Carissimi amici del Lions e Panathlon Club, sono onorato e orgoglioso di poter partecipare come Accademia di Belle Arti SantaGiulia di Brescia, alle vostre straordinarie iniziative caratterizzate dalla solidarietà e dall’infinito amore verso gli altri. La collaborazione nella realizzazione grafica di questo manuale, che ha origine nella cooperazione del Prof. Claudio Gobbi, Coordinatore della Scuola di Grafica, e della Prof.ssa Elena Cecchini, ci ha dato l’opportunità di contribuire, individualmente e collettivamente, ad un un’esperienza di servizio alla comunità. Concludendo ringrazio il Past Governatore Distrettuale Ferruccio Lorenzoni, il Coordinatore Enrico Spagiari e tutti i soci del Lions e Panathlon Club per il sostegno e la fiducia riposta nei nostri giovani. Prof. Riccardo Romagnoli Direttore Accademia di Belle Arti SantaGiulia di Brescia INTRO DU Z IO NE Il quaderno “Movimento, gioco, fantasia” si propone come summa del Corso seminariale per insegnanti di scuola primaria “PERCHÉ E COME L’ATTIVITÀ MOTORIA”, patrocinato dall’Ufficio Scolastico Provinciale e organizzato dal Lions Brescia Cidneo e dal Panathlon. L’obbiettivo è l’acquisizione di conoscenze e metodologie specifiche per l’attività psico-motoria e dei principi base per l’alimentazione equilibrata degli alunni della scuola primaria. L’importanza che l’attività motoria e la pratica sportiva rivestono oggi è innegabile proprio perché i dati statistici di questi ultimi anni rivelano che i bambini ed i ragazzi dai sei agli undici anni presentano un eccesso di peso corporeo ed una difficoltà di movimento uniti ad una alimentazione di base sbagliata. La scuola, ancora una volta, è chiamata a porre l’accento su queste tematiche per svolgere fino in fondo il suo ruolo di ente educatore, per portare gli alunni a raggiungere un equilibrato sviluppo psico-fisico, supporto essenziale per la realizzazione dell’apprendimento intellettivo e la maturazione e lo sviluppo dell’uomo e del cittadino di domani. Prof. Giuseppe Colosio Dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Brescia INDICE MOVIMENTO, GIOCO E FANTASIA Premessa: Prof. Alessandro Galeri Docente di Educazione Fisica, Coordinatore Servizi Educazione Fisiche e Sportive USP Brescia pag. 9 L’IMPORTANZA DELL’EDUCAZIONE MOTORIA Prof. Guido Colombo Docente di Educazione Fisica, Coordinatore del Comitato Provinciale del CONI di Brescia pag. 10 L’ATTIVITÀ MOTORIA NELL’ETÀ EVOLUTIVA Prof. Claudio Orizio, Prof. ssa Renza Perini Scuola di Specializzazione in Medicina dello Sport, Università degli Studi di Brescia pag. 17 LO SPORT NEL BAMBINO CON PATOLOGIA CRONICA: OBESITÀ Prof. Claudio Maffeis, Prof.ssa Marta Castellani Dipartimento Materno-Infantile e di Biologia Genetica, Sezione di Pediatria, Università degli Studi di Verona pag. 25 SPORT: MOTRICITÀ E FORMAZIONE DELL’IO Prof. Giuseppe Bulgarini pag. 28 Psicologo ALIMENTAZIONE EQUILIBRATA E CORRETTO APPROCCIO ALL’USO DI INTEGRATORI E FARMACI Dr. Giovanni Broggi Farmacista pag. 35 BIBL IO GRAFIA pag. 42 7 MOVIMENTO, GIOCO E FANTASIA Premessa: Prof. Alessandro Galeri Docente di Educazione Fisica, Coordinatore Servizi Educazione Fisiche e Sportive USP Brescia L’attività motoria in età infantile è un argomento di grande interesse nel dibattito psico-pedagogico contemporaneo. Essa si presenta certamente aperta ad una grande varietà di interpretazioni e ad una molteplicità di approcci metodologici. Indubbiamente il MOVIMENTO, il GIOCO, e la FANTASIA sono tre elementi che, in varia misura, dovrebbero costituire il fondamento dell’attività motoria soprattutto per i ragazzi della fascia d’età 6/11 anni. Certo, quest’attività, che in passato era frutto delle esperienze derivanti dalle attività svolte in cortile, nei campetti di quartiere o degli oratori con i gruppi dei pari, oggi non c’è più. La cementificazione, la riduzione degli spazi, il sopravvento dei giochi elettronici ha tarpato le ali alle esperienze motorie non strutturate che si svolgevano all’aperto e l’attività oggi si pratica quasi esclusivamente 8 in modo troppo strutturato e spesso settoriale. Non può e non deve essere così; è fondamentale che si parta dalla spontanea disposizione dei bambini e si torni ad offrire agli stessi le opportune occasioni di apprendimento e crescita attraverso proposte di attività motoria ricche, variate e il più possibile complete. Da qui la necessità di elaborare e proporre un lavoro polivalente e multilaterale, interessante e significativo in grado di suscitare motivazione ed attenzione nel bambino, presupposto irrinunciabile per salvaguardare il suo armonico sviluppo; sfruttando al meglio le affinità strutturali tra le varie proposte educative. Un lavoro del genere è altresì la maggiore garanzia per ottenere il più alto grado di trasferibilità di apprendimenti nell’ ambito delle attività motorie e nel rapporto tra queste e le altre attività educative. 9 L’IMPORTANZA DELL’EDUCAZIONE MOTORIA Prof. Guido Colombo Docente di Educazione Fisica, Coordinatore del Comitato Provinciale del CONI di Brescia L’importanza dell’educazione motoria e di una adeguata pratica sportiva, rivolta alla fascia della popolazione in età evolutiva, è riconosciuta ormai da tutte le istituzioni internazionali “addette ai lavori”. Diversi ordini medici che si dedicano allo studio dell’auxologia e della salute legata alla crescita, sono tutte concordi nel definirle indispensabili. Non c’è un articolo, un’intervista o servizio televisivo che tratta di disfunzioni della crescita e del metabolismo, atteggiamenti posturali viziati, cattive abitudini alimentari e usi di fumo, alcol e sostanze, che, insieme ai consigli prettamente medici di terapie mirate, non consigli la corretta pratica di attività motoria e sportiva come determinante supporto alle risoluzioni delle patologie pediatriche. Nel campo dell’istruzione la musica non cambia. Le commissioni europee che si occupano di educazione hanno ben evidenziato il valore educativo e formativo della motricità e dello sport nello sviluppo di capacità “trasversali “ a tutte le sfere dell’essere umano. Il Consiglio del Parlamento Europeo ha istituto “L’anno europeo dell’educazione attraverso lo sport” nel 2004, con lo slogan significativo: “Move your body – strech your mind”, sono stati finanziati ben 185 progetti attuati da 28 Paesi comunitari, con una partecipazione ai progetti territoriali di milioni di giovani. L’indagine che ne è seguita sulla pratica dello sport dei giovani europei riporta: “Oggi lo sport è parte integrante dei curricoli scolastici nella maggior parte dei paesi della UE e circa il 42% della popolazione al di sopra dei 15 anni dedica all’attività fisica più di 3 ore alla settimana,il 26% tra 1-3 ore,il 32% non pratica alcuna attività con regolarità. Va inoltre segnalato, come risulta da un’indagine condotta da Eurobarometer alla fine del 2004, che il 62% degli europei è favorevole ad un esplicito riferimento nella Costituzione Europea relativo alla dimensione sociale, educativa e culturale dello sport.”. La Commissione Europea per la cultura e l’istruzione, sul ruolo dello sport nell’educazione ha emesso una: PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO. 10 Dopo l’analisi di diverse relazioni sulle indagini svolte, ha espresso le seguenti considerazioni, (ne cito solo alcune:) “ A. considerando che l’educazione fisica è l’unica materia scolastica che punta a preparare i bambini a uno stile di vita sano, concentrandosi sul loro sviluppo fisico e mentale e trasmettendo importanti valori sociali, quali la correttezza, l’autodisciplina, la solidarietà, lo spirito di gruppo, la tolleranza e la lealtà. ha espresso numerose sollecitudini e incoraggiamenti a tutti gli stati dell’unione tra i più significativi: chiede agli Stati membri e alle autorità competenti di assicurare che i programmi scolastici e prescolastici pongano un accento maggiore sullo sviluppo della salute, incoraggiando forme specifiche di attività fisica adatte al secondo gruppo di età e promuovendo la consapevolezza nell’ambito di club e associazioni onde assicurare, ad esempio, che i bambini possano iniziare l’attività fisica prima possibile, con beneficio per il loro sviluppo e la loro salute e, quindi, di garantire all’educazione fisica uno status conforme al profilo dell’istituzione e al corrispondente livello di studi. Noi italiani ci sentiamo un po’ tirati per le orecchie, basta vedere la tabella allegata per verificare che siamo veramente il fanalino di coda per quanto riguarda la situazione dell’educazione motoria nella scuola: praticamente assente nella scuola dell’Infanzia e assegnata alle/agli insegnanti della scuola Primaria che non hanno, per formazione professionale, la specifica competenza per l’insegnamento di tale disciplina. Leggendo le “Nuove Indicazioni per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione”, per la Scuola dell’Infanzia si sono fissati i seguenti TRAGUARDI PER C. considerando che l’educazione fisica e lo sport sono fra i più importanti strumenti di integrazione sociale, ma che la piena partecipazione a tali attività in molti casi non è garantita per talune minoranze, comunità religiose e per i bambini handicappati e solleva numerosi problemi difficili da risolvere, D. considerando che negli ultimi dieci anni le ore di educazione fisica sono diminuite non solo nella scuola elementare, ma anche in quella media, e che fra gli Stati membri esistono notevoli divergenze per quanto riguarda la fornitura di impianti e di attrezzature, E. considerando che i programmi di formazione per gli insegnati di educazione fisica sono estremamente diversi nei vari Stati membri e che sempre più spesso tale materia è insegnata da insegnanti che non dispongono di un’adeguata formazione specializzata” 11 LO SVILUPPO DELLA COMPETENZA: “Il bambino raggiunge una buona autonomia personale nell’alimentarsi e nel vestirsi, riconosce i segnali del corpo, sa che cosa fa bene e che cosa fa male, conosce il proprio corpo, le differenze sessuali e di sviluppo e consegue pratiche corrette di cura di sé, di igiene e di sana alimentazione. Prova piacere nel movimento e in diverse forme di attività e di destrezza quali correre, stare in equilibrio, coordinarsi in altri giochi individuali e di gruppo che richiedono l’uso di attrezzi e il rispetto di regole, all’interno della scuola e all’aperto.Controlla la forza del corpo, valuta il rischio, si coordina con gli altri.Esercita le potenzialità sensoriali, conoscitive, relazionali, ritmiche ed espressive del corpo. Conosce le diverse parti TABELLA DELLE ORE SETTIMANALI DI EDUCAZIONE MOTORIA NELLE SCUOLE EUROPEE [Il calcolo è basato su 30 settimane annue di insegnamento. In Italia, ad esempio, il totale scaturisce da: 2 x 30 x 3 = 180 (medie) + 2 x 30 x 5 = 300 (superiori); totali: 180 + 300 = 480] STATO BELGIO DANIMARCA FRANCIA GERMANIA GRECIA INGHILTERRA LUSSENBURGO OLANDA PORTOGALLO SPAGNA FINLANDIA NORVEGIA SVEZIA SVIZZERA TURCHIA ITALIA Scuola Scuola Sec ondaria Sec ondaria Anni Obb Materna Primaria Inferiore Superiore scolastici Ed. Fisica SI 5 2 2/3 2/3 12 960/1120 SI 1 2 2 3/2 13 1040 SI 5 5 5 5 12 1680/26 00 SI 3 3 3 13 14 1404/14 68 3 13 SI 3 SI Le ore SI 2 5 variano da scuola a scuola Totale ore di 1440 1480 circa Non fissato 2 3 2/1 13 960 SI 5 2 3 2 11 960 SI Non fissato 2 3 2 11 960 SI Non fissato 3 2 2 11 SI Non fissato 3 2 3 12 1200 SI Non fissato 1/2 2 2/3 12 1040 SI Non fissato 1/3 1/3 3 12 1280 SI Non fissato 3 3 3 13 1560 SI Non fissato 1 2 1/2 12 640 2 2 13 480 SI 12 del corpo e rappresenta il corpo in stasi e in movimento” Per raggiungere questi obiettivi, che si possono definire senza ombra di dubbio FONDAMENTALI per la formazione della persona in crescita, è necessario che l’insegnante sia dotato di una cultura e una formazione professionali nel campo della psicomotricità, che solo degli specialisti possono avere, le insegnanti curricolari se non hanno avuto tale formazione devono per forza avvalersi di consulenti esterni. Nelle Indicazioni per il Curricolo per la Scuola Primaria, .tra le varie indicazioni programmatiche hanno definito: “Tre grandi aree disciplinari - Le singole discipline sono considerate nella loro specificità ma vengono proposte all’interno di tre grandi aree disciplinari: area linguistico-artisticoespressiva; area storico-geografica; area matematicoscientifico-tecnologica………… “. Come si può notare l’educazione motoria non è inserita in nessuna di queste aree. Alla fine del lungo testo che indica i contenuti e le finalità degli obiettivi delle grandi aree, si parla dell’educazione motoria , ma slegata dal precedente interesse alla pluridisciplinarietà. Vengono fissati i seguenti obiettivi di apprendimento alla fine della classe terza della scuola primaria. Il corpo e le funzioni senso-percettive: – Riconoscere e denominare le varie parti del corpo su di sé e sugli altri e saperle rappresentare graficamente; riconoscere, classificare, memorizzare e rielaborare le informazioni provenienti dagli organi di senso (sensazioni visive, uditive, tattili, cinestetiche). Il movimento del corpo e la sua relazione con lo spazio e il tempo Coordinare e utilizzare diversi schemi motori combinati tra loro (correre/ saltare, afferrare/lanciare, ecc). – Sapere controllare e gestire le condizioni di equilibrio staticodinamico del proprio corpo. – Organizzare e gestire l’orientamento del proprio corpo in riferimento alle principali coordinate spaziali e temporali (contemporaneità, successione e reversibilità) e a strutture ritmiche. – Riconoscere e riprodurre semplici sequenze ritmiche con il proprio corpo e con attrezzi. 13 Il linguaggio del corpo come modalità Obiettivi di apprendimento al termine comunicativo-espressiva della classe quinta della scuola primaria. – Utilizzare in modo personale il Il corpo e le funzioni senso-percettive: corpo e il movimento per esprimersi, comunicare stati d’animo, emozioni – Acquisire consapevolezza delle e sentimenti, anche nelle forme della funzioni fisiologiche (cardio-respiratorie drammatizzazione e della danza. e muscolari) e dei loro cambiamenti in relazione e conseguenti all’esercizio – Assumere e controllare in forma fisico, sapendo anche modulare e consapevole diversificate posture del controllare l’impiego delle capacità corpo con finalità espressive. condizionali (forza, resistenza, velocità) Il gioco, lo sport, le regole e il fair play adeguandole all’intensità e alla durata del compito motorio. – Conoscere e applicare Il movimento del corpo e la sua correttamente modalità esecutive relazione con lo spazio e il tempo di numerosi giochi di movimento e presportivi, individuali e di squadra, – Organizzare condotte motorie sempre e nel contempo assumere un più complesse, coordinando vari atteggiamento positivo di fiducia schemi di movimento in simultaneità e verso il proprio corpo, accettando successione. i propri limiti, cooperando e interagendo positivamente con gli – Riconoscere e valutare traiettorie, altri, consapevoli del “valore” delle distanze, ritmi esecutivi e successioni regole e dell’importanza di rispettarle. temporali delle azioni motorie, sapendo Sicurezza e prevenzione, salute e organizzare il proprio movimento nello benessere spazio in relazione a sé, agli oggetti, agli altri. – Conoscere e utilizzare in modo Il linguaggio del corpo come modalità corretto e appropriato gli attrezzi e gli comunicativo-espressiva spazi di attività. – Utilizzare in forma originale e creativa – Percepire e riconoscere “sensazioni modalità espressive e corporee anche di benessere” legate all’attività ludico- attraverso forme di drammatizzazione, motoria. sapendo trasmettere nel contempo contenuti emozionali. – Elaborare semplici coreografie o sequenze di movimento utilizzando 14 band musicali o strutture ritmiche. Il gioco, lo sport, le regole e il fair play – Conoscere e applicare i principali elementi tecnici semplificati di molteplici discipline sportive. – Saper scegliere azioni e soluzioni efficaci per risolvere problemi motori, accogliendo suggerimenti e correzioni. – Saper utilizzare numerosi giochi derivanti dalla tradizione popolare applicandone indicazioni e regole. – Partecipare attivamente ai giochi sportivi e non, organizzati anche in forma di gara, collaborando con gli altri, accettando la sconfitta, rispettando le regole, accettando le diversità, manifestando senso di responsabilità. Sicurezza e prevenzione, salute e benessere – Assumere comportamenti adeguati per la prevenzione degli infortuni e per la sicurezza nei vari ambienti di vita. - Riconoscere il rapporto tra alimentazione, esercizio fisico e salute, assumendo adeguati comportamenti e stili di vita salutistici.” Condividendo a pieno tutti gli obiettivi riportati e le modalità di proposta, la mia perplessità rimane in quando: sappiamo tutti che parecchi insegnanti della scuola primaria hanno un profilo professionale tale che non gli consente di poter intervenire con la stessa efficacia e risultati che abitualmente ottengono nelle altre aree curricolari. Oltre tutto, da qualche anno la scuola Primaria, nella sua autonomia, ha potuto optare se dotarsi di una o due ore di educazione motoria settimanale, ma con amarezza ho potuto verificare che la percentuale che ha optato per UNA è quasi la totalità. Questo problema è conosciuto da diversi anni, il C.O.N.I. parallelamente al “datato” progetto “Educazione Motoria di Base” ha istituto diversi corsi di aggiornamento diretti agli insegnanti elementari. Attualmente, con il Progetto Giocosport , che ha come slogan “NESSUN ESCLUSO” sta sostenendo l’educazione motoria nella scuola primaria, con interventi che prevedono un supporto con consulenti specialisti ed economico. Lo stesso Ministero dell’Istruzione nel 1999 ha proposto il Progetto Perseus, nel 2005 il Piano Pluriennale di Potenziamento dell’Educazione Motoria nella Scuola Primaria, e, recentemente, ha varato un progetto per il potenziamento dell’educazione motoria nella scuola primaria, finanziando quei progetti approvati in sede territoriale dagli Uffici Scolastici Provinciali, che recitano: “Le scuole che presenteranno i progetti potranno prevedere l’utilizzo di uno o più esperti (è auspicabile che questo avvenga soprattutto per i progetti presentati dalle scuole primarie e dagli 15 16 L’ATTIVITÀ MOTORIA NELL’ETÀ EVOLUTIVA Prof. Claudio Orizio, Prof.ssa Renza Perini m ecc an is mo aerob ico Scuola di Specializzazione in Medicina dello Sport, Università degli Studi di Brescia mecc an ismo an aerob ico lat t acido perseguire gli obiettivi sopra citati. La CAPDI (Confederazione Associazioni Diplomati ISEF e Laureati in Scienze Motorie), si stà battendo da anni per presentare dei progetti di legge per istituire la figura professionale dell’insegnate specialista nei diversi ordini scolastici dove è ancora assente. Di conclusioni se ne possono fare tante, ma sicuramente , in attesa che la cultura dell’educazione motoria e sportiva si radichi in tutti gli operatori scolastici di ogni livello, e che i legislatori portino a compimento i progetti di legge già stilati, abbiamo un dovere prioritario: fornire alla popolazione scolastica della scuola primaria una adeguata esperienza motoria e sportiva, quindi appare necessario utilizzare e promuovere tutti i progetti attualmente operanti e nel frattempo, cercare di trovare la strada migliore per formare gli insegnanti. m ecc an ism o anaero bico alat t acid o istituti comprensivi). L’esperto potrà essere retribuito con contratto di prestazione d’opera, o, nel caso di docenti appartenenti alla stessa istituzione scolastica, secondo le norme vigenti in materia contrattuale. Possono ricoprire la qualifica di consulente/esperto per le attività motorie docenti esperti in possesso della laurea in Scienze motorie o del diploma ISEF, con specifiche esperienze, professionalità e competenze in ordine alla progettazione, programmazione e realizzazione delle attività ludicomotorie e presportive nell’ambito della scuola Primaria…….” In tutta Italia si stanno attuando diversi Progetti, sostenuti economicamente da Enti Locali, CONI, e USP, per formare e sostenere gli insegnati, ma quello che più conta che agli alunni/e viene garantito un adeguato intervento didattico, da parte di consulenti esterni, capace di Ciò di cui hanno bisogno i nostri bambini e ragazzi nella loro età evolutiva è senz’altro una dose sufficiente di semplice attività fisica. L’importanza di abituare i bambini all’esercizio ha anche lo scopo di prevenire l’ulteriore riduzione della pratica motoria che drammaticamente si riscontra negli adolescenti (il rischio sembra maggiore per le ragazze). Perché l’attività fisica? Essa consente loro di acquisire una serie di competenze motorie di base che vengono date per scontate ma che spesso sono poco e male “memorizzate” quali: saper camminare, correre, saltare, cambiare direzione, cadere, nuotare, centrare un bersaglio ed altre. Queste librerie di programmi motori saranno utili poi per tutta la vita. Altri vantaggi, a breve e lungo termine, saranno più sotto indicati. La vita sedentaria ha effetti negativi sia sull’efficienza psico-fisica dei giovani che in prospettiva sulla loro età adulta. Quali le fonti energetiche per i giovani 17 che svolgono attività fisica? Analogamente ai motori delle nostre automobili anche le fibre muscolari traggono energia da una miscela altamente energetica. Questa si chiama ATP (adenosintrifosfato). La scissione di questa molecola in ADP + Pi (fosfato inorganico) mette a disposizione della miosina e dell’actina delle fibre muscolari attive quell’energia che permette al muscolo di contrarsi. Due fonti principali forniscono al muscolo l’ATP necessario. La fonte aerobica (ossigeno + glucosio o lipidi) e quella anaerobica (a sua volta composta da un meccanismo alattacido (a partenza dalla fosfocreatina, PC) ed uno lattacido (scissione del glucosio fino ad acido lattico). L’efficienza dei meccanismi di produzione dell’ATP è diversa nelle varie età. Fino al completamento della fase adolescenziale il meccanismo aerobico è preponderante e quindi sono da preferirsi quelle attività che prevedono attività di moderata intensità sostenibili nel tempo (corsa leggera, nuoto) evitando sforzi intensi con piccole escursioni articolari. Gli effetti positivi dell’attività fisica regolare nei giovani comprendono: • Miglioramento delle capacità prestative degli apparati cardiorespiratorio (L’esercizio di tipo aerobico è in grado, anche nei giovani prepuberi, di orientare in senso protettivo, per quanto riguarda il rischio aterogeno, l’assetto lipidico e di ridurre la pressione arteriosa sistolica (- 6mmHg). • Riduzione del rischio del sovrappeso per un più facile raggiungimento di un miglior bilancio tra introito calorico e spesa energetica giornaliera (l’esercizio ha quindi un ruolo nel controllo di iperlipidemia, diabete tipo II, disregolazione dell’ormone della crescita, problemi respiratori e ortopedici, problemi di socializzazione per riduzione dell’autostima). società in quanto sono venuti a ridursi gli spazi di gioco libero tra ragazzi. Quindi l’attività fisica viene svolta principalmente nelle diverse società sportive o attività organizzate. La pratica sportiva porta con sé aspetti positivi: acquisizione della capacità di lavorare in gruppo, sviluppo di strategie per il raggiungimento dell’obbiettivo, rispetto dell’avversario e delle regole di gioco, comprensione dei propri limiti e capacità. Purtroppo vi sono anche aspetti negativi quali: agonismo esasperato, invasività e coercizione della sequenza allenamento-competizione- risultato nella vita scolastica e affettiva dei giovani. Spesso questo comporta, specie nei primi anni delle scuole superiori, l’abbandono della pratica sportiva e di conseguenza della pratica motoria ed educativa. La pratica sportiva anche presso le società o gli enti di promozione sportiva dovrebbe tenere conto della maturazione motoria e cognitiva di seguito riportata: • Nel caso l’attività sportiva preveda il caricamento di segmenti ossei (corsa, ginnastica, etc.) un aumento della densità ossea nei giovani che la praticano rispetto ai coetanei di controllo con conservazione della caratteristica con l’età. • Miglioramento della coordinazione motoria tanto più evidente quanto più varia è la serie di compiti motori. Una elevata destrezza si acquisisce con almeno 4 ore di esercizio alla settimana. • La capacità di socializzare in modo positivo. La pratica sportiva ha assunto maggiore importanza nella nostra 18 19 MIGLIORA LE CAPACITÀ La competitività dovrebbe venire dopo il divertimento per l’acquisizione di gesti e regole da protrarsi per tutta la scuola elementare. L’obbiettivo quindi degli adulti, delle istituzioni sociali e sportive dovrebbe essere quello di lavorare per rendere possibile ai nostri giovani l’accesso ad una pratica motoria rispettosa delle loro prerogative e aspettative, per dare loro uno strumento in più di formazione vera, piacevole, pulita. Si dovrebbero quindi raggiungere obbiettivi positivi perchè la pratica sportiva: DI SOPPORTARE LO STRESS INSEGNA IL RISPETTO DELL’AVVERSARIO DELLE REGOLE DEL GIOCO FA CAPIRE I PROPRI LIMITI E CAPACITÀ FORNISCE LA CAPACITÀ DI LAVORARE IN UNA SQUADRA COMPRENDENDONE I RUOLI SVILUPPA LE STRATEGIE PER IL RAGGIUNGIMENTO DELL’OBIETTIVO PUÒ RIDURRE IL TABAGISMO. PUÒ FAVORIRE LA PRATICA SPORTIVA NELL’ETÀ ADULTA. 20 21 Capacità di svolgere attività fisica definita con terminologia anglosassone: INOLTRE LA SFIDA È EVITARE GLI EFFETTI NEGATIVI DELLA PRATICA SPORTIVA: fitness muscolare, forza resistenza SPECIFICITÀ AGONISMO ESASPERATO INVASIVITÀ E COERCIZIONE DELLA SEQUENZA: NELLA VITA ALLENAMENTO COMPETIZIONE RISULTATO AFFETTIVA E 22 SCOLASTICA DEI GIOVANI fitness cardiovascolare: capacità aerobica Come per gli adulti anche nel bambino è la somma di quattro componenti che unite permettono di svolgere efficacemente i compiti motori prefissati. La “Scuola di Specializzazione in Medicina dello Sport dell’Università di Brescia” insieme al Centro Universitario Sportivo che organizza dei camp multi-sport estivi ha valutato una popolazione selezionata di bambini tra gli 8 ed i 12 anni per valutare la fitness di questi soggetti già portati all’attività fisica (data la scelta effettuata di passare almeno due settimane estive a praticare almeno quattro sport nell’arco di ogni settimana). Tramite misure antropometriche si è valutata la composizione corporea dei circa 100 bambini studiati. Rispetto ai coetanei europei sono risultati avere un rapporto massa flessibilità articolare composizione corporea, massa magra/grassa magra/massa grassa buona con % di grasso inferiore al 20% nelle femmine e al 15% nei maschi. Anche la fitness cardio-respiratoria ha evidenziato una capacità aerobica, dedotta dal tempo di percorrenza del miglio, media. Analogo risultato è stato ottenuto per quanto riguarda la fitness muscolare (la forza che può essere sviluppata anche con contrazioni ripetute) valutata con la forza di contrazione del “pugno” (handgrip). Sappiamo che la tensione prodotta dei muscoli durante una attività fisica è utilizzata per variare l’angolo articolare e provocare “movimento”. Più la flessibilità delle articolazioni è ampia più efficiente è l’impiego della tensione muscolare durante il movimento. La flessibilità articolare è stata valutata nel nostro campione di bambini con il test riportato di seguito 23 LO SPORT NEL BAMBINO CON PATOLOGIA CRONICA: OBESITÀ Prof. Claudio Maffeis, Prof.ssa Marta Castellani Dipartimento Materno-Infantile e di Biologia Genetica, Sezione di Pediatria, Università degli Studi di Verona SEDENTARIETA’ ED OBESITÀ flessibilità articolare che misura la capacità del bambino di superare la linea della pianta dei piedi flettendo il tronco in avanti. Ebbene la flessibilità del tronco è stata inferiore alla media di Greci e Francesi (unici dati disponibili). Infatti questi riuscivano a superare il piano plantare di qualche cm mentre i nostri bambini non lo raggiungevano. Questo significa che l’attività fisica anche in soggetti attivi non è sufficientemente orientata a migliorare l’elasticità articolare. La programmazione dell’attività fisica nelle scuole elementari dovrebbe quindi essere intesa a: ampliare il più possibile le librerie dei programmi motori di base a disposizione dei bambini. Eseguire esercizi di tipo aerobico. Eseguire esercizi per l’aumento dell’elasticità articolare. Fare divertire i bambini altrimenti non li coinvolgeremo a sufficienza per ottenere i buoni obbiettivi di salute psico-fisica che sono alla loro portata. 24 in età scolare evitino periodi di sedentarietà superiori alle due ore La sedentarietà è un importante consecutive. Tutta la famiglia, e fattore di rischio metabolico, tanto non solo il bambino, è chiamata che l’inattività fisica e una dieta ad introdurre nuove abitudini di sbilanciata sono ritenuti la seconda vita nella routine quotidiana, come causa di morte negli USA (1-2). l’andare a scuola a piedi o in bicicletta I bambini e gli adolescenti di oggi o il limitare l’uso della televisione. (12) hanno abitudini sedentarie, promosse L’American Accademy of Pediatrics in primo luogo dalla meccanizzazione consiglia di limitare l’uso della dei trasporti e dalla diffusione della televisione ad un’ora o massimo 2 ore TV e computers. Numerosi studi hanno al giorno e di non esporre davanti al dimostrato l’esistenza di un’associazione video i bambini al di sotto dei due positiva tra ore trascorse davanti al anni di età (13) video e prevalenza di obesità o rischio E’ stata dimostrata una correlazione di sviluppare un eccesso ponderale. inversa tra livello di attività fisica Si calcola che negli USA un bambino (programmata e non programmata), trascorre in media 2-5 ore al giorno grado di adiposità (2;14-19). davanti allo schermo. (3-11). Gli effetti positivi dell’esercizio fisico Nel programmare interventi sulla salute dipendono dal tipo di di prevenzione e trattamento attività svolta (intensità, durata, dell’obesità attraverso l’attività frequenza, tipo) e dalle caratteristiche motoria il primo obiettivo è la individuali (malattie, fitness, fattori riduzione della sedentarietà, a genetici) (20). prescindere dalla perdita di peso In particolare, nei bambini obesi o dal coinvolgimento del soggetto programmi di esercizio aerobico in programmi di attività fisica di intensità moderata o vigorosa organizzata. L’associazione americana hanno migliorato alcuni aspetti della per lo sport e l’educazione fisica sindrome metabolica, quale il grado (NASPE), in accordo col CDC di di adiposità e i livelli circolanti di Atlanta, consiglia che tutti i bambini trigliceridi e di insulina (21-22). 25 CHE TIPO DI ATTIVITÀ SPORTIVA CONSIGLIARE? di esercizio fisico più adeguato. Essa corrisponde al camminare velocemente, andare in bicicletta Al momento la scarsa disponibilità di o giocare all’aria aperta. L’attività dati sperimentali rende impossibile fisica di intensità moderata soddisfa definire quale sia il programma di numerose esigenze del bambino esercizio più efficace per contrastare obeso: non affatica troppo il bambino l’obesità infantile e nonostante consentendo una lunga durata sia stato più volte dimostrato che dell’esercizio (60-90 minuti al giorno); i soggetti fisicamente più attivi favorisce il maggior consumo di presentano un minor rischio di lipidi durante l’esercizio a parità di sviluppare obesità rispetto ai dispendio energetico (26); può essere sedentari, non si conosce la quantità svolta in un contesto ludico, senza esatta di esercizio fisico utile a competizione agonistica. prevenire o curare l’obesità e le sue Se confrontati con i coetanei complicanze (23-25). normopeso i bambini obesi sono più Nei protocolli di trattamento proposti sedentari e raggiungono la soglia ad adolescenti obesi sono solitamente di affaticamento per prestazioni previsti 30 o 45 minuti di attività fisica fisiche minori. Questo a causa di un continuativa di intensità moderata o più elevato costo energetico per il vigorosa per almeno 3 o 5 giorni la sollevamento di una massa corporea settimana. Le attuali linee guida del più pesante e per la ridotta efficienza CDC di Atlanta raccomandano che i ossidativa del muscolo scheletrico. Il bambini siano impegnati in attività pediatra dovrebbe quindi consigliare fisica di intensità moderata almeno attività sportive, che richiedano 60 minuti al giorno (20). Tuttavia esercizi di tipo aerobico adeguati alla l’European Youth Heart Study ha fitness cardiorespiratoria del bambino. dimostrato che l’associazione di più In base al grado di sovrappeso fattori di rischio cardiovascolare è inoltre è utile scegliere diversi tipi significativamente ridotta solo in di attività aerobica che meglio si quei bambini che spendono almeno adattano alle esigenze fisiche del 90 minuti al giorno in attività fisica bambino. Ad esempio per i bambini di intensità moderata o vigorosa (2). sovrappeso ogni tipo di attività Nella vita ordinaria, però, difficilmente fisica può essere consigliata. Nelle si trovano tempi così lunghi da condizioni di obesità di grado lieve dedicare all’attività fisica. o moderato invece vanno preferite Per i bambini obesi l’attività fisica di attività sportive che non richiedano intensità moderata rispetto a quella costantemente il sollevamento del vigorosa rappresenta un modello peso corporeo, come il cammino, il 26 nuoto, il ciclismo, esercizi ergometrici o aerobica per gli arti superiori. Infine nelle obesità di tipo grave va evitato ogni tipo di attività fisica che preveda uno sforzo di sollevamento del corpo superiore al cammino, mentre è possibile prescrivere attività sportive, come nuoto o ciclismo. CONCLUSIONI Un adeguato livello di attività motoria dovrebbe far parte del normale stile di vita del bambino. Le necessità sociali e l’ampia disponibilità di occupazioni sedentarie (TV, videogames, computers) hanno però ridotto i tempi dedicati all’attività motoria spontanea o programmata (sport). Pertanto ogni programma di trattamento o di prevenzione dell’obesità deve prevedere interventi atti a ridurre la sedentarietà e ad incrementare la regolare pratica di attività fisica. In particolare: • Nella valutazione iniziale del bambino è importante aggiungere l’anamnesi motoria all’anamnesi nutrizionale, utilizzando domande mirate a quantificare il tempo che il bambino dedica all’attività fisica; • Accanto ad una corretta educazione alimentare il pediatra deve incoraggiare il bambino ad assumere uno stile di vita più attivo, far conoscere i benefici derivanti dalla pratica regolare di attività motoria e prescrivere la riduzione di attività di tipo sedentario (TV, computers, video games); • E’ utile promuovere anche nei genitori la riduzione delle attività ricreative sedentarie. PROSPETTIVE FUTURE Sono necessari ulteriori studi per poter finalmente disporre di protocolli di attività motoria adeguatamente validati nel trattamento dell’obesità infantile. Due sono gli obiettivi principali: a) Fornire delle indicazioni terapeutiche individuali, programmando per ogni bambino tipo, quantità, intensità e durata dell’esercizio fisico in base alla costituzione fisica, fitness cardiorespiratoria e predisposizione individuale. b)Identificare tecniche di dialogo motivazionale, che permettano al pediatria di interagire col bambino e la sua famiglia in modo efficace, cioè capace di indurre il cambiamento dello stile di vita. 27 SPORT: MOTRICITÀ E FORMAZIONE DELL’IO Prof. Giuseppe Bulgarini Psicologo Posso riassumere quanto vi dirò in questa relazione parafrasando un vecchio adagio: “Guardo come ti muovi e ti dirò chi sei”. Nell’esperienza quotidiana ciascuno di noi quando incontra una persona, osserva direttamente, in maniera automatica, quasi inconsciamente, i movimenti di chi gli sta di fronte e, in modo spontaneo, modula il proprio comportamento, le proprie espressioni in relazione a una prima valutazione che noi abbiamo fatto osservando i movimenti di chi ci sta di fronte. Questo significa che l’altro attraverso il linguaggio del suo corpo, ci ha comunicato qualche cosa che noi abbiamo inteso; pertanto, il corpo, con i suoi movimenti, esprime qualche cosa di noi stessi in maniera così precisa da poterci permettere di utilizzare l’espressione “linguaggio del corpo”. Linguaggio che si esprime in modo molto immediato. L’immagine che viene alla mente in questo proposito è l’incontro fra due cani in un giardino…Il loro annusarsi, il loro avvicinarsi/allontana attraverso una comunicazione non verbale li porterà all’accettazione/rifiuto dell’altro. Se il movimento del corpo invia comunicazioni la mancanza di movimento è paragonabile alla morte, come totale mancanza di relazione e reciprocità. Come si sviluppa la relazione la relazione Io-corpo? L’io si va costituendo attraverso successive distinzioni dal corpo, ma è il corpo a permettere tale differenziazione attraverso le informazioni sensoriali. La maturazione degli organi sensoriali è necessaria alla maturazione dell’Io. Quindi l’Io ha bisogno del corpo per essere in relazione col mondo e il corpo ha bisogno dell’ìo per dare significato alla relazione. Poiché la relazione dell’Io con il mondo si esprime attraverso il corpo, si ricordano alcune leggi di maturazione fisiologica con particolare riferimento alla maturazione nervosa, cioè alla mielinizzazione progressiva delle fibre nervose: − La legge cefalo-caudale: la maturazione delle strutture si estende attraverso il corpo a partire dalla testa per raggiungere, in seguito, i piedi; − La legge prossimo distale: 28 lo sviluppo procede dal vicino al lontano a partire dall’asse centrale del corpo. Nello sviluppo prenatale, ad esempio, la testa e il tronco sono già formati prima delle gambe. Così, progressivamente, prima si distendono le braccia, poi le mani, poi le dita. Funzionalmente, il processo è il medesimo: il bambino possiede l’uso delle sue braccia prima di quello delle mani, e le sue mani sono utilizzate globalmente prima del controllo e della coordinazione delle dita. La maturazione nervosa permette il passaggio progressivo dalle attività indifferenziate alle attività coscienti e differenziate. Schematicamente si ricordano le tappe dello sviluppo della motricità. Prima tappa (dalla nascita ai 2 anni) Il bambino inizia a raddrizzare e muovere la testa; raddrizza il suo tronco; mantiene la posizione seduta, che permette e favorisce l’allargamento del’orizzonte e la presa degli oggetti. L’uso del suo corpo lo porta lentamente ad arrampicarsi e a camminare a quattro zampe. Con la differenziazione segmentaria e l’uso delle membra appare la forza muscolare e il controllo dell’equilibrio. È allora che si porta in posizione eretta: con i primi passi e le prime coordinazioni globali associate alla prensione. Attraverso il movimento il bambino acquisisce la possibilità di scoperta e di conoscenza. legge cefalo-caudale legge prossimo distale 29 Seconda tappa (dai 2 ai 5 anni) È il periodo dell’apprendimento globale dell’uso del proprio corpo attraverso la prensione, che si fa sempre più precisa, il bambino associa i suoi gesti e la sua locomozione alle azioni intenzionali; attraverso la motilità e la cinestesia, che sono fra loro strettamente associate, il bambino utilizza in modo più differenziato il proprio corpo. Terza tappa (dai 5 ai 12 anni) A partire dai 5 anni, il bambino passa dallo stadio globale e sincretico a quello della differenziazione e dell’analisi. Tale elaborazione e rappresentazione del proprio corpo procederà fino ai 12 anni circa, momento in cui l’elaborazione dell’immagine del corpo sarà completa. La conquista dello schema corporeo del bambino ormai adolescente rende possibile la conquista dell’identità corporea. Il sentimento dell’unità corporea, viene così arricchito di enorme importanza affettiva proprio perché si identifica con la personalità che agisce nel mondo circostante. Già nella distinzione molto precoce tra mio e non-mio, c’è un’elaborazione personalistica delle prime acquisizioni dello schema corporeo, perché il bambino che dice “mio”, stabilisce un rapporto fra la sua identità propriocettiva e un oggetto esterno. La motricità è il supporto essenziale della vita di relazione e per tale motivo ha una struttura complessa esprimendo tanto i comportamenti elementari, quanto le condotte relazionali di alto valore espressivo. Motricità e psiche presentano relazioni tanto strette che sono considerate, come si detto a proposito della corporeità, due aspetti della stessa organizzazione. La motricità è infatti satura a tutti i livelli di componenti psichiche: durante una conferenza questo è la sintesi tra i seguenti elementi: − il livello di coscienza condiziona l’intensità della risposta motoria in funzione dell’intenzione o dell’obiettivo da perseguire; - l’intelligenza che presiede e organizza la priorità delle prassie rispetto ai bisogni. - la motricità che consente l’esecuzione dei gesti coordinati nei suoi aspetti tonici e cinetici; - lo schema corporeo che è la rappresentazione mentale del nostro corpo; -l’affettività che conferisce espressività e una motivazione al gesto che agisce sulla realtà esterna; Se le prime conquiste dell’apprendimento sono le associazioni percettivo motorie, il movimento serve da supporto alla formazione delle rappresentazioni mentali che via via vanno a strutturare gli schemi di comportamento. L’evoluzione mentale è dovuta ad una maturazione parallela nei versanti conoscitivo ed operativo. Il versante operativo, secondo Wallon, ha il − il tono muscolare è influenzato dalla tensione emotiva, ad esempio l’ansia produce ipertonia e l’ipotonia produce il sonno; − il gesto automatico è correlato con il sistema inconscio dei bisogni e degli affetti che guida l’azione per raggiungere il soddisfacimento del bisogno utilizzando sequenze comportamentali immagazzinate nella memoria; − I movimento volontari rivolti all’oggetto esterno sono la sintesi unitaria fra motricità e intenzionalità. 0-2 anni 2-5 anni 5-12 anni 30 Quando attuiamo un movimento volontario cioè finalizzato come l’andare in bicicletta o rimanere seduti 31 ruolo di organizzatore dello sviluppo mentale, e, secondo Piaget, tutti meccanismi conoscitivi poggiano sulla motricità. Si può dire in altri termini che l’l’attitudine al movimento condiziona i processi astrattivi o addirittura che il pensiero è uno schema motorio interiorizzato. Il movimento è infatti una funzione tipicamente animale che caratterizza, in modo significativo, il livello di sviluppo di una specie e la maturità evolutiva di un individuo. Si vuole sottolineare, tuttavia, che la funzione motoria va intesa come un presupposto, un sostegno, uno stimolo all’organizzazione biologica preesistente ed autonoma; con un paragone vorremmo dire che l’animale si muove bene non quando è evoluto, ma si evolve quando impara quando impara a muoversi bene. Questo mette in evidenza il valore strutturale della motricità nei confronti dello sviluppo mentale. Nello schema dello sviluppo dei rapporti tra Io e corpo è possibile inquadrare alcune riflessioni riferite a situazioni di quotidiana attualità. Quanto movimento fanno i nostri ragazzi e che coordinamento osserviamo nei loro movimenti? Gli insegnanti possono osservare il bambino nel cortile quando gioca liberamente, possono osservare il bambino quando gioca in squadra o in un gioco organizzato, e il bambino nel banco alle prese con la motricità fine richiesta dalla scrittura e dal disegno. Da queste osservazioni spesso si conclude con una valutazione generale: il bambino è “maldestro” nel senso che si muove in modo 32 scoordinato. Se i movimenti sono finalizzati all’esecuzione di una azione anche il pensiero è orientato al compito e, viceversa, se il compito è ben definito anche l’azione è conseguente. L’azione scoordinata e svogliata è un segnale di confusione nella motivazione e nell’intenzionalità. Riteniamo che l’ attività motoria che si sviluppa attraverso l’esercizio di uno sport permetta al bambino e all’adolescente di sviluppare e approfondire il rapporto Io corpo. L’attività sportiva favorisce la percezione dei propri confini e, se vuole superarli, deve mettere a disposizione costanza e impegno. In questo contesto , lo sport è inteso nell’accezione migliore, come si usava, di educazione fisica. L’agonismo è un’aggiunta allo sport. In alcuni casi, primeggiare può diventare una motivazione, ma nei suoi aspetti più esasperati, non rileviamo alcuna valenza educativa. Quello che ci interessa sottolineare è la possibilità da parte del ragazzo di fare propria la conoscenza del limite, tanto importante per superare quella fase di onnipotenza infantile che oggi si esprime frequentemente, in maniera ripetitiva, quasi senza significato, con la frase: “Non ne ho voglia”. Il desiderio viene posto come unica energia nel compimento dei compiti. Spesso appellarsi al desiderio è un modo per nascondere la difficoltà ad affrontare i propri confini; ma questa difficoltà è tanto più forte quanto più il ragazzo di oggi non è in grado di conoscere, padroneggiare, difendere e ampliare i propri confini. Sempre più frequentemente le maestre riferiscono che giungono in prima elementare bambini incapaci a stare seduti nel banco, per un tempo adeguato e di rispettare le regole del gruppo classe. Bambini che si muovono disordinatamente in classe come fossero nella loro cameretta; si interessano delle varie cose indipendentemente dall’indicazione che giunge dall’insegnante. Così è facile osservare che la mancanza di controllo della propria attività corporea va di pari passo con l’incapacità di mantenere l’attenzione sull’apprendimento o sui giochi che vengono proposti. Potremmo però anche dire il contrario: l’incapacità a mantenere l’attenzione va di pari passo con l’incapacità di controllare il corpo. La disattenzione all’educazione della motricità finalizzata si osserva proprio il un periodo importante dell’evoluzione (dai 3 ai 5 anni) quando i genitori spesso pongono limiti al movimento del bambino in funzione di quanto loro hanno in animo di realizzare. Così si osserva ad esempio, il bambino in carrozzina all’età di 3-4 anni, o nel carrello del supermercato, perché l’adulto insegue i propri percorsi con i propri tempi. Questo atteggiamento se da una parte confonde il dialogo tra corpo e formazione dell’Io nel bambino 33 dall’altra sviluppa comportamenti di irrequietezza caratterizzati da scariche motorie. I fenomeni del bullismo hanno certamente le radici all’interno di questa mancanza di dialogo tra il corpo e l’Io (così un tifoso, arrestato per atti vandalici, dichiarava: “nell’euforia ti senti trascinato fino a perdere la cognizione delle tue azioni”). La perdita del limite conduce a comportamenti incontrollati sostenuti dal desiderio di dominare tutto. L’onnipotenza tipica della prima infanzia in queste situazioni non si è trasformata in capacità relazionale, ma si è protratta oltre l’età della prima infanzia fino all’adolescenza e spesso anche oltre. L’attività sportiva permette di conoscere e sperimentare i confini fra fantasia e capacità concrete: pertanto sollecita e “allena” l’Io ad adottare rapidamente iniziative di adattamento alle mutevoli condizioni di gioco. Il bambino nel gioco proietta le sue fantasie di essere campione ammirato, grandioso, ma sarà il gioco a confermare o modificare o limitare le sue aspirazioni. Se è deficitaria, la relazione Io – corpo rimane deficitario anche il rapporto tra l’Io e il mondo esterno. In questo momento della nostra cultura da una parte siamo a favorire l’attività sportiva mentre dall’altra l’attività motoria è fortemente sacrificata a favore di condotte passive quali: assistere a spettacoli televisivi, giocare 34 con la Playstation, che da l’illusione del movimento, inducendo una pericolosa dissociazione tra immagini mentali e reazione fisica. Dobbiamo anche tenere conto che spesso l’attività sportiva è rifiutata dai ragazzi perché va programmata, deve rispettare regole, richiede impegno. L’esercizio dello sport, poiché richiede il rispetto di alcune norme, delude le aspettative di facile gratificazione. Il mondo degli adulti (famiglia e scuola) troppe volte si mostra agli occhi dei ragazzi come una macchina che deve distribuire soddisfazione e regali. Assecondare questa attesa di facile gratificazione, come si osserva dalla nostra attività clinica, induce comportamenti di incertezza e di sfiducia nelle proprie capacità. La famiglia nucleare prolunga oltre ogni limite salutare le forme di dipendenza, così che fra mondo adulto e mondo infantile si stabilisce un’inconsapevole simmetria di bisogni che rallenta e ostacola la formazione di comportamenti autonomi. Osserviamo genitori “servitori dei figli” e figli “re assoluti” della famiglia. In questo contesto non ci meravigliamo se verso gli 11-12 anni cominciano le dipendenze alimentari, l’anoressia, o altri tipi di dipendenza da sostanze, dal fumo, dalle droghe più pesanti. La cultura della dipendenza va affrontata seriamente e anche lo sport, inteso come educazione fisica, può dare un grosso contributo. ALIMENTAZIONE EQUILIBRATA E CORRETTO APPROCCIO ALL’USO DI INTEGRATORI E FARMACI Dr. Giovanni Broggi Farmacista CONCETTI DI BASE La prevenzione della sindrome metabolica inizia fin dall’infanzia, incoraggiando l’attività fisica e motoria del bambino e proponendo modelli alimentari corretti: basti pensare che in Italia circa il 25% dei soggetti tra i 6 e i 17 anni è in soprappeso o obeso. Qualora l’attività fisica diventi attività sportiva continuativa, si dovrà certamente tener conto dell’ aumentato fabbisogno di energia, di sali minerali e di vitamine, ma questo non deve comunque stravolgere quei principi generali di buona alimentazione che sono alla base dello stato di salute di qualsiasi individuo e, nel caso del bambino, di un armonico processo di accrescimento fisico e mentale. Poiché in età pre-adolescenziale l’attività sportiva non ha o non dovrebbe avere carattere agonistico, un’alimentazione sbilanciata e/o integrata da prodotti tesi ad ottenere “prestazioni” superiori a quelle prevedibili risulta: a) censurabile sotto il profilo etico, b) pericolosa per la salute del bambino, c) pericolosa per l’accrescimento del bambino e per la sua salute futura. ALIMENTAZIONE E NUTRIZIONE Come sappiamo, le macchine per funzionare devono essere alimentate. Anche gli organismi viventi hanno necessità di energia per funzionare: questo avviene con l’alimentazione. Gli alimenti introdotti vengono utilizzati per produrre energia e per lo sviluppo, il mantenimento ed il rinnovamento dell’organismo: in questo caso si parla di nutrizione. La nutrizione si realizza attraverso la digestione degli alimenti. La digestione trasforma gli alimenti affinche’ questi possano essere utilizzati dall’organismo. Le molecole che compongono ogni singolo alimento vengono scisse, cioè suddivise in molecole più semplici, dalle quali le cellule dell’organismo possono trarre il nutrimento necessario. L’apparato digerente compie tutto questo immenso lavoro, che consente di ricavare il glucosio dai carboidrati, gli acidi grassi dai grassi e gli aminoacidi dalle proteine. Queste sostanze e gli altri principi nutritivi (acqua, minerali e vitamine) vengono assorbiti dall’intestino e trasportati ai vari tessuti, per entrare nei processi metabolici, cioè in quei 35 processi che richiedono produzione, consumo o accumulo di energia. Il potere energetico racchiuso negli alimenti, così come il costo energetico di qualsiasi attività umana vengono valutati in Calorie o Kilocalorie. come il saccarosio (comunemente chiamato zucchero) ed il lattosio del latte e 3) monosaccaridi, come il fruttosio della frutta ed il glucosio. Disaccaridi e monosaccaridi vengono anche chiamati zuccheri semplici. I carboidrati rappresentano I NUTRIENTI la principale fonte di energia e MACRONUTRIENTI devono rappresentare il 55-60% I macronutrienti sono rappresentati delle Calorie totali introdotte nella da tre categorie di sostanze, che giornata. Gli zuccheri semplici hanno come denominatore comune la vengono rapidamente assorbiti e capacità di fornire energia e di venire danno energia immediata. Sono assunte in quantità molto maggiore poco sazianti: il senso di fame ritorna rispetto ai micronutrienti. rapidamente dopo il loro consumo. Se sono in eccesso tendono a a) carboidrati = zuccheri=glucidi trasformarsi in grassi e ad innalzare la glicemia e la produzione di Si distinguono in: 1) polisaccaridi o insulina (predisposizione al zuccheri complessi, il più importante diabete). Gli zuccheri complessi dei quali è l’amido contenuto nel pane hanno assorbimento più lento e , nella pasta , nel riso, nelle patate e sono di norma preferibili rispetto ai nei cereali in genere; 2) disaccaridi, precedenti. b) grassi=lipidi Si dividono in grassi saturi (di origine prevalentemente animale) ed insaturi (di origine vegetale, tra i quali spicca in positivo l’olio d’oliva). I grassi devono rappresentare il 30% delle Calorie totali introdotte giornalmente. Servono come fonte di energia ( ad esempio nell’esercizio fisico prolungato), come riserva energetica, protezione meccanica ed isolamento termico ed entrano nella formazione delle membrane cellulari. c) proteine=protidi Nella razione energetica totale giornaliera, le proteine devono coprire circa il 15%. Le proteine entrano nella composizione di cellule e tessuti, nella formazione degli enzimi, degli ormoni e degli anticorpi. Le proteine sono un materiale pregiato ed insostituibile per l’accrescimento, la manutenzione ed il rinnovamento di tutte le cellule del corpo. Il fabbisogno di proteine è particolarmente elevato nel periodo dello sviluppo, tanto più nei giovani impegnati in un’attività sportiva. Perciò gli alimenti fornitori di aminoacidi pregiati (il latte ed i suoi derivati, la carne, il pesce, le uova, i legumi associati ai cereali) non devono mancare e non possono essere sostituiti impunemente con altri che non contengono tutti gli aminoacidi necessari. Non bisogna però esagerare o introdurre integratori inutili se non dannosi, che andrebbero ad affaticare i reni. MICRONUTRIENTI I micronutrienti non forniscono energia, ma sono comunque fondamentali per l’organismo, pur agendo spesso in quantità minima. Le vitamine sono composti organici, ognuna con compiti specifici, indispensabili per la crescita, il mantenimento dello stato di salute, il corretto funzionamento dell’organismo e del suo metabolismo. 36 37 Le vitamine si distinguono in idrosolubili (vit.C e vtamine del gruppo B), che non danno fenomeni di accumulo e vi è quindi necessità di un apporto quotidiano, proporzionale, nel caso delle B, all’apporto energetico. Le vitamine liposolubili (A,D,E,K) vanno incontro ad accumulo nell’organismo: ciò compensa un apporto non adeguato per un breve periodo di tempo, ma espone a rischio tossicologico in caso di apporto quotidiano eccessivo. I minerali svolgono tantissime importanti funzioni: entrano come costituenti fondamentali delle cellule e dei vari tessuti, regolarizzano l’eccitabilità nervosa e muscolare, fanno parte di enzimi: i più importanti in un contesto sportivo sono il ferro, il calcio, il fosforo, il sodio, il potassio ed il magnesio. ACQUA LINEE GUIDA PER UN’ALIMENTAZIONE EQUILIBRATA E’ bene ricordare che l’acqua costituisce circa il 70% del peso corporeo di un bambino e che la quantità di acqua da introdurre nell’organismo è direttamente proporzionale all’energia spesa. L’attività fisica richiede una importante azione di termoregolazione. Con la sudorazione profusa possono essere perse notevoli quantità di acqua e minerali. Una dieta equilibrata contiene normalmente significative quantità di minerali e quindi può essere utile assumere inizialmente solamente maggiori quantità di acqua. 1)Mangiare vario 2) Consumare una prima colazione sostanziosa e completa 3) Ridurre gli zuccheri semplici, che se assunti in eccesso si trasformano in grassi e predispongono al diabete, a vantaggio di quelli complessi 4) Limitare il consumo di grassi animali ed optare per l’olio di oliva 5) Non eccedere col sale 6) Bere tanta acqua, distribuita nell’arco della giornata e possibilmente prima che insorga la sensazione di sete. Tenere conto dei liquidi persi con la sudorazione! 7) Privilegiare alimenti ricchi di fibre, vitamine e minerali (cereali integrali, legumi, verdura, frutta) 8) Rispettare i ritmi alimentari stagionali 9) Mangiare con calma, masticando bene FIBRE NECESSITA’ NUTRIZIONALI DELL’ETA’ SCOLARE Sono dei carboidrati complessi che non vengono digeriti e che non sono fonti di energia. Si dividono in fibre “insolubili” (cellulosa, emicellulosa, lignina), presenti nei cereali e nelle parti legnose delle piante, in grado di aumentare il volume delle feci ed aiutare la regolarità intestinale e fibre “idrosolubili“ (pectine, gomme, mucillagini), presenti nella frutta e nella verdura, in grado di rallentare l’assorbimento degli zuccheri e ridurre quello del colesterolo. Nell’età scolare e più in generale nell’età evolutiva le indicazioni per gli apporti percentuali dei macronutrienti con la giusta ripartizione giornaliera degli alimenti e della distribuzione dei pasti sono le stesse delle altre età. Si sottolinea, però, l’importanza di un’adeguata assunzione di cibi ricchi di vitamine e minerali (in particolare calcio e fosforo), necessari per una crescita ottimale. Le linee guida per una corretta alimentazione indicano che è essenziale non mangiare troppo, avere una dieta il più variata possibile, frazionare i pasti, ma non continuamente, introdurre una quantità adeguata di proteine, preferire i carboidrati complessi ed i grassi vegetali, limitare gli zuccheri semplici. ESIGENZE SPECIFICHE DEL BAMBINO CHE FA SPORT Come detto, la razione energetica giornaliera deve essere fornita per circa il 60% dai glucidi. Nel bambino che fa sport solo il12-15% di questa quota deve essere fornito da zuccheri semplici: va in altre parole privilegiata la quota degli zuccheri complessi. Dall’età scolare in poi, il rapporto fra l’assunzione di proteine animali e vegetali deve essere di 1:1. Non vi sono motivi per aumentare in modo eccessivo il consumo di carni e salumi, soprattutto se troppo grassi, a scapito delle fonti proteiche vegetali (legumi e cereali). Per intenderci, la pasta con i fagioli può costituire un’ottima alternativa alla carne. Se nel primo pomeriggio è previsto un allenamento impegnativo, bisogna: 1) fare un’abbondante prima colazione con gli alimenti tradizionali: latte (pressoché insostituibile, a meno di allergie), pane (o fette biscottate), marmellata o miele, yogurt e frutta, 2) rinforzare lo spuntino di mezza mattina (ad es. con un panino al prosciutto o farcito di verdure) 3) fare un mini-pasto a base di carboidrati almeno un’ora e mezzo prima di cominciare l’attività fisica e 4) 38 39 recuperare dopo l’allenamento (o la partitella) con una merenda ricca di carboidrati e liquidi (ad es. biscotti e succo di frutta). La cena dovrà prevedere un buon “secondo”, preceduto ad es. da un buon minestrone nel periodo invernale e seguito da frutta di stagione. INTEGRATORI E FARMACI Gli integratori sono prodotti che appartengono all’area alimentare e sono a base di vitamine, minerali ed altre sostanze, anche erboristiche, di interesse nutrizionale e fisiologico. Possono colmare carenze nutrizionali, migliorare il metabolismo e le funzione fisiologiche dell’organismo, avere un effetto protettivo e favorire lo stato di benessere dell’individuo. Gli integratori non sono in nessun modo farmaci e non possono per legge contenere farmaci. Gli integratori vengono “notificati” dalle ditte produttrici al Ministero della Salute, che ne verifica l’idoneità anche a livello di scritte in etichetta. Il farmacista in farmacia è in grado di fornire un integratore con tutti i requisiti di sicurezza. Nel bambino in età scolare l’uso di integratori volti a colmare eventuali carenze alimentari è possibile, su indicazione del pediatra, in alcuni casi: 1) qualora un continuo sforzo di educazione alimentare non sortisca effetto, 2) in particolari malattie che limitino l’assorbimento di determinati nutrienti (es.:celiachia ) e 3) per riequilibrare la flora intestinale alterata a causa di malattie o farmaci (es.fermenti lattici con vitamine in caso di diarrea o di cure antibiotiche). L’uso di integratori appare invece immotivato nel contesto dell’attività motoria/sportiva del bambino, attività, come detto, a carattere non agonistico. L’unico “integratore” che deve sempre accompagnare l’attività motoria/sportiva del bambino è l’acqua; l’eventuale bisogno aggiuntivo di energia, vitamine e minerali deve essere fornito da opportune varianti nell’alimentazione di ogni giorno, senza stravolgerne l’equilibrio complessivo. L’uso di veri e propri farmaci per migliorare la prestazione sportiva (doping) è una pratica che purtroppo sta uscendo dall’ambito dello sport professionistico e si sta propagando in maniera preoccupante tra i dilettanti, gli amatori e tra i giovani. E’ bene, perciò, che tutti coloro che possono dare messaggi educativi ai bambini( in primis genitori ed insegnanti) vigilino e scoraggino l’utilizzo di sostanze illecite, ricordando che: a) usare sostanze non lecite non è un atto di furbizia, ma un atto di slealtà verso gli altri e verso sé stessi b) i rischi per la salute, potenzialmente gravi per tutti, possono essere drammatici nell’atleta più giovane c) i farmaci servono solo per prevenire e curare malattie: lo sport non è e non deve essere malattia, ma fonte di salute a tutte le età!! 40 VITAMINE LIPOSOLUBILI ED IDROSOLUBILI: DOVE TROVARLE? VITAMINE LIPOSOLUBILI A. Retinolo D-Calcifero E-Tocoferolo K VITAMINE IDROSOLUBILI C (Acido L-ascorbico) B1-Tiamina B2-Riboflavina PP-Niacina B5-A. Pantotenico B6-Piridossina B12-Cianocobalamina Acido folico H-Biotina DOVE TROVARLE Latte, burro, formaggi, vegetali, olio, fegato di pesce, fegato di mammifero Latte, burro, tuorlo d’uovo, olio di fegato di merluzzo Ortaggi verdi, olio di semi, olio di oliva Spinaci, cavoli, ortaggi verdi in genere Ortaggi verdi, agrumi, fegato, rene Lievito di birra, legumi, frutta rene, germe dei cereali Latte, uova pesce, carni Carni magre, pesce cereali Tuorlo d’uovo, rene, fegato, pappa reale, ortaggi Germe di cereali, uova, latte, legumi, carni rosse Carne, latte, uova, pesce, crostacei, frattaglie Fegato, rene, uova, formaggi, ortaggi verdi, germe del frumento Lievito, fegato, rene, latte, carni, tuorlo d’uvo Fonte: Istituto Nazionale della Nutrizione - Tabelle di composizione degli alimenti - 1997 SALI MINERALI: DOVE TROVARLI? SALI MINERALI Calcio DOVE TROVARLI Latte e prodotti, lattiero-caseari, verdura a foglia verde scuro, legumi secchi, arance acqua E-Tocoferolo Magnesio Ortaggi verdi, olio di semi, olio di oliva Cereali integrali, germe di grano, legumi, frutta secca, latte, fichi secchi, verdure di colore verde Fosforo Latte e prodotti lattiero-caseari, carne rossa e pollame, pesce, frutta secca, legumi, semi e cereali integrali Sale da tavola e alimenti che lo contengono come ingrediente Frutta (specie banane), legumi secchi, patate carni Frattaglie, carni magre, tuorlo d’uovo, pesce, verdura a foglia verde scuro, legumi, frutta secca Sodio Potassio Ferro 41 B I B L I OGRA F I A MOVIMENTO GIOCO E FANTASIA - Hancox RJ, Milne JB, Poulton R 2004 Association between child and adoscent television viewing and adulth - M. Cremonini, Educare Giocando, Ed. Associazione Insieme per Crescere; health: a longitudinal birth cohort study. Lancet 364(9430):257-62 - D. 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