Raccolta di pensieri “quasi” in libertà a cura dell’Azione Cattolica di Curti - Anno 1° n. 0
Perché il
giornalino?
L’idea di realizzare un
giornalino ci è venuta quando ci siamo proposti di trovare qualche attività che
fosse efficace e al tempo
stesso potesse coinvolgere i
ragazzi, i giovani e gli adulti
non solo di AC, ma di tutta
la nostra parrocchia. Sarà un
giornalino con articoli e rubriche inerenti ai periodi di
pubblicazione.
Ci sarà sempre spazio,
naturalmente, per il nostro
assistente don Andrea, che
potrà così comunicare a tutti
le sue riflessioni.
Abbiamo ritenuto di scrivere qualcosa sull’Azione
Cattolica e in particolare su
quella della nostra parrocchia, per farci conoscere
meglio.
Col giornalino ci proponiamo di crescere sempre
più come famiglia e rendere
tutti partecipi della vita della
parrocchia e delle associazioni presenti sul territorio,
affinché nessuno si senta
estraneo o escluso, abbattendo barriere e steccati,
annullando le distanze, costruendo sempre nuovi legami di comunione, amicizia e
collaborazione.
Il giornalino vuole essere
un mezzo per mettere in circolo le notizie, punto di riferimento non solo tra le associazioni, ma tra tutte le persone che si riconoscono in
una parrocchia che si propone di essere Chiesa aperta e
accogliente.
Ritorno alla Parola scritta.
Ritorno a Gesù Cristo!
Q
uando Dio ha iniziato il Suo dialogo con
l’umanità non c’era
ancora la parola scritta e gli
uomini, prima di Abramo e
specialmente dopo di lui, dialogavano con Dio e, attraverso vari segni, cercavano di
comprendere i desideri e il
progetto di Dio sull’uomo.
Il popolo di Dio che ha il
suo antenato in Abramo,
secondo anche la cultura del
tempo, ha trasmesso di generazione in generazione i contenuti più importanti del suo
rapporto con Dio e, solo
molto più tardi, ha voluto
incominciare a fissare in degli
scritti i contenuti di questo
dialogo. Gli stessi scritti, più
antichi della Bibbia, il Pentateuco: Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio,
pure attribuiti a Mosè, sono di
molto posteriori. Perché? Era
necessario usare strumenti
nuovi: la parola scritta, perché
ci fosse un riferimento più
forte nell’Alleanza tra Dio e
l’umanità; e l’uomo anche
ascoltando - in pubblica assemblea - quelle Parole scritte,
avrebbe meglio compreso
l’amore di Dio per lui.
Anche il mondo romano
aveva coniato l’espressione
proverbiale: Verba volant,
scripta manent - Le parole svaniscono, gli scritti restano!
La stessa profezia che è
l’annunzio vivo da parte dei
profeti, diventa Parola scritta,
così pure nel Primo Testamento i racconti didattico-
sapienziali.
Anche nel Nuovo Testamento la Parola orale - il Vangelo: la Buona Notizia, ha
avuto una fase precedente
agli scritti. La lettura soltanto
alle varie comunità cristiane.
Nel N.T. hanno preceduto gli
scritti evangelici.
Lo stesso Gesù Cristo Verbo - Parola eterna del Padre, non ha scritto nulla, ma
ha voluto incarnarsi, rendersi
visibile per incontrare l'uomo
e rivelargli il volto di amore del
Padre.
È in questa linea che nella
chiesa la Tradizione (cioè la
trasmissione viva della fede) è
sempre stata strettamente
unita alla Sacra Scrittura.
Oggi, come Chiesa che vive
in questo tempo, c'è una
urgenza nuova a rendere viva
la Parola.
Ogni discepolo - chiamato
ad essere immagine viva di
Gesù Cristo - deve, come Lui,
incarnarsi in questo nostro
mondo, sposando questa umanità con tutte le suo debolezze
e, nella testimonianza di risurrezione, offrire il superamento
del male che c’è nell’uomo.
Questo giornalino è una
felice intuizione non per autoreferenziarci, ma per dialogare
e riflettere attraverso lo scritto. Il nostro tempo che sembra esaurirsi nelle “immagini”
fugaci, nei messaggi che si
cancellano, usando di più e
meglio la carta stampata
(Parola scritta - incarnata) può
essere un utile strumento in
quella “evangelizzazione”
(annuncio vivo di Cristo al
nostro tempo) che tutti: sacerdoti - religiosi e laici, siamo
chiamati a farci carico.
Ogni augurio a tutti quelli
che vorranno, prima riflettere,
poi scrivere e poi proporre a
quanti con buona volontà leggeranno.
Don Andrea Riccio
2
A.C. una storia che continua
da 140 anni
N
el duemilaotto l'Azione Cattolica celebra i suoi 100 e 40 anni di storia, una lunga storia,
fatta di santità laicale che ha inciso nella
vita ecclesiastica e civile dell'Italia, una storia che continua ancora oggi nell'attenzione ai tempi e nella fedeltà alla Chiesa.
Nel fare memoria dei 100 e 40 anni di
storia dell'associazione, non possiamo
non ripercorrere alcuni momenti fondamentali della vita della nostra associazione a livello parrocchiale.
Non sappiamo di preciso la data in cui
nasce l'Azione Cattolica a Curti, ma
l’opuscolo stampato in occasione della
festa del Centenario di S. Rocco fa risalire
la sua formazione al 1934 e negli archivi
parrocchiali sono stati trovati riferimenti
all’associazione nel 1938, mentre era
parroco don Biagio Palmiero.
Don Pietro Iulianiello, sullo slancio portato dal Concilio Vaticano II, vedendo nel
laico di A.C. un valido contributo all'azione pastorale, si attivò in tutti i modi per
sostenere l’associazione a Curti.
I soci che nel tempo si sono succeduti
sono stati sempre al servizio della parrocchia, accanto al parroco, svolgendo svariati servizi, ed è nella parrocchia che
l'Azione Cattolica ancora oggi continua a
spendersi nel servizio pastorale, attingendo da essa l'essenziale per la formazione
e slancio missionario.
È grazie all'impegno di tanti soci che ci
hanno preceduto che ancora oggi l'associazione è viva e sempre in continua crescita ed è ben rappresentata in tutti i suoi
settori: il gruppo dell'A.C.R. formato da
ragazzi che vanno dai sei ai quattordici
anni, il gruppo dei giovanissimi (quindici-
diciotto anni, molti
di loro impegnati già
come animatori dei
ragazzi, il gruppo
giovani diciannove
trenta anni, il gruppo
giovani adulti che è
cresciuto grazie alla
presenza dei genitori
di ragazzi presenti
nell'A.C.R. ed infine
ma
non
meno
importante il gruppo
adulti, per noi tutti
punto di riferimento.
Vi domanderete
cosa fanno tutte
queste persone e come spendono il loro
tempo all'interno di
questa associazione? Beh! Non è semplice rispondere con
poche battute, ma ci
proviamo facendoci
aiutare dallo Statuto:
"compito
fondamentale dell'Azione
Cattolica è l'evangelizzazione, la santificazione degli uomini e la formazione
delle loro coscienze (art. 2 dello Statuto di
A.C.). Ogni singolo socio, dal più piccolo
al più grande, con l'adesione si impegna
a contribuire con la preghiera, il sacrificio,
lo studio e l'azione alla realizzazione delle
finalità dell'associazione.
Possiamo dire con orgoglio, che in
questa lunga storia noi ci siamo e alla
neopresidente Maria Giovanna, al nuovo
Consiglio Parrocchiale e all'associazione
tutta, che vive non solo a livello locale,
ma anche diocesano e nazionale il
momento forte e impegnativo del rinnovo delle responsabilità, vogliamo rivolgere l'augurio di lavorare sempre insieme
con amore e profonda dedizione affinché
anche le generazioni future possano scoprire la bellezza dell'appartenenza a questa grande famiglia che vive da 140 anni.
Gennaio 2008: una novità… possibile!
D
a "vecchia" socia di A.C. (prima tessera nei 6/8 dell'A.C.R.
nella diocesi di Livorno), mi
ritrovo oggi, alla soglia dei 40 anni,
"nuova" quale presidente dell'A.C. di
Curti.
Sino ad oggi essere socia di A.C. era
una situazione scontata, ma al ruolo di
presidente proprio non ci pensavo: la
famiglia, il lavoro le mie ansie… Dio mio
una cosa possibile, ma per gli altri non
per me. E invece, una voce tra tante che
ti dice: - prima o poi è un servizio che sei
tenuta a dare - dare la disponibilità diviene un sì parola.
È nel servizio che tutto ciò che è intorno perde di significato, è un servizio nei
confronti del quale, come riportato nel
"Manifesto dell'Azione Cattolica al Paese", non ci siamo mai tirati indietro…
mettiamo la nostra storia al servizio di
quest'incontro tra fede e ordinarietà del
quotidiano.
Maria Giovanna De Matteo
3
Terza età… in fiore!
Il gruppo adulti di Azione Cattolica
I
l gruppo adulti di
terza età è composto di 23 donne
eterogenee per età: si
va dai sessanta agli
ottanta anni.
È guidato dalla presidente parrocchiale
Maria Giovanna De
Matteo, giovane instancabile e fervorosa, che
lo contagia positivamente.
Il gruppo si rinnova
di anno in anno: per chi
vola in Paradiso c’è sempre qualchepersona desiderosa di sperimentare un cammi-
no di conoscenza, di spiritualità e di fede.
Sono presenti anche alcune simpatiz-
zanti che partecipano a tutte le attività
del gruppo in attesa di fare la loro scelta
di adesione.
Il gruppo delle anziane è quello più
affiatato: sono persone cresciute in associazione sin da quando erano “piccolissime”, “beniamine”, poi aspiranti ecc.; la
loro vita sì è sempre uniformata a quella
dell’associazione che amano e per la
quale offrono preghiere e sacrifici.
Il gruppo si incontra quindicinalmente
per momenti di formazione e preghiera,
oltre che per ritiri mensili e nei periodi
forti di Avvento e Quaresima. Inoltre partecipa agli incontri diocesani.
Gli incontri costituiscono sempre un
momento di gioia ed è sempre piacevole
ritrovarsi per apprendere cose belle e
interessanti (non si finisce mai di imparare) e per lodare insieme il Signore nella
prospettiva dell'eternità.
Rosa Russo
Lontana, eppure tanto vicina
stenza, seppur breve, a lavorare intensamente nella "vigna” del Signore?
Non è facile esprimere in poche parole
ciò che ha significato per noi, si può solo
dare luce alla sua immagine caratteristica:
Mena che trascina tutti con il suo entusiasmo, la sua voglia di fare, la sua caparbietà nel superare qualunque difficoltà pratica.
extracomunitari.
Ha speso fino in fondo la sua breve esistenza regalando sorrisi e sentimenti di
gioia a chiunque la incontrasse, nonostante la sua vita fosse stata segnata ben
presto dalla malattia e dalla sofferenza.
Così la vogliamo ricordare, così la
ricorderanno tutti, questa è la Mena che
resterà per sempre nei nostri cuori.
Mena sempre presente dove c’è da
lavorare, instancabile, che non si risparmia mai, neanche quando la malattia non
le dà tregua.
Mena che non è di Curti, ma si dona
senza riserve per qualsiasi iniziativa della
nostra Comunità, per i bambini, i giovani,
gli adulti, gli anziani, Mena che si fa in
quattro per sostenere la mensa degli
Uniti nella preghiera vogliamo ringraziare il Signore per averci donato lei come
compagna di questo cammino terreno e
ora che vive nell’eternità, una speranza ci
conforta, che da lassù continuerà a starci
vicino, a sostenerci, a regalarci entusiasmo.
Ciao Mena.
i tuoi amici di Azione Cattolica
L’
Azione Cattolica non è un gruppo a sé, chiuso nella sua esperienza di Chiesa, ma si sforza
continuamente di aprirsi a tutta la comunità, avvicina tutte le persone disponibili
da donare un po’ del loro tempo per la
realizzazione di iniziative che hanno sempre come obiettivo la crescita nella fede,
sia personale che comunitaria.
Tanti sono quelli incontrati in questo
cammino, fratelli e sorelle che, pur non
facendo parte dell’A.C. hanno sostenuto
l’attività di tale associazione con spirito di
abnegazione e entusiasmo.
Come non ricordare, fra tutti, l’amata
Mena Volpicelli, che ha speso la sua esi-
4
L’A.C.R. per “riscoprire se stessi…”
A
CR, una sigla che racchiude in
sé un grande progetto. Può
essere capita nel momento in
cui ci si focalizza su tre ingredienti importantissimi: Catechesi, Liturgia e Carità.
I piccoli interrogativi posti da noi animatori ed educatori al nostro piccolo
gruppo di acierini hanno evidenziato il
significato e il valore dell'AC nella loro
vita. Tanti sono stati i pensieri, talvolta un
po' scontati e ripetitivi. Parole come:
"L'ACR è un luogo dove si prega e si
impara a conoscere la Parola di Dio...".
Per quanto possa essere un’affermazione
corretta, non bisogna vedere l'AC solo ed
esclusivamente da un punto di vista religioso, lontana dalla vita nel suo complesso, perché essa mira soprattutto alla semplicità delle azioni, con piccoli gesti e
parole che con il tempo possano formare
il ragazzo e spronarlo alla preghiera, alla
condivisione e al servizio verso gli altri.
A parte questa definizione "tecnica",
scavando a fondo nei pensieri dei nostri
"piccoli protagonisti" si ricavano varie affermazioni utili. Si è pensato all'ACR
come a un punto di ritrovo un po' diverso, affermazione che a primo impatto
può sembrare superficiale ma che in quel
"diverso" racchiude un aspetto importantissimo: la diversità per i ragazzi sta nel
fatto che ci si ritrova con coetanei che
hanno più o meno gli stessi scopi, le stes-
se considerazioni sull'unico e grande protagonista che è Dio. È grazie a Lui che
condividono insegnamenti e vari aspetti
che forse in un punto di ritrovo "normale" sono un po' difficili da incontrare.
Si è parlato poi di gioco, fondamentale
per i nostri ragazzi, tanto che molto scherzosamente nei loro pensieri hanno anche
affermato senza timore: "No gioco, no
catechesi" oppure "Meno riunioni, più
gioco"; sono frasi che fanno sorridere e
forse rispetto alle altre, un po' più costruite, sono quelle più vicine alla realtà.
Fra tutte le espressioni quella che mi ha
colpito di più è stata: "Ho riscoperto me
stesso, in questo "mondo" riesco ad alleviare i problemi dell'esterno...". Ma come -
mi sono detta - l'AC intesa come un mondo nel mondo, che aiuta a migliorarsi!
Ho cercato di analizzare questa frase, ho
pensato e ripensato e l'unica spiegazione
che mi è venuta è che forse davvero questa
associazione con semplicità può fare tanto
per i ragazzi, può spingerli a ritrovare se
stessi, a cercare la Parola di Dio e a viverla
per essere dei bravi piccoli-grandi cristiani.
Allora sapete che dico? Continuiamo
con un entusiasmo! Ragazzi, sempre più
forti e contagiosi! Grazie per i vostri semplici, ma ottimi pensieri che ci hanno
accompagnato in questa piccola indagine e ricordate: l'ACR siete voi e questo è
quanto basta!
Sara Russo
A.C. di Capua: tutti fuori!
Dall’Assemblea diocesana le prospettive per il nuovo triennio
L’
Assemblea Diocesana elettiva
per il rinnovo del Consiglio Diocesano di Azione Cattolica si
svolge ogni tre anni e prevede una giornata dedicata ai contenuti e una al voto. I
delegati parrocchiali dell’associazione,
convocata a Capua il 16 e 17 febbraio
presso l'Istituto Superiore di Scienze Religiose, sono invitati ad esprimere pareri,
giudizi ed opinioni per mettere in luce le
problematiche sorte in ambito parrocchiale e diocesano. Al nuovo Consiglio spetterà il compito di affrontarli e risolverli.
Gli spunti sono stati numerosi. La prima
riflessione è sull’orgoglio cattolico che
tanto ha fatto discutere negli ultimi tempi,
ma in A.C. bisogna sentirsi coinvolti in una
grande avventura che è quella della Comunione e dell’annuncio della Parola e
tutti noi dobbiamo sentirci partecipi di una
Chiesa che muove i suoi passi nella storia.
È inutile chiudersi nelle sagrestie (alcune,
suggerisce il vescovo, anche maleodoranti). L’associazione deve aprirsi e porre
attenzione alle emergenze del territorio.
Uscendo nelle nostre chiese dobbiamo
riuscire a realizzare una visione unitaria
della vita prendendo spunto dal Vangelo
in modo da creare anche una organica
cultura che ci permetta di poter guardare
oltre i nostri limiti, oltre i nostri confini.
Potremo in questo modo coniugare
aspetti spirituali e sociali per costruire una
città terrena che sia più specchio dei valori dell’uomo, perché la speranza cristiana
incontra sempre la speranza umana.
Il gruppo di A.C. sarà in questo modo
una presenza attiva e non passiva che
opera per la coesione della comunità;
non è consentito infatti, rimanere in ozio
nella vigna del Signore.
Lorenzo Asciore
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