Carissimi amici del Lions e Panathlon Club,
sono onorato e orgoglioso di poter partecipare come Accademia di Belle Arti
SantaGiulia di Brescia, alle vostre straordinarie iniziative caratterizzate dalla
solidarietà e dall’infinito amore verso gli altri.
La collaborazione nella realizzazione grafica di questo manuale, che ha origine
nella cooperazione del Prof. Claudio Gobbi, Coordinatore della Scuola di
Grafica, e della Prof.ssa Elena Cecchini, ci ha dato l’opportunità di contribuire,
individualmente e collettivamente, ad un un’esperienza di servizio alla
comunità.
Concludendo ringrazio il Past Governatore Distrettuale Ferruccio Lorenzoni,
il Coordinatore Enrico Spagiari e tutti i soci del Lions e Panathlon Club per il
sostegno e la fiducia riposta nei nostri giovani.
Prof. Riccardo Romagnoli
Direttore Accademia di Belle Arti SantaGiulia di Brescia
INTRO DU Z IO NE
Il quaderno “Movimento, gioco, fantasia” si propone come summa del Corso
seminariale per insegnanti di scuola primaria “PERCHÉ E COME L’ATTIVITÀ
MOTORIA”, patrocinato dall’Ufficio Scolastico Provinciale e organizzato dal
Lions Brescia Cidneo e dal Panathlon.
L’obbiettivo è l’acquisizione di conoscenze e metodologie specifiche per
l’attività psico-motoria e dei principi base per l’alimentazione equilibrata degli
alunni della scuola primaria.
L’importanza che l’attività motoria e la pratica sportiva rivestono oggi è
innegabile proprio perché i dati statistici di questi ultimi anni rivelano che i
bambini ed i ragazzi dai sei agli undici anni presentano un eccesso di peso
corporeo ed una difficoltà di movimento uniti ad una alimentazione di base
sbagliata.
La scuola, ancora una volta, è chiamata a porre l’accento su queste tematiche
per svolgere fino in fondo il suo ruolo di ente educatore, per portare gli alunni
a raggiungere un equilibrato sviluppo psico-fisico, supporto essenziale per la
realizzazione dell’apprendimento intellettivo e la maturazione e lo sviluppo
dell’uomo e del cittadino di domani.
Prof. Giuseppe Colosio
Dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Brescia
INDICE
MOVIMENTO, GIOCO E FANTASIA
Premessa: Prof. Alessandro Galeri
Docente di Educazione Fisica, Coordinatore Servizi Educazione Fisiche e Sportive USP Brescia
pag. 9
L’IMPORTANZA DELL’EDUCAZIONE MOTORIA
Prof. Guido Colombo
Docente di Educazione Fisica, Coordinatore del Comitato Provinciale del CONI di Brescia
pag. 10
L’ATTIVITÀ MOTORIA NELL’ETÀ EVOLUTIVA
Prof. Claudio Orizio, Prof. ssa Renza Perini
Scuola di Specializzazione in Medicina dello Sport, Università degli Studi di Brescia
pag. 17
LO SPORT NEL BAMBINO
CON PATOLOGIA CRONICA: OBESITÀ
Prof. Claudio Maffeis, Prof.ssa Marta Castellani
Dipartimento Materno-Infantile e di Biologia Genetica, Sezione di Pediatria,
Università degli Studi di Verona
pag. 25
SPORT: MOTRICITÀ E FORMAZIONE DELL’IO
Prof. Giuseppe Bulgarini
pag. 28
Psicologo
ALIMENTAZIONE EQUILIBRATA
E CORRETTO APPROCCIO ALL’USO
DI INTEGRATORI E FARMACI
Dr. Giovanni Broggi
Farmacista
pag. 35
BIBL IO GRAFIA
pag. 42
7
MOVIMENTO, GIOCO E FANTASIA
Premessa: Prof. Alessandro Galeri
Docente di Educazione Fisica, Coordinatore Servizi Educazione Fisiche e Sportive USP Brescia
L’attività motoria in età infantile è
un argomento di grande interesse
nel dibattito psico-pedagogico
contemporaneo.
Essa si presenta certamente aperta ad
una grande varietà di interpretazioni
e ad una molteplicità di approcci
metodologici.
Indubbiamente il MOVIMENTO,
il GIOCO, e la FANTASIA sono
tre elementi che, in varia misura,
dovrebbero costituire il fondamento
dell’attività motoria soprattutto per i
ragazzi della fascia d’età 6/11 anni.
Certo, quest’attività, che in passato
era frutto delle esperienze derivanti
dalle attività svolte in cortile, nei
campetti di quartiere o degli oratori
con i gruppi dei pari, oggi non c’è più.
La cementificazione, la riduzione
degli spazi, il sopravvento dei giochi
elettronici ha tarpato le ali alle
esperienze motorie non strutturate
che si svolgevano all’aperto e l’attività
oggi si pratica quasi esclusivamente
8
in modo troppo strutturato e spesso
settoriale. Non può e non deve
essere così; è fondamentale che si
parta dalla spontanea disposizione
dei bambini e si torni ad offrire agli
stessi le opportune occasioni di
apprendimento e crescita attraverso
proposte di attività motoria ricche,
variate e il più possibile complete.
Da qui la necessità di elaborare
e proporre un lavoro polivalente
e multilaterale, interessante e
significativo in grado di suscitare
motivazione ed attenzione nel
bambino, presupposto irrinunciabile
per salvaguardare il suo armonico
sviluppo; sfruttando al meglio le
affinità strutturali tra le varie proposte
educative.
Un lavoro del genere è altresì la
maggiore garanzia per ottenere
il più alto grado di trasferibilità di
apprendimenti nell’ ambito delle
attività motorie e nel rapporto tra
queste e le altre attività educative.
9
L’IMPORTANZA DELL’EDUCAZIONE MOTORIA
Prof. Guido Colombo
Docente di Educazione Fisica, Coordinatore del Comitato Provinciale del CONI di Brescia
L’importanza dell’educazione motoria
e di una adeguata pratica sportiva,
rivolta alla fascia della popolazione
in età evolutiva, è riconosciuta ormai
da tutte le istituzioni internazionali
“addette ai lavori”.
Diversi ordini medici che si dedicano
allo studio dell’auxologia e della
salute legata alla crescita, sono tutte
concordi nel definirle indispensabili.
Non c’è un articolo, un’intervista
o servizio televisivo che tratta di
disfunzioni della crescita e del
metabolismo, atteggiamenti
posturali viziati, cattive abitudini
alimentari e usi di fumo, alcol e
sostanze, che, insieme ai consigli
prettamente medici di terapie mirate,
non consigli la corretta pratica di
attività motoria e sportiva come
determinante supporto alle risoluzioni
delle patologie pediatriche.
Nel campo dell’istruzione la musica
non cambia.
Le commissioni europee che si
occupano di educazione hanno
ben evidenziato il valore educativo
e formativo della motricità e dello
sport nello sviluppo di capacità
“trasversali “ a tutte le sfere dell’essere
umano. Il Consiglio del Parlamento
Europeo ha istituto “L’anno europeo
dell’educazione attraverso lo sport”
nel 2004, con lo slogan significativo:
“Move your body – strech your
mind”, sono stati finanziati ben
185 progetti attuati da 28 Paesi
comunitari, con una partecipazione
ai progetti territoriali di milioni di
giovani. L’indagine che ne è seguita
sulla pratica dello sport dei giovani
europei riporta:
“Oggi lo sport è parte integrante dei
curricoli scolastici nella maggior parte
dei paesi della UE e circa il 42% della
popolazione al di sopra dei 15 anni
dedica all’attività fisica più di 3 ore
alla settimana,il 26% tra 1-3 ore,il
32% non pratica alcuna attività con
regolarità. Va inoltre segnalato, come
risulta da un’indagine condotta da
Eurobarometer alla fine del 2004, che
il 62% degli europei è favorevole ad un
esplicito riferimento nella Costituzione
Europea relativo alla dimensione
sociale, educativa e culturale dello
sport.”.
La Commissione Europea per la
cultura e l’istruzione, sul ruolo dello
sport nell’educazione ha emesso
una: PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL
PARLAMENTO EUROPEO.
10
Dopo l’analisi di diverse relazioni
sulle indagini svolte, ha espresso le
seguenti considerazioni, (ne cito solo
alcune:)
“ A. considerando che l’educazione
fisica è l’unica materia scolastica che
punta a preparare i bambini a uno
stile di vita sano, concentrandosi
sul loro sviluppo fisico e mentale e
trasmettendo importanti valori sociali,
quali la correttezza, l’autodisciplina,
la solidarietà, lo spirito di gruppo, la
tolleranza e la lealtà.
ha espresso numerose sollecitudini
e incoraggiamenti a tutti gli stati
dell’unione tra i più significativi:
chiede agli Stati membri e alle
autorità competenti di assicurare che i
programmi scolastici
e prescolastici pongano un accento
maggiore sullo sviluppo della salute,
incoraggiando forme specifiche
di attività fisica adatte al secondo
gruppo di età e promuovendo la
consapevolezza nell’ambito di club
e associazioni onde assicurare, ad
esempio, che i
bambini possano iniziare l’attività
fisica prima possibile, con beneficio per
il loro sviluppo
e la loro salute e, quindi, di garantire
all’educazione fisica uno status
conforme al profilo dell’istituzione e al
corrispondente livello di studi.
Noi italiani ci sentiamo un po’ tirati
per le orecchie, basta vedere la
tabella allegata per verificare che
siamo veramente il fanalino di coda
per quanto riguarda la situazione
dell’educazione motoria nella
scuola: praticamente assente nella
scuola dell’Infanzia e assegnata
alle/agli insegnanti della scuola
Primaria che non hanno, per
formazione professionale, la specifica
competenza per l’insegnamento di
tale disciplina.
Leggendo le “Nuove Indicazioni per
il curricolo della scuola dell’infanzia
e del primo ciclo di istruzione”, per
la Scuola dell’Infanzia si sono fissati i
seguenti TRAGUARDI PER
C. considerando che l’educazione fisica
e lo sport sono fra i più importanti
strumenti di integrazione sociale, ma
che la piena partecipazione a tali
attività in molti casi non è garantita per
talune minoranze, comunità religiose
e per i bambini handicappati e solleva
numerosi problemi difficili da risolvere,
D. considerando che negli ultimi
dieci anni le ore di educazione fisica
sono diminuite non solo nella scuola
elementare, ma anche in quella media,
e che fra gli Stati membri esistono
notevoli divergenze per quanto
riguarda la fornitura di impianti e di
attrezzature,
E. considerando che i programmi
di formazione per gli insegnati di
educazione fisica sono estremamente
diversi nei vari Stati membri e che
sempre più spesso tale materia è
insegnata da insegnanti che non
dispongono di un’adeguata formazione
specializzata”
11
LO SVILUPPO DELLA COMPETENZA:
“Il bambino raggiunge una buona autonomia personale nell’alimentarsi e
nel vestirsi, riconosce i segnali del corpo, sa che cosa fa bene e che cosa fa
male, conosce il proprio corpo, le differenze sessuali e di sviluppo e consegue
pratiche corrette di cura di sé, di igiene e di sana alimentazione. Prova piacere
nel movimento e in diverse forme di attività e di destrezza quali correre, stare in
equilibrio, coordinarsi in altri giochi individuali e di gruppo che richiedono l’uso di
attrezzi e il rispetto di regole, all’interno della scuola e all’aperto.Controlla la forza
del corpo, valuta il rischio, si coordina con gli altri.Esercita le potenzialità sensoriali,
conoscitive, relazionali, ritmiche ed espressive del corpo. Conosce le diverse parti
TABELLA DELLE ORE SETTIMANALI DI EDUCAZIONE MOTORIA NELLE SCUOLE EUROPEE
[Il calcolo è basato su 30 settimane annue di insegnamento. In Italia, ad esempio, il totale scaturisce da:
2 x 30 x 3 = 180 (medie) + 2 x 30 x 5 = 300 (superiori); totali: 180 + 300 = 480]
STATO
BELGIO
DANIMARCA
FRANCIA
GERMANIA
GRECIA
INGHILTERRA
LUSSENBURGO
OLANDA
PORTOGALLO
SPAGNA
FINLANDIA
NORVEGIA
SVEZIA
SVIZZERA
TURCHIA
ITALIA
Scuola
Scuola
Sec ondaria
Sec ondaria
Anni
Obb
Materna
Primaria
Inferiore
Superiore
scolastici
Ed. Fisica
SI
5
2
2/3
2/3
12
960/1120
SI
1
2
2
3/2
13
1040
SI
5
5
5
5
12
1680/26 00
SI
3
3
3
13
14
1404/14 68
3
13
SI
3
SI
Le ore
SI
2
5
variano
da scuola
a scuola
Totale ore di
1440
1480 circa
Non fissato
2
3
2/1
13
960
SI
5
2
3
2
11
960
SI
Non fissato
2
3
2
11
960
SI
Non fissato
3
2
2
11
SI
Non fissato
3
2
3
12
1200
SI
Non fissato
1/2
2
2/3
12
1040
SI
Non fissato
1/3
1/3
3
12
1280
SI
Non fissato
3
3
3
13
1560
SI
Non fissato
1
2
1/2
12
640
2
2
13
480
SI
12
del corpo e rappresenta il corpo in stasi
e in movimento”
Per raggiungere questi obiettivi, che
si possono definire senza ombra
di dubbio FONDAMENTALI per la
formazione della persona in crescita,
è necessario che l’insegnante
sia dotato di una cultura e una
formazione professionali nel campo
della psicomotricità, che solo
degli specialisti possono avere, le
insegnanti curricolari se non hanno
avuto tale formazione devono per
forza avvalersi di consulenti esterni.
Nelle Indicazioni per il Curricolo
per la Scuola Primaria, .tra le varie
indicazioni programmatiche hanno
definito:
“Tre grandi aree disciplinari - Le singole
discipline sono considerate nella loro
specificità ma vengono proposte
all’interno di tre grandi aree disciplinari:
area linguistico-artisticoespressiva; area
storico-geografica; area matematicoscientifico-tecnologica………… “.
Come si può notare l’educazione
motoria non è inserita in nessuna di
queste aree.
Alla fine del lungo testo che
indica i contenuti e le finalità degli
obiettivi delle grandi aree, si parla
dell’educazione motoria , ma
slegata dal precedente interesse alla
pluridisciplinarietà.
Vengono fissati i seguenti obiettivi di
apprendimento alla fine della classe
terza della scuola primaria.
Il corpo e le funzioni senso-percettive:
– Riconoscere e denominare le varie
parti del corpo su di sé e sugli altri e
saperle rappresentare graficamente;
riconoscere, classificare, memorizzare
e rielaborare le informazioni
provenienti dagli organi di senso
(sensazioni visive, uditive, tattili,
cinestetiche).
Il movimento del corpo e la sua
relazione con lo spazio e il tempo
Coordinare e utilizzare diversi schemi
motori combinati tra loro (correre/
saltare, afferrare/lanciare, ecc).
– Sapere controllare e gestire le
condizioni di equilibrio staticodinamico del proprio
corpo.
– Organizzare e gestire l’orientamento
del proprio corpo in riferimento
alle principali coordinate spaziali
e temporali (contemporaneità,
successione e reversibilità) e a
strutture ritmiche.
– Riconoscere e riprodurre semplici
sequenze ritmiche con il proprio
corpo e con attrezzi.
13
Il linguaggio del corpo come modalità Obiettivi di apprendimento al termine
comunicativo-espressiva
della classe quinta della scuola
primaria.
– Utilizzare in modo personale il
Il corpo e le funzioni senso-percettive:
corpo e il movimento per esprimersi,
comunicare stati d’animo, emozioni
– Acquisire consapevolezza delle
e sentimenti, anche nelle forme della
funzioni fisiologiche (cardio-respiratorie
drammatizzazione e della danza.
e muscolari) e dei loro cambiamenti
in relazione e conseguenti all’esercizio
– Assumere e controllare in forma
fisico, sapendo anche modulare e
consapevole diversificate posture del controllare l’impiego delle capacità
corpo con finalità espressive.
condizionali (forza, resistenza, velocità)
Il gioco, lo sport, le regole e il fair play adeguandole all’intensità e alla durata
del compito motorio.
– Conoscere e applicare
Il movimento del corpo e la sua
correttamente modalità esecutive
relazione con lo spazio e il tempo
di numerosi giochi di movimento e
presportivi, individuali e di squadra,
– Organizzare condotte motorie sempre
e nel contempo assumere un
più complesse, coordinando vari
atteggiamento positivo di fiducia
schemi di movimento in simultaneità e
verso il proprio corpo, accettando
successione.
i propri limiti, cooperando e
interagendo positivamente con gli
– Riconoscere e valutare traiettorie,
altri, consapevoli del “valore” delle
distanze, ritmi esecutivi e successioni
regole e dell’importanza di rispettarle. temporali delle azioni motorie, sapendo
Sicurezza e prevenzione, salute e
organizzare il proprio movimento nello
benessere
spazio in relazione a sé, agli oggetti,
agli altri.
– Conoscere e utilizzare in modo
Il linguaggio del corpo come modalità
corretto e appropriato gli attrezzi e gli comunicativo-espressiva
spazi di attività.
– Utilizzare in forma originale e creativa
– Percepire e riconoscere “sensazioni
modalità espressive e corporee anche
di benessere” legate all’attività ludico- attraverso forme di drammatizzazione,
motoria.
sapendo trasmettere nel contempo
contenuti emozionali.
– Elaborare semplici coreografie o
sequenze di movimento utilizzando
14
band musicali o strutture ritmiche.
Il gioco, lo sport, le regole e il fair play
– Conoscere e applicare i principali
elementi tecnici semplificati di
molteplici discipline sportive.
– Saper scegliere azioni e soluzioni
efficaci per risolvere problemi motori,
accogliendo suggerimenti e correzioni.
– Saper utilizzare numerosi giochi
derivanti dalla tradizione popolare
applicandone indicazioni e regole.
– Partecipare attivamente ai giochi
sportivi e non, organizzati anche
in forma di gara, collaborando con
gli altri, accettando la sconfitta,
rispettando le regole, accettando
le diversità, manifestando senso di
responsabilità.
Sicurezza e prevenzione, salute e
benessere
– Assumere comportamenti adeguati
per la prevenzione degli infortuni e per
la sicurezza nei vari ambienti di vita.
- Riconoscere il rapporto tra
alimentazione, esercizio fisico e salute,
assumendo adeguati comportamenti e
stili di vita salutistici.”
Condividendo a pieno tutti gli
obiettivi riportati e le modalità di
proposta, la mia perplessità rimane in
quando: sappiamo tutti che parecchi
insegnanti della scuola primaria
hanno un profilo professionale
tale che non gli consente di poter
intervenire con la stessa efficacia e
risultati che abitualmente ottengono
nelle altre aree curricolari.
Oltre tutto, da qualche anno la scuola
Primaria, nella sua autonomia, ha
potuto optare se dotarsi di una
o due ore di educazione motoria
settimanale, ma con amarezza ho
potuto verificare che la percentuale
che ha optato per UNA è quasi la
totalità.
Questo problema è conosciuto da
diversi anni, il C.O.N.I. parallelamente
al “datato” progetto “Educazione
Motoria di Base” ha istituto diversi
corsi di aggiornamento diretti agli
insegnanti elementari. Attualmente,
con il Progetto Giocosport , che ha
come slogan “NESSUN ESCLUSO” sta
sostenendo l’educazione motoria
nella scuola primaria, con interventi
che prevedono un supporto con
consulenti specialisti ed economico.
Lo stesso Ministero dell’Istruzione
nel 1999 ha proposto il Progetto
Perseus, nel 2005 il Piano Pluriennale
di Potenziamento dell’Educazione
Motoria nella Scuola Primaria, e,
recentemente, ha varato un progetto
per il potenziamento dell’educazione
motoria nella scuola primaria,
finanziando quei progetti approvati in
sede territoriale dagli Uffici Scolastici
Provinciali, che recitano:
“Le scuole che presenteranno i progetti
potranno prevedere l’utilizzo di uno o
più esperti (è auspicabile che questo
avvenga soprattutto per i progetti
presentati dalle scuole primarie e dagli
15
16
L’ATTIVITÀ MOTORIA NELL’ETÀ EVOLUTIVA
Prof. Claudio Orizio, Prof.ssa Renza Perini
m ecc an is mo aerob ico
Scuola di Specializzazione in Medicina dello Sport, Università degli Studi di Brescia
mecc an ismo an aerob ico lat t acido
perseguire gli obiettivi sopra citati.
La CAPDI (Confederazione
Associazioni Diplomati ISEF e
Laureati in Scienze Motorie), si stà
battendo da anni per presentare
dei progetti di legge per istituire la
figura professionale dell’insegnate
specialista nei diversi ordini scolastici
dove è ancora assente.
Di conclusioni se ne possono fare
tante, ma sicuramente , in attesa che
la cultura dell’educazione motoria e
sportiva si radichi in tutti gli operatori
scolastici di ogni livello, e che i
legislatori portino a compimento i
progetti di legge già stilati, abbiamo
un dovere prioritario: fornire alla
popolazione scolastica della scuola
primaria una adeguata esperienza
motoria e sportiva, quindi appare
necessario utilizzare e promuovere
tutti i progetti attualmente operanti
e nel frattempo, cercare di trovare la
strada migliore per formare gli insegnanti.
m ecc an ism o anaero bico alat t acid o
istituti comprensivi).
L’esperto potrà essere retribuito con
contratto di prestazione d’opera, o, nel
caso di docenti appartenenti alla stessa
istituzione scolastica, secondo le norme
vigenti in materia contrattuale.
Possono ricoprire la qualifica di
consulente/esperto per le attività
motorie docenti esperti in possesso
della laurea in Scienze motorie o del
diploma ISEF, con specifiche esperienze,
professionalità e competenze in ordine
alla progettazione, programmazione
e realizzazione delle attività ludicomotorie e presportive nell’ambito della
scuola Primaria…….”
In tutta Italia si stanno attuando
diversi Progetti, sostenuti
economicamente da Enti Locali, CONI,
e USP, per formare e sostenere gli
insegnati, ma quello che più conta
che agli alunni/e viene garantito un
adeguato intervento didattico, da
parte di consulenti esterni, capace di
Ciò di cui hanno bisogno i nostri
bambini e ragazzi nella loro età
evolutiva è senz’altro una dose
sufficiente di semplice attività fisica.
L’importanza di abituare i bambini
all’esercizio ha anche lo
scopo di prevenire l’ulteriore
riduzione della pratica motoria
che drammaticamente si riscontra
negli adolescenti (il rischio sembra
maggiore per le ragazze).
Perché l’attività fisica?
Essa consente loro di acquisire una
serie di competenze motorie di base
che vengono date per scontate
ma che spesso sono poco e male
“memorizzate” quali: saper camminare,
correre, saltare, cambiare direzione,
cadere, nuotare, centrare un bersaglio
ed altre. Queste librerie di programmi
motori saranno utili poi per tutta la
vita. Altri vantaggi, a breve e lungo
termine, saranno più sotto indicati. La
vita sedentaria ha effetti negativi sia
sull’efficienza psico-fisica dei giovani che
in prospettiva sulla loro età adulta.
Quali le fonti energetiche per i giovani
17
che svolgono attività fisica?
Analogamente ai motori delle nostre
automobili anche le fibre muscolari
traggono energia da una miscela
altamente energetica.
Questa si chiama ATP
(adenosintrifosfato).
La scissione di questa molecola in
ADP + Pi (fosfato inorganico) mette
a disposizione della miosina e
dell’actina delle fibre muscolari attive
quell’energia che permette al muscolo
di contrarsi.
Due fonti principali forniscono al
muscolo l’ATP necessario.
La fonte aerobica (ossigeno + glucosio
o lipidi) e quella anaerobica (a sua
volta composta da un meccanismo
alattacido (a partenza dalla
fosfocreatina, PC) ed uno lattacido
(scissione del glucosio fino ad acido
lattico). L’efficienza dei meccanismi
di produzione dell’ATP è diversa nelle
varie età.
Fino al completamento della fase
adolescenziale il meccanismo
aerobico è preponderante e quindi
sono da preferirsi quelle attività
che prevedono attività di moderata
intensità sostenibili nel tempo (corsa
leggera, nuoto) evitando sforzi intensi
con piccole escursioni articolari.
Gli effetti positivi dell’attività fisica
regolare nei giovani comprendono:
• Miglioramento delle capacità
prestative degli apparati cardiorespiratorio (L’esercizio di tipo
aerobico è in grado, anche nei giovani
prepuberi, di orientare in senso
protettivo, per quanto
riguarda il rischio aterogeno, l’assetto
lipidico e di ridurre la pressione
arteriosa sistolica
(- 6mmHg).
• Riduzione del rischio del sovrappeso
per un più facile raggiungimento
di un miglior bilancio tra introito
calorico e spesa energetica giornaliera
(l’esercizio ha quindi un ruolo nel
controllo di iperlipidemia, diabete
tipo II, disregolazione dell’ormone
della crescita, problemi respiratori e
ortopedici, problemi di socializzazione
per riduzione dell’autostima).
società in quanto sono venuti a ridursi
gli spazi di gioco libero tra ragazzi.
Quindi l’attività fisica viene svolta
principalmente nelle diverse società
sportive o attività organizzate.
La pratica sportiva porta con
sé aspetti positivi: acquisizione
della capacità di lavorare in
gruppo, sviluppo di strategie per
il raggiungimento dell’obbiettivo,
rispetto dell’avversario e delle
regole di gioco, comprensione dei
propri limiti e capacità. Purtroppo
vi sono anche aspetti negativi quali:
agonismo esasperato, invasività
e coercizione della sequenza
allenamento-competizione- risultato
nella vita scolastica e affettiva dei
giovani. Spesso questo comporta,
specie nei primi anni delle scuole
superiori, l’abbandono della pratica
sportiva e di conseguenza della
pratica motoria ed educativa.
La pratica sportiva anche presso
le società o gli enti di promozione
sportiva dovrebbe tenere conto della
maturazione motoria e cognitiva di
seguito riportata:
• Nel caso l’attività sportiva preveda il
caricamento di
segmenti ossei (corsa, ginnastica,
etc.) un aumento della densità
ossea nei giovani che la praticano
rispetto ai coetanei di controllo con
conservazione della caratteristica con
l’età.
• Miglioramento della coordinazione
motoria tanto più evidente quanto
più varia è la serie di compiti motori.
Una elevata destrezza si acquisisce
con almeno 4 ore di esercizio alla
settimana.
• La capacità di socializzare in modo
positivo.
La pratica sportiva ha assunto
maggiore importanza nella nostra
18
19
MIGLIORA LE CAPACITÀ
La competitività
dovrebbe venire dopo
il divertimento per
l’acquisizione di gesti
e regole da protrarsi
per tutta la scuola
elementare. L’obbiettivo
quindi degli adulti,
delle istituzioni sociali
e sportive dovrebbe
essere quello di lavorare
per rendere possibile
ai nostri giovani
l’accesso ad una pratica
motoria rispettosa
delle loro prerogative
e aspettative, per dare
loro uno strumento in
più di formazione vera,
piacevole, pulita.
Si dovrebbero quindi
raggiungere obbiettivi
positivi perchè la pratica
sportiva:
DI SOPPORTARE LO
STRESS
INSEGNA IL RISPETTO
DELL’AVVERSARIO
DELLE REGOLE
DEL GIOCO
FA CAPIRE I PROPRI
LIMITI E CAPACITÀ
FORNISCE LA CAPACITÀ
DI LAVORARE IN
UNA SQUADRA
COMPRENDENDONE I
RUOLI
SVILUPPA LE
STRATEGIE PER IL
RAGGIUNGIMENTO
DELL’OBIETTIVO
PUÒ RIDURRE IL
TABAGISMO.
PUÒ FAVORIRE LA
PRATICA SPORTIVA
NELL’ETÀ ADULTA.
20
21
Capacità di svolgere attività fisica definita con terminologia anglosassone:
INOLTRE LA
SFIDA È EVITARE
GLI EFFETTI NEGATIVI
DELLA PRATICA
SPORTIVA:
fitness muscolare,
forza resistenza
SPECIFICITÀ
AGONISMO ESASPERATO
INVASIVITÀ E COERCIZIONE
DELLA SEQUENZA:
NELLA VITA
ALLENAMENTO
COMPETIZIONE
RISULTATO
AFFETTIVA E
22
SCOLASTICA
DEI GIOVANI
fitness cardiovascolare:
capacità aerobica
Come per gli adulti anche nel
bambino è la somma di quattro
componenti che unite permettono
di svolgere efficacemente i compiti
motori prefissati.
La “Scuola di Specializzazione in
Medicina dello Sport dell’Università
di Brescia” insieme al Centro
Universitario Sportivo che organizza
dei camp multi-sport estivi ha
valutato una popolazione selezionata
di bambini tra gli 8 ed i 12 anni per
valutare la fitness di questi soggetti
già portati all’attività fisica (data la
scelta effettuata di passare almeno
due settimane estive a praticare
almeno quattro sport nell’arco di ogni
settimana).
Tramite misure antropometriche si è
valutata la composizione corporea dei
circa 100 bambini studiati.
Rispetto ai coetanei europei sono
risultati avere un rapporto massa
flessibilità articolare
composizione corporea,
massa magra/grassa
magra/massa grassa buona con % di
grasso inferiore al 20% nelle femmine
e al 15% nei maschi.
Anche la fitness cardio-respiratoria
ha evidenziato una capacità aerobica,
dedotta dal tempo di percorrenza
del miglio, media. Analogo risultato
è stato ottenuto per quanto riguarda
la fitness muscolare (la forza che
può essere sviluppata anche con
contrazioni ripetute) valutata con
la forza di contrazione del “pugno”
(handgrip).
Sappiamo che la tensione prodotta
dei muscoli durante una attività
fisica è utilizzata per variare l’angolo
articolare e provocare “movimento”.
Più la flessibilità delle articolazioni
è ampia più efficiente è l’impiego
della tensione muscolare durante il
movimento. La flessibilità articolare è
stata valutata nel nostro campione di
bambini con il test riportato di seguito
23
LO SPORT NEL BAMBINO
CON PATOLOGIA CRONICA: OBESITÀ
Prof. Claudio Maffeis, Prof.ssa Marta Castellani
Dipartimento Materno-Infantile e di Biologia Genetica, Sezione di Pediatria,
Università degli Studi di Verona
SEDENTARIETA’ ED OBESITÀ
flessibilità articolare
che misura la capacità
del bambino di superare la linea
della pianta dei piedi flettendo il
tronco in avanti. Ebbene la flessibilità
del tronco è stata inferiore alla
media di Greci e Francesi (unici dati
disponibili). Infatti questi riuscivano a
superare il piano plantare di qualche
cm mentre i nostri bambini non lo
raggiungevano. Questo significa che
l’attività fisica anche in soggetti attivi
non è sufficientemente orientata a
migliorare l’elasticità articolare.
La programmazione dell’attività fisica
nelle scuole elementari dovrebbe
quindi essere intesa a:
ampliare il più possibile le librerie
dei programmi motori di base a
disposizione dei bambini.
Eseguire esercizi di tipo aerobico.
Eseguire esercizi per l’aumento
dell’elasticità articolare. Fare
divertire i bambini altrimenti non
li coinvolgeremo a sufficienza per
ottenere i buoni obbiettivi di salute
psico-fisica che sono alla loro portata.
24
in età scolare evitino periodi di
sedentarietà superiori alle due ore
La sedentarietà è un importante
consecutive. Tutta la famiglia, e
fattore di rischio metabolico, tanto
non solo il bambino, è chiamata
che l’inattività fisica e una dieta
ad introdurre nuove abitudini di
sbilanciata sono ritenuti la seconda
vita nella routine quotidiana, come
causa di morte negli USA (1-2).
l’andare a scuola a piedi o in bicicletta
I bambini e gli adolescenti di oggi
o il limitare l’uso della televisione. (12)
hanno abitudini sedentarie, promosse L’American Accademy of Pediatrics
in primo luogo dalla meccanizzazione consiglia di limitare l’uso della
dei trasporti e dalla diffusione della
televisione ad un’ora o massimo 2 ore
TV e computers. Numerosi studi hanno al giorno e di non esporre davanti al
dimostrato l’esistenza di un’associazione video i bambini al di sotto dei due
positiva tra ore trascorse davanti al
anni di età (13)
video e prevalenza di obesità o rischio
E’ stata dimostrata una correlazione
di sviluppare un eccesso ponderale.
inversa tra livello di attività fisica
Si calcola che negli USA un bambino
(programmata e non programmata),
trascorre in media 2-5 ore al giorno
grado di adiposità (2;14-19).
davanti allo schermo. (3-11).
Gli effetti positivi dell’esercizio fisico
Nel programmare interventi
sulla salute dipendono dal tipo di
di prevenzione e trattamento
attività svolta (intensità, durata,
dell’obesità attraverso l’attività
frequenza, tipo) e dalle caratteristiche
motoria il primo obiettivo è la
individuali (malattie, fitness, fattori
riduzione della sedentarietà, a
genetici) (20).
prescindere dalla perdita di peso
In particolare, nei bambini obesi
o dal coinvolgimento del soggetto
programmi di esercizio aerobico
in programmi di attività fisica
di intensità moderata o vigorosa
organizzata. L’associazione americana hanno migliorato alcuni aspetti della
per lo sport e l’educazione fisica
sindrome metabolica, quale il grado
(NASPE), in accordo col CDC di
di adiposità e i livelli circolanti di
Atlanta, consiglia che tutti i bambini
trigliceridi e di insulina (21-22).
25
CHE TIPO DI ATTIVITÀ SPORTIVA
CONSIGLIARE?
di esercizio fisico più adeguato.
Essa corrisponde al camminare
velocemente, andare in bicicletta
Al momento la scarsa disponibilità di
o giocare all’aria aperta. L’attività
dati sperimentali rende impossibile
fisica di intensità moderata soddisfa
definire quale sia il programma di
numerose esigenze del bambino
esercizio più efficace per contrastare
obeso: non affatica troppo il bambino
l’obesità infantile e nonostante
consentendo una lunga durata
sia stato più volte dimostrato che
dell’esercizio (60-90 minuti al giorno);
i soggetti fisicamente più attivi
favorisce il maggior consumo di
presentano un minor rischio di
lipidi durante l’esercizio a parità di
sviluppare obesità rispetto ai
dispendio energetico (26); può essere
sedentari, non si conosce la quantità
svolta in un contesto ludico, senza
esatta di esercizio fisico utile a
competizione agonistica.
prevenire o curare l’obesità e le sue
Se confrontati con i coetanei
complicanze (23-25).
normopeso i bambini obesi sono più
Nei protocolli di trattamento proposti sedentari e raggiungono la soglia
ad adolescenti obesi sono solitamente di affaticamento per prestazioni
previsti 30 o 45 minuti di attività fisica fisiche minori. Questo a causa di un
continuativa di intensità moderata o
più elevato costo energetico per il
vigorosa per almeno 3 o 5 giorni la
sollevamento di una massa corporea
settimana. Le attuali linee guida del
più pesante e per la ridotta efficienza
CDC di Atlanta raccomandano che i
ossidativa del muscolo scheletrico. Il
bambini siano impegnati in attività
pediatra dovrebbe quindi consigliare
fisica di intensità moderata almeno
attività sportive, che richiedano
60 minuti al giorno (20). Tuttavia
esercizi di tipo aerobico adeguati alla
l’European Youth Heart Study ha
fitness cardiorespiratoria del bambino.
dimostrato che l’associazione di più
In base al grado di sovrappeso
fattori di rischio cardiovascolare è
inoltre è utile scegliere diversi tipi
significativamente ridotta solo in
di attività aerobica che meglio si
quei bambini che spendono almeno
adattano alle esigenze fisiche del
90 minuti al giorno in attività fisica
bambino. Ad esempio per i bambini
di intensità moderata o vigorosa (2).
sovrappeso ogni tipo di attività
Nella vita ordinaria, però, difficilmente fisica può essere consigliata. Nelle
si trovano tempi così lunghi da
condizioni di obesità di grado lieve
dedicare all’attività fisica.
o moderato invece vanno preferite
Per i bambini obesi l’attività fisica di
attività sportive che non richiedano
intensità moderata rispetto a quella
costantemente il sollevamento del
vigorosa rappresenta un modello
peso corporeo, come il cammino, il
26
nuoto, il ciclismo, esercizi ergometrici o aerobica per gli arti superiori. Infine nelle
obesità di tipo grave va evitato ogni tipo di attività fisica che preveda uno sforzo
di sollevamento del corpo superiore al cammino, mentre è possibile prescrivere
attività sportive, come nuoto o ciclismo.
CONCLUSIONI
Un adeguato livello di attività motoria dovrebbe far parte del normale stile di vita
del bambino. Le necessità sociali e l’ampia disponibilità di occupazioni sedentarie
(TV, videogames, computers) hanno però ridotto i tempi dedicati all’attività
motoria spontanea o programmata (sport).
Pertanto ogni programma di trattamento o di prevenzione dell’obesità deve
prevedere interventi atti a ridurre la sedentarietà e ad incrementare la regolare
pratica di attività fisica. In particolare:
• Nella valutazione iniziale del bambino è importante aggiungere l’anamnesi
motoria all’anamnesi nutrizionale, utilizzando domande mirate a quantificare il
tempo che il bambino dedica all’attività fisica;
• Accanto ad una corretta educazione alimentare il pediatra deve incoraggiare
il bambino ad assumere uno stile di vita più attivo, far conoscere i benefici
derivanti dalla pratica regolare di attività motoria e prescrivere la riduzione di
attività di tipo sedentario (TV, computers, video games);
• E’ utile promuovere anche nei genitori la riduzione delle attività ricreative
sedentarie.
PROSPETTIVE FUTURE
Sono necessari ulteriori studi per poter finalmente disporre di protocolli di
attività motoria adeguatamente validati nel trattamento dell’obesità infantile.
Due sono gli obiettivi principali:
a) Fornire delle indicazioni terapeutiche individuali, programmando per ogni
bambino tipo, quantità, intensità e durata dell’esercizio fisico in base alla
costituzione fisica, fitness cardiorespiratoria e predisposizione individuale.
b)Identificare tecniche di dialogo motivazionale, che permettano al pediatria di
interagire col bambino e la sua famiglia in modo efficace, cioè capace di indurre il
cambiamento dello stile di vita.
27
SPORT: MOTRICITÀ E FORMAZIONE DELL’IO
Prof. Giuseppe Bulgarini
Psicologo
Posso riassumere quanto vi dirò in
questa relazione parafrasando un
vecchio adagio: “Guardo come ti
muovi e ti dirò chi sei”.
Nell’esperienza quotidiana ciascuno
di noi quando incontra una persona,
osserva direttamente, in maniera
automatica, quasi inconsciamente,
i movimenti di chi gli sta di fronte
e, in modo spontaneo, modula il
proprio comportamento, le proprie
espressioni in relazione a una prima
valutazione che noi abbiamo fatto
osservando i movimenti di chi ci
sta di fronte. Questo significa che
l’altro attraverso il linguaggio del suo
corpo, ci ha comunicato qualche cosa
che noi abbiamo inteso; pertanto, il
corpo, con i suoi movimenti, esprime
qualche cosa di noi stessi in maniera
così precisa da poterci permettere di
utilizzare l’espressione “linguaggio del
corpo”. Linguaggio che si esprime in
modo molto immediato.
L’immagine che viene alla mente in
questo proposito è l’incontro fra due
cani in un giardino…Il loro annusarsi,
il loro avvicinarsi/allontana attraverso
una comunicazione non verbale
li porterà all’accettazione/rifiuto
dell’altro. Se il movimento del corpo
invia comunicazioni la mancanza di
movimento è paragonabile alla morte,
come totale mancanza di relazione e
reciprocità.
Come si sviluppa la relazione la
relazione Io-corpo?
L’io si va costituendo attraverso
successive distinzioni dal corpo,
ma è il corpo a permettere tale
differenziazione attraverso
le informazioni sensoriali. La
maturazione degli organi sensoriali
è necessaria alla maturazione dell’Io.
Quindi l’Io ha bisogno del corpo per
essere in relazione col mondo e il
corpo ha bisogno dell’ìo per dare
significato alla relazione.
Poiché la relazione dell’Io con
il mondo si esprime attraverso
il corpo, si ricordano alcune
leggi di maturazione fisiologica
con particolare riferimento alla
maturazione nervosa, cioè alla
mielinizzazione progressiva delle fibre
nervose:
− La legge cefalo-caudale:
la maturazione delle strutture si
estende attraverso il corpo a partire
dalla testa per raggiungere, in seguito,
i piedi;
− La legge prossimo distale:
28
lo sviluppo procede dal vicino al
lontano a partire dall’asse centrale
del corpo. Nello sviluppo prenatale,
ad esempio, la testa e il tronco sono
già formati prima delle gambe. Così,
progressivamente, prima si distendono
le braccia, poi le mani, poi le dita.
Funzionalmente, il processo è il
medesimo: il bambino possiede l’uso
delle sue braccia prima di quello delle
mani, e le sue mani sono utilizzate
globalmente prima del controllo e
della coordinazione delle dita.
La maturazione nervosa permette il
passaggio progressivo dalle attività
indifferenziate alle attività coscienti e
differenziate.
Schematicamente si ricordano le tappe
dello sviluppo della motricità.
Prima tappa (dalla nascita ai 2 anni)
Il bambino inizia a raddrizzare e
muovere la testa; raddrizza il suo
tronco; mantiene la posizione
seduta, che permette e favorisce
l’allargamento del’orizzonte e la presa
degli oggetti. L’uso del suo corpo lo
porta lentamente ad arrampicarsi e
a camminare a quattro zampe. Con
la differenziazione segmentaria e
l’uso delle membra appare la forza
muscolare e il controllo dell’equilibrio.
È allora che si porta in posizione
eretta: con i primi passi e le prime
coordinazioni globali associate alla
prensione.
Attraverso il movimento il bambino
acquisisce la possibilità di scoperta e
di conoscenza.
legge cefalo-caudale
legge prossimo distale
29
Seconda tappa (dai 2 ai 5 anni)
È il periodo dell’apprendimento
globale dell’uso del proprio corpo
attraverso la prensione, che si fa
sempre più precisa, il bambino associa
i suoi gesti e la sua locomozione
alle azioni intenzionali; attraverso
la motilità e la cinestesia, che sono
fra loro strettamente associate,
il bambino utilizza in modo più
differenziato il proprio corpo.
Terza tappa (dai 5 ai 12 anni)
A partire dai 5 anni, il bambino passa
dallo stadio globale e sincretico
a quello della differenziazione e
dell’analisi. Tale elaborazione e
rappresentazione del proprio corpo
procederà fino ai 12 anni circa,
momento in cui l’elaborazione
dell’immagine del corpo sarà
completa.
La conquista dello schema corporeo
del bambino ormai adolescente rende
possibile la conquista dell’identità
corporea.
Il sentimento dell’unità corporea,
viene così arricchito di enorme
importanza affettiva proprio perché
si identifica con la personalità che
agisce nel mondo circostante. Già
nella distinzione molto precoce tra
mio e non-mio, c’è un’elaborazione
personalistica delle prime acquisizioni
dello schema corporeo, perché il
bambino che dice “mio”, stabilisce
un rapporto fra la sua identità
propriocettiva e un oggetto esterno.
La motricità è il supporto essenziale
della vita di relazione e per tale
motivo ha una struttura complessa
esprimendo tanto i comportamenti
elementari, quanto le condotte
relazionali di alto valore espressivo.
Motricità e psiche presentano
relazioni tanto strette che sono
considerate, come si detto a
proposito della corporeità, due aspetti
della stessa organizzazione.
La motricità è infatti satura a tutti i
livelli di componenti psichiche:
durante una conferenza questo è la
sintesi tra i seguenti elementi:
− il livello di coscienza condiziona
l’intensità della risposta motoria
in funzione dell’intenzione o
dell’obiettivo da perseguire;
- l’intelligenza che presiede e
organizza la priorità delle prassie
rispetto ai bisogni.
- la motricità che consente
l’esecuzione dei gesti coordinati nei
suoi aspetti tonici e cinetici;
- lo schema corporeo che è la
rappresentazione mentale del nostro
corpo;
-l’affettività che conferisce espressività
e una motivazione al gesto che agisce
sulla realtà esterna;
Se le prime conquiste
dell’apprendimento sono le
associazioni percettivo motorie, il
movimento serve da supporto alla
formazione delle rappresentazioni
mentali che via via vanno a strutturare
gli schemi di comportamento.
L’evoluzione mentale è dovuta ad una
maturazione parallela nei versanti
conoscitivo ed operativo. Il versante
operativo, secondo Wallon, ha il
− il tono muscolare è influenzato
dalla tensione emotiva, ad esempio
l’ansia produce ipertonia e l’ipotonia
produce il sonno;
− il gesto automatico è correlato
con il sistema inconscio dei bisogni
e degli affetti che guida l’azione
per raggiungere il soddisfacimento
del bisogno utilizzando sequenze
comportamentali immagazzinate
nella memoria;
− I movimento volontari rivolti
all’oggetto esterno sono la sintesi
unitaria fra motricità e intenzionalità.
0-2 anni
2-5 anni
5-12 anni
30
Quando attuiamo un movimento
volontario cioè finalizzato come
l’andare in bicicletta o rimanere seduti
31
ruolo di organizzatore dello sviluppo
mentale, e, secondo Piaget, tutti
meccanismi conoscitivi poggiano
sulla motricità.
Si può dire in altri termini che
l’l’attitudine al movimento condiziona
i processi astrattivi o addirittura che
il pensiero è uno schema motorio
interiorizzato. Il movimento è infatti
una funzione tipicamente animale che
caratterizza, in modo significativo, il
livello di sviluppo di una specie e la
maturità evolutiva di un individuo.
Si vuole sottolineare, tuttavia, che
la funzione motoria va intesa come
un presupposto, un sostegno, uno
stimolo all’organizzazione biologica
preesistente ed autonoma; con
un paragone vorremmo dire che
l’animale si muove bene non quando
è evoluto, ma si evolve quando
impara quando impara a muoversi
bene. Questo mette in evidenza il
valore strutturale della motricità nei
confronti dello sviluppo mentale.
Nello schema dello sviluppo dei
rapporti tra Io e corpo è possibile
inquadrare alcune riflessioni riferite a
situazioni di quotidiana attualità.
Quanto movimento fanno i nostri
ragazzi e che coordinamento
osserviamo nei loro movimenti?
Gli insegnanti possono osservare il
bambino nel cortile quando gioca
liberamente, possono osservare il
bambino quando gioca in squadra o
in un gioco organizzato, e il bambino
nel banco alle prese con la motricità
fine richiesta dalla scrittura e dal
disegno.
Da queste osservazioni spesso
si conclude con una valutazione
generale: il bambino è “maldestro”
nel senso che si muove in modo
32
scoordinato. Se i movimenti sono
finalizzati all’esecuzione di una
azione anche il pensiero è orientato
al compito e, viceversa, se il compito
è ben definito anche l’azione è
conseguente. L’azione scoordinata e
svogliata è un segnale di confusione
nella motivazione e nell’intenzionalità.
Riteniamo che l’ attività motoria
che si sviluppa attraverso l’esercizio
di uno sport permetta al bambino
e all’adolescente di sviluppare
e approfondire il rapporto Io corpo. L’attività sportiva favorisce
la percezione dei propri confini e,
se vuole superarli, deve mettere a
disposizione costanza e impegno.
In questo contesto , lo sport è inteso
nell’accezione migliore, come si usava,
di educazione fisica. L’agonismo
è un’aggiunta allo sport. In alcuni
casi, primeggiare può diventare una
motivazione, ma nei suoi aspetti
più esasperati, non rileviamo alcuna
valenza educativa.
Quello che ci interessa sottolineare
è la possibilità da parte del ragazzo
di fare propria la conoscenza del
limite, tanto importante per superare
quella fase di onnipotenza infantile
che oggi si esprime frequentemente,
in maniera ripetitiva, quasi senza
significato, con la frase: “Non ne ho
voglia”. Il desiderio viene posto come
unica energia nel compimento dei
compiti. Spesso appellarsi al desiderio
è un modo per nascondere la
difficoltà ad affrontare i propri confini;
ma questa difficoltà è tanto più forte
quanto più il ragazzo di oggi non è in
grado di conoscere, padroneggiare,
difendere e ampliare i propri confini.
Sempre più frequentemente le
maestre riferiscono che giungono in
prima elementare bambini incapaci a
stare seduti nel banco, per un tempo
adeguato e di rispettare le regole
del gruppo classe. Bambini che si
muovono disordinatamente in classe
come fossero nella loro cameretta;
si interessano delle varie cose
indipendentemente dall’indicazione
che giunge dall’insegnante.
Così è facile osservare che la
mancanza di controllo della propria
attività corporea va di pari passo con
l’incapacità di mantenere l’attenzione
sull’apprendimento o sui giochi che
vengono proposti. Potremmo però
anche dire il contrario: l’incapacità
a mantenere l’attenzione va di pari
passo con l’incapacità di controllare il
corpo.
La disattenzione all’educazione
della motricità finalizzata si osserva
proprio il un periodo importante
dell’evoluzione (dai 3 ai 5 anni)
quando i genitori spesso pongono
limiti al movimento del bambino
in funzione di quanto loro hanno in
animo di realizzare. Così si osserva
ad esempio, il bambino in carrozzina
all’età di 3-4 anni, o nel carrello del
supermercato, perché l’adulto insegue
i propri percorsi con i propri tempi.
Questo atteggiamento se da una
parte confonde il dialogo tra corpo
e formazione dell’Io nel bambino
33
dall’altra sviluppa comportamenti di
irrequietezza caratterizzati da scariche
motorie.
I fenomeni del bullismo hanno
certamente le radici all’interno di
questa mancanza di dialogo tra il corpo
e l’Io (così un tifoso, arrestato per atti
vandalici, dichiarava: “nell’euforia
ti senti trascinato fino a perdere la
cognizione delle tue azioni”).
La perdita del limite conduce a
comportamenti incontrollati sostenuti
dal desiderio di dominare tutto.
L’onnipotenza tipica della prima
infanzia in queste situazioni non si è
trasformata in capacità relazionale,
ma si è protratta oltre l’età della prima
infanzia fino all’adolescenza e spesso
anche oltre.
L’attività sportiva permette di
conoscere e sperimentare i confini fra
fantasia e capacità concrete:
pertanto sollecita e “allena” l’Io ad
adottare rapidamente iniziative di
adattamento alle mutevoli condizioni
di gioco. Il bambino nel gioco proietta
le sue fantasie di essere campione
ammirato, grandioso, ma sarà il gioco
a confermare o modificare o limitare
le sue aspirazioni.
Se è deficitaria, la relazione Io – corpo
rimane deficitario anche il rapporto
tra l’Io e il mondo esterno. In questo
momento della nostra cultura da
una parte siamo a favorire l’attività
sportiva mentre dall’altra l’attività
motoria è fortemente sacrificata a
favore di condotte passive quali:
assistere a spettacoli televisivi, giocare
34
con la Playstation, che da l’illusione
del movimento, inducendo una
pericolosa dissociazione tra immagini
mentali e reazione fisica.
Dobbiamo anche tenere conto che
spesso l’attività sportiva è rifiutata dai
ragazzi perché va programmata, deve
rispettare regole, richiede impegno.
L’esercizio dello sport, poiché richiede
il rispetto di alcune norme, delude
le aspettative di facile gratificazione.
Il mondo degli adulti (famiglia e
scuola) troppe volte si mostra agli
occhi dei ragazzi come una macchina
che deve distribuire soddisfazione e
regali. Assecondare questa attesa di
facile gratificazione, come si osserva
dalla nostra attività clinica, induce
comportamenti di incertezza e di
sfiducia nelle proprie capacità. La
famiglia nucleare prolunga oltre
ogni limite salutare le forme di
dipendenza, così che fra mondo
adulto e mondo infantile si stabilisce
un’inconsapevole simmetria di bisogni
che rallenta e ostacola la formazione
di comportamenti autonomi.
Osserviamo genitori “servitori dei figli”
e figli “re assoluti” della famiglia.
In questo contesto non ci
meravigliamo se verso gli 11-12
anni cominciano le dipendenze
alimentari, l’anoressia, o altri tipi di
dipendenza da sostanze, dal fumo,
dalle droghe più pesanti. La cultura
della dipendenza va affrontata
seriamente e anche lo sport, inteso
come educazione fisica, può dare un
grosso contributo.
ALIMENTAZIONE EQUILIBRATA
E CORRETTO APPROCCIO ALL’USO
DI INTEGRATORI E FARMACI
Dr. Giovanni Broggi
Farmacista
CONCETTI DI BASE
La prevenzione della sindrome
metabolica inizia fin dall’infanzia,
incoraggiando l’attività fisica e
motoria del bambino e proponendo
modelli alimentari corretti: basti
pensare che in Italia circa il 25%
dei soggetti tra i 6 e i 17 anni è in
soprappeso o obeso.
Qualora l’attività fisica diventi
attività sportiva continuativa, si
dovrà certamente tener conto dell’
aumentato fabbisogno di energia,
di sali minerali e di vitamine, ma
questo non deve comunque
stravolgere quei principi generali
di buona alimentazione che sono
alla base dello stato di salute di
qualsiasi individuo e, nel caso del
bambino, di un armonico processo di
accrescimento fisico e mentale. Poiché
in età pre-adolescenziale l’attività
sportiva non ha o non dovrebbe avere
carattere agonistico, un’alimentazione
sbilanciata e/o integrata da prodotti
tesi ad ottenere “prestazioni”
superiori a quelle prevedibili risulta:
a) censurabile sotto il profilo etico, b)
pericolosa per la salute del bambino,
c) pericolosa per l’accrescimento del
bambino e per la sua salute futura.
ALIMENTAZIONE E NUTRIZIONE
Come sappiamo, le macchine per
funzionare devono essere alimentate.
Anche gli organismi viventi hanno
necessità di energia per funzionare:
questo avviene con l’alimentazione.
Gli alimenti introdotti vengono
utilizzati per produrre energia e per
lo sviluppo, il mantenimento ed il
rinnovamento dell’organismo: in
questo caso si parla di nutrizione.
La nutrizione si realizza attraverso
la digestione degli alimenti. La
digestione trasforma gli alimenti
affinche’ questi possano essere
utilizzati dall’organismo.
Le molecole che compongono ogni
singolo alimento vengono scisse, cioè
suddivise in molecole più semplici,
dalle quali le cellule dell’organismo
possono trarre il nutrimento
necessario. L’apparato digerente
compie tutto questo immenso lavoro,
che consente di ricavare il glucosio
dai carboidrati, gli acidi grassi dai
grassi e gli aminoacidi dalle proteine.
Queste sostanze e gli altri principi
nutritivi (acqua, minerali e vitamine)
vengono assorbiti dall’intestino e
trasportati ai vari tessuti, per entrare
nei processi metabolici, cioè in quei
35
processi che richiedono produzione,
consumo o accumulo di energia. Il
potere energetico racchiuso negli
alimenti, così come il costo energetico
di qualsiasi attività umana vengono
valutati in Calorie o Kilocalorie.
come il saccarosio (comunemente
chiamato zucchero) ed il lattosio
del latte e 3) monosaccaridi, come il
fruttosio della frutta ed il glucosio.
Disaccaridi e monosaccaridi
vengono anche chiamati zuccheri
semplici. I carboidrati rappresentano
I NUTRIENTI
la principale fonte di energia e
MACRONUTRIENTI
devono rappresentare il 55-60%
I macronutrienti sono rappresentati
delle Calorie totali introdotte nella
da tre categorie di sostanze, che
giornata. Gli zuccheri semplici
hanno come denominatore comune la vengono rapidamente assorbiti e
capacità di fornire energia e di venire danno energia immediata. Sono
assunte in quantità molto maggiore
poco sazianti: il senso di fame ritorna
rispetto ai micronutrienti.
rapidamente dopo il loro consumo.
Se sono in eccesso tendono a
a) carboidrati = zuccheri=glucidi
trasformarsi in grassi e ad innalzare
la glicemia e la produzione di
Si distinguono in: 1) polisaccaridi o
insulina (predisposizione al
zuccheri complessi, il più importante
diabete). Gli zuccheri complessi
dei quali è l’amido contenuto nel pane hanno assorbimento più lento e
, nella pasta , nel riso, nelle patate e
sono di norma preferibili rispetto ai
nei cereali in genere; 2) disaccaridi,
precedenti.
b) grassi=lipidi
Si dividono in grassi saturi (di origine prevalentemente animale) ed insaturi
(di origine vegetale, tra i quali spicca in positivo l’olio d’oliva). I grassi devono
rappresentare il 30% delle Calorie totali introdotte giornalmente. Servono
come fonte di energia ( ad esempio nell’esercizio fisico prolungato), come
riserva energetica, protezione meccanica ed isolamento termico ed entrano
nella formazione delle membrane cellulari.
c) proteine=protidi
Nella razione energetica totale giornaliera, le proteine devono coprire circa
il 15%. Le proteine entrano nella composizione di cellule e tessuti, nella
formazione degli enzimi, degli ormoni e degli anticorpi. Le proteine sono
un materiale pregiato ed insostituibile per l’accrescimento, la manutenzione
ed il rinnovamento di tutte le cellule del corpo. Il fabbisogno di proteine è
particolarmente elevato nel periodo dello sviluppo, tanto più nei giovani
impegnati in un’attività sportiva.
Perciò gli alimenti fornitori di aminoacidi pregiati (il latte ed i suoi derivati, la
carne, il pesce, le uova, i legumi associati ai cereali) non devono mancare e non
possono essere sostituiti impunemente con altri che non contengono tutti
gli aminoacidi necessari. Non bisogna però esagerare o introdurre integratori
inutili se non dannosi, che andrebbero ad affaticare i reni.
MICRONUTRIENTI
I micronutrienti non forniscono energia, ma sono comunque fondamentali per
l’organismo, pur agendo spesso in quantità minima.
Le vitamine sono composti organici, ognuna con compiti specifici,
indispensabili per la crescita, il mantenimento dello stato di salute, il corretto
funzionamento dell’organismo e del suo metabolismo.
36
37
Le vitamine si
distinguono in
idrosolubili (vit.C e
vtamine del gruppo
B), che non danno
fenomeni di accumulo e
vi è quindi necessità di
un apporto quotidiano,
proporzionale, nel caso
delle B, all’apporto
energetico. Le
vitamine liposolubili
(A,D,E,K) vanno
incontro ad accumulo
nell’organismo: ciò
compensa un apporto
non adeguato per un
breve periodo di tempo,
ma espone a rischio
tossicologico in caso
di apporto quotidiano
eccessivo.
I minerali svolgono
tantissime importanti
funzioni: entrano come
costituenti fondamentali
delle cellule e dei vari
tessuti, regolarizzano
l’eccitabilità nervosa
e muscolare, fanno
parte di enzimi: i
più importanti in un
contesto sportivo sono il
ferro, il calcio, il fosforo,
il sodio, il potassio ed il
magnesio.
ACQUA
LINEE GUIDA PER UN’ALIMENTAZIONE EQUILIBRATA
E’ bene ricordare che l’acqua costituisce circa il
70% del peso corporeo di un bambino e che la
quantità di acqua da introdurre nell’organismo è
direttamente proporzionale all’energia spesa.
L’attività fisica richiede una importante azione di
termoregolazione. Con la sudorazione profusa
possono essere perse notevoli quantità di
acqua e minerali. Una dieta equilibrata contiene
normalmente significative quantità di minerali
e quindi può essere utile assumere inizialmente
solamente maggiori quantità di acqua.
1)Mangiare vario
2) Consumare una prima colazione sostanziosa e completa
3) Ridurre gli zuccheri semplici, che se assunti in eccesso si trasformano in grassi e
predispongono al diabete, a vantaggio di quelli complessi
4) Limitare il consumo di grassi animali ed optare per l’olio di oliva
5) Non eccedere col sale
6) Bere tanta acqua, distribuita nell’arco della giornata e possibilmente prima che insorga la
sensazione di sete. Tenere conto dei liquidi persi con la sudorazione!
7) Privilegiare alimenti ricchi di fibre, vitamine e minerali (cereali integrali, legumi, verdura, frutta)
8) Rispettare i ritmi alimentari stagionali
9) Mangiare con calma, masticando bene
FIBRE
NECESSITA’ NUTRIZIONALI DELL’ETA’ SCOLARE
Sono dei carboidrati complessi che non vengono
digeriti e che non sono fonti di energia. Si dividono
in fibre “insolubili” (cellulosa, emicellulosa, lignina),
presenti nei cereali e nelle parti legnose delle
piante, in grado di aumentare il volume delle
feci ed aiutare la regolarità intestinale e fibre
“idrosolubili“ (pectine, gomme, mucillagini),
presenti nella frutta e nella verdura, in grado di
rallentare l’assorbimento degli zuccheri e ridurre
quello del colesterolo.
Nell’età scolare e più in generale nell’età evolutiva le indicazioni per gli apporti percentuali
dei macronutrienti con la giusta ripartizione giornaliera degli alimenti e della distribuzione
dei pasti sono le stesse delle altre età. Si sottolinea, però, l’importanza di un’adeguata
assunzione di cibi ricchi di vitamine e minerali (in particolare calcio e fosforo), necessari
per una crescita ottimale. Le linee guida per una corretta alimentazione indicano che è
essenziale non mangiare troppo, avere una dieta il più variata possibile, frazionare i pasti,
ma non continuamente, introdurre una quantità adeguata di proteine, preferire i carboidrati
complessi ed i grassi vegetali, limitare gli zuccheri semplici.
ESIGENZE SPECIFICHE DEL BAMBINO CHE FA SPORT
Come detto, la razione energetica giornaliera deve essere fornita per circa il 60% dai glucidi.
Nel bambino che fa sport solo il12-15% di questa quota deve essere fornito da zuccheri
semplici: va in altre parole privilegiata la quota degli zuccheri complessi.
Dall’età scolare in poi, il rapporto fra l’assunzione di proteine animali e vegetali deve essere
di 1:1. Non vi sono motivi per aumentare in modo eccessivo il consumo di carni e salumi,
soprattutto se troppo grassi, a scapito delle fonti proteiche vegetali (legumi e cereali). Per
intenderci, la pasta con i fagioli può costituire un’ottima alternativa alla carne.
Se nel primo pomeriggio è previsto un allenamento impegnativo, bisogna: 1) fare
un’abbondante prima colazione con gli alimenti tradizionali: latte (pressoché insostituibile, a
meno di allergie), pane (o fette biscottate), marmellata o miele, yogurt e frutta, 2) rinforzare
lo spuntino di mezza mattina (ad es. con un panino al prosciutto o farcito di verdure) 3) fare un
mini-pasto a base di carboidrati almeno un’ora e mezzo prima di cominciare l’attività fisica e 4)
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recuperare dopo l’allenamento (o la partitella) con una merenda ricca di carboidrati e liquidi
(ad es. biscotti e succo di frutta). La cena dovrà prevedere un buon “secondo”, preceduto ad es.
da un buon minestrone nel periodo invernale e seguito da frutta di stagione.
INTEGRATORI E FARMACI
Gli integratori sono prodotti che appartengono all’area alimentare e sono a base di
vitamine, minerali ed altre sostanze, anche erboristiche, di interesse nutrizionale e
fisiologico.
Possono colmare carenze nutrizionali, migliorare il metabolismo e le funzione fisiologiche
dell’organismo, avere un effetto protettivo e favorire lo stato di benessere dell’individuo.
Gli integratori non sono in nessun modo farmaci e non possono per legge contenere
farmaci.
Gli integratori vengono “notificati” dalle ditte produttrici al Ministero della Salute, che ne
verifica l’idoneità anche a livello di scritte in etichetta.
Il farmacista in farmacia è in grado di fornire un integratore con tutti i requisiti di sicurezza.
Nel bambino in età scolare l’uso di integratori volti a colmare eventuali carenze alimentari
è possibile, su indicazione del pediatra, in alcuni casi: 1) qualora un continuo sforzo
di educazione alimentare non sortisca effetto, 2) in particolari malattie che limitino
l’assorbimento di determinati nutrienti (es.:celiachia ) e 3) per riequilibrare la flora
intestinale alterata a causa di malattie o farmaci (es.fermenti lattici con vitamine in caso di
diarrea o di cure antibiotiche).
L’uso di integratori appare invece immotivato nel contesto dell’attività motoria/sportiva del
bambino, attività, come detto, a carattere non agonistico.
L’unico “integratore” che deve sempre accompagnare l’attività motoria/sportiva del bambino
è l’acqua; l’eventuale bisogno aggiuntivo di energia, vitamine e minerali deve essere fornito
da opportune varianti nell’alimentazione di ogni giorno, senza stravolgerne l’equilibrio
complessivo.
L’uso di veri e propri farmaci per migliorare la prestazione sportiva (doping) è una pratica
che purtroppo sta uscendo dall’ambito dello sport professionistico e si sta propagando in
maniera preoccupante tra i dilettanti, gli amatori e tra i giovani. E’ bene, perciò, che tutti
coloro che possono dare messaggi educativi ai bambini( in primis genitori ed insegnanti)
vigilino e scoraggino l’utilizzo di sostanze illecite, ricordando che:
a) usare sostanze non lecite non è un atto di furbizia, ma un atto di slealtà verso gli altri e
verso sé stessi
b) i rischi per la salute, potenzialmente gravi per tutti, possono essere drammatici nell’atleta
più giovane
c) i farmaci servono solo per prevenire e curare malattie: lo sport non è e non deve essere
malattia, ma fonte di salute a tutte le età!!
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VITAMINE LIPOSOLUBILI ED IDROSOLUBILI: DOVE TROVARLE?
VITAMINE LIPOSOLUBILI
A. Retinolo
D-Calcifero
E-Tocoferolo
K
VITAMINE IDROSOLUBILI
C (Acido L-ascorbico)
B1-Tiamina
B2-Riboflavina
PP-Niacina
B5-A. Pantotenico
B6-Piridossina
B12-Cianocobalamina
Acido folico
H-Biotina
DOVE TROVARLE
Latte, burro, formaggi, vegetali, olio, fegato di pesce, fegato di mammifero
Latte, burro, tuorlo d’uovo, olio di fegato di merluzzo
Ortaggi verdi, olio di semi, olio di oliva
Spinaci, cavoli, ortaggi verdi in genere
Ortaggi verdi, agrumi, fegato, rene
Lievito di birra, legumi, frutta rene, germe dei cereali
Latte, uova pesce, carni
Carni magre, pesce cereali
Tuorlo d’uovo, rene, fegato, pappa reale, ortaggi
Germe di cereali, uova, latte, legumi, carni rosse
Carne, latte, uova, pesce, crostacei, frattaglie
Fegato, rene, uova, formaggi, ortaggi verdi, germe del frumento
Lievito, fegato, rene, latte, carni, tuorlo d’uvo
Fonte: Istituto Nazionale della Nutrizione - Tabelle di composizione degli alimenti - 1997
SALI MINERALI: DOVE TROVARLI?
SALI MINERALI
Calcio
DOVE TROVARLI
Latte e prodotti, lattiero-caseari, verdura a foglia verde scuro, legumi secchi,
arance acqua
E-Tocoferolo
Magnesio
Ortaggi verdi, olio di semi, olio di oliva
Cereali integrali, germe di grano, legumi, frutta secca, latte, fichi secchi, verdure
di colore verde
Fosforo
Latte e prodotti lattiero-caseari, carne rossa e pollame, pesce, frutta secca,
legumi, semi e cereali integrali
Sale da tavola e alimenti che lo contengono come ingrediente
Frutta (specie banane), legumi secchi, patate carni
Frattaglie, carni magre, tuorlo d’uovo, pesce, verdura a foglia verde scuro,
legumi, frutta secca
Sodio
Potassio
Ferro
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B I B L I OGRA F I A
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