SCHEDA PROGETTO N. 3 “Turismo e promozione territoriale: creazione del servizio di accoglienza e informazione turistica nei comuni dell'Unione Terre di Castelli.” SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA ENTE 1) Ente proponente il progetto: Unione dei Comuni Terre di Castelli 2) Codice di accreditamento: 3) Albo e classe di iscrizione: NZ02549 Albo Regionale Emilia Romagna 3 CARATTERISTICHE PROGETTO 4) Titolo del progetto: Turismo e promozione territoriale: creazione del servizio di accoglienza e informazione turistica nei comuni dell'Unione Terre di Castelli. 5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3): Settore D: Patrimonio artistico e culturale Codice 04: turismo culturale 6) Descrizione del contesto territoriale e/o settoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili: "L'Unione Terre di Castelli" raggruppa alcuni comuni che intendono, con il presente progetto, promuovere ed incentivare in maniera organica il turismo nei comuni aderenti, valorizzando e coordinando le varie iniziative turistiche e di promozione territoriale organizzate nei comuni aderenti, onde creare un contesto unitario di sviluppo e gestione coordinata intercomunale, salvaguardando e valorizzando la tipicità delle tradizioni, dei prodotti tipici locali e del patrimonio artistico e culturale del territorio, in un quadro di offerta turistica coordinata ed unitaria. In particolare tutti i comuni aderenti al presente progetto hanno un ufficio turistico preposto alle attività ed iniziative relative, ed analizzando l'ambito entro il quale si intende sviluppare il presente progetto, con particolare riferimento alla realtà ed alle peculiarità di ogni singolo comune, di seguito indicato, si intende fornire un quadro di insieme del contesto territoriale e delle caratteristiche di ogni realtà, onde fornire una visione di insieme, con i dati oggettivi che possano far comprendere la realtà e gli obiettivi che con la realizzazione del presente progetto l'Unione Terre di Castelli intende conseguire. COMUNE DI CASTELVETRO DI MODENA: Il Comune di Castelvetro di Modena (Mo), (aderente all'Unione Terre di Castelli), ha una popolazione di n. 10.511 abitanti, ed un territorio di Kmq. 40,7=, in gran parte collinare ricco di bellezze paesaggistiche, storiche, culturali e di tradizioni e prodotti tipici locali, che lo hanno portato alla creazione di un consorzio di promozione turistico - territoriale, denominato Castelvetro V.I.T.A. (Valorizzazione Integrata Territorio Ambiente ), che annovera tra gli aderenti oltre che il Comune di Castelvetro di Modena (Mo), anche numerosi operatori agricoli, commerciali, turistici-alberghieri, economici, ecc…, del territorio, con il fine precipuo di porre in essere tutte le iniziative utili per la promozione e lo sviluppo del territorio comunale, con particolare riferimento alla promozione turistica. E' nato a Castelvetro nel 2002, e nel 2003 è stata stipulata una convenzione tra lo stesso Consorzio ed il Comune di Castelvetro per porre in essere tutte le iniziative utili alla valorizzazione e si tratta di un consorzio pubblico-privato che si pone vari obbiettivi, tra cui: - promozione, informazione e accoglienza turistica, - la diffusione di materiale pubblicitario relativo agli eventi locali, alle risorse turistiche, al prodotto tipico, - la creazione e la commercializzazione di pacchetti turistici comprendenti visite, soggiorni, pasti e convenzioni, - organizzazione di manifestazioni a valenza turistica ed enogastronomica Il consorzio si è già occupato con successo dell’organizzazione di diverse edizioni della Sagra dell’Uva e del Lambrusco Grasparossa di Castelvetro e ha partecipato anche in collaborazione con altri enti come l’Unione di Comuni “Terre di Castelli” e l’associazione “Strada dei Vini e dei Sapori – Città Castelli e Ciliegi” a manifestazioni quali Expo dei Sapori 2002, Extratipici 2003. Collabora inoltre attivamente con il Comune di Castelvetro in occasione di qualsiasi iniziativa concernente i gemellaggi e la promozione turistica del territorio. Possono essere ammesse come consorziate tutte le persone fisiche e giuridiche esercenti attività turistico-alberghiere, di ristorazione, agricole, agrituristiche, del settore eno-gastronomico ed agroalimentare, commerciali, artigianali, professionali di servizio, di credito ed economiche in genere, nell’ambito del comune di Castelvetro di Modena. Gli interventi attuati dal Comune di Castelvetro in questi anni hanno portato ad ottenere diversi importanti riconoscimenti tra i quali si segnalano il titolo di Castelvetro di Modena, di "Comune Bandiera Arancione", e il recente riconoscimento quale "comune ad economia prevalentemente turistica e città d'arte". In particolare l’assegnazione ufficiale del marchio di "Bandiera Arancione" è avvenuto il 10 maggio 2003 nell’ambito della Mostra del Turismo di Qualità “I viaggi di Outis” in programma a Milano dal 9 all’11maggio. Castelvetro è risultata l'unica cittadina dell'Emilia Romagna ad avere conseguito tale riconoscimento nel 2003. La "Bandiera Arancione" è il marchio di qualità turistico ambientale per l'entroterra del Touring Club Italiano, viene attribuita alle località che soddisfano criteri di analisi correlati allo sviluppo di un turismo di qualità. La valorizzazione del patrimonio culturale, la tutela dell'ambiente, la cultura dell'ospitalità, l'accesso e la fruibilità delle risorse, la qualità della ricettività, della ristorazione e dei prodotti tipici sono solo alcuni degli elementi chiave per ottenere il-marchio. Il TCI da sempre opera per lo sviluppo del turismo di qualità e per la valorizzazione delle risorse e del patrimonio culturale e ambientale italiano. La "Bandiera Arancione", coordinata dal Centro Studi, (l'unità di ricerca e sviluppo del Touring Club Italiano), è uno degli strumenti con il quale il Touring offre ai turisti una garanzia di qualità e alle località uno strumento di valorizzazione. Inoltre, come accennato più sopra, recentemente Castelvetro ha ottenuto anche il riconoscimento di "Comune ad economia prevalentemente turistica e città d'arte", (ex L.R.n.14/1999), conferito dalla Giunta Regionale dell'Emilia Romagna, con delibera n. 250 del 14.02.2005, un titolo molto importante che corona anni di impegno volto alla promozione e valorizzazione territoriale. Castelvetro di Modena è meta di vari tipi di turismo, tra cui: - turismo eno-gastronomico: Castelvetro di Modena è infatti zona di produzione di diversi prodotti tipici, oltre ad essere disseminato di ristoranti, agriturismi, trattorie presso cui gustare la famosa cucina tipica emiliana; - turismo storico – artistico: la storia di Castelvetro inizia nell’età paleolitica e trova il suo momento più importante nel rinascimento, quando il poeta Torquato Tasso soggiorna a Castelvetro ospite dei Marchesi Rangoni; inoltre numerose sono le testimonianze artistiche delle varie epoche: il castello di Levizzano, il borgo di Castelvetro, gli oratori, il Cimitero Napoleonico, ecc… Il comune di Castelvetro offre poi numerosi spazi a mostre permanenti (come il Centro di Documentazione Territoriale) e temporanee (allestite o presso le sale comunali o presso lo spazio espositivo Pake); - turismo legato alle manifestazioni e agli eventi organizzati nel capoluogo comunale; - turismo d’affari: la presenza di numerose industrie, la vicinanza con Modena, Bologna e il casello autostradale di Modena Sud, ma anche la tranquillità e l’assenza dei frastuoni della città fanno si che Castelvetro di Modena, sia scelta da sempre più uomini d’affari impegnati per motivi di lavoro nella nostra provincia o in quelle vicine; - turismo scolastico: numerose sono le scolaresche di ogni ordine che visitano le aziende agricole, i caseifici, le ditte e il centro di documentazione del comune. I PRODOTTI TIPICI E L’ENOGASTRONOMIA Il comune di Castelvetro di Modena è zona di produzione dei seguenti prodotti tipici: - Lambrusco grasparossa di castelvetro d.o.c. - Lambrusco di modena i.g.t. - Trebbiano di modena i.g.t. - Malvasia dell’emilia i.g.t. - Aceto balsamico tradizionale di modena d.o.p. - Parmigiano reggiano d.o.p. - Salumi tra cui il prosciutto di modena i.g.t. - Nocino - Grappa - Miele Il territorio comunale è disseminato di aziende agricole, vitivinicole e caseifici visitabili, presso cui poter acquistare i prodotti. STORIA DI CASTELVETRO DI MODENA: Età paleolitica: Tutta la fascia pedemontana e quindi anche Castelvetro, era abitata sin dal paleolitico, come risulta dai diversi reperti storico-archeologici ritrovati e di notevole interesse. Basti pensare che in tutta l'Italia settentrionale, sono state ritrovate non più di una decina di Amigdaloidi. A Castelvetro ne furono scoperte ben due, rispettivamente alle Misiane e ai confini col territorio di Spilamberto (COLECCHIO). L'amigdaloide è ottenuta da un ciotolo di diaspro ; l’uomo la lavorò con caratteri piuttosto rozzi; tuttavia era uno strumento mirabile :con impugnatura che si adatta, anatomicamente, molto bene alla mano e utilizzata come strumento di difesa e di offesa. Età neolitica: E’ l’età in cui l’uomo, evolvendosi, inizia a lavorare la pietra. I ritrovamenti nelle località di questo Comune (Galassina, Montebarello e Misiane) hanno portato alla luce reperti ascrivibili a questo periodo (una bella cuspide a Montebarello, un peduncolo e vari altri reperti :ad esempio un martello-ascia ben lavorato alla Galassina). Età del rame - bronzo - ferro: E’ il momento della civiltà “terremaricole“.Il termine “terremare” fu coniato dagli studiosi sulla voce “marna”, cioè terra ricca di residui umani. Formate da un terriccio scuro, vennero smantellate per essere impiegate nella concimazione dei campi alla fine del 1700. Nel territorio di Castelvetro sono 2 le stazioni terremaricole, delle quali ci è giunta una sicura documentazione: la più importante a Montebarello (a sinistra prima di Ca’ di Sola) e l’altra a Ca’ Monesi. Sulla vita sociale, agricole e lavorativa, si rimanda alla vasta letteratura che è presente pure nei testi scolastici. Età-etrusca: Con l’arrivo degli Etruschi dalla Toscana nella Padania, gli abitanti di Castelvetro entrano-nella-storia. I ricchi e significativi reperti degli scavi compiuti alla Galassina, non lontano dal Castello, e poco oltre in località Nosadella (Via Modena), indicano che la zona di Castelvetro visse il momento di maggior sviluppo con l’insediamento di un importante villaggio sul Castello (Acropoli) e di un cimitero alla Galassina (Necropoli). I primi scavi furono eseguiti dal Sacerdote Celestino Cavedoni (1841) e acquistati, i materiali rinvenuti, dal Duca di Modena Francesco V° e collocati al museo. Nel 1879-80 il Crespellani approfondì’ e allargò gli scavi del Cavedoni e ritrovò le famose-tombe. Il Cavedoni ne ritrovò una decina, mentre il Crespellani oltre 25. Da notare: la tomba dello Specchio (alla Galassina) era la più bella e meglio conservata. (Per gli scavi e i ritrovamenti rimando al volume “Preistoria e Protostoria nel Modenese” del prof. Benedetto Benedetti – Aedes M. MODENA 1985). Da notarsi che la Galassina ora è zona archeologica ed è l’insediamento etrusco più importante del territorio Modenese. Età gallica: Verso il 350 a.C. arrivarono nelle nostre terre modenesi i GALLI BOI; vinsero gli Etruschi, erano agricoltori e furono i primi a passare al sistema del BARATTO cioè: ”io ti do una pecora, se tu mi dai una lancia“. Noi qui a Castelvetro non abbiamo tracce della loro civiltà . Età romana: Dal 218 a.C. in avanti. Verso il 218 Modena (e anche Castelvetro) e tutta la Gallia Cisalpina (cioè tutta la Pianura Padana occupata dai Galli) fu conquistata dai Romani. Nel 186 a.C. il Console romano Emilio Lepido tracciò e fece costruire la via da ARIMINUM (Rimini) a PLACENTIA (Piacenza) chiamata Via Emilia. Castrum Vetus: Verso il 150 a.C. le legioni romane portarono all’insediamento di un presidio militare nella nostra zona collinare, un CASTRUM (accampamento militare). Ecco perché il nome di Castelvetro deriva da CASTRUM (accampamento militare), VETUS (vecchio, antico). Anche ora sono ben visibili il CARDO , il DECUMANO, le INSULE, le FORTIFICATIO,ecc... L’orientamento NORD-SUD (CARDO) e OVEST-EST (DECUMANO) presenti anche ora, erano per i Romani i due punti fondamentali per la costruzione dei Castrum, delle città, e, in periodo preromanico (secoli IX - XI) mantennero questo tipo di orientamento (vedi ad esempio il Duomo di Modena ecc..) e anche la vecchia CHIESA di Castelvetro (attuale casa BARANI). Età medioevale: In seguito, in età medioevale, nell’anno 988 in un documento conservato nell’Archivio benedettino di S.Pietro a Modena, Castelvetro viene denominato “CASTROVETERE” “actum prope Castrovetere in Oratorio Sanctae Mariae”. Solo più tardi, verso il 1500, Castrovetere viene citato con l’attuale toponimo CASTELVETRO, attraversato, “nella valle” dal torrente “GHERLO”, chiamato poi GUERRO. Ritornando dal 988 in avanti, vediamo che i secoli burrascosi e guerreschi medioevali, costrinsero le popolazioni a costruire opere fortilizie seguendo la “fortificatio” del Castrum Romano. Nel secolo XI passa ai Benedettini residenti a NONANTOLA; però l’abate RODOLFO diede investitura a Titolo di enfiteusi al Marchese BONIFACIO di Toscana. Nel 1052 Bonifacio venne ucciso e la celebre sua figlia Contessa MATILDE DI CANOSSA ereditò il feudo di Castelvetro . Dopo la morte di MATILDE (1115) gli Abati di Nonantola accordarono l’investitura di Castelvetro a due illustre famiglie e cioè quella dei BECCAFAVA e quella dei MANFREDI. Pochi anni dopo, Castelvetro fu poi annesso al Comune di MODENA e quando si accese la guerra tra Guelfi e Ghibellini, Castelvetro, come d’altronde Modena, era di tendenza Ghibellina, favorevoli cioè all’imperatore germanico. Sempre nel contesto tra Guelfi (favorevoli al Papa) e Ghibellini, avvenne che il PAPA GIOVANNI XXII, alleato dei Guelfi, spinse le sue soldatesche prima contro Modena, poi, sotto il comando di VERSUZIO LANDO, pose l’assedio a Castelvetro. Nel 1326 il Castello fu espugnato e distrutto. Il Pontefice poi, nel 1330 a nome della Chiesa, a titolo di feudo, concedette Castelvetro a JACOPINO RANGONE, uno dei costanti seguaci del Partito pontificio e poi in seguito sempre alla stessa famiglia dei RANGONI. Nel 1501, 5 Giugno, ci fu un tremendo terremoto. “Nel contado poi della città, alcuni castelli patirono assai, tra i quali Sassuolo e Castrovetere, che ebbero rovine notabili, et spetialmente Castrovetere, che oggidì è dell’Ill.mo Conte Fulvio Rangone” (vedi “Liber memorialis Familiae Rangoniae” N. Rota, op. cit.). I Rangoni si misero subito al lavoro per ricostruire il Castello, tanto che già nel 1564 presso l’attuale corte in Castello, soggiornò lo stesso TORQUATO TASSO (vedi lapide) e anche CARLO SIGONIO. Il TASSO era ospite in quell’occasione del nobile FULVIO RANGONI, Signore del Castello. Per ricordare questo avvenimento si svolgono a Castelvetro nella piazza medioevale, le rievocazioni storiche in costumi rinascimentali, con feste, danze, pranzi, dame e cavalieri, soldati e magistrati, paggi e villani.….. tutti riccamente vestiti in costumi cinquecenteschi.Nel 1630 fu appena sfiorata dalla famosa PESTE, grazie alle misure di sicurezza imposte da T. RANGONI; mentre nel 1633 fu colpito dal sisma e nel 1709 da una tremenda gelata, che portò con sé un’epica carestia. Epoca moderna e contemporanea: Nel 1796 l’invasione francese in Italia portò alla soppressione dei feudi. I Rangoni furono spogliati del feudo di Castelvetro ed il paese perse tutti i vantaggi che godeva come capoluogo. Castelvetro divenne solo Municipalità, passando all’Amministrazione centrale del Regno d’ITALIA (1^ Gennaio 1860). Dal dopoguerra gode di una Amministrazione democratica, le sue bellezze storiche e ambientali attirano sempre di più tante persone provenienti da tutta l’Italia e anche dall’estero. “EMERGENZE” ARTISTICHE E ARCHITETTONICHE: 1) CASTELVETRO-capoluogo: Piazza Roma Piazza Roma, sulla quale si affacciano il Palazzo Comunale, le Torri dell’Orologio e delle Prigioni e il Palazzo Rinaldi, quest'ultimo sede della Residenza Municipale, considerata il vero e proprio cuore del Paese, è nata in epoca relativamente recente, tra il 1934 e il 1935, quando furono abbattuti tutti gli edifici posti nella zona Nord del Castello, ad eccezione delle Torri, per creare uno spazio aperto affacciato sulla vallata sottostante. Negli anni Cinquanta, in sostituzione della precedente, al centro della piazza, venne realizzata una pavimentazione in lastre bianche e nere per formare una sorta di scacchiera. La facciata del Palazzo Comunale chiude Piazza Roma dal lato sud. Anticamente noto come Palazzo del Secondogenito, fu abitato fino all’età napoleonica, da un "Rangone" – l’ultimo rampollo di questa nobile famiglia ad averlo occupato fu Gherardo –. La Torre dell’Orologio è a pianta quadrata con la base a scarpa per allargare lo spessore dei muri e quindi aumentarne la stabilità. Essa rappresenta ciò che resta dell’antica struttura fortificata nel lato est del castello. A questo proposito si nota come, nel corso dei secoli, si è passati dall’orologio solare – posto sul lato sud, ancor oggi visibile e recentemente restaurato – all’orologio meccanico, funzionante a pesi e contrappesi collegati alla campana e a due o quattro quadranti, fino all’attuale orologio elettrico. 2) LEVIZZANO-frazione di Castelvetro: Castello Le prime notizie certe del Castello di Levizzano, eretto come baluardo difensivo contro gli Ungari, sono contenute in un documento datato 890 dal quale risulta che apparteneva alla chiesa di Modena. Nel 1038, il vescovo di Modena, lo concesse al marchese Bonifacio di Toscana, padre di Matilde di Canossa. Dagli inizi del sec.Xll appartenne alla famiglia Levizzani, fino al 1337. Nel 1342 il castello di Levizzano passò alla famiglia Rangoni, che lo tenne fino alla conquista napoleonica (fine del XVIII sec.). Interventi di restauro sono stati effettuati nell’Ottocento e nel Novecento, dopo che il Castello venne in possesso del Comune di Castelvetro. Attualmente nella galleria del Castello di Levizzano Rangone si trova l’Enoteca Comunale che raccoglie i prodotti degli Associati delle “Terre di Castelvetro” . Nella splendida cornice del Castello Matildico si trova il ristorante mentre la Torre Matildica è sede di alcune associazioni: sede provinciale sezione sud A.I.S. (Associazione Italiana Sommeliers), sede dei Maestri Degustatori, sede dell’Associazione Enotecnica ed Enologi Italiani sezione Emilia. Oratorio di San Michele L’oratorio di San Michele è posto tra i torrenti Guerro e Nizzola, a metà strada tra Levizzano e Castelvetro. E’ una questione ancora controversa quella relativa alla sua data di costruzione. Alcuni studiosi di storia ed arte ritengono che sia stato costruito intorno ai secoli VIII/IX, mentre altri, più realisticamente, lo farebbero risalire all’epoca del duomo di Modena, XII secolo. Restano di originale la pianta rettangolare, che ricorda la “cella” dei templi pagani, la decorazione della facciata principale con il suo portale e una porta secondaria nella facciata SUD. Cimitero Napoleonico Ex cimitero Napoleonico, recentemente restaurato e recuperato come suggestivo scenario per spettacoli e manifestazioni, tra cui un festival jazz. 3) PUIANELLO-località della frazione di Levizzano: Santuario La dedica alla “Madonna della Salute” favorisce l’ipotesi che questa chiesa sia sorta, alla fine della terribile peste del 1630-31. Il primitivo Santuario o Oratorio, certamente di modeste proporzioni, sorto nel luogo dove attualmente è posta la Croce (nel punto a maggiore altitudine di tutto il territorio di Castelvetro, 447 m s.l.m.), non ebbe lunga vita. In breve tempo andò in rovina.La contessa Teresa Rangoni fece edificare un altro Oratorio in sostituzione del precedente, che fu demolito.La prima pietra fu posta il 26 Aprile 1716. La costruzione fu fatta con mattoni probabilmente cotti sul posto. Nel 1947 i frati cappuccini ne presero possesso. Salendo attraverso il viale-gradinata, fiancheggiato dai cipressi, si scorge il Santuario, realizzato, forse, secondo il progetto dell’arch. Frigimelica, che operava, all’epoca in cui sorse il santuario, alla Corte degli Estensi di Modena La facciata, in cotto, di linee semplici, nella parte centrale, è divisa in due scomparti quasi quadrati, sormontati dal timpano, fiancheggiati da due corpi laterali più bassi e più stretti, corrispondenti alla Sagrestia della Chiesa e alle abitazioni dei Padri. Un semplice portale e una finestra rettangolari si aprono sulla facciata; quest’ultima è stata recentemente ornata da una etrata policroma in cui è raffigurata la Madonna della Salute. Sul timpano è posta una croce di ferro. Un tamburo circolare, internamente cupola, si eleva sul tetto, quasi al centro del Santuario, sormontato da una grande croce doppia illuminata e visibile anche in lontananza. Due campanili s’innalzano, ai lati del presbiterio: hanno forma rettangolare con guglia centrale sopraelevata, contornata alla base da quattro gugliette ornamentali. L’interno è barocco, con pianta a croce latina. Entrando in chiesa, si è immediatamente colpiti dal dipinto della “Madonna della Salute”, attribuito al pittore sassolese Giacomo Cavedoni (1577-1660). I MUSEI Centro di Documentazione e Promozione Territoriale “ Il Castello di Vetro “ L’Amministrazione Comunale di Castelvetro ha individuato nel Centro di Documentazione Territoriale uno strumento utile per favorire la ricerca storica e per promuovere eventi culturali fortemente radicati nella cultura locale. Sezione 1 – Raccolta Romano Bonvicini » Sezione 2 – Fondo Fotografico Giuseppe Simonini » Sezione 3 -La Fornace Cavallini a Castelvetro » Tesi di laurea di Alberto Fiori, Federica Nocetti e Donatella Filippi Sezione 4 – Arte e Storia a Castelvetro » Sezione 5 – Mostra di Abiti Rinascimentali a cura dell’Ass. Dama Vivente Mostra fotografica di Giuseppe Simonini presso il Centro di Documentazione e Promozione Territoriale Mus.A. Il Museo dell’Assurdo Ospita sculture e altre opere ispirate ai temi dell’assurdo. Spazio espositivo PAKE Nel borgo antico di Castelvetro ospita mostre temporanee (ad esempio ogni anno ospita un salone internazionale di arte Naifs) L’ENOTECA COMUNALE “CASA DEI LAMBRUSCHI” L’Enoteca Comunale si trova nella galleria del Castello di Levizzano Rangone, eretto come baluardo difensivo contro gli Ungari nel IX secolo e successivamente ampliato da Bonifacio di Toscana (padre di Matilde di Canossa), dalla famiglia dei Levizzani e dei Rangoni. L’enoteca raccoglie i prodotti degli Associati delle “Terre di Castelvetro” ed è nata su iniziativa di alcuni produttori e dell’Amministrazione Comunale. Inoltre tutte le aziende del territorio castelvetrese hanno qui la possibilità di esporre i propri prodotti. Nella splendida cornice del Castello Matildico si trova il ristorante ed è possibile degustare il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro D.O.C. così come altri prodotti tipici locali: il Parmigiano Reggiano, l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena, la Torta Ducale, gli Amaretti,il Miele, il Nocino. La Torre Matildica è sede di alcune associazioni: sede provinciale sezione sud A.I.S. (Associazione Italiana Sommeliers), sede dei Maestri Degustatori, sede dell’Associazione Enotecnica ed Enologi Italiani sezione Emilia. Ogni anno inoltre in Enoteca si svolgono corsi di enologia e serate di degustazione vini, liquori e Aceto Balsamico Tradizionale di Modena. PUBBLICAZIONI Ogni anno vengono realizzati dal comune di Castelvetro e dal Consorzio Castelvetro V.I.T.A. guide, opuscoli, brochures, depliant informativi relativi alle manifestazioni, ai prodotti e produttori, alle strutture ricettive, al territorio e ambiente, alla storia e alle emergenze artistiche castelvetresi. Inoltre articoli e pezzi su Castelvetro di Modena escono abitualmente sia sui quotidiani locali che nazionali oltre che sulle principali riviste nazionali dedicate al turismo e all’enogastronomia. E' stato pubblicato un libro, da parte del Comune, riguardante una ricerca storica sul Consiglio Comunale di Castelvetro, dal dopoguerra fino ai giorni nostri. INIZIATIVE ORGANIZZATE: - Iniziative di promozione delle attività legate ai gemellaggi in essere tra il Comune di Castelvetro di Modena (Mo) ed i Comuni di Castelfidardo (AN), il Comune di Montlouis Sur Loire (Francia), ed in generale attività di promozione dei rapporti di amicizia ed interscambio tra il Comune di Castelvetro di Modena (Mo), ed il Comune di Lipova (Romania). - Sagra dell'Uva e del Lambrusco Grasparossa di Castelvetro ed iniziative collaterali. - Iniziative Natalizie ELENCO DELLE MANIFESTAZIONI 2006 (organizzate dal comune direttamente o in stretta collaborazione con le associazioni di castelvetro o parrocchiali, o organizzate direttamente dalle stesse, che comunque il comune contribuisce a divulgare con i propri servizi di informazione turistica): Mese di Gennaio 6 Gennaio : Arriva la Befana Organizzazione: Parrocchia, ARCI, Comune Castelvetro, Comete. ore 16 in Castello: Festa per i bambini e i ragazzi con la Befana che distribuisce doni. ore 19 al Bocciodromo: Cena e musica con un altro intervento della Befana. 8 Gennaio Concerto di Capodanno Organizzazione: Corpo Bandistico di Castelvetro 9-13 Gennaio : Bocciodromo Gara di Bocce “Gran Premio Cremonini” Organizzazione Arci Castelvetrese- Bocce 14-21 Gennaio - Rassegna Teatro Dialettale c/o Teatro Parrocchiale di Castelvetro Organizzazione: Parrocchia e Arci 27 Gennaio / 29 Gennaio ore 11.00 Giornata della Memoria e Pace nel Mondo Il 27 iniziativa c/o la scuola media Il 29 ore celebrazione pubblica al Monumento dei Caduti Organizzazione: per Comitato Celebrazioni Ufficio Pubbliche Relazioni del Comune. Mese di Febbraio 11 e 18 Febbraio - Rassegna Teatro Dialettale c/o Teatro Parrocchiale di Castelvetro Organizzazione: Parrocchia Castelvetro e Circolo Arci 25 febbraio – Carnevale a Castelvetro Organizzatori: Parrocchia, ARCI Castelvetro, Comete.ore 16 in Castello: Festa per i bambini e i ragazzi. ore 19 al Bocciodromo: Cena, musica e sproloquio. 26 Febbraio “Carnevale dei Ragazzi” Carri e maschere per le strade e piazze di Solignano . Musica giochi e stand gastronomici Organizzazione: Associazione Carnevale dei Ragazzi di Solignano Mese di Marzo 8 Marzo : Festa della donna Organizzazione: Auser e Arci Uisp di Castelvetro Bocciodromo Comunale 12 Marzo: 26° Camminata della Val Nizzola - Solignano Organizzazione: Associazione Podistica Val Nizzola 19 Marzo: “Nonsoloburattini “ore 17.00 Rassegna di Burattini e figura Teatro Parrocchiale c/o Centro Storico di Castelvetro Organizzazione: Comune Assessorato Cultura 19 Marzo c/o Monumento ai Caduti Commemorazione Caduti e dispersi di Russia e di tutte le guerre. Organizzazione: per Comitato Celebrazioni Ufficio Pubbliche Relazioni 26 Marzo: Campionato Provinciale Giovanile di Scacchi – Club 64 Circolo Scacchi Centro civico di Solignano Marzo: “Festa di Primavera” Arci Castelvetrese – Bocciodromo comunale 4-18 Marzo e 1°- 12 Aprile “HIPPOPARTY” Serate di musica e giochi per ragazzi dai 12-16 anni c/o Centro Civico di Solignano 27 -31 Marzo – Gara di Bocce “Gran premio artigianato e commercio” Organizzazione Arci Castelvetrese- Bocce Mese di Aprile Aprile “Gara di Ginnastica Artistica e Ritmica” Presso la Palestra Comunale di Castelvetro Organizzazione: Visport 2 Aprile “Gara di Orienteering “ II° Edizione Levizzano Organizzazione: Comune di Castelvetro – Ufficio Ambiente – Scuola media 7 Aprile : “Tra un festival e l’altro. Poesia in corso “ - Poesia festival 06 Concerto di musica jazz e letture di poesia “Gruppo Segrè Ensamble” con Emilio Rentocchini Presso Bocciodromo Comunale Organizzazione Unione Terre di Castelli – Comune Castelvetro - Assessorato Cultura 14 Aprile: Celebrazioni del Venerdì Santo Rappresentazione della Passione di Cristo c/o Campo San Rocco di Levizzano Organizzazione: Anspi di Levizzano 19 Aprile: “Emilio Uguzzoni : poeta della Verità”. Presentazione del volume dedicato al poeta dialettale di Levizzano Sala Consiliare Municipio di Castelvetro Organizzazione: Ufficio cultura 25 Aprile Anniversario della Liberazione ore 10.30 Monumento ai Caduti Organizzazione: per Comitato Celebrazioni Ufficio Pubbliche Relazioni 29/30 Aprile- 1° Maggio Torneo Internazionale di calcio Giovanile “W.Venturelli” III° Trofeo Terre di Castelli Organizzazione: A.S. Visport Comune di Castelvetro: Assessorato allo sport 15 Aprile - 15 Maggio : Campionato Provinciale di Biliardo c/o Bocciodromo Comunale Organizzazione: Arci Mese di Maggio 7 Maggio”Biciclettata Popolare” Luogo: Castelvetro dal Parco San Polo Organizzazione: Comune Ufficio Ambiente 12 e 13 Maggio: III°Edizione “ Costaiola on the rock” Concerti di musica rock e grigliata a scopo benefico Parco c/o Centro Civico di Solignano Organizzazione : Ass. Podistica Val Nizzola 21 Maggio “Biciclettata Popolare a Solignano” Organizzazione: Comune Ufficio Ambiente 20/21 Maggio : Festa Parrocchiale Castelvetro – Centro Storico Organizzazione Parrocchia Castelvetro Maggio: Cerimonia di Premiazione Seconda Edizione Concorso di Poesia per le scuole medie Organizzazione: Associazione Dama Vivente 27/28 Maggio Festa nel Parco per Comete Parco San Polo Esibizioni di volo, aquiloni, giochi e musica Organizzazione: ComeTe – Assessorato allo sport e volontariato 23 Maggio -9 Giugno “Memorial Chiari Evandro” Parco della Mimosa – Solignano Organizzazione: Società Sportiva F.C. Solignano 2002 Mese di Giugno 2 Giugno ore 10.30 P.zza della Repubblica Solignano Festa della Repubblica Organizzazione: per Comitato Celebrazioni Ufficio Pubbliche Relazioni del comune 2 Giugno: “Solignando” a Solignano Camminata turistica Organizzazione: Ass. Podistica Val Nizzola 2 Giugno - Concerto della Repubblica a Solignano (ore 21.00) Organizzazione: Corpo Bandistico di Solignano e Corale 9 Giugno “Tutto Intorno all’Assurdo” Spettacolo e mostra sul tema dell’assurdo. Castelvetro Centro Storico Inaugurazione nuova Sezione del Museo Musa Organizzazione:Comune di Castelvetro Assessorato Cultura 1/16 Giugno Giochi D’Estate Tornei e gare sportive vari, musica , giochi e stand gastronomico Centro Sportivo di Castelvetro Organizzazione: Associazione AGEI 2/3/4 Giugno: Centro Civico di Solignano Torneo di scacchi Campionati Italiani a squadre Fase Regionale Organizzazione: Circolo Scacchi Club 64 Giugno Concerto a San Rocco – Levizzano Concerto di musica rinascimentale del gruppo Tabula Rasa Organizzazione: Ass. Dama Vivente 17 – 25 Giugno “Parco in Festa” Festa nel Parco a Solignano Concerti di Musica e stand gastronomici Organizzazione: Associazione Carnevale dei Ragazzi Giugno/Luglio 25 Giugno / 2 Luglio : “Torneo Con Gianni” Tornei di Pallavolo, stand gastronomico e intrattenimento a scopo benefico c/o Centro Sportivo di Castevetro Organizzazione: Associazione Drago Celeste 26 Giugno – 16 Luglio “Luna nel Pozzo” - Sagra del Tortellone - Anspi Levizzano Mese di Luglio Tutto il mese di Luglio Estate …a Castelvetro Rassegna di cinema all’aperto : Centro Storico e Teatro per ragazzi all’aperto centro storico e parchi Organizzazione: Comune di Castelvetro Ufficio cultura 26 Giugno – 16 Luglio “Luna nel Pozzo” - Sagra del Tortellone Luglio “Farm Aid” – Concerti musica e Stand gastronomici 2-9 Luglio “ Fiera di Luglio” Giostre c/o il Parco San Polo 20 Luglio: Napoleonico Jazz Festival – IV° Edizione Campo San Rocco – Levizzano Rangone Rassegna Internazionale di Musica Jazz Organizzazione: Comune di Castelvetro” Assessorato Cultura. Luglio: “A Ritmo di Banda” in occasione del Napoleonico Jazz Festival Organizzazione Banda di Castelvetro 21/30 Luglio Castelvetro- Parco San Polo “Festa d’Estate dell’Auser” Organizzazione: Associazione “Auser “ sezione di Castelvetro 30 Luglio – Festa Parco 2 Agosto 1980 Festa nel parco di Ca’di Sola Dal 1 al 6 Agosto : torneo di Bocce Organizzazione: Associazione Parco 2 Agosto Luglio/Agosto Castelvetro III° Edizione di Apriamo le Corti – Rievocazione Storica Organizzazione Dama Vivente Mese di Agosto 10 Agosto: “Calici di Stelle” Serata di degustazione vino e prodotto tipo e musica Jazz. Organizzazione: Assessorato al Turismo in collaborazione con il Consorzio Castelvetro V.I.T.A. Agosto: Ariosto o Tasso…….? A cura di Simone Maretti Piazza Roma – Castelvetro Organizzazione: Associazione Dama Vivente 26 agosto 2006 ore 21.00 Concerto Di Ivana Spagna Organizzato dall'Associazione Le Luci di Comete, con il patrocinio del Comune di Castelvetro di Modena Agosto /Settembre Sagra di San Gaetano – Organizzazione : Parrocchia Ca’ di Sola Mese di Settembre 02– 03 Settembre “Graspalonga” Percorso turistico/enogastronomico sul territorio (bike e/o a piedi) Comune di Castelvetro : Assessorato Turismo 2 Settembre: Festa Patrono di Levizzano S.Antonino 3 Settembre: Sagra Parrocchiale di Solignano 9/10 Settembre Dama Vivente Rievocazione Storica Rinascimentale Organizzazione: Ass. Dama Vivente e Comune Assessorato Cultura 10 Settembre “Solignano per un sorriso” F.C. Solignano 2002 e Comete c/o Centro Civico Solignano 16 – 24 Settembre– “XXXIX° Sagra dell’Uva e dei Lambruschi Modenesi” Castelvetro : Tradizionale Sagra dedicata al Lambrusco Manifestazione eno-gastronomica e turistica con iniziative ricreative varie. Programma sportivo, organizzata dal Consorzio Castelvetro V.I.T.A.in collaborazione con l'assessorato al turismo, del comune, e con il patrocinio della Provincia di Modena e della regione Emilia Romagna. 28-29-30 Settembre 1° - Ottobre FESTIVAL DI POESIA UNIONE TERRE DI CASTELLI Inaugurazione Mostre, spettacoli e vari altri eventi collaterali Mese di Ottobre 1° Ottobre 2006: Poesia Festival 2006 08 Ottobre : III° Cicloraduno Organizzazione G.S Coop Legno - Castelvetro – S.Eusebio Mese di Novembre 5 Novembre - IV Novembre Giornata delle forze armate e combattenti Commemorazioni Caduti Organizzazione: per Comitato Celebrazioni Comune Ufficio Pubbliche Relazioni Novembre Bocciodromo di Castelvetro Gara di Bocce Nazionale Torneo F.I.B” Città di Castelvetro “Memorial Trenti Giorgio” Organizzazione: Arci Castelvetrese – Bocce Novembre : Gara provinciale di Bocce “Memorial Mauro Ferrari e Venturi Mauro” Organizzazione: Arci Castelvetrese - Bocce 11 Novembre “Festa di San Martino per i giovani ” Organizzazione: Arci Castelvetro – Parrocchia C.Vetro 11 Novembre Solignano - Centro Civico Festa di San Martino Organizzazione: Associazione “Carnevale dei Ragazzi” Novembre / Dicembre Iniziative Natalizie - Centro Storico Organizzazione: Comune Assessorato al Turismo e Attività Produttive Mese di Dicembre 19 Dicembre - Solignano Chiesa Concerto di Natale Organizzazione: Corpo Bandistico di Solignano 24 Dicembre – “Natale Insieme” Solignano – P.zza Repubblica Organizzazione: Ass. Carnevale dei Ragazzi 25/26 Dicembre Levizzano Rangone Commedia Dialettale Organizzazione: Anspi di Levizzano ATTIVITÀ SVOLTE DAL CONSORZIO CASTELVETRO V.I.T.A., (oltre a quelle più sopra specificate): - - fiera a Milano con Provincia di Modena, Strada dei Vini e dei Sapori Città Castelli e Ciliegi, Ass. Naz. Città del vino in occasione di BIT 2006 - Borsa Internazionale del Turismo (Milano 12-15 febbraio 2006). Attività al VINITALY 2006 con materiale turistico – Verona 6-10 Aprile. Fiera Children’s Tour a Modena. Organizzazione e realizzazione con la Associazione Dama Vivente della uscita a Sant Agnello(Na), per la promozione turistica ed enogastronomia di Castelvetro. Inaugurazione sommelier, con attività di collaborazione con il comune. Selezione del Sindaco Aprile 2006.. Gemellaggi: Presentazione/vendita prodotti a Montlouis in occasione del 30esimo del gemellaggio dei francesi con cittadina tedesca. Presenza a varie fiere e sagre organizzate dai comuni associati dell’Ass. Naz. Città del Vino con materiale pubblicitario e informativo Vendita di prodotti all’associazione Jumelage Montlouis – Castelvetro, nell'ambito dei rapporti di gemellaggio intercorrenti. - DIVULAGAZIONE DEL MATERIALE PROMOZIONALE, in collaborazione all’amministrazione comunale per la raccolta dai dati e l’elaborazione dei testi da inserire su: - cartine comunali - TERRE DEL VINO– mensile dell’Ass. Naz. Città del Vino - QUI – Touring – mensile del Touring Club Italia - UFFICIO INFORMAZIONI E ACCOGLIENZA TURISTICA (in collaborazione al comune) - richieste di informazioni sulle principali manifestazioni (per lo più telefoniche) - richieste di informazioni su accoglienza, e itinerari della zona (da parte di visitatori e uomini d’affari di passaggio) - contatti con gruppi organizzati e centri estivi per visite alle aziende agricole e al Centro di Documentazione Territoriale e al museo Fili d’Oro a Palazzo - punto di riferimento per IAT – Vignola e Strada dei Vini dei Sapori – Città Castelli e Cliegi per raccolta materiale e per reperimento di informazioni a carattere turistico CASTELVETRO DI MODENA CITTA’ DEL VINO Il Comune di Castelvetro di Modena aderisce all’Associazione Nazionale Città del Vino. All’Associazione aderiscono più di 500 comuni che producono nel loro territorio vini a denominazione d’origine controllata e comunque legati al vino per storia e tradizione. Il Comune di Castelvetro si è reso promotore della nascita della Nazionale di Calcio Amministratori Città del Vino Onlus. CASTELVETRO DI MODENA E LA STRADA DEI VINI E DEI SAPORI Il comune di Castelvetro di Modena aderisce dal 1998 alla Strada dei Vini e dei Sapori – Città Castelli e Ciliegi insieme ad altri 17 comuni, a numerosi enti ed associazioni e ad oltre 90 aziende delle province di Modena e Bologna. Comune e Strada dei Vini e dei Sapori collaborano nella promozione del territorio e dei prodotti tipici locali, ad esempio partecipando congiuntamente a fiere ed eventi come l’Expo dei Sapori – Fiera dei prodotti tipici locali svoltasi a Milano a novembre 2002 o Extratipici, svoltasi a Vignola a maggio 2003. PROGETTO CERTIFICAZIONE AMBIENTALE ISO 14001: Il comune di Castelvetro di Modena, ha inserito tra i propri obiettivi per l'anno 2006 quello di attuare una politica ambientale onde ottenere il riconoscimento di certificazione ISO 14001. L'ufficio turistico, oltre a tutti gli altri uffici comunali è fortemente impegnato, in collaborazione con l'ufficio ambiente, per porre in essere tutti gli adempimenti previsti per tale riconoscimento. In particolare si stanno organizzando tutte le manifestazioni inserendo, nelle relative autorizzazioni, i criteri ambientali che gli organizzatori dovranno rispettare nello svolgimento della manifestazione, inoltre si sta predisponendo, nelle manifestazioni organizzate dal comune un servizio informativo, per i turisti, inerente le norme di educazione ambientale (con volantini, Totem, inserimento nel sito internet, ecc…), con sistemazione nelle aree occupate di appositi cestini, con relativa informazione, per la raccolta differenziata. Inoltre sta elaborando il decalogo del turista ed il decalogo dell'ospitalità, con inserite le regole ambientali che dovranno essere rispettate dal turista e dalle strutture ospitanti, a tal fine verranno organizzati speciali forum, ove verranno invitati gli operatori turistici sul territorio per favorire la condivisione dei temi ambientali. COMUNE DI CASTELNUOVO RANGONE Castelnuovo Rangone (aderente all'Unione Terre di Castelli) si trova nell'alta pianura modenese, a quattordici chilometri a sud-est di Modena, al limite tra la pianura e i primi rilievi preappenninici settentrionali. La superficie complessiva del territorio, che comprende anche la frazione di Montale (divisa dal capoluogo dal Torrente Tiepido) è di 22,61 Kmq. Gli abitanti sono 12.943 (al 31/12/2005). Castelnuovo Rangone è parte dell’Unione di Comuni “Terre di Castelli” ed è socio fondatore della Strada dei vini e dei sapori “Città di castelli e ciliegi”. Castelnuovo Rangone è gemellato dal 2000 con il Comune svizzero di Suhr, nel cantone dell’Argovia, ed è tra i costituenti del Patto di fratellanza tra i Castelnuovo e Castelnovo d’Italia, che dal 2004 riunisce 15 dei 27 comuni italiani chiamati Castelnuovo o Castelnovo (si tratta del toponimo più diffuso in assoluto), sparsi su tutto il territorio nazionale. Cenni storici. Il territorio del Comune fu abitato sin dalla preistoria. Il popolo che lo abitò (nell’area in cui ora sorge la frazione di Montale) fu detto “delle terramare”. Le terramare erano vasti rialzi del terreno costituiti dai resti organici depositati per secoli dalle genti preistoriche nelle aree dei loro insediamenti. Questi rialzi emergevano dal terreno dai 2 ai 4 metri circa e potevano avere un’estensione di qualche centinaio di metri quadrati. La civiltà delle terramare si sviluppò tra il XVIII / XVII secolo a.C. e il XII / X secolo a.C. Negli anni 1877, 1879 e 1881 si rinvennero vari oggetti tuttora conservati presso il Museo Archeologico di Modena. Nel 1881 si svolse nell’area degli scavi una sessione del Congresso internazionale di studi sulle terramare, svoltosi a Modena. Dal 2004 è aperto il Parco archeologico delle terramare, una delle principali attrazioni turistiche del Comune. Di epoca romana sono invece le tombe e i resti di fabbricati rinvenuti presso la chiesa di Santa Maria, sul lato destro del torrente Tiepido, come pure le vestigia di una fornace rinvenuti in Via del Cristo. Questi ritrovamenti, risalenti alla metà del XIX secolo, testimoniano dell’esistenza di un “vicus” romano. I primi documenti in cui appare Castelnuovo risalgono all’XI secolo. Si tratta di una donazione del Vescovo di Modena Igone al Monastero di San Pietro (1025) e di due documenti del Monastero di Nonantola (1031 e 1172), parte del testo del secondo dei quali è ora scolpito in una lastra di marmo, inserita nel ristrutturato centro di Castelnuovo (“Castronovo super ripam fluminibis de mane…”). Il 15 marzo del 1391, Castelnuovo passò in potere della famiglia Rangone, legati imperiali, alla quale deve l’odierna denominazione. Nel periodo napoleonico (1797 – 1814), affrancato dalla condizione di feudo, Castelnuovo divenne Comune col nome di Castelnuovo in Piano. Successivamente alla restaurazione del ducato austro- estense, Castelnuovo venne aggregato al Comune di Spilamberto, per ridivenire autonomo Comune, con l’inclusione di Montale (prima frazione di Formigine), con la nascita del Regno d’Italia. Il castello a cui deve il nome fu abbattuto e ricostruito nel 1910, per divenire la casa comunale, a causa delle fastiscenza dell’immobile. Nuovamente distrutto nel corso del tragico bombardamento aereo del 1945, fu ricostruito sul medesimo progetto del 1910. Lo stesso bombardamento danneggiò seriamente la torre civica, costruzione del XIV secolo, che però potè essere recuperata ed è tuttora il principale monumento storico e simbolo di Castelnuovo. Sempre di epoca medievale sono le mura di cinta, risalenti al XII secolo. Riscoperte nel lato ovest da un recente intervento di recupero, sono tra le meglio conservate della Provincia di Modena. Economia e prodotti tipici. Castelnuovo Rangone è noto come il "paese del Maiale". La lavorazione delle carni suine rappresenta l'attività economica e industriale più rilevante e significativa del paese, con oltre 1200 addetti occupati in più di cinquanta aziende. Il distretto alimentare che ruota intorno a Castelnuovo è uno dei più importanti a livello europeo, con la presenza di veri e propri "colossi" dell'industria della lavorazione della carne. La storia dell'industria alimentare castelnovese inizia alla fine dell'Ottocento per mano della famiglia Villani, primi imprenditori nazionali ad avviare un'attività di macellazione di carne suina ed esportarla in altre regioni d'Italia. Nello stesso periodo sorgono a Castelnuovo altre aziende che operano nel settore: all'inizio degli anni Trenta si contano 8 macellazioni e 11 salumerie, i cui lavoratori si caratterizzano per la grande "perizia" ed esperienza. L'esplosione vera e propria dell'industria salumiera avviene nei primi anni Cinquanta: molte aziende nascono come "costole" della Villani, con imprenditori che si mettono in proprio dopo aver lavorato nell'azienda maggiore. Molte di queste sono ancora attive oggi, con numeri e dimensioni ben più rilevanti, spesso di rilievo internazionale. Negli anni Cinquanta e Sessanta si impone anche il modello di "produzione e vendita diretta al pubblico", con i salumi venduti direttamente dall'azienda ai banchi degli ambulanti. Gli anni Novanta sono gli anni delle profonde ristrutturazioni di tutti gli stabilimenti che si devono adeguare all'apertura del Mercato Unico Europeo, ottenendo il riconoscimento CEE. Negli ultimi anni l'industria salumiera è cresciuta nel settore della stagionatura dei prosciutti con la costruzione di nuovi stabilimenti; il Consorzio del Prosciutto di Modena ha qui molte aziende associate. Oggi Castelnuovo rappresenta il punto di riferimento per tutto ciò che gravita intorno al maiale. La crescita delle aziende negli ultimi anni non si è ancora fermata. Da alcuni anni è stato inaugurato il Centro Carni (oggi InforMo), centro di formazione e informazione per gli addetti del settore alimentare e per i cittadini, che offre consulenze e campagne informative sulla salute alimentare. Dal dicembre del 1997, a dimostrazione della rilevanza del maiale per Castelnuovo (ma anche come segno "ironico"), nella piazza centrale è stato collocato un maialino di bronzo, donato al paese dall'Ente Esportazioni Carni Olandese quale segno di riconoscimento per la qualità del lavoro e dell'impegno delle tante aziende cittadine nella lavorazioni delle carni suine (l'Olanda è tra i paesi europei che più esportano maiali per gli stabilimenti di Castelnuovo). Il simpatico maialino viene oggi utilizzato come gioco dai bambini, che si divertono moltissimo a "cavalcarlo", e come “location” per una fotografia bene augurale per i neo sposi, stante anche la posizione “strategica” della statua, posta esattamente tra il palazzo comunale e la Chiesa parrocchiale. Prodotti tipici sono quelli legati alla lavorazione della carne, in particolare lo zampone, tradizionale piatto invernale per le tavole modenesi e non solo “celebrato” ogni prima domenica di dicembre nella suggestiva sagra del Superzampone. Celebre anche l’amaretto di Montale. Castelnuovo Rangone è anche zona di produzione di aceto balsamico, di pregiato nocino e di formaggio parmigiano – reggiano. Turismo e itinerari. Monumenti storici – La torre civica, detta Torrione, risalente al XIV sec. è il principale monumento di Castelnuovo. Tra le Chiese storiche si ricordano la Chiesa parrocchiale di San Celestino (a Castelnuovo), costruita tra il 1864 e il 1866 dall’architetto Andrea Costa, la pieve di Montale, intitolata a San Michele, rifabbricata tra il 1759 e il 1796, e le chiese romaniche di Santa Maria del Tiepido (presso la quale si osservano resti di insediamenti romani) e di San Lorenzo, risalenti ai primi secoli del secondo millennio. Il Centro storico di Castelnuovo è stato recuperato da un recente intervento di ristrutturazione. Nella pavimentazione del Centro vengono incastonate ogni anno mattonelle dipinte dai bambini delle V elementari. Qui si trova, oltre alla torre civica e alla Chiesa di San Celestino, il dipinto murale “Madonna con bambino”, risalente al XVI secolo e il monumento in bronzo al maialino. A ovest del centro sono visibili le mura e le vestigia di un bastione dell’antico castello, risalenti al XII secolo, riscoperti da un recente intervento di ristrutturazione. Molte le ville storiche presenti sul territorio comunale. Si Segnala in particolare la villa Manodori – Coccapani, sita nella frazione di Montale. Parco archeologico di Montale – Inaugurato nella primavera del 2004 a Montale, nell'area adiacente alla Chiesa, grazie alla collaborazione tra Comune di Castelnuovo, Comune di Modena e il Museo Civico Archeologico di Modena, si tratta di un museo all'aperto dedicato alla più antica civiltà padana, quella delle Terramare, con ricostruzioni a grandezza originale di ambienti e abitazioni protostoriche, zone di scavo e sale didattiche. Un vero e proprio tour nella preistoria, dove i visitatori possono sperimentare un modo nuovo di conoscere la storial'archeologia, improvvisandosi artigiani ed agricoltori dell'età del bronzo e partecipando ad animazioni. Esperti nelle tecnologie di 3500 anni fa propongono ai visitatori del parco dimostrazioni di “archeologia sperimentale” per far comprendere attraverso l’esperienza diretta metodi e procedure utilizzate dagli artigiani delle terramare. Nella cornice scenografica del Museo all’aperto, accanto alle case ricostruite, il pubblico ha dunque la possibilità di assistere alla riproduzione delle principali attività artigianali delle comunità dell’età del bronzo: la fabbricazione e cottura dei vasi, la produzione di armi e utensili in bronzo, la scheggiatura della pietra, la tessitura con telai a pesi, la realizzazione di cesti in salice, la lavorazione del legno. Periodicamente il parco organizza iniziative dedicate al pubblico più giovane: bambini e ragazzi possono condividere con i genitori o gli amici la visita al villaggio in compagnia di Aran, il vecchio saggio della terramara, che racconta le gesta di guerrieri e la vita di uomini e donne di 3500 anni fa. Alle scuole il Parco offre una proposta didattica articolata su due livelli di lettura: la sperimentazione di come opera l’archeologo nei diversi momenti della ricerca e la scoperta di un villaggio di 3500 anni fa attraverso l’esperienza diretta. Parco John Lennon – L’8 dicembre 1985 il Comune di Castelnuovo, primo in Italia, ha dedicato uno spazio pubblico a John Lennon, "poeta, musicista e pacifista". La scelta di intitolare un luogo all'ex Beatles fu determinata dal fatto che egli rappresentava ancora, a cinque anni dalla morte, una figura viva e capace di parlare a milioni di persone degli ideali della pace e del valore dell'immaginazione. Da allora il Parco Lennon è sede tutti gli anni di concerti, iniziative culturali, eventi. L'8 Dicembre di ogni anno il Comune organizza una giornata dedicata a Lennon, con concerti, mostre e dibattiti. Negli ultimi anni hanno partecipato all'evento, tra gli altri, Alessandro Bergonzoni, Timoria, Manuel Agnelli, Emidio Clementi, Banco del Muto Soccorso, Ricky Gianco, Equipe 84, Roberto "Freak" Antoni. Nel 1998 nel parco è stata posta una statua a grandezza naturale del musicista. Nel dicembre del 2005, in occasione del 25° anniversario della morte di John Lennon e del 20° dell’inaugurazione del parco, il Comune ha curato una pubblicazione sui 20 anni di “gemellaggio sentimentale” tra il grande artista e Castelnuovo. Parco Giovane Holden - Inaugurato nel Febbraio 1999, è un piccolo spazio verde, contiguo col Parco Lennon. E' stato arredato con tavoli e panchine di legno, e con la riproduzione ad altezza d'uomo della copertina, della prima e dell'ultima pagina del romanzo "Il giovane Holden" di J.D. Salinger. Si tratta di un parco di ritrovo e "di lettura" rivolto principalmente agli adolescenti e ai ragazzi. Questo spazio verde è anche un invito a leggere e a familiarizzare con i libri. Parco Pertini - Pazienza – E’ stato inaugurato il 1 maggio 2003 a Castelnuovo Rangone il Parco Sandro Pertini disegnato da Andrea Pazienza. Il parco è "arredato" con la riproduzione su targhe giganti di alcuni disegni realizzati da Andrea Pazienza dedicati a Sandro Pertini, il presidente della Repubblica più amato dagli italiani. I disegni sono tratti dal libro a fumetti "Pertini" pubblicato da Paz nel 1983, omaggio affettuoso del grande fumettista a "Pert", l'unico uomo politico italiano del periodo percepito dai giovani del '77 come un "diverso", un ribelle, un eroe moderno che trasudava umanità e autenticità, quasi una star del rock. La collina delle fiabe / Parco Rio Gamberi – Situata all’interno del Parco Rio Gamberi, vero polmone verde di Castelnuovo, con i suoi 30.000 mq di estensione, destinati ad essere raddoppiati nei prossimi anni, la collina delle fiabe è arredata dal 1998 con le sagome di alcuni celebri personaggi della letteratura dell'infanzia: Pinocchio, Cappuccetto Rosso, Alice nel Paese delle Meraviglie, Pulcinella che pesca nel lago e il Teatrino di Mangiafuoco… Le sagome sono state disegnate da Emanuele Luzzati, scenografo genovese di fama internazionale, e realizzate dal Teatro della Tosse di Genova. Il sodalizio tra Castelnuovo Rangone e Luzzati si è ulteriormente consolidato nel giugno 2000, quando il Comune ha conferito all'artista la cittadinanza onoraria. Nell’ottobre del 2006, in una zona vicina alla collina delle fiabe, verrà posizionata un’installazione a ricordo della cultura e del sacrificio dei nativi americani. Parole per la strada – Dal Giugno 1998, sparse per le vie e i parchi del paese, sono state collocate stabilmente ventidue bacheche di vetro contenenti solo parole: poesie, brani di romanzi, canzoni, lettere, preghiere, diari. Da allora, periodicamente, i testi vengono sostituiti. E' un tentativo di arricchire i luoghi della vita quotidiana, strappandoli a una condizione di anonimato, personalizzando e dando spessore emotivo agli spazi pubblici. Strada Jack Kerouac – La strada Jack Kerouac è il tratto della pista ciclabile Modena-Vignola che attraversa i comuni di Castelnuovo Rangone, Spilamberto e Castelvetro per un una decina di chilometri, immersa nel verde. Realizzata sul vecchio percorso della ferrovia provinciale, e inaugurata nell'Ottobre 2000, sulla "ciclabile Kerouac", in corrispondenza dei vecchi caselli ferroviari, il Comune ha collocato alcune targhe che riproducono testi tratti dai romanzi dello scrittore americano. Fiera di maggio - La Fiera di Maggio di Castelnuovo Rangone, fiera "della musica, del commercio, dello sport e della solidarietà", è sempre più una festa: la Festa di Maggio. La festa di una paese, Castelnuovo, che non vuole perdere le proprie tradizioni (anzi vuole ritrovare quelle dimenticate), ed allo stesso tempo, però, cerca una via nuova, originale, che sappia raccogliere ed unire tutto il paese. La Fiera, che si svolge verso la fine di Maggio e le cui prime edizioni risalgono all'800, è anche un modo per valorizzare Castelnuovo nella sua globalità, è un po' il biglietto da visita del paese, una fotografia complessiva di una comunità. E' un'occasione importante per valorizzare le tante "ricchezze", dall'economia alla cultura, dal territorio al centro storico rinnovato, fino alla voglia di socialità, partecipazione e solidarietà così diffuse a Castelnuovo. Ne è testimonianza la grandissima partecipazione alle ultime, straordinarie edizioni, con migliaia di persone che hanno "invaso" il centro di Castelnuovo, e il "clima" solidale condiviso da pubblico, organizzatori e volontari. Chi partecipa alla Fiera di Castelnuovo vive una sorta di esperienza comune, collettiva, scegliendo di dare gratuitamente il proprio contributo (di idee, di valori, di lavoro) alla realizzazione di un "evento" che ha pochi eguali, anche al di fuori della provincia di Modena; da sottolineare il ruolo centrale ricoperto dalle centinaia di collaboratori, dalle associazioni di volontariato che gestiscono le Osterie (cresciute sino a una ventina nell’ultima edizione), alle tante ditte sponsor. Nelle ultime edizioni, sono stati "ospiti" della Fiera artisti del calibro di Timoria, Edoardo Bennato, Eugenio Finardi, Maurizio Vandelli, Bluvertigo, Dik Dik, Camaleonti, Daniele Silvestri e il Banco del Mutuo Soccorso, Enrico Ruggeri, Stadio. Superzampone – Da oltre dieci anni a Castelnuovo Rangone si svolge la festa dello "zampone più grande del mondo". Il "Superzampone", entrato anche nel Guinnes dei primati, è un'enorme cotechino di oltre 600 kg., la cui realizzazione è dovuta all'estro e all'arte dei "maestri salumieri" di Castelnuovo, che ogni anno, la seconda domenica di Dicembre, preparano e offrono gratuitamente a migliaia di persone questa vera e propria delizia della cucina locale, con abbondanti contorni di lambrusco e parmigiano. Si tratta di una vera e propria festa popolare, che unisce il rispetto della tradizione con lo spirito "carnevalesco" e festoso. Non a caso l'idea del Superzampone nasce nel 1989 da uno scherzo di carnevale, quando un gruppo di castelnovesi espone uno zampone di cartapesta lungo due metri. Da lì l'idea di realizzarne uno vero, farcito con il classico ripieno e cotto in un'apposito involucro di stoffa di canapa e lino cucita a mano. Il primo Superzampone pesa 224 kg., e ogni anno aumenta, fino ad arrivare agli oltre 700 delle ultime edizioni. Lo Zampone gigante viene cotto in piazza a Castelnuovo ogni penultima domenica prima di Natale in un'enorme zamponiera di acciaio inox lunga 4 metri. La preparazione dura circa tre giorni. L'organizzazione della grande "festa dello zampone", che ogni anno vede la partecipazione di ospiti dal mondo dello spettacolo e dello sport, oltre che di migliaia di persone, è a cura dell'Ordine dei Maestri Salumieri di Modena in collaborazione con le associazioni di volontariato locali (Gruppo Rio Gamberi, Associazione Terra e Vita) e il Comune di Castelnuovo Rangone. Negli ultimi anni la festa si è arricchita, essendo l’occasione per l’incontro annuale “ufficiale” dei Castelnuovo e Castelnovo d’Italia e per lo svolgimento di un raduno nazionale di camperisti. Poesiafestival – Realizzato in collaborazione con gli altri Comuni dell’Unione Terre di Castelli e dal 2006 anche con i Comuni di Maranello e Marano sul Panaro, il Poesiafestival è un’occasione unica per incontrare i maggiori poeti, romanzieri, giornalisti attori, cantanti del panorama nazionale e internazionale, ospitati nei luoghi più significativi e suggestivi dei Comuni coinvolti, ad iniziare naturalmente dai centri storici, in cui si svolgono gli incontri più partecipati. Tra i protagonisti dell’edizione 2005 ricordiamo tra gli altri Edoardo Sanguineti, Monica Guerritore, Paolo Crepet, Patrizia Valduga, Francesco Guccini, Segio Zavoli. Poesiafestival è anche un concorso nazionale di poesia aperto a tutti coloro di età compresa tra i 15 e i 29 anni. Altre manifestazioni: Motobefana (gennaio), Festa dell’ambiente (marzo), Festa di San Celestino (aprile), O bella ciao (Liberazione e musica, aprile), Montale in festa (maggio), Festa del commercio (maggio), Festa della scuole (maggio-giugno), Fiera medievale (giugno), Festa del mondo (festa multietnica, giugno), Estate bene (cartellone estivo, luglio e agosto), Festa della Madonna delle nevi (agosto), Funzione mariana (settembre), Sagra di Montale (settembre), I ragazzi sono a posto (festa della gioventù, settembre), Festa delle comunità (delle associazioni di volontariato, settembre – ottobre), Festa di San Martino (novembre), Tributo a John Lennon (dicembre), Mercatini di Natale (dicembre). COMUNE DI SAVIGNANO SUL PANARO A voler definire Savignano (comune aderente all'Unione Terre di Castelli) con poche parole, è un paese che si sta ammodernando intorno alla propria tradizione. Questo lungo territorio che si estende sulla riva del fiume Panaro, ha un patrimonio storico e culturale rintracciabile sino alla preistoria. La Venere, l’elefante, il borgo medievale, l’opera del Graziosi… tracce che compongono quel nucleo tradizionale sul quale il nostro Comune sta oggi costruendo la sua attualità e le risposte alle esigenze del nuovo millennio. Dalla viabilità all’offerta teatrale, dalle piste ciclabili alle manifestazioni culturali e sportive, dai prodotti enogastronomici alla tutela dell’ambiente, dall’edilizia pubblica alla costruzione dell’Unione di Comuni “Terre di Castelli”, Savignano sta innalzando ulteriormente la qualità dell’offerta sia per i propri residenti che per i visitatori. I motivi per visitare il nostro territorio, dunque, sono tanti e compongono un’offerta di alta qualità: ambiente sano e bello, dalle colline all’habitat fluviale; storia e cultura, enogastronomia e manifestazioni. Le occasioni particolari non mancano: dalla festa dello sport alla gara nazionale equestre; dalla stagione teatrale ai mercatini di luglio e di Natale; dalla lotta per la spada dei Contrari alle iniziative di carattere nazionale a fianco dell’associazione Libera per una cultura della legalità; dal Museo dell’Elefante al nascente Museo della Venere; dalle manifestazioni estive nel borgo medievale e a tanti altri momenti. Il visitatore, comunque, in qualunque periodo dell’anno potrà trovare motivi per una piacevole permanenza, a cominciare dall’ospitalità e dalla cordialità dei savignanesi. CENNI STORICI Grazie ai preziosi ritrovamenti archeologici del secolo scorso si può affermare che Savignano sul Panaro vanta origini antichissime. I reperti ritrovati negli insediamenti e nelle necropoli testimoniano una forte presenza etrusca nella zona. Una delle prime memorie scritte che si incontrano è quella del famoso “Placito Curte Saviniano; ubi Domnus Hludovicus Imperator preerat” che tenne nel 898 l’imperatore Ludovico II. Ciò avvenne quando il Castello e il Contado annesso erano compresi nell’ambito della giurisdizione del Vescovo di Modena, al quale si pensa li avesse ceduti il Re d’Italia Pipino, figlio di Carlo Magno, nel secolo VIII. Il suddetto Vescovo di Modena Ingone nel 1022 diede la Corte di Savignano e il Castello in enfiteusi al Marchese Bonifacio di Toscana e quindi alla figlia Matilde. Dopo la morte di quest’ultima avvenuta l’anno 1115 Savignano passò sotto il potere del Vescovo di Modena Dodone che affidò la cura di quel Castello per due anni a Grimaldo da Frignano affinché a nome della Chiesa di Modena lo custodisse, cedendogli la terza parte di tutte le entrate e di tutti i diritti che egli aveva, promettendo di pagargli entro il termine di quei due anni dodici lire Lucchesi per le spese necessarie alla difesa del castello. Nel 1143 però tutto passò sotto il comune di Bologna e non a caso, anche l’antichissima Casata de Pepoli, gloria petroniana, vanta le sue origini in Savignano. Nel frattempo, si era venuto a formare nel castello un nobile e potente casato che da Savignano traeva il nome. Di questo casato ricordiamo in particolare Bonaventura, avvocato della Chiesa, e Ugolino da Savignano che fu scelto podestà tanto in Parma nel 1263 che in Perugia nel 1264. Dopo che la rocca era stata data in feudo per qualche tempo a Grimaldo da Frignano e più tardi a Guido di Ardizzone da Savignano, finì sotto il diretto dominio del comune di Modena per quasi un secolo, finché nel 1299 i bolognesi se ne impossessarono con le armi. Almeno fin dal 1360 la rocca era in potere degli Estensi, tanto che il 26 luglio dello stesso anno il Marchese Aldobrandino d’Este nominò un certo Jacopo, soprannominato Brua a custodire quel Castello, dimenticando volutamente i da Savignano, più portati ad appoggiare i bolognesi. Qualche anno più tardi, nel 1408 il Marchese Niccolò III d’Este ne fece dono a Uguccione de Contrari, e nei discendenti di esso rimase fino all’estinzione della famiglia, dopo la quale ne fu infedauta la Famiglia Bomcompagni. Frattanto la casata da Savignano si estinse con le ultime due figure femminili, Domina Viridis e Jacoba, ritiratesi poi a Castel Trivellino nei pressi di Campogalliano. Insieme a Vignola anche Savignano passò nel 1577 ai Bomcompagni, per l’acquisto di Jacopo figlio naturale di Gregorio III, ai quali fu tolto diverse volte e sempre durante occasioni belliche, soprattutto nella celebre guerra per il possesso del Ducato di Castro del 1643-1645 fra i Barberini e i Farnese. Savignano rimase sotto il dominio dei Boncompagni fino al 1796, anno in cui entrò a far parte del Regno Italico di Napoleone Bonaparte. Borgo antico medievale Di grande interesse ambientale e architettonico, il vecchio borgo medievale di Savignano alto, è testimonianza di un passato importante e denso di storia. Noto fin dal 1026, la struttura attuale del Castello di Savignano è dominata da una torre in sasso sotto la quale si apre un arco sormontato da un affresco di ignoto raffigurante la Madonna col Bambino. Secondo alcuni studi la struttura originaria, a pianta romboidale, sorgeva sulla sommità del colle, poi ampliato e fortificato con tre ordini di mura e torri. Il Borgo si attesta sulla prima quinta collina sovrastante sia la pianura, sulla quale si sono manifestati i processi di sviluppo urbano, sia sul fiume Panaro, distante non più di 800 metri. PIAZZA MARIO ZANANTONI: costituita da due piani dei quali il più è in parte circondato da un muro; la parte inferiore insiste sull’area che un tempo ospitava la fossa castellana. VIA ARSENIO CRESPELLANI strada di accesso al Castello, si snoda attraverso il Borgo fino alla Chiesa parrocchiale. Anticamente il torrione che sovrasta il primo voltone era dotato di ponte levatoio. Sulla destra dopo il voltone si trova una serie di edifici costruiti sulle originarie mura castellane. L’edificio un po’ rientrante prima del pozzo una volta era un oratorio dedicato a S. Antonio da Padova. Il pozzo antistante l’edificio di proprietà comunale, un tempo sede del comune di Savignano, delle Scuole comunali, della biblioteca, è stato ricostruito nella forma attuale negli anni 1919/20. Qui ha sede uno sportello informativo gestito dall’Associazione Borgo Castello. Proseguendo lungo Via Crespellani, una grande struttura edilizia, detta di volta in volta “il Teatro”, “Casa del Vescovo”, “Casa del Capitano”, presenta ancora tracce di affreschi, fra cui uno stemma dei Contrari, che ebbero la Signoria del paese in epoca medioevale. Anche la torre del secondo voltone è antichissima: lo attestano i ciotoli di fiume con i quali è stata eretta. Le case dopo questo voltone, molto caratteristiche, probabilmente furono edificate su una cinta muraria interna del Castello. L’attuale scala in mattoni che sale al sagrato della Chiesa parrocchiale fu rifatta nel 1894 in sostituzione di quella originaria del 1747. VIA PAOLO PALLOTTI: le case sulla destra sono molto antiche ed esistono sulla vecchia cinta muraria difensiva. I ruderi ancora oggi esistenti sulla sinistra sono attribuiti ad una abitazione detta “Casa di Matilde” in quanto la tradizione vuole che in essa saltuariamente soggiornasse la Contessa Matilde di Canossa, prima feudataria, di Savignano dal 1055 al 1115. Il corpo degli edifici termina con una torre visibile solo dall’esterno dell’abitato, detta “del Cappellano”. LA CHIESA PARROCCHIALE: Della Chiesa Parrocchiale di Savignano si ha notizia in documenti del 1027 e del 1033. L'impianto odierno risale però ad un rifacimento del 1746, quando venne costruita e dedicata alla Madonna Assunta. L'esterno presenta una facciata piuttosto sobria e disadorna, mentre nell'interno, caratterizzato da una sola navata sovrastata da una volta a botte, si aprono cinque cappelle e la tribuna al livello del presbiterio. Le pareti mostrano decorazioni ad affresco del modenese Pietro Vilo (1858) oltre che opere dei pittori Celeste e Angelo Bergamini e Ugo Lucerni da Parma. E' qui conservata anche una copia in gesso eseguita dal pittore e scultore locale Giuseppe Graziosi (1879-1942) della Pietà del Lucerni. Nella Cappella della Madonna del Rosario si trova un dipinto del XVIII del bolognese Paolo Varrotti raffigurante i SS. Caterina da Siena e Domenico, mentre nella Cappella del SS. Crocifisso è custodita una tela del modenese Francesco Vellani (1688-1766) rappresentante i SS. Antonio Abate, Francesco d'Assisi, Antonio da Padova e Biagio Martire. La Venere di Savignano Da un’ alba di non meno di 25.000 anni fa, un uomo, o forse una donna, scolpisce nella pietra dura di un giallo/verde serpentino una figura femminile, una Dea attraverso la quale propiziarsi l’esistenza per se e per gli altri. Questo archetipo benché antichissimo è ancora oggi avvertibile e riconoscibile. Questa statuetta fu ritrovata per caso in località Prà Martin nella frazione di Mulino; come si raccontò da Olindo Zambelli, un operaio addetto ai lavoro di scavo edile o forse agricolo. Quando Graziosi, attentissimo, scultore, riuscì ad impossessarsi (pagandola sembra solo due quintali d’uva) di questa donna scolpita che era sì piccola, dato che misura poco più di 22 centimetri, ma che palesava un’accurata manifattura da parte di un valente collega vissuto alcune migliaia di anni prima (fu poi stabilito circa 30000 anni) fu preso da intensa emozione e corse a mostrarla agli uomini di cultura del suo tempo rinunciando a ogni possesso personale per donarla allo Stato, cioè a tutti. La Venere risale al paleolitico superiore, in piena età glaciale, non è soltanto un reperto archeologico; è una testimonianza diretta di uno dei più appassionati misteri della storia umana: la “nascita dell’arte”. È una figura femminile a tutto tondo - per molti aspetti surreale ma inconfondibilmente realistica - anche se verosimilmente non rappresenta il canone della bellezza femminile dell’epoca ed è probabilmente connessa alle rappresentazioni magiche evocanti la fecondità è comunque uno dei primi esemplari noti della statuaria umana. È stata ricavata dall’accurata lavorazione di una roccia serpentina, forse un ciottolo alluvionale, che con la ruvida superficie venata e il colore profondo e familiare. Grazie alla Venere sappiamo che fin dagli albori l’Homo Sapiens Sapiens capì di essere una creatura speciale che sapeva riflettere su se stessa e che sentiva la necessità di sostenere la quotidiana fatica per la sopravvivenza con un qualche cosa che apportasse un’energia straordinaria, una risorsa che distillata in creazioni offerte ai bisogni esclusivi dell’animo gli infondesse più forza di quella necessaria all’agire ordinario; sappiamo che diede ascolto subito alla voce mai sentita prima da altro essere vivente, richiamo esclusivamente intellettuale, che gli chiedeva di soddisfare il bisogno dell’espressione artistica, anche se ancora docilmente innestato sull’ancor più antica preoccupazione magico - rituale, primordiale preludio all’aspirazione religiosa. Oggi, purtroppo la Venere non si trova più a Savignano e neppure, che sarebbe il male minore, a Modena ma al museo Pigorini a Roma rimessa in sesto, a quanto pare, dopo un’imperdonabile caduta che l’avrebbe troncata in due pezzi. Presso il Centro Civico di via Doccia è possibile ammirare una copia negli orari di apertura del Museo. L’Elefante di Savignano Nell’autunno del 1980, su segnalazione del sig. Gamberini, veniva scoperto sul greto del fiume Panaro lo scheletro incompleto di un elefante in località Bocchirolo, a nordest di Savignano . Lo scavo dei resti del pachiderma fu affidato dalla Soprintendenza archeologica dell’Emilia - Romagna a Mauro Cremaschi, del Museo civico di Reggio Emilia, e a Benedetto Sala, dell’Università di Ferrara. L’elefante di Savignano appartiene al genere Archidiskodon, secondo la sistematica più tradizionale, o al genere Mammuthus, secondo la proposta di V. J. Maglio (1973), e alla specie meridionalis. Archidiskodon meridionalis si diffonde e diviene l’unico elefante presente in Europa all’inizio del Quaternario, nel periodo chiamato Villafranchiano superiore o Pleistocene inferiore (1,6 - 0,9 milioni di anni). All’atto del rinvenimento, le zanne erano in parte state liberate dal sedimento limoso a causa dell’erosione fluviale, all’atto del restauro si presentavano spezzate. Il desiderio di non appesantire eccessivamente la struttura di sostegno di questi grandi zanne, ha consigliato di sostituirle con calchi, integrando le lacune degli originali. Il cranio è incompleto: le porzioni meglio conservate sono quella laterale sinistra e quella occipitale. L’erosione fluviale, che all’atto del recupero aveva già asportato parte del cranio, aveva reso praticamente impossibile la lettura dei reperti durante lo scavo. L’impossibilità di valutare con esattezza la qualità e l’integrità dei reperti ha suggerito di effettuare il ribaltamento del pesante blocco e di procedere all’asportazione della matrice limosa e all’identificazione dei reperti ossei dal lato ancora inglobato del sedimento, non interessato dalla recente erosione e quindi sicuramente meglio conservato. Per questo motivo l’intero blocco è stato protetto da uno strato di garza incollata con resina alcool-polivinilica, filmogeno molto robusto e reversibile in acqua una volta plastificato. L’osso iliaco sinistro, rinvenuto a breve distanza dai resti del cranio, anch’esso come il primo, appoggiato si costole e vertere, è stato recuperato in un unico blocco. All’atto del restauro le numerose fratture che interessavano l’ala iliaca hanno permesso di affrontare il consolidamento ed il suo assemblaggio, irrobustendone l’intero perimetro con lunghe spine metalliche. Tali rinforzi erano necessari a causa delle dimensioni e del peso del reparto anche in vista del suo montaggio nella posizione anatomica naturale. MUSEO DELL’ELEFANTE Via Doccia, 72 Savignano sul Panaro (Mo) Tel. 059/ 731439 – 759911 Fax 059/731439 – 730160 Orari di apertura: Giorni feriali previa prenotazione telefonica (059 731439) Giorni festivi: ore 14.30-18.30 VISITE GUIDATE: le visite guidate sono effettuate da personale interno e dal gruppo di volontari “A. Crespellani”, i cui membri parteciparono alle fasi di recupero del reperto di Archidiskodon. Inoltre, anche gli studenti di una classe della Scuola Media “G.Graziosi” di Savignano s.P., effettuano visite guidate per le scolaresche delle scuole dell’obbligo Giuseppe Graziosi Giuseppe Graziosi nasce a Savignano il 25 gennaio 1879 da Pietro e Angelica Marchi, mezzadri. Un giorno, mentre sta modellando una statuetta, è notato dal proprietario del podere e sindaco del paese, Arsenio Crespellani, che, sulla fine del 1890, lo conduce a Modena e col primo gennaio 1891 lo fa entrare a sue spese nell’Istituto del patronato di Modena. Ottenuti diversi riconoscimenti, in particolare per “Il figlio della Gleba”, scultura d’impegno sociale e realista derivato da Meaunier, alla fine del 1898 si trasferisce a Firenze, all’accademia di Belle Arti, la permanenza nella città gli è possibile grazie al sostegno di Crespellani. Qui frequenta i corsi di scultura ed incisione tenuti da Augusto Rivalta e Giovanni Fattori: è questo il periodo che maggiormente concorre alla maturazione personale ed artistica del Graziosi. Nel 1900 vince la medaglia di bronzo per la scultura Il Fonditore all’Esposizione Universale di Parigi.Nel 1904 rientra a Firenze e partecipa all’Esposizione del Palazzo Corsini con il dipinto “Afa”, un quadro di carattere divisionista.Dal 1905 al 1940 è presente in diverse Esposizioni Internazionali con opere importanti quali i dipinti “La danza del mosto”, “Il ballo”, “Colazione sull’erba” e le sculture “La lupa” e “Susanna”. Professore di Plastica e sculture prima a Firenze (1914), poi a Milano (1915), ritorna nella città toscana nel 1926. Dopo aver aderito al fascismo se ne allontana non condividendo il favore del regime per il Futurismo e le avanguardie, così distanti dai suoi temi legati alla terra ed ai ritmi della natura. Giuseppe Graziosi muore a Firenze il 2 luglio 1942 Fiere e manifestazioni Numerose le sagre e le manifestazioni che sono diventate negli anni un appuntamento fisso, contribuendo a fare di Savignano un paese vivo e frequentato. Tra queste, particolare menzione spetta alla manifestazione “Lotta per la spada dei Contrari”, che si tiene in settembre, rievocazione storica in costume di un fatto vero accaduto il 7 ottobre 1409 (Atto di donazione del Castello di Savignano da parte di Nicolò III d’Este a Uguccione Dei Contrari). Gennaio CONCERTO DI CAPODANNO Febbraio FESTA IN PIAZZA (carnevale savignanese) 21 Marzo GIORNATA DELLA MEMORIA E DELL'IMPEGNO IN RICORDO DELLE VITTIME DI TUTTE LMAFIE 22 Aprile FESTA DELLA LIBERAZIONE DI SAVIGNANO Maggio FESTA DEI BAMBINI FESTA AMBIENTE FATTORIE DIDATTICHE FIUMI PULITI UN, DUE, TRE … PER LE VIE DEI BORGHI CAVALLI E CAVALIERI E CONCORSO NAZIONALE GARA DI ATTACCHI “TERRE DI CASTELLI” Maggio//Giugno FESTA DELLO SPORT Giugno CAMMINATA "DÀ LA SREZA A LA BARBERA" FESTA IN CAMPAGNA GRANDE SFIDA ALLE SERATE ESTENSI Luglio MERCATINI DI LUGLIO CINEMA ALL’APERTO Agosto SPETTACOLI E GIOCHI IN PIAZZA FALCONE SAGRA DELLA BEATA VERGINE SAGRA DI GAROFANO Settembre SAGRA DI MULINO FESTA DEL VOLONTARIATO DI FORMICA LOTTA PER LA SPADA DEI CONTRARI Ottobre SAGRA PARROCCHIALE FORMICA FESTA DELL'AVIS DI SAVIGNANO AMOR DI VINO Dicembre MERCATINI DI NATALE LA VIGILIA A MEZZANOTTE "VIN BRULÈ E DOLCI" La lotta per la spada dei Contrari L’associazione “Borgo Castello” di Savignano sul Panaro (MO) si è costituita nel 1991, mettendo in cantiere un progetto ambizioso: riportare a Savignano, anche se per pochi giorni, un periodo della sua tradizione. Tra i vari secoli è stato scelto il 400, perché rappresenta l’epoca di massimo splendore per il Borgo castello. Rifacendosi ad un fatto accaduto il 7 ottobre 1409 (Atto di donazione del Castello di Savignano da parte di Nicolò III dEste a Uguccione De Contrari), si è pensato di ripristinare il borgo come lo si immaginava allora. Sono così rinate le antiche locande, le osterie, le botteghe artigiane con i mestieri di un tempo, mentre le vie si sono riempite di ospiti come allora, quando visitavano il castello, tappa obbligata per chi attraversava il ducato. Si svolge il 3° sabato e domenica di Settembre nel Borgo medioevale. Il 2003 è l’anno della XIII edizione.Alla prima edizione, avvenuta nel 1991 nel mese di settembre, i sei rioni di Savignano (Magazzino, Mulino, Doccia, Castello, Formica e Garofano) hanno dato vita ad uno spettacolare torneo, disputandosi la conquista della “Spada dei Contrari” simbolo della festa, vinta dalla contrada Magazzino. Intinerari verdi Negli ultimi anni il territorio di Savignano s/P. ha attirato l’attenzione su di sé per interessanti scoperte paleontologiche e archeologiche. Tuttavia pochi conoscono bene il territorio savignanese e in particolare la zona collinare che fiancheggia a sud-est la statale Bazzanese. Questa fascia di alture argillose, nasconde una rigogliosa concentrazione di querce dalle gigantesche dimensioni, tanto che alcuni esemplari possono essere considerati dei veri e propri monumenti vegetali. Esistono almeno 300 specie di querce ma le più comuni nella zona sono il Cerro, la Roverella, la Farnia e la Rovere che hanno un’altezza oscillante tra i 20 e i 40 metri, chioma globosa e molto ampia, tronco eretto, fogliame deciduo, fiori maschili e femminili che sbocciano fra Aprile e Giugno, e frutto comune le ghiande. I documenti del Settecento attestano che il territorio savignanese era ancora ricco di boschi. Oggi le macchie boschive si sono notevolmente ridotte, tranne un notevole quantitativo di alberi nelle vicinanze della vecchia casa di contadini o lungo le strade e i viottoli. Inoltre la presenza di siepi e frutteti favorisce la presenza di uccelli, il fringuello, il verdone, il cardellino, la capinera, il luì piccolo, la cinciarella, e la ghiandaia. Non vanno dimenticati la gazza, lo storno, l’upupa, e il cuculo. Fra i mammiferi caratteristici ricordiamo lo scoiattolo. Affinché si venisse a conoscenza di questo patrimonio naturale sono stati creati due itinerari verdi denominati “La via delle querce”. Il territorio di Savignano sul Panaro, date le importanti vie di comunicazione che lo attraversano è abbastanza conosciuto anche da chi non vi risiede ma pochi, anche fra residenti, conoscono bene la zona collinare che fiancheggia a Sud-Est la statale Bazzanese. Questa fascia di alture argillose, nasconde una rigogliosa concentrazione di alberi ed arbusti che, come si legge in questa sezione, è stata censita e viene protetta attraverso un vincolo di tutela. Allo scopo di far sempre meglio conoscere il territorio vogliamo qui suggerire tre degli innumerevoli itinerari che si possono percorrere a piedi, in bicicletta ed in particolare data la conformazione del territorio, in mountain bike alla scoperta di luoghi naturalistici e di curiosità. Itinerario n. 1: Mostino: Itinerario impegnativo per lunghezza e caratteristica delle salite, con collegamenti alla viabilità ordinaria per il ritorno. Per raggiungere il punto di partenza di questa escursione è necessario percorrere la Strada Statale del passo Brasa (verso Guiglia) fino a raggiungere la Via Mostino, poco prima dell’abitato di Garofano. Si imbocca la Via Mostino e si segue la strada che inizialmente è asfaltata, poi diviene sterrata e sale fino alla località denominata Bell’aria. Qui potrete ammirare innanzitutto il panorama sulla Valle del Panaro, poi una delle dodici piante monumentali presenti sul territorio di Savignano, più precisamente una Roverella (Quercus pubescens). Da qui si può vedere la vecchia teleferica che veniva usata per il trasporto dei materiali marmosi della cava Montanara alla cementificio di Savignano, ormai inutilizzata e divenuta quasi “archeologia industriale”. Da qui la strada prosegue fino alla località Mostino dove è presente una Quercia (Quercus sp.) altro albero degno di nota e tutelato dalla regione. A questo punto è necessario svoltare a destra e seguire la strada fino ad immettersi sulla provinciale Guiglia - Castello di Serravalle.Da qui si può fare ritorno a Savignano prendendo la Via Rio D’Orzo, dopo avere visitato il Castello di Serravalle con il suo borgo medievale, oppure proseguire verso Guiglia e ritornare lungo la viabilità ordinaria. Itinerario n. 2: da Monticelli a Montebudello Itinerario lungo, non particolarmente impegnativo salvo due o tre ripide, ma brevi salite. In prossimità dei campi da tennis di Doccia, si percorre la pista ciclabile fino all‘incrocio con la Via Mombrina; da qui si prende a destra e si sale fino all’intersezione con Via Monticelli. Da qui possiamo fare una deviazione fino alla fine prima laterale di Via Mombrina, dove si possono ammirare due piante monumentali: una quercia roverella. A questo punto ritornando su Via Monticelli, il giro che proponiamo può svilupparsi sia in senso orario che in senso antiorario, comunque prendendo a sinistra, si percorre la Via Monticelli, si attraversa un pregevole gruppo di querce, oltrepassato il quale si incontra sulla sinistra l’antica Villa in cui visse e lavorò per parecchi anni l’artista Savignanese Giuseppe Graziosi; giunti all’intersezione con la Via Che Guevara, che si oltrepassa, si arriva davanti all’Azienda Agricola Selene e si procede fino al primo incrocio al quale, voltando a destra, si entra in territorio bolognese. Salendo lungo la Via Motta, si sale fino a Montebudello. All’incrocio di Montebudello si gira a destra, si oltrepassa l’Azienda “Al Pazz” e si giunge fino all’intersezione con Via Puglie, dove prendendo a destra si rientra in territorio savignanese; oltrepassando la località “Quaglia” (antica denominazione dell’attuale Via Puglie); il curioso nome della località è un caso frequente nel territorio savignanese e attesta la realtà faunistica locale, ed un tempo erano parecchi altri i nomi che avevano questa caratteristica, ricordiamo fra gli altri Cantacucco, Cigarella, Colomba, Lovara, Pernice, Tortora. Da qui si scende fino al Rio Baldo, dove, prendendo a destra, si passa a breve distanza dall’antica “Torre dei Nani”, che merita una fermata; il nome in realtà non ha nulla a che fare con i nani, ma deriva dalla versione dialettale “Nan” dal cognome Nanni, proprietari della torre nel 1728, nel 1777 l’edificio fu acquistato dai Crespellani Da qui si ritorna all’incrocio già citato tra Via Mombrina e Via Monticelli, ove, prendendo a sinistra si ritorna al punto di partenza. Itinerario n.3: Acqua Fredda Itinerario breve, ma impegnativo per lunghe e rapide salite su strade sterrate. Questo itinerario parte dal centro dell’antico Borgo di Savignano e perciò si può cogliere l’occasione di visitarlo prima o dopo il giro che andiamo a descrivere. Da Piazza Zanantoni, si scende lungo la Via Basilicata, adiacente alle mura castellane, recentemente restaurate; appena oltrepassato il vecchio Ristorante “La Busa”, ora inattivo, si prende a sinistra e lungo un’erta salita oltrepassando la località Acqua Fredda (originaria denominazione della Via Basilicata, che prende il nome da un’antica e famosa sorgente): nel 1252 venne qui fondato un Convento ed una chiesa di monaci agostiniani; la zona è nota per il ritrovamento di fossili. Da qui si giunge in località Purgatorio, sul crinale collinare sul confine con il territorio bolognese. Girando a sinistra, si incontra la località Paradiso, con vista panoramica sulla località inferno e sulla vallata bolognese del Rio Marzatore. Dal Paradiso, a sinistra, si scende sempre lungo la Via Basilicata, oltrepassando Ca’ Pasano e Ca’ Pasanello, all’incrocio con Via Puglie, si prende a sinistra e si scende fino al Rio Baldo, oltrepassando il quale, si giunge all’incrocio con la Via Castello; voltando a sinistra si ritorna al punto di partenza. Gastronomia Strada dei vini e dei sapori Città Castelli Ciliegi Il territorio delle colline fra Bologna e Modena, che si estende tra le valli dei fiumi Panaro e Samoggia, ha molte ricchezze da offrire al gusto: un paesaggio affascinante con una fitta trama di elementi naturali e storici, si fonde in un mosaico di sapori che qui hanno la loro origine e la loro collocazione ideale. La Strada dei Vini e dei Sapori Città Castelli Ciliegi è nata, primo itinerario enogastronomico di tutta l'Emilia-Romagna, per promuovere questi aspetti fin dal suo nome: le Città di Bologna e Modena, confine e al tempo stesso riferimento dei visitatori di queste splendide zone; i Castelli, folta presenza e simbolo di un territorio ricco di cultura e di storia; infine i Ciliegi, caratteristici di queste vallate, i cui frutti vanno a colmare il ricco "paniere" dei prodotti tipici di qualità. Percorrere la Strada Città Castelli Ciliegi significa fare un viaggio alla scoperta dei sapori più autentici della tradizione di questi luoghi. Un suggestivo itinerario, fra piano e collina, lungo il quale si possono gustare e acquistare squisitezze per la gioia di ogni palato, espressione di una terra dove la gastronomia è ancora fatta di antiche ricette e gesti sapienti. Il Comune di Savignano sul Panaro insieme ai comuni di Vignola, Spilamberto, Castelvetro e Castelnuovo Rangone, fa parte dell’Unione di Comuni denominata “Terre dei Castelli”. web: http://www.cittacastelliciliegi.it La tradizione enogastronomica di Savignano deve le origini alla sua duplice posizione di confine: fra le province di Modena e di Bologna e tra le montagne e la pianura. Piatti tipici Nei ristoranti presenti sul territorio, ma specialmente nelle cucine dei savignanesi, troviamo le ricette più tipicamente montanare, come i borlenghi e le crescentine (erroneamente chiamate tigelle), ma sono presenti anche l’aceto balsamico ed il liquore nocino, segno evidente della cultura modenese di pianura. Molto forte la tradizione della pasta fatta in casa preparata in famiglia o nei ristoranti (tagliatelle, tortellini, tortelloni, lasagne), così come dei prodotti derivati dal maiale (oltre al prosciutto e al salame, ciccioli, coppa di testa, zampone e cotechino servito con fagioli). Altro piatto tipico il bollito servito con salse cotte. Per ciò che riguarda i dolci della tradizione casalinga, ricordiamo il “bensone” con o senza marmellata da accompagnare con il vino, oltre alla pasticceria classica secca o farcita Vini Nel territorio di Savignano, i vini D.O.C. dei Colli Bolognesi, come Barbera, Cabernet, Pignoletto, Montuni del Reno, Sauvignon, Pinot, Bianco dei Colli Bolognesi, Cabernet Sauvignon e nel contempo il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro. Non dimentichiamoci poi che il territorio comunale è compreso nei prestigiosi Consorzi per la tutela del Parmigiano Reggiano, del Prosciutto di Modena e della Ciliegia e Susina tipica di Vignola. COMUNE DI SPILAMBERTO Il Comune di Spilamberto (Mo), (aderente all'Unione Terre di Castelli), è situato ai piedi dell’Appennino modenese, sulla riva sinistra del fiume Panaro, in un territorio prevalentemente pianeggiante costituito principalmente da ghiaie e sabbie di origine sedimentaria. Alla data del 31-08-2006 la popolazione complessiva ammonta a 11.492 abitanti su di una superficie di 29,52 Kmq. Importanti reperti provenienti da numerosi siti archeologici testimoniano che questa zona era abitata dall’uomo fin dalla preistoria. Un’intensa attività di scavi archeologici, sul greto e nell’alveo del fiume Panaro, iniziata nel 1977 sotto la direzione della Soprintendenza ai Beni Archeologici dell’Emilia Romagna, ha infatti portato alla luce reperti che si riferiscono ai primi insediamenti stabili conosciuti e riconducibili al Neolitico e a necropoli dell’Eneolitico ricche di corredi funebri. Il periodo Romano è testimoniato da resti di costruzioni rurali, pozzi-deposito che hanno restituito interessanti materiali del I al VII sec. d.C. e tombe. Un’importante necropoli longobarda ed altre testimonianze tardo antiche arricchiscono il quadro. Presso il locale museo “Antiquarium” sono pertanto visitabili reperti provenienti dalle necropoli neolitiche oltre che testimonianze del periodo romano e longobardo. Il museo ha sede nello splendido Torrione medievale restaurato recentemente. Sia i siti archeologici che l’Antiquarium sono meta di numerosi studiosi e di turisti. Nell’VIII sec. Spilamberto divenne territorio del Monastero di Nonantola i cui monaci la affidarono ai da Canossa. Il borgo acquisì importanza quando venne fortificato dal Comune di Modena. Ubicato a ridosso del fiume Panaro, in opposizione al castello di Piumazzo, costruito dai bolognesi proprio sulla parte opposta della riva dello stesso fiume, divenne un’importante difesa del confine modenese. Quale “terra di confine”, fu oggetto di lunghe dispute finché nel 1344 fu conquistato dagli Estensi che lo concessero nel 1353 in feudo ai Rangoni i quali vi regnarono fino all’Unità d’Italia. I marchesi Rangoni scelsero come loro abitazione la Rocca costruita nel secolo XIII dai Modenesi e la trasformarono da fortezza in palazzo residenziale. L’imponente edificio, anche se più volte modificato, conserva l’originario aspetto quattrocentesco con merlature e caditoie. Nel 2004 è stata rilevata dal Comune e, grazie a questo acquisto, la cittadinanza può, in alcune giornate prestabilite, godere di un’ampia area verde di 50 mila mq in centro storico. Diametralmente opposto alla Rocca si erge il torrione medievale, risalente ai primi anni del secolo XIV. Nel 1947, durante i lavori di restauro, fu scoperta una cella segreta i cui muri sono ricoperti da iscrizioni graffite; tali iscrizioni rappresentano un diario tenuto da un prigioniero che, secondo leggenda, ha voluto tramandare ai posteri il suo tragico amore. Leggenda a parte la Fondazione Gnudi (istituto specializzato in conservazione e restauri) e l’amministrazione comunale hanno organizzato il 3 dicembre 2005 un convegno durante il quale si è svelato, in parte, il mistero della cella e del suo prigioniero, il quale era un Marchigiano di Fermo. Tale vicenda, grazie a questi recentissimi studi è collocabile fra il 1523 ed il 1547 e coinvolge famiglie come i Cybo, i Della Rovere, i Da Varano e i Rangoni di Spilamberto. Il Torrione medioevale, la Rocca Rangoni, i tratti di mura, i portici, l’antico borgo con il Palazzo del Governatore e del Pavaglione, gli oratori seicenteschi, le chiese che custodiscono preziosi capolavori d’arte (sculture del sec. XV, tele dello Scarsellino, Stringa, Zoboli, Malatesta), insieme alla seicentesca filanda da seta sono importanti testimonianze del passato ricco di storia ed arte che ha fatto di Spilamberto uno dei centri più interessanti e caratteristici della Provincia. Il centro storico infatti, nel quale è in atto un’importante azione di recupero che riguarda edifici, strade, piazze ed arredo urbano, attira sempre più turisti e studiosi. Degno di una menzione particolare è l’importante recupero della chiesa di Santa Maria degli Angeli. Un tempo il complesso comprendeva anche l’antico ospedale dedicato a Francesco Roncati, medico spilambertese ritenuto il padre della psichiatria italiana. La chiesa, una volta terminati i restauri, sarà destinata a prestigioso contenitore per attività culturali di alto livello. Oltre al sopraccitato Museo Antiquarium, che aderisce al Sistema Museale Provinciale e partecipa alle iniziative congiunte, non si può dimenticare di citare il Museo dell’Aceto Balsamico Tradizionale, visto che Spilamberto è culla e capitale dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena. Il museo ha sede in Villa Fabriani, dove da oltre 37 anni opera la Consorteria, l’Associazione che senza fine di lucro si occupa di promuovere ed organizzare iniziative e manifestazioni dirette alla tutela ed alla valorizzazione del prezioso prodotto. Nel 2002 è nato il suddetto Museo per creare un luogo istituzionale in grado di diffondere la cultura del “Balsamico” e trasmetterne i valori nei modi più ampi possibili. Presso Villa Fabriani si trova anche una delle sedi della scuola alberghiera regionale. La visita non può terminare senza aver ammirato l’Acetaia sociale della Consorteria e senza averne assaporato il prestigioso prodotto. Ogni anno i visitatori – soprattutto stranieri - interessati all’oro nero aumentano e provengono dai luoghi più disparati; possono essere sia esperti di enogastronomia che semplici curiosi tutti però, dopo la visita, comprendono l’inimitabilità del “balsamico”. Nel 2005 i visitatori paganti sono stati 5.233, il numero aumenta notevolmente se si considerano anche gli alunni delle scuole, per i quali l’ingresso è gratuito. Spilamberto è anche un paese di antiche tradizioni artigiane, qui sono nati e hanno lavorato rinomati filatori, intagliatori, ebanisti e liutai. Ancora oggi molte di queste attività sopravvivono in moderne aziende come quelle dedicate alla realizzazione di giostre per i luna-park. Ben sviluppate sono, oltre alla piccola e media industria, l’allevamento (bovini, suini, animali da cortile) la trasformazione dei prodotti agro-alimentari e un’intensa attività agricola. L’agricoltura di questa zona, grazie ai terreni alluvionali particolarmente fertili del fiume Panaro, offre prodotti di eccellenza. Il territorio comunale è infatti compreso nei prestigiosi Consorzi per la tutela della Ciliegia e della Susina tipica di Vignola, del Lambrusco Grasparossa, del Parmigiano Reggiano e del Prosciutto di Modena. Tali consorzi hanno il fine precipuo di salvaguardare e promuovere i prodotti tipici locali. Tre sono i prodotti gastronomici tipici: l’Aceto Balsamico Tradizionale, il nocino e i rinomati amaretti. Anche l’Ordine del Nocino Modenese ha sede a Spilamberto. Questa Associazione è stata fondata nel 1978 e trova dimora nell’antica Torre medievale. Lo scopo dell’Associazione è quello di promuovere il “Nocino”, l’antico liquore a base di noci immature e di accorgimenti segreti tramandati di madre in figlia. Nelle giornate in cui il torrione è visitabile, centinaia di visitatori assaggiano l’antico liquore. Durante la tradizionale Fiera di S. Giovanni le signore dell’Ordine del Nocino hanno distribuito 1.800 bicchierini di nocino. Segreta è anche la ricetta degli amaretti, dolci amari e prelibati che solo in questo paese si possono assaggiare. Gli ingredienti, che si tramandano sin dal sec. XVII, sono mandorle dolci e amare, miele, albume e l’aria del Torrione. Grazie a tutti i prodotti enogastronomici sopra elencati e ai monumenti citati, Spilamberto rappresenta indubbiamente, a livello regionale, una delle tappe più interessanti e suggestive, soprattutto se viene inserito in un itinerario che tocca anche gli altri paesi dell’Unione Terre di Castelli. Gli interventi attuati hanno portato ad alcuni riconoscimenti tra i quali si segnalano la qualifica di “Terra dell’Aceto Balsamico Tradizionale” e il riconoscimento di Comune ad economia prevalentemente turistica per la zona del centro storico e per le domeniche di svolgimento del mercato tematico. Spilamberto è stato inoltre uno dei primi comuni ad associarsi alla Strada dei Vini e dei Sapori “Città Castelli e Ciliegi” e uno dei Comuni fondatori dell’associazione “Le Città dei Sapori”. Col presente progetto il Comune di Spilamberto intende creare, in tale contesto territoriale, un Servizio di accoglienza e informazione turistica per l’assistenza dei visitatori che ogni anno sono attirati nel paese del “Balsamico”. Grazie all’utilizzo dei volontari si potranno sfruttare in toto le emergenze culturaliarchitettoniche locali ed implementare l’organizzazione delle manifestazioni e degli eventi.Inoltre i volontari, predisponendo materiale informativo e divulgativo, contribuiranno ad attuare una politica di valorizzazione unitaria del territorio che sicuramente può rappresentare una fonte di ricchezza in periodi in cui i settori economici tradizionali sono in crisi. Gli arrivi turistici nell’anno 2005 sono stati 4.482 (3.461 gli italiani; 1.021 gli stranieri). Le presenze turistiche (come da rilevazioni provinciali) nell’anno 2005 sono state 11.610 (8940 gli italiani; 2.670 gli stranieri). Con la creazione di un Servizio per l’accoglienza e l’informazione turistica gli arrivi e le presenze turistiche potranno solo aumentare, perché grazie ai volontari in primis verrà curata la promozione e la valorizzazione del territorio, in secundis verrà promossa l’accoglienza. I PRODOTTI TIPICI E L’ENOGASTRONOMIA Il comune di Spilamberto è zona di produzione dei seguenti prodotti tipici: - Aceto balsamico tradizionale di modena d.o.p - Amaretto di Spilamberto - Ciliegia e Susina tipica del Consorzio di Vignola - Lambrusco di modena i.g.t. - Parmigiano reggiano d.o.p. - Salumi tra cui il prosciutto di modena i.g.t. - Nocino - Miele “EMERGENZE” ARTISTICHE E ARCHITETTONICHE TORRIONE MEDIEVALE (SECC. XIV-XV) Torre del maschio e principale porta d’accesso al castello costruito dal Comune di Modena a difesa dai Bolognesi che avevano eretto, sulla sponda opposta del Panaro, il Castello di Piumazzo. Munito di ponte levatoio, era la chiave di una possente cinta muraria abbattuta tra la fine del sec. XIX e l’inizio del sec. XX. In una piccolissima cella fu rinchiuso Messer Filippo (sec. XVI), che in attesa della morte incise sulle pareti, in una sorta di fumetti, la sua triste storia d’amore. Attualmente il Torrione ospitando l’Antiquarium, la sede dell’Ordine del Nocino Modenese, la Cella di Messer Filippo e un antico orologio, la cui base è riconducibile all’inizio del sec. XIX, rappresenta una delle tappe più interessanti dell’intero territorio provinciale. PALAZZO DEL BARGELLO E PORTICO DEL PAVAGLIONE (SECC. XVXVI) Medievale residenza dei feudatari era circondata dal portico del “Pavaglione”(di cui rimane una parte su Corso Umberto I) sotto cui si teneva, dal 1578, il mercato con dazio del bozzolo da seta. Sull’ultima colonna (ora distrutta), verso la Contrada Granda (Via S. Adriano), venivano affissi gli avvisi pubblici. Ospitava al piano superiore una sala dove la Comunità teneva aste pubbliche, riunioni di consiglio ed alloggiava le milizie municipali. Sulle finestre ad ovest sono ancora visibili decorazioni in cotto e un lungo braccio mobile di ferro che sosteneva il grande lampione che illuminava il portico. FILANDA PER LA SETA (XVII) Voluta da Bianca Bentivoglio Rangoni, (figlia di Baldassarre Rangoni e Giulia Orsini) per il “bene pubblico” è tra le più antiche della regione. Per il suo funzionamento fu costruito il Canalino Castellano che prende acqua dal Canale San Pietro ed è considerato il primo passo verso l’industrializzazione degli Stati Estensi. La filanda, che occupava soprattutto a donne e bambine provenienti non solo da Spilamberto, nel 1918 diviene centro di raccolta dei soldati italiani dopo Caporetto. Nel 1923 riprende la produzione e nel 1929 è considerata la più attiva tra le filande della regione. Venne chiusa allo scoppio della seconda guerra mondiale. CHIESA DI S.ADRIANO III PAPA (SEC. XVIII) Eretta dai monaci nonantolani e distrutta dall’incendio del 1252, subisce diversi rifacimenti fino al 1713, quando è abbattuta e completamente ricostruita dalle fondamenta ad opera dell’architetto modenese G.A. Franchini. Nel 1828 viene costruito il campanile, nel 1834 la nuova sacrestia e, tra il 1885 ed il 1887, sotto la direzione del Vandelli, vengono rifatti intonaco, arredi, pavimento e facciata. Al suo interno: importanti terrecotte di Michele da Firenze e di Anonimo modenese del sec. XV, dipinti di Teodoro d’Errico (sec. XVI), D.Carnevali (sec. XVI), F. Madonnina (secc.XVII-XVIII), J.Zoboli (1681-1767), F.Stringa (1653-1709), R.Franciosini da Castelvetro (sec. XVIII), I.Scarsella (sec. XVII). Viene citato persino dall’Enciclopedia Treccani l’antico organo a canne intagliato dal Cipri nel sec. XV, poi rifatto personalmente da Francesco Traeri nel 1721 conservato nell’altare laterale di destra. CHIESA DI S.GIOVANNI BATTISTA (SEC.XVIII) Costruita nella metà del sec. XIII dal vescovo di Modena contemporaneamente alla cinta muraria e dapprima sussidiaria alla Chiesa di S. Vito, diviene parrocchia nel 1628. In origine di dimensioni ridotte ed orientata a ponente, era dotata di un porticato. Nella prima metà del sec. XVIII assume l’aspetto attuale. Nel 1910 viene intonacata ed affrescata dal modenese A. Valli che esegue anche alcune grandi tele. Nell’affresco dell’Ultima cena dietro l’altare maggiore i volti degli apostoli ritraggono alcuni spilambertesi. Al suo interno: opere di artisti spilambertesi del sec. XIX (P. Piccioli e G. Obici-scultori , G.Tacconi –intagliatore), di A.Malatesta ( secc. XVIII-XIX), prezioso crocifisso in bronzo dorato ( sec. XI) PALAZZO DEL GOVERNATORE (SEC. XVI) Costruito nel 1425 da Guido Rangoni con denaro pubblico ed eletto a sua abitazione, nel sec.XVIII divenne sede del Giusdicente Civile e Penale. Nei secc. XIX e XX fu sede del Comune. Ora è abitazione civile. ROCCA RANGONI (SECC.XIV-XVII) Costruita dai Modenesi all’inizio del sec. XIII era originariamente orientata verso il fiume Panaro. Negli anni tra i1 1650-1660 fu trasformata da fortezza a signorile abitazione dei Rangoni, che la fecero intonacare ed affrescare sia all’interno che all’esterno, ma dei dipinti esterni restano solo alcune tracce. La torre d’ingresso è posta al centro del fronte di ponente e fa da sfondo all’asse che attraversa da est a ovest l’intero abitato. Probabilmente l’impianto dell’edificio di forma quadrangolare, sorse proprio nel corso del XV secolo. L’edificio è caratterizzato dall’ampio cortile disassato, rispetto all’asse di attraversamento tra una torre e l’altra, un tempo in larga parte porticato, ma oggi in parte occluso e arricchito da colonne dai capitelli in arenaria e cotto. Sono importanti, per la storia della tecnica militare, anche le imponenti torri: una rivolta verso il paese e l’altra verso l’esterno del recinto murato, dove sono visibili le tracce dei ponti levatoi e delle relative saracinesche. L’aspetto esterno è caratterizzato dalle forme solite dei castelli reggiano modenesi con torri angolari munite di apparato a sporgere, poi ampliamente adattati alle esigenze dei secoli successivi, per trasformare il maniero in palazzo residenziale. La facciata verso il paese ne è un esempio, infatti le trasformazioni tardo settecentesche (l’occlusione de beccatelli, la decorazione di finte finestre con membrature alla rustica e la costruzione di un balconcino al centro della torre, secondo le mode del tempo) furono eseguite per far assumere al castello l’aspetto di palazzo urbano. Il balcone risale al sec. XVIII,, mentre il lato dell’edificio antistante il Panaro mantiene l’aspetto quattrocentesco, con merlature e caditoie. L’ampio parco , che si estende lungo il fronte est, è ottenuto dalla trasformazione dell’area extramuraria e golenale adattata in tempi più recenti, in sintonia con l’adattamento residenziale della stessa Rocca. Qui sono ancora evidenti le tracce dell’antica organizzazione difensiva con l’ampio fossato, il ponte e le mura urbiche. Il parco poi si collega, grazie a un lungo viale alberato, alla vasta tenuta agricola della famiglia marchionale, all’interno della quale venne costruita, nei primi del Novecento, l’imponente “Villa Ida” commissionata dagli stessi Rangoni all’architetto Cerani. Da quando il parco, in alcune giornate prestabilite, viene aperto al pubblico, centinaia di persone lo visitano. ANTICHE MURA con TORRETTA DI GUARDIA Sono i ruderi delle mura castellane costruite dal Comune di Modena all’inizio del sec. XIII per racchiudere il castello all’interno di un tracciato rettangolare con torrette angolari, secondo la configurazione del castrum romano. L’ultima delle torrette di guardia, situata a sud est, è stata rimaneggiata. CHIESA DELLE MONACHE CAPPUCCINE SCALZE DI SAN FRANCESCO (CAPPELLA PRIVATA RANGONI SEC.XVII) In origine era la chiesa dell’attiguo monastero voluto da Bianca Rangoni per l’educazione delle giovani di famiglia povera. E’stato realizzato solo nel 1686 da Suor Angela Pica, fondatrice dell’ordine spilambertese delle Monache cappuccine Scalze di S. Francesco. Dal 1810 custodisce le spoglie mortali dei Rangoni che ne hanno fatto la propria cappella privata trasferendovi anche i monumenti sepolcrali e le lapidi già nel distrutto Convento degli Agostiniani, fuori dalle mura. CONVENTO DELLE MONACHE CAPPUCCINE SCALZE DI SAN FRANCESCO (SEC. XVII) Il cortile è detto della “Racchetta” perché in esso si giocava a volano, si tirava di scherma ed ospitava le rappresentazioni di comici e saltimbanchi. Nell’attiguo edificio Suor Angela Pica, fondatrice dell’ordine spilambertese delle Monache Cappuccine Scalze di S. Francesco, nel 1686 istituì un educandato per le fanciulle che, annesso al Convento, divenne ben presto famoso e godette della protezione dei Rangoni. CHIESA DI S.MARIA DEGLI ANGELI (SECC. XV- XVIII) Costruita dalla Confraternita di Santa Maria degli Angeli, attiva già nel sec. XV, comprendeva anche un ospedale per i pellegrini e gli infermi, il cui edificio, anticamente dotato di porticato, si allunga in Via Santa Maria, dove è stato attivo fino alla seconda metà del sec. XIX, quando fu trasformato in Casa di Riposo. Grazie a numerosi lasciti, la Confraternita dotò la chiesa di preziose opere d’arte, in gran parte ora raccolte nella Chiesa di Sant’Adriano, o in passato disperse, come i Santi Pietro e Paolo di Begarelli o vendute, come l’Assunta in Cielo di G. Reni, per ricavare i fondi necessari all’ospedale. La facciata è tipicamente settecentesca, mentre il campanile è stato eretto nel sec. XIX. L’edificio è sconsacrato dalla metà del secolo XX. CHIESA DELLA BEATA VERGINE DEL CARMINE (SEC. XVII) Costruita fra il 1641e il 1647 sopra ad una maestà, a ricordo del miracolo qui compiuto dalla B.V. del Carmelo, è stata per molti anni meta di pellegrinaggi. Al suo interno sono custoditi tre bellissimi paliotti in scagliola, tele dei secc. XVII e XVIII, un’acquasantiera del 1578 e le spoglie mortali di alcuni Rangoni, particolarmente devoti e legati a questa chiesa dotata di un bel porticato antistante abbattuto nella prima metà del sec. XX per ampliare la strada che conduce a Vignola. VILLA COMUNALE FABRIANI (SECC. XVIII-XIX) e MUSEO DELL’ACETO BALSAMICO TRADIZIONALE Signorile costruzione di belle proporzioni, internamente affrescata (primi anni del sec. XX), prende il nome dai suoi primi proprietari: i Fabriani, antica famiglia borghese spilambertese che, tra settecento e novecento, ha dato al governo della città, alla scienza ed alla cultura personaggi come Severino, illustre storico e pedagogista, padre di uno dei metodi più usati per l’insegnamento ai sordomuti o come Pio Pacifico, grazie al quale è possibile oggi conoscere il metodo per “fare l’aceto modenese”. E’ ora sede della Consorteria dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena-Spilamberto e del Museo del Balsamico Tradizionale. Il Museo è stato istituito nel 2002 per volontà della Consorteria e del Comune col fine di tutelare il prezioso prodotto. I due enti ne sono stati i promotori per rappresentare insieme il legame esistente tra “il balsamico” ed il suo territorio di origine. Il percorso di visita è scandito su diversi livelli di lettura differenti per soddisfare le aspettative di ogni visitatore. Gli orari di visita sono i seguenti: mercoledì dalle ore 9.00 alle 13.00 – sabato e domenica dalle 9.00 alle 13.00 e dalle ore 15.00 alle 18.00. ANTIQUARIUM MUSEO ARCHEOLOGICO A partire dalla fine degli anni settanta, scoperte fortuite e ricerche sistematiche hanno permesso di riconoscere e documentare aspetti e momenti dell’antico popolamento umano di Spilamberto. Tali indagini, dirette dalla Soprintendenza Archeologica dell’Emilia e Romagna, hanno avuto sviluppi ed esiti diversi su alcune aree del territorio comunale, in particolare nella zona collinare e lungo l’alveo del fiume Panaro, fra Spilamberto e S.Cesario. Ai depositi pleistocenici dei primi rilievi collinari sono da riferirsi le più antiche tracce della presenza dell’uomo in questi luoghi. Ai margini di quest’area è inoltre segnalato un insediamento dell’Età del Bronzo. Dall’alveo del Fiume Panaro e dalle circostanti cave, che tagliano sedimenti di conoide d’età pleistocenica superiore ed olocenica antica, proviene la maggior parte della documentazione archeologica pre-protostorica. Rinvenimenti casuali ed indagini programmate estese al restante territorio comunale rendono più chiaro il quadro della frequentazione umana in epoca recente. Tracce di suddivisioni agrarie e fattorie d’Età Romana, due pozzi da acqua occlusi in Età Tardoantica, scarichi, arginature e strutture produttive d’Età Postclassica danno voce alla storia di Spilamberto fino alle soglie del XX secolo. Il percorso espositivo – esplicativo dell’Antiquarium di Spilamberto, organizzato in senso crono-culturale, si articola su tre sale, dedicate rispettivamente a PREPROTOSTORIA, ETA’ ROMANA E TARDOANTICA, ETA’ POSTCLASSICA. I visitatori annui si aggirano a circa 5.000 e si contano dalle 25 alle 30 visite guidate di scolaresche o di gruppi organizzati. PRE-PROTOSTORIA Raccoglie le testimonianze della più antica frequentazione umana del territorio: dal tardo Paleolitico Inferiore all’Età del Ferro. In quest’ambito particolare risalto assumono gli aspetti insediativi neolitici e quelli d’abitato e funerari dell’Età del Rame, eccezionalmente ben documentati nell’alveo del Fiume Panaro. Inoltre, seppure scarsi, sono significativi i dati riguardanti le prime fasi dell’Età del Bronzo, altrove nel Modenese pressoché sconosciute. ETA’ ROMANA E TARDO ANTICA Al momento risulta allestita soltanto la sezione Tardoantica. Questa ospita la documentazione di scavo di due pozzi da acqua rinvenuti nell’alveo del Fiume Panaro. Di particolare interesse è il pozzo 1, le cui caratteristiche di riempimento permettono di indicare un suo uso finale come pozzo-deposito. ETA’ POSTCLASSICA La sezione relativa all’Età Postclassica raccoglie i frutti di indagini archeologiche condotte nel centro storico, a S.Vito e, più in generale nell’intero territorio comunale, databili fra il XIV ed il XX secolo, con particolare riguardo al XVI-XVII secolo. ORARIO D’APERTURA: SABATO ore 20,30 – 23,00 DOMENICA ore 10,00 – 12,00 Visite guidate ed informazioni: tel. 059/789964 – Servizio Cultura del Comune di Spilamberto. INIZIATIVE ORGANIZZATE 6 gennaio Da gennaio a maggio 27 gennaio 30 gennaio Da febbraio a giugno 14 febbraio Inizio marzo 8 marzo 19 marzo Inizio aprile 1° aprile (2.000 Dal 2 al 16 aprile 9 aprile 25 aprile 23-26 aprile Aprile 30 aprile 1 maggio Festa della befana In biblioteca…incontri con l’autore Giornata della memoria: evento commemorativo Carnevale dei bambini Biblioteca in movimento S. Valentino: Palio del Nocino Lunedì classica: concerti Festa della donna I pater: Le laudi a S. Giuseppe Lamberto d’oro: feste Bonomia International Speed Skating Marathon presenze) Arabesque-Note di passaggio: concerti Commemorazione Pietro Tacchini Biciclettata di primavera 60° anniversario della Liberazione Concerti di Primavera: organizzati in collaborazione con la Scuola di Musica “J. Du Pres” Messer Fitness: manifestazione sportiva in collaborazione con l’associazione “Le Botteghe di M. Filippo” (1.500 p.) Gara podistica dell’Aceto Balsamico Tradizionale (4.0000 p.) 21 maggio 28 maggio 28 maggio Giugno 2 giugno 15 giugno 17 giugno 26 giugno 22-25 giugno Fine giugno/agosto 14 agosto 27 agosto 3 settembre Fine giugno/inizio luglio Luglio/agosto 28 settembre/1ottobre 6/7 e 8 ottobre Novembre-aprile 7 dicembre Metà dicembre Fine dicembre Concerto musicale delle bande Festa provinciale dell’AUSER Musei da Gustare Torneo dei Rioni: torneo di calcio Festa della Repubblica Festa di San Vito Gnoccata al Parco di V. Vivaldi Gara per Pierin Pescatori Fiera di San Giovanni Battista (50.000 p.) Concerti Bandistici nelle piazze Festa al Parco di Piazza Repubblica Festa al parco di Piazza Sassatelli Festa del Comitato Parchetto Friction: concerti Cinema sotto le stelle Festival della Poesia (10.000 p.) Vetrine motori e balsamici sapori (12.000 p.) Riprendiamoci la biblioteca: letture Concerto dell’Immacolata Spilamberto e il Natale Concerto degli auguri MANIFESTAZIONI PRINCIPALI Ottocento e d’intorni – mercatino tematico dell’antiquariato e delle cose usate. Da settembre a maggio, la 3° domenica di ogni mese per le vie del centro storico si tiene un curioso ed affollatissimo mercatino. (4.000 p.) Mercato degli animali di bassa corte. Rappresenta una tipologia di mercato ormai unica in Italia, infatti richiama curiosi da numerose parti dello stivale. Si svolge ogni domenica mattina.(1.000 p.) Mercatino Biologico “Bio Spilla”. L’amministrazione comunale ha posto in essere una convenzione con l’AIAB (Associazione italiana per l’agricoltura biologica) in base a cui, in occasione del Mercatino dell’antiquariato, della Fiera di S. Giovanni e di Vetrine, Motori e Balsamici Sapori, viene allestito, in via sperimentale la vendita di prodotti biologici su area pubblica. Mercato settimanale del mercoledì: tradizionale mercato ambulante che si sviluppa lungo le vie del centro storico. Fiera di S. Giovanni Battista. Con radici nel lontano sec. XVI, è la festa del Santo Patrono, l’evento economico-culturale più importante dell’anno. Nei giorni di svolgimento è visitata da migliaia di persone interessate all’esposizione di prodotti tipici dell’agricoltura e dell’enogastronomia (amaretti, nocino, lambrusco, Parmigiano reggiano, salumi ....) oltre che all’artigianato ed industria locale, agli spettacoli, e alle manifestazioni sportive-culturali. E’ ovunque nota come la Fiera dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena, poiché in questa ricorrenza si tiene l’annuale Assemblea dei Soci dell’omonima consorteria e si assegna, dopo un lungo rituale di assaggi, l’ambito e prestigioso Palio al miglior Balsamico familiare. E’ anche un’ottima vetrina per presentare i prodotti caratteristici di Spilamberto: gli amaretti ed il nocino a produzione familiare, le cui noci vengono raccolte proprio nella magica notte di S.Giovanni. Il settore avicunicolo-colombofilo è importantissimo: la mostra-mercato che si tiene annualmente è tra le più qualificate in Italia. Iniziative religiose: 3° domenica di luglio 3° domenica di settembre 1° domenica di ottobre 3° domenica di settembre Festa della B.V. del Carmine Sagra di S. Luigi Festa della B.V. del Rosario Festa della B.V. della Rondine (ogni 5 anni) Partecipazione a fiere e eventi promozionali: presenza alla BIT (Borsa internazionale del turismo) che si tiene ogni anno in febbraio a Milano, a cui l’Ufficio Turismo partecipa in prima persona con materiale pubblicitario e informativo; presenza al SANA e alle varie fiere e sagre in qualità di Comune associato alla Strada dei Vini e dei Sapori “Città Castelli e Ciliegi”; presenza al salone internazionale del museo di Venezia; presenza al salone del Restauro di Ferrara. Collaborazioni per eventi culturali e sportivi: - Corsi di lingue con la collaborazione dell’associazione culturale “Le lingue europee nel mondo”; - Corsi di formazione sul balsamico, organizzati dalla Consorteria; Nel 2005 “il corso per allievi assaggiatori” ha visto il tutto esaurito già nella fase delle prescrizioni; - Corsi per la degustazione del nocino; - Corso di teatro; - Presentazione di libri e incontri con l’autore grazie all’associazione “Lo studiolo di Isabella”; - Concerti e corsi di musica in collaborazione con la Scuola di Musica “J. Du Pres”; - Musei da gustare (partecipazione col museo del Balsamico alle iniziative provinciali nell’ambito della VIII settimana della cultura); - Adesione col museo Antiquarium alla VIII settimana della cultura; - “Progetto Neve” con la collaborazione del Pool Sci Club Valpanaro; - “4° Speed Skating Marathon” in collaborazione con l’Associazione Bonomia. Gemellaggi: -Angol (Cile) -Cortemiglia (Cuneo) ITINERARI Grazie alla sua favorevole posizione Spilamberto offre al visitatore la possibilità di brevi ma interessanti escursioni. Collecchio Situato appena fuori dal centro abitato, su dolci colline, presenta al visitatore il panorama della pianura modenese, i lunghi filari di vite da cui si ottiene il Lambrusco Grasparossa e nelle giornate primaverili lo spettacolo di ciliegi, peschi susini in fiore. A Collecchio si può ammirare l’Oratorio della SS.Assunta. L’oratorio è cinto da un piccolo cortile ed è reso particolarmente suggestivo da alti cipressi e rose che lo contornano. La sua origine risale al sec. XI; nel XV secolo meta di pellegrinaggi, venne ricostruito alla fine del sec. XVII. Vi riposano le spoglie del famoso astronomo Pietro Tacchini. Percorso Natura Per gli amanti delle passeggiate a piedi o in bicicletta a contatto con la natura, ben si presta l’itinerario che si estende lungo la riva del fiume Panaro. Il sentiero denominato “Percorso natura” proviene dalla località di S.Donnino e passando per Spilamberto giunge a Vignola dove prende il nome di “Percorso sole” fino a Marano s/P. Percorso museale territoriale del Panaro Parte dall’”Antiquarium” (Archeologia nel fiume Panaro), situato nel torrione Medievale, che espone otto tombe, complete dei corredi funerari, della necropoli eneolitica rinvenuta nel greto del fiume Panaro e vari reperti recuperati dallo scavo di due pozzi d’età romana, utilizzati anche come pozzi deposito (per la custodia dei beni) sino agli inizia del VII secolo d.C. Prosegue verso Vignola dove è possibile visitare il “Mueso Civico” che conserva i reperti fossili affiorati dal territorio della valle del Panaro. Fra questi di grande importanza è la mandibola di un tapiro appartenente al Villafranciano inferiore. A Savignano s/P, infine, si può visitare il “Museo dell’elefante” che mostra l’origine e l’evoluzione dei proboscidati basandosi sul grande fossile di Archidiskodon gromovi – l’elefante. Pista ciclabile Il tratto di pista ciclabile Modena – Spilamberto - Vignola è stato inaugurato nel 2004. Il tracciato segue la preesistente, ma ormai inutilizzata dal 1969, ferrovia provinciale delineando così un percorso turistico, sicuro e protetto, per pedoni e ciclisti. Il paesaggio attraversato è quello tipico della pianura Padana e della fascia collinare dell’Appennino Modenese. Il tracciato presenta, in numerosi tratti, una delimitazione naturale costituita da siepi, sia alte che basse, formate da piante autoctone che, in parte, realizzano dei veri e propri boschetti, inseriti nell’ambito di piacevoli tratti di campagna modenese. Così, la pista ciclabile permette passeggiate o allenamenti lontano dalle aree trafficate e per i ciclisti sportivi una rapida e sicura via per raggiungere l’area del fiume Panaro (“Percorso Natura e Sole”) e le colline di Vignola e Castelvetro. La pista è percorribile anche di sera grazie all’impianto di illuminazione a lampioni stradali solari. Percorso enogastronomico Spilamberto è una delle “capitali del gusto” della “Strada dei Vini e dei Sapori: Città, Castelli, Ciliegi” delle colline fra Bologna e Modena. Partendo indifferentemente da Bologna o da Modena è possibile fare un viaggio alla scoperta dei sapori e delle tradizioni di questo lembo di pianura Padana. Spilamberto è conosciuta per tre prodotti tipici: l’Aceto balsamico tradizionale, il nocino Modenese e gli amaretti, ma sono assolutamente da ricordare anche il Parmigiano, i salumi e i vini, ortaggi e frutta. COMUNE DI VIGNOLA: Il Comune di Vignola (Mo), (aderente all'Unione Terre di Castelli), è situato ai piedi delle prime colline dell’Appennino Emiliano sulla sponda sinistra del fiume Panaro ( Altitudine 83-303) . Alla data del 31.7.2005 la popolazione complessiva ammonta a 22.606 su dui una superficie 22,90 Kmq.. CENNI STORICI I toponimi locali, nonché i reperti archeologici offrono una testimonianza, se pure non sempre sicura, dell'avvicendarsi di varie popolazioni sul territorio, dagli Etruschi, ai Liguri, ai Galli ed ai Romani. La stessa denominazione "Vignola" deriva dal latino "vineola", piccola vigna, ad indicare la coltivazione della vite, in epoca romana largamente praticata sui terreni alluvionali del Panaro. Si ha testimonianza di un borgo (pagus) Sabinianum e di un Feronianum, e l'attuale pedemontana (antica via Claudia) ricalca una via etrusca che, proveniente dalla Toscana, collegava Bologna a Parma, attraversando il Panaro all'altezza dell'odierna Pieve. Il primo documento scritto che reca testimonianza del luogo in cui venne fondata la nuova comunità risale all'anno 826. A seguito di una permuta, l'abate del Monastero di Nonantola otteneva la "basilica" di S.Maria in Tortiliano e il borgo "in loco viniole ad saxo", dove successivamente venne edificato il castello. Si ignora la data di costruzione del primitivo castello, che un'antica tradizione vuole edificato da S.Anselmo abate di Nonantola, a difesa dei beni del monastero della zona. Per tutto il periodo di dominio vescovile durato sino al 1247, il castello si configura sempre più come importante "sentinella del Panaro", a controllo del fiume e dell'antica via Claudia. La transazione del territorio vignolese al Comune di Modena causò numerosi scontri tra le opposte fazioni dei guelfi e dei ghibellini e il comune di Bologna. Della crisi politica seppe approfittare Gherardo Grassoni che instaurò a Vignola la signoria della sua famiglia, affermando un dominio che durò quasi un secolo, fino a quando gli Estensi si riappropriarono del feudo e, con la nomina di un podestà, iniziarono ad esercitare la loro signoria diretta (1399). Nel 1401 Niccolò III d'Este donò ad Uguccione dei Contrari di Ferrara il castello e le sue adiacenze e il feudo di Vignola divenne contea con sedici comunità. La signoria, che durò quasi due secoli, coincise con il periodo di massima prosperità del paese: venne ristrutturata la Rocca, fu innalzata una nuova cinta muraria e con Ercole Contrari nel 1557 venne fatto erigere, su progetto dell'architetto Jacopo Barozzi, il Palazzo antistante la Rocca oggi conosciuto come Palazzo Boncompagni. Con la morte di Ercole nel 1575, per mancanza di eredi, il marchesato di Vignola tornò agli Este che, su richiesta del Papa Gregorio XIII, lo cedettero a Giacomo Boncompagni, suo figlio naturale. La conquista napoleonica fece decadere definitivamente il dominio della famiglia Boncompagni e Vignola, in virtù della nuova costituzione repubblicana, divenne capoluogo di Cantone del Dipartimento del Panaro. Con la Restaurazione (1814) Vignola entrò a far parte dei domini del duca di Modena Francesco IV d'Austria Este di cui subì il governo autoritario e dispotico; diversi vignolesi parteciparono ai moti del 1831, alle guerre d'indipendenza ed alle imprese garibaldine fino al compimento dell'Unità Nazionale. L'episodio più significativo della storia del nuovo Comune è legato alla celebrazione solenne svoltasi il 20 ottobre 1872 del bicentenario della nascita dello storico Ludovico Antonio Muratori (1672-1750): in questa occasione venne posata la prima pietra del ponte intitolato al Muratori, inaugurato nel 1876 e sul quale transitò poi la nuova tramvia Vignola - Bazzano Bologna. Reso inagibile in seguito al bombardamento del 1945, il ponte fu ricostruito per essere poi distrutto dall'alluvione del 1966 e sostituito definitivamente con quello attuale, in cemento armato, inaugurato nel 1969. La tramvia fu sostituita nel 1938 dalla ferrovia elettrica Casalecchio - Vignola il cui servizio, sospeso in seguito ai gravi danni subiti nel corso dell'ultimo conflitto mondiale, fu ripreso dopo la riparazione del ponte sul Panaro, per interrompersi alla fine degli anni '70 (il collegamento ferroviario Vignola-Bologna dovrebbe essere riattivato a breve come metropolitana di superficie). La ferrovia Modena - Vignola inaugurata nel 1888 ha cessato definitivamente la sua attività nel 1970 e sulla ex sede ferroviaria troverà definitiva attuazione una pista ciclabile. Nel dopoguerra, Vignola ha continuato l'attività di valorizzazione della tradizionale vocazione agricola basata sulla produzione della tipica frutta rossa e ha iniziato la sua crescita artigianale e industriale. Insignita del titolo di "Città" dall'ex presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro per le sue caratteristiche storiche, sociali ed economiche, Vignola si offre oggi ai visitatori con un paesaggio naturale ed un ambiente pressochè intatti, con uno sviluppo ben equilibrato dei settori economici ed un'ottima qualità delle produzioni agricole conosciute in tutto il mondo. I SERVIZI CULTURALI E MUSEALI : Biblioteca Comunale ubicata presso la Villa Trenti all’interno di un parco comunale ( a fianco è in fase di ultimazione la nuova Biblioteca Comunale) . E’ aperta al pubblico dal 1871,il nucleo originario della dotazione libraria della Biblioteca proveniva dal Convento dei Cappuccini, trasferito al Comune in età napoleonica.Nel corso degli anni diverse donazioni da parte di cittadini hanno arricchito la dotazione , che nel 1915 contava oltre 11.000 volumi. Tra i fondi antichi si distingue per importanza il Fondo Cartografico Cantelli che raggruppa pressoché tutte le mappe prodotte dal cartografo vignolese del seicento. Archivio Storico Comunale , riconosciuto dal Ministero dei Beni Culturali conserva documenti che attestano le vicende storiche di Vignola e del suo territorio dal 1320. Attualmente i documenti sono suddivisi in sei sezioni cronologiche e sono disponibili i relativi inventari. Museo Civico di Vignola , aderente al sistema mussale della Provincia di Modena ha sede in P.zza Carducci . Istituito nel 1978, il Museo comprende due itinerari : il percorso mineralogico e quello paleontologico. Di particolare interesse le testimonianze del “ Panaro a Vignola” con reperti di età pliocenica : la mandibola di i un tapiro ed un fossile di ungulato, ritrovato nel 1987 lungo il greto del Panaro. Il Comune , per la gestione del museo, si avvale della collaborazione dell’0Associazione “ Al Palèsi” di Vignola , i soci organizzano soprattutto per le scuole visite-lezioni con percorsi didattici. Cantieri Cantelli , spazio espositivo del Comune di Vignola agli itinerari culturali della città. Congiuntamente alle mostre temporanee sono allestite in forma permanente due nuove sezioni delle raccolte musei di Vignola: una sezione dei gessi dello scultore vignolese Ivo Soli e una sezione di strumenti musicali a percussione appartenenti alla collezione privata di Luciano Bosi. Sale Prove Musicali situate presso i locali dell’ex lavatoio pubblico, allestendo in essi una sala prove musicali dotata delle necessarie strumentazioni. ENOGASTRONOMIA E PRODOTTI TIPICI Vignola è situata ai piedi delle colline tra Modena e Bologna, in un’area ricchissima di offerte enogastronomiche che dal 1999 ha visto concretarsi l’itinerario enogastronomico “La Strada dei Vini e dei Sapori del Territorio Città Castelli Ciliegi”, il primo dell’Emilia Romagna, realizzato per la promozione degli aspetti caratteristici di queste zone: le Città, i Castelli, simboli di cultura e storia; infine i Ciliegi, caratteristici di queste vallate, i cui frutti vanno a colmare il ricco “paniere” dei prodotti tipici di qualità. Nell’ambito dell’iniziativa legislativa promossa nel 1999 dalla Regione Emilia- Romagna sugli “Itinerari enogastronomici”, sulle colline tra Modena e Bologna ha preso avvio il primo percorso enogastronomico regionale: la Strada dei Vini e dei Sapori del Territorio Città Castelli Ciliegi, un’esperienza pilota nata per l’impulso di un’Associazione formata da 16 Comuni delle province di Bologna e di Modena, da due Comunità Montane, due Enti Parco Regionali e 130 operatori privati (aziende agricole e vitivinicole, agriturismi, ristoranti, alberghi, consorzi, associazioni di categoria e agenzie di viaggio). Il “paniere” dei prodotti tipici della Strada dei Vini e dei Sapori è costituito da un ricco assortimento di piatti e prodotti di qualità che si possono assaporare nei ristoranti e nelle aziende agrituristiche del territorio, oppure degustare e acquistare direttamente nelle aziende produttrici disseminate lungo il percorso. L’economia di Vignola si è incentrata per decenni sull’agricoltura, settore valorizzato dalla città anche dopo la sua crescita industriale. L’economia locale, oggi caratterizzata da un nutrito tessuto di piccole e medie imprese che spaziano nei vari comparti economici, vede nel settore frutticolo un punto di riferimento importante: Vignola, infatti, è nota in tutta Europa per le sue ciliegie e le sue susine, abbinate ad altre produzioni locali quali albicocche, mele e prodotti vitivinicoli. La produzione cerasicola classica inizia normalmente nella seconda metà del mese di maggio con la maturazione del primo “Durone Bigarreau” e prosegue con la ciliegia “Mora di Vignola” , una varietà che pre- senta le migliori caratteristiche dal punto di vista organolettico. Con il mese di giugno maturano i duroni di colore scuro come il classico durone “Nero I” famoso per le sue caratteristiche di polpa intensa e gustosa e la classica “Anella”, un durone color rosso fuoco dalla polpa particolarmente consistente. Tra le varietà tardive (a metà giugno) sono da annoverare il durone “Nero II” e il “Ciliegione”, particolarmente gustosi e ricchi di qualità nutritive. Le susine e le albicocche normalmente iniziano la loro maturazione quasi al termine della stagione delle ciliegie, nella seconda metà del mese di luglio. Le susine, che si prestano maggiormente al consumo fresco, si distinguono in diverse varietà, a seconda del periodo della stagione in cui giungono a maturazione. Particolarmente saporite sono le diverse varietà di albicocche, pro- dotte sulle colline dove la luce del sole e la continua, leggera ventilazione favoriscono la maturazione di un frutto particolarmente saporito. Anche le mele, prodotto di qualità dalle ottime caratteristiche organolettiche, maturano nelle Basse vignolesi lungo le sponde del fiume Panaro. La vitivinicoltura vanta una tradizione secolare e l’alta qualità ha consentito di ottenere il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata per il Lambrusco Grasparossa. Vignola è socia delle “Città del Vino” italiane. Il Consorzio della Ciliegia, della Susina e della Frutta Tipica di Vignola è nato nel 1964 per promuovere e tutelare la ciliegia di Vignola. Nel 1992 ha esteso la sua azione di tutela alla susina e alla frutta tipica del comprensorio . Il Consorzio rilascia gli appositi marchi attestanti l’origine e la qualità dei prodotti, a seguito delle verifiche sul rispetto dei disciplinari di produzione su tutte le fasi della filiera produttiva. (Consorzio della Ciliegia, della Susina e della Frutta Tipica di Vignola). Il ricco “paniere” dei prodotti tipici offerti da Vignola si arricchisce di gustosi primi piatti che vanno dai caratteristici tortellini in brodo, ai tortelloni di ricotta e bietole conditi con sugo di pancetta e pomodoro, alle lasagne gialle o verdi ed alle gustose tagliatelle. I secondi piatti, soprattutto nel periodo invernale sono a base di carne di maiale: tra di essi spiccano il tradizionale zampone ed il cotechino cucinati con fagioli in umido. Prodotti di origine montanara sono le crescentine, comunemente chiamate tigelle, un cibo molto semplice ottenuto da un impasto di farina, acqua, lievito e sale, preparate in dischetti e un tempo cotte in forme tonde di terra refrattaria (le vere “tigelle”). Tradizionalmente condite con un pesto di lardo, aglio e rosmarino completato con parmigiano reggiano grattugiato, si accompagnano con gli ottimi salumi locali o con le carni in umido. Realizzato col medesimo impasto delle crescentine, il cosiddetto “gnocco fritto”, servito in tavola dopo la frittura nello strutto bollente, si presenta con la caratteristica forma a bolla, rotondeggiante od a gonfietti, e si accompagna piacevolmente a salumi e formaggi. Completa la serie di questi cibi di origine montanara il borlengo, ottenuto da un impasto fluido di farina, acqua e sale, cotto in una padella di rame stagnato, da cui si ottiene una sottile sfoglia croccante ripiegata su sé stessa condita con un pesto di lardo, aglio, rosmarino e parmigiano. Anche a Vignola è particolarmente radicata la produzione dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena, una delle specialità del modenese, la cui ricetta, tramandata nel corso dei secoli, è rimasta sempre la stessa: mosto bollito di Trebbiano fatto invecchiare per molti anni (da un minimo di 12 fino a 25 e oltre) in botti di legno. Risultato di un lungo e delicato processo di invecchiamento, l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena si presenta con una densità apprezzabile, di colore bruno scuro, limpido e lucente; il sapore è dolce e agro, ben equilibrato. L’Amministrazione Comunale di Vignola, consapevole del valore e dell’attenzione crescente nei con fronti di questo prodotto, ha inteso promuovere la diffusione della conoscenza diretta degli aspetti tecnico-produttivi della lavorazione. .A tal fine nel gennaio 1998 il Comune di Vignola ha stipulato una convenzione con alcuni soci della Consorteria dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Spilamberto, responsabili della Comunità di Vignola, per la collocazione nell’altana dell’orologio della Villa Municipale di una Acetaia tradizionale per la produzione di Aceto Balsamico Tradizionale di Modena. Vignola vanta anche un’antica tradizione dolciaria che ha reso famosa la città per la “Torta Barozzi”, un’antica torta artigianale, così chiamata in onore dell’illustre architetto vignolese Jacopo Barozzi, la cui ricetta segreta (a base di cioccolato fondente, caffè decaffeinato, mandorle ed altro) ancora oggi viene gelosamente custodita. Sul territorio, in collaborazione con le Associazioni Culturali, Sportive, Ricreative,Economiche del territorio ( Ass. Vignola Grandi Idee, Centro Studi Vignola, ecc.) sono organizzate annualmente iniziative che da attirano sul nostro territorio turisti provenienti da diverse Regioni Italiane . Eventi di maggiore interesse : Festa dei Ciliegi in fiore La festa si svolge annualmente nelle strade e nelle piazze del Centro di Vignola in concomitanza con il periodo della fioritura, solitamente quindi nel mese di aprile. All’interno della festa viene organizzata la tradizionale Fiera dei prodotti agricoli e industriali della” Valle dei Ciliegi”. Scopo della mostra è presentate i prodotti locali quale salumi, parmigiano reggiano, aceto balsamico tradizionale di modena e promuovere l conoscenza dell’artigianato locale nelle sue diverse espressioni creative . Le iniziative sono tutte ad ingresso gratuito e le presenze sono stimate in 30.000 annue. Vignola è tempo di ciliegie La manifestazione si svolge ogni anno l’ultimo week- end del mese di maggio ed il primo del mese di giugno all’interno del vecchio mercato ortofrutticolo di V.le Mazzini e nelle aree pubbliche adiacenti. L’iniziativa si caratterizza oggi per la valorizzazione di tre aspetti fondamentali della vita cittadina: l’enogastronomia, folclore e cultura. All’interno del Vecchio Mercato sono presenti stando per la degustazione e la vendita di prodotti tipici locali e , la ciliegia, è la regina incontrastata della festa. Sono inoltre da segnalare esposizioni di vario genere che riprendono ed illustrano tradizioni locali. Di particolare curiosità la “ crostata chilometrica “ a base di confettura di ciliegie che ogni anno viene preparata dai maestri pasticceri locali ed offerta a tutti i visitatori . L’evento attira di media a Vignola durante le due settimane di iniziative oltre 12.000 presenze. Rocca in Musica La rassegna concertistica è una iniziativa musicale che si svolge di norma la domenica sera in un periodo tra metà giugno e metà luglio . L’obbiettivo dell’evento è offrire nella calda estate alcune serate all’insegna della buona musica e dello stare insieme in una cornice, la rocca, tanto suggestiva quanto simbolicamente legata all’identità della cittadinanza vignolese. Nei concerti vengono presentati al pubblico generi musicali diversi, spesso poco conosciuti, escludendo i generi commerciali, quali musica leggera e rock. Vi è spazio per la musica classica e antica , anche se negli ultimi anni si è rafforzata la connotazione di musica etnica, antica e moderna .Presenza media a concerto oltre 200 persone. Jazz in’it Il festival si svolge tutti gli anni nell’arco di tre serate tra fine giugno e i primi di luglio , nella piazza dei contrari , splendido scenario che rende merito alla produzione degli artisti e che rende sicuramente unico questo festival. In caso di maltempo, i concerti hanno luogo all’interno della Sala dei Contrari , nella Rocca di Vignola. Si accede ai concerti previo pagamento di un biglietto oppure mediante sottoscrizione di apposito abbonamento. Oltre alle tre serate consecutive di concerti, sono previste numerose attività collaterali quali attività musicali presso strutture comunale ( Teatro, Sala Musica , impianti sportivi, ecc.). Inoltre, dall’anno 2006, in collaborazione con i consorzi tipici modenesi è stato allestito presso P.zza Boncompagni lo spazio “Jazz & Food nel quale, i possessori di abbonamenti alle tre serate di spettacoli, hanno potuto degustare i prodotti tipici del territorio presentati direttamente dai consorzi . La manifestazione registra complessivamente una presenza annuale complessiva di circa 3.000 persone. Estate a Vignola L’iniziativa si svolge nelle serate dei mesi di Luglio e Agosto in collaborazione con gli operatori economici ed associativi del territorio. La manifestazione è finalizzata a vivacizzare le serate estive con intrattenimenti musicali a cura di gruppi giovani, pianobaristi e singoli musicisti che si esibiscono presso gli esercizio pubblici associati a Vignola Grandi Idee . Le serate di intrattenimento, completamente gratuite, registrano presenze medie annue attorno alle 10.000 unità. Festa del Ciclismo – Biciclettata Popolare La manifestazione giunta nell’anno 2006 alla 28° edizione si svolge di norma il secondo fine settimana di settembre all’interno del Vecchi Mercato Ortofrutticolo e nelle vie adiacenti. L’evento viene suddiviso in due momenti: Sabato e Domenica Pomeriggio dedicato alle mostre, laboratori, musica ed enogastronomia Domenica mattina dedicato all’attività ludico/motoria con l’organizzazione di una biciclettata non competitiva che ogni anno vede la partecipazione di oltre 1500 unità ( ragazzi ed adulti) . Mediamente si registra una presenza complessiva alla manifestazione di circa 5.000 unità. Bambinopoli La città di Vignola, il secondo fine settimana di settembre, si trasforma in un luogo di meraviglie per bambini e ragazzi con sorprese, spettacoli e giochi di ogni genere. I bambini e le famiglie partecipano a questa grande festa muniti di passaporto “Bambinopoli , che contiene il programma dettagliato degli spettacoli e dei punti di animazione. Il passaporto debitamente timbrato in ogni punto di animazione darà diritto al ritiro di un meraviglioso dono al punto informativo. Di norma la manifestazione completamente gratuita registra presenze che si attestano sulle 15.000 unità. Poesie Festival ( iniziative su Vignola) La manifestazione si svolge di norma la prima settimana di ottobre, eventi organizzati in coordinamento con tutti i comuni facenti parte dell’Unione Terre di Castelli e dei Comuni limitrofi. Per l’occasione in ogni luogo del territorio piazze, edifici pubblici, attività commerciali, ecc. vengono organizzate iniziative tra musica e poesia , situazioni che già dalla prima edizione hanno ottenuto pareri estremamente positivi dal pubblico e dalla critica. Da segnalare l’importante coinvolgimento nell’evento dei giovani ai quali vengono riservate apposite iniziative tra cui un concorso di poesia, gare poetiche , ecc. Presenza media alla manifestazione n° 4.000 presenze. Autunno Vignolese … Sapori in Festa La manifestazione, giunta nell’anno 2005 all’8° edizione, si svolge tradizionalmente il primo fine settimana di ottobre ed è incentrata sui processi di produzione dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena . L’evento è ricco di iniziative di attività collaterali e , di volta in volta, vengono riprodotte situazioni della civiltà contadina dei nostri territori con punti ristoro, laboratori, mostre ecc. La presenza media stimata è di circa 5.000 unità. Natale a Vignola La manifestazione si svolge nel periodo Dicembre/Gennaio con vari eventi ubicati in diversi punti del territorio vignolese . Durante tutto il periodo natalizio vengono organizzati spettacoli per i bambini ( musica, laboratori, burattini, fiaccolate, ecc.) ed i vari punti di intrattenimento sono collegati dalla predisposta “ Navetta del Natale”. Presenze medie stimate n° 4.000. 7) Obiettivi del progetto: Il progetto ha lo scopo primario di creare un Servizio di informazione e accoglienza turistica per promuovere e incrementare gli arrivi e le presenze nei comuni dell' l’Unione Terre di Castelli, aderenti alla presente iniziativa, promuovendo una politica unitaria ed organica dell'attività turistica nel territorio, salvaguardando le peculiarità territoriali, avvicinando, in tal modo un numero sempre maggiore di visitatori, favorendo la conoscenza e lo sviluppo dei territori, ricchi di tradizioni e di storia. I volontari dovranno implementare il turismo, valorizzando le peculiarità territoriali, e stimolare il coordinamento di quelle associazioni ed enti, presenti nei vari comuni aderenti, preposte alla salvaguardia dei prodotti tipici locali e alla tutela delle tradizioni territoriali. Coadiuveranno le Amministrazioni Comunali e i vari enti ed associazioni, nell’organizzazione degli eventi e nella promozione degli alimenti che richiedono una tutela particolare, favorendo i percorsi per il riconoscimento dei marchi di qualità . Grazie alla presenza dei volontari si potrà favorire l’informazione degli eventi anche nel week-end e fornire un’accoglienza adeguata ai visitatori che si recano nei comuni partecipanti, per le varie iniziative realizzate. In appoggio agli uffici dei comuni coinvolti nel presente progetto, i volontari dovranno in primo luogo aggiornare e ristampare le guide e le cartine comunali proponendo varie tipologie di itinerari (culturali, gastronomici, ambientali, sportivoricreativi). In secondo luogo dovranno organizzare percorsi turistici e visite guidate in collaborazione coi Consorzi dei prodotti tipici (Consorzio del Parmigiano Reggiano, del Lambrusco, del Prosciutto di Modena, della Ciliegia e della Susina tipica di Vignola, ed altri soggetti preposti alla promozione del territorio), con gli imprenditori agricoli e con gli operatori commerciali, ed in generale collaborare a tutte le attività utili e necessarie per la promozione turistica dei territorio comunali. Promuovere una politica unitaria dell’attività turistica a livello dei comuni dell’Unione Terre di Castelli, valorizzandone le peculiarità territoriali, significa contribuire ad aumentare l’offerta turistica ai visitatori. Implementare il turismo significa favorire la conoscenza del territorio. Azioni, principali, da attivare quali obiettivi intermedi del progetto: - servizio qualificato di front-office e back-office; - produzione di materiale a stampa informativo aggiornato relativamente alle emergenze artistico-culturali locali (acquisto edifici storici); - individuazione di nuove forme di comunicazione con il pubblico potenziale; - aggiornamento costante dei siti internet dei comuni aderenti e creazione di - un sito specifico del Servizio accoglienza e informazione turistica creando un link ed una casella di posta elettronica apposita; potenziamento della didattica culturale-museale da rivolgersi non solo ai ragazzi delle scuole ma a tutto il pubblico; coadiuvare nella vendita dei prodotti tipici e gadget; servizio di prenotazione in forma di last minute per strutture recettive del territorio comunale; aumento del n° dei visitatori; Obiettivo generale: il presente progetto si pone come obiettivo l’inserimento dei giovani in un contesto lavorativo a stretto contatto con il pubblico, dove saranno favoriti i rapporti interpersonali e si avrà modo di sviluppare buone attitudini a relazionarsi con l’utenza, nonchè proporre ai giovani un’esperienza di crescita personale e professionale che possa contribuire al miglioramento della conoscenza del territorio e delle tradizioni locali. Obiettivi specifici: attraverso questo progetto si vuole aiutare e stimolare la conoscenza del territorio ed apprezzare i diversi aspetti dei comuni aderenti all'Unione Terre di Castelli che vanno dalle tradizioni locali, ai prodotti tipici, alla bellezza della natura a quelli della cultura e dei monumenti storici ed artistici, in un contesto unitario di offerta turistica ai visitatori, che salvaguardi e valorizzi le peculiarità dei territori comunali. In questa ottica è obiettivo primario quello della costruzione di un patrimonio professionale, esperienziale e culturale da offrire ai volontari e tale da poter essere speso, dagli stessi, nei loro successivi percorsi di vita, formazione e lavoro. 8) Descrizione del progetto e tipologia dell’intervento che definisca dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo le modalità di impiego delle risorse umane con particolare riferimento al ruolo dei volontari in servizio civile: 8.1 Piani di attuazione previsti per il raggiungimento degli obiettivi Preliminarmente il progetto prevede i momenti prescritti di formazione e di informazione durante i quali i volontari verranno messi a conoscenza del progetto, della realtà culturale, delle circostanze che hanno portato all’esigenza di creare un ufficio turistico in cui dovranno operare e soprattutto saranno messi a parte di tutte le informazioni ambientali, enogastronomiche, artistico-culturali, e storiche necessarie a conoscere il territorio. Sotto la supervisione del responsabile di ogni singola struttura comunale, affidati ad una persona del servizio che sia sempre riferimento unico, dovranno svolgere le varie azioni in autonomia organizzativa; inoltre saranno invitati a proporre strategie e soluzioni. 8.2 Complesso delle attività previste per la realizzazione dei piani di attuazione. - Fornire una postazione di lavoro e le direttive, consistenti in attività di istruzione ai volontari (illustrazione della normativa, delle forme corrette di informazione all'utenza, con particolare riferimento alla promozione territoriale. I volontari dovranno, con la collaborazione del personale referente, svolgere attività di front-office e back-office per trattare e diffondere le informazioni turistiche, distribuendo gratuitamente informazioni e materiali all’utente in loco e con risposta via mail, telefonica e postale. Collaborazione alla progettazione e alla realizzazione di materiale inerente la ricettività del territorio. Rapporti tecnici operativi con le associazioni pubblico-private, impegnate a fianco dell'Ente pubblico, nella promozione turistica-economica del territorio. I volontari dovranno effettuare un’adeguata gestione del kit d’informazione turistica composto da cartine, mappe, guide sfruttando soprattutto le loro capacità, conoscenze e caratteristiche personali, tenuto conto della varietà di pubblico. All’inizio dell’anno dovranno collaborare nella predisposizione e diffusione, in cooperazione con le associazioni e gli enti dei vari comuni coinvolti, un calendario di tutti gli eventi culturali-ricreativi posti in essere, dai comuni aderenti al presente progetto. In virtù dell'acquisizione di nuovi spazi (Castello di Levizzano a Castelvetro, Rocca Rangoni a Spilamberto, ex cinema Ariston ed ex macello, a Vignola, Casa del Graziosi a Savignano) e dell’aumento delle manifestazioni, si rende necessario l’intervento dei volontari nel progettare e realizzare gli aggiornamenti delle guide al territorio e nel predisporre nuove forme pubblicitarie per promuovere le emergenze culturali e le manifestazioni, con aiuto nel coordinamento e nello studio di una progettazione unitaria per l'informazione turistica sul territorio dell'Unione Terre di Castelli (segnaletica, cartellonistica, nel rispetto della normativa regionale- uffici IAT e VIT). Nella promozione del territorio dovranno favorire principalmente l’informazione di tutti gli eventi organizzati a livello di Unione Terre di Castelli; secondariamente, essendo tutti i cinque comuni terre di confine, dovranno promuovere anche le manifestazioni più prestigiose del proprio territorio sia degli altri territori limitrofi, al fine di limitare il fenomeno del turismo cossidetto "mordi e fuggi", perché la varietà dell’offerta turistica contribuisce ad implementare la domanda. I volontari dovranno creare e gestire una casella posta elettronica riservata al Servizio di informazione e accoglienza turistica . I volontari si occuperanno di accompagnare i turisti in visita alle emergenze culturali del paese; in base agli interessi degli utenti proporranno le diverse tipologie di itinerari prestando sempre un attenzione particolare alle produzioni tipiche locali. In seguito alla Deliberazione della Giunta Regionale n. 956 del 20/06/05 i volontari possono effettuare servizio di prenotazioni last minute, se la richiesta viene inoltrata dopo le 15.00 del giorno stesso. 8.3 Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, specificando se volontari o dipendenti a qualunque titolo dell’ente. Al fine della realizzazione delle informazioni previste dal presente progetto, l'Unione Terre di Castelli e le associazioni pubblico-private, si avvalgono della costante collaborazione di volontari presenti sul territorio, attivati di volta in volta, a seconda delle necessità dell'evento organizzato (associazioni sportive, ricreative, economiche e culturali). Risorse umane complessive: - Castelvetro di Modena: Bertoni Ivonne dipendente dell'Ente e Giovini Roberto, quest'ultimo presidente del Consorzio Castelvetro V.I.T.A. e l'associazione Castelvetro Shopping, presidente Venturelli Fabrizio. - Castelnuovo Rangone : Cavazzoli Paolo dipendente dell'Ente e Costanzini Roberto, presidente dell'Associazione Castelnuovo Immagine - Savignano sul Panaro: Perriello Vincenzo Giovanni dipendente dell'Ente e volontari dell'AUSER, presidente Armando Vezzali. - Spilamberto: Quartieri Cristina, dipendente dell'Ente e personale dell'Associazione "Le Botteghe di Messer Filippo", presidente Bruzzi Graziano - Vignola: Iseppi Francesco, dipendente dell'Ente e direttore della Strada dei Vini e Dei Sapori, Contri Davide, ed inoltre l'associazione "Vignola Grandi Idee", presidente Vignali Gloria. 8.4 Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto. I volontari avranno un ruolo sia di collaborazione, che di autonomia, nell'organizzazione e gestione del progetto e dei servizi ad esso inerenti, così come riportato nel precedente punto 8.2. 9) Numero dei volontari da impiegare nel progetto: 6 10) Numero posti con vitto e alloggio: 0 11) Numero posti senza vitto e alloggio: 6 12) Numero posti con solo vitto: 0 13) Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo: 36 14) Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6) : 6 15) Eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio: I volontari dovranno prestare servizio anche in giorni festivi visto che la domanda turistica delle visite si concentra soprattutto nel week-end fermo restando la possibilità di recuperi infrasettimanali. CARATTERISTICHE ORGANIZZATIVE 16) Sede/i di attuazione del progetto ed Operatori Locali di Progetto: Sede di attuazione del progetto Comune 1 Servizio promozione turistica Castelvetro di Modena 2 Centro Giovani Castelnuovo Rangone N. 3 4 5 Cod. ident. sede N. vol. per sede Piazza Roma n. 5 – 41014 Castelvetro di Modena (MO) 59878 Piazza Brodolini 13 - 41051 Castelnuovo Rangone (MO) 59881 Indirizzo Servizio Area Savignano Via Doccia, 64 – 41056 Savignano Servizi Alla 59871 sul Panaro sul Panaro (MO) Citta' Servizio Piazza Caduti della Libertà n. 3 – Spilamberto 59885 turismo 41057 Spilamberto (MO) Servizio Sport e Via Selmi n. 5 – 41058 Vignola Vignola 59888 Turismo (MO) Nominativi degli Operatori Locali di Progetto Cognome e nome Data di nascita 2 Bertoni Ivonne 07.01.1960 BRTVNN60A47G393V 1 Cavazzoli Paolo 04.01.1954 CVZPLA54A04A959M 1 Perriello Vincenzo Giovanni 24.06.1953 PRRVCN53H24F399X 1 Quartieri Cristina 31.01.1975 QRTCST75A71L885V 16.02.1959 SPPFNC59B16E905D 1 Iseppi Francesco C.F. 17) Altre figure impiegate nel Progetto: N. 1 2 3 4 5 Sede di attuazione del progetto Comune Servizio promozione turistica Castelvetro di Modena Indirizzo Piazza Roma n. 5 – 41014 Castelvetro di Modena (MO) Piazza Brodolini 13 Castelnuovo Centro Giovani 41051 Castelnuovo Rangone Rangone (MO) Servizio Area Via Doccia, 64 – 41056 Savignano Servizi Alla Savignano sul Panaro sul Panaro Citta' (MO) Piazza Caduti della Servizio Spilamberto Libertà n. 3 – 41057 turismo Spilamberto (MO) Servizio Sport e Via Selmi n. 5 – 41058 Vignola Turismo Vignola (MO) Cod. ident. sede N. vol. per sede TUTOR 59878 2 Rapini Romana 59881 1 Rapini Romana 59871 1 Rapini Romana 59885 1 Rapini Romana 59888 1 Rapini Romana Cognom e e nome Data di nascita 09.02.1955 09.02.1955 09.02.1955 09.02.1955 RESP. LOCALI ENTE ACC. C.F. Cognom e e nome Data di nascita C.F. RPNRMN55B4 Bonettini 06.06.1968 BNTMNL68H46 F257F 9G393H Manuela RPNRMN55B4 Bonettini 06.06.1968 BNTMNL68H46 F257F 9G393H Manuela RPNRMN55B4 Bonettini 06.06.1968 BNTMNL68H46 F257F 9G393H Manuela RPNRMN55B4 Bonettini 06.06.1968 BNTMNL68H46 F257F 9G393H Manuela 09.02.1955 RPNRMN55B4 Bonettini 06.06.1968 BNTMNL68H46 F257F 9G393H Manuela 18) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile nazionale: Campagna promozionale e di sensibilizzazione del SCN attraverso: pubblicazione sul sito internet dell’Unione Terre di Castelli e sui siti dei singoli comuni afferenti all’Unione; campagna di comunicazione utilizzando l’affissione di manifesti e la diffusione di volantini su tutto il territorio dell’Unione; incontri informativi organizzati ed effettuati presso i punti giovani del territorio dell’Unione; diffusione di speciali approfondimenti sul Servizio Civile, ed in particolare sul progetto in oggetto, nelle edizioni del “telegiornale d’area – Unione Terre di Castelli” trasmessi sul canale regionale TRC; divulgazione delle potenzialità del Servizio Civile Nazionale, con particolare riferimento al progetto in oggetto, quali la possibilità di crescita professionale umana e civile per i giovani nell’ambito della propria comunità. Si prevedono incontri con gli studenti, iscritti all’ultimo anno, presso gli Istituti di scuola secondaria situati nel territorio dell’Unione Terre di Castelli. attività di sensibilizzazione coordinata e congiunta con il CO.PR.E.S.C. di Modena rivolte all’intera comunità e specificatamente ai giovani, durante l’intero arco dell’anno, sulla Carta d’impegno etico e sulle previsioni della L.R.20/03 (in particolare dall'art.2, lettere a-f-g): valori dell’obiezione di coscienza e tematiche collegate (nonviolenza, difesa civile, povertà, solidarietà, mondialità e intercultura, pace e diritti umani, ecc.), sul servizio civile svolto sia in Italia che all’estero, con le dirette testimonianze dei giovani in sc e dei referenti degli enti, nonché attività di promozione, coordinata e congiunta, del bando e di orientamento dei giovani alla scelta del progetto, in occasione dell’uscita dei bandi per la selezione di giovani da impiegare in progetti di servizio civile, evitando che ognuno promuova solo il proprio servizio civile o che si trascuri quel lavoro di rigenerazione della risorsa presso scuole e altri contesti. A tal fine si è concordato con il CO.PR.E.S.C. di promuovere il servizio civile sul territorio, individuando strumenti congiunti di presentazione dei progetti di tutto il territorio provinciale e meccanismi coordinati per l’orientamento dei giovani alla scelta degli stessi, con l’obiettivo della copertura dei posti disponibili sul territorio provinciale e di facilitare l’accesso al servizio civile del maggior numero possibile di giovani, escludendo in tal modo inutili concentrazioni di domande su pochi progetti. (Come da protocollo d’intesa approvato con deliberazione di G.U. n. 77 del 19.10.2006 allegato al presente progetto sotto la lettera “D”). Per l’espletamento delle attività di sensibilizzazione del servizio civile nazionale, sopra descritte, si prevede di dedicare un tempo complessivo pari a 20 ore. 19) Eventuali autonomi criteri e modalità di selezione dei volontari: Criteri UNSC 20) Ricorso a sistemi di selezione verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio): NO 21) Piano di monitoraggio interno per la valutazione dei risultati del progetto: Verifiche periodiche sul grado di efficacia ed efficienza manifestato dal progetto, utilizzando colloqui verbalizzati con i volontari e schede di valutazione trimestrali. In particolare si intende verificare la capacità di trasmissione ai volontari delle tecniche di lavoro in una struttura organizzata e delle specifiche conoscenze culturali acquisite nel settore. 22) Ricorso a sistemi di monitoraggio verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio): NO 23) Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli richiesti dalla legge 6 marzo 2001, n. 64: Titolo di studio attinente al settore turistico, al settore dei beni culturali ed ambientali, materie umanistiche, o equipollenti; attitudini specifiche alla materia del progetto, conoscenze di informatica (in particolare dei programmi Windows) e della lingua inglese. 24) Eventuali risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo specifico alla realizzazione del progetto: 25) Eventuali copromotori e partners del progetto con la specifica del ruolo concreto rivestito dagli stessi all’interno del progetto: - Associazione Strada dei Vini e dei Sapori. del territorio Città Castelli e Ciliegi con sede in Vignola, Via Tavoni n. 20, Codice Fiscale: 94082210363 L’approvazione dell’accordo di programma 2004/2007 tra i comuni è stato approvato dai comuni in oggetto con le seguenti deliberazioni: Comune di Castelnuovo Rangone Delibera CC la n.11 del 29.03.2004 Comune di Castelvetro di Modena Delibera CC n. 12 del 30.03.2004 Comune di Savignano sul Panaro Delibera CC n. 11 del 17.03.2004 Comune di Spilamberto Delibera CC n. 5 del 22.01.2004. Comune di Vignola Delibera GC n. 268 del 30.12.2004. - Il CO.PR.E.S.C. (Coordinamento Provinciale degli Enti di Servizio Civile) di Modena promuovendo le seguenti attività e iniziative: 1. Sensibilizzazione su: servizio civile svolto sia in Italia che all’estero, con le dirette testimonianze dei giovani già coinvolti; Carta Etica e previsioni della L.R.20/03: valori dell’obiezione di coscienza e tematiche collegate (nonviolenza, difesa civile, povertà, solidarietà…), nell’università, nella scuola secondaria e anche nella scuola primaria. 2. Promozione del bando e orientamento dei giovani alla scelta del progetto; 3. Formazione coordinata e congiunta per gli operatori locali di progetto (minimo 12 ore) e le figure accreditate degli enti. Le prime due attività saranno organizzate e coordinate dal CO.PR.E.S.C. congiuntamente all’Unione Terre di Castelli. Per ciò che concerne la formazione di cui al punto 3 il CO.PR.E.S.C. realizzerà , per conto della Regione Emilia Romagna, i corsi di formazione a cui gli operatori locali di progetto e le figure accreditate dell’Unione Terre di Castelli parteciperanno. Quanto sopra riportato è sancito dal protocollo d’intesa “Partenariato per lo sviluppo del Servizio Civile Nazionale” approvato con deliberazione di Giunta dell’Unione n. 77 del 19.10.2006. La documentazione relativa gli impegni assunti è allegata al presente progetto sotto la lettera “D”. 26) Risorse tecniche e strumentali necessarie per l’attuazione del progetto: Le risorse tecniche necessarie per la realizzazione del progetto si identificano con le risorse a cui il volontario potrà attingere per la realizzazione della propria esperienza. Dal punto di vista tecnico i volontari potranno contare su: - il supporto dell’OLP quale riferimento nella quotidiana attività progettuale; - la presenza del tutor, punto di riferimento per il volontario, che è in grado di garantire il monitoraggio dell’attività del singolo volontari, e di garantire il raccordo tra le altre figure del sistema (OLP, Responsabile dell’Ufficio di SCV) che intervengono più o meno direttamente nell’esperienza progettuale del volontario. Inoltre, opera una supervisione generale sulla relazione volontario/OLP e sull’attinenza delle attività svolte da volontario con gli obiettivi progettuali; - la presenza di un’equipe di lavoro con la quale si relazionerà quotidianamente, imparando a coordinare il proprio lavoro con quello degli altri; - la possibilità di partecipare a riunioni organizzative e di programmazione delle attività; - la possibilità di fruire di archivi documentativi e banche dati non riservate e di attingere a tutte le informazioni necessarie per un approfondimento delle tematiche oggetto dell’attività specifica da lui seguita; Dal punto di vista strutturale, sono già in possesso nelle strutture museali e nei servizi comunali coinvolti le risorse di base per la realizzazione del progetto. Ad ogni volontario sarà garantito l’utilizzo di strumentazione tecnologica quali: - foto riproduttori elettronici, computer e stampanti, software ed assistenza informatica, video-proiettori, impianto audio e service per tutte le iniziative ricorrenti. Inoltre si avranno a disposizione palchi di proprietà comunale e attrezzature varie (es. archi e strutture gonfiabili, vele pubblicitarie, transenne, ecc….). CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI 27) Eventuali crediti formativi riconosciuti: L’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, e le facoltà dell’Ateneo, riconoscono l’esperienza del servizio civile svolto presso l’Unione Terre di Castelli quale parte integrante del percorso formativo dello studente (accertata la congruità con il percorso curriculare previsto dai regolamenti didattici dei singoli corsi di studio), attribuendo allo svolgimento completo del Servizio fino a un massimo di 9 crediti, a cui potranno aggiungersi ulteriori crediti, e comunque per un massimodi 9, come attività autonomamente scelte dallo studente, su espressa e motivata delibera del competente organo didattico. (Deliberazione di Giunta dell’Unione n.64 del 02.08.2006). Vedi allegato “E”. 28) Eventuali tirocini riconosciuti : la Facoltà di Lettere e Filosofia di Bologna, attribuirà ai periodi di Servizio Civile Volontario realizzato presso l’Unione Terre di Castelli dagli studenti/studentesse iscritti ai propri corsi di studio, in relazione all’attività effettivamente svolta, valore di tirocinio formativo. Alla partecipazione ai progetti presentati dall’Unione Terre di Castelli verranno riconosciuti, previa verifica da parte degli organi competenti della congruità della congruità con il percorso curriculare previsto dai regolamenti didattici dei singoli corsi, crediti formativisino al massimo previsti dal regolamento del singolo corso di studio per l’attività di tirocinio curricolare. (Deliberazione della Giunta dell’Unione n. 60 del 26.07.2006). Vedi allegato “F”. 29) Competenze e professionalità acquisibili dai volontari durante l’espletamento del servizio, certificabili e validi ai fini del curriculum vitae: Conoscenze delle tecniche di base nella gestione e nell’organizzazione di un ufficio di accoglienza e informazione turistica, conoscenza del territorio, in materia di comunicazione e di rapporti con l'utenza, ed organizzazione di informazione turistica ed inserimento del volontario nei processi formativi organizzati dalla Provincia o dalla Regione, o altri Enti coinvolti. Messa a punto delle tecniche di predisposizione di progetti di richiamo turistico. Al termine dell’attività l’Ente certificherà in proprio le attività svolte dai volontari, durante il SC, attestandone: la durata l’ambito la tipologia la formazione (durata e argomenti) ricevuta in itinere . Formazione generale dei volontari 30) Sede di realizzazione: La formazione generale verrà prevalentemente svolta presso la sede dell’Unione Terre di Castelli – Via Bellucci n. 1 – 41058 Vignola (MO). 31) Modalità di attuazione: La formazione è realizzata in proprio. 32) Ricorso a sistemi di formazione verificati in sede di accreditamento ed eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio: NO 33) Tecniche e metodologie di realizzazione previste: La formazione generale avverrà tramite: » lezioni frontali; » dinamiche non formali. Infatti la formazione generale verrà svolta prevalentemente attraverso lezioni in aula ma con la partecipazione attiva degli allievi tramite lavori di gruppo, discussioni, analisi di casi. 34) Contenuti della formazione: In riferimento alla determinazione del 4 aprile 2006 dell’UNSC- Ufficio Nazionale per il Servizio Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri concernente: “Linee guida per la formazione generale dei giovani in servizio civile nazionale”, la Formazione generale dei volontari sarà articolata sulle seguenti tematiche: - sviluppo dell’identità del gruppo in formazione/lavoro per progetti; - dall’obiezione di coscienza al servizio civile nazionale: evoluzione storica, affinità e differenze tra le due realtà; - il dovere di difesa della Patria; - difesa civile non armata e non violenta; - solidarietà e forme di cittadinanza, un approccio multiculturale; - servizio civile nazionale, associazionismo e volontariato; - l’ordinamento del servizio civile nazionale e la carta di impegno etico; - diritti e doveri del giovane in servizio civile nazionale; - la protezione civile: collegamento tra difesa della Patria e difesa dell’Ambiente del territorio e delle popolazioni; - le forme di partecipazione attiva alla vita della società civile: l’Ente Locale e le Unione dei Comuni, con la presentazione della storia, le caratteristiche specifiche e le modalità organizzative dell’ente Unione Terre di Castelli. 35) Durata: 35 ore Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei volontari 36) Sede di realizzazione: Presso le sedi di attuazione del progetto e precisamente: » Servizio promozione turistica – Piazza Roma n. 5 – 41014 Castelvetro di Modena (MO); » Centro giovani – Piazza Brodoloni n. 13 – 41051 Castelnuovo Rangone (MO); » Servizio Area servizi alla città – Via Doccia n. 64 – 41056 Savignano sul Panaro (MO); » Servizio Turismo – Piazza Caduti della Libertà n. 3 – 41057 Spilamberto (MO); » Servizio Sport e Turismo – Via Selmi n. 5 – 41058 Vignola (MO). 37) Modalità di attuazione: La formazione specifica è realizzata in proprio, presso l’ente con formatori dell’ente. 38) Nominativo/i e dati anagrafici del/i formatore/i: - Quartieri Cristina nata a Vignola (MO), il 31/01/1975; Bertoni Ivonne, nata a Pavullo nel Frignano (MO), il 07.01.1960; Iseppi Francesco, nato a Marano sul Panaro (MO) il 16.02.1959; Perriello Vincenzo Giovanni, nato a Montalbano Ionico (MT) il 24.06.1953; Cavazzoli Paolo, nato a Bomporto (MO) il 04.01.1954; 39) Competenze specifiche del/i formatore/i: I formatori, da anni operanti nel settore turismo e promozione territoriale, hanno una conoscenza approfondita sia tecnica che giuridica in materia Turistico territoriale. Per ulteriori informazioni si rimanda ai curricula allegati sotto la lettera “B”. 40) Tecniche e metodologie di realizzazione previste: Lezioni teoriche e pratiche sul posto utilizzando strumentazione tecnico scientifica già presente nei servizi dei comuni coinvolti, documentazione fotografica, pubblicazioni, mezzi informatici; ed eventualmente anche con altre risorse ritenute utili. 41) Contenuti della formazione: - Accenni della normativa vigente in materia turistica, museale e culturale; Tecniche di reference; Conoscenza degli Enti cui riferirsi in materia di tutela, valorizzazione e promozione del territorio ed in particolare dei beni culturali; Espletamento pratiche inerenti all’argomento; - - Accenni alle tecniche ed alla metodologia della didattica museale: con particolare riguardo all’insegnamento dei percorsi museali e alla conoscenza del materiale in essi conservato ed esposto; Accenni alle tecniche di conservazione dei beni in oggetto; Aggiornamento del sito internet; Uso della strumentazione tecnologica in dotazione al servizio. 42) Durata: 75 ore Altri elementi della formazione 43) Modalità di monitoraggio del piano di formazione (generale e specifica) predisposto: FORMAZIONE GENERALE Il monitoraggio avviene della formazione avviene su più livelli: - attraverso il colloquio individuale e privato gestito dal tutor, improntato anche per verificare il grado di soddisfazione dei volontari; - attraverso colloqui individuali gestiti dagli OLP; FORMAZIONE SPECIFICA Il monitoraggio della formazione specifica sarà effettuato tramite verifiche periodiche sul grado di apprendimento dei volontari, utilizzando colloqui con i volontari e schede di valutazione trimestrali. Data Il Progettista dott.ssa Debora Dameri Il Responsabile del Servizio civile nazionale dott. Teodoro Vetrugno