Dr. Laupts (a cura di), Tares et poisons. Perversion et perversité sexuelles, 1896, cap. IV, pp.189-278, ”L’inversione dinanzi ai filosofi e agli studiosi contemporanei. Risultati dell’inchiesta”. Traduzione di Paolo Lambertini Opinione dei classici e risposte all’inchiesta. – L’invertito - nato e l’invertito occasionale. – Dimitri Stefanoski: Classificazione degli invertiti. – Krafft-Ebing: Spiegazione e eziologia dell’inversione. – Moll: Perversione e Perversità. – Tarde: L’Amore normale e l’amore morboso. – Lacassagne: Eziologia della pederastia. – Arreat: Inversione e altruismo. – Dessoir: Il fattore estetico. – Raffalovich: Alcune riflessioni sull’inversione. – Legludic: L’ipotesi anatomica. – Conclusioni. – Differenza tra la perversione e la perversità, tra i perversi e il pervertito, tra il difforme (invertitonato) e il corrotto (invertito occasionale). Quando ho iniziato negli Archives de l’Anthropologie criminelle un’inchiesta sull’inversione, piuttosto che mettere in luce i fatti descritti dagli esperti che, negli ultimi anni, si sono occupati delle perversioni dell’istinto genitale, ho cercato di separare in categorie distinte quelle tipologie che, per la loro differenza, non possono essere identificate con certezza. Anche se dopo KrafftEbing e Moll non rimane più nulla da descrivere, sembra che si possa ancora fare un minimo di classificazione. Dopo aver rilevato, comparato e confrontato i primi risultati emersi dalle mie ricerche, a partire dal novembre 1894, ho potuto scrivere per gli Annali medico-psicologici 1 le seguenti righe. Lo studio delle anomalie constatate di recente nel campo delle manifestazioni dell’intelletto o dell’istinto in un gran numero di soggetti, è stato portato, in questi ultimi anni, ad un grado di estrema precisione. Molti esperti, medici o psicologi, hanno analizzato, scoperto, annotato e descritto delle bizzarrie insospettabili, dovute generalmente, come spiegato da Magnan, uno dei più precisi e sottili descrittori, a uno squilibrio del sistema nervoso, a una mancanza di concordanza e di sinergia nel gioco dei diversi settori cerebrali o midollari. Il pubblico si è impadronito di questa notizia con una avidità che costituisce quasi una anomalia inedita; non vi è un solo lettore che non se ne sia allarmato da un punto di vista personale. Ormai, tutti si fregiano di una “fobia”, “filia” o “mania” qualsiasi, che alcuni lusingano, alimentano, sviluppano come un segno prezioso di originalità. Se questo può essere in parte collegato al bisogno di imitazione e di vanità, è giusto riconoscere che molti si preoccupano e che l’ossessione dello squilibrio finisce per impadronirsi di qualche anima buona che, in buona fede, si persuade di essere un “degenerato” o un “anormale”. Un gran numero di confessioni, orali o scritte, raccolte nel corso di inchieste fatte in collaborazione con il mio eccellente ed eminente maestro, il professor Lacassagne; i numerosi colloqui avuti su questo soggetto con medici e artisti di grande fama ; il possesso, infine, di un certo numero di documenti molto intimi, mi hanno portato a pensare che era tempo di reagire a questa situazione e che, mettendosi da un punto di vista apparentemente meno scientifico, ma probabilmente più ricco di risultati, è importante, accanto al male, studiare il rimedio, guarire insomma. Per far questo, è però necessario sapere che fra i diversi casi esistono, non solo, delle differenze di intensità, ma delle differenze di natura, che se un caso rientra nella patologia, un altro analogo è un puro incidente, una manifestazione occasionale, nato da circostanze esterne passeggere, senza radici profonde nell’organismo, suscettibile di svanire alla scomparsa delle stesse cause che lo hanno provocato. 1 Laupts: Une perversion de l’instinct: l’amour morbide, sa nature et son traitement; broch . ex Annales medico.psychologiques del Dr. Ritti. – Marzo-Aprile 1895. Le prove che esporrò a sostegno delle mie affermazioni riguarderanno solamente l’amore tra uomini, in quanto le confessioni che provengono dalle donne sono per il momento troppo poco numerose e sopratutto troppo inesatte. La prima osservazione che ritroviamo presso qualunque autore e in qualunque studio, anche il meno importante, è la seguente: in ogni unione anormale fra due uomini – sia essa platonica o no – i ruoli sono molto distinti. Uno è forte, è il protettore, l’attivo: riempie le funzioni del maschio e ne assume le responsabilità; l’altro è debole, è il protetto, il passivo: è la donna. Per semplificare la questione, chiamiamo provvisoriamente l’uno “il debole”, l’altro “il forte”. Non insisto sulle conseguenze di un tale contratto; né sull'aspetto fisiologico della loro unione, se l’attrazione reciproca non rimane platonica, né sull'aspetto psicologico di cui un elemento ci è fornito dal modo stesso in cui chiacchierano fra di loro, visto che il debole si fregia di desinenze femminili. Questi fatti sono estremamente conosciuti e non rientrano affatto nel quadro di questo studio. Un punto che è importante notare fin dall’inizio è che, nel debole, non solo lo spirito, il morale, l’anima insomma (qualunque significato si dia a questa parola) sono femminili, ma lo è anche il corpo. Nella maggioranza dei casi questo individuo è ed è stato femminile nell’habitus fisico; non solo il carattere subdolo, civettuolo, vanitoso, tradisce la natura femminile, ma lo sviluppo delle anche, del bacino, delle natiche, la prominenza dei seni, il vellutato degli occhi, il biancore e la finezza della pelle, la delicatezza dei polsi e delle caviglie, consentono di affermare che esiste in lui un errore di fabbricazione non acquisito, ma innato. È un animo femminile posto in un corpo che ha tutto di femminile salvo un attributo; è l’invertito-nato, un tipo realmente esistente, facilmente riconoscibile dalle sue forme esteriori. Lo incontrerete spesso per la strada, nel vagone di un treno, al ristorante. Se avete dei dubbi, avvicinatelo, suscitate le sua fiducia, le sue confessioni; verrete presto informati sulle sue azioni o sulle sue tendenze, a seconda dei casi. Dunque, non si tratta affatto di un individuo difficilmente riconoscibile, ipotetico come certi altri; l’invertito-nato esiste. Cercatelo e lo troverete, se non di frequente, almeno con facilità. All’opposto abbiamo un tipo essenzialmente differente. Uomo sia dal punto di vista morale che da quello fisico, con antecedenti normali e una normale condotta nel passato, è diventato invertito solo a partire dal momento in cui, inserito in un ambiente anormale (voglio dire che comprende solo individui dello stesso sesso) non ha potuto soddisfare il più importante dei suoi istinti, quello che assicura la continuità della specie. Disprezzando la dissolutezza solitaria, spinto dal bisogno, forse più potente in lui che negli altri, si è sentito invincibilmente attratto verso quelli che gli offrivano il fascino, la grazia, la finezza dell’altro sesso e – all’occorrenza - delle soddisfazioni quasi normali. È diventato il Maschio, il Forte della coppia. Ha vissuto così, fino a che delle nuove circostanze non lo hanno strappato all’ambiente malsano, alle abitudine acquisite; reinserito in situazioni sane e normali, sotto la loro influenza, con l’aggiunta di un trattamento adeguato e di un affetto legittimo, ritornerà quello che non ha mai smesso di essere nel profondo: si tratta dell’invertito occasionale. Mi si dirà che, se non proprio pazzi, bisognerà almeno essere dei degenerati per arrivare a compiere simili ignominie. Risponderò che molti non arrivano mai a compiere l’atto fisico, grazie alla loro volontà che, opponendosi alla “caduta”, può risultare vittoriosa, al prezzo talvolta di altre deviazioni, riconosciamolo; certuni, non coscienti della natura del sentimento che li anima, abbelliscono col nome di cameratismo, di intensa amicizia, di tenerezza, un’inclinazione alla quale non immaginano nemmeno che ci si possa conformare; ve ne sono infine alcuni che cadono nell’errore . Che l’attrazione esista, è evidente per un gran numero di soggetti adulti inseriti in un ambiente anormale, privo di donne; li è l'istinto che comanda, potente, dominatore. Questo tipo di situazione non è affatto eccezionale e neppure esclusivo della specie umana; è presente in tutti i branchi di maschi, ma comporta delle differenze negli esseri umani: quelle che separano gli incoscienti, spesso preservati dall’ultimo cedimento grazie alla loro ignoranza, alla loro mancanza di spirito d’osservazione, dagli intelligenti che se ne rendono conto, che spesso si spaventano, e che, a seconda dei casi, oppongono resistenza o non resistono affatto. Più il soggetto è genitale e più forte è la privazione, minore è la forza di resistenza, più frequenti sono le eccitazioni, le provocazioni degli invertiti-nati, spinti istintivamente verso i più virili. Se a questo aggiungiamo il rapido dissolversi dei sentimenti di buona creanza e delle idee di morale, la frequenza delle occasioni fra individui ammucchiati tutti insieme, la contagiosità del male, quella legge del più corrotto che rovina chi è lo meno che vige in una comunità solo maschile, ci spiegheremo come queste epidemie – di cui molti casi, occorre ripeterlo, restano senza effetto e rimangono allo stato di inclinazione - possano diffondersi nei licei, nelle prigioni, nelle caserme, fra le truppe durante le campagne militari, grazie alla presenza di alcuni invertiti-nati o di individui normali dall’aspetto femmineo. Ecco spiegato perché in queste unioni troviamo quasi sempre un soggetto effeminato (invertitonato) e uno virile (invertito occasionale); senza voler pretendere che questo sia l’unico tipo di associazione maschile, esso è tuttavia presente nella maggior parte dei casi. Citiamo di sfuggita gli esempi forniti dal Romanzo di un invertito- nato, quella storia vera, quella confessione indirizzata a Zola, alla cui cortesia devo la sua diffusione e che ho già pubblicato negli Archives d’Anthropogie del professor Lacassagne. Vi si notano un tipico invertito-nato, un invertito occasionale (sopraffatto dalle lusinghe del primo), ed infine un pervertito al quale le numerose dissolutezze fanno desiderare e ricercare delle eccitazioni meno banali di quelle abituali. Fra le due tipologie estreme che abbiamo appena descritto, se ne colloca – per rendere sfortunatamente più complicati lo studio e l'analisi del problema – una terza, forse più frequente e più complessa. È quella dell’uomo normale, senza deformazioni fisiche, la cui unica anomalia consiste nell’attrazione che prova per quelli del suo stesso sesso, e nella freddezza e talvolta la repulsione che manifesta verso il sesso opposto. È nato uomo, ma, giovanissimo, è l’uomo che l’ha sedotto, non la donna. E' un predisposto che la rapida assuefazione renderà invertito. Per bizzarro che sia questo individuo, vi è una spiegazione alla sua esistenza; perché mai i figli di un invertito occasionale, nati dopo che un episodio che era accidentale ha preso il sopravvento ed è diventato un'abitudine, non dovrebbero presentare questa predisposizione? E se le inclinazioni all’inversione, presenti non solo in uno, ma in una serie di ascendenti paterni, si trovano confermate, consolidate anche da analoghe tendenze presenti negli ascendenti materni, perché mai il frutto che ne deriva non potrebbe, anzi non dovrebbe presentare tutti i sintomi di una affezione suscettibile di coincidere con una struttura fisica normale, di essere anche, alla nascita, solo una semplice predisposizione, dal momento che si tratta di una eredità – o di un atavismo – psicologica, nervosa e non di un errore della natura, di una deformazione fisica visibile, di un vizio organico, di una diciamo mostruosità esteriormente appariscente come nel caso dell’invertito-nato? La conoscenza delle leggi dell’ereditarietà ci potrebbe illuminare a questo proposito; potrebbe indicarci la forma dell’inversione trasmessa dalla madre al figlio, dal padre alla figlia; potrebbe rivelarci perché, fra i tipi predisposti, alcuni, simili all’invertito-nato, si indirizzano verso il Forte, verso colui che realizza meglio ai loro occhi il proprio tipo ideale, mentre altri, simili agli occasionali, si indirizzano verso il Debole, verso colui che ricorda il sesso opposto 2. Alcuni sono dei veri indifferenti; due di loro mi hanno assicurato che, messi in un ambiente maschile, si lasciavano conquistare da un amore tanto puro quanto intenso per dei maschi effeminati, amore destinato a sparire rapidamente quando le circostanze li portavano a frequentare un ambiente dove erano presenti delle donne, delle quali si sarebbero ben presto innamorati. Non crediate che sia stata la sola mania di classificare le cose ad avermi spinto a presentare questi differenti tipi cosi come risultano nettamente dai primi risultati dell’inchiesta intrapresa 3. Dall’esposizione precedente appare ovvio che il nostro comportamento sarà molto diverso a seconda del malato che è ricorso ai nostri consigli (e sono numerosi quelli che, a questo proposito, implorano i medici, i preti, i filosofi, e perfino i letterati), a seconda che questo malato sia un 2 Senza essere del tutto eccezionali, le unioni fra Forti e quelle fra Deboli sono rare; di solito, è l’abitudine alla dissolutezza che le genera. 3 Inchieste sull’inversione sessuale e sul suicidio. Inviare ogni documento al Dr. Laupts. Edizioni Carré, rue Racine 3, Parigi. pervertito, un invertito-nato, un predisposto 4, un occasionale o un indifferente. Senza entrare in dettagli [molto più ampi], è evidente che la prognosi varierà secondo la natura dell’affezione… È interessante confrontare le idee dei filosofi e degli esperti contemporanei sull’inversione e sulle cause che la producono. Mi accingo a passarle in rassegna, riportandole scrupolosamente così come le presentano i loro autori. Esse differiscono molto le une dalle altre, ma ho il piacere di constatare che tutte, più o meno esplicitamente, riconoscono la distinzione fra l’invertito-nato e l’invertito occasionale, e che alcune risposte al paragrafo primo del mio questionario sull’inversione sessuale sono la conferma eclatante delle teorie da me sostenute. E’ il caso, per esempio, dell’opinione di Stefanowsky, sostituto del procuratore imperiale a Kharkov. Dalle frasi che ho estratto dalla sua risposta, possiamo notare che egli riconosce in modo formale l’esistenza di due tipologie molto distinte. Questa classificazione è perfettamente logica e conforme ai fatti, anche se dissento da questo studioso riguardo alla definizione di pederastia, la quale, secondo me, non è né un'inclinazione né una condizione, ma corrisponde a un atto. Credo che sarebbe meglio parlare di “inversione acquisita” così come, per evitare ogni confusione, si potrebbe rimpiazzare il termine “uranismo” con “inversione innata”. L’inversione acquisita è una delle forme della perversità; l’inversione innata è una perversione, cioè una perversità innata. "L'eccellente opera del Dr.Moll - ci dice Dimitry Stefanowsky 5-, Die conträre Sexualemfindung, Berlino 1891(traduzione francese Des Perversions de l'instinct génital, Parigi, Carré, 1893) contiene una miriade di osservazioni e di considerazioni degne di nota, da cui si conclude che ogni tipo di inversione sessuale è soprattutto passiva e deve essere considerata innata. Ciò non rispecchia la mia opinione, in quanto ritengo che la verità stia a metà strada tra la teoria del Dr. Moll e quella degli autori precedenti, come Casper, Westphal, Tarnowsky, Magnan, Chevalier, Krafft-Ebing, ecc. Per risolvere la questione, bisogna porci dal punto di vista psicologico. Quando il soggetto si sente donna nei confronti di un uomo, quando desidera essere vezzeggiato, corteggiato, baciato, posseduto da lui, quando va in estasi davanti ad un maschio adorandone la bellezza virile, allora ci troviamo di fronte ad una perversione particolare che, nell’interesse del rigore scientifico, deve ricevere un nome specifico. Potremmo chiamarla uranismo, seguendo l’esempio del famoso assessore di Hannover, Karl Ulrichs, che ne ha riassunto molto bene l’essenza in una sola frase: “L’anima di una donna nel corpo di un uomo”. Gli individui affetti da uranismo sono chiamati uranisti (urninge in tedesco). È abbastanza raro che essi pratichino la pederastia passiva, e ancor più la pederastia passiva, dato che, in seguito ad un onanismo prolungato, sono talvolta completamente impotenti. A seconda dei loro gusti, essi possono essere suddivisi in due grandi categorie, quella dei platonici o erotomani, che si accontentano di un amore ideale e rispettoso, accompagnato da continui pensieri erotici, e quella dei fellatori che rimpiazzano la cavità vulvare che manca loro con la cavità orale. Laurent ha dato un esempio di questi ultimi tra gli Habitués des prisons de Paris, descrivendo un certo detenuto che era stato soprannominato il prestatore di servizi. Il Dr. Luyt, nel suo libro sui fellatori, ne descrive vari tipi e sottolinea l’essenza di questa categoria attraverso il ritratto di un giovane ebreo: “Le sue labbra erano soggette ad iperestesia, dovuta ad un appagamento quotidiano della sua vergognosa passione, e il piacere che provava a spegnere nelle sue vittime l’orgasmo che aveva provocato, 4 Li incontrerete molto raramente e solo nell’infanzia. L’adulto che viene da voi non è più un predisposto; l’abitudine lo ha guastato e corrotto talvolta in modo tale che è davvero difficile guarirlo. Giudicherete il suo grado d’inversione dalla minore o maggiore repulsione che prova per gli individui del sesso che dovrebbe attirarlo, dal grado di attrazione per quelli del proprio sesso – e a questa prima distinzione bisogna aggiungerne un’altra .Il tipo ideale da cui si sente maggiormente attratto è più vicino a quello dei Forti, dei Maschi? O ama di più gli Effeminati, vicini al sesso che si dovrebbe normalmente amare? In questo ultimo caso, la malattia è meno grave e più facilmente curabile. 5 Archives de l'Anthropologie criminelle, de criminologie et de psychologie normale et pathologique. oltrepassava le ebbrezze dell’amore naturale. Nelle sue fantasie sessuali, egli invidiava il ruolo ignobile di quelle donne che si inginocchiavano ai piedi dei debosciati nelle finte fabbriche di guanti situate nei passaggi coperti, ed arrivava persino a supplicarle,con le mani piene di denaro, di permettergli esercitare questa funzione rivoltante al loro posto” (Dr.Luyt, Les Fellatores, Paris 1888, p. 43). La perversione dei fellatori non può essere spiegata senza far riferimento ad un altro stato patologico, la passività, di cui abbiamo già parlato in questa sede. Pare infatti che i fellatori debbano essere associati ai passivi, la cui voluttà consiste nel ricevere umiliazioni e ingiurie da parte dei loro amanti. L’opera citata del Dr. Moll contiene il curioso esempio di un fellatore che ha redatto appositamente un regolamento di venti paragrafi per il suo amante, il quale doveva maltrattarlo in tutti i modi immaginabili, metodicamente e coscientemente. Il paragrafo 14, per esempio, ordina una cosa talmente abominevole che posso citarla solo in latino: “Denudas te ipsum eumque. Deinde collocas te in ventrem, alterque pedes tuos lingua lambere debet, precipue inter digito set plantam longum tempus. Si erectionem habes, decumbis eo modo ut alter una manu membrum tuum alteraque testiculos tuos fringat, eodem tempore nates tuas lambere debet linquamque immettere in anum tam profonde quam potest, quad ejaculationem semini habes” (Moll p. 143). (Spogliati e poi spoglialo. Dopo esserti steso sulla pancia, l’altro deve leccarti a lungo i piedi, soprattutto fra le dita, ma anche la pianta. Se hai un’erezione, coricati in modo che l’altro sfreghi con una mano il tuo membro e con l’altra i tuoi testicoli, leccandoti allo stesso tempo le natiche ed infilando la lingua nel tuo ano il più profondamente possibile, fino a che non raggiungi l’orgasmo, n.d.t.). I pederasti attivi, i soli veri e propri pederasti, si sentono attratti dai ragazzi imberbi (gitoni) dall’aspetto femminile. Questi pederasti si comportano da veri uomini, il loro modo di agire e di sentire resta sempre virile, dato che molto spesso hanno mantenuto dei rapporti con le donne, cosa assolutamente impossibile per gli uranisti, i quali, nei confronti delle donne, provano una “rivalità professionale” che talvolta raggiunge il più alto grado di horror feminae. La preferenza dei pederasti per il coito anale può facilmente essere spiegata da una associazione patologica tra l’idea di un simile godimento e la sensazione di voluttà. Binet ha assolutamente ragione quando dice che è una circostanza esterna, un evento fortuito, probabilmente dimenticato, che ha spinto il malato a cercare persone del suo sesso; un’altra circostanza, un altro avvenimento, avrebbero cambiato la direzione del suo delirio, e tale uomo, che oggi ama soltanto gli uomini, avrebbe potuto, in un ambiente diverso, amare soltanto i berretti da notte o i chiodi degli stivaletti. Un’associazione patologica, sopraggiunta durante l’infanzia e rinforzata dall’onanismo e la fantasia erotica, può con il tempo divenire indissolubile e indistruttibile. Tutto questo è verissimo per quel che riguarda i pederasti, ma non vale assolutamente per gli uranisti, presso i quali l’inversione appare fin dall’infanzia e si manifesta nelle loro inclinazioni, in tutto il loro habitus e perfino nei sogni giovanili. Per finire, voglio presentare un quadro sistematico delle differenze tra le due principali forme di inversione sessuale, ovvero tra la o pederastia e l’uranismo. Pederastia Uranismo 1. Sembra essere più acquisita che innata; appare spesso abbastanza tardi, talvolta in vecchiaia. 1. E’ assolutamente innato e si manifesta fin dalla giovinezza. 2. Il modo di sentire e di agire in materia amorosa è rimasto maschile, l’attrazione per donne talvolta presiste. 2. Il modo di sentire e di agire è del tutto femminile; esso è accompagnato da gelosia e odio verso le donne. 3. L’aspetto esteriore resta sempre maschile; 3. L’aspetto esteriore a volte divie i gusti e le abitudini sono rimaste virili. diviene completamente femminile; le abitudini e le occupazioni sono divenute quelli di una donna, si fa uso del corsetto, delle gonne, di orecchini, di fard, ecc. 4. Il pederasta è attratto verso i giovani dall’aspetto femminile (gitoni). 4. L’uranista adora gli uomini robusti, alti, pelosi (drauci), come i soldati in uniforme, gli ercoli delle fiere, gli acrobati, i clown, ecc. 5. L’attrazione è puramente materiale e grossolana, e consiste nel soddisfacimnto di una passione brutale attraverso il coito anale. 5. L’attrazione diviene talvolta del tutto platonica, ideale, pura, e disinteressata. Il coito anale viene praticato di rado; al suo posto si pratica l’onanismo, soprattutto orale. 6. La pederastia è spesso accompagnata dal sadismo, come vediamo negli esempi di Nerone, del maresciallo Gilles de Rays, del marchese de Sade, del pittore tedesco Zastrow e di tanti altri. 6. L’uranismo è quasi sempre accompagnato da uno stato di passività più o meno pronunciato. Questo punto, secondo me, è di importanza capitale. 7. La pederastia è sia un vizio (perversione) che una malattia; va spesso cioè una perversione congenita. di pari passo con un altro disturbo psichico, come l’epilessia, la demenza senile o la paralisi progressiva, di cui sembra essere un sintomo. 7. L’uranismo è sempre una malattia, cioà una perversione Congenita. Talvolta è uno dei sintomi di degenerescenza, sindrome episodica di Magnan. Forse è causato da disturbi sopraggiunti durante la vita embrionale intra-uterina. 8. La pederastia può talvolta essere frenata e repressa da uno sforzo della volontà. Resta da sapere se potrebbe essere guarita attraverso una cura razionale appropriata alle circostanze; l’ipnosi (Kraft-Ebing), l’uso di bromuri (Hammond), ecc. 8. La passione uranista agisce al di di fuori della volontà. Sembra impossibile guarirne, se non attraverso un totale annientamento di ogni attrazione erotica, prodotto da un uso prolungato di anafrodisiaci. 9. La pederastia come vizio o professione deve essere repressa e vietata dalla dalla legge. La prostituzione deve perseguita dalla legge; tuttavia le essere severamente vietata. 9. L’uranismo come difformità morale innata non può mai essere punita o perseguita dalla legge; tuttavia le sue manifestazioni devono necessariamente essere represse in nome della morale pubblica, pur dovendo essere giudicate come espressione di uno stato morboso, come una sorta di alienazione parziale. (Dimitri Stefanowski Alle asserzioni di Dimitry Stefanowsky se sono aggiunte man mano delle altre e non senza un certo piacere, citerò una parte della risposta al mio questionario inviata da Dugas, nella quale afferma ciò che ho così spesso scritto e cioè che esiste un’inversione innata e un’inversione acquisita, che in molti invertiti la predisposizione deve essere fatta risalire alle numerose occasioni alle quali hanno ceduto i loro ascendenti e anche che l’ambiente può interamente produrre, mantenere, sviluppare o frenare l’inversione. “Possiamo ammettere, con Raffalovich - scrive Dugas 6 - l’esistenza di un’inversione sessuale congenita o innata, purché in questo caso si traduca innata con ereditata. L’inversione infatti può essere, secondo la teoria di Darwin, una “variazione accidentale” dell’istinto sessuale che, dopo essersi fissata, è divenuta organica e ha creato una tipologia o un entità morbosa. L’invertito- nato è il figlio o il discendente dell’invertito occasionale 7. L’inversione occasionale non ha cessato di riprodursi; è naturale ammettere che si è conservata e si propaga non solo per imitazione, ma soprattutto per via ereditaria, dal momento che l’invertito non rimane fedele alle sue inclinazioni ed è il progenitore di invertiti. È l’occasione, e cioè l’ambiente sociale, che fa nascere l’inversione, ma l’inversione, essendo un disturbo che ha colpito una funzione fisiologica, si aggrava, diviene naturale e morbosa ed è ereditaria come la maggior parte delle malattie. Essa è dunque per sua natura fisiologica, ma sociale nelle sue cause. Secondo noi, l’inversione sessuale inizia a nascere quando l’amore cessa di essere un istinto e si trasforma in passione cerebrale. L’uomo civilizzato può sempre definirsi più o meno oύ tό σπέρµα ες τηυ χέφαλήυ αυεση. L’istinto che, secondo Spencer, sarebbe solo un riflesso composto, è meccanico, inevitabile. Gli atti legati all’istinto sessuale si producono e si riproducono in determinati periodi della vita individuale (periodo del calore) e tendono ad un fine specifico: la riproduzione della specie. Nell’essere cerebrale, al contrario, la passione sessuale può fiorire in momenti diversi e durare più o meno a lungo; in genere è precoce e continua. “Bere senza provare sete e fare all’amore in ogni occasione – afferma Beaumarchais – è solo questo che ci distingue dalle bestie”. La passione cerebrale non ha affatto per oggetto unico la riproduzione, il suo scopo sembra essere piuttosto il piacere; tanto più essa cade nella dissolutezza, tanto più diviene l’esaltazione di sentimenti generosi, in ogni caso però si lascia sempre ingannare e si allontana dal suo scopo originario. A dire il vero, la passione è un germoglio estraneo innestato sull’istinto sessuale. Ignora la sua origine e il suo scopo e cerca la sua strada. E’ per questo che si smarrisce. Un mezzo radicale per far sparire l’inversione sessuale e, in generale, tutte le aberrazioni dell’amore, sarebbe quello di farci guarire dalla passione e di ricondurci all’istinto. È questa riforma dei costumi che Epicuro ha tentato nel mondo antico 8. L’istinto ha in noi delle radici profonde, la passione al contrario è un finto bisogno di cui spetta solo a noi sbarazzarcene; l’immaginazione l’ha creata, essa può dunque distruggerla. “Vi sono degli individui – afferma la Rochefoucauld – che non si sarebbero mai innamorati se non avessero mai sentito parlare d’amore”. “La maggior parte degli esseri umani – dice ugualmente Bourget – hanno dei sentimenti solo per imitazione; abbandonati alla semplice natura, l’amore, per esempio, sarebbe per loro solo un istinto sessuale che dura solo il tempo del suo appagamento ”. 6 Archives d’Anthropologie criminelle (15 maggio 1895). Vedere ugualmente: L- Dugas.L’amicizia nell’antichità, secondo i costumi popolari e le teorie dei filosofi. Parigi, Alcan, 1894. 7 Notiamo che l’ipotesi di Dugas su questo punto è assolutamente identica alla mia. 8 Vedi. L. Dugas, l’Amitié antique, p. 132 e seguenti. La sfortuna è che l’uomo non può ritornare allo stato naturale; possiamo forse mantenerlo nell’innocenza della vita fisica, ma non lo si può riportare indietro: quando ha conosciuto la strada della passione, è incapace di gustare le pure gioie animalesche. Del resto, gli inconvenienti della passione non devono farci ignorare le sue qualità divine. In un ambiente di pederasti può nascere l’amore platonico. Se la passione talvolta abbrutisce l’uomo è anche lei che lo innalza. Vediamo dunque come possono prodursi questi effetti contrari. L’amore cerebrale è già un’aspirazione vaga, senza oggetto, un desiderio che resta indeterminato, anche quando è già intenso e violento. Colui che si apre all’amore è paragonato da Platone al neonato che mette i primi denti; ha la febbre, prova dei pruriti, del fastidio. “Ama senza sapere che cosa, non può dire ciò che prova, non se ne rende conto”. Il primo amore è indeciso e fluttuante; l’immaginazione che lo evoca non può definirlo. “Sentivo colare nel mio animo – dice René de Chateaubriand - dei ruscelli di lava ardente…, mi mancava qualche cosa per riempire l’abisso della mia esistenza; discendevo nella valle, mi innalzavo sulla montagna, chiamando con tutta la forza dei miei desideri l’ideale oggetto di una fiamma futura; lo abbracciavo nei venti, credevo di udirlo nei gemiti del fiume; tutto era questo fantasma immaginario, e gli astri nel cielo e il principio stesso della vita nell’Universo…, non potevo trovare rimedio a questa strana ferita del mio cuore che non era in nessuna parte e che era dappertutto”. L’immaginazione, il cui risveglio precede quello dei sensi, si mette alla ricerca dell’istinto sessuale. L’amore è allora come Ercole nel mito di Prodico; due strade si aprono davanti a lui, quella dell’amore normale o eterosessuale e quello dell’amore morboso o omosessuale. La sua scelta va in una direzione libera o indeterminata; egli è in quello stato che chiamiamo indifferenza sessuale. Così, lo sviluppo dell’amore rientra sotto quella legge fisiologica per cui il generale precede l’individuale, il semplice il complesso 9. L’amore è all’inizio un'attrazione sessuale generica; diviene in seguito l’attrazione per un sesso o per un altro. Così l’attrazione per la donna in generale precede quella per questa o quella donna. L’indifferenza sessuale probabilmente non è mai completa; la passione cerebrale subisce a certi livelli la suggestione dell’istinto. Tuttavia la rottura fra la vita fisica e quella cerebrale è talvolta radicale, profonda. Supponiamola assoluta. L’indifferente subirà l’influenza dell’ambiente: in Grecia, sarebbe stato omosessuale se fosse vissuto in campagna o avesse frequentato i ginnasi; ai nostri giorni, lo diventerà tramite il passaggio nei collegi e nelle caserme e lo si vedrà cambiare di abitudini se cambierà ambiente. I Greci hanno avuto ben presente che la pederastia è una conseguenza della vita in comune dei giovani dello stesso sesso. L’omosessualità è dunque una deviazione accidentale dell’amore, ma l’incidente può diventare la regola, se i costumi tendono ad isolare l’uomo dalla donna e a fare abituare ciascuno ad una vita propria, indipendente, chiusa in se. I pericoli della coeducazione dei sessi sono minori di quelli dei convitti solo femminili o maschili. Le società essenzialmente maschili o femminili sono moralmente inferiori a quelle formate da uomini e da donne. Tuttavia, l’ambiente esterno svolge solo un’azione indiretta sui costumi. È sotto l’influenza dell’ambiente intellettuale e morale, sotto quella delle sue letture e delle sue fantasticherie romanzesche che il giovane esce dall’indifferenza sessuale e scopre la sua via sentimentale. Il romanticismo di un tempo spiega i costumi di quell’epoca non perché li riflette, ma perché li produce. La poesia, dice Aristotele, è più filosofica della storia. I romanzi di cavalleria, sviluppando nella storia il culto della donna, hanno assicurato nel Medioevo il trionfo dell’eterosessualità nell’ambiente a lui più sfavorevole, quello dei guerrieri, mentre i dialoghi di Platone hanno forse incoraggiato la pederastia fornendole, come afferma Plutarco, un pretesto onesto per nascondere i suoi disordini. La nostra letteratura realista, almeno quella che si compiace nella descrizione esclusiva delle nevrosi e dei vizi, insozza e travia l’immaginazione dei nostri giovani. La stessa letteratura mistica, con la riprovazione che attribuisce agli atti della carne e il sacro orrore che ispira per la donna, ha tormentato le anime deboli con strani e pericolosi scrupoli e ha alterato in esse la sacra rettitudine nel giudicare le cose dell’amore. Probabilmente, questi libri non sono immorali in 9 Vedi Taine: De l’acquisition du langage par les enfants – Binet, Psychologie du raisonnement – Dugas, l’Amitié antique. se stessi e non lo sono intenzionalmente, ma lo diventano di fatto tramite l’inesperienza, il candore e l’ottusità dei giovani che li divorano in segreto. Si può leggere tutto, diremo, ma occorre almeno scaglionare le letture a seconda dell’età. Platone è un filosofo di alta moralità, egli potrà risollevare l’invertito dalla caduta profonda alla quale sembra condannato dalla sua inclinazione; paleserà all’omosessuale stesso la serenità e l'orizzonte puro degli amori che si dedicano ad uno scopo eterno, ma non sarà per questo meno pericoloso per l’indifferente, per colui che esita fra quelle che abbiamo chiamato le due strade dell’amore. Per cui, visto che eliminò Omero dalla sua Repubblica, pur incoronandolo di fiori, lo cacceremo con gli stesi onori da una repubblica austera che avrà cura del pudore dei giovani. Bisogna immaginarsi infatti lo stato d’animo che corrisponde all’indifferenza sessuale. Quello che chiamiamo pudore non è semplicemente il turbamento o lo spavento davanti al mistero dell’amore; è l’attesa inquieta e talvolta la curiosità malsana di realtà che si ignorano. Quindi, quello che l’adolescente chiede alle sue letture, sono delle indicazioni precise sull’oggetto misterioso che ossessiona la sua mente. “Ero stato attratto soprattutto tramite la letteratura – dice il discepolo di Bourget – dall’ignoto dell’esperienza sentimentale. Era il desiderio di fare mie delle emozioni non ancora provate che mi aveva stregato”. Il pudore è una timidezza invincibile mescolata ad una acuta curiosità. Il timido è un chiuso. La sua vita interiore è impenetrabile; accetta di essere sconosciuto e misconosciuto dai suoi, non si confida con nessuno; teme di essere capito principalmente da coloro che rispetta di più. Tiene ugualmente segreti tutti i suoi sentimenti innocenti o colpevoli che siano. Prende l’abitudine e il gusto del mistero. Appena un pensiero malsano entra nel suo animo, lo accoglie tanto più facilmente in quanto non lo deve tradire; lo tiene dentro di se, abituato com'è alle fantasticherie interiori, e tende a realizzarlo con tutta la forza della sua immaginazione limitata, senza controllo e senza freno. A quali pericoli dunque si è esposto attraverso gli azzardi della sua esperienza sentimentale o delle sue letture! Le particolarità degli invertiti che ci vengono riferite, come per esempio il loro gusto per i domestici, per i soldati o per i passanti che sono destinati a non rivedere mai più, si spiegano con la timidezza; vi sono anche degli uomini che si sentono a proprio agio con le donne di una condizione sociale inferiore e con le prostitute. È ancora per timidezza che alcuni uomini diventano omosessuali, essi non hanno mai potuto avere con le donne quella familiarità che autorizza l’amore. Infine, è probabilmente la casualità degli incontri che decide dell’omosessualità degli indifferenti, ma sono le loro idee romanzesche, le teorie che si sono formati dell’amore, che li confermano e li mantengono nella loro vocazione sessuale, dove sono stati gettati per caso. Portiamo alle estreme conseguenze i principi di Raffalovich. L’educazione morale apparirà applicabile alle tre forme dell’amore: l’indifferenza sessuale, l’eterosessualità e l’omosessualità. Se esiste un tipo indifferente – ed è facile ammetterlo, essendo l’amore più un fatto cerebrale che istintivo – il grande problema educativo sarà di guidare l’adolescente nella scelta cosi gravosa della sua vocazione sessuale. Ora, la nostra educazione, sotto questo aspetto, come su tanti altri, è negativa; essa adotta la comoda massima del lasciar fare, abbandona l’adolescente a se stesso e alle influenze esterne più o meno malsane e non pensa affatto o non pensa abbastanza a preservare la sua purezza; per imbarazzo e falsa vergogna, osa ancora meno invitarlo a percorrere la strada dei sentimenti naturali. Noi lasciamo che la sua immaginazione si travi e si insozzi, quando invece dovremmo guidarla, almeno attraverso il metodo indiretto dell’educazione estetica. Il nostro torto è di contare sull’istinto degli adulti, o anche dei bambini, quando questo istinto è annullato, perduto, o non è ancora nato; non sappiamo far fronte alle particolari esigenze del loro stato mentale. La nostra incuria è in parte responsabile della loro perversione sessuale. Ma ammettiamo che le cose procedano bene, che il bambino si indirizzi da se verso l’amore eterosessuale. Questo amore è ancora indeterminato. Esiste una eterosessualità morbosa, per esempio l’amore di René per sua sorella e ve ne è un’altra licenziosa, la volgivaga Venus di Lucrezio, l’amore alla don Giovanni. L’eterosessualità non è dunque, in quanto tale, uno stato naturale e sano, uno stato morale. Colui che segue la via naturale dell’amore non è dispensato per questo dall’educazione sentimentale. Dobbiamo introdurre la giustizia, la lealtà e l’onore nella relazione fra i sessi, dobbiamo rispettare in noi la dignità del corpo. L’amore eterosessuale vale solo per le virtù domestiche che genera, per lo spirito di sacrificio che suscita e realizza; occorre coltivarlo perché porti i suoi frutti…” Dopo queste annotazioni di Dugas, riportiamo ora le teorie di Krafft-Ebing sull’inversione sessuale . 10 “Westphal - dice Krafft-Ebing - non si mostra interessato a sapere se l’inversione sessuale è il sintomo di uno stato neuropatico o psicopatico o se costituisce un fenomeno isolato. Egli sostiene con fermezza che questa condizione è congenita. Basandomi sui casi che ho pubblicato fino al 1877, ho segnalato questo strano impulso sessuale come uno stigma di degenerazione funzionale e come un fenomeno parziale di uno stato neuro-psico-patologico, che ha come causa, nella maggior parte dei casi, l’ereditarietà. Questa supposizione è stata confermata con l’analisi dei casi che si sono presentati in seguito. Possiamo citare come sintomi di questa tara neuro-psico-patologica, i seguenti punti. 1°. La vita sessuale degli individui così conformati si manifesta di regola molto prima del periodo normale o molto dopo, e in modo molto violento. Spesso, essa presenta altri fenomeni perversi, oltre alla direzione anormale che questo strano impulso sessuale le ha impresso. 2°. L’amore psichico di questi individui è spesso romanzesco ed esaltato; allo stesso modo, il loro istinto genitale si manifesta nella loro coscienza con una forza particolare, persino ossessiva. 3°.Accanto allo stigma di degenerazione funzionale dell’inversione sessuale troviamo altri sintomi di degenerazione funzionale e spesso anche anatomica. 4°. Sono presenti delle nevrosi. (isteria, nevrastenia, stati epilettici, ecc.). Quasi sempre possiamo constatare una nevrastenia temporanea o permanente. Questa nevrastenia è abitualmente costituzionale, cioè essa è prodotta da cause congenite. Essa è risvegliata e mantenuta dalla masturbazione o dall’astinenza forzata. Negli individui maschili la neurasthenia sexualis si sviluppa su questo terreno morboso o predisposto congenitamente. Essa si manifesta allora soprattutto con la fragilità irritativa del condotto eiaculatorio. Si spiega così il fatto che, nella maggior parte degli individui colpiti, un semplice abbraccio o un bacio dato alla persona amata, e qualche volta anche la semplice presenza di quest’ultima, provochino l’eiaculazione. Spesso essa è accompagnata da una sensazione di piacere eccezionalmente intenso, che arriva fino alla sensazione di una corrente “magnetica” che attraversa tutto il corpo. 5°. Nella maggioranza dei casi, si incontrano delle anomalie psichiche (talenti brillanti per le arti, soprattutto per la musica, la poesia, ecc.) che vanno di pari passo con la debolezza delle facoltà intellettuali (inattendibilità, bizzarria) e anche degli stati di degenerazione psichica molto pronunciati (imbecillità, follia morale). Molti uranisti arrivano, temporaneamente o per sempre, ai deliri caratteristici dei degenerati (stati passionali patologici, deliri periodici, paranoia, ecc.). 6°. In quasi tutti i casi in cui è stato permesso esaminare lo stato psichico e intellettuale degli ascendenti e dei più vicini parenti, si sono constatate in queste famiglie delle nevrosi, delle psicosi, dei segni di degenerazione, ecc. L’inversione sessuale congenita è molto profonda e radicata: questo emerge già dai sogni erotici che per l’ uranista maschile hanno per soggetto solo degli uomini e per l’omosessuale femminile solo delle donne. L’osservazione di Westphal secondo cui l’individuo colpito vive con sofferenza la consapevolezza della scarsità congenita di impulsi sessuali verso l’altro sesso e della sua inclinazione per il proprio, è confermata solo in un certo numero di casi. Molti individui non sono nemmeno coscienti della natura morbosa della loro condizione. La maggior parte degli uranisti si sentono felici con i loro impulsi sessuali perversi e la tendenza del loro istinto; se si sentono infelici è solo per il fatto che la 10 Vedere Krafft-Ebing – Psycopathia sexualis, p. 297, traduzione di Emile Laurent e Sigismond Csapo. Georges Carré, editore. Parigi, 1895. legge e la società hanno eretto ostacoli per impedirgli di soddisfare la loro inclinazione per il proprio sesso. Lo studio dell’inversione sessuale mostra chiaramente le anomalie dell’organizzazione cerebrale degli individui colpiti da questa perversione. Gley (Revue philosophique, gennaio 1884) crede di poter risolvere l’enigma supponendo che questi individui abbiano un cervello femminile con delle ghiandole genitali maschili e che, in essi, sia la vita cerebrale morbosa che determina la vita sessuale, contrariamente allo stato normale, nel quale sono gli organi genitali a determinare le funzioni sessuali del cervello. Uno dei miei clienti mi ha esposto un punto di vista molto interessante e che potrebbe essere accettato per spiegare l’inversione congenita primitiva. Egli prende come punto di partenza la bisessualità reale come si presenta anatomicamente in tutti i feti fino ad certo periodo. Si dovrebbe, afferma, prendere in considerazione che al carattere originariamente ermafrodita delle parti congenite ne corrisponde probabilmente anche uno uguale contenente i germi latenti di tutti i tratti sessuali secondari, quali i capelli, la barba, lo sviluppo delle mammelle, ecc. L’ipotesi di un ermafroditismo latente dei tratti sessuali secondari che rimane in ogni individuo per tutta la vita è giustificata dai fenomeni di regressione parziale da un tipologia sessuale all’altra, anche dopo il completo sviluppo fisico, fenomeno che si può constatare nei castrati, nei mujerados (gli uominidonna di certe tribù dell’America, n.d.t.), nelle donne in menopausa, ecc. La parte cerebrale dell’apparato sessuale, il centro psico-sessuale maschile o femminile, rappresenta uno dei tratti sessuali secondari più importanti ed è importante almeno quanto l’altra metà dell’apparato sessuale. Anche quando vi è uno sviluppo del tutto normale dell’individuo, gli organi genitali ermafroditi del feto, cioè le ghiandole degli embrioni e degli organi dediti alle funzioni sessuali, formano all’inizio degli organismi in gran parte monosessuali ; in seguito i tratti secondari del carattere sessuale (fisici e psichici) subiscono la stessa transizione, dalla conformazione ermafrodita a quella monosessuale (in ogni caso mentre sono allo stato latente; durante la vita fetale, simultaneamente agli organi procreativi, o, più tardi, quando stanno per uscire dalla latenza). Infine, durante questa transizione, i tratti secondari del carattere sessuale seguono l’evoluzione operata su uno dei due sessi dagli organi genitali, per rendere possibile il funzionamento armonico della vita sessuale. Questa evoluzione uniforme di tutti i tratti del carattere sessuale avviene regolarmente, in seguito ad una speciale disposizione nel processo di sviluppo. L’origine e il mantenimento di questa disposizione si spiegano sufficientemente con loro assoluta necessità. Ma in condizioni anormali (degenerazione ereditaria, ecc.) questa armonia dello sviluppo può venire alterata in diversi modi. Non è solo l‘evoluzione degli organi genitali che può deviare dallo stato ermafrodita verso quello omosessuale, ma lo stesso fatto può anche prodursi nei tratti secondari del carattere sessuale, nei tratti fisici e più ancora nei tratti psichici. Insomma, l’armonia dello sviluppo dell’apparato sessuale può venire talmente alterata che una parte segue l’evoluzione verso un sesso e l’altra verso il sesso opposto. Sono dunque possibili quattro tipi principali di ermafroditismo (esistono dei tipi secondari come gli uomini con le mammelle e le donne con la barba): 1°) l’ermafroditismo puramente fisico delle parti genitali, con monosessualità psichica; 2°) l’ermafroditismo puramente psichico, con parti genitali monosessuali; 3°) l’ermafroditismo perfetto, fisico e intellettuale, con tutto l’apparato sessuale bisessualmente costituito; 4°) l’ermafroditismo incrociato dove la parte psichica e la parte fisica sono monosessuali, ma ciascuna in una direzione opposta all’altra. Guardando più da vicino, la prima forma fisica d’ermafroditismo può essere considerata incrociata dal momento che le ghiandole genitali corrispondono ad un sesso e le parti genitali esterne al sesso opposto. La seconda e quarta forma d’ermafroditismo non sono, in fondo, nient’altro che l’inversione sessuale congenita 11. 11 Franck Lydston (Philadel. Med. And surgical Reporter, settembre 1888) e Thierman (Médical Standard, novembre 1888) cercano di spiegare in modo simile una parte dei casi di Paranoia sessuale congenita inserendoli in una categoria La terza forma sembra essere molto rara. Tuttavia il diritto canonico della Chiesa se ne è occupato, dal momento che esige dall’ermafrodita prima del suo matrimonio un giuramento sul suo futuro comportamento. (Vedere Phillip. Kirchenrech. p. 663 della 7° edizione). Quando si parla di apparato genitale psichico monosessuale in un corpo monosessuale che appartiene al sesso opposto, non bisogna intendere “un animo femminile in un cervello maschile” o vice versa, modo di vedere che sarebbe in contraddizione manifesta con tutte le idee scientifiche. Anche se non potremmo affatto immaginarci che un cervello femminile possa esistere in un corpo maschile, cosa che contraddirebbe ogni realtà anatomica, bisogna ammettere che un nucleo psicosessuale femminile può esistere in un cervello maschile e viceversa. Questo nucleo psico-sessuale (di cui è necessario supporre l’esistenza, non fosse altro per spiegare i fenomeni fisiologici) non può essere altro che un punto in cui si concentrano e si intrecciano i nervi conduttori che conducono all’apparato senso-motorio degli organi genitali, ma che, d’altra parte, conducono anche al centro visivo, olfattivo, ecc., e che trasmettono quei fenomeni della coscienza che, nel loro insieme, formano l’idea di un essere “maschile” o “femminile”. Come potremmo rappresentare questo apparato genitale psichico nella condizione di ermafroditismo primitivo che abbiamo supposto più su? Anche qui dovremmo ammettere che le future vie su cui si svilupperà erano già tracciate anche se in maniera molto tenue, o preparate dalla riunione dei vari elementi. Queste “vie latenti” ermafrodite sono progettate per collegare gli organi del coito (che sono essi stessi ancora allo stato ermafrodito) con la futura sede degli elementi che rappresentano i due sessi. Quando tutto l’organismo si sviluppa in modo normale, una metà di queste vie deve svilupparsi più tardi per essere capace di funzionare, mentre l’altra metà deve restare allo stato latente; in questo caso, tutto dipende probabilmente dalla condizione in cui si trova il punto di incrocio che abbiamo supposto come un nucleo subcorticale inframmezzato. Questa ipotesi molto complicata non contraddice necessariamente il fatto che il cervello del feto non sia ancora strutturato. Questa mancanza di struttura è accettata solo a causa dell’insufficienza dei nostri attuali metodi d’investigazione. Ma del resto questa ipotesi poggia a sua volta su una supposizione davvero arrischiata: essa ammette un luogo in cui siano già presenti quelle rappresentazioni che non esistono ancora, in altri termini una differenziazione qualsiasi delle parti del cervello che sono in relazione con le rappresentazioni future. Non siamo troppo lontani dalla teoria così screditata “delle rappresentazioni innate”. Ma siamo anche in presenza del problema generale di tutti gli istinti, problema che ci spinge sempre a simili ipotesi. Forse ora si aprirà una strada attraverso le quale potremmo fare un passo verso la soluzione di questi problemi di eredità psichica. Appoggiandoci sulle conoscenze moderne, molto più estese, che riguardano le vicende della procreazione in tutte le serie di organismi e sulla conoscenza della connessione di questi fatti che la biologia inizia a fornirci, potremo gettare uno sguardo più profondo sulla natura dell’ereditarietà fisica e psichica. Attualmente conosciamo il processo generativo, cioè la trasformazione degli individui, nella sua manifestazione più semplice. Esso ci mostra l’ameba che si scinde in due cellule figlie che, qualitativamente, sono identiche alla cellula madre. Andando oltre, osserviamo nella gemmazione il distacco di una parte, ridotta quantitativamente, ma qualitativamente identica con il tutto. Il fenomeno primitivo di ogni creazione non è dunque una riproduzione, ma una continuazione. Se dunque, man mano che le tipologie diventano più grandi e più complesse, i germi degli organismi subordinata all’ermafroditismo. Thierman, per completare la sua spiegazione, presuppone che, negli individui tarati, si producono più facilmente delle regressioni verso le forme primitive dell’ermafroditismo di tipo animale:”The original bi-sexuality of the ancestors of the race, shown in the rudimentary female organs of the male, could not fail to occasion functional, if not organic, reversions, when mental or physical manifestations were interfered with by disease or congenital defect. It seems certain that a feminely functionating brain can occupy a male body and vice versa. Males may be borne with female external genitals and vice versa. The lourest animals ave bisexual, and the various types of hermaphroditism are more or less complete reversions to the ancestral type”. ( Op. cit. p.9. Nota dell’autore). appaiono, in confronto all’organismo madre, non solo diminuiti quantitativamente ma anche semplificati qualitativamente, morfologicamente e fisiologicamente, la convinzione che la generazione è una continuazione e non una riproduzione ci spinge a supporre un prolungamento latente, ma ininterrotto, della vita dei genitori nei loro discendenti. Nell’infinitamente piccolo vi è posto per tutto ed è quindi sbagliato immaginarsi che la riduzione del volume che progredisce all’infinito arrivi ad un limite invalicabile per quel che riguarda la differenziazione della materia, deduzione, questa che si basa sul paragone fatto con la grandezza del corpo dell’essere umano che osserva. E’ però altrettanto sbagliato credere che la grandezza illimitata dello spazio dell’universo arrivi ad un punto in cui non può più essere riempito da formazioni individuali. Quello che mi sembra abbia bisogno di essere spiegato è piuttosto il fatto che non tutti i requisiti dei genitori, sia morfologici dal punto di vista del volume, sia fisiologici riguardo al modo di muoversi delle particelle, si manifestano spontaneamente nella discendenza dopo lo sviluppo dell’embrione. E’ questo che deve essere spiegato e non l’ipotesi di una differenziazione ereditaria della sostanza cerebrale che abbia dei rapporti stabili con le rappresentazioni che non sono state percepite dall’individuo, ipotesi senza la quale gli istinti resterebbero inspiegabili“. (Krafft-Ebing) Moll vede nell’inversione soprattutto una malformazione, un’anomalia innata che fa dell’invertito quasi sempre un malato. Come Krafft-Ebing, egli ha contribuito a far conoscere perfettamente tutti quegli aspetti della psicopatia sessuale che mai, prima di loro, erano stati affrontati e descritti in modo così scrupoloso. Per questo il parere di Moll, come quello di Krafft-Ebing merita di essere analizzato e non si può discutere dell’inversione senza domandare a questo autore quali ne sono, secondo lui, le cause. “Queste cause 12 - egli afferma - sono numerose e diverse a seconda dei singoli studiosi. Casper divideva i malati in due gruppi: in uno l’inclinazione per lo stesso sesso era congenita e nell’altro era acquisita in seguito ad abuso di rapporti sessuali con la donna, abuso che aveva provocato una sorta di disgusto. Vedremo più avanti che queste idee di Casper sono ancora oggi condivise, interamente o in parte, da un gran numero di esperti. È così che accanto ai due gruppi di Casper, Gley ammette l’esistenza di un terzo nel quale l’inversione sessuale è dovuta al fatto che l’atto sessuale, compiuto all’inizio per curiosità malsana, diviene più tardi un’ abitudine. Tarnowsky accetta in generale la divisione di Casper, ma allo stesso tempo fa rientrare nel secondo gruppo i casi d’inversione sessuale dovuti alla cattiva educazione, al cattivo esempio, o ad alcune malattie mentali. Mantegazza non si dilunga molto sull’eziologia dell’inversione sessuale nel suo studio antropologico e storico dei rapporti sessuali nell’uomo. Per lui l’origine di tutte le perversioni sessuali può essere ricondotto a due cause: la difficoltà di praticare il coito allo stato normale e il desiderio di procurarsi un nuovo tipo di piacere. Anche Krafft-Ebing distingue l’inversione sessuale acquisita da quella congenita. Crede che alcune cause (che enumereremo più avanti) e principalmente l’abuso sessuale e l’onanismo possono provocare, con il tempo, l’inversione sessuale in un individuo normale. Queste cause diverrebbero determinanti soprattutto durante lo sviluppo degli organi genitali, opinione ugualmente condivisa da Tarnowsky. Contrariamente all’inversione sessuale acquisita, quella congenita ha il marchio della perversione fin dall’inizio, senza che sia esistita prima un’inclinazione verso la donna. Tuttavia, la maggior parte dei casi d’inversione considerati acquisiti non mi appaiono molto probanti. Non è possibile entrare in considerazioni generali per sostenere che, nella maggior parte dei casi, l’inversione sessuale esisteva già allo stato latente, durante l’infanzia. La classificazione scrupolosa di Krafft-Ebing contiene solo pochissimi casi di perversione acquisita e sono convinto che anche quelli non sono al riparo da obiezioni, nel senso che la perversione sessuale è piuttosto precedente all’inclinazione eterosessuale. 12 Moll. Les perversions de l’instinct genital. Traduzione dei Dr. Pactet e Bomme. Vol.1 Parigi. Carrè 1893, p. 196 e seguenti. L’osservazione 72 di questo studioso, per esempio, non prova in alcun modo l’esistenza dell’inversione sessuale acquisita né la sua differenziazione dall’ermafroditismo psichico. Il malato in questione, che Krafft-Ebing considera un caso d’inversione sessuale acquisita, praticava a 12 anni, quindi prima di andare con le donne, la masturbazione reciproca con suo fratello…(vedi Krafft-Ebing). Credo dunque, dopo tutte queste considerazioni, che un gran numero di casi d’inversione sessuale acquisita debbano essere considerati come risultanti dall’ermafroditismo psichico. Non nego che si possano incontrare di tanto in tanto dei casi d’inversione sessuale in cui, dopo l’esistenza di un’inclinazione esclusiva per la donna, sopraggiungano delle tendenze e dei desideri omosessuali. Ma credo allo stesso tempo che si tratti essenzialmente di una divisione clinica e che i casi puri d’inversione sessuale acquisita siano estremamente rari. Quasi tutti i ricercatori sono d’accordo su questo punto. Trovo insomma che esistano pochi studiosi che considerano l’inversione sessuale acquisita come un fenomeno abituale. Per evitare ogni confusione, diciamo ancora una volta che bisogna considerare come acquisiti i casi nei quali l’inclinazione per l’uomo è stata preceduta da quella per la donna. Se volessimo essere esatti, dovremmo considerare tutti i casi d’inversione sessuale come acquisiti poiché, in determinate condizioni, quando essa si manifesta all’età di otto anni, non vi è ragione di considerarla come congenita piuttosto che acquisita. Nello stesso senso la perversione sessuale acquisita è estremamente rara. Trovo che solo gli studiosi che hanno a loro attivo poche osservazioni, considerano la perversione congenita molto rara. Un eminente criminologo che si è molto occupato della questione, mi ha detto che, secondo lui, nella maggior parte dei pederasti e degli uranisti, la perversione risale all’infanzia e che si tratta nella fattispecie di una predisposizione congenita. Anche ammettendo che si incontrino di tanto in tanto dei casi molto chiari d’inversione sessuale acquisita, quasi tutti gli studiosi sono d’accordo nell’affermare che le cause eziologiche sono le stesse sia per l’inversione congenita che per quella acquisita. Possiamo caratterizzarle con il termine di eccesso nervoso o psichico, altrimenti detto degenerazione del sistema nervoso centrale. Morel, che aveva introdotto il termine “degenerazione” e Legrand du Saulle, ammettono che la degenerazione si manifesta in modo più grave nei discendenti piuttosto che negli ascendenti. Di conseguenza, quando troviamo negli ascendenti una forma lieve di degenerazione, per esempio l’isteria, possiamo incontrare nei discendenti dei gravi disturbi psichici. Quello che è certo è che in tutti i casi d’inversione sessuale, che si tratti di perversione acquisita o congenita, troviamo un’ereditarietà molto pesante. Kraff-Ebing, Rabou, Charcot, Magnan, Blumenstock, Kowolewsky, Bourneville, Râoult, Gley, Tarnowsky e un gran numero di altri studiosi sono tutti d’accordo su questo punto; solo Westphal non si pronuncia sulla questione di sapere se si tratti o no di uno stato neuropatico o psicopatico provocato da un’eredità nervosa molto pesante. La distinzione non manca di interesse clinico, ma dal punto di vista eziologico svolge un ruolo secondario, poiché sappiamo che la degenerazione si osserva nelle malattie nervose pure come nelle affezioni psichiche e che tutte e due sono in rapporto con l’eredità nervosa. Quando si studia il problema della degenerazione del sistema nervoso, accanto alle malattie nervose e mentali conosciute, bisogna considerare un certo numero di altre cause che intervengono nell’eredità nervosa. Tali sono l’alcolismo, il suicidio, i matrimoni fra consanguinei. Nel caso descritto da Magnan e Charcot, l’elemento eziologico è costituito dalla grande differenza d’età fra il padre e la madre, differenza che era di 31 anni. L’eredità nervosa, in certi casi, si manifesta solo sotto forma di eccentricità, di esaltazione religiosa, ecc… Conosco parecchi casi di matrimoni fra consanguinei in cui il padre di un bambino uranista era un viveur nel vero senso della parola, celebre per i suoi successi con le donne. Krafft-Ebing afferma di conoscere dei casi in cui l’inversione sessuale esisteva ad un infimo grado fra gli ascendenti. Fra le cause di tare psichiche, Tarnowsky annovera anche la sifilide. Questo studioso cita numerosi casi a sostegno della sua opinione, ma le osservazioni non mi sembrano abbastanza probanti per stabilire il ruolo eziologico della sifilide, soprattutto se si considera la grande diffusione di questa malattia. La grande importanza che Tarnowsky attribuisce, dal punto di vista dell’eredità nervosa, alle affezioni gravi da cui sono stati colpiti i genitori durante il concepimento o poco prima, come il tifo, la polmonite, l’anemia, il sovraffaticamento, ecc.., non mi pare fondata e non ha alcun rapporto con l’inversione sessuale. Un ruolo a parte, nell’eredità nervosa, deve essere attribuito all’atavismo; si potrà trovare il padre e la madre in piena salute, ma spingendo più lontano le ricerche si scoprirà nei nonni un’affezione nervosa o psichica. Krafft-Ebing cita ancora altri fatti che sostengono la sua teoria dell’ereditarietà neuro o psicopatica: 1°) la precocità della vita sessuale, nei casi d’inversione sessuale; 2°) il carattere esagerato che assume in questa malattia il lato psichico dell’amore; 3°) la grandissima frequenza di nevrosi, di isteria, di nevrastenia, ecc. In alcuni casi troviamo accanto ad un’intelligenza pochissimo sviluppata, un notevole talento per la musica, la poesia, ecc.; infine, in certi casi, i disturbi dell’equilibrio psichico sono abbastanza remoti per trasformarsi in malattia mentale, passeggera o cronica che sia. È certo che, nella maggior parte dei casi, possiamo constatare altri disturbi nervosi o psichici. Citiamo, a questo proposito, una cronistoria interessante: alcuni imperatori romani sessualmente invertiti, erano dei degenerati, colpiti da affezioni psichiche. Ancora oggi possiamo osservare in molti casi la presenza di un disturbo psichico; così in uno dei casi citati da Westphal era presente la follia circolare e in un altro l’idiozia. Nel caso di Gock e in numerosi altri si osservano degli stati melanconici. Ho constatato io stesso, in un omosessuale, delle idee di persecuzione. Ritornerò sui casi d’inversione sessuale complicati da epilessia, da paralisi progressiva e da demenza. È evidente che l’eredità psicopatica o neuropatica non esaurisce la questione dell’eziologia della perversione sessuale. Esiste ancora un gran numero di punti difficili da spiegare. Possiamo chiederci, per esempio, perché tutti i degenerati non presentano dei sintomi di inversione sessuale; bisogna accettare come spiegazione che, nei degenerati colpiti da inversione sessuale, l’istinto sessuale presenta locus minoris resistentiae (una condizione di minor resistenza, n.d.t). Come nei degenerati il fattore ereditario si manifesterà per alcuni sotto forma di mania di persecuzione, per altri sotto forma di epilessia, così negli uranisti la degenerazione potrà prendere la forma della perversione sessuale. Quello che non sappiamo è perché in uno la degenerazione si manifesta con l’epilessia e in un altro con l’inversione sessuale, così come non sappiamo perchè di due individui che hanno preso freddo, uno ha solo un raffreddore e l’altro un reumatismo articolare. È dunque certo, come abbiamo visto, che un gran numero d’uranisti discendono da famiglie che possiedono una eredità neuropatica. Ma è molto difficile avere delle informazioni precise su questo punto, dal momento che spesso l’eredità neuropatica si presenta in numerosi casi in cui non è possibile scoprirla. Quando si interrogano questi malati sull’alcolismo o le malattie mentali dei loro genitori, non si ottengono sempre delle risposte soddisfacenti, dal momento che i malati cercano di tenerle segrete, quando ne sono a conoscenza e, spesso, in realtà non le conoscono affatto. Devo tuttavia dire che non possiamo dimostrare che, in tutti i casi d’inversione sessuale nell’uomo, esista una eredità neuropatica. Bisogna fare attenzione con la attuale tendenza di alcuni studiosi ad allargare considerevolmente il campo dell’eredità nervosa per finire con lo scoprirla in quasi tutti i casi di affezioni psichiche o mentali. Abbiamo affermato che la predisposizione all’inversione sessuale è quasi sempre congenita. Tuttavia bisogna ammettere l’esistenza di cause occasionali che favoriscono lo sbocciare della perversione sessuale, come nell’inversione acquisita. Anche nei casi in cui l’inversione sessuale può essere seguita fin dall’infanzia, possiamo trovare solo una predisposizione morbosa cosi che è impossibile negare che lo sboccio di questa perversione non sia provocato qualche volta da una causa esterna. Nel bambino questa causa può essere il toccamento puramente accidentale degli organi genitali da parte di un uomo, e l’affezione morbosa si sviluppa allora attraverso una associazione fatale fra il ricordo di questo contatto e la rappresentazione mentale dell’uomo. È dunque impossibile tracciare un limite rigoroso fra i casi congeniti propriamente detti e quelli in cui la perversione sessuale si manifesta in occasione di una causa accidentale… Non voglio tuttavia dire che le cause occasionali non abbiano in se stesse nessuna importanza. Così è probabile che, nel caso dell’ermafroditismo psico-sessuale, sia una causa occasionale a determinare la direzione che prenderà la vita sessuale dell’individuo, almeno per un certo periodo. Ma dobbiamo ammettere che, in tutti questi casi, l’inversione sessuale preesiste nell’individuo, per così dire allo stato latente, e si risveglia solo in occasione di un incontro con un uomo che lo attira. Solamente, non si deve confondere il momento in cui l’individuo inizia ad essere cosciente della sua inversione sessuale con quello in cui questa inversione si manifesta. Se ammettiamo che delle cause occasionali possono favorire il manifestarsi della perversione sessuale, siccome queste cause sono estremamente numerose, non possiamo sperare di prevenire il nascere della predisposizione morbosa attraverso delle misure di profilassi. Infatti è certo che l’inversione sessuale non può essere sistematicamente provocata da cattive abitudini. Anche se ammettiamo che i cattivi esempi, la curiosità malsana, possono giocare un certo ruolo in questa questione, è difficile credere, con Tarnowsky, che possiamo, tramite una profilassi adeguata, impedire in un gran numero di casi 13 lo sviluppo dell’inversione sessuale negli individui predisposti. Ciò che mi pare molto possibile è che, nel caso di una predisposizione all’inversione sessuale, le cause occasionali possono giocare un certo ruolo sul modo con cui verrà soddisfatto l’istinto sessuale. Ma, d’altra parte, bisogna dire che anche qui, come abbiamo già visto, esiste una predisposizione verso questo o quell’altro atto sessuale, per esempio verso la pederastia passiva. Altrimenti mi è impossibile spiegarmi perché esistano degli individui che, fin dall’inizio, trovano soddisfazione solo in questa pratica sessuale. Se accettiamo il ruolo delle cause occasionali non bisognerà confondere quelle che portano alla realizzazione di un atto di perversione con quelle che provocano la nascita dell’inclinazione alla perversione. Quando un uomo in preda da lungo tempo all’inversione sessuale, trova un’occasione per soddisfare la sua passione con un altro uomo, non bisognerà considerare questo incontro come la causa occasionale che ha fatto sorgere l’inclinazione sessuale. È un errore che si commette di frequente”. (Moll) Questa osservazione di Moll è assolutamente esatta, ma non significa affatto che l’inversione non possa essere acquisita, che non possa nascere e svilupparsi sotto l’influenza di circostanze appropriate. Moll riconosce che non tutto nell’inversione è innato e, fin dall’inizio della sua opera, ci mette in guardia contro la confusione che può causare nelle idee la similitudine di termini applicati indifferentemente alla tendenza innata e all’atto volontario. Chiede giustamente che si separi perversione da perversità; solo così egli riconosce la differenza fra l’una e l’altra. Troviamo infatti nel capitolo 1° della sua opera (Généralités, pagina 13) il seguente passaggio. “E’ inutile studiare qui il ruolo e l’importanza dell’istinto sessuale. Kraft-Ebing l’ha fatto meravigliosamente nella prima parte delle sue Psicopatie sessuali dove ha mostrato l’influenza che la vita sessuale ha esercitato e esercita ancora sulla religione, l’arte e la poesia. Per lui non esistono delle vere opere d’arte senza basi sessuali e ha ragione nel far notare che i grandi poeti e i grandi artisti hanno spesso una natura sensuale. Conosciamo ugualmente l’influenza che l’amore esercita sul carattere dell’uomo. Questa azione nobilitante è stata spesso descritta ed è generalmente riconosciuta. Tutti i libri che si occupano dell’amore la menzionano; l’abnegazione, la dedizione e altre virtù hanno il loro punto di partenza in questo sentimento. Allo stato normale, l’istinto sessuale e l’amore attirano l’uomo verso la donna, ma esiste tutta una categoria di uomini che hanno altre inclinazioni, che si sentono attratti dall’uomo. Questa attrazione 13 Tuttavia, bisogna fare tutto il possibile per combattere lo sviluppo dell’istinto sessuale. (Moll). per gli individui dello stesso sesso è designata sotto il termine di omosessualità in opposizione al termine “eterosessualità” che designa l’attrazione normale di un sesso per l’altro. Westphal impiega, per designare le manifestazioni d’omosessualità, l’espressione “perversioni sessuali” (contraere sexualempfindungen) che estende considerevolmente il campo in questione. Con questo termine Westphal intende dire che non si tratta sempre di deviazione dell’istinto sessuale in quanto tale, ma della sensazione che rende il tale individuo del tutto estraneo al sesso al quale appartiene. Nell’opinione di Westphal le perversioni sessuali includono anche i casi in cui, pur rimanendo normale l’istinto sessuale, l’individuo presenta certe tendenze che appartengono all’altro sesso. L’inclinazione che porta l’uomo verso il suo simile deve essere designata sotto il nome di perversione, nel senso che Krafft-Ebing attribuisce a questa parola. Secondo lui, la perversione è una manifestazione dell’istinto sessuale che non concorda con il fine assegnato dalla natura, cioè che non concorre alla riproduzione; Krafft-Ebing attira l’attenzione anche sulla necessità di stabilire una rigorosa separazione fra la perversione e la perversità. Si parla di perversione quando è l’istinto sessuale ad essere perverso, mentre si parla di perversità quando ci troviamo di fronte ad un’azione perversa, senza tenere conto del motivo che l’ha determinata, per esempio un’intenzione criminale. È un grande merito di Krafft-Ebing avere separato così nettamente le due concezioni. La perversione è un’inclinazione indipendente dalla volontà e di cui nessuno può essere ritenuto responsabile, almeno agli occhi di un giudice imparziale; la perversità, al contrario, che si manifesta nell’azione, deve spesso essere messa in conto all’individuo. Possiamo vedere fino a che punto la confusione fra i due termini aveva reso difficile valutare l’inversione sessuale ricordando l’idea di Chevalier secondo la quale, nella perversione sessuale acquisita, la perversione dipende dalla volontà dell’individuo. Niente di più falso di questa affermazione, come mi accingo a dimostrare…”. (Moll) Accetto completamente la distinzione di Moll, che pare davvero necessaria, considerando però il termine perversione come esatto sinonimo di inclinazione morbosa, che nella maggior parte dei casi si rivela congenita. Ecco, del resto, in quali termini Kraft-Ebing riconosce tale distinzione. “La bestialità 14, per quanto mostruosa e ripugnante possa apparire ad ogni uomo retto, non sempre trae la sua origine da condizioni psico-patologiche. Una moralità caduta ad un livello molto basso, un forte impulso sessuale che incontra ostacoli alla sua naturale soddisfazione, sono forse le principali ragioni di questo tipo di soddisfazione contro natura che incontriamo sia fra gli uomini che fra le donne…Sappiamo da Polak che in Persia essa trae spesso la propria origine dall’idea fissa che attraverso l’atto sodomitico si può evitare la gonorrea, così come in Europa è molto diffusa la credenza che, facendo l’amore con una vergine, si può guarire dalla sifilide. L’esperienza ci ha mostrato che la bestialità non è un fatto raro nelle stalle delle vacche e nelle scuderie di cavalli… Non dobbiamo considerare l’atto in sé 15, bensì giudicare lo stato clinico di chi lo compie, per riuscire a sapere se vi è una perversità criminale o una perversione morbosa dello spirito e dell’istinto che, in alcune circostanze, potrebbe escludere ogni condanna. La prima domanda in foro deve quindi essere posta in questo senso: l’inclinazione sessuale per le persone dello stesso sesso è congenita o acquisita? E in quest’ultimo caso, occorre esaminare se questa tendenza rappresenta una perversione morbosa o solo una aberrazione morale (perversità). L’inversione sessuale congenita si incontra solo negli individui dotati di una predisposizione morbosa (tarati) come manifestazione parziale di una tara caratterizzata da anomalie anatomiche o funzionali o da entrambe contemporaneamente. Il caso si definirà tanto più nettamente e la diagnosi sarà tanto più sicura se il carattere e l’insieme degli impulsi dell’individuo appariranno poco conformi alla sua singolarità sessuale; se vi sarà in lui un assenza completa di interesse per l’altro 14 15 Krafft-Ebing. Psychopathia sexualis, p. 517. p. 553 e seguenti. sesso o perfino dell’orrore per i rapporti eterosessuali; se questo individuo presenterà nel suo impulso a soddisfare la sua inversione sessuale dei sintomi di altre anomalie sessuali, come una profonda degenerazione caratterizzata dalla periodicità dell’impulso e delle azioni impulsive; se infine egli sarà un neuropatico e uno psicopatico. L’altra questione concerne lo stato mentale dell’uranista. Se questo è tale da non renderlo responsabile dei suoi atti, il pederasta non è un criminale, ma un alienato irresponsabile. Questo caso è più raro negli uranisti congeniti. In genere esso presenta tutt’al più delle turbe psichiche che non sopprimono la responsabilità in se stessa. Malgrado ciò, la questione medico-legale della responsabilità dell’uranista non è ancora risolta. L’istinto sessuale è uno dei più irrefrenabili bisogni organici. Nessun legislatore trova reprensibile in se stessa la soddisfazione sessuale al di fuori del matrimonio; se l’uranista ha una sensibilità perversa non è per colpa sua, ma per colpa di una predisposizione anormale. Il suo desiderio sessuale può essere molto ripugnante dal punto di vista estetico, ma dal punto di vista morboso dell’uranista, esso è un desiderio naturale. Per giunta, nella maggioranza di questi infelici, l’istinto sessuale perverso si manifesta con una energia che rientra nella normalità, e la loro coscienza non considera il proprio istinto perverso come una tendenza contro natura. Non hanno dunque dei contrappesi morali ed estetici per controbilanciare il loro impulso. Molti uomini dalla costituzione normale sono capaci di rinunciare a soddisfare la propria libido senza essere colpiti nella loro salute da questa astinenza forzata. Molti neuropatici invece – e gli uranisti lo sono tutti – si ammalano quando non possono soddisfare il loro istinto naturale o quando questa soddisfazione si attua in un modo che considerano come perverso. La maggior parte degli uranisti si trova in una situazione penosa. Da un lato provano un’inclinazione eccezionalmente forte per il loro sesso, inclinazione che sentono come naturale e la cui soddisfazione gli appare benefica, dall’altro il l’opinione pubblica disprezza il loro modo di comportarsi e la legge li minaccia di condanne infamanti. E così, da un lato troviamo degli stati d’animo tormentati che possono arrivare fino all’ipocondria e al suicidio o per lo meno possono condurre a delle malattie nervose, dall’altro la vergogna, la perdita della posizione sociale, ecc. Non si può contestare che questa infelice predisposizione morbosa crei dei casi di costrizione e di forza maggiore. La società e la legge dovrebbero tener conto di questi fatti: la prima, commiserando questi disgraziati invece di disprezzarli, la seconda, non punendoli fin tanto che la manifestazione del loro amore fisico rimane entro limiti accettabili. A conferma di questi punti di vista e di queste rimostranze in favore di questi bambini sfavoriti dalla natura, ci permettiamo di riprodurre qui una lettera indirizzata da un uranista all’autore di queste righe. Chi ha scritto ciò che segue è un personaggio che occupa un’alta posizione sociale a Londra. “Non avete idea delle lotte terribili e continue che noi tutti, soprattutto gli intellettuali e gli individui più fragili, dobbiamo sostenere ancora oggi e quanto dobbiamo soffrire a causa dell’opinione errata e quasi universale sul nostro conto e sulla nostra pretesa “immoralità”. La vostra opinione che questo fenomeno, nella maggioranza dei casi, debba essere attribuito come causa originaria ad una predisposizione morbosa congenita, potrebbe forse vincere ben presto i pregiudizi esistenti e suscitare della compassione per noi altri “malati”, al posto dell’orrore e del disprezzo di cui siamo ancora oggetto. Per quanto sia profondamente convinto che l’idea che voi sostenete sia molto vantaggiosa per noi, non posso, nell’interesse della scienza, accettare senza riserva la parola “morboso” e mi permetterò di darvi alcune spiegazioni a questo proposito. Il fenomeno è in ogni caso anormale, ma il termine “morboso” ha anche un altro significato che non trovo esatto, per lo meno nei numerosi casi che ho avuto l’occasione di osservare personalmente. Convengo a priori che i casi di disturbi mentali, di sovreccitazioni nervose, ecc., che possiamo riscontrare negli uranisti sono molto più numerosi che negli individui normali. Questa acuta nervosità è necessariamente connessa con la natura stessa dell’uranismo o, nella maggior parte dei casi, non dovrebbe forse essere attribuita al fatto che l’uranista, a causa della legislazione attuale e dei pregiudizi sociali, non può arrivare, come gli altri uomini, a soddisfare in un modo semplice e agevole le sue inclinazioni sessuali o genitali? Non appena sente le prime violente manifestazioni sessuali e ingenuamente ne rende partecipi i suoi compagni, il giovane uranista si accorge presto che gli altri non lo capiscono. Si ripiega allora in se stesso. Se confida i suoi turbamenti al suo professore o ai suoi genitori, questa tendenza, che a lui pare naturale come il nuoto per il pesce, gli viene rappresentata come criminale e gli viene detto che bisogna combatterla e sopprimerla a tutti i costi Ecco che inizia una lotta interiore, una soppressione violenta dell’istinto sessuale e, più se ne sopprime la soddisfazione sessuale, più l’immaginazione si infiamma, lavora e fa sorgere, come per incantesimo, proprio quelle immagini che si vorrebbero bandire. Più la personalità che sostiene questo combattimento è forte, più il sistema nervoso ne deve fatalmente soffrire. È, a mio avviso, questa soppressione violenta di un istinto profondamente radicato in noi che sviluppa i sintomi morbosi che possiamo osservare in molti uranisti, ma questi sintomi non sono necessariamente connessi con la predisposizione all’uranismo…” Possiamo leggere il resto nell’opera di Krafft-Ebing (Psychopathia sexualis, pagina 536 e seguenti). Se l’invertito-nato è da compiangere, se dobbiamo essere giusti con lui, non bisogna dimenticare che molti esagerano oltremodo le loro anomalie sessuali, che un certo numero di essi potrebbe probabilmente combatterle e a tale riguardo Krafft-Ebing ricorda che non esistono solo degli uranisti ma anche dei pervertiti la cui responsabilità è reale. Comunque sia, e lasciando, per il momento da parte il problema della responsabilità degli invertiti, è interessante confrontare le osservazioni di Moll e di Krafft-Ebing sulla perversione e la perversità con le annotazioni di Tarde, filosofo contemporaneo molto stimato per l’acutezza delle sua analisi, sulla differenza fra amore normale e amore morboso. “In cosa consiste esattamente la differenza fra l’amore normale e l’amore morboso 16? Vi è solo una differenza di livello? No. Ho paragonato l’amore all’appetito, facendo notare che esiste anche una fame morbosa che, per esempio, spinge degli isterici o degli alienati a mangiare della carta imbevuta di acqua di Colonia, ad ingoiare delle immondizie, ecc. Questa fame, per quanto sia lieve è da considerarsi morbosa, mentre la fame di un naufrago, che può essere così intensa da fargli divorare della carne cruda, è solo conforme ai bisogni dell’organismo e ai fini della specie. Vi è anche un odio morboso, per esempio l’avversione ingiustificabile che ispiriamo a certi individui particolari, che, pur non conoscendoci, si mettono a detestarci a causa della forma del nostro naso, del suono della nostra voce o dei nostri modi di fare. Anche se molto modesta, questa antipatia denota una tara mentale. Parallelamente, in amore, fra il normale e il morboso, non vi è una differenza di grado ma di natura. Ancora una volta di cosa si tratta? Secondo Emile Laurent 17 il carattere distintivo dell’amore normale è l’armonia che si crea fra un bisogno e un sentimento, fra un impulso fisico e un’attrazione morale. Si ha una rottura dell’equilibrio sia attraverso l’amore platonico che l’erotomania, che esaltano il sentimento comprimendo il bisogno, sia, all’opposto, attraverso l’amore puramente animale. Il capitolo dedicato a questo soggetto è interessante, ma temo che non esaurisca la questione, data la sua complessità. In realtà, nelle nostre città, la maggior parte degli assassini e delle loro amanti si amano in armonia, nel senso inteso dal nostro autore; ciò che li attira risponde perfettamente sia ai loro bisogni orgiastici, dal punto di vista della lascivia o della robustezza delle forme, che ai loro sentimenti immorali, per la perversità e i vizi arditi. L’accordo è perfetto nella “musica amorosa” di questi cuori di furfanti. Da questo dovremmo allora dedurre che le loro passioni sono normali e che il successo esorbitante che alcune donne dalla bellezza mediocre 16 17 Tarde. – Etudes philosophiques et pénales : l’Amour morbide. 1° volume. Storek e Masson, p. 147 e seguenti. Dr. Emile Laurent. – L’amour morbide. Parigi, 1891. ma viziose, e proprio in quanto tali, riscuotono presso qualche squilibrato o degenerato inferiore o superiore, non ha niente di patologico? Credo che qui occorra fare una distinzione tra le condizioni, non solo fisiologiche e psicologiche, ma anche morali e sociali dell’amore “regolare”. Ugualmente, le malattie legate all’amore sono di due generi: uno fisico e uno sociale. Quest’ultimo nasce in tutte le civiltà in declino, dove spesso ciò che c’è di antisociale nell’animo di una persona è proprio quello che in segreto provoca la passione per essa, dove gli eccentrici si contendono la mano di donne colpevoli di aver di aver sfigurato con l’acido o di aver avvelenato qualcuno, una volta rimesse in libertà. Pertanto l’amore veramente normale, molto raro, devo ammetterlo, almeno allo stato di normalità perfetta, è quello in cui sono perseguiti insieme non solo i fini vitali della generazione e della purezza delle razze, ma i fini sociali della grandezza patriottica, della conservazione delle famiglie, della purezza dei costumi. Ora a quali condizioni questi due obiettivi si armonizzano fra loro? Si accordano quando il soggetto amato: 1°) non è un semplice frammento di una persona – il suo occhio, la sua mano, il suo orecchio o anche il suo fisico separato dal suo stato mentale – ma è la persona nella sua interezza fisica e psichica; 2) quando nella persona non si amano le sue attitudini antisociali o le sue funzioni antifisiche, ma le forme e le inclinazioni più indicate a perpetuare e ad arricchire la doppia eredità del passato, ad accrescere la prosperità della famiglia e della nazione. Probabilmente, anche nel caso più normale, succede spesso che l’amore si leghi di preferenza a questo o a quell’aspetto della persona amata, o, ancora più spesso, vi giri intorno, per una sorta di gravitazione amorosa. La costanza in amore il più delle volte è un viaggio attorno all’amata, un viaggio d’esplorazione e di scoperte sempre nuove, insomma una incostanza circolare che ritorna su se stessa fino all’esaurimento delle forze. Sta di fatto che l’amante più fedele non ama più di due giorni di seguito la stessa donna alla stessa maniera. Ma in queste stesse variazioni, tortuose e continue, si rivela l’attrattiva centrale e totale che le anima e, per quanto morboso, l’equilibrio non è meno reale. So anche che raramente ci innamoriamo perché accecati da un insieme completo di perfezioni dove nulla stona; in genere, dopo aver visto parecchie volte quella donna di cui un giorno ci innamoreremo follemente, mettiamo un certo periodo di tempo a passare sopra le imperfezioni che non ci piacciono in essa e a andare a fondo di un dettaglio che ci colpisce, che ci viene in mente continuamente, che ci perseguita. È il suo orecchio, per esempio, è la linea delle sue sopracciglia, è la curva del suo labbro superiore – o la lieve singolarità del suo carattere. “Questo tratto di bellezza ci stabilizza, ci determina” – dice in modo eccellente La Bruyère. Ma stiamo attenti a non assimilare questo fatto abituale ai fenomeni eccezionali rappresentati dai feticisti dell’orecchio, del naso, della mano o del vizio. Infatti, questo “tratto di bellezza” che afferriamo è solo l’estremità attraverso la quale ci mettiamo subito a dipanare tutta una matassa di grazie immaginarie o nascoste che si rivelano ai nostri occhi; e ben presto, trasfigurata, la persona si rivela del tutto piacevole da capo a piedi. È un’illusione, è vero, ma un’illusione tanto necessaria quanto deludente, più feconda di ogni verità. Sono d’accordo, se lo volete, a chiamarla delirio e follia, ma allora che si chiamino delirio e follia anche tutte le illusioni non meno profonde e molto meno gradevoli che servono da basi fondamentali alle società, insieme a molte menzogne. Del resto bisogna notare che, nei nostri giudizi sulle donne, ispirati dall’amore che chiamo normale o, piuttosto, dall’attitudine a provare questo amore, siamo tutti abbastanza concordi, almeno entro i limiti di uno stesso stato sociale o di uno stesso paese. Fra le innumerevoli combinazioni di contorni e di colori dove si gioca il genio interiore di ogni razza umana, ve ne è un piccolo numero che si avvicina all’ideale di bellezza che è latente nel cuore degli uomini; la prova che questo ideale non è pura fantasia, che la sua ragione d’essere non è semplicemente individuale ma è generale, è che, negli stessi ambienti sociali, sono sempre le donne che fanno girare e rigirare le teste. In questo, effetto dell’ereditarietà combinata con l’educazione e la suggestione dell’ambiente, i membri di una società si rassomigliano molto. Al contrario, l’amore morboso è suscitato dagli oggetti più diversi e ciò che eccita di più questo o quell’indiduo aberrante lascia totalmente freddi tutti gli altri. Tanti individui aberranti, altrettante aberrazioni. Ciò che è bello per ciascuno di loro, è brutto per gli altri. Altra osservazione. Per il fatto stesso che l’amore normale, nella sua complessità comprensiva, abbracci la pienezza del suo oggetto, esso presenta l’amante nella sua interezza, anima e corpo, aspirazioni e appetiti. Non è così nell’amore morboso. Prendo in prestito a Laurent, cosa che lui stesso ha fatto con Charcot e Magnan, l’esempio di quello squilibrato che, fin dall’infanzia, era, di tanto in tanto, ossessionato dalla passione erotica per i chiodi delle scarpe femminili e che, a 18 anni, era agitato da un fremito voluttuoso quando, passando davanti alle botteghe di ciabattini, vedeva mettere i chiodi alle scarpe femminili. Spesso “le sue idee si presentano senza che egli sia eccitato. Egli cerca di scacciarle, e allora esse lo assillano come delle furie. La sovreccitazione cerebrale arriva talvolta a provocargli delle allucinazioni, soprattutto nel momento in cui lotta contro i suoi pensieri e contro gli impulsi che li accompagnano; allora gli sembra che un secondo essere gli sia sovrapposto e gli fa capire, attraverso parole che gli echeggiano nel cervello, che ogni resistenza è inutile… Quando ha ceduto e, disperato, prende la risoluzione di non soccombere più, crede di sentire, sempre nel suo cervello, come una voce che gli fissa il giorno in cui cederà di nuovo. Quando quel giorno si avvicina, raddoppia le precauzioni per evitare tutto ciò che potrebbe aiutarlo a cedere; vi ci mette tutto il suo amor proprio; è come un duello fra l’essere estraneo e lui. Ma una volta arrivato quel giorno, una sensazione di languore si impadronisce di tutta la sua persona, la sua intelligenza si oscura e la crisi non può essere evitata…”. In questo caso vi è una autosuggestione evidente quanto irresistibile e, come in tutti questi casi, possiamo dire che la persona è come scissa in due, che uno dei frammenti è diventato lo strumento passivo e irresponsabile dell’altro. Perché irresponsabile? Perché questo automa non è affatto la persona abituale e autentica, bensì un’altra e dico proprio un'altra perché essa ne è solo un frammento. Bisogna dunque compiangere e non biasimare questo disgraziato quando soccombe; e se accade che commetta un crimine per soddisfare il suo desiderio insensato, bisognerebbe assolverlo. Ma, lo ripeto, questa scissione della persona, questa frammentazione dell’individualità, anche nelle più violente esaltazioni dell’amore normale non si verifica mai. Esso dispiega la persona nella sua interezza, fino nel suo fondo più riposto, ma non la snatura. Mostra, come attraverso un forte ingrandimento, tutto ciò di cui l’uomo è capace, tutto ciò di cui può essere a buon diritto giudicato colpevole, dal momento che è lui che lo vuole, nel pieno spiegamento della sua volontà e del suo desiderio. Spinge all’assassinio solo chi è crudele, spinge al furto solo chi è subdolo. Ne consegue, ed è molto importante, che i crimini passionali - che si potrebbero anche chiamare appassionanti, per come sono accolti dal pubblico – impegnano di solito la responsabilità morale dei loro autori. Infatti è sempre un amore normale e mai una passione patologica che li provoca. Il pubblico non si interessa molto ai veri malati, a quelli malati d’amore non più che agli altri. Anche gli artisti e gli scrittori che cercano di andare incontro ai gusti dei lettori, si guardano bene dallo scegliere i loro modelli fra gli anormali. Nessuna aberrazione erotica ha mai ispirato un romanzo, né un quadro, né un lavoro teatrale18, e nemmeno una commedia buffa. Vi immaginate una commedia che verte sull’amore per lo stivaletto di una vergine posseduto, perduto, ripreso, ecc… o sull’amore di un vegliardo per una bambina di sette o otto anni? Ci si può meravigliare, a prima vista, che gli amanti delle novità abbiano quantomeno trascurato questa sorgente di rinnovamento estetico. Ma, a dire il vero, essa è meno ricca di quanto sembri, e bisogna pensare che se per caso si osasse utilizzarla, inaridirebbe subito. L’amore normale è vario in ben altro modo, grazie alla sua stessa unità, senza parlare del piccolo grano di follia che spesso vi si mescola, non senza fascino, del resto”. (Tarde). Nel Dizionario enciclopedico delle scienze mediche, riguardo all’eziologia dell’inversione troviamo le seguenti righe, dovute al professor Lacassagne. Esse sono interessanti da leggere e istruttive. L’illustre medico legale vi indica con la sua abituale chiarezza la cause sociali della manifestazione viziosa dell’istinto sessuale. 18 Non dimentico le poesie dedicate all’amore greco. Ma si trattava allora di un’aberrazione generalizzata. L’eccezione conferma la regola. (Tarde). “Questa inversione dell’istinto sessuale si osserva anche negli animali, per esempio nei gruppi di maschi 19. E’ possibile affermare che si tratta di un fenomeno contro natura, o non è piuttosto la manifestazione esteriore di un imperioso bisogno funzionale? Ne abbiamo citato alcune osservazioni curiose in uno studio sulla criminalità negli animali (Revue scientifique, 1882). Segni di questa inversione sono stati notati sia in diversi periodi storici che nelle società primitive, e nell’ambito del feticismo essa ha avuto dappertutto uno sviluppo straordinario. Senza entrare in approfondimenti storici troppo lunghi che troveremo del resto nella tesi di Chevalier, ricordiamo, nella Genesi, la storia degli angeli che alloggiano a casa di Loth, a Sodoma. Il culto di Baal non era altro che prostituzione maschile; il Levitico (Cap. XXVIII, versetti 22 e 23) annovera la pederastia fra le infamie; il Corano ne fa menzione (Cap. VII, versetto 79 e cap. IV, versetto 20), ma non sembra molto severo. Ad Atene abbiamo l’amore greco; esso si svolge alla luce del giorno e Ippocrate lo biasima nel suo giuramento. Se a Lesbo, a Tenos, vi erano dei concorsi di bellezza per le donne, presso gli Elleni se ne tenevano di uguali per gli uomini. Voltaire afferma: “Malgrado queste idee così lontane dalle nostre opinioni e dai nostri costumi, presso i Greci questo vizio era considerato un vizio vergognoso ogni volta che si mostrava apertamente e senza la scusa dell’amicizia o dei legami politici. Quando Filippo vide sul campo di battaglia di Cheronea tutti i soldati che componevano il battaglione sacro, il battaglione tebano degli amanti, uccisi nella stessa fila dove avevano combattuto, gridò: “Non crederò mai che della gente così coraggiosa abbia potuto commettere o subire nulla di vergognoso”. Queste parole di un uomo insozzato lui stesso da questa infamia è una prova sicura dell’opinione comune dei Greci. Presso i Romani la prostituzione pederastica è ancora più sviluppata e i documenti che possediamo su questo argomento sono considerevoli. Questi pederasti non erano neppure perseguiti dalla legge, dal momento che i regolamenti di polizia non gli assegnavano, come per le donne, un abbigliamento particolare e l’edile (magistrato romano, n.d.t) non li iscriveva sulle tavole della prostituzione. A condizione che non fossero nati liberi e non fossero cittadini romani, potevano ostentare senza ostacoli il loro vergognoso mestiere. Il più delle volte erano i figli degli schiavi che erano stati addestrati a questo osceno commercio: i bambini in affitto o pueri meritorii. I loro nomi del resto erano infinitamente vari; venivano chiamati pædicones, pædicator, pæderastes, pathici, cynædi, ephebi, gemelli, calamiti, amasii, spado, frater, concubinus e con uno stesso termine che designava la loro specialità, fellatores. È curioso constatare che le abitudini di questi prostituti fossero a quei tempi quasi simili a quelle dei moderni pederasti descritte da Tardieu. Avevano spesso dei caratteri fisici che li avvicinavano al sesso femminile, senza barba e peli, impregnati di olio profumato, con dei lunghi capelli inanellati, con abiti dai colori sgargianti, soprattutto di colore verde, da cui deriva il soprannome di galbinati, lo sguardo lascivo e spudorato, l’andatura indolente, la gestualità oscena e provocante. Si riconoscevano da certi segnali, il signum infame, che consisteva nell’erezione del dito medio che, per questo, fu anche chiamato il dito infame tanto che un uomo libero non lo ornava mai con un anello. Abitavano in una strada particolare, in via dei Toscani. Ve ne erano, come ai nostri giorni, di attivi e di passivi. Poi, accanto a questi prostituti, bisogna citare gli schiavi che risiedevano nella casa del proprio padrone: questi ultimi, afferma Petronio, portavano i capelli molti lunghi. È per questo che il giovane romano, il giorno del suo matrimonio, come pegno della propria fedeltà, faceva tagliare i capelli a tutti gli schiavi della sua casa. Gli autori greci e latini, storici e poeti, citano le depravazioni del gusto e il libertinaggio di uomini illustri che si dedicavano a questa passione, come Alcibiade, Cesare, Nerone, Adriano, così come, alla fine della sua carriera, Orazio, innamorato del bel Ligurinus. San Paolo nell’Epistola ai Romani, condanna queste abitudini viziose e mostra quanto dovevano essere frequenti. “Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura (Cap. I, versetto 26)”. “Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di 19 Dictionnaire encyclopédique des sciences médicales. Lacassagne: Article Pédérastie. Parigi, Masson, Asselin et C. passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini… (Cap. I, versetto 27)”. Nei secoli XIV, XV e XVI, epoche di esplosione di misticismo religioso e di follia genesica, vediamo apparire anche le passioni contro natura. Esse erano già apparse all’inizio del cristianesimo, quando la pederastia fu adottata e propagata da delle sette mistiche, come quelle dei Nicolaiti e dei Cainiti. Più tardi furono i Bulgari o “Bougres”, i Patari, i Catari, i Valdesi, gli Albigesi; tutti questi eretici furono sospettati del crimine di sodomia. Citiamo infine l’influenza dell’anno 1000, delle invasioni normanne, dei Flagellanti, delle Crociate, dell’ordine dei Templari, e poi l’arrivo degli Italiani in Francia al seguito di Caterina dei Medici. Il XV° secolo presenta un mostruoso esempio di delirio genesico. Questa epoca del ferro, dice Henri Martin, apprese con spavento e stupore dei misfatti di Gilles de Rays, maresciallo di Francia, contemporaneo e compagno d’armi di Giovanna d’Arco, che, nel castello di Machecoul in Bretagna, usò e sacrificò per suoi piaceri più di 800 bambini. Rays fu bruciato in una piazza di Nantes nel 1440. Sotto Enrico III ci furono i “mignons” (i favoriti del re, n.d.t)… Ai nostri giorni, la prostituzione pederastica è cresciuta in maniera inquietante, a Parigi e in tutte le grandi città. Nulla prova tuttavia che questo vizio si espanda sempre più. La nostra società moderna avrebbe ancora molto da fare per arrivare al grado di immoralità che abbiamo appena descritto in Grecia e a Roma e che si constata ai nostri giorni in certi luoghi, in Cina, per esempio. All’articolo Cina di questo Dizionario, il nostro amico Morache fornisce dettagli curiosi sulla prostituzione pederastica in questo paese e sui bordelli destinati a questo commercio. Sembra anche che esistano dei romanzi, spesso molto letterari, consacrati agli amori maschili, nei quali si ritrovano tutti i trasporti, tutte le peripezie del vero amore. In uno studio sullo stesso soggetto (Gaz. hebd.1872) E. Martin afferma che la prostituzione pederastica ha raggiunto in Cina delle proporzioni al di là di ogni paragone. Questa prostituzione può essere considerata come pubblica tanto è praticata liberamente. Essa è legata soprattutto alle botteghe dei barbieri. W. Chevers (Medical jurisprudence for India, 1876) consacra a questo soggetto che chiama con il nome di crimine contro natura, un interessante capitolo. Il Dr. Henry Coutagne lo ha voluto riassumere per noi. Il Dr Clemenger afferma che a Lahore si incontrano di frequente delle coppie di pederasti che camminano per le strade, tenendosi per mano, dondolando le braccia, riconoscibili dal loro colore livido e dallo sguardo smorto 20. Nel 1853, a Lucknow, vi erano almeno cento bordelli esclusivamente pederastici. In questa città una via era occupata da eunuchi che si dedicavano a queste pratiche. Prima dell’occupazione inglese il furto di bambini, destinati a questa Sodoma, veniva praticato in tutta l’India. In certi luoghi dell’India il commercio pederastico da parte degli eunuchi è molto frequente e organizzato. Questa classe particolare di individui aveva anche, nel 1852, un re che risiedeva a Delhi o a Furruckabad; gli uomini formano dei gruppi di cinque o sei individui, che vivono in una sola casa, sotto la direzione dell’eunuco più vecchio chiamato gooroo. Nei nostri paesi come si è fatto notare, la prostituzione è la scuola alla quale si formano i più abili e i più audaci criminali. È un procedimento di ricatto che è stato messo in pratica all’inizio da Lacenaire e dal suo complice Avril, della cui vergognosa passione era venuto a conoscenza a Poissy. Troviamo la pederastia come strumento criminale negli assassini di Tessié nel 1838, di Ward nel 1844, di Benoit e di Bérard nel 1856, di Bivet e di Letellier nel 1857, del bambino Saurel di due anni nel 1866, di Robin nel 1877. Ricordiamo, nel 1878, gli scandali clamorosi d’Auch, di Bordeaux, di Béziers, gli affari Gilles e Abadie detti delle cravatte verdi, l’affare Mielle nel 1844. Attualmente, oltre alla prostituzione di cui abbiamo appena parlato, sembra che l’istinto genesico cerchi le sue soddisfazioni nelle pratiche contro natura. I casi di sodomia coniugale non sono rari. Le prostitute, nei bordelli, si dedicano spesso al coito anale. La suzione del pene, i fellatori e il 20 Insomma, sappi que tutti fur cherci, E litterati grandi e di gran fama D’un medesmo peccato al mondo lerci. saffismo, hanno raggiunto una frequenza davvero inaudita. L’esplosione e il successo di una letteratura pornografica (lesbica in particolare) sembrano indicare che, nella società attuale, le inversioni o le anomalie dell’istinto sessuale tradiscono le turbe di un sistema nervoso squilibrato. Quali sono le cause che possiamo attribuire alla pederastia? Chevalier ha distinto tre varietà d’inversione sessuale: 1°) un’inversione acquisita, per esempio nella prostituzione pederastica e saffica; 2°) un’inversione nata negli agglomerati esclusivi come i collegi, i convitti, gli eserciti, le prigioni; 3°) un’inversione innata come nei casi di ereditarietà o di ermafroditismo morale. Ci sembra che Diderot abbia precisato ancora meglio l’insieme delle cause che possono produrre queste viziose abitudini. Alla fine della Suite de l’entretien du rêve de d’Alembert, Mademoiselle de Lespinasse chiede a Bordeu: “ Da dove provengono questi gusti abominevoli?” e Bordeu risponde: “Dappertutto, dalla carenza di preparazione nei giovani e dalla corruzione mentale nei vecchi, ad Atene dall’attrazione per la bellezza, a Roma dalla scarsità di donne, a Parigi dal timore del vaiolo”. Ciascuna di queste cause meriterebbe di essere studiata appositamente. Segnaliamo i cambiamenti d’umore e le eccitazioni della pubertà; i caratteri spesso effeminati dei pederasti, sovente marcati con il sigillo dell’infantilismo, con le loro forme arrotondate, arrestati nel loro sviluppo, e che, come afferma Brouardel, eccitano gli appetiti depravati con il loro habitus femminile, prestandosi forse più volentieri a queste pratiche vergognose perché non hanno delle forti attitudini maschili; le depravazioni estremamente eccitanti dei vecchi che, tutto ad un tratto, senza curarsi della propria dignità personale e dell’onore del loro nome, si comportano come dei veri esibizionisti. La mancanza di donne è una causa occasionale negli agglomerati esclusivamente maschili, per esempio negli eserciti, a bordo delle navi, nelle prigioni. Sainte –Claire Deville ha sollevato questo problema a proposito del ruolo dell’internato nell’educazione (Revue scient., 1871). Abbiamo fatto questa constatazione in Africa, nei battaglioni disciplinari e fra i consegnati in Val-de-Grâce; le coppie sono frequenti e per ammissione stessa degli individui, in questa sorta di unioni, il ruolo di ciascuno non si limita al modo in cui pratica il rapporto sessuale: uno dei due assume sempre il portamento, il nome, il linguaggio fino alle più piccole occupazioni dell’altro sesso. Non vi è dubbio che un certo numero di giovani come gli impiegati, i domestici, i militari, ecc…, terrorizzati dal quadro terribile, ma spesso esagerato, degli infortuni causati dalla sifilide e temendo il licenziamento da un posto che è spesso un mezzo di sostentamento o l’inizio di una carriera, si abbandonano a dei piaceri solitari o, se si presenta l’occasione, a delle pratiche pederastiche. Citiamo anche, riguardo agli operai, la stanchezza, i lunghi periodi d’ozio nelle grandi città durante la disoccupazione. All’inizio, sarà la facilità di procurarsi in questo modo un po’ di denaro, più tardi diventerà un vero e proprio lavoro. Per altri esiste il timore delle conseguenze dei rapporti sessuali con una donna: così il capo di una banda di giovani, di cui parla Hofmann, e che era stato condannato per pederastia spiegava “che un rapporto sessuale con una donna era troppo pericoloso, che poteva facilmente derivarne qualche cosa, mentre con i ragazzi non vi era da temere nulla del genere”. Hofmann si chiede se questa considerazione possa essere qualche volta la causa della sodomia coniugale. Ci restano ancora da menzionare dei casi in cui le cause della pederastia possono essere attribuite al timore dell’impotenza dovuta all’onanismo, ad una anomalia dello sviluppo degli organi genitali o a certe infermità nelle zone contigue. Spesso infatti i pederasti sono stati onanisti in gioventù; questo forse dipende nei due casi da una particolare eccitabilità del loro apparato genesico… In numerosi pederasti abbiamo osservato una o due voluminose ernie inguinali”. (Lacassagne) In un eccellente studio sull’inversione in Grecia, sebbene molto paradossale e con conclusioni, in alcuni punti, abbastanza diverse dalle mie, uno degli allievi di Lacassagne, il Dr. J. Arrufat 21 analizza le cause dell’inversione e le loro relazioni con l’altruismo, chiedendomi di ritrascrivere esattamente le sue parole. 21 Arrufat. Essai sur un mode d’évolution de l’instinct sexuel. Lione. 1893. “E’ probabile, e questo è il parere di Spencer 22, che i primi uomini abbiano vissuto per lungo tempo una vita selvaggia, sparpagliati casualmente in piccoli gruppi erranti. Pur impregnati di animalità, impulsivi, incapaci di riflessione e quasi di memoria, il piacere del momento, percepito vagamente in un io embrionario, faceva tuttavia vibrare tutto l’essere e lo assorbiva. Provavano solo i due bisogni che sono il simbolo della materia vivente: conservarsi e riprodursi; tutti i loro sforzi, tutti i loro desideri oscuri tendevano, senza tregua, alla loro soddisfazione . È per questo che gli uomini di quei tempi si accoppiavano secondo i loro capricci. Il maschio, brutale, accecato dalla potenza dell’istinto, cercava una femmina: è questa l’origine di quelle relazioni fra parenti prossimi che noi giudichiamo criminali e incestuose e che, frequenti nelle società giovani, sono comuni negli animali. Ma quando mancavano le femmine e la voglia, più dolorosa della fame, sovreccitava i maschi, era inevitabile che si manifestassero le deviazioni sessuali: l’uomo si indirizzava verso l’uomo. È ciò che potremmo chiamare la pederastia dell’animalità. Nessun animale, in un rapporto sessuale, ha il desiderio cosciente di riprodursi ma ricerca il piacere ed il piacere egoista. In realtà, ciò che rende naturale l’istinto che spinge l’uomo verso la donna, il maschio verso la femmina, è la molteplicità delle esperienze nel corso dei secoli passati. Ma l’istinto della riproduzione o, piuttosto, la tendenza che ci spinge a soddisfare questo bisogno, è molto anteriore e pertanto più potente. Infatti esso esisteva, ed esiste tutt’ora, nell’animale asessuato, nel più umile degli esseri, cioè la cellula e, come nelle forme più evolute, viene sempre ricompensato dal piacere che non è altro che il sentimento del libero gioco degli organi, della vitalità al massimo grado. Si tratta insomma della tendenza essenziale, irriducibile, della materia vivente: persistere nell’essere non solo come individuo ma anche come specie. E’ dunque legittimo credere che tutto ciò che costituisce l’uomo odierno, sentimenti, attività, pensiero, bisogni, desideri, aspirazioni, sia solo il risultato attuale dell’evoluzione di questa primigenia tendenza del protoplasma. Possiamo allora enunciare con Littré: l’altruismo è in correlazione con la sessualità. Questo problema è stato affrontato da diversi filosofi che hanno cercato di determinare la natura esatta di questa correlazione. Arréat 23 li ha criticati e ha tentato una sintesi. Individuerei nel lavoro di Arréat le uniche idee che mi potranno servire nel giungere alle conclusioni cui miro. “La separazione dei sessi – afferma Arréat – è stato un momento importante nell’evoluzione delle tendenze o impulsi istintivi degli esseri viventi. È li che hanno origine la simpatia o, piuttosto, i sentimenti di tenerezza. E’ in questo momento che le tendenze primigenie hanno iniziato a prendere le forme dell’altruismo. Ma rimane sempre da ricercare se la relazione, nel tempo, fra le forme della simpatia e la sessualità non sia una relazione causa-effetto. La domanda posta è: possiamo collegare le forme superiori della simpatia al desiderio stesso della specie? Questo è il parere di A. Bain. Egli stabilisce, nelle emozioni affettuose, la predominanza del piacere causato dalla primitiva sensazione del contatto animale. “Ogni creatura è disposta a donare qualche cosa per il piacere primario dell’abbracciarsi”. Dunque per Bain il toccarsi costituisce il significato fondamentale e generale. Ma perché esso si trova associato alle emozioni affettuose, semplici e non sessuali? Bain invoca il vivo godimento che è collegato alla funzione riproduttrice; da allora si fa una associazione fatale fra il toccarsi e il piacere sessuale; l’uno richiama l’altro. Consideriamo ora il ricordo di queste azioni non solo nell’individuo, ma nella vita di tutti i giorni, e comprenderemo, visto che ogni simpatia implica la gioia del toccarsi e che questa ricorda la gioia dell’amore, come sia nell’istinto sessuale che si trova il germe iniziale dell’altruismo. Che giudizio dare su questa teoria? L’enumerazione delle cause non è forse completa: forse non considera tutti i lati del problema. Così, perché non fare intervenire in sequenza, assieme al toccare, tutti gli altri sensi ed in particolare l’odorato? Non è poi il caso di ricordare che negli esseri viventi 22 23 H. Spencer. Principes de Sociologie. Arréat. Altruisme et sexualité. Rev. phil. Dicembre 1886. superiori vi è un superfluo di attività vitale e che questo superfluo è speso in parte attraverso il gioco? Perché l’altruismo non potrebbe essere anche un gioco? Ma poco importa; questo fatto sembrerebbe altrettanto stabilito quanto quello per cui l’istinto sessuale è all’origine dell’altruismo. Una volta ammesso ciò, ritorniamo ai primi uomini: questa volta essi sono evoluti oltre l’animalità, sono già coscienti, cominciano a ricordarsi, a paragonare, a giudicare. L’inclinazione che attira i sessi si idealizza attraverso l’apparizione della selezione: è nato l’amore. L’uomo non va verso la donna inconsciamente, brutalmente; prova piacere, prima di possederla, attraverso il ricordo individuale o ereditario; bacia, sente, guarda, ascolta; ben presto trasalirà di piacere di fronte alla bellezza morale, quando sarà arrivato a delle concezioni astratte, cioè molto generiche. Ora, nelle razze molto evolute, tutta questa voluttà associata all’atto sessuale, in qualche modo innestata in esso, finirà con lo svilupparsi ad oltranza. Essa un tempo si presentava a proposito dell’atto riproduttore, come una pianta parassita, ora il desiderio sessuale, sebbene sempre nel profondo dell’intero l’essere, sarà percepito nell’io cosciente solo dopo e attraverso questa voluttà ad esso associata. In seguito, questa voluttà, all’inizio limitata alla donna, si generalizzerà; essa potrà essere avvertita attraverso ogni tipo di contatto carnale: l’uomo si indirizzerà verso l’uomo per il semplice piacere di abbracciarlo; diventerà altruista, capace di provare simpatia, dolci emozioni, in apparenza asessuate. Ma fatalmente l’associazione risveglierà l’istinto più profondo. E allora appare la forma primitiva dell’altruismo: la pederastia con tutte le sue conseguenze carnali. Questo fenomeno ha dovuto essere precoce; ha dovuto manifestarsi molto prima che gli uomini fossero giunti alla nozione, anche incosciente, dell’interesse generale. Sono queste le idee che spiegano razionalmente certi dati della storia sociale dell’uomo! La pederastia si è estesa in tutto il mondo antico fin dai tempi più remoti; essa si è spenta, soprattutto come fenomeno fisiologico e psicologico, il giorno in cui le nozioni morali degli uomini si sono troppo sviluppate nella direzione dell’ideale e dell’immateriale: il divorzio apparente fra l’amore e il piacere sessuale si è accentuato nella coscienza. Ne consegue una teoria sull’evoluzione dell’amicizia. Nata dall’amore, si è in seguito evoluta parallelamente, purificandosi per così dire, idealizzandosi sempre più. Anche l’amore si trasformava, ma l’amicizia è andata più veloce. Fra i Greci del V e del VI secolo, assistiamo alle ultime manifestazioni della forma primitiva dell’altruismo e già ascoltiamo le prime proteste di un Socrate o di un Platone contro il suo lato carnale: sorge l’amicizia intellettuale. Ma un fenomeno psicologico dalle radici così profonde non sparisce bruscamente. Durante l’Impero romano, la pederastia è ancora molto frequente, ma è solo un atto esteriore, la sua base psicologica è sparita o, piuttosto, si è trasformata. Vi è un fatto che mostra l’evoluzione naturale dell’umanità verso l’intellettualismo; all’inizio, vi è l’amore degli uomini con il suo lato spirituale, germe della moderna amicizia, e con il suo lato materiale costituito dalla pederastia. Il lato spirituale, partito quasi dal nulla, si sviluppa sempre più, soffoca il lato materiale e la pederastia partita dalla brutalità ritorna alla brutalità. Anche ai nostri giorni, quante amicizie riposano su delle pure convenienze corporali? Quale senso dare alle gelosie dell’amicizia? E, nello stesso ordine d’idee, perché il frequente egoismo dei frigidi? Ora, se crediamo, con Guyau 24, che nessun fenomeno è isolato in noi, che ogni piacere veramente profondo è la coscienza nascosta di un’armonia generale, possiamo comprendere come, nei Greci, l’amore degli uomini sembra derivare da un sentimento estetico, dall’idolatria sensuale della bellezza. Il sentimento estetico non può essere considerato indipendentemente dall’istinto sessuale. Tutte le nostre funzioni possono rivestire un carattere estetico; desiderare, amare, ammirare, godere, sono delle attività dell’essere umano, identiche nel profondo; esse sono associate, aggrovigliate 24 Les problèmes de l’esthétique contemporaine. nelle razze giovani come nei bambini e non solo in virtù di una profonda origine comune, ma per l’effetto dell’esperienza indefinitamente ripetuta dalla specie. È per questo che nei Greci sensuali il sentimento estetico è stata la corda che ha fatto vibrare l’intero sistema. L’essere evoluto, cosciente, sta per risvegliare l’essere primordiale da cui deriva e che, impregnando il primo, vive una vita nascosta e vegetativa: l’effetto risale alla causa”. (Arrufat) Max Dessoir, di Berlino, mi ha inviato per la mia inchiesta un articolo davvero notevole da lui pubblicato su di una rivista tedesca 25. Ne estraggo un passaggio. Zur psychologie der Vita sexualis (Sulla psicologia della vita sessuale, n.d.t) Estratti. Max Dessoir. Berlino. Traduzione di Aubry. “…L’impossibilità di sposarsi influisce crudelmente sugli omosessuali che hanno il senso della famiglia. Anche nel caso fosse possibile vivere maritalmente con una persona dello stesso sesso, da questa unione non potrebbero nascere figli, e senza di essi non c’è né luce né calore nel focolare domestico26, e inoltre mancherebbe quella dolcezza di sguardi che rende una vera coppia partecipe della società. Se abbiamo invocato la violenza della passione omosessuale, possiamo dire, oggi, che questa violenza è causata in gran parte dal poco rispetto che si testimonia alla Società… In questo caso infatti non vi è nessuna moderazione derivante dalla tolleranza sociale verso il coito normale e il matrimonio . Occorre aver visto questi disgraziati per comprendere la tragicità del loro destino. Rabow ce lo mostra in tutto il suo orrore quando ci parla di quell’invertito che è attratto sessualmente dal proprio fratello. Troviamo qui riuniti l’amore omosessuale contro natura e l’attrazione sessuale nei confronti di un fratello… … L’omosessualità è già una cosa così triste e orribile in se stessa, che tutti i tentativi che si fanno per sradicare e per guarire questa malattia dovrebbero essere ben visti dall’opinione pubblica e non coperti di scherno come si fa troppo spesso. A questa considerazione di ordine generale aggiungeremo alcune annotazioni di secondaria importanza. Le persone prive di pregiudizi dovrebbero rimanere colpite dalla cura con cui gli omosessuali e i loro compagni di piacere si attribuiscono un’alta posizione sociale. Si spacciano, come i loro amici, per personaggi distinti, ben educati e pieni di talento. La loro stupida ambizione serve a nascondere la loro condizione di paria, ma, comunque sia, non possono mai, malgrado il “gran numero” di loro consimili appartenenti alle classi superiori, astenersi da relazioni omosessuali 25 Max Dessoir. Zur Psychologie der Vita sexualis, 1 opuscolo di 35 pagine. Di Max Dessoir (Traduzione di Aubry). A proposito del fattore estetico. Il fattore estetico nell’omosessualità è, come nell’eterosessualità, associato strettamente al fattore sessuale. Un pederasta di mia conoscenza, che fin dalla giovinezza aveva preso l’abitudine di analizzarsi da solo, mi ha descritto i drammi che si svolgevano nel suo animo quando, durante lo sviluppo della sua malattia, scoprì inopinatamente, suo malgrado e presto anche con suo grande dispiacere, che un bel giovane esercitava su di lui la stessa impressione suscitata sui suoi compagni e amici dalla vista di una graziosa ragazza. Si tratta in questo caso, beninteso, del piacere sessuale estetico che noi tutti conosciamo. Ma, nell’omosessualità pienamente sviluppata, vi è un impulso del tutto particolare. Il pederasta e la tribade attribuiscono grande importanza al vedere e al toccare rispettivamente la verga e la vulva, importanza che non riusciamo a comprendere. Nei loro sogni e nelle combinazioni della loro immaginazione, ambedue vagheggiano genitali ben formati di un individuo dello stesso sesso, mentre la massa degli esseri umani, nel momento dell’eccitazione erotica, pensa relativamente poco ad essi. Nei rapporti sessuali normali il godimento raggiunge la sua massima intensità proprio nel momento del possesso degli organi sessuali. I baci, i toccamenti, gli abbracci, sono solo i precursori dell’atto di possesso della persona desiderata, che viene allora simboleggiata, per così dire, nell’attributo sessuale. Invece, è soprattutto in questi preliminari che i pederasti e le tribadi trovano il loro piacere e non sentono il desiderio di possedere l’essere amato e di eiaculare. La natura, tuttavia, anche in questa inclinazione a lei contraria, non rinuncia ai suoi diritti e rimpiazza ugualmente il coito come può. È attraverso i sensi che ci rendono relativamente padroni del mondo esterno che l’omosessuale prende simbolicamente possesso delle parti genitali dell’altro e, in questo caso, questi organi sessuali rappresentano per così dire, tutta la sua personalità; è allora, ma solo allora, che l’estrema sovreccitazione provoca la eiaculazione. Max Dessoir. 26 con persone venali. Le tribadi se le procurano con relativa facilità; scelgono una prostituta che vende il suo corpo ed è abituata ad avere anche rapporti omosessuali. I pederasti, al contrario, trovano solo individui normali spinti dall’amore per il lusso o altri omosessuali che cercano di rendere la loro professione più lucrativa possibile… Sappiamo che i pederasti che si prostituiscono cercano di attirare l’attenzione imitando i modi di fare e le maniere femminili. Questa mania non è innata; essa è, ahimé!, solo il prodotto dei rapporti sociali e il segno distintivo di questi esseri venali. In alcuni pederasti essa è piuttosto accidentale, dal momento che anche degli uomini, di costituzione normale hanno talvolta nei loro modi qualcosa di femminile; in altri è solo una deformazione sessuale della donna. Quanto al fattore personale possiamo dire che non è predominante nell’omosessualità. Gli omosessuali, a qualunque sesso appartengano, non sembrano essere capaci di un amore esclusivo e durevole né di potersi legare interamente ad una sola e medesima persona. Essi cercano piuttosto alcune determinate qualità. Così, per esempio, quando si indirizzano verso i ragazzi, è la verginità che vogliono, occorre che questi non abbiano ancora avuto delle relazioni sessuali. A Napoli, per esempio hanno molto successo i ragazzi “senza pelle”. Più tardi, si accontentano di uomini che hanno relazioni con le donne e non con gli uomini. Arrivano a formarsi un ideale sommando le numerose esperienze, soprattutto quelle che sono state particolarmente gradevoli, e credono di trovarlo impersonificato ora qui, ora là; ma la forma più elevata del sentimento amoroso resta per sempre sconosciuta alla loro sensibilità contro natura. Il loro essere, sprovvisto di equilibrio, non può accontentarsi di un amore costante e durevole. L’ardore erotico e l’inclinazione a sognare possono, a colpo sicuro, fare di un omosessuale un eccellente artista, ma mai un sacerdote del vero amore… Questa analisi non è sufficiente per lo psicologo, a lui servono conclusioni utili per esprimere un giudizio morale. Da queste sarà facile, in seguito, trarre alcune conseguenze giuridiche e mediche. Ci si è sempre sforzati, in modo teorico, di giustificare l’omosessualità cercandone la causa nelle imperfezioni fisiche. Se il mito di Platone fosse vero o se gli omosessuali, come la gente crede ancora, fossero ermafroditi, potremmo comprendere facilmente e anche scusare l’inclinazione contro natura del sentimento sessuale. Conosciamo fin troppo bene la profonda influenza della castrazione sull’intera personalità morale. Ma i difetti degli organi sessuali non possono essere spiegati e la scienza contemporanea si vede quindi obbligata a cercare altri mezzi per formarsi un proprio giudizio. Il primo consiste nel paragonare questa malattia ai casi di depravazione morale, che si incontrano accidentalmente in certe circostanze, come l’alcolismo o la nevrosi. Nell’alcolismo, insieme alla depravazione degli istinti, troviamo sì una qualche forma di intelligenza ma anche tutte le forme dell’abbrutimento, mentre i pederasti e le tribadi conducono una vita attiva, piacevole, sentimentale e varia. Nei nevrotici, cioè nelle persone eminentemente isteriche o epilettiche, si tratta di istinti che appaiono nei momenti di crisi, mentre la caratteristica dell’omosessualità risiede nell’ininterrotto desiderio del piacere erotico omosessuale. Il mezzo migliore sarebbe di accostare gli omosessuali alla folla degli individui psicologicamente inferiori, quelli che gli Inglesi chiamano “inferior beings” e i Francesi “squilibrati”. Ciò che avvicina costoro agli omosessuali è per prima cosa il loro livello psichico relativamente elevato, eccetto la profonda lacuna che possiamo qualificare, senza esitazione, come “monomania”; poi, la loro abitudine di porsi con la loro “natura particolare” al centro di un mondo immaginario che edulcorano in modo esagerato 27; infine la loro incapacità di correggersi. È certo che fino ad oggi l’omosessualità non presenta nessuno dei caratteri di una malattia empiricamente definita i cui sintomi antropologici e anatomici siano facilmente riconoscibili. Tuttavia, se ci richiamiamo alla nostra analisi, sarà difficile dubitare del carattere patologico di questa malattia. Se consideriamo, inoltre, che questa inclinazione immorale, di cui non si è potuto mai calcolare la forza, non può spiegarsi interamente attraverso gli antecedenti o il carattere dell’individuo, che essa si radica 27 Il miglior esempio sono gli scritti di Ulrichs che Moll analizza molto bene nel suo libro. profondamente, malgrado la volontà e la conoscenza che se ne ha, che si slancia, per così dire, ben al di là degli orizzonti che l’individuo si crea e che si attiva in certi momenti, vorremmo ancora accontentarci delle formule astratte dell’uomo sano o malato, dell’uomo più o meno libero? Se riteniamo che l’omosessuale sia suscettibile di guarigione e che, in quanto tale (a prescindere dai casi di seduzione o di scandalo pubblico) possa essere riconosciuto colpevole, dovremmo considerarlo al pari degli squilibrati. Su questo punto, per il momento, ci asteniamo da ogni commento, ma potremmo consigliare di attenersi alle decisioni mediche e giuridiche più elastiche possibili, dal momento che qui, come altrove, la verità è una questione di sfumature”. (Max Dessoir) Non potrei concludere meglio questa mia analisi, se non citando le oculate riflessioni di Raffalovich. Fra le sue eccellenti pagine pubblicate negli Archives d’Anthropologie criminelle, come risposta alla mia indagine, riporto, con il suo consenso, le seguenti righe, apparse sotto il titolo: Alcune osservazioni sull’inversione. Risposta al paragrafo I° del questionario pubblicato il 15 gennaio 1894 28. Ecco alcune osservazioni. Gli invertiti non possono dirsi soddisfatti della vecchia spiegazione dell’animo femminile in un corpo maschile. Alcuni di loro sono più virili degli uomini comuni e si sentono portati verso il proprio sesso proprio a causa della similitudine: affermano di disprezzare troppo le donne per essere effeminati. Altri credono che la similitudine possa essere all’origine di una passione paragonabile a quella suscitata dalla dissimilitudine sessuale. Da uomini che amano un uomo, assicurano che se fossero donne amerebbero una donna. Sono gli unisessuali per eccellenza. Sono anche quelli superiori, i più interessanti, i soli forse che non mentono per il piacere di mentire o senza saperlo. Si potrebbe ammettere (e questa sarebbe una regola abbastanza generale) che più un unisessuale possiede valore morale, meno è effeminato. È un errore credere che gli unisessuali, gli invertiti in genere, si riconoscano fra di loro. È una delle loro vanterie che è stata molto ripetuta. Ma uno dei loro soggetti di conversazione è proprio quello di chiedersi se il tale o il talaltro condivida i loro gusti, le loro abitudini o le loro inclinazioni. Gli effeminati si riconoscono naturalmente fra di loro, ma sono facilmente riconoscibili anche da chi non lo è. La prudenza, l’amor proprio, l’orgoglio, il rispetto di se stessi, un affetto profondo, mille sentimenti, impediscono ad un unisessuale di rivelarsi, a meno che non sia un debosciato o molto effeminato. Credo che gli invertiti nati siano meno viziosi, meno libertini, più onesti, più stimabili della maggior parte dei pervertiti. Possiamo, senza troppi inconvenienti (o anche senza alcuno), essere legati da amicizia a un invertito-nato, ma non mi è mai successo di trovare un pervertito la cui perversione fosse unicamente sessuale. È tuttavia possibile che delle circostanze eccezionali (l’isolamento, l’influenza di un pervertito importante e superiore) agiscano su un individuo e lo invertano senza troppo danneggiare il resto del suo carattere. In questi casi non ci si accorgerebbe dell’inversione dal momento che essa sarebbe limitata a dei rapporti con un solo individuo, l’invertito superiore, e potrebbe alla lunga affinarsi al punto di diventare irriconoscibile. Quanto all’inversione prodotta dall’isolamento, potrebbe sparire con la fine di questo o, se dovesse persistere, potrebbe rimanere totalmente sessuale. È nell’invertito nato che l’inversione è il più delle volte totalmente sessuale. L’invertito nato si abitua al suo carattere; la sua inversione non gli è stata insegnata dal vizio, dall’impotenza, dalla 28 Vedere p. 105. (Archives d’Anthropologie criminelle, de Criminologie et de psycologie normale et pathologique, 1894). vanità, dall’amore del guadagno, dall’imitazione, dalla debolezza, dalla paura o dal desiderio di impossessarsi di qualcuno che è necessario o utile, tutte cause, queste, all’origine della perversione. I medici che cercano di guarire gli invertiti non hanno considerato abbastanza i pericoli ai quali espongono i loro malati; possono trasformare il loro invertito in un pervertito. Non credo molto alle guarigioni permanenti della tendenza sessuale - ogni guarigione imperfetta può fare di un invertito un pervertito. E se l’invertito è pericoloso e contagioso, il pervertito lo è ancora di più. Quest’ultimo ha più punti di contatto con il giovane normale, lo intimidisce di meno, rispetto ad un invertito, se ne impadronisce meno profondamente, ma più facilmente. Gli uomini che hanno sedotto, corrotto, insozzato gli animi e le vite dei loro simili più giovani sono di solito dei pervertiti. Essi non sono sempre stati degli unisessuali, hanno una maggior presa, sono più viziosi. L’unisessuale che tenta la via della bisessualità, diventa altrettanto corrotto dell’uomo normale che si dà all’unisessualità; essi hanno tutti i vizi, quelli che gli sono propri e quelli degli altri. I medici dobrebbero ricordarsi di questo prima di tentare di curare un invertito-nato. Mentre gli invertiti inferiori trovano troppo facilmente delle soddisfazioni adeguate, l’invertito superiore è il solo che potrebbe veramente desiderare di cambiare il proprio stato, e invece di aggiungere i vizi dell’uomo normale a ciò che ha già di anormale, potrebbe (se ben diretto) tentare di elevarsi al di sopra di se stesso e del suo vizio. Le tendenze della nostra epoca e il disprezzo che si prova per la religione, rendono la castità più difficile per ognuno e l’invertito ne soffre più degli altri. In presenza di un invertito onesto, invece di farne un donnaiolo e il padre di bambini che soffriranno quanto o più di lui, bisognerebbe provare a tenerlo occupato, ad interessarlo, a mostrargli degli orizzonti che egli potrebbe raggiungere a forza di sforzi e di volontà. Se la castità fosse una virtù più accreditata, la consiglierei ai medici come rimedio più efficace di quello che consiste nel mandare un invertito da una “ragazza” per prepararlo al matrimonio e alla paternità. Sarebbe meglio non aumentare il numero di mariti e di padri invertiti e pervertiti. Invece di mostrare all’invertito quello stato normale che gli è impossibile raggiungere, bisognerebbe fargli sperare, un giorno, di superarlo. Ma come è possibile questo senza onorare un po’ di più la castità? Quanto all’invertito che vuole sposarsi per avere dei bambini, il suo desiderio è quasi colpevole; se si sposa per convenienza sociale, per riabilitarsi, per compiacere la sua famiglia, dovrebbe sposare una donna più anziana di lui, una donna di mondo, che non ignora nulla e accetta la situazione. Anche in questo caso, comunque, il futuro è molto incerto. Le donne di oggi si interessano molto all’unisessualità maschile. Se ne parla molto attualmente; le donne sono molto informate sull’argomento, e non solo le donne unisessuali (che sono tutte complici dei maschi unisessuali, ad ogni livello – dal platonismo all’abiezione), ma anche le donne oneste. Le donne hanno contribuito non poco alla ostentazione mondana dell’unisessualità maschile. Giunte ad una certa età, le donne che non attirano più l’attenzione dei veri uomini si circondano di unisessuali che le fanno la corte per impressionare il pubblico. È così che alcuni invertiti e pervertiti dovrebbero essere rinchiusi in case di cura o nei penitenziari, se ne vanno in giro per il mondo dove diventano focolai d’infezione. Ogni tanto mi domando se coloro che si occupano seriamente dell’inversione sessuale non farebbero meglio ad essere un po’ più puritani e un po’ meno innocenti. Essi descrivono gli uni dopo gli altri gli “esercizi” fisici già descritti da Marziale e Petronio e vantati da Verlaine 29 e Platen30. In latino, in tedesco, in francese, più raramente in inglese, con o senza perifrasi, riferiscono 29 Verlaine: E per esaudire i loro voti, ciascuno di loro, a turno, compie l’azione suprema, ha la perfetta estasi - Talvolta la coppa o la bocca e talvolta il vaso estatico come la notte, fervente come il giorno. I loro bei sollazzi sono grandi e gai. Niente crisi di quelle: svenimenti, nervi. No: giochi coraggiosi, poi felici braccia stanche attorno al collo... 30 Platen: Lasciaci riposare qui nell’oscurità una dopo l’altra tutte quelle pratiche da sempre note all’umanità invertita o pervertita o istruita. Credo che sia arrivato il momento di finirla e mi immagino che i lettori di opere scientifiche o psicologiche possano fare a meno di un resoconto di vizi tutto sommato abbastanza ristretti. Una volta stabilita la maggior parte dei vizi omosessuali (il che è stato necessario per dimostrare la rarità dell’atto sodomitico), non vedo che cosa la scienza ci guadagni a ripeterli continuamente. Forse non mi lamenterei se l’inversione e la perversione fossero trattate con meno candore. Gli scrittori e i loro lettori sono così poco al corrente dei vizi estremamente diffusi (e che si diffondono sempre più) che non possono né comprenderli né parlarne, senza scusarsi o intimidirsi. Perché non parlare di ciò che vedono con i propri occhi invece di citare le indecenze o gli errori dei loro predecessori? Se non possono o non vogliono vedere con i propri occhi, se non hanno abbastanza acume o coraggio, perché allora dedicarsi ad una questione così importante e che richiede una acuta visione scientifica e una conoscenza del mondo come è nella realtà? Mi sembra che uomini senza dubbio intelligenti ed eccellenti, su questo terreno, scivolino quasi tutti sulla stessa china. Hanno conosciuto o individuato degli invertiti o dei pervertiti? Se no, non dovrebbero parlarne. Se ne hanno conosciuti o individuati alcuni , allora perché non si spingono un po’ più oltre? In Germania e in Austria, Moll, Dessoir (che ha tanto contribuito alla psicologia dell’inversione sessuale) e Krafft-Ebing (autore della vasta Psychopathia sexualis, un libro prezioso che però raccoglie troppe menzogne della razza più bugiarda, quella degli invertiti e dei pervertiti) sfuggono a questo rimprovero. Mi sembra però che Krafft-Ebing creda troppo alle proteste dei suoi malati. È naturale che gli invertiti cerchino di guadagnare alla loro causa un uomo della celebrità e del merito di Krafft-Ebing e si comprende facilmente che il suo buon cuore e la sua lealtà verso l’umanità si siano lasciati trasportare più di una volta. Non credo che gli invertiti siano da compiangere, come invece fa Krafft-Ebing. Se sono degli invertiti superiori soffrono per le stesse cose che hanno sempre fatto soffrire gli uomini superiori; la lotta fra la coscienza, le inclinazioni, la saggezza e il mondo non è peggiore per l’invertito superiore di quanto non lo sia per l‘eterosessuale superiore. Commiseriamo pure gli uomini superiori se vogliamo, ma, se ci troviamo di fronte a un uomo insigne, la lotta contro le passioni è pressappoco la stessa, qualunque siano le passioni del lottatore. Quanto agli invertiti ordinari o abietti, essi non sono e non credano di essere da compiangere più degli ubriachi che bevono per gusto o per abitudine o degli uomini che vanno solo con prostitute o con donne dai facili costumi o venali. Ritornerò su questo punto più avanti. Se Il lettore vuole farsi un’idea della confusione che regna fra gli esperti, citerò il voluminoso libro del Dr. Dallemagne “Dégénerés et déséquilibrés” (Degenerati e squilibrati n.d.t). Per non rallentare il ritmo di questo studio e appesantirlo, rimando alla seconda nota, alla fine del saggio; spero che il Dr. Dallemagne che mi cita senza criticarmi, non mi accuserà d’ingratitudine. Lo prendo come esempio in quanto è il più recente fra gli esperti e certamente non perché sia meno serio degli altri. Si nasce più o meno invertiti, si può diventarlo sia durante il periodo di indifferenza sessuale (così finemente analizzato da Max Dessoir, che dura qualche volta fin dopo la pubertà), sia molto tempo il mio viso vicino al tuo, ed anche il petto e i fianchi. Ascolta il fruscio degli antichi olmi; sarà un coro di elfi che compenetra l’etere sussurrando lussurioso il bisbiglio degli sposi? Nell’assoluta tranquillità ci beiamo soltanto l’uno dell’altro e ci abbracciamo con la coscienza pulita; lontani da qualsiasi preoccupazione sperando di non perdere mai quel che è stato ottenuto, questa fortuna appartiene soltanto a me e che nessuno me la tolga. dopo. Le circostanze, l’isolamento e le sue conseguenze, i cattivi esempi e i cattivi consigli, le letture e le conversazioni, un seduttore giovane e appassionato o prudente, abile e pieno di esperienza, gli insuccessi della sessualità eterosessuale, le malattie, le psicosi transitorie o permanenti, la vanità, la cupidigia o anche la necessità, possono trasformare un eterosessuale in un omosessuale. Nell’invertito nato, l’inversione si manifesta molto presto. Bisognerebbe conoscere a fondo la sessualità infantile, di cui in realtà conosciamo ben poco, per sapere se le tendenze eterosessuali si sviluppano realmente con maggiore lentezza o se piuttosto non le notiamo quando le incontriamo. Prima di affermare che questa precocità sessuale (precocità dei sentimenti e non degli atti) è negli invertiti un segno di degenerazione, bisognerebbe conoscere la proporzione di bambini eterosessuali sessualmente precoci. Quanti bambini e bambine si incapricciano gli uni degli altri o di persone adulte! Quanti bambini di cinque anni si invaghiscono di una bella signora o di una ragazza più grande! Intorno a loro si sorride, si racconta davanti a loro ciò che essi avvertono misteriosamente e che esprimono in modo molto buffo, e così i piccoli, alla lunga, si rendono conto dei loro sentimenti. Di certo queste attrazioni sentimentali non sono rare nei bambini. Esse vengono favorite scioccamente perché divertono, ma siccome quando sono di tipo omosessuale non divertono, non ci si fa attenzione. Il bambino capisce tutto questo anche se in modo non chiaro; quando manifesta qualche segno d’emozione prodotta in lui dalla presenza o dal contatto di un uomo, si accorge che la sua agitazione passa inosservata. Lo si prende in giro quando regala un fiore ad una donna, ma quando trattiene la mano di un uomo non si dice niente. L’uomo lo interessa molto più della donna e le persone grandi, evidentemente, credono il contrario. Il bambino indovina molto presto che vi è un malinteso e, con quella meravigliosa dissimulazione tipica dei bambini, accetta la situazione. I bambini sono ipocriti, non solo per ignoranza, ma ancor più per paura e per prudenza. I bambini sanno molto presto ciò che devono dire e soprattutto quello che devono nascondere. Questa abilità non deve affatto stupire poiché la ritroviamo anche negli animali domestici. La vanità e il desiderio di approvazione caratterizzano i bambini come gli animali. È naturale anche che l’invertito si ricordi così nettamente della precocità delle sue inclinazioni. Arriva un momento, nell’esistenza di ogni invertito, in cui egli decifra l’enigma della sua tendenza omosessuale. È allora che cataloga tutti i suoi ricordi per giustificarsi ai propri occhi, si ricorda di essere quello che è fin dalla prima infanzia. L’omosessualità ha colorato tutta la sua infanzia attraverso il pensiero, il sogno, la riflessione, molto spesso in perfetta innocenza. Si é immaginato, ancora piccolo, di essere rapito dai briganti, dai barbari; a cinque, sei anni, ha sognato il calore dei loro petti, delle loro braccia nude. Ha sognato di essere stato loro schiavo e ha amato la sua schiavitù e i suoi padroni. Non ha avuto il minimo pensiero sessuale, ma ha scoperto la sua vocazione sentimentale. L’invertito nato può forse beneficiare di una eccezionale innocenza fisica quasi fino alla pubertà, se non incontra dei cattivi consiglieri e se è timido e ignora il suo proprio corpo. La sua depravazione è allora assolutamente cerebrale e affettiva. Essa non si indirizza ancora verso le persone che lo circondano. Ama i quadri, le statue, le immagini che rappresentano delle graziose figure maschili. Se lo interessano gli operai è per i loro vestiti così diversi da quelli che vede indossati dai suoi genitori e prova già quella passione tipica degli invertiti per tutto ciò che assomiglia ad una uniforme, ad una divisa. Quello che i Tedeschi chiamano soldaten liebe è talmente conosciuto e diffuso fra gli invertiti e i corrotti, in tutti i paesi europei, che, in certe città, a Londra in particolare, il numero di soldati che si prostituiscono è più grande di quanto si voglia credere 31. Non è esagerato affermare che in certi reggimenti gli indizi sono a favore della venalità della maggioranza 31 Siamo in grado di affermare che in Francia, almeno nell’esercito continentale, tali fatti sono assolutamente eccezionali; l’inversione può apparirvi come in ogni gruppo monosessuato, ma gli atti sessuali esistono in quantità infinitesimale; se, per caso, si producono sono repressi con la più estrema severità. Penso che in tutta la sua carriera (30 anni di servizio) un’uffficiale possa, in Francia, constatarne non più di due o tre casi e nella maggior parte dei casi non li nota neppure, salvo nei battaglioni disciplinari, nelle colonie (Laupts). dei soldati. La clientela deve essere numerosa e assidua visti i risultati. Il soldato è il pallino di molti invertiti, e il soldato, non appena si trova solo o assieme ad un commilitone, cerca di sera – nemmeno di notte - di provocare il suo cliente con lo sguardo e la sua andatura. I suoi abiti morbidi e invitanti producono l’effetto voluto. È qualcosa di deplorevole e penoso a cui saremmo ben contenti di trovare un rimedio, oggi impossibile. L’impudenza e la venalità non potrebbero essere spinte più lontano. La sera, in Hyde Park, quando non fa ancora completamente buio, si sentono gli invertiti dire con disappunto: “ C’è troppa luce qui” – mentre gli eterosessuali si fanno meno scrupoli. Che fare? Ahimè! Lo spettacolo nauseante di questi uomini e donne stravaccati e abbracciati all’aria aperta demoralizza le persone già demoralizzate. Con quella pazienza e quella tenacia che non devono stupire in un bambino, tutto ciò che ha un rapporto anche impercettibile con l’inversione lo appassiona. Ne segue le tracce con il fiuto di un animale o di un Pellerossa o di una donna. Ancora giovane e del tutto vergine, si sente pronto a tutto ciò che ignora. Fa dei sogni eroici. Si immagina di essere un eroe che ama un altro eroe e le sue visioni ad occhi aperti non sono meno fantastiche delle fiabe. Egli è o l’eroe o l’amico preferito o anche, più raramente e non per molto, l’eroina dei romanzi che legge o che sente raccontare. L’invertito nato non è necessariamente effeminato; non lo è sempre e non cerca sempre la compagnia delle bambine e i loro giochi. È utile ricordarsi che gli invertiti effeminati sono quelli più conosciuti, dal momento che hanno molto più la mania delle confidenze e delle vanterie. Gli invertiti che se ne stanno zitti non li riusciamo, per il momento, a individuare e Krafft-Ebing non li menziona. Tuttavia esistono e sono loro che ci impediscono di disperare della razza degli invertiti. Senza di loro, i vizi femminili aggiunti a quelli maschili sarebbero uno spettacolo troppo desolante. È difficile rendere giustizia agli invertiti, come sarebbe difficile essere giusti verso gli eterosessuali, se ci si occupa esclusivamente della loro vita sessuale. La menzogna e la sessualità si sfiorano così da vicino perché la realtà smentisce il desiderio, perché il prima e il dopo si toccano e si contraddicono. Se oggi l’uomo osasse, se non fosse succube del diffuso materialismo, come giudicherebbe diversamente la sessualità! L’invertito si crede abbastanza disinteressato per giudicare la bassezza della sessualità, solo che non ha il coraggio di andare fino in fondo e di ricercare la castità; inventa argomenti a favore dei suoi gusti personali. Se fosse l’essere superiore che si immagina e se fosse religioso, cercherebbe di liberarsi dai legami della carne e di rendersi utile all’umanità. Solo quelli che non sono materialisti sanno quanto potrebbero apportare a un invertito il celibato e la continenza. Il giorno in cui l’invertito non reclamerà più l’indulgenza della società, comincerà allora a giustificarsi agli occhi degli uomini veramente superiori. Si dice che dal momento che l’eterosessualità non viene repressa, l’omosessualità debba essere favorita in egual misura: strana logica, se, come credo, la repressione dell’eterosessualità è uno dei problemi del futuro… Parallelamente a questo romanzare, a questo platonismo, a questa favola fantastica, il bambino prova un’attrazione fisica verso l’uomo e forse non sa ancora che i due pensieri che lo interessano sono legati insieme. Il bambino può cercare ogni giorno il modo di sfiorare la mano o il corpo di un domestico, a pranzo per esempio o sulla scala, e ogni giorno lo stesso bambino può anche fare i sogni più puri e fantastici. Questa incoerenza è frequente nei maschi come nelle femmine; nei maschi soprattutto può essere scioccante. Essa sfocia nell’ipocrisia, nella debolezza, nell’inutilità. Le virtù che esistono solo nelle intenzioni e non nella volontà non valgono molto, anzi spesso fanno più male che bene. Le belle parole, i bei pensieri di chi conduce una vita abietta, fanno più male ai giovani del debosciato senza vergogna. Non bisognerebbe mai parlare dell’ideale, di ciò che è casto e puro, dal momento che le parole caste di un vizioso agli occhi delle persone rozze, dei giovani o dei beffeggiatori rassomigliano troppo allo sfinimento dopo la dissolutezza. Gli invertiti portano avanti questa incongruenza fino fino all’estremo. Nella maggior parte di loro vi è una brusca differenza fra la teoria e il loro comportamento. Il loro penchant è così immacolato, sono così coscienziosi, secondo loro, e le loro soddisfazioni sono allo stesso tempo imperiose e facili da appagare. Isolati, cedono ad un improvviso desiderio o ricercano di tanto in tanto un compiacente amico di gioventù, amico più povero o spesso sposato. Questi invertiti non sono i peggiori. La loro ipocrisia può essere debolezza. Passata la prima giovinezza, non pervertiranno molto. Hanno una certa cura della loro dignità. Non sono casti, ma nemmeno dei libertini. Si potrebbe affidargli un giovane senza pericolo. Non diffondono il contagio. Si preoccupano del loro onore e della loro reputazione. Alcuni arrivano in qualche modo a dominarsi, a rimediare ai loro errori giovanili, e se superano la crisi – crisi altrettanto frequente nell’uomo dalla vita ordinata che nella donna onesta – possono morire rispettabili e rispettati. Gli invertiti non hanno scelto la loro natura e dobbiamo essere grati a quelli che si migliorano, che si purificano, e quando si proclamerà la superiorità dell’invertito che sa controllarsi sull’uomo eterosessuale che si abbandona alla sessualità, si tratterà solo di rendergli giustizia. Gli invertiti americani che non sono meno numerosi di quelli europei, si lasciano travolgere dall’ammirazione per i soldati inglesi e si trovano talvolta immischiati in tentativi di ricatto. Ma più che loro prudenza deve essere il dio protettore degli ubriachi a proteggere gli invertiti, dal momento che essi sono tanto ipocriti quanto temerari. Il bambino (per tornare a questo povero essere) probabilmente avverte nei confronti dei domestici in livrea o in maniche di camicia i primi sintomi di quell’ossessione dell’uniforme, ossessione che troviamo anche nella vita sessuale degli eterosessuali. Quanti uomini amano la donna vestita o svestita in un certo modo? La maggior parte degli uomini amano un certo tipo di persona e tutto ciò che gli si avvicina nel comportamento o nell’aspetto agisce su di essi in maniera più rapida e violenta. Spesso, dopo essergli stati infedeli, vi ritornano ancora più sottomessi. Gli uomini hanno poca immaginazione. C’è chi compie lo stesso pellegrinaggio con tutte le sue conquiste, che siano favorite o favoriti, c’è chi va ogni volta docilmente allo stesso museo, nello stesso posto nei dintorni della città, ecc, ecc. Sotto certi aspetti, la differenza di classe agisce quasi come la differenza di sesso. È possibile che questa osservazione che ho avuto spesso occasione di fare, spieghi i sonetti di Shakespeare. Un’ amicizia entusiastica (passione che non presuppone né inversione né perversione) e la distanza sociale fra Shakespeare e il giovane, legate alla gioventù dell’uno e alla maturità dell’altro, darebbero forse la chiave dell’enigma. Tra gli invertiti e i pervertiti si contano tanti uomini celebri e tante glorie, che di Shakespeare ne potrebbero fare a meno. Il bambino non sfugge a nessuna di queste influenze. I suoi genitori gli hanno proibito di familiarizzare con la gente del popolo e l’operaio, il valletto, il capo cameriere, il cocchiere diventano per lui sempre più desiderabili. Se il bambino è malato e se è attratto da uno di questi uomini, il suo cuore batte per il timore e per il piacere prima, durante e dopo. Paragona queste sensazioni a quelle che prova fra le braccia del padre o di un fratello e la differenza è così grande che non può sbagliarsi. Ammette la cosa in sé, ma non conoscendone il perché, si inventa delle spiegazioni e comincia a credere che gli piaccia questo o quell’uomo. Ma a piacergli non è un uomo particolare, quello il cui abbraccio lo manda in estasi e il cui contatto lo turba, ma è l’uomo in sé. Quando il bambino ha superato questa sua ignoranza ed è arrivato a conoscersi, la sua educazione sentimentale prosegue da sola. Il bambino si abbandona subdolamente ad una massa di atti impulsivi per attirare l’attenzione degli uomini che lo interessano, senza destare alcun sospetto nella sua famiglia. Una donna innamorata, comunque, non è né più folle e più prudente, né più paziente e più impaziente. Questi sotterfugi possono durare parecchi anni, prima, durante e dopo la pubertà. Il bambino è sempre più consapevole e il suo desiderio si fa più preciso. All’inizio non sa che cosa vuole di preciso, potrebbe essere un contatto qualunque, un bacio. La storia greca gli insegna che i Greci si amavano fra uomini, che erano belli, nobili, ammirevoli, che l’amore greco è condannato dalla società attuale, che Socrate e Alcibiade avevano dormito sotto lo stesso mantello, ecc. E’ più che sufficiente per attivare e riempire l’immaginazione del bambino. “Allora sono un antico Greco” dice a se stesso, e disprezza un po’ di più i moderni. È ancora troppo al di fuori dalla vita per venire guarito dalla sua inversione, la quale, al contrario, lo interessa, lo invade. Al collegio l’invertito può rimanere innocente come il bambino eterosessuale può essere indirizzato in maniera più o meno permanente verso l’omosessualità. L’influenza dell’internato è un problema molto importante e molto difficile da risolvere. Tutti o quasi tutti quelli che venissero interrogati sull’argomento, nelle loro risposte rimarrebbero probabilmente molto al di sotto della verità. Gli invertiti, per esempio, sono molto reticenti o molto spacconi. Molti di loro hanno la fissazione di vedere i loro simili dappertutto. Gli eterosessuali che non sono appassionati del pettegolezzo negherebbero sfrontatamente, per vigliaccheria, per pudore, per pigrizia, che ne so? I maestri, lo si immagina facilmente, non possono dire né vedere la verità su questo argomento. Se nelle prigioni è facile abbandonarsi all’unisessualità, i bambini viziosi o invertiti non sono meno ingegnosi dei prigionieri. Quelli che in collegio sono molto depravati sono spesso degli invertiti solo per vizio, in mancanza di altre occasioni. Alcuni bambini possono venire corrotti senza essere per questo degli invertiti. Numerosi invertiti hanno un pudore esagerato che può preservarli, sebbene la vita in comune sia nemica del pudore. È utile rimarcare, a questo punto, che quando notiamo in alcuni bambini un pudore istintivo, soprattutto in presenza di un uomo, è bene non fidarsi e chiedersi se non siamo in presenza di un invertito. Gli invertiti, quando sono molto piccoli, presentano tutti i sintomi del pudore se si tratta di mostrarsi svestiti davanti a qualcuno del proprio sesso. Questo pudore, a meno di essere sradicato dal collegio o dissimulato dalla prudenza, li accompagna per tutta la loro vita, e cominciare a superarlo è motivo di orgoglio. Dopo essersi dedicati accanitamente all’unisessualità, questo pudore viene meno e anzi, cercano piuttosto l’opposto. Il pudore di una donna di vita non è quello di una donna onesta o raffinata e orgogliosa. Non ho dati sufficienti per analizzare il problema dell’internato. I racconti, le confessioni di invertiti a questo proposito sono molto poco attendibili. Gli invertiti, l’ho già detto e lo ripeterò ancora, sono dei bugiardi e, parlando della loro infanzia, cercano di discolparsi e rendersi interessanti a furia di passione e di ignominia. Rimarcherò solo che alcuni bambini non si interessano ad altri bambini. Potrebbero così trascorrere il periodo di internato senza essere attratti dai compagni della loro età, mentre invece lo sono dai ragazzi più grandi i quali, in genere, non fanno loro attenzione, o dai maestri. È evidente che questi bambini potrebbero non essere mai in pericolo, anzi, i loro sentimenti verso gli insegnanti non farebbero altro che fortificarli nel desiderio di applicarsi. Sono dei bambini che non si sentono tali; nei loro sogni sono già adulti. Sappiamo invece che altri invertiti amano sempre qualcuno della propria età. Sono degli omosessuali ad oltranza. Hanno la passione della similarità e sono forse fra i meno effeminati. Vorrei insistere su questo fatto: gli invertiti possono non essere effeminati come possono esserci degli eterosessuali effeminati. È probabilmente abbastanza facile pervertire un effeminato e rendere effeminato un invertito. Gli invertiti licenziosi, logorroici o malati godono talmente dell’onore della pubblicità che gli altri sono ancora poco conosciuti. Questi ultimi raggiungono una maturità intellettuale e morale che non considera più il sesso come il perno dell’universo. Non stanno più a piangere sulla loro sorte. Devono portare a termine la loro missione sulla terra e cercano di fare del loro meglio. Vi sono ugualmente degli eterosessuali che, a un momento della loro crescita, si allontanano dalla vita sessuale. È un errore (e chi scrive sull’inversione tende a compierlo) immaginarsi che gli invertiti siano necessariamente traviati o squilibrati o pronti a sfogarsi con qualsiasi uomo si mostri disponibile. Molti eterosessuali (se si comportano bene) non pensano sempre alla donna. Man mano che si avvicina la pubertà, l’invertito si fa più pericoloso. Sia che venga educato fuori o dentro casa, l’ignoranza e l’ansia entrano in fermento. Ora ogni evento casuale ha la sua importanza. Egli ignora probabilmente il lato fisico dell’atto sessuale. Si immagina forse che i rapporti fra uomini siano simili a quelli fra uomini e donne, ma sa tuttavia che il suo desiderio sarà sterile. Può essere maturo per l’atto sessuale e credere che consista in un contatto esterno più o meno prolungato. Se nell’ambiente di un giovane invertito si trova un giovane qualsiasi, soprattutto un uomo di una classe inferiore (come un domestico), costui diventerà l’idea fissa del bambino. Dico il bambino perché a 13, 14 o 15 anni un ragazzo cresciuto in quel modo è un bambino. Questo ragazzino immaginerà tutti i giorni degli incontri improvvisi con quest’uomo. Conoscerà le ore in cui sarà in servizio e, se possibile, lo incrocerà parecchie volte al giorno. Cercherà soprattutto di incontrarlo nell’oscurità per giustificare lo choc del contatto del suo corpo con quello dell’uomo o per prenderlo per la mano. Così pudico fino ad allora, inventerà delle occasioni per mostrarsi nudo o semi nudo. Non so se è per istinto o perché si ricorda dei racconti di seduzione femminile che ha letto, ma si comporterà come una donna impudica e innamorata. Una tale perseveranza un giorno o l’altro sarà ricompensata come merita e, un buio pomeriggio o una notte senza luna, l’uomo cederà all’audacia del bambino. In questo caso tutti i dettagli e tutte le conseguenze di questa caduta dipenderanno ancora dal caso. Gli invertiti o gli psicologi che leggeranno tutto questo riconosceranno la verità di ciò che ho indicato; i genitori non sapranno neppure che cose simili sono accadute o accadono intorno a loro. Tali legami possono crearsi e durare a lungo. L’audacia del bambino, così lascivo all’inizio della pubertà, ha il sopravvento sugli scrupoli e sulle debolezze dell’uomo. E qui che vediamo come la differenza di casta agisca seguendo l’esempio della differenza di sesso. L’uomo del popolo si lascia travolgere dal giovane signore, mentre probabilmente resisterebbe ad un ragazzino di una classe inferiore. Se l’uomo è invertito, pervertito o molto rozzo, non chiede altro che l’iniziativa del giovane signore per essere onorato. Se non è nulla di tutto ciò, non bisogna dimenticare che l’avvilimento, l’asservimento di un figlio del padrone può solo adulare l’uomo del popolo e vendicarlo della propria servitù. Non bisogna dimenticare che la servitù può creare una tale abitudine ad ubbidire che il domestico subisce i capricci del suo giovane padrone che la cosa gli piaccia o no. È possibile che in molti casi un uomo che cercasse un ragazzo con l’intenzione di sedurlo riuscirebbe solo a impaurirlo. Molti invertiti nella loro gioventù sono rimasti spaventati dal desiderio di un uomo senza morale, senza coscienza, e si sono sottratti alle sue carezze, colpiti da un terrore incomprensibile, passeggero o di lunga durata. Solo l’invertito nato, a causa della sua passività e obbedienza “femminile” può lasciarsi facilmente violare, viziare o “educare” da un uomo qualsiasi. Vi sono donne vergini che si offrono, ma che non si concederebbero mai. Allo stesso modo all’invertito vergine e virile (esistono invertiti che potrebbero definirsi un “maschio e mezzo” piuttosto che “mezzi maschi” effemminati) vorrebbe offrirsi e prestarsi a tutte le compiacenze a tutte le turpitudini, ma fuggirebbe se un uomo prendesse l’iniziativa. Questo spiegherebbe molte storie di invertiti e molti rifiuti e consensi. Fino ad ora possiamo solo compiangere e deplorare la condotta del giovane invertito. Ha tutte le scuse della natura e non ha avuto nessun consiglio, nessun aiuto. Sa che la sua condotta sarebbe esecrata, ma non si crede peggiore degli uomini o delle donne che si piacciono e si amano. Si giustifica pensando che, secondo i poeti, i moralisti cinici e i romanzieri, sono i piaceri sessuali che si designano sotto il nome di amore a governare il mondo. Essendo naturalmente omosessuale non vede differenza fra il suo vizio e quello dell’eterosessuale – e non trovando che l’eterosessualità sia trattata come dovrebbe essere, cioè senza troppa indulgenza o entusiasmo, la sua coscienza non lo imbarazza. È solo imparando a sconfiggere, a disprezzare o a superare la sessualità e la sensualità che l’invertito nato può distaccarsi dall’eterosessualità. Invece assume a suo vantaggio tutte le scusanti che esistono per l’eterosessualità e vi aggiunge il fatto che l’omosessualità è sterile, ecc., pressappoco ciò che Schopenauer sembra aver detto a favore della pederastia. Non mi occupo qui della pederastia e dei pederasti di cui si è troppo parlato, ma vorrei far notare che la separazione fra pederasti e non pederasti non è così netta come ultimamente (e nell’interesse degli invertiti) si è voluto stabilire. L’orrore degli invertiti nei confronti della pederastia mi sembra un po’ esagerato - sa troppo di un “estremo” pudore. Ma alla fine, visto che è forse il solo mezzo per sottrarre gli invertiti alla legge e alle sanzioni, accettiamo pure questa asserzione. In ogni caso, la sodomia in senso tecnico non è necessariamente il fine della vita sessuale dell’invertito, anche se è certo che alcuni invertiti amano sia praticarla che subirla. Capisco che gli esperti che hanno voluto riabilitare l’invertito siano inflessibili su questo argomento, ma credo che la verità non sia cosi assoluta come affermano. Talvolta si contraddicono e sono del tutto d’accordo con loro se vogliono fare intendere che i pederasti sono la feccia della terra, ciò che vi è di più bestiale. Immagino che così facendo vengano puniti fisicamente e lo trovo giusto. Ho detto che non si può biasimare l’invertito quando ha peccato per la prima volta; se è intelligente e vale qualcosa, può risollevarsi e riprendersi. E non sarà una sola volta nella vita che cederà, cadrà e si rialzerà, anzi ne seguiranno parecchie altre, ma alla lunga, se è intelligente e vale qualcosa, non si lascerà avvilire dai traviamenti di una giovinezza senza orientamento morale. L’invertito superiore ha le stesse possibilità e incontra gli stessi pericoli dell’eterosessuale. Può diventare quell’essere morale e degno che ogni uomo dovrebbe essere o può sprofondare nella frivolezza, nella lussuria e nella menzogna. L’educazione morale che ha ricevuto gli sarà costata cara e se ha maledetto il padre che lo ha generato e la madre che lo ha concepito così come la società che lo ha ignorato, la finirà un giorno con i suoi piagnistei e se si esaminerà con sincerità ecco ciò che troverà. La sua serenità e il suo valore morale dipendono dal freno imposto alla sua inclinazione, per non dire dell’aperto contrasto delle sue tendenze. Gli invertiti dello stesso livello non si incontrano spesso e non sempre si amano. Il nostro invertito probabilmente ha amato o degli invertiti inferiori, provando nei loro confronti lo stesso disgusto che la donna falsa e di facili costumi ispira ad un uomo sobrio e retto, o degli eterosessuali più o meno gentili, deboli e interessati. In ogni caso, la sua esperienza non è stata troppo felice. Se ha trionfato su degli eterosessuali di un certo livello, la sua vittoria è stata difficile e di breve durata, se ha ceduto, proprio lui, ad una donna amata non è stato per molto e così si è reso conto che la sessualità non può essere il fine di un uomo superiore, omosessuale o eterosessuale che sia. I grandi uomini rivendicati dagli omosessuali sono stati grandi solo perché non si sono lasciati invadere troppo dalla loro sessualità. Gli invertiti sublimi sono tali malgrado la loro inversione perché si sono elevati al di sopra e al di là dell’umanità. L’uomo senza famiglia, senza moglie, senza figli, sottratto grazie alla continenza o alla castità a tante piccolezze, seccature, menzogne, e il cui cuore non è arido o disseccato, può essere un Michelangelo o un Newton (Newton è citato solo per la castità). La lista degli invertiti storici creata da Moll potrebbe essere aumentata all’infinito, ma potrebbe anche essere rivista. Non contiene per esempio il grande Condé, vincitore di Rocroi e sono invece citati i principi debosciati e deboli. Riguardo alla Grecia… se l’invertito superiore approfondisse la storia dell’omosessualità in Grecia, si renderebbe conto che l’invertito non era molto più felice che nell’Europa contemporanea. Il giovane di buona famiglia doveva difendere il suo onore e la sua reputazione come una vergine dei nostri giorni. I giovani d’oggi godono di maggior libertà dei giovani Greci e troverebbero intollerabile comportarsi con una simile circospezione. La Grecia non è il paradiso degli invertiti, anzi è ben lungi dall’esserlo. Nei popoli esotici, nel nord come nel sud (dal momento che il clima non influisce sull’omosessualità come si è preteso), fra gli Esquimesi, gli Annamiti o i Messicani prima della conquista, gli invertiti trovavano forse maggior facilità nel soddisfarei propri gusti, ma dovevano anche (come si vede in molti popoli) far parte di un gruppo a se stante, che godeva di privilegi e di una considerazione paradossali. L’invertito superiore non ha il diritto di credere di essere nato in epoca o in un paese sbagliati. Anche l’Oriente moderno dove la pederastia viene praticata senza difficoltà, non gli offrirebbe le soddisfazioni intellettuali alle quali è abituato: la musica, il teatro, ecc. Egli noterà con un sorriso che la maggior parte dei neo-greci sarebbero stati troppo mingherlini o troppo mal costruiti per essere educati dagli Spartani. Si renderà conto, con maggior o minore coraggio, che la soddisfazione dell’appetito sessuale non può essere il sine qua non dell’esistenza di un uomo moderno, di un uomo civilizzato. L’uomo civilizzato ha altre necessità. E quando si parla di ingiustizia della sorte e della società, quando si chiede di trattare gli invertiti in un altro modo, perché non pensare ad altre ingiustizie riconosciute ed ammesse? Pensiamo per esempio a un eterosessuale giovane, povero, lavoratore, che non può sposarsi e che si rifiuta di concedersi a femmine infime e ripugnanti, che non ha i mezzi per dare ad una donna più onesta ciò che essa si aspetta, che non può e non vuole diventare l’amante prediletto di una donna venale e ricca e non desidera l’avvilimento dell’adulterio e tutto ciò che esso comporta. Quest’uomo, dal punto di vista della sessualità, è da compiangere tanto quanto l’invertito. Le loro situazioni sono molto simili. Ciò che hanno di meglio da fare, e il più presto possibile, è mettere da parte la loro vanità e convincersi che l’atto sessuale non deve essere il perno della loro esistenza. Dico vanità, perché la vanità e l’invidia in certi momenti sconvolgono sessualmente l’uomo, e l’idea che gli altri godano dei piaceri che essi vorrebbero avere è una delle tentatrici più potenti. Krafft-Ebing rappresenta coloro che chiedono giustizia per gli invertiti; non chiedo di meglio, ma bisogna ricordarsi che la sua richiesta poggia sul fatto che ogni uomo abbia il diritto di soddisfarsi sessualmente. Se si riconosce questo diritto agli eterosessuali, non vedo come si possa rifiutarlo agli invertiti (soprattutto perché rifiutarglielo non cambia affatto lo stato delle cose). Ma, secondo me, non tutti gli uomini hanno il diritto di pretendere le soddisfazioni sessuali che desiderano. La stessa legge morale che impedisce ad un eterosessuale epilettico o tisico o colpito da una qualsiasi malattia trasmissibile, di perpetuare trasformadolo il proprio flagello, questa stessa legge impedisce all’invertito si abbandonarsi alle sue inclinazioni. L’individuo corruttore, uomo o donna che sia, è colui che seduce un altro essere, maschio o femmina; è l’essere che abbassa il livello di purezza e di castità che esiste in questo mondo. L’essere corruttore deve essere condannato. L’individuo infame, abietto, che si nutre dei vizi altrui e li facilita, fonte di pericoli morali e fisici, l’essere che usa il ricatto, dopo aver facilitato la corruzione, deve essere represso il più severamente possibile. Gli invertiti, nelle loro biografie, raccontano spesso che non si sono resi conto della loro inversione. Si sono innamorati dei loro amici, hanno avuto forse dei rapporti sessuali, ecc, ecc.; hanno avuto relazioni con donne e in seguito, poco a poco, hanno scoperto di non aver amato un uomo, ma l’uomo in quanto tale. Non era l’ignoranza ad averli allontanati dalle donne, la poca attrazione che provavano per le donne non era casuale, ecc. – essi erano sempre stati uranisti, invertiti. Allora hanno amato con terrore, ardore ed entusiasmo un soldato qualunque, una persona qualsiasi – hanno forse lottato contro la loro inclinazione, poi vi si sono abbandonati. Tutti quelli che hanno letto le opere specifiche consacrate all’inversione, riconosceranno le storie cui mi riferisco. Mi sembra che non si debba insistere troppo su queste autobiografie e dare loro troppa importanza. Se si raggruppassero tutte le autobiografie di donne adultere rimarremo colpiti dalla rassomiglianza: stessa logica, stessa mancanza di logica, stesso egoismo feroce, stessi rimorsi, stessa apologia. E tuttavia, gli esperti non ci chiederanno di assolvere e di compiangere le adultere in quanto tali. Allo stesso modo reclamo che non ci si abitui a compiangere gli invertiti in quanto tali. Gli uranisti entusiasti non vorrebbero davvero cambiare. Con chi potrebbero farlo? I veri omosessuali, quelli che hanno la passione per la similarità, se fossero donne amerebbero le donne. Così la vera omosessuale se fosse un uomo, amerebbe un altro uomo. È così che delle donne mascoline si sentono attratte da un uomo giovane ed effeminato e vice versa. Compiangiamo l’umanità intera se vogliamo, compiangiamola amaramente se non possediamo una religione, un al di qua e un al di là; ma non scegliamo gli invertiti per la nostra estrema pietà. Non smetterò mai di ripetere questo avvertimento. Gli invertiti abietti o soddisfatti di se non si ritengono affatto da compiangere. Gli invertiti superiori non sono da compiangere più dei loro omologhi eterosessuali. Quanto agli invertiti che frignano e si lamentano e che si rivolgono agli scrittori, sono degli individui che, nella maggior parte dei casi, avrebbero piagnucolato e si sarebbero lamentati, anche se fossero stati degli eterosessuali. Non si trova facilmente una persona del sesso opposto che soddisfi allo stesso tempo il sesso, l’anima, la società e la famiglia. Perché l’invertito dovrebbe ottenere ciò che l’eterosessuale trova così difficilmente? Quanti eterosessuali sono infelici a causa della loro vita sessuale? La sifilide, le malattie nervose, il discredito, l’affievolirsi di tanti legami e anche tante altre cose perseguitano l’eterosessuale sfortunato o senza carattere. L’individuo che non è casto né sobrio, né vigoroso, né ragionevole, né molto coraggioso, né molto illuminato, né molto pio, sarà sempre da compiangere, invertito o eterosessuale che sia. I grandi invertiti si sono sempre fatti perdonare la loro inversione; essa non gli ha mai impedito di essere se stessi, di svolgere il loro lavoro su questa terra. Credete che Platone, Walt Withman, Michelangelo, il gran Condé, Winckelmann e tutti gli innumerevoli altri avrebbero il diritto o il desiderio di lamentarsi della propria omosessualità? I grandi uomini sono grandi perché lo sono nonostante tutte le infermità, tutti le disgrazie della loro esistenza. I geni omosessuali, eterosessuali o sessualmente indifferenti ci dimostrano chiaramente che non bisogna dividere gli uomini a seconda delle loro inclinazioni sessuali, ma secondo molte altre considerazione d’ordine diverso. Se i grandi uomini e gli uomini dal cuore e dall’animo grande sono estranei alla pietà che si vuole organizzare per soccorrere gli invertiti, gli uomini comuni che sono degli uranisti 32, malati, degenerati, squilibrati, gracili, infelici, ipocriti, dovrebbero essere giudicati come dei malati, dei disgraziati, dei deboli e dei vigliacchi, perché voler suscitare la nostra simpatia nei loro confronti? Leggete attentamente le loro autobiografie e ditemi sinceramente, frugando nella vostra coscienza: si sarebbero meglio distinti, sarebbero stati più felici, più virtuosi, se fossero stati degli eterosessuali così inclini alla sessualità? Quanto ai prostituti, ai ricattatori, agli sfruttatori, che si sia giusti nei loro confronti, ma indulgenti, no davvero! Parlo dei prostituti che troviamo ad ogni livello della gerarchia sociale. Anche quelli che si vendono con piacere e che amano il loro mestiere e il loro protettore, si dedicano al ricatto e al furto. L’uomo di mondo che si rivolge ad uno di loro sa il rischio che corre e, se pensasse solo alle conseguenze della sua follia non meriterebbe la pietà che invece gli accordiamo. Gli ipocriti o i cinici debosciati che cercano di pervertire e pervertono i bambini, i ragazzini o i ragazzi molto giovani sono trattati dall’opinione pubblica con una giustizia e un disprezzo meritati. Gli invertiti effeminati condividono spesso questo disprezzo ed un certo numero di loro si evitano si criticano, si respingono, Non tanto per disinteresse sessuale, credo, quanto perché si capiscono e si disprezzano troppo. Gli invertiti effeminati sono talvolta come le donne eterosessuali e non si attirano sessualmente, ma si amano con affettazione e accarezzandosi come le donne. 32 Sono sicuro che il Dr. Koch de Zwiefalten, l’eminente autore dei Minderwertigkeiten, sarebbe d’accordo che senza religione non si può guarire l’uranismo. Bisogna ricordarsi che l’invertito soddisfatto e sazio, sceglie senza timore colui e coloro che preferisce. Ha degli amanti e degli amici. Può provare per i suoi amici dei brevi capricci che molto spesso non hanno conseguenze. Vi sono gli invertiti collezionisti che, come gli eterosessuali, hanno la mania di “conoscere” il più gran numero di persone. Il medico uranista consultato da Krafft.Ebing si vantava di aver conosciuto seicento uranisti. Questa cifra non stupisce nessuno che sia al corrente del numero di debosciati esistono e che si cercano, e del numero di uomini che talvolta cedono per curiosità, per impulso, per cupidigia, per un ricordo infantile, per differenza d’età o di casta. Gli invertiti non si fanno illusioni gli uni su gli altri, una volta superate la gioventù o la prima ignoranza e in coloro che nutrono una passione per gli eterosessuali, essa è in parte simile a quella femminile; gli uomini eterosessuali gli sembrano così retti, così prodi, così forti, così poco scaltri ecc., ecc. Adorano in essi le virtù che loro non possono possedere, non a causa della loro inversione, ma perché sono furbi, codardi, bugiardi, deboli e senza fede. Gli uomini o le donne privi di lealtà , sono, di solito, profondamente attratti da coloro che sono leali e credo che sia la falsità e la grettezza degli invertiti effeminati (più che la loro inversione) a spingerli alla ricerca dell’uomo sincero e che parla chiaro. Gli effeminati si fanno la corte gli uni con gli altri mellifluamente, ma è solo adulazione e cortesia femminile. Vi sono delle donne allo stesso tempo omosessuali e eterosessuali e vi sono degli effeminati dello stesso genere. Ve ne sono di sposati e padri di famiglia. Si truccano e si agghindano come e più delle loro mogli e ne esistono molti. L’invertito in una condizione sociale difficile amerà l’uomo o il giovane che potrà amare. Non dobbiamo dimenticare che molti uomini non sono nella situazione di poter scegliere. Amano l’uomo che più gli conviene, il più adatto fra quelli del suo ambiente e il più accessibile. Non possono permettersi tutte le loro fantasie, non osano forse legarsi ad un uomo del popolo o ad ragazzo ancora giovane della loro classe sociale e si accontentano del cameratismo sessuale alla loro portata, sognando qualcuno più giovane o più vecchio. Molti di questi invertiti meno favoriti non sono dunque più caratteristici degli invertiti che possono soddisfare le proprie fantasie. Fra gli uomini e le donne eterosessuali troveremo esattamente le stesse categorie. Molti eterosessuali non possiedono l’essere o gli esseri che avrebbero preferito e si accontentano o imparano ad astenersi. Molti eterosessuali a forza di quelli che chiamiamo ironicamente successi galanti, si sono completamente trasformati, viziati, corrotti. Hanno gli stessi vizi degli omosessuali, senza il loro tipico “savoir faire”. Tutti i seduttori si rassomigliano. Se non ci si fermasse sempre alla differenza esteriore fra l’uomo e la donna, se si vedesse un po’ più in profondità, si comprenderebbe che gli omosessuali e gli eterosessuali non sono molto diversi. Sono giunto a questa affermazione abbastanza paradossale di primo acchito: non vi è linea di demarcazione fra gli eterosessuali e gli omosessuali. Fra l’omosessuale infame e l’eterosessuale senza morale, sembra che vi sia una grande distanza e tuttavia sono molto vicini. Così come sono simili l’omosessuale di e l’eterosessuale di valore e possono distinguersi ben poco l’uno dall’altro. L’uomo che si lascia dominare dalla sua sessualità e da quella degli altri è un essere “sessuale” prima ancora di essere uranista o eterosessuale. L’uomo che è al di sopra della sua sessualità può, senza pericolo per se o per gli altri, essere omosessuale o eterosessuale. Ma in questo campo non si incontrano solo gli estremi. Esistono (tutti quelli che hanno scritto sull'inversione lo riconoscono) degli eterosessuali molto effeminati, molto affettati. L'eterosessuale può anche truccarsi, ancheggiare, imitare le grazie femminili, può avere la voce camuffata (per impiegare la graziosa espressione di un poeta del XVI° secolo) e i gesti dell'effeminato. Può badare alla propria pulizia, alla propria persona, può ciarlare, cicalare, sparlare, essere timoroso, non essere affatto originale, non nutrire alcuna opinione personale, ecc,. ecc,. e avere tuttavia dei rapporti sessuali solo con delle donne. Sfido l'osservatore a mostrarmi un omosessuale che non corrisponde ad un eterosessuale e io mi impegno a trovare trovare un eterosessuale che corrisponde ad ogni omosessuale. Diderot spiega l'omosessualità (se mi ricordo bene) con la scarsità di donne, l'amore per la bellezza, la “povertà” del sangue, il timore del vaiolo. Queste cause sono abilmente trovate, ma sono un po’ deboli. È vero che nelle prigioni, nei collegi, nelle caserme, la mancanza di donne unita alla presenza di maschi, incoraggia l'uranista, tenta l'eterosessuale, i cui principi non sono incrollabili, travia l'indifferente, colui la cui sessualità dipende dalle circostanze. Se però conoscessimo meglio le leggi dell'ereditarietà, potemmo affermare che i bambini risentono di questa omosessualità incoraggiata, invogliata, traviata, ma non sappiamo se si trasmette solo l'uranismo o se si trasmette ugualmente l'inversione acquisita. Una cosa è sicura, ma come tutto ciò che si riferisce all'ereditarietà, è una cosa difficile da commentare: esistono delle famiglie dove gli invertiti sono numerosi, dove il padre o i figli, lo zio, i nipoti e i fratelli, si distinguono per la loro inversione. Di recente due fratelli (di cui uno sposato) di una nobile famiglia inglesi sono stati coinvolti in due scandali unisessuali che hanno avuto un enorme eco, mentre il loro padre ha tutt’altra reputazione. La mancanza di donne non spiega l'uranismo, sebbene essa possa svilupparlo e possa condurre all'inversione - ma quanti uomini sono passati attraverso tutte queste situazioni senza diventare omosessuali? Quanti hanno potuto cedere alla follia causata dal desiderio di questo "Y greca di carne" di cui un romanziere ha parlato eloquentemente in una requisitoria contro il sistema penitenziario militare (Biribì, di G. Darien) e sono ritornati alla civiltà, eterosessuali come prima? Si dimentica troppo spesso (se si accettano quelli la cui impotenza o il cui disgusto hanno un'origine psichica) che i maschi eterosessuali o omosessuali non fisssano i confini dell'eterosessualità; per incoscienza, a seconda delle occasioni, per vanità, per debolezza, ecc,. ecc,. numerosi individui si abbandonano o si prestano a degli atti che non corrispondono alla loro vera sessualità, alla loro sessualità ordinaria o normale. Non possiamo giudicare l'insieme della sessualità di un uomo attraverso atti isolati. Il matrimonio, le amanti, i ricchi patrimoni, non bastano più a riabilitare l'omosessuale e sviano a stento i sospetti. E così è lo stesso per la paternità. L'amore della bellezza agisce dal punto di vista omosessuale solo sull'uranista o sul libertino o sul raro sognatore che non è abbastanza artista per rispettare la bellezza. Gli uranisti che si definissero travolti dall'amore per la bellezza sarebbero o dei blasfemi o dei sofisti. La bellezza in quanto bellezza suprema non ha nessun significato sessuale. Non è dunque la bellezza che li esalta. E’ molto più vero che alcuni uranisti si giustificano ai loro occhi attraverso la superiorità delle linee del corpo maschile su quelle del corpo femminile. Gli eterosessuali artisti o colti che siano non dubitano di questo e per questo non diventano meno eterosessuali. Se la bellezza perfetta e astratta giustificasse il delirio dei sensi, credo che l'arte sarebbe molto malata. La bellezza ispira un certo rispetto alle anime nobili. Se l'amore per la bellezza conduce all'inversione, conduce altrettanto all'eterosessualità nel senso che qualsiasi sessualità si fregia del suo amore della bellezza. La “povertà” del sangue conduce gli esseri malaticci a ogni bassezza, a tutti i vizi e a tutte le cattive abitudini. Ma quanti gobbi, gracili, malaticci adorano le donne belle e prosperose? La paura delle malattie, ahimè!, non ferma affatto gli uomini; occorrono delle circostanze particolari perché un giovane si lasci guidare da questa paura. Credo piuttosto che, in molti casi, sia una scusa e sopratutto credo che gli omosessuali possano farsi trasmettere delle terribili malattie: il cancro alla gola e al palato, per esempio, possono essere frequenti fra di loro… Alcuni uomini sono nati uranisti; sembrano avere l'inclinazione per l'uranismo fin dalla più tenera infanzia. Ci sembra che nulla li possa cambiare, far vacillare. Coltivano essi stessi questa vocazione, si sviluppano da soli e niente li distoglie dalla loro strada. Altri uomini sono nati eterosessuali. Hanno la tendenza ad amare le donne e nulla li ferma, né l'educazione austera né la carriera che intraprendono. Provano verso l'inversione il più profondo disgusto, il più ironico stupore. Altri (mi domando se non sono altrettanto numerosi come nelle categoria precedente) sono nati indifferenti; soddisfano tutte le sfumature fra la pura omosessualità e la pura l'eterosessualità. In essi sono rappresentate tutte le gradazioni possibili. Vi troviamo il completo ermafroditismo psichico, l'uomo-donna con tutte le sue numerose varianti; vi si troverà l'uomo che è virile rispetto agli uomini e alle donne, colui che lo è rispetto ad un sesso (non importa quale) e non all'altro. Troveremmo tutte le possibilità, tutte le improbabilità. L'educazione, le circostanze morali, psichiche, le amicizie, le influenze, tutto ciò che può agire poco o molto che sia, determinano poco a poco la forma che prenderà la sessualità del bambino man mano che cresce. Gli affetti infantili, sono intrisi di questa incertezza sessuale. Essi ci dimostrano così che abbiamo torto a dimenticare più tardi che gli affetti possono essere potenti e puri… Se l'educazione (spesso ignara di quello che produce e prepara) e i mille casi e incidenti della vita agiscono in modi così differenti su tanti uomini, che possiamo dire dell'omosessualità assoluta, dell'uranismo e dell'eterosessualità assoluti? Non cambieremo un poco il nostro punto di vista senza abbandonare la nozione dell'uranismo, inversione sessuale congenita? Gli uranisti e gli eterosessuali, precoci e feroci, non hanno mai avuto fortuna…" (André Raffalovich). Dubito che si abbia mai scritto in maniera così assennata sull'inversione, che essa sia mai stata compresa ed analizzata in maniera cosi sottile e precisa. Anche se non concordo su alcuni punti con Raffalovich, posso solo esprimere il desiderio che, in una prossima opera, ci consegni le sue complete valutazioni che meritano di fare testo in materia. Uno dei più grandi meriti di Raffalovich deriva dal non considerare esclusivamente dal punto di vista medico. Così il suo campo d'osservazione si estende ad altri soggetti che non siano i malati, ad altri oggetti che non siano le malattie. È uno psicologo e da questo deriva un modo di vedere più ampio, più vivo, più conforme ai fatti e alla realtà, una dissezione più minuziosa dei fenomeni e, di conseguenza, una conoscenza più esatta dell'istinto sessuale e dell'uomo stesso. Non bisogna dimenticare che la "normalità", il "normale", sono cose schematiche e irreali. Non esiste un tipo "normale" della specie umana nella sua pienezza e perfezione. Dove è l'essere ideale, dove è la bellezza perfetta? Ogni individuo, per alcuni caratteri, è una deviazione dall'archetipo della specie; ogni funzione - e spesso proprio per questo - non è mai esattamente adeguata allo scopo del suo organo normale. Non bisogna probabilmente abusare delle parole e farci a questo proposito la domanda “del calvo”: "Dove inizia la malattia, dove finisce la salute?” e dunque: “dove si manifesta la perversione, dove cessa la normalità?". In generale, in materia d'istinto sessuale, possiamo dire che la perversità sessuale macchia ogni atto che non tende al fine naturale, la riproduzione, e, secondo le definizioni di Moll e di Krafft-Ebing, ma con un'accezione forse un po' diversa, che la perversione sessuale deriva dalla perversità istintiva, morbosa o innata, e più spesso in questo caso, è legata ereditariamente agli ascendenti. Aggiungeremo che l'inversione è una delle forme della perversità e una delle forme della perversione. Dall'esposizione dell'idee dei più illustri specialisti sulla questione, dalle opinioni da loro formulate - più o meno comprese implicitamente - che abbiamo appena percorso, troviamo espresso questo concetto al quale aderiamo interamente: "accanto al fattore fisico, fisiologico (ereditario o morboso), esiste il fattore sociale, accanto al perverso, spesso più malato che colpevole, troviamo il pervertito, accanto al deforme o al mal formato, il colpevole e il responsabile 33. 33 Ricevo all'ultimo momento il libro di Legludic Attentats aux moeurs (Attentati al pudore n.d.t). Legludic consacra alcune pagine della sua interessante opera all'inchiesta che ho iniziato sull'inversione sessuale. "Esito - afferma Legludic - a inserire la mia opinione nell'inchiesta…, non ho abbastanza esperienza per rispondere al primo paragrafo del questionario. Mi sembra tuttavia che il procedimento dell'inversione possa essere ben determinato solo dallo studio anatomo-patologico. È certo che l'inversione risulta dalla conformazione anatomica degli organi generativi: l'embrione è all'inizio maschile e femminile, poi ad un certo momento della sua evoluzione un sesso si accentua di più, si orienta, predomina e soffoca l'altro… Agli organi genitali corrispondono dei centri nervosi, midollari e corticali; è li che si trovano i due fattori della sessualità che ne assicurano il regolare esercizio interagendo fra di loro... . Si immagina che l'armonia necessaria sia talvolta turbata da una discordanza embriologica; in questi casi, probabilmente eccezionali, la sessualità potrà essere determinata dai centri nervosi - Rovesciamento dei fattori: supponiamo un'alterazione del cervello … L'ermafroditismo psichico avrà come risultato una deviazione delle inclinazioni e delle idee, poi una modificazione fisica e una inversione della direzione sessuale. Probabilmente la spiegazione è troppo anatomica e non deve essere accettata alla lettera, pena l'errore. E’ il processo del riflesso sessuale che bisogna determinare, è la legge fisiologica che è opportuno formulare".(Legludic). - Mi dispiace di non poter citare più di questo interessante capitolo dell'opera di Legludic; essa contiene, oltre ai dei dati di grande valore sull'inversione, le "confidenze e confessioni di un Parigino", che possiamo per certi lati ed in una certa misura avvicinare al "romanzo di un invertito-nato".