Risultanze della ricognizione sullo stato e le
prospettive
del decentramento amministrativo a Firenze
rapporto finale - 30 giugno 2006
(provvedimento dirigenziale 2005/DD/12257 del 29/12/2005)
versione aggiornata al 30 ottobre 2006
1
Indice
Premessa
3
1. Proposte di linee di azione per promuovere un decentramento efficace
5
Riquadro: le sei linee d’azione a breve e medio termine
7
2. Le ragioni delle linee proposte
8
3. Lo sfondo politico-istituzionale di un rinnovato impegno sui Quartieri
9
4. Quartieri e governo del territorio
10
5. Quartieri e “governance” locale
15
6. Le linee d’azione a breve e medio termine
16
7. Osservazioni propositive concernenti gli interventi di lungo termine
19
Riquadro:
assunti
per
la
costruzione
di
un
modello
fiorentino
di
21
decentramento
8. Sugli assetti istituzionali: i nodi da sciogliere, le scelte aperte
22
9. Attività e competenze: la Società della Salute e i Quartieri
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10. Le attività delle circoscrizioni: note per una riflessione sulle deleghe
39
i programmi decentrati nel bilancio comunale
49
area 2: politiche per l’ambiente
54
area 2: politiche sociali
58
area 1: politiche e interventi per i giovani
61
area 1: politiche per lo sport e il tempo libero
66
area 3: politiche per la cultura
69
area 4: funzioni conferite
72
area 4: Azienda comune e città metropolitana
73
la comunicazione scritta
76
11. Lo sportello del cittadino: i Quartieri nel sistema di comunicazione
78
istituzionale
Note conclusive
81
2
Premessa
La ricognizione sullo stato e le prospettive del decentramento a Firenze oggetto del presente
rapporto è stata commissionata il 29 dicembre 2005 dall’Assessorato al Decentramento e alla
Partecipazione Democratica nell’intento di fornire elementi informativi a sostegno dei lavori,
allora progettati, del Gruppo di lavoro per la riforma ed il riordino del Decentramento e più in
generale con l’ambizione di contribuire alla riflessione sulle possibilità di riconfigurare gli
assetti istituzionali nel contesto del consolidamento democratico dell’area metropolitana. Il
lavoro svolto dal gruppo di studio recepisce questa intenzione di visione prospettica ampia sul
destino del decentramento nella città, ancorando le sue proposte operative nell’osservazione
della pratica odierna, delle risorse immediatamente disponibili e degli sforzi urgenti per uno
sviluppo favorevole al decentramento.
Il presente rapporto si inserisce in un percorso di impegno civile che nasce, prima
dell’occasione di collaborazione alla progettazione dell’Assessorato, da una convinzione da
tempo maturata in questo gruppo di studio ed affermata in vari contesti istituzionali o
accademici. E che più precisamente si sviluppa da cinque assunti:
1) che solo un decentramento politico solido possa permettere oggi nelle grandi città
europee di ricucire un legame democratico ormai debole: il richiamo ad una maggiore
partecipazione dei cittadini alle decisioni locali, richiesta sia dalle norme che dalle
nostre aspirazioni culturali, rischia di portare a nuove disuguaglianze e nuove derive
funzionali se non si fonda su una quotidiana democrazia di prossimità che riavvicini
alla politica anche i cittadini poco “aggregati” e ricostituisca empatia tra cittadini e
istituzioni;
2) che una riflessione sistematica sul ruolo possibile dei quartieri nel contesto delle
trasformazioni profonde di alcune politiche pubbliche cruciali (in particolare del
governo del territorio e del sistema degli interventi sociali) sia necessaria per
consentire l’immediato aggiornamento del decentramento alle condizioni nuove di
definizione dell’azione pubblica locale, ed annullare il rischio di arretramento che
invece potrebbe scaturire dallo stallo ;
3) che
soltanto
strutture
politico-amministrative
di
prossimità
efficaci
possano
permettere sia al discorso sulla partecipazione democratica di evitare ogni rischio di
involuzione
convegnistica, sia
alle sperimentazioni
importanti di
progettazione
partecipata, e più in generale di partecipazione diretta alla decisione nelle diverse aree
di politiche pubbliche, di uscire dall’episodico per trasformarsi in regolari procedure di
formazione della scelta e per contribuire ad una diffusione dell’interesse per la cosa
pubblica;
4) che un approfondimento del decentramento necessiti, sì, di riforme, ma innanzitutto di
un mutamento di culture e atteggiamenti in seno all’amministrazione locale, senza il
quale le stesse riforme possono essere inoperanti: si tratta, a partire da una serie di
3
piccole attribuzioni pubbliche di significato nuovo all’operato quotidiano dei Quartieri,
di dar peso a quanto di decisivo essi hanno fino ad oggi svolto, e possono svolgere se
sostenuti da una rinnovata attenzione pubblica. Le azioni volte ad una decisa
valorizzazione politica e culturale dei Quartieri che sono quindi proposte in questo
rapporto non sono accessori di più significative riforme istituzionali; condizionano
invece il successo di qualunque modifica d’assetto;
5) che Firenze, e i suoi quartieri, oggi siano in grado di affermarsi nel dibattito italiano sul
decentramento, partendo dalla riflessione locale e dalla sua tradizione, proponendo un
modello di decentramento originale, che ricavi suggerimenti puntuali dalle migliori
esperienze nazionali e straniere, ma che trovi radice in una tradizione locale che
associava strettamente decentramento e mobilitazione della popolazione per il bene
comune. Si tratta di una modalità di interpretazione del decentramento in parte
contrastante con quella affermatasi in città negli anni Novanta, che enfatizzava il ruolo
delle circoscrizioni come organi di razionalizzazione amministrativa; ma anche poco
praticata nelle grandi città italiane, dove più spesso i due indirizzi, decentramento e
partecipazione, sono approfonditi separatamente, lasciando alle singole circoscrizioni
la scelta di affermare con minore o maggiore forza la loro vocazione a stimolare la
partecipazione della cittadinanza.
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1. Proposta di linee di azione per promuovere un decentramento efficace
La questione del decentramento amministrativo è tassello importante del programma di
mandato del Sindaco di Firenze; lo è stato anche negli ultimi anni in non poche altre grandi
città italiane. Il cantiere del decentramento di Firenze deve essere oramai decisamente messo
in opera; l’evoluzione del contesto istituzionale (la creazione della Società della Salute,
l’insieme delle prospettive di ridisegno delle modalità di governance sull’area vasta) e le
difficoltà incontrate dai Quartieri per effettuare il loro lavoro sono condizioni sufficienti per
giustificare una intensificazione degli sforzi in questa direzione.
Sulla partecipazione diretta dei cittadini nelle decisioni locali le riflessioni e le esperienze sono
oramai tante e consolidate nelle varie realtà europee (anche con una certa standardizzazione
degli strumenti); sulle modalità di decentramento locale in atto nelle diverse realtà urbane
italiane e straniere, poche sono invece i bilanci operativi che possano arricchire la riflessione
locale offrendo uno spettro sufficiente di problemi e di soluzioni di natura ad orientare le
analisi e le scelte. Le note che seguono e i documenti che vi sono allegati intendono,
dall’analisi del contesto anche in chiave comparata, offrire alle istanze coinvolte (come il
Gruppo di lavoro per la riforma ed il riordino del Decentramento), nel loro lavoro di
costruzione del “decentramento fiorentino”, scenari di riferimento di natura a chiarire il
dibattito e facilitare la decisione, con alcuni suggerimenti di linee di azione.
Queste linee costituiscono la trama di un possibile percorso per un consolidamento
istituzionale e culturale dei Quartieri, imperniato su azioni a breve e medio termine in vista
della definizione di un nuovo assetto organizzativo e rappresentativo dei medesimi. Le azioni
proposte e gli indirizzi suggeriti intendono agire su due fronti, che convergano verso la
definizione di un modello di decentramento specifico per la nostra città: la risoluzione delle
difficoltà attuali e la riflessione sui “decentramenti possibili”. E la partecipazione costituisce
nei due casi la questione centrale.
Alla base di questo “programma” l’ambizione è di costruire un consenso sulla questione del
decentramento.
Nella linea intrapresa con la costituzione del gruppo di lavoro sul decentramento (consiglio
comunale/quartieri), si propone di sostenere il processo di inclusione dei quartieri nella
riflessione in merito al loro futuro, anche dotandolo di una buona visibilità verso l’esterno.
Si propone un metodo di azione che, a partire delle problematiche e dei desideri emersi,
permetta di avanzare gradualmente e in modo il più possibile condiviso verso un modello di
decentramento che meglio risponda ai bisogni di servizi e di capacità di espressione della
società locale.
La situazione di Firenze, in cui i rapporti tra organi politici dei quartieri e tra dirigenza dei
quartieri sono piuttosto stretti, costituisce a nostro avviso un humus favorevole perché i
5
quartieri diventino istanze propositive reali, anche “compatte”, e perché i cittadini siano
partecipi (e prima di tutto ben informati) nel processo di revisione.
Naturalmente questi principi d’azione devono essere sostenuti da una rivalutazione nei fatti
del ruolo dei quartieri. Significa riconoscere ai Quartieri una capacità gestionale, decisionale e
di ascolto che li renda realmente adatti ad ottenere “spazi” di piena autonomia e ad
interloquire con l’insieme degli attori del territorio.
6
Le sei linee di azione a breve e medio termine
1. Riconoscere i quartieri come veri interlocutori in tutti i grandi progetti di sviluppo:
•
Azioni immediatamente attuabili: integrare i Quartieri e le loro azioni gestionali nei grandi progetti
di sviluppo della città (Piano Strategico, Piano Strutturale…).
2. Confrontarsi su alcuni problemi impellenti di definizione delle competenze e di organizzazione dei
Quartieri
•
Azioni a breve termine1: attivare, sotto il coordinamento del “gruppo di lavoro per la riforma ed il
riordino del Decentramento”, tavoli politico-tecnici (che si avvalgano del supporto delle direzioni
finanziarie e delle risorse umane) per chiarire le competenze attuali dei Quartieri. Aprire un tavolo
specifico sulle modalità gestionali e contabili dell’amministrazione dei Quartieri.
•
Azioni a medio termine: far evolvere i tavoli verso istanze propositive per individuare eventuali
nuove competenze e assetto dei Quartieri.
3. Promuovere e controllare la qualità dei servizi erogati dal Quartiere
•
Azioni di attivazione immediata (ma con tempi di attuazione a priori lunghi): sostenere i Quartieri
nell’introduzione di strumenti di valutazione integrata e comunicabile come i bilanci sociali. Dare
impulso e visibilità al rendiconto regolare del proprio operato da parte dei Consigli di Quartiere al
Consiglio Comunale.
4. Rafforzare i Quartieri come luogo d’accesso all’insieme dei “servizi di prossimità”
•
Azioni a medio termine: attivare, con il coordinamento del “gruppo di lavoro per la riforma ed il
riordino del Decentramento”, un tavolo politico-tecnico che includa anche altre istituzioni e attori
del territorio per sostenere il ruolo del Quartiere come luogo di accesso a tutti i “servizi di
prossimità” (ovvero di tutti i servizi che rispondono a necessità minute e quotidiane) per la
cittadinanza, anche nella modalità dello Sportello Unico del cittadino.
5. Recuperare i Quartieri alla funzione cruciale di luoghi e motori della partecipazione dei cittadini
•
Azioni a breve termine e medio termine: potenziare gli strumenti di comunicazione dei quartieri
(giornali di quartiere, integrazione e riqualificazione funzionale siti internet, collegamenti organici
con Urp ...). All’interno dei tavoli di lavoro dovrà essere definito poi il rafforzamento in risorse
umane e finanziarie dei Quartieri ai fini della comunicazione.
•
Articolare sulla scala dei Quartieri le funzioni del “garante della comunicazione” ex lege Regione
Toscana, 1/2005, mediante una specifica determinazione regolamentare da formulare sulla base di
una apposita proposta del“gruppo di lavoro per la riforma ed il riordino del Decentramento”.
•
Azioni a breve termine: definire, con il parere del “gruppo di lavoro per la riforma ed il riordino del
Decentramento”, modalità di sostegno informativo e organizzativo ai progetti partecipati di
iniziativa del Quartiere.
6. Sostenere il ruolo attivo di Firenze e dei suoi Quartieri nel dibattito italiano sul decentramento
•
Azioni attivabili immediatamente: creazione di un “data-base” su internet, che informi sullo stato
dell’arte e sul futuro possibile del decentramento a Firenze
•
Azioni a breve termine: sostenere l’attivazione da parte dei Quartieri di momenti di confronto (tra
loro stessi, con i cittadini e con colleghi di altre città) sul tema del decentramento e della
partecipazione, a conforto e integrazione delle riflessioni già raccolte in varie occasioni di analisi e
discussione, che producano una “posizione” propositiva della città di Firenze in materia;
•
Azioni a medio termine: promuovere in collaborazione con il “gruppo di lavoro per la riforma ed il
riordino del Decentramento” un incontro tra comuni italiani in materia di decentramento, attivato e
coordinato ad opera dell’Anci nazionale.
1
Per breve termine si intende una scadenza di uno, due mesi; per medio termine si intende una scadenza di tre, sei
mesi; per lungo termine si intende una scadenza di un anno o più.
7
2. Le ragioni delle linee di azione proposte
“Il Decentramento costituisce il primo strumento di Governo della città”. Cinque anni sono
passati dalla Delibera 110 del 2000, in cui il Consiglio Comunale faceva propria questa
asserzione e stabiliva alcune linee di indirizzo per un riordino efficace dei Quartieri. In questi
anni sono state effettuate dalla Direzione del Decentramento alcune proposte di revisione
delle deleghe, che ancora non hanno prodotto una analisi condivisa. Il Comune, negli anni
che ci separano da quella delibera, ha essenzialmente riflettuto sul potenziamento dei
Quartieri nella chiave delle deleghe di competenze ad essi ascrivibili.
Questione ovviamente centrale e assai avvertita da molti dei presidenti e dirigenti con cui
abbiamo interloquito in due incontri distinti per discutere del futuro dei Quartieri. Affrontarla
costituisce una condizione sine qua non della prosecuzione stessa dell’esperienza del
decentramento fiorentino.
Ma non è il solo problema. Vi è anche la questione dell’assetto politico degli organi di
quartiere, un vero e proprio “ibrido” tra un modello puramente partecipativo, eredità degli
anni Settanta, e un modello di decentramento decisionale, al quale tendeva invece l’ultima
riforma.
Pesa anche la farraginosità burocratica a cui sono sottoposti i Quartieri e che mal si adatta al
loro ruolo e quella duttilità amministrativa che, almeno nell’immaginario collettivo, dovrebbe
contraddistinguerli, e soprattutto è poco congruente all’«obiettivo di massima autonomia dei
Quartieri» che quella delibera del 2000 si proponeva.
Bisogna rilevare, inoltre, una cospicua difficoltà di comunicazione e di relazione tra
amministrazione centrale e amministrazione circoscrizionale.
Elementi che vanno a discapito non solo della qualità dei servizi erogati, ma della capacità dei
Quartieri di rispondere con efficacia e prontezza alle emergenze locali. Lo stesso controllo
degli organi centrali sull’operato effettivo dei Quartieri ne viene reso irrilevante.
Quelli appena richiamati sono tutti fattori endogeni che sollecitano gli organi comunali ad
avviare un “dialogo interno” e con i Quartieri sulla loro revisione funzionale, che può
svilupparsi in buona parte a partire dalle proposte già elaborate dalla Direzione del
decentramento.
8
3. Lo sfondo politico-istituzionale di un rinnovato impegno sui Quartieri
Dare efficacia al decentramento significa adempiere a quanto previsto nel programma di
mandato del Sindaco: «…riformare l’assetto istituzionale, territoriale e amministrativo dei
quartieri in funzione dell’identità, dell’erogazione dei servizi e della partecipazione, operando
concretamente, per trasformarli in municipi. I quartieri, possono essere uno snodo essenziale
per attivare processi e strumenti di partecipazione che consentano ai cittadini di diventare
soggetti attivi nei processi di scelta degli interventi per la città e per fornire una risposta
concreta alla crescente domanda di protagonismo democratico».
Un simile e strategico intento pone Firenze al cuore del dibattito sul decentramento locale in
Italia. Già grandi comuni come Roma, Napoli e ora Venezia si sono mossi in questo senso,
ovvero della creazione dei detti “Municipi”. Ed è importante che Firenze, anche al di là del
ruolo che obiettivamente assume nel concerto dell’Anci, esprima in proposito una sua
strategia di indirizzo.
Il termine “Municipio” indica non altro che un quartiere, una circoscrizione con modalità
rappresentative che la fanno equiparabile a un mini-comune e con poteri rafforzati. Al di là
delle dichiarazioni d’occasione, le città che hanno optato per questo modello sono ancora in
fase di “cantiere”, di creazione per alcune, di aggiustamento per altre. Si tratta di un modello
in evoluzione la cui forma definitiva certo non può ignorare la prospettiva delle Città
Metropolitane, di cui si propone come una sorta di precondizione o di necessario corollario a
seconda dei casi e delle circostanze. Tuttavia, riqualificare i Quartieri nella chiave dei Municipi
ha significato, là dove la sperimentazione è stata appunto avviata, voler rispondere a bisogni,
domande e opportunità preminentemente locali. E, ad un tempo, adottare soluzioni coerenti
con i nuovi assetti istituzionali di “area vasta” e integrata che le politiche sociali più
innovative presuppongono. Nel caso fiorentino, ci si riferisce in particolar modo all’istituzione
della Società della Salute, che risponde alle politiche sociali e sanitarie che correlano visioni e
responsabilità locali e visioni e responsabilità regionali. É necessario chiarire il ruolo dei
Quartieri in questo senso, poiché almeno per quanto appurato nei nostri incontri, dirigenti e
presidenti circoscrizionali si sentono in parte esclusi dal relativo dibattito progettuale. Chiarire
il ruolo dei Quartieri significa qui vedere quale funzione essi possano assumere non solo come
articolazioni amministrative erogatrici di servizi, assistenze e presidii, ma anche come
propulsori di azioni complementari e integrative: in una chiave che correli decentramento,
sussidiarietà ed efficacia.
9
4. Quartieri e governo del territorio
Per permettere agli “strumenti” e agli “atti di governo del territorio” (per restare alla
formulazione della normazione toscana in materia) di sintonizzarsi con le realtà locali e di
trovare efficace messa in opera, il ruolo dei Quartieri è semplicemente essenziale. Da una
loro accurata attivazione dipende la capacità del governo del territorio di produrre, a un
tempo, innovazione, regolazione sociale e prevenzione dei conflitti. Quartieri, dunque, come
luoghi della produzione e diffusione di un’informazione esaustiva sui fattori e gli intenti delle
opzioni municipali. Il che rende i Quartieri istanze ove scelte di vicinato e scelte urbane e
metropolitane trovano la loro più congrua argomentazione e conseguente correlazione. I
quartieri, anche e laddove necessario, possono fungere da “arene deliberative”. In tal senso
la congruità delle Utoe rispetto alle delimitazioni dei quartieri appare indispensabile. Per
realizzarla, nella riflessione preparatoria alla revisione de Piano Strutturale appare importante
che l’Assessorato al Decentramento ponga in discussione l’impianto analitico che ha portato
alla delimitazione delle Utoe nel Piano strutturale ad oggi adottato per proporre una
delimitazione che sancisca l’inserimento dei Quartieri nel sistema di governo del territorio
comunale. Dalla delimitazione delle Utoe dipende infatti la definizione di sotto-insiemi
territoriali coerenti ai quali si possano riferire tutti i settori dell’amministrazione locale per la
programmazione integrata e il monitoraggio dei servizi; tale esigenza si impone certamente
più di una ridefinizione sostanziale dei confini stessi dei quartieri che nel momento presente
potrebbe costituire un fattore di fragilità più che di consolidamento.
La legge regionale 1-2005 non indica criteri per la delimitazione delle Unità territoriali
organiche elementari, ne ricorda soltanto la funzione generica: “le unità territoriali organiche
elementari […] assicurano un’equilibrata distribuzione delle dotazioni necessarie alla qualità
dello sviluppo territoriale”.
Ad oggi, i criteri adottati per la definizione delle UTOE fiorentine sono “diversi”, come
dichiarato nella Relazione del Piano strutturale (pp.9 e 10).
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
autonomia : i problemi devono essere risolti in loco (ad esempio la richiesta ulteriore di servizi
che discenderebbe da un ulteriore carico urbanistico), almeno quelli relativi “all’urbanizzazione
primaria e secondaria”;
isolamento strutturale di una parte del territorio (che nasca dalla separatezza –semplice
discontinuità insediativa senza barriere fisiche – o dalla separazione – ferrovia in particolare);
differenziazone strutturale o morfologica (distinzione “urbano” e “non urbano”);
differenziazione morfologico-funzionale all’interno degli insediamenti urbani continui (la città
storica è diversificata);
specificità delle tre aree di grandi attrezzature: Careggi, Cascine, Stazione-Fortezza-BelfioreMacelli-Foro Boario;
identità: il riferimento, evocativo più che operative, è alle piccole “100 città”
specificità di aree di programma, per le quali il Piano definisce indirizzi di trasformazione: quelle
legate alla ricostruzione delle relazioni con il fiume (Cascine-Argingrosso, Prato-Pignone,
Duomo-Oltrarno, Bellariva-Gavinana) e alla riqualificazione mediante incoraggiamento della
mobilità elementare (Viali).
10
Tale molteplicità di criteri non consente una lettura decentrata del Piano, né quell’efficace
monitoraggio dello stato dei servizi che la partizione ideale e operativa del territorio in Utoe
deve invece in primo luogo consentire.
Sembra necessario che nella revisione del Piano regolatore, nella partizione in Utoe si
scindano i due livelli analitici che nella formula attuale vengono, nemmeno a convergere, ma
ad alternarsi: l’analisi delle conseguenze delle trasformazioni auspicate e l’analisi dei
meccanismi che sostengono l’”autonomia” delle varie parti che compongono la città, tra i
quali l’esistenza dei servizi e la leggibilità (riconoscibilità fisica, significato sociale).
Sembra d’altra parte contro-produttivo nella riflessione sulla capillarità dei servizi isolare
forzosamente alcune aree monofunzionali, quelle delle tre grandi attrezzature, creando con
ciò separazioni fittizie tra le aree confinanti, e distinzioni fittizie di livello dei servizi; come se
le Cascine non funzionassero da spazio verde per gli abitanti di Piazza Puccini, e come se le
scuole in costruzione nel Foro Boario non fossero destinate ai ragazzi del quartiere.
Sembra così auspicabile una lettura più classica e lineare, che si fondi esclusivamente sulle
identità storiche e sulle caratteristiche del tessuto.
L’utilità della partizione nel monitoraggio dei servizi richiede d’altra parte che vi sia congruità
tra limiti delle Utoe e limiti del Quartieri, ma anche tra limiti delle Utoe e unità di rilevazione
statistica, almeno di quelle fondamentali, le sezioni di censimento, sulla base delle quali
sarebbe auspicabile far convergere l’insieme delle rilevazioni locali. L’aggregazione delle
stesse sezioni di censimento in 72 aree elementari, utilizzata per la prima volta per
l’elaborazione dei dati del censimento del 1971, oggi riproposta aggiornata dall’Ufficio di
Statistica del Comune, può costituire la base di una programmazione socio-territoriale
unificata. Sia le sezioni di censimento che le aree elementari sono delimitate in conformità
con i confini di quartiere.
La strategia che ne viene suggerita consisterebbe nel ridefinire le Utoe come aggregati di
aree elementari: eliminando le Utoe monofunzionali e di programma, non considerando le
diverse distinzioni funzionali come criteri di delimitazione ma soltanto come criteri per la
definizione di regole diversificate all’interno di una Utoe, non assumendo sistematicamente le
“separazioni” introdotte dalle infrastrutture, in particolare dalla ferrovia, come ostacoli alla
coesione, ma ragionando in primo luogo sulle centralità percepite: che a Firenze sono sempre
piazze.
La soluzione più snella di revisione delle delimitazioni basilari del Piano Strutturale
sembrerebbe così poter partire dall’aggregazione e dalla suddivisione delle Utoe ad oggi
11
utilizzate e rielaborarle, sulla base dei principi appena delineati badando alla congruità con i
limiti dei quartieri e delle aree elementari. Lavorando in tale direzione, si può delineare una
base interpretativa delle differenze locali più fedele alle affiliazioni tradizionali di rione,
organizzata in aree che ruotano attorno ad una piazza vissuta; una interpretazione che può
essere approfondita ed affinata mediante la consultazione degli organi decentrati, costituendo
un momento importante di collaborazione dei Quartieri alla definizione del Piano Strutturale2.
Non si può negare che simili configurazioni di Utoe, che meglio rispondono alle pratiche di
vita quotidiana e di appartenenza locale, continueranno però a dividere alcuni “insiemi
significativi”, e ciò proprio perché seguono la delimitazione dei quartieri. Ma sola la
realizzazione totale di alcuni “forti” indirizzi di riqualificazione potrà apportare elementi di
rottura degli equilibri di natura a rendere più utile che dannosa una revisione dei confini
geografici dei quartieri. Una ristrutturazione efficace della viabilità che ricostituisca un legame
effettivo tra il “Cento storico” e l’area dei “Viali”, facilitando la mobilità naturale, può ad
esempio giustificare una estensione dei confine del Quartiere 1. Tuttavia allargarlo oggi in
previsione
di
questa
realizzazione
indebolirebbe
soltanto
processi
lenti
e
fragili
di
identificazione con il Quartiere.
La consultazione dei Consigli di Quartiere per la definizione delle Utoe, in collaborazione
anche con l’Ufficio di Statistica del Comune, può comunque costituire una tappa iniziale
importante nel coinvolgimento degli organi decentrati nella stesura del nuovo Piano, vale a
dire nel riconoscimento dei Quartieri come interlocutori del governo del territorio.
In ogni caso, una precipua valorizzazione e una parallela articolazione del Garante della
comunicazione ex lege 1, può essere un’ulteriore e ottima leva in tale direzione. Le funzioni
del Garante della comunicazione potrebbero così essere articolate sulla scala dei Quartieri su
proposta del“gruppo di lavoro per la riforma ed il riordino del Decentramento” mediante una
determinazione regolamentare.
2
Qualche esempio ad illustrazione del procedimento, che potrebbe radicarsi anche nelle numerose e ricche letture
degli insediamenti già proposte negli allegati al Piano, portando comunque ad un numero di Utoe non dissimile da
quello attuale; un numero adeguato a farne le sedi, sempre vicine e legate alla percezione tradizionale dei rioni, di
una partecipazione vivace della popolazione nelle scelte di governo del territorio, ma anche in altri settori di politica
pubblica:
- Per il quartiere 4, ci si potrebbe orientare su aggregazioni di aree elementari che portino a ridisegnare Utoe
corrispondenti a “Ugnano-Mantignano” e parte circostante di “Oltregreve”; Il Pignone da “Prato-Pignone” e l’Isolotto
da “Cintoia-Isolotto”; Cintoia da “Cintoia-Isolotto” e parte di “Cascine Argingrosso” sulla riva sinistra; “Pisana”;
“Soffiano” e parte confinante della “Collina Sud”.
- Nel quartiere 1, le aree elementari potrebbero essere aggregate per ricostituire un numero limitato di Utoe nuove,
traendo spunto dei lavori del gruppo di studio sul Sottosistema insediativi; Utoe che corrispondano a combinazioni
delle attuali Utoe di questo tipo : 1. parte di “Duomo-Oltrarno” di qua d’Arno + parte di “Viali” entro i viali; 2. parte
di “Duomo-Oltrarno” di là d’Arno (secondo lo schema analitico in Aree Urbane Omogenee proposte per il
Sottosistema insediativo Centro Storico negli Allegati al Piano); 3. ”San Jacopino”; 4. parte di “Prato-Pignone” sulla
riva destra, di “Fortezza” entro i viali, di “Cascine” sulla riva destra; 5. parte di “Collina Sud”, “San Gaggio”.
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13
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5. Quartieri e governance locale
I Quartieri hanno comunque una relazione con la cittadinanza residente molto più intensa di
quanto dall’esterno non si evinca. Lo testimoniano attori politici e attori amministrativi che
nei Consigli operano. E’ un legame intenso: magari ricco di asperità ma c’è. Su di esso
occorre investire per valorizzare il ruolo dei quartieri tra partecipazione e governance locale.
Bisogna sostenere i quartieri in questa loro duplice valenza, da un lato dando ad essi gli
strumenti di ascolto e comunicazione con cui mettere in valore i rapporti già stabiliti con la
popolazione, d’altro lato conferendo ad essi certezza nelle aree di autonomia decisionale e
finanziaria. Naturalmente non è una “necessità” ma una via ottimale per dare senso e qualità
a quella che chiamiamo “governance urbana”. La quale richiede la soddisfazione di alcuni
requisiti minimi su entrambi i versanti appena richiamati e una ridefinizione delle funzioni di
“coordinamento” del Comune centrale più sul piano dell’endiadi standard and control
piuttosto che su quella command and control.
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6. Le linee d’azione a breve e medio termine
Preso atto del rinnovato impegno del Comune di Firenze nella questione del decentramento
coi lavori della Commissione Affari Istituzionali e con la costituzione del “gruppo di lavoro per
la riforma ed il riordino del Decentramento”, composto dall’Assessore ai rapporti con i
Quartieri che ne assumerà il coordinamento, 7 rappresentanti dei Consigli di Quartiere e 7
rappresentanti del Consiglio Comunale, si prevedono e si suggeriscono alcune azioni mirate a
una condivisione degli obiettivi tra Quartieri, Comune e cittadinanza urbana e ad una rapida
messa in opera di alcune “riforme urgenti”.
Queste azioni sono in parte già state proposte o deliberate in altri documenti: si tratta quindi
di dar loro un effettivo avvio.
Va ribadito che questa serie di azioni non ha che relativa importanza se non vi è da parte
dell’amministrazione centrale il riconoscimento dei quartieri come veri interlocutori in
tutti i grandi progetti di sviluppo, anche concertati, della Città. Non solo perché in un
futuro i quartieri potrebbero essere autorità amministrative di peso per la vita urbana e
metropolitana, ma perché già oggi sono erogatori dei servizi essenziali per la cittadinanza. In
questo senso è importante sostenere l’integrazione dei Quartieri nel tavolo del Piano
Strategico, del Piano Strutturale (se ancora “possibile”), della Società della Salute. Si tratta
così di non vanificare gli sforzi prodotti nei processi partecipativi. In effetti se i cittadini attivi
variamente organizzati possono sperare di ottenere ascolto da parte dell’amministrazione
centrale, per i cittadini singoli, talvolta in situazioni precarie o semplicemente più “fragili”
(come gli anziani) il quartiere, grazie al suo ruolo e al suo livello d’azione, rimane
l’interlocutore necessario. Si tratta, insomma, di conferire ad esso la necessaria credibilità
perché la voce della città non debba assumere solo le forme della protesta per immaginarsi
efficace.
Si auspica inoltre che si affronti la mancanza di comunicazione interna al comune, tra comune
e quartieri e tra quartieri stessi. In questo senso possiamo soltanto lanciare un “appello”,
oltre a prefigurare, a sostegno della riflessione in corso, possibili accorgimenti di natura
organizzativa, poiché il suo superamento (o, più realisticamente, il suo contenimento) riposa,
al di là dell’organizzazione di momenti di confronto, sulla buona volontà degli attori politici e
amministrativi in gioco. Che è fondamentale per garantire un’erogazione di servizi efficienti,
evitare sperperi, per l’immagine stessa della politica della nostra realtà amministrativa.
Si tratta infine di impegnarsi in un lavoro di sostegno ai quartieri che ha come primo obiettivo
il confronto su alcuni problemi impellenti sulla definizione delle competenze e sulla
organizzazione dei quartieri, per poi giungere a una conseguente modifica degli assetti
normativi. Per questo si proporrà al gruppo di lavoro per la riforma ed il riordino del
Decentramento di organizzare tavoli tematici (per aree: salute, verde,…) per realizzare o
emendare le proposte già formulate, in materia di revisione di deleghe e gestione dei servizi
di base, nel documento elaborato dalla Direzione del Decentramento nel 2002 (da
16
considerarsi come una base di riflessione certo non vincolante). Si considera necessario che
ai tavoli partecipino sia gli assessori che le direzioni centrali coinvolte e, da parte dei
Quartieri, i rispettivi presidenti e le diverse componenti politiche (almeno per una prima fase
finalizzata alla costruzione della condivisione politica, potendo evolvere verso tavoli di lavoro
puramente tecnici in una seconda fase). Inoltre dovranno essere presenti le direzioni delle
risorse finanziarie e dell’organizzazione e le p.o. amministrative di Quartiere, al fine di offrire
un primo supporto tecnico, capace di conferire argomenti di “fattibilità tecnica” alle diverse
opzioni.
In questo quadro sarà necessario coinvolgere la Società della Salute, qualora gli incontri già
previsti con i quartieri non offrano un chiarimento sufficiente del loro ruolo a venire.
Gli “accordi” raggiunti nei tavoli e le relative conseguenze in termini di risorse finanziarie e
umane, calcolate dalle direzioni delle risorse finanziarie e dell’organizzazione e dalle po
amministrative del quartiere, dovranno essere convalidate dal gruppo di lavoro e sottoposte a
delibera dei consigli di quartiere e del consiglio comunale, dandosi le garanzie di un’effettiva
realizzazione.
Consideriamo che dopo un primo momento necessario di confronto, poiché le questioni
affrontate oramai “premono”, i tavoli potrebbero evolvere verso strumenti di supporto tecnico
al gruppo di lavoro.
Si propone inoltre di aprire un confronto specifico in materia di gestione contabile dei
quartieri. É necessario a questo fine che organi politici e amministrativi di ogni quartiere
elaborino proposte in materia di semplificazione o adattamento alle loro necessità
(semplificazione, costituzione di micro-budget specifici per progetti partecipati, …). Un
confronto tra quartieri (eventualmente all’interno del gruppo di lavoro) permetterebbe poi di
costruire una proposta globale condivisa. Questa proposta dovrebbe essere discussa con la
direzione delle risorse finanziarie e l’assessore competente, per verificarne la fattibilità e
promuoverne la messa in opera.
Sembra poi importante che venga promossa la verifica della qualità dei servizi erogati dal
quartiere. Si tratta di richiedere ai quartieri che introducano metodi efficienti di gestione e di
valutazione dei loro servizi, come quelli legati alla formulazione di bilanci sociali. Questo
passo,
che
necessita
dell’impegno
dei
singoli
quartieri
(e
degli
eventuali
gestori
convenzionati) e del sostegno di competenze interne ed esterne, dovrà essere fortemente
assecondato dal Comune.
Sia per la formulazione di bilanci sociali di quartiere che per l’illustrazione dell’attività dei
quartieri in un bilancio sociale del Comune di Firenze, l’elaborazione di dati comunicabili
necessita di monitoraggi costanti come quelli consentiti dalle procedure di rilevazione
suggerite nelle schede allegate al presente rapporto.
Si può prevedere che, per la messa in atto di queste procedure indispensabili per offrire
leggibilità, interna ed esterna, all’azione dei Quartieri, il Comune faciliti l’instaurazione di un
rapporto tra l’Università di Firenze e Quartieri, con il conseguente trasferimento di
17
conoscenze, ma anche con l’accoglienza di tirocinanti presso i Quartieri medesimi. In questo
quadro è indispensabile che vengano forniti ai Quartieri le basi cognitive relative al loro
territorio, come presupposto per monitorare sistematicamente la funzionalità delle loro azioni.
E che gli stessi quartieri acquisiscano le capacità di manutenzione di quelle stesse rispettive
basi. Valutazione e monitoraggio potranno poi costituire il fondamento su cui coniugare
attività di rendicontazione e coinvolgimento dei cittadini mediante la formazione e la
discussione di specifici e conseguenti bilanci sociali delle attività del Quartiere. Presupposto
antecedente, tuttavia, è una piena valorizzazione delle già vigenti norme in materia di
rendicontazione ad opera dei Consigli nelle loro relazioni sia con l’amministrazione comunale
sia con i propri amministrati.
Più generalmente è necessario promuovere i quartieri come porta d’accesso all’insieme
dei “servizi di prossimità”: in questo senso si potrà sostenere l’innovazione nelle
procedure di comunicazione tra quartieri (e cittadini) e l’amministrazione centrale, da un lato,
e gli altri attori istituzionali del territorio, dall’altro, promuovere la creazione di Sportelli del
cittadino nei quartieri. Affrontando anche il tema del collegamento tra gli URP del Comune e
delle singole direzioni. In questa chiave sembra importante che l’amministrazione comunale
ponga con decisione, laddove ancora possibile, la questione del pieno recepimento nella
sperimentazione della Società della salute degli indirizzi di integrazione e di coinvolgimento
della cittadinanza nei servizi per la salute, promossi in particolare con l’introduzione dei Piani
Integrati di Salute e con il Piano sanitario regionale, e che per essere sviluppati con efficacia
richiedono
un’articolazione
funzionale
e
territoriale
adeguata
dell’interfaccia
con
la
cittadinanza, come quella che si viene a delineare nelle esperienze toscane di distretto di
quartiere o di comunità.
Deve inoltre essere proseguito l’impegno nel riconoscimento da parte dell’amministrazione
comunale dei quartieri come propulsori della partecipazione dei cittadini. Questo
richiede la volontà degli organi centrali tanto di coinvolgere i Quartieri nella presa di decisioni,
come già detto in premessa, che di sostenerli nei processi partecipativi che hanno loro stessi
messi in atto.
Si tratta di promuovere progetti partecipativi affidati direttamente ai quartieri nella loro
gestione, nella presa decisionale e nella messa in opera (sempre nei limiti conferiti dallo
Statuto e nei limiti delle loro capacità tecniche). Il gruppo di lavoro potrebbe assumere come
centrale questa direzione di lavoro, considerando la possibilità di limitare questa pratica ad
alcuni progetti selezionati (eventualmente tramite bandi, conferendo ai quartieri un budget
specifico, …).
In genere è necessario ribadire la necessità di garantire ai quartieri le risorse
umane e finanziarie adeguate alle necessità per la loro “spesa corrente” in
comunicazione.
Sembra in effetti urgente che i quartieri possano potenziare la loro comunicazione con i
cittadini, anche con interventi di piccola entità. Si può prevedere un miglioramento dei siti
18
internet del quartiere preferibilmente concordando tra quartieri una serie di informazioni
“minime” da offrire. Si dovrà valutare inoltre la possibilità di costituire una redazione unica
nei giornalini di quartiere e altre economia di scala.
Sarà utile proporre inoltre ai quartieri che il sito internet di Firenze Insieme raccolga e
fornisca informazione (o rinvii a altre fonti d’informazione –eventualmente i siti dei quartieri),
regolarmente aggiornata, su tutti gli strumenti di partecipazione in vigore a livello di
quartiere e del comune, diventando così un portale unico per tutta la città.
Si ricorda il progetto di Legge Regionale sulla Partecipazione, la cui fase d’elaborazione
dovrebbe facilitare la riflessione interna al Comune di Firenze sulle pratiche partecipative.
E’ essenziale che sia sostenuto il ruolo attivo di Firenze e dei suoi quartieri nel
dibattito italiano sul decentramento. L’assessorato al Decentramento o il gruppo di lavoro
potrebbe mettere in opera una proposta già formulata nella delibera del CC 110 del 2000,
ovvero l’organizzazione di un incontro tra comuni italiani sulle esperienze di decentramento,
in collaborazione con l’ANCI. Nel contempo si considera attivabile sin da ora sul sito Firenze
Insieme (o altro) un data-base di informazioni sul “cantiere del decentramento fiorentino”
(rivolto tanto ai cittadini quanto al gruppo di lavoro) e che permetta di interagire con i
cittadini e di render conto dell’attività del gruppo di lavoro (agenda, rapporti, verbali, ...).
Si suggerisce che dall’Assessorato o dal gruppo di lavoro venga proposto ai quartieri di
confrontarsi tra loro e con altri municipi/circoscrizioni italiani sul tema, per presentare al
Sindaco e alla popolazione la loro visione del futuro dei quartieri (in materia di modello
amministrativo, di deleghe e di partecipazione). Questo in implementazione del percorso già
realizzato nel corso della discussione sul programma di mandato del Sindaco. Si proporrà ai
quartieri di coinvolgere anche la popolazione, raccogliendo proposte, aprendo al pubblico le
discussioni in materia, comunicando sulle esperienze in atto in altre realtà.
La finalità è naturalmente di sostenere il gruppo di lavoro nella revisione dello Statuto e del
Regolamento dei Quartieri.
19
7. Osservazioni propositive concernenti gli interventi di lungo termine
La messa in atto del “Gruppo di Lavoro per la riforma e il riordino del Decentramento” sul
decentramento, che ha ora intrapreso un percorso impegnativo ed intenso, prospetta le
condizioni per una revisione importante del modello delle circoscrizioni fiorentine.
Le linee d’azione qui proposte si fondano in buona parte sull’idea che si possa già da ora
operare con efficacia nel senso di un rafforzamento, o meglio riconoscimento, dei quartieri
fiorentini. Si propone di conseguenza di sostenere i Quartieri, ovunque è reso possibile
dall’attuale configurazione normativa, nel loro affermarsi nell’attività quotidiana e nelle
relazioni con la cittadinanza e gli altri enti. Ma le stesse linee di azione appena individuate
includono la messa in cantiere di processi di revisione di più ampio respiro, come quelli
previsti in particolare nelle linee 2 e 4, che aprono momenti di confronto interno ed esterno
all’Amministrazione per un consolidamento normativo dei Quartieri, che si dovrà dispiegare
dal “Gruppo di lavoro” ai tavoli politico-tecnici.
Competenze, organizzazione, vocazione dei quartieri, formano il nucleo centrale delle scelte
che dovrà affrontare il Gruppo di lavoro, dalle quali sarà determinato il grado complessivo di
“riordino” e di “riforma” che caratterizzerà la revisione. In questo percorso, il confronto con le
altre esperienze italiane o straniere può, come si vedrà, offrire spunti analitici; è tuttavia
determinante partire dall’esperienza locale per enucleare in prima istanza i nodi da sciogliere
in priorità, ed orientarsi verso un modello specifico ed organico di decentramento fiorentino
che risponda alle necessità del contesto, alla cultura politico-organizzativa locale, accogliendo
i suggerimenti dalle esperienze altrui, ma evitando ogni deriva imitativa di comodo.
La ricognizione quantitativa e qualitativa sulla situazione attuale del decentramento, tenendo
presente anche la comparazione con altri casi significativi, suggerisce che la revisione debba
portare in profondità sia sulle competenze da attribuire ai quartieri che sulle loro relazioni con
l’organo centrale e sul loro apparato istituzionale. L’insieme di queste considerazioni verrà
successivamente argomentata o quantomeno giustificata dalla documentazione raccolta,
sinteticamente proposta anche negli appendici a questo rapporto. Presentiamole per ora a
grandi tratti.
20
Assunti per la costruzione di un modello fiorentino di decentramento
1) La necessità di una revisione degli organi politici di quartiere non sembra eludibile, che si
prospetti un aumento delle deleghe, che se ne preveda invece un aggiustamento o addirittura
una riduzione. La questione è quella dell’efficacia degli organi istituzionali, e in particolare del
consiglio e delle sue commissioni, nell’indirizzo e nel controllo. Questa revisione dovrà
semplicemente assumere i contorni adeguati alla revisione delle deleghe.
2) La configurazione delle attività dei quartieri, e del loro quadro di deleghe, è già entrata in fase
di ridefinizione: la pratica corrisponde solo in parte al quadro “teorico” di materie delegate, la
costituzione della Società della Salute pone una vera sfida per il riposizionamento dei Quartieri.
Qualunque revisione deve partire dal quadro attuale e dalle trasformazioni indotte
dall’instaurazione della Società della salute, le cui attività concernono il terzo del bilancio attuale
dei quartieri fiorentini.
3) Un rafforzamento degli organi è da considerarsi solo in caso di aumento importante delle
deleghe, ma soprattutto della capacità di spesa. Si tratterebbe in questo caso di accrescere la
percentuale di spesa gestita dai Quartieri, superando il 7% attuale di spesa corrente a loro
affidata per dirigersi verso percentuali ben maggiori (almeno il doppio, alla luce dei casi italiani
e esteri analizzati). In caso di un progetto piuttosto diretto all’aggiustamento del sistema attuale
del quadro di competenze, si preconizza piuttosto uno snellimento dell’apparato istituzionale (in
particolare riguardo al numero delle commissioni).
4) Considerate le prospettive aperte dalla ridefinizione delle competenze indotta dallo sviluppo
della Società della Salute, quelle derivanti dall’impellente necessità di razionalizzazione della
spesa pubblica e di contenimento della spesa in personale, il modello che proponiamo alla
discussione si fonda piuttosto su un aggiustamento del quadro di competenze.
5) E’ comunque essenziale che la definizione delle deleghe risponda con efficacia ad alcune
necessità prioritarie di aggiornamento e razionalizzazione: a) i quartieri devono esser messi in
grado, per le materie a loro affidate, di intervenire, svolgendo o meno direttamente gli
interventi, nell’intero spettro di operazioni nelle quali si scompone l’azione comunale; b) nel
contesto istituzionale che si è venuto ad arricchire dalla Società della salute, il quartiere deve
vedere completate le sue deleghe sul sociale allargato e sui servizi ai cittadini; c) per realizzare
la loro vocazione di luogo di accesso ai servizi, i quartieri devono avere le competenze e le
risorse sufficienti per attivare sportelli per il cittadino/campagne di comunicazione/funzioni di
consultazione della cittadinanza, e possono utilmente vedere allargate le loro competenze nella
gestione dell’uso del suolo pubblico.
6) Il quadro di competenze dei quartieri deve essere in ogni modo largamente condiviso, leggibile
e sancito nel Regolamento del Decentramento o in altro documento unico, come in altre grandi
città italiane, distinguendolo dagli strumenti di indirizzo politico (ovvero i Criteri direttivi e
Indirizzi Programmatici).
7) E’ essenziale lavorare rapidamente anche alla revisione di alcuni processi organizzativi, per
sciogliere i maggiori freni all’efficacia oggi registrati, nella pratica contabile, nel coordinamento
tra amministrazione centrale e amministrazione decentrata.
8) La revisione deve però assumere come principio qualificante del modello fiorentino, anche nel
panorama nazionale e internazionale, l’ambizione di riaffermare la vocazione dei quartieri come
fulcro della partecipazione cittadina, volgendosi idealmente ai primi momenti di vita dei quartieri
nella città.
21
8. Sugli assetti istituzionali: i nodi da sciogliere, le scelte aperte
E’ sufficiente richiamare l’articolo 17 del Testo Unico sugli Enti Locali per render conto dello
spettro di possibilità offerte per articolare una strategia di rivalutazione normativa dei
Quartieri oggi a disposizione dei comuni italiani con più di 300.000 abitanti; ma anche per
constatare che, alla lettera, l’ordinamento italiano propone un’interpretazione dei Quartieri
come organismi di partecipazione (oltre ché di consultazione e di gestione dei servizi di base
e di esercizio di funzioni delegate).
"Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali"
Articolo
17
Circoscrizioni di decentramento comunale
1. I comuni con popolazione superiore a 100.000 abitanti articolano il loro territorio per
istituire le circoscrizioni di decentramento, quali organismi di partecipazione, di
consultazione e di gestione di servizi di base, nonché di esercizio delle funzioni
delegate dal comune.
2. L'organizzazione e le funzioni delle circoscrizioni sono disciplinate dallo statuto comunale e
da apposito regolamento.
3. I comuni con popolazione tra i 30.000 ed i 100.000 abitanti possono articolare il territorio
comunale per istituire le circoscrizioni di decentramento secondo quanto previsto dal comma
2.
4. Gli organi delle circoscrizioni rappresentano le esigenze della popolazione delle
circoscrizioni nell'ambito dell'unita' del comune e sono eletti nelle forme stabilite dallo statuto
e dal regolamento.
5. Nei comuni con popolazione superiore a 300.000 abitanti lo statuto può prevedere
particolari e più accentuate forme di decentramento di funzioni e di autonomia organizzativa
e funzionale, determinando, altresì, anche con il rinvio alla normativa applicabile ai comuni
aventi uguale popolazione, gli organi di tali forme di decentramento, lo status dei componenti
e le relative modalità di elezione, nomina o designazione. Il consiglio comunale può
deliberare, a maggioranza assoluta dei consiglieri assegnati, la revisione della delimitazione
territoriale delle circoscrizioni esistenti e la conseguente istituzione delle nuove forme di
autonomia ai sensi della normativa statutaria.
Al di là delle esperienze esemplari sviluppate in determinati quartieri di alcune altre grandi
città italiane, si deve notare che in genere la normazione del decentramento nelle città che ci
possono servire da riferimento analitico non è particolarmente aderente a questo concetto di
Quartiere; la partecipazione, quando si afferma come funzione centrale del Quartiere,
all’eccezione forse del caso di Bologna, è sostenuta dalla volontà degli amministratori del
Comune e dei Quartieri, dalle associazioni più ancora che dalla lettera delle norme comunali.
Una ricognizione operativa della concreta attività dei Quartieri nelle grandi città italiane è
comunque resa difficile dalla carenza di letteratura in materia nonché dalla scarsa leggibilità
dell’azione dei quartieri nei principali documenti illustrativi dell’attività dei comuni, per cui le
informazioni utili vanno in genere ricercate in rapporti tematici e appositamente aggregate
per evocare l’azione quotidiana e il peso dei quartieri nella vita locale.
Roma e Napoli sono le grandi città italiane che risultano più “avanzate” nel processo di
decentramento. Solo la prima vanta comunque una maturata esperienza in merito, poiché a
22
Napoli le Municipalità si sono appena costituite, come anche in parte a Venezia. Guardare
all’esperienza romana offre alcuni suggerimenti utili di ingegneria istituzionale, ma permette
anche di delineare alcuni problemi chiave, a cui si scontra pure l’esperienza intensa di
decentramento della Capitale. Un approfondimento sul caso romano è proposto in appendice
a questo rapporto.
Pensando alla dimensione demografica del comune, però, per riflettere sulla praticabilità di
scelte specifiche analizzando gli esiti di alcune esperienze “altre”, dovremmo piuttosto
guardare all’esperienza di Bologna, Bari e Catania, tutte al di sopra dei 300.000 abitanti, ma
al di sotto dei 400.000 (anche Genova, che le segue immediatamente nella graduatoria
demografica, ha già 600.000 abitanti).
Di questo gruppo di città nessuna ha istituito per ora i “Municipi”, se intendiamo per questo
essenzialmente un’organizzazione istituzionale che riproduca a scala ridotta quella del
Comune (sindaco, giunta, consiglio) secondo la linea autorizzata dal comma 5 dell’articolo 17
del Testo Unico. Gli organi circoscrizionali sono in queste città, come a Firenze, il consiglio e il
suo presidente.
Il modello fiorentino attuale di assetto istituzionale dei Consigli di quartiere si può così
sintetizzare:
23
Le disfunzionalità, assai pesanti, di questo modello, hanno già fatto oggetto di sicura
formalizzazione da parte di chi opera nei quartieri. Il quadro delle criticità è condiviso, si
articola nei diversi punti illustrati di seguito in alcuni brevi estratti delle interviste collettive
svolte con presidenti e dirigenti dei cinque Quartieri di Firenze. Le basi per la definizione di
soluzioni istituzionali, oggetto di riflessioni individuali ma non di confronto o ancor meno di
convergenza nel consesso di chi opera nei Quartieri, dovranno in buona parte essere costruite
in seno al Gruppo di Lavoro per la riforma e il riordino del Decentramento.
presidenti: Il quartiere istituzionalmente è qualcosa di ibrido, a partire dalla Presidenza. Non
sottintendo che bisogna per forza cambiare. Il Presidente è presidente del Consiglio e allo
stesso tempo guida il Collegio di Presidenza, che è fatto dai Presidenti delle Commissioni:
quindi è rappresentante istituzionale e rappresentante esecutivo, di governo allo stesso
tempo. Non c’è distinzione come tra Sindaco e Presidente del Consiglio comunale. Questo non
va risolto per forza distinguendo le due funzioni, che ha altre implicazioni. Poi vi è il
Presidente del Collegio di presidenza che è formato dai Presidenti delle commissioni consiliari;
ne avevamo 6. Nel maggio 2005 è stata approvata una delibera molto discussa per portarle
24
fino a 8. Molto discussa perché una commissione che si è voluta istituire è la commissione
Regolamento e Garanzia, che bisognerà vedere poi come va questa esperienza. C’è una
difficoltà a trovarne l’oggetto.
presidente: L’ibrido di cui si parlava è il punto di partenza per riconsiderare qualsiasi riforma
del decentramento: X parlava del presidente che contemporaneamente è rappresentante
dell’assemblea elettiva e dell’esecutivo, considerando che comunque l’esecutivo è scelto tra
gli eletti (è l’ultimo degli organi istituzionali che si comporta così). Noi siamo garanti per il
consiglio e portatori di un programma di maggioranza. Il Collegio di presidenza è riconosciuto
come un organo, ma ha un lavoro difficile: il presidente è tutelato (può richiedere il distacco
dal lavoro, ha un’indennità, …), è il suo lavoro; i presidenti delle commissioni, come il vice
presidente, hanno un tetto mensile di ore da dedicare al lavoro dell’esecutivo, ma riferito solo
alle riunioni del collegio di presidenza (quindi non sono comprese le riunioni esterne, non
istituzionali, dove non hanno nessuna forma di tutela, permessi). La materia di lavoro dei
quartieri, ovvero servizi di base e altre deleghe, era già limitata per 6 commissioni. La
struttura ha un costo notevole per poi gestire poco.
Ci sono state due cose sbagliate: l’estensione della materia (creazione di una settima
commissione permanente di maggioranza) senza che ci sia stato un corrispettivo
ampliamento delle deleghe, anzi siamo in una fase di contenimento delle perdite di incidenza
del lavoro di quartiere sulle cose reali; ed è stata creata la commissione Garanzia senza
definirne le attribuzioni nella modifica generale, lasciandola alla libera interpretazione dei
Quartieri. L’opposizione ha creduto che fosse un commissione di controllo. Abbiamo dovuto
fare delle riunioni per far chiara la differenza tra competenza politica e tecnica, perché voleva
mettere gli occhi sugli appalti.
presidente: L’altro obbrobrio: la vice-presidenza delle commissioni è stata attribuita
all’opposizione.
- Noi si era già data.
- Si, questo problema è più vecchio. Il presidente della commissione è un membro
dell’esecutivo, quindi è come creare per un assessore comunale un vice-assessore
dell’opposizione. E’ stato equiparato il lavoro delle commissioni di quartiere al lavoro delle
commissioni consiliari comunali. C’è una confusione di fondo su che fanno le commissioni:
dovrebbero essere istruttorie, raccogliere gli umori della gente, aperte a consulenze esterne e
distinte dall’esecutivo, che fa sua la linea della maggioranza.
presidenti: Ci sono almeno 7 commissioni talvolta 8 su 22 consiglieri (perché il presidente
non partecipa salvo eccezioni, su invito), con un discreta dispersione degli oggetti, dei
consiglieri.
Inoltre nelle commissioni non si favorisce la partecipazione. Prima del ‘99 nelle commissioni
oltre ai consiglieri veniva rappresentata la società civile: veniva fatta una forma di
mediazione per cui l’associazione che si occupava di solidarietà, volontariato veniva invitata
con il suo rappresentante nella commissione sicurezza sociale. Dal ‘99 sono formate
esclusivamente da consiglieri e esperti delle forze politiche.
- Non da me. Lo statuto dice che non lo puoi fare.
- I gruppi politici non rappresentati possono inviare un uditore, per regolamento.
- Ci può essere un gruppo consiliare mono-cellulare: a parte 4 o 5 formazioni (DS,
Margherita, FI, Rifondazione), le altre forze politiche non riescono ad avere più di un
consigliere quindi non riescono a seguire tutte le attività delle commissioni; c’è la regola di
poter inserire nelle commissioni degli esperti di quel partito.
- Non da noi, noi abbiamo la garanzia che i capigruppo possano partecipare a ogni
commissione.
- Con il gettone, molto contestato.
dirigente: Si ha tendenza a riprodurre a ogni livello politico l’organizzazione del livello
superiore: abbiamo una moltitudine di strutture politiche, che mimano una attività politica dei
livelli superiori. E’ inutile riunire la commissione 2 volte per parlare di politiche culturali…alla
fine in queste riunioni vanno a parlare di cose di gestione al quotidiano che spetterebbero al
dirigente. Come immaginare i quartieri? Bisogna vedere prima di tutto che tipo di
25
competenze gli si vuole dare; in base alla maggiore o minore ampiezza politica bisogna poi
vederne le strutture stesse e limitare così l’ingerenza dei politici nell’attività del dirigente.
dirigente: C’era una prassi per cui era il presidente che rappresentava politicamente il
quartiere. Oggi sono tutti i presidenti che tendono a rappresentarlo...
dirigente: Altra conseguenza della tendenza all’emulazione dei livelli istituzionali superiori nel
quartiere, è un aumento incredibile dei costi: questo incontrarsi in continuazione, ...
80mila€ per le commissioni e 70mila€ per i presidenti... questi sono costi diretti che non
incidono nel bilancio del quartiere.
dirigente: quello che pesa sono anche i costi indiretti, legati alla presenza di nostro personale
fuori dagli orari di ufficio.
dirigente: noi abbiamo preteso che si facciano in orari di ufficio o altrimenti che si arrangino a
verbalizzare, altrimenti dobbiamo fare appello a straordinari.
dirigente: In questa situazione di incertezza, i politici più bravi, più avvertiti si sono presi il
posto che le norme così vaghe gli davano l’opportunità di prendere. Parlo di presidenti perché
sono gli unici che contano. Il consiglio ha poteri molto relativi, consultivi. Il collegio di
presidenza: regna il mistero sulle sue reali competenze. L’unico organo che conta realmente
sono i presidenti. Ma noi abbiamo tutto l’impedimento di tutti gli altri organi! La qualità
politica dei politici di quartiere è inadeguata: non conoscono bene le leggi, le regole. Ben
venga una codificazione maggiore delle competenze degli organi, ma anche di cose di tutti i
giorni, che sono aggravi politici e screditamento tecnico. Faccio l’esempio del frazionamento
del bilancio,frazionato in modo incredibile. O delle variazioni di bilancio che teoricamente
dobbiamo far passare dal collegio e poi dal consiglio. I colleghi dirigenti delle altre direzioni le
fanno loro. Per fare una variazione di bilancio di 100€, bisogna pagare i gettoni di tutti e ci
sono anche i costi in personale! E’ una cosa che non serve a nessuno: il politico si può sentire
anche frustrato e il dirigente è preso in giro dai colleghi del comune.
ESTRATTI DAI FOCUS REALIZZATI CON PRESIDENTI E DIRIGENTI DEI QUARTIERI NELL’APRILE 2006
Come nelle altre grandi città italiane, la stessa attività politica dei Quartieri fiorentini è mal
descritta nei grandi documenti comunali. Da PEG e PDO si desumono questi dati frammentari
sui ritmi delle riunioni istituzionali:
Q1
Sedute di
Consiglio di Quartiere
Collegio di Presidenza
Commissioni
Commissioni
e
Collegio
Presidenza
Q2
2004
previst
o 2005
30
45
30
45
2004
Q3
previst
o 2005
Q4
Q5
2004
previst
o 2005
2004
previst
o 2005
17
16
17
21
46
60
2004
previst
o 2005
23
52
25
52
di
88
96
Fonte: PEG e PDO dei Quartieri 2005 approvato con delibera GM 368/267 del 10/05/05
26
L’uso delle funzioni di vigilanza e iniziativa ai sensi dell’art.48 dello Statuto di Firenze è poi
così documentato negli Atti del Consiglio comunale:
Mozioni (M), interpellanze (I) e interrogazioni (i) proposte dai Consigli di quartiere al Consiglio comunale
Nella presente legislatura:
al
22.5.2006 2005
Proponente M I
i
M I
Q1
Q2
Q3
Q4
Q5
0
1
Nella legislatura passata
2004
Proponente M
I
i
Q1
2
Q2
Q3
Q4
Q5
2
4
2003
M
I
8
1
2002
M
I
i
i
1
2004
M I
1
i
2
0
0
0
0
1
i
2001
M
I
i
2000
M
I
i
11
0
2
0
7
2
5
16
0
0
0
Fonte: ATTI del Consiglio Comunale Archivio su Rete Civica del Comune di Firenze
Ai termini del regolamento, i consigli di quartiere definiscono i criteri e gli indirizzi per la
gestione dei servizi sul territorio e relazionano periodicamente in Consiglio Comunale sullo
stato di attuazione delle deleghe attribuite; non vi sono ad oggi relazioni disponibili.
Frammentaria è infine la pubblicizzazione delle delibere di quartiere sul sito del comune di
Firenze: per il 2006, si trovano solo quelle del quartiere1, per il 2005 e per il 2004, quelle del
quartiere 1 e del quartiere 5.
La normazione nazionale è determinante nel dimensionare l’impatto di alcune scelte di
assetto,
mentre
indica
prospettive
di
potenziamento
in
una
sola
direzione,
quella
dell’imitazione più o meno stretta del modello oggi in atto nei comuni, direzione correlata alla
ridefinizione complessiva degli enti locali nelle grandi aree urbane sotto l’egida della città
metropolitana. Vale a dire che il consolidamento della democrazia di prossimità viene
affidata, come lo fu quello della democrazia locale in generale dalla legge 142/90 in poi, al
rafforzamento della figura del capo dell’esecutivo che trova la sua legittimazione nell’elezione
diretta. Altri paesi hanno adottato strade diverse (come la Spagna dove è invece la guida
delle circoscrizioni da un assessore comunale preposto ad ognuna di esse a garantirne il
potere relazionale nei confronti dell’intera amministrazione comunale, nonché delle istituzioni
e organismi esterni).
27
Il modello al quale porta l’applicazione delle disposizioni dgls. 267 del 2000 per gli enti
comunali alle circoscrizioni è il seguente:
La legislazione lascia spazio per altre direzioni di revisione degli assetti. Tale modello tuttavia,
oltre ad inserire le esperienze di decentramento nel movimento di ridefinizione degli enti
locali delle metropoli,
replicando l’assetto
degli
organi del comune, porta
ad
una
configurazione dell’esecutivo corrispondente al concetto ormai popolare della rappresentanza
locale. Rispecchia l’intensità di relazioni dirette che si sono venute a creare tra cittadini e
presidenti dei Consigli di quartieri e l’effettiva concentrazione della visibilità su questa figura.
Le norme nazionali d’altra parte lasciano minore scelta sotto alcuni profili importanti nella
definizione del modello complessivo di assetto istituzionale del Quartiere: ci si riferisce in
particolar modo ai problemi di indennità di funzione, ma anche della presidenza della
Commissione Consiliare di Controllo e Garanzia. Lasciano pure una scelta reale sotto altri
profili altrettanto importanti: mettendo in atto nei Quartieri le disposizioni del Dlgs 267 del
2000, si potrebbe estendere il numero dei consiglieri dai 23 attuali a 30, vedi 40 per il
Quartiere 5; ma si può anche pensare ad una numerosità minore.
Art. 82 - Indennità
1. Il decreto di cui al comma 8 del presente articolo determina una indennità di funzione, nei
limiti fissati dal presente articolo, per il sindaco, il presidente della provincia, il sindaco
metropolitano, il presidente della comunità montana, i presidenti dei consigli circoscrizionali, i
presidenti dei consigli comunali e provinciali, nonché i componenti degli organi esecutivi dei
comuni e ove previste delle loro articolazioni, delle province, delle città metropolitane, delle
comunità montane, delle unioni di comuni e dei consorzi fra enti locali. Tale indennità è
dimezzata per i lavoratori dipendenti che non abbiano richiesto l'aspettativa.
28
2. I consiglieri comunali, provinciali, circoscrizionali e delle comunità montane hanno diritto a
percepire, nei limiti fissati dal presente capo, un gettone di presenza per la partecipazione a
consigli e commissioni. In nessun caso l'ammontare percepito nell'ambito di un mese da un
consigliere può superare l'importo pari ad un terzo dell'indennità massima prevista per il
rispettivo sindaco o presidente in base al decreto di cui al comma 8.
La revisione degli organi, in questo contesto, per rispecchiare la volontà di porre l’enfasi sulle
funzioni del quartiere come luogo di accesso ai servizi e della partecipazione cittadina,
potrebbe assumere i principi della replica sostanziale del modello del “Comune”, ma facendo
del consiglio una piccola arena deliberativa aperta alla cittadinanza (non più un piccolo
parlamento).
Il modello del dgls 267 del 2000 potrebbe quindi essere riprodotto, con le seguenti specifiche:
- con un consiglio di quartiere di numerosità contenuta (ad esempio di 10-12 consiglieri), e
che per questo stesso motivo possa agilmente essere il più possibile aperto alla cittadinanza
attraverso le commissioni;
- con un numero di commissioni permanenti corrispondentemente limitato, nelle quali si
ripristini l’uso delle “commissioni aperte” mediante invito ad associazioni e professionisti,
scelti sulla base di un albo aggiornato dagli stessi quartieri; che possano essere completate
da commissioni ad hoc a seconda del quadro progettuale. Per l’albo, la rete di solidarietà può
costituire una prima base; esso dovrebbe comunque includere e distinguere gli erogatori di
servizi (associazioni, cooperative, ...) e le associazioni di tutela e promozione, articolate per
settore di competenza.
- con un presidente di quartiere eletto direttamente con funzioni di esecutivo, che potrebbe
essere aiutato da uno o più assessori (ricordiamo che a Napoli gli assessori di Quartiere sono
4, un numero equivalente a Roma).
Su questo ultimo punto principalmente, le ipotesi di assetto si intrecciano con le ipotesi sulle
deleghe.
29
9. Attività e competenze: la Società della Salute e i Quartieri
Dallo STATUTO della Società della Salute:
ART.1
1. Il Comune di Firenze e l’Azienda Sanitaria di Firenze si costituiscono in consorzio
pubblico, ai sensi degli artt. 31 e 113 bis del D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267, per
l’esercizio associato delle funzioni di indirizzo, programmazione e governo
delle attività socio-assistenziali, sociosanitarie, sanitarie territoriali e
specialistiche di base di loro competenza, nonché per la gestione integrata
dei relativi servizi nel territorio corrispondente alla zona socio-sanitaria del
Comune di Firenze, secondo quanto stabilito nella Convenzione.
DISCIPLINA TRANSITORIA ART.42
2. (...) nella fase di sperimentazione l’attività del Consorzio riguarderà esclusivamente le
funzioni di governo del sistema sociale e sanitario e di orientamento della domanda. Il
Consorzio, pertanto, con la sottoscrizione della Convenzione, subentra, con le modalità
ivi previste all’art. 4, comma 3, al Comune di Firenze e all’Azienda Sanitaria di Firenze
nelle funzioni di indirizzo, programmazione e governo delle attività socio-assistenziali,
sociosanitarie, sanitarie territoriali e specialistiche di base di loro competenza nel
territorio corrispondente alla zona socio-sanitaria del Comune di Firenze.
3. Durante la fase di sperimentazione, in deroga a quanto previsto dagli articoli
precedenti, il Consorzio, attraverso il Direttore Tecnico, si rapporta con un Collegio dei
Direttori (Comune/ASL) per concordare le strategie generali di organizzazione e
attuazione dei programmi, la cui gestione resta in capo alle rispettive amministrazioni,
così come il personale che resta inquadrato con le qualifiche possedute nei ruoli dei
rispettivi enti di appartenenza.
4. Il periodo di sperimentazione, indirizzato alla lettura dei bisogni di salute, alla
programmazione e al controllo, verrà sottoposto ad un periodico, congiunto
monitoraggio e valutazione, d’intesa con le organizzazioni sindacali confederali, per
assicurare al percorso la condivisione opportuna e necessaria, anche per quanto
riguarda eventuali innovazioni organizzative.
La maggior parte dell’attività dei Quartieri fiorentini in materia di politiche sociali è
interessata dall’istituzione della Sds: nel 2005 circa l’88% delle spese correnti dei Quartieri
costituenti il Programma 06 (politiche sociali) sono comprese nel “budget virtuale”3 della Sds,
escludendo le spese in personale4. E’ incluso nel budget virtuale il servizio di segretariato
sociale, che non comporta spese correnti. Ne sono escluse invece le spese per attività di
socializzazione degli anziani, nonché per la rete di solidarietà (anche se integrate nella
programmazione del Piano Integrato della Salute).
Incluse le spese di personale, sarà ben il 33% del bilancio corrente dei Quartieri ad essere
“accorpato” nella Sds o piuttosto “ri-accentrato”.
3
Bilancio virtuale: bilancio della Sds al fine di mettere in opera le azione previste nel Piano Integrato della Salute
(detto “virtuale” poiché i fondi non sono allocati dalla Sds bensì dagli enti consorziali). Per l’anno 2005, nel quadro
della progressiva introduzione della Sds, il bilancio non è redatto dalla Sds ma dai singoli enti (in base ai programmi
inclusi nel PDO/PEG e da comprendere nel bilancio virtuale).
4
nostra elaborazione in base a: PDO 2005 (delibera 368/267 del 10/05/05) e delibera 7/2005 della Giunta della Sds
30
A titolo esplicativo, riportiamo qui le spese 2004 del programma 06 nel Quartiere 2,
segnalando in grigio quelle comprese nel budget virtuale della Sds:
Capitolo
Spesa
Descrittivo
15275
6.000 €
ACQUISTO BENI DI CONSUMO E MATERIE PRIME PER UFFICI SIAST
15370
47.200 €
15480
560.000 €
15481
50.000 €
PRESTAZIONI DI SERVIZI PER ASSISTENZA E SERVIZI DIVERSI
CONTRIBUTI E ALTRI TRASFERIMENTI PER INTERVENTI DI ASSISTENZA E SERVIZI DIVERSI
DA FINANZIARE CON L 1O
CONTRIBUTI E ALTRI TRASFERIMENTI PER INTERVENTI DI ASSISTENZA E SERVIZI DIVERSI
15490
54.500 €
11445
178.000 €
11446
20.000 €
11450
146.000 €
CONTRIBUTI ED ALTRI TRASFERIMENTI PER SERVIZIO PREVENZIONE E RIABILITAZIONE
PRESTAZIONI DI SERVIZIO PER ASSISTENZA EXTRASCOLASTICA DOMICILIARE PER MINORI A
RISCHIO DA FINANZIARE CON L 10
PRESTAZIONI DI SERVIZIO PER ASSISTENZA EXTRASCOLASTICA DOMICILIARE PER MINORI A
RISCHIO
CONTRIBUTI ED ALTRI TRASFERIMENTI PER MINORI DA FINANZIARE CON L 10
11451
50.000 €
CONTRIBUTI ED ALTRI TRASFERIMENTI PER MINORI
15280
2.000 €
ACQUISTO BENI DI CONSUMO E MATERIE PRIME PER ATTIVITA' RIVOLTE AGLI ANZIANI
15340
140.000 €
PRESTAZIONI DI SERVIZI PER SOGGIORNI VACANZA E TURISMO SOCIALE SERVIZIO DI BASE
15350
23.500 €
15470
29.700 €
15390
17.846 €
PRESTAZIONI DI SERVIZI PER ATTIVITA' RIVOLTE AGLI ANZIANI SERVIZIO DI BASE
CONTRIBUTI, QUOTE ASSOCIATIVE ED ALTRI TRASFERIMENTI PER ATTIVITA' DEL TEMPO
LIBERO E SOCIALMENTE UTILI RIVOLTE AGLI ANZIANI
PRESTAZIONI DI SERVIZI PER LA RETE DI SOLIDARIETA'
15475
12.300 €
CONTRIBUTI ED ALTRI TRASFERIMENTI PER RETE DI SOLIDARIETA'
1.111.700 €
TOTALE SPESE INCLUSE NEL BUDGET SdS
83%
SPESE DEL Q2 INCLUSE IN BUDGET SdS/SPESE PROGRAMMA 06 DEL Q2
225.346 €
TOTALE SPESE NON INCLUSE NEL BUDGET SdS
1.337.046 €
TOTALE SPESE PROGRAMMA 06 QUARTIERE 2
“A regime il Consorzio assumerà anche la gestione dei relativi servizi che oggi restano in
capo al Comune di Firenze ed all’Azienda Sanitaria. (...)
SDS di Firenze: il ruolo dei Quartieri:
-
Le funzioni socio-assistenziali fino ad oggi delegate, dal Consiglio Comunale, ai
Quartieri sono da ricondurre nella sfera programmatoria di competenza del Consorzio.
-
Resta ai Quartieri, nella fase attuale di sperimentazione, la gestione dei servizi del
Distretto/Quartiere (SIAST).
-
Nel nuovo assetto istituzionale i compiti di programmazione che venivano svolti dai
Quartieri in seno all’Articolazione di Zona, si ricompongono all’interno della Giunta
della SdS (nella quale sono presenti tutti i Presidenti di Quartiere) che attrae anche la
programmazione sanitaria territoriale”5
Nella prospettiva del passaggio dalla fase sperimentale, che limita l’azione della Sds al
governo del sistema socio-sanitario, al “regime normale”, che ne prevede anche la gestione
dei servizi (quindi il passaggio dei dipendenti comunali e dell’ASL del socio-sanitario sotto la
5
Carla De Ponti (Direttrice PO Giuridico Amministrativa e Affari Istituzionali Sds - Dir. Sicurezza Sociale), Intervento
al Seminario “La Società della Salute: integrazione delle risorse per migliorare lo stato di salute della popolazione”,
tenutosi
il
2
marzo
2005,
Sala
Brunelleschi,
Istituto
degli
Innocenti,
Firenze
(http://www.asf.toscana.it/download/sds/sds-fi.htm).
31
responsabilità del Consorzio), è evidente che sorgano numerose questioni in merito al ruolo
futuro dei quartieri.
L’avvento del “regime normale” dipende dalle indicazioni della Regione Toscana in merito alle
Sds: è stata per ora rinviata (deliberazione n26 luglio 2006, n.80) la scadenza temporale del
passaggio al regime normale: il termine per la valutazione della sperimentazione essendo
oggi
fissato
al
sperimentazione
31
dalla
dicembre
Giunta
2006
e
della
e
quello
relativa
della
comunicazione
proposta
di
degli
revisione
esiti
normativa
della
alla
commissione consiliare competente al 31 marzo 2007. Dipende altresì dal nuovo Atto di
indirizzo regionale (in corso di elaborazione) non solo la configurazione futura delle Sds, ma
come ricordato nella stessa recente deliberazione del Consiglio regionale, la revisione
dell’intero asseto organizzativo e di governo de servizi socio sanitari territoriali; l’atto porterà
in particolare sulla definizione del ruolo di governo delle Sds, anche alla luce delle esperienze
in atto.
Dirigenti e presidenti di Quartieri sono consapevoli dell’importanza dell’innovazione nel
definire le attività future de Quartieri ma denunciano anche la loro estraneità al processo in
atto.
dirigente: Nella Sds il servizio sociale non sarà accentrato. Riprenderà quelle che erano le
SIAST. E’ finita l’esperienza dei distretti. Questo consorzio che ha funzioni centrali come
andrà ad articolarsi sul territorio?
dirigente: La sds avrà un direttore, altri due direttori, un coordinatore socio-sanitario e uno
amministrativo ... non ci saranno più le funzioni svolte dal nostro direttore, dal nostro
direttore della sicurezza sociale; sotto i due coordinatori ci saranno i coordinatori del territorio
che saranno i manager del territorio ovvero gli attuali funzionari dei siast, e altri che deciderà
la sds. Questo mitico staff di cui dovremmo far parte è da definire, può darsi che non
ne facciamo poi parte.
Il politico verrà sempre coinvolto. Ma dal punto di vista gestionale... La gestione sarà
anche decentrata sul territorio, ma non attraverso di noi.
dirigente: Quello che non capisco, è che nessuno ha detto, è come verrà fatta
l’integrazione tra sds e l’azione sociale dei quartieri.
presidente: Sulla Società della Salute, approfitto per fare un appello ai colleghi: dobbiamo
affermare che il passaggio alla Sds deve consistere in una maggiore nostra consapevolezza
nelle materie sanitarie ma non ci devono essere cessioni di interesse sul sociale. Il modello
che è stato presentato ora di organizzazione funzionale ci mette in grave difficoltà.
Non solo sul sociale non voglio perdere un passo, ma voglio aggiungere i tre passi che ci
mancano sul sanitario.
La metà del lavoro dei quartieri si esplica nel sociale. É l’unica materia delegata per
intera. Tutto il sociale transita attraverso i servizi professionali dei quartieri. Detto questo c’è
una ricchezza di cose, nelle quali interveniamo: le badanti, i minori, i campi rom...
- Non è così per tutti. Sarà per mancanza di continuità amministrativa, ma da noi il Siast...
c’è una correlazione politica, ma è molto più blanda.
- Non c’è giorno che io non abbia un report su che succede
- Anche da me
ESTRATTI DAI FOCUS REALIZZATI CON PRESIDENTI E DIRIGENTI DEI QUARTIERI NELL’APRILE 2006
32
Gli elementi organizzativi per ora acquisiti possono essere così tratteggiati.
L’articolazione di zona (corrispondente a Firenze con il territorio comunale) della Conferenza
dei Sindaci (composta da tutti i Sindaci dei 33 comuni ricadenti nell’ambito territoriale
dell’Azienda Sanitaria e che detiene funzioni di indirizzo dell’attività socio-sanitaria) era
composta dall’Assessore alla Sicurezza Sociale e dai cinque Presidenti dei Consigli di
Quartiere. Era competente per gli indirizzi specifici dell’area territoriale di competenza e le
spettava, in particolare, la redazione delle linee-guida per la predisposizione annuale del
Piano Sociale di Zona (redatto dal Comune) e del Piano Educativo.
La Giunta della Sds si sostituisce all’articolazione zonale della Conferenza dei Sindaci (tranne
per la programmazione ospedaliera). Rispetto a quest’ultima, essa integra numerosi membri
supplementari (5 assessori e il Direttore dell’ASL).
L’integrazione tra le azioni socio-sanitarie del Comune e dell’Azienda Sanitaria sono oggetto
dell’ “Accordo di programma tra il Comune di Firenze e l’azienda Usl 10 di Firenze per la
realizzazione in forma integrata dell’attivita’ di integrazione socio-sanitaria”, approvato il 20
dicembre 2001 dalla Giunta Comunale.
L’accordo
prevedeva
un’integrazione
decisionale/operativa
secondo
tre
livelli
di
responsabilità:
-
un primo livello, a carattere istituzionale, assicurato dall’Assessore alle politiche sociosanitarie del Comune (nonché presidente dell’articolazione zonale della Conferenza dei
Sindaci) e dal Direttore Generale dell’USL 10: “è chiamato a garantire la strategia in
ordine agli obiettivi nonché l’effettiva integrazione delle risorse (umane e finanziarie) e
dei fattori produttivi, nell’erogazione dell’assistenza” (art. 5 dell’Accordo);
-
un secondo livello, a carattere gestionale, assicurato dal Direttore della Direzione 18
Sicurezza sociale e Igiene Pubblica del Comune e dal Responsabile di Zona USL 10;
-
un terzo livello, a carattere operativo, assicurato a livello di distretto/quartiere dal
Direttore del Distretto (per l’USL) e dal Dirigente del Quartiere e per azioni di area,
progetti o interventi specifici dai Responsabili delle UO o di procedimento6.
6 Art. 7: “Il livello operativo (tecnico-professionale) è quello di Quartiere/Distretto. Il personale sociale dipendente dalla Azienda USL,
assegnato al distretto di competenza, ed il personale sociale dipendente dal Comune, assegnato al SIAST di competenza, operano in maniera
integrata nella struttura organizzativa di assistenza sociale di Distretto/Quartiere. La responsabilità della struttura organizzativa di assistenza
sociale di Distretto/Quartiere è attribuita ad un unico operatore, individuato d’intesa tra il Comune e l’USL, il quale risponde del suo operato sia
al direttore del distretto che al dirigente del quartiere . Gli apporti professionali degli operatori sociali all’interno delle articolazioni territoriali
saranno garantiti secondo le modalità previste dai protocolli di area di cui al precedente art. 6. La presa in carico professionale avviene da parte
di un unico operatore il quale, una volta definito il piano di intervento, segue la situazione attivando tutte le risorse necessarie del Comune e
della Azienda USL. Nelle situazioni in cui occorre una valutazione multiprofessionale (SERT, UFMA-UFMI, UVG, GOM, GOIF ed altri eventuali), la
presa in carico deve essere proposta dagli operatori di riferimento alle équipe specifiche, delle quali l’operatore sociale costituisce la componente
sociale per quel caso. Il responsabile della struttura organizzativa di assistenza sociale di Distretto/Quartiere è componente dell’Ufficio di
Coordinamento distrettuale, ai sensi dell’art.56, comma 4 della legge regionale 22/2000.”
33
L’istituzione della Sds (luglio 2004) si presenta come un’effettiva razionalizzazione del
sistema d’integrazione socio-sanitaria tra Comune e Azienda. Anche per il carattere
sperimentale dell’assetto attuale, meno chiaro è l’impatto che la Sds avrà sul sistema
gestionale dei servizi (da cui anche i problemi sollevati durante il focus, cfr. sopra).
Gli organi statutari della Sds sono:
-
la Giunta
-
il Presidente
-
l’Esecutivo
-
il Direttore
-
il Collegio dei revisori dei conti.
Tutti i membri sono in carica per cinque anni (salvo il membro eletto dell’Esecutivo, rinnovato
ogni anno, e i membri del collegio dei revisori, in carica per 3 anni).
La Giunta è composta da 11 membri per il Comune di Firenze e 1 membro per l’Azienda
Sanitaria:
-
il rappresentante del Sindaco (Assessore alla Sanità)
-
5 Assessori con deleghe nelle materie di interesse dalla Sds (Decentramento,
Ambiente, Sport e Statistica, Istruzione e giovani, Accoglienza e Integrazione)
-
i 5 Presidenti dei Consigli di Quartiere
-
per l’Azienda Sanitaria, il suo direttore.
É esclusa la possibilità di delega.
Le “quote di partecipazione” alle decisioni (o per esprimersi più chiaramente, il valore del
voto espresso in percentuale, che non corrisponde poi all’apporto finanziario dei rispettivi
enti) sono del 51% per il Comune di Firenze e del 49% per l’Azienda Sanitaria.
Le delibere sono valide unicamente se il Direttore dell’Azienda è presente alla seduta e se il
delegato del Sindaco esprime parere favorevole.
Il Presidente del Consorzio Sds è il Sindaco o il suo delegato (l’Assessore alla Sanità). Lo
stesso ha inoltre, per statuto, funzioni di presidente dell’Esecutivo e della Giunta.
L’Esecutivo è composto da due membri di diritto (il Presidente e il Direttore dell’Azienda
Sanitaria) e da un membro eletto dalla Giunta (su indicazione della Conferenza dei Presidenti
di circoscrizione) tra i Presidenti dei Consigli di Quartiere (attualmente il Presidente del
Quartiere 3).
L’Esecutivo della Sds ha la responsabilità istituzionale che l’Accordo di programma attribuiva
al Presidente dell’articolazione di zona della Conferenza dei Sindaci e al Direttore Generale
34
dell’ASL (quindi l’Esecutivo include in questa responsabilità anche un “rappresentante” dei
Consigli di Quartiere).
Complessivamente, quindi i Quartieri sono rappresentati nei seguenti organi della Sds:
-
nella Giunta, dai 5 Presidenti di Consigli di Quartiere
-
nell’Esecutivo, dal “membro eletto” (uno dei Presidenti di Quartiere).
In base alle delibere della Sds pubblicate sul sito internet, dall’osservazione delle presenze
alle sedute degli organi, si desume che la mobilitazione delle rappresentanze dei Quartieri
nelle riunioni dell’Esecutivo è stata minore delle altre rappresentanze7: nell’Esecutivo le
delibere approvate nel 2006 (all’8 giugno) in assenza del “rappresentante dei quartieri” sono
18/39 (49%), nel 2005 il 34° %, a fronte di una presenza costante in questi due anni dei
rappresentanti dell’amministrazione centrale del Comune o dell’Azienda sanitaria.
La presenza dei “rappresentanti dei quartieri” alle sedute della Giunta della Sds è più
marcata. Sulle due sedute tenutesi nel 2006 (all’8 giugno 2006), che hanno prodotto due
delibere, si registra una presenza media dei presidenti di quartiere del 70%. Sulle 5 sedute
tenutesi dal 25 luglio alla fine del 2005, che hanno prodotto dieci delibere, dell’80%, a fronte
di una presenza minore dei rappresentanti dell’amministrazione centrale. Per l’insieme dei
periodi citati, nessuna delibera della Giunta è stata presa in assenza dei presidenti di
quartiere.
Inoltre i Quartieri fanno parte dello staff del direttore della Sds. Lo staff, sebbene sia stato già
riunito, non è al momento “formalizzato” (si tratterà anche qui probabilmente di definire un
regolamento interno).
Il “Comitato di partecipazione” (Organismo di partecipazione della Sds al pari della “Consulta
del terzo settore”) include 5 rappresentanti locali (uno per quartiere), nonché 10
rappresentanti di Associazioni che operano nel campo della salute (tutti non erogatori di
servizi). In via transitoria i rappresentanti locali sono i Presidenti delle Commissioni Servizi
sociali, nell’attesa di realizzare un percorso di “selezione” che coinvolga i Quartieri e le
associazioni del territorio.
É in corso l’elaborazione dei regolamenti interni degli organi della Sds volta a
precisare le modalità di voto, non sufficientemente precisate oggi nello Statuto (una
mancanza non troppo risentita per l’effettiva unanimità sinora espressa dai membri). Ciò
permetterà in particolare di “ripartire” (in modo non equipollente) il 51% attribuito al Comune
di Firenze tra i membri appartenenti a detto ente (che sono ben 11 nella Giunta) e di stabilire
alcuni tipi di decisioni per le quali saranno richieste maggioranze qualificate.
7
Ci è stato precisato dalla PO di supporto alla Sds che i “rappresentanti” dei Quartieri sono regolarmente convocati.
35
Il Direttore della Sds è nominato dall’Esecutivo, con incarico a tempo determinato. Il
Direttore è coadiuvato da uno staff di direzione composto da:
-
dirigenti dei quartieri
-
ufficio di coordinamento di zona
-
direttori delle unità locali/distretti
-
dirigenti della direzione sicurezza sociale del comune
-
po siast
-
rappresentante del volontariato
Il Collegio dei revisori è composto da tre membri nominati dalla Giunta. Due sono designati
dal Consiglio Comunale e uno dall’Azienda Sanitaria.
Lo strumento programmatorio della Sds è il Piano Integrato della Salute, che viene a
sostituirsi a (“assorbe”) il Piano Sociale di Zona e il Piano Operativo Zonale, ovvero agli
strumenti di programmazione socio-sanitaria rispettivamente del Comune e dell’Azienda
Sanitaria (zona Firenze)8.
Il Budget virtuale della Sds è distinto nelle seguenti aree:
-
Anziani
-
Disabili
-
Minori
-
Marginalità
-
Supporto primario
-
Immigrati
-
Dipendenze
-
Rom
-
Attività trasversali
Le spese personale e direzioni di supporto sono distinte da dette aree di spesa.
8
Il PIS approvato nel 2005 è stato redatto da:
Daniele Massa e Silvia Mannini, del Comune di Firenze, PO Supporto alla Programmazione Sds (Daniele
Massa faceva parte della Segreteria tecnica dell’articolazione di zona della Conferenza dei Sindaci)
Roberto Bocchieri, dell’Azienda Sanitaria, responsabile del Distretto 4
36
Si precisano qui le spese provenienti dai budget di quartiere comprese nel budget della Sds
(in base alla delibera della Giunta Sds 7/2005):
Area
Disabili
Codice
ob.
X108
(B)
X203
(B)
X305
(B)
Marginalità
Supporto
primario
Rom
Spese
X504
(B)
X107
ATTIVITA' SOCIOSANITARIE ASSISTENZA E SOSTEGNO A FAVORE DI ADULTI
DISABILI A CURA DEL SIAST 1
ATTIVITA' SOCIOSANITARIE ASSISTENZA E SOSTEGNO A FAVORE DI ADULTI
DISABILI A CURA DEL SIAST 2
ATTIVITA' SOCIOSANITARIE ASSISTENZA E SOSTEGNO A FAVORE DI ADULTI
DISABILI A CURA DEL SIAST 3
ATTIVITA' SOCIOSANITARIE ASSISTENZA E SOSTEGNO A FAVORE DI ADULTI
DISABILI A CURA DEL SIAST 4
ATTIVITA' SOCIOSANITARIE ASSISTENZA E SOSTEGNO A FAVORE DI ADULTI
DISABILI A CURA DEL SIAST 5
ATTIVITA' E PRESTAZIONI SVOLTE IN FAVORE DI MINORI DAL SIAST 1
X204
ATTIVITA' E PRESTAZIONI SVOLTE IN FAVORE DI MINORI DAL SIAST 2
394.000 €
X306
ATTIVITA' E PRESTAZIONI SVOLTE IN FAVORE DI MINORI DAL SIAST 3
352.000 €
X406
ATTIVITA' E PRESTAZIONI SVOLTE IN FAVORE DI MINORI DAL SIAST 4
446.000 €
X505
X108
(C)
X203
(C)
X305
(C)
X405
(B)
X504
(C)
X106
ATTIVITA' E PRESTAZIONI SVOLTE IN FAVORE DI MINORI DAL SIAST 5
SOSTEGNO IN FAVORE DI CITTADINI IN STATO DI EMARGINAZIONE
DISAGIO SOCIALE SIAST 1
SOSTEGNO IN FAVORE DI CITTADINI IN STATO DI EMARGINAZIONE
DISAGIO SOCIALE SIAST 2
SOSTEGNO IN FAVORE DI CITTADINI IN STATO DI EMARGINAZIONE
DISAGIO SOCIALE SIAST 3
SOSTEGNO IN FAVORE DI CITTADINI IN STATO DI EMARGINAZIONE
DISAGIO SOCIALE SIAST 4
SOSTEGNO IN FAVORE DI CITTADINI IN STATO DI EMARGINAZIONE
DISAGIO SOCIALE SIAST 5
SEGRETARIATO SOCIALE DEL SIAST 1
609.500 €
X205
SEGRETARIATO SOCIALE DEL SIAST 2
0€
X304
SEGRETARIATO SOCIALE DEL SIAST 3
0€
X404
SEGRETARIATO SOCIALE DEL SIAST 4
0€
X506
X108
(A)
X203
(A)
X305
(A)
X405
(A)
X504
(A)
X410
SEGRETARIATO SOCIALE DEL SIAST 5
ASSISTENZA E SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE A MEZZO EROGAZIONE DI
CONTRIBUTI A CURA DEL SIAST 1
ASSISTENZA E SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE A MEZZO EROGAZIONE DI
CONTRIBUTI A CURA DEL SIAST 2
ASSISTENZA E SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE A MEZZO EROGAZIONE DI
CONTRIBUTI A CURA DEL SIAST 3
ASSISTENZA E SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE A MEZZO EROGAZIONE DI
CONTRIBUTI A CURA DEL SIAST 4
ASSISTENZA E SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE A MEZZO EROGAZIONE DI
CONTRIBUTI A CURA DEL SIAST 5
FAVORIRE L'INTEGRAZIONE SOCIOCULTURALE DI ROM E STRANIERI. Q4
MIGLIORAMENTO DEI SERVIZI A FAVORE DELLA POPOLAZIONE ROM E
GESTIONE DEL CAMPO DELL'OLMATELLO. Q5
0€
X407
Minori
Obiettivo
X502
E DI
E DI
E DI
E DI
E DI
54.000 €
54.500 €
84.944 €
553.000 €
153.505 €
371.862 €
103.047 €
47.200 €
25.000 €
68.000 €
191.370 €
0€
994.945 €
616.000 €
330.340 €
1.007.000 €
1.103.308 €
51.000 €
364.500 €
TOTALE PARTECIPAZIONE PROVENIENTE DAI BUDGET DEI QUARTIERI (ESCLUSO PERSONALE)
7.975.020 €
Partecipazione proveniente dai budget decentrati/partecipazione totale del Comune
15,31%
TOTALE PARTECIPAZIONE DEL COMUNE DI FIRENZE AL BUDGET VIRTUALE (ESCLUSO PERSONALE)
52.075.157 €
TOTALE PARTECIPAZIONE, COMPRESO PERSONALE E DIREZIONE SUPPORTO, DEL COMUNE DI
64.373.728 €
FIRENZE AL BUDGET VIRTUALE
Il contesto di innovazione che si viene così a delineare nel settore socio-sanitario è già in
quasi totalità delineato. Permangono alcuni aspetti sui quali si apre un piccolo margine di
37
definizione dei ruoli nei quali i Quartieri possono oggi intervenire, è il caso ad esempio dei
regolamenti interni degli organi della Sds.
In questo contesto, nella prospettiva di un consolidamento dei Quartieri secondo gli indirizzi
precedentemente
delineati,
i suggerimenti offerti dalle
osservazioni
precedenti sono
principalmente due:
- è essenziale che si instauri un presidio dei Quartieri nella Sds, che si può fondare su una
mobilitazione accentuata negli organi dove essi sono rappresentati, nonché su pratiche di
collaborazione intensa alla definizione dei documenti di indirizzo; sarebbe essenziale
affermare la necessità di un contributo fattivo dei Quartieri nella stessa stesura del Piano di
Indirizzo Sanitario che garantisca la rappresentazione delle istanze più locali;
- è importante che venga affrontato con sistematicità la questione della territorializzazione
dell’accesso ai servizi, in un’ottica che consenta di recepire, ma anche di valorizzare nel
nuovo contesto istituzionale, le esperienze fiorentine che, in armonia con le indicazioni del
Piano sanitario regionale, contribuiscono a promuovere il governo integrato dei servizi
territoriali e il coinvolgimento di nuovi soggetti per rispondere ai bisogni di salute
- la vocazione sociale dei Quartieri si deve “riposizionare” con chiarezza sul “sociale
allargato”, inserito nel programma della sds, ma non nel suo budget virtuale, e sulla
consultazione e partecipazione della cittadinanza nelle materie socio-sanitarie.
38
10. Le attività delle circoscrizioni: note per la riflessione sulle deleghe
Le “deleghe”, nel processo di revisione istituzionale, pongono in prima istanza un problema di
chiarificazione.
A Roma, le competenze dei municipi sono definite nello Statuto (il Regolamento del
Decentramento non è stato invece ancora aggiornato); a Napoli, dal Regolamento sul
Decentramento. A Firenze, il Regolamento
precisa solo che ai consigli di quartiere sono
assegnate la gestione dei servizi di base e alla persona nonché funzioni supplementari,
tramite atti deliberativi. I criteri direttivi e indirizzi programmatici che danno indirizzi al lavoro
dei quartieri dovrebbero essere rinnovati a ogni legislatura entro sei mesi dal suo
insediamento. Manca una "carta", un codice, quindi la possibilità di una lettura chiara delle
competenze attribuite ai Quartieri, che deve invece essere costruita.
Sullo stesso stato di attuazione dei processi di delega successivamente iniziati, elencati nella
tabella allegata, si rende necessario un chiarimento a sostegno delle attività del Gruppo di
lavoro: per facilitarlo si è proceduto con la Direzione al Decentramento ad una prima
ricognizione presso le dirigenze dei cinque quartieri, i cui risultati sono presentati in allegato.
Nella revisione delle deleghe, per garantire efficacia all’innovazione, appare essenziale infatti
partire da una analisi delle deleghe attuali effettive e dei problemi nell’attività quotidiana dei
quartieri che possono sorgere dalle eventuali incompletezze di competenza su alcune materie.
Il quadro di deleghe ai Quartieri nelle nostre città di riferimento non è disomogeneo, come si
desume dal quadro comparato offerto di seguito. Questo stesso quadro sinottico offre alcuni
spunti comparati per la riflessione su possibili allargamenti di competenze; come ad esempio
per le questioni relative alla gestione del suolo pubblico, importante nel qualificare i quartieri
come gestori dei servizi di prossimità o per alcuni servizi scolastici. La presenza della Società
della salute delimita tuttavia in modo particolare la presenza possibile dei Quartieri fiorentini
nel socio-sanitario, stimolando, come già osservato, un rafforzamento nel sociale allargato (in
prima istanza le politiche per gli immigrati, i disabili) da concordare nella Società della Salute,
nonché una attenta collaborazione con gli altri attori pubblici coinvolti per la definizione di
un’adeguata articolazione territoriale dell’offerta di servizi e di informazione sui servizi di
salute. La comparazione sottolinea infine una speciale necessità di “razionalizzazione” delle
deleghe nel caso fiorentino (che ha già fatto oggetto di annotazioni propositive, ancora per
molte materie da considerare come prima base di discussione, nella Relazione 2001 della
Direzione del decentramento), che metta fina all’attuale illeggibilità sostanziale della
ripartizione di competenze per il cittadino. Infine, la codificazione delle deleghe dovrà
dedicare ampio spazio alla formalizzazione delle competenze dei quartieri nella consultazione
e nella promozione della partecipazione dei cittadini.
39
COMPETENZE
MUNICIPI a:
SERVIZI SOCIALI
ROMA
NAPOLI
BARI
BOLOGNA
CATANIA
• Servizi sociali e
di
assistenza
alla persona
• Assistenza
domiciliare agli
anziani
• Assistenza
ai
minori
ed
ai
portatori
di
handicap
• Realizzazione di
iniziative
a
carattere
sociale,
centri
diurni
a
comunità
alloggio
• Monitoraggio,
prevenzione ed
informazione sul
disagio sociale
• Organizzazione
e gestione di
campi nomadi
• Istituzione
e
gestione
dei
Centri
Sociali
Anziani
• Soggiorni estivi
per anziani e
minori
• Gestione
degli
Uffici
di
cittadinanza
• Coordinamento
degli organismi
e
programmi
socioassistenziali
• Assistenza
domiciliare
amministrativa
• Gestione
amministrativa
dei permessi di
circolazione per
i portatori di
handicap
• Assegni
sociali
al nucleo e alla
maternità
• Monitoraggio,
prevenzione ed
informazione sul
disagio sociale
• Gestione
dei
Centri
sociali
Anziani
• Prestazioni
di
turismo sociale
• Formulazione di
protocolli
d’intesa
per
realizzare
sportelli
territoriali
del
Centro
servizi
sociali
(min.
Giustizia)
• Servizi sociali
e di assistenza
alla persona
• Assistenza
domiciliare
• Gestione
dei
centri
diurni
per
anziani,
nonché
del
ricovero
in
strutture
• Soggiorni
estivi
per
anziani
e
minori
• Gestione
dei
centri per i
giovani
• Servizi sociali e
di
assistenza
alla persona
• Individuazione
dell’utenza a cui
assicurare
l’assistenza
domiciliare
• Organizzazione
di Centri sociali
• Turismo sociale
PATRIMONIO
VIARIO
E
IMMOBILIARIO
• Manutenzione
ordinaria
e
straordinaria
della
viabilità
secondaria
• Manutenzione
ordinaria
e
straordinaria su
immobili
scolastici
comunali
• Manutenzione
ordinaria
e
straordinaria su
immobili
residenziali
comunali
• Manutenzione
ordinaria
e
straordinaria sui
mercati rionali
• Realizzazione su
sede stradale di
parcheggi a raso
• Costruzione
di
strade
e
reti
• Manutenzione
ordinaria
e
straordinaria
della viabilità e
delle
piazze,
salvo quelle a
valenza
metropolitana,
compreso
l’arredo urbano
e illuminazione
• Manutenzione
ordinaria
e
straordinaria su
immobili
scolastici
comunali, aree
verdi annesse e
impianti sportivi
• Manutenzione
ordinaria
e
straordinaria su
immobili
di
ufficio
delle
Municipalità
• Manutenzione
• Servizi sociali per
anziani
(assistenza
economica,
assistenza
domiciliare,
segretariato
sociale, ricovero
presso strutture)
• Gestione
centri
polivalenti
e
sociali
per
anziani,
dei
centri
socioassistenziali
e
socio-educativi
• Affido familiare
• Interventi
di
contrasto
alla
devianza
minorile,
inserimento
in
strutture,
sussidi,
tutoraggio
a
minori
• Verifica
intervento
dei
prestatori
di
servizi
sulle
strutture
di
accoglienza per
minori e anziani
• Assistenza
economica
alle
famiglie
• Soggiorni
e
assistenza
economica
per
disabili
• Turismo sociale
• Servizio
trasporto disabili
• Manutenzione
ordinaria
e
straordinaria
(progettazione,
gestione appalti
pubblici
e
cantiere,
liquidazione)
di
strade
e
marciapiedi,
pubblica
illuminazione,
edifici scolastici,
centri
civici
circoscrizionali e
impianti sportivi
• Apertura di passi
carrabili
• Rilascio
autorizzazioni
agli scavi stradali
• Manutenzione
ordinaria
degli
impianti sportivi
assegnati
• Piccoli lavori su
asili nido
• Gestione,
utilizzazione
e
manutenzione
delle aree verdi,
nonché proposte
di localizzazione
• Funzioni
propositive sulla
collocazione
di
Uffici
di
interesse
pubblico,
di
strade,
di
fognature e di
impianti
di
illuminazione da
costruire presso
il
territorio
circoscrizionale
• Manutenzione
40
•
•
•
•
•
•
•
•
fognanti
di
esclusivo
interesse
territoriale
Apertura di cavi
stradali
e
relativa
vigilanza
Apertura
di
passi carrabili
Localizzazione di
parcheggi
interrati
e
decisione
sulla
sistemazione
superficiale
dell’area
Segnaletica
stradale
(installazione e
manutenzione)
Disciplina
del
traffico stradale
Certificati
di
inizio
e
fine
lavori su edilizia
privata
Attestati
sulla
conservazione e
manutenzione
degli
alloggi
E.R.P.
Gestione
amministrativa
ed
economica
degli
immobili
comunali
territoriali
EDILIZIA
E
GESTIONE
DEL
TERRITORIO
• Controllo
sulle
concessioni
edilizie
• Repressione
abusivismo
edilizio
• Mobilità
sulla
viabilità
secondaria
• Pareri
sulle
modifiche
al
servizio
del
trasporto
pubblico
COMMERCIO
SEDE FISSA
• Ricezione
comunicazioni
su
apertura,
trasferimento ed
ampliamento di
superficie
per
esercizi
di
vicinato
• Rilascio,
diniego, revoca
IN
•
•
•
•
•
•
•
ordinaria
e
straordinaria del
sistema
di
captazione delle
acque
superficiali
Manutenzione
ordinaria
e
straordinaria sui
mercati rionali
Manutenzione
ordinaria
e
straordinaria dei
cimiteri
di
interesse locale
Disciplina
del
traffico stradale
nelle strade non
metropolitane
Disciplina
del
traffico
provvisoria
(imprevisti)
Segnaletica
stradale
(installazione e
manutenzione)
Affissioni
e
pubblicità
Pareri
sulla
pianificazione
pubblicitaria
ordinaria
di
centri civici, asili
nido,
centri
sociali,
biblioteche
circoscrizionali
• Manutenzione
ordinaria
dei
mercati rionali,
di
strade,
piazze, impianti
sportivi,
impianti
d'illuminazione,
ricadenti
nelle
aree di esclusivo
interesse
circoscrizionale
• Viabilità
sulle
strade
locali
(alcune proposte
sono sottoposte
al
parere
vincolante degli
uffici centrali)
• Controllo
sull’esecuzione
dei contratti di
servizio di igiene
urbana,
di
trasporto
pubblico e del
contratto
della
Bari Multiservizi
spa
• Ricezione
comunicazioni
su
apertura,
trasferimento ed
ampliamento di
superficie
per
esercizi
di
vicinato
• Ricezione
comunicazioni
• Funzioni
propositive e di
controllo
in
materia
di
nettezza urbana
• Ricezione delle
comunicazioni
dei
cittadini
utenti
relative
alle opere di
manutenzione
ordinaria
del
patrimonio
edilizio privato
• Informazione,
ricezione
e
prima istruzione
relative
alle
pratiche inerenti
opere
di
manutenzione
straordinaria del
patrimonio
edilizio privato
• Ubicazione
e
spostamento
41
autorizzazioni
amministrative
per l’apertura, il
trasferimento e
l’ampliamento
della superficie
di medi esercizi
di vendita
• Denuncia
di
inizio attività e
rilascio
autorizzazioni
per
specifiche
attività
•
•
•
•
relative
al
subentro
di
medi esercizi di
vendita
Autorizzazioni di
vendita
per
specifiche
attività
Istruttoria
e
concessione
di
incentivi per le
attività
di
artigianato
Controllo edilizio
dei locali per
attività
artigianali
Provvedimenti
sanzionatori
Pareri
sui
mercati
MERCATI
SALTUARI
• Istituzione
• Ubicazione
e
spostamento
• Determinazione
delle categorie
ammesse
in
ciascuna area
• Definizione
di
criteri oggettivi
per
la
regolamentazion
e dei posteggi
•
SCUOLA
• Funzionamento
degli Asili Nido e
delle
Scuole
dell’Infanzia
• Attività
integrative per
le
scuole
elementari
• Istituzione
e
localizzazione
delle sedi per i
soggiorni estivi
• Approvazione di
programmi per
iniziative
a
carattere
culturale,
turistico
e
ricreativo
• Istituzione
di
centri di attività
parascolastiche
• Istituzione
e
affidamento
di
Centri Ricreativi
Estivi
• Programmazione
ed
organizzazione,
affidamento
e
gestione
della
refezione
• Programmazione
ed
organizzazione,
affidamento
e
gestione
del
trasporto
scolastico
• Campi scuola e
scambi scolastici
• Funzionamento
degli Asili Nido e
delle
Scuole
dell’Infanzia
• Rilascio e revoca
delle
autorizzazioni
per
il
funzionamento
di
asili
nido
privati
• Funzionamento
delle
scuole
dell’obbligo
• Programmazione
dei servizi di
refezione
e
trasporto
scolastici
• Attività
scolastica
integrativa
• Istituzione
di
centri di attività
parascolastiche
• Istituzione
e
affidamento
di
Centri Ricreativi
Estivi
• Istituzione
• Ubicazione
e
spostamento
• Determinazione
delle
categorie
ammesse
in
ciascuna area
• Definizione
di
criteri
oggettivi
per
la
regolamentazion
e dei posteggi
• Gestione
dei
servizi
per
l’infanzia
nel
periodo estivo
• Offerta in servizi
che partecipano
all’attuazione del
Piano di Offerta
Formativa
• Gestione
del
trasporto alunni
• Fornitura
materiale
di
cancelleria
per
gli
alunni
indigenti iscritti
alle
scuole
dell’obbligo
• Ubicazione
e
spostamento
• Determinazione
delle categorie
ammesse
in
ciascuna area
• Definizione
di
criteri oggettivi
per
la
regolamentazion
e dei posteggi
• Funzionamento
delle
scuole
per l’infanzia
• Contributi per
servizi
complementari
delle
scuole
per
l’infanzia
(educatrici
familiari,
babysitter, ...)
• Trasporto
individuale
e
collettivo
• Gestione della
refezione
scolastica
(espletata
tramite
appalto)
• Funzionamento
degli asili nido
• Servizi
parascolastici
per le scuole
con
bacino
d’utenza
circoscrizionale
42
nazionali
CULTURA
SPORT
e
• Organizzazione
e promozione di
attività culturali
e sportive
• Programmazione
e realizzazione
di spettacoli e
manifestazioni
• Valorizzazione
del
patrimonio
artistico
del
territorio
• Ricerca
di
sponsor
per
attività
svolte,
promosse
od
organizzate dal
Municipio
• Istituzione
e
gestione
di
centri
culturali
polivalenti
• Concessione di
centri
sportivi
comunali
a
rilevanza
territoriale
• Istituzione
e
gestione
di
centri
sportivi
territoriali
• Rilascio
di
licenza per la
gestione
degli
impianti sportivi
• Organizzazione
e promozione di
attività culturali
e sportive
• Programmazione
e realizzazione
di spettacoli e
manifestazioni
culturali
e
sportive,
iniziative
di
divulgazione
• Istituzione
e
gestione
delle
biblioteche
comunali
e
centri
culturali
polivalenti
• Organizzazione e
promozione
di
attività culturali
e sportive
• Iniziative
di
sensibilizzazione
alle
tematiche
ambientali e al
patrimonio locale
• Istituzione
e
gestione
delle
biblioteche
comunali e centri
socio-culturali
• Utilizzazione
e
gestione
degli
impianti sportivi
(escluso quelli di
interesse
cittadino)
• Agevolazioni per
l’accesso
all’attività
sportiva
AMBIENTE
• Individuazione,
programmazion
e,
progettazione,
approvazione e
realizzazione
degli interventi
relativi a verde
di quartiere e di
vicinato su aree
non superiori a
20.000 mq
• verde di arredo
urbano
• Concessione in
uso a terzi che
ne
facciano
richiesta, di aree
non attrezzate a
parco
pubblico
ed esenti
da
vincoli,
di
superficie
inferiore
a
10.000 mq.
• Manutenzione
ordinaria
e
straordinaria del
verde
municipale
• Manutenzione
delle aree verdi
annesse
agli
Asili Nido ed
istituti scolastici
• Manutenzione
ordinaria
e
straordinaria del
verde
municipale
di
interesse locale
• Gestione
(regolamentazio
ne)
e
manutenzione
(tramite
associazioni)
delle aree verdi
TRIBUTI
• Riscossione
e
recupero somme
dovute
per
• Gestione delle
biblioteche
decentrate
• Gestione degli
impianti
sportivi,
nonché
controllo
su
concessioni e
gestione delle
tariffe
• Organizzazione
e promozione
di attività e
manifestazioni
culturali
e
sportive
• Organizzazione
e promozione di
attività culturali
e sportive
• Programmazione
e realizzazione
di spettacoli e
manifestazioni
• Iniziative
di
sensibilizzazione
alle
tematiche
ambientali e al
patrimonio
locale
• Gestione
delle
biblioteche
comunali
e
centri
culturali
polivalenti
• Concessione
degli
impianti
sportivi
43
•
•
•
•
•
•
ANAGRAFE
•
•
•
•
•
•
•
•
Occupazione di
Suolo Pubblico
(O.S.L.)
Riscossione
imposta
sulla
pubblicità
per
insegne
ed
installazioni
di
esercizi, attività
produttive, agli
studi
professionali,
alle associazioni
ed
enti
localizzati
nel
territorio
Ricezione delle
dichiarazioni
riguardanti TARI
(ex TARSU) ed
ICI
Rilascio, revoca
e
diniego
di
autorizzazioni in
materia
di
pubblicità
Approvazione
del piano delle
affissioni
municipali
Controlli
sulle
affissioni
e
pubblicità
e
rimozione degli
impianti abusivi
Rilascio di tutte
le certificazioni
in materia di
Anagrafe
e
Stato Civile
Rilascio
delle
carte di identità
e dei libretti di
lavoro
Accettazione
e
registrazione dei
cambi
di
domicilio
Istruttoria,
perfezionamento
ed
ogni
adempimento
per le iscrizioni
nell’anagrafe
della
popolazione
Adempimenti
conseguenti
al
rigetto
della
domanda
d’iscrizione
anagrafica
Richiesta
d’iscrizione degli
italiani
provenienti
dall’estero
Cancellazione
dei
cittadini
stranieri
che
emigrano
all’estero
Statistica
• Rilascio di tutte
le certificazioni
in materia di
Anagrafe
e
Stato Civile
• Rilascio
delle
carte di identità
• Accettazione
e
registrazione dei
cambi
di
domicilio
• Adempimenti
conseguenti
al
rigetto
della
domanda
d’iscrizione
anagrafica
• Richiesta
d’iscrizione degli
italiani
e
stranieri
provenienti
dall’estero
• Cancellazione
dei cittadini che
emigrano
all’estero
• Formazione
aggiornamento
e
tenuta
dei
registri di stato
civile
• Ricezione delle
richieste
di
pubblicazione
dei matrimoni
• Consegna
dei
libretti
di
• Rilascio di tutte
le certificazioni in
materia
di
Anagrafe e Stato
Civile
• Rilascio
delle
carte di identità
e dei libretti di
lavoro
• Accettazione
e
registrazione dei
cambi
di
domicilio
• Formazione
aggiornamento e
tenuta
dei
registri di stato
civile
afferenti
alla nascita, al
matrimonio, alla
cittadinanza
e
alla morte
• Ricezione
delle
richieste
di
pubblicazione dei
matrimoni
• Celebrazioni
di
matrimoni
con
rito civile
• Rilascio di tutte
le certificazioni
in materia di
Anagrafe
e
Stato Civile
44
POLIZIA
AMMINISTRATIVA
relativa al flusso
immigratorio
della
popolazione
suddivisa
per
sesso
• Formazione
aggiornamento
e
tenuta
dei
registri di stato
civile
afferenti
alla nascita, al
matrimonio, alla
cittadinanza
e
alla morte
pensione
• Richieste
delle
certificazioni
elettorali
e
tessere elettorali
Rilascio
autorizzazioni
e
attestazioni
e
applicazione
sanzioni per:
• licenze
temporanee
di
esercizi pubblici
per
fiere,
mercati
e
riunioni
straordinarie
• licenze
per
pubbliche
esposizioni
di
rarità,
animali
ed altri oggetti
di curiosità o per
dare
audizioni
all’aperto
• licenze per le
sale
pubbliche
per
biliardi o
per altri giochi
leciti, esercizi di
rimessa,
di
autoveicoli o di
vetture simili
• licenze
di
esercizio di arte
tipografica,
litografica
e
qualunque arte
di stampa, di
riproduzione
meccanica
o
chimica
in
molteplici
esemplari
• licenze
temporanee agli
stranieri
per
mestieri
ambulanti
• registrazione
per
mestieri
ambulanti
• licenze
di
iscrizione
per
portieri
e
custodi
• licenze
per
l’esercizio
del
mestiere
di
guida,
interprete,
corriere
• Ricezione delle
richieste
e
consegna
di
autorizzazioni,
licenze
e
attestazioni
di
polizia
amministrativa
• Controllo
e
applicazione di
sanzioni
per
alcuni esercizi
• Rilascio licenza
per attività di
agenzia
• Rilascio
degli
ampliamenti
e
potenziamenti
degli impianti di
carburante
• Controllo
e
comunicazione
su autonoleggi e
autorimesse
• Occupazione
temporanea
di
suolo pubblico
• Concessioni
di
posteggio
e
autorizzazione
commerciale per
attività
di
vendita su aree
pubbliche
• Ricezione
ed
istruttoria delle
comunicazioni
per l’apertura e
l’ampliamento di
superficie
degli
esercizi
di
vicinato
• Autorizzazione
all’esercizio
di
attività
commerciale
ambulante (salvo
su i mercati di
rilevanza
non
circoscrizionale)
• Concessione
posti
neri
mercati coperti e
scoperti
circoscrizionali
• Rilascio
autorizzazioni di
occupazione
temporanea
e
permanente
di
suolo
pubblico
per attività di
interesse
circoscrizionale
(e fatto salvo
strutture per lo
spettacolo,
impianti
per
erogazione
carburante,
chioschi
e
edicole,
sulle
quali
le
circoscrizioni
esprimono
parere
obbligatorio)
• Rilascio attestati
afferenti
alla
natura giuridica
delle strade
• Controlli
e
sanzioni
in
materia
di
concessioni
di
suolo pubblico
• Occupazione
temporanea di
suolo pubblico
(istruttoria
solo per alcuni
casi)
• Occupazione
temporanea
di
suolo pubblico
45
POLIZIA URBANA
• Reparto
della
Polizia
Municipale nella
circoscrizione
Reparto
della
Polizia Municipale
nella circoscrizione
FONTI
“Bilancio
sociale
del Municipio XI”
2004,
tabella
riepilogativa delle
competenze
statutarie
dei
Municipi
“Regolamento
delle Municipalità”
“Regolamento del
Decentramento”
(in
corsivo
le
deleghe
da
attribuirsi
progressivamente)
del Comune di Bari
• Reparto della
Polizia
Municipale
nella
circoscrizione
Siti internet dei
Quartieri
del
Comune
di
Bologna,
“Programmi
Obiettivo
dei
Quartieri per il
Budget 2006” del
Comune
di
Bologna
“Regolamento del
Decentramento
urbano”
del
Comune
di
Catania
Una delimitazione operativa dell’attività dei quartieri e del grado di funzionalità della attuale
ripartizione di competenze può articolarsi a partire da alcune osservazioni sul peso dei
quartieri nella messa in opera dei diversi programmi comunali.
Programmi in cui è articolata l’attività del Comune di Firenze (in blu quelli di competenza dei
quartieri):
01
02
03
04
05
06
07
08
09
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
Sicurezza
Traffico, trasporti e vivibilità
Politiche per l'ambiente
Decentramento politiche per l'ambiente
Politiche sociali
Decentramento politiche sociali
Politiche per la casa e sull'uso del patrimonio immobiliare pubblico
Politiche per l'istruzione e per i giovani
Decentramento politiche per l'istruzione e per i giovani
Politiche per lo sport
Decentramento politiche per lo sport
Politiche per l'economia
Politiche per la cultura
Decentramento politiche per la cultura
Politiche per il turismo
Organi istituzionali e partecipazione dei cittadini
Funzioni conferite (anagrafe, stato civile, leva, statistica, uffici giudiziari)
Decentramento funzioni conferite (anagrafe, stato civile)
Politiche per i servizi e le società partecipate
L'azienda Comune
Decentramento azienda Comune
Urbanistica e gestione del territorio
Raccolta e smaltimento rifiuti
46
Si presentano di seguito alcuni dati finanziari in merito all’attività dei Quartieri fiorentini.
Rispettiamo l’articolazione per programmi introdotta dal Comune che permette la lettura
finanziaria (seppur con qualche difficoltà, legata alla non omogeneità di alcune categorie e
procedimenti analitici) dell’attività decentrata.
Tra le spese per il decentramento sono comprese le spese sostenute dall’Ufficio al
decentramento, distinte (per quanto possibile) da quelle afferenti l’attività dei quartieri.
Tutte le spese (salvo ove indicato il contrario e salvo i dettagli sulle spese in personale
distinte per quartieri -fonte: Servizio organizzazione-) sono impegni.
L’attenzione principale è rivolta alle spese correnti.
Le fonti:
- Bilancio consuntivo 2005 - Stato di attuazione dei programmi (delibera Giunta
295/2006)
- Bilancio consuntivo 2005 - estratti da infor
- PEG -PDO 2005 (delibera Giunta 267/2005)
- dettagli sulle spese in personale forniti dal Servizio organizzazione
- ricognizioni effettuate dai quartieri sulla loro attività.
Appare evidente alla lettura del bilancio del comune la commistione tra ruoli dei Quartieri e
delle Direzioni centrali, che si esplica anche attraverso l’inclusione di spese afferenti se non
all’attività dei quartieri almeno al processo di decentramento in programmi centrali.
E’ stata segnalata dai dirigenti inoltre la necessità di semplificare le procedure di spesa per i
quartieri.
Le ricognizioni fornite dai Quartieri sono a nostro avviso una prima base per elaborare
strumenti analitici dell’attività dei quartieri. Infatti, seppur ancora imperfettamente codificate
nella loro formulazione e quindi anche nei loro contenuti, permettono già di dedurre come
debba essere impostata (rivisitata quella attuale) una scheda di ricognizione.
Questo strumento potrebbe essere utile per la redazione di bilanci sociali.
47
AREA 1 - COESIONE E INCLUSIONE SOCIALE
05 Politiche sociali
06 Decentramento politiche sociali
08 Politiche per l'istruzione e per i giovani
09 Decentramento politiche per l'istruzione e per i giovani
10 Politiche per lo sport e il tempo libero
11 Decentramento politiche per lo sport e il tempo libero
24 Partecipazione democratica, stili di vita e consumo critico
01 Sicurezza
AREA 2 - TRASFORMAZIONI URBANISTICHE, INFRASTRUTTURE E AMBIENTE
02 Traffico, trasporti e vivibilità
22 Urbanistica e gestione del territorio
07 Politiche per la casa e sull'uso del patrimonio immobiliare pubblico
23 Politiche per la raccolta e lo smaltimento rifiuti
03 Politiche per l'ambiente
04 Decentramento politiche per l'ambiente
AREA 3 - LA CULTURA E LO SVILUPPO
13 Politiche per la cultura
14 Decentramento politiche per la cultura
27 Politiche per il turismo e per l'economia
28 Strategie di sviluppo e politiche del lavoro
AREA 4 - AZIENDA COMUNE E CITTA’ METROPOLITANA
19 Politiche per i servizi pubblici e le società partecipate
25 Area Metropolitana
26 Organi istituzionali
17 Funzioni conferite (anagrafe, stato civile, leva, statistica, uffici giudiziari)
18 Decentramento funzioni conferite (anagrafe, stato civile)
20 L'azienda Comune
21 Decentramento azienda Comune
48
I programmi decentrati nel bilancio comunale
A dispetto di una spesa corrente relativamente ridotta (meno del 7% rispetto alla
spesa corrente comunale), i Quartieri operano in numerosi ambiti (7 programmi di
decentramento su 23).
A titolo comparativo, i Municipi di Roma gestiscono il 26% della spesa corrente
comunale (2004), i Quartieri di Bologna il 5,6% circa.
Gli investimenti finanziati, su cui non ci addentriamo, di competenza dei Quartieri
rappresentano circa il 4% degli investimenti Comunali (ma ben il 7,88% su gli interventi 1, 5
e 7 del titolo 2).
32.539.429,62 €
6,77%
447.904.827,00 €
93,23%
PROGRAMMI DECENTRATI
PROGRAMMI NON DECENTRATI
9.880.297,91 €
7,88%
9.880.297,91 €
4,27%
221.698.237,54 €
95,73%
INVESTIMENTI
DECENTRAMENTO - PROGRAMMI CENTRALI
impegno 2005
115.461.244,64 €
92,12%
INVESTIMENTI INTERVENTI 1 - 5 -7
DECENTRAMENTO - PROGRAMMI CENTRALI
impegno 2005
49
70,00%
60,75%
60,00%
56,43%
50,00%
40,00%
2004
2005
30,00%
24,09%
20,00%
17,67%
13,82%
10,39%
9,09%
10,00%
7,75%
0,00%
COESIONE E INCLUSIONE
SOCIALE
AREA
COESIONE
INCLUSIONE
SOCIALE
TRASFORMAZIONI
URBANISTICHE,
INFRASTRUTTURE E AMBIENTE
LA CULTURA E LO SVILUPPO
PROGRAMMI
E
06
09
11
TRASFORMAZION
I URBANISTICHE,
04
INFRASTRUTTURE
E AMBIENTE
LA CULTURA E LO
14
SVILUPPO
AZIENDA
18
COMUNE E CITTA’
METROPOLITANA 21
Decentramento delle politiche sociali
Decentramento politiche per l'istruzione e per
i giovani
Decentramento politiche per lo sport
AZIENDA COMUNE E CITTA’
METROPOLITANA
SPESE (CORRENTI %
E INVESTIMENTI)
AREA
13.457.674 €
52.22%
31,73%
11.451.019 €
862.399 €
44.43%
26,99%
3.35%
2,03%
Decentramento politiche per l'ambiente
5.863.998 €
100,00%
13,82%
Decentramento delle politiche per la cultura
3.287.308 €
100,00%
7,75%
Decentramento funzioni conferite (anagrafe,
stato civile)
Decentramento azienda Comune
5.135 €
7.492.196 €
0.07%
0,01%
99.93%
17,66%
TOTALE SPESE TITOLO I E II - CONS. 2005
PROGRAMMI DECENTRATI
(+8,14% RISPETTO AL 2004)
42.419.728 €
TOTALE SPESE TITOLO I E II - CONS. 2004 PROGRAMMI DECENTRATI
39.291.447 €
AREA
COESIONE
INCLUSIONE
SOCIALE
PROGRAMMI
E 06 Decentramento delle politiche sociali
09 Decentramento politiche per l'istruzione e per i giovani
TRASFORMAZIONI
URBANISTICHE,
INFRASTRUTTURE
E AMBIENTE
LA CULTURA E LO
SVILUPPO
AZIENDA
COMUNE E CITTA’
METROPOLITANA
TOTALE
SU % SU TOTALE
11 Decentramento politiche per lo sport
100,00%
SPESE CORRENTI
% SU SPESA
CORRENTE
+
INVESTIMENTO
13.302.674 €
98,85%
5.646.164 €
49,31%
862.399 €
100,00%
04 Decentramento politiche per l'ambiente
3.297.998 €
56,24%
14 Decentramento delle politiche per la cultura
3.287.308 €
100,00%
18 Decentramento funzioni conferite (anagrafe, stato civile)
21 Decentramento azienda Comune
5.135 €
6.137.752 €
100,00%
81,92%
32.539.430 € 76,71%
50
100%
8
7
6
90%
5
80%
4
4
3
3
5
70%
60%
50%
2
40%
2
30%
20%
1
1
10%
0%
PROGRAMMI DECENTRATI
COMPOSIZIONE
CORRENTE
DELLA
PROGRAMMI NON DECENTRATI
SPESA
PROGRAMMI DECENTRATI
%/spesa
Impegno
corrente
Intervento
1 - Personale
12.113.264,19 €
2 - Acquisto beni
340.850,80 €
3 - Prestazioni di servizio
4 - Utilizzo beni terzi
5 - Trasferimenti
13.464.978,46 €
572.752,82 €
6.047.583,35 €
PROGRAMMI NON DECENTRATI
%/spesa
Impegno
corrente
37,23%
180.592.667,35 €
40,32%
1,05%
6.270.305,95 €
1,40%
41,38%
165.038.644,79 €
36,85%
1,76%
7.084.015,73 €
1,58%
18,59%
44.436.202,51 €
9,92%
6 - Interessi
-
€
0,00%
29.818.860,04 €
6,66%
7 - Imposte
-
€
0,00%
13.145.463,00 €
2,93%
8 - Oneri straordinari
-
€
0,00%
1.518.667,63 €
0,34%
9 - Ammortamenti
-
€
0,00%
-
€
10 - Fondo svalutazione
-
€
0,00%
-
€
0,00%
11 - Fondo di riserva
totale
TITOLO I
-
€
0,00%
-
€
0,00%
12.113.264,19 €
5,91%
32.539.429,62 €
100,00%
447.904.827,00 €
0,00%
100,00%
Le spese in personale imputati ai programmi decentrati non
comprendono:
- spese in personale nei PAD, confluito nel programma 44
- spese in personale tecnico decentrato, confluito nel
programma 22
192.705.931,54 €
94,09%
51
Stima delle spese per le attività decentrate (titolo 1 e investimenti) di
ogni quartiere:
Q1
COESIONE
SOCIALE
E
Q2
Q3
INLCUSIONE
6.768.333,34 €
70,04%
3.723.031,00 €
60,39%
3.073.291,89 €
55,85%
805.289,64 €
8,33%
618.800,96 €
10,04%
957.435,62 €
17,40%
LA CULTURA E LO SVILUPPO 597.709,06 €
6,19%
653.634,15 €
10,60%
366.751,39 €
6,67%
AZIENDA COMUNE E CITTA’
METROPOLITANA
1.491.693,05 €
15,44%
1.169.723,95 €
18,97%
1.105.076,48 €
20,08%
totale
9.663.025,09 €
100,00% 6.165.190,06 €
totale/popolazione
residente al 01-2006*
143,90 €
TRASFORMAZIONI
URBANISTICHE,
INFRASTRUTTURE
AMBIENTE
E
Titolo 1/popolazione residente
al 01-2006*
90,87 €
Q4
COESIONE
SOCIALE
E
100,00% 5.502.555,38 €
69,85 €
134,52 €
64,23 €
97,95 €
100,00%
Ufficio centrale
decentramento
Q5
INLCUSIONE
5.623.372,69 €
58,18%
6.188.511,48 €
59,20%
90.572,82 €
1.489.274,07 €
15,41%
1.872.254,91 €
17,91%
15.000,00 €
LA CULTURA E LO SVILUPPO 997.412,67 €
10,32%
645.293,52 €
6,17%
0,00 €
AZIENDA COMUNE E CITTA’
METROPOLITANA
1.554.788,77 €
16,09%
1.748.013,50 €
16,72%
2.713.151,08 €
totale
9.664.848,20 €
100,00% 10.454.073,41 €
totale/popolazione
residente al 01-2006*
145,29 €
TRASFORMAZIONI
URBANISTICHE,
INFRASTRUTTURE
AMBIENTE
E
Titolo 1/popolazione residente
al 01-2006*
122,74 €
100,00% 2.818.723,90 €
100,97 €
7,69 €
84,09 €
4,75 €
* fonte: Ufficio di Statistica del Comune di Firenze
Le tabelle qui riportate costituiscono una stima delle spese afferenti all’attività dei quartieri
secondo l’articolazione in Aree adottata dal Comune. Le spese correnti e in investimenti sono
le spese in programmi decentrati come comprese nel bilancio consuntivo (impegni) del 2005,
salvo per quanto riguarda i dati sulle spese in personale che sono invece provenienti dal
Servizio organizzazione.
Occorre puntualizzare una serie di considerazioni su questa tabella.
In primo luogo il totale delle spese qui riportato è pari a 44.268.416,04 €, con una differenza
di più di 1.800.000€ rispetto ai 42.419.728€ dell’impegno del consuntivo 2005 per i
programmi decentrati. Questa differenza è imputabile a vari fattori:
- le spese in personale qui considerate provengono dai dati fornitici dal Servizio
Organizzazione (non impegni, ma spese effettuate), al fine di poter articolare la spesa
in personale secondo i quartieri
- le spese in personale degli Uffici tecnici dei Quartieri e dei Servizi Demografici (pari
rispettivamente a 1.009.529,92€ e 1.163.047,80€ secondo i dati forniti dal Servizio
Organizzazione e qui riportati secondo i Quartieri a cui la spesa è “attribuibile” nell’Area Azienda Comune e Città Metropolitana-) non sono comprese nei programmi
di decentramento
52
Le spese inserite nella colonna Ufficio centrale del Decentramento corrispondono alle spese in
personale dell’Ufficio centrale nonché alle spese comprese nei programmi di decentramento
non imputabili all’attività di un solo quartiere.
E’ bene ricordare inoltre che queste spese non corrispondono alla spesa per centro di
responsabilità. Infatti sono numerose le spese afferenti all’attività dei quartieri e comprese
nei programmi di decentramento che sono sostenute o dall’Ufficio del Decentramento (ad
esempio le spese telefoniche) o da altri centri di responsabilità.
Sebbene quindi questi dati non siano che molto parzialmente codificati in modo confacente
alla nostra analisi, permettono di mettere in evidenza alcune differenze tra quartieri e per
prima la spesa pro capite per i programmi decentrati che va dai 69,58€ stimati per il
Quartiere 2 ai 145,29€ stimati per il Quartiere 4 (rapporto ½).
SPESE TITOLO
QUARTIERI
Personale
Serv. Org.)
1
E
INVESTIMENTI
AFFERENTI
Titolo 1 (escluso
(da personale)
Investimenti
Impegno 2005
Impegno 2005
A
ALL’ATTIVITÀ
DEI
SPESE TITOLO 1
(per
CENTRI
DI
RESPONSABILITA’ )
Totale
Titolo
1
per
Centro
di
responsabilità
A+B+C
D
B
C
Q1 2.523.345,24 €
3.578.638,22 €
3.561.041,63 €
9.663.025,09 €
3.416.910,31 €
161.727,91 €
4,52%
Q2 2.421.097,73 €
3.248.592,33 €
495.500,00 €
6.165.190,06 €
3.202.340,33 €
46.252,00 €
1,42%
Q3 1.901.384,78 €
2.105.170,60 €
1.496.000,00 €
5.502.555,38 €
2.054.752,20 €
50.418,40 €
2,39%
Q4 2.962.868,98 €
5.201.979,22 €
1.500.000,00 €
9.664.848,20 €
4.838.225,22 €
363.754,00 €
6,99%
Q5 3.063.102,57 €
5.643.254,22 €
1.747.716,62 €
10.454.073,41 €
5.108.378,58 €
534.875,64 €
9,48%
DIRIGENTE P.O. Cat. D
Cat. C
Cat. B
B-D
Cat. A
(B-D)/B
TOTALE TOTALE/10.000
RESIDENTI
N°
N°
N°
N°
Cat.
D/TOTALE
Cat.
N°
C/TOTALE
Cat.
N°
B/TOTALE
Cat.
N°
A/TOTALE
N°
Q1
1
4
54
44,26%
31
25,41%
24
19,67%
8
6,56%
122
1,82
Q2
1
4
44
39,64%
26
23,42%
27
24,32%
9
8,11%
111
1,26
Q3
1
4
32
39,02%
12
14,63%
27
32,93%
6
7,32%
82
2,00
Q4
0
4
52
36,88%
25
17,73%
48
34,04%
12
8,51%
141
2,12
Q5
1
4
61
43,88%
20
14,39%
43
30,94%
10
7,19%
139
1,34
20
243 40,84%
595
1,62
TOT 4
114 19,16%
169 28,40%
45 7,56%
Popolazione residente al 31 Gennaio 2006 suddivisa per quartiere e sesso (dati utilizzati in
questo capitolo e provenienti dall’Ufficio di statistica):
Quartiere
Totale
1
67.149
2
88.266
3
40.904
4
66.522
5
103.538
Totale
366.379
53
AREA 2
POLITICHE PER L’AMBIENTE
PROGRAMMA CENTRALE: 03
PROGRAMMA DI DECENTRAMENTO: 04
Il Programma 03 è costituito dalle attività della Direzione Ambientale:
- programmazione, pianificazione e monitoraggio dell’ambiente (verde, ma anche
inquinamento, alcune piste ciclabili, salvaguardia idraulica, energia)
- manutenzione di alcune aree a verde e delle alberature
- iniziative di sensibilizzazione
Il Programma 04 è costituito dall’attività dei Quartieri in materia di:
- manutenzione del verde orizzontale
- iniziative di sensibilizzazione.
La pulizia delle aree verdi è stata affidata nel 2005 dal Comune alla Quadrifoglio9.
Superfice totale di verde di competenza della Direzione Ambiente
Superfice totale di verde di competenza dei Quartieri
1.560.000 m2 circa
3.608.000 m2 circa
É da considerarsi anche che la creazione dell’Azienda Speciale Parco di Firenze possa avere
effetti sull’organizzazione stessa della Direzione.
Si proponeva nella Relazione 2001:
- l’estensione della delega a tutto il verde (escluso il Parco delle Cascine) e, da valutare,
agli elementi di arredo e manufatti;
- la realizzazione di una programmazione concertata tra direzioni centrali e quartieri,
nonché Carte delle Relazioni.
Nella relazione del 2000 il direttore segnalava l’interesse di delegare ai quartieri i lavori di
piccola manutenzione stradale.
presidente: abbiamo una delega sul verde pubblico orizzontale e percentuale (80-82%), il
resto è all’Assessorato Ambiente.
- Passiamo tutto ai quartieri.
dirigente: Nel ‘99 c’era una spinta politica forte al decentramento... questa spinta la vedo
esaurita. Anche a livello di rapporto con le direzioni, considerano i funzionari dei quartieri
come se fossero un’articolazione dell’amministrazione centrale. C’è anche una debolezza della
nostra parte politica per affermare i limiti delle competenze dei quartieri e nei rapporti con
l’amministrazione centrale.
Ci sono assessori che si permettono di dire nelle riunioni che i quartieri andrebbero eliminati.
Il lavoro sulla struttura viene se c’è un chiarimento sulle competenze. Per esempio sulle
alberature c’è una delibera per il passaggio ai quartieri, ma non c’è mai stato passaggio delle
competenze... queste cose lasciate indefinite perché magari il dirigente di riferimento non ha
mai provveduto o l’assessore si è ritirato.
dirigente: Avevamo sancito un accordo. Gestiamo le basi comuni per i bandi e ognuno poi ci
mette le sue specificità!
Il quartiere aveva profuso i suoi sforzi affinché nascesse una cooperativa sociale a cui erano
passate le manutenzioni. In nome della razionalizzazione abbiamo trasmesso tutto a
Quadrifoglio e lei fa una gara europea! Alcuni soggetti si sono legati in consorzi, ma gli altri
sono troppo “deboli”. Ho cercato di obbligare Quadrifoglio a tutelarli. Il verde dei quartieri ha
ottenuto un livello di costi di gestione molto migliori, ma ha perso in qualità.
9
Delibera di CC 2005/00528 del 11/07/2005 Direzione Risorse finanziarie - Indirizzi programmatici alla società
Quadrifoglio S.p.A. - Allegati Integranti: "Per quanto attiene al servizio di pulizia delle aree verdi, trasferito a titolo
sperimentale dal Comune di Firenze dal 1/01/05 a Quadrifoglio, e svolto da cooperative sociali di tipo B operanti
nell’area fiorentina, invita ad organizzare il servizio guardando con attenzione alla valorizzazione di questa tipologia
di impresa, al suo carattere sociale, alla sua evoluzione finalizzata a misurarsi con le dinamiche di mercato”.
54
Si può ipotizzare per un completamento della delega ai Quartieri degli spazi verdi (escludendo
dei parchi urbani, ma includendo aree di verde storico, aree gioco, aree di arredo urbano,
giardini recenti e aree speciali) un incremento minimo della spesa corrente dei quartieri di
600.000€, da sostenere con personale adeguato. Secondo questa previsione la delega
imporrebbe nel 2006 un aumento del 18% delle spese correnti del programma 04, portandolo
a circa 4.000.000 € di spesa corrente (ovvero dal 28,6% delle spese comunali in politiche
ambientali al 33,6%).
Aree verdi di competenza della Direzione Ambientale - PO Progettazione e Gestione Verde
pubblico:
Parchi urbani 933.458 m2
Parco delle Cascine
Parco dell'Argingrosso
Verde storico 145.432 m2
Giardino della Fortezza da Basso e Piazzale dei Caduti dell'Egeo
Aiuole Viale Stroozzi/Valfonda
Aiuole Viale Strozzi/Lager
Siepi Viale Strozzi lato Fortezza
Giardino del Bobolino
Giardino del Parnaso
Giardino dell'Orticoltura
Giardino delle Rose
Giardino Piazza Poggi
Piazzale Michelangelo e cinque paniere
Piazza Beccaria
Piazza Demidoff
Piazza Donatello
Piazza Indipendenza
Piazza della Libertà
Piazza San Marco
Piazza Santa Maria Novella
Aree giuochi
1.270 m2
area giuochi giardino dell'Orticoltura
area giuochi Via Gran Bretagna
area giuochi Via Isonzo
Aree di arredo urbano 17.146 m2
aiuola Porta Romana
aiuola Piazza Piave
aiuola Piaza Ravenna
aiuole Piazza Stazione
aiuole Piazza Ferrucci
area Viale Lavagnini
spartitraffico di Piazza della Libertà
spartitraffico di Piazza Donatello
spartitraffico di Via del Gignoro
Giardini di recente costruzione 190.777 m2
Giardino Via del Mezzetta ( San Salvi )
Giardino Via Vecchia di Pozzolatico ( ex Caprotti )
Giardino di Via Gran Bretagna
Giardino Via Brenta/Isonzo ( Sorgane )
Giardino PEEP Ugnano
Aree speciali
269.507 m2
Vivaio delle Rose
Vivaio del Bobolino
Vivaio di Sollicciano
Vivaio del Pellegrino
Vivaio di Mantignano
Area degli Assi ( ex vivaio )
Area ex inceneritore ( via del Boldrone )
Aree verdi di competenza dei Quartieri
(Mq)
Quartiere
Quartiere
Quartiere
Quartiere
Quartiere
Totale
1
2
3
4
5
382.000
446.000
640.000
1.120.000
1.020.000
3.608.000
55
14.000.000 €
12.000.000 €
3.890.920 €
3.475.316 €
3.281.926 €
10.000.000 €
8.000.000 €
4
3
6.000.000 €
8.898.935 €
8.715.166 €
8.679.189 €
4.000.000 €
2.000.000 €
0€
IMPEGNO 2004
IMPEGNO 2005
PREVISIONALE 2006
Programma Programma 04 POLITICHE PER L’AMBIENTE
03
(DECENTRATO)
PREVISIONALE 2006 71,41%
28,59%
100,00%
12.154.505 €
IMPEGNO 2005
72,64%
27,36%
100,00%
11.997.092 €
IMPEGNO 2004
69,58%
30,42%
100,00%
12.789.855 €
56
5 - Trasferimenti
2,29%
4 - Utilizzo beni terzi
0,18%
1 - Personale
38,86%
3 - Prestazioni di servizio
57,81%
2 - Acquisto beni
0,87%
COMPOSIZIONE DELLA SPESA CORRENTE - PROGRAMMA 03
5 - Trasferimenti
0,78%
1 - Personale
46,61%
3 - Prestazioni di servizio
50,06%
2 - Acquisto beni
2,55%
COMPOSIZIONE DELLA SPESA CORRENTE - PROGRAMMA 04
PROGR TITOLO interventi
Totale
4
1
1 - Personale
4
1
2 - Acquisto beni
4
1
3 - Prestazioni di servizio
4
1
4 - Utilizzo beni terzi
4
1
5 - Trasferimenti
4
1
TOTALE
4
TITOLO interventi
4
2
1 - Acquisizione di beni immobili
4
2
5 - Acquisizione di beni mobili, macchine ed attrezzature tecnico scientifiche
4
2
TOTALE
2.566.000,00 €
4
1+2
TOTALE 1+2
5.863.998,06 €
TITOLO 1 -interventi
Personale
Acquisto beni
Prestazioni di servizio
Trasferimenti
TOTALE
TOTALE/ RESIDENTI
TOTALE/ mq aree
verdi attribuite
1.529.719,19 €
83.775,17 €
1.642.785,90 €
0 -
€
41.717,80 €
3.297.998,06 €
Totale
Q1
2.261.000,00 €
Q2
Q3
305.000,00 €
Q4
Q5
162.457,66 €
241.958,70 €
279.097,72 €
416.299,80 €
7.993,75 €
6.580,69 €
4.492,00 €
33.708,73 €
3.717,00 €
259.838,23 €
209.293,77 €
222.595,90 €
421.974,27 €
529.082,00 €
€
30.967,80 €
250,00 €
430.289,64 €
0
488.800,96 €
506.435,62 €
6,41 €
5,54 €
1,12 €
1,09 €
12,38 €
0,79 €
0
€
871.982,80 €
13,11 €
0,77 €
292.054,32 €
€ 2500,00 €
827.353,32 €
7,99 €
0,81 €
57
AREA 2
POLITICHE SOCIALI
PROGRAMMA CENTRALE: 05
PROGRAMMA DI DECENTRAMENTO: 06
Per le politiche sociali si rimanda al paragrafo sulla Società della Salute.
Si indicava nella Relazione 2001:
- per l’assistenza sociale: effettuare la delega del Servizio di Assistenza Domiciliare;
realizzare una Carta delle Relazioni con la Direzione Sicurezza Sociale
Le politiche sociali decentrate comprendono azioni in ambito di assistenza sociale:
- interventi (assistenza sociale e contributi, talvolta servizi specifici -come i bagni
pubblici-) mirati alla popolazione a rischio di marginalità (minori e famiglie) e ai
disabili
e di “sicurezza sociale” o “sociale allargato” (poco più del 12% delle spese correnti del
programma 06 escludendo del personale):
- interventi a sostegno della socializzazione degli anziani (centri anziani e
organizzazione di attività, orti sociali)
- gestione dei campi nomadi e azioni di a favore della popolazione rom (Q4 e Q5)
- rete di solidarietà e sostegno a volontariato in ambito sociale.
80.000.000 €
70.000.000 €
14.093.353 €
60.000.000 €
13.523.263 €
13.302.674 €
50.000.000 €
40.000.000 €
6
5
30.000.000 €
53.296.762 €
50.285.441 €
45.892.593 €
20.000.000 €
10.000.000 €
0€
IMPEGNO 2004
05
PREVISIONALE 2006 78,81%
IMPEGNO 2005
PREVISIONALE 2006
06
POLITICHE SOCIALI
(DECENTRATO)
21,19%
100,00% 63.808.704 €
IMPEGNO 2005
71,78% 28,22%
100,00% 67.586.220 €
IMPEGNO 2004
79,09%
100,00%
20,91%
67.390.115 €
58
5 - Trasferimenti
5,72%
1 - Personale
12,98%
4 - Utilizzo beni terzi
0,30%
2 - Acquisto beni
0,15%
3 - Prestazioni di servizio
80,86%
COMPOSIZIONE DELLA SPESA CORRENTE - PROGRAMMA 05
5 - Trasferimenti
43,36%
1 - Personale
28,88%
2 - Acquisto beni
0,25%
3 - Prestazioni di servizio
27,52%
COMPOSIZIONE DELLA SPESA CORRENTE - PROGRAMMA 06
PROGR
TITOLO
interventi
Totale
6
1
1 - Personale
6
1
2 - Acquisto beni
6
1
3 - Prestazioni di servizio
6
1
4 - Utilizzo beni terzi
6
1
5 - Trasferimenti
6
1
TOTALE
6
TITOLO
interventi
3.841.228,89 €
32.913,36 €
3.660.964,94 €
-
13.302.673,78 €
Totale
6
2
1 - Acquisizione di beni immobili
6
2
TOTALE
6
1+2
TOTALE 1+2
TITOLO 1 -interventi
Personale
Acquisto beni
Prestazioni di servizio
Q1
€
5.767.566,59 €
155.000,00 €
155.000,00 €
Q2
13.457.673,78 €
Q3
Q4
Q5
775.021,73 €
696.034,80 €
535.971,14 €
730.007,53 €
4.199,22 €
12.085,95 €
5.000,00 €
11.628,19 €
861.774,97 €
519.518,02 €
418.000,76 €
373.977,44 €
1.271.557,96 €
1.077.910,76 €
1.256.245,76 €
983.400,00 €
547.871,85 €
1.348.000,00 €
1.632.048,98 €
Utilizzo beni terzi
Trasferimenti
TOTALE
TOTALE/ RESIDENTI
2.554.984,73 €
2.109.521,51 €
1.462.820,43 €
3.361.193,68 €
3.571.734,71 €
38,05 €
23,90 €
35,76 €
18,10 €
34,50 €
59
Qualche informazione sull’attività di sociale allargato dei quartieri (dalle Ricognizioni):
Personale impiegato (per categoria economica):
Q1
Q2
Q3
Q4
Q5
B3
1*
B4
B5
B6
C3
1
1
C4
1
1
C5
D1
D3
1
D4
D5
0,4
1
1
1
1
1
1,5
1,5
*tempo determinato
0,... esprime la percentuale di tempo del dipendente consacrata al sociale allargato
1 part time
CENTRI ANZIANI
N° Modalità di gestione
Q1
5
Q2
5
I centri anziani sono affidati alle associazioni di anziani
Q3
3
Q4
6
Q5
4
VACANZE ANZIANI
Modalità
gestione
Q1 In affidamento
Q2 In affidamento
Q3 In affidamento
Q4 In affidamento
Q5 In affidamento
di
Utenti
291
631
355
519
495
ORTI SOCIALI
N° ORTI
Q1
Q2
Q3
Q4
Q5
Utenti/1.000
residenti
19,89
25,46
30,47
30,80
18,54
46
270
NO
283+ SAN LORENZO A
GREVE
VIA ACCADEMIA DEL
CIMENTO
ORTI/1.000
residenti
3,14
10.89
0
più di 16.80
over
1 centro anziani ogni ...
2927 over 65 residenti nel
4956 over 65 residenti nel
3883 over 65 residenti nel
2808 over 65 residenti nel
6672 over 65 residenti nel
over
quartiere
quartiere
quartiere
quartiere
quartiere
65
65
75
Altri servizi di rilievo
Q1: Bagni pubblici di Via Sant’Agostino
Q4 e Q5: Gestione dei campi nomadi
Q5: Infoimmigrati
Inoltre nelle ricognizioni si possono trovare dettagli sulle attività dei quartieri in materia di “sociale allargato”.
60
AREA 1
POLITICHE PER L’ISTRUZIONE e PER I GIOVANI
PROGRAMMA CENTRALE: 08
PROGRAMMA DI DECENTRAMENTO: 09
Il Programma 08 è costituito dall’attività della Direzione Istruzione, ovvero:
- attività di monitoraggio e programmazione
- accreditamento dei servizi privati alla prima infanzia
- interventi di istruzione (dall’infanzia all’educazione permanente degli adulti)
- refezione e trasporti
- manutenzione delle scuole
Rientrano nel programma 09:
- centri giovani, corsi e laboratori per i giovani
- centri estivi, ludoteche
- attività integrative alla scuola, rivolte in particolare agli studenti in stato di disagio
- manutenzione degli edifici scolastici (titolo 2).
Nella Relazione 2001, si rilevava:
- l’incertezza tra “servizi di base” e “funzioni delegate” (il PIA essendo stato introdotto
nei “servizi di base”, ma potendo essere considerato “funzione delegata”)
- rischi di duplicazione tra servizi centrali per i giovani (Punto Giovani) e Centri Giovani
- la necessità di attuare una efficiente e regolare collaborazione tra Assessorato alla
Pubblica Istruzione, Quartieri e Istituzioni Territoriali per la realizzazione di interventi
in rete
- la necessità di verificare se è possibile delegare effettivamente il trasporto scolastico e
gli asili nido.
Riguardo al primo punto, in effetti i Criteri direttivi e Indirizzi programmatici del 2002
distinguono, in materia di servizi educativi:
- servizi scolastici delegati: per la scuola dell’infanzia sono la definizione dell’orario,
sovvenzione di corsi di aggiornamento per il personale, assegnazione di fondi per il
“diritto allo studio” (acquisto materiale didattico); per la fascia della scuola materna:
convenzionamento con scuole private, oltre a acquisto materiale didattico, sostegno
ad attività didattiche sperimentali o supplementari
- servizi educativo-didattici servizi di base: realizzazione di attività formative in orario
scolastico ed extra-scolastico per tutte le fasce di età (0-giovani e famiglie, nonché
soggetti in situazione di handicap), nonché di attività per l’integrazione e la
multiculturalità; definizione delle esigenze territoriali di iniziative per il diritto allo
studio e promozione progetti.
E’ affidata ai Quartieri la manutenzione degli edifici scolastici (asili nido, materne, elementari
e medie), che risulta effettivamente delegata (anche se permangono numerose spese in
materia alla Direzione Centrale).
Le spese in manutenzione degli edifici scolastici rappresentano ben il 30,97% delle spese
correnti del programma 09 (il 36,24% delle spese in prestazioni di servizio).
Sebbene il programma 09 includa i lavori di manutenzione agli edifici scolastici, il personale
incluso nel programma è esclusivamente personale di “assistenza scolastica”.
dirigente: (Consideriamo anche) il modello di Bologna: delega degli asili nidi e delle materne
ai quartiere. C’è il problema della società della salute...non capisco come si andrà a finire.
61
120.000.000 €
100.000.000 €
5.887.387 €
5.646.164 €
5.790.570 €
80.000.000 €
60.000.000 €
94.327.558 €
93.499.048 €
9
8
89.855.123 €
40.000.000 €
20.000.000 €
0€
IMPEGNO 2004
IMPEGNO 2005
PREVISIONALE 2006
08
09
POLITICHE PER L’ISTRUZIONE E PER I GIOVANI
(DECENTRATO)
100,00%
PREVISIONALE 2006 93,95% 6,05%
95.645.693 €
100,00%
IMPEGNO 2005
94,31% 5,69%
99.145.212 €
100,00%
IMPEGNO 2004
94,13% 5,87%
100.214.945 €
5 - Trasferimenti
1,85%
4 - Utilizzo beni terzi
0,37%
7 - Imposte
0,13%
3 - Prestazioni di servizio
43,30%
1 - Personale
51,02%
2 - Acquisto beni
3,33%
COMPOSIZIONE DELLA SPESA CORRENTE - PROGRAMMA 08
62
4 - Utilizzo beni terzi
1,06%
5 - Trasferimenti
0,83%
1 - Personale
12,23%
2 - Acquisto beni
0,41%
3 - Prestazioni di servizio
85,48%
COMPOSIZIONE DELLA SPESA CORRENTE - PROGRAMMA 09
PROGR
TITOLO interventi
9
1
1 - Personale
9
1
2 - Acquisto beni
9
1
3 - Prestazioni di servizio
9
1
4 - Utilizzo beni terzi
9
1
5 - Trasferimenti
9
1
TOTALE
9
TITOLO interventi
9
2
1 - Acquisizione di beni immobili
9
2
5 - Acquisizione di beni mobili, macchine ed attrezzature tecnico scientifiche
9
2
6 - Incarichi professionali esterni
9
2
TOTALE
9
1+2
TOTALE 1+2
TITOLO 1 -interventi
Personale
Acquisto beni
Prestazioni di servizio
Utilizzo beni terzi
Trasferimenti
TOTALE
Totale
690.477,08 €
22.936,31 €
4.826.222,29 €
59.728,68 €
46.800,00 €
5.646.164,36 €
Totale
5.432.841,63 €
95.572,82 €
276.440,00 €
5.804.854,45 €
11.451.018,81 €
Q1
Q2
Q3
Q4
Q5
55.055,26 €
193.757,69 €
121.096,23 €
1.999,89 €
8.340,67 €
1.000,00 €
11.595,75 €
893.189,11 €
877.149,72 €
597.703,39 €
1.190.759,23 €
59.728,68 €
-
-
-
-
€
292.054,32 €
-
€
1.267.420,84 €
€
-
€
€
42.800,00 €
-
€
1.500,00 €
€
2.500,00 €
-
€
1.009.972,94 €
1.122.048,08 €
719.799,62 €
1.203.854,98 €
1.561.975,16 €
TOTALE/ RESIDENTI
15,04 €
12,71 €
17,60 €
18,10 €
15,09 €
TOTALE/ RESIDENTI 0-14
142,93 €
114,79 €
148,90 €
160,43 €
133,16 €
Prestazioni di servizio (TITOLO 1 -INTERVENTO 3, dettagli:
- 1.748.872,18 manutenzione scuole (36,24%)
- 1.326.337.08 centri estivi (27.48%)
- circa 778.000 per attività educative scolastische e parascolastiche, diritto allo studio,
pia (16,00%)
- il restante 20% per i giovani, le ludoteche e altre attività didattiche
63
Gli edifici scolastici e la loro manutenzione
N° EDIFICI mq
Q1 Asili Nido
Scuole Materne
Scuole Elementari
Scuole Medie
Q2 Asili Nido
Scuole Materne
Scuole Elementari
Scuole Medie
Q3 Asili Nido
Scuole Materne
Scuole Elementari
Scuole Medie
Q4 Asili Nido
Scuole Materne
Scuole Elementari
Scuole Medie
Q5 Asili Nido
Scuole Materne
Scuole Elementari
Scuole Medie
6
14
8
6
9
16
14
5
6
12
8
4
9
15
12
5
10
20
14
7
200
Spese
in
manutenzione
di
edifici
scolastici
iscritte
al
programma
09
(TITOLO
1,
intervento
3
Prestazioni
di
servizio)
5.510
6.650
16.900
15.500
7.190
34.900
60.114
25.850
2.500
6.550
21.500
10.170
5.000
12.000
27.000
16.600
6.600
10.000
54.000
33.000
377.534 1.748.872,18 €
ovvero 4,63 €/mq
Alcuni dettagli sui servizi forniti (dal Bilancio sociale del Comune di Firenze):
CENTRI ESTIVI
Modalità
gestione
Q1
In
Q2
In
Q3
In
Q4
In
Q5
In
totale
di
affidamento
affidamento
affidamento
affidamento
afidamento
Frequentanti
Frequentanti/
residenti
014 (in %)
9
9
11
9
10
641
869
543
651
1136
Spese dirette
Entrate
rette
da
245.360,00
264.506,00
195.427,00
269.970,00
407.838,00
141.990,00
194.914,15
116.807,70
138.374,20
251.302,25
736.656,25 €
LUDOTECHE e STRUTTURE NON SCOLASTICHE PER L’INFANZIA (dalle ricognizioni)
Modalità
gestione
Q1
Q2
Q3
Q4
Q5
di
Via Faenza
Diretta
Via Palazzuolo
P.zza Annunziata
Spazio
Infanzia
Nidiaci
Viale de Amicis
Diretta
Diretta
In affidamento
Carozza di Hans
Mondolfiera
Albero di Alice
Spazio gioco 0-3
Fattoria dei ragazzi
Spazio insieme
Castello
dei
Balocchi
La Prua
Diretta
Chiusa
Diretta
In affidamento
In affidamento
In affidamento
Diretta
In affidamento
Diretta
Personale
Spese correnti
(escluso
personale)
93.607,88 €
di cui prestazioni
di servizio
5
7.500,00 €
2.900,00 €
6
306.593,00 €
298.973,00 €
29.000,00 €
29.000,00 €
2
+1 trasversale
2
3
90.192,65 €
2
4
In affidamento
64
CENTRI GIOVANI:
Modalità
gestione
Q1
Q2
Q3
Q4
Q5
SALA
GIALLAVia
F.Fontana 22
NIDIACI
Via
Ardiglione 30/a
JAVA Via Fiesolana
2
Via Faentina
Via Rocca Tedalda
Gavinuppia
via
Gran Bretagna
Il Kantiere
Sonoria Nido
Operatori di strada
L’ISOLA
GALILEO 1
GALILEO 2
di
Personale
In affidamento
Spese correnti
(escluso
personale)
189.680,00 €
di cui prestazioni
di servizio
178.400,00 €
145.400,00 €
52.000,00 €
40.000,00€
260.730,00 €
260.430,00 €
155.000,00 €
155.000,00 €
172.500,00 €
In affidamento
Gestita
dalla
Direzione
Sociale
In affidamento
In affidamento
diretta
In
In
In
In
In
In
affidamento
affidamento
affidamento
affidamento
affidamento
affidamento
2
ALTRE STRUTTURE E SERVIZI SEGNALATI:
Q4:“Centro di documentazione Catia Franci”
- In affidamento – Attività: corsi di
aggiornamento per insegnanti, servizio di consulenza e sostegno multimediale per docenti e
alunni, supporto per le ricerche e i corsi di aggiornamento mediante l’utilizzo di Internet,
documentazione e pubblicizzazione di esperienze didattiche attraverso la produzione di
materiali multimediali e non.
Risorse finanziarie: Da Bilancio Comunale: €. 28.018,00 - Servizi
65
AREA 1
POLITICHE PER LO SPORT E IL TEMPO LIBERO
PROGRAMMA CENTRALE: 10
PROGRAMMA DI DECENTRAMENTO: 11
Nel Programma 10 ricadono le attività della Direzione Servizi Sportivi e del Tempo Libero. Si
tratta di attività di:
- programmazione
- promozione di discipline sportive e organizzazione di grandi manifestazioni (calcio
storico)
- gestione, concessione e manutenzione di impianti
Il Programma 11 raccoglie l’attività dei Quartieri in materia di:
- organizzazione di corsi, in particolare per attività motoria di base, e manifestazioni
Le spese di manutenzione degli impianti sportivi assegnati sono comprese nel programma
Decentramento dell’Azienda Comune. Ciò spiega anche la composizione della spesa del
Programma 11, a maggioranza costituita da spese di personale.
Nella Relazione del 2001, si indicava:
- è chiara l’attribuzione di competenze:
- la manutenzione degli impianti, delegata con delibera del 1993 ai Quartieri, è sempre
realizzata dalla Direzione Sport (tramite personale esterno) e in maniera non
programmata; è necessario dare attuazione alla delega suddetta negli impianti a
gestione diretta dei quartieri (solo 4 nel 2001).
In effetti, come indicato nei Criteri direttivi e indirizzi programmatici, per “acclarata scarsità
di risorse disponibili” non è stato possibile dare completa attuazione alla delega in materia di
manutenzione degli impianti ai Quartieri. Tutti gli investimenti per la manutenzione sono oggi
realizzati dalla Direzione centrale.
Le spese in prestazioni di servizio comprese nel programma sono spese per attività e corsi (e
non spese relative alla manutenzione o gestione degli impianti).
Si deve tener conto che le spese di manutenzione degli impianti in concessione sono
generalmente a carico del beneficiario della concessione.
Le spese in personale comprendono il personale “impianti sportivi” e “servizi sportivi”.
Nel PDO 2005 (del. 368/267) della Direzione Servizi Sportivi e il Tempo Libero, gli interventi
di manutenzione programmati previsti per il 2005 erano 3 e costituivano (escludendone le
spese in personale) meno del 5% del budget corrente della Direzione (circa 400.000 €). Le
spese correnti previste per il 2005 per le piscine comunali erano di 725.000 € circa (8,6%
della spesa corrente), mentre per gli impianti sportivi (compreso impianti di rilevanza
comunale) erano circa 1.500.000 € (18% circa della spesa corrente). Non è desumibile dal
PDO la spesa corrente di manutenzione per gli impianti di effettiva rilevanza comunale (come
lo Stadio Comunale o la Piscina Costoli), né per quelli a gestione diretta dei Quartieri.
66
14.000.000 €
12.000.000 €
898.050 €
10.000.000 €
956.798 €
857.502 €
8.000.000 €
11
10
6.000.000 €
10.674.028 €
8.835.530 €
8.496.583 €
4.000.000 €
2.000.000 €
0€
IMPEGNO 2004
IMPEGNO 2005
10
PREVISIONALE 2006 92,24%
PREVISIONALE 2006
11
POLITICHE PER LO SPORT E IL TEMPO LIBERO
(DECENTRATO)
7,76%
100,00%
11.572.078 €
IMPEGNO 2005
90,83% 9,17%
100,00%
9.354.085 €
IMPEGNO 2004
90,23%
100,00%
9.792.328 €
9,77%
5 - Trasferimenti
4,95%
4 - Utilizzo beni terzi
0,02%
1 - Personale
31,34%
3 - Prestazioni di servizio
62,17%
2 - Acquisto beni
1,52%
COMPOSIZIONE DELLA SPESA CORRENTE - PROGRAMMA 10
5 - Trasferimenti
5,44%
3 - Prestazioni di servizio
29,55%
2 - Acquisto beni
2,81%
1 - Personale
62,21%
COMPOSIZIONE DELLA SPESA CORRENTE - PROGRAMMA 11
67
PROGR
TITOLO interventi
11
1
1 - Personale
11
1
2 - Acquisto beni
11
1
3 - Prestazioni di servizio
11
1
4 - Utilizzo beni terzi
11
1
5 - Trasferimenti
11
1
TOTALE
11
TITOLO interventi
Totale
11
2
TOTALE
0,00 €
11
1+2
TOTALE 1+2
TITOLO 1 -interventi
Totale
533.421,01 €
24.070,32 €
-
€
51.502,68 €
862.398,52 €
862.398,52 €
Q1
Personale
253.404,51 €
Q2
Q3
Q4
Q5
40.810,88 €
51.429,41 €
81.350,72 €
134.822,05 €
Acquisto beni
1.474,48 €
6.719,68 €
982,12 €
8.297,49 €
6.596,55 €
Prestazioni di servizio
9.198,68 €
55.465,64 €
12.839,00 €
24.204,49 €
151.696,70 €
Utilizzo beni terzi
-
Trasferimenti
TOTALE
TOTALE/ RESIDENTI
€
-
€
-
€
-
191.992,36 €
€
-
10.850,00 €
12.346,68 €
15.500,00 €
11.000,00 €
1.806,00 €
62.334,04 €
125.961,41 €
110.671,84 €
178.324,03 €
352.091,61 €
0,93 €
1,43 €
2,71 €
2,68 €
3,40 €
Dettagli sui servizi (da Ricognizioni):
Q1
concessi
one
Calcio
Calcetto
Palestre
scolastiche
Piscine
Campo bocce
non
5
3
€
Q2
diretta
concessi
one
Q3
diretta
Q4
concessi
one
diretta
3
7
Alcuni quartieri hanno ampiamente dettagliato
organizzate.
Q5
concessi
one
diretta
2
2
1
2
1
2
concessi
one
diretta
8
3
1
2
nelle
ricognizioni le attività
sportive
68
AREA 3
POLITICHE PER LA CULTURA
PROGRAMMA CENTRALE: 13
PROGRAMMA DI DECENTRAMENTO: 14
Le politiche culturali del Comune di Firenze sono comprese nei programmi 13 (Direzione
Cultura) e 14 (Quartieri).
Alla Direzione cultura spettano essenzialmente compiti di:
- Programmazione e coordinamento
- Conservazione e valorizzazione del patrimonio
- Gestione archivio storico, SDIAF e biblioteche più rilevanti, strutture museali e non
Ai Quartieri spettano:
- gestione delle biblioteche
- organizzazione di corsi e laboratori
- gestione di strutture (non museali)
Entrambi erogano contributi ad enti ed associazioni per la promozione culturale sul territorio.
Relativamente alle competenze dei Quartieri in materia, nella Relazione del 2001 si rilevava:
- la chiara attribuzione di competenze in materia di pubblica lettura
- la necessità di una programmazione più concertata tra Direzione centrale e Quartieri
sulle iniziative culturali, da realizzarsi tramite la Conferenza di Programmazione dei
Servizi e una Carta delle Relazioni.
La necessità di coordinamento tra Quartieri e Amministrazione centrale è stata ribadita ad
esempio nella programmazione 2005 della Direzione Cultura, in merito alla attribuzione di
contributi ad enti ed associazioni (sarebbero stati “coinvolti” nel progetto di coordinamento
290.000€ di trasferimenti per la Direzione cultura e circa 90.000€ per i Quartieri).
Permane il problema segnalato durante i focus (vedi riquadro sotto), della programmazione
delle iniziative culturali, nelle strutture teatrali in particolare. Il PDO 2005 della Direzione
Cultura incorporava nell’attività “utilizzazione strutture comunali” (ZL21) i seguenti teatri:
- Limonaia di Villa Strozzi
- Teatro 13
Le spese incorse nella gestione e manutenzione di detti spazi sono di difficile reperibilità nei
documenti economici a disposizione. Gli interventi di adeguamento tecnico per il nulla osta
provinciale del Teatro 13 sono inclusi nel budget investimenti 2005 della Direzione Cultura
(110.000€).
Detti immobili non rientrano nella lista degli immobili di cui i Quartieri hanno piena
disponibilità “Centri civici, Biblioteche di quartiere, Centri Giovani e Anziani, Laboratori di
Quartiere, Centri di aggregazione sociale”.
dirigente: C’è una struttura di livello cittadino, come questa, è ovvio che un quartiere non è
in grado per risorse e per scelte politiche, e non è giusto che il quartiere abbia a organizzare
un programma di rilevanza ultra-cittadina. Ma il paradosso è che comunque, siccome a livello
centrale o non hanno soldi, o non hanno tempo, il presidente riesce ad accaparrarsela...
Questo è il tipico esempio di funzione delegata: la struttura sarebbe del Comune, ma potrei
concederla ai Quartieri per certe programmazioni. Invece ora la struttura la gestisce il
quartiere, le responsabilità sono nostre, poi magari l’assessore chiama e dice ho bisogno della
struttura domani per questo, vieni ad aprire, fai questo fai quello... Se si riesce a stabilire dei
buoni rapporti si riesce a fare delle cose buone!
Riteniamo inoltre importante la partecipazione dei Quartieri alla definizione di tutti i
documenti programmatori nel settore (Piano strategico per la Cultura, definizione degli
interventi che possono collegarsi ad iniziative come quelle dei Distretti culturali).
69
25.000.000 €
20.000.000 €
3.572.494 €
3.287.308 €
3.533.962 €
15.000.000 €
14
13
10.000.000 €
16.085.012 €
15.959.475 €
15.286.595 €
5.000.000 €
0€
IMPEGNO 2004
13
PREVISIONALE 2006 81,22%
IMPEGNO 2005
PREVISIONALE 2006
14
POLITICHE PER LA CULTURA
(DECENTRATO)
18,78%
100,00%
18.820.557 €
IMPEGNO 2005
83,03% 16,97%
100,00%
19.372.320 €
IMPEGNO 2004
81,71%
100,00%
19.531.969 €
18,29%
1 - Personale
22,83%
5 - Trasferimenti
49,49%
2 - Acquisto beni
0,60%
3 - Prestazioni di servizio
26,06%
4 - Utilizzo beni terzi
1,03%
COMPOSIZIONE DELLA SPESA CORRENTE - PROGRAMMA 13
4 - Utilizzo beni terzi
3,49%
5 - Trasferimenti
3,59%
3 - Prestazioni di servizio
20,91%
2 - Acquisto beni
2,83%
1 - Personale
69,18%
COMPOSIZIONE DELLA SPESA CORRENTE - PROGRAMMA 14
70
PROGR TITOLO interventi
TITOLO 1 -interventi
Personale
Totale
14
1
1 - Personale
14
1
2 - Acquisto beni
14
1
3 - Prestazioni di servizio
687.530,82 €
14
1
4 - Utilizzo beni terzi
114.620,50 €
14
1
5 - Trasferimenti
14
1
TOTALE
92.979,76 €
118.048,00 €
3.287.308,06 €
14
TITOLO interventi
14
2
TOTALE
14
1+2
TOTALE 1+2
Q1
2.274.128,98 €
Totale
-
€
3.287.308,06 €
Q2
Q3
Q4
Q5
485.116,96 €
374.116,81 €
281.000,08 €
682.537,51 €
Acquisto beni
12.600,00 €
23.299,79 €
4.492,00 €
16.200,00 €
9.414,37 €
Prestazioni di servizio
28.377,60 €
197.767,55 €
59.751,31 €
199.655,56 €
201.978,80 €
Utilizzo beni terzi
26.114,50 €
4.752,00 €
Trasferimenti
45.500,00 €
53.698,00 €
9.800,00 €
597.709,06 €
653.634,15 €
8,90 €
7,41 €
TOTALE
TOTALE/ RESIDENTI
-
€
424.850,35 €
83.754,00 €
-
-
9.050,00 €
355.043,39 €
982.147,07 €
645.293,52 €
8,68 €
14,76 €
6,23 €
BIBLIOTECHE (da Ricognizioni)
Q1
Q2
Q3
Q4
Q5
N° Biblioteche
Modalità di gestione
Dipendenti
3
2
1 + 1 punto lettura
2
1
diretta
12
12
7
13
5
€
€
Spese per personale biblioteche (da Serv. Organ.)
- comprese nei totali indicati nella tabella sopra 339.875.88 €
235.394,12 €
137.290,77 €
275.513,24 €
211.933,46 €
71
AREA 4
FUNZIONI CONFERITE
PROGRAMMA CENTRALE: 17
PROGRAMMA DI DECENTRAMENTO: 18
Non presentiamo qui una comparazione tra spese centrali e decentrate, poiché le spese dei
quartieri in materia è totalmente irrisoria e limitata ad alcuni acquisti di beni.
Segnaliamo tuttavia che per il programma 18 non sono iscritte spese di personale. Queste
spese (retribuzione e contributi per “personale dei servizi demografici del decentramento”)
confluiscono nel programma 44, il quale non è iscritto nella lista dei programmi del
documento Stato di attuazione del Bilancio 2005.
Includiamo qui queste spese.
TITOLO 1 -interventi
Q1
Personale
Q2
372.804,24 €
Q3
213.253,26 €
Q4
133.906,37 €
Q5
195.271,31 €
247.812,62 €
3.276,76 €
1.395,00 €
Acquisto beni
-
€
-
€
-
€
Prestazioni di servizio
-
€
-
€
-
€
-
€
463,00 €
Utilizzo beni terzi
-
€
-
€
-
€
-
€
-
€
Trasferimenti
-
€
-
€
-
€
-
€
-
€
TITOLO 1
TITOLO 2
372.804,24 €
-€
213.253,26 €
-€
133.906,37 €
-€
198.548,07 €
-€
249.670,62 €
-€
72
AREA 4
L’AZIENDA COMUNE E LA CITTA’ METROPOLITANA
PROGRAMMA CENTRALE- funzioni conferite: 20
PROGRAMMA DI DECENTRAMENTO - funzioni conferite: 21
Il programma 21 (decentramento- azienda comune) comprende:
- manutenzione immobili assegnati
- supporto agli organi politici e attività amministrativa, giuridica e contabile
Il Programma 20 (azienda comune) comprende:
- manutenzione degli immobili comunali
- spese per concumi (telefono, acqua, ...)
- attività amministrativa, giuridica e contabile.
Nella Relazione del 2001, si indicava riguardo alla manutenzione di beni immobili:
- “a fronte di competenze pressoché complete riguardo alla manutenzione degli
immobili assegnati, il budget del quartiere risulta di gran lunga inferiore rispetto a
quelli della Direzione ambiente e Direzione Servizi tecnici”
- la necessità di realizzare una Carta delle Relazioni tra servizi e attribuire il personale
specializzato ai quartieri, come previsto con delibera CC 35/1998.
Nel PDO 2005 della Direzione dei Servizi tecnici, l’attività risulta ricompresa in due programmi
(02 e 22). Dall’osservazione delle spese risultano importanti interferenze tra le competenze
dei Quartieri e quelle dell’Amministrazione Centrale.
Tra le spese correnti iscritte nel PDO dei Servizi tecnici (programma 22), quelle in
manutenzione degli asili nido e degli edifici scolastici risultano rispettivamente di 166.000 € e
di 500.000 € circa per il 2004 (assestato). A titolo comparativo le spese del Quartiere 3 per
le stesse funzioni sono rispettivamente di 35.000 € e 220.000 € e del Q1 58.000€ e
220.000€.
Gli investimenti effettuati dalla direzione in materia sono cospicui: solo per l’impiantistica e
messa in sicurezza nelle scuole dell’obbligo si prevedevano per il 2005 più di 550.000 € (di
cui 63.000 € in incarichi professionali esterni). Nonostante i quartieri non siano stati dotati di
periti elettro-tecnici, la Direzione conta 15 operatori specializzati in questo campo.
La maggior parte degli investimenti per la manutenzione straordinaria delle scuole è in carico
della Direzione Servizi Tecnici.
Le spese in personale tecnico dei quartieri non sono incluse nel programma 18, ma nel
programma 22 della Direzione Servizi tecnici e ricadente nell’Area 2 (Trasformazioni
urbanistiche).
Includiamo (segnalandole) queste spese nella tabella relativa di dettaglio sui singoli quartieri.
Le spese per manutenzioni incluse nel programma 21 ammontano a più di 950.000 €, ovvero
poco meno del 40% delle spese correnti in prestazione di servizi e circa 15,5% del totale
delle spese correnti. Tra le spese di manutenzione sono incluse spese di manutenzione degli
edifici scolastici (circa 190.000 €).
Le spese per fitti e consumi sono poco meno del 16% delle spese correnti.
73
400.000.000 €
6.603.956 €
350.000.000 €
300.000.000 €
250.000.000 €
200.000.000 €
366.881.183 €
7.187.725 €
6.137.752 €
21
20
150.000.000 €
100.000.000 €
140.228.711 €
136.243.828 €
50.000.000 €
0€
IMPEGNO 2004
IMPEGNO 2005
PREVISIONALE 2006
21
AZIENDA COMUNE
(DECENTRATO)
PREVISIONALE 2006 98,23% 1,77%
100,00% 373.485.139 €
20
IMPEGNO 2005
95,69% 4,31%
100,00% 142.381.580 €
IMPEGNO 2004
95,12% 4,88%
100,00%
7 - Imposte
7,91%
147.416.436 €
8 - Oneri straordinari
1,08%
6 - Interessi
21,45%
1 - Personale
49,85%
5 - Trasferimenti
0,40%
4 - Utilizzo beni terzi
1,39%
3 - Prestazioni di servizio
16,40%
2 - Acquisto beni
1,51%
COMPOSIZIONE DELLA SPESA CORRENTE - PROGRAMMA 20
74
5 - Trasferimenti
0,36%
4 - Utilizzo beni terzi
6,49%
1 - Personale
52,86%
3 - Prestazioni di servizio
39,00%
2 - Acquisto beni
1,30%
COMPOSIZIONE DELLA SPESA CORRENTE - PROGRAMMA 21
PROGR
TITOLO interventi
Totale
21
1
1 - Personale
21
1
2 - Acquisto beni
21
1
3 - Prestazioni di servizio
21
1
4 - Utilizzo beni terzi
21
1
5 - Trasferimenti
21
1
TOTALE
21
TITOLO interventi
21
2
1 - Acquisizione di beni immobili
21
2
5 - Acquisizione di beni mobili, macchine ed attrezzature tecnico scientifiche
3.244.289,04 €
79.504,12 €
2.393.607,00 €
398.403,64 €
21.948,28 €
6.137.752,08 €
Totale
185.000,00 €
1.154.443,46 €
21
2
6 - Incarichi professionali esterni
21
2
TOTALE
1.354.443,46 €
21
1+2
TOTALE 1+2
7.492.195,54 €
TITOLO 1 -interventi
Q1
15.000,00 €
Q2
Q3
Q4
Q5
Personale
452.943,96 €
471.434,08 €
313.919,26 €
546.692,28 €
481.684,87 €
Pers. ufficio tecnico (P.22)
179.134,55 €
179.112,98 €
155.043,26 €
257.238,50 €
239.000,63 €
11.366,20 €
22.844,04 €
8.246,30 €
9.157,10 €
23.624,97 €
420.280,85 €
279.836,31 €
227.763,29 €
542.708,07 €
285.377,15 €
Acquisto beni
Prestazioni di servizio
Utilizzo beni terzi
Trasferimenti
TOTALE
TOTALE/ RESIDENTI
TITOLO 1 -interventi
Personale
Acquisto beni
Prestazioni di servizio
Utilizzo beni terzi
Trasferimenti
TOTALE
TOTALE/ RESIDENTI
-
€
-
€
828,00 €
-
€
397.575,64 €
10.163,25 €
3.243,28 €
370,00 €
444,75 €
1.103,00 €
1.073.888,81 €
956.470,69 €
706.170,11 €
1.356.240,70 €
1.428.366,26 €
15,99 €
10,84 €
17,26 €
20,39 €
13,80 €
Direzione centrale
1.054.153,40 €
4.265,51 €
637.641,33 €
-
€
6.624,00 €
1.702.684,24 €
4,65 €
Le spese titolo 1 -Utilizzo beni terzi sono spese di fitto e spese condominiali delle sedi civiche
dei quartieri.
75
LA COMUNICAZIONE SCRITTA (dalle Ricognizioni)
Q1
Esistente (si/no)
Frequenza uscita
Giornale di Quartiere
SI
MENSILE (da giugno 2005)
Pubblicazioni
periodiche NO
ulteriori su attività dei
Quartieri
Pubblicazioni da parte dei SI
Quartieri su altri periodici
Opuscolo informativo (una
tantum) su attività dei
Quartieri
Esistente (si/no)
Circa n.36.000
semestrale
Frequenza uscita
Q2
Giornale di Quartiere
Copie per numero
Copie per numero
No nel 2005
Pubblicazioni
periodiche
ulteriori su attività dei
Quartieri
Pubblicazioni da parte dei si
Quartieri su altri periodici
Opuscolo informativo (una si
tantum) su attività dei
Quartieri
Mensile
5 in un anno
2.000 x 5
Q3
Esistente (si/no)
Frequenza uscita
Giornale di Quartiere
SI
MENSILE
20.000
Pubblicazioni
periodiche
ulteriori su attività dei
Quartieri
Pubblicazioni da parte dei
Quartieri su altri periodici
STAGE
DEPLIANTS
NEWSLETTER
INFORMATICA
SI
QUINDICINALE
QUINDICINALE
2.000
MAILING LIST
SI
TRIMESTRALE
SITO WEB
SI
Copie per numero
CIRCUITO INFORMATIVO
RASSEGNA STAMPA
MENSILE
Obiettivo:
Realizzazione
progetti obiettivo relativi a
specifiche
esigenze
sul
territorio
(indagini
customer sat.)
E Comunicazione interna ed
esterna
AGGIORNAMENTI
INTEGRAZIONI
SETTIMANALI
SI:
12
BACHECHE DISTRIBUZIONE 15% DEL Diffusione
capillare
alle
PORTANTI
collocate
in MATERIALE INFORMATIVO
informazioni
PUNTI
DI
MASSIMA
AGGREGAZIONE
SI
GIORNALIERA
Archiviazione pubblicazione
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Q4
Esistente (si/no)
Frequenza uscita
Giornale di Quartiere
si
Mensile (per 11 volte)
Q5
Esistente (si/no)
Frequenza uscita
Giornale di Quartiere
51
Mensile
Copie per numero
29.000
Pubblicazioni
periodiche
ulteriori su attività dei
Quartieri
Pubblicazioni da parte dei
Quartieri su altri periodici
Opuscolo informativo (una
tantum) su attività dei
Quartieri
Copie per numero
50.000
76
Pubblicazioni
periodiche
ulteriori su attività dei
Quartieri
Pubblicazioni da parte dei
Quartieri su altri periodici
Opuscolo informativo (una
tantum) su attività dei
Quartieri
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11. Lo Sportello del cittadino; i Quartieri nel sistema di comunicazione istituzionale
Affermare la vocazione dei quartieri a garantire i servizi di prossimità significa dotarli delle
competenze adeguate ad erogarli con efficacia oppure ad aiutare il cittadino ad accedervi con
facilità. L’idea di uno sportello unico per i servizi di base affidati ai quartieri non a caso
accompagna le poche esperienze italiane di municipalità. Si tratta di uno strumento
importante per offrire visibilità ai Quartieri, rendendo più agevole un’attività di informazione
che a Firenze già in buona parte espletano, che può essere messo in cantiere sviluppandosi in
relazione alla ridefinizione delle competenze. Si tratta in breve di formalizzare il ruolo dei
Quartieri come interlocutore tra Amministrazioni e cittadini localizzando nella loro sede un
servizio decisivo per la popolazione.
Non essendovi definizione giuridica dei “servizi di base”, l’attenzione può accentrarsi su quei
servizi che più si ritengono consoni ai bisogni essenziali e a garantire la qualità della vita
quotidiana delle famiglie che risiedono nel quartiere, i servizi “di prossimità” .
L’attivazione di uno “sportello” rientra nella logica già marcata grazie alla presenza in sedi
fisiche uniche degli URP decentrati, dei PAD, nonché dei Centri Sociali. Nella relazione 2001
della Direzione al Decentramento, si considerava già auspicabile “elaborare un progetto
compiuto (funzioni e compiti, logistica e risorse) per la realizzazione di Sportelli polifunzionali
per il cittadino, esplorando i vari front-offices esistenti, che non abbiano specifica
specializzazione, con la collaborazione delle Direzioni interessate e in primo luogo con l’Ufficio
del Sindaco”.
Si può ipotizzare un rafforzamento del Quartiere come luogo di accesso ai servizi per i
cittadini, da intendersi come:
-
accesso all’informazione
-
presentazione di richieste di erogazione di contributi, di autorizzazioni amministrative,
di iscrizioni per vari servizi.
In quest’ultimo senso, ad esempio, già in molte città è possibile richiedere attraverso le
circoscrizioni autorizzazioni in materia di uso del suolo pubblico (Roma, Napoli, ma anche
Torino, dove non vi è delega alle circoscrizioni in questa materia). Per questo è necessario
attivare una concertazione non solo di tutte le direzioni che abbiano servizi front-office di
interesse “basilare” o preminentemente “territoriale”, ma anche con enti esterni al Comune,
come ad esempio la Firenze Parcheggi (nel caso delle autorizzazioni per circolazione e
parcheggio handicappati). Non si tratta in questi casi di attribuire sempre personale al
quartiere, ma di assicurare almeno la presenza regolare di rappresentanti delle entità che
gestiscono i servizi.
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Esempio di Torino (circoscrizione 2):
UFFICIO OCCUPAZIONE SUOLO PUBBLICO:
dal lunedì al giovedì ore 8.30- 16.00 venerdì 8.30 - 13.00
COMPETENZE
I Cittadini possono rivolgersi all'Ufficio per avere informazioni e presentare relative domande in
merito a:
-
Autorizzazione stagionale
occupazione suolo pubblico (spazi antistanti gli esercizi commerciali)
dehors (spazi di ristoro all'aperto)
tavolini
esposizioni vasi ornamentali e/o pini e addobbi natalizi
passi carrai (cartello di divieto di sosta)
piccole riparazioni
esposizione merce fuori negozio
-
esposizione conservatore gelati
Esempio di Bologna
Sportello del Cittadino a Bologna
SERVIZI ANAGRAFICI OFFERTI
•
•
•
•
•
•
•
•
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•
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•
•
•
Rilascio certificati anagrafici
Prenotazione per certificazione storica e relativa consegna
Autenticazione firme
Autenticazione di copie
Autenticazione di foto
Dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà
Rilascio carte d'identità (per residenti a Bologna o altro Comune italiano)
Rilascio licenze di pesca
Pratiche di cambio residenza
Pratiche cambio indirizzo (per alcune tipologie solo apertura, per altre tipologie anche
definizione in tempo reale)
Pratica cambio di indirizzo su patenti e libretti di circolazione (viene svolta
contestualmente alle pratiche di immigrazione e cambio indirizzo anagrafico)
Pratiche di variazioni anagrafiche
Pratiche di iscrizione alla popolazione temporanea
Pratiche pensioni invalidità civile
Consegna libretti e decreti di pensioni del Tesoro
Servizio a domicilio (quando è necessaria la presenza dell'interessato e lo stesso è impossibilitato a
muoversi il servizio viene svolto a domicilio ad esempio autentiche di firme, carte d'identità, ecc..)
RILASCIO INFORMAZIONI DALLA BANCA DATI DELL’UFFICIO RELAZIONI CON IL PUBBLICO E DAL
SITO WEB DELLA RETE CIVICA IPERBOLE
•
•
•
•
•
Rilascio informazioni attraverso l'utilizzo di City Lights con ricerca e stampa scheda informativa
Aggiornamento e redazione schede informative per inserimento in banca dati
Rilascio informazioni su: concorsi, leggi, regolamenti, collegamenti con altri enti
Informazioni su corsi di formazione
Informazioni su iniziative varie
COMPETENZE INERENTI AL SERVIZIO SCUOLA
•
•
Iscrizione nidi d'infanzia
Iscrizione alla scuola dell'infanzia
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•
•
•
•
•
Iscrizione ai servizi integrativi scuola elementare e media (refezione, orario anticipato e
posticipato, trasporto collettivo e individuale).
Iscrizione al Servizio "Estate in città" per i 3 - 5 anni
Richiesta di revisione quota mensa
Richiesta contributo mensa
Informazioni generali
COMPETENZE INERENTI AL SERVIZIO ATTIVITÀ PRODUTTIVE E ASSETTO DEL TERRITORIO
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Concessioni occupazioni suolo per cantiere edile, trasloco, potatura alberi e passo
carraio (superiore a 6 ore)
Concessione per l'occupazione di suolo pubblico o privato gravato da servitù di uso
pubblico con dehors, anche in deroga
Concessione per l'occupazione di suolo pubblico con tavoli e sedie, pedane, delimitazioni
e recinzioni, ombrelloni a copertura, anche in deroga, piante ornamentali e fiori in vaso
(dehors), tavoli per raccolta firme, allestimento prodotti senza vendita
Nullaosta per manifestazioni sportive su aree verdi
Autorizzazione trattenimenti temporanei a carattere locale con eventuale concessione di
suolo pubblico
Autorizzazione alla deroga delle norma in materia di orari e cantieri edili , stradali o dei
limiti di emissione sonora
Licenza di agibilità alle strutture temporanee allestite in occasione di manifestazioni
Comunicazione di saldi e vendite promozionali
Comunicazione vendite sottocosto
Comunicazione occupazioni suolo inferiori alle 6 ore
DISTRIBUZIONE MODULI PER L'ACCESSO AI BANDI
•
•
•
Assegnazione e concessione in uso impianti sportivi (distribuzione moduli, accoglimento e protocollazione
domande)
Casa, Libere Forme Associative, Concorsi, ecc.. (informazioni e distribuzione moduli)
Partecipazione alle Commissioni del Quartiere (distribuzione moduli, accoglimento e protocollazione
domande)
Accesso agli Atti della Pubblica Amministrazione (file rtf, 72 kb)
E’ auspicabile realizzare prioritariamente anche nei cinque quartieri fiorentini uno Sportello
unico rivolto al cittadino dove ottenere informazioni (anche non tutti i giorni), inoltrare e
ritirare
richieste
e
documenti,
relativi
in
particolare
a
bisogni
e
pratiche
basilari,
efficacemente associato alla rete telematica.
Si tratta, in una conformazione minima, di aumentare l’accesso ai servizi alla persona e
facilitare le autorizzazioni amministrative, la cui richiesta possa essere inoltrata in sede
decentrata e qui ritirata. In una conformazione più decentrata, che sarà possibile solo in caso
di aumento delle deleghe e di attribuzione di personale competente presso i Quartieri, si
potrebbe auspicare alcune istruttorie amministrative in sede decentrata.
Nella configurazione attuale, ogni quartiere beneficia dei seguenti punti decentrati dei
principali enti erogatori:
80
-
i Punti Anagrafici decentrati, del Comune
-
gli UURRPP, del Comune
-
i Distretti sanitari, dell’ASL
-
i Centri per l’impiego, della Provincia
Il Quartiere permette l’accesso ad alcuni servizi dipendenti dal Comune e dall’ASL attraverso:
-
i Centri sociali
Nel primo caso (configurazione adeguata anche allo stato attuale delle deleghe), si prevede in
particolare:
a) di completare il quadro delle autorizzazioni/richieste di prestazioni e servizi già in parte
accessibili tramite i Quartieri. L’istruttoria e rilascio rimarrebbero all’ente competente, mentre
il servizio di richiesta e di consegna potrebbe essere svolto dai Quartieri. Un buon uso della
rete telematica potrebbe rendere il servizio rapido.
b) rafforzare i Centri Sociali come luogo d’accesso ai servizi per persone fragilizzate:
- servizio di richiesta e consegna di alcune notificazioni amministrative dipendenti dall’ASL:
valutazione di non autosufficienza, invalidità civile, ... da concordare nel quadro della Società
della Salute.
- servizio di richiesta e consegna di alcune autorizzazioni dipendenti da altri enti:
contrassegno per sosta e circolazione per portatori di handicap, nonché concessione spazi
sosta, dipendente da Firenze Parcheggi.
c) attivare uno Sportello del Territorio (URP/PAD/Centro Sociale-Distretto)
Si ritiene che gli URP attuali, oltre ai servizi ora erogati (informazione, accesso alla
modulistica), potrebbero rafforzare le loro capacità attivandosi come punti di accesso ai
servizi che concernono le famiglie.
d) completare i servizi anagrafici decentrati (richieste di pubblicazione di matrimoni, iscrizioni
senza fissa dimora...).
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Note conclusive
La ricognizione sullo stato e le prospettive del decentramento a Firenze è stata effettuata nel
primo semestre del 2006.
Si è proceduto all’analisi di documenti pubblici elaborati dai quartieri, dall’amministrazione
centrale del comune, nonché dagli altri organi coinvolti nei processi di revisione degli assetti
istituzionali nell’area metropolitana. Questa fase del lavoro ha già fatto emergere una carenza
cruciale di leggiblità dell’attività dei quartieri (per i cittadini, per l’amministrazione) che ne
pregiudica gravemente il consolidamento. Si sono di conseguenza formulate alcune proposte,
in collaborazione con la Direzione Area Metropolitana e Decentramento, per l’avvio di processi
di registrazione comunicabile dell’attività dei Quartieri, sotto il profilo finanziario, delle risorse
umane utilizzate, e dei servizi forniti. Le schede di rilevazione allegate, alle quali le
amministrazioni dei cinque quartieri hanno offerto una prima risposta, formano una (prima)
tappa nella messa in atto di quel monitoraggio (e comunicazione) dell’attività svolta,
indispensabile per permettere l’avvio di innovazioni democratiche ormai necessarie come
quelle del bilancio sociale (nonché per dar concretezza ai principi di trasparenza dell’azione
politico-amministrativa), indispensabili anche per nutrire con elementi di informazione
sufficienti l‘intero processo di revisione del decentramento, che la stessa costituzione del
“Gruppo di Lavoro” sancisce come priorità comunale.
Si è proceduto poi ad una serie, impegnativa ma ricca di contenuto informativo, di interviste,
individuali e collettive, con gli attori coinvolti, in particolare con i Presidenti dei Consigli di
Quartiere e con i responsabili delle relative amministrazioni.
L’insieme delle osservazioni emerse, dalla lettura dei documenti e dai contatti con chi opera
nei quartieri, ha portato, alla fine di giugno 2006, alla formulazione di una serie di proposte di
azioni, a breve e medio termine e di considerazioni operative destinate ad orientare il lavoro
di revisione a più lungo termine, illustrate nelle pagine precedenti (e di nuovo riassunte nelle
tabelle seguenti); proposte in buona parte diverse da quanto prefigurato all’inizio dei lavori
sulla base di precedenti osservazioni e analisi della situazione del decentramento e della
partecipazione a Firenze.
I Quartieri sono oggi le cerniere decisive ma fragili della comunicazione tra cittadini e
istituzioni, sono le porte d’accesso ad una serie di servizi alle famiglie e le loro sedi sono i
luoghi visibili nei quali si impersona l’amministrazione, in particolare per la popolazione meno
mobile e meno ricca di possibilità alternative di accesso all’informazione. Una revisione
sostanziale del loro ruolo può appoggiarsi utilmente sul capitale acquisito di abitudini e di
relazioni territorializzate. Nella ricerca empirica sulle dimensioni ideali dei governi locali,
l’unica osservazione ricorrente e convalidata nei diversi contesti geografici e istituzionali
concerne l’impatto negativo sui meccanismi identificativi, su un periodo di tempo più o meno
lungo, delle riconfigurazioni “di frontiera”. Nel contesto fiorentino attuale, sembra più
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opportuno concentrare l’innovazione su modifiche funzionali che su una riconfigurazione di
limiti
che
da
nessun
attore
istituzionale
intervistato
è
stata
citata
come
priorità.
Fondamentale appare invece l’assunzione di una delimitazione omogenea degli ambiti di
programmazione e di pianificazione, che può trovare una sua prima espressione nel Piano
strutturale.
Nella stesura di questa configurazione di proposte operative, destinate al Gruppo di lavoro
per la riforma ed il riordino del Decentramento, si è sempre tenuto in considerazione la
necessità di inserirsi in un processo di razionalizzazione e di contenimento della spesa
pubblica. Si consigliano d’altra parte modalità di innovazione che associno al Gruppo di lavoro
un ampia cerchia di amministratori e cittadini qualificati organizzati in specifici Tavoli. Gli
“accordi” raggiunti nei Tavoli, e le relative conseguenze in termini di risorse finanziarie e
umane calcolate dalle direzioni delle risorse finanziarie e dell’organizzazione e dalle po
amministrative del quartiere, potranno essere convalidate dal gruppo di lavoro e sottoposte a
delibera dei consigli di quartiere e del consiglio comunale, acquistando così le garanzie di
un’effettiva realizzazione.
L’evoluzione del contesto nei cinque mesi successivi alla prima consegna di questo rapporto
confermano le osservazioni allora già formulate sui tempi da adottare nel processo di
innovazione.
Ulteriori
pressioni
richiedono
un’accelerazione; di
alcuni
interventi
in particolare.
Il
prolungamento della fase di sperimentazione della Società della Salute definisce una nuova
scadenza molto ravvicinata (al più tardi marzo 2007) per imporre nel dibattito sul riassetto
dei servizi per la salute una territorializzazione conforme alla vocazione dei quartieri di porta
d’accesso ai servizi di prossimità. L’avvio del Gruppo di Lavoro ha istituzionalizzato il
movimento verso il consolidamento del decentramento a Firenze, e non può incentrarsi in
esclusiva troppo a lungo sul riordino delle competenze a rischio di indebolire il processo in
corso. La revisione del Piano strutturale fiorentino, la trasformazione urbana in atto, le
innovazioni registrate nella regione in materia di governo del territorio, e in particolare di
comunicazione e partecipazione nel governo del territorio, premono perché Firenze proponga
un suo modello di integrazione tra decentramento e pianificazione territoriale.
Per offrire un primo segnale di risposta a queste pressioni e per dar concretezza al processo
di consolidamento, nell’attesa di una sua integrazione in un movimento più ampio di
strutturazione dell’area metropolitana, è necessario che al Gruppo di lavoro possano
rapidamente affiancarsi dei Tavoli tecnici ai quali partecipino sia gli assessori che le direzioni
centrali coinvolte e, da parte dei Quartieri, i rispettivi presidenti e le diverse componenti
politiche; e che si svolgano, nella direzione prefigurata nelle pagine precedenti, alcune azioni
di immediata realizzazione e dal significato simbolico e concreto decisivo, di natura a mutare
la figura del Quartiere nella cultura politico-amministrativa locale.
83
Le sei linee di azione a breve e medio termine
1. Riconoscere i quartieri come veri interlocutori in tutti i grandi progetti di sviluppo:
•
Azioni immediatamente attuabili: integrare i Quartieri e le loro azioni gestionali nei grandi progetti
di sviluppo della città (Piano Strategico, Piano Strutturale…).
2. Confrontarsi su alcuni problemi impellenti di definizione delle competenze e di organizzazione dei
Quartieri
•
Azioni a breve termine10: attivare, sotto il coordinamento del “gruppo di lavoro per la riforma ed il
riordino del Decentramento”, tavoli politico-tecnici (che si avvalgano del supporto delle direzioni
finanziarie e delle risorse umane) per chiarire le competenze attuali dei Quartieri. Aprire un tavolo
specifico sulle modalità gestionali e contabili dell’amministrazione dei Quartieri.
•
Azioni a medio termine: far evolvere i tavoli verso istanze propositive per individuare eventuali
nuove competenze e assetto dei Quartieri.
3. Promuovere e controllare la qualità dei servizi erogati dal Quartiere
•
Azioni di attivazione immediata (ma con tempi di attuazione a priori lunghi): sostenere i Quartieri
nell’introduzione di strumenti di valutazione integrata e comunicabile come i bilanci sociali. Dare
impulso e visibilità al rendiconto regolare del proprio operato da parte dei Consigli di Quartiere al
Consiglio Comunale.
4. Rafforzare i Quartieri come luogo d’accesso all’insieme dei “servizi di prossimità”
•
Azioni a medio termine: attivare, con il coordinamento del “gruppo di lavoro per la riforma ed il
riordino del Decentramento”, un tavolo politico-tecnico che includa anche altre istituzioni e attori
del territorio per sostenere il ruolo del Quartiere come luogo di accesso a tutti i “servizi di
prossimità” (ovvero di tutti i servizi che rispondono a necessità minute e quotidiane) per la
cittadinanza, anche nella modalità dello Sportello Unico del cittadino.
5. Recuperare i Quartieri alla funzione cruciale di luoghi e motori della partecipazione dei cittadini
•
Azioni a breve termine e medio termine: potenziare gli strumenti di comunicazione dei quartieri
(giornali di quartiere, integrazione e riqualificazione funzionale siti internet, collegamenti organici
con Urp ...). All’interno dei tavoli di lavoro dovrà essere definito poi il rafforzamento in risorse
umane e finanziarie dei Quartieri ai fini della comunicazione.
•
Articolare sulla scala dei Quartieri le funzioni del “garante della comunicazione” ex lege regione
Toscana, 1/2005, mediante una specifica determinazione regolamentare da formulare sulla base di
una apposita proposta del“gruppo di lavoro per la riforma ed il riordino del Decentramento”.
•
Azioni a breve termine: definire, con il parere del “gruppo di lavoro per la riforma ed il riordino del
Decentramento”, modalità di sostegno informativo e organizzativo ai progetti partecipati di
iniziativa del Quartiere.
6. Sostenere il ruolo attivo di Firenze e dei suoi Quartieri nel dibattito italiano sul decentramento
•
Azioni attivabili immediatamente: creazione di un “data-base” su internet, che informi sullo stato
dell’arte e sul futuro possibile del decentramento a Firenze
•
Azioni a breve termine: sostenere l’attivazione da parte dei Quartieri di momenti di confronto (tra
loro stessi, con i cittadini e con colleghi di altre città) sul tema del decentramento e della
partecipazione, a conforto e integrazione delle riflessioni già raccolte in varie occasioni di analisi e
discussione, che producano una “posizione” propositiva della città di Firenze in materia;
•
Azioni a medio termine: promuovere in collaborazione con il “gruppo di lavoro per la riforma ed il
riordino del Decentramento” un incontro tra comuni italiani in materia di decentramento, attivato e
coordinato ad opera dell’Anci nazionale.
10
Per breve termine si intende una scadenza di uno, due mesi; per medio termine si intende una scadenza di tre, sei
mesi; per lungo termine si intende una scadenza di un anno o più.
84
Assunti per la costruzione di un modello fiorentino di decentramento
- La necessità di una revisione degli organi politici di quartiere non sembra eludibile, che si prospetti
un aumento delle deleghe, che se ne preveda invece un aggiustamento o addirittura una riduzione.
La questione è quella dell’efficacia degli organi istituzionali, e in particolare del consiglio e delle sue
commissioni, nell’indirizzo e nel controllo. Questa revisione dovrà semplicemente assumere i
contorni adeguati alla revisione delle deleghe.
- La configurazione delle attività dei quartieri, e del loro quadro di deleghe, è già entrata in fase di
ridefinizione: la pratica corrisponde solo in parte al quadro “teorico” di materie delegate, la
costituzione della Società della Salute pone una vera sfida per il riposizionamento dei Quartieri.
Qualunque revisione deve partire dal quadro attuale e dalle trasformazioni indotte dall’instaurazione
della Società della salute, le cui attività concernono il terzo del bilancio attuale dei quartieri
fiorentini.
- Un rafforzamento degli organi è da considerarsi solo in caso di aumento importante delle deleghe,
ma soprattutto della capacità di spesa. Si tratterebbe in questo caso di accrescere la percentuale di
spesa gestita dai Quartieri, superando il 7% attuale di spesa corrente a loro affidata per dirigersi
verso percentuali ben maggiori (almeno il doppio, alla luce dei casi italiani e esteri analizzati). In
caso di un progetto piuttosto diretto all’aggiustamento del sistema attuale del quadro di
competenze, si preconizza piuttosto uno snellimento dell’apparato istituzionale (in particolare
riguardo al numero delle commissioni).
- Considerate le prospettive aperte dalla ridefinizione delle competenze indotta dallo sviluppo della
Società della Salute, quelle derivanti dall’impellente necessità di razionalizzazione della spesa
pubblica e di contenimento della spesa in personale, il modello che proponiamo alla discussione si
fonda piuttosto su un aggiustamento del quadro di competenze.
- E’ comunque essenziale che la definizione delle deleghe risponda con efficacia ad alcune necessità
prioritarie di aggiornamento e razionalizzazione: a) i quartieri devono esser messi in grado, per le
materie a loro affidate, di intervenire, svolgendo o meno direttamente gli interventi, nell’intero
spettro di operazioni nelle quali si scompone l’azione comunale; b) nel contesto istituzionale che si è
venuto ad arricchire dalla Società della salute, il quartiere deve vedere completate le sue deleghe
sul sociale allargato e sui servizi ai cittadini; c) per realizzare la loro vocazione di luogo di accesso
ai servizi, i quartieri devono avere le competenze e le risorse sufficienti per attivare sportelli per il
cittadino/campagne di comunicazione/funzioni di consultazione della cittadinanza, e possono
utilmente vedere allargate le loro competenze nella gestione dell’uso del suolo pubblico.
- Il quadro di competenze dei quartieri deve essere in ogni modo largamente condiviso, leggibile e
sancito nel Regolamento del Decentramento o in altro documento unico, come in altre grandi città
italiane, distinguendolo dagli strumenti di indirizzo politico (ovvero i Criteri direttivi e Indirizzi
Programmatici).
- E’ essenziale lavorare rapidamente anche alla revisione di alcuni processi organizzativi, per
sciogliere i maggiori freni all’efficacia oggi registrati, nella pratica contabile, nel coordinamento tra
amministrazione centrale e amministrazione decentrata.
- La revisione deve però assumere come principio qualificante del modello fiorentino, anche nel
panorama nazionale e internazionale, l’ambizione di riaffermare la vocazione dei quartieri come
fulcro della partecipazione cittadina, volgendosi idealmente ai primi momenti di vita dei quartieri
nella città.
85
Scarica

Risultanze della ricognizione sullo stato e le prospettive del