Legame di un ligando al braccio spaziatore legato alla matrice L’immobilizzazione può provocare l’inattivazione del ligando perché ne altera la struttura tridimensionale o rende inaccessibile il sito di legame NON SPECIFICA: si basa su variazioni di pH, della forza ionica o sull’aggiunta di un agente denaturante SPECIFICA: si aggiunge un competitore, vale a dire un composto che ha una maggiore affinità per la molecola da purificare rispetto al ligando legato covalentemente alla matrice CROMATOGRAFIA DI AFFINITA’ per purificare una ribonucleasi pirimidina Analogo del substrato legato covalentemente alla resina o aggiunta del competitore VANTAGGI • Possibilità di caricare grandi volumi • Eluizione del composto di interesse in un piccolo volume • Elevata specificità di selezione SVANTAGGI • Esecuzione in più tempi • Richiesta conoscenza delle caratteristiche della molecola da selezionare (meccanismo d’azione, affinità per altri ligandi, ...) • Eluizione in un tampone a pH e/o forza ionica diversi dal tampone iniziale • In molti casi il campione eluito è contaminato dall’agente “spiazzante” Purificazione delle proteine sulla base delle loro dimensioni molecolari Gel-filtrazione Dialisi Ultrafiltrazione La soluzione contenente la proteina di interesse è posta in un tubo composto da una membrana semipermeabile di nitrato o acetato di cellulosa. Le molecole di sale, essendo piccole, possono diffondere facilmente attraverso la membrana e si distribuiranno ai due lati della membrana stessa fino a raggiungere una uguale concentrazione nei due ambienti della cella di dialisi. La soluzione contenente la proteina di interesse è posta in una cella caratterizzata dal possedere, alla sua base, una membrana semipermeabile poggiante su un supporto inerte. Il campione è fatto passare attraverso la membrana e raccolto in un piccolo contenitore. Tale obiettivo può essere raggiunto applicando la pressione di un gas alla miscela. Le proteine si possono PURIFICARE sfruttando DIMENSIONE CARICA ELETTRICA AFFINITA’ PER ALTRE MOLECOLE SOLUBILITA’ Le proteine possono essere frazionate sulla base della loro solubilità Frazionamento con sali Frazionamento con solventi organici Frazionamento con polimeri organici Frazionamento per denaturazione al calore Frazionamento in base al punto isoelettrico Ottima procedura iniziale per l’allontanamento della maggior parte dei contaminanti E’ condotto con piccole aggiunte di un sale appropriato L’ammonio solfato è il sale più utilizzato, in quanto molto solubile in acqua, disponibile con un buon grado di purezza ed economico Dopo ogni aggiunta di sale bisogna essere sicuri di ottenere una soluzione omogenea con il sale completamente sciolto La proteina precipitata è centrifugata e risospesa in un’opportuna soluzione tampone Per ridurre al minimo la denaturazione, tutti i passaggi sono condotti tra 0°C e 10°C Tale termine inglese indica quel fenomeno per il quale una data proteina, normalmente, precipita in un piccolo intervallo di concentrazione di sale (di solito ammonio solfato). Il fenomeno è da attribuire al fatto che le interazioni proteina-proteina divengono predominanti rispetto alle interazioni proteina-acqua e acqua-sale. L’addizione di sale rimuove il sottile strato di molecole di acqua dalla superficie della proteina, consentendo ai gruppi idrofobici di causare l’aggregazione delle proteine e quindi la precipitazione. La presenza di gruppi idrofobici in una proteina risulta fondamentale per il processo di salting out. Il frazionamento con sali si rivela utile come passaggio solo quando le proprietà di solubilità della proteina di interesse sono diverse da quelle della maggior parte delle proteine contaminanti presenti nell’estratto. Poiché la precipitazione con sali dipende sia dalla concentrazione della proteina nell’estratto grezzo sia dalla temperatura, tali parametri devono essere controllati attentamente affinché il procedimento sia riproducibile. L’aggiunta del sale ammonio solfato alle soluzioni provoca una diminuzione del pH ed è dunque consigliabile monitorare spesso il pH. Portare l’estratto grezzo ad una concentrazione di ammonio solfato appena al di sotto di quella necessaria a precipitare la proteina di interesse In tal modo, le proteine che precipitano sono allontanante mediante centrifugazione La concentrazione di ammonio solfato è poi aumentata in modo da far precipitare la maggior parte della proteina di interesse in un intervallo di tempo ragionevole La proteina precipitata viene recuperata mediante centrifugazione La solubilità delle proteine varia con la concentrazione salina Solubilità proteina NaCl Na2SO4 (NH4)2SO4 [SALE] Aggiunta di sale/ Aggiunta di sale/ centrifugazione centrifugazione Proteine del siero Fibrinogeno: 0.8 M (NH4)2SO4 Albumina: 2,4 M (NH4)2SO4 Si basa sulle differenze nella solubilità delle diverse proteine in soluzioni acquose di solventi organici quali etanolo, acetone, butanolo ed il glicole polietilenico (PEG) PEG = HO(CH2CH2O)nH (polimero organico) Il solvente organico abbassa la costante dielettrica del mezzo, determinando un incremento delle interazioni elettrostatiche tra diverse proteine a discapito delle interazioni proteina-acqua DUNQUE LA SOLUBILITA’ DI UNA PROTEINA DIMINUISCE Il frazionamento con solventi organici in un certo senso è l’inverso del frazionamento con sali: nel primo, i gruppi idrofobici delle proteine sono mascherati dal solvente organico mentre i gruppi ionici diventano dominanti; nel secondo, i gruppi idrofobici vengono progressivamente esposti SVANTAGGI: la tecnica provoca la denaturazione o l’inattivazione di molte proteine. Tuttavia per quelle proteine che sopravvivono al trattamento, questi possono essere passaggi potenti di frazionamento. Si basa sulla minore solubilità delle molecole proteiche a valori di pH pari al loro punto isoelettrico A tale valore di pH una proteina possiede un numero uguale di cariche positive e negative, per cui risultano minimi gli effetti repulsivi e massime le interazioni intermolecolari, le quali determinano la formazioni di aggregati insolubili Tale proprietà può essere usata per precipitare selettivamente la proteina di interesse Ovviamente la proteina di interesse dovrebbe possedere un pI molto diverso da quello della maggior parte delle proteine cellulari SVANTAGGIO: la proteina precipitata inevitabilmente si denatura Dunque sarebbe preferibile adoperare il metodo per rimuovere le proteine contaminanti, aggiustando il pH dell’estratto in modo tale da precipitare queste proteine e non la proteina in esame Si basa sulle differenze nella sensibilità al calore La temperatura alla quale la proteina di interesse va incontro a denaturazione è determinata in un esperimento pilota su piccola scala Una volta determinata tale temperatura critica, le proteine contaminanti termolabili sono allontanate scaldando la miscela ad una temperatura di 5-10°C inferiore alla temperatura critica, per 15-30 minuti Le proteine denaturate con questo processo sono rimosse per centrifugazione La presenza del substrato, del prodotto o di un inibitore competitivo spesso stabilizzano un particolare enzima, per cui è possibile utilizzare anche temperature più alte