Le epoche dei grandi movimenti • I movimenti si concentrano in alcuni periodi storici, di regola dopo grandi trasformazioni politico-tecnico-economiche - Nel VI sec. a.C. filosofia in Grecia Giainismo e Buddismo in India Taoismo e Confucianesimo in Cina - Nel VII sec. d.C. Islam al crollo dell’impero romano e alla crisi dell’impero persiano - Nel Rinascimento Riforma protestante e Controriforma Nella seconda metà del Settecento Illuminismo e Rivoluzione Francese Nell’Ottocento movimenti nazionalisti che creano gli Usa, l’Italia, la Polonia, la Grecia Con la grande industrializzazione Movimenti socialisti e il Comunismo, il Fascismo, il Nazismo Nel secondo dopoguerra Movimenti di liberazione nazionale in Africa e Asia Con la società dei consumi Movimenti giovanili, la rivoluzione sessuale, la diffusione di droghe Oggi, nei paesi islamici Movimenti di rivitalizzazione dell’Islam Chi si ribella? • Il movimento ha inizio sempre in pochi individui che, ad un certo punto si ribellano all’ordine costituito • Quando si scarica l’aggressività su un unico nemico, scompaiono tutte le tensioni e le lotte intestine. E’ la vittima che affratella, che crea la solidarietà • Gli iniziatori compiono sempre una trasgressione, ma limitata alla rottura delle regole sociali, dei costumi, alla sfida del potere costituito I soggetti del movimento • I soggetti del movimento sono essenzialmente coloro che, in seguito alle trasformazioni sociali, vedono la loro posizione peggiorata, se pur relativamente ad altri, e quelli che, invece, intravvedono nuove possibilità ma vengono bloccati dalle vecchie élite e dalle vecchie istituzioni. • Sono le classi ed i ceti sociali in decadenza che temono di perdere ciò che hanno, e quelli in ascesa che temono di non poter realizzare le proprie aspirazioni • Chi sta bene non si ribella, non si getta allo sbaraglio, non sogna un paradiso in terra • Non si ribella la gente che sta male da sempre perché è stata soffocata in lei ogni possibilità di speranza. Occorre che si apra una possibilità e si risvegli la speranza che faccia esplodere la rivolta • Non si ribella chi non ha un passato, una tradizione, una fede • Si ribella chi era radicato ed è stato sradicato, chi aveva una sua casa e l’ha perduta, chi aveva una fede e la vede svilita, chi aveva dei diritti e gli sono stati tolti, ecc. • Le frustrazioni, i desideri delusi, le speranze, le ambizioni si trasfigurano in motivazioni ideali. Ai frustrati, ai delusi, ecc. si associano i poveri, gli oppressi, coloro che sperano di guadagnare qualcosa dalla sovversione, i violenti, ecc. che costituiscono la manovalanza della rivolta Lo stato nascente • Quando si incrinano le strutture consolidate, la gente si raggruppa, discute su nuove possibilità • Il movimento accade solo quando, in uno o più individui coinvolti nella crisi, avviene una mutazione qualitativa, un mutamento interiore. Egli percepisce, vede che tutto quanto ha dato per scontato, considerato immodificabile, può e deve essere cambiato. Che è possibile un altro modo di esistere, un modo di essere libero, felice, e non solo per sé, ma anche per altri, talvolta per tutti • Un’idea improvvisa, una scoperta, una rivelazione, una illuminazione • Esempi: - S. Paolo sulla via di Damasco - Lutero e la nascita del protestantesimo - Marx ed il proletariato come popolo eletto - La conversione di S. Francesco d’Assisi e S.Ignazio di Loyola Dallo stato nascente individuale allo stato nascente di gruppo • E’ un mutamento interiore, una morte e una rinascita, da cui sorge un uomo nuovo con una nuova visione del mondo. E’ lo stato nascente individuale del precursore, del fondatore, del leader. Ma la sua fede crea un processo analogo attorno a lui, come una sorta di contagio. • Lo stato nascente di un individuo diventa stato nascente di gruppo. Ora tutti sono potenzialmente dei missionari, dei capi: è iniziato il movimento.