COMUNE DI
Comune di
CARBONERA
Carbonera
Carbonera in salute
progetto partecipato di miglioramento
della salute
Il Profilo di Salute
di Carbonera
2009
a cura di:
Manuela Mazzetto1, Sara Bartolini1
con la collaborazione di:
Lidia Bellina1, Lisa Bertoncello2, Roberta Gallina3, Giuseppina Girlando1, Gianna Piovesan1, Mauro
Ramigni1, Maria Chiara Scattolin1, Francesca Stocco2.
1
2
Dipartimento di Prevenzione Ulss 9; Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva Università degli Studi di
3
Padova; Sociologa.
per i “focus-group”:
Francesca Allegri, Nadia Basile, Marilisa Cigoli, Valeria Conte, Emanuele Della Libera, Luigi Di Staso, Vittorina Fassinato,
Giovanni Gasparetto, Rosanna Mel, Mario Menoncello, Ada Morellato, Stefania Moschetta, Laura Rigo, Sante Rizzato,
Vanna Sandre, Flora Sartorato, Nadia Tavian, Renato Tomasella e Michele Trevisanato.
si ringraziano:
- Comune di Carbonera:
Area 2 Servizi alla Persona - resp. A. Cenedese; Area 4 Servizi Tecnici e di Gestione del Territorio - resp.
G. Ajovalasit
- Provincia di Treviso:
Uff. Studi – resp. D. Giacuz; Uff. Tutela della qualità dell'aria – energia- resp. L. Memo
- ARPA Veneto: Osservatorio Suolo e Rifiuti - resp. G. Gasparetto
Bibliografia:
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o
Rapporto sullo stato dell’ambiente. 2006. Provincia di Treviso.
Produzione e gestione dei rifiuti nel Veneto 2005-06. Arpav. Regione Veneto
Rapporto sugli indicatori ambientali del Veneto. 2008. Arpav. Regione Veneto.
Rapporto annuale sull’economia trevigiana. Anno 2007. Camera di Commercio di Treviso.
Profilo di Sicurezza 2003-2004. Distretto 15 - Treviso Sud. Osservatorio Regionale per la Sicurezza,
Regione Veneto.
Rapporto PASSI 2007-08 Ulss9 – Istituto Superiore di Sanità
Piano di Assetto del Territorio (PAT) e rapporto ambientale della Valutazione Ambientale Strategica
(VAS) – Comune di Carbonera - 2008
Siti web:
http://ecologia.provincia.treviso.it/
http://www.demo.istat.it/
http://www.arpa.veneto.it/home2/htm/home.asp
http://www.carbonera-tv.it/index.php?num_int=1&dett=si&art=1&num_pag=141
http://www.ser-veneto.it/
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Introduzione
Lo stato di salute non dipende solamente dall’assenza di malattie o dal buon funzionamento dei
Servizi sanitari, ma anche dall’insieme dei fattori che influenzano l’ambiente in cui le persone vivono
(condizioni delle abitazioni, disoccupazione, traffico, criminalità, inquinamento atmosferico,
disponibilità di verde pubblico) e dai comportamenti e dagli stili di vita degli individui (determinanti
della salute). Vi si aggiunge inoltre una complessa interazione dinamica tra tutti questi aspetti: fattori
di rischio, condizioni sociali, patologie e disponibilità di mezzi per curarle non agiscono
singolarmente, ma si intrecciano tra loro.
Ne consegue che per migliorare la salute degli individui e della comunità occorre innanzi tutto
cercare di conoscere l’insieme di tali aspetti e favorire la collaborazione di tutti coloro che, agendo in
diversi specifici ambiti, possono contribuire ad influenzare o modificare positivamente l’ambiente di
vita.
Per queste ragioni i programmi di promozione della salute devono necessariamente prevedere il
coinvolgimento di diverse istituzioni ed essere rivolti, favorendone la partecipazione attiva, alle
singole persone (scelte e comportamenti individuali), alle comunità nel loro insieme (comportamenti
e scelte sociali), all’ambiente (modifiche e miglioramenti degli ambienti di vita) e più in generale ai
contesti di vita (politiche di tutela).
In ambito locale il Comune rappresenta il luogo ideale per tentare di coordinare tutti gli interventi che
hanno lo scopo di migliorare la salute dei cittadini, per favorire lo scambio di informazioni fra questi e
l’Amministrazione e per promuovere la partecipazione della cittadinanza.
Dimostrando di condividere questi principi, con il Progetto “Carbonera in salute”, il Comune di
Carbonera e l’Ulss 9 si sono impegnati a realizzare un Piano per la Salute di Carbonera.
Il Piano per la Salute è un impegno poliennale, sancito da un protocollo d’intesa tra Comune di
Carbonera e ULSS 9, per realizzare una serie di azioni concrete per migliorare l’ambiente fisico e
sociale di Carbonera e per aiutare le persone a fare scelte sane. Nel percorso di attuazione del piano
è prevista la supervisione dell’Istituto Superiore di Sanità.
Il Piano di Salute si rivolge a tutti i cittadini e guarda al futuro, ponendo al centro della sua azione i
bambini (il futuro della nostra società) e gli anziani (il futuro per ciascuno di noi). Ai cittadini, il Piano
per la Salute offre la possibilità di fornire un contributo essenziale al miglioramento della salute e della
qualità della vita delle persone che vivono a Carbonera.
Le fasi del Progetto:
•
redazione del Profilo di Salute: un’analisi dello stato di salute della comunità locale nelle sue varie
componenti (aspetti sanitari, demografici, ambientali, socio-economici) che si costruisce mediante
la raccolta di dati quantitativi (che andranno a comporre degli indicatori di salute) e qualitativi,
anche attraverso il coinvolgimento della popolazione tramite inchieste e focus group.
•
definizione, a partire dal Profilo di Salute e con il supporto dei cittadini, delle aree prioritarie di
intervento verso cui strutturare attività di promozione della salute.
•
costruzione con il coinvolgimento attivo dei cittadini e sottoscrizione di un Piano per la Salute
partecipato. Il Piano individua le azioni da attuare negli ambiti individuati come prioritari, le risorse
umane e materiali necessarie alla loro realizzazione e formalizza gli impegni assunti dai diversi
attori e le relazioni tra essi.
•
attuazione del Piano per la Salute. Il Piano prevede la realizzazione a livello locale, con
riferimento quindi alle risorse disponibili in ciascuna delle diverse realtà territoriali, delle azioni
preventive che hanno dimostrato evidenza di efficacia. Sarà compito degli operatori del
Dipartimento di Prevenzione dell’ULSS 9 proporre e condurre, assieme alla comunità, gli
interventi preventivi dimostratisi utili a modificare i principali determinanti di salute e a ridurre i
principali fattori di rischio di malattia individuati come prioritari dalla popolazione.
•
valutazione (durante e al temine del percorso) del grado di raggiungimento degli obiettivi e
dell'efficacia degli interventi, anche mediante l’analisi delle modificazioni nel tempo del Profilo di
salute della comunità.
partiamo
da qui
c
analizziamo
i dati
ascoltiamo
i cittadini
PROFILO DI SALUTE
i tt
i
ad
ni
co
progettiamo
insieme
mu
ne
realizziamo
le azioni
per la salute
ulss
PIANO DI SALUTE
Per la costruzione del Profilo di Salute, si è proceduto alla raccolta ed analisi di dati quantitativi
relativi ai diversi ambiti che influenzano la salute della comunità (vedi fonti retro copertina).
Contemporaneamente, da parte di un gruppo di operatori con differenti professionalità,
appartenenti a diversi Enti pubblici (Ulss, Arpav, Scuola) è stata realizzata, una serie di focus group
per l’identificazione di opinioni, credenze, atteggiamenti della popolazione rispetto ai propri
problemi di salute, ai loro determinanti e alla interazione del cittadino con il sistema di salute.
E’ ora possibile stilare una lista di priorità in accordo con i valori e il punto di vista della
popolazione.
Nel tentativo di reclutare nello studio gruppi che rappresentassero il più ampiamente possibile la
4
comunità, è stato condotto almeno 1 focus group per ciascuno di questi gruppi:
testimoni privilegiati
operatori sanitari territoriali e operatori sanitari ospedalieri
operatori sociali
anziani
giovani
immigrati
donne 40-64 anni
uomini 40-64 anni
commercianti ed imprenditori
genitori di bambini in età prescolare
I gruppi di popolazione sono stati reclutati fra le diverse categorie, grazie alla collaborazione del
Comune che ha messo a disposizione i locali e le risorse necessarie per invitare i partecipanti e
formare i gruppi. Sono stati effettuati 15 focus group tra novembre 2008 e gennaio 2009 che hanno
coinvolto 98 cittadini.
La percentuale di adesione agli inviti è stata del 23%. Le persone intervenute e gli operatori
dell’ULSS coinvolti nella conduzione dei focus hanno espresso un alto grado di soddisfazione per
l’iniziativa.
5
I RISULTATI DELLA RICERCA.
Le informazioni di carattere qualitativo emerse dai focus group e i dati quantitativi utili a
fornire una fotografia d’insieme del Comune di Carbonera, sono presentati secondo la mappa
concettuale costruita sistematizzando quanto emerso dai cittadini incontrati. La mappa
concettuale è illustrata nella figura 1.
Fig. 1. Mappa concettuale risultati indagine qualitativa Profilo di Salute Carbonera.
determinanti
distali
determinanti
prossimali
partecipazione
CONTESTO
SOCIALE
INDIVIDUO
risorse personali
rispetto
egoismo
CONTESTO
AMBIENTALE
COMUNITA’
relazioni
aggregazione
FAMIGLIA
SALUTE
STILI
DI VITA
PAURA
STRESS
DIPENDENZE
DISAGIO
SERVIZI
comunicazione
TRAUMI
MALATTIE
Si possono individuare dei determinanti di salute distali che sembrano considerati poco controllabili dai
cittadini: Il contesto ambientale, il contesto sociale e ii servizi istituzionali .
Al centro dell’attenzione vengono collocati l’individuo con le sue risorse, la famiglia, cui è attribuito il
principale ruolo nel determinare salute e la comunità con le sue dinamiche.
La partecipazione attiva dei cittadini sembra essere considerata risorsa importante per guadagnare
salute.
I determinanti di salute più prossimi e quindi più modificabili dal contributo del singolo, della famiglia e
della comunità nel suo insieme, sono: gli stili di vita, la vita frenetica e lo stress conseguente, il disagio,
soprattutto tra i giovani, la paura per la sicurezza, la dipendenza da sostanze (alcool, droghe, fumo).
Il disagio psicologico è fortemente sentito.
I tumori, le malattie osteoarticolari, le demenze, le malattie cardiovascolari, le allergie, le malattie
respiratorie, l’obesità anche infantile, sono le patologie ricordate dai partecipanti, che pur considerate in
aumento, non sono tuttavia ritenute avere a Carbonera una frequenza diversa dal resto del Veneto.
Gli incidenti stradali vengono correlati ai comportamenti a rischio individuali e alla struttura urbana.
Gli incidenti sul lavoro sono ricordati soprattutto dagli stranieri.
Un altro tema di discussione analizzava la comunicazione tra cittadini e istituzioni locali, ritenuta
importante ma problematica. Molti inoltre hanno denunciano l’interferenza esercitata dell’eccesso
di comunicazioni e informazioni.
6
DEFINIZIONE DI SALUTE
Il primo tema esplorato è stato quello del significato di salute per il gruppo dei partecipanti.
Alcuni interventi hanno sottolineato l’importanza della salute che viene vista come bene
fondamentale nella vita:
“(la salute è) il bene più prezioso” (focus istituzioni);
“(la salute è) la cosa principale: uno che ha la salute ha tutto” (focus anziani).
Altri invece hanno definito la salute come un dono, una fortuna:
“lo star bene fisicamente è una cosa che o ce l’hai o non ce l’hai” (focus giovani).
La gran parte dei partecipanti di diversi focus hanno risposto in termini di equilibrio psicofisico e sociale, sottolineando soprattutto l’interazione tra corpo e mente e l’armonia di
questi due aspetti della persona con il contesto ambientale di vita come condizioni per stare
bene in salute.
A questo proposito si riportano alcuni passi significativi:
“la salute non è solamente la salute fisica, ma è molto intrecciata con la salute psicologica
e con l’aspetto sociale” (focus associazioni).
“E’ sempre più importante il benessere psicofisico nel contesto ambientale in cui si vive. Il
benessere deriva anche dal fatto di stare in un ambiente dove stiamo bene, dove la
nostra mente, i nostri occhi, la nostra persona riescono a trovare un contesto che li
favorisca…” (focus operatori socio-sanitari).
“Il sentirsi bene presuppone …la cura delle relazioni, la cura di se stessi, lo stare bene col
proprio corpo, con gli altri, in famiglia, nell’ambiente che ci circonda” (focus giovani).
Un intervento definisce la salute come fondamentale diritto della persona: “la nostra
Costituzione ha messo la salute fra i vertici come un diritto, quindi la vedrei come un diritto
innanzitutto” (focus istituzioni).
Molti altri partecipanti hanno dato una definizione di salute in termini di benessere fisico,
inteso sostanzialmente come assenza di malattia. Le citazioni riportate di seguito descrivono
questo concetto:
“Ci accorgiamo della nostra salute … solamente quando ci accorgiamo di non stare più
bene” (rappresentante istituzioni).
“Ci si accorge di essere in salute solamente nel momento in cui si sta male” (focus
giovani).
“Star bene per me è quando ti guardi attorno, vai all’ospedale e vedi quello che sta peggio
di te: questo è già star bene” (donne 40-64anni).
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All’interno della definizione di salute come benessere fisico sono emerse alcune sfumature di
significato: la salute è stata descritta anche come “rispetto per il proprio corpo” (focus donne
e istituzioni), e come risorsa di per sé stessa:
“ho avuto proprio la sensazione che se stai bene fisicamente tutto è possibile” (operatori
socio-sanitari).
Alcuni interventi hanno sottolineato l’importanza di saper accettare e di saper convivere
con le proprie malattie. Nonostante questi concetti siano stati riferiti alla salute in senso
fisico, se ne può comunque riconoscere anche un risvolto psicologico, in quanto è una
competenza psicologica della persona riuscire a gestire bene o male il proprio stato di salute.
Altri interventi definiscono la salute come capacità di curarsi, di prendersi cura di se
stessi ed essere attenti alla prevenzione:
“avere molto, molto più tempo da dedicare a noi stessi” (operatori socio-sanitari);
“salute per me significa prevenzione” (donne 40-64anni).
Nel corso del focus delle associazioni la salute è stata definita come la possibilità di
migliorare il proprio stato di benessere fisico o, nella malattia, di poter migliorare comunque la
propria salute anche senza arrivare alla guarigione.
Numerosi interventi hanno definito la salute in termini di benessere psichico inteso come
benessere interiore che, per altri è influenzato da una condizione di serenità generale:
“(la salute è) per prima cosa serenità interiore” (rappresentante dei commercianti)
“Star bene secondo me è un fatto psicologico”
“al di là del problema fisico star bene significa mentalmente, interiormente,… accettarsi e
accettare i problemi che ci sono…….Dopo se il male capita, uno, se sta bene, impara ad
accettarlo, a risolverlo possibilmente”.(donne 40-64anni )
“ (la salute è) uno stato di serenità globale” e “essere in un contesto sereno” (un genitore
0-6 anni);
“ (la salute è) non avere dei problemi” (rappresentante associazioni);
“(la salute è) non avere grandi preoccupazioni” ( un anziani).
Un altro aspetto della salute come benessere psichico è quello della realizzazione
personale, come sottolineato dagli interventi che si riportano di seguito:
“il raggiungimento degli obiettivi delle attività che si svolgono” (operatori socio sanitari);
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“ …fare quello che abbiamo voglia di fare nella vita normale e nel nostro tempo libero
soprattutto” (rappresentante associazioni);
“la salute è anche essere se stessi o avere la possibilità di essere se stessi” (operatori
socio-sanitari);
“la soddisfazione per la propria vita che può derivare dal realizzarsi nel lavoro, realizzarsi
nella famiglia, avere degli appoggi su cui poter contare” (genitori 0 – 6 anni);
“avere l’entusiasmo di quello che stai facendo” (rappresentante istituzioni).
Una sfumatura particolare di benessere psichico è stata data sia dagli interventi del gruppo
anziani, che hanno definito la salute come la capacità di essere felici e poter godere dello
situazione dello star bene; sia dai giovani i quali individuano la salute psichica come ambito
poco trattato ma sul quale è importante intervenire, come testimoniato dai seguenti interventi:
“non lavorare solo sul corpo malato...è che purtroppo la salute psichica sia più difficile da
mantenere rispetto a quella fisica”.
“puntare più sulla salute mentale, perchè la salute fisica tutto sommato è molto più
accettabile...discorsi sulla salute fisica se ne fanno tantissimi, sulla salute mentale molti
meno”.
Un altro aspetto espresso in merito al concetto di salute è la possibilità di coltivare i propri
interessi culturali, i quali sono indispensabili per mantenere un livello alto di qualità della
vita.
Da numerosi interventi emerge che la salute è considerata dai partecipanti una condizione di
benessere relazionale e sociale come viene descritto dalle citazioni sotto riportate:
“stiamo bene quando riusciamo ad interagire bene con gli altri”, (giovani);
“(essere in salute significa) star bene con sé ma inscidibilmente anche stare bene con gli
altri”, (operatori socio-sanitari).
Viene inoltre sottolineato che lo star bene con se stessi è una condizione di base per poter
star bene con gli altri e che la buona salute della persona, in quanto fonte di forza e di
energia, ha inevitabilmente ricadute positive sulla salute di chi le sta vicino:
“le persone vicine poi sentono questo (lo stato di buona salute), se uno ha questa forza,
questa energia, chi ti sta vicino può solo reagire positivamente”, (rappresentante
associazioni).
9
Altri partecipanti aggiungono che l’aspetto sociale della salute implica la presenza di un
contesto di vita, familiare, lavorativo ed extralavorativo, facilitante le relazioni tra le persone.
Si riportano a questo proposito due passi significativi:
“l’aspetto relazionale (della salute) è lo stare bene con se stessi ma anche con gli altri,
con le persone con cui si vive, nella famiglia, nel territorio in cui si è, nel lavoro,
nell’ambiente lavorativo, quindi avere dei contesti di vita facilitanti”, (operatori sociosanitari);
“(l’aspetto relazionale della salute) è stare bene nell’ambiente in cui vivi, sia che sia
familiare, che parrocchiale oppure anche nell’ambiente dove lavori”, (rappresentante
istituzioni).
Da diversi interventi, per lo più di persone anziane, emerge come stare bene in salute sia
legato alla possibilità di avere degli amici e di riuscire a parlare apertamente della propria
salute con gli altri: la condivisione delle esperienze distoglie momentaneamente la mente
dalle preoccupazioni e sostiene nell’affrontare i problemi.
“Vivere bene in salute significa avere delle amicizie”, (anziano);
“parlare con le persone porta a non pensare a quello che puoi avere tu. Il fatto di parlare
apertamente di quello che hai avuto anche con gli altri che hanno avuto dei problemi, so
quanto è importante: parlare con le persone mi ha dato tantissimo, sia in ambito
famigliare che esterno”, (donne 40-64 anni).
E’ inoltre stato evidenziato come altro aspetto della definizione di salute la possibilità di
avere dei supporti, dei punti di riferimento che possano aiutare e sostenere nella vita. I
principali supporti indicati come necessari dai partecipanti sono la famiglia e le istituzioni, in
particolare quelle sanitarie e sociali:
“è importante riuscire a capire se ci sono vie, modi, sistemi, organizzazioni che ci
aiutano”, (anziani);
“ a casa ho il pronto soccorso che la notte mi fa stare un po’ più tranquilla” (anziani);
“ stare bene nel mio caso, da pensionata, significa avere il supporto, da qua in avanti,
della società”.(anziani).
Un altro aspetto della definizione di salute emerso soprattutto nei due focus che vedevano gli
anziani come partecipanti è quello dell’autonomia, intesa come la capacità di svolgere le
normali attività della vita quotidiana.
10
Numerosi interventi si focalizzano sulla salute come possibilità di mantenere la propria
indipendenza in modo da non pesare sugli altri, in particolare sui familiari. Ciò è possibile
secondo loro solo in presenza di una buona forma fisica ma anche mentale e viene anche
l’importanza di avere una buona memoria soprattutto dagli anziani:
“vivere bene in salute significa poter fare qualsiasi cosa che c’è da fare in una
casa per esempio”
“ vuol dire poter svolgere tutte le cose senza bisogno di...”
“ di non dare peso ai figli ...”
“svolgere quotidianamente le proprie attività” (focus istituzioni).
Il grafico sottostante schematizza gli aspetti relativi alla definizione di salute emersi dai
vari focus group condotti e le relazioni che si possono individuare tra essi.
DEFINIZIONE DI
SALUTE
Il bene più prezioso
Un dono, una fortuna
Equilibrio psico-fisic o e
sociale
Benessere
fisico
Be nessere
psichico
Benessere
relazionale e sociale
Autonomia
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Determinanti di salute distali
CONTESTO SOCIALE
Caratteristiche demografiche della comunità di Carbonera
La popolazione che abita un determinato territorio è il principale fruitore della struttura sanitaria e
dei servizi assistenziali e le sue caratteristiche età, sesso, stato sociale ed altri fattori, determinano
e condizionano i bisogni di salute e, di conseguenza, le attività di progettazione e programmazione
a breve e a lungo termine rendendo possibili operazioni mirate, anche nel campo della stessa
promozione della salute.
Carbonera conta 10955 abitanti (al 31.12.08) ed ha una densità di 556 abitanti per km2; tale dato
indica una densità media, caratteristica dei Comuni di cintura urbana.
Il Comune di Carbonera comprende le frazioni: Biban, Mignagola, Pezzan, San Giacomo di
Musestrelle e Vascon.
La struttura per età e sesso della popolazione residente a Carbonera nel 2007, presentata nella
piramide delle età (figura 1), risulta sovrapponibile a quella della popolazione dell’intera provincia
di Treviso (figura 2), entrambe caratterizzate dall’aspetto tipico dei paesi industrializzati con base
ristretta, legata a bassa natalità, e punta allargata, maggiormente sul lato femminile, per buona
rappresentazione delle classi di età più avanzate.
Fig.1. Piramide delle età - Carbonera 2007
85+
maschi
80-84
femmine
75-79
70-74
65-69
60-64
55-59
50-54
45-49
40-44
35-39
30-34
25-29
20-24
15-19
10-14
5-9
0-4
600
400
200
0
200
400
600
12
Fig.2. Piramide delle età – provincia di Treviso 2007
85+
80-84
maschi
75-79
femmine
70-74
65-69
60-64
55-59
50-54
45-49
40-44
35-39
30-34
25-29
20-24
15-19
10-14
5-9
0-4
40000
30000
20000
10000
0
10000
20000
30000
40000
La popolazione di Carbonera nel periodo 1990-2008 è caratterizzata da un progressivo incremento
(+22,6%, corrispondente ad un aumento medio di 106 abitanti per anno). Tale incremento deriva
sia da un saldo migratorio positivo, favorito dalla contiguità del Comune con il capoluogo, sia da un
saldo naturale nel periodo costantemente positivo.
Tab. 1 . Popolazione di Carbonera 1990 -2008
anno
maschi
femmine
totale
1990
…
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
4354
…
4801
4855
4975
5077
5214
5294
5331
5377
5401
4616
…
4914
5023
5146
5271
5361
5447
5484
5553
5594
8970
…
9715
9878
10121
10348
10575
10741
10815
10930
10995
La tabella 2 presenta i saldi relativi al movimento della popolazione per Carbonera e l’intera
provincia tra il 1° gennaio 2007 e il 1° gennaio 20 08. Spicca il valore del saldo naturale.
Tab.2. Movimento della popolazione. Carbonera e provincia di Treviso 2007/08.
Tassi x 1000 residenti al 01/01/2008.
saldo
globale
migratorio
naturale
Carbonera
1.05
5.6
4.9
prov TV
1.9
11.5
2.5
13
Il tasso di natalità è in linea con il tasso medio provinciale.
Tab. 3. Tasso di natalità. Carbonera e provincia di Treviso. Tassi x 1000 residenti al 01/01/2008.
tasso di natalità
popol.generale
stranieri
Carbonera
10.2
19.9
Treviso
10.8
23.3
L’aspettativa di vita
L’aspettativa di vita alla nascita a Carbonera è di 80.3 anni per le donne e 71.8 per gli uomini. A 65
anni l’aspettativa di vita è di 21 anni per le donne e 16 per gli uomini. Sono dati in linea con quelli
della Provincia di Treviso e del Veneto ed in generale con quelli italiani.
Gruppi di persone potenzialmente fragili
I residenti con più di 64 anni sono il 16.6% della popolazione; gli ultraottantenni il 3,6%.
122 famiglie sono composte da un unico adulto con figli minori (2,8% delle famiglie residenti),
mentre gli ultrasessantacinquenni che vivono soli sono 427 (dato che corrisponde al 35.7% delle
famiglie monocomponenti e al 9.7 % del totale delle famiglie): quasi un anziano su 4 vive da solo.
L’elevata spesa che il Comune destina al sostegno delle situazioni di disabilità lo colloca al 9°
posto tra i 347 Comuni dell’Ulss 9.
Indici di istruzione
Gli ultimi dati a risoluzione comunale disponibili sono quelli derivati dall’ultimo censimento del 2001
(ISTAT) (vedi fig.3)
Fig.3. Distribuzione della popolazione residente > 6 anni di età per grado di istruzione – Carbonera e prov.
Treviso -Censimento 2001.
30%
Carbonera
prov. Treviso
25%
20%
15%
10%
5%
0%
laurea
diplom a
m edia inf
elem entare
senza titolo
alfabetizzati
analfabeti
Dall’analisi dei dati più recenti (a.s. 2007-2008) sulla frequenza scolastica, risulta che il 99.5% dei
14
ragazzi di Carbonera continua la frequenza della scuola anche dopo l’obbligo. Per quanto riguarda
gli indirizzi, la scelta si distribuisce uniformemente tra istituiti tecnici, licei ed istituti professionali.
Presenza di stranieri
Il fenomeno dell’immigrazione nella comunità è molto sentito e pare che alcuni dei cittadini vedano
nell’arrivo degli stranieri una fonte di problemi.
L’arrivo di persone estranee alla comunità appare quindi destare preoccupazione per l’integrità
della comunità stessa, che, a causa delle differenze culturali dei nuovi arrivati, rischia di perdere le
proprie caratteristiche. La paura verso il diverso caratterizza alcune persone che abitano a
Carbonera, come dimostrano le seguenti affermazioni di alcuni anziani dei focus group:
“Non voglio essere razzista però un dubbio c’è sempre perché dico una volta non era
così 10-15 anni fa non era così […]”
“la gente non si conosce più come una volta anche per causa degli stranieri, nuovi usi e
costumi”
“ […] secondo me il problema è che Carbonera si sta trasformando, l’integrazione porta
dei disagi perché Carbonera era un comune conservativo”
Questa situazione risulta visibile anche dall’intervento di un immigrato che durante l'incontro
ha sostenuto che:
“[…] tutto quello che volevo io… ma alla fine è… nessuno mi accetta, nessuno mi
guardi, nessuno mi saluti e così non sto bene così […]”( donna, focus stranieri)
L’esigenza di prestare maggior attenzione al fenomeno migratorio sembra essere presente anche
nell’intervento di un rappresentante di un’associazione sportiva, che, parlando dei problemi e i
determinanti di salute a Carbonera, ha affermato:
“se non c’è un’educazione ad accettare chi ti sta vicino perché ha la pelle di un altro colore o
ha un modo diverso di rapportarsi quello che nasce e cresce non è facile da gestire…”(
associazioni)
cosa dicono i dati:
Gli stranieri rappresentano a Carbonera il 7.8% dei residenti (nell’intera Provincia il 9%). La
presenza di stranieri nel periodo 2000-2008 è aumentata di quasi 6 volte.
Si tratta di una popolazione con una buona rappresentazione delle fasce in età lavorativa e fertile,
e caratterizzata da un tasso di natalità discretamente elevato (19.9) rispetto al tasso di natalità
generale (10.2).
15
Fig.4. Piramide delle età stranieri - Carbonera 2008
80-84
maschi
70-74
femmine
60-64
50-54
40-44
30-34
20-24
10-14
0-4
80
60
40
20
0
20
40
60
80
Dopo una ricognizione dei bisogni di questo gruppo di popolazione, condotta attraverso i
servizi presenti nel territorio, il Comune ha attivato uno sportello informativo dedicato ai temi
connessi con l’immigrazione. Tra i corsi di italiano, da segnalare un corso specificamente
rivolto alle donne immigrate, affiancato da un servizio di baby-sitting, cha ha offerto
un’opportunità di incontro e di scambio oltre all’apprendimento della lingua italiana.
CONTESTO TERRITORIALE
Struttura urbana
Le tematiche ambientali sono considerate estremamente importanti dai cittadini di Carbonera. In
particolare è emersa una preoccupazione degli abitanti rispetto agli aspetti urbanistici e al traffico.
I cittadini sottolineano come il Comune, recentemente, sia stato oggetto di un accrescimento di
popolazione e di costruzioni che stanno aumentando la densità abitativa della zona riducendo la
quantità di spazi verdi nel territorio.
Tale problema è sentito in particolare dalle donne con figli minorenni, che nel corso dei focus
hanno mostrato un’attenzione particolare verso la carenza di alberi e di zone destinate a parco.
L’immagine che meglio descrive la visione dei cittadini su tale tema si evince dagli interventi
analizzati e descrive Carbonera nel seguente modo:
“[…] si continua a costruire […] il Comune ha intenzione di fare altre abitazioni, magari lo
scopo è anche buono, nel senso che ci sono molte famiglie che non sanno dove andare
ad abitare, ma è come riempire un uovo che è già estremamente pieno con le strade
molto strette […]” (donne);
“[…] secondo me il territorio veramente si è stravolto..... insomma c’è stata
un’urbanizzazione veramente molto spinta […]” (operatori socio-sanitari);
“ ..In una società che si evolve....alberi e un po' di verde non si può costruire e basta”(
operatori socio-sanitari).
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Un’ulteriore sfumatura legata alla percezione dell’intensa urbanizzazione, si coglie ulteriormente
laddove Carbonera è stata più volte definita come “dormitorio” della città di Treviso (associazioni).
Il fatto che Treviso sia facilmente raggiungibile porta gli abitanti, soprattutto i giovani, a farsi attirare
dalle attività culturali e sportive del capoluogo e questo è ritenuto comportare una ridotta
promozione e richiesta di iniziative all'interno del comune, come espresso dai seguenti interventi:
“[…] è un dormitorio perchè tanti vengono solo a dormire e basta perchè appunto non ci sono
centri, non è un paese vivibile” ( donne 40-64 anni);
“ Io credo che comunque il nostro comune abbia un po' la caratteristica dei comuni-dormitorio
perchè sei vicino alla città e i ragazzi tutto sommato si collegano facilmente anche ai centri
sportivi fuori, a situazioni fuori ,..., il fatto che sia facilmente raggiungibile la città forse è un
motivo per cui ci sono anche meno richieste di organizzare qua” (rappresentante operatore
socio-sanitario).
cosa dicono i dati:
(si riportano alcuni estratti, adattati, dalla documentazione relativa al Rapporto ambientale - VAS PAT- Comune di Carbonera, 2008)
Il Comune di Carbonera occupa una superficie di 19.78 km2 a nord-est di Treviso, nell’immediata
cintura urbana. Due terzi del territorio sono destinati a colture agricole (12.44 km2) e caratterizzati
da un’elevata frammentazione fondiaria,
legata al progredire dell’urbanizzazione e al
frazionamento delle aziende.
La superficie urbanizzata rappresenta il 21% del territorio comunale, mentre la superficie forestale
ne occupa il 0.14% (soprattutto in forma di boschetti di latifoglie ripariali); a questa si aggiungono
una ricca dotazione di siepi campestri e di alberature poderali ed estesi parchi di ville e dimore di
interesse architettonico (1.3% del territorio).
Il Comune comprende inoltre due ambiti individuati come Siti “Natura 2000”* (6% del territorio):
“Fontane Bianche di Lancenigo” e “Fiume Sile da Treviso Est a S. Michele Vecchio”.
* “Natura 2000 è il nome che il Consiglio dei Ministri dell'Unione Europea ha assegnato ad un sistema
coordinato e coerente (una "rete") di aree destinate alla conservazione della biodiversità presente nel
territorio dell'Unione stessa ed in particolare alla tutela di una serie di habitat e di specie animali e vegetali
indicati negli allegati I e II della Direttiva "Habitat". L'individuazione dei siti da proporre è stata realizzata in
Italia dalle singole Regioni e Province autonome. Attualmente la "rete" è composta da due tipi di aree: le
Zone di Protezione Speciale (ZPS), previste dalla Direttiva "Uccelli", e i Siti di Importanza Comunitaria
proposti (SIC), previsti dalla direttiva "Habitat".
L’attuale rapporto tra superficie urbanizzata e spazi rurali (o indice di utilizzo del suolo) è pari a
32% (valori inferiori a 50% depongono per un territorio prevalentemente integro). Il territorio
definito nella documentazione del PAT come “ad elevata naturalità” corrisponde al 46% della
superficie comunale.
17
Il territorio è caratterizzato da una ricchezza di acque superficiali e profonde con 12 corsi d’acqua e
24 risorgive attive.
Un importante “detrattore di paesaggio” è costituito dall’autostrada A 27 che occupa, considerando
anche la zona di rispetto e la porzione di svincolo, il 5% del territorio comunale.
Dotazione di verde pubblico accessibile
La disponibilità, all’interno delle città, di aree verdi fruibili da parte dei cittadini, è un riconosciuto
fattore di qualità e vivibilità dell’ambiente urbano. Per Carbonera la superficie di aree verdi
accessibili è di 5,22 mq per abitante.
Uno standard di Legge è fissato, per il solo verde “attrezzato”, a 9m2 / abitante (DM 1444/68 e L.R.
61/85), tuttavia non esiste una definizione univoca ed i diversi Comuni adottano criteri di
classificazione non omogenei pertanto i dati non sempre risultano direttamente confrontabili. 16
sono la aree verdi attrezzate attualmente aperte al pubblico.
Viabilità
Il problema della viabilità è uno dei nodi cruciali per i cittadini intervenuti ai focus group. Gli aspetti
che vengono citati riguardano differenti situazioni, ma hanno quasi tutti in comune la
preoccupazione per la sicurezza delle persone che si spostano nel territorio.
Viene citata l'A27, autostrada Venezia-Belluno, che divide Carbonera. Mignagola, San Giacomo di
Musestrelle e Vascon risultano separate dal capoluogo e dalle frazioni di Pezzan e Biban proprio a
causa di questa struttura viaria.
La presenza di molto traffico appare dovuta oltre che agli spostamenti necessari al raggiungimento
delle diverse frazioni anche al fatto che Carbonera risulta un comune di transito per raggiungere i
paesi circostanti.
“ Allora tutti quei che vien zo da Treviso e che i ga da andar al Tiziano i passa par Mignagola
quindi noialtri la mattina...a mezzogiorno.. e a sera ghe vol un quarto d'ora prima de
attraversar la strada”. ( anziano).
Via Lovadina è stata ripetutamente citata come una strada pericolosa e quindi fonte di
preoccupazione per gli abitanti coinvolti, a causa del traffico veicolare e della carenza di strutture
protettive per i pedoni. Questa strada sembra essere un'ulteriore fonte di frammentazione del
territorio che sembra rafforzare e peggiorare quella già creata dall’autostrada, in quanto le due vie
di comunicazione sono tra loro parallele.
La situazione di elevato traffico della zona in esame è inoltre peggiorata dal transito di mezzi
pesanti che sembrano, in base a quanto riscontrato dai diversi interventi, concentrare il loro
passaggio soprattutto in questa parte del comune. L’argomento del passaggio di camion è stato
affrontato in diversi focus group e in molti di essi viene proprio evidenziata la zona di via Lovadina
come la più problematica del comune:
“C’è questa via Lovadina che è infestata, ci sono le cave, ci sono i camion dalle tre di
mattina che vanno avanti indietro, indietro avanti.” (uomini).
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Si coglie una sorta di stanchezza ed esasperazione negli abitanti quando parlano di questa
situazione che appare sempre più inconciliabile con l’esigenza di poter utilizzare il proprio territorio:
“Io abito a Vascon, se prendi la strada per andare a Lovadina lì non solo…lì un anziano
non può mettere piede fuori di casa, quella strada è una cosa impossibile […] quelli che
dovrebbero venire da via Lovadina per prendere la corriera a Vascon… li prendono sotto
prima! Li portano già a Treviso con la bicicletta.” (donne).
Cio’ rappresenta ovviamente una maggiore difficoltà per gli spostamenti delle categorie sociali più
deboli che non hanno la possibilità di spostarsi con automobili private, cioè anziani e giovani. Una
situazione definita problematica dai partecipanti che sottolineano, oltre alle difficoltà oggettive
dovute alla configurazione territoriale, una carenza di adeguati mezzi di trasporto pubblici che
sembrano condurre all’isolamento le frazioni di Carbonera. Una delle donne coinvolte parlando dei
mezzi pubblici sostiene che:
“[…] anche con i tram non è mai stata fatta secondo me un politica… non tanto il comune
ma la provincia…di trasporto… perché sicuramente si userebbero molto di più i mezzi
pubblici.”
La carenza di piste ciclabili e di percorsi protetti per pedoni e ciclisti viene evidenziata da molti
partecipanti. Sebbene uno degli interventi indichi la pista ciclabile che parte da Pezzan e giunge
fino a Selvana come un vanto per Carbonera, molti pareri sembrano sottolineare come le piste
ciclabili siano inadeguate per permettere degli spostamenti in sicurezza nel territorio, sia per il
traffico causato da automobili e mezzi pesanti sia per la conformazione stradale che non
permette di utilizzare il ciglio della strada senza la preoccupazione di essere investiti dai diversi
mezzi di trasporto transitanti.
“Credo che l’ambiente debba essere facilitante su questo, allora è giusto andare in bicicletta
ma devo pretendere di avere strade sicure e non pensare che esco per strada, speriamo che
non finisco al cimitero o al pronto soccorso.” (operatori socio-sanitari).
A ciò va aggiunto che vi è una forte percezione del rischio per coloro che utilizzano le strada come
pedoni o con mezzi alternativi, sia all’inquinamento dovuto allo stesso traffico.
“Ma è tutto concatenato, via Lovadina che è il caso estremo, con la pista ciclabile incompleta e
anche una volta completata vorrei veder anche se uno usasse mezzi alternativi, lì con la
salute non ci siamo perché è vero che potrebbe far bene un po’ di movimento ma rischi degli
impatti salutari, si rischia di perdere il vantaggio del movimento in un momento…”( uomo 4064 anni).
19
cosa dicono i dati:
La viabilità di Carbonera si sviluppa su 44,3 km con una rete locale adeguata a garantire i
collegamenti tra le diverse frazioni, ma con sezioni stradali relativamente sottodimensionate
rispetto alla tipologia e al carico del traffico afferente a Treviso che si sovrappone alla mobilità
locale. Il territorio comunale, oltre a subire l’effetto di ‘separazione’ esercitato dall’Autostrada A27,
è caratterizzato dall’attraversamento da parte delle vie provinciali di accesso al capoluogo che
esercitano una frammentazione dei suoi centri urbani.
La domanda di mobilità è inoltre in crescita nella popolazione residente ed è assorbita quasi
interamente da mezzi individuali. I trasporti pubblici sono caratterizzati da una copertura territoriale
parziale (15 km) e da frequenze rarefatte; la copertura è tuttavia stata recentemente incrementata
a cavallo tra il 2004 e il 2005 ad opera dell’Amministrazione locale.
E’ stato inoltre sperimentato un servizio gratuito di trasporto finalizzato ad offrire un collegamento
tra le frazioni e con il capoluogo, successivamente interrotto perché sottoutilizzato.
Il Comune cofinanzia un servizio di trasporto scolastico.
Nel 2005 è stato messo in funzione un autovelox al quale sono state dedicate più postazioni di
rilevazione. Nel 2006 il Comune ha aderito al progetto della Provincia di Treviso “Strade sicure”
che ha comportato un’intensificazione dei controlli stradali anche mediante etilometro. Durante
ogni anno scolastico sono attuati corsi di educazione stradale sia nella scuola elementare che
nella scuola media.
Promozione della mobilità e della sicurezza pedonale e dei ciclisti
L’estensione di piste ciclabili nel territorio comunale, ma soprattutto la disponibilità pro capite
espressa in metri per abitante è indicativa della capacità dei Comuni di incentivare forme
alternative all’automobile, al fine di ridurre l’inquinamento atmosferico e la congestione del traffico
nei centri abitati.
Il valore medio Europeo risulta essere 0,56 m/abitante. Carbonera, con un valore di 0,79 m pro
capite, risulta superare tale media, e si colloca anche al di sopra del valore medio provinciale.
Fig.5. Metri di pista ciclabile per abitante.
0,79
0,57
media UE
0,56
0
Carbonera
prov.TV
20
Una recente valutazione della consistenza e continuità dei percorsi ciclo-pedonali del Comune ha
permesso di rilevare ben 20 interruzioni che rappresentano, come evidenziato in letteratura
specifica, punti di particolare rischio per incidenti e ne abbassano la fruibilità.
INQUINAMENTO AMBIENTALE
Per molti partecipanti all’indagine è emerso come l’ambiente, inteso in senso generale, rappresenti
un importante determinante/problema di salute.
Riguardo all’ambiente indoor emerge interesse per il risparmio energetico nell'ambiente domestico.
Viene infatti, in alcune occasioni, segnalata l’inadeguatezza strutturale delle abitazioni: numerosi
edifici sono vecchi, con soffitti molto alti che determinano dispersione. Accanto a ciò, viene
comunque segnalato un notevole miglioramento delle condizioni di vita all’interno delle abitazioni
rispetto al passato.
Inoltre viene sottolineata l’importanza rivestita dalle buone condizioni igieniche e dalle dimensioni
dell’abitazione, che dovrebbero essere progettate “a misura d’uomo” per garantire un comfort
abitativo tale da restituire alla casa il suo ruolo come centro di vita della persona e luogo di
aggregazione.
“L’abitazione è legatissima alla salute, è fondamentale. Vivere in un appartamento di 50 m2,
magari con problemi con i vicini, stress e condomini fatti male condiziona la
salute…bisognerebbe tornare a ridimensionare questa cosa, bisogna tornare a rivivere
l’abitazione, deve esserci un comfort abitativo, influisce tantissimo sulla salute. La casa non è
più un momento di aggregazione, tutt’altro, si va tanto in giro ma non si sta a casa, soprattutto
i giovani.” (associazioni).
Il possesso stesso di un’abitazione viene indicato come importante determinante di salute.
Anche la struttura delle scuole è indicata come importante determinante della salute nell’età
infantile.
Altre tematiche emerse riguardano le palestre: non sarebbero costruite tenendo in considerazione
la tipologia di attività che vi viene svolta e non sarebbero adeguatamente riscaldate.
Relativamente all’ambiente esterno, la principale fonte di preoccupazione è rappresentata
dall’inquinamento industriale. Il rischio su cui si focalizzano i partecipanti ai focus group è il
progressivo inquinamento, il deterioramento ambientale ingravescente che viene contrapposto alle
condizioni notevolmente migliori in cui versava l’ambiente in passato, “più sereno” e “meno
deteriorato”.
21
Inquinamento dell’aria
L’inquinamento dell’aria è stato segnalato come uno dei principali determinanti della salute.
Secondo i partecipanti, l’insalubrità dell’aria è attribuita principalmente alle industrie del territorio
soprattutto in ragione della percepita carenza di controlli sulla quantità e sulla qualità delle
emissioni. Altre fonti di inquinamento individuate sono il traffico stradale, responsabile in particolare
delle elevate concentrazioni di polveri sottili, l’abitudine da parte di alcuni privati cittadini di
accendere fuochi per bruciare i rifiuti, il riscaldamento domestico e gli inceneritori.
La preoccupazione maggiore è destata da alcuni inquinanti quali la diossina, il benzene, l’amianto,
il polivinilcloruro, le polveri sottili e il monossido di carbonio.
Da un intervento emerge invece come la paura per l’inquinamento dell’aria e per lo smog sia in
realtà una fobia, in quanto esistono zone sicuramente più inquinate di Carbonera.
Tuttavia sembra esserci preoccupazione anche verso fonti di pericolo potenziali come traspare
anche dall’atteggiamento verso la possibile collocazione, anche se in Comuni limitrofi, di un nuovo
inceneritore.
cosa dicono i dati:
Per il miglioramento dell’ambiente indoor, l’Amministrazione comunale ha promosso alcune
iniziative come gli incentivi per lo smaltimento dei rivestimenti in Eternit, la diffusione delle
informazioni sulle opportunità fiscali correlate alle ristrutturazioni ed altre eco-incentivazioni.
Alcuni edifici pubblici sono stati dotati di pannelli solari da menzionare, inoltre,la casetta
polifunzionale costruita in bioedilizia ed il progetto per il nuovo polo scolastico che risponderà a
tutti gli aggiornati criteri di salubrità, sicurezza e funzionalità.
La qualità dell’aria è un parametro fondamentale per valutare lo stato dell’ambiente e le
implicazioni sulla salute dei cittadini.
In ambito urbano le componenti che incidono prevalentemente sulla criticità ambientale della qualità dell’aria sono:
trasporti (sorgente di numerosi inquinanti come benzene, CO, polveri sottili, CO2, VOC, NOx; rilevante anche
per l’emissione a livello del suolo, quindi di maggiore impatto per l’ambiente di vita)
riscaldamenti domestici
attività produttive
I maggiori inquinanti emessi in atmosfera urbana sono:
monossido di carbonio (CO): emesso principalmente dai processi di combustione, particolarmente dagli
scarichi di veicoli con motori a idrocarburi, a causa di una combustione incompleta.
anidride carbonica (CO2): anche questo gas è emesso principalmente dai processi di combustione,
particolarmente dagli scarichi di veicoli con motori a idrocarburi, escluso il metano.
ossidi d’azoto (NOx): le emissioni sono principalmente nella forma di NO, che viene ossidato dall'ozono (O3)
per formare il diossido d'azoto (NO2). I vari ossidi di azoto reagiscono inoltre con gli idrocarburi nell'atmosfera
per generare “smog fotochimico”.
composti solforati (SO2): generato dalla combustione di carburanti contenenti zolfo, principalmente nelle
centrali elettriche, durante la fusione di metalli ed in altri processi industriali. Il diossido di zolfo causa le piogge
acide
Gli ossidi di azoto, come d'altronde gli ossidi di zolfo sono anche precursori del particolato fine.
piombo e altri metalli pesanti: sono tossici e spesso cancerogeni, mutageni e teratogeni.
Ozono (O3): presente negli strati inferiori dell'atmosfera è un inquinante secondario formato da reazioni
fotochimiche che coinvolgono gli ossidi di azoto e i composti organici volatili. Sebbene l'ozono presente negli
strati superiori dell'atmosfera (stratosfera) aiuti a ridurre l'ammontare di radiazioni ultraviolette che raggiungono
22
la superficie terrestre, quello presente nella bassa atmosfera è un gas irritante e può causare problemi alla
respirazione.
composti organici volatili (VOC): includono diversi composti chimici organici, tra cui il Benzene (C6H6).
Provengono da vernici, solventi, prodotti per la pulizia e da alcuni carburanti (benzina e gas naturale). Il
benzene è un cancerogeno, mentre altri sono tra le cause dell'effetto serra.
polveri sottili e ultrasottili: materiale presente nell'atmosfera in forma di particelle microscopiche che
possono raggiungere anche le basse vie respiratorie (alveoli polmonari).
- PM10: con diametro aerodinamico medio uguale o inferiore a 10 µm, ovvero 10 millesimi di millimetro, è
costituito da polvere, fumo, microgocce di sostanze liquide.
Le principali fonti di PM10 sono: sorgenti naturali (l'erosione del suolo, gli incendi boschivi, le eruzioni
vulcaniche, la dispersione di pollini, il sale marino); sorgenti legate all'attività dell'uomo(processi di
combustione dei motori a scoppio, degli impianti di riscaldamento, di molte attività industriali, di inceneritori e
centrali termoelettriche, usura di pneumatici, freni ed asfalto). Una parte rilevante del PM10 presente in
atmosfera deriva dalla trasformazione in particelle liquide di alcuni gas (composti dell’azoto e dello zolfo)
emessi da attività umane.
- PM2,5: con diametro aerodinamico medio inferiore a 2,5 micron (più dannose perché possono arrivare alle
vie respiratorie più distali), la frazione PM 2,5 corrisponde a circa il 75% della frazione di polveri fini con
diametro inferiore a 10 micron. Le PM 2,5 rimangono sospese per più tempo nell´atmosfera.
Non essendo presenti centraline fisse per il monitoraggio in continuo degli inquinanti maggiori, la
qualità dell’aria nel Comune di Carbonera è (con verosimiglianza) stimata sovrapponibile a quella
degli altri Comuni della cintura urbana e quindi con valori analoghi quelli del capoluogo.
Nel 2001 è stata condotta dalla Provincia di Treviso, a cura del dipartimento provinciale
dell’ARPAV,una campagna di analisi del benzene finalizzata a conoscere l’influenza del traffico
veicolare sulla qualità dell’aria nel territorio comunale di Treviso e dei Comuni di Carbonera,
Casier, Mogliano Veneto, Paese, Ponzano, Preganziol, Quinto di Treviso, Silea, Treviso e Villorba.
Il benzene si presta come un ottimo tracciante dell’inquinamento da traffico poiché la sua presenza
è dovuta quasi totalmente all’uso delle benzine. I risultati ottenuti durante questo periodo di
campionamento hanno mostrato delle medie annuali di concentrazione di benzene inferiori a 10
µg/m3 in tutte le stazioni, obiettivo di qualità dell’aria per il benzene previsto dal DM 25/11/94, ma
superamenti, in corrispondenza dei siti di maggior traffico, rispetto al valore di 5µg/m3 (valore
limite stabilito dal D.M.60/02 che entrerà in vigore a partire dal 1° gennaio 2010).
Fig.6. Campagna di rilevazione del benzene - 2001 Treviso e alcuni Comuni limitrofi
23
hot spot= siti di maggiore traffico; background= siti a media esposizione (fonte ARPA Veneto)
L’omogeneità dei valori medi rilevati nell’area dei dieci Comuni ha dimostrato che la relativa zona si
può considerare assimilabile ad un’unica e continua area urbana.
I monitoraggi effettuati dall’ARPAV su scala provinciale hanno evidenziato valori di PM 10
spesso superiori ai limiti previsti nel periodo autunno-inverno (> 35 gg/anno di superamento della
soglia massima); le concentrazioni di ossidi di azoto si sono mantenute inferiori alla soglia vigente,
ma molto vicini al limite da rispettare entro il 2010 (> 40 g/mc).
Nel 2006 è stata effettuata una rilevazione dell’ozono in località Biban che ha segnalato valori
superiori alla soglia di “informazione” (180 µg/m3 in 1 ora). E’ verosimile si possano creare
situazioni di superamento dei livelli di allarme in particolari situazioni climatiche (estate).
A fronte dei numerosi superamenti del parametro PM10 rilevati in provincia di Treviso, il Sindaco di
Carbonera nel 2008 ha emesso un’ordinanza antismog che, tra l’altro, prevede lo spegnimento
dell’auto per soste superiori ad un minuto, vieta le combustioni all’aperto, prescrive la riduzione di
un grado della temperatura media delle abitazioni non riscaldate con combustibili gassosi o a
basso impatto e prescrive ai cittadini una serie di buone pratiche per contribuire al miglioramento
della qualità dell’aria.
Inquinamento dell’acqua
L’inquinamento dell’acqua è un problema molto sentito soprattutto negli ultimi anni, tanto che la
popolazione tende a non bere l’acqua del rubinetto.
La preoccupazione maggiore deriva dall’inquinamento delle falde acquifere in quanto non tutto il
territorio è servito dall’acquedotto: numerose famiglie riferiscono di attingere l’acqua, anche ad uso
potabile, da pozzi privati, per cui è molto sentita la necessità di controlli periodici e di un
monitoraggio costante dei pozzi.
L’inquinamento dell’acqua ad uso domestico sembra poter derivare anche dalle tubature vecchie
che dovrebbero essere cambiate.
Un intervento, infine, solleva il problema dell’inquinamento delle acque superficiali per cui oggi non
si può nuotare nei fiumi come invece accadeva in passato.
cosa dicono i dati:
Carbonera possiede un patrimonio idrico molto ricco con un sistema di acque profonde
caratterizzato da un buono stato chimico; come fattori di criticità sono segnalati la vulnerabilità
delle falde per la presenza di suoli permeabili nella parte settentrionale del territorio ed il consumo
legato ad insediamenti diffusi sia privati che pubblici che utilizzano pozzi. E’ rilevato un progressivo
abbassamento della falda freatica pari a circa -1m dal 1971 al 2005 (dato ARPAV). Alle acque
superficiali
nel
Rapporto
ambientale
v.it/index.php?num_int=1&dett=si&art=1&num_pag=141)
2008
VAS
–
PAT
(http://www.carbonera-
è attribuito uno “stato ecologico” (indicatore
complesso che tiene conto della qualità biologica del corso d’acqua e della presenza di inquinanti)
24
“sufficiente” su 5 gradi di valutazione (ottimo, buono, sufficiente, insufficiente, pessimo).
Il territorio comunale di Carbonera è solo in piccola parte servito da acquedotto (117 utenze)
mentre gran parte dell’approvvigionamento viene effettuato tramite pozzo.
( S i t u a zi o n e a g g i o rn a ta a f e b b ra i o 2 0 08 ) .
Numero approvvigionamenti autonomi
3000
Il 55% della superficie territoriale è considerata area vulnerabile ai nitrati.
I nitrati rappresentano uno degli inquinamenti più diffusi nel territorio padano. I nitrati sono infatti contenuti in fertilizzanti
molto utilizzati sui terreni agricoli e derivano in parte anche dall’ossidazione dei reflui civili, da alcuni scarichi industriali e
da dilavamento di superfici urbane. Il nitrato è una delle sostanze che si trovano piu' frequentemente nell'acqua freatica
nelle zone rurali. Nel caso dei nitrati, il problema è costituito principalmente dal fatto che, nell’acqua stessa e anche
all’interno del nostro organismo, vi sono dei batteri che trasformano i nitrati in nitriti - i quali sono tossici e ostacolano il
trasporto di ossigeno alle cellule del nostro corpo attraverso il sangue. I nitriti sono particolarmente pericolosi per i
neonati, nei quali possono dar luogo a cianosi labiale a causa di carente apporto di ossigeno. Combinandosi invece con
le proteine assunte con il cibo, i nitriti possono formare le nitrosamine che sono ritenute cancerogene.
A Carbonera nella zona sud della frazione principale, è situato un impianto di depurazione reflui
che attualmente ha una potenzialità massima di
40.000 ab. equivalenti e serve più Comuni
dell’area; la popolazione servita di Carbonera risulta circa il 52%.
E’ in programma un ampliamento del depuratore che garantirà un’estensione della rete anche
all’intera frazione di Pezzan.
Inquinamento degli alimenti
In diversi interventi è richiamato il ruolo della salubrità degli alimenti per la salute, in particolare la
carente genuinità dei cibi che vengono consumati attualmente; viene sottolineato come in qualche
modo sia la società attuale che induce a comportamenti alimentari scorretti e come stia
all’interesse e all’attenzione del consumatore ricercare gli alimenti sani.
“la vita che facciamo ci porta a tutto fuorché a mangiare bene, quello che ti propinano è tutto
fuorché una cosa genuina. Bisogna proprio ricercare i cibi sani, fare attenzione a quello che si
mangia.” (rappresentante associazioni).
La preoccupazione maggiore risiede nelle modalità di preparazione degli alimenti e
nell’introduzione di additivi, in particolare conservanti.
Inquinamento del suolo
Un solo intervento solleva il problema dell’inquinamento del suolo, in particolare conseguente
all’utilizzo di diserbanti.
25
Inquinamento acustico
E’ stata individuata una correlazione tra salute e inquinamento acustico. I partecipanti ai focus
group imputano l’inquinamento acustico all’autostrada che attraversa parte del territorio e al traffico
nel centro del paese che nessuno si preoccuperebbe di deviare. Viene inoltre sottolineata
l’opportunità di fare rilevamenti per valutare l’entità del problema e di progettare possibili soluzioni,
come l’installazione di barriere acustiche.
cosa dicono i dati:
Il Comune di Carbonera ha effettuato la zonizzazione acustica (secondo il DPCM 14/11/1997).
La zonizzazione acustica costituisce il riferimento tecnico per garantire la qualità degli insediamenti
urbani e la tutela della biodiversità dai possibili impatti di tipo acustico”. Alle classi acustiche sono
associati valori limite di emissione, di immissione e di qualità.
Tab.4. Classi di destinazione d’uso del territorio DPCM 14/11/1997
Classe I – aree particolarmente protette:
le aree nelle quali la quiete rappresenta un elemento di base per la loro utilizzazione: aree ospedaliere, scolastiche,
aree destinate al riposo ed allo svago, aree residenziali rurali, aree di particolare interesse urbanistico, parchi
pubblici, ecc.
Classe II – aree destinate ad uso prevalentemente residenziale:
rientrano in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale, con bassa densità
di popolazione, con limitata presenza di attività commerciali ed assenza di attività artigianali e industriali
Classe III – aree di tipo misto:
rientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento, con media
densità di popolazione, con presenza di attività commerciali, uffici, con limitata presenza di attività artigianali; aree
rurali interessate da attività che impiegano macchine operatrici
Classe IV – aree di intensa attività umana:
rientrano in questa classe le aree urbane interessate da intenso traffico veicolare, con alta densità di popolazione ,
con elevata presenza di attività commerciali e uffici, con presenza di attività artigianali; le aree in prossimità di
strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie; le aree portuali le aree con limitata presenza di piccole
industrie
Classe V – aree prevalentemente industriali:
rientrano in questa classe le aree interessate da insediamenti industriali e con scarsità di abitazioni
Classe VI – aree esclusivamente industriali:
rientrano in questa classe le aree esclusivamente interessate da attività industriali e prive di insediamenti abitativi
La maggior parte del territorio comunale rientra in classe 3 (“aree rurali interessate da attività che
impiegano macchine operatrici” e “aree urbane interessate da traffico autoveicolare lento locale o
di attraversamento, con media densità di popolazione, con presenza di attività commerciali, uffici,
con limitata presenza di attività artigianali e con assenza di attività industriali”).
Dal PAT: “In classe 6 rientrano la zona industriale di Mignagola, mentre in classe 5 sono state
inserite le zone artigianali ed industriali localizzate a nord di Vascon, a ridosso del centro di
26
Pezzan, a nord di Biban, a sud di Carbonera, tra Carbonera e Mignagola in prossimità
dell’autostrada A27, a nord del centro abitato di Mignagola e, sempre a Mignagola, al confine con
San Biagio di Callalta”.
Nel 2008 è stato completato il posizionamento delle barriere antirumore lungo il tratto
dell’Autostrada A27 che percorre il Comune.
Inquinamento elettromagnetico
Tra le “grandi paure” per la salute, accanto all’inquinamento in termini generali, viene citato nello
specifico l’inquinamento elettromagnetico: viene imputato alla presenza di grandi elettrodotti che
attraversano il territorio, alle cabine elettriche, agli asciugacapelli, alle antenne e ai telefoni
cellulari.
Secondo i partecipanti il problema principale riguarda le conseguenze negative per la salute, oggi
ancora in gran parte ignote, ma temibili per il futuro (in particolare la preoccupazione si riferisce
alle malattie neoplastiche). D’altra parte emerge come l’uso in particolare di telefoni cellulari e
antenne sia considerato necessario e quasi inevitabile per motivi di lavoro e se si vuole stare al
passo con i tempi. Questi concetti sono esplicitati bene nei passaggi sotto riportati:
“Chi lo sa se magari il telefonino che teniamo in tasca fra 10 o 20 anni sia un agente
scatenante che provoca chissà che, adesso il telefonino è diventato qualcosa che bisogna
avere altrimenti non possiamo lavorare” (istituzioni);
“Per quanto riguarda le grandi paure, inquinamento, ecc.., c’è il discorso delle antenne. Non è
che facciano molto bene e tuttavia se vogliamo continuare a sentirci con il telefonino
dobbiamo metterle. O torniamo indietro” (giovani).
cosa dicono i dati:
Negli ultimi anni è aumentata l’attenzione circa possibili effetti sulla salute legati all’inquinamento
elettromagnetico (o elettrosmog).
Questa materia è specificamente normata e le Agenzie ambientali esercitano un’attività di controllo
sistematica sugli impianti e sui siti coinvolti.
I maggiori organismi scientifici nazionali ed internazionali concordano nel ritenere che, allo stato attuale delle
conoscenze, possa esistere una debole correlazione tra l’esposizione cronica a campi elettromagnetici e l’insorgenza di
tumori, limitatamente alle frequenze estremamente basse (ELF). I dati scientifici disponibili, non forniscono invece
alcuna prova diretta che l’esposizione alle alte frequenze (RF) induca o favorisca il cancro, nè abbrevi la durata della
vita.
a. Sorgenti RF - alta frequenza sono:
Impianti fissi per telecomunicazioni
Impianti Radio-Televisivi
Stazioni Radio-Base
Ponti Radio
Telefoni Cellulari
27
ARPAV effettua il monitoraggio in continuo del campo elettromagnetico emesso dagli impianti di
telecomunicazione con particolare riferimento alle Stazioni Radio Base.
I dati sono rilevati attraverso centraline mobili che vengono posizionate nei punti di interesse per
durate variabili; orientativamente la durata della campagna di monitoraggio varia da una settimana
ad un mese o più.
La fig.7 presenta i dati del monitoraggio effettuato a Carbonera nel 2007 (punto di monitoraggio
situato a circa 135 m da SRB Vodafone e a 222 m da SRB WIND).
I V/m per il campo elettrico (Media 0.93; Massimo: 1.16) sono inferiori al valore di attenzione di
6,0V/m evidenziato in figura dalla banda azzurra.
Il numero di stazioni di telefonia mobile sul territorio è attualmente di 5.
Fig. 7. Risultati monitoraggio ARPAV Carbonera - 2007 (circa 135 m da SRB Vodafone e a 222 m da SRB WIND).
b. Le principali sorgenti che generano campi elettromagnetici a bassa frequenza e che interessano
gli ambienti di vita e di lavoro sono:
le linee di distribuzione della corrente elettrica ad alta, media e bassa tensione come gli
elettrodotti
gli elettrodomestici e i dispositivi elettrici in genere.
I campi elettrici e magnetici generati dagli elettrodotti si comportano come grandezze indipendenti tra
loro e i loro effetti devono essere analizzati separatamente.
Il campo elettrico dipende:
-
dalla tensione della linea (cresce al crescere della tensione);
-
dalla distanza dalla linea (decresce allontanandosi dalla linea);
-
dall’altezza dei conduttori da terra (decresce all’aumentare dell’altezza).
I livelli di campo elettrico sono stabili nel tempo in una data posizione spaziale.
Il campo elettrico è facilmente schermabile da parte di materiali quali legno o metalli, ma anche alberi
o edifici.
Il campo magnetico dipende:
-
dalla corrente che scorre lungo i fili conduttori delle linee (aumenta con l’intensità di corrente
sulla linea);
-
dalla distanza dalla linea (decresce allontanandosi dalla linea);
-
dall’altezza dei conduttori da terra (decresce all’aumentare dell’altezza).
I livelli di campo magnetico variano nel tempo in funzione della variazione di corrente che può
essere considerevole durante il giorno a seconda della richiesta di energia.
Il campo magnetico è difficilmente schermabile.
28
Le sorgenti domestiche dei campi ELF
Negli ambienti di vita e di lavoro, tutti gli apparecchi alimentati con l’energia elettrica sono
sorgenti di campi elettrici e magnetici ELF.
Il campo elettrico è sempre presente negli ambienti domestici indipendentemente dal funzionamento
degli elettrodomestici. Il campo magnetico, invece, si produce solamente quando gli apparecchi
vengono messi in funzione ed in essi circola corrente.
Il DPCM 08/07/2003, disciplina, a livello nazionale, in materia di esposizione della popolazione ai
campi elettrici e magnetici a bassa frequenza (50 Hz), fissando:
i limiti per il campo elettrico (5 kV/m);
i limiti per l’induzione magnetica (100 µT);
i valori di attenzione (10 µ T) e gli obiettivi di qualità (3 µ T) per l’induzione magnetica;
La LR 27/93 disciplina, a livello regionale, in materia di esposizione della popolazione ai campi
elettrici e magnetici, stabilendo le distanze tra elettrodotti esistenti e nuove abitazioni (o edifici
caratterizzati da tempi di permanenza prolungati), tali che a 1,5 m dal suolo non siano superati i
valori di campo elettrico e magnetico rispettivamente pari a 0,5 kV/m e 0,2 µ T.
Arpav ha messo a punto una metodologia per la costruzione di un indicatore di esposizione ai
campi elettromagnetici prodotti dalle linee elettriche di alta tensione del Veneto. L’indicatore
classifica la popolazione in funzione del livello di campo elettromagnetico associato alla specifica
zona in cui la popolazione risiede all’interno del Comune; questo indicatore ha permesso di stimare
la popolazione esposta a valori di campo magnetico (generato dalle linee di alta tensione presenti).
Sono state individuate per ogni elettrodotto, a partire dai suoi dati caratteristici, le aree (fasce di
rispetto) interessate da valori di induzione magnetica superiori a determinate soglie: oltre a 0.2
microtesla previsto dalla LR 27/93; sono state considerate anche le soglie di 3 microtesla e 10
microtesla, indicate dal DPCM 8/7/2003 come rispettivamente obiettivo di qualità e valore di
attenzione. La stima della popolazione esposta è stata eseguita sulla base delle sezioni ISTAT del
2001, considerando per ogni sezione la densità di popolazione e la superficie di territorio occupata
dalle fasce di rispetto.
La percentuale di popolazione residente esposta a valori di campo magnetico superiori a quelli
disciplinati è presentata nella tab X in cui Carbonera è confrontata con la provincia di Treviso e
l’intera regione.
% popolazione esposta
Carbonera
prov TV
Veneto
DPCM 08/07/2003
valori di attenzione (10 µ T)
0.74
0.47
0.57
DPCM 08/07/2003
obiettivi di qualità (3 µ T)
1.20
0.77
0.90
LR 27/93 (>0,2 µ T)
3.03
1.88
2.12
I risultati ottenuti vanno intesi come stime di massima e cautelative dell’esposizione della
popolazione a diversi livelli di induzione magnetica. In particolare, l’indicatore calcolato in
riferimento al valore di attenzione del DPCM 8/7/2003 permette di ottenere una valutazione del
29
grado di risanamento a cui potrebbe essere soggetto un determinato territorio negli anni
successivi.
Per quanto riguarda i risanamenti già effettuati, in seguito all’innalzamento e allo sdoppiamento
dell’elettrodotto (685 (132 kV) Treviso Est-Vacil), i valori di induzione magnetica in corrispondenza,
dei siti censiti come sensibili entro il Comune (asili nido, scuole e parchi gioco) nel 2000
dall’ARPAV (“Censimento degli spazi dedicati all’infanzia situati in prossimità di linee elettriche ad
alta tensione nel Veneto”), risultano attualmente al di sotto della soglia di attenzione fissata dalla
Legge.
Radon
Il radon è un gas radioattivo che può risultare cancerogeno se inalato. La principale fonte di questo gas è rappresentata
dal terreno (altre fonti possono essere in misura minore i materiali di costruzione, specialmente se di origine vulcanica)
dal quale fuoriesce e si disperde nell'ambiente, accumulandosi in locali chiusi dove può costituire un pericolo. Si stima
che sia la seconda causa di tumore al polmone dopo il fumo di sigaretta ed alcuni studi evidenziano sinergie fra le due
cause.
La regione Veneto, prima in Italia, ha stabilito mediante delibera i limiti oltre ai quali è consigliabile
intervenire per abbassare il livello; tale soglia è stata fissata in 200 Bequerel per metro cubo di
aria.
Sulla base delle misurazioni annuali rilevate nell’ambito delle indagini nazionale e regionale
condotte, rispettivamente, alla fine degli anni ‘80 e nel periodo 1996-2000 Carbonera non rientra
tra le zone a rischio.
I rifiuti
La gestione dei rifiuti urbani è uno dei problemi ambientali più urgenti degli ultimi anni.
A Carbonera la produzione media annua di rifiuto solido (2006- fonte ARPAV) è di 328,5 kg per
abitante: una quantità contenuta, anche se confrontata con il quantitativo medio delle provincia di
Treviso pari 386,07 Kg/abitante, già virtuoso, se confrontato con i quantitativi medi regionali e
nazionali (vedi tab.)
rifiuti urbani
Carbonera
RD%
produzione
procapite
kg/ab*anno
328.5
73.6
Provincia di
Treviso
387.0
RD%
66
Regione
Veneto
495.1
RD%
Italia
RD%
49
480.14
25.8
Il sistema di raccolta domiciliare dei rifiuti ha comportato una forte riduzione della quantità di rifiuto
da convogliare in discarica ed un deciso aumento della componente recuperabile. L’intera Regione
Veneto si colloca in posizione di eccellenza per quanto riguarda la gestione dei rifiuti urbani e la
provincia di Treviso si distingue per l’elevata quota di raccolta differenziata (media: 66%).
Carbonera risulta uno dei Comuni più efficienti in questo ambito con una percentuale di raccolta
differenziata pari a 73.6% nell’ultimo anno valutabile.
Questi valori sono già attualmente al di sopra degli obiettivi definiti dalla Legge finanziaria
2007 (L.n. 296 del 27 dicembre 2006) pari a 40% per il 2007, 50% per il 2009 e 60% per il
2011 e del 65% da conseguirsi entro la fine del 2012 (D. Lgs. 152/06).
30
Percentuale di raccolta differenziata Carbonera e provincia di Treviso 2006 ed obiettivi di qualità.
0,8
0,7
0,6
obiettivo 2012 (D. Lgs. 152/06)
0,5
0,4
L. finanziaria 2007
0,3
0,2
0,1
0,0
Carbonera
provincia Treviso
Aspetti positivi legati all’ambiente
Alcuni abitanti di Carbonera hanno messo in evidenza anche gli aspetti positivi del loro ambiente di
vita: la tranquillità, la presenza di molta acqua e di vegetazione rigogliosa nell’ambito di un territorio
nel complesso preservato.
CONTESTO SOCIO-ECONOMICO
L’aspetto economico come determinante di salute, non è riportato di frequente, se non da alcuni
partecipanti, dai quali però è descritto come fattore diretto di benessere.
Per altri è causa di stress cercare di mantenere una certa “ricchezza” o comunque il tenore di vita
richiesto dalla società o che sembra necessario perché rappresentato come tale nei media.
Questo emerge soprattutto dai rappresentanti delle associazioni e degli operatori socio-sanitari:
“il fatto di non avere i soldi per fare determinate cose porta un’ansia” e “il benessere di poter
svolgere una vita sana, quindi l’aspetto economico e anche quello culturale per poter essere
attivi in quelli che sono gli interessi”.
E’ anche riportato come fattore discriminante, ad esempio rispetto all’accessibilità ad attività
sportive e ricreative, specie per famiglie numerose:
“ Sappiate che ci sono famiglie che hanno 3 bambini, se tutti e tre fanno sport, o è medio alto
come livello, o altrimenti non esiste ed è una discriminazione non indifferente”( un
rappresentante delle associazioni).
Anche se un adeguato benessere economico è visto come fattore di salute, l’eccessiva
disponibilità di denaro non è considerata positivamente, poiché è ritenuta portare al consumismo e
ad una distorsione educativa dei giovani che può incidere nella loro costruzione di valori e principi
e “succede che questi qua prima o dopo fanno il danno o uccidono i genitori perché non danno più
i soldi” (un commerciante).
31
Avere un lavoro sembra considerato un prerequisito per la salute, in particolare da stranieri e
rappresentanti delle associazioni, tuttavia l’effetto sulla salute può variare a
seconda della
tipologia del lavoro stesso. Secondo loro infatti:
“Il lavoro sicuro aiuta la salute”;
“Ma il mondo del lavoro non offre grandi scelte adesso come adesso”;
“chiaramente dipende anche dal tipo di lavoro...perché ci sono tutti i rischi connessi al lavoro
sia fisici che ambientali”.
cosa dicono i dati:
Un dato disponibile per descrivere il contesto è il valore medio imponibile IRPEF (il più recente è
relativo alla contribuzione 2006) che per Carbonera si attesta a 20.963 euro pro capite, a fronte dei
19.569 della Provincia di Treviso e dei 18.857 dell’intera Regione Veneto.
Per quanto riguarda l’ambito economico-produttivo, per il Comune di Carbonera il settore
maggiormente rappresentato è quello del commercio all’ingrosso e al dettaglio (settore in crescita
in tutta la provincia di Treviso).
Nella figura sottostante possiamo vedere la distribuzione di imprese attive per principali settori
economici.
Fig.8. Distribuzione incidenza imprese attive per principali settori - Carbonera e prov. TV 2007
prov TV
alt ri s e rv izi pubblic i
s a nit à e d alt ri s e rv izi
Carbonera
ist ruzio ne
a t tiv ità imm o b., ric erc a, info rm a tic a, no le ggio
inte rm e dia zio ne m o net a ria e f ina nz.
t ra s po rti, ma ga zzina ggio
a lberghi e ris to ra nti
c o mm e rc io
c o st ruzio ni
a tt iv it à m a nif at turiere
agrico ltura
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
Per quanto riguarda le caratteristiche dell’imprenditoria, il numero di imprenditori attivi a Carbonera
risulta nel 2007 di 1357 (+2,4% rispetto al 2006); le donne imprenditrici, sono a Carbonera 336,
pari al 24,7% degli imprenditori attivi (33.9% nell’intera provincia).
32
In provincia di Treviso gli imprenditori stranieri sono 10309 (+7,3% rispetto al 2006) di cui 8116
extracomunitari. Gli imprenditori stranieri a Carbonera costituiscono il 5% del totale, in provincia il
5.8% (a fronte di una media veneta del 4,4% ed una media nazionale del 4,2%).
Se si considerano gli imprenditori extracomunitari per paese di nascita, al 2007 risultano ai primi
posti Serbia e Montenegro (19%) , Albania (17.6%), Cina (10.2%). La presenza di imprenditoria
extracomunitaria si concentra nel settore costruzioni (33.8%) e in quello delle attività manifatturiere
(30.9%).
L’incidenza delle imprese artigiane per il Comune di Carbonera (35% delle imprese attive) nel
periodo 2001-2007 rimane superiore alla media provinciale (41° dei 95 Comuni della Provincia).
I settori più rappresentati in quest’ambito sono “servizi pubblici, personali, sociali”; “costruzioni”,
“trasporti” e “attività manifatturiere”.
Le imprese del settore manifatturiero (che rappresenta il “cuore” produttivo nella provincia
di Treviso specie per la competitività nel mercato internazionale) per Carbonera si distribuiscono
come illustrato nella fig.9.
Fig.9. Distribuzione imprese manifatturiere per principali settori - Carbonera 2007
mobili
macchine app. elettr.
medicali, precis., ottici
macchine e app. mecc.
metalli lav
legno paglia
vestiario
editoria, stampa
alimentari bevande
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
Povertà
La stima dell’incidenza della povertà relativa (% di famiglie povere sul totale delle famiglie
residenti), viene calcolato in base a una soglia convenzionale (linea di povertà) che individua il
valore di spese per consumi al di sotto del quale una famiglia viene definita povera in termini
relativi (per i single di 582,20 euro al mese, per chi vive in coppia di 970,34 euro, per nuclei di tre
persone di 1.290,55 euro e di 4 persone di 1.581,65 euro).
Tale indicatore risulta importante poiché si è visto che esiste una correlazione positiva tra il basso
reddito a disposizione delle famiglie e una cattiva salute. Tutto ciò è correlabile a alimentazione
poco sana, stili di vita poco idonei (maggiore propensione a fumo e alcol) e minore accesso ai
servizi per la salute.
33
A causa della difficoltà di reperire il dato sopra descritto a risoluzione comunale, si è utilizzato un
parametro “proxy” ovvero il numero di nuclei con reddito ISEE inferiore a 12.000 euro (soglia ISEE
per nucleo familiare che prevede l’esenzione dalla partecipazione alla spesa farmaceutica nella
Regione Veneto) che è di 185 nuclei (4.2% dei nuclei).
SERVIZI ISTITUZIONALI E ACCESSIBILITA' AI SERVIZI
Il Comune.
Nei confronti dell’Amministrazione Comunale sembra delinearsi una richiesta di supporto maggiore
nei confronti degli anziani in condizione di indigenza o che necessitano di aiuto nei bisogni
quotidiani (pasti, assistenza a domicilio, trasporto verso i servizi sanitari dislocati) e dei genitori di
minori che necessitano di strutture che seguano i figli nelle ore lavorative extra scolastiche.
Un ulteriore ambito in relazione al quale il Comune è investito di aspettative da parte dei cittadini è
la promozione dell'attività motoria mediante iniziative che ne facilitino l'accesso riducendone i
costi. Alcuni contributi significativi:
“ …difficoltà a seguire, a piazzare i figli perché magari non ci sono le strutture o sono troppo
costose..”( uomo, genitore di bambini tra 0-6 anni));
“ perché tanti anziani hanno il problema, o perché non sono in grado, perché non sono
autosufficienti o non hanno chi li può accompagnare...allora hanno bisogno di essere seguiti a
casa, anche per fargli compagnia e poi per questi piccoli servizi che sono importanti”
(un’anziana).
Viene indicato come importante risorsa ausiliaria ai servizi comunali il volontariato la cui attività
secondo i partecipanti potrebbe essere resa ancor più valida ed efficace se maggiormente
coordinata e sostenuta dal Comune.
Da parte del Comune si auspicherebbe inoltre un maggior ruolo di vigilanza del rispetto di
norme a tutela della salute collettiva, anche attraverso maggiori sanzioni.
Alcuni
partecipanti
affermano,
parzialmente
giustificando
eventuali
limiti
della
propria
Amministrazione locale, come il Comune sia l’estremo nodo di un percorso assistenziale che deve
partire dallo Stato.
cosa dicono i dati:
Per quanto riguarda il supporto alle fasce deboli, oltre al sostegno assistenziale a famiglie con
disabili o ad anziani in situazioni di particolare difficoltà, il Comune offre agevolazioni per mensa e
trasporto scolastici a famiglie con reddito basso. 12 famiglie beneficiano di un contributo comunale
per la frequenza del nido. E’ in corso di ultimazione anche un centro diurno per anziani presso la
casa di riposo intercomunale “Tre Carpini” ubicata a Maserada, attiva da alcuni anni.
34
A sostegno dei genitori lavoratori con bambini, dal 2007 è stata stipulata una convenzione con due
asili nido che attualmente ospitano 54 bambini; è stata anche completata la formazione di un
gruppo di tagesmutter, e finanziata un’attività di pre-scuola (accesso anticipato alle 7.50).
Il Servizio Sanitario Nazionale: la medicina generale.
Da numerosi focus viene sottolineato il problema dell’attuale scarsa disponibilità dei medici di
assistenza primaria (Medici di medicina generale e Pediatri di libera scelta) ad effettuare visite a
domicilio e a garantire orari di ambulatorio più ampi, così da contenere le lunghe attese
frequentemente denunciate.
Tali attese infatti gravano in particolare su coloro che lavorano e che devono rivolgersi al proprio
medico per una propria necesssità o per l’assistenza di famigliari, quali anziani o figli piccoli.
“ Che non esista un servizio, una volta c'era, che il dottore si muovesse dallo studio e venisse
a trovarti a casa per curarti perché se hai la febbre a 40” (donna, genitore bambini tra 0-6
anni);
“Le persone perdono troppo tempo per me dal medico, ma tanto tempo, perchè son convinto
che non si può andar dal medico alla mattina alle 6 a prendere il numero e venir fuori all'una di
pomeriggio”( uomo, associazioni);
“I medici di base non so come abbiano organizzazione, loro non lavorano come devono; come
fa un medico di base 2 volte alla settimana? Non funziona, dopo è pieno di gente...”( donna,
gruppo stranieri).
Secondo numerosi interventi tale situazione spesso comporta un maggior numero di accessi
impropri al Pronto Soccorso dell’Ospedale che a sua volta risulta frequentemente intasato.
In particolare questa problematica viene maggiormente denunciata dai genitori di bambini piccoli,
dalle donne tra i 30 e i 64 anni, dagli anziani e dagli stranieri:
“ ..vanno a risolvere tutti i problemi al PS e intasano il PS, se al PS arriva veramente un
trauma grande, un infartuato, gli altri restano ore in fila...”(uomo, gruppo stranieri).
Il medico di medicina generale, se da alcuni viene ancora visto come una figura di riferimento su
cui poter fare affidamento, da altri viene talvolta accusato di scarsa motivazione professionale fino
a far ipotizzare che per alcuni medici la guarigione del paziente possa rappresentare un interesse
secondario rispetto al profitto personale (focus stranieri).
Pur emergendo fiducia verso i farmaci che appaiono come un valido supporto per il
mantenimento della salute fisica, l’eccessiva burocrazia necessaria alle prescrizioni farmaceutiche,
contribuisce ad intensificare la frequenza di accesso ai servizi territoriali. In particolare aumenta la
presenza di anziani o di chi li assiste presso gli ambulatori di medicina generale, contribuendo a
creare disagio sia per i servizi che per l’individuo stesso.
“Siccome io ho bisogno di medicine tutti i giorni...vado dal medico una volta alla settimana
35
perchè più di due scatole non può farmi...io ieri ero alle 2 ero seduto li e sono arrivato a casa
alle 8 ieri sera ..perchè l' ULSS, non so chi, glielo ha proibito di farne più.”( uomo, gruppo
associazioni).
cosa dicono i dati:
I Medici di Medicina Generale attivi nelle varie frazioni del Comune sono 7 (1 ogni 1340 residenti
con più di 14 anni, iscritti all’anagrafe); nell’insieme garantiscono 115 ore e 30’ di apertura
dell’ambulatorio alla settimana. Nella zona sono presenti due Pediatri di Libera scelta (1 ogni 800
residenti tra 0 e 14 anni) che garantiscono un’apertura settimanale complessiva di 28 ore.
Il Servizio Sanitario Nazionale: l’assistenza sanitaria primaria
Allargando l’analisi all’intero ambito dell’assistenza primaria territoriale viene rilevato, specie dagli
stessi operatori dell’ambito socio-sanitario, come, da sempre, sia attribuita maggiore importanza,
oltre che maggiori risorse, ai servizi ospedalieri rispetto ai servizi territoriali che soffrono della
carenza di investimenti e di una conseguente mancanza di personale che potrebbe invece
garantire una migliore offerta all’interno dei servizi più vicini alla comunità.
Viene anche rilevato uno scollamento tra ospedale e territorio, fatto che ostacola la continuità
assistenziale in caso di dimissioni protette.
Questo sembra ricadere anche sulla capillarità delle attività di prevenzione; un giudizio positivo
viene comunque attribuito alle attività di screening di popolazione come lo screening
mammografico e del colon retto oltre che ai corsi di preparazione al parto e alle attività del
consultorio.
Del Servizio vaccinazioni sono state apprezzate la puntualità di chiamata attiva e la disponibilità da
parte degli operatori, sia in attività routinarie che in situazione di emergenza, come testimoniato
dall'intervento dei partecipanti del gruppo donne:
“ per quanto riguarda i miei figli non posso lamentarmi... sono stata chiamata puntualmente
per i richiami ai vaccini” ;
“ L'hanno scorso ho fatto il vaccino della meningite mi hanno dato l'appuntamento, mi hanno
chiamato senza problemi” .
Alcuni interventi fanno trasparire una fiducia sul livello qualitativo dell’assistenza sanitaria pubblica
locale, per altri risulta non del tutto ottimale e serpeggia il sospetto che in particolare le cariche
sanitarie più importanti abbiano una forte connotazione politica (focus adulti e stranieri).
36
cosa dicono i dati:
Coperture vaccinali
Le più recenti coperture (numero vaccinati/ numero aventi diritto alla vaccinazione) a 2 anni di età
(epoca massima di conclusione del primo ciclo di vaccinazioni raccomandate) valutabili sono, per i
residenti a Carbonera, come per il resto dell’ULSS 9, molto elevate. Nella tabella si presentano le
coperture raggiunte per i principali vaccini.
Tab. 5. Tassi di copertura vaccinale Carbonera – Veneto
vaccino
polio
difterite tetano pertosse
epatite B
morbillo parotite rosolia
haemophilus influenzae b
tasso di copertura (%)
Carbonera
Veneto
98,9
97.1
98,9
96.8
98,7
96.7
93,8
91.7
98.6
96.3
Tasso di adesione agli screening preventivi
Ai residenti a Carbonera vengono offerti 3 programmi di screening per la diagnosi precoce dei
tumori della mammella, del collo dell’utero e del colon retto.
In tabella i tassi di adesione (numero di soggetti che effettuano lo screening / numero di soggetti
invitati):
Tab.6. Tassi di adesione screening preventivi Carbonera – Veneto
screening
mammella (2007/08)
colon retto (2008)
collo dell’utero (2007/08)
tasso di copertura (%)
Carbonera
Veneto
81.0%
76,8%
72.2%
64,9%
70.9%
53,8%
Come si può vedere, l’adesione di Carbonera risulta superiore all’adesione media rilevata in
Veneto.
Il Servizio Sanitario Nazionale: l’assistenza specialistica
Il giudizio sulla qualità dell’assistenza appare fortemente influenzato dai tempi di attesa lunghissimi
che vengono menzionati in molti interventi.
Anche nei percorsi di prevenzione o follow-up programmati il rispetto della tempistica viene
condizionato dalle liste d’attesa che ostacolano il raggiungimento degli scopi prefissati dalle stesse
attività:
“puoi morire e marcire prima che ti viene l'appuntamento”( uomo, gruppo stranieri);
“ questo problema crea una forte tensione nei confronti dell'ULSS da parte dei cittadini”( uomo,
gruppo genitori bambini 0-6 anni).
Il ricorso all'assistenza sanitaria privata pare essere una soluzione frequentemente adottata per
ovviare ai lunghi tempi di attesa per le prestazioni all’interno del Servizio Sanitario Nazionale..
37
Tuttavia gli stessi partecipanti vivono questo dirottamento verso il privato come una scelta
obbligata, ed in qualche modo avallata dalle scelte organizzative dell'azienda sanitaria.
Soprattutto i costi per l'assistenza privata, ma anche quelli relativi ai ticket ULSS, vengono spesso
considerati onerosi per le famiglie: “i costi sanitari risultano veramente insostenibili da tutte le
famiglie”(donna, genitori 0-6 anni), e “ non tutti se li possono permettere”(operatori socio-sanitari).
Accessibilità ai Servizi
L’accessibilità ai servizi sanitari territoriali è compromessa da riferiti scarsi collegamenti verso le
sedi distrettuali attualmente dislocate a Breda; questo spostamento viene spesso evidenziato
come una criticità per i residenti di Carbonera:
“ garantisci almeno un servizio pubblico” ( operatore socio sanitario).
Il problema della raggiungibilità delle strutture risulta interessare particolarmente la fascia di
popolazione più anziana che arriva a proporre delle soluzioni alternative, potenzialmente mediate
dall’amministrazione locale:
“ è meglio muovere una persona che vada in un centro dove ci sono questi anziani, invece di
far muovere 100 persone, accompagnatori, macchine…”(un’ anziana) ;
“...la possibilità di afferire, anche per pratiche burocratiche, a qualsiasi sede distrettuale Ulss,
indipendentemente dalla residenza” .
Anche riuscire ad orientarsi all’interno dei servizi amministrativi e sanitari locali è più volte indicato
come cosa difficile, specie per anziani e stranieri: “nei paesi d’origine [le cose] sono diverse o sono
più semplici, la vita è un po’ più semplice, non ci sono tutto questi orari, tutto questo tran-tran..è
questo che porta a tutti gli stranieri a star male col tempo, non è per cattiveria di nessuno” (una
donna, gruppo stranieri) come ben evidenziato nel capitolo sulla Comunicazione. Questo aspetto è
complicato anche dalla disomogeneità della modalità di offerta di prestazioni nelle diverse sedi
distrettuali e da frequenti discordanze nelle informazioni fornite all'utenza legate anche ad una
limitata conoscenza da parte degli stessi operatori:
“ chiamo Spresiano e ti mandano al pronto soccorso, chiamo il pronto soccorso e ti dicono di
chiamare Spresiano”( uomo 40-64).
INDIVIDUO
Risorse personali
L’individuo assume un ruolo fortemente attivo nella salvaguardia della propria salute mediante il far
leva sulle proprie risorse personali, come testimoniato da numerosi interventi.
Molti interventi indicano come fondamentali, per condurre e mantenere uno stile di vita sano, la
forza di volontà e l'agire in prima persona, e riportano come, in molte situazioni, l’autocontrollo
permetta di gestire anche le tentazioni esterne (abuso di sostanze, il “lasciarsi andare”..).
38
La cura dell’aspetto psicologico è spesso vista come prioritaria per l’individuo secondo loro
infatti: “se sei mentalmente a posto, poi tutto viene da sé” (un operatore socio-sanitario) e
perché il benessere psicologico rende possibile una visione positiva della vita che “fa andare
avanti e superare momenti difficili” e permette di “star bene anche in un contesto di negatività”
(una donna).
L’esasperazione del far leva sulle risorse personali per riuscire a sostenere i ritmi quotidiani ed
adeguarsi ad ideali modelli di efficienza, stempera, come emerso dal gruppo donne, la precedente
connotazione positiva introducendoci ad uno dei temi ricorrenti del disagio femminile.
“…soprattutto noi donne siamo sempre abituate a dover dimostrare una certa sicurezza, a
saper risolvere i problemi anche quando si presentano problemi difficili da gestire..”(donna,
genitori 0-6 anni).
Negli incontri con i cittadini di Carbonera è emerso anche come sia cambiato l’atteggiamento verso
la sofferenza e il dolore:
“[…] mal di testa: si prende subito qualcosa perché non dobbiamo avere mal di testa,
c’è questa abitudine a chiudere subito con medicine o cose varie, cose sbagliate…
mentre una volta uno era abituato anche a capire, a sentirsi, a valutare questo, per cui il
fatto di star male tante volte è provocato perché uno deve fare una cosa e non sopporta
il mal di testa, una botta...” (rappresentante associazioni).
Rispetto verso gli altri
Il rispetto delle buone regole di convivenza e di civiltà viene più volte citato come determinante di
salute. In particolare la salvaguardia dell’ambiente, anche attraverso la corretta gestione dei rifiuti,
evitandone ad esempio la combustione domestica, la tolleranza tra confinanti ed il rispetto degli
spazi comuni “come che i parcheggia de traverso..”(un operatore socio-sanitario) .
Un aspetto importante che viene inoltre citato è la necessità di rispettare le funzioni educative
esercitate dalle autorità, soprattutto la scuola.
Il non rispetto delle regole si traduce anche nell’omissione di comportamenti preventivi.
Altri cambiamenti individuati attraverso i focus riguardano un apparente decadimento di tutte le
istituzioni, infatti, un cittadino ha sottolineato che:
“intanto sono state smontate tutte le istituzioni, smontate proprio… ha cominciato a
perdere valore tutto… anche il fatto di alzarti in piedi quando entra.” (donne).
L’alzarsi in piedi si riferisce specificamente al mondo della scuola che sembra non essere più in
grado di trasmettere alcun valore. Il problema sembra però avere una dimensione più ampia e le
preoccupazioni riguardano le nuove generazioni. Sembra infatti abbastanza diffusa una visione dei
giovani del seguente tipo:
39
“io vedo i miei figli… a venticinque anni avevo già due figli, i miei che ne hanno 25 non
ci pensano neanche per sogno. Perciò è una mentalità nostra noi siamo venuti su con
un’altra mentalità… i giovani di adesso… io vedo mia figlia, 25 anni ma mi sembra una
ragazzina… mentre io alla sua età avevo…” (donne).
Uno degli interventi indica come possibile causa del cambiamento l'eccessiva libertà di cui godono
le persone, cosa che sta favorendo la convinzione che tutto sia lecito:
“[…] che in nome della libertà tutto sia concesso… non siamo più in libertà siamo in
libertinaggio” (donne).
Egoismo
La mancanza di rispetto verso la collettività è attribuita da molti focus ( istituzioni, giovani, operatori
socio-sanitari e anziani) all’egoismo:
“…perché il grosso problema della salute è l’egoismo”.
Molti denunciano che si pensa solo al proprio interesse personale, “solo per la voglia di apparire, di
prevalere” e “far soldi a palate”. “Il menefreghismo della gente, la gente che pensa per sé, non c’è
più bisogno di parlare, di salutarci”, “nessuno si interessa di cosa ti può accadere” sono risvolti
dell’atteggiamento egoistico che portano all’isolamento, altro problema fortemente emerso in quasi
tutti i diversi gruppi di popolazione.
ANZIANI
Da tutti i focus è riportato il tema della vecchiaia; l’invecchiamento della popolazione è un fatto
rilevato anche dagli stranieri (in un’ occasione si arriva a definirlo come una “malattia”) e sembra
esserci una comune accettazione del decadimento naturale che comporta inevitabili acciacchi. I
limiti fisici sembrano pesare soprattutto sull’autonomia di spostamento, sulle possibilità di
socializzazione oltre che sull’accessibilità ad alcune strutture pubbliche, a causa anche della
presenza di una “tecnologia” a misura di una utenza più giovane.
L’autonomia personale, anche a fronte della forzata, ma tutto sommato accettata, convivenza con
le patologie legate all’età, è indicata come il più importante requisito per “salvaguardare la propria
salute, potersi muovere e non gravare sugli altri”.
L’insofferenza degli stessi anziani per la loro convivenza con gli acciacchi legati all’età è
indicata come ricorrente nelle loro conversazioni.
Gli anziani, da parte loro, denunciano solitudine; pare emergere una richiesta di iniziative
aggregative locali che vadano oltre il gioco di carte o la tombola e viene auspicata anche un’offerta
di iniziative intergenerazionali. L’importanza di avere dei “punti di riferimento” e di poter “capire se
ci sono vie, modi, sistemi, organizzazioni che ti aiutano” è stata più volte fatta presente, così come
è auspicato e ritenuto fondamentale da più partecipanti il supporto dei servizi istituzionali e del
volontariato.
40
L’isolamento dell’anziano è altro problema frequentemente segnalato, in particolare laddove si
verificano situazioni di bisogno assistenziale.
L’assistenza agli anziani con malattia fisica o mentale sembra rappresentare un peso importante
nella quotidianità delle famiglie; tale assistenza impegna rilevantemente il tempo dei familiari che
prestano aiuto e li carica di compiti (contatti con i medici di medicina generale, approvvigionamento
di farmaci, accompagnamento a visite specialistiche, etc), comportando stress. Questo è
evidenziato da molti tra i partecipanti agli incontri.
Il problema dell’assistenza agli anziani trova supporto alternativo solo nelle badanti e viene
presentato anche come un rilevante costo sociale.
“ la presenza di un anziano in una famiglia la considero uno stress, un peso per la salute della
famiglia..”( donna, genitore bambini tra 0-6 anni).
cosa dicono i dati:
I residenti con più di 64 anni sono il 16.6% della popolazione; gli ultraottantenni il 3,6%.
Gli ultrasessantacinquenni che vivono soli sono 427 (dato che corrisponde al 35.7% delle famiglie
monocomponenti e al 9.7 % del totale delle famiglie): quasi un anziano su 4 vive da solo.
L’indice di vecchiaia (rapporto tra popolazione di 65 anni e oltre e popolazione tra 0 e 14 anni) e
l’indice di dipendenza strutturale (che misura il carico sociale delle classi in età non lavorativa sulle
classi potenzialmente produttrici di reddito) a Carbonera si attestano su valori lievemente più bassi
rispetto al valore provinciale medio, anche se hanno subito un contenuto aumento rispetto al 2001.
Tab.7. Indici strutturali della popolazione
indice
vecchiaia
di
indice
dipendenza
2001
2008
2001
2008
Carbonera
1.10
1.15
0.42
0.46
Prov.TV
1.24
1.23
0.45
0.50
di
Alcune delle iniziative comunali rivolte alla popolazione anziana comprendono le tessere dedicate
agli ultra 75enni che consentono di utilizzare gratuitamente tutte le linee Acit, i soggiorni climatici
ed i centri estivi, oltre ad altre iniziative culturali e al sostegno sociale nelle situazioni di particolare
bisogno. E’ stato di recente recapitato a tutti i cittadini ultrasessantacinquenni un pieghevole
informativo sui servizi locali dedicati agli anziani.
41
FAMIGLIA
Si pensa che la salute e la serenità di un individuo origini in prima istanza all’interno della famiglia
sia per quanto riguarda i figli sia per gli altri componenti.
Viene inoltre definita come il nucleo dove si riceve l’educazione e i genitori vengono individuati
come “esempio per i propri figli in tutto e per tutto”(operatori sanitari).
Il ruolo del genitore quindi sembra assumere un ruolo importante come punto di riferimento e di
insegnamento in modo preponderante anche rispetto alla scuola ed è ritenuto importante che
questo ruolo abbia inizio già molto precocemente. La famiglia dovrebbe fungere da filtro nei
confronti dei numerosissimi quotidiani input esterni e allo stesso tempo aiutare a costruire i valori e
i principi fondamentali di etica e salvaguardia delle salute.
Tuttavia, i ritmi di vita dei genitori risultano talmente serrati da non lasciare tempo per
l’accudimento dei figli e nemmeno per dialogare con loro, facilitando l’insorgenza di tensioni che si
ripercuotono sull'equilibrio e sul benessere dell’intera famiglia.
I giovani sono ritenuti non avere la consapevolezza dell’impegno e della fatica impiegati dai propri
genitori per raggiungere e mantenere un buon tenore di vita. Secondo i partecipanti loro riescono a
cogliere solo il fatto che “devi essere sempre sulla cresta dell’onda, allora sei uno forte.. insomma
uno che vale ” (operatori socio-sanitari).
Dai partecipanti:
“i genitori sono costretti ad andare a lavorare tutto il giorno e non possono star dietro ai figli
come dovrebbero…” (un anziano);
“Perché ormai a 17 anni credo che il ragazzo abbia, ha già fatto certe cose, tu non puoi
cominciare a parlare a tuo figlio a 17 anni devi cominciare molto prima perché ormai quello
che è stato fatto è stato fatto ..” (un operatore socio-sanitario);
“I genitori di adesso abbiano poca voglia di fare” “abbiano poca voglia di rimboccarsi le
maniche, di indirizzare i propri figli …li si lascia alla strada, li si lascia ai nonni”, “li mettono
davanti al televisore, davanti ad una cassetta e che si arrangino”. (rappresentanti delle
associazioni).
In base a quello che emerge, la scarsa d presenza dei genitori nella vita dei figli in molti casi porta
ad un atteggiamento iperprotettivo, ed in molte occasioni viene riportato che il genitore difende i
figli anche nei confronti dell’insegnante o dell’istituzione scolastica in generale, portando spesso i
giovani a pensare che tutto gli è possibile e tutto gli è permesso e gettando le premesse secondo
alcuni “per un degrado giovanile” o addirittura a fenomeni di bullismo.
“I genitori tendenzialmente tendono a salvaguardare il proprio figlio: mio figlio non è così, mio
figlio è bravo”.
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Un’altra espressione di disagio familiare viene riportata dal gruppo di genitori di bambini piccoli che
rilevano come una difficoltà di adattamento ai nuovi ritmi di vita da parte delle neomamme possa
creare delle difficoltà ad entrare in relazione con il bambino e lo vivono come:
“un rischio sia per la salute propria che per quella del bambino” che “comporta tutta una serie
di cose quando i bambini vanno in società” (una mamma).
Secondo alcuni la famiglia talvolta tende, in situazione interna di disagio ( malattia psichiatrica,
abuso di sostanze da parte dei figli) a nascondere la propria problematica per pudore “pur volendo
comunicare ma non potendo liberarsi, liberare la comunicazione” (donna) o, in qualche modo, per
non affrontare mai il problema, “…mio figlio non potrebbe mai fare uso di droghe, perciò non mi
pongo il problema. Quindi, secondo me, non è che vedono e fanno finta di niente, ma proprio
danno per scontato che il proprio figlio non possa mai dipendere da droghe” (una ragazza).
cosa dicono i dati:
La dimensione media del nucleo famigliare è di 2.47 componenti (di poco superiore alla media
della provincia di Treviso: 2.1).
I nuclei familiari composti da una sola persona sono il 27% dei nuclei censiti a Carbonera; 122
famiglie sono composte da un unico adulto con figli minori (2,8% delle famiglie residenti),
Nell’ambito delle politiche a favore delle donne è stato aperto, da aprile 2006, uno “Sportello
Donna” nel cui ambito sono stati organizzati numerosi seminari ed alcuni corsi ricreativi.
E’ stato avviato un progetto di sostegno alle neomamme nei primi 40 giorni di vita del bambino che
sta ottenendo un buon successo in termini di adesione e gradimento.
Dal 2007 è anche attivo un servizio di consulenza legale stragiudiziale utilizzato soprattutto per il
supporto in situazioni di separazione legale.
L’Amministrazione locale ha attivato nel 2006 un percorso di formazione rivolto ai genitori (che
finora ha affrontato in particolare i temi dell’educazione e del conflitto); dal 2005 è stato inoltre
creato il Forum della Famiglia che, riunendo rappresentanti di gruppi e associazioni locali di tutte le
frazioni, effettua un monitoraggio delle diverse realtà territoriali, ha approfondito le possibilità di
sostegno alla famiglia e ha incontrato e coinvolto le diverse figure professionali che operano in
relazione alla famiglia.
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COMUNITA' E SUE DINAMICHE
La sicurezza legata all’idea di comunità che esisteva nel passato viene più volte richiamata dai
partecipanti ai focus group, ma sembra esserci anche la coscienza che una tale organizzazione
non sia più riproducibile. Un cittadino coinvolto nell’indagine sostiene infatti che:
“Perché, per quanto tu possa avere amici, eccetera, non esiste più la comunità che
esisteva una volta, quella realtà che nessuno vorrebbe far ritornare nella sua forma
tipica, che però andava a tamponare certi problemi che invece adesso si sono creati.”
(giovani).
La capacità di rispondere a certe esigenze proprie della società di un tempo era dovuta
probabilmente al controllo che la comunità esercitava al proprio interno. La perdita di questo
potere, dovuta all’acquisto di ampi spazi di libertà individuale da parte dei singoli, ha creato una
nuova dimensione in cui alcuni aspetti sono migliorati e altri peggiorati.
La disgregazione dell’organizzazione che caratterizzava il mondo del passato è stata avviata da
una moltitudine di fattori. Per quanto le condizioni di vita siano migliorate sembra che molte
persone vedano nella situazione attuale un peggioramento della qualità della vita, che rischia di
incidere negativamente anche sulla salute della popolazione:
“In questi anni moderni non va tanto bene, la tecnologia ci ha dato tanto, in casa non
manca niente ma di concreto cosa hai a casa? Una volta con i figli, il lavoro, la
bicicletta, gli impegni… non avevi niente adesso hai tutto ma non hai niente. Si stava
meglio quando si stava peggio!” (anziana).
I cambiamenti avvertiti dai partecipanti ai focus group riguardano anche la famiglia e la scuola.
Una volta Carbonera era caratterizzata dalla presenza di famiglie tutte dedite all’agricoltura, che
nel corso del tempo hanno iniziato a mutare sia le attività svolte dai propri membri sia i ruoli che i
singoli ricoprivano all’interno dell’organizzazione famigliare.
Per esempio in un focus group è emerso che
“Ora non c’è più il papà che lavora e la mamma che sta a casa e segue il figlio.”(donne).
In aggiunta la casa non viene più vissuta e quindi non rappresenta più il luogo di incontro e
scambio tra i loro componenti:
“ è un' utopia, nella casa non vivi più come una volta, c'era il nonno , adesso in casa
ci stai molto poco..la casa è vivibile molto poco rispetto..” (associazioni).
Questa situazione sembra ricadere negativamente sia sugli aspetti educativi sia sul rapporto con
gli anziani, in quanto sembrano esserci meno attenzioni verso questa categoria. Un partecipante
al progetto ha infatti dichiarato:
“[…] a me sembra che manchi un po’ di sensibilizzazione perché noi forse siamo stati
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sensibilizzati dai nostri genitori forse anche una storia alle spalle ci porta ad avere un
po’ più di rispetto o si era più attaccati… non so…” (donne).
Ciò sottolinea quanto sia considerato importante ancor oggi il ruolo della famiglia nel
mantenimento della salute degli abitanti di Carbonera. Il problema ha infatti molteplici sfaccettature
che riguardano l’educazione dei figli e la cura degli anziani, due temi che appaiono essere di
rilevante importanza per l’evolversi della società.
Relazioni
Le relazioni interpersonali sono fattore di serenità e salute ed, offrendo sostegno e possibilità di
confronto, aiutano a ridimensionare i problemi individuali.
Viene evidenziato da molti partecipanti come si sia progressivamente impoverita la socialità, sia
aumentata l’indifferenza reciproca, si siano perse le reti di vicinato di pari passo ad una diffusa
riduzione del senso del bene comune e del territorio.
Sembra esserci addirittura una differenza tra frazioni: a Carbonera sarebbe più difficile socializzare
rispetto, ad esempio, “a Pezzan o Mignagola in virtù dell'esistenza di un centro più aggregato” (una
donna 40-64 anni).
La mancanza di relazioni è dunque frequentemente indicata sia come determinante che come
rilevante problema di salute e sembra investire tutte le fasce di popolazione.
La solitudine si acuisce tra gli anziani che manifestano un bisogno di assistenza, ma anche di
compagnia e contatti, e, contraddittoriamente però tendono sempre più a chiudersi, ad isolarsi nei
propri ritmi e spazi circoscritti.
Un certo isolamento sembra caratterizzare anche i giovani, che pur comunicando attraverso i nuovi
media, da facebook all’sms compulsivo, restano molto da soli e spesso incapaci di relazionarsi
veramente. Alcune testimonianze:
“La gente di Carbonera è chiusa in se stessa non dialoga tanto” (donna, gruppo anziani)
“C’è una disgregazione dei rapporti sociali o un’incapacità di rapportarsi...questo è un fattore
di rischio” (uomo 40-64 anni).
“La solitudine è il denominatore comune dell’ansia, della depressione, delle droghe,
etc,…(ragazza, gruppo giovani)”.
“(…) tante persone in tante stanze chiuse stanno guardando la stessa cosa e perciò si
sentono in comunità, mentre sono tanti singoli che rimangono singoli” (ragazza, gruppo
giovani).
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Spazi e iniziative di aggregazione
Le relazioni interpersonali sembrano costituire, per gran parte delle persone coinvolte,
un’essenziale risorsa per la salute. In una realtà come Carbonera, una realtà semicittadina “di
transito”, dove è percepita essere in corso una trasformazione sociale, appare forte la richiesta di
luoghi ed iniziative di aggregazione. Ad essi è attribuito un potenziale contributo a costruire un
nuovo senso di identità “manca l'aggregazione, manca il vivere insieme, manca la comunicazione”
(un rappresentante delle istituzioni).
Secondo la percezione dei partecipanti, nel corso del tempo, e anche in anni più recenti, si è
assistito a un cambiamento nelle iniziative culturali e di aggregazione a Carbonera:
“Io sono stata fortunata perché negli anni scorsi c’era di più, i miei figli adesso hanno
venti anni ma quand’erano piccoli io li ho cresciuti con attività di questo posto e hanno
fatto un po’ di tutto perché i centri estivi, tu non so se te lo ricordi come erano
organizzati, in modo veramente lodevole, per esempio tra centro estivo, attività
musicale, attività sportiva io mi ricordo che durante l’estate si proponeva di tutto,
abbiamo un pochettino ridotto […]”( una donna, gruppo operatori socio-sanitari).
Un altro dei partecipanti allo stesso incontro conferma il problema, ma sembra collegarlo a cause
differenti. La testimonianza sopra riportata mette in relazione la carenza di momenti aggregativi
con la non organizzazione da parte di soggetti proponenti, mentre quella che segue associa
l’importanza delle scelte individuali nel non aderire alle attività proposte:
“perché a volte su certe cose abbiamo più della città, per dire, però da qua ci
scappano… frequentano in pochi le cose belle e i va tuti in piassa col bicier a bevar.”(
operatore socio-sanitario).
Vengono immaginati spazi ricreativi, soprattutto per bambini adolescenti e giovani, spazi sani,
sicuri ed accessibili che consentano l’accesso alla pratica sportiva anche a coloro che non sono
iscritti ad associazioni e spazi in cui i ragazzi si “autoregolano, si autogestiscono con il gruppo e
quelli devono essere spazi protetti, offerti dalla comunità, l’oratorio di una volta, lo spazio dove
possono fare sport senza per forza far parte di una squadra” (un operatore socio-sanitario).
Spazi accoglienti e curati, una piscina, una “palestra grande e ricettiva per fare qualsiasi cosa,
partita, riunione grossa” (un esponente delle associazioni).
I cittadini desidererebbero, inoltre, che l’offerta attuale, anche per gli anziani, fosse maggiormente
diversificata, fino ad ipotizzare uno spazio che possa ospitare attività intergenerazionali, anche di
supporto reciproco proprio grazie alla contemporanea presenza di persone con diverse
competenze ed abilità e come opportunità di vivere insieme e comunicare.
Emergono richieste per iniziative di aggregazione attivate da Comune e Parrocchia, come: serate
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con presenza delle Istituzioni, giochi che interessino il territorio, iniziative culturali.
Viene quindi introdotto il valore delle attività culturali che “ tengono su il livello della qualità di vita”
e che contribuiscono a determinare la salute mentale (gruppo operatori socio-sanitari e istituzioni).
I partecipanti ritengono inoltre necessario sia adeguatamente curata l'informazione pubblica su
queste ipotetiche iniziative “perché tanti cercano…” e si “fa prima ad andare fuori Carbonera…”.
“Quindi se anche il Comune dà la possibilità di incontrare, di incontrarci e di riconoscerci…” (un
operatore socio-sanitario).
cosa dicono i dati:
L’amministrazione di Carbonera ha organizzato, anche negli ultimi anni, numerose iniziative
culturali, anche attraverso il patrocinio ed il sostegno di iniziative proposte da associazioni
culturali e ricreative. Da segnalare, tra le altre, le proposte stagionali di “cinema e teatro in
villa”, la scuola di musica, i corsi di cultura generale per adulti, l’arricchimento della
biblioteca locale.
Nel Comune attualmente esistono 16 aree verdi, una casetta polifunzionale, un centro sociale. Da
ricordare inoltre il recupero del centro di Pezzan, risultato di un percorso di progettazione
partecipata.
Numerose e diversificate appaiono le iniziative culturali e di aggregazione. Le 7 palestre comunali
sono tutte in concessione ad associazioni sportive (per un totale di 4216 ore di offerta sportiva nel
2008).
Partecipazione
La partecipazione attiva dei cittadini sembra essere considerata una risorsa importante per
guadagnare salute. Partecipare significa dar vita a reti sociali locali (scambio di abilità, banca del
tempo), uscire dall’abitudinarietà dello stare a casa propria, ma anche limitare la delega continua
alle istituzioni perché secondo quanto viene espresso da una donna tra i 40 e i 64 anni: “se si
vuole raggiungere una società di qualità ci deve essere da parte di tutti un contributo” .
“E’ difficile smuovere le persone”(una donna), ma “quando si parla di qualcosa che che va a
migliorare il loro stato di benessere fisico o mentale o cose del genere, uno non può rimanere
indifferente. E’ un incosciente sia come genitore che come insegnante, per cui bisogna trovare
un sistema per far capire che quello che uno fa, il tempo che uno ‘perde’, è proprio per avere
qualcosa di utile che poi ritorna”(un rappresentante delle associazioni).
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Determinanti di salute prossimali
STILI DI VITA
Gli stili di vita sono riferiti come essenziali nel determinare la salute e vengono presi in
considerazione in tutti i focus; vengono analizzati alcuni temi specifici (alimentazione, movimento),
ma anche lo stile di vita complessivo che è costruito sui ritmi quotidiani e risente dello spazio reale
che questi ritmi lasciano alla cura di sé (che passa anche attraverso atti semplici come il dormire
adeguatamente) e alle relazioni.
Salute infatti, in particolare secondo i partecipanti dei gruppi anziani, uomini, operatori sociosanitari e associazioni è: “volersi bene”, “dedicare più tempo a se stessi”, “avere momenti di svago
e stare in compagnia”.
Alimentazione
Una corretta alimentazione risulta importante per prevenire secondo i partecipanti alcune malattie
della nostra epoca (come i tumori). Vengono messi in rilievo alcuni scorretti comportamenti
alimentari quali: l’esagerato introito calorico complessivo “noialtri sul Veneto, sua nostra zona
mangemo troppo e se abbuffemo” (associazioni), il mangiare troppi grassi e zuccheri, il mangiare
poca verdura (soprattutto i giovani) e la più volte riportata abitudine a non fare colazione, mangiare
di corsa un panino a pranzo, abbuffandosi la sera.
Viene data notevole importanza (8 focus) ad una dieta sana, composta di cibi genuini, naturali,
locali, con maggiore presenza di vegetali.
Una strategia fondamentale per migliorare gli stili di vita alimentari è quella di puntare
sull’educazione “che permette lo star bene” e che deve iniziare dai bambini anche attraverso
corrette diete scolastiche, come emerso da operatori socio-sanitari e istituzioni:
“..l'educazione alimentare dovrebbe cominciare credo sin dall'inizio anche i genitori con i
bambini”;
“ ...credo che con un lavoro abbastanza difficile e lungo si possa tentare di intervenire, non so,
di migliorare l'alimentazione in una scuola”.
cosa dicono i dati:
Per quanto riguarda la caratterizzazione degli abitanti in termini di stili di vita, non essendo ancora
possibile disporre di dati specifici per Carbonera, si utilizzano come dati “proxy” quelli rilevati per
l’intera ULSS 9 nell’ambito dello studio PASSI (interviste ad un campione di residenti di età tra i 18
ed i 69 anni) 2007-08.
Secondo i dati provenienti da PASSI il solo il 17% dei residenti mangia almeno 5 porzioni di frutta o
verdura al giorno come sarebbe raccomandato. 9 persone su 10 sono comunque convinte che ciò
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che mangiano faccia abbastanza bene alla loro salute. Per quanto concerne il peso corporeo, il
40% è in sovrappeso o obeso.
Attività fisica
Un ruolo positivo nei confronti della salute è attribuito all’attività fisica e, secondo alcuni
partecipanti, proprio la pratica del movimento incide positivamente anche sul controllo delle
malattie, specie per i rappresentanti delle associazioni:
“la ginnastica per star bene”;
“ da quando fa ginnastica…ha ridotto drasticamente le medicine”
L’attività fisica è vista come un mezzo per vivere meglio e più a lungo e pare avere una forte
influenza anche sull’aspetto psicologico:
“se non faccio sport non mi sento bene, cioè è quasi una necessità per me sia a livello fisico
che a livello mentale perché mi scarica molto…quindi è un aiuto” (una donna).
Il bisogno dell'attività di motoria riguarda anche gli anziani e soprattutto i bambini che troppo
spesso stanno “tutto il giorno davanti al computer o alla TV”; anche da parte della scuola ci si
aspetterebbe un maggiore stimolo ed una migliore offerta:
“..L'attività sportiva a scuola c'è ma è pochissima, o non c'è. Un ragazzino non è stimolato,
non è indirizzato” (un rappresentante delle associazioni).
cosa dicono i dati:
Come già visto, l’Amministrazione ha dato in concessione ad associazioni locali tutte le 7 palestre
comunali; sono state inoltre stipulate delle convenzioni per le attività di acquagym e nuoto bimbi e
tutte le squadre di calcio locali, anche amatoriali, riescono ad usufruire di uno dei campi presenti.
Dal 2006 si svolge annualmente una giornata dedicata alla promozione dell’attività sportiva, la
“Festa dello Sport”. Carbonera, con gli altri Comuni del Distretto 2 dell’Ulss 9, è impegnato nel
”Progetto Società Sportive” a sostegno di coloro che in ambito sportivo svolgono un importante
ruolo educativo nei confronti di bambini e ragazzi.
Secondo i dati provenienti da PASSI pratica un adeguato livello di attività fisica il 28% dei cittadini
tra i 18 ed i 69 anni, mentre il 18% è completamente sedentario.
DISAGIO
Stress
La vita frenetica e lo stress che ne consegue sono il determinante-problema di salute in assoluto
più frequentemente espresso da tutti i gruppi in numerosi interventi:
49
“Questa vita sempre ricca di impegni, di
appuntamenti, di cose da fare, risultati
da
raggiungere, obiettivi da conquistare”(istituzioni), che viviamo “..presi nella frenesia della
quotidianità” crea “impossibilità a gestire corretti stili di vita”(un operatore socio-sanitario).
Il mantenere i ritmi quotidiani incalzanti sembra essere diventato oltre che, una necessità pratica,
quasi un modello di vita: “c’è questa spinta a essere sempre di corsa, se non salti il pranzo, se non
sei di corsa… sembra che non vali più niente, cioè vale chi vive in un certo modo” (un operatore
socio-sanitario).
Questo modo di vivere sempre di corsa è presentato come ansiogeno nella maggior parte
dei focus e incide “con il passare degli anni sul fisico e sul morale” (associazioni) anche portando a
depressione, riduce la possibilità di relazioni, crea disagio individuale e familiare e, attraverso lo
stress, causa malattia fisica.
Il problema dello stress riguarda tutti, specie coloro che sono in età lavorativa, che sono spesso
anche genitori sempre trafelati; nelle donne il tutto sembra acuito dal confronto con modelli di
efficienza e perfezione irraggiungibili.
Anche i bambini sono presentati vivere una quotidianità riempita da impegni e da spostamenti
continui per temporanee sistemazioni fuori casa in assenza dei genitori. Questa realtà crea loro
uno stress precoce (osservato non solo da “nonni” e genitori, ma presentato come problema anche
da operatori socio-sanitari e rappresentanti delle istituzioni) come ben espresso dai partecipanti:
“…oggi come oggi il figlio è telecomandato, scuola, ginnastica, nuoto, pallone, casa, cena,
domani mattina a scuola: questa è la vita che fanno oggi” (un nonno);
“…quando i genitori sono a lavorare tutto il giorno,dalla mattina alla sera, i figli messi di qua e
di là, pieni di attività, stressati perché son pieni di attività, e alla fine non sanno neanche cosa
vogliono veramente”(un papà).
Disagio giovanile
L’assenza del ruolo educativo esercitato dai genitori associato anche alla perdita di guide sociali,
contribuisce a creare un disagio nei giovani, un disagio che può a sua volta portare a complicanze
maggiori.
Vengono segnalati infatti problemi come l’irrequietezza, la noia (più volte citata), la solitudine, la
difficoltà nelle relazioni ed il bisogno di accettazione che porta atteggiamenti conformistici come
fumare.
Secondo i partecipanti:
“…ho la sensazione che la fascia dei giovani non abbia un gran benessere, abbia una
situazione un po’ minacciata..” ( donna, gruppo genitori bambini tra 0-6 anni);
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“…ragazzini che stanno a dimenarsi tra una sigaretta, un riso, una porcheria di parole…” (un
commerciante);
“…questi gruppi abbastanza annoiati che non hanno un punto di riferimento che non… e che
sicuramente sono un po’ un terreno di cultura per mali sociali”(una madre).
Viene segnalato anche dai partecipanti che i figli non vengono più supervisionati dagli altri abitanti
del paese, come ben spiegato nella seguente affermazione:
“[…] però poi è anche vero che i figli non sono solo nostri ma sono anche della
comunità in cui vivono perché io mi ricordo quando ero ragazzina sapevo che quando
uscivo di casa aveva l’occhio di genitore nei miei riguardi e non solo perché andava a
raccontare se facevo qualcosa … ma perché ti trattavano come fossi figlio loro, nipote
loro. Ora sono figli di nessuno quando escono di casa e vivono molto di più fuori casa in
ambienti che sono fuori dal controllo della famiglia.”( una donna, gruppo operatori sociosanitari).
Vengono proposti alcuni suggerimenti per intervenire sul disagio giovanile anche perché, con le
sue possibili conseguenze, può rappresentare, un costo per l’intera comunità, in particolare un
rappresentante dei commercianti si esprime così:
“...penso che sono io che li devo curare, che devo produrre lavoro per curare queste persone
qua che si stanno facendo male da soli...”
Chi rileva il disagio tra i giovani suggerisce che sarebbe opportuno impegnare i ragazzi in attività
semplici e socialmente utili che possano servire a tenerli occupati:
“Abbiamo bisogno di ragazzini che vadano a fare qualcosa, occupiamoli, così forse non
devieranno..”;
“ ...C’è da sfalciare l’erba, da prender su tutte le carte..”
Un forte ruolo di prevenzione del disagio giovanile è attribuito alla scuola che dovrebbe formare
progressivamente prima il bambino e poi il ragazzo, all’interno di un vero progetto di miglioramento
della salute in modo tale che “ L’uomo di domani sia già preparato sulla salute” come afferma un
membro del gruppo uomini 40-64 anni.
La scuola è ritenuta inoltre fondamentale in quanto è rimasta l’unica istituzione in cui tutti passano,
mentre un tempo c’erano la parrocchia o il servizio militare a rappresentare u possibile supporto
per i ragazzi nella loro crescita.
Come già evidenziato nella sezione in cui si parla della necessità di aggregazione, è importante
ricordare l’esigenza di spazi in cui i giovani si “autoregolino e autogestiscano con il gruppo”
responsabilizzandoli nell’utilizzo costruttivo del proprio tempo ed aiutandoli anche in questo modo
a diventare adulti.
51
cosa dicono i dati:
L’Istituto Comprensivo di Carbonera e le Scuole dell’infanzia paritarie si stanno attualmente sono
impegnati in un “Patto educativo scuola-famiglia” finalizzato a sostenere insegnanti e genitori nel
perseguire obiettivi educativi comuni.
Ogni anno d’estate sono attivati i centri estivi (248 i partecipanti nel 2008) e dei laboratori per i
ragazzi della scuola secondaria di primo grado.
Il Comune di Carbonera da anni, nell’ambito delle politiche per i giovani, sostiene diverse
progettualità, anche di respiro europeo, su diversi temi, (ambiente, rapporto giovani-media, pari
opportunità), alcune in collaborazione con il locale Istituto Comprensivo.
In seguito ad un percorso partecipativo è stato allestito un Centro Giovani attivo da marzo 2007,
con educatori e volontari del Servizio Civile (1891 presenze nel 2008).
Paura
Uno dei problemi di salute indicati in particolare dai gruppi anziani, operatori sanitari, e giovani è la
paura conseguente alla perdita di sicurezza, rispetto al passato, che pervade tutto il vivere
quotidiano. Particolarmente rappresentativi risultano i contributi degli anziani che trattano diversi
tipologie di paure:
•
paura di muoversi per strada:
“ ho paura di fare sia la tangenziale sia la strada di Mignagola, quel pezzo di strada dritta
là, perché non si sa mai…io di sera ho paura e non mi muovo”;
“ non ti puoi permettere di andare via anche di giorno, ti portano via, ti danno una bastonata
in testa, tu sei tranquilla nella tua passeggiata…”;
•
paura di subire aggressione per furto:
“non c’è più la tranquillità che c’era una volta, sei sempre sul chi va là”;
“una volta andavano a rubare le galline e i conigli, adesso vogliono soldi”;
•
paura nella propria casa anche a causa del sentirsi indifesi nei confronti di intrusioni spesso
così silenziose ed abili da contrastare anche gli allarmi antifurto accesi:
“vivi sempre con la paura”;
“prima lasciavo aperto sempre, ora vedo di chiudere”
Tra i vari interventi traspare anche la paura per gli stranieri “non è che non li vogliamo, ma quelli
che vanno per le strade no, ne succedono di tutti i colori, senti che vanno a rubare mentre
dormono…viviamo con la paura”.
Gli stranieri invece manifestano la paura di perdere la salute fisica che garantisce loro il lavoro. In
mancanza di salute, pensano di non essere tutelati dallo stato italiano.
52
“ Noi teniamo sempre attenzione per mantenere la nostra salute pensando al domani. Se
succede qualcosa qua nessuno...lo stato non credo fa qualcosa per noi..” (uomo, gruppo
stranieri).
cosa dicono i dati:
Per quanto riguarda il tema della criminalità, non essendo disponibili dati a risoluzione Comunale,
è possibile fare un confronto tra l’intero “Distretto sicurezza Treviso sud” che comprende il Comune
di Carbonera e il Veneto riguardo i reati denunciati per cui l’Autorità Giudiziaria ha iniziato l’azione
penale nel distretto di sicurezza Treviso sud e in Veneto (fonte: Osservatorio Regionale per la
Sicurezza – Regione Veneto).
Tab.8. Reati denunciati per cui l’Autorità Giudiziaria ha iniziato l’azione penale.
Distretto di sicurezza Treviso sud e Veneto. 2003-04.
distretto sicurezza
TREVISO SUD
regione
VENETO
Tipologia di reati
numero
tasso medio annuo
numero
tasso medio annuo
Omicidio volontario tentato o
consumato
10
1,66
187
2,01
Violenza sessuale
18
2,99
527
5,68
Lesione personali volontarie
406
67,47
5.384
57,98
Percosse
69
11,47
900
9,69
Violenza private, minaccie, ecc..
472
78,44
7.249
78,07
Ingiurie e diffamazioni
455
75,61
5.658
60,93
Rapina
194
32,24
4.274
46,03
Furto
8.819
1.465,55
193.944
2.088,61
Ricettazione
227
37,72
6.378
68,69
Truffa
361
59,99
9.767
105,18
Danni a cose, animali, terreni,
ecc..
1.372
228,00
25.222
271,62
Produzione, vendita, acquisto
illecito di stupefacenti
68
11,30
4.676
50,36
Altri reati
1.735
288,32
44.486
479,08
Totale
14.206
2.360,77
308.652
3.323,91
Analizzando i tassi di criminalità calcolati sulla popolazione residente emerge che:
il tasso totale dei reati registrati a livello distrettuale è inferiore rispetto alla media regionale
( 2.360,77 reati per ogni 100.000 abitanti contro 3.323,91);
per tutte le fattispecie di reato il tasso registrato a livello distrettuale è più basso del tasso
medio regionale, ad eccezione delle fattispecie: lesioni personali volontarie ( 67,47 contro
57,98) e ingiurie e diffamazioni ( 75,61 contro 60, 93).
53
In collaborazione con Associazioni di categoria, cittadini ed istituti di vigilanza, dal 2004 è stato
avviato, dai Comuni di Carbonera (capofila) e Breda di Piave, un progetto di lotta alla
microcriminalità denominato “Insieme per la sicurezza”, che ha previsto una maggiore presenza di
forze dell’ordine sul territorio, un intensificato controllo della circolazione stradale, la prevenzione di
schiamazzi, rumori molesti, etc, l’incremento della sorveglianza territoriale attraverso servizi di
vigilanza e sistemi di videosorveglianza.
DIPENDENZE
Alcool
La cultura del bere, appartenendo alla comunità di questo territorio, per molti partecipanti
condiziona la capacità di discriminare tra consumo adeguato ed abuso di alcool.
Alcuni ricordano come il rito del bere insieme rappresenti un’occasione di aggregazione.
Tuttavia l’alcool come problema è spesso riportato dai partecipanti, soprattutto da rappresentanti di
associazioni, da giovani e in modo preponderante da operatori sanitari, cioè coloro che sono a
contatto diretto con la problematica.
“ C’è una forte prevalenza di alcoolismo” (un operatore sanitario).
“Il bere non nella normalità …dei giovani dei medio giovani e degli anziani che vanno a
rovinarsi la salute con il bicchiere di vino o altro”( un rappresentante delle associazioni).
L’abuso di alcool viene presentato come un problema anche dei ragazzi molto giovani:
“Durante la settimana, nelle prime ore della sera dalle piazze degli spritz ragazzini o
ragazzine, parlo di 16,17 a volte 15 anni, ubriachi...” (un operatore sanitario).
Un giovane medico afferma che è sempre più comune l’arrivo in Pronto Soccorso di giovani di 16,
17, 18 anni ubriachi.
Intorno all’alcool riemerge il tema della tendenza a non riconoscere il problema e della difficoltà di
accettarlo e quindi di cercare aiuto come, infatti, riporta un rappresentante degli operatori sanitari:
“...il problema dell’alcolismo che bisogna iniziare a chiamare con il suo nome e cognome,
credo ha diverse caratteristiche...”.
cosa dicono i dati:
Secondo i dati provenienti da PASSI il 70% delle persone consuma alcol ed 1 su 4 lo consuma in
modo rischioso per la propria salute (beve solo o quasi fuori pasto, è un forte consumatore, indulge
in grandi bevute, “binge drinking”, una volta al mese o più).
Il 40% degli uomini è un consumatore a rischio contro il 7% delle donne.
54
Il binge drinking, un modo estremamente pericoloso di consumare alcol, riguarda il 12% degli
intervistati; risulta diffuso quasi esclusivamente tra gli uomini e, anche se è maggiormente
presente tra gli intervistati più giovani (tra i 18 e i 34 anni), è diffuso con poche differenze in tutte le
classi di età.
Circa il 20% ha guidato almeno una volta in stato di ebbrezza nel mese precedente l’intervista e il
14% è salito, sempre nel mese precedente l’intervista, in una macchina guidata da una persona in
stato di ebbrezza.
Fumo
Il fumo è individuato come problema soprattutto dei giovani, in particolar modo viene rilevata la
precocità di approccio e di avvicinamento al fumo.
I partecipanti segnalano che l’abitudine al fumo sembra ormai un comportamento delle donne e
delle ragazzine più che degli uomini:
“Il ragazzino che inizia a fumare inizia a 11 anni”
“...con la voglia che hanno di differenziarsi, di crescere anche loro...” (un operatori sociosanitario);
“..le ragazze…se da una parte sono più attente alla salute, però tutte fumano e secondo me è
un danno a breve, a medio e a lungo periodo che incide moltissimo”(una rappresentante delle
associazioni).
cosa dicono i dati:
Secondo i dati provenienti da PASSI fuma il 23% dei cittadini tra i 18 ed i 69 anni (25% tra gli
uomini, 23% tra le donne). L’abitudine al fumo decresce con l’età (tra 18 e 34 anni fuma il 34%,
oltre i 50 il 14%).
Droga
La diffusione dell’uso di droga è un problema denunciato dai partecipanti, in particolare dai più
giovani. Sembra che le sostanze stupefacenti siano facilmente accessibili anche a Carbonera:
“ Io conosco molte persone che invece fanno uso anche elevato di cocaina; credo che
ognuno di noi, se volesse, potrebbe contare amici e conoscenti...”(una ragazza);
“...C’è tanta droga che gira...” (un’anziana).
Le persone presentano la diffusione di droga come una problematica che per vari motivi tende a
non emergere e a non essere affrontata, come testimoniato da alcuni partecipanti:
“ Il problema droga o comunque sostanze, almeno lo sappiamo che sotterraneo c’è, ma in
55
realtà non emerge “ (un rappresentante delle istituzioni);
“ L’aspetto della droga non viene affrontato dovutamente, non ci sono spazi, non sono stati
fatti progetti nelle scuole nostre come sono stati fatti in altri territori” (un operatore sociosanitario).
INCIDENTI
Incidenti sul lavoro
Gli infortuni sul lavoro che vengono spesso citati, soprattutto dagli stranieri, sono, secondo i
partecipanti, dovuti alle scarse condizioni di lavoro sia dal punto di vista igienico “il lavoro è sporco,
il lavoro non curato, la salute va farsi benedire” (uomo gruppo stranieri),sia della sicurezza
“aziende che non sono a norma e che lavorano in maniera impressionante, con alti rischi”
(operatori socio-sanitari).
Queste carenze, secondo i cittadini di Carbonera, sono dovute ad una mancanza di
sensibilizzazione sia dei datori di lavoro sia dei dipendenti e pare indispensabile “qualcuno che ti
dia delle indicazioni corrette” e “qualcuno che informi e faccia capire”(rappresentanti di
associazioni).
Allo stesso tempo le persone ascoltate ritengono importanti ed utili maggiori controlli “…sono
lontani anni luce da quella che è la normativa comportamentale.., e sembra che nessuno se ne
accorga (un operatore socio-sanitario)”.
Incidenti stradali
“Anche gli incidenti stradali per la salute non vengono presi in considerazione, ma sono una causa
di morte frequente” (una ragazza); questa considerazione è emersa da più focus, soprattutto dai
gruppi: operatori sanitari, uomini, donne e giovani.
Gli incidenti stradali sono messi in relazione a comportamenti a rischio individuali come il mancato
rispetto delle norme di sicurezza (velocità, uso del telefonino, cinture), l’abuso di alcool e la fretta,
oltre che a fattori urbanistici come le piste ciclabili non complete, la strada di grande traffico, che
attraversa zone residenziali, con un’elevata presenza di mezzi pesanti.
Solo in due occasioni, nel focus con gli stranieri, vengono citati come problema gli incidenti
domestici.
56
cosa dicono i dati:
(fonte: Provincia di Treviso – Ufficio Studi).
Gli incidenti stradali sono la principale causa di morte prematura a Carbonera, anche se, sia per
Carbonera che per la provincia di Treviso in generale, la mortalità per incidente stradale è in
diminuzione (vedi figura 9).
Tab. 9. incidenti stradali anni 1991-2006 avvenuti nel Comune di Carbonera
anno
1991
1992
1993
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
totale
incidenti
30
38
32
35
27
39
41
31
45
48
46
45
37
29
42
42
607
feriti
39
50
49
47
37
59
67
50
56
72
68
70
52
35
55
57
863
morti
2
1
1
1
0
0
2
1
0
1
3
1
2
1
0
1
17
Fig.9. Tasso di mortalità (rapporto morti ⁄incidenti) a Carbonera ed in provincia di Treviso
0,07
carbonera
prov. Treviso
0,06
0,05
0,04
0,03
0,02
0,01
0,00
1991
1992
1993
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
Il numero di incidenti/anno ogni 10.000 abitanti, nel periodo 1991-2000, è stato per Carbonera di
23,6 (23,3 in tutta la provincia e 22,4 in Italia) mentre, nel periodo 2001-2006, lo stesso tasso è
stato di 39,0 (42,1 in provincia e 37,3 in Italia).
Una stima del costo sociale degli incidenti stradali relativa al periodo 2001-2006 indica una spesa
di 651 euro per abitante per anno.
57
Fig. 10.Incidenti stradali a Carbonera ed in Provincia di Treviso (1991=100)
Prov.TV
180
Carbonera
160
140
120
100
80
60
40
20
0
1991
1992
1993
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
Come si può osservare nel grafico sia a Carbonera che in provincia di Treviso si rileva un lieve
aumento del numero totale di incidenti. Il tasso di lesività (rapporto feriti/ incidenti) risulta
pressoché costante nel periodo.
Fig.11. Tasso di lesività per incidente Carbonera e Provincia di Treviso (1991-2006)
2,00
Carbonera
prov. Treviso
1,80
1,60
1,40
1,20
1,00
0,80
0,60
0,40
0,20
19
91
19
92
19
93
19
94
19
95
19
96
19
97
19
98
19
99
20
00
20
01
20
02
20
03
20
04
20
05
20
06
0,00
La figura 12 illustra la distribuzione degli incidenti verificatisi nel periodo 2001-2006 a Carbonera
secondo la tipologia di strada interessata dall’evento. La metà degli incidenti è avvenuta su strade
entro l’abitato (fig.12 )
La modalità più frequente è lo scontro frontale-laterale seguita dal tamponamento.
58
Fig.12. Incidenti stradali Carbonera 2001-2006 per tipo di strada.
30%
28,0%
24,0%
25%
24,0%
20%
17,0%
15%
10%
5,0%
5%
1,0%
0,0%
0%
urbana entro com unale
l'abitato
extraurbana
provinciale
entro
l'abitato
provinciale
statale entro
l'abitato
statale
autostrada
I dati di dettaglio relativi al periodo 2003-2006 fanno rilevare che la strade maggiormente
interessate sono, nell’ordine: SP 060 di Mignagola, SP 059 di Breda, SP 108 di Vascon e SP 102
Postumia Romana.
MALATTIE
Come già osservato, contrariamente alle aspettative comuni, alla domanda “quali sono i principali
problemi di salute di Carbonera?”, i partecipanti hanno più frequentemente risposto indicando
determinati e problemi di salute diversi dalle malattie.
Le malattie citate non vengono peraltro ritenute avere un’incidenza maggiore a Carbonera rispetto
ad altri territori.
Le malattie maggiormente riportate sono: i tumori, i quali vengono trattati da quasi tutte le
categorie di popolazione, le malattie osteoarticolari, le demenze, le malattie cardiovascolari, le
allergie, le malattie respiratorie, l’obesità anche infantile. Tutte queste patologie vengono percepite
come in aumento.
Risulta fortemente sentito inoltre il problema del disagio psicologico ed in particolare della
depressione. Questi disturbi sembrano subire un’influenza negativa da parte di un contesto sociale
ipercompetitivo e iperproduttivo ed inducono spesso, secondo i partecipanti, ad un uso sempre
maggiore di tranquillanti.
cosa dicono i dati:
Secondo i dati provenienti dallo studio Passi (vedi pag. )
il 66% dei cittadini riferisce una
condizione di salute buona o ottima, ma questa percentuale scende a meno del 60% per le
persone che dichiarano di essere in difficoltà economiche e tra chi ha un titolo di studio più basso
(al massimo la terza media).
59
Per quanto concerne le patologie croniche la prevalenza di ipertesi tra i 18 ed i 69 anni è del
16,5% (sale al 30% tra chi ha più di 50 anni); quella dei diabetici del 4,5% (sale a circa l’8% tra chi
ha più di 50 anni), quella dei cardiopatici del 5% (sale a circa l’8% tra chi ha più di 50 anni).
L’andamento generale della mortalità (anni 1996-2007).
La mortalità a Carbonera nel periodo 1996-2007 è stata studiata attraverso i dati provenienti dal
registro di mortalità dell’ULSS 9 e dal Sistema Epidemiologico Regionale (SER) del Veneto.
In questi 12 anni sono morti 824 residenti (445 uomini, 379 donne). Il numero medio annuo dei
decessi è stato 69 (minimo 55, massimo 89). L’andamento della mortalità di Carbonera nel periodo
è confrontata con la mortalità del Veneto. Per controllare l’influenza esercitata dalla composizione
per età della popolazione si è utilizzato un tasso standardizzato sulla popolazione del Veneto nel
2000.
Tab. 10. Tassi standardizzati x 1000 abitanti per tutte le cause
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
Carbonera
Veneto
11,2
8,9
11,4
10,1
7,6
8,5
8,4
10,5
7,8
6,1
9,0
6,5
11,15
10,9
10,9
10,7
10,1
9,6
9,6
9,3
8,8
8,8
8,3
8,2
.
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
Carbonera
Veneto
9,2
8,5
6,3
7,3
7,8
6,2
7,2
7,6
7,2
5,6
8,5
4,3
9,3
9,3
9,2
9,1
8,7
8,3
8,1
8,3
7,6
7,8
7,3
7,5
Fig. 13. Tassi standardizzati di mortalità (x1000) uomini e donne, tutte le cause. Confronto Carbonera-Veneto,
anni 1995-2007.
Carbonera
14
Veneto
14
12
12
10
10
8
8
6
6
4
4
2
2
Carbonera
Veneto
0
0
1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007
1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007
Sia tra gli uomini che tra le donne la mortalità generale è in diminuzione. I tassi di mortalità di
Carbonera sono sostanzialmente sovrapponibili a quelli del Veneto; le lievi differenze ed anche le
più sensibili variazioni annuali sono attribuibili solo alla bassa numerosità delle morti di Carbonera.
60
Le più frequenti cause di morte
Tumori e malattie cardiovascolari rappresentano insieme circa più del 70% delle cause di morte.
Nelle donne prevalgono le malattie cardiovascolari, tra gli uomini i tumori.
Tab.. 11. Principali cause di morte per grandi gruppi e classi di età Carbonera 1996-2007
Principali cause di morte per sesso (% sul totale dei decessi)
maschi
femmine
tot
cardiovascolari
32,6
43,3
37,5
respiratorie
8,3
9,0
8,6
tumori
40,7
27,7
34,7
traumi
6,1
6,1
6,1
altre
12,4
14,0
13,1
100,0
100,0
100,0
Fig. 14.Principali cause di morte per classe di età (percentuale sul totale morti per classi di età 1996-2007)
100
altre
90
80
70
60
tumori
50
respiratorie
40
traumi
30
20
cardiovascolari
10
0
0-14
15-44
45-64
65-74
≥75
Tab.12. Prime 10 cause di morte– numero di decessi per sesso. Carbonera 1996 – 2007
uomini
ictus
ed
cerebrovascolari
donne
altre
malattie
43
ictus
ed
cerebrovascolari
altre
malattie
infarto ed altre malattie ischemiche
del cuore
56
infarto ed altre malattie ischemiche
del cuore
40
tumore del polmone
45
altre malattie del cuore
35
altre malattie del cuore
27
ipertensione
21
ipertensione
14
tumore della mammella
21
broncopatia cronica ostruttiva
19
polmoniti
16
polmoniti
15
tumore del polmone
15
tumore del colon retto
18
broncopatia cronica ostruttiva
13
tumore del fegato e vie biliari
14
tumore del colon retto
12
tumore del pancreas
14
tumore del fegato e vie biliari
6
62
61
Fig. 15. Principali cause di morte. Ripartizione decessi per sesso. Carbonera 1996 - 2007
0
20
40
60
80
100
120
ic t us e d a lt re m a la t t ie c e re bro v a s c o la ri
inf a rt o e d a lt re m a la t t ie is c he mic he de l c uo re
t um o re de l po lm o ne
a lt re m a la t t ie de l c uo re
ipe rt e ns io ne
t um o re de lla m a m m e lla
bro nc o pa t ia c ro nic a o s t rut t iv a
maschi
po lm o nit i
t umo re de l c o lo n re t t o
femmine
t um o re de l f e ga t o e v ie bilia ri
t um o re de l pa nc re a s
Il 74% delle morti avviene dopo i 70 anni, il 1.9% prima dei 30 anni; il 43% delle morti tra i più
giovani è legato a cause violente (incidenti stradali, suicidi,ecc.).
Mortalità per tumore dal 1996 al 2007
Dal 1996 al 2007 sono morti per tumore 286 cittadini di Carbonera (181 uomini e 105 donne).
Il 59 % degli uomini e il 69% delle donne decedute per tumore aveva più di 70 anni. Sotto i 30
anni si sono verificati 4 decessi per tumore negli ultimi 12 anni.
A Carbonera non vi sono differenze nella mortalità totale per tumori rispetto alla popolazione di
riferimento, sia negli uomini che nelle donne (i valori della popolazione di riferimento sono infatti
sempre compresi nel campo della variazione casuale dei valori ).
Per vedere l’andamento nel tempo, data la scarsa numerosità dei decessi, i valori sono stati
raggruppati per trienni.
Fig.16. Tassi standardizzati di mortalità per tumore per triennio per 1000 ab. – Carbonera, periodo 1996 – 2007.
4,5
maschi
femmine
4,0
tot
3,5
X 1000
3,0
2,5
2,0
1,5
1,0
0,5
0,0
96-98
99-01
02-04
05-07
62
Essi mettono in luce un andamento in diminuzione della mortalità per tumore senza differenze
significative tra Carbonera e Veneto. Il confronto tra i tassi standardizzati di mortalità per tumore
per sesso relativi all’intero periodo di osservazione non fa emergere infatti valori discrepanti tra
Carbonera e regione (infatti i valori del Veneto, anche se apparentemente più elevati, risultano
sempre compresi nel campo di variazione casuale dei valori di Carbonera, rappresentati
graficamente dal segmento verticale nero).
Fig. 17. Tassi standardizzati mortalità per tumore per sesso. Carbonera – Veneto anni 1996-2007
4,5
4,0
3,5
3,0
2,5
2,0
1,5
1,0
0,5
0,0
uomini
uomini
donne
donne
Carbonera (ic95%)
3.49 (3.0-4.0)
1.92 (1.6-2.9)
Veneto (ic95%)
3.50 (3.4-3.6)
2.30 (2.2-2.4)
I tumori più frequenti
Si è proceduto ad analizzare la mortalità per i tumori più frequenti. Nelle tabelle seguenti sono
riportati i numeri assoluti ed i rispettivi tassi standardizzati per ciascun sesso.
Tab.13. Uomini – Mortalità per specifici tumori. Tassi standardizzati per 1000ab. Carbonera 1996-2007 e
popolazioni di riferimento.
tipo
polmone
prostata
colon retto
pancreas
stomaco
numero morti
Carbonera (1996-07)
45
23
18
14
12
Carbonera (ic95%)
0.86 (0.63-1.16)
0.46 (0.29-0.68)
0.34 (0.20-0.53)
0.27 (0.15-0.45)
0.24 (0.12-0.42)
Veneto
1.02
0.25
0.37
0.18
0.20
Tab.14. Donne - Mortalità per specifici tumori . Tassi standardizzati per 1000. Carbonera 1996-2007 e
popolazioni di riferimento.
tipo
mammella
polmone
colon retto
stomaco
encefalo
numero morti
Carbonera (1996-07)
21
15
12
7
7
Carbonera (ic95%)
0.38 (0.2-0.58)
0.27 (0.2-0.45)
0.22 (0.1-0.38)
0.13 (0.1-0.27)
0.11 (0.05-0.23)
Veneto
0.39
0.26
0.29
0.13
0.06
63
La mortalità per ognuno di questi tumori è sostanzialmente uguale a quella che si è avuta nelle
diverse popolazioni di riferimento (i valori della popolazione di riferimento sono sempre compresi
nel campo di variazione casuale dei valori di Carbonera), tranne che per il tumore della prostata
che risulta in lieve eccesso tra gli abitanti del Comune in analisi.
Mortalità per malattie non tumorali dal 1996 al 2007
Nelle tabelle che seguono sono presentati i tassi standardizzati di mortalità per i più importanti
gruppi di patologie non tumorali a Carbonera nel periodo 1996-2007 divisi per sesso.
Per entrambi i sessi la mortalità per le patologie codificate come “altre cardiopatie” di Carbonera
risulta inferiore a quella del Veneto. Nelle donne risulta significativamente inferiore anche la
mortalità per “malattie ischemiche del cuore”.
Per tutte le altre patologie i valori della popolazione regionale di confronto, sono sempre compresi
nell’intervallo di confidenza (ic95%) del dato di Carbonera, quindi nessuna delle differenze che si
riscontrano confrontando i tassi standardizzati, è da considerarsi significativa.
Tab.15. Mortalità per malattia non tumorali – uomini - Carbonera e Veneto - 1996-2007
- tassi standardizzati (x 1000 abitanti)
infarto miocardico
altre mal. ischemiche cuore
altre cardiopatie
mal. ipertensiva
ictus
mal respiratorie BPCO
polmoniti
accidenti da traffico
Carbonera
0.65
0.45
0.54
0.29
0.62
0.39
0.31
0.18
ic95%
0.45-0.90
0.28-0.69
0.36-0.79
0.16-0.48
0.42-0.89
0.23-0.61
0.17-0.51
0.09-0.33
Veneto
0.76
0.57
0.89
0.24
0.52
0.32
0.27
0.23
Tab. 16. Mortalità per malattia non tumorali – donne - Carbonera e Veneto 1996-2007
- tassi standardizzati (x 1000 abitanti)
infarto miocardico
altre mal. ischemiche cuore
altre cardiopatie
mal. ipertensiva
ictus
mal respiratorie
polmoniti
cadute
Carbonera
0.43
0.32
0.66
0.39
0.96
0.25
0.30
0.19
ic95%
0.3-0.64
0.2-0.51
0.5-0.91
0.2-0.6
0.4-1.27
0.1-0.42
0.2-0.46
0.0-0.26
Veneto
0.53
0.55
1.06
0.36
0.67
0.19
0.25
0.12
La valutazione complessiva dei tassi medi di Carbonera per malattia cardiovascolare in entrambi i
sessi a confronto con l’intera Regione non fa emergere tuttavia differenze statisticamente
significative nel periodo in analisi.
64
Fig.18. Mortalità per malattia cardiovascolare - Carbonera e Veneto - 1996-2007
- tassi standardizzati (x 1000 abitanti)
6
5
4
Veneto
Veneto
3
Carbo nera
Carbo nera
2
1
0
uomini
donne
L’impatto delle morti sulla società: gli anni di vita potenziale persi
Poiché gli indicatori normalmente utilizzati nell’ambito degli studi di mortalità sono fortemente
influenzati dai decessi che avvengono in età avanzata, si ricorre al calcolo di indicatori basati sugli
“Anni di vita potenziale persi” che superano questa influenza considerando non solo la causa ed il
numero dei decessi, ma anche l’età alla quale accadono.
In questo modo può emergere la rilevanza di cause di morte diverse da quelle più frequenti in
termini assoluti.
In questo profilo gli anni di vita potenziale persi sono definiti come gli anni non vissuti da chi muore
prima di 75 anni.
Come si vede nella tabella 17:
in generale le malattie che tolgono più anni di vita agli abitanti di Carbonera sono
spesso dovute agli stili di vita (diete squilibrate, scarsa attività fisica, fumo di tabacco,
consumo di alcol)
le morti premature colpiscono molto di più gli uomini delle donne (74% degli anni di vita
perduta sono a carico dei maschi)
gli incidenti stradali sono la causa di morte che toglie più anni di vita agli abitanti di
Carbonera (ma praticamente solo tra gli uomini)
i traumi in generale assumono un peso importante (si veda la posizione dei suicidi e delle
altre cause violente)
tra gli uomini conservano una posizione importante anche in questa classifica le malattie
ischemiche del cuore e il cancro del polmone.
tra le donne conserva una posizione importante anche in questa classifica il tumore della
mammella seguito dalle neoplasie dell’encefalo che tipicamente si manifestano prima
dell’età avanzata.
65
per entrambi i sessi il tumore del colon-retto rimane una causa importante, oltre che di
mortalità generale anche di perdita di vita potenziale (69 anni è l’età media delle persone
decedute per questa causa).
Tab. 17. Prime 15 cause di anni di vita potenziale perduti prima dei 75 anni – Carbonera 1996-2007
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
uomini donne
410
48
275
69
203
90
190
92
182
123
59
84
97
162
1
131
21
99
41
66
72
95
40
accidenti traffico
tm polmoni
IMA
tm colon-retto
tm mammella
suicidio
tm encefalo
altri tumori
altri traumatismi
altre m. cuore
cirrosi epatica
ictus
totale
458
344
293
282
182
182
181
163
152
140
138
135
Fig. 19. Principali cause di anni di vita potenziale perduti. Carbonera 1996 - 2007
maschi
ictus
cirrosi epatica
femmine
altre m . cuore
altri traum atism i
altri tum ori
tm encefalo
suicidio
tm m am m ella
tm colon-retto
IMA
tm polm oni
accidenti traffico
0
50
100
150
200
250
300
350
400
450
500
anni di vita perduti
Incidenza di tumori
Per analizzare l’incidenza (il numero di nuovi casi diagnosticati ogni anno) di tumori a Carbonera
i dati più corretti sono quelli provenienti dal Registro tumori del Veneto, aggiornati al 2003.
Nell’ultimo quinquennio analizzato (1999-2003) a Carbonera sono stati diagnosticate 154
neoplasie maligne negli uomini e 113 tra le donne. I tumori più frequenti tra gli uomini erano quelli
alla prostata (27% dei tumori diagnosticati), al colon retto (15%) e al polmone (12%). Tra le donne
mammella (41%) e colon retto (13%)
Il tasso di incidenza (standardizzato sulla popolazione europea per rendere possibile il confronto
con gli altri Comuni) era di 56,4 tumori ogni 10.000 abitanti per gli uomini (ULSS 9: 55,2) e di 36,6
tumori ogni 10.000 abitanti per le donne (ULSS 9: 34,8): valori come si vede sovrapponibili a quelli
66
relativi all’intera ULSS 9 (il segmento nero che indica l’intervallo di confidenza di Carbonera
comprende in entrambi i sessi il valore dell’Ulss).
Fig.20 Incidenza tumori uomini Carbonera 1999-2003
Fig.21. Incidenza tumori donne Carbonera 1999-2003
Arcade
Morgano
Istrana
Breda di Piave
Monastier di Treviso
Quinto di Treviso
Quinto di Treviso
Zero Branco
Ponzano Veneto
Arcade
Morgano
Casale sul Sile
Zero Branco
Roncade
Silea
Paese
Casier
San Biagio di Callalta
Maserada sul Piave
Preganziol
Treviso
Carbonera
ULSS 9
Monastier di Treviso
Roncade
Povegliano
Mogliano Veneto
Istrana
Breda di Piave
Maserada sul Piave
Carbonera
Spresiano
San Biagio di Callalta
ULSS 9
Spresiano
Villorba
Villorba
Mogliano Veneto
Paese
Ponzano Veneto
Preganziol
Treviso
Povegliano
Silea
Casale sul Sile
Casier
0
10
20
30
40
50
60
70
0
80
10
20
30
40
50
Dallo studio PASSI: il 44% delle persone riferisce di essere stata sempre in buona salute
psicologica nel mese precedente l’intervista. Il 23% invece riferisce almeno una settimana di
malessere psicologico nel mese precedente l’intervista. In media le persone passano 2 giorni al
mese in stato di cattiva salute psichica.
I disturbi depressivi rappresentano una patologia rilevante in tutto il mondo e si stima che nel 2020
saranno la prima causa di morbosità; si stima che in Italia il 10% della popolazione soffra di depressione
(nella grandi città si arriva al 19%), tuttavia meno del 25% delle persone affette sembra ricevere trattamenti
efficaci (). I disturbi depressivi possono interessare persone appartenenti a tutte le fasce di età.
Per stimare la rilevanza di questa patologia a Carbonera, sono stati analizzati i dati relativi alla
prescrizione di farmaci antidepressivi tra i residenti di Carbonera. La prescrizione di questi farmaci
ha interessato nel 2008 397 persone, nel 64.2% dei casi di sesso femminile, comportando una
spesa annuale di 49.355 euro. La tabella 18 presenta la distribuzione delle prescrizioni effettuate
nel 2008 per sesso e classi di età.
Tab.18 Numero e tasso di residenti a Carbonera per classi di età trattati con farmaci antidepressivi nel 2008.
femmine
maschi
15-34
n
26
16
%
2.0
1.3
35-49
n
90
28
%
6.3
1.9
50-64
n
108
69
%
10.7
6.7
65+
n
31
29
%
3.0
3.7
67
COMUNICAZIONE TRA CITTADINI E ISTITUZIONI
Il quarto tema di discussione proposto ai partecipanti ai focus group intendeva analizzare l'
opinione dei cittadini riguardo il rapporto con le istituzioni locali; in particolare cercando di far
evidenziare
gli ostacoli che, secondo loro, influiscono negativamente nell'ambito della
comunicazione.
[ La comunicazione e il contatto tra cittadini e istituzioni è essenziale per migliorare la salute. Che
cosa ostacola questa comunicazione e cosa manca perchè funzioni bene?]
I risultati possono essere raggruppati nei capitoli: ostacoli alla comunicazione; aspetti positivi e
negativi della comunicazione con le istituzioni locali e proposte per migliorare le caratteristiche
della comunicazione.
OSTACOLI
Il punto di vista delle istituzioni
….i cittadini sono insensibili e distratti
Le istituzioni registrano una generale difficoltà di informare i cittadini, spesso in relazione alla non
abitudine a porre attenzione alle comunicazioni scritte (“puoi mandargli a casa anche centomila
depliant…..purtroppo l’abbiamo sperimentato in tutte le salse…”, “comunicazioni che noi
mandiamo a casa tantissime volte ci vengono a dire “ma io non lo sapevo, ma era scritto in quel
foglietto che io ho buttato via? non c’è più la voglia di leggere”, “c’è proprio questa pigrizia nel
leggere, cioè la quarta riga sta diventando un problema almeno per la maggior parte della gente”).
Peraltro la “buona” comunicazione può essere inficiata dalla sovrapposizione di informazioni: “c’è
una serie di informazioni che arrivano via posta piuttosto che via radio che via TV e quindi la gente
oberata di input di conseguenza mentale si stanca, “secondo me questo uno dei grossi problemi
della comunicazione cioè il fatto che è vero che sono bombardati da messaggi tutti i giorni”.
Ma anche quando il messaggio alla fine raggiunge il destinatario, per lo più prevale il disinteresse
(“qualsiasi messaggio mandi via SMS piuttosto che per posta, per stampa, porta a porta però non
riesci a beccare uno in più e quando lo becchi: cavoli come mai questo ze’ vegnu fora? Non ha
niente da fare, oggi alla televisione non facevano niente di bello quella serata”, “ agli incontri ci
sono sempre gli stessi, cioè quelli che leggono i messaggi”). E specificatamente rispetto alla
salute: “comunicare su problemi di salute è difficile perché il cittadino non sempre è interessato.
C’è chi dice tanto io problemi non ne ho o altri che ne hanno avuto e dicono che non ne vogliono
più sentire parlare”.
68
…che fare?
E si interrogano sulle modalità per comunicare efficacemente (“siccome vediamo che non
riusciamo a raggiungere i cittadini allora continuiamo a chiederci ma cosa manca ma cosa
dobbiamo fare”, “se ci fosse più comunicazione e informazione tanti problemi verrebbero risolti
però il sapere come mai non passa questo è l’eterno nostro problema di noi amministratori”) e per
mobilizzare la popolazione (“difficoltà delle persone di uscire di confrontarsi con gli altri insomma
non so quali potrebbero essere le cause, sarebbe un tema da studiare vedere approfondire”).
Possibili soluzioni, quale la comunicazione personale (“solo che la comunicazione porta a porta ha
dei costi le risorse sono quelle che sono”) o personalizzata (“in realtà non è semplice perché
comunicare vuol dire capire e farsi capire dalle famiglie oltre che dai ragazzi usando linguaggi
appropriati e sicuramente noi non sappiamo non sappiamo quali possano essere, noi non siamo
esperti. Per fare questo non è da sottovalutare il costo”) risultano però superiori alle risorse a
disposizione.
Anche gli operatori sanitari registrano un calo dell’impegno (“io sento tante persone che si
lamentano di tutto e di tutti che è un male comune, però nell’impegnarsi c’è molta fatica a
differenza di anni fa”), una perdita di credibilità (“tanto non ci ascoltano”), che si traduce in sfiducia
(“scarsa fiducia anche a volte a livello di pregiudizio”).
Il punto di vista dei cittadini
…..le istituzioni sono distanti…
Per molti la difficoltà di rapportarsi con l’istituzione è da riferirsi all’indifferenza e al disinteresse
delle istituzioni stesse (in gran parte Comune), nei confronti dei problemi dei cittadini: “non gliene
frega niente”, “indolenza”, “menefreghismo”, “orecchie da mercante”, “no i te scolta” sono alcune
delle espressioni. Più interventi di stranieri e giovani che riconoscono che potrebbe trattarsi anche
di pregiudizio (“sfiducia in partenza…..della serie provarci non ne vale neanche la pena”, “quando
parla un amministratore, o comunque un politico, non sai quanto è di suo, quanto è reale, quanto è
politico. Per cui non si capisce se tu una cosa non la dici perché non la pensi, perché non sai
quanto ti puoi sbilanciare, o perché proprio non te ne può fregare di meno”).
All’origine del problema ci può essere la distanza dell’istituzione rispetto al cittadino (“se i politici
sono distanti sono poco accessibili non nasce comunicazione”, “l’istituzione viene sempre vista
come questo grande mostro, questa grande ULSS per cui…mamma mia aspetta che chiedo
sottovoce”).
…..ma anche noi siamo spesso apatici
Molti anche gli interventi, sintonici con quelli delle istituzioni, riferiti all’indifferenza rispetto alle
sollecitazioni (“ogni tanto fanno queste cose solo che la gente non va e allora non è neanche colpa
69
loro, perché se fanno le serate e non va nessuno…”, quando c’è il consiglio comunale sarebbe
importante che i cittadini venissero e invece trovo una persona”, “il problema che la gente vuole
solo, chiede solo servizi è vero, chiede e non dà, non partecipano”, “… non so credo ci sia da parte
dei cittadini una mancanza di attenzione, perché opuscoli, informazioni, brochures, ce ne sono
insomma. Non si può pretendere che tutti gli enti buttino fuori continuamente per qualsiasi cosa,
materiale informativo….non è possibile anche per i costi”). Atteggiamento autocritico anche tra i
giovani: “si tende a non far interagire la propria vita privata con quella della comunità…Siamo
abituati a stare da soli”, “Il Comune propone qualcosa e però perché i cittadini non rispondono?
Cosa manca? Una possibilità è che la gente non è interessata”.
Le associazioni, forti della loro esperienza, segnalano una crescente difficoltà a coinvolgere la
popolazione: “semo diventai passivi”, “molti sono pigri”, “adesso invese a zente zè molto più
passiva, cioè paga e pretende un servizio. Semo drio parlar no tanto de ULSS ma de società
quindi bisogna affinar continuamente e tecniche de comunicazione quando una volta non serviva
così affinae perché ghe era la zente che aveva voia de partecipar”, “sono state fatte cose, fatto,
portato se non c’è interesse personale in prima persona la gente non viene”.
Alcuni interventi attribuiscono la scarsa partecipazione alla diffidenza o resistenza al confronto con
gli altri (“c’è questa paura di esporsi, della critica, di mettere a nudo le nostre difficoltà”, “uno si
mette poi sul chi va là e dice: ma come quello vuole sapere i miei affari?”).
In altri viene denunciato l’interferenza dell’eccesso di comunicazioni (“tanta propaganda
commerciale”, “..con tutta la pubblicità che arriva”, “i volantini”, “tanta robaccia”, “tanta
cianfrusaglia”, “siamo così immersi in informazioni che arrivano dai vari media..”).
Le associazioni fanno emergere invece i costi della comunicazione per la “pubblicità” e per
l’eventuale “noleggio della sala comunale”.
GIUDIZI POSITIVI
…..nei confronti del Comune
Si riconosce l’attivismo del Comune nei confronti della scuola (“c’è una buona continuità tra scuola
e Comune”), e degli anziani (“fanno vari corsi, per la memoria..”), e, più in generale, le associazioni
registrano la volontà di essere presente nel territorio (“beh il Comune di Carbonera a chi fa
domanda invia messaggi e mail quindi sulle riunioni incontri e cose varie”)
Una straniera ne sottolinea l’efficienza e la gentilezza degli impiegati.
….nei confronti della sanità
Sono tutte donne ad apprezzare l’efficienza del sistema in vigore degli inviti per la mammografia e
le vaccinazioni.
70
GIUDIZI NEGATIVI
Quasi la totalità degli interventi riguardano la sanità.
Frequenti sono le denunce riferite all’insufficienza delle informazioni riferite ai servizi sanitari
(“difficoltà di sapere che cosa il servizio ULSS offre, nonostante arrivi il libretto a casa, libretto che
però a volte non viene consultato nell’immediato e non ho idea neanche di come si possa
diversamente insomma arrivare; quindi a volte appunto non viene in mente che, dopo 40 giorni, la
famosa visita dal ginecologo si può andare fare anche all’ULSS, oppure che in certe situazioni di
disagio esiste un’equipe dell’età evolutiva”) spesso attribuita a inadempienza del medico di famiglia
(“però il mio medico di base, quando ha saputo che ero in gravidanza, mi ha detto cercati un
ginecologo, sarà anche difficile, perché non ce n’è uno di libero. Quindi delle volte manca
l’informazione a determinate, chiamiamole, categorie a rischio che può essere la mamma in
gravidanza, la mamma dopo il parto, che può essere l’anziano….Ognuno si deve arrangiare con
l’amico dell’amico”, “se uno non è a conoscenza di quello che oggi possiamo usufruire…se lui
come medico di famiglia, personale, primo filtro per noi cittadini, dovrebbe darci qualche
informazione in più”, soprattutto il medico che fosse più a conoscenza di tutte le regole che
vengono emanate periodicamente perchè le ULSS della Regione buttano fuori ‘ste nuove regole
ma il medico di famiglia ha il dovere di espanderle anche ai loro pazienti, di portarle a
conoscenza”).
Gli stranieri denunciano la mancanza di informazioni precise dedicate specificatamente a loro
(“quando arrivano loro non sanno…e quando accade qualcosa loro vanno al Pronto Soccorso
(PS)…..nessuno è informato”, “purtroppo chi non sa la lingua, chi non capisce, chi non riesce a
informarsi bene, non sa che esistono determinate cose purtroppo…tanti non sanno che chi non ha
il pediatra di base, hanno un ambulatorio alla Madonnina dove possono andare senza accedere al
PS”).
Alcuni interventi denunciano casi di incompetenza, approssimazione o indisponibilità (“raramente
ho trovato persone che sapevano di cosa stavano parlando”, “è possibile che un medico di famiglia
non sia al corrente di queste cose?”, “ci sono dei medici…che mancano di quella solidarietà…”,
“anche nei reparti il lato umano è venuto a mancare”), altri liste d’attesa che inducono a ricorrere al
privato (“la roba che mi dà più fastidio è che se vai a pagamento, ti danno la visita entro 2 giorni”,
“sensazione di essere obbligati talvolta ad andare privatamente perché oltre ad avere un ticket che
tutto sommato non è neanche poco devi aspettare tanto ……. e il fatto che il cittadino spesso si
senta costretto a rivolgersi ad un istituto privato secondo me ecco è una cosa abbastanza grave”,
“allora ok signora non devi aspettare un mese, c’è anche il privato”).
71
PROPOSTE PER MIGLIORARE LA COMUNICAZIONE
Canali
Risulta strategico trovare canali di comunicazione da parte delle istituzioni per “arrivare a più gente
possibile”. Indicati TV, SMS, sito del Comune, faceboook, quotidiani, opuscoli, comunicazioni
postali, volantini, radio. Auspicata una comunicazione modulata all’età (“ogni età ha un veicolo,
ogni messaggio deve essere veicolato con vari metodi: il giovane si dovrà raggiungerlo con l’SMS
o via internet e l’anziano bisognerà andare a bussargli la porta”).
Indicazioni organizzative
La comunicazione sarebbe facilitata se le istituzioni si coordinassero meglio tra loro, se ci fosse
meno burocrazia, se fossero presenti fisicamente sul territorio (“deve essere più disposto, più
attivo, ormai deve andare sulla piazza”), anche in modo mirato (“distribuire agli extracomunitari nei
punti dove si recano”), fino a suggerire “un uomo davanti ai semafori”. Le associazioni vengono
proposte come tramite efficace tra istituzioni e cittadino e come agenzia in grado di moltiplicare le
informazioni.
Alcuni interventi sono riferiti alla scuola: vengono suggeriti interventi di educazione alla salute in
orario extracurriculare, e iniziative esperienziali (”portate i bambini delle medie a vedere la realtà
degli anziani”).
Numerosi interventi vertono sull’opportunità che la comunicazione sia partecipata e personalizzata.
Sono ricorrenti le espressioni “porta a porta” e “passaparola”; il coinvolgimento personale viene
considerato più efficace anche se dispendioso (“se c’è una persona che mi dice dai c’è quella
serata fammi compagnia è più coinvolgente, la forma migliore è quella meno tecnologica, quella
più personale e però più dispendiosa e la più difficile”). Alcuni partecipanti indicano l’esperienza del
focus come modalità positiva di comunicazione e coinvolgimento del cittadino (“trovo un’iniziativa
come questa particolarmente significativa, anche abbastanza innovativa”).
Indicazioni metodologiche
Emerge l’importanza dell’ascolto, la necessità che l’informazione sia proposta in modo
differenziato (“comunicare è un termine un po’ complesso che presuppone anche ascoltare,
trasmettere e ricevere messaggi in vario modo e non solo con i sistemi classici”), anche in
relazione all’età e alle capacità di comprensione, sia completa e non frammentata (“non un
rapporto freddo e anche risposte secche e parcellizzate”). Si auspica l’adozione di un linguaggio
“appropriato” e accessibile a tutti (“il parlare semplice con messaggi molto stringati”, “nella
comunicazione secondo me ci vuole un linguaggio comune”, “meno specialistico”), anche di tipo
pubblicitario (“sarebbe meglio fare una pubblicità anche interessante, stimolante, anche più
aggressiva”, “oggi funziona tutto con la pubblicità, per cui bisogna puntare su una pubblicità
efficace”).
72
Sanita’
Gli interventi riferiti alla sanità riguardano aspetti organizzativi, sostanzialmente relativi al sistema
di appuntamenti e di richiamo delle prestazioni (“mia suocera ha l’invalidità con accompagnamento
e non gli è arrivato….ho chiesto l’esenzione …perché non viene fatto in automatico questa
cosa?”), ovvero la relazione con il personale medico (“personale medico più umano, cioè un
rapporto più umano nella relazione, cioè delle risposte più sensibili”, ”pediatra….che difficoltà
incontriamo noi o magari che difficoltà hanno loro con noi”). Viene anche auspicata una più
puntuale informazione sulle malattie nel proprio territorio.
Uno straniero fa una proposta riferita all’informazione sui servizi sanitari disponibili: “su una pagina
c’è scritto: dove mi reco in caso di infortunio, dove mi reco in caso di influenza, dove mi reco per
una ricetta….quello se ce l’ha magari non lo legge, ma nel giorno che gli serve , lo trova, si legge
la sua pagina in cinese, e non intasa più il sistema perché ha l’informazione in casa, così come le
pagine bianche”.
I programmi televisivi su aspetti riguardanti la salute vengono implicitamente indicati nell’intervento
di due donne come modello di informazione sanitaria (“quando fanno programmi così per la TV io
sono sempre attenta. Mi fermo, voglio ascoltare, voglio capire, voglio vedere le ultime tecnologie,
in capo sanitario, le scoperte in qualsiasi settore riguardante la salute”).
cosa dicono i dati:
L’attuale Amministrazione pubblica un giornale periodico “Qui Carbonera” che riporta notizie
sull’attività amministrativa del Comune; utilizza, inoltre, per comunicare con i cittadini, il sito web ed
un servizio sms che attualmente conta circa 400 iscritti. Da settembre 2008 il Sindaco è anche
disponibile ad uno scambio nel web con una pagina in Facebook.
Molte sono le pubblicazioni rivolte ai residenti inerenti diversi temi e si è operata una progressiva
semplificazione dei testi destinati all’utenza.
Il Profilo di Salute ha individuato 3 aree di azione prioritarie per migliorare la salute della comunità:
-
traffico e mobilità sostenibile;
-
attività fisica e alimentazione;
-
relazioni, comunità e famiglia.
Nell’ambito delle aree individuate, saranno scelte e realizzate insieme ai cittadini delle azioni
concrete che diverranno parte del Piano di Salute.
73
INDICE
3 Introduzione
6
7
12
12
16
21
30
31
31
34
38
40
42
44
48
48
I RISULTATI DELLA RICERCA
Definizione di salute
Determinanti di salute distali
Contesto sociale
Caratteristiche demografiche della
comunità di Carbonera
L’aspettativa di vita
Gruppi di persone potenzialmente
fragili
Indici di istruzione
Presenza di stranieri
Contesto territoriale
Struttura urbana
Dotazione
di
verde
pubblico
accessibile
Viabilità
Promozione della mobilità e della
sicurezza pedonale e dei ciclisti
Inquinamento ambientale
Inquinamento dell’aria
Inquinamento dell’acqua
Inquinamento degli alimenti
Inquinamento del suolo
Inquinamento acustico
Inquinamento elettromagnetico
Radon
I rifiuti
Aspetti positivi legati all’ambiente
Contesto socio-economico
Servizi istituzionali e accessibilita' ai servizi
Il Comune.
Il Servizio Sanitario Nazionale: la
medicina generale.
Il Servizio Sanitario Nazionale:
l’assistenza sanitaria primaria
Il Servizio Sanitario Nazionale:
l’assistenza specialistica
Accessibilità ai Servizi
Individuo
Risorse personali
Rispetto verso gli altri
Egoismo
Anziani
Famiglia
Comunità e sue dinamiche
Relazioni
Spazi e iniziative di aggregazione
Partecipazione
Determinanti di salute prossimali
Stili Di Vita
Alimentazione
Attività fisica
49 Disagio
Stress
Disagio giovanile
Paura
54 Dipendenze
Alcool
Fumo
Droga
56 Incidenti
Incidenti sul lavoro
Incidenti stradali
59 Malattie
68 Comunicazione tra cittadini e istituzioni
Ostacoli
Il punto di vista delle istituzioni
Il punto di vista dei cittadini
70 Giudizi positivi
nei confronti del Comune
nei confronti della sanità
71 Giudizi negativi
72 Proposte per migliorare la comunicazione
Canali
Indicazioni organizzative
Indicazioni metodologiche
Sanita’
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Carbonera in salute