pari
Opportunità”, che contiene leggi e decreti che riguardano la vita della famiglia
descritti in modo semplice e chiaro.
7) Obiettivi del progetto:
Obiettivi generali:
a) contribuire al miglioramento della condizione delle donne che subiscono
violenza, in particolare ad aumentare la consapevolezza circa i loro diritti,
facilitandone l’integrazione sociale ed aiutandole nel percorso di recupero
psicologico e civile.
b) informare e sensibilizzare l’opinione pubblica in merito al fenomeno della
violenza sulle donne.
Obiettivi specifici:
1. migliorare l’efficacia e l’efficienza dei servizi di supporto (consulenze, sportelli
territoriali, Casa dei diritti umani) anche attraverso l’apertura di 3 nuovi Sportelli
(nel II e nel XI Municipio di Roma; e a Ladispoli);
2. garantire le attività di sensibilizzazione al problema.
Indicatori:
1. incrementare il numero medio di consulenze mensili dalle attuali circa 90 a circa
110;
2. mantenere il livello quantitativo e qualitativo di sensibilizzazione al fenomeno
(n° 6 incontri nell’arco di un anno rivolti agli studenti; n° 1 corso di formazione
rivolto agli operatori del settore; n° 2 convegni)
8) Descrizione del progetto e tipologia dell’intervento che definisca dal punto di vista sia
qualitativo che quantitativo le modalità di impiego delle risorse umane con
particolare riferimento al ruolo dei volontari in servizio civile:
8.1 Piani di attuazione previsti per il raggiungimento degli obiettivi
L’attività di Telefono Rosa si concretizza attraverso una serie di azioni che hanno sia
una ricaduta diretta su chi ha bisogno di aiuto che un aspetto di sensibilizzazione al
fenomeno. Fulcro di tutte le attività è la Presidenza dell’Associazione, che organizza
e coordina tutte le iniziative dirette e indirette; è operativa dal lunedì al venerdì per 6
ore al giorno. Considerando le caratteristiche degli interventi, le attività si svolgono
nell’arco di tutti i 12 mesi di realizzazione del progetto, presso la sede
dell’Associazione e gli Sportelli territoriali; il diagramma riportato fornisce un
esempio dell’organizzazione settimanale delle stesse.
Attività/mese
Lun
Mar
Mer
Giov
Ven
Sab
Dom
Periodico
Call center
Servizio di consulenza
La Casa dei Diritti Umani
Sportelli Territoriali
Gruppi di auto aiuto
Campagne di
sensibilizzazione
8.2 Complesso delle attività previste per la realizzazione dei piani di attuazione.
a. Call center - Il call center risponde a richieste d' aiuto da parte di persone che
subiscono violenza fisica, psicologica ed economica. Dispone di tre linee
telefoniche ed è operativo dal lunedì al venerdì per 6 ore al giorno: dalle 10.00 alle
13.00 e dalle 16.00 alle 19.00. E’ gestito da 4 volontarie per turno,
precedentemente formate, che rispondono alle chiamate, redigono le schede
telematiche relative alla richiesta di aiuto/sostegno e smistano tali richieste
all’area di consulenza competente.
b. Servizio di consulenza – attivo dal lunedì al venerdì per 6 ore al giorno, dalle
10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.00. La consulenza viene fornita
gratuitamente su quattro aree:
a. giuridico-legale, con avvocatesse civiliste e penaliste (consulenza su
atti violenti, separazione e divorzio, alimenti, figli minori, ecc.)
b. psicologica, con psicologhe (aiuto e sostegno psicologico per guarire
dai traumi psichici causati dalla violenza);
c. mediazione culturale, con mediatrici culturali di diversa nazionalità
(accoglienza delle donne in difficoltà, ascolto dei loro problemi, aiuto
su problemi quali il rinnovo del permesso di soggiorno e la
riunificazione della famiglia)
d. finanziario-bancaria, con funzionarie di banca (consulenza su
problematiche di carattere finanziario).
Le donne che ne fanno richiesta, si ricevono su appuntamenti gestiti dalla segreteria
dell’Associazione.
c. La Casa dei Diritti Umani - il servizio di accoglienza è attivo tutti i giorni; per
ogni ospite della casa è individuato un percorso medico, un percorso psicologico
ed un piano di preparazione che comprende anche l’apprendimento della lingua
italiana, lì dove necessario; il percorso è finalizzato ad un possibile inserimento
lavorativo che possa rendere la donna indipendente. Per i minori si predispongono
dei percorsi di inserimento che partono dall’iscrizione a scuola al supporto nello
svolgimento dei compiti scolastici.
d. Sportelli territoriali – Sono dislocati presso la sede dell’Ambasciata Argentine e
presso i Consolati di Perù, Equador e Colombia. Gli operatori dell’Associazione,
con conoscenza della lingua, svolgono lì il servizio una volta alla settimana per 2
ore.
e. Gruppi di auto aiuto – Si tratta di un’attività di supporto alle vittime; ogni
percorso accoglie al massimo 8 donne ed ha la durata di 6 mesi; gli incontri sono
settimanali e, per evitare casi di abbandono, viene richiesta una “cifra di impegno”
pari a 25 €.
f. Campagne di sensibilizzazione – Sotto questo titolo rientrano sia le attività
formative che i convegni, destinati sia agli studenti che agli operatori del settore.
In particolare la formazione è pensata per gli studenti delle scuole superiori e,
oltre al fenomeno della violenza vengono trattati anche temi relativi alla
promozione delle pari opportunità, la sensibilizzazione circa le differenze di
genere e i rapporti tra genitori e figli. Un forte impegno è considerata anche la
formazione per gli operatori del settore, psicologi, operatori sociali e forze
dell’ordine: annualmente vengono proposti corsi di formazione e aggiornamenti
su temi quali la differenza di genere, la riforma della legge sulla famiglia, la legge
sugli ordini di protezione delle vittime per le violenze in famiglia. Infine, la
formazione coinvolge anche le volontarie dell’Associazione stessa, che
annualmente partecipa ad incontri formativi e di aggiornamento. Le campagne di
sensibilizzazione passano anche attraverso eventi a più ampio raggio, come i
convegni che vengono organizzati annualmente da Telefono Rosa, con lo scopo di
riportare l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica sul fenomeno della
violenza.
8.3 Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste,
specificando se volontari o dipendenti a qualunque titolo dell’ente.
Per lo svolgimento delle attività l’Associazione si avvale di 70 volontarie, quasi tutte
in possesso di un titolo di laurea, che collaborano a titolo gratuito.
Per l’attività di consulenza, l’Associazione si avvale di personale qualificato che
collabora a titolo gratuito; in particolare:
ƒ 12 avvocatesse
ƒ 12 psicologhe
ƒ 12 mediatrici culturali
ƒ 2 funzionarie di banca.
8.4 Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto.
Il ruolo dei volontari, in quanto integra in modo rilevante le risorse riportate al punto
8.3, avrà un’importanza decisiva per il conseguimento degli obiettivi, di cui al punto
7. I volontari in servizio presso l’Associazione collaboreranno, secondo un criterio di
turnazione, nello svolgimento di tutte le attività descritte al punto 8.2.
In particolare, per ognuna si occuperanno di:
Call center: i volontari affiancheranno gli operatori dell’associazione nella
tempestiva compilazione delle schede telematiche e relativa archiviazione nel data
base in modo da rendere le operatrici telefoniche più disponibili a rispondere
compiutamente alle telefonate.
Servizio di consulenza: i volontari affiancheranno e supporteranno gli esperti durante
il servizio di consulenza, in particolare seguiranno le attività preparatorie relative al
controllo delle schede, immissione dei dati mancanti, ecc. Inoltre potranno assistere,
ove accettati dalle utenti, ai colloqui delle professioniste acquisendo così conoscenze
e modi di approccio.
La Casa dei Diritti Umani: i volontari affiancheranno gli operatori dell’associazione
in tutte le attività della Casa, e in particolare collaboreranno nel disbrigo pratiche,
iscrizione e accompagnamento dei minori a scuola, aiuto nello svolgimento dei
compiti, supporto nelle attività di formazione.
Sportelli territoriali: i volontari, con conoscenza della lingua spagnola
affiancheranno gli operatori dell’associazione nell’attività di informazione presso gli
Sportelli ubicati nell’Ambasciata e nei Consolati.
Gruppi di auto aiuto: i volontari in servizio civile con titolo di studio adeguato
potranno affiancare gli operatori dell’Associazione durante le sedute di auto aiuto, lì
dove accettati dal gruppo stesso.
Campagne di sensibilizzazione: i volontari affiancheranno attivamente le volontarie
Telefono Rosa in tutti i processi destinata alla formazione, sia interna che esterna, ed
alla preparazione e realizzazione dei convegni, curando in particolare la realizzazione
e la preparazione del materiale didattico e divulgativo.
Nello svolgimento delle attività previste i volontari utilizzeranno a pieno la dotazione
informatica messa a loro disposizione in ogni momento; saranno, quindi, chiamati
all’utilizzo di posta elettronica, word ed altre funzioni specifiche del pacchetto Office.
Infine per meglio qualificare la presenza a contatto con l’utenza differenziata, i
volontari in servizio civile saranno dotati di nozioni sufficienti a rispondere
adeguatamente in caso di emergenze di primo soccorso (vedi formazione).
9) Numero dei volontari da impiegare nel progetto:
4
10) Numero posti con vitto e alloggio:
0
11) Numero posti senza vitto e alloggio:
4
12) Numero posti con solo vitto:
0
13) Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo:
1400/12h
14) Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6) :
5
15) Eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio:
• Flessibilità oraria
• Disponibilità a missioni, trasferte e trasferimenti per un periodo non
superiore ai 30 giorni
• disponibilità al servizio il sabato e la domenica
CARATTERISTICHE ORGANIZZATIVE
16) Sede/i di attuazione del progetto ed Operatori Locali di Progetto:
N.
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
Sede di
attuazione del
progetto
Comune
Volontarie del
Telefono Rosa
Onlus
Roma
Indirizzo
Cod.
ident.
sede
N.
vol.
per
sede
4
Viale Mazzini, 73
19930
Nominativi degli Operatori Locali di Progetto
Cognome e nome
Data di nascita
Carnieri
Maria Gabriella
25/03/1942
C.F.
CRNMGB42C65H501V
17) Altre figure impiegate nel Progetto:
N.
Sede di
attuazione del
progetto
Comune
Indirizzo
Cod.
ident.
sede
Volontarie del
Telefono Rosa
Onlus
1
N.
vol.
per
Cognome e
sede
nome
4
Roma
Viale Mazzini, 73
19930
TUTOR
Data
di
nascita
RESP. LOCALI ENTE ACC.
C.F.
Mantova 21/11 MNTCHR75S
ni Chiara /1975
61D773Z
Troia
Irene
04/08 TRORNI75M4
/1975
4H501E
Vecchi 09/01 VCCGND80A
Govinda /1980
49A269T
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
Cognome e
nome
Data
di
nascita
C.F.
Fonovic
Ksenija
01/03 FNVKNJ69C41Z11
/1969
8X
15
16
17
18
18) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile nazionale:
L’Associazione Promozione e Solidarietà – SPES, realizzando i compiti
istituzionalmente attribuiti ai Centri di Servizio per il Volontariato, è impegnata
nella promozione e diffusione del Servizio civile Nazionale, grazie anche alla sua
articolazione territoriale di Sportelli territoriali diffusi in tutta la Regione.
In particolare, nel 2006, SPES ha svolto attività di promozione del servizio civile, a
titolo non oneroso, nell’ambito della campagna “Cittadini solidali” promossa
dall’Assessorato alle Politiche sociali del Lazio e realizzata dalla CRESC Lazio
(Conferenza regionale enti di servizio civile).
La promozione dei progetti di Servizio civile Nazionale vedrà la pubblicazione della
notizia sul sito www.volontariato.lazio.it con numerose pagine di approfondimento
dei singoli progetti, nonché sui siti delle singole associazioni partner.
Inoltre ci sarà un’assidua operazione di volantinaggio sia per quanto riguarda
l’affissione di manifesti promozionali in punti cruciali di passaggio quali università,
stazioni ferroviarie, stazioni di pullman e particolari luoghi di aggregazione
giovanile come pub, bar, librerie; sia per quanto riguarda la distribuzione di
volantini da parte di personale addetto.
Infine saranno pubblicate campagne promozionali sui principali quotidiani locali e
nazionali, nelle pagine locali, e emittenti radiofoniche con esplicito riferimento ai
progetti proposti dall’Ente.
A titolo esemplificativo si propone la presa visione di una delle manchette
pubblicate in occasione del Bando 2007:
Ore dedicate all’attività di sensibilizzazione:
Realizzazione apposite pagine su sito web:
6 ore
Realizzazione manifesti e volantini:
5 ore
Realizzazione manchette:
2 ore
Attacchinaggio manifesti promozionali:
6 ore
Volantinaggio:
16 ore
Totale:
35 ore
Un’importante opera di collegamento è comunque attribuita a tutti i soggetti
coinvolti nella realizzazione del progetto (operatori, volontari e partner) che avranno
il compito di diffondere gli obiettivi del proprio progetto all’interno del proprio
network sociale.
19) Eventuali autonomi criteri e modalità di selezione dei volontari:
Il processo di selezione, a cui i candidati vengono sottoposti, si articola in più fasi,
l’una immediatamente successiva all’altra.
La prima riguarda la compilazione di una scheda che recupera, approfondendole, le
informazioni curriculari ed esperienziali già, in parte, fornite dal candidato nella
compilazione degli allegati della domanda.
La seconda fase riguarda il colloquio personale, realizzato dal selezionatore esperto
di Spes ed un referente responsabile dell’Associazione, sede di realizzazione del
progetto. Quest’ultimo avrà in particolare cura di presentare, nel dettaglio e il più
fedelmente possibile, le condizioni di realizzazione del progetto con l’intenzione di
far emergere soprattutto la Disponibilità all'espletamento del servizio da parte del
candidato. Il selezionatore esperto, sulla base di una traccia più avanti proposta,
tenderà a sondare in particolare le motivazioni generali del candidato per la
prestazione del servizio civile volontario, l’Interesse del candidato per
l'acquisizione di particolari abilità e professionalità, l’Idoneità a svolgere le
mansioni, Particolari doti e abilità umane, nonchè la piena Condivisione da parte
del candidato degli obiettivi specifici previsti dal progetto. Il selezionatore esperto,
dopo aver raccolto le impressioni del responsabile dell’Associazione, procede
all’assegnazione dei punteggi per ogni singola voce della scheda, secondo le
modalità di seguito indicate, arrivando così ad attribuire alla voce Valutazione
finale, un punteggio frutto della somma dei punti attribuiti a ciascun elemento. Tale
punteggio si andrà quindi a sommare a quello derivato dalla considerazione degli
elementi curriculari, così come previsto dall’UNSC, determinando con ciò la
collocazione del candidato all’interno della graduatoria.
Strumenti utilizzati
la traccia utilizzata in sede di colloquio ricalca le voci proposte dall'UNSC
nell'allegato 4 - con le modifiche di seguito illustrate. Le domande poste, così come
il loro ordine, seguono una modalità prettamente colloquiale che varia di volta in
volta. Alcune delle variabili presenti nell'allegato 4, vengono sondate attraverso
domande che poco si discostano dalle voci stesse; se ne forniscono a tal proposito
alcuni esempi:
Motivazioni generali del candidato per la prestazione del servizio civile volontario Aderiresti ad altri progetti di servizio civile o è un'esperienza che faresti solo in
questo caso?
Interesse del candidato per l'acquisizione di particolari abilità e professionalità
previste dal progetto -Trovi che ci sia un'attinenza (riscontri continuità) tra il tuo
curriculum e le scelte di studio e/o di professione che questa esperienza di servizio
civile ti offre?
Disponibilità del candidato nei confronti di condizioni richieste per l'espletamento
del servizio - Hai già altri impegni di studio, lavoro o familiari? Quanto ed
eventualmente quando questi ti rendono non disponibile a svolgere le attività
previste?
Condivisione da parte del candidato degli obiettivi - Hai svolto prima d'ora attività
assimilabili a quelle proposte dal progetto? Avevi intenzione di sperimentarti in
attività simili a quelle del progetto, anche seguendo altre strade?
Per quanto, invece, riguarda le variabili Idoneità del candidato a svolgere le
mansioni; Particolari doti e abilità umane;
queste vengono sondate attraverso indicatori in parte dedotti dal lavoro in plenaria,
in parte recuperati con il colloquio: capacità nel lavoro autonomo, comunicatività,
tratti emotivi, flessibilità, sono alcuni tra i principali indicatori che vanno a costruire
la valutazione relativa all'idoneità e alle particolari doti.
Variabili che si intendono misurare e relativi indicatori:
La variabile principale che si intende misurare è il grado di adeguatezza del
candidato rispetto alle attività previste dal progetto; gli indicatori considerati sono
quelli dell' Idoneità del candidato e delle Particolari doti e abilità umane. Altra
variabile considerata è quella della motivazione, valutata sulla base di indicatori
quali quelli della Condivisione da parte del candidato degli obiettivi, dell’Interesse
all’acquisizione di particolari abilità e professionalità e delle Motivazioni generali
per la prestazione del servizio civile. La Disponibilità nei confronti delle condizioni
richieste, può essere riferita solo in parte alle motivazioni; sarà, quindi, cura del
selezionatore comprendere le ragioni insite in una ridotta disponibilità, che non
dovrà penalizzare il candidato nel caso di impegni di studio, altre esperienze
lavorative o altre ragioni valutate imprescindibili, per quanto riguarda l'area delle
motivazioni. Eventuali condizioni di rigidità poste dal candidato saranno,
comunque, incrociate con quelle previste dal progetto.
Indicazioni delle soglie minime di accesso previste dal sistema:
Le soglie minime di accesso saranno eventualmente previste dai singoli progetti.
Metodologie e tecniche utilizzate:
Nell'individuazione e definizione dei criteri cui rifarsi per ottenere una valutazione
dei candidati si è messo a punto il presente sistema di selezione che consta delle
variabili ricavabili dal curriculum (cfr. anche l'allegato 3), dal lavoro in plenaria e
dal colloquio personale, secondo le modalità sopra descritte. Da entrambi questi
momenti ne scaturisce la compilazione della seguente "scheda di valutazione" :
Fattori di valutazione approfonditi durante il colloquio e loro intensità
Idoneità del candidato a svolgere le mansioni previste dalle attività del progetto:
giudizio (max l0 punti):.............
Condivisione da parte del candidato degli obiettivi perseguiti dal progetto:
giudizio (max l0 punti):.............
Motivazioni generali del candidato per la prestazione del servizio civile volontario:
giudizio (max l0 punti):……………
Interesse del candidato per l'acquisizione di particolari abilità e professionalità
previste dal progetto: giudizio (max l0 punti):…………….
Disponibilità del candidato nei confronti di condizioni richieste per l'espletamento
del servizio
(es: pernottamento, missioni, trasferimenti, flessibilità oraria...):
(specificare il tipo di condizione): ...................
.......................................................................……………
giudizio (max l0 punti):.. ......………….
Particolari doti e abilità umane possedute dal candidato e altri elementi di
valutazione:
giudizio (max l0 punti):.............
Valutazione finale:
giudizio (max 60 punti):.............
Il punteggio massimo è pari a 60 ed è il risultato della somma dei punteggi attribuita
a ciascuna delle sei voci che la compongono. Accanto alla scheda di valutazione di
cui sopra, saranno considerate le "precedenti esperienze" e "i titoli di studio, i titoli
professionali, le esperienze aggiuntive non valutate in precedenza e le eventuali altre
conoscenze" secondo il valore a tali variabili riconosciuto ed accordato dall'Ufficio
Nazionale per il Servizio Civile, con la determinazione del Direttore Generale del 30
maggio 2002.
Il punteggio massimo che un candidato può ottenere, pertanto, rimane pari a 110
punti.
20) Ricorso a sistemi di selezione verificati in sede di accreditamento (eventuale
indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio):
Si
21) Piano di monitoraggio interno per la valutazione dei risultati del progetto:
L’attività di Monitoraggio del progetto è realizzata in coordinamento con le attività
di monitoraggio e valutazione delle attività di formazione dei volontari. L’analisi
sull’andamento del progetto, nonché sul monitoraggio e valutazione della
formazione dei volontari coinvolge:
- l’Ente accreditato SPES, in qualità di responsabile dell’andamento del progetto,
- l’Ente IAL – Istituto per la formazione professionale di Roma e Lazio, accreditato
presso la Regione Lazio per lo svolgimento di attività di Orientamento, in qualità di
organismo preposto al monitoraggio e valutazione del progetto,
- l’Olp, in quanto figura più vicina ai volontari ed interna al progetto,
- i volontari in servizio civile, partecipanti al progetto e beneficiari delle attività di
formazione.
Il monitoraggio del progetto è svolto con le seguenti finalità:
1. Monitorare in modo pianificato l’attinenza delle attività realizzate con gli
obiettivi previsti nel progetto (efficacia ed efficienza di processo),
2. Realizzare interventi in itinere con azioni correttive in caso di scostamenti
significativi nel rapporto obiettivi/risultati,
3. Comunicare nei tempi e nei modi regolamentati l’andamento del progetto
all’Ufficio del Servizio Civile Nazionale (UNSC) attraverso documenti
cartacei ed il sistema Helios,
4. Rendere visibile e documentare le attività del progetto, le iniziative e gli
obiettivi attesi e raggiunti,
5. Recuperare elementi necessari al riconoscimento ed alla certificazione da
parte dello IAL delle competenze acquisite dai volontari in servizio civile.
L’Ente accreditato SPES, in collaborazione con lo IAL, raccoglie e monitora i dati
del progetto raccolti attraverso l’Olp e i volontari.
Per quanto riguarda l’Olp, descrive alcuni elementi del progetto grazie a
Questionari, formulati ad hoc, relativi alla fase iniziale, intermedia e finale
dall’avvio del progetto. I dati richiesti sono:
• dati identificativi del progetto,
• periodo di riferimento,
• Eventuali modifiche e scostamento dagli obiettivi - azioni previste indicatori di risultato previsti nel progetto, problemi e/o motivazioni dello
scostamento (Voce 7-8 Scheda Progettuale),
• rete territoriale prevista e rete territoriale effettivamente attivata, in termini di
partenariati, co-promotori (Voce 25 Scheda Progettuale), stage e altri
soggetti legati al mondo del lavoro (Voce 46 Scheda Progettuale),
• peculiarità e collegamento col mondo del volontariato (Voce 8-44 Scheda
Progettuale),
• eventuali variazioni e/o aggiunte delle risorse finanziarie e di quelle tecniche
e strumentali occorse dalla presentazione del progetto all’avvio dello stesso
(Voci 24 e 26 della Scheda Progettuale),
• punti di forza e debolezza azioni realizzate,
• eventuali esiti non previsti,
• note e suggerimenti
• eventuali materiali prodotti (video, foto, volantini, articoli, ecc.)
Rispetto ai volontari l’Olp fornisce periodicamente dati inerenti:
• numero volontari e ore a settimana per singolo volontario, tramite invio
mensile riepilogo foglio presenze (assenze per malattia o per permesso),
• esplicita e riferisce l’adesione del volontario alle attività del progetto,
• riporta le competenze maturate (anche di concerto con le verifiche
periodiche previste dal piano di formazione generale e specifica dei
volontari),
• difficoltà incontrate da parte dei volontari,
• capacità acquisite non previste,
• note e suggerimenti,
• eventuali materiali prodotti (video, foto, volantini, articoli, ecc.).
L’attività di monitoraggio e valutazione per i volontari è orientata principalmente su
due aspetti:
¾ valutazione degli esiti progettuali in termini di competenze acquisite,
previste e non,
¾ valutazione da parte dei destinatari delle prestazioni offerte dal
sistema formativo/organizzativo del quale fruiscono.
Lo strumento di rilevazione, indirizzato ai volontari stessi, consiste in un
questionario composto principalmente da domande a risposta chiusa, lasciando
comunque alcune domande aperte per osservazioni e suggerimenti.
Gli indicatori analizzati sono:
• attività di affiancamento dell’Olp,
•
contenuti dell’attività (con riguardo alla rilevanza, pertinenza, difficoltà,
tempi, proporzione),
• ambiente fisico (comodità, areazione, illuminazione, rumori),
• il gruppo di lavoro (livello professionale, omogeneità, motivazioni, rapporti
interpersonali, risultati del lavoro di gruppo).
Al termine del progetto l’Ente SPES, in collaborazione con lo IAL, formula un
giudizio complessivo sul suo andamento, attraverso l’analisi di:
- eventuali scostamenti dai risultati previsti e le possibili cause endogene e/o
esogene,
- suggerimenti e riflessioni emersi dai volontari e dagli Olp,
- eventuali effetti non previsti (positivi e negativi),
- elementi di riproducibilità (possibili buone prassi da pubblicizzare e diffondere),
- congruenza tra gli obiettivi realizzati/raggiunti e i loro tempi di realizzazione.
Il confronto dei dati rilevati del progetto con i dati raccolti durante il monitoraggio
ha funzione di reindirizzo in ottica migliorativa in vista della nuova progettazione.
Si prevede l’analisi di dimensioni ed aspetti non previsti ma ritenuti rilevanti per il
monitoraggio e la valutazione, l’integrazione con eventuale materiale e documenti
(video, foto, depliant, manifesti, cd-rom, articoli su supporto cartaceo e/o telematico,
altro) realizzati nel corso del Servizio civile.
22) Ricorso a sistemi di monitoraggio verificati in sede di accreditamento (eventuale
indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio):
Si
23) Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli
richiesti dalla legge 6 marzo 2001, n. 64:
Iscrizione a corsi di laurea
24) Eventuali risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo specifico alla realizzazione
del progetto:
Formazione specifica
Bilancio competenze e monitoraggio
Materiale promozionale
Convegni
Pubblicizz. Progetto
Spese trasferta
4.200
800
1.200
1.500
500
400
Totale
8.600
25) Eventuali copromotori e partners del progetto con la specifica del ruolo concreto
rivestito dagli stessi all’interno del progetto:
L’Associazione Temporanea di Impresa Telefono Rosa – O.Sa.La, collabora
nella realizzazione del progetto fornendo i locali e la strumentazione necessaria alla
realizzazione del progetto di servizio civile limitatamente alle ore di servizio
prestato presso l’A.T.I., come da accordo stipulato in data 23 Ottobre 2007.
L’Ente Upter Sport, Centro di Formazione IRC – Italian Resuscitation Council
interverrà quale partner del progetto rispetto ai moduli della formazione specifica
relativi alle nozioni di primo soccorso e rianimazione cardiopolmonare e
defibrillazione precoce (BLSD).
26) Risorse tecniche e strumentali necessarie per l’attuazione del progetto:
In relazione alle attività di cui al punto 8.2 le risorse tecniche e strumentali sono le
seguenti:
• 3 linee telefoniche
• fax
• computer con software per archiviazione e gestione dati
• computer e collegamento ad Internet
• archivio e biblioteca tematica
Per la formazione:
• Televisore e proiettore attrezzati per videoconferenza
• Aula informatica attrezzata
CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI
27) Eventuali crediti formativi riconosciuti:
Università degli Studi Roma Tre (Università avente sede nella Regione di attuazione
del progetto): riconoscimento di crediti formativi universitari ai propri studenti
impegnati in progetti di servizio civile presentati da SPES, come da accordo allegato
(Prot. 30847del 14 settembre 2005 a firma del Responsabile Area Affari Generali –
Ufficio Didattica);
Università degli Studi di Cassino (Università avente sede nella Regione di
attuazione del progetto): riconoscimento di crediti formativi universitari ai propri
studenti impegnati in progetti di servizio civile presentati da SPES, come da accordo
allegato (Prot. 22878 dell’8 settembre 2005 a firma del Dirigente Area 3 – Servizi
agli studenti – Ufficio Ordinamenti Didattici).
28) Eventuali tirocini riconosciuti :
Il Corso di Laurea in Formazione e Sviluppo delle Risorse Umane della Facoltà di
Scienze della Formazione dell’Università degli Studi “Roma Tre” riconosce il
Servizio civile Nazionale quale tirocinio esterno, come da accordo stipulato in data
23/10/2007 ed allegato.
Facoltà di psicologia dell’Università “La Sapienza “ di Roma riconosce valido
come tirocinio il periodo di servizio civile volontario come da art. 8 della
convenzione datata 23/10/2007 e qui allegata.
La Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’Università Pontificia Salesiana di
Roma riconosce le attività realizzate nel corso del Servizio civile Nazionale valide ai
fini di tirocini formativi come da convenzione allegata.
29) Competenze e professionalità acquisibili dai volontari durante l’espletamento del
servizio, certificabili e validi ai fini del curriculum vitae:
Attestato contenente le specifiche competenze acquisite sulla formazione ricevuta e
sulla relativa applicazione, per corsi di durata superiore alla settimana.
I volontari acquisiranno una serie di capacità legate alle attività svolte durante il
progetto:
• capacità di relazione con un’utenza,
• capacità di fronteggiare situazioni di impatto emotivo,
• capacità di lavorare in gruppo,
• conoscenze relative al diritto di famiglia e alla mediazione familiare,
• un ricco bagaglio di conoscenze pratiche nell’ambito delle tecniche e delle
strategie comunicative.
Gli strumenti acquisiti potranno adeguatamente concorrere a costruire profili
professionali quali quello dello psicologo, del mediatore familiare, dell’ombudsman
nel campo del sociale (difensore civico con valenza istituzionale e sociale nei casi di
disagio), dell’assistente sociale e dell’esperto legale, in particolare per le
specializzazioni relative al diritto di famiglia (matrimonialisti).
L’Associazione Temporanea di Impresa Telefono Rosa – O.Sa.La si impegna a
riconoscere e a certificare le competenze acquisite dai volontari in Servizio civile
durante l’espletamento del servizio e valide ai fini del curriculum vitae, come da
accordo stipulato in data 23 Ottobre 2007.
IAL – Istituto per la formazione professionale di Roma e Lazio, ente accreditato
presso la Regione Lazio, riconosce e certifica le competenze acquisite dai volontari
durante l’espletamento dell’anno di servizio civile, così come sopra menzionate,
valide ai fini del curriculum vitae, come da accordi allegati, sottoscritti in data 25 e
30 ottobre 2007.
L’Ente Upter Sport (Centro di Formazione IRC – Italian Resuscitation
Council) riconoscerà e certificherà le competenze acquisite attraverso il modulo
formativo di “Esecutore BLSD”, rilasciando ai volontari in servizio civile l’attestato
professionale IRC, come da accordo allegato, sottoscritto il 22/10/2007. Il valore
legale del certificato di “Esecutore BLSD” è riconosciuto e disciplinato dall’art. 1
della Legge 3 aprile 2001, n. 120 e successive modifiche.
La società Fusilla s.r.l valorizza l’esperienza di servizio civile attraverso il rilascio
di attestato di frequenza al modulo informatico, valido ai fini curriculari e per
l’accesso all’esame della Patente europea per l’uso del PC (ECDL), come da
accordo sottoscritto il 29/10/2007 e qui accluso.
Formazione generale dei volontari
30) Sede di realizzazione:
Sede centrale dell’Ente accreditato Spes: Via dei Mille, 6 – Roma
Via Nazionale, 39 - Roma
31) Modalità di attuazione:
La formazione generale sarà effettuata in proprio da Spes, presso la propria sede,
con formatori propri e formatori esperti.
32) Ricorso a sistemi di formazione verificati in sede di accreditamento ed eventuale
indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio:
Si
33) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:
Gli incontri saranno organizzati in moduli (cfr. la scansione di seguito riportata), e
verranno progettati e realizzati secondo la logica non tanto di un “corso” volto a
trasmettere soltanto nozioni teoriche, ma piuttosto di un vero e proprio “percorso”
formativo nel quale i giovani in servizio civile saranno chiamati a mettersi in gioco
in prima persona ed a collocare l’esperienza che stanno affrontando nel quadro più
complessivo della loro esperienza di vita, in modo tale che essa possa rappresentare
una effettiva occasione di crescita personale.
La formazione generale si svolgerà entro i primi cinque mesi di servizio, in modo da
garantire ai giovani volontari un inizio preparato e consapevole, con aule formate da
non più di 25 unità (come previsto dalle Linee Guida).
Ciascun incontro e ciascun modulo prevedono il ricorso a tecniche di animazione e
metodologie attive, in modo tale che i formandi possano realmente divenire i primi
protagonisti del processo di apprendimento.
Quando i volontari avranno cominciato a prestare il proprio servizio, sarà possibile
fare riferimento alla loro esperienza, che diventerà una delle fonti di apprendimento.
Infine, per quanto riguarda le tecniche specifiche che verranno adottate:
- è previsto il ricorso a contributi di tipo teorico, ossia lezioni, che –a seconda
degli obiettivi di ciascun modulo formativo- potranno assumere la forma di lezioni
frontali, lezioni attive, lezioni per l’elaborazione;
- il lavoro in piccoli gruppi per favorire lo sviluppo delle principali competenze
relazionali e comunicative
- il gruppo di formazione sarà inoltre considerato come elemento del setting e
strumento di apprendimento in quanto luogo di “sospensione” della pratica per
avviare un processo di ricerca sulle conoscenze e le competenze (sia “tecniche” che
relazionali) che l’esperienza man mano condotta dai volontari ha consentito loro di
accumulare affinché esse possano essere elaborate (ossia rese più consapevoli ed
esplicite) proprio grazie al lavoro formativo;
- infine si farà naturalmente ricorso alle tecniche formative classiche quali
esercitazioni, giochi di ruolo, analisi di casi presentati dai formatori o dai
partecipanti.
Per concludere, l’attenzione approfondita che verrà prestata ai singoli partecipanti ed
al loro percorso di apprendimento sarà garantita dalla possibilità di effettuare
colloqui periodici con i formatori. Saranno inoltre promosse occasioni di scambio e
condivisione con i volontari dell’associazione, presso le quali i giovani sono
impegnati, in relazione ad alcuni contenuti emersi nel corso del percorso formativo e
con particolare riferimento a quelli sul rapporto tra volontariato, associazionismo e
Servizio civile e il lavoro per progetti.
In ogni caso è previsto l’utilizzo della lezione frontale per non meno del 50% del
monte ore complessivo, con particolare riguardo ai moduli relativi alla difesa della
Patria, alla difesa non armata e non violenta ed ai vincoli normativi del servizio
civile nazionale.
Per il tempo restante si prevede invece di ricorrere sia a dinamiche non formali
(per un monte ore complessivo relativo a ciascun modulo non inferiore al 20%).
In particolare, le dinamiche non formali saranno importanti nel primo, nel decimo e
nell’ultimo modulo.
34) Contenuti della formazione:
Il sistema formativo messo a punto prevede una progettazione ad hoc dei diversi
moduli formativi, in modo tale da declinare quanto previsto dalle Linee Guida per la
formazione generale dei giovani in servizio civile nazionale approvate il 04 aprile
2006 dal Direttore Generale dell’UNSC in funzione delle caratteristiche specifiche
del presente progetto e dei volontari che vi prenderanno parte.
La formazione generale si svolgerà entro i primi 5 mesi di servizio e avrà inizio in
concomitanza con l’avvio del progetto. Sarà articolata secondo 11 moduli, per la
durata totale di 42 ore. Di seguito si propone la progressione dei moduli, che segue
criteri di opportunità ed adeguatezza per la migliore realizzazione del progetto e solo
alcuni elementi di dettaglio che si aggiungono, non sostituendoli, ai contenuti
previsti dalle Linee Guida.
1. L’identità del gruppo in formazione.
Questo primo modulo costituisce un fondamentale momento di accoglienza e
conoscenza dei volontari avviati (4 ore)
2. La solidarietà e le forme di cittadinanza
3. Presentazione dell’Ente (Spes)
Questi due moduli saranno realizzati all’inizio del percorso formativo (fatto salvo il
modulo propedeutico sopra proposto) valutando necessaria l’esatta
contestualizzazione dello svolgimento del progetto. Risulta, dunque, opportuno
presentare in stretta successione sia l’Ente presso il quale, e a cura del quale, si
realizza il progetto sia i temi sottesi al mondo della solidarietà organizzata e delle
forme di cittadinanza attiva, che questa assume. Una particolare attenzione sarà
dunque data alla introduzione delle forme di cittadinanza, propedeutica alla più
dettagliata e successiva trattazione delle realtà associative, così come previste dal
sistema legislativo italiano: volontariato, associazionismo, cooperazione sociale (6
ore)
4. Il sistema Servizio civile: la normativa vigente e la Carta d’impegno etico
5. Diritti e doveri del volontario in servizio civile
Con questi due moduli vengono recuperate e ulteriormente dettagliate le
informazioni già fornite all’atto di avvio dei volontari relativamente ai vincoli
normativi del servizio civile (8 ore)
6. Dall’obiezione di coscienza al servizio civile nazionale: evoluzione storica,
affinità e differenze tra le due realtà
7. Il dovere di difesa della Patria
8. La difesa civile non armata e non violenta
9. La protezione civile
Questi quattro moduli formativi seguono la medesima progressione proposta dalle
linee Guida; sono qui articolati in un unico blocco per la stretta interconnessione dei
contenuti, ma saranno, naturalmente, realizzati in diverse giornate formative. Per
quanto riguarda il tema della protezione civile, questo vedrà, accanto alla
presentazione del Sistema di protezione civile nazionale, anche la trattazione del
ruolo ricoperto dal volontariato impegnato in questo ambito (16 ore)
10. Servizio Civile Nazionale, associazionismo e volontariato (4 ore)
Il modulo sarà finalizzato ad una disamina attenta ed approfondita che tracci affinità
e differenze tra le forme di impegno sociale ed organizzato reso possibile dai “corpi
sociali intermedi”, all’interno dei quali si svolge il servizio civile prestato nei
progetti di Spes, ed il Servizio Civile stesso. La collocazione di questo modulo al
quasi termine dell’iter formativo generale è funzionale a sviluppare una
partecipazione attiva sui temi sollevati, da parte dei volontari stessi, a questo punto,
già inseriti nelle strutture e nelle attività progettuali.
11. Il lavoro per progetti (4 ore)
Con quest’ultimo modulo formativo si forniranno nozioni relative al lavoro per
progetti, utile a consegnare ai volontari strumenti volti ad una loro prima positiva
autonomizzazione relativamente alla programmazione ed organizzazione delle
attività in cui sono inseriti.
35) Durata:
E’ previsto un totale di 42 ore.
Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei volontari
36) Sede di realizzazione:
Sede Nazionale – Viale Mazzini n. 73 – 00195 Roma
Spes – Via del Pigneto, 12 – Roma
Spes – Via dei Mille, 6 – Roma
37) Modalità di attuazione:
a) In proprio presso l’ente con formatori dell’ente stesso
c) Affidata ad altri soggetti terzi
38) Nominativo/i e dati anagrafici del/i formatore/i:
Maria Gabriella Carnieri nata a Roma il 25/03/1942
Antonella Faieta nata a Pescara il 28/08/1961
Marina Rossi nata a Roma il 26/08/1963
Paola Lattes nata a Roma l’8/11/1935
Paola Matteucci nata a Roma il 15/10/1963
Gabriella Anna Carmen Tambone nata a Molfetta (BA) il 16/12/1973
Modulo di Informatica
Francesco Carrà, nato a Roma il 25/12/1954
Gabriella Urbani, nata a Roma l’11/08/1964
Nozioni di primo soccorso e corso BLSD
Cristian Vender, nato a Roma il 19.12.1973
Giovanni Del Savio, nato a Roma il 21.07.1956
Fabio Selvaggio, nato a Roma il 29.08.1968
Lorella Calafato, nata a Roma il 04.04.1963
39) Competenze specifiche del/i formatore/i:
Maria Gabriella Carnieri
• Socia Fondatrice e Presidente dell’Associazione Nazionale Volontarie
“Telefono Rosa – Onlus”
• Responsabile di molteplici progetti realizzati per conto della Comunità Europea
e delle “Istituzioni Italiane”
Antonella Faieta
• Laurea in Giurisprudenza conseguita presso l’Università degli Studi di Teramo
• Iscrizione all’Albo degli Avvocati presso l’Ordine degli avvocati di Roma
• Volontaria presso l’Associazione Nazionale Volontarie del Telefono Rosa dal
2005
Marina Rossi
• Laurea in Giurisprudenza conseguita presso l’Università degli Studi di Roma
“La Sapienza”
• Iscrizione all’Albo degli Avvocati di Roma
• Volontaria presso l’Associazione Nazionale Volontarie del Telefono Rosa dal
1988 e componente del Direttivo dal 2003
Paola Lattes
• Laurea in Giurisprudenza conseguita presso l’Università degli Studi di Roma
“La Sapienza”
• Iscrizione all’Albo degli Avvocati e Procuratori di Roma
• Partecipazione in qualità di docente al progetto “Corsi di sensibilizzazione, in-
•
•
formazione sulle differenze di genere, sulle pari opportunità e sulla violenza
all’interno delle mura domestiche” presso l’XI Municipio
Partecipazione in qualità di docente ai corsi tenuti presso il Telefono Rosa per le
volontarie
Volontaria dell’Associazione Nazionale Volontarie del Telefono Rosa dal 1991
Paola Matteucci
• Psicologa iscritta all’Albo della Regione Lazio
• Esperta in Sessuologia Clinica
• Supervisore del tirocinio post-lauream degli psicologi presso l’Associazione
Nazionale Volontarie del Telefono Rosa di Roma
• Psicologa volontaria presso l’Associazione Nazionale Volontarie del Telefono
Rosa di Roma
• Ha tenuto corsi di formazione sulla “Gestione del disagio” per le operatrici dell’
Associazione Nazionale Volontarie del Telefono Rosa approvato dal Comune di
Roma nel 1998
Gabriella Anna Carmen Tambone
• Laurea in Psicologia conseguita presso l’Università degli Studi di Roma “La
Sapienza”
• Fondatrice dell’Associazione di Artiterapie “Corpi Sensibili” attraverso cui
svolge attività di laboratori presso le scuole medie e superiori
• Psicologa volontaria presso l’Associazione Nazionale Volontarie del Telefono
Rosa di Roma
Formatori Modulo di Informatica (a cura d Fusilla s.r.l.)
Francesco Carrà
• 2006: Analista e sviluppo per diversi progetti (Banca Dati Associazioni di
Protezione Civile del Lazio, Sviluppo portale web per conto di ConfProfessioni,
analisi e sviluppo sistema gestionale per il Fondo Interprofessionale
Fondoprofessioni)
• 2006: Docente di informatica di base per conto dei Centri di Servizio per il
Volontariato del Lazio CESV-Spes
• 2004-2005: Docente di Office, HTML, Javascript, per conto dell’Associazione
“Performare” in due corsi di 60 ore finanziati dalla Regione Lazio
• 2001-2002: Progetto “Libra” nel quadro del programma Integra della CE, con
docenze di HTML, CSS, Vbscript, Javascript ed ASP, per un totale di 120 ore su
incarico A.L.FOR
• Esperienza come conduttore del modulo formativo informatico per conto della
Società Fusilla s.r.l. (ente che certifica le competenze come da voce 29 e 46 della
scheda) all’interno dei progetti di servizio civile dell’ente Spes approvati nel
2007
Gabriella Urbani
• 1990: Laurea in Scienze Politiche presso l’Università degli Studi di Roma “La
Sapienza”
• Maggio-Luglio 2006: Docente di alfabetizzazione informatica nell’ambito del
Programma Speciale “Informatizzazione 2005-2006” dei Centri di Servizio per il
Volontariato CESV-SPES
•
•
•
•
•
Ottobre 2004-Maggio 2005: Docente di Web Marketing nel Corso di
Formazione Professionale “Progettista sistemi e processi aziendali”; progetto cofinanziato dall’Unione Europea, approvato dalla Regione Lazio
Gennaio-Giugno 2003: Docente di metodologie didattiche di corsi pilota di
autoformazione (“Matera e dintorni”, “Metodi di studio”, “La scuola creativa”),
metodologia riconosciuta ambito UE
Luglio 2002: Progettazione, stesura testi ed ideazione interfaccia grafica e di
navigazione del corso interattivo di e-learning “Obiettivo: comunicare”
Settembre 2001-Giugno 2002: Corso “Formazione per Formatori” e “Metodi di
Gestione dell’aula” per personale MAFRAU Srl
Esperienza come conduttore del modulo formativo informatico per conto della
Società Fusilla s.r.l. (ente che certifica le competenze come da voce 29 e 46 della
scheda) all’interno dei progetti di servizio civile dell’ente Spes approvati nel
2007
Formatori Nozioni di primo soccorso e corso BLSD (a cura di UPTER - Sport)
Cristian Vender
• Laurea infiermieristica I livello presso l’Università di Tor Vergata
• Attestato di superamento corso di Advanced Life Support presso I.R.C. – E.R.C
Università Cattolica del Sacro Cuore
• Coordinamento e direzione dei corsi di BLSD – I.R.C. presso l’UPTER SPORT
• Diploma di istruttore di base IRC
• Attestato di competenza Advanced esecutore ACLS
• Esperienza come conduttore del modulo formativo relativo alle nozioni di primo
soccorso e corso BLSD per conto dell’Ente Upter Sport Centro di Formazione
IRC – Italian Resuscitation Council (ente partner del progetto come da voce 25
della scheda) all’interno dei progetti di servizio civile dell’ente Spes approvati
nel 2007
Giovanni Del Savio
• Attestato di infermiere generico conseguito presso l’ospedale Militare di Roma
“Celio” nell’anno 1981
• Attestato di Abilitazione all’esercizio della Shiatsu–Terapia conseguito
nell’anno scolastico 1993/1994 presso la Scuola Italiana Shiatsu di Roma diretta
da R. Palombini
• corso di Formazione Professionale “Prevenzione antinfortunistica domiciliare e
del tempo libero” organizzato dal Consorzio Telematica per il Sistema
Riabilitativo presso il Dipartimento di Elettronica ed Automatica - Università di
Ancona approvato dall’Amministrazione Provinciale di Ancona e finanziato dal
Fondo Sociale Europeo 2001 Ob. 3 Asse C4 Misura a2, della durata di 100 ore
• corso Basic Life Support – Defibrillation Istruttore certificato Italian
Resuscitation Council presso il centro di formazione IRC EMT – Roma nei
giorni 16 e 17 aprile 2003 e di averlo superato con votazione di 85/100
• Esperienza come conduttore del modulo formativo relativo alle nozioni di primo
soccorso e corso BLSD per conto dell’Ente Upter Sport Centro di Formazione
IRC – Italian Resuscitation Council (ente partner del progetto come da voce 25
della scheda) all’interno dei progetti di servizio civile dell’ente Spes approvati
nel 2007
Fabio Selvaggio
• Laurea Breve in Scienze Infermieristiche con la votazione di 70/70 e lode con
una tesi su “La toracoscopia e le Implicazioni Infermieristiche” presso
l’Università Tor Vergata - IDI
• Master in Management Infermieristico per Funzioni di Coordinamento(con
esperienze di Coordinamento affiancato presso il policlinico A.Gemelli) con
votazione 108/110 con una tesi su“ La Continuità Assistenziale del Paziente
Critico”
• corso esecutore BLSD (Basic Life Support and Defibrillation)-Università
Cattolica Sacro Cuore - Roma
• corso esecutore PHTLS (Pre Hospital Trauma Life Support) della NAEMT
tenutosi a Roma presso il Parco Scientifico S.Raffaele
• Corso Istruttore BLSD con il centro di formazione EMT(Emergenza Medica nel
Territorio) tenutosi a Roma presso il Parco Scientifico S.Raffaele
• Corso esecutore ATLS (Advanced trauma Life Support) con l’American College
of Surgeons tenutosi presso l’Università Cattolica Sacro Cuore – Roma
• Esperienza come conduttore del modulo formativo relativo alle nozioni di primo
soccorso e corso BLSD per conto dell’Ente Upter Sport Centro di Formazione
IRC – Italian Resuscitation Council (ente partner del progetto come da voce 25
della scheda) all’interno dei progetti di servizio civile dell’ente Spes approvati
nel 2007
Lorella Calafato
• Diploma di maturità professionale per Analista Contabile conseguito presso l’Ist.
Prof. per il Commercio “Pietro della Valle”
• Attestato per il Corso del Primo Soccorso ed Educazione Sanitaria rilasciato
dalla Croce Rossa Italiana –Volontario del Soccorso
• Diploma di Infermiere Professionale rilasciato dalla Scuola per infermieri
Professionali di Frascati
• Corso di Basic Life Support Esecutore rilasciato dal S.E.S. 118 di Roma e
provincia
• Corso di Defibrillazione Precoce Esecutore rilasciato dal S.E.S. 118 di Roma e
provincia
• Corso di Pediatric Basic Life Support Esecutore rilasciato dal S.E.S. 118 di
Roma e provincia
• Master di Primo Livello in “Infermieristica clinica nel paziente critico”
(biennale) rilasciato dall’Università degli Studi di Roma Tor Vergata con
votazione finale 110/110
• Attestato di partecipazione al Corso di Rianimazione cardiopolmonare
di
Base e defibrillazione precoce secondo le linee guida dell’Italian Resuscitation
Council svoltosi presso Upter-Sport
• Corso di Basic Life Support - Defibrillation Istruttore certificato Italian
Resuscitation Council
• Esperienza come conduttore del modulo formativo relativo alle nozioni di primo
soccorso e corso BLSD per conto dell’Ente Upter Sport Centro di Formazione
IRC – Italian Resuscitation Council (ente partner del progetto come da voce 25
della scheda) all’interno dei progetti di servizio civile dell’ente Spes approvati
nel 2007
40) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:
I primi incontri saranno dedicati innanzi tutto alla presentazione degli ambiti di
impiego in cui i volontari presteranno servizio oltre che alla presentazione
dell’associazione stessa e dei relativi responsabili o comunque delle persone che
fungeranno da punto di riferimento per i volontari.
Già in questi primi incontri i vari argomenti saranno affrontati facendo ricorso a
tecniche di animazione e metodologie attive che prevedono il coinvolgimento in
prima persona dei formandi, considerati come primi protagonisti del processo di
apprendimento.
Per quanto riguarda le tecniche specifiche che verranno adottate:
• è previsto il ricorso a contributi di tipo teorico, ossia lezioni, che – a seconda
degli obiettivi specifici di ciascun modulo formativo - potranno assumere la
forma di lezioni frontali, lezioni attive, lezioni per l’elaborazione;
• il lavoro in piccoli gruppi, per favorire lo sviluppo delle principali competenze
relazionali e comunicative;
• il gruppo di formazione sarà inoltre considerato come elemento del setting e
strumento di apprendimento in quanto luogo di “sospensione” della pratica per
avviare un processo di ricerca sulle conoscenze e le competenze (sia “tecniche”
che relazionali) che l’esperienza man mano condotta dai volontari ha consentito
loro di accumulare affinché esse possano essere elaborate (ossia rese più
consapevoli ed esplicite) proprio grazie al lavoro formativo;
• si farà naturalmente ricorso alle tecniche formative classiche quali esercitazioni,
giochi di ruolo, analisi di casi, simulazioni presentati dai formatori o dai
partecipanti;
• verranno somministrati test di apprendimento in modo tale da poter
confrontare la situazione iniziale e quella finale dei partecipanti alla formazione,
così come previsto dal monitoraggio della formazione specifica e dal piano di
Bilancio delle competenze (v. voci 43 e 46 della presente Scheda progettuale).
Per quanto riguarda il modulo informatico, la formazione si articolerà in 10 ore di
aula e 10 ore nell’uso di un LMS (Learning Management System) con tecnologia
open source (Docebo). Docebo è una piattaforma che consente ad ogni singolo
utente di fruire il modulo informatico citato in modalità e-learning. Le ore in aula si
svolgeranno all’inizio e alla fine della formazione svolta dal singolo volontario, in
modalità e-lerning, e saranno così articolate:
-
all’inizio, presentazione della piattaforma LMS e svolgimento del test
d’entrata (5 ore)
alla fine, re-test finale, scambio e socializzazione delle principali difficoltà in
vista della prova d’esame per il conseguimento della Patente europea
(ECDL) (5 ore).
Il termine del modulo informatico sarà calcolato entro i primi 5 mesi di servizio
dedicati alla formazione, lasciando così a ciascun volontario un periodo adeguato al
completamento dei learning object. Sia le ore in aula che quelle svolte in modalità elearning sono da considerarsi all’interno delle ore previste per la formazione
specifica, rientrando, quindi, nelle ore di servizio previste dal progetto. Saranno
messe a disposizione presso le sedi di realizzazione del progetto e/o della
formazione postazioni attrezzate idonee allo svolgimento del modulo sia on-line che
off-line.
La piattaforma adotta lo standard Scorm 1.2 per il tracciamento della fruizione di
ciascun singolo learning object da parte dell’utente.
Ciascun utente autorizzato a seguire il corso avrà accesso alla piattaforma attraverso
user-id e password, che consente alla piattaforma di:
1. riconoscere l’utente ogni volta che accede;
2. registrare i dati di monitoragio - o metadati.
Attraverso l’LMS sarà possibile erogare contenuti “altri” rispetto al corso come file
word, pdf, filmati audio e video, animazioni. La piattaforma è inoltre dotata di
sistemi di comunicazione sincrona (chat) o asincrona (forum, mail) che danno
facoltà all’utente di dialogare sia con il tutor che con gli altri utenti su tematiche
relative:
‰ ai contenuti dei singoli learning object;
‰ alla modalità di utilizzo della piattaforma.
Questi sistemi di comunicazione sono integrabili, attivati, utilizzati in base a:
1. agli obiettivi didattici del corso;
2. le tematiche o problematiche che via via si presentano
3. esigenze di socializzazione tra gli utenti.
L’LMS consente infatti di creare tra gruppi di utenti, tutti gli utenti, gli utenti ed il
tutor (in modalità uno a uno, uno a molti, molti a molti), una comunità virtuale di
apprendimento all’interno della quale si possono porre domande, ricevere
suggerimenti, raccontare esperienze e conoscenze acquisite. In questo il tutor avrà
un ruolo fondamentale:
‰ faciliterà l’utilizzo degli strumenti di comunicazione;
‰ stimolerà gli utenti a partecipare;
‰ proporrà temi di discussione, che potranno essere proposti anche dagli utenti
stessi.
I vantaggi dell’utilizzo di un tale sistema integrato di formazione sono così riassunti:
1. l’LMS offre la possibilità agli utenti di seguire percorsi didattici
personalizzati, ovvero scelti sulla base delle personali modalità di
apprendimento e “tempi di studio”.
2. favorisce una condivisione dell’esperienza formativa al di là dei contenuti.
3. è flessibile in quanto permette, laddove non sia possibile avere una
connessione internet, di fruire del corso off line (anche su Cd-rom) ed
inviare i dati di monitoraggio in un secondo momento.
Infine, il modulo formativo sulle nozioni di primo soccorso e BLSD sarà sviluppato
attraverso contribuiti teorici e la realizzazione di esercitazioni e applicazioni
pratiche su manichini.
41) Contenuti della formazione:
Tenendo conto degli ambiti di impiego in cui saranno coinvolti i partecipanti, si
tratterà di offrire loro le informazioni, le conoscenze e le competenze necessarie
perché possano svolgere l’attività di affiancamento agli operatori dell’associazione.
Ciò significa che il percorso sarà suddiviso in moduli corrispondenti alle principali
tematiche che vengono trattate nell’ambito dell’associazione:
1° Modulo: Presentazione dell’associazione Telefono Rosa (2 ore)
• Origini e storia dell’associazione
• Finalità e obiettivi di Telefono rosa
Condotto da Maria Gabriella Carnieri e Paola Lattes
2° Modulo: Competenze relazionali (26 ore)
• Il rapporto emotivo con le donne vittime di violenza e con i loro figli
• La mediazione culturale e familiare
• La risposta al telefono
Condotto da Paola Matteucci
3° Modulo: Competenze giuridiche (32 ore)
• Art.3, art.37 e art.51 della Costituzione e successive modifiche. Le pari
opportunità tra uomo e donna
• Panoramica sul Diritto di famiglia da un punto di vista civile e penale
• L. 898/1970. Legge sul divorzio
• L.66/1997. Norme contro la violenza sessuale
• L.149/2001 e L.154/2002. Legge sull’allontanamento del genitore violento dalla
casa familiare e tutela di qualunque vittima della violenza familiare
• L.189/2002. Norme in materia di immigrazione e di asilo (Legge Bossi-Fini)
Condotto da Antonella Faieta e Marina Rossi
4° Modulo: Competenze per la ricerca bibliografica e la didattica (10 ore)
• Metodologia delle ricerche del materiale di base per le pubblicazioni annuali
dell’Associazione
• Fondamenti per l’insegnamento dell’italiano agli stranieri
Condotto da Gabriella Tamboni
5° Modulo informatico (20 ore)
Word Processor; Internet e Posta elettronica; alcune funzioni del pacchetto
Office suddiviso nei seguenti learning object (10 ore):
‰ 5 per WORD: Avviare Word, Iniziare a lavorare, Posta elettronica, La
formattazione del testo, Stampa del documento;
‰ 4 per EXCEL: Avviare Excel, Il foglio elettronico, Celle e intervalli, Le formule;
‰ 5 per INTERNET: Avviare Internet, Introduzione al web, Come si naviga,
Funzioni di supporto, Posta elettronica;
‰ 4 per POWER POINT: Avviare Power Point, Azioni e animazioni, Modifica delle
diapositive, Gli oggetti;
‰ 6 per ACCESS: avviare Access, concetti generali, le tabelle, le query, le
maschere, le macro e le altre funzioni di Access
All’inizio e alla fine della formazione svolta dal singolo volontario, in modalità elerning, si svolgeranno lezioni in aula secondo la seguente articolazione:
-
all’inizio, presentazione della piattaforma LMS e svolgimento del test
d’entrata (5 ore)
- alla fine, re-test finale, scambio e socializzazione delle principali difficoltà in
vista della prova d’esame per il conseguimento della Patente europea
(ECDL) (5 ore).
A cura della Società Fusilla - Condotto da Francesco Carrà e Gabriella Urbani
6° Modulo: Esecutore BLSD (10 ore)
• Nozioni di Primo soccorso
• Rianimazione cardio-polmonare e defibrillazione precoce.
A cura dell’Ente UPTER Sport – Condotto da Cristian Vender, Giovanni Del
Savio, Selvaggio Fabio, Calafato Lorella
42) Durata:
100 ore
Altri elementi della formazione
43) Modalità di monitoraggio del piano di formazione (generale e specifica) predisposto:
Il monitoraggio e la valutazione della formazione generale e specifica è realizzata
dall’Ente SPES e dallo IAL, ente accreditato presso la Regione Lazio per lo
svolgimento di attività di Orientamento.
I volontari e gli Olp sono facilitati nel descrivere e condividere, nelle diverse fasi del
percorso di formazione, alcuni aspetti ritenuti significativi utili al monitoraggio della
formazione nonchè del progetto. L’Ente SPES raccoglie e organizza il materiale per
la formazione, gli elaborati e le riflessioni dei soggetti coinvolti con incontri con i
volontari egli Olp.
Il monitoraggio e la valutazione della formazione è realizzata in
coordinamento con le attività di monitoraggio del progetto. Il confronto dei dati
rilevati durante il monitoraggio e la valutazione del percorso formativo (generale e
specifico) ha funzione di reindirizzo in ottica migliorativa in vista della nuova
progettazione.
Il piano di monitoraggio sulla formazione si prefigge i seguenti obiettivi
specifici con funzione di controllo finalizzato al miglioramento 1 della formazione
erogata ai volontari:
a) monitoraggio di quantità
Sia per la formazione generale che per quella specifica è prevista la rilevazione dei
seguenti dati quantitativi raccolti e forniti dagli OLP e/o dal Tutor:
ƒ elenco volontari partecipanti,
ƒ n. ore di presenza per ciascuno dei partecipanti,
ƒ luogo di svolgimento e date e orari degli incontri previsti dai due percorsi
formativi (generale e specifico),
ƒ registro dei volontari partecipanti al corso con firme di inizio e fine lezione,
segnalazione degli assenti e delle rispettive motivazioni, firme dei formatori
presenti in aula,
ƒ nominativi degli esperti intervenuti corredati di curriculum,
ƒ indicazione delle tematiche trattate e delle metodologie utilizzate.
b) monitoraggio di qualità
Il monitoraggio e la valutazione della qualità della formazione generale e specifica
rileva e analizza:
1. le reazioni dei partecipanti,
1
Ministero della Solidarietà Sociale – Presidenza del Consiglio dei Ministri – Ufficio Nazionale per il Servizio
Civile, Circolare 24 maggio 2007 prot. UNSC/21346/II.5 – “Monitoraggio sulla formazione generale dei
volontari in servizio civile nazionale”
2. l’apprendimento/cambiamento, che può essere registrato nell’ambito delle
conoscenze, della capacità, e della condotta,
3. l’attività di docenza (chiarezza, efficacia, professionalità),
4. i metodi didattici.
Le prove di verifica della formazione generale sono realizzate, con una tempistica
definita, e l’utilizzo di strumenti di rilevazione rivolti ai volontari destinatari
dell’azione formativa, secondo le seguenti modalità:
• Questionario di ingresso, volto a rilevare la situazione di partenza di ciascun
formando e le aspettative che nutre sia rispetto al servizio sia in rapporto alla
formazione generale e specifica. Discussione in gruppo di quanto emerso con i
giovani volontari partecipanti alla formazione.
• Questionario di metà percorso volto a fare il punto su quanto acquisito da
ciascun partecipante e sul grado di soddisfazione in relazione alle modalità di
realizzazione della formazione.
• Questionario di Fine percorso elaborato ad hoc, focus group con i giovani
volontari finalizzato all’elaborazione di un Bilancio finale dell’esperienza
formativa.
I volontari sono chiamati a valutare:
- il contributo della formazione generale in relazione all’esperienza del
Servizio Civile,
- i contenuti dei moduli formativi,
- argomenti/tematiche che richiederebbero approfondimenti,
- l’esperienza globale della formazione.
La valutazione della formazione specifica avviene attraverso prove di verifica
strutturate (test, questionari, prove pratiche) a cura del singolo formatore secondo la
seguente connessione logica:
COMPETENZE ATTESE
→
TEST →
COMPETENZE ACQUISITE
In particolare per la formazione informatica, il monitoraggio sarà realizzato
attraverso l’uso della piattaforma (descritta nella voce 40 della presente scheda
progettuale) che, prevedendo il riconoscimento dell’utente ogni volta che accede,
consente la registrazione dei dati di monitoragio - o metadati – che sono:
ƒ qualitativi (risultati dei test);
ƒ quantitativi (pagine visitate a tempo di fruizione) relativi al
percorso formativo effettuato in più sessioni di fruizione.
I dati di monitoraggio saranno gestiti dal tutor assegnato al corso e successivamente
comunicati agli operatori dello IAL.
c) valutazione funzionale della formazione
La valutazione dell’esperienza formativa, sia generale che specifica, ha finalità di:
ƒ restituzione ai volontari di aspetti significativi emersi nella formazione
collegati al progetto ed al Servizio Civile Nazionale, con la finalità di
ragionare con i volontari sulle differenze che si riscontrano tra le loro
aspettative e l’inizio dell’avvio del progetto,
ƒ accompagnare i volontari nella rielaborazione di quanto avvenuto dall’inizio
al termine del servizio (capacità acquisite previste e non, rispondenza del
progetto alle esigenze del volontario/a), in funzione anche della
certificazione delle competenze (cfr. voci 29 e 46 della scheda progettuale),
ƒ
fornire indicazioni utili per rielaborare le difficoltà incontrate in ottica
migliorativa sia per il progetto che per i singoli volontari.
Le competenze specifiche acquisite dai volontari dall’azione formativa sono inserite
nel dossier personale del volontario a cura degli operatori che svolgono l’attività di
bilancio delle competenze.
Si prevede l’analisi di dimensioni ed aspetti non previsti ma ritenuti rilevanti per il
monitoraggio e la valutazione della formazione, l’integrazione con eventuale
materiale e documenti (video, foto, depliant, manifesti, cd-rom, articoli su supporto
cartaceo e/o telematico, altro) realizzati nel corso della formazione.
CARATTERISTICHE PROGETTO IN RELAZIONE ALLA
GRIGLIA DI VALUTAZIONE RELATIVA AI 20 PUNTI
AGGIUNTIVI
44) Valorizzazione dell’esperienza di volontariato:
L’Associazione Telefono Rosa Onlus è un’organizzazione di volontariato nata nel
1990 con sede nazionale a Roma ed altre 5 dislocate sul territorio nazionale:
Torino, Verona, Mantova, Varese e Campobasso.
Iscritta al Registro Regionale del Lazio, come previsto dalla Legge Regionale sul
volontariato n° 29/93, nella Sezione Servizi Sociali, opera con lo scopo di tutelare e
promuovere i diritti, in particolare delle donne vittime di violenza e abuso,
indipendentemente dalla loro nazionalità.
L’Associazione, nata per valorizzare e organizzare le volontarie che già nel 1988 si
dedicavano all’ascolto delle donne vittime di violenze e abusi, ancora oggi svolge
le sue attività grazie a 70 volontarie appositamente formate, come indicato al punto
8.3, che collaborano a titolo gratuito.
Alcuni di essi mettono a disposizione la loro professionalità, come l’avvocato, lo
psicologo, i mediatori culturali e i funzionari di banca, così come indicato nel punto
8.2 del progetto.
45) Valorizzazione del percorso formativo:
Metacompetenze - Empowerment - Formazione
Per la valorizzazione del percorso formativo Spes ha stabilito principalmente
accordi con i seguenti enti terzi volti rispettivamente al:
Riconoscimento del percorso formativo
L’Ente IAL Istituto per la Formazione Professionale di Roma e Lazio,
impegnato nel monitoraggio e valutazione della formazione specifica, oltre che
dell’impiego dei volontari nell’insieme del progetto, rilascerà un attestato di
riconoscimento del percorso formativo, relativo alla formazione specifica.
Rilascio di attestato
L’Ente Upter Sport (Centro di Formazione IRC – Italian Resuscitation Council)
riconoscerà e certificherà le competenze acquisibili, rilasciando ai volontari in
servizio civile l’attestato professionale IRC (ai sensi dell’art. 1, c. 2 bis della Legge
3 aprile 2001, n. 120, e successive modifiche) di “Esecutore BLSD”, il cui valore
legale è riconosciuto e disciplinato dall’art. 1 della Legge 3 aprile 2001, n. 120 e
successive modifiche (cfr. formazione specifica alla Voce 41 del progetto).
Sviluppo di strategie di empowerment
Nell’ottica di strategie di empowerment, l’Ente IAL, Istituto per la Formazione
professionale di Roma e Lazio, fornirà assieme al bilancio delle competenze (v.
voce 46), che consente una comparazione tra competenze attese e competenze
possedute all’inizio del percorso, proprie del bilancio stesso, anche una verifica di
quelle acquisite al termine dell’anno di servizio civile, attraverso un’azione di
monitoraggio e verifica dell’intera esperienza di servizio civile dei volontari (cfr.
Voci 21 e 43 del progetto).
Il bilancio, consegnato individualmente a tutti i giovani che abbiano completato il
periodo di servizio, costituirà un utile strumento a sostegno della pianificazione del
futuro professionale e di vita messo a disposizione del singolo volontario.
Sviluppo di competenze trasversali
La Società Fusilla srl, attivamente impegnata nel campo della progettazione e
realizzazione di nuovi strumenti tecnologici di comunicazione e nella formazione
informatica e professionale, fornirà ai volontari impiegati nel progetto competenze
di tipo informatico abilitanti a sostenere l’esame per il conseguimento della Patente
europea per l’uso del PC (ECDL). La partecipazione al modulo formativo
informatico sarà certificata con attestato, valido ai fini curriculari.
Il modulo sarà inoltre realizzato attraverso l’uso di metodologie formative
innovative quali l’e-learning, così come illustrato alle voci 40 e 41 della presente
Scheda progettuale.
Si evidenzia, inoltre, come l’attestato di “Esecutore BLSD” possa essere compreso
all’interno del percorso di sviluppo di competenze trasversali risultando tale
qualifica spendibile in diversi contesti sociali e di lavoro.
Infine, si rileva come, in riferimento allo sviluppo di metacompetenze, il percorso
formativo previsto per i volontari in servizio civile garantirà loro l’acquisizione di
capacità relazionali per interagire e rapportarsi con gli utenti, capacità di
fronteggiare situazioni di impatto emotivo, capacità di lavorare in gruppo.
I volontari apprenderanno, inoltre, conoscenze relative al diritto di famiglia e alla
mediazione familiare nonché un ricco bagaglio di conoscenze pratiche nell’ambito
delle tecniche e delle strategie comunicative.
Gli strumenti acquisiti potranno adeguatamente concorrere a costruire profili
professionali quali quello dello psicologo, del mediatore familiare, dell’ombudsman
nel campo del sociale (difensore civico con valenza istituzionale e sociale nei casi
di disagio), dell’assistente sociale e dell’esperto legale, in particolare per le
specializzazioni relative al diritto di famiglia (matrimonialisti).
46) Eventuali collegamenti con il mondo del lavoro:
Bilancio e certificazione delle competenze
Attuatore: IAL – Istituto per la formazione professionale di Roma e Lazio.
L’Istituto in questione svolge l’attività di bilancio di competenze in quanto
accreditato presso la Regione Lazio per lo svolgimento di attività di Orientamento.
L’accreditamento è stato riconosciuto allo IAL con DGR n. 1510 del 21/11/2002
con codice di accreditamento 0071IL-6.
Descrizione
All’interno del presente progetto è stato previsto un percorso di bilancio delle
competenze, finalizzato alla definizione di un profilo individuale che consenta,
coerentemente con il contesto e con le risorse individuate, di inserire, nel limite del
possibile, il singolo volontario in strutture idonee rispetto alle caratteristiche
personali (attitudinali, motivazionali, ecc..).
A questo scopo verranno realizzati interventi strutturati di gruppo che aiutino il
singolo beneficiario a definire con precisione le proprie capacità, competenze e
aspirazioni professionali.
Nell’ottica dell’adozione di strategie di empowerment, al termine del periodo di
servizio civile, si procederà ad una valutazione e certificazione delle competenze
acquisite e derivate dallo svolgimento dell’intero percorso, superando, con ciò, gli
obiettivi classici del solo bilancio delle competenze, il cui intento è la
comparazione delle competenze attese con quelle possedute all’inizio, e non anche
alla fine, di un’attività lavorativa.
Per lo sviluppo di questa azione conclusiva si stabiliranno collegamenti con le
attività di monitoraggio e valutazione tanto del progetto quanto della formazione,
con particolare riferimento a quella specifica. Per la verifica delle competenze
acquisite dai volontari in ambito non formativo sarà cura dell’Operatore Locale di
Progetto elaborare un documento di sintesi (di cui verrà fornita traccia all’inizio di
progetto) che riporti le attività in cui il volontario è stato coinvolto e, per ogni
tipologia di attività, le competenze acquisite.
Obiettivi dell’azione di bilancio delle competenze
L’obiettivo generale di quest’azione è quello di produrre un documento di sintesi
che consenta agli OLP di orientare i volontari in servizio civile in attività che
valorizzino ed accrescano le loro capacità ed attitudini personali.
Per raggiungere l’obiettivo generale saranno perseguiti i seguenti obiettivi
operativi:
¾ Condividere con i destinatari gli obiettivi del percorso di bilancio;
¾ Identificare competenze e potenzialità che il destinatario può investire nella
elaborazione/realizzazione di un progetto professionale e di vita;
¾ Identificare fabbisogni formativi individuali sia manifesti che latenti;
¾ Certificare, in chiusura di progetto, le competenze acquisite sia nell’ambito
della formazione che in quello delle attività realizzate.
Struttura dell’intervento
Ognuna delle azioni di bilancio si svolgerà nell’arco di mezza giornata e verrà
rivolta a piccoli gruppi (6 persone circa) secondo la seguente articolazione:
¾ Fase Preliminare
¾ Fase Investigativa
¾ Fase Conclusiva
Nel dettaglio ogni fase sarà così realizzata.
Fase preliminare con:
¾ Esposizione degli obiettivi e delle attività della valutazione delle
competenze e sua funzione nell’ambito del progetto nel suo insieme;
¾ Attivazione e motivazione dei destinatari
Fase investigativa con Questionario in plenaria al fine di:
¾ Identificare i bisogni individuali;
¾ Ricostruire l’itinerario scolastico, professionale e personale;
¾ Individuare i contenuti delle attività e delle competenze utilizzate nella vita
e valutazione del grado di possesso;
¾ Individuare competenze specifiche da utilizzare nel corso del progetto;
¾ Individuare gli interessi, i valori, le aspirazioni e i principali fattori di
motivazione;
¾ Individuare informazioni sull’ambiente socio-professionale ed economico,
per poter prefigurare percorsi realistici di sviluppo personale e
professionale.
Fase conclusiva con
¾ analisi individuale degli elementi raccolti e l’individuazione delle possibilità
di evoluzione professionale nel settore individuato dal progetto;
¾ Certificazione delle competenze acquisite durante le attività di progetto,
elaborata verificando con il volontario gli esiti delle valutazioni effettuate
durante lo svolgimento del progetto e contenute nel dossier individuale
Prodotti di bilancio:
Per la fase preliminare: Contratto di bilancio
Per la fase investigativa: Portfolio delle competenze
Per la fase conclusiva: Progetto di sviluppo personale e attestato di acquisizione di
competenze
Accordi per il riconoscimento delle competenze
Fusilla srl, società attivamente impegnata nel campo della progettazione e
realizzazione di nuovi strumenti tecnologici di comunicazione e nella formazione
informatica professionale, valorizza l’esperienza realizzata dai volontari impegnati
nel progetto, rilasciando attestato di frequenza al modulo informatico, utile ai fini
curriculari e valido per sostenere l’esame della Patente europea per l'uso del
computer (ECDL).
A.T.I- Associazione Temporanea d’Impresa formata dall’Associazione
Nazionale Telefono Rosa e la Cooperativa sociale Onlus O.Sa.La. Operatori sociosanitari del Lazio, codice fiscale e PI 08023371001, gestisce per conto del Comune
di Roma la Casa internazionale dei Diritti Umani delle Donne.
L’A.T.I si impegna a riconoscere e la certificare le competenze acquisibili dai
volontari in Servizio civile durante l’espletamento del servizio e valide ai fini del
curriculum vitae, come da accordo stipulato in data 23 Ottobre 2007.
Roma, 30 ottobre 2007
Il Progettista
Giuliana Cresce
Il Responsabile del Servizio civile nazionale
Francesca Amadori
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Associazione Telefono Rosa - Progetto