biblioteca arcivescovile “Cardinale Pietro Maffi” Pietro Maffi Arcivescovo di Pisa (1903-1931) Un tempo difficile, un grande Pastore, una eredità culturale significativa STUDI E RICERCHE a cura di Gabriella Rossetti, Antonio Carlini, Piero Floriani, Gabriele Zaccagnini Pietro Maffi arcivescovo di Pisa (1903-1931) : un tempo difficile, un grande pastore, una eredità culturale significativa : studi e ricerche / a cura di Gabriella Rossetti … [et al.] - Pisa : Pisa university press, 2012. - (Biblioteca. Atti di convegni). - In testa al frontespizio: Biblioteca arcivescovile “Cardinale Pietro Maffi”. 282.092 (22.) I. Rossetti, Gabriella <1935- > 1. Maffi, Pietro 2. Chiesa cattolica - Pisa - Sec. 20. CIP a cura del Sistema bibliotecario dell’Università di Pisa In copertina Sala 2 della grande biblioteca del Cardinale, dove si apprezzano: a terra la libreria a vetrina con il busto in bronzo del cardinale e gli altri mobili di pregio dell’arredo originale riutilizzati; alle pareti le moderne scaffalature metalliche del recente ripristino. © Copyright 2012 by Pisa University Press srl Società con socio unico Università di Pisa Capitale Sociale Euro 20.000,00 i.v. - Partita IVA 02047370503 Sede legale: Lungarno Pacinotti 43/44 - 56126, Pisa Tel. + 39 050 2212056 Fax + 39 050 2212945 e-mail: [email protected] Member of Redazione e impaginazione David Nieri ISBN 978-88-6741-028-6 Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume/fascicolo di periodico dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633. Le riproduzioni effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale possono essere effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da AIDRO, Corso di Porta Romana n. 108, Milano 20122, e-mail [email protected] e sito web www.aidro.org. Premessa «Pietro Maffi arcivescovo di Pisa (1903-1931). Un tempo difficile, un grande Pastore, una eredità culturale significativa». È questo il titolo del presente volume e del I Seminario della Biblioteca Arcivescovile Cardinale Pietro Maffi di Pisa, programmato al momento stesso in cui si è potuto finalmente dar vita, dopo il lungo ripristino, alla inaugurazione della Biblioteca, cui intervennero i benemeriti finanziatori pubblici: per l’Ateneo Pisano il Magnifico Rettore professor Marco Pasquali, per l’Opera della Primaziale Pisana il Presidente dottor Pierfrancesco Pacini, per la Provincia di Pisa l’Assessore alla Cultura dottor Aurelio Pellegrini. All’atto della inaugurazione, tenuta nei giorni 3 e 4 settembre 2007, fu annunciato il proposito di organizzare periodicamente un Seminario di Studi dedicato alla Biblioteca, come prosecuzione logica e naturale dei lavori compiuti fin lì. Alla predisposizione degli strumenti di base per la consultazione, dovevano seguire contributi di approfondimento dei vari settori di indagine da parte degli studiosi che, attraverso la utilizzazione nella ricerca, avrebbero illustrato la ricchezza della preziosa eredità del cardinale, esaltata dalla unità di concezione e dalla vastità di interessi del fondatore, personaggio di primissimo piano del mondo ecclesiastico e politico nazionale, pastore illuminato e infaticabile, studioso appassionato e grande comunicatore, che per tutta la vita dedicò al ricco giacimento che aveva accumulato fin dagli anni giovanili come docente nel Seminario di Pavia, cure esperte e amorose, agevolato nella sede pisana dalla raccolta sistematica di libri e documenti dispersi negli uffici della Curia e nelle parrocchie della città e del territorio, da lasciti testamentari, da doni di privati e da acquisti fatti per completare collezioni letterarie e scientifiche importanti. L’Università e gli Enti pubblici coinvolti nel ripristino riconfermavano all’Arcivescovo la propria disponibilità a soccorrere anche in futuro la biblioteca nelle sue necessità, a condizione che venisse aperta al pubblico almeno 20 ore la settimana, secondo il dettato degli organi di tutela regionali, per poter usufruire dei finanziamenti ministeriali. L’Arcivescovo ne assicurava l’apertura, l’Opera si impegnava a vigilare sugli impianti, l’Università prometteva di prestare la sua consulenza perché venisse dotata di tutti gli strumenti necessari a completare il catalogo e a valorizzarne i contenuti per la ricerca. È per agevolare questo itinerario che il 28 novembre 2007 è stata a siglata in Rettorato una Convenzione tra l’Arcivescovo monsignor Alessandro Plotti e il Rettore dell’Università professor Marco Pasquali ed è stata concordata per il 2008 la data di realizzazione del I Seminario della Biblioteca, correndo il 150° anniversario dalla nascita del Fondatore Nel presente volume, frutto del Seminario tenutosi infine i giorni 13 e 14 febbraio 2009, l’impegno dei relatori è andato al di là della relazione svolta pubblicamente, ognuno ha fatto in modo da dare un contributo di approfondimento più vasto e sono stati aggiunti i saggi che non poterono essere presentati per l’occasione ma furono enunciati ed entrarono in qualche modo nella discussione. L’Indice generale che precede i testi, animato dalla paragrafazione, guida il lettore ad apprezzare la successione dei temi trattati. Concepito come un’opera unitaria, divisa in capitoli cui hanno collaborato studiosi di specializzazioni diverse, è uno strumento indispensabile di consultazione per accedere ai diversi fondi della biblioteca; sono stati inseriti nelle note alla Introduzione nuovi orientamenti di ricerca, tratti soprattutto dalla segnalazione degli argomenti di studio deducibili dall’Inventario dell’Archivio personale, consultabile on-line, ricchissimo di spunti che testi- moniano la vasta cultura, la instancabile attività pastorale, la generosa disponibilità del Cardinale, la sua spiritualità, l’impegno da lui profuso per l’inserimento dei Cattolici nella vita politica della nazione e per la Conciliazione: l’Archivio personale, che è parte della biblioteca, si è rivelato fonte di eccezionale interesse per lo studio del movimento cattolico tra Otto e Novecento, del clima culturale e politico che caratterizzò il tempo difficile nel quale Pietro Maffi operò. Gli altri fondi storici importanti, che non hanno potuto essere trattati in questa occasione, sono stati tuttavia evocati, per agevolarne il reperimento da parte degli studiosi. Il libro ha un unico protagonista, la Biblioteca e il suo Fondatore e un programma di creazione di nuovi strumenti di consultazione e di completamento dei cataloghi con l’aiuto, sperato, degli sponsor e dei molti amici della biblioteca. Le Conclusioni fanno il punto sull’attuale situazione e sulla necessità e l’urgenza di completare il catalogo informatico fermo al 2007 (http://leonardo.isti.cnr.it/bib_ Maffi/) perché la biblioteca possa essere completamente fruibile e non rischi di perdersi di nuovo. Quattro curatori, forse troppi per un solo libro, sono u n a a n o m a l i a v o l u t a: siamo pochi per la ricchezza della Biblioteca Arcivescovile, intitolata a Pisa al cardinale Pietro Maffi che ne è stato il fondatore, ma poiché rappresentiamo discipline specialistiche diverse, vogliamo confermare così pubblicamente il nostro impegno a continuare nell’intento di completarne e migliorarne gli strumenti di consultazione, valorizzarne le potenzialità con ricerche di approfondimento, diffonderne la conoscenza in Italia e in Europa (è una biblioteca di valore internazionale), orientare gli insegnanti delle scuole secondarie superiori e i docenti universitari studiosi di storia delle letterature comparate, delle scienze fisiche e matematiche, delle istituzioni civili ed ecclesiastiche, della dottrina e della spiritualità cristiana dalla tarda antichità al secolo XX, della cultura rinascimentale europea, del Risorgimento in Italia e in Europa dall’Unità alla fine della I Guerra Mondiale e alla Conciliazione, a promuovervi iniziative didattiche e di ricerca; incoraggiare altresì i cittadini liberi cultori delle discipline umanistiche e scientifiche, a frequentare, imparare a conoscere e utilizzare, la biblioteca. Nutriamo la speranza fiduciosa di poter reclutare, nell’ambito delle istituzioni universitarie, nuove forze interessate alla salvaguardia attiva delle biblioteche e degli archivi che sono testimoni insostituibili della nostra civiltà, minacciata dal globalismo e dalla disattenzione cronica dello Stato e degli enti pubblici locali per il patrimonio librario e documentario, tanto da far meritare al nostro tempo l’assioma efficace, che ne compendia l’inadeguatezza dell’impegno: “La notte delle biblioteche”. Ebbene, nella notte delle biblioteche Pisa ha costituito e costituisce una felice eccezione: la collaborazione tra gli Atenei, il CNR, la Chiesa arcivescovile, le Comunità religiose, le Associazioni laiche e le Amministrazioni locali e regionali ha promosso il censimento e la informatizzazione, nel MOP-Meta Opac Pisano, delle biblioteche storiche pubbliche e private, civili ed ecclesiastiche della città e del territorio, ha salvato e valorizzato la preziosa biblioteca che ci sta a cuore, e noi, in questa nostra opera comune, chiediamo ai benefattori della biblioteca del cardinale Maffi, anche a nome degli altri Autori, di completare il lavoro intrapreso e offriamo il nostro aiuto per realizzare i nuovi traguardi. i curatori Gabriella Rossetti, Antonio Carlini, Piero Floriani, Gabriele Zaccagnini Pisa, 20 maggio 2012 A Lisetta «Il suo ricordo è in benedizione» (Qoelet, 45, 1) Era una di noi Lisetta Del Punta Matteucci, ci era molto cara, abbiamo accompagnato con le preghiere fino alla fine il suo calvario nella malattia e dedichiamo a lei questo volume nel quale si era impegnata a illustrare con un suo contributo la Mostra abbinata al Seminario di cui pubblichiamo gli Atti: l’aveva allestita con amorosa cura, privilegiando le scelte tematiche ispirate agli argomenti trattati dai relatori, ma in uno spettro cronologico più ampio, per segnalare al pubblico degli studiosi che quei settori di ricerca erano suscettibili di ulteriori indagini e approfondimenti nei materiali reperibili in biblioteca. Ci era venuta in aiuto nel giugno del 2007, in nome di un’antica amicizia, quando più ne avevamo bisogno per affrontare l’emergenza finale: la sistemazione dei materiali affluiti per ultimi quando tutto pareva finalmente a posto: si è messa immediatamente a disposizione, trasmettendo alla nostra stanchezza una ventata di entusiasmo. L’ha guidata a scoprire la ricchezza della Biblioteca la sua non sopita curiosità intellettuale di cultrice di storia, laureata a Pisa, perfezionanda in Normale, allieva e assistente volontaria di Armando Saitta negli anni Sessanta del Novecento, dedita allo studio del Movimento Cattolico tra i due secoli, il tempo del Maffi in cui si specchia la sua biblioteca, il tempo ritrovato, per lei, dei suoi interessi giovanili, lasciati per le cure della famiglia, della scuola, della sua parrocchia di Vicarello, ma mai dimenticati. Ha scelto subito la sua strada, il censimento e la selezione tematica delle “nuove accessioni”, a confronto con il Catalogo originale e con quello informatico, per individuare la dislocazione dei materiali del medesimo tipo già classificati: lo scopo era quello di costruire una mappa dei vari ambienti e adottare le tipologie già sperimentate per completarne i contenuti. È così che abbiamo fatto l’ apprendistato della nuova topografia della biblioteca, impegnandoci a costruire una guida «à voir» e a illustrarla ai visitatori interessati a conoscerla meglio, aiutando gli utenti a orientarsi nella scelta delle testimonianze utili alle loro ricerche. Questa si è rivelata la via maestra per acquisire una conoscenza non banale delle caratteristiche della biblioteca così vasta e complessa, e metterla a disposizione degli studiosi. Ormai esperta della struttura, Lisetta eccelleva in questo compito: in preparazione del Seminario, ha fatto la selezione dei materiali con ognuno dei relatori, orientandoli nel reperimento delle testimonianze desumibili dai fondi librari, archivistici, documentari, costruendo insieme con loro i dossier necessari alle ricerche mentre preparava la Mostra abbinata alla manifestazione. Dalla data dell’inaugurazione e dell’apertura ufficiale il 4 settembre 2007, al novembre 2010 in cui è durata la sua presenza, ha tenuto registrazioni complete delle richieste dei frequentatori, per documentare l’attività della biblioteca ritornata alla vita, fruibile per la prima volta da un pubblico vasto. 5 Gabriella Rossetti Da ultimo, si è dedicata a costruire l’“Inventario Informatico” del Fondo Autografi, il più delicato per la custodia e la conservazione dei materiali: a questo era intenta prima di ammalarsi. La morte ha interrotto il suo lavoro e i suoi progetti, il suo impegno a collaborare per tenere aperta e attiva la biblioteca, a progredire nella conoscenza delle sue potenzialità creando nuovi strumenti e agevolando le ricerche, ma non solo: era sempre vivo in lei l’ interesse per lo studio delle origini del Movimento Cattolico che la biblioteca del Cardinale Maffi, coinvolto in quegli eventi da protagonista, documenta in modo unico e speciale. La sua competenza e disponibilità, la sua dolcezza e la sua sorridente saggezza hanno conquistato il cuore di tutti noi che abbiamo condiviso con lei ore serene di lavoro e pause spensierate. Il 4 maggio 2011 le sue virtù, e la sua fedeltà al servizio della Chiesa durata tutta la vita, hanno conquistato il cuore di Dio che l’ha voluta con sé. In noi dura la gratitudine e il rimpianto: ci manca la sua presenza, non la dimenticheremo. g. r. Pisa, 1 novembre 2011, Festa di tutti i Santi Allestimento della mostra per l’inaugurazione (4 settembre 2007): Lisetta controlla la cartellinatura 6 Indice INTRODUZIONE Dal ripristino alla esplorazione dei fondi manoscritti e a stampa Gabriella Rossetti 13 Sommario: La “biblioteca dell’Arcivescovo”, le fasi del ripristino, gli enti finanziatori, la catalogazione. - Il sito web, i contributi alla conoscenza, i nuovi approfondimenti. - Il fondo rinascimentale. - Il Fondo Manoscritti. - I fondi scientifici: Pietro Maffi e l’astronomia. - Pietro Maffi e la riforma delle istituzioni ecclesiastiche pisane. - Arte e committenza artistica. - Pietro Maffi e gli altri protagonisti del suo tempo: da Guido Maria Conforti (†1927) a Giuseppe Toniolo (†1918) per risalire ad Antonio Rosmini (†1855), passando per le scelte letterarie del Cardinale: Dante e Manzoni. - Non un fondo agiografico, ma biografie esemplari di santi. - Pietro Maffi e la ricerca della santità. - 4 tavole FORMAZIONE E PERSONALITÀ DI PIETRO MAFFI L’ecclesialità di S. Carlo Borromeo, nelle scelte pastorali di Pietro Maffi Monsignor Alessandro Plotti (Arcivescovo emerito di Pisa) 39 Sommario: La nomina di Pietro Maffi, una straordinaria novità per l’Arcidiocesi di Pisa. - La formazione di Pietro Maffi: a. L’ambiente familiare, b. L’educazione cristiana a Corteolona. La vocazione al sacerdozio e il seminario vescovile di Pavia. La “formazione” secondo i principi del Concilio Tridentino: a. San Carlo Borromeo, prete e vescovo modello per il giovane Maffi, b. Alessandro Sauli, una grande traccia nella tradizione pavese fino al tempo del Maffi. - Pietro Maffi da Pavia a Ravenna a Pisa. - 1910: un accorato allarme sulla situazione socio-religiosa della Chiesa pisana, un appello ai suoi sacerdoti. - Le grandi riforme: formazione e aggiornamento del clero e cura del Seminario. - Ricostituzione della Facoltà Teologica, per una preparazione del clero teologica e pastorale più efficace. - Le nuove norme giuridiche per la provvista delle parrocchie: a. Congregazioni del clero, b. Nomina dei parroci, c. Concorsi. - La catechesi agli adulti, dal ministero di san Carlo Borromeo. - 1905: fondazione della “Congregazione della Dottrina Cristiana”. - La catechesi sistematica per tutta la comunità cristiana (1908). - La disciplina dei sacramenti. - Il Decreto pubblicato nel 1910, Battesimo, Cresima, Eucarestia. - Liturgia ed Eucarestia, la S. Messa: il degrado già denunciato in una testimonianza del 1856 per Pisa. - La devozione all’Eucarestia. - Consigli pastorali 1911. - Le Visite Pastorali. - La terza visita, coinvolti i canonici. - La pastorale giovanile (1908). - Conclusioni. S. Carlo Borromeo nella vita e nell’impegno pastorale del Maffi: un’influenza determinante. Pietro Maffi a Ravenna. Collaboratore di Agostino Riboldi, vicario di Guido Conforti, da documenti editi e dagli inediti dell’Archivio Maffi Don Angelo Manfredi Sommario: Censimento delle fonti. - La situazione di emergenza dell’Arcidiocesi di Ravenna: tensioni politiche, dissidi nella Curia. - Pietro Maffi come Vicario del Riboldi poi del Conforti: una scelta politica. - Pietro Maffi Amministratore Apostolico: un mandato papale a termine, un clima persecutorio quasi intollerabile nelle file stesse del clero ravennate diviso. - Pietro Maffi e Guido Maria Conforti: un’amicizia durata tutta la vita. 59 “Antonio Rosmini: una santità contesa”. Da un carteggio conservato nella Biblioteca Maffi Monsignor Gino Biagini 71 Sommario: La “questione Rosmini” e il dossier segretato nell’Archivio Maffi. - Dal Dimittantur (1854) – prima assoluzione, al Post Obitum (1887) – condanna delle ‘40 Proposizioni’. - Le Opere discusse. - Lo scambio epistolare Balsari-Maffi. - La difesa, i nuovi materiali, la necessaria mediazione del Cardinale. - Il Memoriale. - Sensus erroris - Sensus Auctoris: Balzari decodifica il decreto Post Obitum – il ponderato giudizio di Pietro Maffi. - Commento. - I mancati riscontri della Sede Apostolica e uno scenario apocalittico. - Epilogo. - La ‘sapienza’ di Pietro Maffi, gli approfondimenti possibili nella sua Biblioteca. Il Fondo Agiografico della Biblioteca. Le scelte di Pietro Maffi Gabriele Zaccagnini 85 Sommario: Criteri di selezione: un fondo virtuale. - Analisi quantitativa. - Santi post-tridentini e contemporanei: i più rappresentati. - Fra biografia e agiografia: la produzione agiografica fra Otto e Novecento. - Tipologie di santità e identità religiosa. - a. Santi fondatori, b. Pontefici e vescovi, c. Mendicanti, d. Monaci, e. Santi giovani, f. Santi educatori. - Gli interessi del Maffi: una santità attiva nella Chiesa. - I segni dei tempi: sante mistiche e luoghi di culto. - Raccolte agiografiche e fonti liturgiche. - Santi e sante venerati a Pisa e in Toscana, una raccolta discontinua. - Vite esemplari, santità annunciata. - L’eredità delle Visitandine. - I santi nell’omiletica del Maffi. - Conclusioni. IL FONDO ANTICO DELLA BIBLIOTECA Note sulla formazione del fondo antico della Biblioteca Arcivescovile “Cardinale Pietro Maffi” di Pisa. L’eredità libraria Rosselmini Gualandi Maria Luigia Orlandi 107 Sommario: La formazione della Biblioteca Cardinale Maffi: da Pavia a Pisa. - 1919: l’eredità del conte Lodovico Rosselmini Gualandi. - Il conte Pietro Leopoldo Rosselmini (1773-1833), fondatore della biblioteca di famiglia. - Opere rifluite nella Biblioteca “Cardinale Maffi”: l’inventario-guida: a. Opere smarrite, opere rinvenute, b. Edizioni cinquecentesche provenienti da importanti centri di cultura europea. - Gli eredi di Pietro Leopoldo Rosselmini. - La figura e le opere di Alessandro Rosselmini Gualandi. - La biblioteca Rosselmini Gualandi nell’Ottocento. - Inventario alfabetico per autore delle edizioni a stampa dei secoli XV e XVI provenienti dall’eredità Rosselmini Gualandi. - 1 tavola CODICI MANOSCRITTI INEDITI Ti mostrerò simiglanti ragioni: un “libro-manuale” quattrocentesco per l’arte della mercatura, appartenuto ai Rosselmini di Pisa, conservato nella Biblioteca Arcivescovile “Cardinale Pietro Maffi” Laura Galoppini Sommario: Un esemplare della più alta originalità: a. I contenuti, b. La datazione. - Le pratiche di mercatura. - L’insegnamento dell’Abbaco. - Il codice della Biblioteca “Maffi”. - Il presente libro manuale, un utile formulario di esempi: a. Costi dei panni. - Alcuni confronti. - Altre similitudini: Pisa. - “Questo libro è d’Andrea d’Adovardo Rossermini”: a. Il personaggio e la discendenza, b. Nella tradizione familiare le attività commerciali e bancarie, c. Dal Mediterraneo al Nord Europa: “vendevisi”, d. I Rosselmini, Pisa e il commercio mediterraneo e transalpino nel Quattrocento. - 1 tavola 133 EDIZIONI RINASCIMENTALI Incunaboli e Cinquecentine di classici greci e latini della Biblioteca “Cardinale Maffi” di Pisa Antonio Carlini 163 Sommario: Il Cardinale, la sua biblioteca, i suoi libri: un rapporto speciale. - Cinquecentine di ambito greco: a. Platone (Ficino), b. Erodoto (Valla), c. Isocrate (Ioannes Lonicerus), d. Senofonte (Henri Estienne), e. Epitteto (Hieronymus Wolf). - Incunaboli e Cinquecentine di ambito latino: a. Cicerone, Livio, b. Ovidio, c. Giovenale, d. Persio, e. Orazio, f. Virgilio, g. Terenzio. - Legature di pregio. - 10 tavole LA CULTURA LETTERARIA Dantismo cattolico fra Otto e Novecento nella Biblioteca del Cardinale Pietro Maffi Mirko Tavoni 199 Sommario: La pastorale di Pietro Maffi su “Il Credo di Dante nella Divina Commedia” (1922). - Pubblicazioni dantesche della Biblioteca. - Dante nella pubblicistica cattolica post-risorgimentale: a. Didattica e pensiero religioso, b. Catechismo, c. Mariologia, d. Liturgia, e. Preghiera, f. Filosofia, g. Ordini religiosi, h. Pedagogia, i. Politica. - Composizioni letterarie ispirate a Dante. - La Mistica. - La Profezia. - Titoli scelti dal fondo dantesco della Biblioteca Cardinale Maffi. Le Conversazioni manzoniane del Cardinale Maffi con il suo clero. Una lettura religiosa e civile Piero Floriani 211 Sommario: Pietro Maffi: scienziato letterato umanista. - Le edizioni manzoniane e la letteratura critica nella biblioteca e nell’archivio personale. - L’opera manzoniana nella critica letteraria del suo tempo tra moralismo edificante, liberalismo radicale, patriottismo nazionale. - La franca professione di ammirazione di Pietro Maffi. - Colore regionale lombardo, cattolicesimo sociale. - Promessi sposi per la formazione del clero. - Attualità dei Promessi Sposi e identità nazionale. - Le Conversazioni, un testo di formazione psicologica e professionale. - Letture dai Promessi Sposi: a. Il clero, la continenza, il vino, b. I calunniatori, c. Le persone del clero nel romanzo. Conversazioni II: situazioni e personaggi emblematici, predicazione e carità estrema. - Il giudizio morale, le responsabilità degli educatori. ARTE E COMMITTENZA Di fronte al pulpito di Giovanni Pisano Marco Collareta 225 Sommario: Dalla frammentazione alla ricostruzione. - Il ruolo del Cardinale. I materiali esistenti nella sua Biblioteca. - “Predica il Pulpito”: la lettera pastorale della Quaresima 1927. - a. I “divini marmi” di Giovanni Pisano, Dante e Tommaso d’Aquino, b. Struttura architettonica e rilievi: significato teologico e liturgico, c. Collocazione museale, collocazione ecclesiastica e censura. - 1 tavola L’Opera della Primaziale nella committenza artistica di Pietro Maffi Gabriella Garzella Sommario: Censimento dei materiali presenti nell’Archivio dell’Opera della Primaziale. - I candelieri del Pogliaghi per l’altare del Santissimo Sacramento. - Il monumento a Galileo. - Un dono del Cardinale per l’altare maggiore della cattedrale: gli Angeli in bronzo di Ludovico Pogliaghi. - Due assenze archivistiche: un inventario commissionato e la ricostruzione del Pergamo di Giovanni Pisano. - 1 tavola 233 IL CAMMINO DELLA SANTITÀ Spigolature per nuovi percorsi di ricerca. Pietro Maffi e la santità cercata Gabriella Rossetti 241 Sommario: La prima pastorale al clero e al popolo di Pisa. - Dalla riforma del Seminario alla realizzazione del programma iconografico borromiano. “La piazza più galileiana di Pisa” e il suo Genio. - Non solo un recupero culturale ma un evento pastorale importante la ricollocazione in cattedrale del Sepolcro di Arrigo VII. - In fide et lenitate: lo stemma episcopale, il cammino della santità. - Pietro Maffi e il monastero pisano della Visitazione: una “chiamata” mistica. - La santità segreta. - Un “Uomo di Dio” nel Mondo a disposizione di tutti. - 13 tavole Conclusioni Gabriella Rossetti 283 La Biblioteca: realizzazioni, progetti, programmi di lavoro. - 1 tavola Indice alfabetico degli autori 293 N.B. Di norma, la collocazione delle pubblicazioni presenti in biblioteca viene citata tra parentesi quadre. L’archivio personale del cardinale Maffi viene indicato in nota in carattere corsivo, abbreviato o per esteso: Archivio personale, o Arch. pers., seguito dal numero di serie, ad es. 35, dal titolo Specola vaticana, e dal numero dei pezzi( 396 unità): Arc.pers. 35, Specola vaticana (396 unità). I documenti, iconografici e scritti, collocati in calce ai saggi, sono segnalati come Tavole, con abbreviazione tav.: ad es. tav. II, 1, 2 (per Tavola II, figure 1, 2). Il montaggio e l’impaginazione delle figure nelle tavole sono di Gabriele Zaccagnini. Un vivo ringraziamento all’Opera della Primaziale Pisana che ha procurato le immagini dell’interno della Cattedrale e ne consente la pubblicazione. Le immagini del Sepolcro di Arrigo VII sono tratte dal volume di G. Rossetti, Percorsi di Chiesa, Album (cit. in Spigolature), lì pubblicate ugualmente per concessione dell’Opera della Primaziale Pisana. Introduzione 1914 - Quattro protagonisti del Movimento cattolico a colloquio: da sinistra a destra, il 'nuovissimo' beato Giuseppe Toniolo, il cardinale Maffi, il conte Giovanni Grosoli, Antonio Boggiano Pico. Si veda la lettera di Giovani Battista Montini (Introduzione, pp. 22-25 e tav. VI) Dal ripristino alla esplorazione dei fondi manoscritti e a stampa Gabriella Rossetti Sommario: La “biblioteca dell’Arcivescovo”, le fasi del ripristino, gli enti finanziatori, la catalogazione. - Il sito web, i contributi alla conoscenza, i nuovi approfondimenti. - Il fondo rinascimentale. - Il Fondo Manoscritti. - I fondi scientifici: Pietro Maffi e l’astronomia. - Pietro Maffi e la riforma delle istituzioni ecclesiastiche pisane. - Arte e committenza artistica. - Pietro Maffi e gli altri protagonisti del suo tempo: da Guido Maria Conforti (†1927) a Giuseppe Toniolo († 1918) per risalire ad Antonio Rosmini († 1855), passando per le scelte letterarie del Cardinale: Dante e Manzoni. - Non un fondo agiografico, ma biografie esemplari di santi. - Pietro Maffi e la ricerca della santità. - 4 tavole La “biblioteca dell’ Arcivescovo”, le tappe del ripristino, gli enti finanziatori, la catalogazione Pietro Maffi arcivescovo di Pisa (1903-1931). Un tempo difficile, un grande Pastore, una eredità culturale significativa è il titolo del primo Seminario della Biblioteca Arcivescovile “Cardinale Pietro Maffi di Pisa”, di cui si pubblicano gli Atti, organizzato, nei giorni 13 e 14 febbraio 2009, per celebrare i centocinquanta anni dalla nascita del fondatore (1858-2008), con il patrocinio dell’Arcivescovo di Pisa Monsignor Giovanni Paolo Benotto, della Università di Pisa, dell’ Opera della Primaziale Pisana, della Provincia di Pisa, della Società Storica Pisana1. In questo elenco sono rappresentati gli enti che in varia misura finanziarono o agevolarono il ripristino della grande biblioteca del Cardinale Pietro Maffi, inaugurata il 4 settembre 2007, al termine dei lunghi lavori di ristrutturazione che hanno riportato alla luce l’eccezionale patrimonio, librario, archivistico e documentario del fondatore, del quale pochi erano ormai a conoscenza dopo settant’anni di abbandono. Le lunghe fasi del ripristino sono raccontate nel volume Il tesoro ritrovato. Cronaca di un salvataggio, nel quale figurano anche molti dei materiali rari e preziosi esposti nella mostra allestita per l’occasione2. I lavori sono iniziati nel 1992 con un primo cauto sondaggio, scanditi nel 1994 da un atto notarile di intenti siglato tra l’Arcivescovo Monsignor Alessandro Plotti, il Magnifico Rettore e i membri di un comitato di docenti universitari. Si sono susseguiti: l’informatizzazione del catalogo originale finanziato dal Consiglio dei Direttori di Dipartimento nell’anno accademico 1995-96, dal marzo l998 ha avuto Il programma ufficiale della manifestazione è riprodotto nel sito web della biblioteca di seguito citato. 2 “La biblioteca arcivescovile del Cardinale Pietro Maffi a Pisa”. Gabriella Rossetti, Il tesoro ritrovato. Cronaca di un salvataggio; C. Materazzi - M.L. Orlandi - R. Trevisan, Materiali in Mostra, Pisa, Opera della Primaziale Pisana, 2007, pp. 149 (Quaderno n. 19). 1 13 Gabriella Rossetti inizio, per conto dell’Arcivescovo, titolare della biblioteca per volontà testamentaria del fondatore e con il contributo CEI, la catalogazione informatica diretta dei materiali, con il programma CDS ISIS (appl. Edan), distribuito dalla Regione, da parte delle tre catalogatrici sotto indicate e con il coordinamento di chi scrive. Nel 2000 l’Università, per consentire alla biblioteca la comunicazione in rete, ha condotto in Arcivescovado le fibre ottiche, ha installato nella biblioteca una centralina e ne ha curato la manutenzione: da allora l’indirizzo e-mail della biblioteca indicato sul Mop è collegato al server dell’Università: maffi@bibmaffi. unipi.it; [email protected]. Il 2002 l’Opera della Primaziale, cui compete la manutenzione del palazzo arcivescovile, ha fatto i primi lavori di risanamento dei locali della Biblioteca portandovi le luci e restaurando gli infissi, il 2004 infine, constatato il collasso sia dei materiali librari sia degli arredi lignei originali, per gli attacchi di tarli e anobidi subito segnalati agli organi di tutela della Regione, è stato siglato un “Protocollo di Intesa” tra l’Arcivescovo, l’Opera della Primaziale, la Provincia di Pisa, per portare finalmente a termine in breve i lavori edilizi di risanamento e ristrutturazione, provvedere alla disinfestazione e allo spolvero di tutti i materiali librari e archivistici, sostituire le scaffalature lignee, rovinate e inadeguate, con moderne scaffalature metalliche, onere che si è assunto la Provincia (novembre 2004-marzo 2005), a condizione che la biblioteca fosse aperta al pubblico. Il concorso meritorio dei tre enti, la disponibilità delle catalogatrici e di chi scrive a riprogrammare la struttura della biblioteca salvando le collocazioni originali, hanno consentito di portare a termine la ricollocazione entro il giugno del 2006, quando si è verificata un’altra emergenza, il ritrovamento di materiali librari e archivistici appartenuti al Cardinale, mai entrati prima nella biblioteca ma conservati in una sala, liberata per rendere la biblioteca indipendente dall’appartamento arcivescovile collegandola con il locale che, al termine del percorso originario, fungeva da magazzino della biblioteca: sono i due locali che ora costituiscono l’ingresso ufficiale indipendente e ufficio catalogo, e la sala di lettura (tav. I, 1, 2). Il sito web, i contributi alla conoscenza, i nuovi approfondimenti Per fare posto ai materiali ritrovati, ribattezzati “nuove accessioni” e non doverli relegare in un magazzino, sono stati destinati dall’Arcivescovo alla biblioteca, e arredati dall’Opera, oltre alla grande sala che comunica con l’appartamento arcivescovile, due ulteriori locali interni e un corridoio a gomito di raccordo, prima adibiti a soffitte, sono state aggiunte scaffalature a terra, dove possibile, e armadi a vetrina nelle sale di accoglienza. Gli scaffali sono passati da 125 a 181, la superficie totale della biblioteca da 248 a 320 mq, i locali arredati, per rapporto alla estensione originaria, sono aumentati da 6 a 11, sono stati impostati due ballatoi nelle grandi sale centrali, la biblioteca sviluppa ora 1700 metri lineari di librerie. È grazie alla Convenzione siglata il 27 novembre 2007 tra il Magnifico Rettore e l’Arcivescovo pisano, come impegno reciproco di garantire l’apertura al pubblico e la migliore fruibilità della biblioteca agli studiosi, che l’Università si è assunta il compito della pubblicazione degli Atti del Seminario 2009, di cui ci occupiamo, per i tipi della casa editrice ufficiale dell’Ateneo. 3 14 Dal ripristino alla esplorazione dei fondi manoscritti e a stampa Una sistemazione bella e funzionale, cui la Regione ha dedicato una campagna fotografica completa, che ha diffuso. In corso d’opera, sono stati pubblicati il 2005 nel «Bollettino Storico Pisano» una relazione-intervista, tenuta da chi scrive il 4 dicembre 2004 nell’“Auditorium Toniolo” dell’Opera della Primaziale Pisana4, per fare il punto sulla catalogazione, sull’andamento dei lavori in corso, sul delicato spostamento dei libri per essere disinfestati e spolverati e sostare in altri locali, fino al termine della ristrutturazione edilizia e al montaggio dei nuovi scaffali. È stato anche realizzato un contributo di collaborazione, delle dottoresse addette al catalogo e da me, al volume Galileo e Pisa a cura di Roberto Vergara Caffarelli, edito in occasione della Mostra galileiana allestita a Ginevra (ottobre 2004-febbraio 2005) per le celebrazioni dei cinquant’anni del CERN, cui la Biblioteca poté partecipare grazie al consenso dato dall’Arcivescovo, Monsignor Alessandro Plotti, alla esportazione di due lettere autografe inedite di Galileo (Fondo Autografi dell’Archivio personale del Cardinale), del volume manoscritto delle Postille alle esercitazioni di Antonio Rocco e di due rare pubblicazioni seicentesche, patrimonio della biblioteca5. Le schede di catalogo informatizzate hanno incominciato a confluire nel MetaOpac Pisano (MOP) l’aprile del 2005, ed è stato creato e via via aggiornato il sito: http://leonardo.isti.cnr.it/bib_maffi/, che illustra le caratteristiche della biblioteca e dà accesso al Catalogo, segnala gli strumenti di consultazione disponibili, le iniziative in atto e i lavori in preparazione. Il Fondo Rinascimentale Ha visto la luce nel 2009 il Catalogo degli incunaboli e delle cinquecentine, a cura di Maria Luigia Orlandi e Rossella Trevisan6, un’opera indispensabile per apprezzare il fondo antico della biblioteca, cui dedica in questo volume un contributo di approfondimento sui classici greci e latini Antonio Carlini, filologo classico e rinascimentista, che ha dimostrato il gusto raffinato e la capillarità di penetrazione della nuova cultura editoriale7: i preziosi esemplari esaminati appartengono alla più prestigiosa editoria italiana ed europea sia dal punto di vista della qualità dei materiali sia da quello della varietà della committenza e dell’importanza dei commentatori ed editori: marche tipografiche, stemmi, ex libris, legature di pregio sono decodificati e messi a confronto, ogni autore preso in considerazione figura in più esemplari di provenienza diversa e di diversa collocazione cronolo La biblioteca arcivescovile “Cardinale Pietro Maffi”. Ripristino e salvataggio, in “Bollettino Storico Pisano. In memoria di Marco Tangheroni”, LXXIV (2005), pp. 611-619. 5 G. Rossetti, Il Cardinale Pietro Maffi arcivescovo di Pisa, la sua preziosa biblioteca e il suo progetto di un monumento a Galileo, in Galileo e Pisa, a cura di R. Vergara Caffarelli, sez. 5, La biblioteca arcivescovile “Cardinal Maffi”, a cura di G. Rossetti - C. Materazzi - M.L. Orlandi - R. Trevisan, Pisa, Felici, 2004, 5/1, pp. 97-120, in particolare pp. 99-104. 6 Biblioteca Arcivescovile Cardinale Pietro Maffi di Pisa, Gli incunaboli e le cinquecentine. Catalogo, a cura di M.L. Orlandi - R. Trevisan, Prefazione di G. Rossetti, Presentazione di P. Ricciardi, Pisa, Pacini, 2009 (Biblioteca della Società Storica Pisana. Strumenti, 5). 7 Antonio Carlini ha presentato ufficialmente il Catalogo nell’Assemblea scientifica pubblica della Società Storica Pisana il 20 novembre 2009. Il testo è riprodotto nel “Bollettino Storico Pisano” (2010) e figura anche sul MOP s.v. “Eventi e Pubblicazioni” come le altre pubblicazioni riguardanti la biblioteca, qui citate. 4 15 Gabriella Rossetti gica e per questo assume, nel panorama dell’editoria rinascimentale, un significato più generale di quello che ci si attende dalla descrizione di un solo fondo: questo è stato possibile grazie al fatto che gli esemplari provengono quasi tutti da un’unica raccolta. È il saggio di Maria Luigia Orlandi, una delle curatrici del Catalogo, a ricostruire la provenienza del fondo rinascimentale, dovuto soprattutto al lascito del conte Ludovico Rosselmini-Gualandi (1919), discendente ultimo di due famiglie dell’aristocrazia medioevale di età comunale, di Nobiltà e di Popolo, di ricchezza fondiaria e mercantile, erede di una “Raccolta” formata da Pietro Leopoldo Rosselmini umanista e bibliofilo (1773-1833), fondatore della biblioteca di famiglia. L’Inventario alfabetico per autori che va sotto il nome di Pietro Leopoldo e, a seguire, dei personaggi che dopo di lui arricchirono con nuovi acquisti la biblioteca di famiglia fino alla devoluzione finale al Cardinale, è uno strumento eccellente per il censimento dell’intera raccolta di cui evidenzia lo sviluppo coerente. Il Fondo Manoscritti Ancora si desidera il completamento della schedatura del Fondo Manoscritti, 123 pezzi (secoli XIV-XX), annunciato “in preparazione” nel sito web. È stato catalogato per 1/3, con il programma “Manus” fornito dal Ministero, dalla dr.ssa Cristina Materazzi, che non ha potuto portarlo a termine per decadenza dei contratti. A questo importante giacimento appartiene il Manuale di Mercatura già proprietà dei Rosselmini, uno dei pezzi storicamente più rilevanti del fondo qui presentato, descritto, studiato, datato agli inizi del XV secolo da Laura Galoppini. Il pezzo ha una struttura composita: è, in parte, “Registro” degli affari mercantili internazionali della famiglia, in parte “Manuale di mercatura”: un esemplare importante di questo tipo di letteratura teorica e pratica, un passo avanti nella conoscenza del Fondo Manoscritti della Biblioteca ancora tutto da studiare, un contributo significativo alla conoscenza delle origini lontane delle fortune economiche della famiglia generosa che procurò al Cardinale e alla sua biblioteca i tesori più preziosi. Del Fondo Manoscritti aveva presentato una prima schedatura Natale Caturegli nel 1965 («Bollettino Storico Pisano», 1962-63), ancora consultabile utilmente8. Le nuove accessioni. Il fondo “I guerra mondiale” La sistemazione Manca l’accesso informatico alle cosiddette “nuove accessioni” in attesa di catalogo, ma ne è stata data notizia anche nel sito web. Alla vigilia della inaugurazione, rinviata dal luglio 2006 al settembre 2007, proprio per fare posto alle nuove accessioni, non c’era più la possibilità di catalogarle, ma sono state rese disponibili alla consultazione con una prima selezione tipologica e tematica (opuscoli, riviste, documenti) in scaffalature proprie. In una vetrina a chiave della sala di lettura è stata collocata la documentazione originale inedita (più di 16.400 documenti) 8 Il contributo di Natale Caturegli è stato riprodotto sul MOP, per agevolare i lavori di ricerca degli utenti. 16 Dal ripristino alla esplorazione dei fondi manoscritti e a stampa riguardante la I guerra mondiale: guerra nella quale il Maffi svolse un ruolo di primo piano nelle ricerche dei dispersi, dei feriti, dei morti non soltanto italiani ma anche francesi e tedeschi, in ospedali e cimiteri europei, nelle richieste di esenzioni dal servizio militare o di rimpatri, in corrispondenza diretta con il Comando Generale italiano e con la Sede Apostolica, per i cui tramiti diplomatici venivano svolte le ricerche. Direttamente dalla Segreteria di Stato Vaticana giungevano al Cardinale le notizie, che avviava a destinazione tenendo personalmente i contatti con le famiglie dei militari, o, nei casi non rari di analfabetismo dei parenti destinatari, con la mediazione dei parroci. Per volontà del Cardinale, il Seminario pisano fu trasformato in ospedale militare, i seminaristi furono ospitati nel palazzo arcivescovile e Pisa accolse i profughi veneti e istriani, e i collegi degli orfani del Veneto in città e nella diocesi. Tra le opere a stampa sono più di 3.000 i volumi rinvenuti, vi predominano quelli che il Maffi portò con sé da Pavia, e si evidenzia una raccolta di oltre 3.000 opuscoli di argomento vario, tra i quali una collezione di omelie episcopali italiane ed europee a complemento di quelle, numerosissime, già catalogate; 334 numeri di riviste internazionali diverse, prevalentemente di argomento scientifico; e materiale fotografico per un fondo da costruire9. Foto si ritrovano infatti un po’ dovunque, ne sono state sistemate provvisoriamente in cartelle sui lunghi tavoli posti al centro delle sale dove sono collocati i grandi formati; se ne trovano anche in alcuni scaffali, riunite in album o sparse, probabilmente più volte spostate negli anni e non ricollocate nel posto originario: ne aveva incominciato il censimento e la selezione la prof.ssa Lisetta Matteucci, preziosa amica e collaboratrice offertasi come volontaria proprio quando venivano meno le risorse finanziarie e gli aiuti necessari a dare una sistemazione razionale, se non definitiva, alle “nuove accessioni”. Si consulti il sito della biblioteca, al link “Nuove Accessioni”, in cui si trovano notizie più dettagliate sulle selezioni tematiche degli opuscoli, sull’inventario delle Riviste, sulla qualità dei documenti del fondo “Guerra”. Questo è stato sistemato dalla prof.ssa Lisetta Matteucci e da me nello scaffale a vetrina n. 165 (sala di lettura) in 18 grandi cartelle che rispettano la consistenza dei pacchetti in cui i materiali sono stati trasmessi, ognuno di argomenti vari, indicati, con numero progressivo dei fascicoli di ogni cartella, nei fogli guida inseriti all’interno. Ogni unità è stata poi numerata progressivamente, cartella per cartella, dal prof. Fabbri e dalla dr.ssa Valianti che, insieme con il signor Lazzerini, prestano servizio volontario nella biblioteca: la consistenza finale è risultata di oltre 16.400 pezzi. In una scheda a parte, compilata da chi scrive e dalla prof.ssa Matteucci, è stata anche segnalata la dislocazione di altri materiali riguardanti la guerra, reperiti nella biblioteca e nell’archivio personale del cardinale, compilata per ottenere un finanziamento e invano inviata, con le schede dell’inventario sommario citate, al Comitato Nazionale istituito per la tutela delle testimonianze della Prima Guerra Mondiale (2001-2011), perché ne finanziasse la catalogazione. La pratica è stata istruita e presentata per il tramite della dott.ssa Sandra Pesante, direttrice della Biblioteca Universitaria di Pisa, competente regionale per il Ministero, ma non ha mai avuto una risposta ufficiale: ho poi saputo che i fondi erano già esauriti quando mancavano tre anni alla scadenza. È una strada che si può provare a ripercorrere per il varo delle nuove iniziative ministeriali (vedi lettera del novembre 2010 della dr.ssa Benintende della Soprintendenza ai Beni Librari di Firenze che, per il tramite della Biblioteca Universitaria di Pisa, comunica che è sempre valido il decreto ministeriale 2001-2011). 9 17 Gabriella Rossetti I fondi scientifici e tecnologici. Pietro Maffi e l’astronomia I fondi scientifici e tecnologici costituiscono una buona metà del patrimonio tradizionale e sono ancora praticamente inesplorati10, se si esclude l’incursione fatta per la mostra di Ginevra, ma hanno un valore storico eccezionale, soprattutto per il periodo post risorgimentale in cui la frattura tra i poteri civile ed ecclesiastico condizionò politicamente il dialogo tra gli scienziati, la cultura scientifica cattolica fu trascurata dai laici, ma ebbe nomi illustri tra i quali si deve annoverare Pietro Maffi, scienziato e astronomo, oltre che letterato e bibliofilo, già fondatore della Specola del Seminario di Pavia, divenuto il 1907 Presidente della Specola Vaticana che riformò, in costante comunicazione con gli osservatori di tutto il mondo; per questa nomina fu insignito dal papa Pio X del titolo cardinalizio; con lui vanno ricordati almeno Giovanni Virginio S c h i a p a r e l l i (1834-1910) dell’Ossevatorio di Brera, e il padre scolopio Guido A l f a n i (1876-1940), direttore dell’Osservatorio Ximeniano di Firenze, con il quale il Cardinale collaborò assiduamente, come documentato nell’Archivio personale, senza dimenticare l’alta qualità, che Gabriele Zaccagnini segnala, dell’omiletica che Pietro Maffi dedicò a singole figure di astronomi, come il padre Angelo S e c c h i e il padre Timoteo B e r t e l l i. Universalmente noto è il manuale di astronomia molto lodato, pubblicato prima della sua venuta a Pisa: Nei cieli. Pagine di astronomia popolare (1896, quattro edizioni, sempre aggiornate, lui vivente, una ristampa dopo la morte). Di lui si cita spesso un saggio famoso, tra letteratura e scienza astronomica, La cosmogonia nelle opere di Torquato Tasso, ma è autore di numerosi saggi scientifici, riediti nei suoi Scritti Vari11. Lui stesso e la sua Scuola pavese sono noti per lo studio della Non manca l’interesse degli studiosi intorno ai fondi scientifici: il prof. Marco Massai del Dipartimento di Fisica “E. Fermi” dell’Università di Pisa, insieme con due collaboratori: la dott.ssa Francesca Mori del Dottorato di Ricerca in Matematica, il dott. Massimiliano Razzano dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, sezione di Pisa, ha proposto una articolata ricerca di approfondimento riguardante le “discipline, scientifiche e umanistiche: astronomia, matematica e musica” Per una biografia tematica del Cardinale Maffi, ma ha dovuto rinunciare all’impresa per mancanza dei fondi necessari ad assicurare ai giovani ricercatori un contratto o una borsa di studio. Ecco una via praticabile con la collaborazione degli enti interessati: garantire un supporto finanziario alle ricerche dei giovani per promuovere la conoscenza del patrimonio culturale che la Biblioteca ha trasmesso. Il progetto presentato dal prof. Massai merita di essere riproposto. Si era parlato di organizzare un seminario nell’“anno galileiano” 2010 della scoperta dei satelliti di Giove (non è stato realizzato, sono state finanziate altre iniziative), mentre si annuncia un altro “anno galileiano”, il 2012, della scoperta delle macchie solari, che si auspica promuova ricerche di approfondimento nella Biblioteca su La figura di scienziato di Pietro Maffi e la scienza astronomica del suo tempo. Dall’Inventario dell’Archivio personale segnalo le cartelle dedicate alla Specola Vaticana: Arch. pers. 35 (396 unità), 35° (30 unità), 35B (N. 1-755 Specola Vaticana, 450 unità), 35C (N. 1-252 Specola, 77 unità); e inoltre n. 38, vario su argomenti di astronomia. 11 A. Spicciani, Gli scritti di Pietro Maffi, in M. Andreazza - D. Dini - D. Frosini - U. Spadoni - A. Spicciani, Il cardinale Pietro Maffi arcivescovo di Pisa. Primi contributi di ricerca, Tavola rotonda del 18-03-1982, Pisa, Pacini, 1983, pp. 157-168: ora è nel MOP come Bibliografia a stampa delle opere di Pietro Maffi che, se pur non completa, è ancora utile; ed è preziosa l’Avvertenza iniziale per il reperimento degli scritti che non sono entrati nella pubblicazione. La Bibliografia completa delle opere a stampa di Pietro Maffi e di quelle a lui dedicate, a cura di R. Trevisan, annunciata 10 18 Dal ripristino alla esplorazione dei fondi manoscritti e a stampa meteorologia e delle stelle cadenti. Per molti anni Pietro Maffi fu il trait d’union tra i due fronti della cultura scientifica, liberale e cattolica, in comunicazione con tutto il mondo, anche grazie alla «Rivista di Fisica, Matematica e Scienze naturali» (1900-1912), che fondò e diresse fino alla chiusura, occupandosi personalmente dei collaboratori e degli abbonati. Uomo del dialogo, fu anche uno dei fondatori della Scuola di Ingegneria della Università di Pisa, ricostituì la Facoltà Teologica, soppressa nell’Ateneo con le leggi napoleoniche (inaugurata il 1910 nel Seminario interdiocesano), fu committente della edizione degli Statuti pontifici cinquecenteschi per l’Università (1907), curati dal grande patologo dell’Università di Pisa, che fu anche Operaio Presidente dell’Opera della Primaziale, Carlo Fedeli († 1927), fondò la Casa dello Studente, intitolata a Galileo, che dotò di una biblioteca interna, aprì una Banca di Piccolo Credito per venire incontro ai bisogni dei meno abbienti. Sono solo alcuni esempi dell’instancabile operosità del Cardinale, testimoniati dalla sua Biblioteca. Pietro Maffi e la riforma delle istituzioni ecclesiastiche pisane I suoi interventi in materia istituzionale, per riformare la Chiesa di Pisa secondo i principi della grande Riforma Cattolica applicati da Carlo Borromeo nell’Arcidiocesi di Milano, sono qui sistematicamente illustrati dall’Arcivescovo emerito Monsignor Alessandro Plotti attraverso gli scritti del Maffi, il cui impegno pastorale si applicò in ogni campo: si segua la significativa antologia delle omelie del Maffi (i temi sono evidenziati nei titoli dei paragrafi), che Monsignor Plotti ha composto, e che documentano nella maniera più efficace non solo la completezza dei suoi interventi in ogni aspetto organizzativo della vita ecclesiale, ma anche nei fondamenti teologici ed etici, nella catechesi, nella vita liturgica e sacramentale, nelle devozioni, uniti alla efficacia della sua predicazione nella forma letteraria, solenne e piana, che diffuse dovunque la fama della sua abilità di oratore, una fama che ha valicato i decenni ed è giunta fino a noi. Figlio della Rerum Novarum, fu attivissimo nella politica sociale, con determinazione e costanza creò in tutta la Diocesi strutture di accoglienza e assistenza agli anziani e ai fanciulli: sono le “Opere Cardinale Maffi”, tuttora esistenti, dotate di un proprio statuto e di un finanziamento adeguato con il concorso di comunità e di singoli, parte da lui stesso inaugurate, parte da lui progettate e portate a compimento dopo la sua morte; vi si aggiungano gli educandati degli Ordini maschili e femminili già presenti a Pisa, o da lui richiamati, cui dedicò costante attenzione. in preparazione, non ha potuto essere portata a termine. Per un primo approccio alla figura e all’opera di Pietro Maffi si possono consultare ancora utilmente: I. Felici, Il cardinale Pietro Maffi, Roma-Milano, Augustea, 1931, una biografia stesa l’anno stesso della morte; P. Stefanini, Il cardinale Maffi, Prefazione di P. Agostino Gemelli, Pisa, Giardini, 1958, nel centenario della nascita: una miniera di notizie e di riferimenti bibliografici, che può costituire la base, preziosa, di un primo “schedario di ricerca”, cronologico e tematico, per l’approfondimento della figura e dell’opera di Pietro Maffi, delle sue relazioni, del tempo in cui operò, da confrontare – ora è possibile – con il “Catalogo Informatico” e con l’Archivio personale. Dal link “Tutti i campi” si selezionano nel catalogo, al nome di “Maffi”, 1.592 records, che includono le sue opere, le sue prefazioni a opere di autori diversi, quelle a lui dedicate, le dediche manoscritte di opere donate a lui dagli autori; 201 sono i records che si contano sotto link “Autori” al nome di “Pietro Maffi”, ma non sono catalogati individualmente tutti gli opuscoli, né le collaborazioni a riviste. 19 Gabriella Rossetti La raccolta dei finanziamenti, necessari a tanto fervore di opere, non è stata studiata: notizie e atti amministrativi andranno rinvenuti nell’Archivio Arcivescovile e negli archivi delle singole comunità, gli statuti originari andranno messi a confronto con la evoluzione dei compiti e delle rappresentanze sociali nelle fondazioni, attive anche ai nostri giorni. Lo studio comparato delle “Opere Cardinale Maffi” diffuse in tutta la Diocesi, dalla loro fondazione fino ad oggi, e nelle diverse specializzazioni di scuole per l’infanzia, residenze sanitario-assistenziali o pensionati per anziani e disabili, è tutto da fare. Senza dimenticare la dignità degli edifici, affidati alle migliori maestranze, quando non erano disponibili altri contenitori opportunamente adattati, da riutilizzare (tav. I, 1, 2)12. C’è poi la grande struttura di carità: “Piccola casa della divina Provvidenza” per l’accoglienza dei disabili e dei senzatetto (per i pisani “il Cottolengo”, filiazione della istituzione torinese che prese nome dal fondatore, il beato Giuseppe Benedetto Cottolengo), che il Cardinale volle per la città che ne era priva: egli poté finanziarne l’insediamento grazie ancora ai beni avuti in dono a tale scopo dal conte Ludovico Rosselmini Gualandi (1919), non senza contrasti da parte di chi pretendeva mettere le mani sulla cospicua eredità. Sono percorsi di ricerca affascinanti per chi voglia studiare il Movimento Cattolico tra Otto e Novecento e non solo, il clima politico, la società, i rapporti tra istituzioni civili ed ecclesiastiche, dalla Rerum Novarum alla Conciliazione (18941929), il tempo del Maffi. Per intraprendere una tale ricerca, non v’è sede più idonea di Pisa, all’avanguardia del pensiero politico cattolico e delle realizzazioni sociali, grazie a protagonisti d’eccezione quali Pietro Maffi e Giuseppe Toniolo. Arte e committenza artistica I busti degli arcivescovi per il chiostro dell’Arcivescovado; il progetto di un monumento a Galileo; il sepolcro di Arrigo VII; il Pergamo di Giovanni Pisano; i Candelieri d’argento dell’altare del Sacramento e gli Angeli-cerofori in bronzo, di Ludovico Pogliaghi, questi i temi che sulla base della documentazione reperita in biblioteca, sono stati fatti oggetto di qualche approfondimento. Appassionato restauratore, conservatore e committente d’arte, fin dal primo anno del suo episcopato, secondo il dettato di san Carlo Borromeo, Pietro Maffi commissionò ad Antonio Bozzano, caposcuola della Scuola Pietrasantina, per il chiostro dell’Arcivescovado, i busti dei suoi predecessori, messi in opera il 1907. Pensò e descrisse nei particolari il p r o g e t t o d i u n m o n u12 Ho in mente, ad esempio, l’edificio dell’“Opera Cardinale Maffi” di Vicopisano, che delimita la piazza accanto alla Pieve di Santa Maria, un neogotico di sobria eleganza che una bella scultura di Scuola Pietrasantina, posta sopra il portale centrale, ingentilisce segnalandone l’utilizzo: rappresenta due fanciulli in cammino (tav. I, 1, 2). L’“Opera” ospita attualmente un Asilo Nido e una Scuola Materna private: si tratta di una Fondazione Onlus, della cui gestione è responsabile il parroco della Pieve. Uno statuto, ancora vicino – mi sembra – a quello della Fondazione. Ho potuto reperire poche notizie: la struttura era prima affidata alle Piccole Suore dell’Addolorata di Verona [sic!], (o le suore dell’“Istituto Sorelle della Misericordia” [ISM] di Verona, come nell’“Opera Cardinale Maffi” di Uliveto Terme?) che vi risiedevano e avevano al primo piano una cappellina cui davano luce le due piccole monofore, visibili in facciata sopra il portale a inquadrare il gruppo scultoreo. Si tratta di un altro caso di ospitalità offerta agli orfanotrofi del Veneto durante la prima guerra mondiale? 20 Dal ripristino alla esplorazione dei fondi manoscritti e a stampa m e n t o a G a l i l e o, che volle destinato alla “Piazza più galileiana di Pisa”, la piazza dei Miracoli, ne commissionò al Bozzano stesso l’esecuzione e già il marzo del 2009 gli furono consegnati i bozzetti (li ho cercati invano): questo progetto e proposito che rinnovò per quasi vent’anni, fu lodato il 1909 dal Papa Pio X, ma rinviato per le difficoltà del momento: fu presentato al sindaco Gambini il 12 gennaio 1910, sesto anniversario del suo ingresso ufficiale a Pisa, proposto di nuovo ma osteggiato e infine rifiutato nel 1922 dai liberali nella giunta comunale di coalizione, dopo che era stato approvato dagli organi ministeriali, dall’Opera della Primaziale e dal sindaco stesso di Pisa: la vicenda ebbe una vasta eco nella stampa locale, nazionale e internazionale. Fu una delusione cocente per il Cardinale che non manifestò tuttavia reazioni di rabbia o di rancore13. Curò la sistemazione definitiva in cattedrale del s e p o l c r o d i A r r i g o V I I d i T i n o d i C a m a i n o (1313), soggetto nei secoli a molte vicissitudini, ne celebrò la ricomposizione benedicendo le reliquie dell’imperatore nel sesto centenario della morte di Dante (1921), associando, in una commossa omelia, il destino dei due grandi protagonisti di quel tempo lontano al disegno profetico di un «apostolato di salire ed invitare alle sublimi altezze» (segnalo in nota il mio recente contributo al riguardo)14. Era il 20 settembre 1921, una data certo non casuale per l’attenzione del Cardinale, un omaggio sommesso all’Italia unita e alla auspicata riconciliazione, nel cinquantesimo anniversario, appena trascorso, della occupazione di Roma, presenti, nel segno della ufficialità, le rappresentanze del Lussemburgo che portavano in dono una corona ferrea, ancora in sede, che completa in basso il mausoleo ripristinato. Si adoperò perché fosse ricomposto nella cattedrale il P e r g a m o d i G i o v a n n i P i s a n o, restauro portato a termine il 1926. Si legga qui la ricostruzione della vicenda e la fine esegesi del ruolo che vi svolse il Cardinale, fatta da Marco Collareta; mentre destinò il denaro, che in lunghi anni aveva raccolto in tutto il mondo per il monumento a Galileo, alla realizzazione e alla fusione nel bronzo degli A n g e l i - c e r o f o r i che ornano l’altare maggiore, opera di Ludovico Pogliaghi (1928). Un progetto grafico anteriore, di ricostruzione del pergamo, che è stato incorniciato, già si trovava nei locali della biblioteca ed è stato collocato nella sala di lettura; le belle “matite originali” degli Angeli del Pogliaghi a grandezza naturale, recuperate dall’Arcivescovo Plotti in una soffitta, ornano una parete e l’angolo, a lato del ritratto del Cardinale, nella sala di ingresso-ufficio catalogo della biblioteca (tav. II, 1, 2; tav. III). Ho tracciato a grandi linee il difficile cammino del progettato monumento a Galileo, nel saggio citato alla nota 4, ma si veda anche la mia relazione in questo volume, al §: La piazza più galileiana di Pisa e il suo Genio. 14 Ne ho trattato in Epilogo. Percorsi nella “Memoria”: da Papa Clemente IV a Arrigo VII imperatore: § 3, Viaggio nella “memoria” di Arrigo VII: il monumento; § 4, 1921, la “memoria” risarcita. Il cardinale Pietro Maffi, “l’altissimo poeta e l’alto Arrigo”, contributi editi nel volume: G. Rossetti, Percorsi di Chiesa nella società medioevale. Il culto dei santi, il patrimonio, i vescovi, il clero, le donne, le voci del tempo, un papa riformatore, un epilogo, Pisa, GISEM-ETS, 2011, (Pi. Bi. Gi. 25). Anche l’intervento sul sepolcro di Arrigo VII richiese una lunga pazienza: fu programmato nel 1913, compì tutto l’iter ministeriale dei permessi, fu interrotto dalla guerra, ripreso il 1919 e portato a compimento nel 1921 (in particolare pp. 555-563). 13 21 Gabriella Rossetti Gabriella Garzella illustra le testimonianze reperite nell’Archivio dell’Opera della Primaziale riguardo al rifiuto del progetto del monumento a Galileo, ai Candelieri d’argento dell’altare del Sacramento, agli angeli-cerofori, in bronzo, donati dal Cardinale all’altare maggiore della Cattedrale15 (Garzella, tav. I). Pietro Maffi e gli altri protagonisti del suo tempo: da Guido Maria Conforti († 1927) a Giuseppe Toniolo († 1918), per risalire ad Antonio Rosmini († 1855), passando per le scelte letterarie-pastorali del Cardinale: Dante e Manzoni Il servizio reso dal Maffi alla Chiesa e alla società16, e non solo, ma all’arte, alla cultura letteraria e scientifica e alla vita politica italiana fino alla Conciliazione, non è stato ancora pienamente valutato. Nel tempo difficile delle incomprensioni tra liberali e cattolici seguito alla Unità d’Italia, e tra modernisti e integralisti nel seno stesso del cattolicesimo, egli fu protagonista insieme con Giuseppe Toniolo, del dialogo tra le parti, con lealtà e coraggio, totale libertà di spirito e audacia di iniziative che realizzò con prudente fermezza. Sorprende che sia stato dimenticato dalla Gerarchia il suo ruolo di pacificatore, la sua totale disponibilità all’ascolto e al consiglio, la sua generosità, il suo impegno costante in difesa dei più deboli, la sua eroica resistenza alle insidie dei persecutori. Seppur tardi, la Chiesa ha riconosciuto la santità dei prelati suoi contemporanei che la lotta antimodernista aveva emarginato e che furono in costante corrispondenza con lui e in lui trovarono incoraggiamento e conforto: l’Arcivescovo di Milano, A n d r e a C a r l o F e r r a r i17, e G u i d o M a r i a 15 Nell’Archivio personale ci sono due cartelle dedicate ai candelieri d’argento per l’altare del Sacramento e agli angeli-cerofori in bronzo per l’altare maggiore della Cattedrale, da me citati nella mia relazione alla nota 8, p. 224. 16 Fu solerte negli aiuti durante i terremoti di Reggio (1905), di Messina (1908) e della Toscana (1914), nella epidemia di colera, oltre che nella guerra e nelle sue conseguenze: le testimonianze di questi interventi sono reperibili nell’Archivio personale, e nel Catalogo on-line, altre andranno ricercate nelle sedi proprie. Amico dei Reali, dei quali era spesso ospite nella tenuta di S. Rossore, ebbe in dono dal Re il Corpus Nummorum e questi presenziò il 1920 alla ricognizione delle ossa di Arrigo VII nel Camposanto Monumentale prima della traslazione in cattedrale (relazione Rossetti qui pp. 224-225); il 1930 il Cardinale celebrò le nozze del principe Umberto con Maria José del Belgio, fu insignito del collare della SS. Annunziata: il suo ruolo certo nella Conciliazione è segnalato nella biografia di Pasquale Stefanini in un capitolo intitolato I due concordati, op. cit.). C’è una cartella dedicata alla Conciliazione nell’Archivio personale: cart. n. 45, Concordato S. Sede, Italia 11 febbr. 1929 (275 unità). Il tema ritorna, cart. n. 95, con riferimento ai “documenti dell’Archivio Maffi sulla ‘Conciliazione’ in articoli di giornali del 1929”(sic!). La documentazione andrà completata nell’Archivio del Quirinale, nell’Archivio Segreto Vaticano, in quello dei Savoia. Ma vedi anche mia relazione. 17 A n d r e a C a r l o F e r r a r i (1850-1921), anch’egli figlio della “Rerum Novarum”, una vita attivissima nel sociale, perseguitato nella sua diocesi dagli integralisti, incompreso, accusato di modernismo, fu osteggiato fortemente in Curia di Roma, non fu ricevuto per cinque anni da Papa Pio X, solo alla vigilia della guerra, cambiato il pontefice, fu parzialmente riammesso, e si prodigò, come il Maffi, nelle ricerche dei feriti, dei morti, dei dispersi: una vita in tutto simile per impostazione e impegno a quella del Maffi: come lui, il Ferrari creò nel Seminario milanese che riformò, la Facoltà Teologica e poi anche quella Giuridica nella quale istituì una cattedra di Economia Sociale per G i u s e p p e T o n i o l o. Questi era professore a Pisa di 22 Dal ripristino alla esplorazione dei fondi manoscritti e a stampa C o n f o r t i, prima Arcivescovo di Ravenna, poi Vescovo di Parma, fondatore dei missionari Saveriani, di cui il Maffi fu nominato Ausiliare a Ravenna, dopo la morte del suo «Maestro e Padre» Agostino Riboldi, e Amministratore Apostolico (1902)18; il Conforti – lo apprendiamo dal saggio di don Angelo Manfredi – di là dalle maldicenze fatte circolare a Ravenna su loro presunti dissidi, gli fu amico e familiare fino alla morte. Per non parlare del suo più grande estimatore, amico e confidente, professore di Economia Politica all’Università di Pisa, G i u s e p p e T o n i o l o, morto in fama di santità il 1918, alla fine del grande conflitto mondiale19. Tra loro c’era un rapporto di fiducia totale, di confidenza rispettosa e fraterna, di collaborazione culturale che non venne mai meno. La biblioteca del Cardinale ha l’intera collezione della «Rivista internazionale di scienze sociali e discipline ausiliarie», fondata dal Toniolo il 1893, cui anche il Maffi collaborò fin dagli anni pavesi nei quali il professore frequentava i dibattiti culturali che si tenevano nel Seminario. Insieme organizzarono nel 1907 a Pistoia la “Prima Settimana Sociale dei Cattolici italiani”, non senza contrasti suscitati dagli anticlericali: fu l’anno più difficile della persecuzione anticattolica da parte dei massoni e della polemica antimodernista in seno al mondo cattolico, che la promulgazione della Pascendi Dominici Gregis, con la condanna del Modernismo Economia Politica nell’Ateneo e per volontà del Maffi professore di Sociologia, nella nuova Facoltà Teologica interdiocesana. Il Ferrari era in corrispondenza costante con Pietro Maffi: Arch. pers., cart, n. 90: Card. Ferrari, “Lettera” (37 unità), inoltre una cartella di materiali vari dell’Arch. pers., cart. n. 93, contiene “Lettere Ferrari”; è la stessa che ha trasmesso la “lettera di G.B. Montini” del 1927, il Carteggio Maffi-Conforti e molto altro. Il Ferrari andò anche a fare visita al Maffi a Tabiano: vedi Spigolature, qui. U n a g e n e r a z i o n e d i s a n t i, tra i quali circolavano i medesimi ideali spirituali, pastorali, culturali e sociali che praticarono eroicamente. Per comprendere a fondo quel periodo storico s i d o v r e b b e s t u d i a r e q u e s t a c i rc o l a z i o n e, partendo dalla biblioteca del Cardinale Maffi, che è veramente specchio della sua vita e del suo tempo. 18 Non si dimentichi, tra i prelati d’avanguardia, l’arcivescovo di Bologna, L u i g i S v a mp a, presto scomparso († 1907), le cui opere figurano in gran numero nella biblioteca. Ebbe dal Papa Pio X una lettera di diffida perché non organizzasse il raduno della gioventù cattolica previsto per il 1905. Di questa lettera, a stampa, è copia nella biblioteca del Cardinale: Lettera di Sua Santità Papa Pio X, all’E.mo Sig. Cardinale Domenico Svampa arcivescovo di Bologna datata “Dal Vaticano il I Marzo 1905. Pius PP. X.”, colloc. [64.2.VII-43]. 19 In una lettera al Maffi, datata da Pisa 9 dicembre 1902, il Toniolo faceva l’auspicio che, essendo l’arcivescovo pisano in carica gravemente ammalato, fosse chiamato il Maffi a sostituirlo, e certamente si adoperò perché ciò avvenisse: «Qui abbiamo il nostro arcivescovo ammalato gravemente con diabete, che prese forma di cancrena ad un piede. Tutti purtroppo prevedono inevitabile una catastrofe. Come pietà e carità è uomo prezioso. Non già per il resto. S e E l l a v e n i s s e f r a n o i … q u a l e d o n o …» (colloc: Arch. pers. 96.4.1). Con il titolo Contributi alla conoscenza del pensiero di Giuseppe Toniolo, sono stati pubblicati a Pisa (Pacini Editore,1984) gli Atti del Convegno Economia e società nella crisi dello Stato moderno: il pensiero di Giuseppe Toniolo, organizzato dall’Università e dalla Camera di Commercio di Pisa: (18-19 dicembre 1981), con contributi di economisti, giuristi e storici, importante per inquadrare la figura di Giuseppe Toniolo nell’ambiente pisano tra Otto e Novecento, il tempo del Maffi. Non a caso è stato organizzato il convegno nel cinquantenario dalla morte del Maffi, contemporaneamente alla ‘Tavola Rotonda’ di cui è parola qui alla nota 11, tenuta per iniziativa di Cinzio Violante e di Ettore Passerin d’Entrèves. 23 Gabriella Rossetti da parte di Pio X, non riuscì a sedare, anzi rese più radicale, fino alla vigilia della I guerra mondiale20. Il 1908 si tenne a Livorno l’VIII Convegno regionale della gioventù cattolica, che registrò un grande successo, presso i giovani, dell’omelia di Pietro Maffi di cui avremo modo di riparlare: un dialogo con la gioventù che non venne più meno. Il 1927 G i o v a n n i B a t t i s t a M o n t i n i (nato il 1897), trentenne (il futuro Cardinale Arcivescovo di Milano e Papa Paolo VI), a nome della FUCI, della quale era dal 1925 assistente ecclesiastico, in una lettera che ho ritrovato, sollecitava dal Cardinale “il suo autorevolissimo parere” sulla partecipazione della FUCI con iniziative proprie alle celebrazioni per il decennale della morte di Giuseppe Toniolo: è una lettera molto interessante per il ruolo che riconosce e affida al Cardinale Maffi di guida degli studenti cattolici italiani per coordinarne le iniziative con quelle degli altri cattolici, e che comunica il desiderio dei giovani di patrocinare l’introduzione della causa di beatificazione, «se è accetta l’idea di tale glorificazione del Toniolo», «come già l’ Università Cattolica per il Ferrini»21. Non sappiamo che risposta ebbe questa lettera, che ho ricordato perché il linguaggio, accuratamente dosato, merita un meditato commento22; penso che ci sia stato certamente da parte del Maffi un incoraggiamento a farlo, ma con una adesione vasta in forma ufficiale. Così avvenne nel 1933. Alla data del 1927 l’ U n i v e r s i t à C a t t o l i c a esisteva da sei anni. Per il desiderio, ribadito dal Toniolo prima di morire, che si creasse una Università dei Cattolici italiani23, il 1919 si costituì un comitato formato da 20 In una situazione così compromessa il 1909 il Maffi bandì una “lega santa di preghiere” che volle affidare alle religiose e suore che operavano a Pisa e nel territorio della diocesi (ne parlo nella mia relazione p. 228). Oggetto di attacchi verbali e scritti, il Maffi subì il furto sacrilego all’altare del Sacramento in cattedrale (1910), e poi la ingiusta calunnia del «Corriere Toscano» (1912) che lo accusava di essersi impadronito del denaro raccolto per costruire la chiesa di Marina di Pisa, vicenda affrontata con coraggio e fermezza dal Cardinale che intentò un processo e fu scagionato di tutto, fu risarcito con la proprietà del giornale (1914): era la vigilia della Grande Guerra. Nell’Archivio personale sono reperibili le testimonianze delle fasi del processo (Arch. pers. cart. 32, [405 unità] Galli-Salvioni. Causa Messaggero e conseguenze; … carte relative a vittoria contro il Messaggero Toscano. Non è corretta la titolatura, così trasmessa: la causa fu intentata al «Corriere Toscano», il giornale fu rifondato dal Cardinale con il titolo di «Messaggero Toscano». 21 Su Contardo Ferrini (1859-1902, beatificato da Pio XII nel 1947), ci sono 12 records nella Biblioteca. 22 Arch. pers. cart. 93 che raccoglie materiali vari, importanti (cit. a nt. 17). Fu così composta dopo la morte del Maffi probabilmente da Monsignor Calandra, perché vi si parla della “morte di Lena Maffi”, la sorella del Cardinale che gli sopravvisse. 23 Per Testimonianza di padre Agostino Gemelli il Maffi esprimeva il desiderio che si realizzasse una Università dei Cattolici già nelle conversazioni del Seminario pavese che lui stesso e Toniolo frequentavano assiduamente: A. Gemelli, Prefazione a Stefanini, op. cit., pp. IX-XIV, dove Gemelli parla anche dell’influenza che il Maffi ebbe sulla sua conversione e la sua formazione culturale, delle persone che frequentavano il Seminario pavese e a Pisa la casa accogliente del Cardinale. 24 Dal ripristino alla esplorazione dei fondi manoscritti e a stampa Agostino Gemelli24, Ludovico Necchi, Francesco Olgiati, Armida Barelli, Ernesto Lombardo, che fondarono a Milano l’Istituto “Giuseppe Toniolo” di Studi Superiori, ente garante e fondatore dell’Università. Il nuovo Ateneo, con il titolo di U n i v e r s i t à C a t t o l i c a d e l S a c r o C u o r e, fu inaugurato ufficialmente il 7 dicembre 1921, e fu invitato il Cardinale Maffi a tenere il discorso inaugurale. Riguardo al proposito di avviare la c a u s a d i b e a t i f i c a z i o n e d i G i us e p p e T o n i o l o, certamente la FUCI si preparò a sostenerla: il 21 maggio 1933, in una riunione di tutti i Presidenti tenuta a Firenze, fu proprio la FUCI a dare avvio alla causa, inviando una lettera postulatoria all’Arcivescovo di Pisa Gabriele Vettori (Pietro Maffi era morto da due anni) e a Eugenio Beccegato, Vescovo di Ceneda, Diocesi cui appartiene Pieve di Solìgo, dove riposano le spoglie mortali del Professore25. Il 1942 anche l’Università Cattolica entrò nel Comitato dei Postulatori, dal 1951 al 1954 si tenne il primo “processo” pisano per la beatificazione. Il rinvenimento fortuito di un documento erratico, come la lettera di Montini del 1927, costituisce una traccia che invita a rifare il percorso della corrispondenza dal luogo di arrivo alla sede di partenza e viceversa, per ricostruire la trama di rapporti che il trascorrere del tempo ha cancellato26. Pietro Maffi fu un grande comunicatore, ebbe corrispondenti stabili, o occasionali, in ogni parte del mondo. Per questa via è possibile acquisire alla biblioteca copia delle lettere del Maffi ai suoi corrispondenti, quando non sono state conservate le minute di cui pure è ricco l’Archivio personale: una ricerca che si voleva promuovere e non è stato possibile realizzare, ma che ogni studioso di quel periodo può e dovrebbe affrontare. L’omelia memorabile che Pietro Maffi tenne in occasione dell’VIII Raduno Regionale della Gioventù Cattolica a Livorno il 1908, lo colloca nello stesso filone di pensiero e di impegno sociale e politico di un altro Grande, vittima delle incomprensioni interne al mondo cattolico, morto da tempo ma ben vivo nel ricordo e nella sequela della “famiglia religiosa” che aveva fondata: A n t o n i o R o s m i n i (1797-1855), anch’egli, tardivamente, beatificato e canonizzato dall’attuale pontefice Benedetto XVI. Ha valutato la consistenza del fondo rosminiano, e approfondito il rapporto della Famiglia Rosminiana con il Cardinale, Monsignor Gino Biagini, attraverso le testimonianze rinvenute nella Biblioteca e ne ha dedotto, pur con cautela, 24 Fondatore dell’Università Cattolica e suo amico fin dagli anni del Seminario pavese, Agostino Gemelli raccolse anche il suo ultimo respiro il 17 marzo 1931. 25 Le tappe di questo percorso sono note, riassunte dall’Azione Cattolica, a partire dal 1933, nella comunicazione Un beato per il nuovo Millennio (2001). Il primo traguardo, il conferimento del titolo di “venerabile”, fu raggiunto pour cause, dal papa Paolo VI il 1971. Il processo ha fatto un passo decisivo il gennaio del 2011 quando Benedetto XVI ha riconosciuto la validità di un miracolo attribuito all’intervento del santo professore. Trascorsi 84 anni dal proposito espresso nella lettera di Montini al Maffi del 1927, 94 anni dalla morte del Toniolo, la beatificazione è stata proclamata a Roma il 29 aprile 2012. 26 Arch. pers. cart. 93. La Corrispondenza di Montini, poi Cardinale Arcivescovo di Milano e Papa Paolo VI, andrà cercata nell’Archivio della FUCI, nell’Archivio della Curia arcivescovile milanese e nell’Archivio Vaticano. 25 Gabriella Rossetti «una qualche ideale e spirituale continuità, non insignificante, tra il Rosmini, pensatore e fondatore dell’Istituto della Carità, ed il Cardinale, pastore zelante di intelletto e di cuore, accomunati senz’altro da vero amore per la verità e per la Chiesa»27. 27 C’è una grande cartella, o piuttosto un pacco, anomalo, nell’Archivio personale, che porta il numero 107: è l’ultimo classificato, e ha il titolo Questione Rosmini. Documenti e memorie, segretissimo ora e sempre nel senso più vero e grande della parola, firmato card. Pietro Maffi Arc. (da una dichiarazione contenuta nel plico). Sigillato dal sottoscritto addì 1-X-1951. Con n. 4 bolli di ceralacca rossa con stemma del card. Maffi, G. Brancolini [sic!] (colloc: Arch. pers. 107). Nell’Inventario dell’Archivio personale, redatto dalla dr.ssa Materazzi, disponibile in biblioteca, c’è anche la descrizione sommaria di alcune unità che compongono il dossier, non segretato dal Maffi, dunque, ma confezionato il 1951: vi si trovano le lettere di Bernardino Balsari preposito dei Rosminiani, una minuta di risposta del Maffi, e le pubblicazioni: Le quaranta disposizioni del decreto “Post Obitum” confrontate col testo di Antonio Rosmini e presentate alla Santità di Nostro Signore Benedetto XV; e ancora, Le quaranta proposizioni rosminiane condannate dal S. Uffizio [era il 1887] col decreto “Post Obitum” esaminate; e inoltre Sull’Unità della educazione e altre pubblicazioni di A. Rosmini (così l’inventario). La cartella è stata messa a disposizione di Monsignor Biagini che ha confrontato i contenuti delle lettere del padre Balsari con il pensiero espresso dal Maffi anche sulla base delle pubblicazioni che il Balsari aveva sottoposto al suo giudizio: ne ha tratto le acute riflessioni che possiamo leggere nel suo saggio. Nota Archivistica. Le mie considerazioni riguardano il sistema di archiviazione del dossier: rilevo ora che negli anni 1951-1954 si tenne a Pisa il primo processo di beatificazione del Toniolo, una coincidenza? Fu l’occasione di consultare a tale scopo l’archivio Maffi a suggerire la disposizione di segretare la corrispondenza della Famiglia Rosminiana col Maffi, e allegarvi anche le opere a stampa su Rosmini, lì riunite, ritenute pericolose perché riguardanti le proposizioni condannate dal Santo Uffizio? I records del Catalogo Informatico sotto il nome di “Antonio Rosmini” sono 75, incluse 2 copie del famoso saggio: Le cinque piaghe della Santa Chiesa (edizioni originali 1848, 1849), messe all’Indice e poi liberate, e le Quaranta proposizioni… Di alcune opere si conservano più copie di edizioni diverse. Il Cardinale non aveva alcun motivo di segretare niente, la sua biblioteca personale era frequentata da lui solo, o da pochi intimi che lui stesso guidava, egli stesso collocava i libri. Forse, per la delicatezza dei temi trattati, in un biglietto il Maffi segnalò la riservatezza del dossier, quando era oggetto di discussione tra lui e il Balsari, e il tardo confezionatore ritenne opportuno, pur a tanti anni di distanza, non essendo ancora caduta la condanna della Chiesa nei confronti delle Quaranta proposizioni, segretare “solennemente” il tutto. Dal 1951 dovevano trascorrere altri 46 anni prima che Benedetto XVI dichiarasse “beato” Antonio Rosmini. Le tappe sono note: il 1° luglio 2001, 146° anniversario della morte, una Nota della “Congregazione per la Dottrina della Fede”, firmata dal Prefetto Joseph Ratzinger, riabilitava le Quaranta proposizioni. Il 26 giugno 2006, divenuto Papa Benedetto XVI, Joseph Ratzinger autorizzava la “Congregazione per le cause dei Santi” a emanare il decreto sull’esercizio eroico delle virtù testimoniate da Rosmini, il 1° giugno 2007 usciva il decreto di riconoscimento di un miracolo da lui operato, il 18 novembre infine il Decreto di Beatificazione. Ma sul decreto liberatorio delle Quaranta proposizioni, emanato il 2001 dall’allora “Prefetto per la Dottrina della Fede” Joseph Ratzinger, si dovrà tenere conto della fine esegesi fatta da Monsignor Biagini nell’analisi comparata tra le argomentazioni portate dal Balsari, il pensiero del Maffi e il testo del Decreto di Ratzinger. C’è stato anche un gesto clamoroso di riparazione, nei confronti del Rosmini, da parte di un porporato famoso, biblista insigne. Aperta a Rovereto la Casa Natale del Rosmini, divenuta Museo e Centro di spiritualità, il cardinale Carlo Maria Martini, arcivescovo emerito di Milano, recatosi in visita prima del decreto di beatificazione, si inginocchiò dinanzi alla culla che accolse Antonio Rosmini alla nascita: «Padre Antonio Rosmini, chiedo scusa a te e a tutti i Rosminiani per il male che noi gesuiti vi abbiamo causato – e poi ha aggiunto con un sorriso –, 26 Dal ripristino alla esplorazione dei fondi manoscritti e a stampa Fu nel suo intervento all’VIII Congresso regionale della Gioventù Cattolica a Livorno che il Maffi, pur non citandolo, si fece megafono della pedagogia rosminiana, esortando i giovani a non avere paura di discutere ed esprimere opinioni contrastanti, il solo modo per trovare una ispirazione comune e divenire operativi e non essere come le pecorelle evocate da Dante che «tornan del pasco pasciute di vento». Non sono mai banali o scontate le citazioni dantesche, anche indirette, del Cardinale. Questa è tratta dal Canto XXIX del Paradiso ed è polemica contro il vano parlare di certi predicatori. I giovani avevano ascoltato molte prediche, rischiavano di gonfiarsi di vane parole se non misuravano le loro opinioni in una discussione approfondita che consentisse di trovare una direttiva comune per passare all’azione28. Gli individui non si possono intendere se non parlano molto fra loro; se non si comunicano a lungo, di continuo, i propri individuali sentimenti; se le idee imperfette dei singoli non ricevono perfezione dallo scontro con le idee di tutti. Così si esprimeva Antonio Rosmini in uno dei passi più noti della sua Filosofia del Diritto29. Se evochiamo Antonio Rosmini, siamo sulla stessa lunghezza d’onda – credo – del pensiero teologico e della spiritualità di Pietro Maffi, come risultano anche mi sto facendo rosminiano anch’ io». È la testimonianza di don Giovannini, conservatore della Casa-Museo, riferita da «Avvenire» in una intervista del 7 agosto 2011, p. 127 (Beato Rosmini, la sua casa-museo “segno del Sacro”, a cura di L. Liverani, Roma). Nell’Archivio personale, sono ancora due i pacchi, confezionati dopo la morte del Maffi, che precedono immediatamente il n. 107 citato: il n. 105 appartiene al tempo dell’Arcivescovo Vettori (a.a. 1934-1940) e riguarda un problema amministrativo sul quale fu interpellato Monsignor Calandra, già segretario di Pietro Maffi; il n. 106 raccoglie documenti e testimonianze per la beatificazione e canonizzazione di Gemma Galgani. Cfr. per questo nt. 11 della mia relazione Spigolature, cit. 28 L’ampio stralcio dell’omelia del Maffi, riportato nella relazione di Monsignor Plotti al paragrafo: La pastorale giovanile (1908), contiene la citazione dantesca: «Giovino anzi le divergenze dei pensieri a mettere in luce ogni faccia del poliedro che si tratta di conoscere e misurare – ed ecco lo scopo, la larghezza, la libertà delle vostre discussioni; dite pure gli animi nostri, effondete le vostre idee, i vostri programmi; ma uscendo di qui non avvenga di sentirci, come le pecorelle di Dante, pasciute di vento, e sia invece nelle nostre discussioni determinato, concreto un lavoro, al quale consacreremo da domani ogni nostra illuminata attività» (il corsivo è mio): anche qui si sente l’eco della pedagogia di Rosmini. Diamo ora la parola a Dante: «Non ha Fiorenza tanti Lapi e Bindi / quante sì fatte favole per anno / in pergamo si gridan quinci e quindi: // sì che le pecorelle, che non sanno / tornan del pasco pasciute di vento, / e non le scusa non veder lo danno» (vv. 103-108, il corsivo è mio). Ma andrebbero commentati tutti i versi (Paradiso, XXIX, vv. 94-117), non soltanto le due terzine che ho selezionato: le citazioni di Dante, anche indirette, fatte dal Cardinale, non sono mai sfoggio di cultura, sono sempre illuminanti, colgono nel segno, sono v i s s u t e. 29 È uno dei passi più noti della Filosofia del diritto di Antonio Rosmini sull’importanza della discussione fino allo “scontro”, come la sola via utile per promuovere una intesa costruttiva, per risolvere insieme i problemi: quella intesa, tra il pensiero liberale e la migliore tradizione cattolica che egli auspicava. Proposta: Ai nostri politici, che praticano lo scontro, non per cercare insieme la composizione degli interessi discordanti ma per annientarsi a vicenda, incuranti del bene comune da perseguire, regaliamo per Natale la Filosofia del diritto di Antonio Rosmini! 27 Gabriella Rossetti dalle letture dei suoi autori preferiti, Dante e Manzoni, che citò e commentò sempre, nelle lettere pastorali, nelle omelie, nei discorsi. Ci guidano a riconoscerne le caratteristiche i saggi di Mirko Tavoni e di Piero Floriani, che per vie diverse mettono in luce il pensiero teologico e spirituale del Cardinale: Mirko Tavoni ricostruendo, nelle pagine scritte dal Maffi, il “credo” di Dante, rivendicato alla teologia cattolica contro la interpretazione libertaria e laicista del Risorgimento e ritrovando, nella selezione della bibliografia dantesca della biblioteca, l’evoluzione della letteratura cattolica ottocentesca sul grande poeta; Piero Floriani segnalando, nelle Conversazioni manzoniane del Maffi, il rilievo che dà a situazioni e personaggi emblematici dei vizi e delle virtù del proprio tempo dimostrando come lezioni di vita e di comportamento possono trarsi dall’esperienza di un letterato più efficacemente che dalla Dottrina; e a Manzoni, come colui che comprese fino in fondo il pensiero filosofico del suo maestro Padre Rosmini, anche nei punti controversi che gli venivano contestati, rinvia Monsignor Biagini. Nella scelta stessa dei Promessi Sposi, fatta dal Maffi per le sue Conversazioni destinate alla formazione del clero, si riscontra – mi sembra – l’intento morale e pedagogico e il giudizio etico che rendeva al Manzoni così familiari i valori di cui era interprete il suo grande amico Padre Rosmini: suggestioni importanti, che potranno essere ulteriormente approfondite per conoscere meglio la spiritualità e il pensiero teologico di Pietro Maffi30, i suoi interessi culturali, il suo programma pastorale nel “tempo difficile” in cui operò. L’adesione al pensiero rosminiano non poteva essere per lui, Cardinale di Santa Romana Chiesa, che pratica quotidiana degli stessi valori sostenuti da Rosmini: la pedagogia dell’ascolto e del dialogo, la carità operosa e la giustizia sociale, come gli dettava la sua coscienza, non una presa di posizione teorica o politica ufficiale tra liberali e cattolici, tra integralisti e modernisti: non sarebbe mai venuto meno alla obbedienza giurata alla Chiesa e alle direttive dei Papi. Pur lavorando a favore dei tempi nuovi, a sostegno dei movimenti giovanili e dell’impegno sociale e politico dei cattolici, non si lasciò mai indurre a criticare l’operato della Sede Apostolica, non venne mai meno alla obbedienza filiale dovuta ai successori di Pietro, i quattro papi che servì fedelmente: Leone XIII, il papa della dottrina sociale della Chiesa (Rerum Novarum, 1894); Pio X, il papa della condanna del Modernismo (Pascendi Dominici Gregis,1907-1908); Benedetto XV, il papa della entrata in guerra (1915); Pio XI, il papa della ‘Conciliazione’ (1929). Non un fondo agiografico, ma biografie esemplari di santi Non c’è traccia, nella biblioteca del Cardinale, delle nuove collezioni e repertori di fonti agiografiche. Non è nelle corde del Maffi documentare il decollo della Agiografia come disciplina scientifica, costata Gabriele Zaccagnini, ma vi sono invece meglio rappresentati i santi della Riforma cattolica e i nuovi santi del proprio tempo, il loro impegno missionario e caritativo. Monsignor Biagini consiglia di sfogliare le pagine delle opere di Rosmini conservate nella biblioteca (l’intera produzione rosminiana, 75 records nel Catalogo, s.v. Antonio Rosmini Serbati), per vedere se vi sono note marginali di mano del Maffi. È un suggerimento ottimo. 30 28 Dal ripristino alla esplorazione dei fondi manoscritti e a stampa L’osservazione di Zaccagnini è basata sul censimento completo delle “Vite di santi”, reperibili nella biblioteca; egli ricostruisce così un fondo virtuale della “santità”, con le tabelle percentuali del tempo in cui vissero e della loro appartenenza al Clero, agli Ordini, al Laicato, ma anche delle tipologie sociali: Santi fondatori, Pontefici e Vescovi, Mendicanti, Monaci, Santi giovani, Santi educatori tra i quali di gran lunga il più rappresentato è Giovanni Bosco, sul quale anch’io mi sono soffermata nella mia relazione. Le più numerose sono le “biografie dei santi”, che, dopo la grande Riforma, sempre più presero il posto degli antichi racconti agiografici e, come modelli di vite esemplari, ispirarono l’apostolato di Pietro Maffi. Particolare attenzione è dedicata alla santità femminile e alle esperienze mistiche delle sante contemporanee di cui la biblioteca conserva numerose biografie. Il ritratto della spiritualità del Maffi che Zaccagnini ricava dal censimento quantitativo e qualitativo delle “Vite di santi” presenti nella Biblioteca e dall’omiletica del Maffi a loro dedicata, è ben conforme a quello che anche per altre vie si può accertare31. Pietro Maffi era aperto anche alle esperienze mistiche del proprio tempo, da uomo di preghiera proiettato “nei cieli”, come egli fu, alla ricerca della santità. Un esempio di ascolto prudente, incoraggiante e fattivo, riguarda le esperienze mistiche di una visitandina vivente nel monastero pisano dell’ordine contemplativo delle “Suore della Purificazione di Chambery”, di cui mi occupo nella mia relazione: Spigolature, § La santità segreta32. 31 Zaccagnini richiama l’attenzione su due copie di un libretto dal titolo Padre Pio da Pietrelcina, segnalate dal catalogo uscite a Roma da due diversi editori sotto il nome di Gius. De Rossi, s.d., ma 1926. Loda per questo le virtù profetiche del Cardinale, pensando alla canonizzazione del più grande mistico del XX secolo, ma non abbiamo al momento alcuna traccia per conoscere quale fu il pensiero del Maffi al riguardo: sarà utile analizzare la sua corrispondenza di quegli anni. Quei libretti hanno attratto anche la mia attenzione, perché il 1926 è una data molto precoce, se si pensa che solo dal 1918 Padre Pio era stimmatizzato, eppure era già al centro di accesi dibattiti: era il tempo più duro della segregazione. Dietro lo pseudonimo di Giuseppe De Rossi si cela il nome del primo figlio spirituale di Padre Pio, da lui convertito, Emanuele Brunatto. Chi ha inviato, e quando, al Cardinale Maffi i due libretti identici, sollecitati da membri autorevoli della Curia papale, pubblicati contemporaneamente da due diversi editori romani, ritirati in due giorni, e messi all’Indice? Nel libro di Enrico Malatesta, Padre Pio… Sotto il peso della Croce…, Milano, Deltavideo srl, Copyright per il Mondo, 1991, con videocassetta, troviamo le testimonianze su Emanuele Brunatto, nel § Un difensore per Padre Pio (pp. 56-62), nel decennio della prima persecuzione (1923-1933): vi sono riferiti i colloqui del Brunatto con i principali accusatori del frate, l’arcivescovo di Manfredonia Pasquale Gagliardi e il Cardinale Merry del Val Prefetto del Santo Uffizio: fino al «16 luglio 1933», quando il Papa Pio XI «reintegra definitivamente nei suoi uffici l’umile e mite cappuccino Padre Pio da Pietrelcina» (ibid., p. 62). Una storia complessa e dolorosa non del tutto chiarita, che ritorna negli ultimi anni della vita del santo († 23 settembre 1968, beatificato il 1999, canonizzato il 2002 da Giovanni Paolo II), definiti da Malatesta La seconda persecuzione (pp. 189 sgg.). Mi pare interessante e utile l’opera di Malatesta perché è una raccolta di testimonianze dirette su coloro che nel bene e nel male furono protagonisti delle vicende della vita di Padre Pio negli anni ’20 del ’900, quando anche il cardinale Maffi era in vita e nella sua biblioteca entrò la biografia del Brunatto, alias Gius. de Rossi. 32 Ho segnalato qui (alla nt. 27, pp. 26-27), la cartella n. 106 dell’Archivio personale, per chi voglia studiare l’attenzione costante del Maffi alle esperienze mistiche, e la parte che nel 1922 ebbe nella istruzione a Pisa del processo di beatificazione della più grande mistica dei suoi 29