Dal movimento all’istituzione
• Il movimento è fluido, aperto al possibile, tutto nel suo
procedere è sempre in discussione.
• Nella fase iniziale di stato nascente i suoi membri
decidono all’unanimità perché ciascuno è pronto a
rinunciare al suo particolare punto di vista a favore
dell’unità e del successo del gruppo
• Nel tempo, però, le decisioni non avvengono più
all’unanimità e, al posto di princìpi generici, vengono
fatti programmi dettagliati. E’ l’inizio del processo di
istituzionalizzazione che porta, a poco a poco, alla
definizione di una dottrina che può diventare dogma
• Nel processo che va dallo stato nascente al movimento e
alla istituzione, le grandi idealità dell’inizio inevitabilmente
vengono tradite. Lo stato nascente è un sogno, una utopia
operante e non dura a lungo perché deve declinarsi nei
termini della realtà del momento con i bisogni, le necessità,
le ambizioni, gli interessi di quel periodo storico.
• La sua visione di uguaglianza, fratellanza, amore, scomparsa
del male perciò viene sempre sconfitta ed è dalla sua
sconfitta che nasce l’istituzione. Però se l’istituzione
tradisce le grandi speranze del movimento, nello stesso
tempo comunque ne è la figlia e in qualche misura, l’erede.
• Esempio: i primi cristiani
• Il passaggio dalla vita quotidiana allo stato nascente va
dall’eterogeneo all’omogeneo. Al contrario, il passaggio
dallo stato nascente all’istituzione va dall’omogeneo
all’eterogeneo
Le istituzioni di dominio
• Il movimento ha bisogno di una guida, di un capo.
Questo capo emerge dal calore bianco dell’entusiasmo,
dalla speranza di un rinnovamento radicale.
• Nello stato nascente non si dichiara capo, ma è il
primus inter pares. Col successo del movimento e
trionfando sui suoi avversari, a poco a poco viene
riconosciuto da tutti e, poiché il movimento promette
qualcosa di straordinario, egli stesso diventa
straordinario: un capo carismatico.
• Il «culto della personalità» si forma spontaneamente,
sono i seguaci stessi che innalzano il loro capo e lo
adorano.
• Il carisma però è precario, si rafforza solo attraverso il
successo, con la sconfitta può svanire.
• E svanisce spontaneamente anche col passare del tempo
perché nessun capo è in condizione di realizzare i sogni
dorati dello stato nascente.
• Il capo, perciò, quando ha raggiunto il potere politico, è
portato a stabilizzarlo dichiarando che gli obiettivi verranno
realizzati e nel frattempo liberandosi di tutti gli avversari
reali e potenziali (in modo pacifico o sanguinario).
• La divinizzazione del capo carismatico ha sempre, come
corrispettivo, l’elaborazione paranoica di un Nemico Totale.
Non è possibile un’idealizzazione istituzionale senza una
demonizzazione istituzionale. Il capo divinizzato ha, come
antagonista, un demone.
• E’ l’asservimento morale che porta alla
formazione del fanatico. Il fanatico non è
semplicemente uno che crede ciecamente. E’ un
individuo che è stato asservito moralmente.
• Un individuo che ha accettato di compiere azioni
in totale contrasto con i suoi convincimenti, i suoi
amori, contro la verità.
• Il fanatico è uno che ha tradito, nella sua essenza,
l’esperienza di liberazione, di fratellanza e di
verità dello stato nascente. Per questo ha perso la
sua anima. Può solo ubbidire e uccidere
Le istituzioni di convivenza
• Nelle fasi iniziali dei movimenti gli individui
sanno con chiarezza di essere portatori di
diritti umani fondamentali e inalienabili
• Può succedere, però, che eliminato un
sovrano dispotico, il movimento stesso può
creare un sovrano collettivo – la Convenzione
rivoluzionaria - ancora più dispotico e
sanguinario
La costituzione in due parti
e due patti (Locke)
• Pactum civitatis, in cui si stabiliscono i diritti
• Pactum subiectionis, patto che può avvenire a condizione che
il sovrano riconosca i diritti fondamentali e inviolabili che i
consociati hanno già definito nel pactum civitatis
• L’essenza della costituzione consiste nella identificazione di un
preciso sovrano che no possa violare i patti
• L’essenza delle istituzioni di convivenza rappresenta il limite
che il movimento si deve autoimporre per evitare di generare
una assemblea o un capo carismatico onnipotente che viola i
diritti appena proclamati.
La strada che allontana
dalla democrazia
• La definizione di contratto sociale di J.J. Rousseau: “Quella
formazione per la quale ciascuno, unendosi a tutti, non obbedisca
che a se stesso e resti libero come prima”
• L’unica formazione sociale i cui membri hanno questa esperienza è
lo stato nascente. Esiste solo nella fase iniziale dei movimenti, poi
scompare. E’ una esperienza di breve durata, non una istituzione.
• Nelle istituzioni, infatti, non succede mai il caso in cui qualcuno,
unendosi a tutti, non obbedisca che a se stesso
• Rousseau descrive l’esperienza di libertà, uguaglianza, fratellanza,
unanimità, verità e giustizia che gli uomini hanno nello stato
nascente senza sapere che è lo stato nascente e anzi immaginando
che essa possa diventare permanente, farsi istituzione
• Tutte le dottrine politiche, siano esse liberali, anarchiche, marxiste o
islamiste, che promettono istituzioni capaci di conservare la
coincidenza fra volontà individuale e volontà generale (profana e
divina) producono totalitarismi
La strada che conduce alla democrazia
• Hobbes descrive l’epoca rivoluzionaria nella quale
vive come “stato di natura”, in cui ogni uomo agisce
per sé, esclusivamente per sé, chiuso nel suo
egoismo. Ne risulta una lotta di tutti contro tutti.
• Per uscire da questa condizione, gli uomini devono
utilizzare la ragione. Essendo intelligenti, capiscono
che possono cedere il loro potere a qualcuno in
cambio della vita e della sicurezza. Avendo ceduto il
loro potere in questo modo al sovrano, sarà lui che li
costringerà a vivere insieme in una armonia
predisposta dalla legge
• Per Locke, i governanti sono amministratori al
servizio della comunità e il loro compito è assicurare
la prosperità e il benessere dei cittadini. Il sovrano
non può mai e poi mai andare contro i diritti naturali
inalienabili dei suoi sudditi. Questo è il modello dello
Stato costituzionale moderno.
• La democrazia moderna: proclamazione dei diritti e
dei limiti posti al sovrano, chiunque esso sia. E fra i
diritti, il primo che deve essere rispettato è la libertà
dei politici.
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