Presidente Enrico Enrico Gasbarra Gasbarra Presidente Assessorato alle Politiche della Mobilità e dei Trasporti Assessore Michele Civita Dipartimento VI Governo del Territorio e della Mobilità Direttore Luigi di Fasolino Servizio 3 "Pianificazione dei sistemi mobilità e trasporto pubblico" Piano di Bacino Terzo Rapporto Le Proposte del Piano Arch. Manuela Manetti Responsabile del Procedimento Prof. Francesco Filippi Responsabile Scientifico Dott. Pierpaolo Rocchi Aspetti territoriali e socio-economici arch Miriam Maiorino Arch. Eleonora Vetromile Ing. Antonio Mallamo Giuseppe Cantelmo Consulente dell’Assessorato Ing. Antonio Mallamo Consulente dell'Assessorato Sistema ferroviario prof. ing. Gabriele Malavasi ing. Marco Antognoli Analisi modellistiche ing. Claudio Catta ing. Guido Gentile ing. Lorenzo Meschini ing. Luigi Vergelli Redatto durante il periodo di Direzione del Dipartimento VI del Dott. Luigi Fasolino ADOTTATO CON DELIBERA DI GIUNTA E CONSIGLIO Centro di ricerca per il Trasporto e la Logistica Dipartimento di Idraulica Trasporti e Strade Dipartimento VI “Governo del territorio e della mobilità” con Sistema di Gestione per la Qualità certificato UNI EN ISO Indice Premessa 6 1. Interventi per il potenziamento della rete ferroviaria 1.1 Gli interventi del Protocollo di Intesa 1.2 Gli interventi programmati sulle ex-ferrovie concesse 1.3 Gli interventi proposti dal Piano di Bacino 1.4 Modelli di esercizio 1.5 Gli scenari 12 12 15 16 23 30 2. Scenari di domanda e offerta e proposte per i servizi di trasporto pubblico 2.1 I servizi Cotral 2.2 I servizi ferroviari Trenitalia e Met.Ro. 2.3 Previsioni della domanda 2.4 I corridoi del trasporto pubblico di interesse della Provincia 2.5 L’accessibilità verso Roma 34 35 39 42 48 54 3. Potenziamento delle stazioni 3.1 Scenario Attuale SA 3.2 Scenario programmatico Intermodale SI 3.3 Le stazioni da potenziare 56 56 56 57 4. Aree a domanda debole 65 5. Il Piano per la Mobilità delle Persone Diversamente Abili 5.1 Il Piano provinciale 5.2 I fabbisogni di trasporto pubblico locale dei residenti nella provincia di Roma 5.3 Strategie di attuazione 5.4 Interventi attuati ed in corso di realizzazione 68 69 69 70 70 6. Il car pooling 72 7. Informazione all’utenza 74 8. Il monitoraggio dei servizi 79 9. I costi del Piano 82 10. Aspetti legislativi delle politiche di Piano 10.1 Il quadro legislativo comunitario 10.2 La riforma del Trasporto Pubblico Locale in Italia 10.3 La normativa della Regione Lazio 10.4 L’assetto attuale del TPL nel Lazio 10.5 Osservazioni conclusive 85 85 91 97 102 111 Bibliografia 113 Appendice Guida per la gestione dei servizi bus in coincidenza 1 115 Elenco delle figure Figura 1 Schema di principio del segnalamento del passante ferroviario di Milano 18 Figura 2 Schema di principio dei Servizi Espressi, Regionali e Metropolitani 26 Figura 3 Effetto del ritardo dei treni sul grado di riempimento 41 Figura 4 Spostamenti/giorno medi sulle linee FR1, FR2, FR3, FR4, FR5, FR6, FR7, FR8, decennio 1993–2003 42 Figura 5 Interpolazione lineare degli spostamenti/giorno medi sulle linee FR1, FR4, 43 Figura 6 Interpolazione degli spostamenti/giorno medi sulla linea FR3, anni 1999– 2003 43 Interpolazione degli spostamenti/giorno medi sulla linea FR2, anni 2008– 2014 44 Figura 7 Figura 8 Utenza della nuova linea Cotral in direzione Castelnuovo di Porto Periodo 7.15–9.15 51 Figura 9 Utenza della nuova linea Cotral in direzione Torvajanica Periodo 7.15–9.15 52 Figura 10 Esempio di informazioni sul pannello stradale 73 Figura 11 Criteri di scelta disponibili per l’utente sul sito di FS 75 Figura 12 Sospensione del servizio del numero verde della Cotral (evidenziata nel cerchio rosso) 76 Figura 13 Criteri di scelta disponibili per l’utente sul sito della Cotral 76 Figura 14 Criteri di scelta disponibili per l’utente sul sito di METRO 77 Figura 15 Comuni con e senza il TPL 105 Figura 16 Frequenza dei ritardi rilevati per minuto. 121 Figura 17 Confronto tra frequenze osservate e calcolate per intervalli di 2 minuti. 122 Elenco delle tabelle Tabella 1 Principali interventi del Protocollo d’Intesa ed incrementi di potenzialità previsti 14 Tabella 2 Comparazione fra i diversi sistemi di segnalamento descritti e la situazione attuale 21 Tabella 3 Comparazione fra la capacità massima con composizioni dei treni accoppiati e a due piani e la situazione attuale 2 22 Tabella 4 Collegamenti possibili con la attuale configurazione del nodo di Roma 24 Tabella 5 Ampiezza delle bande disponibili per la riduzione degli effetti della variabilità per diversi intervalli 25 Ampiezza delle bande disponibili per la riduzione degli effetti della variabilità in presenza di servizi espressi 26 Tabella 7 Frequenze del modello di esercizio 1 (versione A e B) 29 Tabella 8 Frequenze del modello di esercizio 2 nella versione A e B 30 Tabella 9 Servizi integrativi previsti dalla Provincia di Roma 30 Tabella 10 Incremento dei treni/h in servizio previsti per i quattro scenari, rispetto alla situazione del 2005 32 Tabella 11 Valori massimi del grado di riempimento medio per le direttrici Cotral Scenario Attuale SA–Periodo 7.15–9.15 36 Valori massimi del grado di riempimento medio per le direttrici Cotral Scenario Tendenziale ST–Periodo 7.15–9.15 36 Valori massimi del grado di riempimento medio per le direttrici Cotral Scenario programmatico e Intermodale SI–Periodo 7.15–9.15 37 Tabella 6 Tabella 12 Tabella 13 Tabella 14 Interventi proposti per i servizi autobus e stazioni di interscambio. Periodo 7.15–9.15. 39 Tabella 15 Grado di riempimento medio (tratte esterne al GRA) ≥ 0,6 per le linee FR Scenario Attuale SA–Periodo 7.15–9.15 40 Grado di riempimento medio (tratte esterne al GRA) ≥ 0,6 per le linee FR Scenario Tendenziale ST–Periodo 7.15–9.15 40 Grado di riempimento medio (tratte esterne al GRA) ≥ 0,6 per le linee FR Scenario Programmatico Intermodale SI–Periodo 7.15–9.15 41 Equazioni delle rette interpolatrici dei dati di domanda sulle linee FR, decennio 1993–2003; y = m·(x–x0)+ b, x0 = 1993, x = anno corrente 43 Tabella 16 Tabella 17 Tabella 18 Tabella 19 Previsioni dei flussi al 2011 e grado di riempimento per le FR e le ferrovie in concessione–Ipotesi di domanda bassa 45 Tabella 20 Previsioni dei flussi al 2011 e grado di riempimento per le FR e le ferrovie in concessione–Ipotesi di domanda alta 45 Tabella 21 Tratte della linea in direzione Castelnuovo di Porto con numero di utenti a bordo > 400. Periodo 7.15–9.15 53 Tabella 22 Fermate della linea in direzione Castelnuovo di Porto con numero di utenti saliti o discesi > 200. Periodo 7.15–9.15 53 3 Tabella 23 Tratte della linea in direzione Torvajanica con numero di utenti a bordo >400. Periodo 7.15–9.15 54 Tabella 24 Fermate della linea Corridoio Tangenziale Ritorno con il maggior numero di passeggeri in salita e in discesa nel periodo di riferimento 54 Tabella 25 Accessibilità senza vincoli e con vincoli di capacità e nello scenario SI Tabella 26 Stazioni con tempi medi di attesa superiori a 10 minuti. Scenario Attuale– Periodo 7.15–9.15 57 Tabella 27 Stazioni con incremento di utenti superiori al 50% 57 Tabella 28 Stazioni selezionate 58 Tabella 29 Rispetto dei criteri e utenti serviti nei due Scenari SA e SI per le stazioni scelte 59 Indicatori del livello di servizio delle stazioni selezionate. Periodo 7.15– 9.15 60 Tabella 31 Informazioni all’utenza nelle stazioni selezionate 61 Tabella 32 Parcheggi nelle stazioni selezionate 62 Tabella 33 Gli interventi migliorativi sulla Cotral 63 Tabella 34 Gli interventi di miglioramento dei servizi 64 Tabella 35 Utenti saliti e utenti-km delle linee interne all’area a domanda debole. Periodo 7:15–9:15 67 Tabella 36 Quadro riassuntivo degli interventi 71 Tabella 37 Quadro economico degli interventi – Protocollo di Intesa febbraio 2006 e PdB 83 Tabella 38 Principali categorie di intervento e relativi costi 84 Tabella 39 Casi in cui gli Stati membri possono decidere per l’affidamento diretto del servizio secondo la proposta di Regolamento comunitario del 2000-2002. 88 Tabella 40 Finanziamenti regionali per il settore del TPL (ex Fondo Nazionale Trasporti) Tabella 30 Elenco delle tavole 1. Interventi previsti. Situazione al 2005 2. Interventi previsti nel Protocollo d’Intesa 3. Interventi infrastrutturali impiantistici. Situazione al 2010 4 55 102 4. Interventi infrastrutturali impiantistici. Situazione al 2015 5. Piano schematico asse San Pietro–Tiburtina con servizi passanti 6. Modello di esercizio 1. Schema dei collegamenti passanti. Situazione al 2010 7. Modello di esercizio 1. Versione A. Situazione al 2010 8. Modello di esercizio 1. Versione B. Situazione al 2010 9. Modello di esercizio 2. Schema di collegamenti passanti. Situazione al 2015 10. Modello di esercizio 2. Versione A. Situazione al 2015 11. Modello di esercizio 2. Versione B. Situazione al 2015 12. Flussi sui servizi Cotral – Scenario Attuale SA. Periodo 7.15–9.15 13. Flussi sui servizi Cotral – Scenario Tendenziale ST. Periodo 7.15–9.15 14. Flussi sui servizi Cotral – Scenario Attuale SA. Periodo 7.15–9.15 15. Capacità aggiuntiva per i servizi Cotral – Scenario programmatico Intermodale SI. Periodo 7.15–9.15 16. Flussi sui servizi ferroviari – Scenario Attuale SA. Periodo 7.15–9.15 17. Flussi sui servizi ferroviari – Scenario Tendenziale ST. Periodo 7.15–9.15 18. Flussi sui servizi ferroviari – Scenario programmatico Intermodale SI. Periodo 7.15–9.15 19. Corridoi del trasporto pubblico 20. Miglioramento dell’accessibilità di Roma 21. Tempi di attesa e utenti nelle stazione ferroviarie – Scenario Tendenziale ST. Periodo 7.15–9.15 22. Distanze tra stazioni e fermata Cotral 23. Variazioni di utenza alle stazioni ferroviarie da SA a SI. Periodo 7.15–9.15 24. Classificazione delle zone della provincia per numero degli spostamenti generati/attratti 25. Classificazione delle zone della provincia per densità degli spostamenti generati/attratti 26. Andamento demografico nel periodo 1991–2001 27. Le zone a domanda debole 28. L’area a domanda debole 5 Premessa Il terzo rapporto del Piano di Bacino conclude le attività della VII fase di lavoro prevista nella Convenzione per la redazione del Piano di Bacino passeggeri della provincia di Roma affidato, dall’Amministrazione provinciale di Roma, al Dipartimento di Idraulica Trasporti e Strade (DITS) dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e svolto dal Centro di ricerca per il Trasporto e la Logistica (CTL). Le fasi precedenti si sono concluse con la consegna di due rapporti: 1. Il Rapporto “Il Quadro di Riferimento” delle previsioni degli strumenti urbanistici generali e settoriali e dell’assetto demografico e socio-economico della provincia. 2. Il Rapporto “Le Analisi” più propriamente trasportistiche riguardanti la domanda e l’offerta di trasporto e prioritariamente del trasporto collettivo. Quindi con l’uso dei modelli messi a punto per il Piano ha studiato l’interrelazione tra domanda e offerta. Il terzo Rapporto conclusivo “Le Proposte di Piano” è relativo agli interventi, proposti in base a quanto emerso dal Quadro di Riferimento e dalle Analisi. Il riferimento normativo nella stesura del Piano di Bacino è stato la L.R. del Lazio n. 30 del 1998 così come modificata dalla L.R. n. 16 del 2003 con la quale sono state attribuite alle Province le competenze relative all’adozione dei Piani di Bacino al fine di assicurare la mobilità nell’ambito del territorio provinciale. Il Piano di Bacino, nell’ottica di una mobilità sostenibile, è lo strumento di indirizzo e di sintesi della politica provinciale nel comparto dei trasporti teso a delineare: (a) l’assetto delle reti delle infrastrutture di trasporto di interesse provinciale, recependo le indicazioni e le previsioni della Regione Lazio; (b) l’assetto dei servizi di trasporto pubblico di interesse provinciale, in modo integrato con una struttura per bacini; (c) il coordinamento delle diverse modalità di trasporto nel territorio. La L.R. 30/98, modificata dalla L.R. 16/2003, nel recepire il nuovo quadro normativo del D.L. 422/97, che investe le Regioni di funzioni di alto profilo nella materia del trasporto pubblico, indica il Piano di Bacino come principale strumento di pianificazione dei trasporti. La L.R. 16/2003 recante Disposizioni in materia di Trasporto Pubblico Locale stabilisce, che “Le Province adottano i piani di bacino di cui all’articolo 15 della L.R. 30/1998 entro un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge”. Inoltre, sempre l’art. 15 della L.R. 30/1998 stabilisce che i Piani di Bacino, tenuto conto dei risultati dell’analisi della domanda e dell’offerta di mobilità, di quella delle infrastrutture, nonché dell’assetto socio-economico e territoriale: individuano le unità di rete, la rete ed il livello dei servizi minimi provinciali; prevedono misure per favorire l’integrazione tra i diversi modi di trasporto ed eliminare le sovrapposizioni, i parallelismi e le duplicazioni tra i diversi vettori; individuano, per le finalità di cui all’articolo 16, gli interventi sulle infrastrutture per adeguarle alle esigenze del trasporto pubblico locale. Al Piano di Bacino è attribuito il compito di operare per una mobilità sostenibile ed al contempo assicurare ai cittadini ed alle imprese la migliore accessibilità del territorio 6 provinciale e promuovere un sistema integrato di mobilità, in cui il trasporto collettivo assolva ad un ruolo fondamentale. In dettaglio, i Piani di Bacino (Legge Regionale n. 16 del 16-06-2003) tenuto conto dei risultati dell’analisi della domanda e dell’offerta di mobilità, di quella delle infrastrutture, nonché dell’assetto socio-economico e territoriale: a) individuano le unità di rete, la rete ed il livello dei servizi minimi provinciali, nonché le aree a domanda debole connesse ai servizi stessi; b) prevedono misure per favorire l’integrazione tra i diversi modi di trasporto ed eliminare le sovrapposizioni, i parallelismi e le duplicazioni tra i diversi vettori; c) individuano, per le finalità di cui all’articolo 16, gli interventi sulle infrastrutture per adeguarle alle esigenze del trasporto pubblico locale. Sempre la L.R. n. 16 del 16-06-2003 attribuisce alle Province le seguenti funzioni: a) l’adozione dei piani di bacino per assicurare la mobilità nell’ambito del territorio provinciale, sulla base della rete dei servizi minimi e degli indirizzi della Regione; b) l’istituzione di eventuali servizi aggiuntivi a quelli di cui alla lettera c), con oneri a carico del proprio bilancio, fatto salvo quanto previsto dall’articolo 10 bis; c) i servizi di linea provinciali di cui all’articolo 3, comma 3, (Sono servizi di linea provinciali: a) i servizi che hanno origine e destinazione nell’ambito del territorio della provincia e che collegano in modo continuativo il territorio di due o più comuni, ovvero il territorio dei comuni e il capoluogo di provincia; b) i servizi che collegano il territorio di una provincia con una parte marginale e circoscritta del territorio di una provincia limitrofa), ivi comprese le funzioni ed i compiti ad essi connessi; d) l’individuazione, ai sensi dell’articolo 17, delle unità di rete, della rete e del livello dei servizi minimi provinciali, nonché delle aree a domanda debole connesse ai servizi stessi, sentiti i comuni singoli o associati, nei limiti delle risorse finanziarie attribuite dalla Regione, privilegiando l’integrazione tra le varie modalità, favorendo quella con minore impatto ambientale e scegliendo, tra più soluzioni atte a garantire sufficienti servizi di trasporto, quella che comporta costi minori; e) l’assegnazione, ad eccezione del Comune di Roma, ai Comuni facenti parte dei rispettivi bacini di traffico, sulla base dei criteri previsti all’articolo 17 (1. La Giunta regionale stabilisce gli investimenti, distinti in base alle infrastrutture da realizzare ed ai mezzi di trasporto pubblico e relative attrezzature e beni strumentali da utilizzare per il servizio in base ai piani di cui al comma 2. 2. Per quanto attiene ai mezzi di trasporto e relative attrezzature e beni strumentali, con esclusione del materiale ferroviario, la Giunta regionale, previa intesa con le Province e il Comune di Roma, approva piani specifici contenenti: a) l’individuazione della tipologia dei mezzi ed attrezzature per i servizi di competenza della Regione, delle Province e dei Comuni; b) le risorse finanziarie necessarie e la loro fonte di finanziamento. 3. Per il raggiungimento dell’intesa di cui al comma 2, il Presidente della Regione convoca un'apposita conferenza di servizi, ai sensi degli articoli 14 e seguenti della legge 7 agosto 1990, n. 241 ( Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi) e successive modifiche. 4. Per quanto attiene al materiale rotabile ed alle infrastrutture ferroviarie, la Giunta regionale adotta specifici piani d'intervento), delle risorse 7 finanziarie occorrenti per far fronte agli impegni necessari per assicurare i servizi minimi comunali. Fatto salvo quanto previsto dall’articolo 5, comma 3, tali risorse possono essere assegnate esclusivamente per i servizi svolti nei comuni con popolazione non inferiore a diecimila abitanti; f) le funzioni amministrative relative all’assegnazione dei contributi per gli investimenti; g) le funzioni relative all’accertamento di cui all’ultimo comma dell’articolo 5 del d.p.r. 753/1980, relative al riconoscimento, ai fini della sicurezza e della regolarità del servizio di trasporto su strada, della idoneità del percorso, delle sue variazioni, nonché dell’ubicazione delle fermate; h) l’adozione dei piani per la mobilità delle persone handicappate, previsti dall’articolo 26, comma 3 della l. 104/1992; i) le funzioni relative ai servizi di gran turismo regionali e provinciali, ivi compresa la definizione e l’approvazione della rete dei servizi stessi, promuovendo, ove necessario, l’intesa con le altre Province; j) il rilascio del nulla osta per la dismissione del materiale rotabile utilizzato per lo svolgimento del servizio nonché per la cessione delle aziende private; k) il rilascio delle autorizzazioni per effettuare i servizi di linea con autobus destinati al servizio di noleggio da rimessa e viceversa, ai sensi del combinato disposto degli articoli 82 e 87 del d.lgs. 285/1982; l) la vigilanza sulla regolarità dell’esercizio, sulla qualità del servizio e sui risultati del medesimo. L’art. 15 della L.R. 30/1998 stabilisce, inoltre, che i Piani relativi ai bacini siano adottati dalle Province, sentiti i Comuni interessati, tenendo conto degli obiettivi generali della programmazione socio-economica e territoriale regionale e degli obiettivi del PRT, ove esistenti, ovvero, in assenza del PRT, della rete e delle unità di rete individuate dalla Regione, con il fine di assicurare la mobilità nell’ambito dei rispettivi territori, favorendo in particolare le modalità di trasporto con minore impatto ambientale. La politica dei trasporti riguarda quattro grandi temi, ognuno con determinati obiettivi, riportati nello schema seguente. Sistema dei trasporti Migliorare l’efficienza e la qualità Migliorare la sicurezza Migliorare l’accessibilità Sostenibilità ambientale Ridurre gli impatti negativi (inquinamento, danni, ecc.) Sostenibilità economica Migliorare l’efficienza economica dei trasporti Produrre impatti positivi sull’economia Sostenibilità sociale Conseguire una distribuzione equa degli impatti In termini specifici, questi grandi temi si concretizzano in settori di intervento, strategie, obiettivi specifici e azioni, riportate sinteticamente nello schema seguente. 8 Settori Strategie Obiettivi specifici Azioni Trasporto ferroviario Migliorare le infrastrutture Migliorare l’accessibilità delle stazioni Nuove fermate sulla rete metropolitana Privilegiare interventi Sistemi di comando e controllo tecnologici, dando per Soppressione passaggi a livello acquisiti gli infrastrutturali programmati Modifica e miglioramento delle stazioni Adeguamento banchine Connessioni dirette tra aree esterne a Roma Realizzazione dei passanti Informazione e servizi agli utenti Aumento della Privilegiare gli interventi potenzialità impiantistici delle linee Sostituzione del materiale rotabile obsoleto Potenziamento impianti elettrici Miglioramento Migliorare l’accessibilità dell’efficienza, sicurezza e qualità dei Migliorare la sicurezza servizi Migliorare il comfort Separazione dei flussi Segnalamento “metropolitano” Acquisto nuovi vettori Linee passanti Eliminazione dei passaggi a livello Aumento delle frequenze e della regolarità Migliorare il sistema Servizi metropolitani e servizi regionali informativo per l’esercizio e per l’utenza Intermodalità Trasporto stradale Realizzazione di nodi di scambio modale ed intermodale Ferro-ferro Nodi di 1° livello Regionali e Metropolitani Gomma-ferro Nodi di 2° livello con capolinea dei servizi autobus e parcheggi Miglioramento Realizzazione di accessibilità infrastrutture di adduzione Strade di collegamento per autobus, bici e autovetture Migliorare le Infrastrutture Individuazione di corridoi del trasporto pubblico Protezione dalla congestione Potenziamento Modifiche ed istituzione servizi servizi aggiuntivi extraurbani Modifiche/integrazioni percorsi Miglioramento Integrazione tra i servizi ferroviari e autobus efficienza, sicurezza e Migliorare la sicurezza qualità dei servizi Attestamenti vicino alle stazioni, orari sincronizzati Servizi per utenti deboli e per aree rurali Sistemazione fermate e percorsi pedonali Migliorare il comfort Aumento delle frequenze e regolarità Strutturare e migliorare il sistema informativo Informazioni integrate Metrebus e TPL su tutto il territorio provinciale 9 Il DITS ha svolto l’attività di redazione del Piano nell’ambito del Centro di Eccellenza “Centro di Ricerca per il Trasporto e la Logistica”. Il prof. Francesco Filippi è il responsabile scientifico del Piano Il gruppo di lavoro è stato composto dai seguenti esperti: Aspetti territoriali e socio-economici arch. Miriam Maiorino Sistema ferroviario prof. ing. Gabriele Malavasi ing. Marco Antognoli Analisi modellistiche ing. Claudio Catta ing. Guido Gentile ing. Lorenzo Meschini ing. Luigi Tiburzio Vergelli Hanno contribuito agli aspetti metodologici del Piano il prof. Natale Papola (modello ad orari) ed il prof. Giuseppe Bellei (Guida per la gestione dei servizi bus in coincidenza). Il Servizio Pianificazione dei Sistemi di Mobilità e Trasporto Pubblico della Provincia di Roma ha seguito e contribuito attivamente all’elaborazione del Piano con l’ing. Antonio Mallamo, consulente dell’assessorato, e con un gruppo di lavoro interno guidato dal dirigente del settore arch. Manuela Manetti, responsabile del procedimento, e composto dall’arch. Eleonora Vetromile e dal dott. Pierpaolo Rocchi. Il rapporto è organizzato in otto capitoli. Il primo capitolo riguarda gli interventi del Protocollo di Intesa, firmato il febbraio 2006 tra la Regione Lazio, tutte le Province, Ferrovie dello Stato SpA e RFI, con quelli proposti dal Piano. Sono indicati nuovi modelli di esercizio con treni regionali e metropolitani, con nodi scambio metropolitani e con l’introduzione di nuovi passanti oltre quello già esistente sulla FR1 Orte−Fiumicino Aeroporto. Il secondo capitolo indica le soluzioni per un miglioramento dell’offerta della gomma e del ferro in grado di rispondere alle esigenze dell’utenza attuale e futura. Il Piano propone di rafforzare l’intermodalità tra la gomma ed il ferro, per ottimizzare l’uso delle risorse e migliorare l’accessibilità. Sono indicati dei corridoi dedicati al trasporto pubblico per rafforzare il servizio, in particolare nelle aree prive della ferrovia, o per fornire servizi più capillari. L’intermodalità richiede un potenziamento delle stazioni a partire da quelle con funzioni strategiche nel nuovo assetto dei servizi. Il terzo capitolo individua le stazioni e le priorità. Il quarto capitolo individua le aree a domanda debole. Sono aree da servire con mezzi di piccole dimensioni, attrezzati per ricevere informazioni da un centro e dare a loro volta informazioni sulla loro posizione. Il quinto capitolo riporta una sintesi del Piano della Provincia per la Mobilità delle Persone Diversamente Abili, approvato nel 2004 e con alcune applicazioni già in corso. Seguono tre capitoli riguardanti l’informazione all’utenza, il monitoraggio dei servizi e gli aspetti legislativi nelle politiche del Piano. Le proposte contenute in questi capitoli sono 10 fondamentali per la funzionalità degli interventi e per la loro applicabilità in condizioni ottimali dal punto di vista economico, dei tempi di realizzazione e della qualità dei servizi. Infine un’appendice riporta una “Guida per la gestione dei servizi bus in coincidenza”. Gli interventi devono essere presentati alle Amministrazioni Comunali per la loro verifica e migliore definizione, per fissare le priorità e determinare il percorso per una loro graduale attuazione. Preliminarmente sarebbe opportuno che gli interventi proposti fossero esaminati con le aziende di gestione Trenitalia, Met.Ro. e Cotral. Occorre una loro conferma, anche di massima, dei risultati conseguiti con la simulazione dei diversi scenari di Piano, ed un esame preliminare dei fattori tecnici ed economici prima di avviare gli studi di fattibilità. Prof. Ing. Francesco Filippi Arch. Manuela Manetti Responsabile scientifico Responsabile del procedimento Roma, 20 luglio 2006 11 1. Interventi per il potenziamento della rete ferroviaria Le analisi condotte sulla rete ferroviaria hanno consentito di delineare un quadro della situazione infrastrutturale e dei servizi offerti. Le principali criticità appaiono legate al fatto di avere su alcune tratte la coesistenza fra traffici regionali e traffici a lunga percorrenza, come, ad esempio, la linea di Formia e quella di Civitavecchia, situazioni queste che sono riflesse anche dai dati di regolarità. Esistono anche limiti legati alla situazione infrastrutturali, come il caso della Roma–Tivoli, che però è in corso di raddoppio e potenziamento sino a Guidonia. Le potenzialità teoriche calcolate si riferiscono esclusivamente alla capacità di circolazione della linea, mentre l’effettiva utilizzazione dipende dalla tipologia del modello di esercizio in relazione soprattutto alla omogeneità o disomogeneità dei servizi ed al posizionamento dei capolinea. Come si è gia riportato, sulla rete ferroviaria esistono tratte con soli treni regionali (FR3, FR1 nel tratto Trastevere– Fiumicino Aeroporto, FR4 da Ciampino in poi, FR8 da Campoleone a Nettuno), mentre sul resto della rete il traffico è misto, ed i valori di potenzialità calcolati possono essere molto lontani dalla effettiva utilizzazione. Gli interventi di potenziamento proposti dal Piano di Bacino hanno come base quelli riportati nel recente Protocollo d’Intesa. 1.1 Gli interventi del Protocollo di Intesa Il Protocollo d’Intesa è stato firmato tra la Regione Lazio, tutte le Province, il Comune di Roma e la Rete Ferroviaria Italiana S.p.A. per l’attuazione di un progetto unitario e integrato di rete ferroviaria regionale e metropolitana da realizzare entro il 2015. Il Protocollo è riportato in Appendice. Aspetti importanti del Protocollo, per la caratterizzazione dei servizi, sono: • l’individuazione di servizi ferroviari regionali e servizi metropolitani, con diverse tipologie di fermate ed eventuali rotture di carico nei cosiddetti Nodi di Scambio (treni metropolitani, treni regionali, treni regionali espressi e diretti, treni interregionali); • il modello dei passanti orbitali, con transito senza interruzione su archi dell’anello di cintura, in modo da connettere direttamente aree in posizione diametralmente opposta rispetto a Roma. Gli interventi sono suddivisi in tre categorie: 1. piano del ferro riguardante l’impianto dei binari, come raddoppi, rifacimenti di stazioni, realizzazione di nuove fermate o stazioni; 2. impianti tecnologici come ad esempio il rifacimento dei sistemi di segnalamento, il potenziamento degli impianti di elettrificazione, ecc.; 3. nuove infrastrutture, cioè realizzazioni ex novo, che di solito comprendono interventi sia sui binari sia di impianti tecnologici. Molti degli interventi richiedono degli studi preliminari che verranno svolti nel periodo 2006–2007. 12 I dettagli dei principali interventi previsti entro il 2010, riportati nelle tavola 1 e 2, con aggiornamenti successivi al Protocollo, sono: • Potenziamento della FR1 Fiumicino–Roma entro il 2010, dopo uno studio mirato allo sviluppo dei servizi. • Realizzazione entro il 2010 della stazione di Pigneto sulla FR1. • Raddoppio entro il 2006 della linea FR2 tra Prenestina e Lunghezza e realizzazione delle nuove fermate di Serenissima, Togliatti, La Rustica e adeguamento di Lunghezza; l’intervento comprende anche nuovi apparati centrali e l’attrezzaggio tecnologico della linea. • Raddoppio entro il 2010 della linea FR2 tra Lunghezza e Guidonia che costituisce il prolungamento dell’intervento precedente, con la realizzazione di un nuovo terminale nella zona di Bagni di Tivoli; si sta predisponendo il bando di gara, dopo un fermo di circa un anno per l’approvazione del progetto a causa di fenomeni di subsidenza nell’area di Bagni di Tivoli. • Realizzazione entro il 2007 della nuova stazione di via Val D’Ala, prevista anche dal nuovo PRG di Roma. La stazione si dovrebbe situare sulla linea per Roma Smistamento, che ad oggi è utilizzata dai treni merci e da interregionali; potrebbe diventare l’attestamento della FR2, mentre la manovra di inversione di marcia sarebbe compiuta nella successiva Roma Smistamento. • Realizzazione entro il 2010 sulla FR2 della stazione di Ponte di Nona e Guidonia Collefiorito. • Raddoppio della linea FR3 nel tratto Cesano–Bracciano entro il 2010, prolungamento del raddoppio già realizzato fino a Cesano. L’intervento è da considerare non ancora finanziato, dati i modestissimi finanziamenti finora erogati. • Realizzazione sulla FR3 entro il 2007 della stazione di Quattro Venti. • Realizzazione entro il 2010 della stazione di Ciampino Capannelle, modifica del piano del ferro di Ciampino e del bivio dopo Capannelle per permettere la realizzazione del quadruplicamento fra queste due località, data di ultimazione prevista entro metà 2010, i lavori sono stati finanziati parzialmente. • Realizzazione entro il 2010 sulla FR4 Ciampino–Frascati della nuova fermata di Villa Senni e ripristino del secondo binario alla stazione di Frascati. I lavori sono stati finanziati e la data di ultimazione è prevista nel 2009. La Provincia ha chiesto ad RFI la realizzazione del CTC (Controllo Centralizzato del Traffico) che permetterebbe di riattivare la stazione di Frascati. • Realizzazione sulla FR4 Ciampino–Albano del nuovo punto di incrocio presso Pantanella. I lavori non sono stati ancora finanziati e la data di ultimazione non è stata indicata. • Realizzazione sulla FR5 entro il 2010 della stazione di Massimina. • Realizzazione sulla FR6 entro il 2007 della stazione di Tor Vergata. 13 • Potenziamento e velocizzazione tecnologica della FR8 Campoleone–Nettuno, consistente essenzialmente nella realizzazione di nuovi punti di incrocio, i lavori sono stati finanziati. • Realizzazione entro il 2010 sulla FR8 della nuova stazione del Divino Amore. • Chiusura cintura nord entro il 2010 con la realizzazione delle fermate di Vigna Clara e Tor di Quinto. • Realizzazione della nuova sottostazione elettrica di Cecchina. L’intervento è in corso di realizzazione e la data di ultimazione è prevista entro la metà del 2006. • Realizzazione della galleria a binario unico per il raddoppio della tratta Trastevere–S. Pietro della linea Roma–Viterbo, con attrezzaggio tecnologico della linea. I lavori sono in corso di ultimazione. • Nuovo piano regolatore generale della stazione di Ostiense Trastevere. I lavori sono in corso di ultimazione. • Piano Regolatore Generale di Tuscolana, realizzazione dello “scavalco” della FR1 per gli itinerari merci diretti verso la stazione Casilina. I lavori sono stati finanziati e la data di ultimazione è prevista per fine 2011. • Piano Regolatore generale di Casilina, lato Tuscolana. I lavori sono stati finanziati e l’ultimazione è prevista per il 2010. • Completamento dell’anello ferroviario a nord della città, tra Vigna Clara e Roma Nomentana/Smistamento. La progettazione è finanziata, ma non essendo ancora stati erogati i finanziamenti per la realizzazione, non è stata definita la data di completamento. • Realizzazione della nuova linea passeggeri e merci che si dirama dalla tratta Maccarese– Ponte Galeria della linea Tirrenica per raccordarsi alla linea di Formia a sud di Campoleone. La progettazione è stata finanziata, ma non essendo ancora stati erogati i finanziamenti per la realizzazione, non è stata definita la data di completamento. Nella Tabella 1 sono riportati i principali interventi previsti dal Protocollo con la stima degli incrementi di potenzialità teorica ottenibili, calcolati applicando il metodo descritto nel Secondo Rapporto, considerando la linea equipaggiata con blocco automatico. Tabella 1 Principali interventi del Protocollo d’Intesa ed incrementi di potenzialità previsti Intervento Incremento di potenzialità (treni/h per direzione) Raddoppio Prenestina–Lunghezza +4 Raddoppio Lunghezza–Guidonia +4 Raddoppio Trastevere–S. Pietro +4 Raddoppio Cesano–Bracciano +4 Oltre ai citati interventi, sono previsti dai piani di sviluppo di RFI, anche i seguenti interventi: 14 • costruzione di una nuova linea tra Passo Corese (situata sulla linea storica Roma– Firenze) e Rieti; • realizzazione del nuovo piano del ferro nella stazione di Roma Tiburtina al fine di consentire l’allacciamento della nuova linea AV da Napoli, intervento in fase di attuazione; • realizzazione del nodo di interscambio di Pigneto, in attesa di accordi con il Comune di Roma, RFI sta iniziando la progettazione della fermata di Pigneto per collegare la metro C e le linee FR1, FR4, FR6, FR7 e FR8; • RFI ha infine inoltrato una richiesta di finanziamento per la realizzazione del CTC sulla linea di Frascati per poter riattivare i binari di precedenza in quest’ultima località e, di conseguenza, sopprimere l’esercizio a spola sulla tratta Ciampino–Frascati. Alcuni degli interventi previsti sono frutto della sistemazione dovuta alla penetrazione della nuova linea AV da Napoli, segnatamente gli interventi tra Prenestina e Salone, nonché la sistemazione del piano del ferro di Roma Tiburtina. Una volta realizzati questi interventi, i flussi AV e regionale saranno completamente separati, però c’è da osservare che sulla Lunghezza–Salone è previsto un periodo di circa un anno, durante il quale i due tipi di servizi dovranno condividere la medesima infrastruttura, sia pur raddoppiata. Per alcune stazioni è necessario uno studio di fattibilità per valutarne gli aspetti tecnici ed economici. Queste sono Fiumicino Porto di Traiano, Portuense/Meucci, Zama, Newton, Porta Furba, Paglian Casale e Centroni. 1.2 Gli interventi programmati sulle ex-ferrovie concesse Per quanto riguarda la rete gestita dalla società Met.Ro., gli interventi di potenziamento previsti riguardano la ferrovia Roma Prima Porta–Viterbo. I più significativi riguardano: • la manutenzione straordinaria dell’armamento sull’intera tratta; • l’installazione di un sistema terra treno sull’intera tratta; • la soppressione dei passaggi a livello sulla tratta Riano–S. Oreste; • la realizzazione di un impianto per il controllo centralizzato del traffico sulla tratta Montebello–Civita Castellana; • l’acquisto di nuovo materiale rotabile (7 treni). Le altre due ferrovie concesse, la Roma–Lido e la Roma–Pantano, hanno in corso la trasformazione in metropolitane. 15 1.3 Gli interventi proposti dal Piano di Bacino Il Piano, tenuto conto del costante incremento dell’utenza dei servizi ferroviari, che verrà ulteriormente incrementata dalla crescita del prezzo dei carburanti, dettaglia gli interventi del Protocollo d’Intesa o indica ulteriori misure, con l’obiettivo dell’aumento della potenzialità delle linee, dell’incremento della frequenza e dell’offerta dei servizi, nonché del miglioramento dell’accessibilità del sistema. Questa seconda parte si compone di tre sezioni principali, una prima dedicata agli interventi infrastrutturali, una seconda che riguarda la definizione dei modelli di esercizio ed, infine, una terza, nella quale verranno proposti una serie di scenari per lo sviluppo dei servizi ferroviari nell’ambito della provincia di Roma. Per ciò che riguarda gli interventi strutturali, quelli proposti in questa sede si aggiungono e si integrano a quelli previsti dal contratto di programma stipulato fra RFI (Rete Ferroviaria Italiana) e la Regione Lazio dei quali si è riferito nella prima parte di questa relazione. I criteri ispiratori per la scelta degli interventi da proporre sono stati: • Privilegiare gli interventi impiantistici, ad l’esempio adeguamento del sistema di segnalamento, che con investimenti relativamente contenuti e tempi di realizzazione relativamente rapidi, possono offrire aumenti di capacità non trascurabili. • Riservare gli interventi di adeguamento delle infrastrutture solamente ai casi dove anche gli interventi impiantistici non sembrano essere risolutivi. • Collocare le nuove fermate, seguendo il criterio di avere una distanza media tra fermate di tipo metropolitano (2 – 4 km), nel tratto di attraversamento urbano e collocate in corrispondenza di località che rappresentino ragionevolmente un significativo polo di attrazione e/o generazione della domanda, e che consentano, anche di realizzare alcuni nodi di interscambio ferro/ferro. I modelli di esercizio sono basati sui seguenti criteri: • Separazione, per quanto possibile dei treni delle diverse classi (Eurostar, Intercity, Regionali e Merci). • Riduzione dei capolinea interni all’area urbana di Roma. Attualmente non è possibile una assoluta separazione delle diverse classi di treni sulla rete. La separazione consente di aumentare la potenzialità, l’efficienza e la regolarità dei servizi regionali. Essa costituisce pertanto un obiettivo primario verso cui tendere, tenendo conto che un qualsiasi miglioramento in questa direzione, permette un incremento di qualità nel trasporto su ferro. La proposta del Piano è di aumentare i servizi passanti, mentre oggi c’è solo quello Orte – Fara Sabina – Fiumicino Aeroporto. Questo significa eliminare alcuni attestamenti nell’area urbana di Roma. 1.3.1 Interventi infrastrutturali Il Piano prevede interventi di natura infrastrutturale ed impiantistica non compresi o non esplicitati in quelli previsti dal Protocollo d’Intesa. Gli interventi sono integrazioni, completamenti o esplicitazioni di quelli previsti nel protocollo, al fine di potenziare i servizi ferroviari di interesse provinciale. Gli interventi sono sintetizzati nelle tavole 3 (orizzonte 2010) e 4 (orizzonte 2015). 16 Potenziamento dei sistemi di comando e controllo Nell’ambito degli interventi infrastrutturali, si considera anche l’affinamento dei sistemi di comando e controllo, specificatamente del segnalamento allo scopo di incrementare la capacità dell’infrastruttura e la regolarità dell’esercizio. Tali provvedimenti dovrebbero interessare prioritariamente i tratti della rete con i servizi metropolitani SM a frequenza più elevata. Questi comprendono la parte urbana della linea di cintura, segnatamente la tratta compresa fra le stazioni di Roma Tiburtina e di Roma S. Pietro, lungo la quale è concentrato in massima parte il traffico delle linee del servizio regionale, ricadente in ambito provinciale, ed, ovviamente, anche il semi–anello nord della cintura, una volta realizzato. Tale sistema dovrebbe essere inoltre esteso alla linea Roma S. Pietro–Cesano e successivamente con il raddoppio completato fino a Bracciano, alla tratta Capannelle–Roma Casilina, ed alle linee Fara Sabina–Fiumicino e Tiburtina–Guidonia. Per quanto riguarda il sistema di segnalamento da adottare, si riportano di seguito due sistemi: Sotto la denominazione di segnalamento “metropolitano”, il segnalamento adottato da RFI nel Passante Ferroviario di Milano ed un progetto sempre di RFI, con sezioni di blocco di lunghezza ridotta, che costituisce un affinamento del segnalamento del Passante Milanese. Il segnalamento tipo SACEM, adottato dalla SNCF per la linea A della RER a Parigi. La filosofia dei sistemi proposti è la medesima: tutti tendono ad assicurare distanziamenti temporali adatti per servizi di tipo metropolitano (2–3 min.), indicati per una circolazione omogenea e con velocità massima non elevata, condizioni che possono essere soddisfatte abbastanza facilmente all’interno delle tratte considerate. Segnalamento “metropolitano” Segnalamento tipo Passante Il sistema in questione, riportato in Figura 1, trae origine dalle tradizionali tecniche del Blocco Automatico a Correnti Codificate (BACC) adottato sulla rete italiana, opportunamente adattate, per consentire l’affiancamento di un sistema di ripetizione dei segnali discontinuo, la riduzione della lunghezza delle sezioni di blocco, in modo da ottenere un aumento della potenzialità della linea, puntando all’obiettivo del distanziamento dei treni a “tempo costante”, avvicinandoli, cioè in corrispondenza delle fermate ed allontanandoli nei tratti di linea tra due fermate (cfr. Il Passante Ferroviario di Milano–Le infrastrutture e le tecnologie–Atti del convegno 22–23 maggio 1997–edizioni CIFI 1997). Le principali caratteristiche del sistema di segnalamento sono: • Potenzialità che permette, nelle ore di punta, un distanziamento dei treni di 3 minuti. • Possibilità di circolazione di treni con diversi livelli di attrezzaggio, garantendo le condizioni di sicurezza, con prestazioni differenziate in base al grado di attrezzaggio del treno. • Impiego di tecnologie già in uso sul resto della rete. • Possibilità di esercizio anche in condizioni degradate. Il sistema consente i seguenti regimi di funzionamento: 17 • Solo segnalamento luminoso laterale; le sezioni di blocco sono di 450 m, e con opportune limitazioni di velocità, permettono di rispettare le indicazioni imposte dai segnali. • Ripetizione Continua dei Segnali (RCS), unita all’utilizzo di circuiti di binario di ricoprimento di 160 m a valle dei segnali di protezione e di 100 m a valle degli altri segnali, che offrono una protezione contro le indebite partenze. • RCS + ATP (Protezione Automatica del Treno) con ripetizione discontinua dei segnali ad opera di boe poste all’estremo di una o più sezioni di blocco con un minimo di 160 m. Il sistema adottato prevede 5 aspetti dei segnali fissi ed una velocità massima di linea di 60 km/h. Gli aspetti presenti sono i seguenti: • rosso • doppio giallo • giallo • giallo lampeggiante • verde. Figura 1 Schema di principio del segnalamento del passante ferroviario di Milano Ulteriori sviluppi del segnalamento L’incremento della capacità di circolazione, della fluidità nonché della velocità può essere ottenuto attraverso l’adeguamento tecnico–funzionale delle linee e del materiale rotabile. In quest’ambito sono allo studio interventi dedicati ai “passanti e nodi ferroviari” interessati da una alta densità di traffico le cui caratteristiche principali sono di seguito riportate. In relazione alla possibilità di riservare completamente o parzialmente la linea a traffici omogenei di tipo metropolitano. Caratteristiche delle linea e del materiale rotabile: • Blocco automatico a correnti fisse, con sezioni di lunghezza ridotta (450–900 m); 18 • Segnalamento a tre aspetti; • Velocità massima della linea 60 / 90 km/h; • Presenza di SCMT (Sistema di Controllo della Marcia Treno); • Lunghezza massima del materiale rotabile impiegato limitata; • Accelerazione minima garantita. Con questa tipologia di segnalamento la presenza di treni passeggeri di lunghezza maggiore della sezione, quali i treni a lunga percorrenza, porterebbe ad un aumento del distanziamento fra i treni in circolazione ed a una diminuzione della capacità di circolazione della linea. La presenza di treni merci, con prestazioni ridotte di frenatura, comporterebbe l’adozione di regimi di circolazione che assicurano la presenza di un solo treno fra due stazioni (regime interstazionale). Sezioni di blocco di lunghezza maggiore e velocità più elevate possono essere adottate per le tratte non specializzate. Il sistema è compatibile con tutti i tipi di treno, infatti tutti i treni passeggeri hanno la capacità di arrestarsi nello spazio di una sezione di blocco viaggiando alla velocità consentita. Per ciò che riguarda i treni merci, questi possono circolare con il regime che garantisce la limitazione di un solo treno fra due stazioni consecutive. Fermo restando che per ottenere i massimi risultati in termini di capacità occorre che sia garantita l’omogeneità dei flussi. Segnalamento tipo SACEM (RER) A titolo di esempio si riporta il sistema di segnalamento progettato e realizzato negli anni ’80 per il tratto urbano della rete RER nell’area metropolitana di Parigi a partire da una situazione di segnalamento a blocco fisso per lunghe distanze. I principi ispiratori di tale sistema sono stati: l’aumento della potenzialità, la riduzione del distanziamento, la compatibilità con tutti i tipi di treni impiegati (sia quelli equipaggiati con i dispositivi del nuovo sistema, sia quelli non equipaggiati) ed, infine, l’accorciamento delle sezioni di blocco vicino alle fermate (L’accroissement de la capacitè de transport sur la ligne A du RER–Le SACEM–Revue Generale des Chemins de Fer 6/90). Il sistema comprende un’apparecchiatura di bordo, un’apparecchiatura fissa per ogni settore e diversi sistemi di trasmissione terra–treno. Il sistema di bordo riceve le informazioni necessarie per la marcia (senso di marcia, lunghezza del treno, spazio percorso rilevato da una ruota fonica fissata ad un asse non frenato, ecc.), fornisce al conduttore le informazioni del segnalamento e controlla il funzionamento del sistema comandando la frenatura d’urgenza in caso di avaria. L’apparecchiatura fissa di settore, analoga a quella di bordo, è collegata ai settori adiacenti e ai dispositivi di segnalamento della via. I sistemi di trasmissione tra terra e treno comprendono sistemi continui basati sulla trasmissione mediante le rotaie e sistemi discontinui tra boe di terra e treno. I sistemi di trasmissione tra treno e terra sono utilizzati per il controllo dei segnali (l’emettitore di bordo trasmette informazioni alle rotaie che a loro volta sono collegate con ricettori posti tra di esse). • Le informazioni trasmesse ai treni con il sistema continuo attraverso le rotaie sono: • informazioni fisse di sicurezza (descrizione della rete, limite dei circuiti di via, pendenze, limiti di velocità, punti d’arresto, posizione dei segnali e delle boe); 19 • altre informazioni fisse (previste per una eventuale guida automatica); modifiche temporanee (limiti di velocità, ecc.); • informazioni variabili di sicurezza (stati dei circuiti di via e degli itinerari); • altre informazioni variabili (previste principalmente per la guida automatica). Alla partenza il sistema controlla il senso di marcia; al passaggio in corrispondenza di un sistema di boe riceve il numero del canale di trasmissione, la posizione geografica della boa. Al passaggio sulla successiva boa viene controllata la distanza con quella misurata a bordo tramite la ruota fonica. Per il controllo della posizione vi sono, ogni 500 m, delle boe di rilocalizzazione. Quando il treno avrà ricevuto le informazioni fisse e quelle variabili corrispondenti alla zona in cui si trova, esso sarà localizzato con precisione, verrà attivato il controllo della velocità ed il segnalamento in cabina che provocherà l’annullamento dei segnali laterali (necessari solo per i treni non equipaggiati). Quando il controllo della velocità è attivo, ad ogni ciclo, vengono inviate in cabina le seguenti informazioni: velocità obiettivo, distanza obiettivo, velocità reale, stato del segnale a valle. Il sistema determina i parametri di marcia (accelerazione, decelerazione, velocità, ecc.) e calcola le velocità di azionamento della frenatura di servizio, di entrata in stazione. La velocità di azionamento della frenatura (Vd) viene determinata tenendo conto il punto obiettivo da raggiungere e i tempi di risposta e l’anticipo necessario per il conduttore (Dt). La velocità di entrata in stazione a via libera è calcolata in modo da evitare la marcia a dente di sega che può verificarsi per effetto del frazionamento della sezione di blocco. In funzionamento normale, il controllo della velocità non interviene se non quando il comportamento del conduttore non è congruente con la segnalazione. Il treno può essere condotto senza ostacoli nel campo situato all’interno della curva di attivazione della frenatura di urgenza chiamata curva di controllo. Il controllo della velocità accetta una certa tolleranza. Il margine è di 4 km/h per una velocità inferiore a 30 km/h. I primi risultati dell’utilizzazione del SACEM hanno confermato l’aumento reale della capacità di trasporto del 25%. L’intervallo medio tra i treni è risultato di 2,16 minuti. Lo scostamento rispetto ai 2 minuti teorici è dovuto principalmente al tempo di scambio dei passeggeri alle stazioni che era previsto essere al massimo di 50 s, mentre è stata osservata una media di 53s. Adattamenti ergonomici del modo di condotta hanno ridotto sensibilmente gli interventi della frenatura di urgenza imputabili alla condotta. Nella Tabella 2 sono riportate le caratteristiche più importati dei due sistemi di segnalamento descritti confrontate con il sistema attualmente in uso lungo la tratta compresa fra le stazioni di Roma Tiburtina e Roma Trastevere. 20 Tabella 2 Comparazione fra i diversi sistemi di segnalamento descritti e la situazione attuale Attuale Distanza di blocco Tipo Passante Sacem (RER) 1250 m 450 m Variabile 300 s 180 s 120 s Velocità media 40 km/h 50 km/h n.d. Frequenza max teorica 12 treni/h 20 treni/h 30 treni/h Velocità massima 140 km/h 60 km/h 90 km/h Distanziamento min. teorico 1.3.2 Interventi per l’aumento di capacità Si riportano di seguito gli interventi infrastrutturali proposti a completamento di quelli già previsti dal Protocollo d’Intesa. Sestuplicamento Roma Tuscolana–Roma Ostiense Questa tratta costituisce un collo di bottiglia lungo la linea di cintura, poichè è una tratta a 4 binari tra due a 6 binari e, considerando il traffico previsto, è a rischio di saturazione. A titolo esemplificativo la tavola 9 mostra i volumi previsti dal modello di esercizio più gravoso in termini di frequenze: nella tratta in questione dovrebbero convivere su una coppia di binari servizi a lunga percorrenza, servizi merci e servizi regionali delle linee passanti Cesano–Castelli e Civitavecchia–Frosinone, per un totale di 8 treni/ora nella direzione più caricata, mentre l’altra coppia di binari deve ospitare 12 treni ora. Di conseguenza appare necessaria la realizzazione di una ulteriore coppia di binari fra le suddette stazioni al fine di poter realizzare la separazione fra i flussi regionali e quelli a lunga percorrenza. In caso di mancata realizzazione, occorrerà verificare, in un successivo approfondimento progettuale, che il solo sistema di segnalamento di tipo “metropolitano” sia in grado di sostenere le frequenze dei modelli di esercizio proposti. Allungamento delle banchine Tutti gli impianti di recente realizzazione e ristrutturazione, insistenti sulle attuali direttrici FR, sono dotati di banchine di lunghezza di almeno 250 m, in modo da poter accogliere treni accoppiati, ad es. due TAF accoppiati che hanno una lunghezza di 208 m. Tuttavia questo standard non è disponibile su tutte le linee interessate dagli attuali servizi FR. In particolare la situazione attuale è la seguente: FR1 Nella tratta Aeroporto–Fara Sabina tutte le stazioni presentano banchine di almeno 250 m di lunghezza, mentre nella tratta Fara Sabina–Orte si dovrebbero adeguare le stazioni di Collevecchio, Stimigliano e Gavignano. FR2 Banchine da 250 m sulla tratta raddoppiata, e su quella di prossima realizzazione fino a Lunghezza e, in futuro, fino a Guidonia. FR3 Banchine da 250 m sull’intera tratta. FR4 Non rispondono allo standard la fermata di Capannelle e le tre diramazioni che si dipartono da Ciampino per un totale di 7 impianti sulla linea di Albano: Acqua Acetosa, Sassone, Pantanella, Marino, Castelgandolfo Villetta ed Albano; 9 su quella 21 di Velletri: S. Eurosia, S. Gennaro, Lanuvio, Cecchina, Cancelliera, Pavona, S, Maria d. M., Casabianca e Velletri ed 1 su quella di Frascati, la stazione terminale di Frascati. FR5 Due sono le stazioni da adeguare: Palo Laziale e Torre in Pietra. FR6 Sulla tratta Roma–Frosinone sono 5 le stazioni da adeguare: Colle M., Colonna G., Anagni F., Morolo e Ferentino. FR7 Sulla tratta Roma–Latina tutte le banchine sono con lo standard di 250 m. FR 8 E’ necessario l’adeguamento delle stazioni di Villa Claudia e Anzio Colonia. La maggior parte delle direttrici richiede adeguamenti modesti o nulli. Solo la FR4 dei Castelli risulta molto impegnativa con 17 stazioni da adeguare. Su questa ferrovia l’adeguamento è tanto più importante per aumentare la capacità, tenuto conto dell’impossibilità di avere su Frascati ed Albano treni a due piani tipo TAF e Vivalto. La tabella 3 mostra, a titolo di esempio, come potrebbe variare la capacità delle attuali FR, adottando su di esse composizioni di treni, TAF, Vivalto e Minuetto, accoppiati. Si fa comunque notare che l’adozione di composizioni doppie ad intervalli ravvicinati deve essere subordinata ad una verifica della potenza elettrica che le sottostazioni sono in grado di erogare, soprattutto per le linee acclivi, quali ad esempio quelle dei Castelli. Tale verifica è rimandata al livello delle verifiche di progetto. Eliminazione dei passaggi a livello I passaggi a livello, in particolare quelli incustoditi, rappresentano un pericolo alla circolazione e portano a rallentamenti nella marcia dei treni. Le linee ferroviarie più colpite sono le FR3, nel tratto a binario singolo, FR4 ed FR8. Tabella 3 Linea Comparazione fra la capacità massima con composizioni dei treni accoppiati e a due piani e la situazione attuale Frequenza max (treni/h) [2006] Capacità (posti/ treno) [2006] Offerta max (posti/h) [2006] Capacità (posti/ treno) Offerta max (posti/h) ∆ % FR1 4 841* 3364 841x2 6728 100 FR2 2 841 1682 841x2 3364 100 FR3 7 841 5887 841x2 11774 100 FR4 A 2 322** 644 322x2 1288 100 FR4 F 1 322 322 322x2 644 100 FR4 V 1 322 322 841x2 1682 422 FR5 2 841 1682 841x2 3364 100 FR6 4 841 3364 841x2 6728 100 FR7 2 841 1682 841x2 3364 100 FR8 2 841 1682 841x2 3364 100 * Taf o Vivalto ** Minuetto 22 1.3.3 Compatibilità dei flussi Nei programmi di potenziamento del nodo di Roma, RFI ha previsto una serie di interventi infrastrutturali nell’ambito del nodo, al fine di separare i flussi di treni di diverse classi. Volendo attuare modelli di esercizio diversi da quello attuale, che limitino gli attestamenti all’interno del nodo di Roma e favoriscano i collegamenti passanti, si evidenziano alcune criticità che possono essere schematizzate a seconda che si trovino in stazioni sedi di incrocio di flussi (stazioni di incrocio), o in stazioni sede di divergenza o convergenza dei flussi (stazioni di bivio). Sarebbe opportuno affrontare i problemi dovuti a queste criticità in sede di definizione del piano del ferro degli impianti in questione, in quanto già oggetto di interventi programmati da parte di RFI. Nella tavola 5 si riporta, a titolo esemplificativo, il piano schematico della parte più trafficata della cintura di Roma con i treni previsti da uno dei modelli di esercizio che saranno in seguito descritti, dove sono evidenziate le criticità di seguito elencate, per la cui soluzione dovranno prevedersi specifici approfondimenti progettuali. Stazioni di incrocio Nella stazione Casilina i flussi provenienti da Ciampino e diretti verso Tuscolana incrociano quelli del raccordo Formia –Tuscolana, progettato da RFI per evitare l’attraversamento della linea di Cassino da parte dei merci provenienti da Formia per la cintura e viceversa. A pieno regime i servizi fra Ciampino e Tuscolana prevedono complessivamente, secondo uno dei modelli di esercizio di seguito descritti, 10 coppie l’ora, contro 1 coppia prevista sul raccordo Formia–Tuscolana. Stazioni di bivio Stazione Tuscolana. In questo impianto una criticità è rappresentata dalla convergenza dei servizi diretti Roma–Termini Aeroporto (treni pari): essi debbono attraversare a raso il binario dispari, con conseguente intralcio alla circolazione sul medesimo binario. Altra criticità è rappresentata dalla convergenza a raso dei servizi provenienti da Casilina sulla linea Termini–Ostiense. Stazione Ostiense. Nell’impianto in questione la criticità è costituita dalla convergenza a raso per i servizi proveniente da Roma S Pietro/Trastevere e divergenza dei treni pari del servizio diretto Roma Fiumicino. 1.4 Modelli di esercizio Lo studio della configurazione infrastrutturale e degli attuali collegamenti ha portato alla definizione di due modelli di esercizio in parte alternativi ed in parte complementari a quello attuale. L’approccio seguito per la definizione dei collegamenti facenti parte dei modelli di esercizio, è stata quella di eliminare, per quanto possibile, i capolinea presenti all’interno dell’area urbana, accoppiando servizi con le medesime caratteristiche in termini di frequenza per ottenere dei servizi passanti. In questa ottica si è assunto che un generico collegamento tra una origine ed una destinazione costituisca un collegamento passante se risponde ai seguenti requisiti: • Attraversa almeno una delle stazioni del corridoio Tiburtina–Tuscolana–Ostiense– Trastevere–S. Pietro. • Non richiede inversioni intermedie del senso di marcia. L’istituzione di collegamenti di questo tipo permette un più razionale utilizzo degli impianti posti nell’area centrale di Roma: in essi i treni effettuano solamente fermate per il servizio 23 viaggiatori, senza le soste dovute ai capolinea. Il materiale rotabile ha un migliore utilizzo, diminuendo i tempi di sosta per le operazioni di inversione di marcia e di sosta al capolinea. Nella Tabella 4 sono evidenziati i collegamenti fra origini e destinazioni consentititi dall’attuale assetto del nodo di Roma, e mostrati i possibili passanti che possono essere realizzati. Come è noto l’attuale modello di esercizio prevede solamente il collegamento Orte–Fiumicino Aeroporto. I criteri hanno consentito di individuare due modelli di esercizio che introducono alcuni collegamenti di tipo passante, la Civitavecchia–Frosinone e la Castelli–Cesano. Entrambi i modelli di esercizio proposti prevedono una versione (A), con il mantenimento dei collegamenti attuali, convogliando sui passanti solamente gli aumenti di frequenza previsti, ovviamente ad eccezione del passante costituito dalla attuale FR1, ed una versione (B), nella quale i passanti sostituiscono integralmente i collegamenti di provenienza. La versione alternativa al presente modello di esercizio presenta il vantaggio di liberare la stazione di Roma Termini da alcuni attestamenti di servizi regionali per poterla eventualmente utilizzare per altre tipologie di traffico. Orte Tivoli Cesano Castelli – Fium. Nettuno Formia Cassino Castelli Cesano Tivoli C.Vecchia Collegamenti possibili con la attuale configurazione del nodo di Roma Orte Tabella 4 Si Si Si Si Si Si Si E – No No No No No No No – Si No Si Si Si No – Si No No No No – Si Si Si Si – No No Si – No Si – Si C.Vecchia Cassino Formia Nettuno Fiumicino – Per entrambi i modelli proposti si sono considerati i capilinea delle attuali FR; ciò naturalmente non implica che, per ciascuna direttrice, possano esserci corse che terminino prima dei suddetti estremi, dando origine a servizi di tipo “metropolitano”, le SM che, sovrapponendosi con i servizi “regionali” SR, assicurino nel tratto centrale comune la frequenza indicata dai modelli proposti. Regolarità di esercizio Per la determinazione degli intervalli dei servizi proposti, il criterio guida adottato è stato quello della regolarità dell’esercizio, pertanto si è ritenuto di non dover scendere in nessun caso al di sotto dei 10 minuti di intervallo, al fine di assicurare l’esistenza di un certo margine per gestire la variabilità dei tempi lungo la linea ed evitare fenomeni di plotonamento dei treni. A tal fine sono state analizzate le FR1 e FR3, nelle condizioni infrastrutturali attuali con riferimento alla sezione più sfavorevole, ma con i servizi previsti 24 dal modello di esercizio più gravoso in termini di intervalli. Nella Tabella 5 sono riportate, per diverse ipotesi di cadenzamento, le ampiezze della banda disponibile per assorbire le eventuali perturbazioni, cioè il massimo ritardo che un treno può portare senza confliggere con il successivo. Tabella 5 Ampiezza delle bande disponibili per la riduzione degli effetti della variabilità per diversi intervalli Linea Intervallo [minuti] Ampiezza banda [minuti] Roma–Fiumicino 10 6,0 Roma–Fiumicino 6 2,5 Roma–Cesano 10 8,0 Roma–Cesano 5 2,0 Dall’esame dei margini si evidenzia come per intervalli di 10 min. si conservano ancora dei valori significativi, anche se ridotti, mentre per intervalli più ravvicinati i margini praticamente tendono a valori irrisori. L’adozione di un segnalamento con sezioni di minor lunghezza apporta dei benefici, in termini di un aumento delle bande di recupero valutabili nell’ordine di un 30–40%. I dati, che possono essere generalizzati anche per le altre relazioni, sembrano confermare i problemi relativi alla regolarità di esercizio in caso di adozione di intervalli troppo spinti, in quanto è impossibile assorbire i ritardi, anche piccoli. Servizi Espressi, Servizi Regionali e Metropolitani con Terminali Regionali e Metropolitani Sono servizi differenziati in frequenza e per numero e tipo di fermate. Hanno nodi di scambio regionali e metropolitani, questi ultimi collocati all’interno della provincia di Roma, per l’interscambio tra le diverse categorie di treni. Questi servizi sono stati considerati nel Protocollo, ma in termini molto generali. La Figura 2 riporta schematicamente le modalità di esercizio di questi servizi. I Servizi Espressi SE hanno frequenze di 1÷2 all’ora con stazioni di capolinea nei centri principali ed effettuano poche o nessuna fermata intermedia. I Servizi Regionali hanno frequenze di 1÷2 all’ora, con stazioni di capolinea ai confini regionali. Effettuano fermate a tutte le stazioni nel primo tratto fino al nodo di scambio metropolitano, successivamente poche o nessuna. I Servizi Metropolitani, iniziano dal nodo di scambio metropolitano, con frequenze di 4÷8 all’ora, e fanno tutte le fermate. I nodi di scambio metropolitani proposti dal Piano, per le diverse ferrovie, sono: FR1 Fiumicino–Fara Sabina Montelibretti FR2 Guidonia FR3 Cesano (Bracciano dopo il raddoppio) FR4 Frascati, Albano e Velletri FR5 Ladispoli FR6 Zagarolo FR7 Campoleone FR8 Nettuno 25 Confine regionale Roma SE SR SM Nodo di Scambio Regionale Stazione di Centro di Sistema o Subsistema Nodo di Scambio Metropolitano Fermate Figura 2 Schema di principio dei Servizi Espressi, Regionali e Metropolitani In generale dei servizi differenziati sono meglio gestibili sulle linee dedicate, come la Fiumicino–Orte, le linee dei Castelli, la Viterbo–Roma, quando le frequenze non superano i 4 treni ora per i servizi SM. Per esemplificare si sono esaminate le FR1 ed FR 3, per investigare come cambiano le bande di assorbimento delle perturbazioni con l’inserimento del Leonardo Express (LE) sulla Roma–Fiumicino e di servizi espressi (SE) sulla Roma–Cesano. Nella Tabella 6 sono riportati i diversi casi considerati. Tabella 6 Ampiezza delle bande disponibili per la riduzione degli effetti della variabilità in presenza di servizi espressi Linea Intervallo [minuti] Roma–Fiumicino Inserimento di LE tra i treni cadenzati Roma –Fiumicino LE sostituisce 1 traccia cadenzata Roma–Cesano SE con precedenza a Roma Monte Mario Roma–Cesano SE sostituisce 1 cadenzato Ampiezza banda [minuti] 10 (FR) 1,0 10/20 (FR) 3,0 10 3,0 10/20 6,5 La Roma–Cesano (FR3) presenta margini minimi nel caso di servizi espressi inframmezzati ai treni cadenzati, soluzione questa accettabile solamente se gli espressi hanno una frequenza ridotta (2 treni/h). Presenta, invece margini migliori (6,5 minuti) se il servizio espresso viene inserito sopprimendo una traccia cadenzata, ma anche questa soluzione non permette l’inserimento di troppi servizi espressi in quanto ciascuna traccia espressa introduce una rottura nel cadenzamento. Generalizzando il discorso anche per le altre relazioni FR e le due Met.Ro., l’introduzione di relazioni “espresse” risulta problematica soprattutto nel caso di riduzione degli intervalli tra i 26 passaggi nelle tratte urbane. La realizzazione di una rete regionale, accanto ad una metropolitana, dovrebbe quindi prevedere che i treni regionali debbano comunque utilizzare tracce “metropolitane” e pertanto servire le relative fermate, o in alternativa avere una velocità media non dissimile da quella dei treni metropolitani nel caso di servizi espressi. Fiumicino–Orte Questa relazione già prevede i servizi espressi del Leonardo Express (LE) e Orte–Roma Tiburtina–Roma Termini sulla linea AV, servizi FR da Orte fino a Roma Termini, servizi SM da Fiumicino sino a Fara Sabina. Il Leonardo Express è stato possibile inserirlo, anche tenendo anche conto che tra Roma Trastevere e Fiumicino attualmente non esiste la possibilità di effettuare precedenze, per la frequenza ridotta di 4 treni/h degli SM. Questa consente di avere dei margini per il recupero di eventuali perturbazioni, da realizzarsi nelle bande delle tracce cadenzate non inframmezzate dai treni LE. Il problema è che senza precedenze le velocità dell’espresso sono poco diverse dagli SM. Roma Tiburtina –Tivoli Il servizio regionale termina oggi a Tivoli, nelle previsioni i lavori di raddoppio dovrebbero raggiungere Guidonia e oltre Tivoli non sono previsti altri lavori, pertanto la linea, per le sue caratteristiche, può avere treni in SM da Guidonia a Roma. Gli espressi attuali hanno un carattere di collegamento interregionale con frequenze relativamente basse, pertanto questa relazione sembra votata al trasporto metropolitano e in minor misura a quello a media distanza interregionale. Roma Ostiense–Cesano La linea rientra per intero in ambito provinciale, anche con l’estensione del raddoppio fino a Bracciano. Su questa linea il servizio espresso ipotizzabile è quello per Viterbo. Tra Cesano e Roma S. Pietro esistono due stazioni intermedie dove essendo presenti dei deviatoi è possibile effettuare delle precedenze fra servizi che effettuano tutte le fermate e servizi diretti. Esse sono La Storta e Roma Monte Mario. L’attuale orario prevede una corsa diretta da Viterbo la mattina, che impiega 1h e 18 minuti tra le stazioni di Viterbo Porta Fiorentina e Roma S. Pietro effettuando le fermate intermedie di Bracciano ed Anguillara e nel tratto urbano effettua solamente la fermata di Valle Aurelia (nodo di scambio con la linea A della metropolitana). L’attuale frequenza di 4 treni/h non pone troppi problemi all’inserimento di treni FR con frequenza massima di 1 treno/h, a patto tuttavia di curare la regolarità dei due servizi che devono convivere. Diverso è il discorso con l’aumento di frequenza previsto dai modelli di esercizio dove con 6 treni /h appare estremamente difficile conciliare le due tipologie di servizio: in questo caso le corse FR dovrebbero sostituire alcune corse del servizio SM. Roma–Castelli La relazione è tutta compresa nell’ambito dei servizi SM. Roma–Civitavecchia Questa relazione sopporta una grande varietà di servizi. Gli SM potrebbero iniziare da Ladispoli, stazione di porta. Esistono espressi interregionali che servono Civitavecchia. Gli FR potrebbero partire oltre Civitavecchia, iniziare dalla prima stazione dove è possibile lo stazionamento, la stazione di Montalto di Castro o anche integrarsi con i servizi della Toscana. 27 Roma–Frosinone Anche questa relazione sopporta una grande varietà di servizi. I servizi SM possono iniziare da Zagarolo, gli FR da Cassino o anche oltre i confini regionali. I servizi interregionali hanno la funzione di espressi. Roma–Nettuno La linea a semplice binario consente un servizio SM. Roma–Latina Anche questa relazione sopporta una grande varietà di servizi. I servizi SM possono iniziare da Campoleone, gli FR dalle stazioni ai confini regionali Terracina e Villa Literno, poco oltre i confini regionali. I servizi interregionali hanno la funzione di espressi. Roma Flaminio–Montebello–Viterbo La linea, completamente dedicata, è già esercitata in regime di relazioni SR e SM. La frequenza massima è di un treno ogni 8 minuti come SM nel tratto Roma Flaminio– Montebello, e di un treno ogni 25 minuti, come SR, nel tratto Roma Flaminio–Viterbo. Gli SM si fermano a tutte le 14 stazioni tra Roma Flaminio e Montebello. Gli SR servono solo 6 delle fermate metropolitane e tutte le 24 fermate regionali. La linea dovrebbe poi proseguire con doppio binario e regime SM fino alle fermata di S. Oreste. Roma–Pantano La linea è esclusivamente dedicata agli SM e i treni si fermano a tutte le fermate. La linea in parte verrà assorbita dalla linea C, nuova metropolitana di Roma. 1.4.1 Modello di esercizio 1 Questo modello di esercizio, riportato nella tavola 6, prevede l’istituzione di due servizi di tipo passante: uno che collega la direttrice Viterbo con quella dei Castelli e l’altro che unisce la direttrice di Civitavecchia con quella di Cassino ed, allo stesso tempo, un aumento della frequenza sui collegamenti considerati. In dettaglio: P1 L’attuale FR1 Orte–Fiumicino Aeroporto. P2 Il cosiddetto “Passante dei Laghi”. La SR parte da Viterbo e la SM da Cesano, ovvero da Bracciano una volta che sia stato raddoppiato il tratto Cesano–Bracciano, si instrada sul ramo sud dell’anello ferroviario che percorre dalla Stazione di Roma S. Pietro fino a Roma Tuscolana, dove attraverso la stazione Casilina e si innesta sulla linea di Cassino fino a Ciampino, dove si divide in tre antenne con capolinea rispettivamente a Frascati, Albano e Velletri. P3 Il passante si attesta come SM ai nodi di scambio di Ladispoli e Zagarolo, percorre il ramo sud dell’anello ferroviario tra le stazioni di Roma S. Pietro e Roma Tuscolana per poi instradarsi sulla linea per Cassino. La SR si attesta invece alle stazioni di Montalto di Castro od anche oltre i confini regionali. I tre passanti hanno tre nodi di scambio in comune posti nelle stazioni di Roma Trastevere, Ostiense e Tuscolana. I passanti possono essere servizi SR, SM o anche combinazioni di questi con espressi, quando le frequenze lo consentono. Il suddetto modello, riportato in tavola 7, nella sua versione A prevede che i passanti si affianchino, senza sostituire i 28 collegamenti attuali. Gli aumenti di frequenza, riportati nella Tabella 7, sono quelli previsti per questi collegamenti, con l’eccezione della SR1 (P1) che registra un aumento di 1 treno/h. Tabella 7 Frequenze del modello di esercizio 1 (versione A e B) Servizi SR1 + SM1 (P1) + LE Situazione 2005 treni/h Modello 1A treni/h Modello 1B treni/h 6+6 7+7 7+7 P2 – 1+1 5+5 P3 – 1+1 3+3 SR2 + SM2 1+1 3+3 3+3 SR3 + SM3 4+4 4+4 – SR4 + SM4 4+4 4+4 – SR5 + SM5 2+2 2+2 – SR6 + SM6 2+2 2+2 – SR7 + SM7 2+2 3+3 3+3 SR8 + SM8 2+2 2+2 2+2 La versione B, in tavola 8, prevede invece che tutti gli attuali servizi che interessano le direttrici coinvolte siano trasformati in passanti, sopprimendo pertanto l’attestamento a Termini per i servizi provenienti dalle direzioni Civitavecchia, Castelli e Cassino e dell’attestamento ad Ostiense per quelli provenienti da Cesano/Bracciano. Termini continuerà ad essere l’attestamento per il Leonardo Express, per i servizi da Latina sulla FR7 e da Nettuno sulla FR8. La Tabella 7 mostra le frequenze previste in questo caso. In Tabella 7 sono anche evidenziate le frequenze previste dal Modello 1 per le rimanenti SR ed il “Leonardo Express” (LE), che conservano il loro percorso attuale. 1.4.2 Modello di esercizio 2 Il secondo modello proposto, riportato nella tavola 9, consiste nei collegamenti passanti previsti dal precedente con l’aggiunta di un servizio circolare lungo l’anello ferroviario e con un ulteriore aumento delle frequenze. Anche questo modello contempla una versione A, riportata in tavola 10, che, analogamente al modello 1, prevede l’istituzione delle relazioni passanti P2 e P3 e la conservazione delle attuali SR. La versione B è riportata in tavola 11, e prevede la sostituzione delle attuali SR con P2 e P3. La Tabella 8 mostra le frequenze previste dal modello di esercizio 2 per le versioni A e B. Per la realizzazione di questo modello di esercizio si rimanda ad un successivo stadio di dettaglio la verifica dell’effettiva possibilità di far circolare 2 treni/h per senso di marcia sulla Ciampino–Velletri (anche se questa eventualità viene data per acquisita in vari documenti) soprattutto riguardo alla tratta Ciampino–Cecchina. 29 Tabella 8 Frequenze del modello di esercizio 2 nella versione A e B Servizi Situazione 2005 treni/h Modello 2A treni/h Modello 2B treni/h 6+6 8+8 8+8 P2 – 2+2 6+6 P3 – 2+2 4+4 P4 (circolare) – 2+2 2+2 SR2 + SM2 1+1 4+4 4+4 SR3 + SM3 4+4 4+4 – SR4 + SM4 4+4 4+4 – SR5 + SM5 2+2 2+2 – SR6 + SM6 2+2 2+2 – SR7 + SM7 2+2 4+4 4+4 SR8 + SM8 2+2 3+3 3+3 SR1 + SM1 (P1) Nell’ambito dei modelli di esercizio proposti possono agevolmente inserirsi anche i servizi integrativi previsti dalla Provincia di Roma di cui si riporta una sintesi nella Tabella 9. Tabella 9 Servizi integrativi previsti dalla Provincia di Roma Ferrovia Situazione 2005 2010 2015 FR 5 1 Ladispoli–Roma 1 Civitavecchia–Roma 1 Ladispoli–Roma 1 Civitavecchia–Roma 1 Roma–Civitavecchia 1 Ladispoli–Roma 1 Civitavecchia–Roma 1 Roma–Civitavecchia FR 6 2 Roma–Colleferro 2 Colleferro–Roma 2 Roma–Colleferro 2 Colleferro–Roma 1 Roma–Colleferro 1 Colleferro–Roma FR 4 5 Ciampino–Albano 5 Albano–Ciampino 4 Villa Senni–Ciampino 4 Villa Senni–Ciampino 9 Ciampino–Albano 9 Albano–Ciampino 9 Villa Senni–Ciampino 9 Villa Senni–Ciampino 5 Ciampino–Albano 5 Albano–Ciampino 6 Villa Senni–Ciampino 6 Villa Senni–Ciampino FR 2 1 Mandela–Roma 1 Roma–Mandela 1 Mandela–Tivoli 1 Tivoli–Mandela 1 Mandela–Roma 6 Mandela–Tivoli 6 Tivoli–Mandela 5 Mandela–Tivoli 5 Tivoli–Mandela 2 Nettuno–Roma 2 Roma–Nettuno 1 Nettuno–Roma 1 Roma–Nettuno FR 8 1.5 Gli scenari La combinazione degli interventi strutturali proposti e delle diverse alternative dei modelli di esercizio determinano quattro scenari. Gli orizzonti temporali considerati sono due: 2010 e 2015 secondo quanto stabilito nel Protocollo d’Intesa. Entro il 2010 si prevede di realizzare tutti quegli interventi “leggeri” quali ad esempio la realizzazione di un nuovo sistema di 30 comando e controllo della circolazione all’interno del nodo di Roma, la realizzazione delle nuove fermate previste, nonché la risoluzione delle criticità derivanti dalla compatibilità dei flussi. Per la realizzazione dei quadruplicamenti, sestuplicamenti e nuovi collegamenti si prevede invece l’orizzonte temporale del 2015. Sempre al 2015 si ipotizza essere stato completato anche l’anello nord della cintura ferroviaria di Roma, in modo da poter istituire una linea “circolare”, prevista nel modello di esercizio 2, altrimenti impossibile da realizzare con lo stato attuale degli impianti. La combinazione di interventi e modelli di esercizio determina in definitiva 4 scenari: Scenario 2010. Modello esercizio 1A ed interventi infrastrutturali al 2010 realizzati, SR ed SM più passanti P2 (Cesano–Castelli) e P3 (Civitavecchia–Frosinone). Scenario 2010. Modello esercizio 1B ed interventi infrastrutturali al 2010 realizzati, restano le SR2, SR7 e SR8, con l’esercizio modificato nelle fermate, e con aggiunti i servizi SM, mentre i passanti P2 e P3 sostituiscono totalmente, con servizi SR ed SM, le attuali FR3, FR4, FR5 ed FR6. Scenario 2015. Modello esercizio 2A con tutti gli interventi infrastrutturali proposti realizzati, più completamento dell’anello, passanti P1, P2, P3 e P4, con servizi SR ed SM, + gli attuali SR, con l’esercizio modificato nelle fermate, e con aggiunti i servizi SM. Scenario 2015. Modello esercizio 2B con tutti gli interventi infrastrutturali proposti realizzati, più completamento dell’anello, restano le SR2, SR7 e SR8, con l’esercizio modificato nelle fermate, e con aggiunti i servizi SM, mentre i passanti P2 e P3 sostituiscono totalmente, con servizi SR ed SM, le attuali FR3, FR4, FR5 ed FR6. In questo ambito sono da preferirsi gli scenari 1 e 3 in quanto rappresentano una transizione più morbida verso un nuovo modello di esercizio, evitando di dimettere itinerari ormai consolidati ed attestamenti particolarmente graditi all’utenza, come quello alla stazione Termini per le relazioni provenienti da Civitavecchia, Frosinone e dai Castelli. Effetti dell’attivazione dell’AV/AC Roma–Napoli L’apertura della nuova linea AV/AC Roma–Napoli comporterà l’eliminazione del traffico a lunga percorrenza sulla linea di Cassino, il che permetterà di recuperare capacità (circa 20 tracce al giorno) soprattutto nel tratto più critico tra Ciampino e Casilina per poter potenziare il trasporto metropolitano/regionale. Inoltre un altro recupero consistente di capacità è previsto per la linea di Formia dell’ordine di 60 tracce al giorno. Per ciò che riguarda il traffico merci, secondo i piani di RFI si prevede di instradare su questo percorso 37 treni merci al giorno. Nel contempo è previsto un aumento dell’impegno anche per la Cassino, mentre rimane inalterato sulla Formia, perciò l’istradamento di treni merci sulla nuova linea non appare essere di aiuto per il potenziamento dei servizi passeggeri sulle linee esistenti. Fabbisogno di materiale rotabile Infine, si sottolinea come tutti gli scenari considerati prevedono un incremento dei servizi che comporta la necessità di disporre di ulteriore materiale rotabile, rispetto a quello attualmente utilizzato. Si fa notare come il numero dei treni indicato in seguito si riferisce a quelli strettamente necessari per l’esercizio, senza tenere conto dei treni fermi per esigenze di manutenzione. Scenario 2010 Modello esercizio 1A Lo scenario prevede per il P1 un aumento di frequenza di 3 treni. Considerando per il P2 un tempo di percorrenza di 105 minuti fra i due capolinea, l’istituzione di una coppia l’ora comporterebbe la necessità di impiegare 4 treni. Per quanto riguarda P3, considerando un 31 tempo di percorrenza di 155 minuti fra i capolinea, l’istituzione di una coppia l’ora comporterebbe l’impiego di 6 treni. Per le rimanenti relazioni, la SR2 (tempo di percorrenza fra capolinea 55 minuti) prevede l’utilizzo di 4 treni in aggiunta agli attuali, mentre la SR7 (tempo di percorrenza fra capolinea 40 minuti), necessita di 2 ulteriori treni, mentre rimane invariata la SR 8 (tempo di percorrenza fra capolinea 65 minuti). Scenario 2010 Modello esercizio 1B Lo scenario prevede l’assegnazione dell’intero traffico sulle FR 3 e FR 4 al P2 ed FR 5 e FR 6 al P3. Per il resto è identico al precedente scenario. In questo caso, considerando il materiale rotabile “recuperato” dai servizi SR di origine, P2 necessita di 2 treni, mentre P3 di 5 treni in più. Scenario 2015 Modello esercizio 2A Questo scenario prevede un ulteriore aumento della frequenza per tutte le relazioni, più l’istituzione di un servizio circolare (P4) lungo l’anello ferroviario di Roma (tempo di percorrenza stimato 60 min.). In questo caso abbiamo P1 + 6 treni, P2 +7, P3 +11, mentre sulle FR 2 + 6, FR 7 +3 e FR 8 +3. Scenario 2015 Modello esercizio 2B In questo caso gli incrementi per P2 e P3 sono rispettivamente di 5 e 10 treni, sempre tenendo conto del materiale recuperato dalla soppressione dei servizi sulle FR. Gli incrementi, riassunti in Tabella 10, rappresentano circa un raddoppio dei treni/h nel 2010 e circa un triplicamento nel 2015. Nel modello il Leonardo Espresso non è stato considerato. Tabella 10 Incremento dei treni/h in servizio previsti per i quattro scenari, rispetto alla situazione del 2005 Servizi SR1 (P1) Situazione Scenario 2005 2010 Modello esercizio 1A Scenario 2010 Modello esercizio 1B Scenario 2015 Modello esercizio 2A Scenario 2015 Modello esercizio 2B 4+4 3 3 6 6 P2 – 4 2 7 5 P3 – 6 5 11 10 P4 (circolare) – 4 – 4 4 SR2 1+1 – 4 6 6 SR3 4+4 – – – – SR4 4+4 – – – – SR5 2+2 – – – – SR6 2+2 – – – – SR7 2+2 2 2 3 3 SR8 2+2 – – 3 3 19 16 40 37 Totale 2005 Totale incremento 21+21 32 Dal punto di vista dell’impiego del materiale rotabile, gli scenari che vedono la sostituzione delle SR 3 e 4 con P2 e delle SR5 e 6 con P3 si rivelano più convenienti in quanto necessitano di tre treni in meno. Per ottenere gli aumenti di capacità previsti dai vari scenari occorre che siano realizzati sia gli interventi infrastrutturali previsti, sia l’adeguamento del parco circolante mediante l’introduzione di materiale rotabile di capacità e caratteristiche adeguate, in termini di accelerazione e facilità di salita a bordo dei viaggiatori. Gli scenari definiti in questa sede costituiscono un obiettivo a cui tendere, tenendo conto anche del fatto che possono essere realizzati anche degli stadi “intermedi”, oltre agli scenari ipotizzati in questa sede. 33 2. Scenari di domanda e offerta e proposte per i servizi di trasporto pubblico Nel precedente capitolo sono stati esaminati gli interventi programmati e ne sono stati proposti ulteriori per aumentare la capacità dell’offerta ferroviaria, tenuto conto di un trend di aumenti considerevoli della utenza. Questo è quindi un capitolo interamente dedicato all’offerta. Gli incrementi di capacità per il traffico regionale dipendono dal raddoppio di alcune linee, dalla separazione dei traffici, dal segnalamento che consente distanziamenti tra i treni ridotti, e infine dai treni ad elevata capacità, a due piani ed accoppiati. Le nuove capacità sono fino a quattro volte le esistenti, quindi largamente sufficienti per i futuri incrementi di domanda. Dalle analisi condotte sono risultati più efficaci interventi di aumento della capacità dei singoli convogli, rispetto ad aumenti della frequenza, e di regolarità nella marcia dei treni, che è più difficile da assicurare nel caso di incremento delle frequenze. In questo capitolo sono simulati degli scenari per verificare l’interazione domanda–offerta, e ricavare indicazioni progettuali per i servizi di trasporto pubblico ferroviari, Trenitalia e Met.Ro., e autobus della Cotral. Gli scenari simulati sono: Scenario dello stato attuale (SA): assegnazione della domanda (utenza del trasporto pubblico) ai servizi di trasporto pubblico, nel rispetto delle attuali capacità e orari dell’offerta relativa (configurazione attuale dell’offerta di trasporto collettivo). Questo scenario riproduce l’attuale configurazione dei flussi di utenti del trasporto pubblico ferroviario e Cotral e gli attuali livelli di servizio, basati sul grado di riempimento medio rapporto utenti a bordo in una tratta/capacità offerta sulla stessa tratta. Scenario senza vincoli di capacità (ST): assegnazione della domanda (utenza del trasporto pubblico) ai servizi di trasporto pubblico, senza considerare alcun vincolo di capacità, ma mantenendo gli attuali orari. Questo scenario fornisce la configurazione dei flussi di utenti sul trasporto pubblico, se tutti gli utenti potessero scegliere il percorso più conveniente (tempi minimi). Scenario senza vincoli di capacità e con miglioramento dell’intermodalità (SI): assegnazione della domanda (utenza del trasporto pubblico) ai servizi di trasporto pubblico, senza vincoli di capacità sulle due reti; con il tempo di interscambio non superiore a 10 minuti e con la disponibilità, per recarsi alle stazioni, di servizi di trasporto locale o del proprio mezzo con velocità di 15 km/h. Questo scenario fornisce la configurazione dei flussi di utenti sulle reti di trasporto se tutti gli utenti potessero scegliere il percorso più conveniente con una forte integrazione intermodale. I tre scenari sono quindi: Scenario Attuale (SA), Scenario Tendenziale (ST), Scenario programmatico Intermodale (SI). La simulazione SA consente di valutare l’attuale ripartizione dei flussi fra il trasporto ferroviario e Cotral, e di individuare le linee e/o le direttrici critiche, ossia con livelli di servizio critici. 34 La simulazione ST, con una capacità illimitata delle due reti, ma con la struttura delle linee e la frequenza, e soprattutto l’integrazione intermodale invariata, consente di valutare la ripartizione dei flussi fra le due reti di trasporto e di individuare dove sono necessari interventi migliorativi dell’offerta per andare incontro ai desiderata dell’utenza. La simulazione SI consente di valutare la ripartizione dei flussi fra il trasporto ferroviario e Cotral, in un sistema fortemente integrato e di individuare dove è necessario aumentare le capacità e l’integrazione intermodale. L’indicatore aggregato del carico sulle linee è, come già detto, il grado di riempimento ____ medio GR per tratta nell’intervallo 7.15–9.15, ovvero il rapporto tra i passeggeri a bordo delle diverse corse che percorrono una stessa tratta stradale o ferroviaria e la somma delle relative capacità offerte. L’indicatore rappresenta una media del livello di servizio sulla tratta, come se gli utenti si distribuissero uniformemente tra le varie corse. Nella realtà gli utenti, considerati gli orari e le coincidenze, tenderanno a privilegiare alcune corse a scapito di altre. Le prime risulteranno con gradi di riempimento più alti rispetto alla media, viceversa le seconde avranno gradi di riempimento più bassi. 2.1 I servizi Cotral ____ Il grado di riempimento medio GR dei servizi Cotral è riportato in tavola 12 relativamente alla simulazione dello Scenario Attuale SA, in tavola 13 relativamente alla simulazione dello Scenario Tendenziale ST e in tavola 14 relativamente alla simulazione dello Scenario programmatico Intermodale SI. Il periodo rappresentato è 7.15–9.15. Il confronto tra i risultati delle tre simulazioni mostra come il trasporto pubblico Cotral nello scenario tendenziale sia preferito da un numero di utenti sensibilmente maggiore rispetto agli utenti che se ne servono nello scenario attuale. Il risultato può dipendere dal servizio molto capillare sul territorio del servizio Cotral e dalla scarsa integrazione intermodale. I servizi ferroviari sono però in grado di servire mediamente sulle radiali verso Roma un numero di passeggeri superiore di un ordine di grandezza rispetto ai servizi Cotral. Quindi, eventuali trasferimenti di utenti dalla Cotral alla ferrovia, benché percentualmente rilevante rispetto agli attuali utenti Cotral, risultano decisamente meno rilevanti se rapportati alle capacità offerte attualmente e in futuro dai servizi ferroviari. Da queste considerazione emerge la necessità di un potenziamento dell’offerta di trasporto pubblico con autobus, in termini di posti offerti e di velocità commerciale. Tuttavia, per limitare tale potenziamento ed evitare i costi della congestione stradale, è necessaria una forte integrazione con la ferrovia e la protezione delle direttrici dei servizi autobus con la realizzazione di corridoi protetti (vedere par. 2.4). Le direttrici maggiormente cariche in termini assoluti, ovvero in termini di volume di passeggeri, e le direttrici con maggiore grado di riempimento sono riportate nelle Tabelle 11, 12 e 13. I valori riportati sono delle stime e, relativamente alla simulazione SA, vanno attentamente validati con le aziende esercenti Cotral e Trenitalia. La Tabella 11 riporta i flussi e il grado di riempimento della simulazione SA; la Tabella 12 riporta invece i flussi e il grado di riempimento della simulazione ST. 35 Tabella 11 Valori massimi del grado di riempimento medio per le direttrici Cotral Scenario Attuale SA–Periodo 7.15–9.15 Flusso [utenti/h] Capacità Grado di [utenti/h] riempimento Direttrice da a Cassia Campagnano Complanare Le Rughe 440 440 1,0 Cassia Bis Formello Via Cassia Bis 520 0,9 Flaminia Sacrofano Sacrofano Stazione 513 108 120 0,9 Tiberina Girardi Riano BV 228 280 0,8 Nomentana Colleverde Capobianco 470 360 1,3 Tiburtina Settecamini GRA Tiburtina 1038 920 1,1 A24 Castel Madama A24 Tivoli A24 414 400 1,0 Prenestina Borghesiana BV Torrenova 333 280 1,2 Casilina San Cesareo Colonna BV 515 360 1,4 A1 San Cesareo A1 Monte Porzio A1 282 280 1,0 Appia Frattocchie Sanata Maria delle Mole 902 840 1,1 Laurentina Ardea Caronti BV 305 200 1,5 Pontina Pomezia Pomezia Via Naro 1161 840 1,4 Tabella 12 Valori massimi del grado di riempimento medio per le direttrici Cotral Scenario Tendenziale ST–Periodo 7.15–9.15 Flusso [utenti/h] Capacità Grado di [utenti/h] riempimento Direttrice da a Cassia La Storta La Giustiniana 403 400 1,0 Cassia Bis Formello BV Cassia Via Cassia Bis Bis 730 520 1,4 Flaminia Sacrofano Sacrofano Stazione 141 120 1,1 Tiberina Girardi Riano BV 372 280 1,3 Salaria Fonte di Papa Forno Nuovo 768 360 2,1 Nomentana Colleverde Capobianco 564 360 1,5 Tiburtina Setteville Settecamini 1644 920 1,8 A24 Tivoli A24 Lunghezza A24 2328 960 2,4 Prenestina Borghesiana BV Torrenova Prenestina 1003 280 3,6 A1 San Cesareo A1 Monte Porzio A1 627 280 2,2 Casilina San Cesareo Colonna BV Casilina 964 360 2,6 Appia Albano Due Santi 690 560 1,2 Pontina Pomezia Pomezia Via Naro 3692 840 4,4 Laurentina Ardea Caronti BV 458 200 2,3 Magliana Fiumicino Pomnte Galeria 379 120 3,1 36 Le sezioni con i valori massimi del grado di riempimento coincidono in generale con le sezioni di massimo carico. Le direttrici Tiburtina, A24, Prenestina, Casilina, Appia, Pontina risultano nella simulazione SA con elevati valori e tutte le direttrici risulterebbero nella simulazione ST attrattive di un flusso ben maggiore della attuale capacità. In assenza di una maggiore integrazione intermodale, lo Scenario Programmatico ST è indicativo dell’attrattività di determinate linee o direttrici, e rappresenta un riferimento per quantificare l’aumento di capacità. Il Piano evita un eccessivo potenziamento dei servizi autobus e punta a realizzare i vantaggi economici e prestazionali della ferrovia per gli elevati incrementi di capacità previsti fino al 2015. La simulazione SI è stata quindi presa come riferimento del Piano. Lo Scenario programmatico e Intermodale SI consente di riequilibrare gli interventi tra i due servizi di trasporto, rispettando sempre i desiderata degli utenti, nei limiti delle valutazioni effettuate. Le proposte di Piano per le linee autobus, incentrate sull’aumento della capacità offerta, sono quindi state formulate in base ai risultati della tavola 15, che riporta le tratte che richiedono un incremento di capacità per soddisfare la domanda relativamente alla simulazione SI, e della Tabella 13, che riporta i flussi e il grado di riempimento sulle sezioni di massimo carico relativamente alla medesima simulazione. I valori si sono notevolmente ridimensionati di quasi un ordine di grandezza. Non si hanno più punte con un grado di riempimento di oltre 3. Gli interventi di incremento dell’offerta diventano molto più realistici. Tabella 13 Valori massimi del grado di riempimento medio per le direttrici Cotral Scenario programmatico e Intermodale SI–Periodo 7.15–9.15 Direttrice da a flusso [utenti/h] capacità [utenti/h] grado di riempimento Cassia Bis Formello Via Cassia Bis 622 520 1,2 Tiberina Girardi Riano BV 257 280 0,9 Nomentana Colleverde Capobianco 639 360 1,8 Tiburtina Setteville Settecamini 1541 920 1,7 A24 Castel Madama A24 Tivoli A24 881 400 2,2 Prenestina Borghesiana Torrenova 271 280 1,0 Casilina Zagarolo San Cesareo 747 560 1,3 A1 San Cesareo A1 Monte Porzio A1 416 280 1,5 Appia Frattocchie S. Maria delle Mole 1351 840 1,6 Laurentina Ardea Caronti BV 550 200 2,8 Pontina Pomezia Pomezia Via Naro 1381 840 1,7 Magliana Fiumicino Pomnte Galeria 260 120 2,2 Da questi dati emerge che una politica di integrazione intermodale consente di ridurre drasticamente gli aumenti di capacità della Cotral. Di seguito sono riportati: 37 • gli interventi proposti per i servizi autobus, sulla base degli incrementi di capacità che sarebbe necessario realizzare per soddisfare la domanda nello Scenario SI; • la stazione ferroviaria sulla quale verrebbero effettuati la gran parte dei trasbordi. Gli interventi proposti, riassunti in Tabella 14, sono: Direttrice Cassia bis. La simulazione mostra un eccesso di domanda discontinuo e non superiore al 20%, dal comune di Formello a Roma. Il Piano propone, quindi, un aumento della capacità offerta del 20% da Formello in direzione Roma, e un potenziamento dell’adduzione autobus verso la stazione di Cesano sulla linea ferroviaria FR3. Direttrice Nomentana. La simulazione mostra un eccesso di domanda dopo Mentana verso Roma. Il Piano propone quindi per questo tratto un aumento della capacità dell’80% circa, e un potenziamento dell’adduzione autobus alla stazione ferroviaria di Monterotondo sulla linea ferroviaria FR1. Direttrice Tiburtina. La simulazione mostra un eccesso di domanda dopo lunghezza verso Roma. Il Piano propone quindi per questo tratto un aumento della capacità del 70% circa, e un potenziamento dell’adduzione autobus alla stazione ferroviaria di Lunghezza e Bagni di Tivoli quando sarà realizzato il nodo di scambio sulla linea ferroviaria FR2. Direttrice A24. L’eccesso di domanda da Mandela a Roma si attesta mediamente sul 100% della capacità attuale. Il flusso molto elevato di tale direttrice è dovuto all’elevata velocità commerciale attribuita alle linee Cotral in ingresso a Roma sulla A24 che nell’ora di punta della mattina sono in realtà più basse. L’incremento di offerta può essere ridotto tenendo in conto il potenziamento (raddoppio del binario) e l’incremento del servizio entro il 2007 della linea ferroviaria FR2 fino a Lunghezza. E’ quindi necessario migliorare l’adduzione degli autobus verso le stazioni ferroviarie di Lunghezza o anche di Salone e Bagni di Tivoli quando sarà realizzato il nodo di scambio , una volta collegata con lo svincolo dell’A24. La direttrice Tiburtina e A24 dovrebbero però essere meno cariche ua volta migliorato il servizio ferroviario sulla FR2. Direttrice Casilina. Dalla simulazione risulta un eccesso di domanda di circa il 30% concentrato fra i comuni di Zagarolo e San Cesareo in direzione Roma. Il Piano propone quindi di aumentare la capacità offerta su tale tratta del 30%, utilizzando il corridoio del trasporto pubblico previsto (vedere par. 2.4), e di potenziare in generale l’adduzione con gli autobus verso la stazione di Zagarolo, sulla linea ferroviaria Napoli–Cassino–Roma. Direttrice A1. A fronte di un eccesso medio di domanda del 50% rispetto alla capacità attuale fra il comune di Colleferro e Roma, il Piano propone un potenziamento fino al 50% della capacità attuale, e un potenziamento dell’adduzione alla stazione di Colleferro, sulla linea ferroviaria Napoli–Cassino–Roma. Direttrice Appia. L’eccesso medio di domanda è del 60% rispetto alla capacità attuale fra il comune di Albano e Ciampino, il Piano propone un potenziamento fino al 60% della capacità attuale, e un potenziamento dell’adduzione alla stazione di Ciampino. Direttrice Laurentina. La domanda supera del 100% la capacità attuale fra il comune di Ardea e Santa Palomba. Il Piano propone un potenziamento fino al 100% della capacità attuale, e un potenziamento dell’adduzione alla stazione di Santa Palomba. Direttrici Pontina. Dalla simulazione risulta un flusso medio in eccesso lungo la Pontina da Pomezia a Santa Palomba del 70%. Il Piano propone un potenziamento dell’attuale 38 offerta di autobus del 70% da Ardea a Santa Palomba; tale intervento, insieme al potenziamento dell’adduzione alle stazioni di Santa Palomba, Campoleone e Aprilia, consente di trasferire sulla linea FR7 e 8 una parte degli utenti provenienti dai comuni di Pomezia e Ardea, che impegnano la Pontina e la Laurentina in direzione Roma. Direttrice Fiumicino–Aeroporto Leonardo Da Vinci. Dalla simulazione risulta l’utilità di incrementare del 100% l’adduzione dall’abitato di Fiumicino verso la nuova stazione di Porto da realizzare entro il 2007 secondo il Protocollo d’Intesa, così da trasferire sulla linea FR1 gli utenti provenienti dal centro abitato di Fiumicino utilizzando un corridoio del trasporto pubblico parzialmente realizzato sul sedime ferroviario abbandonato. Tutti gli interventi proposti devono essere accuratamente valutati insieme ai responsabili della Cotral, in base alle loro conoscenze e se necessario con rilievi a bordo. Per sostenere gli incrementi di capacità della Tabella 14 è di circa 650.000 autobus-km/anno. Questi possono essere recuperati dalle linee a bassa utenza, in particolare dall’area a domanda debole, come meglio specificato in seguito, e dallo sfruttamento più diffuso dell’intermodalità, con le linee che non devono terminare nei nodi di scambio romani. Tabella 14 Interventi proposti per i servizi autobus e stazioni di interscambio. Periodo 7.15–9.15. Direttrice/ area da a Aumento di capacità proposto % Incremento di Stazione di capacità interscambio [utenti/h] Cassia Bis Formello Roma 20 624 Cesano Nomentana Mentana Roma 80 648 Monterotondo Tiburtina Tivoli Lunghezza 70 1564 Lunghezza* A24 Mandela Lunghezza 100 800 Lunghezza* Casilina Zagarolo San Cesareo 30 728 Zagarolo A1 Colleferro Roma 50 420 Colleferro Appia Albano Ciampino 60 1344 Ciampino Laurentina Ardea Santa Palomba 100 400 Santa Palomba Pontina Pomezia Santa Palomba 70 1428 Santa Palomba Magliana Fiumicino Porto 100 240 Porto * Bagni di Tivoli quando sarà realizzato il nodo di scambio 2.2 I servizi ferroviari Trenitalia e Met.Ro. ____ Il grado di riempimento medio GR dei servizi ferroviari è riportato in tavola 16 relativamente alla simulazione dello Scenario Attuale SA, in tavola 17 relativamente alla simulazione dello Scenario Programmatico ST e in tavola 18 relativamente alla simulazione dello Scenario programmatico e Intermodale SI. Il periodo rappresentato è 7.15–9.15. Le Tabelle 15, 16 e 17 riportano gli utenti a bordo e i valori ≥ 0,6, esterni al GRA, del grado di riempimento medio delle linee FR, relativamente alla 3 simulazioni. Il valore 0,6 è assunto come soglia di allarme. Infatti questo valore consente ai passeggeri dei treni a due piani, di stare mediamente seduti, elemento di comfort importante per spostamenti che superano i 30 39 minuti. Il valore 0,6 è anche cautelativo per due motivi, è una media e considera i ritardi dei treni, che su linee con frequenze elevate può facilmente portare al superamento della capacità. La Figura 3 mostra come, con una domanda uguale alla capacità, grado di riempimento uguale ad 1, e con una frequenza di 6 treni ora, un passaggio ogni 10 minuti, il ritardo di un treno di 5 minuti porta il grado di riempimento del treno a 1,5, mentre il treno successivo ha un grado di riempimento pari a 0,5. Tabella 15 Grado di riempimento medio (tratte esterne al GRA) ≥ 0,6 per le linee FR Scenario Attuale SA–Periodo 7.15–9.15 FR da a FR3 dir Roma Anguillara FR4-Albano dir Roma Acqua Acetosa FR4-Velletri dir Roma FR5 dir Roma FR6 dir Roma Santa Maria delle Mole CerveteriLadispoli Zagarolo FR8 dir Roma Roma-Lido dir Roma Tabella 16 FR Flusso [utenti/h] Capacità [utenti/h] Grado di riempimento Cesano di Roma Ciampino 1301 2103 0,62 1246 1262 0,98 Casabianca 1205 1262 0,95 Torre in PietraPalidoro Colonna 1895 2103 0,90 3478 4205 0,83 Aprilia Campoleone 1700 1682 1,00 Casal Bernocchi Vitinia 3964 5046 0,78 Grado di riempimento medio (tratte esterne al GRA) ≥ 0,6 per le linee FR Scenario Tendenziale ST–Periodo 7.15–9.15 da a Flusso [utenti/h] Capacità [utenti/h] Grado di riempimento FR4-Albano dir Acqua Acetosa Roma Ciampino 2210 1262 1,75 FR4-Velletri dir Roma Casabianca Ciampino 1522 1262 1,20 FR5 dir Roma Maccarese Fregene Colonna 2883 2103 1,37 FR6 dir Roma Torre in Pietra Palidoro Zagarolo 3822 4205 0,90 FR8 dir Roma Aprilia Campoleone 1796 1682 1,00 40 Tabella 17 Grado di riempimento medio (tratte esterne al GRA) ≥ 0,6 per le linee FR Scenario Programmatico Intermodale SI–Periodo 7.15–9.15 FR da a FR4-Albano dir Roma FR4-Frascati dir Roma FR4-Velletri dir Roma Acqua Acetosa Ciampino 1718 1262 1,36 Frascati Ciampino 654 841 0,77 Casabianca 2022 1262 1,60 MaccareseFregene 3121 2103 1,48 Colonna 5730 Pomezia-Santa 4357 Palomba Campoleone 1861 4205 1,36 6646 0,65 1682 1,10 FR6 dir Roma Santa Maria delle Mole Torre in Pietra Palidoro Zagarolo FR7 dir Roma Campoleone FR8 dir Roma Aprilia FR5 dir Roma Flusso [utenti/h] Capacità [utenti/h] Grado di riempimento Utenti 2000 1500 Grado di riempimento 1,5 1000 Utenti in attesa con un treno in ritardo di 5 minuti Grado di riempimento 1,0 500 Grado di riempimento 0,5 0 0 Figura 3 Utenti in attesa con treni in orario 5 10 15 20 25 30 35 Minuti Effetto del ritardo dei treni sul grado di riempimento I risultati delle simulazioni, illustrati nelle Tavole 16, 17 e 18, e riassunti nelle Tabella 15, la Tabella 16 e la Tabella 17, e il loro confronto consentono le seguenti considerazioni: • Lo Scenario Attuale SA presenta un grado di riempimento medio ≥ 0,6 nella direzione Roma per 8 FR mentre tre, la FR2, FR4 ed FR5, hanno un grado di riempimento medio circa uguale ad 1. • Lo Scenario Tendenziale ST mostra un aumento degli utenti su tre linee FR1, FR5 e FR6 e una diminuzione sulle FR2, FR3, FR4, FR7 e FR8, a vantaggio del trasporto autobus. 41 • Sempre nello Scenario Tendenziale ST risultano invece molto cariche la FR5 e, limitatamente alla tratta interna al GRA, la FR3, a conferma del ruolo di trasporto urbano. • Lo Scenario Programmatico e Intermodale SI carica nuovamente i servizi ferroviari e in particolare le FR5, FR6, e FR8, con un grado di riempimento medio superiore ad 1, mentre le FR4 Velletri e la FR5 con un grado di riempimento medio superiore a 0,9. 2.3 Previsioni della domanda Le capacità necessarie per accogliere l’utenza nello Scenario programmatico e Intermodale sono stimate in base alla crescita della domanda afferente al trasporto su ferro relativamente all’orizzonte temporale del Piano, il 2010–2011. L’evoluzione per il decennio 1993–2003 della media dei passeggeri trasportati nei giorni feriali dalle 8 FR (fonte Trenitalia), è riportata nella Figura 4. Si è ipotizzato che l’interpolazione lineare di tali andamenti costituisca una stima ragionevole dell’andamento della domanda sulle linea FR1, FR4, FR5, FR6, FR7, FR8. Le rette interpolatrici sono riportate nella Figura 5, mentre le caratteristiche delle equazioni delle rette interpolatici sono riportate in Tabella 18. Un approccio diverso è stato utilizzato per le linee FR2 e FR3. La linea FR3 mostra due bruschi cali di utenza negli anni ’95 e ’98, in coincidenza con i lavori di ricostruzione, per poi aumentare in modo considerevole a ricostruzione avvenuta con notevoli tassi di crescita nel 2000 (+189%) e nel 2001 (+39%). Per tale motivo per ottenere una stima attendibile della crescita della domanda sulla linea FR3, si è deciso di utilizzare una curva interpolatrice di tipo logaritmico ottenuta interpolando i dati relativi ai soli anni 1999–2003, riportata in Figura 6. Per la linea FR2, come si è detto, è previsto il raddoppio di binario con data di ultimazione lavori nel 2009. Da tale anno c’è dunque da attendersi un incremento della domanda su questa linea simile a quello registrato sulla linea FR3 negli anni 1999–2003. Per questo si è deciso al fine di stimare l’andamento della domanda futura sulla FR2, di utilizzare a partire dall’anno 2009, la stessa curva logaritmica desunta per la FR3, utilizzando come termine noto il flusso rilevato sulla FR2 nel 2003, ottenendo la curva di Figura 7. FR1 FR2 FR3 FR4 FR5 FR6 FR7 FR8 Figura 4 Spostamenti/giorno medi sulle linee FR1, FR2, FR3, FR4, FR5, FR6, FR7, FR8, decennio 1993–2003 42 Lineare (FR1) Lineare (FR6) Lineare (FR7) Lineare (FR4) Lineare (FR8) Lineare (FR5) Figura 5 Tabella 18 FR Interpolazione lineare degli spostamenti/giorno medi sulle linee FR1, FR4, Equazioni delle rette interpolatrici dei dati di domanda sulle linee FR, decennio 1993–2003; y = m·(x–x0)+ b, x0 = 1993, x = anno corrente termine noto (b) coefficiente angolare (m) FR1 28949.0 4860.5 FR4 13516.0 1056.5 FR5 7728.6 1995.4 FR6 24977.0 1029.5 FR7 24250.0 735.0 FR8 10099.0 808.7 FR3 Log. (FR3) Log. (FR3) = 25127Ln(x–x0) + 11813 x0 = 1998; x = anno corrente con > 1998 Figura 6 Interpolazione degli spostamenti/giorno medi sulla linea FR3, anni 1999– 2003 43 Log. (FR2) Figura 7 Interpolazione degli spostamenti/giorno medi sulla linea FR2, anni 2008– 2014 Le previsioni della domanda hanno quindi utilizzato queste interpolazioni. I tassi di crescita sono stati applicati al periodo 7.15–9.15 e alle tratte con i valori massimi del grado di riempimento medio nello Scenario programmatico e Intermodale per stimarne flussi al 2011. Le stime sono riportate nella Tabella 19. Per determinare i flussi al 2011 sulle tratte con il più elevato grado di riempimento si è calcolato il tasso di aumento degli utenti/giorno per ogni linea utilizzando i dati di Tabella 18 per le linee FR1, FR4, FR5, FR6, FR7, FR8 e le curve logaritmiche le cui equazioni sono in Figura 6 Interpolazione degli spostamenti/giorno medi sulla linea FR3, anni 1999–2003 per la FR3 e in Figura 7 Interpolazione degli spostamenti/giorno medi sulla linea FR2, anni 2008–2014 per la FR2. Poiché per le linee Concesse Roma–Pantano, e Roma–Viterbo, non si dispone di rilevazioni di flusso, l’aumento del flusso al 2011 sulle sezioni di massimo carico è stato calcolato assumendo, in via prudenziale, una crescita percentuale pari alla media pesata rispetto ai flussi al 2001 degli aumenti percentuali stimati per le linee FR1, FR4, FR5, FR6, FR7, FR8. Quindi i flussi al 2011 sono stati ottenuti in due ipotesi: Bassa, aumentando i flussi, con il tasso stimato, sulle tratte con il più elevato grado di riempimento ipotizzato relativo al 2005, anno relativo alle simulazioni, validate con i flussi rilevati in alcune sezioni nel 2005. Alta, aumentando i flussi, con il tasso stimato, sulle tratte con il più elevato grado di riempimento ipotizzato relativo al 2001, anno relativo ai dati sugli spostamenti sistematici, Censimento ISTAT della Popolazione. 44 Tabella 19 Previsioni dei flussi al 2011 e grado di riempimento per le FR e le ferrovie in concessione–Ipotesi di domanda bassa Linea flusso stimato periodo 24 ore [utenti/g] 2005 FR1 dir Orte–Fiumicino [%] flusso max 7.15–9.15 [utenti/h] 2011 attuale capacità [utenti/h] 2011 attuale grado di riempimento attuale 2011 87833 116438 33 2872 3820 3364 0,85 1,14 FR2 dir Roma – 42608 – 1256 – 1262 1,00 3,34 FR3 dir Roma 60708 76262 26 1252 1578 1682 0,74 0,94 741 919 1262 0,59 0,73 370 459 631 0,59 0,73 1005 1246 631 1,59 1,97 FR4 Albano dir Roma FR4 Frascati dir Roma 26194 32533 24 FR4 Velletri dir Roma FR5 dir Roma 31673 43646 38 1963 2709 1540 1,27 1,76 FR6 dir Roma 37331 43508 17 2307 2699 3080 0,75 0,88 FR7 dir Roma 33070 37480 13 1014 1146 1540 0,66 0,74 FR8 dir Roma 19804 24656 25 1518 1898 1682 0,90 1,13 Roma Viterbo dir Roma – – 27 826 1049 2680 0,31 0,39 Roma Pantano dir Roma – – 27 1995 1904 5024 0,40 0,38 Tabella 20 Previsioni dei flussi al 2011 e grado di riempimento per le FR e le ferrovie in concessione–Ipotesi di domanda alta Linea ∆ Flusso stimato periodo 24 ore [utenti/g] 2001 Flusso max 7.15– Capacità 9.15 [utenti/h] [utenti/h] Grado di riempimento attuale 2011 attuale 2011 72 2872 4940 3364 [%] 2011 attuale FR1 dir Orte–Fiumicino 67833 116438 FR2 dir Roma 12677 42608 236 1256 4220 1262 1,00 3,34 FR3 dir Roma* 39418 76262 1252 2416 1682 0,74 1,44 741 1097 1262 0,59 0,87 370 548 631 0,59 0,87 1005 1487 631 1,59 2,36 93 FR4 Albano dir Roma FR4 Frascati dir Roma 21968 32533 48 FR4 Velletri dir Roma 0,85 1,47 FR5 dir Roma 23692 43646 84 1963 3612 1540 1,27 2,35 FR6 dir Roma 33213 43508 31 2307 3022 3080 0,75 0,98 FR7 dir Roma 30130 37480 24 1014 1257 1540 0,66 0,82 FR8 dir Roma 16569 24656 49 1518 2262 1682 0,90 1,34 Roma Viterbo dir Roma – – 57 826 1297 2680 0,31 0,48 Roma Pantano dir Roma – – 57 1995 2353 5024 0,40 0,47 * Tratto Anguillara–Cesano 45 In base alle due ipotesi, sono riportati sempre in Tabella 19 e in Tabella 20 i valori massimi del grado di congestione al 2011 sulle FR di Trenitalia e di Met.Ro. Le previsioni sono di tipo tendenziale, e non tengono conto di diversi fattori concomitanti alla crescita del traffico: • Gli effetti dello Scenario Programmatico Intermodale SI, che se perseguito come politica del Piano produce alcuni sensibili incrementi sulla FR4 (+50%), FR5 (+20%), e FR6 (+30%); • l’effetto dell’incremento dei prezzi dei carburanti, che incide proprio sugli spostamenti di media e lunga distanza, cioè quelli dalla regione verso Roma in ferrovia; • le politiche sempre più restrittive sul traffico privato della città di Roma, costretta a rispondere in modo meno contingente (targhe alterne) alle direttive della Commissione Europea. Quindi nel predisporre gli interventi, per riportare il grado di riempimento a valori accettabili, i valori dell’ipotesi Alta potrebbero essere i più cautelativi. Inoltre bisogna tener conto che i valori sono su sezioni delle linee fuori il GRA. Per alcune questi valori non sono i massimi, in particolare per la FR1, la FR3, che svolgono un servizio urbano molto intenso. Infine le irregolarità nel servizio producono sulle linee a più alta frequenza effetti di plotonamento dei treni e di accumulo di utenza alle fermate, che mettono in crisi la capacità offerta, con effetti devastanti sulla qualità del servizio. La decisione di come realizzare gli incrementi dovrebbe privilegiare gli interventi tesi ad aumentare la capacità dei treni. L’aumento della frequenza può infatti creare problemi di regolarità. Gli interventi dovrebbero migliorare la capacità offerta agendo sulla composizione dei convogli, aumentando il numero dei vagoni, dove ciò sia già oggi compatibile con la lunghezza delle banchine, oppure utilizzando vagoni ad alta capacità a due piani. Gli interventi sul segnalamento dovrebbero servire prioritariamente per migliorare la regolarità. Di seguito si riportano quindi, distinti per linea, gli interventi proposti per la rete su ferro. Gli aumenti di capacità sono relativi ai soli servizi metropolitani. • Linea FR1: le simulazioni indicano la necessità di un aumento minimo del 50% fino al 100% della capacità entro il 2011, in considerazione anche dei grandi sviluppi insediativi tra Fiumicino e il GRA. • Linea FR2: il valore più alto in tabella è relativo alla FR2, con un grado di riempimento di 3,34 uguale nelle due ipotesi, perché si realizza a partire dal previsto raddoppio nel 2008. La proposta è di triplicare la capacità attuale da Guidonia a Roma entro il 2011. Poiché su tale tratta è previsto il raddoppio del binario entro il 2008, l’incremento di capacità richiesto è compatibile e coerente con gli interventi infrastrutturali in corso di realizzazione. • Linea FR3: la carenza di offerta si presenta già ad Anguillara, dove la FR3 ha due treni l’ora. La proposta è di incrementare del 50% la capacità e di raddoppiare il binario da Cesano a Bracciano, nuovo nodo di scambio metropolitano con gli attestamenti della Cotral e parcheggi di interscambio sull’altro lato della stazione. • Linea FR4 Albano e Frascati: la proposta è di raddoppiare la frequenza. 46 • Linea FR4 Velletri: la linea ha già oggi una capacità al disotto della domanda, e nel 2011 è previsto un deficit tendenziale di offerta del 140% e del 50% nello Scenario Programmatico Intermodale SI. La proposta è di triplicare la capacità, agendo sulla frequenza, oggi di un treno l’ora, e sulla capacità dei convogli. • Linea FR5: la linea ha una situazione analoga alla FR4 Velletri. Si propone quindi di incrementare la frequenza del 40% e raddoppiare la capacità dei convogli nel tratto metropolitano da Ladispoli a Roma. • Linea FR6: la linea deve incrementare la capacità per far fronte ai maggiori flussi stimati sia sulla base degli effetti dello scenario SI, sia sulla base della crescita di domanda al 2011. L’incremento proposto è del 40%. • Linee FR7 ed FR8: le simulazioni mostrano la necessità di incrementare di circa il 40% la capacità da Campoleone a Roma entro il 2011. Gli incrementi di offerta necessari per accogliere l’utenza prevista cadono ampiamente all’interno dei valori consentiti dagli interventi previsti nel Protocollo e nel Piano per il potenziamento della rete ferroviaria riportati nel Cap. 1. Il Minuetto non ha però una capacità adeguata per la linea FR4 Velletri. La somma dei treni-km/anno necessari per sostenere gli incrementi di capacità indicati arriva nel 2011 a circa 1 milione. Questi incrementi sono i servizi minimi ferroviari necessari per soddisfare l’utenza stimata al 2011. La Provincia di Roma, in data 7 maggio 2004, ha sottoscritto con la Regione Lazio un apposito Protocollo d’Intesa con il quale è stata evidenziata la necessità di incrementare, anche attraverso l’individuazione delle linee di intervento dell’Amministrazione provinciale, l’offerta di trasporto ferroviario al fine di soddisfare la crescente domanda di servizi da parte degli utenti. Successivamente, in data 17 giugno 2004, la Provincia di Roma e Trenitalia S.p.A. hanno sottoscritto un “Accordo per il potenziamento ed il miglioramento del servizio ferroviario nella Provincia di Roma”, riportato in Appendice. La Provincia si impegna ad erogare a Trenitalia l’importo di 52.000.000,00 M€, tramite trasferimento in conto capitale, per l’acquisto da parte di Trenitalia di n. 7 locomotive E464, n. 7 vetture “pilota doppio piano”, n. 31 vetture “doppio piano” di 2^ classe e n. 4 convogli elettrici tipo “Minuetto”. Trenitalia si impegna ad acquistare n. 7 locomotive E464, n. 7 vetture “pilota doppio piano”, n. 31 vetture “doppio piano” di 2^ classe e n. 4 convogli elettrici tipo “Minuetto” e ad immettere in esercizio tale materiale rotabile. Trenitalia utilizzerà il materiale rotabile per l’espletamento di servizi ferroviari aggiuntivi al Contratto di Servizio in essere con la Regione Lazio. I servizi aggiuntivi ammontano complessivamente a 4.650.000 treni-km, con una oscillazione del +/-5%, da erogarsi nel periodo di 20 anni. Nei primi 5 anni, fino al 2011, Trenitalia erogherà circa 500.000 trenikm/anno. Dal mese di settembre e progressivamente fino al cambio orario dell’11 dicembre 2005 sono già stati introdotti sulle varie FR 300.000 treni-km/anno. I servizi aggiuntivi hanno prodotto un aumento della regolarità e della puntualità delle corse: • ad esempio sulle linee Fr3, Fr5 e Fr6 si è registrato un miglioramento medio del 19% nella fascia 0-5 minuti e del 7% nella fascia 0-15 minuti rispetto ad ottobre 2005; • Riduzione dell’affollamento delle carrozze con circa 20.000 posti in più ogni giorno; 47 • Crescita del confort e della qualità di viaggio: i nuovi convogli Vivalto e Minuetto sono dotati di aria condizionata, monitor informativi, servizi igienici per le persone disabili ed elevati standard di sicurezza. Restano per gli incrementi previsti nelle ore di punta circa 200.000 treni-km. In definitiva necessitano risorse che gradualmente consentano nei prossimi 5 anni un incremento finale al 2011di circa 500.000 treni-km. 2.4 I corridoi del trasporto pubblico di interesse della Provincia La soluzione alla congestione della viabilità metropolitana e il contenimento del trasporto motorizzato individuale si conseguono con il miglioramento del trasporto pubblico, non inseguendo l’aumento del traffico costruendo più strade. I Corridoi sul piano strettamente trasportistico servono ad integrare le reti del ferro dove queste sono carenti, a costituire linee di adduzione ai nodi di scambio, a dare percorsi preferenziali ai servizi Cotral, mentre dal punto di vista degli obiettivi più generali possono dare un valido contributo a stabilire delle relazioni più strette fra i diversi sub-sistemi provinciali, a migliorare l’accessibilità ai poli funzionali locali ovvero ad incentivare uno sviluppo decentrato dell’area metropolitana rispetto a quello monocentrico di Roma. I corridoi (C) sono anche una soluzione economica e rapida per il miglioramento del trasporto pubblico. Indicati per la prima volta nel Nuovo PRG (NPRG) di Roma, sono comparsi successivamente in molti dei PRUSST dell’area metropolitana romana. La nuova Amministrazione della Provincia di Roma li ha inseriti nel suo Programma. Conseguentemente il Piano li ha riproposti e integrati per raggiungere un effetto rete insieme alle ferrovie, alle stazioni terminali delle metropolitane e ai corridoi del NPRG di Roma. La tavola 19 mostra i corridoi della Provincia (CP). I settori considerati sono tre: nord–est, sud–est e sud–ovest. Nord–Est Si tratta di tre corridoi di supporto a linee bus di adduzione ai nodi di scambio delle FR e Metro e di collegamento fra i sub–sistemi locali di Monterotondo e Tivoli e interno ai sub– sistemi. I primi due sono di tipo radiale e sono di supporto agli spostamenti pendolari con Roma. Il terzo, di tipo tangenziale, svolge anche la funzione di collegamento fra i quattro maggiori centri urbani del nord–est e nella tratta da A1 a Guidonia consente di attestare le linee Cotral e interregionali abruzzesi sulla FR2. Il CP1 da Fontenuova prevede due fasi, prima e dopo la realizzazione del prolungamento della linea B1 a Casal Monastero. La lunghezza del corridoio è di circa 12 km. Le due fasi sono: Fontenuova–Casal Monastero–GRA e innesto sul corridoio Rebibbia–Setteville con attestamento sulla metro B a Rebibbia attraverso il GRA o le complanari al GRA da realizzare. Intervento da coordinare con ANAS. Attestamento a Casal Monastero su metro B1 prolungata. I corridoi CP2 e CP3 sono: 48 CP2 Prolungamento del corridoio Rebibbia (metro B)–Setteville, in corso di realizzazione da parte del Comune di Roma, fino a Bagni di Tivoli (FR2 nodo di scambio) e Tivoli, previsto in parte dal PRUSST. La lunghezza del corridoio è di circa 16 km. CP3 Monterotondo (FR1)–Mentana–Svincolo Autostrada A1–Guidonia Collefiorito (nuova fermata FR2 e nodo di scambio). La lunghezza del corridoio è di circa 17 km. Sud–Est Si tratta di quattro corridoi CP4, CP5, CP6 e CP7, che interessano direttrici congestionate e quindi di supporto al potenziamento di linee bus di adduzione ai nodi di scambio delle FR e Metro e di supporto agli spostamenti pendolari fra i Sistemi Locali dei Castelli e di Palestrina e le aree della periferia romana sud–orientale (nuove centralità del PRG di Roma) e di collegamento interno ai sub–sistemi locali. Il quinto corridoio CP8 costituisce invece una vera linea di gronda parallela al GRA, di connessione fra il nord–est e il sud–est. I cinque corridoi sono: CP4 Ciampino–Villa Senni–Pantano (metro C) fino a connettersi con il CP2 tra Bagni di Tivoli e Tivoli. La lunghezza totale del corridoio è di circa 21 km. CP5 Frascati–Tor Vergata (fermata FR6)–Università Tor Vergata–Anagnina Metro A; previsto in parte dal NPRG di Roma. La lunghezza totale del corridoio è di circa 10 km. CP6 Marino (FR4)–Grottaferrata–Frascati (FR4); previsto dal Patto delle colline romane è il prolungamento del precedente CP5. La lunghezza totale del corridoio è di circa 7 km. CP7 Pantano (metro C) –S. Cesareo (FR6)–Zagarolo–Palestrina. La lunghezza totale del corridoio è di circa 12 km. CP8 Ciampino (FR4– FR6)–Anagnina (poi Romanina ) (Metro A)–Tor Vergata Università– Torrenova (Metro C)–La Rustica GRA (FR2); il corridoio tangenziale è previsto anche dal NPRG di Roma. La lunghezza totale del corridoio è di circa 15 km. Sud–Ovest Nel settore sono previsti 3 corridoi: CP9 Il Prolungamento Laurentina–Tor Pagnotta fino a Pomezia–Ardea (via Laurentina) con diramazione verso Trigoria (Campus Biomedico). La tratta Laurentina–Tor–Pagnotta prevista dal PRG di Roma è finanziata ed è in progettazione. Il corridoio interessa la direttrice molto congestionata di via Pontina–via Laurentina. Nella fase a breve termine, in attesa che venga realizzata la cintura ferroviaria sud fra S. Palomba–Vitinia –Ponte Galeria (orizzonte 2012–2015), questo corridoio sarebbe di supporto al potenziamento di linee bus di adduzione al nodo di scambio Laurentina Metro B e per gli spostamenti pendolari fra litorale sud e Roma sud (Eur–Magliana). La lunghezza totale del corridoio è di circa 22 km. 49 CP10 Fiumicino paese–Fiumicino Porto (nuova fermata FR1) con possibile diramazione per Ostia. Il corridoio connette i centri urbani di Fiumicino e Ostia con la futura fermata di Fiumicino–Porto di Traiano sulla FR1. La lunghezza totale del corridoio è di circa 13 km. CP11 Albano–Cancelliera (FR4)–S. Palomba–(FR7–8) Pomezia con diramazioni verso Torvaianica e Ardea, previsto dal PRUSST. Il corridoio realizza l’adduzione alle linee ferroviarie FR7–8 e FR4 e il collegamento fra i Sistemi locali dei Castelli e di Pomezia–Aprilia. La lunghezza totale del corridoio è di circa 33 km. Priorità Le priorità sono indicate in base ai seguenti fattori: • livello di congestione della rete stradale; • domanda potenziale; • effetto rete; • carenza di ferrovia. In base a questi fattori sono stati individuati i primi cinque corridoi. La stima dei costi fa riferimento alle opere civili da realizzarsi per ciascun corridoio comprensive di opere stradali, elementi di arredo, segnaletica verticale e orizzontale. I cinque corridoi sono: • Il Corridoio 1 e tratto del 3 da Casal Monastero a Monterotondo di circa 18 km. • Il Corridoio 2 prolungamento corridoio Rebibbia (metro B)–Setteville fino a Bagni di Tivoli (FR2 nodo di scambio) e Tivoli. Lunghezza di 16 km. • Il Corridoio 7 Pantano (metro C) –S. Cesareo (FR6) – Zagarolo – Palestrina. • Il Corridoio 8 Ciampino (FR4 – FR6)–Anagnina (poi Romanina ) (Metro A) – Tor Vergata Università – Torrenova (Metro C) – La Rustica GRA (FR2). • Il corridoio 10 Fiumicino paese–Fiumicino Porto (nuova fermata FR1) con diramazione per Ostia e lunghezza di circa 13 km. Stima del traffico su un corridoio tangenziale nord–est–sud1 Il corridoio riprende i corridoi previsti dal Piano, con un percorso di massima: tra i due capolinea Castelnuovo di Porto e Torvajanica e alcune importanti fermate intermedie, Grotte Celoni e Guidonia. La stima dell’utenza del corridoio tangenziale ha richiesto di definire il tracciato della linea, la posizione delle fermate e la indicazione delle frequenze. 1 Sono in corso le stime del traffico su tutti i corridoi previsti dal Piano 50 La linea si estende per 111 km toccando i Comuni di Albano, Capena, Castel Gandolfo, Castelnuovo di Porto, Ciampino, Guidonia, Marino, Mentana, Monterotondo, Pomezia e Riano, con complessive 31 fermate. Una volta implementato il nuovo tracciato è stato successivamente costruito l’orario di passaggio della nuova linea. La frequenza assegnata alle corse è di 20 minuti, la capacità degli autobus è di 80 posti, la capacità è di 240 utenti/h. La domanda utilizzata per la simulazione, è quella relativa agli spostamenti con mezzo pubblico, incrementata di un valore pari al 20% degli spostamenti con mezzo privato, relativi ai Comuni interessati dal passaggio del corridoio. L’incremento tiene conto di una domanda aggiuntiva dovuta al trasferimento al modo pubblico di una parte degli utenti del modo privato. Gli utenti saliti, discesi e a bordo su ogni tratta in andata e in ritorno all’interno del periodo di riferimento sono riportati in Figura 8 e Figura 9. Corridoio Tangenziale Anda ta (Torvajanica - Caste lnuovo di Porto) 1000 800 saliti a bordo 600 discesi 400 200 n passegeri nel periodo di riferimento 1200 To rv aj an C ica a -C am Po Po mp p m m o ez ez Se o S ia ia lv e C -P a B lva So ava om ivio B ez -P ivi lfo lc ia o o r a av C me te ia Sa Bi -So ava zia lc nt vio lfo a r a Pa San ate via lo ta Bi vi m P C ba alo o an - C m To c a b rV Pa elli nce a er vo era llie ga n t M To a G o Fra a-F Pa ra r V R ren tto ra von er A-T a- cc tto a ga o To hi cc ta r V r V e-M hie U er ni ga erg ore at n ve a a r ta G sit Un GR ro tte -G iver A r C o si O st Fin el tte t er oc on C ia ch i-F elo Lu Osa io- ino ni ng -L Os cc hi h un t e Se ezz gh ria o C tte a A ezz Os as v a a 2 i te lle 4- A l A -C Se 24 M rc as tte on io t v e il n te l ce G Co e-C Ar le lio uid lle o cio Bi on Fio lle F ne ia vi r i G o-G -M ito- ori ui t do uid ont Gu o ni on ec ido a e C ia C lio nia em e B M en me ivio o te n M nte on ro Me M rie ter te ton nta ole -M ie ro o to do- na- tte- let nd M M M te o on on en Bi te te ta R r v r C io ot oto na as ian O -Os ond nd te o st ln St er teri o B o uo a vo zio R ia a F ivio St ne- ian For ort az C o tu u io as -Ri na na ne te an -R ia -C lnu o as ov St no te o az ln St ion uo a vo zio e di ne Po rto 0 tratta Figura 8 Utenza della nuova linea Cotral in direzione Castelnuovo di Porto Periodo 7.15–9.15 51 C as te ln uo v C od as i P te ln orto uo vo Ca St ste az lnu io ne ovo O st R Ria Sta er ia ia n no zio M Fo R o S St ne on rt ian ta az te un i o z ro a- -O ion one to M st end on er R te ia ian o Bi ro Fo o M vio- ton rtu on M do na G te on B ui ro i do M to tero vio ni ole nd to a t n t o C eem G Me -M do en uid nta ent n a o t M erie nia a-M na on -M C ol e e te ce ont me tte lio ec nt e e C ol Gu Biv lio rie le id Bi i o Fi on -G vio o i C rito a-C uido as -C ol n a le ia Se tel Lu tte Ar stel Fio ng vi cio Ar rito he lle- ne cio zz Lu -S ne a n e A g tte To Gro O 24 hez vil r V tte st -O za le e er C ga elo Fin ria ster A2 ta ni oc Os ia 4 U -T ch a-F Os ni or io ve - in a rs Ver Gro occ it g tt h To -T ata e C io r V or Un elo er Ve ive ni ga rg r ta at sit M GR a G or en A-M RA Fr aat Fr ore to at na C c to So Sa anc Pav chi cc e n lfo ta lli on e-P hie e a ra a te Pal ra- -C vo Bi om Sa an na Po vio ba nta cell m -Po -So Pa ier ez m lf lo a Po ia ez ora mb a C me Cav ia C te Bi am z a a po ia-C lca va vio Se am via lcav -P i lv a po om a Bi Se e vi o- lva zia To B rv ivi aj o an ic a n passeggeri nel periodo di riferimento (Ca ste lnuovo di Porto - Torva ja nica ) Corridoio Ta nge nzia le Ritorno 1200 1000 800 600 saliti Figura 9 a bordo 400 discesi 200 0 tratta Utenza della nuova linea Cotral in direzione Torvajanica Periodo 7.15–9.15 L’utilizzo della linea non risulta essere omogeneo lungo il percorso. Gran parte della linea è caratterizzato da un numero di utenti a bordo minore di 300. La linea per la maggior parte del suo percorso viaggia quindi al di sotto della sua capacità. Nella direzione Castelnuovo di Porto, si distinguono due partizioni della linea con i maggiori picchi di utilizzo, un numero di utenti a bordo superiore a 400: la prima si colloca tra le fermate di Pomezia e Santa Palomba, la seconda tra quelle di Frattocchie e Lunghezza A24. I dati riguardanti gli utenti a bordo nella direzione Castelnuovo di Porto sono riportati nella Tabella 21. 52 Tabella 21 Tratte della linea in direzione Castelnuovo di Porto con numero di utenti a bordo > 400. Periodo 7.15–9.15 Partizioni della linea Prima Seconda Tratta Utenti a bordo Pomezia–Pomezia Cavalcavia 622 Pomezia Cavalcavia–Solfarata Bivio 767 Solfarata Bivio–Santa Palomba 751 Frattocchie–Morena 463 Morena–Tor Vergata GRA 528 Tor Vergata GRA–Tor Vergata Università 609 Tor Vergata Università–Grotte Celoni 465 Grotte Celoni–Finocchio 799 Finocchio–Osteria Osa 1014 Osteria Osa–Lunghezza A24 488 Le fermate più importanti sono in corrispondenza dei centri principali e dei nodi di traffico: Frattocchie, Grotte Celoni e Finocchio per i saliti; Santa Palomba, Osteria Osa e Lunghezza A24, per i discesi. I dati sono riportati nella Tabella 22. Tabella 22 Fermate della linea in direzione Castelnuovo di Porto con numero di utenti saliti o discesi > 200. Periodo 7.15–9.15 Fermate Passeggeri saliti Pomezia 621 Frattocchie 348 Grotte Celoni 387 Finocchio 292 Fermate Passeggeri discesi Santa Palomba 643 Osteria Osa 584 Lunghezza A24 334 Nella direzione Torvajanica, si distinguono ancora due partizioni della linea con i maggiori picchi di utilizzo, un numero di utenti a bordo superiore a 400: la prima si colloca tra le fermate di Guidonia e Castel Arcione, la seconda tra quelle di Lunghezza A24 e Tor Vergata GRA. I dati riguardanti gli utenti a bordo nella direzione Torvajanica sono riportati in Tabella 23. 53 Tabella 23 Tratte della linea in direzione Torvajanica con numero di utenti a bordo >400. Periodo 7.15–9.15 Partizioni linea della Prima Seconda Tratta Passeggeri a bordo Guidonia–Colle Fiorito 421 Colle Fiorito–Castel Arcione 418 Lunghezza A24–Osteria Osa 701 Osteria Osa–Finocchio 949 Finocchio–Grotte Celoni 1205 Grotte Celoni–Tor Vergata Università 679 Tor Vergata Università–Tor Vergata GRA 690 Le fermate più importanti sono in corrispondenza dei centri principali e dei nodi di traffico: Finocchio, Guidonia, Lunghezza A24 e Osteria Osa per i passeggeri saliti; Grotte Celoni, Pomezia e Tor Vergata GRA per quelli discesi. I dati sono riportati in Tabella 24. Tabella 24 Fermate della linea Corridoio Tangenziale Ritorno con il maggior numero di passeggeri in salita e in discesa nel periodo di riferimento Fermate Passeggeri saliti Finocchio 388 Guidonia 267 Lunghezza A24 430 Osteria Osa 307 Fermate Passeggeri discesi Grotte Celoni 627 Pomezia 306 Tor Vergata GRA 416 In conclusione si può osservare come, per entrambe le linee (andata e ritorno) le tratte maggiormente utilizzate sono quelle comprese tra Lunghezza e Tor Vergata e quella relativa alla zona di Pomezia. Risultano invece completamente inutilizzate le due tratte (andata e ritorno) che vanno da Torvajanica a Campo Selva Bivio, con un utilizzo soprattutto estivo. 2.5 L’accessibilità verso Roma Una misura dei miglioramenti dell’integrazione nello Scenario Programmatico Intermodale (SI) è fornita dall’accessibilità. La provincia è stata suddivisa nel Piano Generale Territoriale di Coordinamento in 5 Sistemi e subsistemi con i rispettivi Centri. La Tabella 25 mostra per tutti i Centri di Sistema e subsistema i valori delle accessibilità nello Scenario Tendenziale (ST), senza i vincoli di capacità sui mezzi di trasporto, nello Scenario Attuale, dove i vincoli di capacità sono attivi, e nello scenario SI programmatico. 54 I miglioramenti sono molto sensibili. Roma migliora ancora la sua posizione con un 22,7% rispetto allo Scenario (ST) senza vincoli. E’ la dimostrazione dell’importanza dell’intermodalità di per sé a prescindere dalle carenze di capacità. Ma il miglioramento maggiore lo ottiene Subiaco, uno dei più sfavoriti con il 38,5%. Pomezia non migliora a sufficienza la sua posizione e insieme a Latina ha i valori peggiori di accessibilità 68 e 77 con miglioramenti ai valori minimi 22,4 e 22,2%. I corridoi del trasporto pubblico previsti in questa area migliorano sensibilmente questi risultati. La tavola 20 riporta i miglioramenti dell’accessibilità di Roma. E’ importante notare il forte miglioramento dei comuni a nord est, in particolare l’area intorno a Subiaco. Anche i comuni di Allumiere, Tolfa e Canale Monterano migliorano le loro posizioni da situazioni particolarmente svantaggiate. In generale si osserva un sensibile miglioramento, e quando non c’è, come a Manziana, che però partiva da posizioni buone, dipende da vincoli fisici, come l’inaccessibilità agli autobus della stazione ferroviaria. Tabella 25 Accessibilità senza vincoli e con vincoli di capacità e nello scenario SI Sistemi Subsistemi Roma Roma 18 22 13 27,7 Civitavecchia Civitavecchia 59 64 40 32,2 Bracciano 50 61 31 38,0 Fiumicino 66 75 45 31,8 Fiano Romano 57 70 40 29,8 Monterotondo 87 94 60 31,0 Pomezia 62 69 42 32,2 Latina 53 63 33 37,7 Tivoli 64 69 40 37,5 Subiaco 50 62 33 34,0 Velletri 89 124 68 22,4 Ciampino 78 80 48 38,5 Colleferro 63 82 44 30,2 Frascati 65 69 42 35,4 Palestrina 99 126 77 22,2 Fiano Romano Pomezia Tivoli Velletri ST Tempi medi SA Tempi medi 55 SI Tempi medi Variazione (ST-SI)/ST % 3. Potenziamento delle stazioni Lo scopo dell’analisi è quello di individuare le stazioni ferroviarie da potenziare al fine di aumentare la quota di utenti del trasporto collettivo che utilizzano il trasporto ferroviario. Lo scenario proposto dal Piano è quello SI di forte integrazione intermodale. Le stazioni devono diventare luoghi di trasferimento tra i modi con tempi di attesa e distanze percorse ridotti al minimo. La situazione attuale purtroppo non favorisce l’intermodalità e gli autobus della Cotral hanno orari e percorsi poco integrati con i servizi ferroviari. Per questo il Capitolo inizia dal riproporre alcuni risultati del Rapporto di Analisi relativi alla situazione attuale. 3.1 Scenario Attuale SA La simulazione dello Scenario Attuale SA ha consentito di stimare gli attuali utenti della stazioni (utenti/h) nel periodo di riferimento 7.15–9.15 e i relativi tempi medi di attesa (minuti). Come precedentemente esposto, la simulazione considera attivi i vincoli di capacità dei due servizi di trasporto. I risultati dell’analisi sono riportati nella tavola 21. La tavola indica gli utenti serviti in media in un’ora dalle stazioni nel periodo 7.15–9.15 e i tempi medi di attesa in minuti. È importante anche considerare le distanze pedonali da percorrere per l’interscambio. Queste sono riportate nella tavola 22. Le stazioni con tempi medi di attesa superiori ai 10 minuti e con utenti serviti superiori a 500/h sono riportate in Tabella 26. Nella tabella sono riportate anche le distanze pedonali per l’interscambio. Le stazioni con i nodi ferroviari con tempi di attesa elevati si trovano: • lungo il litorale tirrenico a nord–ovest di Roma servito dalla linea FR5; • lungo il litorale tirrenico a sud di Roma servito dalle linee FR7 e FR8; • nel quadrante a sud della Capitale, in particolare nella zona dei Castelli Romani e in quelle ad essa limitrofe servite dalla linea FR4 (diramazione verso Velletri) e dalla FR6; • lungo la direttrice Tiburtina servita dalla linea FR2. 3.2 Scenario programmatico Intermodale SI Lo scenario non considera vincoli di capacità e con il tempo di interscambio non superiore a 10 minuti. Inoltre considera la disponibilità, per recarsi alle stazioni, di servizi di trasporto locale o del proprio mezzo con velocità di 15 km/h. I flussi dei saliti (utenti/h) alle diverse stazioni ferro della provincia sono stati calcolati nel periodo di riferimento 7:15–9:15 e rappresentati nella tavola 23. I valori sono rappresentativi dei flussi delle singole stazioni, che possono dar luogo a sottostime o sovrastime locali, a causa dell’approssimazione dello strumento di calcolo che generalmente considera come zone di traffico i comuni. Nella realtà parte dei flussi possono essere attribuiti a stazioni adiacenti. Le stazioni ferroviarie che in questo scenario presentano elevati incrementi degli utenti superiori al 50% e con un numero di utenti superiore a 200, rispetto allo Scenario Attuale, sono riportate in Tabella 27. 56 Tabella 26 Stazioni con tempi medi di attesa superiori a 10 minuti. Scenario Attuale– Periodo 7.15–9.15 Stazione Tempo medio attesa [minuti] Anguillara 11 789 297 S. Eurosia 11 970 1240 S. Marinella 13 978 80 Nettuno 15 604 324 Guidonia 19 1838 65 Cecchina 27 572 251 Colleferro 29 1381 107 Zagarolo 35 619 220 – 7751 – Totale Tabella 27 Saliti [utenti/h] Distanze [m] Stazioni con incremento di utenti superiori al 50% Stazione Cesano di Roma Utenti SA [utenti/h] Utenti SI [utenti/h] Incremento di utenti [%] 70 457 553 Marina di Cerveteri 195 1210 521 Padiglione 196 864 341 10 310 300 Pomezia–S. Palomba 157 228 135 Velletri 203 920 353 Zagarolo 619 2804 353 Pavona 3.3 Le stazioni da potenziare Le stazioni esaminate sono ubicate nella provincia di Roma, ma all’esterno del comune di Roma, eccetto Cesano e Montebello nel comune di Roma e Campoleone nella provincia di Latina. Qesti ultimi tre sono inseriti, perché indicati dal Piano come nodi di scambio metropolitano. Bracciano, una volta raddoppiata la linea nel 2010 secondo il protocollo, dovrebbe sostituire Cesano nella funzione di nodo di scambio metropolitano. In base alle analisi effettuate, sono stati definiti dei criteri di selezione delle stazioni, per determinare quelle dove intervenire prioritariamente: • Utenti/h nello Scenario Attuale SA superiori a 300. • Utenti/h nello Scenario Programmatico Intermodale SI con un incremento superiore al 50%, rispetto allo Scenario Attuale. • Stazioni con funzioni di nodo di scambio metropolitano. 57 • Stazioni ferroviarie indicate come nodo di interscambio da Trenitalia. I nodi selezionati, rispondenti ad almeno una di queste caratteristiche, sono elencati nella Tabella 28. Tabella 28 Stazioni selezionate Albano Laziale Colleferro Nettuno Anguillara Fara Sabina–Montelibretti Padiglione Bagni di Tivoli Fiumicino Pantano Bracciano Frascati Pavona Campoleone Guidonia–Montecelio Pomezia–S.Palomba Cerveteri–Ladispoli Lanuvio Santa Maria delle Mole Cesano Marina di Cerveteri Velletri Ciampino Montebello Zagarolo Civitavecchia Monterotondo–Mentana La Tabella 29 riporta per ciascuna stazione il rispetto di almeno uno dei criteri stabiliti per la selezione e gli utenti serviti nei due Scenari SA e SI. Le Tabelle 30, 31 e 32 riportano le diverse caratteristiche delle stazioni esaminate suddivise per livelli. Gli interventi prioritari per migliorare l’integrazione intermodale sono: • L’avvicinamento della fermata Cotral alla stazione ferroviaria. • Il miglioramento del coordinamento tra il servizio Cotral e ferroviari. • L’integrazione delle informazioni all’utenza tra i diversi tipi di vettore. L’intervento semplice da attuare e maggiormente carente è l’integrazione delle informazioni all’utenza, tra i diversi tipi di vettore. Gli altri interventi proposti sono la riduzione delle distanze tra la fermata Cotral e la stazione, ed il miglioramento del coordinamento tra il servizio Cotral e ferroviario. L’elevata distanza tra la stazione e le fermate della Cotral è infatti un problema per la quasi totalità delle stazioni esaminate. Le uniche eccezioni riguardano le stazioni di Guidonia, Lanuvio e Padiglione dove la distanza è inferiore a 100 m, valore limite per il trasferimento tra i due modi. Si attestano generalmente su buoni livelli le informazioni disponibili all’utenza, specialmente per il servizio ferroviario, e le caratteristiche di parcheggio offerte. In allegato sono riportati gli interventi della Regione, della Provincia e dei Comuni per la realizzazione di parcheggi. Molte delle necessità di parcheggio nelle stazioni sarebbero ridotte da un deciso intervento di coordinamento tra i servizi autobus e i treni, quale quello 58 proposto dal Piano. Inoltre aree ad elevata accessibilità avrebbero una utilizzazione più idonea. Bracciano ha necessità di una zona di scambio adiacente alla stazione e l’intervento a Pasqualetti, che dista oltre 500 m, ha una funzione esclusivamente per le linee su gomma. Colleferro ha interventi complessivi per 500 posti auto, il numero più elevato. Le Tabelle 33 e 34 riportano gli interventi della Regione, della Provincia e dei Comuni su altre stazioni della provincia. Molti degli interventi sono ancora in una fase molto preliminare. Gli interventi riguardano complessivi 865 posti auto nelle stazioni di Anzio, Fiumicino Guidonia e Tivoli. L’intervento per Fiumicino potrebbe essere assegnato alla nuova stazione di Porto, importante nodo di scambio ferro-gomma. Tabella 29 Rispetto dei criteri e utenti serviti nei due Scenari SA e SI per le stazioni scelte Criteri Stazione Albano Laziale Anguillara Bagni di Tivoli Bracciano Campoleone Cerveteri–Ladispoli Cesano di Roma Ciampino Civitavecchia Colleferro Fara Sabina–Montelibretti Fiumicino Aeroporto Frascati Guidonia–Montecelio Lanuvio Marina di Cerveteri Montebello Monterotondo–Mentana Nettuno Padiglione Pantano Pavona Pomezia–S.Palomba Santa Maria delle Mole Velletri Zagarolo Linea FR4 FR3 FR2 FR3 FR FR5 FR3 FR4/FR6 FR5 FR6 FR1 FR1 FR4 FR2 FR4 FR5 Rm–Vt FR1 FR8 FR8 Rm–Pa FR4 FR7/FR8 FR4 FR4 FR6 Utenti ∆ u > SA > 50% 300 u/h – SI – SI – SI – SI SI SI SI SI SI SI – – – SI SI – – – SI – – – SI – – – – – – – – SI – – – SI – – – – SI SI SI SI SI SI Utenti Nodo di Scambio Metropolitano Interscambio FS SI – – SI** SI SI SI – – – SI SI SI SI – – SI – SI – SI – – – SI SI – – – – – – – – – SI SI – – SI SI – – SI – – – – – – SI SA [u/h] SI* [u/h] 211 395 30 553 18 424 45 502 969 35 2947 1086 691 893 426 391 919 0 98 928 229 4273 707 1004 972 286 375 450 37 606 946 302 98 774 120 432 10 79 44 102 310 310 185 91 460 1404 * In rosso le stazioni con i più grandi incrementi assoluti e % ** Con il raddoppio sostituisce Cesano 59 Tabella 30 Indicatori del livello di servizio delle stazioni selezionate. Periodo 7.15–9.15 Stazione Albano Laziale Tempo medio di attesa SA Distanza stazione fermata Cotral Corse Cotral in coincidenza treni /corse Cotral [minuti] [m] [%] 8 133 22 Anguillara 11 >300 22 Bagni di Tivoli 42 297 15 Bracciano 7 132 0 Campoleone - - - 13 295 0 Cesano di Roma 6 208 100 Ciampino 5 60 82 Civitavecchia 11 106 0 Colleferro 29 108 54 Fara Sabina–Montelibretti 8 259 68 Fiumicino Aeroporto 7 300 50 Frascati 10 112 11 Guidonia–Montecelio 19 65 39 Lanuvio 65 60 17 Marina di Cerveteri 28 > 300 0 Montebello - - - Monterotondo–Mentana 7 140 78 15 151 40 Padiglione 7 70 33 Pantano - - - Pavona 59 126 0 Pomezia–S.Palomba 15 223 0 Santa Maria delle Mole 33 249 15 Velletri 18 254 0 Zagarolo 35 222 100 Cerveteri–Ladispoli Nettuno 60 Tabella 31 Informazioni all’utenza nelle stazioni selezionate Stazione Albano Laziale Anguillara Bagni di Tivoli Bracciano Campoleone Cerveteri–Ladispoli Cesano di Roma Ciampino Civitavecchia Colleferro Fara Sabina–Montelibr. Fiumicino Aeroporto Frascati Guidonia–Montecelio Lanuvio Marina di Cerveteri Montebello Monterotondo–Mentana Nettuno Padiglione Pantano Pavona Pomezia–S.Palomba Santa Maria delle Mole Velletri Zagarolo Presenza Pannelli stazione Pannelli annunci visibili a bordo fissi in sonori treni stazione Display X – X X n.d. X X – X X X X – – – X X – X X n.d. X X – X X – X – – – X X – X X n.d. – X – – X X X X X – X X – X – n.d. – X – – – – X X X X X X n.d. n.d. – X – – X X X n.d. n.d. – X – – – X X n.d. n.d. – X – X X X X n.d. n.d. X X X X – 61 Tabella 32 Parcheggi nelle stazioni selezionate Stato X = Esistenti Stazione Parcheggi Bici Ciclo motori Disabili Posti auto n. Posti bus n. Albano Laziale X – X X 280 n.d. Anguillara X X - X 180 1 Bagni di Tivoli X X X X 250 n.d. Bracciano X – X – 152 – Campoleone X n.d. n.d. n.d. 1032 10 Cerveteri–Ladispoli X X X X – n.d. Cesano di Roma X – – X 100 n.d. Ciampino X X X X 180 n.d. Civitavecchia X X X X 165 n.d. Colleferro X – X X 274 8 Fara S.–Montelibretti X – X X 500 4 Fiumicino Aeroporto X n.d. n.d. X 400 4 Frascati X – – X 226 n.d. Guidonia–Montecelio X X X X 300 n.d. Lanuvio X – X X 53 2 Marina di Cerveteri X X – X 100 n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. Monterotondo–Mentana X X X X 650 n.d. Nettuno X X – X 300 n.d. Padiglione n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. Pantano n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. Pavona X – – X 50 n.d. Pomezia–S. Palomba X – – – n.d. n.d. Santa Maria delle Mole – – – – – n.d. Velletri X – – X 250 6 Montebello Zagarolo X – X 400 n.d. Fonte Provincia di Roma, trasporti mobilità e sicurezza del territorio e della circolazione stradale 62 Tabella 33 Gli interventi migliorativi sulla Cotral Stazione Attestamento Avvicinamento Miglioramento coordinamento Albano Laziale Anguillara X X Bagni di Tivoli Bracciano X Campoleone X Cerveteri–Ladispoli X Cesano di Roma X X X X X Ciampino X Civitavecchia X Colleferro Fara Sabina–Montelibretti X Fiumicino X Frascati X Guidonia–Montecelio X X X Lanuvio X Marina di Cerveteri X X Montebello Monterotondo–Mentana Nettuno Padiglione Pantano X Pavona X Pomezia–S. Palomba X X Santa Maria delle Mole X X Velletri X Zagarolo X X 63 X Tabella 34 Gli interventi di miglioramento dei servizi Stazione Miglioramento informazioni all’utenza ed integrazione tra i diversi vettori Albano Laziale X Anguillara X Bagni di Tivoli X Bracciano X Miglioramento del servizio parcheggi X Campoleone Cerveteri–Ladispoli X Cesano di Roma X Ciampino X Civitavecchia X Colleferro X Fara Sabina–Montelibretti X Fiumicino X Frascati X Guidonia–Montecelio X Lanuvio X Marina di Cerveteri X X X X Montebello Monterotondo–Mentana X Nettuno X Padiglione X X Pavona X X Pomezia–S. Palomba X X S. Maria delle Mole X Velletri X X Zagarolo X X Pantano 64 4. Aree a domanda debole Le aree a domanda debole sono definite in base a 3 criteri: pochi spostamenti, basse densità e tendenza al calo demografico. La prima analisi effettuata riguarda quindi il numero di spostamenti interzonali generati/attratti nella mattina del giorno feriale tipo da ogni zona della provincia di Roma ad esclusione di quelle interne al GRA. Per determinare una classificazione sono stati considerati 5 intervalli con uguale numero di zone, in modo tale che ogni intervallo comprenda un numero di zone che sia il 20% del totale. Si è quindi individuato un primo gruppo con meno di 87 spostamenti, un secondo gruppo di zone con spostamenti compresi tra 87 e 230, un terzo con spostamenti compresi tra 230 e 510, un quarto gruppo con spostamenti compresi tra 510 e 1060, e infine un gruppo con oltre 1060 spostamenti. Nella tavola 24 è rappresentata la classificazione in base al numero di spostamenti generati/attratti dalle zone della provincia di Roma: le aree più chiare sono quelle potenzialmente a domanda debole. Il primo gruppo di zone include alcune aree periferiche del comune di Roma e l’estremo est della provincia intorno al comune di Subiaco. La seconda analisi riguarda la densità degli spostamenti intesa come rapporto tra il numero degli spostamenti generati/attratti da una zona e la sua superficie. Anche in questo caso sono stati considerati 5 intervalli con uguale numero di zone. Il primo gruppo comprende le zone con densità inferiore a 6 spostamenti/km2, il secondo quelle con densità compresa tra 6 e 16 spostamenti/km2, il terzo quelle con densità compresa tra 16 e 35 spostamenti/km2, il quarto quelle con densità compresa tra 35 e 120 spostamenti/km2, e infine il quinto quelle con densità superiore a 120 spostamenti/km2. Nella tavola 25 è rappresentata la classificazione in base alla densità degli spostamenti generati/attratti dalle zone della provincia di Roma: le aree più chiare sono potenziali aree a domanda debole. Rispetto alle zone del primo gruppo individuate nella precedente analisi, si aggiungono i comuni di Allumiere e Tolfa che, pur essendo caratterizzati da molti spostamenti totali, si estendono su una superficie ampia, con conseguente bassa densità di spostamenti. Vengono invece escluse dal primo gruppo alcune zone di carattere urbano aventi ridotta estensione e collocate a ridosso del GRA. La terza analisi effettuata riguarda il trend della popolazione residente. Per evidenziare le zone che tendono al calo demografico, sono stati confrontati i dati ISTAT del 1991 con quelli del 2001. Nella tavola 26 è riportata la variazione della popolazione: le aree più chiare hanno un andamento demografico non crescente. Per determinare le zone a domanda debole si sono quindi considerati i seguenti criteri: • numero di spostamenti generati/attratti non superiore al 20° percentile rispetto alle zone della provincia esterne al GRA (spostamenti ≤ 87 utenti); • densità degli spostamenti generati/attratti non superiore al 20° percentile rispetto alle zone della provincia esterne al GRA (densità ≤ 6 utenti/km2); • andamento demografico non crescente. Le zone a domanda debole che hanno rispettato i 3 criteri sono riportate nella tavola 27. 65 La loro distribuzione sul territorio della provincia, escludendo la tenuta di caccia di Castel Porziano sul litorale romano ed alcune zone ubicate nella fascia periferica nord–ovest del comune di Roma, si concentra a est della provincia di Roma, al confine con la provincia di Frosinone. I comuni sono Anticoli Corrado, Camerata Nuova, Cervara di Roma, Jenne, Percile, Pisoniano, Rocca Canterano, Roiate, Vallepietra e Vivaro Romano. Per identificare un’area caratterizzata da una certa continuità territoriale, i comuni a domanda debole sono stati aggregati come riportato nella tavola 28. In tal modo sono state considerate come zone a domanda debole anche quelle che pur non verificando i criteri sopraelencati, sono necessarie per dare continuità all’area. In particolare sono stati aggiunti: il comune di Vallinfreda che risulta avere un andamento demografico appena crescente (+0.2%); il comune di Riofreddo che risulta avere un andamento demografico crescente (+7.2%) e una densità di spostamento di 6.56 utenti/km2, valore appena superiore a quello utilizzato come criterio (6 utenti/km2); il comune di Cineto Romano che risulta avere un andamento demografico crescente (+14%); il comune di Roviano caratterizzato da 190 utenti generati/attratti e da una densità di 23 utenti/ km2; il comune di Arsoli con 197 utenti generati/attratti e con una densità di 16.2 utenti/ km2; il comune di Marano Equo caratterizzato da 127 utenti generati/attratti; il comune di Agosta con 364 utenti generati/attratti e con una densità di 30 utenti/km2. Per l’esercizio dei servizi pubblici di trasporto locale nelle aree a domanda debole si può ricorrere a sistemi a domanda o taxi collettivo. Questi servizi alternativi sostituirebbero le corse a bassa utenza, attualmente effettuate dalla Cotral. In particolare, considerando le sole linee che effettuano servizio all’interno delle aree identificate come a domanda debole, si potrebbero sopprimere 22 corse che operano tra le 7:15 e le 9:15, attualmente utilizzate da soli 303 passeggeri, per un totale di circa 77000 vetture-km/anno. Le linee in esame sono presentate in Tabella 35, dove sono riportati gli utenti saliti tra le 7:15 e le 9:15, gli utenti-km prodotti nello stesso intervallo, il numero di corse delle singole linee, il numero di vetture-km e quello di vetture-km/anno. 66 Tabella 35 Utenti saliti e utenti-km delle linee interne all’area a domanda debole. Periodo 7:15–9:15 Codice linea saliti [utenti] [utenti*km] n. corse Vetture Vetture km km anno CG21A CAMERATA NUOVA–SUBIACO P.ZA FALCONE 9 135 1 31 8060 GZ89A ROCCA S.STEFANO–SUBIACO DEP 60 463 1 21 5460 MN19A ROVIANO–ROVIANO BV 0 0 1 3 780 MN19D ROVIANO BV–ROVIANO 0 0 1 3 780 MN20A ROVIANO–SUBIACO P.ZA FALCONE 34 436 1 19 4940 MN24A SUBIACO P.ZA FALCONE–ANTICOLI CORRADO 28 189 1 19 4940 SU11A MARANO EQUO–MARANO EQUO BV 0 0 1 2 520 SU11D MARANO EQUO BV–MARANO EQUO 0 0 2 4 1040 SU14A SUBIACO P.ZA FALCONE–CERVARA 1 6 1 13 3380 SU14D CERVARA–SUBIACO P.ZA FALCONE 13 83 2 26 6760 SU15D MOLETTE BV–SUBIACO P.ZA FALCONE 12 76 1 28 7280 SU19D VALLEPIETRA–SUBIACO P.ZA FALCONE 10 158 1 28 7280 SU1D AFFILE–SUBIACO P.ZA FALCONE 6 50 1 9 2340 SU24D ANTICOLI CORRADO–SUBIACO P.ZA FALCONE 62 657 1 19 4940 SU2A SUBIACO P.ZA FALCONE–ARCINAZZO 0 0 1 11 2860 SU2D ARCINAZZO–SUBIACO P.ZA FALCONE 19 195 1 11 2860 SU31A LA MADDALENA–AFFILE 6 38 1 16 4160 SU7D ROCCA DI MEZZO–SUBIACO P.ZA FALCONE 19 204 1 14 3640 SU8D MADONNA DELLA PACE–ROCCA DI MEZZO 0 0 1 9 2340 SU9D MARANO EQUO–SUBIACO P.ZA FALCONE 24 226 1 12 3120 303 2914 22 298 77480 TOTALE 67 5. Il Piano per la Mobilità delle Persone Diversamente Abili La Provincia di Roma ha predisposto il Piano per la Mobilità delle Persone Diversamente Abili in attuazione della L.R. 104/92. L’uso dei mezzi di trasporto pubblico (bus, tram, metropolitana e ferrovia urbana) pone grandi difficoltà di fruizione alle persone su sedia a ruote, ai genitori con passeggini o carrozzine e ai disabili con difficoltà sensoriali. Tali disagi sono dovuti, oltre al mancato adeguamento dei mezzi di trasporto, anche all’inadeguatezza dell’ambiente circostante. Il problema della salita sul mezzo di trasporto di superficie ad esempio (autobus, minibus, tram) avviene in un’area limite tra il mezzo di trasporto stesso e la banchina o il marciapiede urbano. Mentre la metropolitana, che per sua natura è un mezzo per il trasporto urbano di massa e veloce, presuppone che l’utente debba entrare nell’edificio della stazione, convalidare il titolo di viaggio, accedere alla banchina e prendere in brevissimo tempo un treno. Infine il treno, deputato a spostamenti più lunghi, ha una sosta in banchina prolungata ed ha una struttura di stazione molto più complessa. Le problematiche quindi connesse all’accessibilità dei mezzi di trasporto sono diverse a seconda delle peculiarità del sistema stesso, autobus, tram, metropolitana o treno, e richiedono pertanto un approccio specifico a seconda che si tratti di sistemi a guida vincolata o libera. Per i disabili motori occorre eliminare il dislivello tra il veicolo, la banchina o il marciapiede secondo i seguenti criteri: • le fermate delle metropolitane devono avere un divario tra il treno e la banchina, sia in orizzontale che in verticale, che consenta il trasferimento con una sedia a ruote; • nelle fermate dei bus la completa eliminazione del dislivello fra la banchina e il pianale di carico comporta notevoli difficoltà per cui la soluzione preferibile è quella di prevedere una piccola rampa estraibile dal mezzo ed un innalzamento della banchina a circa 16–18 cm dal piano stradale; • sul treno la salita può richiedere l’ausilio di particolari sollevatori meccanici per superare il divario tra mezzo e banchina. In alcuni “treni ad alta frequentazione” (TAF), invece, esiste già una piccola pedana, retrattile nel piano della carrozza, che può essere estratta per raccordare il gap con la banchina nel modo migliore. Per i disabili visivi inoltre, occorre facilitare l’individuazione della porta di accesso ed il riconoscimento della fermata dove scendere integrando due diversi sistemi: • realizzazione di percorsi tattili che conducano alla fermata anche attraverso l’impiego di mappe tattili con scritte a rilievo in large print e in braille; • dispositivi tecnologici che consentano la ricezione di informazioni attraverso il senso uditivo (messaggi vocali). 68 5.1 Il Piano provinciale Il Piano predisposto dalla Provincia pur essendo un intervento settoriale, ha l’obiettivo di contribuire all’attuazione delle finalità della l. n. 104 del 1992 ed in particolare vuole: • garantire il pieno rispetto della dignità umana e il diritto di libertà e autonomia della persona disabile e la promozione della piena integrazione nella famiglia, nella scuola, nel lavoro e nella società; • prevenire e rimuovere le condizioni invalidanti che impediscono lo sviluppo della persona umana, il raggiungimento della massima autonomia possibile e la partecipazione della persona disabile alla vita della collettività; • perseguire il recupero sociale della persona affetta da minorazioni fisiche, psichiche e sensoriali e assicurare i servizi per la prevenzione, la cura e la riabilitazione; • superare stati di emarginazione e di esclusione sociale della persona disabile. Il Piano quindi tende a realizzare i principi della “non discriminazione”, delle “pari opportunità”, delle “maggiori gravità” e della “concreta integrazione” con un’offerta di mobilità integrativa che mira ad eliminare lo svantaggio derivante dalla situazione di diversa abilità ed in particolare a risolvere le situazioni di bisogno che gravano sulle persone con diversa abilità e sulle loro famiglie. Il Piano garantisce l’accessibilità intesa come sintesi di dotazioni infrastrutturali, strumentali e di servizi idonei ed utili all’autonomia e facilità di spostamento negli spazi urbani ed extraurbani attraverso mezzi accessibili, per offrire maggiori opportunità nell’accesso – oltre che ai servizi di base – anche allo sport ed alle attività culturali e ricreative. 5.2 I fabbisogni di trasporto pubblico locale dei residenti nella provincia di Roma La carenza di dati di fonti ufficiali ha richiesto la raccolta di dati originali mediante una indagine diretta con il coinvolgimento dei Comuni e delle ASL. L’indagine diretta, compiuta tramite questionari, ha permesso di costituire una base dati con 1090 schede percorsi (1 scheda per utente diversamente abile), provenienti da 106 comuni della provincia, per una copertura di oltre l’89% dei comuni della provincia. Complessivamente sono stati rilevati oltre 1300 percorsi (ogni persona poteva proporre massimo 3 percorsi). Le persone che hanno partecipato all’indagine sono in prevalenza deambulanti (42,9%), di età tra i 14 e i 65 anni (54%), e si spostano per raggiungere strutture sanitarie (oltre il 55%). Il mezzo utilizzato per tali spostamenti è quasi sempre un autovettura privata (68,2%), mentre solo nell’8,2% dei casi vengono utilizzati mezzi di trasporto pubblici. L’elaborazione e rappresentazione dei dati con un GIS (sistema di informazione geografica) ha permesso di determinare: • le origini e le destinazioni degli spostamenti degli utenti (matrici OD); • la rappresentazione dei servizi esistenti. 69 5.3 Strategie di attuazione Gli obiettivi fissati dal Piano verranno raggiunti attraverso l’individuazione di specifiche linee strategiche alle quali corrispondono una serie di azioni. Queste ultime verranno attuate secondo tre differenti archi temporali: breve, medio e lungo termine. Gli obiettivi specifici, le strategie e le azioni del Piano, distinte in breve, medio e lungo termine, sono riportati in Tabella 36. 5.4 Interventi attuati ed in corso di realizzazione Servizio di trasporto a chiamata e prenotazione per i diversamente abili Il servizio è stato preceduto da un intervento pilota della durata complessiva di un anno. La sperimentazione era finalizzata a conoscere l’effettiva domanda di trasporto, rispetto alle stime, a dimensionare il servizio, a valutare i costi, ed a perfezionare sul lavoro la programmazione e gestione del servizio da parte degli addetti. Il servizio è attivo su tutto il territorio provinciale dal lunedì al venerdì tra le 8.00 e le 22.00, il sabato tra le 15.00 e le 24.00. Un call center riceve le prenotazioni da parte degli utenti abilitati. Accessibilità ai servizi su ferro Nella stazione di Nettuno è stato collocato il primo elevatore per favorire la salita sui treni. L’attrezzatura è in gestione da Trenitalia e viene utilizzata regolarmente. I recenti convogli ferroviari acquistati dalla Provincia di Roma, Vivalto e Minuetto, regolarmente in funzione sulle linee FR, sono tutti dotati di pedana mobile. Accessibilità ai servizi su gomma E’ in corso la verifica della fruibilità dei diversamente abili ai capolinea della Cotral. L’obiettivo è di garantire l’accessibilità a partire dai capolinea per estenderla successivamente alle fermate, con un ordine di priorità dipendente dal numero di utenti. L’accessibilità una volta realizzata sarà prioritariamente utilizzata dal servizio a chiamata. Scuola guida per disabili e sportello di consulenza mobilità disabili Le due iniziative sono complementari al Piano e servono al rafforzamento delle azioni previste. La prima è stata promossa con le Associazioni delle Autoscuole alle quali sono state assegnate alcune vetture con comandi adattati. La seconda serve a informare gli utenti delle azioni che il Piano gradualmente realizzerà. Con le Associazioni è inoltre in corso di realizzazione un prototipo di vettura sali e guida che consente di mettersi al volante senza scendere dalla carrozzella. Con il supporto dell’Ente nazionale Sordomuti onlus, l’Anglat, è stato promosso un corso sperimentale per la formazione dei docenti delle autoscuole sulle modalità di comunicazione visiva da adottare con le persone sorde nell’insegnamento teorico e pratico di scuola guida. 70 Tabella 36 Quadro riassuntivo degli interventi Obiettivi specifici Linee strategiche Adeguamento del servizio pubblico su gomma locale Incremento dell’offerta del trasporto pubblico per i diversamente abili Azioni Indizione gara per l’affidamento del servizio Attivazione di un call center e centrale operativa Servizio minibus a chiamata Istituzione di una commissione di monitoraggio e controllo sul servizio Collegamento del servizio in rete con l’Amministrazione provinciale Collegamento in rete delle associazioni operanti sul territorio Verifica dei regolamenti comunali ed elaborazione di linee guida sull’accessibilità dei servizi Incremento dell’offerta di taxi e autovetture ncc per i diversamente abili Servizio di taxi ed autovetture accessibili Analisi dell’offerta e verifica delle eventuali convenzioni stipulate dai comuni Predisposizione di una convenzione tipo e stesura di un bando per la concessione di contributi per l’acquisto di auto accessibili Servizio di Analisi dell’offerta e verifica da parte della assistenza alla salita Provincia dei regolamenti comunali e discesa attivo 24 Stesura convenzione e attivazione del servizio ore su 24 Introduzione nel bando di gara di requisiti e garanzie relativi al trasporto di persone disabili Autobus accessibili Adeguamento del servizio pubblico di trasporto gran turismo ed interregionale Analisi della domanda e analisi economicofinanziaria degli interventi Ammodernamento degli autobus attraverso convenzioni e contributi provinciali Redazione dell’indagine dello stato di fatto, Superamento delle barriere alle fermate individuazione degli interventi, analisi economicofinanziaria, realizzazione Adeguamento del servizio pubblico ferroviario Superamento delle barriere nelle stazioni dedicate Carrozza pilota accessibile Analisi dello stato di fatto dei programmi del gestore del servizio, analisi della domanda, analisi economico finanziaria e redazione di un protocollo di intesa con il gestore stesso Realizzazione di rampe ed elevatori per le stazioni dedicate Collaborazione alla progettazione e alla realizzazione della carrozza con l’ente gestore Breve termine Medio termine Lungo termine 71 6. Il car pooling Il Car Pooling è un sistema di trasporto effettuato con mezzo privato ed organizzato dai lavoratori di aziende situate nella medesima zona, per utilizzare una sola autovettura, con più persone a bordo, che compiono un medesimo tragitto – itinerario. L'obiettivo è di diminuire il numero delle vetture circolanti, a parità di spostamenti, e di conseguenza ottenere benefici sull’ambiente. L'idea è semplice ma, pur incentivato dal Decreto per la "riduzione dell'uso del mezzo di trasporto individuale..." (D. Lgsl. 27/03/1998), come altri strumenti di mobilità, non ha avuto successo in Italia, forse anche per la mancanza di efficaci incentivi. Infatti bisogna prevedere per il suo sviluppo: aree di parcheggio dedicate, bonus sugli abbonamenti dei trasporti pubblici, flessibilità negli orari di ingresso e uscita, etc. Ad oggi tale modalità risulta ampliamente utilizzata all'interno delle aziende, ma in modo spontaneo e non coordinato, non ottenendo quindi i risultati potenziali raggiungibili tramite una gestione unitaria ed efficiente, anche attraverso l'utilizzo di mezzi informatici e telematici. Gli sviluppi più significativi si sono avuti negli Stati Uniti dove, ad oggi, esistono agenzie di raccolta e smistamento dati: gli utenti comunicano telefonicamente o via Internet le proprie disponibilità ed esigenze, il call center provvede, quindi, a fornire i dati relativi più idonei. Gli aspetti positivi del Car Pooling, riscontrati nell'esperienza americana, sono i seguenti: • flessibilità: lo si può utilizzare anche solo una volta alla settimana; • comodità: può evitare gli ingorghi del traffico, quando gli è consentito di utilizzare corsie riservate, o può trovare con più facilità parcheggio gli è consentito di utilizzare parcheggi riservati in azienda; • utilità: non è necessario possedere un'automobile, si può far parte di un "pool" come passeggero. Nel servizio attuato in Svizzera, i partecipanti devono essere registrati. La registrazione può avvenire elettronicamente e consente di utilizzare il servizio immediatamente. In qualità di user non registrato si possono guardare le inserzioni di altri utilizzatori ma non si possono controllare informazioni ed indirizzi personali. Per quanto riguarda i costi, se la registrazione avviene tramite Internet, è gratis; se avviene tramite posta o tramite telefonata al call center, si pagano 25 franchi svizzeri all'anno. Non vi sono costi aggiuntivi e si può utilizzare il servizio quanto e quando si vuole. La Provincia di Roma ha avviato da tempo una attività di Mobility Management limitata però ai suoi dipendenti ed ha sviluppato con l’ACI il Piano degli spostamenti casa – lavoro (PSCL). La proposta del Piano è di estendere il Mobility Management al territorio provinciale con la nomina di un Mobility Manager d’Area, come previsto dalla legge, e di sostenere forme alternative di trasporto, come il car pool. 72 L’ATAC, agenzia della mobilità del Comune di Roma, è il Mobility Manager d’Area del Comune e fornisce alcune attività di sostegno, come il car-sharing. Il car pooling necessita però di una dimensione territoriale maggiore per poter avere successo tra i pendolari. La Provincia, come capofila di un progetto innovativo, deve mettere a disposizione un Centro per il car pool dotato di software specializzato per la formazione automatica degli equipaggi nel territorio provinciale partendo da singoli individui, da singole aziende o da distretti. L’iniziativa, promossa dall’Assessorato alla Mobilità e ai Trasporti della Provincia, è riservata a tutti i residenti della Provincia. Occorre effettuare una campagna di sensibilizzazione e rendere visibile il sistema con appositi pannelli posti con grande risalto sulle consolari e autostrade verso Roma dove è riportato un telefono e un sito Figura 10. Provincia di Roma Car Pool - Viaggiare insieme Informazioni sul servizio T. 06….. Internet WWW…… Figura 10 Esempio di informazioni sul pannello stradale Per accedere al servizio e stabilire la composizione dell’equipaggio è sufficiente accreditarsi sul sito internet della Provincia. In base al numero degli accrediti, agli orari e ai luoghi di partenza e destinazione, a particolari esigenze, il sistema permette la segnalazione di potenziali compagni di viaggio; eventualità che però non comporta alcun obbligo per i componenti di formare l’equipaggio per effettuare lo spostamento. Gli accreditati riceveranno in modo automatico una e-mail nella quale verranno riferiti i nominativi e i contatti di posta elettronica degli altri componenti ed il percorso ottimale da effettuare sulla base degli orari e della disponibilità dell’automobile. Può così aver inizio la fase di contrattazione: ogni potenziale componente dell’equipaggio contatterà i possibili compagni per stabilire in dettaglio le modalità ed eventualmente apportare delle modifiche a quanto previsto dal software. L’attuazione del car pooling permette di ottenere benefici diretti: in primo luogo, una complessiva riduzione dei veicoli e quindi dei chilometri percorsi delle auto circolanti (a parità di spostamenti effettuati) e conseguentemente una riduzione delle emissioni da traffico veicolare; ma anche benefici indiretti quali la riduzione dei veicoli privati lungo le strade che permette di ottenere una maggiore fluidificazione del traffico. 73 7. Informazione all’utenza Il capitolo intende fornire indicazioni su come dovrebbe essere inteso un moderno ed efficiente servizio di informazioni per gli utenti e analizzare l’attuale servizio informativo offerto. Essenzialmente le informazioni disponibili sono di due tipologie, quelle fisiche, intese come tabelle orarie, display, paline informative, opuscoli e quelle virtuali ossia informazioni reperibili telefonicamente o attraverso il web. Fisicamente le informazioni sugli orari di partenza, arrivo o passaggio dei diversi vettori sono disponibili nelle stazioni, per ciò che riguarda il trasporto ferroviario, ai capolinea e alle paline delle singole fermate per il trasporto pubblico urbano ed extra urbano; informazioni relative ad un servizio di metropolitana assumono invece poca importanza per l’elevata frequenza di passaggio dello specifico vettore. Per accedere alle informazioni desiderate virtualmente bisogna avere un telefono o una connessione internet. In questo caso l’utente ricerca le informazioni attivamente, solitamente prima di intraprendere lo specifico spostamento. A valle di queste considerazioni un moderno ed efficiente sistema informativo per l’utenza dovrebbe basarsi sulla completezza e sulla totale integrazione delle informazioni tra le diverse tipologie di trasporto offerte (ferrovia, trasporto pubblico urbano ed extra urbano). Le informazioni dovrebbero essere esaustive sia per gli orari di partenza, arrivo e passaggio sia per le coincidenze esistenti tra uguali o differenti tipologie di vettori. Per ottenere questo grado di completezza e integrazione le tabelle orarie devono essere presenti sia nelle stazioni ferroviarie che nei capolinea e sulle paline delle fermate dei diversi sistemi di trasporto pubblico urbano ed extraurbano. Gli orari devono essere completi e integrati tra i diversi vettori ossia in grado di fornire informazioni: • sul vettore attualmente in uso (orari di partenza, arrivo e passaggio); • sui possibili nodi di scambio disponibili sulla linea attualmente in uso (orari di arrivo al nodo di scambio e di partenza dei diversi vettori alternativi disponibili). Per quello che riguarda le informazioni cosiddette virtuali l’utente deve essere in grado di ottenere le informazioni riguardanti il percorso prescelto inserendo come input destinazione e data, ora e luogo di partenza; queste informazioni non devono essere limitate allo specifico vettore selezionato ma comprendere tutte le tipologie di trasporto esistenti sul territorio considerato. L’ultima considerazione riguarda la lingua con cui offrire un efficiente sistema informativo. Essendo la provincia di Roma un territorio con una forte vocazione turistica risulta oggi impensabile non fornire le informazioni sia fisiche che virtuali anche nella lingua inglese ormai affermatasi come linguaggio universalmente conosciuto. Alla luce di questa analisi verranno di seguito esaminati i differenti servizi di informazione all’utenza offerti da FS, METRO e COTRAL. Il servizio d’informazione offerto da FS risulta essere essenzialmente efficiente per ciò che concerne la specifica offerta ferroviaria, sia nelle stazioni che attraverso servizi telefonici e on line. Sia i capolinea che le fermate offrono indicazioni sulle linee interessanti la stazione, dando informazioni sia sugli orari di partenza che di arrivo dei treni. E’ stato constatato 74 anche un buon livello informativo offerto tramite opuscoli che riportano notizie riguardanti le reti locali o anche quelle a livello nazionale. Il servizio è completato dalla presenza di un numero verde attivo in tutta Italia (89.20.21), in grado di dare informazioni riguardanti percorsi, orari, prenotazioni ed eventuali scioperi, e da un efficace sito web (www.trenitalia.it) in cui è possibile conoscere tutti gli orari, i percorsi e effettuare prenotazioni a livello nazionale inserendo il luogo di arrivo e il luogo, la data e l’ora di partenza Figura 11. Figura 11 Criteri di scelta disponibili per l’utente sul sito di FS Il sistema informativo offerto dalle FS è di discreto livello, in quanto presente in tutte le stazioni, e di facile reperibilità sia utilizzando mezzi fisici, come gli opuscoli, sia via telefono o via internet. Gli interventi proposti riguardano un’integrazione delle informazioni di FS con METRO e COTRAL sia fisicamente che virtualmente. Questo implica: • nelle stazioni la presenza degli orari dei diversi vettori lì disponibili; • sul web o telefonicamente poter reperire informazioni comprensive delle diverse tipologie di trasporto presenti sul territorio in funzione del percorso scelto dall’utente. Per quanto riguarda il servizio offerto da Cotral i capolinea forniscono nella totalità dei casi gli orari di partenza dei bus, con i rispettivi tragitti, ma non danno notizie sugli orari di arrivo alle principali fermate. Le fermate lungo i percorsi invece sono totalmente sprovviste di tabelle informative sia delle linee interessanti la fermata stessa, sia degli orari di transito. E’ stato invece di recente attivato un indirizzo internet www.cotralspa.it e un numero verde (800.150.008) dove si possono ottenere informazioni sulla rete del trasporto pubblico Cotral di tutta la regione, orari percorsi e tariffe. Questi nuovi servizi offerti da Cotral risultano 75 essere poco efficienti: il numero verde non è attivo dal novembre 2005 Figura 12, mentre il servizio di informazione su internet ha funzionato per un periodo ed attualmente è in corso di aggiornamento Figura 13. Figura 12 Sospensione del servizio del numero verde della Cotral (evidenziata nel cerchio rosso) Figura 13 Criteri di scelta disponibili per l’utente sul sito della Cotral 76 Gli interventi riguardanti il servizio d’informazione offerto dalla Cotral sono: • fisicamente l’installazione di tabelle orarie dettagliate in tutte i capolinea e in tutte le stazioni ferroviarie interessate dalle linee bus; l’installazione di tabelle riportanti le linee e gli orari di passaggio alle fermate situate lungo i percorsi, o per lo meno alle fermate più frequentate dagli utenti; l’introduzione di un opuscolo riportante le linee, i percorsi e gli orari, messo a disposizione non solo nei capolinea, ma anche nelle stazioni ferroviarie e nelle edicole; • La riattivazione del servizio di informazione telefonico e l’ottimizzazione quello disponibile sul web. Per quanto concerne il servizio offerto da METRO (gestore delle linee metropolitane A e B e delle tre ferrovie concesse Roma–Lido, Roma–Pantano e Roma–Viterbo) nei capolinea e nelle fermate è stato riscontrato un soddisfacente sistema informativo, con notizie riguardanti i treni e i relativi orari di passaggio, oltre agli orari di arrivo alle altre stazioni. La presenza inoltre di un opuscolo riportante gli orari e le fermate dei treni garantisce un buon livello informativo. Manca invece un servizio telefonico per i clienti, in grado di dare informazioni sulle stazioni, sui treni, sui percorsi e gli orari mentre è presente un sito web www.metroroma.it (Figura 14) ove poter reperire questo tipo di informazioni. Figura 14 Criteri di scelta disponibili per l’utente sul sito di METRO Gli interventi proposti riguardano un’integrazione delle informazioni di METRO con FS e Cotral sia fisicamente che virtualmente. Questo implica: • nelle stazioni la presenza degli orari dei diversi vettori lì disponibili; 77 • sul web il reperimento di informazioni comprensive delle diverse tipologie di trasporto presenti sul territorio in funzione del percorso scelto dall’utente; • l’attivazione di un servizio di informazione telefonico per tutti gli utenti sprovvisti di un collegamento internet. Alla luce di questa analisi è chiaro che il maggior problema risulta essere la mancanza di una efficiente integrazione delle informazioni tra i diversi sistemi di trasporto pubblico disponibili sul territorio della provincia di Roma, compreso il trasporto locale di grande importanza per l’adduzione alle stazioni. La proposta del Piano è di realizzare un unico sistema informativo riguardante tutto il trasporto pubblico, con una pubblicazione, un cd e un sistema on line in grado di fornire tutte le informazioni sulle linee bus, sui treni e sulle coincidenze bus/treno. 78 8. Il monitoraggio dei servizi La normativa più recente, di derivazione comunitaria, riconosce al cittadino–utente il diritto ad ottenere un servizio pubblico rispondente ad uno standard qualitativo minimo. Di conseguenza l’attività posta in essere dalle aziende gerenti il Trasporto Pubblico Locale, oltre ad essere economica (come qualsiasi attività che comporta utilizzazione di risorse pubbliche), deve assicurare determinati standard qualitativi. Le indagini condotte dalle Sezioni regionali hanno consentito di accertare la pressoché totale assenza di compiuti sistemi di monitoraggio e controllo della gestione dei servizi di interesse regionale e locale, sebbene sia in generale condivisa l’importanza di siffatte attività cui è in buona parte affidato il successo della riforma introdotta dal d.lgs. 422/97. La situazione al riguardo registrata sul territorio è sostanzialmente uniforme dal momento che, nelle stesse realtà dove è in avanzato stato evolutivo la attuazione concreta del nuovo modello gestionale basato su affidamenti di natura concorsuale, le problematiche del controllo non sono state ancora efficacemente risolte. In verità la stessa individuazione degli standard di qualità è un’operazione dinamica in quanto, basandosi sulle esigenze dell’utenza, va costantemente aggiornata. Da questo punto di vista diventa fondamentale la percezione della qualità del servizio da parte degli utenti (cosiddetta customer satisfaction) che, se misurata con meccanismi che ne garantiscano una rilevazione oggettiva ed esatta, può diventare un indicatore dei bisogni potenziali degli utenti sulla base dei quali progettare in modo mirato i servizi di trasporto e allocare correttamente le risorse e gli investimenti. Per dare il giusto valore alle indagini di customer satisfaction, bisogna correttamente tener presenti due fattori: in primo luogo, la parzialità delle stesse, dato che il sondaggio viene indirizzato verso un’utenza che già utilizza il servizio e, in linea di massima, lo ritiene soddisfacente e non considera, invece, gli altri cittadini, potenziali e/o insoddisfatti utenti. In secondo luogo è da verificare se un accertamento così delicato possa essere demandato in via esclusiva al gestore del servizio, i cui obiettivi, anche in termini di qualità, non necessariamente coincidono con quelli dell’amministrazione committente. Da tutto ciò sorge l’esigenza di introdurre metodologie maggiormente garantiste, magari attraverso l’intervento di un’autorità indipendente istituzionalmente competente a valutare la qualità. L’Osservatorio di un sistema di trasporti è, principalmente, un processo informativo volto al monitoraggio dello stato evolutivo del Trasporto Pubblico Locale e inoltre tiene sotto costante controllo i seguenti elementi: 1. coerenza fra obiettivi perseguiti e interventi programmati per raggiungerli; 2. rispondenza fra modellizzazione del sistema e suo effettivo comportamento; 3. valutazione dei risultati. Il monitoraggio può essere quindi definito come l’osservazione sistematica, fatta a scopo di controllo, di grandezze variabili nel tempo, e assume particolare rilievo in tutte quelle 79 situazioni in cui si possono verificare divergenze significative fra valori attesi e valori effettivi delle variabili rilevanti. L’Osservatorio terrà, quindi, sotto controllo un insieme di indicatori sulla domanda, sull’offerta di trasporto e sull’interazione mobilità–ambiente. Questo perché ciascun settore del sistema di trasporto, e in generale dei pubblici servizi, può essere visto come parte componente di un più ampio sistema o come formato da più sottosistemi. Molto spesso sorge, quindi, il problema di misurare i risultati di uno specifico programma o intervento, in relazione ai risultati più ampi della politica nel cui filone quel programma o quell’intervento si muovono. A fini del monitoraggio si possono adottare sistemi telematici in grado di: • stabilire il numero di passeggeri a bordo; • individuare, in tempo reale, la posizione dei veicoli della flotta con tutte le caratteristiche (indirizzo, direzione, velocità); • visualizzare le posizioni su mappe vettoriali; • impostare rilevazioni a tempo delle posizioni di tutti i mezzi o di una loro selezione con la possibilità di personalizzare una serie di parametri (la cadenza dell’invio di posizioni, lo stato del veicolo — motore acceso o spento e altro ancora). Tutti gli indicatori sopra citati dovranno essere monitorati sia dal punto di vista dell’efficienza che da quello dell’efficacia. In particolare, l’efficienza è una misura di quanto costa ciascuna unità di output. L’efficacia è una misura della qualità dell’output: quanto correttamente è stato raggiunto il risultato prefissato? Sia l’efficienza che l’efficacia sono di grande importanza. Nel campo della Pubblica Amministrazione, generalmente, l’attenzione viene focalizzata solo sull’efficienza, mentre il cittadino concentra la sua attenzione principalmente sull’efficacia: egli, per esempio, accetterebbe di sicuro una riduzione delle tasse ma, se ciò significasse spendere ore per raggiungere il proprio posto di lavoro a causa dell’insufficienza del sistema di trasporto, sicuramente sarebbe favorevole ad una politica di investimenti nel settore dei trasporti. Si può dire che l’efficienza è condizione necessaria ma non sufficiente per realizzare l’efficacia. Quest’ultima è verificata, infatti, quando, per date condizioni al contorno, l’insieme di interventi realizzati portano ad una modifica quantitativa e qualitativa dei servizi offerti tale da risultare la migliore possibile dal punto di vista anche del loro gradimento da parte degli utenti, che ne sono i naturali destinatari. Le verifiche di efficienza sono, pertanto, relativamente più facili di quelle di efficacia, poiché le prime riguardano solo i processi, mentre le seconde coinvolgono il comportamento degli individui. Nella prospettiva, poi, di una ottimizzazione delle gestioni anche attraverso la piena integrazione della rete plurimodale, sarebbe opportuno facilitare la circolazione delle informazioni attraverso l’allestimento a livello regionale di una banca dati alimentata da flussi costanti derivanti dalle aziende e dagli enti locali. Con riferimento ai controlli esterni, è necessario sottolineare che soltanto l’attività di controllo rimessa all’ente pubblico committente può garantire l’utente, in quanto i controlli del gestore non possono, nella sostanza, che essere finalizzati alla mera verifica dell’efficacia della gestione. L’effettività del sistema richiede, tra l’altro, non solo la previsione, ma anche 80 e soprattutto il corretto e tempestivo funzionamento di un adeguato apparato di monitoraggio e controllo. Sembra particolarmente utile e opportuno istituire dei punti di consultazione anonima della utenza, facilmente accessibili al pubblico, corredati da una procedura di esame imparziale delle segnalazioni, soggetta a report periodico, anch’esso accessibile al pubblico. Si verrebbe in tal modo a determinare un rapporto triangolare il quale, almeno in teoria, dovrebbe innescare un circolo virtuoso, che orienti l’attività delle imprese gerenti verso la corrispondenza tra servizi offerti, servizi oggetto della prestazione contrattuale e servizi attesi dagli utenti. Questo sistema potrebbe essere gestito dalla Provincia stessa, che ha un rapporto più vicino all’utenza. In questo caso essa è destinata a divenire il centro di una vera e propria rete di scambio, di dati, di informazioni e potrebbe adottare la stessa metodologia alla mobilità cittadina e alla sicurezza stradale. In questo modo l’Amministrazione ambirà a trasformarsi in un vero e proprio centro di consultazione permanente, per i cittadini, le associazioni e le istituzioni, presso cui attingere ad informazioni, fare proposte e/o denunce, sia su singoli progetti che sui temi della mobilità. Promuoverà un'attività di monitoraggio del consenso, inteso come soddisfazione dei cittadini per le condizioni di svolgimento della mobilità. Dialogo, informazione, consultazione, partecipazione: queste, alcune tra le vocazioni dell’Osservatorio della Mobilità L’informazione alla pubblica opinione, la consultazione con i cittadini e il coinvolgimento degli stessi sui temi della mobilità, rappresentano, assieme alla raccolta e all’elaborazione dei dati, le peculiarità dell’Osservatorio. 81 9. I costi del Piano Il Piano prevede interventi sulle infrastrutture e sui servizi: 1. Infrastrutture ferroviarie 2. Infrastrutture viarie (corridoi del trasporto pubblico) 3. Stazioni da potenziare 4. Servizi ferroviari 5. Servizi Cotral 1. Gli interventi infrastrutturali del Protocollo di Intesa del febbraio 2006 sono riportati nel Quadro economico degli interventi, allegato 4 del Protocollo, e nella Tabella 37. Gli interventi sono raggruppati in tre scenari 2006 – 2007, 2008 – 2010 e 2011 – 2015. I primi due scenari sono nel periodo di validità del Piano, mentre l’ultimo rientra nell’orizzonte temporale del PTPG. Gli interventi sono suddivisi in finanziati, parzialmente finanziati, pianificati da finanziare, da pianificare e finanziare. I firmatari del Protocollo non hanno quantificato gli investimenti necessari e questi però non sono sicuramente di competenza della Provincia, compresi quelli proposti dal Piano. 2. Le infrastrutture viarie considerate dal Piano sono i cosiddetti Corridoi del Trasporto Pubblico. I corridoi servono alla realizzazione di servizi rapidi, protetti dalla congestione del traffico. I corridoi sono una soluzione economica e rapida per il miglioramento del trasporto pubblico. I Corridoi sono 11 concentrati nell’arco che va da Fiumicino a Fiano Romano in senso antiorario. Sommano complessivamente a 178 km con un costo complessivo di M€ 445. Un primo studio di fattibilità ha selezionato 5 Corridoi prioritari, che sviluppano 75 km e costano 225 M€, di cui sono finanziati dalla Regione Lazio nel triennio con trasferimenti alla provincia di Roma 32,5 M€. 3. Le stazioni da potenziare sono le 14 adibite a nodo di scambio metropolitano più altre 12 risultate maggiormente attrattive, in conseguenza dell’intermodalità. Gli interventi riguardano opere per migliorare l’accessibilità del trasporto autobus (Cotral e TPL), coordinamento orari, servizio parcheggi e informazioni all’utenza (applicazioni di ICT). Il costo somma complessivamente a 20 M€. 4. I servizi ferroviari aggiuntivi a quelli presenti nello scenario attuale sommano ad 1 milione di treni-km, che ad un costo di € 9,6 al km rappresentano M€ 9,6. Occorre però considerare che circa la metà sono già coperti dai servizi aggiuntivi della Provincia. 5. I servizi della Cotral aggiuntivi sono necessari per migliorare la qualità dei servizi, oggi spesso sovraffollati nelle ore di punta, e per migliorare l’accessibilità delle stazioni ferroviarie, oggi spesso non servite regolarmente dai servizi autobus. Il totale è di 650.000 autobus km, che ad un costo di € 3,5 al km, rappresentano M€ 2,5. La ristrutturazione della rete proposta dal Piano ridurrà la necessità di attestare le linee nei nodi di scambio all’altezza del GRA, diminuendo mediamente la lunghezza delle linee, e la modifica del servizio nelle aree a domanda debole farà risparmiare circa 80.000 autobus-km. La Tabella 38 riporta il riepilogo dei costi per gli interventi del Piano di cui parzialmente dovrà farsi carico anche la Provincia di Roma. 82 Tabella 37 Quadro economico degli interventi – Protocollo di Intesa febbraio 2006 e PdB Scenari/ Interventi Finanziati 2006–2007 Raddoppio Prenestina– Lunghezza Raddoppio Lunghezza– Guidonia Quarto binario tra trastevere e S. Pietro Fermate di Guidonia, Collefiorito e Ponte di Nona Fermate di Fiera di Roma, Serenissima, Togliatti, La Rustica città, Quattro Venti, Val d’Ala Parzialmente finanziati 2008–2010 – Nuovo PRG ed ACEI di Ciampino e Capannelle 2011–2015 – – Nuovo PRG ed ACEI di Tuscolana e Casilina Fermata di Pigneto Pianificati da finanziare – Raddoppio Cesano– Bracciano Chiusura anello Cintura Nord, comprese le fermate di Vigna Clarae Tor di Quinto, le bretelle di maccarese e P. Galeria Chiusura anello Cintura Sud con le fermate di Vitinia, Castel Romano e Pomezia città Prolungamento Passo Corese–Osteria Nuova con la stazione di Osteria Nuova Centro intermodale del Tevere a Fara Sabina: ° fase funzionale Pianificare e finanziare Potenziamento linea Frascati–Ciampino Potenziamento Campoleone–Nettuno Stazioni RSU Fermate di Villa Senni, Massimina, Divino Amore Centro intermodale del Tevere a Fara Sabina: Integrazione di 1° fase, 2° fase per collegamento con linea DD Roma Firenze Potenziamento Fiumicino–Roma Proposti dal PdB Potenziamento dei sistemi di comando e controllo (segnalamento metropolitano) fra le stazioni di Roma Tiburtina e di Roma S. Pietro, il semi–anello nord della cintura, Roma S. Pietro–Cesano, Capannelle–Roma Casilina, Fara Sabina–Fiumicino e Tiburtina–Guidonia Sestuplicamento Roma Tuscolana–Roma Ostiense Allungamento delle banchine a 250 m Eliminazione dei passaggi a livello Compatibilità dei flussi nelle stazioni di Casilina, Tuscolana e Ostiense 83 – Tabella 38 Principali categorie di intervento e relativi costi Intervento Quantità Corridoi del TP** Stazioni Servizi ferroviari Servizi Cotral* Costo totale Costo M€ 178 km 445,0 26 20,0 1.000.000 treni-km 9,6 650.000 autobus-km 2,3 476,9 84 10. Aspetti legislativi delle politiche di Piano 10.1 Il quadro legislativo comunitario A livello comunitario il panorama normativo in materia di Trasporto Pubblico Locale (TPL) è attualmente in fase di revisione. È, infatti, all’esame della Commissione Europea una proposta di Regolamento comunitario in materia di trasporto pubblico finalizzata a sostituire i Regolamenti CEE n. 1191/69 e n. 1893/91. La proposta in questione si inserisce nell’ambito di un quadro normativo comunitario emanato quando il settore dei trasporti era caratterizzato dalla presenza di imprese esclusivamente nazionali, regionali o locali. Attualmente si assiste, invece, all’emergere di un mercato unico dove i trasporti pubblici vengono forniti su scala europea. Da qui nasce la necessità di rivedere la normativa in materia. Per comprendere il significato e la portata di tale proposta, che sarà descritta nel paragrafo 1.1.6, occorre analizzare il quadro normativo ancora vigente. 10.1.1 Il Regolamento n. 1191/69 Il regolamento n. 1191/69, disciplinando i servizi ferroviari e di autobus a lunga percorrenza, dona una definizione di “obblighi (o oneri) di servizio pubblico” (OSP) e ne regola la soppressione e/o l’eventuale mantenimento. Gli “obblighi di servizio pubblico” sono quindi quegli oneri che le imprese di trasporto pubblico, se considerassero esclusivamente il proprio interesse commerciale, non si assumerebbero del tutto o non si assumerebbero nella stessa misura né alle stesse condizioni. Il Regolamento mira ad eliminare le disparità di trattamento create dall’imposizione alle imprese di trasporto, da parte degli Stati membri, di questi obblighi e a garantire che i bilanci di dette imprese rimangano in equilibrio. Ove non sia possibile eliminare questi oneri, al fine di assicurare la fornitura di servizi di trasporto sufficienti, l’art. 3 del Regolamento fornisce metodi dettagliati per il calcolo delle compensazioni che dovranno essere erogate agli operatori. Gli oneri connessi alla prestazione di servizi pubblici di trasporto si distinguono in: • obbligo di esercizio: è l’obbligo per le imprese di trasporto di adottare, per le linee o gli impianti il cui esercizio sia stato loro affidato mediante concessione o autorizzazione equivalente, tutte le misure atte a garantire un servizio di trasporto conforme a determinate norme di continuità, regolarità e capacità. Tale nozione comprende anche l’obbligo di garantire servizi complementari e quello di mantenere in buono stato gli impianti ed il materiale. • obbligo di trasporto: è l’obbligo di accettare ed effettuare qualsiasi trasporto di persone o di merci a prezzi e condizioni di trasporto determinati. • obbligo tariffario: è l’obbligo di applicare prezzi stabiliti o omologati dalle pubbliche autorità in contrasto con l’interesse commerciale dell’impresa. Un obbligo di esercizio o di trasporto comporta svantaggi economici se la sua soppressione totale o parziale comporta una riduzione delle spese superiore alla diminuzione degli introiti 85 causata da detta soppressione. Un obbligo tariffario comporta svantaggi economici, invece, quando la differenza tra gli introiti e gli oneri del traffico soggetto all’obbligo è inferiore alla differenza fra gli introiti e gli oneri del traffico risultante da una gestione commerciale che tenga contro degli effettivi costi delle prestazioni nonché della situazione di mercato. 10.1.2 Il Regolamento n. 1893/91 Il Regolamento n. 1893/91 - oltre ad estendere la disciplina ai trasporti urbani, extraurbani e regionali2 - introduce il “contratto di servizio”, quale mezzo per conseguire finalità di servizio pubblico. Il contratto di servizio è il contratto concluso tra le autorità competenti di uno Stato membro ed un’impresa di trasporto allo scopo di fornire alla collettività servizi di trasporto sufficienti. In particolare il contratto di servizio può comprendere servizi di trasporto "regolari", conformi cioè a norme di continuità, regolarità, qualità e capacità; servizi complementari, servizi di trasporto a determinate condizioni e tariffe, adeguamenti dei servizi alle reali esigenze della collettività. Il contratto di servizio deve contenere una serie di elementi tra cui: • le caratteristiche dei servizi offerti • il prezzo delle prestazioni • le norme relative a clausole addizionali e modifiche del contratto • il periodo di validità • le sanzioni per inadempimento. 10.1.3 I nuovi scenari del trasporto pubblico su strada e ferrovia Il Regolamento 1893/91 ed il precedente 1191/69 non accennavano ad un eventuale obbligo di procedere ad assegnazioni dei servizi di trasporto tramite gare a evidenza pubblica. Poiché in quel momento storico la concorrenza transnazionale nei trasporti terrestri era molto scarsa, la Commissione Europea si disinteressava dell’argomento. La situazione è cambiata con il verificarsi o all’aggravarsi di alcuni fenomeni. Negli anni il settore dei trasporti pubblici è progressivamente cresciuto in misura minore rispetto a quello del trasporto privato. Fra il 1970 e il 2001, la quota dell’automobile è passata dal 73,8 al 78,2 %, mentre quella dei trasporti pubblici terrestri è scesa dal 24,7 al 16% . Parallelamente, i costi dei trasporti collettivi sono continuati ad aumentare. In Francia, ad esempio, se nel 1969 lo Stato non versava praticamente alcuna sovvenzione all'azienda ferroviaria nazionale (la SNCF); dieci anni più tardi, le sovvenzioni a fronte degli oneri di servizio pubblico (OSP) si aggiravano intorno ai 2 miliardi di franchi. I trasporti pubblici terrestri sono diventati strutturalmente deficitari in tutta Europa. Gli operatori del settore si sono quindi dovuti rivolgere allo Stato perché eliminasse gli obblighi o, in alternativa, versasse compensazioni più adeguate rispetto ai costi che erano tenuti a sopportare. 2 Nei trasporti aerei e marittimi la legislazione comunitaria esige lo svolgimento di procedure concorsuali per la stipula di contratti di servizio pubblico (Regolamento n. 2408/92 sull'accesso dei vettori aerei della Comunità alle rotte intracomunitarie; Regolamento n. 3577/92, concernente l'applicazione del principio della libera prestazione dei servizi di trasporto marittimo fra Stati membri). 86 Contemporaneamente, i mercati di alcuni Stati membri hanno cominciato ad aprirsi alla concorrenza sia nel settore dei trasporti urbani che nel settore ferroviario. Il Regno Unito, ad esempio, ha dato inizio al nuovo corso nel 1986, sopprimendo i diritti esclusivi che costituivano la norma nel settore dei trasporti con autobus. Ad eccezione di Londra e dell'Irlanda del Nord, oggi qualsiasi impresa di trasporto può fornire i servizi. Come conseguenza di questa politica, i costi di esercizio sono diminuiti nettamente. L’intervento pubblico rimane per le zone a debole domanda, dove l’operatore privato non ha convenienza., In queste zone il trasporto è un pubblico servizio e pertanto viene esercito da privati con contributi pubblici. Questa esperienza di deregolamentazione non è stata ripetuta in altri Paesi dell'Unione Europea. Gli Stati membri che hanno aperto alla concorrenza il loro mercato hanno preferito sviluppare il sistema detto della “concorrenza disciplinata”, cioè una concorrenza nella quale un’autorità competente attribuisce un diritto esclusivo per un periodo determinato in base all’esito di una gara aperta e trasparente che può stabilire il livello del servizio, le norme di qualità e/o le tariffe, nonché l’inquadramento del personale. Questo sistema funziona piuttosto bene ed ha dato buoni risultati in aree metropolitane come Stoccolma, Helsinki, Copenaghen, Londra, Lille ed altre ancora, nel caso di servizi ferroviari regionali (Lisbona, Paesi Bassi settentrionali, alcuni Länder tedeschi) e nel caso dei servizi a lunga distanza come gli autobus in Spagna e le ferrovie in Svezia. In media, la concorrenza disciplinata va di pari passo con un aumento del numero degli utenti ed un calo dei costi. Nel 2003, circa il 25 % del mercato dei trasporti pubblici terrestri dell’UE funzionava in regime di concorrenza. Questa apertura alla concorrenza ha determinato l'emergere di un mercato internazionale per la prestazione dei servizi di trasporto pubblico. Alcuni gruppi industriali privati come la Connex (F), Arriva (UK) e Concordia (N) si sono mostrati molto attivi nella ricerca di contratti al di fuori del loro paese di origine. Molti di questi operatori realizzano oggi oltre il 50 % del loro fatturato in paesi diversi da quello della sede. Al gruppo di testa si sono aggregati altri gruppi del settore pubblico come DB (D), NS (NL) e la RATP (F). Gli operatori nazionali “storici” hanno approfittato di questa evoluzione per intervenire o assumere partecipazioni su nuovi mercati nel loro stesso paese o anche all’estero (come la NS, l'impresa ferroviaria olandese, che si è aggiudicata il contratto di trasporto ferroviario urbano di Liverpool). Nonostante l’esistenza di un’offerta concorrenziale, che ha cominciato ad imprimere un nuovo dinamismo al trasporto di passeggeri, la quota di mercato dei trasporti pubblici ha continuato a decrescere rispetto a quella dell’automobile privata. 10.1.4 La proposta di Regolamento del 2000-2002. Nel contesto descritto nel paragrafo precedente, si è inserita una proposta di Regolamento europeo del 2000, poi modificata e presentata alla Commissione nel 2002, con lo scopo di aggiornare il quadro normativo in materia di trasporto pubblico locale. Secondo questa proposta, la liberalizzazione del mercato dei servizi di pubblico trasporto deve avvenire proprio attraverso l’introduzione di una forma di concorrenza controllata, in cui i diritti esclusivi di gestione dei servizi hanno una durata predeterminata e vengono attribuiti con una gara, in aderenza con quanto è già in alcuni Paesi membri3. I contratti di servizio pubblico 3 La stessa proposta riporta, a favore della concorrenza controllata, i risultati della ricerca svolta dall’istituto Isotope "Improved Structure and Organisation for urban Transport Operation of Passengers in Europe" del 1997, che mostrano come sia forte la correlazione tra struttura del mercato del TPL e livello di efficienza del servizio, calcolato come costi di produzione a bus/km. Secondo tale 87 dovrebbero avere durata di 8 anni per i servizi con autobus e di 15 anni per i servizi su rotaia e navigazione interna, salvi i periodi di reintegrazione del capitale investito. Sono, tuttavia, previste delle deroghe al principio della gara. È data, infatti, facoltà alle autorità competenti dei singoli stati membri di procedere ad aggiudicare i contratti di servizio con affidamento diretto ad un operatore di propria scelta, senza ricorso a gara pubblica, nei casi di tabella 42. Perché le deroghe riportate in tabella 42 favoriscano comunque gli interessi della collettività, sono previste delle “misure di salvaguardia”: • pubblicazione un anno prima della decisione preliminare di procedere senza gara con indicazione delle motivazioni che inducono a tale scelta; • entro 6 mesi dalla pubblicazione altri operatori possono fare offerte alternative; • l’autorità valuta le offerte e rende pubblici i motivi delle sue decisioni; • l’autorità si impegna ad esaminare ogni 5 anni i costi dei servizi per valutare la convenienza di proseguire con l’affidamento diretto. Tabella 39 Casi in cui gli Stati membri possono decidere per l’affidamento diretto del servizio secondo la proposta di Regolamento comunitario del 20002002. Ferrovia Metropolitana Metropolitana leggera Autobus e navigazione interna Le norme di sicurezza nazionali o internazionali non possono essere rispettate in alcun altro modo; il valore annuo del contratto è inferiore a un milione di euro; il valore annuo dell’intera rete è inferiore a tre milioni di euro e viene aggiudicato un unico contratto. Le dimensioni o le peculiari caratteristiche tecniche del sistema conferirebbero all’operatore storico un vantaggio significativo in una gara di appalto; l’aggiudicazione diretta consente un uso più efficiente del denaro pubblico o di cespiti pubblici; il valore annuo del contratto è inferiore a un milione di euro; il valore annuo dell’intera rete è inferiore a tre milioni di euro e viene aggiudicato un unico contratto. L’aggiudicazione diretta consente un uso più efficiente del denaro pubblico o di cespiti pubblici; il valore annuo del contratto è inferiore a un milione di euro; il valore annuo dell’intera rete è inferiore a tre milioni di euro e viene aggiudicato un unico contratto. Il valore annuo del contratto è inferiore a un milione di euro; il valore annuo dell’intera rete è inferiore a tre milioni di euro e viene aggiudicato un unico contratto. Fonte: Nicotera, 2002 ricerca, nei mercati chiusi il costo è di 3,02 euro per bus/km, in quelli a concorrenza controllata scende a 2,26 euro, nei mercati de-regolamentati scivola a 1,44 euro. Per quanto riguarda l’efficacia del servizio, espressa dal rapporto passeggeri/km, i risultati offrono un quadro diverso. Le migliori performance si registrano nei paesi che nel periodo 1990-1997 hanno adottato la soluzione della concorrenza controllata, all’estremo opposto si ritrovano i paesi che hanno de-regolamentato i servizi. 88 10.1.5 I successivi sviluppi e la sentenza Altmark Dopo più di 5 anni, la proposta di Regolamento sopra descritta non è mai stata approvata dal Consiglio dei Ministri dell’Unione. Non è infatti stato possibile trovare una posizione comune agli Stati membri, perché ciascun Paese ha difeso il proprio modello nazionale. L’Italia, dal canto suo, benché avesse varato alla fine degli anni ’90 una normativa che distingue tra proprietà e gestione, che verrà successivamente analizzata, si è posta in una posizione di resistenza alle gare stesse e ha anzi varato una legge che di fatto ha riaperto la strada agli affidamenti diretti in house. Nello stesso periodo in cui si è svolto il dibattito politico, nel 2003, la Corte di Giustizia europea ha risolto una disputa divenuta famosa: il caso Altmark. Nel 1990, un piccolo operatore, l’Altmark Trans, aveva ottenuto concessioni e sovvenzioni per il trasporto di persone tramite autobus nella regione dello Stendal, in Germania senza procedure di gara. La concorrente Nahverkehrsgesellschaft Altmark, considerandosi danneggiata, contestò l’assegnazione delle concessioni senza gara e i sussidi pubblici ottenuti dal primo, identificandoli come degli aiuti di Stato proibiti dall’art. 87 del Trattato CE4. Le autorità tedesche hanno interrogato in merito la Corte di Giustizia europea che si è pronunciata solo nel 20035. La sentenza della Corte ha chiarito che le sovvenzioni pubbliche non rientrano nel concetto di “aiuto di Stato” quando rappresentano «la contropartita delle prestazioni effettuate dalle imprese beneficiarie per assolvere determinati obblighi di servizio pubblico». In questo caso, infatti, tali imprese non traggono un reale vantaggio finanziario, ma vengono esclusivamente compensate per gli “obblighi di servizio pubblico”; i sussidi concessi all’ Altmark Trans non hanno quindi l’effetto di collocare l’impresa in una posizione concorrenziale più favorevole rispetto ai suoi competitor e non ricadono nella categoria di “aiuti di Stato”. In questo caso si fa riferimento al cosiddetto “criterio della compensazione” (compensation approach) che si pone in posizione antitetica con quello, cd. “criterio dell’aiuto di Stato”. Tuttavia la Corte ha stabilito quattro condizioni che devono ricorrere perché le compensazioni non rientrino nella categoria degli aiuti di Stato, ossia: • che l’impresa beneficiaria sia stata effettivamente incaricata dell’adempimento di obblighi di servizio pubblico, i quali devono essere definiti in modo chiaro; • che i parametri sulla base dei quali viene calcolata la compensazione siano stati precedentemente definiti in modo obiettivo e trasparente; • che la compensazione non superi l’ammontare dei costi originati dall’adempimento degli obblighi di servizio pubblico, tenendo conto degli introiti relativi agli stessi nonché di un margine di utile ragionevole per il suddetto adempimento; 4 L’art. 87 del Trattato CE recita: «Salvo deroghe contemplate dal presente trattato, sono incompatibili con il mercato comune, nella misura in cui incidano sugli scambi tra Stati membri, gli aiuti concessi dagli Stati, ovvero mediante risorse statali, sotto qualsiasi forma che, favorendo talune imprese o talune produzioni, falsino o minaccino di falsare la concorrenza (…)». 5 Sentenza del 24 luglio 2003 nella causa C-280/00, Altmark Trans GmbH e Regierungspräsidium Magdeburg/Nahverkehrsgesellschaft Altmark GmbH. 89 • che l’impresa beneficiaria della sovvenzione sia, preferibilmente, scelta attraverso una procedura concorsuale di evidenza pubblica. In assenza di una procedura di gara, il livello della compensazione dovrà essere determinato sulla base dei costi che “un’impresa media, gestita in maniera efficiente e adeguatamente dotata di mezzi di trasporto” avrebbe sostenuto per adempiere a tali obblighi. La sentenza relativa ha apportato un ulteriore contributo al dibattito. La Commissione ha reagito nel 2005 con una proposta di Regolamento che tiene conto degli ultimi sviluppi giurisprudenziali. 10.1.6 La proposta di Regolamento del 2005 Con la proposta di Regolamento presentata nel luglio 2005, la Commissione rinuncia sostanzialmente all’obbligo delle gare per l’assegnazione di contratti di servizio pubblico. È infatti riconosciuto alle stesse autorità locali competenti la facoltà di fornire esse stesse i servizi pubblici di trasporto senza esperire procedure concorsuali, oppure di servirsi di un operatore interno sul quale esercitano un controllo paragonabile a quello che esercitano sui servizi da esse stesse prestate6. Questa facoltà è tuttavia strettamente subordinata al rispetto di norme di trasparenza e alla fissazione di criteri precisi, applicabili alle compensazione degli obblighi di servizio pubblico. Inoltre, essa può essere esercitata a condizione che l’attività dell’autorità competente o del suo operatore interno resti circoscritta ad una zona geografica limitata. In questo modo si vieta che le aziende beneficiarie di affidamenti diretti prendano parte a gare organizzate al di fuori del territorio di competenza delle autorità che hanno conferito loro l’affidamento stesso. Qualora l’autorità locale competente si rivolga ad un operatore terzo, dovrà aggiudicare i contratti di servizio pubblico mediante gara, con procedura equa, aperta a tutti gli operatori e rispettosa dei principi di trasparenza e non discriminazione7. L’obbligo delle gare viene meno ed è quindi possibile un’assegnazione diretta del servizio pubblico, nelle seguenti situazioni: • nel caso di contratti di servizio pubblico il cui valore medio annuo stimato è inferiore a 1 milione di euro, oppure che riguardano la fornitura di servizi di trasporto per meno di 300.000 km all’anno; 6 L’art. 2 della proposta definisce l’operatore interno come «un soggetto giuridicamente distinto dall’autorità competente, sulla quale quest’ultima esercita un controllo completo e analogo a quello che essa esercita sui propri servizi. Al fine di determinare l’esistenza di tale controllo, devono essere presi in considerazione elementi come il livello della sua presenza in seno agli organi di amministrazione, di direzione o vigilanza, le relative disposizioni negli statuti, l’assetto proprietario, l’influenza e il controllo effettivi sulle decisioni strategiche e sulle singole decisioni di gestione». 7 La Commissione lascia alle autorità pubbliche maggiori margini di discrezionalità rispetto alla proposta precedente per organizzare nei dettagli il ricorso a procedure concorsuali. Ad esempio, la proposta non fissa un elenco dei criteri di selezione obbligatori per le autorità competenti in sede di aggiudicazione dei contratti di servizio pubblico. Inoltre, la Commissione ha rinunciato a stabilire, per il solo settore dei trasporti pubblici terrestri, regole specifiche in materia di subfornitura o di abuso di posizione dominante; queste due disposizioni erano infatti state criticate come fonte di inopportune rigidità. Parimenti, la Commissione, in questa nuova proposta, ha deciso di non intervenire nella definizione del livello adeguato di qualità dei trasporti pubblici o dell’informazione da fornire ai passeggeri. In tal modo, essa ha voluto rispettare la diversità degli approcci nazionali in materia, pur all’interno di un quadro di regole coerenti. 90 • nel caso di interruzione del servizio o di pericolo imminente di interruzione; • per il trasporto ferroviario su lunga distanza. L’interpretazione corrente è che anche i servizi ferroviari regionali possano essere affidati senza gara e senza ulteriori condizioni (Boitani, 2005). Per i contratti di servizio che formalizzano l’accordo tra un’autorità competente ed un operatore è fissato un limite di 8 anni per i servizi di trasporto con autobus e di 15 anni per il trasporto su ferrovia. La durata dei contratti di servizio relativi alla prestazione di più modi di trasporto è al massimo di 15 anni se i trasporti per ferrovia rappresentano oltre il 50% dei valore dei servizi in questione. Sono previste ulteriori estensioni temporali nel caso in cui l’operatore si faccia carico di investimenti ingenti, a ritorno molto differito nel tempo. Alla luce di questa proposta, si può affermare che la linea assunta di recente dal Parlamento italiano, dopo molti tentennamenti, con la legge 308/2004 (cfr. par.1.2.5), appare addirittura all’avanguardia (Boitani, 2005). 10.1.7 L’accordo politico del Consiglio dell’Unione Europea del 2006 Nel marzo di quest’anno il Consiglio dei Ministri dei Trasporti dell’Unione Europea ha svolto un dibattito sulla Proposta di Regolamento del 2005. Il 9 giugno successivo è stato raggiunto un accordo politico che ne modifica alcuni aspetti, tra cui: • le autorità competenti possono scegliere di aggiudicare direttamente contratti a piccole e medie imprese al di sotto di una soglia, pari a un valore medio annuo stimato inferiore a 1,7 milioni di Euro oppure pari a meno di 500.000 km di servizi pubblici di trasporto passeggeri; • le autorità competenti possono decidere di affidare direttamente tutti i servizi ferroviari pesanti (incluse, cioè, le ferrovie suburbane). In questo caso la durata dei contratti è di dieci anni (contro i 15 anni dei contratti aggiudicati attraverso procedure di gara); • devono essere introdotte misure per obbligare le autorità a fornire informazioni e a motivare le loro decisioni di aggiudicare direttamente i contratti, aumentando in tal modo la trasparenza; • per l’entrata in vigore del Regolamento il termine di vacatio è di tre anni dalla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione europea, con previsione di un periodo di transizione di dodici anni, per consentire al settore dei trasporti pubblici passeggeri di adeguarsi al nuovo regime nell’arco di tempo complessivo di 15 anni. • le autorità competenti possono negare ad un operatore la partecipazione alle gare indette se più della metà dei contratti da questo sottoscritti non risultano aggiudicati in conformità con le disposizioni dettate dal regolamento. Il testo dell’accordo politico è stato trasmesso al Parlamento Europeo per la seconda lettura, prescritta dalla procedura legislativa comunitaria. 10.2 La riforma del Trasporto Pubblico Locale in Italia Il settore dei trasporti locali, in Italia, è stato per anni caratterizzato da una profonda crisi della domanda in favore dei mezzi di trasporto privato. Negli anni ’70-’80, Regioni ed Enti 91 Locali avevano lasciato crescere i disavanzi delle aziende che prestavano servizio di trasporto pubblico, senza nessun tentativo di incentivarne l’efficienza, aspettando che interventi straordinari dello Stato sanassero la situazione. La riforma strutturale del Trasporto Pubblico Locale (TPL), avviata con la delega al governo contenuta nella Legge L. 549/95 e poi reiterata nella L. 59/97 (Legge Bassanini), da cui sono scaturiti i due decreti legislativi 422/97 e 400/99, rappresenta la risposta all’esigenza di una riorganizzazione radicale dell’intero comparto8. Le novità della riforma e le sue successive modifiche sono descritte nei seguenti paragrafi. 10.2.1 Il decentramento amministrativo in materia di TPL Nell’ottica del decentramento amministrativo previsto dalla riforma Bassanini sono stati conferiti alle Regioni tutti i compiti e tutte le funzioni relativi ai servizi di trasporto di interesse regionale e locale, ferrovie comprese. Le Regioni, a loro volta, hanno ricevuto l’imposizione di trasferire alle Province, ai Comuni ed agli altri Enti Locali, tutte le funzioni ed i compiti regionali in materia di TPL che non richiedono l’unitario esercizio a livello regionale. Le competenze dello Stato sono state così ridotte solo ad alcune materie di interesse generale: grandi reti infrastrutturali, servizi di interesse nazionale, sicurezza, linee guida per la tutela dell’ambiente, servizi internazionali. Il trasferimento alle Regioni (decentramento amministrativo) comporta non solo dei diritti, quali la gestione del servizio, ma anche dei doveri, in quanto eventuali necessità di ripiani di bilancio sono a carico non più dello Stato ma delle Regioni stesse che sono responsabili sia del servizio offerto che della redditività dello stesso, come descritto nel paragrafo 1.2.3. 10.2.2 La programmazione Il D. Lgs. 422/97 ha stabilito, inoltre, che nell’esercizio dei compiti di programmazione, le Regioni (art.14 commi 2, 3 e 4) definiscano gli indirizzi per la pianificazione dei trasporti locali. Sono previsti quattro strumenti di programmazione: il Piano Regionale dei Trasporti, il Piano di Bacino, la Programmazione dei Servizi Minimi e il Programma Triennale dei Servizi. Il Piano Regionale dei Trasporti (PRT) è il documento programmatico generale della Regione (già previsto dalla legge 151/81), rivolto a realizzare, in armonia con gli obiettivi del Piano Generale dei Trasporti e della Logistica (PGTL) e degli altri documenti programmatici interregionali, un sistema equilibrato di trasporto. Tale documento definisce i bacini di traffico9 e stabilisce i criteri per la eventuale ridefinizione dei loro limiti territoriali; fissa gli indirizzi per la pianificazione del TPL ed in particolare dei Piani di Bacino elaborati dalle Province e dalle Città metropolitane; individua la rete delle infrastrutture funzionali ad 8 Nel decreto 422/97 viene fornita la seguente definizione di Trasporto Pubblico Locale: «sono servizi pubblici di trasporto regionale e locale i servizi di trasporto di persone e merci, che non rientrano tra quelli di interesse nazionale [...]; essi comprendono l’insieme dei sistemi di mobilità terrestri, marittimi, lagunari, lacuali, fluviali e aerei che operano in modo continuativo o periodico con itinerari, orari, frequenze e tariffe prestabilite, ad accesso generalizzato, nell’ambito di un territorio di dimensione normalmente regionale o infraregionale» (art.1 comma 2). 9 Si definisce bacino di traffico l’unità territoriale entro la quale si attua un sistema di trasporto pubblico integrato e coordinato in rapporto ai fabbisogni di mobilità. In alcune Regioni, come il Lazio, l’individuazione geografica dei bacini corrisponde ai confini provinciali; in altre un bacino di traffico può comprendere territori di più province o aree individuate sulla base delle esigenze della domanda e/o dell’offerta. 92 un sistema di trasporto integrato; definisce i criteri per il coordinamento e l’integrazione fra le diverse modalità favorendo quelle a minore impatto ambientale. Il Piano di Bacino (PdB), anch’esso già previsto dalla legge 151/81, è redatto dalle Province (e dalle Città metropolitane, ove esistenti) e definisce in dettaglio la rete e i programmi di esercizio dei servizi minimi di competenza provinciale (ovvero delle Città metropolitane), di quelli aggiuntivi e, ove previsti, di quelli speciali. Il Piano di Bacino deve tendere alla massima integrazione tra i diversi modi di trasporto. Sono definiti “servizi minimi” i servizi qualitativamente e quantitativamente sufficienti a soddisfare la domanda di mobilità dei cittadini (tenendo conto delle esigenze di riduzione della congestione e dell’inquinamento), i cui costi sono a carico del bilancio delle Regioni. La definizione dei servizi minimi deve essere realizzata dalla Regione, d’intesa con gli Enti Locali. Nella determinazione del livello dei servizi minimi le Regioni devono definire quantità e standard di qualità dei servizi di Trasporto Pubblico Locale, tenendo conto dell’integrazione tra le reti di trasporto, del pendolarismo scolastico e lavorativo, della fruibilità dei servizi da parte degli utenti per l’accesso ai vari servizi amministrativi, sociosanitari e culturali, e delle esigenze di riduzione della congestione e dell’inquinamento I “servizi aggiuntivi” sono invece servizi di trasporto pubblico locale i cui oneri sono a carico delle Province ovvero degli Enti Locali proponenti. I “servizi speciali” sono delle tipologie di servizio previste da alcune Regioni che non rientrano nei servizi minimi o in quelli aggiuntivi (ad esempio: i servizi occasionali, i servizi atipici effettuati con autobus di noleggio per il trasporto di particolari categorie di utenti, i servizi di taxi collettivo effettuati su percorsi fissi in ambiente urbano o suburbano, ecc.). Prima del D. Lgs. 422/97 (e successive modifiche), i Piani di Bacino erano redatti sulla base delle direttive contenute nel Piano Regionale dei Trasporti. La novità introdotta dal decreto riguarda la necessità di tener conto, nella redazione dei PRT, dei Piani di Bacino approvati dalle Province. Pertanto, è affidato alle Regioni il compito di coordinare la programmazione degli Enti Locali. Il Programma Triennale dei Servizi (PTS) è uno strumento di programmazione previsto dal D. Lgs. 422/97 (e successive modifiche) approvato dalle Regioni che ha il compito di individuare la rete e l’organizzazione dei servizi, l’integrazione modale e tariffaria, le risorse da destinare all’esercizio e agli investimenti, le modalità di determinazione delle tariffe, le modalità di attuazione e revisione dei contratti di servizio pubblico, il sistema di monitoraggio dei servizi e i criteri per la riduzione della congestione e dell’inquinamento ambientale. Inoltre, le Regioni hanno il compito di stabilire se sia conveniente garantire la mobilità nelle zone a domanda debole mediante modalità particolari di espletamento del servizio di linea. 10.2.3 La regolamentazione del mercato del TPL La riforma ha introdotto aspetti di regolamentazione del mercato dei servizi di trasporto pubblico locale, prima completamente assenti: 1. è stata prevista la netta separazione tra le funzioni di programmazione, indirizzo e controllo dei servizi (compresa la definizione delle tariffe), che sono attribuite alle amministrazioni pubbliche, e le funzioni di produzione e gestione dei servizi stessi, affidate agli operatori del trasporto. Gli Enti Pubblici perdono così il ruolo di erogatori 93 dei servizi, riservato alle aziende di trasporto, e assumono quello di regolatori in virtù della loro natura di veri rappresentanti degli interessi dei cittadini. 2. viene inserito nell’ordinamento l’affidamento dei servizi pubblici locali - sia su gomma, sia su ferro - tramite procedura concorsuale, con l’obiettivo di accrescere l’efficienza dei soggetti gestori (riducendo i costi di gestione e aumentando, nello stesso tempo, la qualità dei servizi). Al termine del cosiddetto “periodo transitorio” - che la riforma inizialmente ha fissato nel 31/12/2003 - la “concorrenza per il mercato” dovrebbe prendere il posto degli affidamenti diretti. 3. è previsto che il rapporto tra ente locale ed impresa affidataria del servizio venga regolata attraverso il contratto di servizio, come stabilito dal Regolamento comunitario 1893/91. Si passa così da un sistema “concessorio” ad uno “contrattuale”. Le Regioni, le Province e i Comuni, allo scopo di assicurare la mobilità degli utenti, definiscono gli obblighi di servizio pubblico, prevedendo nei contratti di servizio le corrispondenti compensazioni economiche alle aziende esercenti i servizi stessi, tenendo conto, ai sensi della citata disposizione comunitaria, dei proventi derivanti dalle tariffe e di quelli derivanti anche dalla eventuale gestione di servizi complementari alla mobilità10. Onde evitare il riprodursi dei disavanzi strutturali passati, il legislatore richiede esplicitamente che tali contratti siano dotati di copertura finanziaria certa nei bilanci degli enti locali competenti (pena la nullità dei contratti) nonché di strumenti di incentivazione a comportamenti efficienti. 4. le Regioni assumono la responsabilità diretta in materia di gestione delle risorse finanziarie destinate al trasporto locale. Ogni Regione, in relazione ai servizi minimi, ai PRT e al tasso programmato di inflazione, deve quindi costituire annualmente un fondo alimentato sia con risorse proprie sia con trasferimenti statali11. I ricavi da traffico devono coprire il 35% dei costi sopportati dalle aziende affidatarie in relazione ai servizi minimi; il contributo pubblico regionale deve, di conseguenza, coprire il restante 65% dei costi. In questo modo il legislatore si è preoccupato di fissare un limite superiore ai trasferimenti erogabili da parte di Regioni ed enti locali. Proprio agli enti locali (Comuni e Province) spetta il finanziamento di ogni ulteriore servizio che volessero offrire ai 10 Il legislatore italiano sembra così prevedere l’utilizzo di contratti ti tipo “net cost”, anche se tale normativa non esclude la possibilità di utilizzare altre forme contrattuali, come ad esempio il “gross contract” (Boitani e Cambini, 2002). Entrambe le tipologie di contratto sono basate su una previsione ex ante dell’entità del sussidio erogato dall’ente affidante (e per questo sono denominate “schemi fixed-price”), ma si distinguono sulla base delle differenti modalità di ripartizione del rischio commerciale (relativo ai ricavi) e del rischio industriale (relativo ai costi). Negli schemi “gross cost”, il gestore del servizio sopporta unicamente il rischio industriale, in quelli “net cost”, attribuendo i ricavi tariffari all’operatore del trasporto, lo gravano anche del rischio commerciale. Si tratta quindi di due tipologie di “contratti incentivanti” dove gli enti affidanti possono orientare la produzione del servizio verso l’efficienza e la qualità. Gli “schemi fixed-price” si contrappongono ai meccanismi di tipo “cost-plus”, in cui l’entità del sussidio erogato dall’ente affidante viene determinata a posteriori in base al risultato economico della gestione: in questo caso l’operatore non sopporta né il rischio industriale né il rischio commerciale. In accordo con la nuova teoria della regolamentazione dei monopoli (Laffont e Tirole, 1993), nei meccanismi “cost plus” l’operatore non ha dunque nessuna forma di incentivo ad impegnarsi nella produzione efficiente del servizio. Tale forma contrattuale è nota nella pratica della regolamentazione come “management contract”. 11 Precedentemente, il TPL era finanziato attraverso il Fondo Nazionale Trasporti, definitivamente abolito con la legge 28 dicembre 1995, n. 549. 94 cittadini, stipulando appositi contratti di servizio. I trasferimenti degli enti competenti agli operatori, definiti nei contratti, possono essere soggetti a revisione annuale con un incremento annuo massimo pari al tasso di inflazione programmata. 5. il decreto 422/97 ha previsto la trasformazione - entro il 31/12/2000 - delle aziende speciali (le cosiddette “municipalizzate”) e dei consorzi in società di capitali o in società cooperative a responsabilità limitata a capitale pubblico prevalente o maggioritario12. Per facilitare il compimento di queste operazioni, il legislatore ha previsto una procedura semplificata di trasformazione da attuarsi mediante una delibera consiliare dell’ente proprietario. In coerenza con questo quadro normativo nazionale, nell’esercizio delle potestà legislative regionali, accresciute dalla riforma del Titolo V della Costituzione, ciascuna Regione si è dotata di distinte normative di settore. 10.2.4 Le successive modifiche alla riforma Prima della scadenza del periodo transitorio (prima del 31/12/2003), una serie di interventi legislativi hanno bloccato l’avvio delle gare e confuso il quadro normativo. In particolare, l’art. 35 della legge finanziaria 2002 (legge 448/2001) e l’art. 14 del D. Lgs. 269/2003 hanno introdotto la possibilità per l’ente locale di affidare i servizi pubblici secondo tre diverse modalità: • tramite gara; • direttamente, a società miste (a capitale pubblico-privato), nelle quali il socio privato sia da individuarsi tramite gara; • direttamente, a società controllate dall’ente locale stesso (le ex municipalizzate), purché queste società lavorino prevalentemente come erogatrici dei servizi pubblici affidati e purché l’ente locale eserciti su di esse un controllo analogo a quello esercitato sui propri servizi. Questo tipo di affidamento diretto viene chiamato in gergo “affidamento in house” (in house providing). Inoltre, il decreto 269/2003 ha previsto lo slittamento del “periodo transitorio” (oltre il quale si dovrebbe procedere agli affidamenti esclusivamente tramite gare) fino al 31 dicembre 2006. 10.2.5 La legge 308/2004: il ritorno all’affidamento dei servizi di TPL tramite gare Nel dicembre 2004, attraverso la legge 308, il Parlamento italiano - anche a causa dei richiami del Consiglio di Stato europeo avverso al meccanismo dell’affidamento in house per i servizi di TPL - ha reintrodotto l’obbligo di indire gare per l’affidamento dei servizi di trasporto locale a partire dalla fine del 2005. La legge stabilisce che alle gare non potranno partecipare le società che, in Italia o all’estero, già gestiscono servizi in modo diretto o che comunque hanno ottenuto l’affidamento con procedure diverse da quella ad evidenza pubblica. 12 Si introduce così il processo di “corporisation”, cioè di trasformazione giuridica delle aziende pubbliche senza un conseguente mutamento della proprietà del capitale. In Italia solo in sporadici casi a questa trasformazione giuridica è seguito un processo di privatizzazione del capitale. 95 Alcune difficoltà si pongono però nei confronti di quei Comuni, tra cui Roma e Bari, che hanno applicato la gestione in house e di quelle Regioni, come le Marche, che ne hanno recepito la formulazione all’interno della legge regionale di settore. 10.2.6 La Finanziaria 2006 (legge n. 266 del 23 dicembre 2005). Per effetto della Finanziaria 2006, la cessazione del “periodo transitorio”, a conclusione del quale gli affidamenti dei servizi dovranno avvenire tramite procedimenti concorsuali, è dilazionata al 31/12/2006, con possibilità di giungere alla fine del 2007. Si da infatti la possibilità alle Regioni di disporre di un ulteriore anno a favore di soggetti gestori (che non abbiano ricevuto l’affidamento sulla base di una gara ad evidenza pubblica nel cui bando sia stata prefigurata una precisa durata dell’affidamento stesso13) che soddisfino una delle seguenti condizioni (comma 3-ter del decreto 422/97, introdotto dalla Finanziaria 2006): a. siano aziende partecipate da Regioni o Enti Locali che avranno ceduto entro il 31 dicembre 2006, con procedure di evidenza pubblica, almeno il 20% del capitale o avranno subappaltato una quota di almeno il 20% dei servizi gestiti a soggetti purché non partecipati da Regioni o Enti Locali; b. prescindendo dalla presenza o meno di soggetti pubblici nella compagine sociale, sia avvenuto un processo di fusione di almeno due società affidatarie del servizio ovvero sia stata costituita una società consortile, con piano industriale unitario, tra almeno due società affidatarie, purché le società fuse o socie del nuovo soggetto operino all’interno della stessa Regione ovvero in bacini territoriali contigui. In entrambi i casi le società interessate debbono operare all’interno della medesima Regione ovvero in bacini di traffico uniti da contiguità territoriale. Le Regioni hanno anche facoltà, al contrario, di stabilire un periodo transitorio inferiore rispetto a quello previsto dalla legge statale in esame. I commi 3-quater e 3-quinquies del decreto 422/97, introdotti dalla stessa Finanziaria 2006, specificano inoltre che, durante il periodo di proroga: • le amministrazioni affidanti potranno decidere se avvalersi o meno della possibilità di mantenere gli affidamenti agli attuali esercenti per tutto o per una parte dell’arco temporale identificato dalla Regione come periodo transitorio. Gli Enti Locali potranno anche integrare i contratti di servizio già in essere al fine di garantire l’equilibrio economico delle concessioni anche mediante il sistema delle compensazioni previste dal Regolamento CEE n. 1191/69; • gli esercenti il servizio dovranno provvedere, secondo gli indirizzi degli enti affidanti, a sostanziali miglioramenti del servizio in termini di efficacia, economicità, sostenibilità ambientale ed integrazione modale rispetto ai servizi automobilistici di competenza regionale; • Regioni ed Enti locali dovrebbero promuovere la razionalizzazione delle reti integrando i servizi su gomma e su ferro ed individuando dei sistemi di tariffazione unificata. 13 In questo caso la durata dell’affidamento resta quella indicata nel bando di gara. 96 Sempre la Finanziaria 2006 prevede il divieto, per le società che fruiscono dei periodi di proroga e per tutta la durata della proroga stessa, di partecipare a procedure di evidenza pubblica per l’affidamento del servizio attivate sul resto del territorio nazionale. Secondo alcuni autori, le modifiche introdotte al D.Lgs. 422/97 dalla Finanziaria 2006 rendono ancora impossibile attuare pienamente il disegno originario della riforma del TPL, basato su reali elementi di concorrenzialità e trasparenza (Perticarari, 2006). L’unico elemento innovativo, previsto dal nuovo comma 3-sexies del decreto 422/97, è l’introduzione di un limite ai soggetti che operano in house providing. Essi infatti hanno l’obbligo entro un anno dall’entrata in vigore della Finanziaria 2006 di cedere - mediante una gara di appalto - una quota almeno pari al 20% dei servizi eserciti a soggetti privati o società, purché non partecipate dalle medesime regioni o dagli stessi enti locali affidanti. Ciò al fine di attenuare la loro condizione di monopolio. La disposizione del 3-sexies consolida definitivamente gli affidamenti in house effettuati nel periodo intermedio sopra descritto, e rende chiaro che per questi affidamenti non si tratta di definire un periodo transitorio: dureranno fino a scadenza o a tempo indeterminato, secondo le scelte contenute nel contratto di servizio, introducendo così nel medesimo settore un regime privilegiato, proprio mentre si conferma la regola del ricorso alla selezione con gara (Vigneri, 2006). 10.3 La normativa della Regione Lazio Ai sensi del D. Lgs. 422/97 (e successive modifiche), anche la Regione Lazio ha approvato una legge per sviluppare la mobilità regionale in modo coerente al mutato scenario di riferimento, la n. 33/98, successivamente modificata e integrata dalla legge n. 16/2003. 10.3.1 Il ruolo della Regione Lazio Secondo la normativa di settore, la Regione ha ritagliato per sé un ruolo di promotore dello sviluppo e del miglioramento del sistema del trasporto pubblico regionale, provinciale e comunale, delegando a livello locale le funzioni e i compiti amministrativi che non richiedono l’esercizio unitario a livello regionale. I servizi di competenza della Regione, non delegabili agli Enti locali, sono i servizi ferroviari, marittimi e aerei ed i servizi su strada che collegano il territorio di più province e il Lazio con altre regioni. In questi ambiti è la stessa Regione Lazio che stipula i contratti di servizio ed eroga le risorse necessarie a far fronte agli impegni derivanti da questi atti. La Regione esercita le funzioni di indirizzo e coordinamento per le attività delegate a Province e Comuni e verifica la conformità dei Piani di Bacino, dei Piani Urbani della Mobilità e dei Piani urbani del Traffico con il Piano Regionale dei Trasporti (PRT) da lei adottato e aggiornato. Sulla base del PRT, la Giunta Regionale adotta il Programma Triennale dei Servizi di trasporto pubblico locale, contenente l’organizzazione dei servizi, le risorse da destinare all’esercizio e agli investimenti, le modalità di determinazione delle tariffe, l’integrazione modale e tariffaria, le modalità di attuazione e revisione dei contratti di servizio che regolano il rapporto tra le autorità locali e le imprese di trasporto pubblico. Nel Programma Triennale dei Servizi (PTS) sono anche definite le risorse relative ai “servizi minimi”, ovvero quei servizi di trasporto qualitativamente e quantitativamente sufficienti a soddisfare la domanda di mobilità dei cittadini laziali, che, in conformità con la normativa nazionale, sono a carico della Regione stessa. Le risorse necessarie ad assicurare i servizi 97 minimi sono quindi ripartite tra Province e Comune di Roma, tenuto conto dei servizi di competenza della Regione, in funzione della popolazione residente, dell’estensione e delle caratteristiche del territorio e delle reti di trasporto, del pendolarismo scolastico e lavorativo. La Regione, le Province ed i Comuni esercitano la vigilanza ed effettuano controlli periodici per l'accertamento della regolarità e della sicurezza dei servizi di trasporto pubblico di rispettiva competenza. Solo la Regione invece, esercita le funzioni di monitoraggio, di alta vigilanza, di ispezione e di controllo sull'impiego delle risorse destinate agli investimenti ed al finanziamento dei servizi minimi. Va sottolineato che da quanto detto, emerge che è la Regione a regolare le tariffe, non solo per quello che riguarda i servizi da lei finanziati (i servizi minimi), ma anche per quelli finanziati autonomamente dagli enti locali. Gli obblighi di servizio pubblico, invece, sono definiti da Regione, Provincia e Comuni per i servizi di rispettiva competenza, con oneri a carico dei rispettivi bilanci. La legge 16/2003 prevede che la Regione determini il «costo economicamente sufficiente di produzione» dei servizi da lei finanziati, che rappresenta il limite per la quantificazione dell’importo a base d’asta che la Regione, le Province ed i Comuni sono tenuti a fissare nelle procedure di gara per la scelta dei gestori dei servizi minimi. Il costo di produzione economicamente sufficiente deve essere stabilito tenendo conto della variazione del prezzo dei carburanti e della contrattazione collettiva per il calcolo del costo del personale e viene aggiornato ogni 3 anni. La legge di bilancio della Regione Lazio determina annualmente l’ammontare del Fondo Regionale dei Trasporti, sulla base delle risorse finanziarie proprie della Regione stessa e di quelle trasferite dallo Stato, così come stabilito dal decreto di riforma 422/97. L’art. 30 della legge 30/1998 stabilisce che i fondi necessari a far fronte all’effettuazione dei servizi su strada e con metropolitane siano utilizzati dagli enti locali competenti per la stipula dei relativi contratti di servizio, mentre la Regione debba utilizzare direttamente i fondi per far fronte agli oneri relativi all’effettuazione dei servizi su ferro e agli investimenti per impianti fissi e beni strumentali. 10.3.2 Le procedure per l’affidamento dei servizi L’art. 19 della legge 33/98 (modificato dall’art.20 della legge 16/2003) detta le procedure per l’affidamento dei servizi. In particolare, il comma 1 stabilisce che «Allo scopo di incentivare il superamento degli assetti monopolistici e di introdurre regole di concorrenzialità nella gestione, per l'affidamento dei servizi di trasporto facenti parte della rete dei servizi minimi, la Regione, le Province ed i Comuni, in base alla rispettiva competenza conferita ai sensi della presente legge, fanno ricorso alle procedure concorsuali per la scelta del gestore dei servizi e dei soci privati delle società che gestiscono i servizi, in conformità alla normativa comunitaria e nazionale sugli appalti pubblici di servizi e sulla costituzione delle società miste» Decorso il periodo di validità dei contratti di servizio vigenti, i servizi devono essere affidati facendo ricorso alle procedure concorsuali. Una o più unità di rete (che sono le articolazioni dei bacini di traffico) costituiscono, di norma, l’entità minima da porre a gara. L’art. 45 della legge 16/2003 precisa che gli affidamenti dei servizi pubblici locali attualmente gestiti dagli enti locali o da questi affidati direttamente a propri consorzi o alle proprie aziende speciali sono prorogati fino al 31 dicembre 2006. 98 10.3.3 I contratti di servizio L’esercizio dei servizi di trasporto pubblico locale, in qualsiasi forma affidati e con qualsiasi modalità effettuati, è regolato da contratti di servizio, predisposti nel rispetto delle disposizioni comunitarie (Regolamento 1893/91). I contratti devono contenere il periodo di validità, che la legge 16/2003 stabilisce non superiore a otto anni per i servizi di trasporto su strada e a quindici anni per i servizi effettuati per ferrovia. In questo modo, la legge del 2003 estende la durata dei contratti di servizio, prima fissata dalla legge regionale del 1998 in tre anni, rinnovabili per un biennio. I contratti stabiliscono tutti i termini dell’accordo tra l’ente affidante e l’impresa affidataria, tra cui l’oggetto del contratto, le caratteristiche dei servizi offerti, i casi in cui può o deve essere variato il programma analitico di esercizio, gli standard qualitativi minimi del servizio, gli importi dovuti dall’ente affidante all’impresa affidataria per le prestazioni oggetto del contratto, ivi comprese le compensazioni per gli obblighi di servizio, tenuto conto dei proventi derivanti dalle tariffe. I bilanci annuali e poliennali dell’ente affidante assicurano la copertura finanziaria per l’intero periodo di validità dei contratti. Nel caso in cui non ci sia corrispondenza tra detto importo e le risorse effettivamente disponibili, i contratti di servizio saranno nulli. 10.3.4 Le tariffe Come si è detto, nel Programma Triennale dei Servizi di trasporto pubblico locale sono stabilite le modalità di determinazione delle tariffe. Nell'ambito della Regione, i soggetti gestori dei servizi pubblici di trasporto di persone urbani ed extraurbani devono consentire l'utilizzazione di biglietti o titoli di viaggio integrati, che permettano agli utenti di fruire, relativamente all'intera rete ovvero a più linee o percorsi, dei collegamenti esercitati dai gestori stessi (art 43, legge n. 16/2003)14. L’adeguamento delle tariffe non integrate viene richiesto dalle imprese affidatarie agli enti affidanti. Questi, nel caso in cui ammettano tale adeguamento, stabiliranno il limite massimo della variazione di prezzo. A partire dal 1° gennaio 2006 la legge regionale prevede che venga utilizzato il metodo del price cap, tenendo conto del tasso di inflazione programmata fissato dal Governo nell'ultimo documento di programmazione economico-finanziaria, dell’obiettivo di variazione del tasso annuale di produttività, prefissato per il periodo di durata del contratto di servizio e dell’ obiettivo di miglioramento degli standard di qualità del servizio erogato alla clientela prefissati per il periodo di validità del contratto di servizio15. L’ammontare delle tariffe integrate ed i loro adeguamenti sono stabiliti annualmente dalla Regione, in base al tasso di inflazione programmata fissato dal Governo nell'ultimo documento di programmazione economico-finanziaria. In mancanza di un accordo tra i diversi soggetti gestori dei servizi, è proprio la Regione che ripartisce i proventi delle tariffe integrate tra i gestori stessi. 14 Cfr. par. 1.4.2. 15 In generale, il metodo del price cap prevede che la percentuale di incremento delle tariffe si stabilisca in funzione del tasso di inflazione a cui si deve sottrarre un tasso di variazione della produttività che l’impresa regolamentata deve conseguire. Questo sistema ha l’obiettivo di stimolare l’efficienza dell’impresa stessa. 99 L’art. 31 della Legge n.30/1998 (modificato dall’art. 37 della Legge n. 16/2003) ha stabilito che dal 1° gennaio 1999, i cittadini appartenenti a particolari categorie, per i servizi di trasporto pubblico di competenza della Regione Lazio, hanno diritto al rilascio di biglietti e abbonamenti a tariffa agevolata. La Regione si assume l’onere di corrispondere all’impresa affidataria del servizio l’ammontare del minore introito derivante dal rilascio dei titoli di viaggio a tariffa agevolata. Analogamente, in caso di concessione di agevolazioni tariffarie per i servizi comunali e provinciali, saranno gli enti competenti a corrispondere all’impresa affidataria l’ammontare a compensazione del minore introito. 10.3.5 Le competenze attribuite alle Province L’art. 7 della legge 16/2003 specifica le funzioni attribuite alle Province, in conformità con il decreto 422/97, tra cui: • i compiti relativi ai i servizi che hanno origine e destinazione nell'ambito del territorio della singola Provincia e che collegano in modo continuativo il territorio di due o più Comuni, ovvero il territorio dei Comuni e il Capoluogo di Provincia e i compiti relativi ai servizi che collegano il territorio di una Provincia con una parte marginale e circoscritta del territorio di una Provincia limitrofa; • l'individuazione delle unità di rete, della rete e del livello dei servizi minimi provinciali, nonché delle aree a domanda debole connesse ai servizi stessi, sentiti i comuni singoli o associati, nei limiti delle risorse finanziarie attribuite dalla Regione. Le Province dovranno privilegiare l'integrazione tra le varie modalità, favorendo quella con minore impatto ambientale e scegliendo, tra più soluzioni atte a garantire sufficienti servizi di trasporto, quella che comporta costi minori; • l'assegnazione ai comuni facenti parte dei rispettivi bacini di traffico (ad eccezione del Comune di Roma) delle risorse finanziarie ricevute dalla Regione occorrenti per assicurare i servizi minimi comunali. Tali risorse regionali non sono erogabili ai Comuni con popolazione inferiore a diecimila abitanti, salvo che tali Comuni non si consorzino con Comuni limitrofi per lo svolgimento dei servizi di TPL di tipo urbano ed intercomunale; • l’istituzione di eventuali servizi di trasporto pubblico aggiuntivi a quelli minimi finanziati dalla Regione, con oneri a carico del bilancio delle Province stesse; • la vigilanza sulla regolarità dell'esercizio, sulla qualità dei servizi di competenza provinciale e sui loro risultati; • il compito di indirizzo dei comuni nell’adempimento delle funzioni conferite loro; • lo svolgimento delle procedure (concorsuali) per l’affidamento dei servizi di competenza, per la scelta degli affidatari e la stipula dei contratti di servizio; • la fissazione delle tariffe per i servizi di competenza e il loro aggiornamento (in base al criterio del price cap), sulla base degli indirizzi regionali; • l’adozione dei Piani di Bacino per assicurare la mobilità all’interno del territorio provinciale, sulla base della rete dei servizi minimi e degli indirizzi della Regione. 100 I Piani di Bacino In relazione all’ultimo punto del precedente elenco, l’art.16 della Legge 16/2003 precisa che i Piani di Bacino di traffico sono adottati dalle Province e dal Comune di Roma, sentiti i Comuni interessati, con l’obiettivo di assicurare la mobilità nell'ambito dei rispettivi territori, favorendo in particolare le modalità di trasporto con minore impatto ambientale. La Provincia ed il Comune di Roma, previa intesa, predispongono i rispettivi schemi di Piano di Bacino. In caso di mancata intesa, la Regione provvede a redigere gli schemi ed approvare i relativi Piani di Bacino. Tenendo conto dell’assetto socio-economico e territoriale, degli obiettivi generali della programmazione regionale e degli obiettivi del PRT (ovvero, in assenza del PRT, della rete e delle unità di rete individuate dalla Regione), previa analisi della domanda e dell’offerta di mobilità e infrastrutture, i Piani di Bacino: • individuano le unità di rete, la rete ed il livello dei servizi minimi provinciali, nonché le aree a domanda debole connesse ai servizi stessi; • prevedono misure per favorire l'integrazione tra i diversi modi di trasporto ed eliminare le sovrapposizioni, i parallelismi e le duplicazioni tra i diversi vettori; • individuano gli interventi sulle infrastrutture per adeguarle alle esigenze del trasporto pubblico locale. 10.3.6 Le competenze conferite ai Comuni I servizi comunali sono, ai sensi dell’art. 3 della legge 16/2003, quelli svolti nell’ambito del territorio di un comune, quelli che collegano il centro urbano con lo scalo ferroviario, con il porto e l’aeroporto, anche se situati nel territorio di comuni limitrofi, ed i servizi che collegano il territorio di un comune con una parte marginale e circoscritta del territorio di un comune limitrofo, con un centro servizi o uno sportello polifunzionale. In relazione a questi servizi, ai comuni sono attribuite delle funzioni (art. 10), di cui le principali sono: • adozione dei piani urbani di traffico, sulla base degli indirizzi della Regione; • individuazione dei servizi minimi comunali, nonché delle aree a domanda debole connesse ai servizi stessi ed istituzione di eventuali servizi aggiuntivi, con oneri a carico dei propri bilanci; • promozione dell’intesa con altri comuni per lo svolgimento dei servizi condivisi; • svolgimento delle procedure concorsuali per la scelta egli affidatari dei servizi di competenza e stipula dei relativi contratti di servizio; • fissazione delle tariffe per i servizi di competenza e il loro aggiornamento (in base al criterio del price cap); • vigilanza sui servizi di competenza 101 10.4 L’assetto attuale del TPL nel Lazio 10.4.1 Le risorse finanziarie a disposizione della Regione Il settore del TPL italiano e regionale soffre a causa di una forte scarsità di risorse. Tra il 1996 ed il 2004 l’ammontare totale dell’ex Fondo Nazionale Trasporti è cresciuto del 6% in termini nominali, mentre nella Regione Lazio si è assistito ad una riduzione delle risorse destinate al settore di oltre il 3% (cfr. tabella 43). La situazione risulta ancora più grave considerando i dati in termini reali, tenendo conto cioè che nello stesso periodo di tempo l’indice del costo della vita ha subito un incremento del 21,8%, mentre l’ammontare totale dell’ex Fondo Nazionale Trasporti non è stato mai indicizzato. Tabella 40 Regioni Piemonte Finanziamenti regionali per il settore del TPL (ex Fondo Nazionale Trasporti) 1996 € 2001 € 2002 € 2003 € 2004 € 2005 (previsionale) € Var 2004/1996 % 221.209.836 228.532.178 260.810.734 248.038.615 257.000.000 259.967.730 16,2% 13.928.000 14.460.793 14.460.000 14.800.000 15.000.000 15.000.000 7,7% Lombardia 499.281.463 508.710.046 511.118.801 506.000.000 506.000.000 506.000.000 1,3% Veneto 214.974.279 200.218.664 210.600.062 200.000.000 199.875.000 195.000.000 -7,0% Friuli V.G. 84.000.000 96.319.212 100.500.000 99.450.000 101.000.000 104.500.000 20,2% Prov. Aut. Bolzano 32.537.000 42.607.694 31.000.000 38.500.000 46.000.000 41.000.000 41,4% Prov. Aut. Trento 39.763.000 48.934.292 49.740.000 55.047.511 58.178.758 56.200.000 46,3% Liguria 118.785.087 117.132.425 117.132.425 117.132.425 117.132.425 123.332.425 -1,4% Emilia Romagna 180.501.686 193.671.337 193.671.337 193.671.337 196.425.334 196.255.000 8,8% Toscana 183.818.242 179.727.001 190.572.596 190.572.596 190.572.596 196.000.000 3,7% Umbria 35.190.438 35.893.754 35.873.540 37.873.560 38.339.363 38.810.155 8,9% Marche 53.322.714 58.876.086 59.625.430 58.279.278 62.000.000 63.145.307 16,3% 413.443.055 401.287.011 395.542.484 399.322.985 400.000.000 400.000.000 -3,3% Abruzzo 53.431.151 69.721.681 71.800.000 73.000.000 73.000.000 79.000.000 36,6% Molise 14.841.422 16.010.164 15.868.753 15.493.707 17.000.000 16.334.000 14,5% Campania 296.523.988 344.476.752 351.190.691 346.000.000 346.000.000 346.000.000 16,7% Puglia Valle d’Aosta Lazio 128.081.311 127.777.634 127.777.635 127.825.000 128.575.000 127.825.000 0,4% Basilicata 30.212.729 30.987.414 28.138.673 28.764.522 28.500.000 29.925.000 -5,7% Calabria 85.662.651 85.610.354 85.629.685 85.629.685 77.500.000 77.500.000 -9,5% Sardegna 72.201.000 83.459.000 83.459.000 83.085.000 83.085.000 83.085.000 15,1% Sicilia 184.873.000 188.561.000 188.561.000 188.561.000 193.541.000 193.541.000 4,7% Totale Italia 2.956.582.052 3.072.974.492 3.123.072.846 3.107.047.221 3.134.724.476 3.148.420.617 6,0% Fonte: Il trasporto pubblico locale in Italia, Asstra 2005. Parallelamente, mentre i contributi pubblici regionali coprono in Italia mediamente solo il 51% dei costi sopportati dalle imprese di trasporto e le tariffe il 33% (contro, 102 rispettivamente, il 65% ed il 35% previsti dal D.lgs. n. 422/97), la Regione Lazio copre ben il 75,4% dei costi, e solo il rimanente 24,6% è coperto da tariffe. 10.4.2 I servizi di TPL a livello regionale La mobilità della Regione Lazio è attualmente organizzata mediante tre contratti di servizio: • con Cotral (che attualmente è di proprietà della Regione Lazio e delle Province di Roma, Rieti e Viterbo) per il trasporto su gomma; • con Trenitalia sulle infrastrutture regionali gestite da RFI; • con Met.Ro. (che appartiene per il 95% al Comune di Roma, per il 3% alla Provincia di Viterbo e per il 2% alla Provincia di Rieti) per il servizio sulle ferrovie ex concesse Roma–Lido di Ostia, Roma–Viterbo e Roma-Pantano 10.4.3 Il Comune di Roma L’amministrazione comunale di Roma, prima ancora dell’emanazione della Legge Regionale n. 30/98, nello spirito della riforma del TPL aveva stipulato contratti di servizio con le sue ex Aziende Speciali, con l’obiettivo di risanare i loro bilanci e, nello stesso tempo, di aumentare la qualità del trasporto pubblico. Aveva così istituito anche un articolato sistema di controllo dei risultati di gestione, sia quantitativi/qualitativi che economici. Prima della riforma, il trasporto pubblico locale era gestito a Roma da due aziende controllate dall’Amministrazione capitolina: l’ATAC e il COTRAL16. Nel febbraio 2000 il COTRAL si è scisso in due, dando origine alla società Metroferro spa per la gestione delle due linee metropolitane di Roma (e delle ferrovie in concessione Roma–Lido, Roma–Viterbo e Roma-Pantano, di competenza regionale), e alla società Linee Laziali SpA (LILA che in seguito ha riassunto la denominazione COTRAL) per la gestione del trasporto extraurbano su gomma. Nel dicembre del medesimo anno anche l’azienda speciale ATAC si è scissa, dando origine a ATAC SpA e Trambus SpA. Alla prima è stato affidato un ruolo di pianificazione, regolazione e controllo del TPL romano, la seconda gestisce i trasporti tranviari e su gomma17. Questo assetto è frutto del cosiddetto “modello romano” di riforma del TPL che in un primo momento non si era limitato ad applicare la legge, trasformando le aziende municipalizzate in SpA, ma si era riproposto di assicurare l’equilibrio tra la funzione pubblica ed il mercato. 16 Il COTRAL nasce nel 1993 per trasformazione, ai sensi della legge n. 142/1990, del Consorzio Pubblici Servizi di Trasporto del Lazio (CTL) e dell’azienda dipendente ACOTRAL. Membri di CTL, e poi di COTRAL, erano il Comune di Roma e le amministrazioni provinciali di Roma, Latina, Frosinone, Rieti e Viterbo. Nel 1996 le amministrazioni provinciali di Roma, Frosinone e Latina hanno manifestato la loro volontà di recedere dall’ente consortile. Di conseguenza, nel 1997 COTRAL è diventata di proprietà del Comune di Roma e delle amministrazioni provinciali di Rieti e Viterbo. Attualmente è di proprietà della Regione Lazio e delle Province di Roma, Rieti e Viterbo. 17 La proprietà del parco autobus è stata attribuita interamente ad Atac. Si trattava di una questione delicata, perché da essa dipendeva in buona misura la probabilità del modello perseguito di dare luogo a esiti effettivamente competitivi. Un conferimento del parco interamente a Trambus S.p.A., avrebbe creato le condizioni per rendere quest’azienda incumbent permanente e in pratica non contendibile. 103 Il principale elemento di innovazione del modello consiste nella separazione tra la funzione di pianificazione dei servizi di trasporto, che rimaneva pubblica, e la loro erogazione che veniva affidata, inizialmente, in maniera diretta alle ex municipalizzate trasformate in S.p.A.. Era poi previsto che dal 2004 i servizi fossero affidati tramite gare, a cui avrebbero partecipato anche Trambus S.p.A. e Met.Ro. S.p.A. Parallelamente, era stata già attuata una parziale liberalizzazione della gestione attraverso l’applicazione delle procedure concorsuali ai servizi aggiuntivi alla rete storica. Erano quindi stati affidati tramite gara dei servizi periferici su gomma a diverse Associazioni Temporanee di Impresa che facevano capo a Sita S.p.A18 In questa fase il contratto di servizio era stipulato tra la società di pianificazione (Atac S.p.A.) e gli enti gestori (Trambus, Met.Ro.). Nel 2004, le modifiche al modello romano di gestione del TPL sono state apportate dalle deliberazioni 126 e 127, ritenute necessarie dall’amministrazione capitolina per riequilibrare i conti del trasporto pubblico romano, abbattere il debito strutturale del settore e rafforzare la capacità di governo del Comune. Le funzioni di pianificazione e controllo sono state concentrate in un nuovo soggetto societario, originato dalla unificazione di Atac e Sta, mentre i contratti di servizio con Trambus e Met.ro. sono stati stipulati direttamente dal Comune, ai fini dell’adeguamento alle regole dell’affidamento in house. I servizi aggiuntivi (circa il 20% dei trasporti di superficie), già affidati al raggruppamento di imprese guidato da Sita, sono rimasti contendibili sul mercato, ed assegnati recentemente con gara al Consorzio Tevere, ex-Sita con l’aggiunta di altri privati (vedi appendice). 10.4.4 Il trasporto pubblico locale urbano Come già precedentemente analizzato, la normativa regionale di settore, in conformità con la normativa nazionale, stabilisce che anche i “servizi minimi” di trasporto pubblico locale urbano siano a carico della Regione. In concreto, però, non tutti i Comuni hanno ottenuto i finanziamenti previsti. La Figura 15 identifica in verde i comuni ai quali la Regione ha erogato le risorse necessarie a realizzare i servizi di trasporto pubblico all’interno del loro territorio. I comuni privi di TPL urbano, salvo casi isolati, sono concentrati nella zona est della Provincia intorno a Subiaco e nell’area a bassa densità. E’ necessario il riequilibrio dei fondi da parte della Regione, anche per istituire servizi a domanda, e lo sviluppo di consorzi tra comuni, importante per avere dei servizi integrati, meno frammentati, ma indispensabile per i comuni con meno di 10.000 abitanti. Infatti la legge n. 30/1998, così come modificata dalla legge n. 16/2003 stabilisce, inoltre, che i finanziamenti regionali siano erogati solo ai Comuni con popolazione non inferiore ai diecimila abitanti. Questa disposizione è stata oggetto, nel corso degli anni, di specifiche proroghe da parte della Regione, che, di fatto, hanno sospeso l’efficacia della disposizione 18 Tutte e tre le gare per servizi aggiuntivi in aree periferiche erano state vinte da un raggruppamento di imprese comprendente oltre a Sogin-SITA (Gruppo FS), Transdev (terzo operatore francese del TPL), APM i perugia e ARPA di Chieti. In queste gare per servizi aggiuntivi, ATAC spa aveva messo a disposizione gli impianti e i mezzi, mentre il personale era fornito dall’operatore che si era aggiudicato la gara. 104 stessa. Gli orientamenti dell’attuale Amministrazione sembrano invece indirizzati verso una sua applicazione, determinando quindi l’impossibilità per i piccoli Comuni, oltre la data del 31 dicembre 2006, di ottenere le risorse necessarie ai propri servizi di trasporto. Entro questa data sarebbe quindi opportuno che i Comuni interessati, per mantenere o ottenere tali risorse, realizzassero intese con i Comuni limitrofi per lo svolgimento dei servizi, come d’altronde previsto dalla stessa legge n. 30/1998 (e successive modifiche). Figura 15 Comuni con e senza il TPL 10.4.5 Il sistema tariffario integrato METREBUS Come già accennato, la normativa regionale di settore prevede che le imprese di trasporto operanti nel Lazio debbano consentire l’uso di titoli di viaggio integrati (art. 43, Legge n.16/2003). Già dal 1994, con la deliberazione n. 8171, la Giunta Regionale aveva avviato l'integrazione tariffaria regionale METREBUS e stabilito i livelli tariffari minimi per i servizi di trasporto extraurbani, urbani ed integrati esercitati sul territorio della Regione Lazio. Con la stessa deliberazione, successivamente modificata ed integrata, veniva inoltre definito il criterio di ripartizione dei proventi da traffico tra le aziende aderenti al sistema, perseguendo l'obiettivo che nessun vettore, a parità di servizio svolto, dovesse subire una diminuzione di introiti rispetto all'anno precedente. A seguito della Legge regionale 30/98, con la D.G.R. n. 4583/99 il sistema tariffario METREBUS è stato esteso al servizio di trasporto urbano di tutti i Comuni del Lazio, al fine di garantire alla totalità degli utenti il diritto all'integrazione tariffaria ed i minori costi possibili, nonché l'uguaglianza delle condizioni tra i vettori operanti sul territorio regionale. 105 Le procedure di adesione al sistema prevedono che la singola Amministrazione comunale emani una specifica delibera, sentita l’Azienda del trasporto urbano, e dia mandato a quest’ultima di stipulare una Convenzione con ATAC, Cotral, Met.Ro., e Trenitalia. Recependo i titoli tariffari previsti dal sistema METREBUS, viene di conseguenza modificato il contratto di servizio tra il Comune e l’azienda che eroga il servizio di trasporto urbano. La Regione è stata divisa in sei zone concentriche. Ogni Comune appartiene ad una sola zona; Roma, a causa della sua estensione e complessità, vale due zone. I titoli di viaggio integrati permettono di spostarsi con qualsiasi mezzo pubblico, su gomma o su ferro, nell’ambito regionale. Il prezzo dei titoli dipende solo dal numero di zone che si attraversano e non dalla lunghezza del viaggio o dal numero di vettori utilizzati. La delibera 4883/99 ha anche previsto che la Regione eroghi un contributo del 30% sui titoli tariffari alle aziende del trasporto urbano, quale rimborso del mancato incasso sui titoli di abbonamento venduti. Ad oggi aderiscono al sistema integrato METREBUS, il Cotral, Trenitalia, ATAC e Met.Ro. ed un ristretto numero di aziende di trasporto urbano. È auspicabile che i singoli Comuni laziali aderiscano, consentendo agli utenti di utilizzare un unico titolo di viaggio per i servizi di trasporto pubblico all’interno del loro territorio e per i servizi di trasporto pubblico regionale. In questa direzione si è mosso, ad esempio, il Comune di Latina che recentemente, con delibera n. 195 del 20/04/2006, ha deciso di realizzare l’integrazione tariffaria, con l’istituzione di un titolo “METREBUS Lazio + Trasporto pubblico Comunale”. Questa misura dovrebbe determinare una riduzione di spesa per gli utenti di circa il 30%. La Provincia di Roma, in accordo con le Aziende aderenti al sistema METREBUS e nei limiti degli stanziamenti resi disponibili allo scopo, ha attuato per il triennio 2006-2008 delle agevolazioni tariffarie per l’acquisto di abbonamenti annuali integrati a zone con una riduzione del 30% rispetto alla tariffa piena, in favore degli studenti fino a 26 anni e degli utenti con reddito annuo non superiore a 22.000 euro. Le agevolazioni tariffarie hanno l’obiettivo di rendere più semplici e convenienti gli spostamenti per determinate categorie di utenti del TPL, e completano un ampio programma di iniziative promosse dall’amministrazione provinciale per migliorare e sostenere il sistema del trasporto pubblico. 10.4.6 I servizi di TPL a livello regionale La mobilità della Regione Lazio è attualmente organizzata mediante tre contratti di servizio: • con Cotral (che attualmente è di proprietà della Regione Lazio e delle Province di Roma, Rieti e Viterbo) per il trasporto su gomma; • con Trenitalia sulle infrastrutture regionali gestite da RFI; • con Met.Ro. (che appartiene per il 95% al Comune di Roma, per il 3% alla Provincia di Viterbo e per il 2% alla Provincia di Rieti) per il servizio sulle ferrovie ex concesse Roma–Lido di Ostia, Roma–Viterbo e Roma–Pantano. 10.4.7 Le Linee Guida del Piano Regionale dei Trasporti Le Linee Guida del Piano Regionale dei Trasporti si pongono l’obiettivo di inaugurare una diversa visione del sistema integrato del trasporto regionale, in cui «il ruolo della gomma sia quello di adduttore al trasporto su ferro, implementando i nodi di scambio gomma-ferro». È 106 previsto che questo nuovo assetto possa rappresentare per il Cotral benefici in termini di risanamento del conto economico. Le linee guida del Piano regionale dei Trasporti, approvate nel febbraio scorso, descrivono un nuovo modello di assetto gestionale del sistema di trasporto pubblico regionale. Per il Cotral si indica la separazione tra la proprietà degli autobus e beni strumentali e la gestione dei servizi, importante premessa alla effettuazione delle gare. In particolare, si ipotizza la creazione di una nuova società regionale, denominata Lazio Holding (LH) per «concentrare in un unico soggetto pubblico la programmazione, il controllo e la messa in sicurezza dell’intero sistema di trasporto regionale». A Lazio Holding si conferirebbero tutti i veicoli, i depositi e le officine attualmente di Cotral, il patrimonio immobiliare facente capo alla Cotral Asset Spa e la proprietà dell’infrastruttura e del materiale rotabile delle ferrovie ex concesse, oggi del demanio regionale. Per quanto riguarda i servizi su strada, la loro gestione rimarrebbe affidata a Cotral, attraverso veicoli precedentemente conferiti a Lazio Holding. Per la gestione dei servizi ferroviari, si verrebbe a creare una nuova società (Trenolazio) - di proprietà di Regione e Province - cui affidare in un primo momento la gestione delle ferrovie concesse e successivamente l’intera rete regionale su ferro. Potrebbe anche essere valutata l’opportunità di avere come partner il Comune di Roma, nel caso in cui, invece di creare una nuova società di scopo, si ritenesse conveniente utilizzare la società Met.Ro., che attualmente già gestisce le ferrovie ex concesse. L’obiettivo sarebbe quello di creare «una struttura forte che potrà ulteriormente rafforzarsi partecipando alle future gare per la gestione del servizio sulle ferrovie regionali in accordo e/o in competizione con Trenitalia ». Poiché le ferrovie ex concesse non sembrano giustificare la creazione di una specifica società di gestione della rete, si prevede di lasciare a Lazio Holding le competenze in termini di manutenzione e gestione, oltre che di realizzazione degli investimenti necessari al potenziamento delle tre linee. 10.4.8 Le proposte di Federmobilità, Asstra, Anav, Confservizi, CGIL, CISL, UIL. Lo scorso anno Federmobilità (associazione che riunisce amministratori di Regioni, Comuni e Province), le aziende di Asstra (pubbliche) e Anav (private), Confservizi, e i sindacati CGIL, CISL e UIL, hanno presentato un piano per lo sviluppo del TPL19. Il documento contiene anche un pacchetto di proposte miranti ad individuare nuove fonti di finanziamento per il settore e a stimolare la domanda di trasporto pubblico, tra cui le principali sono: 1. adeguamento delle tariffe. Le tariffe del TPL potrebbero essere adeguate con il metodo del price-cap, già previsto dal decreto 422/97. Secondo i proponenti, un aumento di soli 5 centesimi di Euro sui biglietti ordinari garantirebbe annualmente un maggiore introito di 52 milioni di Euro. La leva tariffaria dovrebbe però essere utilizzata con cautela per evitare spinte inflazionistiche ed effetti negativi sulla domanda di trasporto pubblico; 19 Federmobilità, ASSTRA, Confservizi, ANAV, CGIL, CISL, UIL, Piano per lo sviluppo del TPL. Fabbisogno e proposte di finanziamento, 3 marzo 2005 107 2. riduzione dell'IVA sui titoli di viaggio. L’attuale aliquota (10%) dovrebbe essere ridotta, prendendo a riferimento le applicazioni in altri Paesi europei (dallo zero dell'Inghilterra al 5,5% della Francia). Questo provvedimento integrerebbe significativamente quello relativo all’adeguamento tariffario, producendo maggiori introiti pari a circa 27 milioni di Euro per ogni punto percentuale; 3. copertura integrale dell’IVA sui contratti di servizio. La legge Finanziaria 2004 (legge n.350/2003) aveva previsto, a carico dei bilanci dello Stato 2004-2005-2006, il rimborso integrale alle Regioni dell’IVA sui contratti di servizio per gli anni 2001, 2002, 2003. Appare necessario che tale provvedimento sia esteso anche agli anni successivi, ovverosia a decorrere dal 2004. In effetti, l’applicazione dell’IVA sugli importi oggetto dei contratti ha gravato ulteriormente ed inutilmente sugli enti affidatari dei servizi. Nei fatti, tale imposizione fiscale, che è da considerarsi come una partita di giro nell’ambito delle risorse pubbliche, ha contribuito soltanto alla riduzione delle risorse complessive destinate al TPL. 4. Istituzione della compartecipazione regionale sull’accisa dovuta per il consumo di gasolio. Con la riforma del settore, è stata attribuita alle Regioni una quota sull’accisa dovuta per il consumo della benzina per autotrazione. Si ritiene opportuno istituire una compartecipazione regionale anche sull’accisa dovuta per il consumo del gasolio per generare ulteriori risorse da destinare al TPL; 5. Detraibilità fiscale della spesa per gli abbonamenti; 6. Istituzione dei ticket trasporto, sulla falsariga del ticket restaurant, per stimolare l’uso del mezzo pubblico. Nel 2006 Federmobilità ha realizzato un’analisi approfondita sulla fiscalità nel settore dei trasporti, al fine di determinare l’entità del gettito fiscale derivante dal comparto e di individuare gli interventi che possono consentire il reperimento di risorse da destinarsi al potenziamento del TPL. L’analisi ha evidenziato che del gettito fiscale complessivamente derivante dal settore dei trasporti (62 miliardi di euro nel 2004) circa i 2/3 sono incamerati dallo Stato, mentre le quote incassate dalle Regioni e dalle Province sono rispettivamente pari al 26% e al 5%. L’apporto finanziario complessivamente offerto all’Erario dal comparto dei trasporti supera di circa il 50% l’entità della spesa pubblica ad esso afferente (circa 40 miliardi di euro) e risulta per la quasi totalità a carico della modalità su gomma che – si valuta – determina circa il 95% dei costi “esterni” connessi al comparto stesso, globalmente quantificati in 100 miliardi di euro (incidenti, congestione, inquinamento, ecc.). Ciò significa evidentemente che, da un lato, il vettore stradale – ed in maniera particolare quello privato – “costa” alla collettività (in termini di spesa pubblica ed esternalità negative) più di quello che ad essa apporta in termini di gettito fiscale e, dall’altro, che almeno 1/3 di tale gettito (ovvero 22 miliardi di euro su 62) non è “riallocato” nel settore dei trasporti a sostegno specifico delle modalità meno costose e meno inquinanti, come apparirebbe esito “normale” di una ragionevole politica di riequilibrio settoriale tra modalità di trasporto. Lo studio di Federmobilità propone quindi un pacchetto di interventi di natura fiscale che vadano a pesare sui mezzi di trasporto privati, più costosi per la collettività e più inquinanti, per renderli meno appetibili e, nello stesso tempo, per reperire nuove risorse finanziarie da destinarsi al TPL. Nel dettaglio, il pacchetto proposto si articola nei seguenti 5 interventi di natura fiscale: 108 • estensione a tutto il territorio nazionale della sovraimposta regionale sulla benzina per autotrazione prevista dalla legge 158/90 ed attualmente applicata soltanto in Campania, Molise, Liguria; • introduzione di una sovraimposta regionale sul gasolio per autovetture di entità non superiore al 5% dell’accisa attualmente applicata; • riduzione dell’accisa sul gasolio consumato dalla flotta veicolare adibita al TPL; • riduzione dell’IVA sul gasolio consumato dalla flotta veicolare adibita al TPL; • utilizzazione del gettito fiscale derivante dalla ristrutturazione della tassa di circolazione da basarsi sulle emissioni di Co2 delle autovetture, secondo quanto contenuto nella proposta di direttiva della Commissione europea del 05/07/2005 in “materia di tasse relative alle autovetture”20 . L’applicazione congiunta dei 5 strumenti fiscali individuati consentirebbe il reperimento di risorse finanziarie quantificabili all’anno 2015 in 32,7 miliardi che, se globalmente destinati al rilancio del TPL, ne coprirebbero integralmente il relativo fabbisogno finanziario calcolato in poco meno di 32 miliardi. 10.4.9 I nodi di interscambio Per rendere il sistema del TPL efficiente ed efficace, il Piano favorisce l’integrazione treno–autobus–mezzo privato, mediante la realizzazione di adeguati nodi di interscambio modale. Questi, infatti, se opportunamente progettati e gestiti, garantiscono un agevole trasbordo tra le diverse modalità e assicurano la sincronizzazione degli orari dei diversi servizi di trasporto. In Italia, benché sia riconosciuta la loro importanza e la loro funzione di stimolo all’utilizzo dei mezzi pubblici, non esiste un regolamento sui nodi di interscambio veri e propri. La legge 122/1989 si limita a stabilire che le Regioni devono individuare i Comuni tenuti alla realizzazione del Programma Urbano dei Parcheggi, nel quale si indicano «le localizzazioni ed i dimensionamenti, le priorità di intervento ed i tempi di attuazione, privilegiando le realizzazioni volte a favorire il decongestionamento dei centri urbani mediante la creazione di parcheggi finalizzati all'interscambio con sistemi di trasporto collettivo e dotati anche di aree attrezzate per veicoli a due ruote»21. La condivisione fra un numero elevato di enti o persone delle responsabilità e delle competenze non solo sui nodi di interscambio, ma anche 20 Tale proposta non contempla l’introduzione di nuove tasse ma mira alla ristrutturazione di quelle vigenti negli Stati membri, prevedendo la graduale abolizione entro un arco temporale di 5-10 anni della tassa di immatricolazione e l’istituzione di un sistema per il suo rimborso nonché la ristrutturazione della tassa annuale di circolazione da basarsi appunto (in tutto o in parte) sulle emissioni di CO2 delle autovetture. Alla fine di un graduale processo pluriennale si dovrebbe pervenire alla sopravvivenza della sola tassa di circolazione, godendo di un risparmio di costi burocratici di esazione ed altri benefici connessi. In compenso l’imposta si riduce per le autovetture non inquinanti (o comunque a livello di “minimo” inquinamento, come stabilito dalla UE); una “sovrattassa” è dovuta dalle altre secondo un certo indice di inquinamento correlato al tipo di vettura. 21 La stessa legge, all’art. 6, individua i Comuni che dovranno redigere il piano urbano dei parcheggi senza indicazione regionale: Roma, Milano, Torino, Genova, Venezia, Trieste, Bologna, Firenze, Napoli, Bari, Reggio Calabria, Messina, Cagliari, Catania e Palermo. 109 sulle aree su cui devono essere realizzati, rende spesso i processi di progettazione, esecuzione e gestione dei nodi stessi, lunghi, complessi e costosi. Questa situazione si verifica anche in quei Paesi in cui, avendo realizzato una completa liberalizzazione del settore del TPL, manca un’azione di coordinamento degli attori coinvolti nella progettazione e gestione dei nodi di interscambio. Se, infatti, lo staff di un nodo di interscambio è costituito da un insieme di gruppi diversi, in quanto ogni operatore di trasporto ha il suo personale, diventa più difficile, o addirittura impossibile, dare informazioni ed assistenza agli utenti, i quali percepiranno questa situazione come una barriera all’intermodalità. In Paesi come la Germania e la Svizzera, invece, è stata istituita la figura del “manager del nodo di interscambio” che è direttamente responsabile della gestione della struttura, del sistema informativo, della sicurezza e della manutenzione. In Olanda, i nodi di interscambio sono oggetto di campagne pubblicitarie miranti a promuovere non solamente tutti i servizi afferenti ai nodi stessi, ma anche le attività commerciali che insediate al loro interno o nelle loro immediate vicinanze. Per replicare queste buone pratiche in Italia sarebbe opportuno che le Regioni e gli Enti Locali coinvolti, perché competenti sulle aree sui cui dovrebbe sorgere il nodo di interscambio e/o sui relativi servizi di trasporto pubblico, stipulassero un accordo per la sua gestione a livello unitario. Si potrebbe anche prevedere l’intervento di capitale privato, ad esempio mediante l’istituto della concessione di costruzione e gestione. Parallelamente, i contratti di servizio con i diversi operatori dovrebbero garantire la sincronizzazione dei servizi di trasporto. Il soggetto incaricato della gestione del nodo di interscambio dovrebbe assicurare sicurezza e manutenzione della struttura, coordinamento fra le diverse imprese di trasporto, un sistema informativo efficiente, uno staff capace di assistere gli utenti. Invece di pubblicizzare la singola azienda di trasporto, il gestore avrebbe anche il compito di promuovere tutti i servizi afferenti al nodo di interscambio e tutte le attività presenti, attraverso una campagna pubblicitaria unitaria. Tuttavia per rafforzare il ruolo dei nodi di interscambio occorre favorire l’area circostante dal punto di vista dell’edificabilità, con premi di cubatura. Il nodo può così realizzare più compiutamente i suoi effetti attrattivi non solo sulla mobilità , ma anche sui nuovi insediamenti. In questo modo si utilizza l’elevata accessibilità del nodo, si favorisce il trasporto pubblico e in parte si riducono gli spostamenti. Il nodo si raggiunge per prendere il treno, ma anche per fare acquisti, e in alcuni casi è la destinazione per la presenza di uffici e residenze nelle adiacenze. Per stimolare l’uso dei trasporti pubblici e favorire l’intermodalità, è quindi opportuno un nuovo approccio nei confronti dei Nodi di Scambio. Gli Enti Locali, in particolare i comuni, competenti sulle aree sulle quali sorgono (o sorgeranno) i Nodi di Scambio, dovrebbero considerare nei loro strumenti urbanistici le aree adiacenti al nodo con grandi potenzialità di sviluppo insediativo. Le aziende competenti sui relativi servizi di trasporto, si potrebbero accordare sulla realizzazione dei nodi già dal momento della progettazione e continuare questa collaborazione nella gestione, in modo da assicurarne l’unitarietà. Per replicare l’esperienze positive sperimentate in Paesi come la Svizzera, la Germania e l’Olanda, sarebbe necessaria una legge apposita Regionale che consenta di affidare ad un unico soggetto la responsabilità del coordinamento fra le diverse aziende di trasporto. La legge regionale potrebbe ad esempio prevedere incentivi per favorire lo sviluppo urbanistico 110 integrato dei nodi di interscambio oppure la formazione di una azienda pubblica, privata, o mista, con la partecipazione delle aziende di trasporto. Questa azienda potrebbe realizzare gli investimenti per riqualificare i nodi ed assicurare la gestione unitaria, con enfasi sulla sorveglianza e sicurezza, sulla sincronizzazione dei servizi, sull’informazione integrata agli utenti, fissa, variabile e sul web, sulla mitigazione dei disservizi, sulla accessibilità, sulla sicurezza e sulla pulizia. Il tutto con una attenzione, oltre che ai benefici sociali, anche agli aspetti finanziari ed economici. 10.5 Osservazioni conclusive La situazione del settore TPL appare ad oggi molto incerta e confusa. Leggi nazionali e regionali disattese, strumenti pianificatori non adottati, risorse sempre più scarse. In particolare nel Lazio la situazione ereditata è tra le più critiche, per la mancata applicazione delle leggi regionali e per l’assenza dei piani di settore. In questo contesto, sarebbe auspicabile chiarire quali competenze e quali funzioni attribuite alle Province ed agli Enti Locali, vengano realmente conferite. Inoltre come si è più volte ribadito, l’incertezza normativa che ha caratterizzato tutto il periodo successivo all’emanazione del D. Lgs 422/97, ha portato le Regioni e gli Enti Locali a scelte contrastanti sulle modalità di affidamento dei servizi pubblici di trasporto. Anche nell’ambito della Regione Lazio, dopo aver recepito la riforma con la Legge di settore, la situazione è stata altalenante. Attualmente, è la Regione Lazio che stipula con Cotral un unico contratto di servizio, anche se la Legge Regionale di settore ha previsto che siano decentrati a livello locali tutte le funzioni e i compiti che non richiedono l’esercizio unitario al livello regionale e ha stabilito con precisione quali sono i servizi di competenza provinciale. L’affidamento diretto ad imprese di trasporto di proprietà degli stessi Enti affidanti, rischia di ridurre il potere di stimolo all’efficienza, tipico dei contratti di servizio. La Regione Lazio ricopre infatti il duplice ruolo di committente dei servizi di trasporto e di principale azionista di Cotral, venendo meno così la separazione tra il ruolo di programmazione, indirizzo e controllo e quello della produzione dei servizi. In questo contesto, in attesa della legge delega che è auspicabile definisca l’assetto del TPL, in primo luogo si propone di separare la proprietà dalla gestione della rete, così come prevedono anche le Linee Guida del Piano Regionale. Anche l’assetto societario dell’azienda Cotral va ridiscusso superando l’attuale ripartizione determinata più dal caso che da precise strategie, coinvolgendo le altre Province ed il Comune di Roma nella definizione delle strategie future per il rilancio del trasporto pubblico regionale. Nelle more della definizione del futuro assetto del TPL, in via transitoria il Piano propone che il contratto per i servizi provinciali e regionali sia controfirmato da quelle Province, che hanno avuto approvato il Piano di Bacino. Mentre la funzione di monitoraggio, in accordo con la Legge Regionale, potrebbe essere svolta dalle Province in maniera più efficiente ed efficace rispetto alla Regione, grazie alla loro vicinanza al territorio e agli utenti. Il Piano propone che le competenze, con i relativi finanziamenti per il TPL urbano, siano trasferite alle Province . Queste nel predisporre i Piani di Bacino possono tener conto con il dovuto dettaglio delle esigenze locali ed operare nel tempo il riequilibrio nella distribuzione delle risorse, anche facilitando la formazione di consorzi di comuni per una migliore efficienza ed efficacia dei servizi di TPL. 111 Per ciò che riguarda i Comuni con popolazione inferiore ai diecimila abitanti, si ribadisce la necessità di istituire, (o di avviare la costituzione) entro il 31 dicembre 2006, veri e propri Consorzi con i Comuni limitrofi, al fine di mantenere (o ottenere) le risorse regionali necessarie alla realizzazione dei servizi di trasporto pubblico nei loro territori. Tale forma associativa potrebbe svolgere tutte le funzioni trasferite o delegate in materia di trasporto pubblico locali dei Comuni aderenti, con particolare riguardo: alla pianificazione del sistema della mobilità e del piano dei trasporti, alla programmazione di tutti i servizi e le infrastrutture del trasporto locale, alla gestione delle risorse finanziarie conferite dagli Enti aderenti, alla predisposizione degli eventuali bandi di gara, alla gestione delle procedure concorsuali per l’affidamento dei servizi di trasporto pubblico locale di competenza, alla gestione dei relativi contratti di servizio e al controllo di efficienza e di efficacia dei servizi. Per quanto riguarda il trasporto ferroviario, il Piano rimanda agli accordi stipulati con la Regione, le altre Province, il Comune di Roma, FS, RFI, e Trenitalia, sia per il potenziamento delle infrastrutture, che per i servizi aggiuntivi. Per le ferrovie ex concesse, il Piano propone che le competenze sui servizi ferroviari riguardanti la Roma-Lido e la Roma-Pantano siano trasferite all’Amministrazione Capitolina, perchè è in atto la loro trasformazione in linee metropolitane. Una legge regionale potrebbe prevedere incentivi per favorire lo sviluppo urbanistico integrato dei nodi di interscambio e la eventuale costituzione di una azienda pubblica, privata, o mista, con la partecipazione delle aziende di trasporto, potrebbe realizzare gli investimenti per riqualificare i nodi ed assicurare una gestione unitaria. Infine l’entità del Fondo Regionale, costituito per il finanziamento del settore, è modesta e insufficiente a coprire i costi dei servizi erogati. È quindi auspicabile che siano accolte al livello nazionale le succitate proposte di Federmobilità (riduzione dell’IVA sui titoli di viaggio, copertura integrale dell’IVA suoi contratti di servizi, detraibilità fiscale delle spese sostenute, adeguamento delle tariffe ricorrendo al sistema del price-cap, ecc). 112 Bibliografia Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali del Comune di Roma, Relazione annuale sullo stato dei servizi pubblici locali e sull’attività svolta, 2005. Boitani A., La concorrenza è un’opzione. Per il futuro, su www.lavoce.info, 2005. Boitani A., Per la liberalizzazione del trasporto locale, su www.lavoce.info, 2005. Boitani A., Cambini C., Il trasporto pubblico locale. Dopo la riforma i difficili albori di un mercato, 2002. 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I risultati ottenuti sono esposti sotto forma di tabelle da utilizzare, nella gestione di un servizio in coincidenza, per determinare quanto i tempi di partenza dei bus dalla stazione debbano essere differiti rispetto all’orario ufficiale di arrivo del treno e quali debbano essere i tempi massimi di attesa in caso di ritardo, in funzione di parametri quali la frequenza e la regolarità del servizio ferroviario, il numero di utenti del servizio bus e la frazione non proveniente dal treno. Nella pratica corrente si ha sia il differimento degli orari di partenza che l’attesa in caso di ritardo, ma il primo è sostanzialmente determinato da un arrotondamento per eccesso rispetto all’orario di arrivo del treno e la seconda non è determinata sulla base di analisi quantitative, né garantita agli utenti. I valori riportati nelle tabelle sono quelli che realizzano il migliore compromesso tra le esigenze degli utenti che effettuano la coincidenza, quelle degli altri utenti del servizio bus e i costi di esercizio. Essi sono suggeriti per la definizione degli orari e dei tempi massimi d’attesa garantiti agli utenti, nonché per il loro aggiornamento in funzione di variazioni nella regolarità del servizio ferroviario. Va tuttavia sottolineato come si tratti comunque di valori indicativi e suscettibili arrotondamento, mentre sia la frequenza di aggiornamento, in particolare per gli orari partenza, che l’adattamento alle situazioni specifiche, in particolare per i tempi massimi attesa, vanno valutati tenendo conto che l’offerta di trasporto collettivo presenta esigenze stabilità e di uniformità delle modalità di esercizio. di di di di Il problema di gestione delle coincidenze Le tabelle sono ricavate determinando, a partire da rilievi sui ritardi negli arrivi dei treni, i parametri della distribuzione statistica di tali ritardi, utilizzati per calcolare i tempi medi di attesa delle due classi di utenti considerate in funzione della differenza tra orario ufficiale di partenza del bus e orario ufficiale di arrivo del treno e del tempo massimo di attesa. Si assume che il servizio bus sia progettato per assicurare le coincidenze in una sola direzione, cioè tra i centri dell’area metropolitana e il nucleo urbano, ove si hanno i flussi di gran lunga più rilevanti. Per i servizi bus in coincidenza occorre considerare i trasbordi nei due versi. Per quanto riguarda il verso dai centri dell’area metropolitana al nucleo urbano gli orari delle corse bus in arrivo alle stazioni devono essere sincronizzati con gli orari ufficiali di partenza dei treni diretti al nucleo urbano, con un anticipo che dipende dalla regolarità del servizio bus (peraltro elevata trattandosi di servizi extraurbani, sostanzialmente esenti da congestione stradale nelle fasce orarie di maggiore interesse) e dal tempo necessario per l’acquisto del 115 biglietto e per raggiungere il treno. Infatti, un anticipo minore non garantirebbe la coincidenza nel caso di rispetto dell’orario e un anticipo maggiore incrementerebbe i tempi di attesa degli utenti senza alcun vantaggio sistematico per l’esercente del servizio bus. Naturalmente, nel progetto dell’orario del servizio bus può risultare opportuno un anticipo maggiore per motivi specifici quali l’utilizzazione della corsa, o del veicolo, per soddisfare altre esigenze di mobilità, ma di tali opportunità, dipendenti da situazioni specifiche e non sistematiche, non si tiene conto in questa sede. Le corse bus in partenza dalla stazione che si considerano sono quindi quelle in coincidenza con i treni provenienti dal nucleo urbano, caratterizzate da un orario ufficiale di partenza t, non minore di t°, orario ufficiale di arrivo del treno più i tempi accessori di trasbordo (tempo necessario per raggiungere il bus e per l’acquisto del biglietto). La partenza del bus è ritardata, se il treno è in ritardo, di un tempo massimo di attesa w. Denotando con τ l’orario effettivo di arrivo del treno, con s = t + w l’orario limite di partenza del bus, corrispondente al tempo massimo di attesa, e con d l’orario effettivo di partenza del bus si formalizzano le modalità di esercizio del servizio in coincidenza come segue: d = min{s; max{t; τ}} (1) o, esplicitando il risultato dell’applicazione della (1) per qualsiasi τ: ⎧t ⎪ d = ⎨τ ⎪s ⎩ −∞ < τ < t t ≤τ ≤ s s < τ < +∞ Le conseguenze del differimento degli orari di partenza e dell’attesa del treno in caso di ritardo sui tempi di trasbordo degli utenti provenienti dal treno, sui ritardi subiti da quelli in attesa sul percorso del bus e sui costi di esercizio, sono valutate come segue. Per quanto riguarda il costo di esercizio si tiene conto che, nella progettazione dell’orario, il tempo di percorrenza per le corse in partenza dalla stazione deve essere incrementato del tempo massimo d'attesa w = s – t, in modo che le soste e corse successive non siano influenzate dall’attesa del treno. A tale incremento corrisponde, se k è il costo di esercizio per unità di tempo, un incremento c del costo d’esercizio, dato semplicemente dall’espressione: c = k(s – t) (2) Per quanto riguarda i ritardi subiti dagli utenti in attesa sul percorso del bus, essi sono valutati in funzione di s e t e della funzione di densità di probabilità (f. d. p.) del ritardo del treno, che, ponendo senza perdita di generalità t° = 0 e trascurando i tempi accessori di trasbordo, coincide con la f. d. p. f(τ) dell’orario d’arrivo effettivo del treno. Nota f(τ), infatti, è possibile calcolare, in corrispondenza di ogni coppia di valori (s, t) il ritardo medio r per gli utenti in attesa sul percorso del bus come segue: r = ∫t (τ − t )⋅ f (τ )dτ + (s − t )∫s +∞ s f (τ )dτ (3) Per tali utenti, infatti, ricordando che f(τ)dτ è la probabilità che il treno arrivi nel generico intervallo [τ, τ + dτ) si ha un ritardo: 116 • zero per -∞ < τ ≤ t, cioè se il treno arriva prima dell’orario ufficiale di partenza del bus; • τ – t, pari al tempo effettivo di attesa del treno, per t ≤ τ ≤ s, cioè se il treno arriva tra l’orario ufficiale e l’orario limite di partenza del bus; • s – t, pari al tempo massimo di attesa del treno per s ≤ τ < +∞, cioè se il treno arriva dopo l’orario limite di partenza del bus. Anche i tempi di attesa per il trasbordo b degli utenti provenienti dal treno sono valutati in funzione di s e t e della f. d. p. f(τ) dell’orario d’arrivo effettivo del treno, associando a una mancata coincidenza il tempo d’attesa per la corsa bus successiva. Assumendo che i ritardi dei treni siano indipendenti e che le corse bus vengano effettuate con le stesse modalità ad intervalli h, il tempo medio di partenza della corsa bus successiva è dato da h + E(d), tempo medio di partenza delle corse bus gestite secondo la (1), espresso da: E (d ) = t ⋅ ∫−∞ f (τ )dτ + ∫t τ ⋅ f (τ )dτ + s ⋅ ∫s t +∞ s f (τ )dτ (4) Per gli utenti provenienti dal treno si ha quindi un tempo medio di attesa per il trasbordo b, espresso, considerando i tre eventi possibili come nel caso precedente, da: b = ∫−∞ (t − τ )⋅ f (τ )dτ + ∫s ⎡⎣ h + E (d ) − τ ⎤⎦ ⋅ f (τ )dτ +∞ t (5) Per gli utenti provenienti dal treno si ha infatti un tempo di attesa per il trasbordo: • t – τ se il treno arriva prima dell’orario ufficiale di partenza del bus; • zero se il treno arriva tra l’orario ufficiale e l’orario limite di partenza del bus; • h + E(d) – τ, in media, se il treno arriva dopo l’orario limite di partenza del bus e gli utenti devono attendere la corsa successiva. Il problema di ottimizzazione delle coincidenze può quindi essere formalizzato pesando i ritardi delle due classi di utenti del servizio bus con le quote x e 1 – x di utilizzazione del servizio in termini di passeggeri per corsa, rispettivamente provenienti dal treno o da altre origini. I ritardi sono poi monetizzati, attraverso il prodotto per il numero complessivo di utenti n e il valore del tempo v per renderli omogenei ai costi d’esercizio, ottenendo il problema di ottimizzazione non lineare nelle due variabili s e t: (s*, t *) = arg min Z (s, t ) = ⎡⎣ xb + (1 − x )r ⎤⎦ ⋅ nv + c { } = xnv ⋅ ∫−∞ (t − τ )⋅ f (τ )dτ + ∫s ⎡⎣ h + E (d ) − τ ⎤⎦ ⋅ f (τ )dτ + +∞ t + (1 − x )nv ⋅ ⎡ ∫ (τ − t )⋅ f (τ )dτ + (s − t ) ∫ ⎣ soggetto a : s ≥ t ; t ≥ 0 +∞ s s t (6) f (τ )dτ ⎤ + k (s − t ) ⎦ La funzione obiettivo Z(s, t) del problema (6) è calcolabile numericamente per qualsiasi f. d. p. f(τ), ma occorre specificarne la forma e i parametri. Si nota tuttavia preliminarmente come la soluzione del problema non cambi se la funzione obiettivo viene moltiplicata per un fattore qualsiasi, poiché tale operazione equivale semplicemente a cambiarne l’unità di misura. In effetti, moltiplicando per il fattore 1/nv la Z(s, t) si verifica come la soluzione del 117 problema (6) dipenda da k, n e v solo attraverso il rapporto k/nv, tra costo d’esercizio e valore monetario per gli utenti, entrambi riferiti all’unità di tempo, per cui non è necessario indagare sulle variazioni della soluzione rispetto ai tre parametri considerati separatamente. Inoltre, nell’ipotesi che la soluzione si trovi in corrispondenza del vincolo s ≥ t, come in effetti avviene in diversi casi, il secondo e terzo termine della Z(s, t) si annullano e il primo può essere moltiplicato per il fattore 1/xnv, per cui, nel caso s* = t*, la soluzione non dipende da x, k, n e v, ma solo da h e dai parametri della f(τ). Le espressioni (3) e (5) sono riformulate introducendo la funzione di ripartizione (f. d. r.) F(τ) della distribuzione statistica dei ritardi, che coincide con l’integrale da -∞ a τ della f(τ). Il ritardo medio r per gli utenti in attesa sul percorso del bus (3) diviene quindi, sostituendo gli integrali sulla f. d. p. con la f. d. r. ed eliminando i termini di segno opposto: r = ∫t τ ⋅ f (τ )dτ + t ⋅ F (t ) − s ⋅ F (s ) + s − t s (7) Analogamente, per l’espressione (5) del tempo medio di attesa per il trasbordo b per gli utenti in arrivo dal treno si ha: b = t ⋅ F (t ) − ∫−∞ τ ⋅ f (τ )dτ + ⎡⎣ h + E (d )⎤⎦ ⋅ ⎡⎣1 − F (s )⎤⎦ − ∫s τ ⋅ f (τ )dτ +∞ t (8) Sostituendo anche l’espressione (4) per E(d) tale espressione diviene: t s b = t ⋅ F (t )⋅ ⎡⎣ 2 − F (s )⎤⎦ − ∫−∞ τ ⋅ f (τ )dτ + ⎡ h + ∫t τ ⋅ f (τ )dτ ⎤ ⋅ ⎡⎣1 − F (s )⎤⎦ + ⎣ ⎦ (9) 2 +∞ + (s − t )⋅ ⎡⎣1 − F (s )⎤⎦ − ∫s τ ⋅ f (τ )dτ La f(τ) calibrata sui rilievi dei ritardi e utilizzata per la soluzione del problema (6) è derivata da una f. d. p. di tipo Gamma con parametro di forma 2 e parametro di localizzazione -γ, espressa da: 0 ⎧⎪ f (τ ) = ⎨ 2 ⎩⎪ β ⋅ (τ + γ )⋅ exp ⎡⎣ − β ⋅ (τ + γ )⎤⎦ per τ < −γ per τ ≥ −γ (10) Tale funzione, oltre a consentire derivazioni analitiche e calcoli relativamente semplici, si presta abbastanza bene a rappresentare alcune caratteristiche degli arrivi dei treni a una stazione, quali la scarsa frequenza di arrivi in anticipo, la prevalenza dei ritardi di piccola entità e la presenza di ritardi fino a valori anche rilevanti, ma con frequenze decrescenti all’aumentare della loro entità. Alla f. d. p. utilizzata corrisponde la f. d. r. definita come segue: 0 ⎧⎪ F (τ ) = ⎨ ⎪⎩1 − exp ⎡⎣ − β ⋅ (τ + γ )⎤⎦ ⋅ ⎡⎣1 + β ⋅ (τ + γ )⎤⎦ per τ < −γ per τ ≥ −γ (11) Se la distribuzione dei ritardi è data dalle (10)-(11), media E(τ) e varianza V(τ) dei ritardi sono: 118 E(τ) = 2/β - γ ; V(τ) = 2/β2 (12) L’utilizzazione della f. d. p. (10) consente di esprimere le (7) e (9) tenendo conto che gli integrali che vi compaiono sono tutti integrali definiti della stessa funzione τ⋅f(τ), il cui integrale indefinito è: ⎡⎛ 2 ⎞ ⎤ ⎣⎝ ⎠ ⎦ 2 ∫ τ ⋅ f (τ )dτ = − exp ⎣⎡ − β ⋅ (τ + γ )⎦⎤ ⋅ ⎢⎜ β + 2τ + ⋅βτ ⎟ + γ ⋅ (1 + β ⋅τ )⎥ + cost. (13) Ponendo quindi: ⎡⎛ 2 ⎤ ⎞ G (τ ) = exp ⎣⎡ − β ⋅ (τ + γ )⎤⎦ ⋅ ⎢⎜ + 2τ + ⋅βτ 2 ⎟ + γ ⋅ (1 + β ⋅τ )⎥ ⎠ ⎣⎝ β ⎦ (14) e tenendo conto che risulta: 2 t t G (τ ) = 0 ∫−∞ τ ⋅ f (τ )dτ = ∫−γ τ ⋅ f (τ )dτ ; G (−γ ) = β − γ ; τlim →∞ (15) le (7) e (9) possono essere espresse tramite le funzioni F(τ) e G(τ) come segue: r = t ⋅ F (t ) + G (t ) − G (s ) − s ⋅ F (s ) + s − t 2 (16) ⎛2 ⎞ b = ⎣⎡t ⋅ F (t ) + G (t ) − G (s )⎤⎦ ⋅ ⎡⎣ 2 − F (s )⎤⎦ − ⎜ − γ ⎟ + h ⋅ ⎡⎣1 − F (s )⎤⎦ + s ⋅ ⎡⎣1 − F (s )⎤⎦ ⎝β ⎠ La soluzione del problema (6) con le funzioni di ritardo e di attesa per il trasbordo esplicitamente definite attraverso le (11), (14) e (16) è ottenuta con un semplice metodo a griglia in cui si valuta Z(s, t) per tutte le coppie di valori (s, t) con s ≥ t multipli di un valore (lato della griglia) e compresi in un intervallo (estensione della griglia), entrambi prefissati, che consente di determinare s* e t* con un’approssimazione pari al lato della griglia, preso pari a 1 secondo. Risultati dei rilievi I rilievi dei ritardi sono stati effettuati durante il periodo di validità dell’orario 2004–2005, nei giorni feriali dal Lunedì al Venerdì, sui treni in arrivo, secondo tale orario, alla stazione di Zagarolo nella fascia oraria 16:30–19:30. I treni e le corse bus in coincidenza previsti nella fascia oraria sono evidenziati in Tabella 1, che riporta, per fornire un quadro più rappresentativo del servizio, anche il treno e la corsa bus precedente e quelli successivi fino al termine del servizio bus dalla stazione. 119 Tabella 1 Treni e bus in coincidenza a Zagarolo FS nella fascia oraria pomeridiana e serale Orari Treno Partenza Roma 15,20 16,15 16,20 16,47 " 17,20 17,47 18,20 18,47 19,20 19,47 20,20 Orari Bus Arr. Zagarolo FS Part. Zagarolo FS 15,55 16,39 16,55 17,11 " 17,55 18,11 18,55 19,11 19,55 20,11 20,55 16,00 – – 17,15 17,15 18,00 18,15 19,00 19,15 – 20,15 21,00 Destinazione Genazzano – – Bellegra S. Vito Romano Genazzano Bellegra Genazzano S. Vito Romano – Genazzano Genazzano Ora di Arrivo 16,35 – – 18,00 18,05 18,35 19,00 19,35 20,05 – 20,50 21,35 Tutte le corse seguono la SS 155 Fiuggina fino a Genazzano, ma le corse con destinazione S. Vito e Genazzano effettuano deviazioni per servire Zagarolo, Palestrina e Genazzano centro, mentre quelle per Bellegra rimangono sulla SS 155 transitando al margine dell’abitato. Gli altri centri di rilievo nella zona sono Cave, servito da tutte le corse perché attraversato dalla SS 155, e Olevano, servito dalle corse per Bellegra. Il servizio ferroviario nella fascia oraria considerata prevede due treni ogni ora, come risultato della sovrapposizione di due servizi orari cadenzati, uno veloce, con partenze ai 47’ di ogni ora, e uno lento, con partenze ai 20’ di ogni ora. Nella fascia oraria ricade anche un treno aggiuntivo rispetto al cadenzamento, quello delle 16,15 da Roma, cui è stata assegnata la fermata a Zagarolo con l’orario 2004–2005, mentre manca, immediatamente prima, un treno veloce alle 15,47. Il servizio bus prevede 6 corse per 7 treni in arrivo nella fascia oraria, ma i primi due, di cui uno cadenzato, non sono serviti, il terzo è servito da due corse e quelli successivi da una corsa ciascuno. Esistono quindi degli scostamenti dall’ipotesi fatta nella parte metodologica di servizi treno e bus cadenzati, che, pur non essendo tali da inficiare l’applicabilità dei risultati al caso su cui sono stati eseguiti i rilievi, evidenziano la necessità, di ordine generale, di una fase di analisi in cui le caratteristiche, attuali o progettate, del servizio, vengono esaminate per ricondurle a una, o più tipologie, tra quelle prese in esame. I ritardi rilevati per i 70 arrivi di treni alla stazione sono sintetizzati in Figura 16, ove sono riportate le frequenze di arrivi con m minuti di ritardo per m che va da -5 a 90 (minima e massima differenza rilevata tra orario di arrivo effettivo e previsto). 120 9 8 7 frequenza (n. casi) 6 5 4 3 2 1 88 85 82 79 76 73 70 67 64 61 58 55 52 49 46 43 40 37 34 31 28 25 22 19 16 13 7 10 4 1 -2 -5 0 ritardo (min.) Figura 16 Frequenza dei ritardi rilevati per minuto. Si noti come i ritardi superiori all’ora verificatisi in alcuni casi non sono collegabili a eventi esterni all’esercizio ferroviario o di carattere del tutto eccezionale, quali incidenti o agitazioni del personale, per cui si è ritenuto necessario considerarli comunque nell’analisi. Il ritardo medio per i treni rilevati è risultato pari a 11,343 minuti e la varianza dei ritardi a 341,5, denotando una situazione di forte irregolarità. La calibrazione della distribuzione dei ritardi I dati ottenuti dai rilievi sono stati organizzati calcolando le frequenze dei ritardi per intervalli di 2 minuti e i parametri β e γ della f. d. p. sono stati determinati minimizzando gli scarti quadratici tra frequenze calcolate ed osservate, utilizzando, anche a questo scopo, un metodo a griglia, con lato 0,005 per β e 0,05 per γ. Per verificare l’ipotesi che i ritardi osservati derivino dalla distribuzione ottenuta si è utilizzato il test del χ2, applicato alle frequenze osservate e calcolate per intervalli di 5 minuti da -5 a 20 e da 20 a 90 (massimo ritardo osservato). I valori dei parametri della f. d. p. risultanti sono β = 0,2 e γ = 2,90. A tali valori corrisponde un indice di accostamento r2, calcolato in modo analogo a quello utilizzato in regressione lineare, pari a 0,796, mentre il valore ottenuto per il test del χ2è pari a 9,79, inferiore al valore 11,07, per cui si ha una probabilità del 5% di respingere l’ipotesi di frequenze coerenti con la distribuzione ipotizzata nel caso di 5 gradi di libertà, corrispondente ai 6 intervalli utilizzati per il test. È opportuno notare esplicitamente che la distribuzione calibrata è caratterizzata da media e varianza diverse da quelle del campione di ritardi rilevato. Più specificamente media e varianza corrispondenti ai valori trovati per β e γ sono, per le (12), rispettivamente 7,1 e 50. Le frequenze osservate e calcolate con i parametri ottenuti dalla calibrazione sono illustrate in Figura 17, ove si può notare che, per ottenere buone approssimazioni delle frequenze per i ritardi fino a 20 minuti, ai ritardi oltre l’ora rilevati vengano attribuite dalla distribuzione ottenuta probabilità trascurabili. Tale caratteristica della distribuzione spiega lo scarto tra media osservata e calcolata. Le implicazioni ai fini applicativi sono limitate, in quanto ritardi di tale ordine di grandezza, pur non essendo dovuti a emergenze riconosciute, non sono gestibili con le misure di programmazione e gestione ordinaria dell’esercizio considerate, ma dovrebbero comportare l’attivazione di procedure ad hoc di gestione straordinaria, come quelle che si attivano in caso di guasto o incidente 121 12 10 Frequenze 8 Osservate Calcolate 6 4 2 132 128 124 120 116 112 108 96 104 100 92 88 84 80 76 72 68 64 60 56 52 48 44 40 36 32 28 24 20 16 8 12 4 0 -4 0 Ritardi Figura 17 Confronto tra frequenze osservate e calcolate per intervalli di 2 minuti. Lo scarto tra varianza osservata e calcolata è più significativo, pur potendo essere attribuito alle dimensioni ridotte del campione e alla sua disomogeneità (in Tabella 1A, ove sono riportati i risultati dei rilievi, si può verificare come medie e varianze dei ritardi siano alquanto diversi tra i treni rilevati). Tale scarto è peraltro rilevante ai fini applicativi per quanto riguarda l’individuazione delle modalità di esercizio ottimali in funzione dell’irregolarità del servizio ferroviario. Infatti, qualora si proceda, per adeguare le modalità di esercizio del servizio bus al livello di regolarità del servizio ferroviario, a rilevare un campione di ritardi, occorrerebbe ripetere la calibrazione della distribuzione per ottenere i parametri β e γ e risolvere nuovamente il problema (6) per ricavare le nuove modalità ottimali di esercizio. Per fornire attraverso tabelle da cui ricavare direttamente le modalità di esercizio, un’indicazione più facilmente utilizzabile, si introduce un’ipotesi di proporzionalità tra varianze campionarie e varianze delle distribuzioni ricavate dalle calibrazioni, si esprimono le prime in termini di variazione percentuale rispetto a quella rilevata e si determina il parametro β dalle (12). Introduzione e commenti alle tabelle Vengono presentate in Tabella 1B le tabelle rappresentative dell’andamento delle soluzioni del problema di ottimizzazione (6) al variare dei parametri rappresentativi della domanda sul servizio bus e della sua ripartizione, nonché dell’intervallo tra le partenze delle corse bus e della regolarità del servizio ferroviario, mantenendo costanti il valore del tempo e il costo d’esercizio per unità di tempo, cioè fissando: • k = €2/minuto; • v = €0,10/minuto. Per la domanda complessiva sul servizio bus (numero di passeggeri per corsa n) e per la sua ripartizione (quota di passeggeri provenienti dal treno x) sono considerati tre valori: • n = 30; n = 60; n = 90; 122 • x = 0,5; x = 0,75; x = 0,9. Trattandosi di passeggeri per corsa, i valori di n e x corrispondono a corse che partano dalla stazione, nell’ipotesi che i passeggeri in partenza dalla stazione siano solo quelli provenienti dal treno, con a bordo un numero di passeggeri variabile da 15 a 81. Per ogni coppia di valori n, x sono considerati quattro possibili valori di cadenzamento h e cinque livelli di irregolarità, caratterizzati da parametri β corrispondenti a varianze v% pari a diversi livelli di decremento e uno di incremento, oltre ovviamente a quella rilevata: • h = 120; h = 60; h = 30; h = 15; • v% = 25; v% = 50; v% = 75; v% = 100; v% = 125. Si è ritenuto opportuno applicare le stesse variazioni percentuali al parametro γ, in quanto è plausibile che l’occorrenza di arrivi in anticipo, rappresentata da tale parametro, sia tanto minore quanto più il servizio è regolare. Altre informazioni sull’organizzazione delle tabelle e un esempio che illustra come esse possano essere utilizzate in pratica sono riportati all’inizio dell’allegato 8-B, mentre si ritiene opportuno concludere con un commento sugli aspetti più rilevanti dei risultati ottenuti. Appare in effetti scontato che una domanda più elevata, una sua ripartizione che vede prevalenti gli utenti provenienti dal treno e un più lungo intervallo tra le corse tendano a giustificare l’introduzione di modalità di esercizio più flessibili, e il contributo, da questo punto di vista, è solo nella quantificazione di tali modalità. La dipendenza delle modalità ottimali di gestione, quali emergono dall’analisi svolta e dai risultati riassunti nelle tabelle dell’allegato 8-B, dal livello di irregolarità del servizio ferroviario, propone invece un approccio al problema della gestione delle coincidenze che è utile evidenziare anche in termini qualitativi. Anche se si osserva una tendenza ad aumentare la flessibilità dell’esercizio per far fronte in modo ottimale a livelli crescenti di irregolarità, ciò è vero solo se l’irregolarità non è molto elevata. Se l’irregolarità è molto elevata un esercizio flessibile non è più competitivo con un esercizio rigido, ma con orari sfalsati in modo da ridurre l’eventualità di una mancata coincidenza, in particolare se gli intervalli tra le corse bus non sono molto lunghi e le conseguenze della mancata coincidenza meno pesanti. Si veda ad esempio la Tabella 3B, ove l’esercizio flessibile con livelli relativamente bassi di irregolarità è teoricamente ottimo anche per intervalli tra le corse di 15 minuti, ma al crescere dell’irregolarità rimane ottimo solo per intervalli di 60 e 120 minuti. Tabella 2 Ritardi rilevati Treno Part. Arr. 16.15 16.39 16.20 16.55 16.47 17.11 17.20 17.55 17.47 18.11 18.20 18.55 18.47 19.11 Media giorno Varianza giorno G1 –1 5 0 0 2 3 0 G2 –1 7 3 3 2 16 6 Ritardi per treno e per giorno di rilevazione G3 G4 G5 G6 G7 G8 –5 18 –2 –2 –1 1 0 6 8 6 1 7 6 9 0 –1 4 0 14 25 11 2 78 6 4 25 0 1 68 4 14 14 12 15 30 3 90 80 5 6 19 17 G9 2 6 2 3 2 14 5 G10 23 16 11 6 15 16 30 1,29 5,14 17,6 25,3 4,86 3,86 28,4 5,43 4,86 16,7 3,9 26 915 545 27,6 29 904 27, 7 16,1 52,5 123 Media treno 3,2 6,2 3,4 14,8 12,3 13,7 25,8 Media totale Varianza treno 88,0 18,6 16,9 547,7 445,1 56,7 1057,3 Varianza totale 11,34 341,51 Tabelle per le modalità di esercizio Le tabelle sono organizzate come segue: • le variabili descrittive delle modalità di gestione del servizio bus riportate in tabella sono il tempo di partenza della corsa bus t (tempo dall’arrivo del treno oltre il minimo per la percorrenza dal treno al bus e i tempi accessori) e il tempo massimo d’attesa dell’arrivo del treno in caso di ritardo w, più espressivo dell’orario limite di partenza s; • i valori ottimali delle variabili w* e t* sono raggruppati in una tabella per ciascuna coppia di valori n e x, composta da cinque sottotabelle relative ai vari livelli di irregolarità v%, per ognuna delle quali w* e t* sono riportati in corrispondenza di ogni valore dell’intervallo h tra le corse bus; • le tabelle 1A, 1B e 1C sono relative a n = 30 e a valori decrescenti di x, così come le tabelle 2A, 2B e 2C per n = 60 e le 3A, 3B e 3C per n = 90; • i casi per cui risulta w* ≠ 0 sono evidenziati utilizzando il colore rosso per i caratteri. Esempio Le modalità di gestione del servizio bus da Zagarolo FS sono riportate in tabella 1. Per utilizzare le tabelle occorre individuare le tipologie di servizio cui fare riferimento, distinguendo tra corse brevi (per Genazzano) e lunghe (per Bellegra e S. Vito). Le corse lunghe sono più affollate delle corse brevi e servono più domanda non proveniente dal treno; si ipotizza per le corse brevi n = 60, x = 0,9 (tab. 2A) e per quelle lunghe n = 90, x = 0,75 (tab. 3B). Prendendo come riferimento per l’intervallo tra le corse 30-60 nel primo caso perchè le corse per S. Vito e Genazzano si sovrappongono e 60-120 nel secondo si ha, al livello di irregolarità rilevato (v% = 100), t* = 5 e w* = 21-24 per le corse lunghe e t* = 5 e w* = 19-20 per quelle brevi. Risulta quindi opportuno ritardare la partenza 5 minuti oltre il minimo e introdurre un tempo d’attesa massimo di 20 minuti per tutte le corse. 124 LIVELLO DI IRREGOLARITÀ TABELLA 1A v% = 25 h 120 60 30 15 NUMERO DI UTENTI PER CORSA n = 30 w* 8 6 0 0 QUOTA IN ARRIVO DAL TRENO x = 0,9 t* 6 7 9 6 LIVELLO DI IRREGOLARITÀ v% = 50 LIVELLO DI IRREGOLARITÀ v% = 75 h 120 60 30 15 h 120 60 30 15 w* 10 0 0 0 w* 12 0 0 0 t* 9 14 10 5 t* 9 15 10 5 LIVELLO DI IRREGOLARITÀ v% = 100 LIVELLO DI IRREGOLARITÀ v% = 125 h 120 60 30 15 h 120 60 30 15 w* 12 0 0 0 w* 12 0 0 0 t* 12 16 10 4 t* 13 16 10 4 LIVELLO DI IRREGOLARITÀ TABELLA 1B v% = 25 h 120 60 30 15 NUMERO DI UTENTI PER CORSA n = 30 w* 4 0 0 0 QUOTA IN ARRIVO DAL TRENO x = 0,75 t* 10 11 9 6 LIVELLO DI IRREGOLARITÀ v% = 50 LIVELLO DI IRREGOLARITÀ v% = 75 h 120 60 30 15 h 120 60 30 15 w* 3 0 0 0 w* 0 0 0 0 t* 15 14 9 5 t* 19 15 10 5 LIVELLO DI IRREGOLARITÀ v% = 100 LIVELLO DI IRREGOLARITÀ v% = 125 h 120 60 30 15 h 120 60 30 15 w* 0 0 0 0 w* 0 0 0 0 t* 21 16 10 4 t* 22 16 10 4 125 LIVELLO DI IRREGOLARITÀ TABELLA 1C v% = 25 h 120 60 30 15 NUMERO DI UTENTI PER CORSA n = 30 w* 0 0 0 0 QUOTA IN ARRIVO DAL TRENO x = 0,5 t* 13 11 9 6 LIVELLO DI IRREGOLARITÀ v% = 50 LIVELLO DI IRREGOLARITÀ v% = 75 h 120 60 30 15 h 120 60 30 15 w* 0 0 0 0 w* 0 0 0 0 t* 17 14 10 5 t* 19 15 10 5 LIVELLO DI IRREGOLARITÀ v% = 100 LIVELLO DI IRREGOLARITÀ v% = 125 h 120 60 30 15 h 120 60 30 15 w* 0 0 0 0 w* 0 0 0 0 t* 21 16 10 4 t* 22 16 10 4 LIVELLO DI IRREGOLARITÀ TABELLA 2A v% = 25 h 120 60 30 15 NUMERO DI UTENTI PER CORSA n = 60 w* 13 12 10 0 QUOTA IN ARRIVO DAL TRENO x = 0,9 t* 3 3 3 6 LIVELLO DI IRREGOLARITÀ v% = 50 LIVELLO DI IRREGOLARITÀ v% = 75 h 120 60 30 15 h 120 60 30 15 w* 17 15 14 0 w* 21 18 16 0 t* 4 4 4 5 t* 4 4 5 5 LIVELLO DI IRREGOLARITÀ v% = 100 LIVELLO DI IRREGOLARITÀ v% = 125 h 120 60 30 15 h 120 60 30 15 w* 23 20 19 0 w* 25 22 0 0 t* 5 5 5 4 t* 5 5 10 4 126 LIVELLO DI IRREGOLARITÀ TABELLA 2B v% = 25 h 120 60 30 15 NUMERO DI UTENTI PER CORSA n = 60 w* 12 10 8 0 QUOTA IN ARRIVO DAL TRENO x = 0,75 t* 4 4 4 6 LIVELLO DI IRREGOLARITÀ v% = 75 LIVELLO DI IRREGOLARITÀ v% = 50 h 120 60 30 15 h 120 60 30 15 w* 15 13 11 0 w* 18 15 0 0 t* 6 6 6 5 t* 6 7 10 5 LIVELLO DI IRREGOLARITÀ v% = 100 LIVELLO DI IRREGOLARITÀ v% = 125 h 120 60 30 15 h 120 60 30 15 w* 20 17 0 0 w* 21 18 0 0 t* 7 7 10 4 t* 8 8 10 4 LIVELLO DI IRREGOLARITÀ TABELLA 2C v% = 25 h 120 60 30 15 NUMERO DI UTENTI PER CORSA n = 60 w* 7 5 0 0 QUOTA IN ARRIVO DAL TRENO x = 0,5 t* 7 8 9 6 LIVELLO DI IRREGOLARITÀ v% = 75 LIVELLO DI IRREGOLARITÀ v% = 50 h 120 60 30 15 h 120 60 30 15 w* 9 0 0 0 w* 9 0 0 0 t* 10 14 10 5 t* 12 15 10 5 LIVELLO DI IRREGOLARITÀ v% = 100 LIVELLO DI IRREGOLARITÀ v% = 125 h 120 60 30 15 h 120 60 30 15 w* 10 0 0 0 w* 10 0 0 0 t* 14 16 10 4 t* 15 16 10 4 127 LIVELLO DI IRREGOLARITÀ TABELLA 3A v% = 25 h 120 60 30 15 NUMERO DI UTENTI PER CORSA n = 90 w* 15 13 12 11 QUOTA IN ARRIVO DAL TRENO x = 0,9 t* 2 2 2 2 LIVELLO DI IRREGOLARITÀ v% = 50 LIVELLO DI IRREGOLARITÀ v% = 75 h 120 60 30 15 h 120 60 30 15 w* 20 18 16 0 w* 24 21 20 0 t* 3 3 3 5 t* 3 3 3 5 LIVELLO DI IRREGOLARITÀ v% = 100 LIVELLO DI IRREGOLARITÀ v% = 125 h 120 60 30 15 h 120 60 30 15 w* 27 24 22 0 w* 29 27 25 0 t* 3 3 3 4 t* 3 3 3 4 LIVELLO DI IRREGOLARITÀ TABELLA 3B v% = 25 h 120 60 30 15 NUMERO DI UTENTI PER CORSA n = 90 w* 14 12 10 9 QUOTA IN ARRIVO DAL TRENO x = 0,75 t* 3 3 3 3 LIVELLO DI IRREGOLARITÀ v% = 50 LIVELLO DI IRREGOLARITÀ v% = 75 h 120 60 30 15 h 120 60 30 15 w* 18 16 14 0 w* 21 18 17 0 t* 4 4 4 5 t* 5 5 5 5 LIVELLO DI IRREGOLARITÀ v% = 100 LIVELLO DI IRREGOLARITÀ v% = 125 h 120 60 30 15 h 120 60 30 15 w* 24 21 0 0 w* 26 23 0 0 t* 5 5 10 4 t* 5 6 10 4 128 LIVELLO DI IRREGOLARITÀ TABELLA 3C v% = 25 h 120 60 30 15 NUMERO DI UTENTI PER CORSA n = 90 w* 10 8 6 0 QUOTA IN ARRIVO DAL TRENO x = 0,5 t* 6 6 6 6 LIVELLO DI IRREGOLARITÀ v% = 50 LIVELLO DI IRREGOLARITÀ v% = 75 h 120 60 30 15 h 120 60 30 15 w* 13 10 0 0 w* 15 12 0 0 t* 8 8 10 5 t* 9 9 10 5 LIVELLO DI IRREGOLARITÀ v% = 100 LIVELLO DI IRREGOLARITÀ v% = 125 h 120 60 30 15 h 27 24 22 0 w* 16 13 0 0 w* 4 14 0 0 t* 10 10 10 4 t* 18 11 10 4 129