(Allegato 1) SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA ENTE 1) Ente proponente il progetto: SPES- Associazione Promozione e solidarietà R12NZ02016 2) Codice di accreditamento: 3) Albo e classe di iscrizione: Regione Lazio 2 CARATTERISTICHE PROGETTO 4) Titolo del progetto: Diamo voce alle donne senza voce 5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3): A 11 – Assistenza donne con minori a carico e donne in difficoltà 6) Descrizione del contesto territoriale e/o settoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili: Il contesto settoriale entro il quale si realizza il progetto è quello della violenza contro le donne, un problema mondiale ancora non sufficientemente riconosciuto e denunciato. L’ONU e l’Unione Europea la definiscono violenza di genere, cioè una violenza che si annida nello squilibrio relazionale tra i sessi e nel desiderio di controllo e di possesso da parte del genere maschile sul femminile. Si tratta di un fenomeno che si sviluppa soprattutto nell’ambito dei rapporti familiari e coinvolge donne di ogni estrazione sociale, di ogni livello culturale, sia pure in forme e proporzioni differenti, provocando danni fisici e gravi conseguenze sulla salute mentale e comportando alti costi socio economici non solo alle donne ma anche alle comunità in cui vivono. E’ quindi definibile un fenomeno trasversale, che colpisce da un lato donne di ogni condizione e dall’altro è perpetrato da uomini di ogni tipo e condizione. E’ largamente diffusa l’opinione che la violenza alle donne interessi prevalentemente strati sociali emarginati, soggetti patologici, famiglie multiproblematiche; in realtà è un fenomeno che appartiene più alla normalità che alla patologia e riguarda uomini e donne di tutti gli strati sociali, si presenta generalmente come una combinazione di violenza fisica, sessuale, psicologica ed economica, con episodi che si ripetono nel tempo e tendono ad assumere forme di gravità sempre maggiori. La violenza contro le donne è una violenza di genere riconosciuta dalla comunità internazionale come violazione fondamentale dei diritti umani; ed è per questo che non la si può considerare solo una piaga sociale. In questo contesto si inserisce l’attività dell’Associazione Telefono Rosa ONLUS, nata nel 1990 per valorizzare e organizzare le volontarie che dal febbraio del 1988 si alternano all’ascolto delle donne vittime di violenza e abuso. L’Associazione ha la sede nazionale a Roma e sedi periferiche a Torino, Verona, Mantova, Varese e Campobasso: una rete che permette di indirizzare coloro che chiamano da altre realtà a trovare il centro più idoneo ai loro bisogni. In Italia è del 1988 la prima ricerca condotta dall’ISTAT, su mandato del Dipartimento alle Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, sulla violenza sessuale ed è ancora in corso da parte dell’ISTAT un’indagine sulla violenza intrafamiliare. Nella “Ricerca sulla violenza sommersa contro le donne all’interno delle mura domestiche. Rapporto sul trend 1991-2003”, Telefono Rosa ha delineato un quadro drammatico che evidenzia come il fenomeno della violenza non ha subito una diminuzione nella sua frequenza. Il rapporto contiene i dati sugli abusi domestici in Italia e fornisce un quadro della situazione che ritrae vittima e aggressore nei loro tratti salienti, mostrando che alcune categorie come quella della professione, possano risultare del tutto trasversali rispetto all’atto violento e come altre, ad esempio il livello di istruzione, forniscano gli strumenti necessari per riconoscerlo in quanto tale e denunciarlo. Le donne che si rivolgono al Telefono Rosa hanno un’età compresa tra i 35 ed i 54 anni, nell’età in cui, probabilmente, ci si sente più sicure, più forti ed in grado, quindi, di affrontare la violenza subita. Profilo della vittima: Età In altri periodi della vita forse o si è troppo giovani e, dunque, inesperte e succubi degli eventi esterni, oppure troppo anziane e, dunque, rassegnate agli eventi, in parte anche a causa dell’educazione “vecchio stampo” ricevuta. L’andamento decennale, ci permette di confermare come il fenomeno della violenza non abbia però a che fare con il livello d’istruzione, ma sia a questo trasversale. Dal 1991 al 2003 si evidenzia una diminuzione del 21,5% delle donne vittime d’abusi con licenza media inferiore e un aumento del 23,3% di quelle con licenza media superiore. Ciò è dovuto sia alla maggior scolarizzazione nazionale che alla maggior capacità della donna, con un’istruzione più elevata, di riconoscere le diverse modalità con cui la violenza si esplica. Questo dato consente di sfatare uno stereotipo (ancora presente nella nostra società) che ritiene il fenomeno della violenza - attiva o passiva - strettamente connesso ad un basso livello d’istruzione. Profilo della vittima:Titolo di studio (Fonte: Telefono Rosa) Dall’ultima ricerca svolta da Telefono Rosa (Violenza sulle donne. L’opinione della gente, 2006), per la quale sono state coinvolte 1956 persone telefonicamente e 400 donne via internet, emerge che l’82% del campione di internaute riconosce come determinanti le “abitudini e i comportamenti violenti all’interno della famiglia di origine”. Questo costituisce uno dei maggiori cambiamenti nella percezione sociale del fenomeno della violenza sulle donne: la famiglia è l’istituzione che meglio rappresenta la dimensione sociale di un Paese e riconoscere l’influenza della famiglia vuol dire riconoscere l’influenza della società nella costruzione della violenza. L’uomo violento non compie solo un atto di violenza, ma utilizza questo come metodo per comunicare e l’origine di questo atteggiamento è nel contesto in cui è vissuto, privo di affettività rispetto e tolleranza. Nelle storie di vita degli uomini violenti così come delle loro vittime, è rintracciabile una serie di abusi e soprusi, spesso più psicologici che fisici. DATI SU 848 DONNE ITALIANE 2006 DATI SU 188 DONNE STRANIERE 2006 TOTALI 2006 TIPO DI VIOLENZA Campione 848 188 1036 Rispondenti [base] 848 188 1036 240 66 306 Fisico/oggetti pericolosi 39 6 45 Economico (patrimoniale, furto, quotidiano) 77 13 90 Fisico percosse Psicologico 336 62 398 Minacce 183 37 220 2 3 5 Sequestro Molestie sessuali 25 4 29 Violenza sessuale 34 10 44 Abbandono 30 5 35 Mancanza di sostegno/alimenti 56 14 70 Cacciata di casa 14 5 19 Stalking (atti persecutori) 27 3 30 28 6 34 266 72 338 Mobbing Altro Nessuna Risposta (Fonte:indagine Telefono Rosa, anno 2006) La tabella di seguito riportata è redatta su dati tendenziali dei primi 5 mesi del 2007 DATI SU 421 DONNE ITALIANE 2007 – 5 mesi (tendenziale) DATI SU 188 DONNE STRANIERE 2007 – 5 mesi (tendenziale) TOTALI primi 5 mesi 2007 TIPO DI VIOLENZA Campione 421 64 Rispondenti [base] 421 64 129 26 158 Fisico/oggetti pericolosi 16 4 20 Economico (patrimoniale, furto, quotidiano) 45 11 56 202 27 229 80 11 91 Fisico percosse Psicologico Minacce Sequestro 2 485 485 2 Molestie sessuali 12 1 13 Violenza sessuale 18 2 20 9 3 12 25 6 31 2 4 6 13 2 15 Abbandono Mancanza di sostegno/alimenti Cacciata di casa Stalking (atti persecutori) Mobbing Altro Nessuna Risposta 2 111 1 2 111 1 (Fonte:indagine Telefono Rosa, anno 2006) I risultati della ricerca permettono di definire la violenza sessuale come un concetto più ampio che relativo solo alla sfera sessuale, con ricadute soprattutto nella sfera sociale, con conseguente perdita della propria identità. I dati ci dicono che la violenza è la prima causa di morte per le donne di età compresa tra i 15 e i 44 anni; 1 donna su 3 subisce violenza almeno una volta nella vita; anche le donne in gravidanza sono interessate dal fenomeno. Ai dati drammatici sulla violenza domestica occorre aggiungere quella forma di violenza generata dalla rete di pregiudizi e di diffidenza che si crea intorno alle persone immigrate e che colpisce in particolare le donne, il più delle volte già vittime di violenze e d’abusi nei loro paesi d’origine. Il flusso migratorio che interessa il nostro territorio impone la necessità di acquisire la capacità di interpretare e gestire le situazioni quotidiane delle persone immigrate in un continuo confronto fra i diversi modelli culturali, civili, religiosi, sociali, economici e giuridici. Per dare risposte concrete non bastano solo le strategie repressive, come la castrazione chimica e l’innalzamento delle pene per i violenti, ma è fondamentale la rieducazione verso una cultura che riconosca pari dignità ad entrambi i generi. In tal senso si muove tutte l’attività di Telefono Rosa. Le iniziative di tutela e di sostegno della condizione femminile si basano su un approccio integrato che accompagna gli strumenti legali, importanti e decisivi per affrontare le conseguenze della violenza, con strumenti di natura psicologica e socio culturale, finalizzato da una parte, ad aiutare le donne offese a riconquistare il loro equilibrio psichico e a realizzare il loro reinserimento nel tessuto relazionale; e dall’altra, ad affrontare gli aspetti comportamentali dell’uno e dell’altro sesso, onde conoscere e, ove possibile, prevenire gli effetti negativi degli atteggiamenti di sopraffazione e di sudditanza che, per ataviche tradizioni culturali, continuano ad esistere nelle famiglie e nella società. Nel solo primo anno di vita si sono rivolte al Telefono Rosa 3.400 donne da tutta Italia per raccontare le loro storie di ordinaria violenza fisica, psicologica ed economica, per parlare del loro disagio esistenziale e per testimoniare l'impossibilità di accettare le regole di un universo maschile a volte ostile: dall'altra parte del filo le volontarie, passate nel corso degli anni da 5 a 70, opportunamente formate, pronte a rispondere alle richieste di informazione e orientamento che tante donne, adolescenti e anziane sono riuscite a denunciare. Nell’anno 2005 le richieste di assistenza sono state 3.100 e sono state effettuate 1.298 consulenze; nel 2006 e nei primi 9 mesi del 2007, le richieste sono state in totale 7.500, mentre per lo stesso periodo, è aumentato il numero delle consulenze, pari a circa 1899 (corrispondenti ad una media mensile di circa 90 consulenze al mese). A dimostrazione del fatto che il fenomeno è in crescita ma, parallelamente, aumenta anche il numero delle donne che chiedono aiuto e si affidano ad Associazioni come Telefono Rosa, che si fanno carico di seguire le donne sotto tutti i punti di vista aiutandole a riconquistare una vita ed una dignità. Fondamentali risultano anche le campagne di sensibilizzazione, destinate sia agli studenti che agli operatori di settore, utili per farsi conoscere e dare una speranza. Le richieste arrivano all’Associazione direttamente attraverso il call center gestito dalle volontarie dell’Associazione, che dopo una fase iniziale di ascolto e di analisi della situazione avviano quelli che sono i servizi diretti, ovvero le consulenze (giuridico – legale, psicologica, finanziario – bancaria e la mediazione culturale) e i gruppi di auto aiuto. A partire da gennaio 2008, sarà operativo uno Sportello Telefono Rosa presso la sede del II Municipio (quartiere Africano – Parioli). Sempre nel tentativo di dare risposta al senso di estraneità, al disagio ed alla difficoltà di integrazione delle donne immigrate (ma non solo delle donne), l’associazione si è impegnata a fornire loro dei punti di riferimento ove ottenere tutte le informazioni concernenti la loro condizione di cittadine straniere, mediante l’apertura, d’intesa con le Ambasciate dei paesi da cui provengono i flussi migratori, di appositi sportelli, gestiti dalle volontarie dell’Associazione. Tali sportelli sono operativi presso i Consolati del Perù, dell’Argentina e della Colombia e nell’Ambasciata dell’Equador. In collaborazione con la Provincia di Roma e la cooperativa sociale O.sa.la., unite sottoforma di Associazione Temporanea di Impresa, Telefono Rosa gestisce per il Comune di Roma la Casa Internazionale dei Diritti Umani destinata a donne straniere che hanno subito violenze gravissime quali acidificazione, mutilazioni, torture o violenze fisiche comunque gravi; vengono accolte, seguite nel percorso ospedaliero, sostenute psicologicamente. Ove ve ne sia bisogno, esse seguono anche un corso di italiano al fine di renderne più facile l’integrazione, qualora sia riconosciuto loro lo stato di perseguitate politiche e di conseguenza autorizzate ad un soggiorno permanente. In due anni e mezzo sono stati ospitati: 10 bambini (attualmente ospita 1 bambino pakistano in Italia per la ricostruzione del volto ed 1 bambino messicano) 16 donne di varie etnie (Somalia, Etiopia, Kenya, Pakistan, Georgia, Filippine, Argentina, Messico e Stati Uniti). Provvedimenti ottenuti a favore delle ospiti della Casa Internazionale dei Diritti Umani delle Donne: ‐ riconoscimento invalidità totale ‐ riconoscimento patrimoniale per regime in comunione dei beni ‐ riconoscimento dello stato di rifugiato e quindi permesso di soggiorno ‐ riconoscimento permesso di soggiorno per cure mediche ‐ provvedimento di protezione a carico del marito violento ‐ inserimento lavorativo e scolastico ‐ separazione giudiziale con addebito Si è inoltre provveduto, mediante mediatrici culturali in lingua, all’assistenza nei percorsi ospedalieri e di recupero (uno dei bambini ha già subito otto interventi di ricostruzione sul volto devastato da acidi e ad altri dovrà essere sottoposto in un percorso di altri due anni). Oltre al supporto concreto, Telefono Rosa ha un ricco bagaglio di ricerche e di approfondimenti; in particolare, ogni anno, viene pubblicata una ricerca ”Le Voci Segrete della Violenza” in collaborazione con Ipsos, società esperta in sondaggi d’opinione e ricerca sociale, che illustra con dati e commenti la violenza che esiste all’interno della famiglia, al di là delle classi sociali e della preparazione culturale. La sensibilizzazione al fenomeno avviene attraverso l’attività di formazione e l’attività convegnistica. Ogni anno, in accordo con l’Assessorato alle Pari Opportunità o con il Comune di Roma, sono organizzati incontri nelle scuole che hanno per oggetto la prevenzione della violenza, la promozione delle pari opportunità, la sensibilizzazione circa le differenze di genere e i rapporti tra genitori e figli. In questi incontri vengono consegnati opuscoli che trattano le leggi sulla famiglia, sulla violenza sessuale e sull’allontanamento del violento. Nel 2007, in accordo con la Società Solidea della Provincia di Roma è stato realizzato un corso indirizzato a studenti delle scuole superiori di Tivoli, nel quale sono stati trattati argomenti come la differenza di genere, la riforma della legge sulla famiglia, la legge sugli ordini di protezione delle vittime per le violenze in famiglia. Inoltre sono stati realizzati 4 corsi nelle scuole romane e 2 corsi in scuole della provincia per sensibilizzare gli studenti ed i loro genitori sui temi dei disturbi alimentari, quali anoressia e bulimia, molto diffusi tra le donne; i corsi sono stati svolti in collaborazione con l’Associazione per lo studio interdisciplinare dell’alimentazione e dei disturbi sul comportamento alimentare (AISAN). La formazione si rivolge anche agli operatori del settore, come il corso “Pari opportunità differenze di genere” per operatori sociali che si svolgerà nel corso dell’anno 2008 in accordo con il Municipio XI ed al quale hanno partecipato gli assistenti sociali, psicologi e forze dell’ordine; ed ai volontari dell’Associazione che prima di impegnarsi nei diversi settori operativi, vengono adeguatamente formati e annualmente sottoposti ad aggiornamenti. Relativamente all’attività convegnistica, nel corso del 2007 sono stati effettuati i seguenti convegni: • Convegno annuale per la presentazione dei dati del Telefono Rosa • Convegno internazionale “Le donne: un filo che unisce mondi e culture diverse”, svolto l’11 ottobre 2007 e organizzato in collaborazione con il Comune di Roma Presidenza del Consiglio Comunale. A questo si affiancano le pubblicazioni che, come i convegni, hanno anche lo scopo di sollecitare i media a parlare della violenza contro le donne e di richiamare l’attenzione pubblica su questa piaga della nostra società. Ultima pubblicazione è il quaderno “Dalla parte della famiglia - Leggi e Pari Opportunità”, che contiene leggi e decreti che riguardano la vita della famiglia descritti in modo semplice e chiaro. 7) Obiettivi del progetto: Obiettivi generali: a) contribuire al miglioramento della condizione delle donne che subiscono violenza, in particolare ad aumentare la consapevolezza circa i loro diritti, facilitandone l’integrazione sociale ed aiutandole nel percorso di recupero psicologico e civile. b) informare e sensibilizzare l’opinione pubblica in merito al fenomeno della violenza sulle donne. Obiettivi specifici: 1. migliorare l’efficacia e l’efficienza dei servizi di supporto (consulenze, sportelli territoriali, Casa dei diritti umani) anche attraverso l’apertura di 3 nuovi Sportelli (nel II e nel XI Municipio di Roma; e a Ladispoli); 2. garantire le attività di sensibilizzazione al problema. Indicatori: 1. incrementare il numero medio di consulenze mensili dalle attuali circa 90 a circa 110; 2. mantenere il livello quantitativo e qualitativo di sensibilizzazione al fenomeno (n° 6 incontri nell’arco di un anno rivolti agli studenti; n° 1 corso di formazione rivolto agli operatori del settore; n° 2 convegni) 8) Descrizione del progetto e tipologia dell’intervento che definisca dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo le modalità di impiego delle risorse umane con particolare riferimento al ruolo dei volontari in servizio civile: 8.1 Piani di attuazione previsti per il raggiungimento degli obiettivi L’attività di Telefono Rosa si concretizza attraverso una serie di azioni che hanno sia una ricaduta diretta su chi ha bisogno di aiuto che un aspetto di sensibilizzazione al fenomeno. Fulcro di tutte le attività è la Presidenza dell’Associazione, che organizza e coordina tutte le iniziative dirette e indirette; è operativa dal lunedì al venerdì per 6 ore al giorno. Considerando le caratteristiche degli interventi, le attività si svolgono nell’arco di tutti i 12 mesi di realizzazione del progetto, presso la sede dell’Associazione e gli Sportelli territoriali; il diagramma riportato fornisce un esempio dell’organizzazione settimanale delle stesse. Attività/mese Lun Mar Mer Giov Ven Sab Dom Periodico Call center Servizio di consulenza La Casa dei Diritti Umani Sportelli Territoriali Gruppi di auto aiuto Campagne di sensibilizzazione 8.2 Complesso delle attività previste per la realizzazione dei piani di attuazione. a. Call center - Il call center risponde a richieste d' aiuto da parte di persone che subiscono violenza fisica, psicologica ed economica. Dispone di tre linee telefoniche ed è operativo dal lunedì al venerdì per 6 ore al giorno: dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.00. E’ gestito da 4 volontarie per turno, precedentemente formate, che rispondono alle chiamate, redigono le schede telematiche relative alla richiesta di aiuto/sostegno e smistano tali richieste all’area di consulenza competente. b. Servizio di consulenza – attivo dal lunedì al venerdì per 6 ore al giorno, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.00. La consulenza viene fornita gratuitamente su quattro aree: a. giuridico-legale, con avvocatesse civiliste e penaliste (consulenza su atti violenti, separazione e divorzio, alimenti, figli minori, ecc.) b. psicologica, con psicologhe (aiuto e sostegno psicologico per guarire dai traumi psichici causati dalla violenza); c. mediazione culturale, con mediatrici culturali di diversa nazionalità (accoglienza delle donne in difficoltà, ascolto dei loro problemi, aiuto su problemi quali il rinnovo del permesso di soggiorno e la riunificazione della famiglia) d. finanziario-bancaria, con funzionarie di banca (consulenza su problematiche di carattere finanziario). Le donne che ne fanno richiesta, si ricevono su appuntamenti gestiti dalla segreteria dell’Associazione. c. La Casa dei Diritti Umani - il servizio di accoglienza è attivo tutti i giorni; per ogni ospite della casa è individuato un percorso medico, un percorso psicologico ed un piano di preparazione che comprende anche l’apprendimento della lingua italiana, lì dove necessario; il percorso è finalizzato ad un possibile inserimento lavorativo che possa rendere la donna indipendente. Per i minori si predispongono dei percorsi di inserimento che partono dall’iscrizione a scuola al supporto nello svolgimento dei compiti scolastici. d. Sportelli territoriali – Sono dislocati presso la sede dell’Ambasciata Argentine e presso i Consolati di Perù, Equador e Colombia. Gli operatori dell’Associazione, con conoscenza della lingua, svolgono lì il servizio una volta alla settimana per 2 ore. e. Gruppi di auto aiuto – Si tratta di un’attività di supporto alle vittime; ogni percorso accoglie al massimo 8 donne ed ha la durata di 6 mesi; gli incontri sono settimanali e, per evitare casi di abbandono, viene richiesta una “cifra di impegno” pari a 25 €. f. Campagne di sensibilizzazione – Sotto questo titolo rientrano sia le attività formative che i convegni, destinati sia agli studenti che agli operatori del settore. In particolare la formazione è pensata per gli studenti delle scuole superiori e, oltre al fenomeno della violenza vengono trattati anche temi relativi alla promozione delle pari opportunità, la sensibilizzazione circa le differenze di genere e i rapporti tra genitori e figli. Un forte impegno è considerata anche la formazione per gli operatori del settore, psicologi, operatori sociali e forze dell’ordine: annualmente vengono proposti corsi di formazione e aggiornamenti su temi quali la differenza di genere, la riforma della legge sulla famiglia, la legge sugli ordini di protezione delle vittime per le violenze in famiglia. Infine, la formazione coinvolge anche le volontarie dell’Associazione stessa, che annualmente partecipa ad incontri formativi e di aggiornamento. Le campagne di sensibilizzazione passano anche attraverso eventi a più ampio raggio, come i convegni che vengono organizzati annualmente da Telefono Rosa, con lo scopo di riportare l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica sul fenomeno della violenza. 8.3 Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, specificando se volontari o dipendenti a qualunque titolo dell’ente. Per lo svolgimento delle attività l’Associazione si avvale di 70 volontarie, quasi tutte in possesso di un titolo di laurea, che collaborano a titolo gratuito. Per l’attività di consulenza, l’Associazione si avvale di personale qualificato che collabora a titolo gratuito; in particolare: 12 avvocatesse 12 psicologhe 12 mediatrici culturali 2 funzionarie di banca. 8.4 Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto. Il ruolo dei volontari, in quanto integra in modo rilevante le risorse riportate al punto 8.3, avrà un’importanza decisiva per il conseguimento degli obiettivi, di cui al punto 7. I volontari in servizio presso l’Associazione collaboreranno, secondo un criterio di turnazione, nello svolgimento di tutte le attività descritte al punto 8.2. In particolare, per ognuna si occuperanno di: Call center: i volontari affiancheranno gli operatori dell’associazione nella tempestiva compilazione delle schede telematiche e relativa archiviazione nel data base in modo da rendere le operatrici telefoniche più disponibili a rispondere compiutamente alle telefonate. Servizio di consulenza: i volontari affiancheranno e supporteranno gli esperti durante il servizio di consulenza, in particolare seguiranno le attività preparatorie relative al controllo delle schede, immissione dei dati mancanti, ecc. Inoltre potranno assistere, ove accettati dalle utenti, ai colloqui delle professioniste acquisendo così conoscenze e modi di approccio. La Casa dei Diritti Umani: i volontari affiancheranno gli operatori dell’associazione in tutte le attività della Casa, e in particolare collaboreranno nel disbrigo pratiche, iscrizione e accompagnamento dei minori a scuola, aiuto nello svolgimento dei compiti, supporto nelle attività di formazione. Sportelli territoriali: i volontari, con conoscenza della lingua spagnola affiancheranno gli operatori dell’associazione nell’attività di informazione presso gli Sportelli ubicati nell’Ambasciata e nei Consolati. Gruppi di auto aiuto: i volontari in servizio civile con titolo di studio adeguato potranno affiancare gli operatori dell’Associazione durante le sedute di auto aiuto, lì dove accettati dal gruppo stesso. Campagne di sensibilizzazione: i volontari affiancheranno attivamente le volontarie Telefono Rosa in tutti i processi destinata alla formazione, sia interna che esterna, ed alla preparazione e realizzazione dei convegni, curando in particolare la realizzazione e la preparazione del materiale didattico e divulgativo. Nello svolgimento delle attività previste i volontari utilizzeranno a pieno la dotazione informatica messa a loro disposizione in ogni momento; saranno, quindi, chiamati all’utilizzo di posta elettronica, word ed altre funzioni specifiche del pacchetto Office. Infine per meglio qualificare la presenza a contatto con l’utenza differenziata, i volontari in servizio civile saranno dotati di nozioni sufficienti a rispondere adeguatamente in caso di emergenze di primo soccorso (vedi formazione). 9) Numero dei volontari da impiegare nel progetto: 4 10) Numero posti con vitto e alloggio: 0 11) Numero posti senza vitto e alloggio: 4 12) Numero posti con solo vitto: 0 13) Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo: 1400/12h 14) Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6) : 5 15) Eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio: • Flessibilità oraria • Disponibilità a missioni, trasferte e trasferimenti per un periodo non superiore ai 30 giorni • disponibilità al servizio il sabato e la domenica CARATTERISTICHE ORGANIZZATIVE 16) Sede/i di attuazione del progetto ed Operatori Locali di Progetto: N. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 Sede di attuazione del progetto Comune Volontarie del Telefono Rosa Onlus Roma Indirizzo Cod. ident. sede N. vol. per sede 4 Viale Mazzini, 73 19930 Nominativi degli Operatori Locali di Progetto Cognome e nome Data di nascita Carnieri Maria Gabriella 25/03/1942 C.F. CRNMGB42C65H501V 17) Altre figure impiegate nel Progetto: N. Sede di attuazione del progetto Comune Indirizzo Cod. ident. sede Volontarie del Telefono Rosa Onlus 1 N. vol. per Cognome e sede nome 4 Roma Viale Mazzini, 73 19930 TUTOR Data di nascita RESP. LOCALI ENTE ACC. C.F. Mantova 21/11 MNTCHR75S ni Chiara /1975 61D773Z Troia Irene 04/08 TRORNI75M4 /1975 4H501E Vecchi 09/01 VCCGND80A Govinda /1980 49A269T 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 Cognome e nome Data di nascita C.F. Fonovic Ksenija 01/03 FNVKNJ69C41Z11 /1969 8X 15 16 17 18 18) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile nazionale: L’Associazione Promozione e Solidarietà – SPES, realizzando i compiti istituzionalmente attribuiti ai Centri di Servizio per il Volontariato, è impegnata nella promozione e diffusione del Servizio civile Nazionale, grazie anche alla sua articolazione territoriale di Sportelli territoriali diffusi in tutta la Regione. In particolare, nel 2006, SPES ha svolto attività di promozione del servizio civile, a titolo non oneroso, nell’ambito della campagna “Cittadini solidali” promossa dall’Assessorato alle Politiche sociali del Lazio e realizzata dalla CRESC Lazio (Conferenza regionale enti di servizio civile). La promozione dei progetti di Servizio civile Nazionale vedrà la pubblicazione della notizia sul sito www.volontariato.lazio.it con numerose pagine di approfondimento dei singoli progetti, nonché sui siti delle singole associazioni partner. Inoltre ci sarà un’assidua operazione di volantinaggio sia per quanto riguarda l’affissione di manifesti promozionali in punti cruciali di passaggio quali università, stazioni ferroviarie, stazioni di pullman e particolari luoghi di aggregazione giovanile come pub, bar, librerie; sia per quanto riguarda la distribuzione di volantini da parte di personale addetto. Infine saranno pubblicate campagne promozionali sui principali quotidiani locali e nazionali, nelle pagine locali, e emittenti radiofoniche con esplicito riferimento ai progetti proposti dall’Ente. A titolo esemplificativo si propone la presa visione di una delle manchette pubblicate in occasione del Bando 2007: Ore dedicate all’attività di sensibilizzazione: Realizzazione apposite pagine su sito web: 6 ore Realizzazione manifesti e volantini: 5 ore Realizzazione manchette: 2 ore Attacchinaggio manifesti promozionali: 6 ore Volantinaggio: 16 ore Totale: 35 ore Un’importante opera di collegamento è comunque attribuita a tutti i soggetti coinvolti nella realizzazione del progetto (operatori, volontari e partner) che avranno il compito di diffondere gli obiettivi del proprio progetto all’interno del proprio network sociale. 19) Eventuali autonomi criteri e modalità di selezione dei volontari: Il processo di selezione, a cui i candidati vengono sottoposti, si articola in più fasi, l’una immediatamente successiva all’altra. La prima riguarda la compilazione di una scheda che recupera, approfondendole, le informazioni curriculari ed esperienziali già, in parte, fornite dal candidato nella compilazione degli allegati della domanda. La seconda fase riguarda il colloquio personale, realizzato dal selezionatore esperto di Spes ed un referente responsabile dell’Associazione, sede di realizzazione del progetto. Quest’ultimo avrà in particolare cura di presentare, nel dettaglio e il più fedelmente possibile, le condizioni di realizzazione del progetto con l’intenzione di far emergere soprattutto la Disponibilità all'espletamento del servizio da parte del candidato. Il selezionatore esperto, sulla base di una traccia più avanti proposta, tenderà a sondare in particolare le motivazioni generali del candidato per la prestazione del servizio civile volontario, l’Interesse del candidato per l'acquisizione di particolari abilità e professionalità, l’Idoneità a svolgere le mansioni, Particolari doti e abilità umane, nonchè la piena Condivisione da parte del candidato degli obiettivi specifici previsti dal progetto. Il selezionatore esperto, dopo aver raccolto le impressioni del responsabile dell’Associazione, procede all’assegnazione dei punteggi per ogni singola voce della scheda, secondo le modalità di seguito indicate, arrivando così ad attribuire alla voce Valutazione finale, un punteggio frutto della somma dei punti attribuiti a ciascun elemento. Tale punteggio si andrà quindi a sommare a quello derivato dalla considerazione degli elementi curriculari, così come previsto dall’UNSC, determinando con ciò la collocazione del candidato all’interno della graduatoria. Strumenti utilizzati la traccia utilizzata in sede di colloquio ricalca le voci proposte dall'UNSC nell'allegato 4 - con le modifiche di seguito illustrate. Le domande poste, così come il loro ordine, seguono una modalità prettamente colloquiale che varia di volta in volta. Alcune delle variabili presenti nell'allegato 4, vengono sondate attraverso domande che poco si discostano dalle voci stesse; se ne forniscono a tal proposito alcuni esempi: Motivazioni generali del candidato per la prestazione del servizio civile volontario Aderiresti ad altri progetti di servizio civile o è un'esperienza che faresti solo in questo caso? Interesse del candidato per l'acquisizione di particolari abilità e professionalità previste dal progetto -Trovi che ci sia un'attinenza (riscontri continuità) tra il tuo curriculum e le scelte di studio e/o di professione che questa esperienza di servizio civile ti offre? Disponibilità del candidato nei confronti di condizioni richieste per l'espletamento del servizio - Hai già altri impegni di studio, lavoro o familiari? Quanto ed eventualmente quando questi ti rendono non disponibile a svolgere le attività previste? Condivisione da parte del candidato degli obiettivi - Hai svolto prima d'ora attività assimilabili a quelle proposte dal progetto? Avevi intenzione di sperimentarti in attività simili a quelle del progetto, anche seguendo altre strade? Per quanto, invece, riguarda le variabili Idoneità del candidato a svolgere le mansioni; Particolari doti e abilità umane; queste vengono sondate attraverso indicatori in parte dedotti dal lavoro in plenaria, in parte recuperati con il colloquio: capacità nel lavoro autonomo, comunicatività, tratti emotivi, flessibilità, sono alcuni tra i principali indicatori che vanno a costruire la valutazione relativa all'idoneità e alle particolari doti. Variabili che si intendono misurare e relativi indicatori: La variabile principale che si intende misurare è il grado di adeguatezza del candidato rispetto alle attività previste dal progetto; gli indicatori considerati sono quelli dell' Idoneità del candidato e delle Particolari doti e abilità umane. Altra variabile considerata è quella della motivazione, valutata sulla base di indicatori quali quelli della Condivisione da parte del candidato degli obiettivi, dell’Interesse all’acquisizione di particolari abilità e professionalità e delle Motivazioni generali per la prestazione del servizio civile. La Disponibilità nei confronti delle condizioni richieste, può essere riferita solo in parte alle motivazioni; sarà, quindi, cura del selezionatore comprendere le ragioni insite in una ridotta disponibilità, che non dovrà penalizzare il candidato nel caso di impegni di studio, altre esperienze lavorative o altre ragioni valutate imprescindibili, per quanto riguarda l'area delle motivazioni. Eventuali condizioni di rigidità poste dal candidato saranno, comunque, incrociate con quelle previste dal progetto. Indicazioni delle soglie minime di accesso previste dal sistema: Le soglie minime di accesso saranno eventualmente previste dai singoli progetti. Metodologie e tecniche utilizzate: Nell'individuazione e definizione dei criteri cui rifarsi per ottenere una valutazione dei candidati si è messo a punto il presente sistema di selezione che consta delle variabili ricavabili dal curriculum (cfr. anche l'allegato 3), dal lavoro in plenaria e dal colloquio personale, secondo le modalità sopra descritte. Da entrambi questi momenti ne scaturisce la compilazione della seguente "scheda di valutazione" : Fattori di valutazione approfonditi durante il colloquio e loro intensità Idoneità del candidato a svolgere le mansioni previste dalle attività del progetto: giudizio (max l0 punti):............. Condivisione da parte del candidato degli obiettivi perseguiti dal progetto: giudizio (max l0 punti):............. Motivazioni generali del candidato per la prestazione del servizio civile volontario: giudizio (max l0 punti):…………… Interesse del candidato per l'acquisizione di particolari abilità e professionalità previste dal progetto: giudizio (max l0 punti):……………. Disponibilità del candidato nei confronti di condizioni richieste per l'espletamento del servizio (es: pernottamento, missioni, trasferimenti, flessibilità oraria...): (specificare il tipo di condizione): ................... .......................................................................…………… giudizio (max l0 punti):.. ......…………. Particolari doti e abilità umane possedute dal candidato e altri elementi di valutazione: giudizio (max l0 punti):............. Valutazione finale: giudizio (max 60 punti):............. Il punteggio massimo è pari a 60 ed è il risultato della somma dei punteggi attribuita a ciascuna delle sei voci che la compongono. Accanto alla scheda di valutazione di cui sopra, saranno considerate le "precedenti esperienze" e "i titoli di studio, i titoli professionali, le esperienze aggiuntive non valutate in precedenza e le eventuali altre conoscenze" secondo il valore a tali variabili riconosciuto ed accordato dall'Ufficio Nazionale per il Servizio Civile, con la determinazione del Direttore Generale del 30 maggio 2002. Il punteggio massimo che un candidato può ottenere, pertanto, rimane pari a 110 punti. 20) Ricorso a sistemi di selezione verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio): Si 21) Piano di monitoraggio interno per la valutazione dei risultati del progetto: L’attività di Monitoraggio del progetto è realizzata in coordinamento con le attività di monitoraggio e valutazione delle attività di formazione dei volontari. L’analisi sull’andamento del progetto, nonché sul monitoraggio e valutazione della formazione dei volontari coinvolge: - l’Ente accreditato SPES, in qualità di responsabile dell’andamento del progetto, - l’Ente IAL – Istituto per la formazione professionale di Roma e Lazio, accreditato presso la Regione Lazio per lo svolgimento di attività di Orientamento, in qualità di organismo preposto al monitoraggio e valutazione del progetto, - l’Olp, in quanto figura più vicina ai volontari ed interna al progetto, - i volontari in servizio civile, partecipanti al progetto e beneficiari delle attività di formazione. Il monitoraggio del progetto è svolto con le seguenti finalità: 1. Monitorare in modo pianificato l’attinenza delle attività realizzate con gli obiettivi previsti nel progetto (efficacia ed efficienza di processo), 2. Realizzare interventi in itinere con azioni correttive in caso di scostamenti significativi nel rapporto obiettivi/risultati, 3. Comunicare nei tempi e nei modi regolamentati l’andamento del progetto all’Ufficio del Servizio Civile Nazionale (UNSC) attraverso documenti cartacei ed il sistema Helios, 4. Rendere visibile e documentare le attività del progetto, le iniziative e gli obiettivi attesi e raggiunti, 5. Recuperare elementi necessari al riconoscimento ed alla certificazione da parte dello IAL delle competenze acquisite dai volontari in servizio civile. L’Ente accreditato SPES, in collaborazione con lo IAL, raccoglie e monitora i dati del progetto raccolti attraverso l’Olp e i volontari. Per quanto riguarda l’Olp, descrive alcuni elementi del progetto grazie a Questionari, formulati ad hoc, relativi alla fase iniziale, intermedia e finale dall’avvio del progetto. I dati richiesti sono: • dati identificativi del progetto, • periodo di riferimento, • Eventuali modifiche e scostamento dagli obiettivi - azioni previste indicatori di risultato previsti nel progetto, problemi e/o motivazioni dello scostamento (Voce 7-8 Scheda Progettuale), • rete territoriale prevista e rete territoriale effettivamente attivata, in termini di partenariati, co-promotori (Voce 25 Scheda Progettuale), stage e altri soggetti legati al mondo del lavoro (Voce 46 Scheda Progettuale), • peculiarità e collegamento col mondo del volontariato (Voce 8-44 Scheda Progettuale), • eventuali variazioni e/o aggiunte delle risorse finanziarie e di quelle tecniche e strumentali occorse dalla presentazione del progetto all’avvio dello stesso (Voci 24 e 26 della Scheda Progettuale), • punti di forza e debolezza azioni realizzate, • eventuali esiti non previsti, • note e suggerimenti • eventuali materiali prodotti (video, foto, volantini, articoli, ecc.) Rispetto ai volontari l’Olp fornisce periodicamente dati inerenti: • numero volontari e ore a settimana per singolo volontario, tramite invio mensile riepilogo foglio presenze (assenze per malattia o per permesso), • esplicita e riferisce l’adesione del volontario alle attività del progetto, • riporta le competenze maturate (anche di concerto con le verifiche periodiche previste dal piano di formazione generale e specifica dei volontari), • difficoltà incontrate da parte dei volontari, • capacità acquisite non previste, • note e suggerimenti, • eventuali materiali prodotti (video, foto, volantini, articoli, ecc.). L’attività di monitoraggio e valutazione per i volontari è orientata principalmente su due aspetti: ¾ valutazione degli esiti progettuali in termini di competenze acquisite, previste e non, ¾ valutazione da parte dei destinatari delle prestazioni offerte dal sistema formativo/organizzativo del quale fruiscono. Lo strumento di rilevazione, indirizzato ai volontari stessi, consiste in un questionario composto principalmente da domande a risposta chiusa, lasciando comunque alcune domande aperte per osservazioni e suggerimenti. Gli indicatori analizzati sono: • attività di affiancamento dell’Olp, • contenuti dell’attività (con riguardo alla rilevanza, pertinenza, difficoltà, tempi, proporzione), • ambiente fisico (comodità, areazione, illuminazione, rumori), • il gruppo di lavoro (livello professionale, omogeneità, motivazioni, rapporti interpersonali, risultati del lavoro di gruppo). Al termine del progetto l’Ente SPES, in collaborazione con lo IAL, formula un giudizio complessivo sul suo andamento, attraverso l’analisi di: - eventuali scostamenti dai risultati previsti e le possibili cause endogene e/o esogene, - suggerimenti e riflessioni emersi dai volontari e dagli Olp, - eventuali effetti non previsti (positivi e negativi), - elementi di riproducibilità (possibili buone prassi da pubblicizzare e diffondere), - congruenza tra gli obiettivi realizzati/raggiunti e i loro tempi di realizzazione. Il confronto dei dati rilevati del progetto con i dati raccolti durante il monitoraggio ha funzione di reindirizzo in ottica migliorativa in vista della nuova progettazione. Si prevede l’analisi di dimensioni ed aspetti non previsti ma ritenuti rilevanti per il monitoraggio e la valutazione, l’integrazione con eventuale materiale e documenti (video, foto, depliant, manifesti, cd-rom, articoli su supporto cartaceo e/o telematico, altro) realizzati nel corso del Servizio civile. 22) Ricorso a sistemi di monitoraggio verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio): Si 23) Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli richiesti dalla legge 6 marzo 2001, n. 64: Iscrizione a corsi di laurea 24) Eventuali risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo specifico alla realizzazione del progetto: Formazione specifica Bilancio competenze e monitoraggio Materiale promozionale Convegni Pubblicizz. Progetto Spese trasferta 4.200 800 1.200 1.500 500 400 Totale 8.600 25) Eventuali copromotori e partners del progetto con la specifica del ruolo concreto rivestito dagli stessi all’interno del progetto: L’Associazione Temporanea di Impresa Telefono Rosa – O.Sa.La, collabora nella realizzazione del progetto fornendo i locali e la strumentazione necessaria alla realizzazione del progetto di servizio civile limitatamente alle ore di servizio prestato presso l’A.T.I., come da accordo stipulato in data 23 Ottobre 2007. L’Ente Upter Sport, Centro di Formazione IRC – Italian Resuscitation Council interverrà quale partner del progetto rispetto ai moduli della formazione specifica relativi alle nozioni di primo soccorso e rianimazione cardiopolmonare e defibrillazione precoce (BLSD). 26) Risorse tecniche e strumentali necessarie per l’attuazione del progetto: In relazione alle attività di cui al punto 8.2 le risorse tecniche e strumentali sono le seguenti: • 3 linee telefoniche • fax • computer con software per archiviazione e gestione dati • computer e collegamento ad Internet • archivio e biblioteca tematica Per la formazione: • Televisore e proiettore attrezzati per videoconferenza • Aula informatica attrezzata CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI 27) Eventuali crediti formativi riconosciuti: Università degli Studi Roma Tre (Università avente sede nella Regione di attuazione del progetto): riconoscimento di crediti formativi universitari ai propri studenti impegnati in progetti di servizio civile presentati da SPES, come da accordo allegato (Prot. 30847del 14 settembre 2005 a firma del Responsabile Area Affari Generali – Ufficio Didattica); Università degli Studi di Cassino (Università avente sede nella Regione di attuazione del progetto): riconoscimento di crediti formativi universitari ai propri studenti impegnati in progetti di servizio civile presentati da SPES, come da accordo allegato (Prot. 22878 dell’8 settembre 2005 a firma del Dirigente Area 3 – Servizi agli studenti – Ufficio Ordinamenti Didattici). 28) Eventuali tirocini riconosciuti : Il Corso di Laurea in Formazione e Sviluppo delle Risorse Umane della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi “Roma Tre” riconosce il Servizio civile Nazionale quale tirocinio esterno, come da accordo stipulato in data 23/10/2007 ed allegato. Facoltà di psicologia dell’Università “La Sapienza “ di Roma riconosce valido come tirocinio il periodo di servizio civile volontario come da art. 8 della convenzione datata 23/10/2007 e qui allegata. La Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’Università Pontificia Salesiana di Roma riconosce le attività realizzate nel corso del Servizio civile Nazionale valide ai fini di tirocini formativi come da convenzione allegata. 29) Competenze e professionalità acquisibili dai volontari durante l’espletamento del servizio, certificabili e validi ai fini del curriculum vitae: Attestato contenente le specifiche competenze acquisite sulla formazione ricevuta e sulla relativa applicazione, per corsi di durata superiore alla settimana. I volontari acquisiranno una serie di capacità legate alle attività svolte durante il progetto: • capacità di relazione con un’utenza, • capacità di fronteggiare situazioni di impatto emotivo, • capacità di lavorare in gruppo, • conoscenze relative al diritto di famiglia e alla mediazione familiare, • un ricco bagaglio di conoscenze pratiche nell’ambito delle tecniche e delle strategie comunicative. Gli strumenti acquisiti potranno adeguatamente concorrere a costruire profili professionali quali quello dello psicologo, del mediatore familiare, dell’ombudsman nel campo del sociale (difensore civico con valenza istituzionale e sociale nei casi di disagio), dell’assistente sociale e dell’esperto legale, in particolare per le specializzazioni relative al diritto di famiglia (matrimonialisti). L’Associazione Temporanea di Impresa Telefono Rosa – O.Sa.La si impegna a riconoscere e a certificare le competenze acquisite dai volontari in Servizio civile durante l’espletamento del servizio e valide ai fini del curriculum vitae, come da accordo stipulato in data 23 Ottobre 2007. IAL – Istituto per la formazione professionale di Roma e Lazio, ente accreditato presso la Regione Lazio, riconosce e certifica le competenze acquisite dai volontari durante l’espletamento dell’anno di servizio civile, così come sopra menzionate, valide ai fini del curriculum vitae, come da accordi allegati, sottoscritti in data 25 e 30 ottobre 2007. L’Ente Upter Sport (Centro di Formazione IRC – Italian Resuscitation Council) riconoscerà e certificherà le competenze acquisite attraverso il modulo formativo di “Esecutore BLSD”, rilasciando ai volontari in servizio civile l’attestato professionale IRC, come da accordo allegato, sottoscritto il 22/10/2007. Il valore legale del certificato di “Esecutore BLSD” è riconosciuto e disciplinato dall’art. 1 della Legge 3 aprile 2001, n. 120 e successive modifiche. La società Fusilla s.r.l valorizza l’esperienza di servizio civile attraverso il rilascio di attestato di frequenza al modulo informatico, valido ai fini curriculari e per l’accesso all’esame della Patente europea per l’uso del PC (ECDL), come da accordo sottoscritto il 29/10/2007 e qui accluso. Formazione generale dei volontari 30) Sede di realizzazione: Sede centrale dell’Ente accreditato Spes: Via dei Mille, 6 – Roma Via Nazionale, 39 - Roma 31) Modalità di attuazione: La formazione generale sarà effettuata in proprio da Spes, presso la propria sede, con formatori propri e formatori esperti. 32) Ricorso a sistemi di formazione verificati in sede di accreditamento ed eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio: Si 33) Tecniche e metodologie di realizzazione previste: Gli incontri saranno organizzati in moduli (cfr. la scansione di seguito riportata), e verranno progettati e realizzati secondo la logica non tanto di un “corso” volto a trasmettere soltanto nozioni teoriche, ma piuttosto di un vero e proprio “percorso” formativo nel quale i giovani in servizio civile saranno chiamati a mettersi in gioco in prima persona ed a collocare l’esperienza che stanno affrontando nel quadro più complessivo della loro esperienza di vita, in modo tale che essa possa rappresentare una effettiva occasione di crescita personale. La formazione generale si svolgerà entro i primi cinque mesi di servizio, in modo da garantire ai giovani volontari un inizio preparato e consapevole, con aule formate da non più di 25 unità (come previsto dalle Linee Guida). Ciascun incontro e ciascun modulo prevedono il ricorso a tecniche di animazione e metodologie attive, in modo tale che i formandi possano realmente divenire i primi protagonisti del processo di apprendimento. Quando i volontari avranno cominciato a prestare il proprio servizio, sarà possibile fare riferimento alla loro esperienza, che diventerà una delle fonti di apprendimento. Infine, per quanto riguarda le tecniche specifiche che verranno adottate: - è previsto il ricorso a contributi di tipo teorico, ossia lezioni, che –a seconda degli obiettivi di ciascun modulo formativo- potranno assumere la forma di lezioni frontali, lezioni attive, lezioni per l’elaborazione; - il lavoro in piccoli gruppi per favorire lo sviluppo delle principali competenze relazionali e comunicative - il gruppo di formazione sarà inoltre considerato come elemento del setting e strumento di apprendimento in quanto luogo di “sospensione” della pratica per avviare un processo di ricerca sulle conoscenze e le competenze (sia “tecniche” che relazionali) che l’esperienza man mano condotta dai volontari ha consentito loro di accumulare affinché esse possano essere elaborate (ossia rese più consapevoli ed esplicite) proprio grazie al lavoro formativo; - infine si farà naturalmente ricorso alle tecniche formative classiche quali esercitazioni, giochi di ruolo, analisi di casi presentati dai formatori o dai partecipanti. Per concludere, l’attenzione approfondita che verrà prestata ai singoli partecipanti ed al loro percorso di apprendimento sarà garantita dalla possibilità di effettuare colloqui periodici con i formatori. Saranno inoltre promosse occasioni di scambio e condivisione con i volontari dell’associazione, presso le quali i giovani sono impegnati, in relazione ad alcuni contenuti emersi nel corso del percorso formativo e con particolare riferimento a quelli sul rapporto tra volontariato, associazionismo e Servizio civile e il lavoro per progetti. In ogni caso è previsto l’utilizzo della lezione frontale per non meno del 50% del monte ore complessivo, con particolare riguardo ai moduli relativi alla difesa della Patria, alla difesa non armata e non violenta ed ai vincoli normativi del servizio civile nazionale. Per il tempo restante si prevede invece di ricorrere sia a dinamiche non formali (per un monte ore complessivo relativo a ciascun modulo non inferiore al 20%). In particolare, le dinamiche non formali saranno importanti nel primo, nel decimo e nell’ultimo modulo. 34) Contenuti della formazione: Il sistema formativo messo a punto prevede una progettazione ad hoc dei diversi moduli formativi, in modo tale da declinare quanto previsto dalle Linee Guida per la formazione generale dei giovani in servizio civile nazionale approvate il 04 aprile 2006 dal Direttore Generale dell’UNSC in funzione delle caratteristiche specifiche del presente progetto e dei volontari che vi prenderanno parte. La formazione generale si svolgerà entro i primi 5 mesi di servizio e avrà inizio in concomitanza con l’avvio del progetto. Sarà articolata secondo 11 moduli, per la durata totale di 42 ore. Di seguito si propone la progressione dei moduli, che segue criteri di opportunità ed adeguatezza per la migliore realizzazione del progetto e solo alcuni elementi di dettaglio che si aggiungono, non sostituendoli, ai contenuti previsti dalle Linee Guida. 1. L’identità del gruppo in formazione. Questo primo modulo costituisce un fondamentale momento di accoglienza e conoscenza dei volontari avviati (4 ore) 2. La solidarietà e le forme di cittadinanza 3. Presentazione dell’Ente (Spes) Questi due moduli saranno realizzati all’inizio del percorso formativo (fatto salvo il modulo propedeutico sopra proposto) valutando necessaria l’esatta contestualizzazione dello svolgimento del progetto. Risulta, dunque, opportuno presentare in stretta successione sia l’Ente presso il quale, e a cura del quale, si realizza il progetto sia i temi sottesi al mondo della solidarietà organizzata e delle forme di cittadinanza attiva, che questa assume. Una particolare attenzione sarà dunque data alla introduzione delle forme di cittadinanza, propedeutica alla più dettagliata e successiva trattazione delle realtà associative, così come previste dal sistema legislativo italiano: volontariato, associazionismo, cooperazione sociale (6 ore) 4. Il sistema Servizio civile: la normativa vigente e la Carta d’impegno etico 5. Diritti e doveri del volontario in servizio civile Con questi due moduli vengono recuperate e ulteriormente dettagliate le informazioni già fornite all’atto di avvio dei volontari relativamente ai vincoli normativi del servizio civile (8 ore) 6. Dall’obiezione di coscienza al servizio civile nazionale: evoluzione storica, affinità e differenze tra le due realtà 7. Il dovere di difesa della Patria 8. La difesa civile non armata e non violenta 9. La protezione civile Questi quattro moduli formativi seguono la medesima progressione proposta dalle linee Guida; sono qui articolati in un unico blocco per la stretta interconnessione dei contenuti, ma saranno, naturalmente, realizzati in diverse giornate formative. Per quanto riguarda il tema della protezione civile, questo vedrà, accanto alla presentazione del Sistema di protezione civile nazionale, anche la trattazione del ruolo ricoperto dal volontariato impegnato in questo ambito (16 ore) 10. Servizio Civile Nazionale, associazionismo e volontariato (4 ore) Il modulo sarà finalizzato ad una disamina attenta ed approfondita che tracci affinità e differenze tra le forme di impegno sociale ed organizzato reso possibile dai “corpi sociali intermedi”, all’interno dei quali si svolge il servizio civile prestato nei progetti di Spes, ed il Servizio Civile stesso. La collocazione di questo modulo al quasi termine dell’iter formativo generale è funzionale a sviluppare una partecipazione attiva sui temi sollevati, da parte dei volontari stessi, a questo punto, già inseriti nelle strutture e nelle attività progettuali. 11. Il lavoro per progetti (4 ore) Con quest’ultimo modulo formativo si forniranno nozioni relative al lavoro per progetti, utile a consegnare ai volontari strumenti volti ad una loro prima positiva autonomizzazione relativamente alla programmazione ed organizzazione delle attività in cui sono inseriti. 35) Durata: E’ previsto un totale di 42 ore. Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei volontari 36) Sede di realizzazione: Sede Nazionale – Viale Mazzini n. 73 – 00195 Roma Spes – Via del Pigneto, 12 – Roma Spes – Via dei Mille, 6 – Roma 37) Modalità di attuazione: a) In proprio presso l’ente con formatori dell’ente stesso c) Affidata ad altri soggetti terzi 38) Nominativo/i e dati anagrafici del/i formatore/i: Maria Gabriella Carnieri nata a Roma il 25/03/1942 Antonella Faieta nata a Pescara il 28/08/1961 Marina Rossi nata a Roma il 26/08/1963 Paola Lattes nata a Roma l’8/11/1935 Paola Matteucci nata a Roma il 15/10/1963 Gabriella Anna Carmen Tambone nata a Molfetta (BA) il 16/12/1973 Modulo di Informatica Francesco Carrà, nato a Roma il 25/12/1954 Gabriella Urbani, nata a Roma l’11/08/1964 Nozioni di primo soccorso e corso BLSD Cristian Vender, nato a Roma il 19.12.1973 Giovanni Del Savio, nato a Roma il 21.07.1956 Fabio Selvaggio, nato a Roma il 29.08.1968 Lorella Calafato, nata a Roma il 04.04.1963 39) Competenze specifiche del/i formatore/i: Maria Gabriella Carnieri • Socia Fondatrice e Presidente dell’Associazione Nazionale Volontarie “Telefono Rosa – Onlus” • Responsabile di molteplici progetti realizzati per conto della Comunità Europea e delle “Istituzioni Italiane” Antonella Faieta • Laurea in Giurisprudenza conseguita presso l’Università degli Studi di Teramo • Iscrizione all’Albo degli Avvocati presso l’Ordine degli avvocati di Roma • Volontaria presso l’Associazione Nazionale Volontarie del Telefono Rosa dal 2005 Marina Rossi • Laurea in Giurisprudenza conseguita presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” • Iscrizione all’Albo degli Avvocati di Roma • Volontaria presso l’Associazione Nazionale Volontarie del Telefono Rosa dal 1988 e componente del Direttivo dal 2003 Paola Lattes • Laurea in Giurisprudenza conseguita presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” • Iscrizione all’Albo degli Avvocati e Procuratori di Roma • Partecipazione in qualità di docente al progetto “Corsi di sensibilizzazione, in- • • formazione sulle differenze di genere, sulle pari opportunità e sulla violenza all’interno delle mura domestiche” presso l’XI Municipio Partecipazione in qualità di docente ai corsi tenuti presso il Telefono Rosa per le volontarie Volontaria dell’Associazione Nazionale Volontarie del Telefono Rosa dal 1991 Paola Matteucci • Psicologa iscritta all’Albo della Regione Lazio • Esperta in Sessuologia Clinica • Supervisore del tirocinio post-lauream degli psicologi presso l’Associazione Nazionale Volontarie del Telefono Rosa di Roma • Psicologa volontaria presso l’Associazione Nazionale Volontarie del Telefono Rosa di Roma • Ha tenuto corsi di formazione sulla “Gestione del disagio” per le operatrici dell’ Associazione Nazionale Volontarie del Telefono Rosa approvato dal Comune di Roma nel 1998 Gabriella Anna Carmen Tambone • Laurea in Psicologia conseguita presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” • Fondatrice dell’Associazione di Artiterapie “Corpi Sensibili” attraverso cui svolge attività di laboratori presso le scuole medie e superiori • Psicologa volontaria presso l’Associazione Nazionale Volontarie del Telefono Rosa di Roma Formatori Modulo di Informatica (a cura d Fusilla s.r.l.) Francesco Carrà • 2006: Analista e sviluppo per diversi progetti (Banca Dati Associazioni di Protezione Civile del Lazio, Sviluppo portale web per conto di ConfProfessioni, analisi e sviluppo sistema gestionale per il Fondo Interprofessionale Fondoprofessioni) • 2006: Docente di informatica di base per conto dei Centri di Servizio per il Volontariato del Lazio CESV-Spes • 2004-2005: Docente di Office, HTML, Javascript, per conto dell’Associazione “Performare” in due corsi di 60 ore finanziati dalla Regione Lazio • 2001-2002: Progetto “Libra” nel quadro del programma Integra della CE, con docenze di HTML, CSS, Vbscript, Javascript ed ASP, per un totale di 120 ore su incarico A.L.FOR • Esperienza come conduttore del modulo formativo informatico per conto della Società Fusilla s.r.l. (ente che certifica le competenze come da voce 29 e 46 della scheda) all’interno dei progetti di servizio civile dell’ente Spes approvati nel 2007 Gabriella Urbani • 1990: Laurea in Scienze Politiche presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” • Maggio-Luglio 2006: Docente di alfabetizzazione informatica nell’ambito del Programma Speciale “Informatizzazione 2005-2006” dei Centri di Servizio per il Volontariato CESV-SPES • • • • • Ottobre 2004-Maggio 2005: Docente di Web Marketing nel Corso di Formazione Professionale “Progettista sistemi e processi aziendali”; progetto cofinanziato dall’Unione Europea, approvato dalla Regione Lazio Gennaio-Giugno 2003: Docente di metodologie didattiche di corsi pilota di autoformazione (“Matera e dintorni”, “Metodi di studio”, “La scuola creativa”), metodologia riconosciuta ambito UE Luglio 2002: Progettazione, stesura testi ed ideazione interfaccia grafica e di navigazione del corso interattivo di e-learning “Obiettivo: comunicare” Settembre 2001-Giugno 2002: Corso “Formazione per Formatori” e “Metodi di Gestione dell’aula” per personale MAFRAU Srl Esperienza come conduttore del modulo formativo informatico per conto della Società Fusilla s.r.l. (ente che certifica le competenze come da voce 29 e 46 della scheda) all’interno dei progetti di servizio civile dell’ente Spes approvati nel 2007 Formatori Nozioni di primo soccorso e corso BLSD (a cura di UPTER - Sport) Cristian Vender • Laurea infiermieristica I livello presso l’Università di Tor Vergata • Attestato di superamento corso di Advanced Life Support presso I.R.C. – E.R.C Università Cattolica del Sacro Cuore • Coordinamento e direzione dei corsi di BLSD – I.R.C. presso l’UPTER SPORT • Diploma di istruttore di base IRC • Attestato di competenza Advanced esecutore ACLS • Esperienza come conduttore del modulo formativo relativo alle nozioni di primo soccorso e corso BLSD per conto dell’Ente Upter Sport Centro di Formazione IRC – Italian Resuscitation Council (ente partner del progetto come da voce 25 della scheda) all’interno dei progetti di servizio civile dell’ente Spes approvati nel 2007 Giovanni Del Savio • Attestato di infermiere generico conseguito presso l’ospedale Militare di Roma “Celio” nell’anno 1981 • Attestato di Abilitazione all’esercizio della Shiatsu–Terapia conseguito nell’anno scolastico 1993/1994 presso la Scuola Italiana Shiatsu di Roma diretta da R. Palombini • corso di Formazione Professionale “Prevenzione antinfortunistica domiciliare e del tempo libero” organizzato dal Consorzio Telematica per il Sistema Riabilitativo presso il Dipartimento di Elettronica ed Automatica - Università di Ancona approvato dall’Amministrazione Provinciale di Ancona e finanziato dal Fondo Sociale Europeo 2001 Ob. 3 Asse C4 Misura a2, della durata di 100 ore • corso Basic Life Support – Defibrillation Istruttore certificato Italian Resuscitation Council presso il centro di formazione IRC EMT – Roma nei giorni 16 e 17 aprile 2003 e di averlo superato con votazione di 85/100 • Esperienza come conduttore del modulo formativo relativo alle nozioni di primo soccorso e corso BLSD per conto dell’Ente Upter Sport Centro di Formazione IRC – Italian Resuscitation Council (ente partner del progetto come da voce 25 della scheda) all’interno dei progetti di servizio civile dell’ente Spes approvati nel 2007 Fabio Selvaggio • Laurea Breve in Scienze Infermieristiche con la votazione di 70/70 e lode con una tesi su “La toracoscopia e le Implicazioni Infermieristiche” presso l’Università Tor Vergata - IDI • Master in Management Infermieristico per Funzioni di Coordinamento(con esperienze di Coordinamento affiancato presso il policlinico A.Gemelli) con votazione 108/110 con una tesi su“ La Continuità Assistenziale del Paziente Critico” • corso esecutore BLSD (Basic Life Support and Defibrillation)-Università Cattolica Sacro Cuore - Roma • corso esecutore PHTLS (Pre Hospital Trauma Life Support) della NAEMT tenutosi a Roma presso il Parco Scientifico S.Raffaele • Corso Istruttore BLSD con il centro di formazione EMT(Emergenza Medica nel Territorio) tenutosi a Roma presso il Parco Scientifico S.Raffaele • Corso esecutore ATLS (Advanced trauma Life Support) con l’American College of Surgeons tenutosi presso l’Università Cattolica Sacro Cuore – Roma • Esperienza come conduttore del modulo formativo relativo alle nozioni di primo soccorso e corso BLSD per conto dell’Ente Upter Sport Centro di Formazione IRC – Italian Resuscitation Council (ente partner del progetto come da voce 25 della scheda) all’interno dei progetti di servizio civile dell’ente Spes approvati nel 2007 Lorella Calafato • Diploma di maturità professionale per Analista Contabile conseguito presso l’Ist. Prof. per il Commercio “Pietro della Valle” • Attestato per il Corso del Primo Soccorso ed Educazione Sanitaria rilasciato dalla Croce Rossa Italiana –Volontario del Soccorso • Diploma di Infermiere Professionale rilasciato dalla Scuola per infermieri Professionali di Frascati • Corso di Basic Life Support Esecutore rilasciato dal S.E.S. 118 di Roma e provincia • Corso di Defibrillazione Precoce Esecutore rilasciato dal S.E.S. 118 di Roma e provincia • Corso di Pediatric Basic Life Support Esecutore rilasciato dal S.E.S. 118 di Roma e provincia • Master di Primo Livello in “Infermieristica clinica nel paziente critico” (biennale) rilasciato dall’Università degli Studi di Roma Tor Vergata con votazione finale 110/110 • Attestato di partecipazione al Corso di Rianimazione cardiopolmonare di Base e defibrillazione precoce secondo le linee guida dell’Italian Resuscitation Council svoltosi presso Upter-Sport • Corso di Basic Life Support - Defibrillation Istruttore certificato Italian Resuscitation Council • Esperienza come conduttore del modulo formativo relativo alle nozioni di primo soccorso e corso BLSD per conto dell’Ente Upter Sport Centro di Formazione IRC – Italian Resuscitation Council (ente partner del progetto come da voce 25 della scheda) all’interno dei progetti di servizio civile dell’ente Spes approvati nel 2007 40) Tecniche e metodologie di realizzazione previste: I primi incontri saranno dedicati innanzi tutto alla presentazione degli ambiti di impiego in cui i volontari presteranno servizio oltre che alla presentazione dell’associazione stessa e dei relativi responsabili o comunque delle persone che fungeranno da punto di riferimento per i volontari. Già in questi primi incontri i vari argomenti saranno affrontati facendo ricorso a tecniche di animazione e metodologie attive che prevedono il coinvolgimento in prima persona dei formandi, considerati come primi protagonisti del processo di apprendimento. Per quanto riguarda le tecniche specifiche che verranno adottate: • è previsto il ricorso a contributi di tipo teorico, ossia lezioni, che – a seconda degli obiettivi specifici di ciascun modulo formativo - potranno assumere la forma di lezioni frontali, lezioni attive, lezioni per l’elaborazione; • il lavoro in piccoli gruppi, per favorire lo sviluppo delle principali competenze relazionali e comunicative; • il gruppo di formazione sarà inoltre considerato come elemento del setting e strumento di apprendimento in quanto luogo di “sospensione” della pratica per avviare un processo di ricerca sulle conoscenze e le competenze (sia “tecniche” che relazionali) che l’esperienza man mano condotta dai volontari ha consentito loro di accumulare affinché esse possano essere elaborate (ossia rese più consapevoli ed esplicite) proprio grazie al lavoro formativo; • si farà naturalmente ricorso alle tecniche formative classiche quali esercitazioni, giochi di ruolo, analisi di casi, simulazioni presentati dai formatori o dai partecipanti; • verranno somministrati test di apprendimento in modo tale da poter confrontare la situazione iniziale e quella finale dei partecipanti alla formazione, così come previsto dal monitoraggio della formazione specifica e dal piano di Bilancio delle competenze (v. voci 43 e 46 della presente Scheda progettuale). Per quanto riguarda il modulo informatico, la formazione si articolerà in 10 ore di aula e 10 ore nell’uso di un LMS (Learning Management System) con tecnologia open source (Docebo). Docebo è una piattaforma che consente ad ogni singolo utente di fruire il modulo informatico citato in modalità e-learning. Le ore in aula si svolgeranno all’inizio e alla fine della formazione svolta dal singolo volontario, in modalità e-lerning, e saranno così articolate: - all’inizio, presentazione della piattaforma LMS e svolgimento del test d’entrata (5 ore) alla fine, re-test finale, scambio e socializzazione delle principali difficoltà in vista della prova d’esame per il conseguimento della Patente europea (ECDL) (5 ore). Il termine del modulo informatico sarà calcolato entro i primi 5 mesi di servizio dedicati alla formazione, lasciando così a ciascun volontario un periodo adeguato al completamento dei learning object. Sia le ore in aula che quelle svolte in modalità elearning sono da considerarsi all’interno delle ore previste per la formazione specifica, rientrando, quindi, nelle ore di servizio previste dal progetto. Saranno messe a disposizione presso le sedi di realizzazione del progetto e/o della formazione postazioni attrezzate idonee allo svolgimento del modulo sia on-line che off-line. La piattaforma adotta lo standard Scorm 1.2 per il tracciamento della fruizione di ciascun singolo learning object da parte dell’utente. Ciascun utente autorizzato a seguire il corso avrà accesso alla piattaforma attraverso user-id e password, che consente alla piattaforma di: 1. riconoscere l’utente ogni volta che accede; 2. registrare i dati di monitoragio - o metadati. Attraverso l’LMS sarà possibile erogare contenuti “altri” rispetto al corso come file word, pdf, filmati audio e video, animazioni. La piattaforma è inoltre dotata di sistemi di comunicazione sincrona (chat) o asincrona (forum, mail) che danno facoltà all’utente di dialogare sia con il tutor che con gli altri utenti su tematiche relative: ai contenuti dei singoli learning object; alla modalità di utilizzo della piattaforma. Questi sistemi di comunicazione sono integrabili, attivati, utilizzati in base a: 1. agli obiettivi didattici del corso; 2. le tematiche o problematiche che via via si presentano 3. esigenze di socializzazione tra gli utenti. L’LMS consente infatti di creare tra gruppi di utenti, tutti gli utenti, gli utenti ed il tutor (in modalità uno a uno, uno a molti, molti a molti), una comunità virtuale di apprendimento all’interno della quale si possono porre domande, ricevere suggerimenti, raccontare esperienze e conoscenze acquisite. In questo il tutor avrà un ruolo fondamentale: faciliterà l’utilizzo degli strumenti di comunicazione; stimolerà gli utenti a partecipare; proporrà temi di discussione, che potranno essere proposti anche dagli utenti stessi. I vantaggi dell’utilizzo di un tale sistema integrato di formazione sono così riassunti: 1. l’LMS offre la possibilità agli utenti di seguire percorsi didattici personalizzati, ovvero scelti sulla base delle personali modalità di apprendimento e “tempi di studio”. 2. favorisce una condivisione dell’esperienza formativa al di là dei contenuti. 3. è flessibile in quanto permette, laddove non sia possibile avere una connessione internet, di fruire del corso off line (anche su Cd-rom) ed inviare i dati di monitoraggio in un secondo momento. Infine, il modulo formativo sulle nozioni di primo soccorso e BLSD sarà sviluppato attraverso contribuiti teorici e la realizzazione di esercitazioni e applicazioni pratiche su manichini. 41) Contenuti della formazione: Tenendo conto degli ambiti di impiego in cui saranno coinvolti i partecipanti, si tratterà di offrire loro le informazioni, le conoscenze e le competenze necessarie perché possano svolgere l’attività di affiancamento agli operatori dell’associazione. Ciò significa che il percorso sarà suddiviso in moduli corrispondenti alle principali tematiche che vengono trattate nell’ambito dell’associazione: 1° Modulo: Presentazione dell’associazione Telefono Rosa (2 ore) • Origini e storia dell’associazione • Finalità e obiettivi di Telefono rosa Condotto da Maria Gabriella Carnieri e Paola Lattes 2° Modulo: Competenze relazionali (26 ore) • Il rapporto emotivo con le donne vittime di violenza e con i loro figli • La mediazione culturale e familiare • La risposta al telefono Condotto da Paola Matteucci 3° Modulo: Competenze giuridiche (32 ore) • Art.3, art.37 e art.51 della Costituzione e successive modifiche. Le pari opportunità tra uomo e donna • Panoramica sul Diritto di famiglia da un punto di vista civile e penale • L. 898/1970. Legge sul divorzio • L.66/1997. Norme contro la violenza sessuale • L.149/2001 e L.154/2002. Legge sull’allontanamento del genitore violento dalla casa familiare e tutela di qualunque vittima della violenza familiare • L.189/2002. Norme in materia di immigrazione e di asilo (Legge Bossi-Fini) Condotto da Antonella Faieta e Marina Rossi 4° Modulo: Competenze per la ricerca bibliografica e la didattica (10 ore) • Metodologia delle ricerche del materiale di base per le pubblicazioni annuali dell’Associazione • Fondamenti per l’insegnamento dell’italiano agli stranieri Condotto da Gabriella Tamboni 5° Modulo informatico (20 ore) Word Processor; Internet e Posta elettronica; alcune funzioni del pacchetto Office suddiviso nei seguenti learning object (10 ore): 5 per WORD: Avviare Word, Iniziare a lavorare, Posta elettronica, La formattazione del testo, Stampa del documento; 4 per EXCEL: Avviare Excel, Il foglio elettronico, Celle e intervalli, Le formule; 5 per INTERNET: Avviare Internet, Introduzione al web, Come si naviga, Funzioni di supporto, Posta elettronica; 4 per POWER POINT: Avviare Power Point, Azioni e animazioni, Modifica delle diapositive, Gli oggetti; 6 per ACCESS: avviare Access, concetti generali, le tabelle, le query, le maschere, le macro e le altre funzioni di Access All’inizio e alla fine della formazione svolta dal singolo volontario, in modalità elerning, si svolgeranno lezioni in aula secondo la seguente articolazione: - all’inizio, presentazione della piattaforma LMS e svolgimento del test d’entrata (5 ore) - alla fine, re-test finale, scambio e socializzazione delle principali difficoltà in vista della prova d’esame per il conseguimento della Patente europea (ECDL) (5 ore). A cura della Società Fusilla - Condotto da Francesco Carrà e Gabriella Urbani 6° Modulo: Esecutore BLSD (10 ore) • Nozioni di Primo soccorso • Rianimazione cardio-polmonare e defibrillazione precoce. A cura dell’Ente UPTER Sport – Condotto da Cristian Vender, Giovanni Del Savio, Selvaggio Fabio, Calafato Lorella 42) Durata: 100 ore Altri elementi della formazione 43) Modalità di monitoraggio del piano di formazione (generale e specifica) predisposto: Il monitoraggio e la valutazione della formazione generale e specifica è realizzata dall’Ente SPES e dallo IAL, ente accreditato presso la Regione Lazio per lo svolgimento di attività di Orientamento. I volontari e gli Olp sono facilitati nel descrivere e condividere, nelle diverse fasi del percorso di formazione, alcuni aspetti ritenuti significativi utili al monitoraggio della formazione nonchè del progetto. L’Ente SPES raccoglie e organizza il materiale per la formazione, gli elaborati e le riflessioni dei soggetti coinvolti con incontri con i volontari egli Olp. Il monitoraggio e la valutazione della formazione è realizzata in coordinamento con le attività di monitoraggio del progetto. Il confronto dei dati rilevati durante il monitoraggio e la valutazione del percorso formativo (generale e specifico) ha funzione di reindirizzo in ottica migliorativa in vista della nuova progettazione. Il piano di monitoraggio sulla formazione si prefigge i seguenti obiettivi specifici con funzione di controllo finalizzato al miglioramento 1 della formazione erogata ai volontari: a) monitoraggio di quantità Sia per la formazione generale che per quella specifica è prevista la rilevazione dei seguenti dati quantitativi raccolti e forniti dagli OLP e/o dal Tutor: elenco volontari partecipanti, n. ore di presenza per ciascuno dei partecipanti, luogo di svolgimento e date e orari degli incontri previsti dai due percorsi formativi (generale e specifico), registro dei volontari partecipanti al corso con firme di inizio e fine lezione, segnalazione degli assenti e delle rispettive motivazioni, firme dei formatori presenti in aula, nominativi degli esperti intervenuti corredati di curriculum, indicazione delle tematiche trattate e delle metodologie utilizzate. b) monitoraggio di qualità Il monitoraggio e la valutazione della qualità della formazione generale e specifica rileva e analizza: 1. le reazioni dei partecipanti, 1 Ministero della Solidarietà Sociale – Presidenza del Consiglio dei Ministri – Ufficio Nazionale per il Servizio Civile, Circolare 24 maggio 2007 prot. UNSC/21346/II.5 – “Monitoraggio sulla formazione generale dei volontari in servizio civile nazionale” 2. l’apprendimento/cambiamento, che può essere registrato nell’ambito delle conoscenze, della capacità, e della condotta, 3. l’attività di docenza (chiarezza, efficacia, professionalità), 4. i metodi didattici. Le prove di verifica della formazione generale sono realizzate, con una tempistica definita, e l’utilizzo di strumenti di rilevazione rivolti ai volontari destinatari dell’azione formativa, secondo le seguenti modalità: • Questionario di ingresso, volto a rilevare la situazione di partenza di ciascun formando e le aspettative che nutre sia rispetto al servizio sia in rapporto alla formazione generale e specifica. Discussione in gruppo di quanto emerso con i giovani volontari partecipanti alla formazione. • Questionario di metà percorso volto a fare il punto su quanto acquisito da ciascun partecipante e sul grado di soddisfazione in relazione alle modalità di realizzazione della formazione. • Questionario di Fine percorso elaborato ad hoc, focus group con i giovani volontari finalizzato all’elaborazione di un Bilancio finale dell’esperienza formativa. I volontari sono chiamati a valutare: - il contributo della formazione generale in relazione all’esperienza del Servizio Civile, - i contenuti dei moduli formativi, - argomenti/tematiche che richiederebbero approfondimenti, - l’esperienza globale della formazione. La valutazione della formazione specifica avviene attraverso prove di verifica strutturate (test, questionari, prove pratiche) a cura del singolo formatore secondo la seguente connessione logica: COMPETENZE ATTESE → TEST → COMPETENZE ACQUISITE In particolare per la formazione informatica, il monitoraggio sarà realizzato attraverso l’uso della piattaforma (descritta nella voce 40 della presente scheda progettuale) che, prevedendo il riconoscimento dell’utente ogni volta che accede, consente la registrazione dei dati di monitoragio - o metadati – che sono: qualitativi (risultati dei test); quantitativi (pagine visitate a tempo di fruizione) relativi al percorso formativo effettuato in più sessioni di fruizione. I dati di monitoraggio saranno gestiti dal tutor assegnato al corso e successivamente comunicati agli operatori dello IAL. c) valutazione funzionale della formazione La valutazione dell’esperienza formativa, sia generale che specifica, ha finalità di: restituzione ai volontari di aspetti significativi emersi nella formazione collegati al progetto ed al Servizio Civile Nazionale, con la finalità di ragionare con i volontari sulle differenze che si riscontrano tra le loro aspettative e l’inizio dell’avvio del progetto, accompagnare i volontari nella rielaborazione di quanto avvenuto dall’inizio al termine del servizio (capacità acquisite previste e non, rispondenza del progetto alle esigenze del volontario/a), in funzione anche della certificazione delle competenze (cfr. voci 29 e 46 della scheda progettuale), fornire indicazioni utili per rielaborare le difficoltà incontrate in ottica migliorativa sia per il progetto che per i singoli volontari. Le competenze specifiche acquisite dai volontari dall’azione formativa sono inserite nel dossier personale del volontario a cura degli operatori che svolgono l’attività di bilancio delle competenze. Si prevede l’analisi di dimensioni ed aspetti non previsti ma ritenuti rilevanti per il monitoraggio e la valutazione della formazione, l’integrazione con eventuale materiale e documenti (video, foto, depliant, manifesti, cd-rom, articoli su supporto cartaceo e/o telematico, altro) realizzati nel corso della formazione. CARATTERISTICHE PROGETTO IN RELAZIONE ALLA GRIGLIA DI VALUTAZIONE RELATIVA AI 20 PUNTI AGGIUNTIVI 44) Valorizzazione dell’esperienza di volontariato: L’Associazione Telefono Rosa Onlus è un’organizzazione di volontariato nata nel 1990 con sede nazionale a Roma ed altre 5 dislocate sul territorio nazionale: Torino, Verona, Mantova, Varese e Campobasso. Iscritta al Registro Regionale del Lazio, come previsto dalla Legge Regionale sul volontariato n° 29/93, nella Sezione Servizi Sociali, opera con lo scopo di tutelare e promuovere i diritti, in particolare delle donne vittime di violenza e abuso, indipendentemente dalla loro nazionalità. L’Associazione, nata per valorizzare e organizzare le volontarie che già nel 1988 si dedicavano all’ascolto delle donne vittime di violenze e abusi, ancora oggi svolge le sue attività grazie a 70 volontarie appositamente formate, come indicato al punto 8.3, che collaborano a titolo gratuito. Alcuni di essi mettono a disposizione la loro professionalità, come l’avvocato, lo psicologo, i mediatori culturali e i funzionari di banca, così come indicato nel punto 8.2 del progetto. 45) Valorizzazione del percorso formativo: Metacompetenze - Empowerment - Formazione Per la valorizzazione del percorso formativo Spes ha stabilito principalmente accordi con i seguenti enti terzi volti rispettivamente al: Riconoscimento del percorso formativo L’Ente IAL Istituto per la Formazione Professionale di Roma e Lazio, impegnato nel monitoraggio e valutazione della formazione specifica, oltre che dell’impiego dei volontari nell’insieme del progetto, rilascerà un attestato di riconoscimento del percorso formativo, relativo alla formazione specifica. Rilascio di attestato L’Ente Upter Sport (Centro di Formazione IRC – Italian Resuscitation Council) riconoscerà e certificherà le competenze acquisibili, rilasciando ai volontari in servizio civile l’attestato professionale IRC (ai sensi dell’art. 1, c. 2 bis della Legge 3 aprile 2001, n. 120, e successive modifiche) di “Esecutore BLSD”, il cui valore legale è riconosciuto e disciplinato dall’art. 1 della Legge 3 aprile 2001, n. 120 e successive modifiche (cfr. formazione specifica alla Voce 41 del progetto). Sviluppo di strategie di empowerment Nell’ottica di strategie di empowerment, l’Ente IAL, Istituto per la Formazione professionale di Roma e Lazio, fornirà assieme al bilancio delle competenze (v. voce 46), che consente una comparazione tra competenze attese e competenze possedute all’inizio del percorso, proprie del bilancio stesso, anche una verifica di quelle acquisite al termine dell’anno di servizio civile, attraverso un’azione di monitoraggio e verifica dell’intera esperienza di servizio civile dei volontari (cfr. Voci 21 e 43 del progetto). Il bilancio, consegnato individualmente a tutti i giovani che abbiano completato il periodo di servizio, costituirà un utile strumento a sostegno della pianificazione del futuro professionale e di vita messo a disposizione del singolo volontario. Sviluppo di competenze trasversali La Società Fusilla srl, attivamente impegnata nel campo della progettazione e realizzazione di nuovi strumenti tecnologici di comunicazione e nella formazione informatica e professionale, fornirà ai volontari impiegati nel progetto competenze di tipo informatico abilitanti a sostenere l’esame per il conseguimento della Patente europea per l’uso del PC (ECDL). La partecipazione al modulo formativo informatico sarà certificata con attestato, valido ai fini curriculari. Il modulo sarà inoltre realizzato attraverso l’uso di metodologie formative innovative quali l’e-learning, così come illustrato alle voci 40 e 41 della presente Scheda progettuale. Si evidenzia, inoltre, come l’attestato di “Esecutore BLSD” possa essere compreso all’interno del percorso di sviluppo di competenze trasversali risultando tale qualifica spendibile in diversi contesti sociali e di lavoro. Infine, si rileva come, in riferimento allo sviluppo di metacompetenze, il percorso formativo previsto per i volontari in servizio civile garantirà loro l’acquisizione di capacità relazionali per interagire e rapportarsi con gli utenti, capacità di fronteggiare situazioni di impatto emotivo, capacità di lavorare in gruppo. I volontari apprenderanno, inoltre, conoscenze relative al diritto di famiglia e alla mediazione familiare nonché un ricco bagaglio di conoscenze pratiche nell’ambito delle tecniche e delle strategie comunicative. Gli strumenti acquisiti potranno adeguatamente concorrere a costruire profili professionali quali quello dello psicologo, del mediatore familiare, dell’ombudsman nel campo del sociale (difensore civico con valenza istituzionale e sociale nei casi di disagio), dell’assistente sociale e dell’esperto legale, in particolare per le specializzazioni relative al diritto di famiglia (matrimonialisti). 46) Eventuali collegamenti con il mondo del lavoro: Bilancio e certificazione delle competenze Attuatore: IAL – Istituto per la formazione professionale di Roma e Lazio. L’Istituto in questione svolge l’attività di bilancio di competenze in quanto accreditato presso la Regione Lazio per lo svolgimento di attività di Orientamento. L’accreditamento è stato riconosciuto allo IAL con DGR n. 1510 del 21/11/2002 con codice di accreditamento 0071IL-6. Descrizione All’interno del presente progetto è stato previsto un percorso di bilancio delle competenze, finalizzato alla definizione di un profilo individuale che consenta, coerentemente con il contesto e con le risorse individuate, di inserire, nel limite del possibile, il singolo volontario in strutture idonee rispetto alle caratteristiche personali (attitudinali, motivazionali, ecc..). A questo scopo verranno realizzati interventi strutturati di gruppo che aiutino il singolo beneficiario a definire con precisione le proprie capacità, competenze e aspirazioni professionali. Nell’ottica dell’adozione di strategie di empowerment, al termine del periodo di servizio civile, si procederà ad una valutazione e certificazione delle competenze acquisite e derivate dallo svolgimento dell’intero percorso, superando, con ciò, gli obiettivi classici del solo bilancio delle competenze, il cui intento è la comparazione delle competenze attese con quelle possedute all’inizio, e non anche alla fine, di un’attività lavorativa. Per lo sviluppo di questa azione conclusiva si stabiliranno collegamenti con le attività di monitoraggio e valutazione tanto del progetto quanto della formazione, con particolare riferimento a quella specifica. Per la verifica delle competenze acquisite dai volontari in ambito non formativo sarà cura dell’Operatore Locale di Progetto elaborare un documento di sintesi (di cui verrà fornita traccia all’inizio di progetto) che riporti le attività in cui il volontario è stato coinvolto e, per ogni tipologia di attività, le competenze acquisite. Obiettivi dell’azione di bilancio delle competenze L’obiettivo generale di quest’azione è quello di produrre un documento di sintesi che consenta agli OLP di orientare i volontari in servizio civile in attività che valorizzino ed accrescano le loro capacità ed attitudini personali. Per raggiungere l’obiettivo generale saranno perseguiti i seguenti obiettivi operativi: ¾ Condividere con i destinatari gli obiettivi del percorso di bilancio; ¾ Identificare competenze e potenzialità che il destinatario può investire nella elaborazione/realizzazione di un progetto professionale e di vita; ¾ Identificare fabbisogni formativi individuali sia manifesti che latenti; ¾ Certificare, in chiusura di progetto, le competenze acquisite sia nell’ambito della formazione che in quello delle attività realizzate. Struttura dell’intervento Ognuna delle azioni di bilancio si svolgerà nell’arco di mezza giornata e verrà rivolta a piccoli gruppi (6 persone circa) secondo la seguente articolazione: ¾ Fase Preliminare ¾ Fase Investigativa ¾ Fase Conclusiva Nel dettaglio ogni fase sarà così realizzata. Fase preliminare con: ¾ Esposizione degli obiettivi e delle attività della valutazione delle competenze e sua funzione nell’ambito del progetto nel suo insieme; ¾ Attivazione e motivazione dei destinatari Fase investigativa con Questionario in plenaria al fine di: ¾ Identificare i bisogni individuali; ¾ Ricostruire l’itinerario scolastico, professionale e personale; ¾ Individuare i contenuti delle attività e delle competenze utilizzate nella vita e valutazione del grado di possesso; ¾ Individuare competenze specifiche da utilizzare nel corso del progetto; ¾ Individuare gli interessi, i valori, le aspirazioni e i principali fattori di motivazione; ¾ Individuare informazioni sull’ambiente socio-professionale ed economico, per poter prefigurare percorsi realistici di sviluppo personale e professionale. Fase conclusiva con ¾ analisi individuale degli elementi raccolti e l’individuazione delle possibilità di evoluzione professionale nel settore individuato dal progetto; ¾ Certificazione delle competenze acquisite durante le attività di progetto, elaborata verificando con il volontario gli esiti delle valutazioni effettuate durante lo svolgimento del progetto e contenute nel dossier individuale Prodotti di bilancio: Per la fase preliminare: Contratto di bilancio Per la fase investigativa: Portfolio delle competenze Per la fase conclusiva: Progetto di sviluppo personale e attestato di acquisizione di competenze Accordi per il riconoscimento delle competenze Fusilla srl, società attivamente impegnata nel campo della progettazione e realizzazione di nuovi strumenti tecnologici di comunicazione e nella formazione informatica professionale, valorizza l’esperienza realizzata dai volontari impegnati nel progetto, rilasciando attestato di frequenza al modulo informatico, utile ai fini curriculari e valido per sostenere l’esame della Patente europea per l'uso del computer (ECDL). A.T.I- Associazione Temporanea d’Impresa formata dall’Associazione Nazionale Telefono Rosa e la Cooperativa sociale Onlus O.Sa.La. Operatori sociosanitari del Lazio, codice fiscale e PI 08023371001, gestisce per conto del Comune di Roma la Casa internazionale dei Diritti Umani delle Donne. L’A.T.I si impegna a riconoscere e la certificare le competenze acquisibili dai volontari in Servizio civile durante l’espletamento del servizio e valide ai fini del curriculum vitae, come da accordo stipulato in data 23 Ottobre 2007. Roma, 30 ottobre 2007 Il Progettista Giuliana Cresce Il Responsabile del Servizio civile nazionale Francesca Amadori