Cultura: modelli di governance e ruolo delle Province A cura di UPI - Assemblea Nazionale Assessori Provinciali Cultura Bari, 9 febbraio 2011 ALCUNI DATI 4340 ISTITUTI NON STATALI: • (3409 musei, 802 monumenti, 129 siti archeologici) • 45,5% dipendenti dai Comuni • 62.701.994 visitatori (dati 2006) • 35.068.423 visitatori paganti 420 ISTITUTI STATALI DI CUI: • • • • • 207 Musei 213 monumenti e aree archeologiche 32.345.375 visitatori (dati 2009) 14.612.532 visitatori paganti 97.091.814 euro di incasso DISTRIBUZIONE VISITATORI ISTITUTI STATALI • Oltre 1 milione di visitatori • Meno di 20 mila visitatori 6 Istituti 268 Istituti BIBLIOTECHE 12.400 di cui: • 6378 appartenenti a enti pubblici territoriali • 46 appartenenti allo Stato • 2043 appartenenti all’Università • 1261 appartenenti agli enti ecclesiastici BENI VINCOLATI TOTALE: 51.693 di cui • 5.668 beni archeologici • 46.025 beni architettonici (dati 2004) Dal 2004 al 2009: • 8688 nuove dichiarazioni di interesse culturale TERRITORI NATURALI TUTELATI • Parchi, Riserve, Aree naturali: 922 SITI UNESCO • 45 Siti italiani su 911 riconosciuti a livello mondiale • 3 beni immateriali MUSEI DI ARTE CONTEMPORANEA Musei statali: 2 • Musei regionali e locali 24 Trai primi 8 musei più visitati: • Galleria Nazionale d’Arte Moderna 131.078 • Musei non statali (7) 798.761 MOSTRE Anno 2009 • Tra le prime 15 mostre più visitate nessuna è stata promossa dal Ministero per i beni culturali. • 9 sono state promosse da Regioni e enti locali • 6 da istituzioni private o private-no profit TURISMO CULTURALE 77 milioni di arrivi e 310,4 milioni di presenze di cui: • 33 milioni di arrivi e 91 milioni di presenze nelle 352 città di interesse storico-artistico • 18,8 milioni (57%) di arrivi stranieri nelle città d’arte italiane • 9,4 miliardi di euro spesi da turisti stranieri nelle città d’arte • Turismo culturale: 29% del totale • Turismo marino: 38% del totale (dati 2008) SPETTACOLO DAL VIVO • • • • • Luoghi di spettacolo Spettacoli Ingressi a pagamento Spesi al botteghino Volume d’affari (dati 2009) 41.000 181.000 34, 3 milioni 637 milioni 818 milioni RISORSE PER LA CULTURA Ministero per i beni e le attività culturali (2009): • 1.718.595.000 euro (0,23% del totale) (nel 2000 2.102.267.762) Amministrazioni Provinciali: (2008) • Spese correnti: 235 milioni di euro (2,6% del totale) • Spese in conto capitale: 60 milioni di euro (1,3%) Amministrazioni comunali: (2008) • Spese correnti: 1,751 miliardi (3,3% del totale) • Spese in conto capitale: 710 milioni (3%) Cultura Funzioni e ruoli degli Enti locali in tema di beni culturali nella normativa statale e regionale Sintesi dei temi indagati: 1. Le competenze previste dal Codice dei beni culturali in tema di valorizzazione 2. La legislazione quinquennio regionale dell’ultimo 3. Considerazioni conclusive: quali i possibili ruoli degli enti locali? a cura di: Associazione Mecenate 90 1. Le competenze previste dal Codice in tema di valorizzazione: il quadro costituzionale La ricerca effettuata analizza innanzitutto il quadro costituzionale in cui si inseriscono le competenze degli Enti locali in materia di beni culturali. In primo luogo, si ricorda il nuovo ruolo che la riforma del Titolo V Cost., del 2001, assegna a Province e Comuni, in un sistema definito “pluralismo istituzionale paritario”. Poi, si tracciano le linee che presiedono al riparto tra Stato e Regioni del potere di dettare norme di legge in materia di beni culturali, i cui filoni di intervento vengono divisi dall’art. 117 Cost. in “tutela” – materia spettante alla legislazione statale - e “valorizzazione” – materia su cui lo Stato detta i principi fondamentali e le Regioni la normativa di dettaglio. a cura di: Associazione Mecenate 90 1. Le competenze previste dal Codice in tema di valorizzazione: il quadro costituzionale In secondo luogo, si rammenta come le funzioni amministrative debbano essere ripartite in base al principio di sussidiarietà, ossia con l’attribuzione delle stesse al livello di governo più vicino agli amministrati. Nello specifico settore dei beni culturali, poi, oltre a tale principio, le funzioni debbono essere svolte secondo il principio di cooperazione o leale collaborazione, principio ritenuto necessario dalla Corte costituzionale. Ne consegue che anche ove la funzione sia attribuita allo Stato – come nel caso della tutela – essa debba essere svolta secondo il principio di cooperazione; ancor più, la valorizzazione – che spetta a ciascun ente “nel proprio ambito” – vede come modalità di svolgimento ordinaria proprio gli strumenti di cooperazione-collaborazione. a cura di: Associazione Mecenate 90 1. Le competenze previste dal Codice in tema di valorizzazione: il quadro costituzionale L’art. 112 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio • L’art. 112 del Codice si intitola “Valorizzazione dei beni culturali di appartenenza pubblica”. Esso dunque contiene la disciplina statale di principio per la valorizzazione dei beni culturali pubblici. • Il suo comma 4 prevede che gli Enti territoriali “stipulano accordi” per determinare le strategie e gli obiettivi comuni, i conseguenti piani strategici di sviluppo culturale e i relativi programmi operativi, relativamente ad ambiti territoriali regionali o subregionali. • Esso dunque indica come modalità “ordinaria” della valorizzazione la conclusione di tali accordi. a cura di: Associazione Mecenate 90 1. Le competenze previste dal Codice in tema di valorizzazione: il quadro costituzionale Le prime attuazioni dell’art. 112 • I primi accordi conclusi ai sensi dell’art. 112, comma 4, tra MiBAC, singole Regioni ed Enti locali sono stati: • 2007: area di Piombino-Populonia. Si trasferisce la disponibilità dei beni statali al Comune, che poi ne esternalizza la gestione alla società Parchi Val di Cornia Spa. Mirabile esempio di applicazione del principio di sussidiarietà. • 2008: Villa Reale di Monza. Gli enti territoriali costituiscono un Consorzio cui affidare la valorizzazione e gestione del Parco. • 2008: Venaria Reale. Gli enti partecipanti costituiscono il “Consorzio di valorizzazione culturale La Venaria Reale”, cui vengono affidati in gestione i beni, anche statali. a cura di: Associazione Mecenate 90 2. Le leggi regionali 2006-2010: gli interventi organici Quattro Regioni hanno proceduto al riassetto normativo organico in materia di valorizzazione: A) Sardegna, l.r. 14/2006, Norme in materia di beni culturali, istituiti e luoghi della cultura. • La legge appare decisamente improntata ai principi di sussidiarietà e cooperazione: si prevede infatti che la Regione operi congiuntamente con gli enti locali, promuova ogni intesa con lo Stato, con soggetti pubblici e privati, elabori e promuova atti di coordinamento al fine del conferimento di ulteriori funzioni e compiti di tutela nonché dell’attribuzione della disponibilità e della gestione dei luoghi della culturali statali al sistema regionale e locale. • Di grande rilievo appare la previsione della partecipazione locale alla definizione di obiettivi e piani all’interno della programmazione regionale e la necessaria partecipazione comunale alla programmazione provinciale. a cura di: Associazione Mecenate 90 2. Le leggi regionali 2006-2010: gli interventi organici B) Liguria, l.r. 33/2006, Testo unico in materia di cultura. • Anche in questa legge vi è la previsione di una partecipazione degli Enti locali alla programmazione regionale: essi debbono infatti essere “sentiti” prima dell’adozione dei relativi atti. • Alle Province è attribuito un ruolo di programmazione e coordinamento del sistema nel proprio territorio, “anche” in collaborazione con i Comuni. a cura di: Associazione Mecenate 90 2. Le leggi regionali 2006-2010: gli interventi organici C) Marche, l.r. 4/2010, Norme in materia di beni e attività culturali. • Decisamente improntata al principio di sussidiarietà appare questa legge, che assegna alle Province addirittura la selezione dei progetti di valorizzazione da ammettere ai finanziamenti regionali – presentati tramite i Comuni -, curandone non solo l’istruttoria ma anche la fase decisionale. • Sono anche previste forme di consultazione e cooperazione istituzionale, che la Regione deve promuovere. a cura di: Associazione Mecenate 90 2. Le leggi regionali 2006-2010: gli interventi organici D) Toscana, l.r. 21/2010, Testo unico delle disposizioni in materia di beni, istituti e attività culturali. • Si prevede che le funzioni regionali siano attuate “di norma” attraverso forme di cooperazione strutturali e funzionali con lo Stato e con gli Enti locali; spetta alla Giunta il compito di elaborare e proporre i relativi atti di coordinamento, intesa e accordo. • Da segnalare è la previsione della partecipazione degli Enti locali alla definizione, attuazione, monitoraggio e verifica della programmazione regionale. a cura di: Associazione Mecenate 90 2. Le leggi regionali 2006-2010: gli interventi organici Conclusioni: Gli interventi legislativi organici degli ultimi cinque anni in materia di valorizzazione appaiono senz’altro improntati ai principi di sussidiarietà e di cooperazione nell’assegnazione delle competenze e nella delineazione dei ruoli degli enti locali, pur se in misura diversa e con differenti caratteristiche. a cura di: Associazione Mecenate 90 2. Le leggi regionali 2006-2010: gli interventi settoriali Anche alcune leggi regionali non organiche ma settoriali hanno attribuito competenze agli enti locali in temi afferenti al patrimonio culturale. Tra esse si segnalano: A) Sardegna, l.r. 9/2006, Conferimento di funzioni e compiti agli enti locali. Si assegna alle Province la competenza alla programmazione ed erogazione dei contributi per i musei locali, la promozione della gestione associata dei beni culturali a cura di: Associazione Mecenate 90 2. Le leggi regionali 2006-2010: gli interventi settoriali B) Lazio, l.r. 26/2009, Disciplina delle iniziative regionali di promozione della conoscenza del patrimonio e delle attività culturali del Lazio. Si prevede che la programmazione sia adottata dalla Regione “anche sulla base di accordi ed intese con gli enti locali” e il Mbac. C) Umbria, l.r. 34/2007, Promozione e disciplina degli ecomusei. A fronte della puntuale elencazione delle funzioni e delle competenze, vi è la previsione che la ripartizione delle stesse tra i soggetti – anche privati - cui è affidata la gestione sia demandata a specifici accordi, senza dunque una loro preventiva allocazione bensì una libera determinazione tra i soggetti a diverso titolo coinvolti. a cura di: Associazione Mecenate 90 3. Considerazioni conclusive: quali i possibili ruoli degli Enti locali? • La normazione statale, da un lato, e le recenti discipline regionali, dall’altro, sembrano dunque aprire il cammino a una stagione di rapporti tra i diversi livelli di governo realmente improntati ai principi di sussidiarietà e cooperazione, ormai proclamati i soli criteri capaci di poter realizzare quello sviluppo della cultura attraverso la valorizzazione del patrimonio culturale che l’art. 9 della Costituzione pone come principio fondamentale della Nazione. • Non sono le regole, dunque, che mancano. Certo, non tutte le Regioni hanno proceduto al riassetto normativo che il nuovo sistema costituzionale impone; non tutte le Regioni che a ciò già sono giunte hanno d’altro canto accolto appieno le possibilità che i principi normativi statali permettono di cogliere. a cura di: Associazione Mecenate 90 3. Considerazioni conclusive: quali i possibili ruoli degli enti locali? • Quel che sembra ancora carente è invece il lato dell’applicazione delle norme. Previsioni come quelle contenute nell’art. 112 del Codice permettono, se applicate, di giungere a un sistema di valorizzazione, nonché ovviamente anche di conservazione, che si basi sulla programmazione congiunta e sulla negoziazione e consultazione permanente tra gli attori istituzionali, pubblici e anche privati. • Solo, in conclusione, un ruolo attivo e propositivo dei livelli di governo sub-statali può rendere tali previsioni capaci di operare e di creare quel sistema integrato e concordato di valorizzazione che appare come imprescindibile punto di arrivo del settore. a cura di: Associazione Mecenate 90 Cultura I sistemi e le reti culturali: modelli e strumenti per la valorizzazione integrata dei beni culturali a cura di: Associazione Mecenate 90 I sistemi e le reti culturali Un sistema/rete culturale nasce in relazione alla necessità di coordinare - o ricondurre ad unità sotto il profilo organizzativo - un insieme di luoghi della cultura (musei, biblioteche, archivi, ecc.). Lo scopo è quello di sviluppare forme di cooperazione utili al loro miglior funzionamento e/o a una qualificazione dei servizi e/o allo sviluppo del territorio. a cura di: Associazione Mecenate 90 I Sistemi integrati di beni e servizi culturali Le tipologie di istituti culturali interessate alla cooperazione sono le più diverse: musei, aree archeologiche e complessi monumentali; biblioteche ed archivi; teatri e, più in generale, istituzioni del settore spettacolo e musica. Quando ci si intende riferire all’intero ventaglio di tipologie di istituti interessati si parla, infatti, di “sistemi integrati di beni e servizi culturali” a cura di: Associazione Mecenate 90 I Sistemi culturali : tipologie I criteri di aggregazione possono essere diversi. I criteri prevalenti sono : l’omogeneità tipologica (reti tematiche); la comune appartenenza a un determinato territorio (reti territoriali); la condizione giuridica (reti proprietarie). a cura di: Associazione Mecenate 90 I Sistemi culturali nella legislazione regionale La legislazione regionale: a partire dalla fine degli anni “70, in attuazione del trasferimento alle Regioni delle competenze in materia di musei e di biblioteche “di interesse locale”, ha cominciato a prevedere forme di cooperazione in ambito bibliotecario e museale; dalla fine degli anni “90, a seguito dell’evoluzione del quadro normativo nazionale a favore dei principi di sussidiarietà e di cooperazione interistituzionale in materia di valorizzazione, ha dato nuovo impulso all’attivazione di sistemi culturali; in molti casi attribuisce alle Province il ruolo di ente promotore dei sistemi. a cura di: Associazione Mecenate 90 Obiettivi e finalità dei Sistemi culturali Finalità Ambiti d’intervento Potenziamento delle dotazioni e dei servizi (in relazione spesso con politiche di incentivazione regionale sugli standard) Potenziamento e/o qualificazione dei servizi ( ad es. catalogo unico collettivo) Condivisione di risorse (ad es. direzione scientifica assicurata a livello di sistema) Coordinamento di attività scientifiche e culturali Ricerca, catalogazione, formazione, ecc. Valorizzazione turistica Comunicazione e promozione a cura di: Associazione Mecenate 90 I Sistemi culturali: i vantaggi della cooperazione I vantaggi sono organizzativi, tecnici, scientifici, promozionali ed economici. I principali sono : maggiore quantità e più elevata qualità dei servizi: la rete rende possibile l'accrescimento quali-quantitativo dell'offerta di servizi anche in poli di piccole dimensioni, grazie all’opportunità di realizzare economie: la rete consente di : - effettuare investimenti ripartendo i costi tra i membri (ad es. per iniziative di comunicazione e promozione); - di usare in comune personale e dotazioni (ad es. direttore scientifico) ; - di centralizzare alcune attività (ad es. per le biblioteche i servizi di catalogazione) accesso a finanziamenti (ad es. fondi regionali sugli standard museali) aumento di visibilità e attrattività e conseguente aumento e/o migliore distribuzione della domanda museale e anche turistica maggiore coesione e coordinamento di iniziative a cura di: Associazione Mecenate 90 I Sistemi culturali: i livelli di integrazione Basso livello di integrazione interna Condivisione di alcuni progetti o servizi comuni, ad es. -Promozione di itinerari; -Catalogazione. a cura di: Associazione Mecenate 90 Alto livello di integrazione interna Gestione integrata ad es: - Soggetto gestore unico I Sistemi culturali: modelli di governance Per la governance, i modelli possibili sono due: 1)il primo attua il coordinamento tra le iniziative dei soggetti del sistema, mantenendo inalterate le competenze degli enti interessati e il regime giuridico dei beni. Lo strumento più utilizzato per la formalizzazione dell’accordo è la convenzione. Tra i numerosi esempi di sistemi a base provinciale regolati da convenzione, si ricordano quelli della Provincia di Mantova; 2) il secondo attribuisce al sistema una distinta personificazione attraverso la creazione di soggetti giuridici che attuano una o più delle funzioni messe in rete (ad es. associazione o fondazione). Spesso questo modello rappresenta un punto di arrivo, una fase avanzata del processo di cooperazione. Un esempio di sistema culturale provinciale gestito attraverso una fondazione di partecipazione è il Sistema dei musei senesi. a cura di: Associazione Mecenate 90 Sistemi culturali: il ruolo della Provincia Nei casi di sistemi/reti territoriali, la Provincia è quasi sempre il soggetto che svolge compiti di promozione e, successivamente, funzioni di coordinamento e di gestione, in quanto: - la dimensione sovracomunale rimanda naturalmente al livello di governo provinciale; - di norma non esiste fra gli aderenti al sistema una leadership riconosciuta diversa da quella della Provincia (ad es. un museo ovvero una biblioteca che possa svolgere funzioni di coordinamento); - un sistema museale ha di solito anche obiettivi di promozione turistica del territorio e dunque trova nella Provincia il soggetto istituzionale più idoneo a sostenere il processo; -spesso la stessa legislazione regionale assegna alla Provincia questo compito. a cura di: Associazione Mecenate 90 I Sistemi museali: il ruolo della Provincia. Il caso della Lombardia Il ruolo delle Province è stato determinante per lo sviluppo dei sistemi museali locali. Ciascuna Provincia, sulla base degli indirizzi regionali, ha coordinato il processo di costituzione dei sistemi. In particolare ha : - approvato studi di fattibilità: - individuato le modalità per la costituzione dei sistemi; - promosso progetti di comunicazione e di promozione; - acquisito professionalità museali. I sistemi sono stato istituiti tutti con atti convenzionali o con l’allargamento dei sistemi bibliotecari Ad oggi la Regione ha riconosciuto 16 sistemi museali locali. In alcuni casi i sistemi hanno una dimensione provinciale; in atri casi sono nati più sistemi subprovinciali in una stessa provincia. a cura di: Associazione Mecenate 90 Turismo La legislazione delle Regioni: i Sistemi Turistici Locali e le funzioni delle Province in materia di turismo Report di aggiornamento a cura di: Associazione Mecenate 90 Il Sistema Turistico Locale Si definiscono sistemi turistici locali i contesti turistici omogenei o integrati, comprendenti ambiti territoriali appartenenti anche a regioni diverse, caratterizzati dall’offerta integrata di beni culturali, ambientali e di attrazioni turistiche, compresi i prodotti tipici dell’agricoltura e dell’artigianato locale, o dalla presenza diffusa di imprese turistiche singole o associate (art. 5, L. 135/2001) a cura di: Associazione Mecenate 90 L’adozione del modello: il recepimento dell’art.5, L.135/2001 Non lo hanno recepito ( hanno adottato modelli alternativi ): Friuli Venezia Giulia Piemonte Toscana Non lo ha ancora recepito : Campania (bozza di legge che recepisce l’art.5) a cura di: Associazione Mecenate 90 Lo hanno recepito : Lombardia Veneto Liguria Emilia Romagna Umbria Marche Abruzzo Molise Lazio Calabria Basilicata Puglia Sardegna Sicilia L’applicazione del modello I FASE : Recepimento 14 Regioni II FASE: Attivazione STL 11 Regioni Leggi Regionali Leggi + delibere o regolamenti Delibere a cura di: Associazione Mecenate 90 Proposta di istituzione e riconoscimento regionale di uno o più STL Funzioni delle Province in materia di STL Regioni Abruzzo Basilicata Calabria Campania Emilia e Romagna Friuli Venezia Giulia Lazio Liguria Lombardia Marche Molise Piemonte Puglia Sardegna Sicilia Toscana Umbria Veneto a cura di: Associazione Mecenate 90 Prevedono STL o o o o o o o o o o o o o o Conferiscono funzioni alle Province in materia di STL Soggetto promotore o o Possono partecipare agli STL o o o o o o - Funzioni delle Province in materia di turismo N° macro-funzioni delegate alle Province Veneto Umbria Abruzzo 8 6 Toscana Basilicata Calabria Campania 4 2 Sicilia Emilia Romagna 0 N° funzioni Sardegna Friuli Venezia Giulia Puglia Lazio Piemonte Liguria Molise Lombardia Marche a cura di: Associazione Mecenate 90