Digitized in Research by the Internet Archive 2011 with funding from Library, The Getty Research Institute http://www.archive.org/details/simulacrodiriuovaOOfabb SIMULACRO DI NUOVA VENERE ILLUSTRATO DA ADAMO FABBRONI Membro dell' Accademia degli Ofcuri dì Lucca ; della Georpjca di Treja ; delle Patriottiche di Milano, e di Stokolin ; dei' Congresso Accademico di Roma; della Imperiale Accademia dei Curiosi della Natura di Lipsia ; della R. Accademia della Scienze di Torino, e de^li Antiquari di Londra di queliti di Firenze fua Patria, e Custode della Rea! Galleria. ; FIRENZE MDCCXCVI. PER GAET. CAMBIACI STAMP. GRAN DUCALA CON PERMISSIONE . Non fallit imairo. Ili A SUA ECCELLENZA I&SIG. MARCHESE GIACOMO SARDINI SENATORE LUCCH li concepito nerarione ? ei una una DSE ce. speciale ve* sincera stima per la di Lei sclera, e carattere, sin dal momento ,che ho avuto van- il ir vantaggio di conoscerla personal- mente Neil' atto . V ambizioso istesso , essendo chi li che chi sa tributarli con vo%ion$ s e candore cellenza le . sen- mix;i persuaso che io non meno onorino nicarmi merita pan , de- Vostra Eo compiacque comu- 5/ produzioni edite dal suo colto spirito* e volle , per mio mey- yo, trasmettere a questa /?. Accade- mia Economica come consocio , sue ben pensate esperienze te di estrarre dal Mosto un progetto di darle pubblico saggio di questi timenti formai ; le , siili ar- un siroppo zuccherino nel quale importante soggetto altri sperimentatori sonosi occupati di poi ,forse sulle sue tràcce s e sen^a superiorità nello evento , to Simili circostante divennero . per me che veri titoli di obbligazione infiammandomi viepiù 9 nell' immaginato progetto, mi han determinato a consacrarle scritto, che ora ardisco sotto Se i suoi auspicj le offerte il mandare, alla , breve luce . non dovessero esser pro- porzionate a cld a chi vengono le porge dirette , ma bensì penso che , non sarebbesi giammai veduto fumare incenso stili Are Questa 9 . consideratone mi dispensa da ogni apologia circa alla tenuità del mio de boi lavoro Il titolo : fronte e specioso j ancor dire che soli pregj ; se e il che porta in soggetto oserei nuovo ; ecco i suoi poi non riescimmi di maneggiarlo dovutamente, servirà cime- VI almeno mena mento a di dito ed elegante Scrittore , più erucui piac- ila calcare, con maggiore scienra e destrézza ta di , la stessa via . una Venere ; ma non di Pafo do . , Si trate quella net tampoco quella di Gui- o di Citerà che esercitarono , tante celebri penne in verso prosa : 5 e in Ella e una Venere di più recente istituzione esistenza , , e della che ebbe reale quale valenti Scultori Greci lasciarono eccellenti simulacri Non si . maravigli V. E. , se nelle vote aggiunte strazione Testo 9 , 3 per maggiore illu- o convalida mento del ravvisa cognizioni superiori ai deboli lumi sappia eh' lo le , che mi conosce : debbo alla garbar fez- VII 9 d un mio intimo, quanto te:;ra fettuoso congiunto . Non af- pretendo 9 rivestirmi d ornamenti non miei: Non curo che quel eli io il Pubblico conosca non so, pur che sìa per* sua so che io so esser grato. Quanto tica , al contesto della miafa- son ben lontano dal presumere di aver dimostrato geometricamente il mio assunto. Credo che debbo- no essermi mancate prove ed argomenti, per che incessantemente in oggi occupato ne! T esercizio del mio onorevole impiego , non potei , ofor- sanco non seppi rinvenirli, ed esporli convenientemente. Confido, ciò nonostante nella pubblica indul- genza . 3 che già sperimentai alla occasione di altre mie operette: Ma più Vili più sicuro sarò di 01 tenerla , se V. E. si degna accogliere con pari beni- gnita r offerta, e V Autore, che compiace nelV onore di potersi si di- chiararc con la pia alta stima , e più profondo ossequio Dell' Eccellenza Vostra Li 9. Aprile 1796. Dcvotiss. Ofebl. Servo Adamo Fabbroni. SIMULACRO NUOVA VENERE. DI Prefazione . Bi>EN può chiamarsi Proteo ancor più che Proteo istesso il massimo degli , , Dei pagani, cangiossi tali , , quale in mille forme il per sedurre le figlie dei Mor- ed eludere la vigilante gelosia di Giunone Se (i) la favola di Nemesi e di , Leda non sono una istessa cosa (2) 7 due volte Giove occultossi sotto la sembianza del Cigno, maestoso uccello acquatico, Sacro ad Apollo, e Venere (3) , (i) Fit ab amore caro alle Muse (4) emblema dell' Taurus Satyrusque , aurumque Europae Laedas Antiopae Danaes. Cygnus , , , , , Ovid. (2) , Come opinò Lattanzio Germanico Cesare ; Istit. Ma. 1. I. I. e. 3. 2/. , e in Arateis Phen. (3) Ovidio ..... (4) Mqvcxw opviQss. Callimaco 1 dell' Armonìa, simbolo e de* Poeti (i) sentimento di Isocrate (2); forse alcuni Sculrori vi lille fu specialmente conformarono si talenti ; il nell* esercizio d:i loro ed intesero rappresentare or donna l'uria, or l'altra lato tal volta attitudine o , in col Cigno al- significante piìi . Comunemente chiamansi Lede tutte quelle Femmine che in marmi o gemme, vengono rappresentate insieme con , un uccello acquatico te che Giove in figura di Cigno, maggiore le , senza por menil palmipedi (3), involò grazie di Nemesi nel sonno; che tra al contrario i ebbe i lavori di Leda mentre * (1) Horapol. (2) KCkvos Trovi yevcfjLevos slg rcv<; Kxré^vye toCtu hupCpeua-ev. (3)Z,TetyctvéTo$eg. ìXsfjiscrsw y.6\* èe ffdXiV Ipoiuftets Isocrate X^uy 3 bagnavasi tre nell' Eurota teggia mento doveva soggetto (2) ; abbia preso ma vedesi assunto impegno e , nettampoco veruno da realmente un Cigno sia at- niuno par che ne agevole 1* esaminare, se di 1' giudicar del far pensiero il (i) . o non sia caratteri- il stico volatile. Tale Fav. ~~. Jupiter Ledam Thestii filiam Cycnum conversus ad flumen Eurotam com- (1) Igitj. in pressi r . . V, . Xemesi dice ài rem conversus , git, et in ejus gremio consopira , Osscrvinsi (2) le Gemme , , la Corniola sorano esc , Bcgero non Leda , illustra potrà si du- quantunque Nemesi. Leda reputi altrettante curamente il e bitare di vedervi rappresentata le in olo- Iupiter compressit che Museo Brandemburgense nel . . quem Neme- se collocavit; quam dormientem . Nemesin fu non asprcnata arhplexum tencns sis Ei Jupiter ... ut Aquilani fugiens, ad è pure si- del Gorleo PI. xin. n. 26. quella di \Vinckelman(Tav. xxxiv.)quella del la Chausse ( Tav. 121.), Mediceo (Tom, 1. e la bellissima Tav 54 ) altrimenti la Statua, che a Oropo Agata del Museo Pausania descrive ben' Nemesi fece Fidia in 4 Tale Statue è che in , sotto vatisi rapporto caso per il il moki luoghi nome di Lede alle consertra e ; queste se ne debbono principalmente da noi distinguer due bellissima Reale , custodite Firenze (i) di una , del!e quali Galleria nella Esse ed altre . simili, nei diversi cataloghi, illustra- pubblicate zioni ec. ora fin* ebbero , sempre, a cagione del riputato Cigno, il nome facil rono soddisfatti mente gli Ledè, dei quale fu- di , e contenti general- Studiosi di Antichità. Per chiunque ama una qualche sorta di precisione , anco nelle cose fa- voloT. xvi (l) P. I. tre ve ne sirammenta Una n. 18., e P. sono diverse in nel Roma II. , n. iS. : in ol- una delle quali Museo Capitolino (T. III. Tav. Statua simile è nella Galleria di Dresda ( xli.) Req. des Marb. ant. de la Gali, du Roi de Pologne 1J23* ti i 131.) e finalmente marmi Tab. un frammento descritto celebri di Oxford. xvi.) ( Marm. Oxon. Pars. tra I. 5 volose e fantastiche congetturali , deve , e in certo modo riescir grato ve- il der sottoposto p.ù accuratamente ad esame , se Leda in realtà donna effettivamente si volle rappresentare immagini Noi con e la ci , o altra sia quella con le che , indicate . faremo strada a tal ricerca considerazione del principale, distintivo medesime attributo aggiunto alle . §. i §. I. Del Cigno R . Imasc sospeso, o deviato il senti- mento degli eruditi in passato, sulla giusta applicazione del nome a cagione dei varj epiteti con venne dagli Scrittori antichi Tessere cui si i i , quali distinto concede: Orazio, per esempio, lochiamo purpureo ché , Cigno (i) ;e poi- comuni Cigni sono candidi quan- to la neve , singolarmente dagli interpetri il si distorse valor del vocabolo, per dargli un lodevole significato , sin- ché (i) abi Quo blandae juvenum Tempesrivis in te revocant praeccs Domo Pauli purpureis ales Oloribus Coramessabeie maximi. che T immortale Beai come realmente (1 ) una specie, o esiste Cigno varietà di 7 fece conoscere quale la , secondo , la Redi (i) Così dice il Orazio chiamò realrk trova si hanno quali capo il dorè punta , il , penne bianche sino loro alla base o ranciato, il , di Cigni petto coperto di ma che tutte nella sono tinte , di un color qual colore è molto più ac- ceso, e talvolta rosseggia verso capo il Sembrerà, . mio detto, non essendovi strano questo i , il collo, e estremità o. perchè in Cigni purpurei i una razza particolare Scrittore , che finora abbia osservata questa seconda razza di Cigni osservata , come nel!' 1' ho molte volte io veduta occasione di trovarmi alle Granduca mio Signore del Serenissimo Redi T. 3. Ed. Vett. n83. folk, e esaminò uno Gio. Hunter ed Cacce . p. 450. In oggi se ne sono trovati anco dei quali ne , neri, dei nell' Isola Nor- nuova Olanda, chiamato perciò the Bla- cksvvan .Giorgio Shau, dato figura , e e Federigo Noddcr ne han descrizione nelle loro miscellanee del Naturalista .( Voi. 3 ) . . . . Si nigredinem ex- cipias convenit huic in reliquis fere Cycno Europeo . Idem ei natandi omnibus cum decor, eadetn nec ingrata superbia, variique corporis sitUS. 8 la volgare acccttazione , può dirsi di tal colore In oltre maggior parte degli la ; Scrittori Greci palmente i Poeti Romani e , , e princi- chiamano canoro , il Cigno (i),e per accordare questo pure con domestici e comuni Cigni i quali i , , sembrano quasi muti , si fecero mille supposizioni bizzarre, sino a credere Cigno equivocato Non col Rusignolo. molto scusabile una era il er- sì ronea idea per chiunque conoscendo gli Autori antichi plj mezzi za ( , , rifletteva agli am- ed alla rigorosa esattez- , che ebbe specialmente Aristotele Hist. N.atura An. (a) ix. ) 1. : neir osservar aveva Egli la dichiarato che (i) Q?oì(Òs ?4y (2) , <rs ;xev y.x) cestosi ec. Homer. Ecco ciò che disse morabilium &c. Cent. ( xCkvos vto Trepvyuq A/e s Canorus Horat. il VH. ) Camerario ,Silloges Men. lxii. . . . Bodinus dicit che le Cigno il si è un palmipede compiace ed aggiunse che , i re Affrico udirono Cigni cantare in consonanze coro producendo , ed armoniose. tutt'ora, è ? volte molti varie fienili, Era, come Cigno il maggiore, e più bello tra gli acquatici si eguaglia : la gue per sa che la sua statura umana (i) : lo distin- cedere , cen corr,pertum esse quod: non cansnD Cycni; frica se<l quem tot auri Myimpendit Alexander, et ad quem iussk acplurimos quosque ex Europa Asia et A- fuisse suo in , in ,. Venatores , aucupes carae eximié peritos qua uccelli lunghezza del suo collo la huic o-pponìmus Aristotelem riadas il grandezza B cìt 9 qua- il Acqua ; Naviganti nel ma- viver sull di , re tempore r : , in'qu&on is qui ara; rnarunt non putarem temere Aristotfclem , qui libros , animalium napalam testatur, e: alios- isros , sese audivisse aliqui.d suos scripsisse de Animai : Alexandre summo Alonarchae legendos dederat (l) L' Un Aldovrandi eb-be alle anno-, forse salvatico , mani un cignotto elve pesa.va 24. libbre Do- di , e IO con particolare epiteto Omero(i) sua venustà incoili parabil la Gelone fico lo ammise gentini dimoio che dagli Antichi re, col magni* il ? Agri- Orti Bastano queste prove, senza . nojoso farne e per a decorare le degl sontuose peschiere ; nome , per accertare riconobbe in gene- si Cigno (2) quello stesso , gran* humanam Dodrantts Octo erat longius, Sraturarn aequans. Coilum enim totius rcliqui corporis gitudine explet mensura dodrantum quatuor lon- . (l) Il questo Cigno ha è di 38. vertebre nel coliti considerabil che per , lunghezza: Omero quindi chiama longicollo .... « y d0Oi è'ovÀtychipov eà anco Euripide ( in Iphig. ) nella Iliade (B) lo (9) L m etimologie dateci sinora del tono tutte poco plausibili ca il , una inflessione di principale , dalla King, significate Re Luyds gua Cimi è una voce Celti- Ceann , che significa quale deriva , il della Cigno latina si 1' col. 3. chiama Alurk voce Otor : il Capo , anglosassone popolo o capo di Biitish Etymol. pag 2:9 celtica origine . nome Ci^ao : Vedi Nella lin, che è V Coir aggiuntivo dì 1 Uccello Acquatico grande , che noi pure ancora così chiamiamo cioè nome fu destinato, sino dai primi tempi ad indicare il , ossia massimo il quella categorìa l' immortale Non che , : tal 1 e re dei più e palmipedi maestoso di pone alla cui testa lo , metodico Linneo altra difficoltà rimane da ri- solvere per condurre alla piena dimostrazione la identità dell'Animale an- ticamente, come modernamente indi- nome cato col di Cigno, se non quel- che induce l'epiteto di canoro la , pro- digatogli dai passati Scrittori; mentre quasi muto o di voce sce Cigno oggi da noi nutrito Lucia- no , il ( i ingrata . ) Ateneo, (a) e Plinio, (3)tra gli B a di Ce ann , o C/o» èallatesa, tici ; e (1) ossia si il An- tichi il Cigno tra gli uccelli acqua- volle indicare che maggiore questo è esattamente conforme al vero. Lue. in Electro (2) At. Aless. ricono- si 1. 9. Mindio. parlando per altro, per bocca ( ) PI. 1. io. e. 23. d' 13 mostrano dubitare del canto tichi dì questo Uccello; troppi più sono per altro, quelli Autóri, che avanti e do- po ne si scrissero arTerrnativaroente(i), Ala dilegua l' equivoco, borata l'autorità una più e rimane corroda questi ultimi di esatta osservazione, e da più accurato studio della Natura . canto non è realmente proprio li dei volgari Cigni (a) Ora sappiamo per : certo, che se ne ritrovano dei canori, muti e dei della Gesnero . Germania , 1' , Aristotele osserva ci che in , PoiPlatone, Aristotile, Cicerone (i) Socrate, liano , Callimaco, Om Euripide, ro Seneca, Ovidio , , Lucrezio Properzio Stazio ec. ce. dissero che (2) Può gouiento , , Virg lìo, Filosrrato Cigno canta e p^-r = Tvledioinae et merno'-abiliuTi Tubingae 1683. ccncur il canto Silloges t- , . vedersi lunga discussione -u questo dati Cigni nel Camerario E- Marziale, Maciobio , il concludente , Teocrito, Antipate, Eschilo, ar-: di alcuni memorabilium arcanocum naturac. vii. i.xii. *3 fellonia, oltre Cigni domestici, in i tutto presso che simili ai nostri, ve ne sono dei salvatici, voce è real- la cui mente soave, e rassomiglia quasi ad un .flebile suono di tromba (i). Di questi voce Giorgio Brawn nella In- sentì la ghilterra, e Federigo Pcndasio nel La- go A4antova per testimonianza di , infaticabile Aldovrando Poeta estemporaneo Scrittore egregio , , . II dell' prodigioso non meno che Gianni Francesco udì recentemente cantare uno di tali Cigni sul Lago Traiano; Egli ne rassomiglia la voce a quella un di pic- colo Organo, ed aggiunge di avervi ravvisato una qualche modulazione (a) Neil' Vox (i) Anim (2) stiavis est et tubarci refert *, Gesn. Hish . . ; . . per la via^ che conduce da Roma a Fiu- micino circa dodici miglia distante da quella Cirtk , ci ritrovammo un giorno Ingo detto Traiano : a caccia sulla riva di quasi in mezzo al un medesimo si 14 Nell'anno 1 783. , una famiglia di Cigni stranieri, e salvatici, trascor- rendo i Senna la , andò a stanziarsi tra domestici congeneri nutriti sulle acque Chantilly di che tempo rogative : studiarne delle sue controverse pre- , l'Abate Arnoud cercò di Ivi i ove fece prova per qual- , tuoni, dopo avere incitato maschio a battaglia con un Oca il . L'esultanza della Vittoria fu espressa Maschio con una voce dal sava dal la al si minore, , al che pas- che ri- spo- si scoperse da noi un Cigno notante, che spaven- tato dalla nostra vista e dirigendosi alla suono tile : si levò tardamente a volo , mia volta alcun poco, mise un di voci sirniglianri ad un organetto porta- osservai ancora che a misura che variava le incurvature del collo, cangiava cissima melodia: si i tuoni della dol- credette dagli abitanti di cjue' luoghi essere stato cola trasportato da qualche im- petuoso vento dell' Affrica . Lettera scritta ad un A>nìco \6. Marzo Francesco Gianni. i?So. 1$ spose poi la femmina con dal sol ma^Q-iore la al voce altra Dalla disso- . nanza insopportabile, che risulterebbe nel simultaneo accozzamento dì tali suoni, dedusse V osservatore esser for- tuna che ambidue Questi uccelli non si unissero a cantare insieme (i). Ala diverse circostanze, o passioni sembra che debbano essere accompagnate da una espressione diversa tra come Animali do- tati lo di sono in tutti sjli i Cigni, voce In fatti ; l' ispettore del giardino di Chantilly asserì che questi Cigni stagion dell' , nella amore, produssero suoni più armoniosi e più grati Fu . osser- vato di poi, come ne scrive Mauduic a Mongez (2), che questa stessa famiglia (1) Alberto aveva già notato che contesa non canta, tempore pugnae (2) ma stride sibilat sicut Iournal de Physique . il Cigno nella malamente: Cygnus Anser Fevr. . l?&j- i6 glia di stranieri cantare in coro maschio figli e la ; viaggiando, e , senna sulla sollazzandosi il Cigni e, come a pose si , è naturale, femmina, ed giovani i unitamente , producevano voci di- verse gratissime, e fra di loro in ac- cordo di perfetta Linneo armonia (i). sempre amico , della distin- zione e chiarezza, quanto fedele alla osservazione ed al fatto , consacra l'antico nome O/or (2) alla razza mansueta e domestica restituendo , nome il Ci- gno (1) le ne me lassois point del' entendre . . iis . ont réellemcnt des sons de voix trés meloùieux et trés justes le teusement 1* son en est moelleux et remplit oreille mifai et pendant commence mi fa , le qu' il male chante d' flat- abord poursuit re mi, la femelle et toujours de meme , ce qui produit un accord qui doit etre agreable, quand une troupe nombreuse de Cygnes chante en mcrac tem reunie et est . (2) Dal Celco Alarck: vedi la Nota 2. pag. io. IT gno a quella cui compete canora (i) l' epiteto di . Cigno canoro, or adunque non più favoloso, e non più ignoto, è di coIl stume più riservato dei suoi congeneri ; né sembra amare di vivere in luoghi troppo frequentati dagli Uomini fu rara cosa cora l'udirne il il canto . E quindi nacque nome ne degli Scrittori, ed Le Onde vederlo , e più rara an- e hi confusione del conti. : i , e la divisio- favolosi rac- parti Settentrionali del Glo- bo (3) Dice Linneo: volando potissimum alta voce clamans; Poetarum emblema. Il carattere esterno più rimarcabile, per cui questi due uccelli possono distinguersi l'uno dall' altro, è quel tubercolo pro- minente nero , che decora la base del becco nel Cigno volgare, del quale ornamento manca intieramente il canoro Questo è quello che i dotti . Scultori da , antichi rappresentarono nessa tavola di congiunto a Le- come può vedersi ben chiaramente nell'an- Leda, f-itto e osservando la differenza tra , 1' Oloride disegnare ai , o il Ci*no Cigno volgare, che ho suoi piedi. i8 bo Terraquco, come men popolate e più selvose, sono oggidì l'abitazione prediletta di questi uccelli . Il Norve- giano Rostorf, citato dall'Ornitologo Edward:,, ne vide innumerabile mol- titudine entro un seno di mare del suo paese e riferisce ; che vi melodiose, le più dolci immaginar si possa. facevano voci , grate, che e Anco Van Troil scrive nelle sue lettere sulla Islanda che queir Isola remota in Cigno tuono più il 1" autorità Italiano Francesco spiega dal toccante fredde notti del verno. allegare si Vano nelle sarebbe Viaggiatore del Negri , che il con- trario asserì nel secolo passato (i),or che si citano due recenti testimonian- ze di persone istruite, e native di quei paesi . Aviamo osservato già , sulla fede (i) Viaggio Settentrionale vola al n. 4. ) p. 150. (vedi la Ta- *9 fede di Aristotele, (i), che coloro, mare Affrico quali veleggiavano nel spesso intesero abitatori in mente vennero specie Po, , quelle spiagge: allora di Colonie dalle e Affricane probabil- quelli individui di tale che frequentavano (2) e dei Cigni flebili cori i acque del le dell'Arno quando ne erano più verdeggianti, e più solitarie pe. La popolazione determinarono poi le ri- e la coltivazione , tali uccelli ad ab- bandonare proporzionatamente V lia il ; i ed a questo fece , forse , Ita- allusione divino Ariosto allorché disse: Son come Cigni anco i i Fosti r'ari: giacché comuni sono in qualche luogo i volgari Cigni, quasi per tutto seggiatori (1) Hist. (•i) lerìa i triviali come lo sono da ed ineleganti verSi- . Animai. 1. ìk. c. 12. p. 932. 1. xx. e. 30. In un bel Sarcofago esistente nella Real Galdi Firenze , sul quale si rappresenta la ca- duta di Fetonte, vedesi espresso un Cigno. 20 Simili cagioni slontanarono mente da noi altre razze di animali d' salvatica indole solitaria e le, (r) gli Avvoltoi numerosi ta Templi quile or si : in Italia a tal sulle sommità Roma. Le A- nella stessa vedon rarissime, campagne. Rimanendo provato Aqui- segno, che non compariscono più voltoi le erano una vol- (2) svolazzavano per fino dei egual- e gli Av- in queste nostre to, che me di gli antichi disegnarono col no- Cigno, e di Oloride uccello acquatico glia , dal sin qui det- il massimo la cui statura egua- quasi, P altezza umana, non può , negarsi che dai valenti Intagliatori delle gemme dal riportate Begero (3) , La (1) Dion. Alicarn. (2) Dione Coccciano (3) Thes. Brandemburg. col Titolo NeiUesis « 1. iv. 1. § Utili. 47. e 50 love compressa. N. II,, e III. 21 La Chausse (i) Gorleo (2), Gori (3), Winfcelman (4) non siasi voluto esprimer quel misterioso atteggiamento di Leda, quale "ardita Aragne (5) volle imprudentemente rappresentarlo nella sua tela fatale (6). Si vede in esse, co- me conviene, proporzio- Volatile il umana nato alla statura ed ; il suo collo è qual deve essere, relativamente al busto, nella specie sua. Tale pu- re riscontra si Cigno il rabile, rarissima vera Leda di incompa- nella e forse unica statua , già posseduta dal Pro- , curator Federigo Contarmi, ed or posta all' ingresso della pubblica Libreria (1) N. (4) Leda Vienn. IT. I2r. N. (2) xiii. (3) N. vai. n. xxxiv. (5) Fecit Olorinis Ladani recubare sub alis . Ovid. (6) O folle Aragne. sì Già mezza ragna Deli' opera che , vedea io te, trista mal per , in su gli stracci, te si fé . Haute Pur. II. 23 Marco ria di S. zione di questo pressione si ; Venezia in marmo la vita; la effigiò , né si ; l'es- voluttà, che vi la immagi- La posson descrivere. con buono intaglio il Zannuti Opera (i), ed nella sua grande offro ai miei L* esecu- è divina riconosce, sorprendono nazione . io ne Leggitori una idea nella annessa Tavola , ( già per rappresentar Vedi le fig. 3 ì non bellezze di que- sto miracolo deir arte, ma semplice- mente per ricordare come sia il simulacro di Leda, e come dagli Antichi si rappresentasse (1) il vero Cigno canoro Statue di Venezia par. II. n. 5. «frfr^ìOìOiO-e-f^ §. 11. . 23 II. §. Di alcune immagini erroneamente chiamate Lede Qpo ta idea dell' antico ratteri , formata una esat- esserci noi e Cigno dai suoi Cigno del greche immagini i e di Leda ca- dalle rivolgiamoci adesso marmi a contemplare i nome di Leda in questa, ed altre cele- bri Gallerìe, dicai come sin esistenti sotto da principio due statue una in*- . Bernardo Montfaucon ta il (i) rammen- che chiama Venere , , delle quali dice esser mezza vela- come decorata di un collare, o vezzo tenendo una Colom- ta , e la descrive , ba (i) Venus L' Antiquité PI. cu. p. l6S. espliquce. Paris 1122. T. I. 24 ba al seno. Della seconda, quale la fu trovata nella Vigna di Giulio Ter- zo, dice che stende con una mano un gran panno, mentre con l'altra tiene una colomba appoggiata sulle ginocchia: Questa statua, della quale tato Autore offre la figura Tavola, (r) vedesi servasi sotto nome il fatto disegnare sotto Allora si : di Real Galleria di Firenze qui annesso intaglio nella sua rappresentata cora nel A4useo Fiorentino , altra ci- il Il an- tipo con- Leda ndla ed io V ho veduta nel Num.2. caratterizzò tale Statua per una Venere perchè riputavasi che una , Colomba fosse il volatile giacente in grembo della medesima Indi chia mossi una Leda perchè queir istesso uccello fu riputato un Cigno : , La differenza, che passa tra il Cigno, e la (i) Tom. IH. Tav. 4 h Colomba, e aspetto in rende quasi incredibile voco; ma e , untale equi- pure erano così, e con e- guale incertezza divisi gii 25 mole, Eruditi, anco al i sentimenti <u tempo Mont- del faucon» dicendo Egli stesso, che menalcun' di essi ravvisavano la imi- tre tazione di una colomba in quel vola- volevano riconoscervi un Ci- tile, altri gno ; Egli peraltro, francamente ag- giunge che né , a Stnso suo a quella per veran , nò a questo, modo rasso- si miglia (i). Aveva ben ragione queir esperto Antiquario, giacché troppo contrasta il marmo con la naturale grandezza e La cozampe lo dell'uno, e dell'altro animale; struzione dei becco caratterizzano e delie y quale uccello C (l) ni ds tico La veritc csr,que cct oiseau 1* un ni de 1' surre , acqua- . n' a gucre 1' air 20 tico, e la sua mole per , la metà minore Cigno, non permet- della ordinaria del che a un'Oca. te di assomigliarlo Se jjuche persane vi saranno or mai che non abbiano idea del Cigno, niuna ve ne sarà capace di equivocare Cigno col Papero, o coli' il Oca. Chi crederebbe adunque, che una figura muliebre rappresentata con uà' Oca in grembo, o ta sin ora riputata te, una Leda , e giato Giove, per ai piedi, fosse sta- quasi generalmen- , che così si fosse can- nuova metamorfosi, un molto più ignobile Animale ? Che un' Oca e non già un Cigno sia in il due belle statue volatile unito alle femminili della R. Gallerìa, te nella Tav. IH , Fiorentino, basterà e delinea- e VI. del la Museo semplice ocula- re ispezione per accertarlo .-Quindi ve- dremo che non gli compete il nome Le- di 27 Lede (i) mili, che egualmente che si alle altre si- conservano altrove, a me note soltanto per Lettura. Bea ridicolo sarebbe dire il , che in cotai guisa intesero gli antichi Scultori di rappresentare versa essendone effettiva, tampoco Cigno troppo il , proporzione dalla la e caratteristica lice di- mole ; net- immaginarsi, che tale riu- scisse, perchè mancando marmo non potè dare laconvenien- si C 2 te il Go:i duo marmorea signa exprimunt t xliibemus . Primum Statuari satis etnsetur. '"crtanti inter se quae aThes. Med. elegans ac pei factum Artifices in eo Ledam ut vario corpotis Stata , nobis incogniti nobile i opus; aiterum vero non maxime referrent .... Ne Ledae signo deesset corpori graatque operi decus, armilla dextrum eius bra- qua vero tia il Ledam seu Nemesin.... foventem Invero in Cycnum conversum, (i) Così scrive sinu suo di misura chium in priori sculptor ornavit -, vestem vero reductam.et in sinus varios pereleganter paritcr opificio concianavit depenicntem . , egregio 2$ te maestà, e proporzione a male Non . deresi far tal sì fartn ani- torto alia e* sattezza degli Antichi e valenti tori, tanto precisi e attenti tar la Natura vero fedeli al nella tere ; Noi in gli Scul- inli' imi- sviamo vedasi questo preciso caso Veneta Leda: Né saprei ammet- una, capricciosa meato presunta, mancanza nel marmo, perchè ciò fa- rebbe gran vergogna all'Artefice, per- chè a tale error nalmente, il si ripara, e perchè, fi- soggetto vedesi ripetuto quasi nelle proporzioni medesime. Sa- rebbe troppo strano che da Scultore, cole un un abi'e ponesse traHe mani di Er- si Coniirlio in vece d-1 Leone Ne meo. Anco i magliari Bassorilievi, che in diverse si trovano gemme, nelle quali opere non può allegarsi mancanza di materia , or si vedono rappresentate fé ni-. 2*) giacenti femmine , o stanti col Cigno nella sua naturale relativa ( N. vedi 3. Tav della , grandezza; qui annessa ) ne vedono altre con un più piccolo Uccello acquatto, il qua'e visi- Or se bilmente rappresenta un'Oca: Quindi deve chiaramente intendere , che si diverse Persone versi attributi, tefici si vollero effigiare , con di- dai loro Ar- . ci concluda, adunque, che dai Gremaestri,! quali specialmente fece- ro le Si due indicare Statue della Galleria, e le altre simili, si Reale pretese positivamente rappresentare una Fem- mina con un Oca, e non già Nemesi o Leda con il Cigno. Niuna delle note caratteristiche attribuite a Nemesi (i)vedesi decorare, o , indi• (1) 1. ix. Pausania e. ÌL t 36. Heslod. e. 33. p. 81. Theo*. Vowius de ljoloi, 3° due nominate Sculture l'atteggiamento, non è adattato a Lcindiziare da; e lo : accarezzato volatile è cerca- 1' mente un Oca, e non già un Cigno. §• Di m. Proserpiiia ed Erciana. , C k^ Tabilito e riconosciuto che sia per un'Oca l'animale da cui sono accompagnate alcune figure Muliebri, vien chiaramente provato non possono ste Leda ; ma a! certo, essere che que- simulacri di rimane da investigare a qual soggetto appartengono . Si raccoglie dagli Scrittori Antichi, che alla compagne Ninfa Ercinna di Proserpina, famoso Trofonio una , delle e figlia del onorato in Lebadia 3* dia (i), fossero dedioate statue Oca si mano in dipingeva con un* Altri dicono che , Proserpina stessa la così , a cagione del prodigioso nascimento del Fiume Ercir.no, cui Ella dette origine, sollevando una pietra sotto un' nascosta era mani Oca , la quale fuggita dalle Ninfa Ercinna Si sa che, per allusione a questo, fu sulle rive della Fiume istesso Tempio nel quale del : etetto , un piccol era la statua , di una Giovinetta, che teneva un'Oca con la mano, serpina , la che dicevasi esser Pro- e figliuola di Molte adunque Gemme delle con T Oca appresso , -Cerere (2). o Starne o in grembo, non saran (l) Erx celebre mandò un vestigarne destro il 1' , mistero Otacolo di costai, Demetrio coraggioso esploratore ad in- e : I Sacerdoti sue intenzioni, e l'incauto antro . (?) Paus. in Beo?. non si avvidero delle esci vi/o dalL* saran Lele gtamrmn serpina, qualora convenga a rna potranno es- Ercinna di sere simulacri , o , contegno, il Pco- di V età e due vergini giovinette, a due nubili donzelle Delle due sinor ùputate Lede appartenenti rentina quella che è di proporzione , maggiore, antica in tutto, fuori che destro braccio, mostra nelle sue nel membra ignude già oltrcpissato Oca decente attitudine panneggiamento corda con bio di Giove si dai rileva dai , accoglie nel Ella del furtivo e della sua. non men e quanto non , idea la T apparenza , ha altro dell'età fiore il che con leggiadra , una e nella faccia , donna bellissima, che per \J Fio- Reale Galleria alla si connu- Leda , età secondo che , altrettanto contorni del corpo delineamenti ogni sospetto che cLl volto 1' ac- , , e esclude Artefice abbia vo- luto 33 rappresentare luto una fanciullette Proserpina , delle tenere o Ercinna . A4a, e di chi sarà mai quella statua Oca muliebre con T in grembo è di Proserpina o di Ercinna Dì G lancia osserva I Citarista , se non ? e Citare da. Plinio (i) in , EHa- in , memoria di una Suonatrice, e Cardatrice e Concubina (EVa/fv) di Tolomeo d'Egitno ec. (2) che si serbò , to, la quale essendo in Chio,(3) prese singolare affetto per un' Oca, che la riamava con eguale simpatìa. Era (!) L. X, e. xxit. (2) ed 8 (j L V Hist. An. 11. LI ai. I. v. e. 29. e.' 29. e 4550. i. 13. e. 24. 34- Era questa Donna una bellissima Greca chiamata Glaucia Qual ragion vi sarebbe per non immaginarsi o non : , sospettare, almeno, che cui parliamo rappresenti la statua di immagine 1' in età provetta, di questa bellissima e celebre l'idea, plarla ; Concubina ? Tale è appunto che mi si risvegliò nel contemTale è il pensiero eh* io mi formai, e che al primo sguardo mi parve plausibile quanto nuovo. Già si sa che ai altre Persone egualmente famose in tal carattere furono , , erette statue inalzarono i : A Frine , specialmente , Greci una statua d'oro, che collocarono in Delfo tra quella Archidamo re di Sparta , e Filippo di Macedonia (i). Il lavoro dovea di esse(r) Pausan. Phocica appresso medesima 090. Alce ta* riporta : Arhen. 1. xm. che d' 'iscrizione apposta alla cfyuyj; Iti lìJous QerirtKq . Arpalo eresse 35 squisitissimo essere mani Prassitelc di . , venendo dalle A diceria eresse pure Arpalo una statua in Tarso di Siria. Minio pubblica Meretrice ebbe statua egualmente: Si fecero statue alle Ballerine ( owjfcfifot ) Rodoclea, Hella- dia, Libania, Anthusa; anco Mnesine, e ne ebbero e Potine Auleti (i). E' noto che in Alessandria una certa Cleone, ro molte statue ad o Cleine eresse- si Coppiera del Re (2) (3) rappresentata in camicia, e con in no la Tazza (furo» ) Se una Coppiera , ma- . del Re d' Egitto ebbe diverse statue pubbliche in Ales- non è maraviglia che se ne siano ùt^y anco per una abile Can- sandria ; tatrise a tempio a Pitionica Rodope (1) Athen. 1. Psammetico elevò Piramidi xin. (2) KÀeivs7; <pY <rì t (3) . , Polib lib. xiv. Ttjs oho%ov7y}s ap. Athen. . . . Ath. 1. xnr. 3<s egualmente tatrice, da e Cicorie ca della nclie Coppiere avrassi scelto sempre appresso La della statua per caratteristi- nel : Oca, 1 . i mani scelse si di Fgirto amata singolarmente lui Tazza posta di Re di alla la nostro caso quale stava Cardatrice Glau- cia e servitale di distintivo. Direi di più: Sappiamo dalla storia, che una prediletta Suonatrice, eCantatrice del Re d'Egitto, ebbe, come vedremo in seguito, nell'Egitto non forse, ma in Atene istessa ed in Tebe, statua, effettivamente, Tempio e Venerazio, , ne . Di questa esser simulacro della R. quello del lo dell' da , è che i a me sembrano due indicati marmi Gallerìa egualmente , Museo Capitolino Aldovrando (2) e d' Osford; ed , che (i), quel- quello di Dres- anco la femmina effi- (1) T. ni. Tav. 41. (2) Statue di Roma p. \i\. 37 effigiata nelP Agata Museo Fio- e Cancatrici dei tem- del rentino (i) ec. Le Suonataci pi , amichi avevano, come Mondo il per domicilio le ; moderne e probabil- mente vagavano da luogo a luogo per maggiormente istruirsi e per trar pro, ietto dei lor talenti Anticamente, come oggi nendosi alle naturali grazie dì riu- , alcuni di individui del bel sesso Y incantesimo del suono, facilmente e canto cuori degli i facevano strada delle Corti , ed Grandi: Così tarista , cattivavano più , non al al Uomini facile accesso dominio la bella e Citareda (2) istesso Glaucia , e si , , dei sìa ci- in Grecia ri- , volgi) (2' Gemma inedita Rari eran nel suo } quelli Anello £2. num. ( dice dialogo sulla musica cantare suonando sulla, £.ira » ) 14. Vincenzio Galilei che sapessero ben. o Citara;i quali era- no 38 viaggiando anco in volgesi modo to (i), dove un special nare Flauto il dore dove ($), te richiamarla poteva tare suo- di splen- lo nuova Cor- una magnifica di Egit- all' o per aumen- , corredo de' buoi talenti, o per il migliorar fortuna nella opulenta Alcssanno molto reputati pregio et in , ; e per onorargli erano detti Citharedi, a differenza di quelli semplicemente senza , cantare suonavano, i clic quali furono detti Citaristi In fatti cosa la dovevano esser era molto , inventare le melodie, eJ armonici accordi componimento dei versi: Poesia, per il persone conterebbero oggidì, si paci di tale impresa in u o c , e riamente qi enzrt di . Anco , Egli e nel dell' convito E' incredibile che Elfanò rendano cen Cithanstiam , in più Ael (2) Frigio, e Libico. Àn. 8. di e , e nella ben poche Dante era i dell', , e il altro volgare elo- specialmente xtùxpufou per Glau- d'un luogo. il. e nella Citarista il uno traùufto i TXxvkw Tifs (i) Hisr. , , che fossero ca- tempo al nota la distinzione tra Ci* redo, parlando dist . giacche difficile; fondamenti musicali per periti nei 39 sancirla. mìo parere, Ella Ivi, a venne anco Aulete (i); ne al La fine , la predile/.ione non parlò Storia quel periodo tà deli* ivi Ella se , di non per di- otten- regale . Lei sino a la singolari- amore intenso che Ella porta- va ad un'Oca Dalle disgrazie della sua . Corte incominciala sua celebrità maggiore, sotto altro Signore, sotto altro Nome. Cielo, sotto altro V. §. y De Il Oca JLj Avvertito . affetto di Glaucia per l'Oca sua diletta potrebbesi reputare un pueril racconto , o un/ inetto e stra- vagan(l)E'^6K£< yctp UVXetv OVK (VX.0C,T&(ppOV\]TWS Fi- da Aulon et Aulo tioncm tibiarum . , Strumento da Cel. Aurei. fiato ccvfoìv Can- 4° vagante capriccio sto col talento rem , e riconoscere se V Oca pido , troppo in contra- , Animale fosse quel tale , Donna quella in qual venne persone spinto che do- lo , stu- riputato da molte per mancanza unicamente di studio, e di cognizione del suo na- turale carattere. E' celebre la vigilan- za dell'Oca (i),e l'acutezza meno udito non (2); nò sao del mancò chi le attribuisse odorato sqni-ito supe- riormente Cane al condia nell* estrema di (3) . La sua accoppiamento mantenersi terse la ; vere- cura piume, le fece classare in Egitto tra gli Ani- la mali Sacri, mondi, getto d* olocausto Fu riputata sacra V degni di far sog- e nei Sagriflzj Oca ad (4). Iside , a Giu(l) Virgil. Eneiil. 8. PI. R R.Lib. e. 13. (2> Alberto. (4) Kerodot. Vegezio L. L. x. e. 22. iv. e. Coltimeli» ad. ^3) Pli". Lucrez. Ofid, 41 Giunone, (t)a Priapo (2): Fa adora- in Egitto; ed ta, lontani anco in tempi non qualche luogo d' Euro- in , pa (3); ed è venerata tute' ora presso i Wottschactki (4) La durata della . sua vita deli* Uomo: eguaglerebbe quasi , sao affetto per li quella i M\ 9 qualche specie (5) , è si grande , che gli Egiziani fecer dell'Oca H simbolo del figlio, o dell'amor filiale in (6> I Greci ed , Romani decoravano i prore delle Navi (7) , e i timoni degli E) (0 Liv. (2) le ara- Permn. (3) V. Croniche co IV. Imperatore Sassonia nella vira di di , ove si Eft-tt* dice di alcuni Soldati secum vehebanr anserem quem publice aiebant sanctum inesse eran-t persuasi , et spiritu ci (4) i A Werst» 58, Baschkiri Wottschatki (5) Il auct lico (6) ) . dalia e trenta ; Citta di Werste più Kungur sono oltre stanno Genere rAnasrr ha 125. specie (Lin. Ed. Il i . nostro nome = Oca a viene Lac. (Nemnich.. Catolicon Horapolla. (7) Hamburg. Luciano,» dal 13. Gau- 1703. ] 42 carri, e dei aratri, con l'immagine Oca, sicuramente come dell' per sim- , bolo della vigilanza necessaria vigante Agricoltore all' , , N iT al Auri- all' ga (i). \J ne ; to , Oca suscettibile di è Ella è sensibile ed è capace amicizia . all'' ; E' celebre l' affetto (a), Ateneo o Amfilo- Animali dimostrò per o Licade filosofo; poiché, e , che un' ancor maggiore che e quello di tali accarezzamen- riconoscenza di Oca portò ad OIcnio co educazio- al L uno acide, dire di Eliano (4), e Plinio (5), né di notte, né di giorno, né in luopubblici, nettampocQ nel bagno ghi lo (3) ,di abbandonava un* sto affettuoso istante. Animale, e conoscente eresse Mausoleo, Morì queLacide al ri- suo volati- ci) G. Polluce. (3) L. xni. (i,) L. X. e. (2) Plinio, e Athen,. (4) Hist. xxn. An. L 13 e. 25. \. 13. 43 amico latilc glio (i) quisi , un suo fosse fi- . Simili toccanti scene sono rare, forse Uomo perchè r , stratto superbo di- sdegna, o non può coltivare , degli l'amicizia animati, altri esseri che reputa inferiori a se stesso; trova questa chi volentieri conservarne a o , storia la . si 11 o non occupi celebre Buffon racconta un nuovo e recente caso, simile de avvenuto Perron T quello di Laci- non meno memorabile, e , allatto, a in (a) una Terra d'Anisson da e se : e bello, elogio, dell' trattasse di tesser si Oca non avrei potuto meglio che copiare questo elegante far ed eloquente Scrittore . Ala non ebbi in mira ne l'elogio, né la storia standomi dt Ad. (2) Bui?. Animale, ba- di averne, soltanto D (r) fatto sì Hist. T. 9. Anim. p. 4?. abbozzato a L, il vii. e. xli. 44 il carattere, per giustificar Glaucia di talenti, ed ren lerla e , la passione coerente anima, ch'io all' ai sup- le pongo Le Oche, o Paperi farono anco una . volta il Matrone in Roma corrispondere Da di , Grecia, ed divideva Oca me' ma , disposizione amore a . queste doti sicuramente derivò V attaccamento nella austere stesse (i); non per naturale loro la delle merito troppo antico di ni, ria per diletto i suoi prediletta, che n* Egitto in fervidi e ebbe Glaucia ove quasi , affetti Tolomeo Occidisri V (2). §• (1) Scelerat-e tra vi. ansepem ornai-. bus matronis acceptissimum Petr. Arb. Satir. (2) Pì. ix e. xxu. Gtamces Ptolomeo Regi Cirhara canentis, quam eodem. tempore ab rierem arraram proditur UOa.3 è più piQCiSQ,. . ^sere Eliano., sul et a- punto rlva- $. Di Lamia vi. et eira (i) La ìli ì a X^O'po morte la CIattct a , » dell' avvenni fato Alessandro Macedone ebbero freqncn * , ti gare, e crudeli guerre tralioro pi deile sue schiere. , ca^ Antigono oppose tutta la forza del partito alle dazioni i o piuttosto depre- gloria alla e. , Tolomeo. Il giovane Demetrio figlio d' Antigono affrontò con grandezza di , , vario successo la forza, e l'esperien- za del Despota Demetrio mente il , si dell' Egitto : Questi contrastarono e , special- possesso dell'Isola di Cipro, ver- (l) Malgrado Raccordo die sostituiscono il nome dei moltiplìci traduttori di Meretrice opinare che non aviamo voce -, , » io ardisco né cosa col-rispon- dente 4 questo greco vocabolo: vedi la notai, p. 46. jl6 ve so il primo Anno Le due armate pia Je. a birraglia , Olim- della 117. navali vennero condotte, una da matura esperienza, l'altra da impetuoso ardire ; fu rotta e dispersa quella e , Tolomeo. Tutto cadde Vincitore, sino Re; favore , del Lamia, alla così detta Concubina ed Amica del la prediletta vinto mani nelle di quale, oltre alla il oltre la sua rara bellezza, regal mol- ti , e lunghi viaggi, e singolari talen- ti (i) avevano acquistato, ovunque una stra- ti) le Moire delleD^n-e belle lerrere pline: , e que li ta classe pei fino le colrivavan^ Matematiche xcà aXXcti cf éreupcu fjcjya etppóvout e$? iavTajs Tcuìsieue ctrre%a ;*ev cu , xoà toU tcu ydiórep zzi r > . Athen. 13. bero una condocra esemplare, come Timoteo condottiero Ateniese, que già meretrice fu ribus . disci- c'i Olimpia fu madre di tl'Qriy.rci Molte eb- Madre la la qur.le fiotfalj- , di quantun- gravibus et laudatis mo- Bione Filosofo: Nicarete non » 4? Mentre che 'straordinaria riputazione. Plinio ed Eiiano parlano dello specio- so affettò Glaucia di , caratterizzata particolarmente da quest' ultimo per concubina di Tolomeo (i); Plutarco, e lo r.on ob«cura et ignobili's rheret'rix fuit bus splendore amica tiola , di et doctrina per . , Mantinea figlia nella filosofia fece tale Socrate non sdegf è encom o stravagantissime nozze quasi di dispenserebbe plesso di d' Amore', che La è celebre -, rammentarla: ed quelle qui nominate prova degli , come prima osservai 0) Eì èe TXu.0y.vis rv\i; ys tù> Tir o?,£ [Àttico Ael. Hist. in vece di error An. : , 1' Et eira . $>iXa£e}<pùo ma II. com- Ib. y.'rìapù^ou Kipìòt yJTTqro devest tyiXu&ÀÒu Né parrà di testo pisti, se si 8. il sempre più ld. Kcà per celebrità del fatto che non aviamo vocabolo per esprimere antichi , Epi- leggerlo nel simposio: Hip- di paichia seguace delia setta Cinica le sue sed et natali- Epicuro scrisse contro a Teòfrast'o ed allevò anche Danae sua curea , quam amabilis. Leon- uvriìpos, 9 ec. legger 'ZoothùU strano un simile attribuibile a inavvertenza dei Co- pensa che il Dalecampio, ove Ateneo disse e lo stesso Eliano, scrivono con sotto nome il Era nomi , Lamia. di classe medesimo carattere il cosa nelle donne e orni: ne quella altrove, ce la de- di V assumere dei sopran- . Tonide concubina Egiziana , contemporanea di Lamia chiamavasi anco Archcdice,o Archidice (i); namente errerebbe lesse due chi di lei e stra- vo- far distinte persone Laide fu chiamata anco Ax:ne,cioè Ascia, o Scure (2) per indicar, forse, la disse (!. 13.) &tfpt$Tpio$ è' Demetrius Phtdereus accanto: d' aitror.de Didima, tio,come Concubine Biblistiche e di Glaucia ce , , e UoXlOipKtfTJjs tradusse quar.tu que avesse r , il testo Tliolomeo Everrete nominò , Agatoclea , Stratcnica , e Mir- del Filadelfo suo predecessore, che pur era singolarissima , non fe- parola. ([) Eliano (2) Var. hist 1. Aristofane Bizantio Ad» sku) xn e presso u^ivìì zy.ttX{ÌT9 1^. 1. 43. Eliano xit. e. 35. 1. xn. et . 49 costumi, o la mordacità la ferità dei dei detti Demo, Ateniese, ebbe tigono, già concubina di soprannome il di AnMa- non esente da errocome di due donne di- nia (i): Ateneo, re, ne parla verse (2) egualmente che due , una sola riunisce te Laidi in La meretrice Meridie veniva nomina- ta Clepsidra, perchè di distin- con questa specie anticoOrologio misurava i favori^). Così è probabile chela Greca Glau- Punico cia acquistasse l'Egizio, o prannome di Lamia so- o perchè traile , troppo note lascive (4) Lamie dell' Affri- ca (2) L. xni. (1) Plut. (3) Alcune di tali nomi dedotti dalle le sue sorelle e bianche l donne meritavano dei sopranloro forme: Nicostratide furono dette Aphyas ampeto , 1' amica di Talereo Charitoblepharos dalle belle c'glia Abydon perchè inesplorabile Pteiropilen ec ec. . , . , e perchè magre, , si diceva Sinope dicevasi Fanostrata (4) Filoscrato nella vita d' Apollonio si chiamò 1. iv. 5<> ca avesse vìssuto alquanto, prima di passare alla Corte, o per indicare la sua salacia la , sua professione o , il suo noto costume, non senza esempio nelle amorose lotte (i) , morde- di re a guisa di riera, e quasi divorare a modo di vera G lancia rebbe ce , (-2). Lami'a non che Ciancia Trovo amanti. Così gli altro significhe- mors eccitatri- la autorizzata dal fatto mia particolare opinione questa sii Lamia Am- che Lisimaco ostentando agli basciatóri di Demetrio le portate lottando con un Si : cicatrici ri- Leone essi ; ri- fi) L'ucr. {•1) tv. p. m. \t\\. Airra Concubina, più anticamente mata con siimi nome starne . Uomcneo hinr Lamia , Srcìoné v dere che tutto la ci no forse perchè di , Narra Ateneo, disfatta di in rerpetre clic- Temistocle ripo: ò tra . vi fu e Sp.ryra i . , chia- simile co, cattivi le dopo la Coicu- E' cosa cuftosa' il < questo fu lasciato di 'balzo dal' di Ateneo 1. XHi.'p.'£?& »:. 5* risposero, con sorriso (i), che assai più ne aveva da mostrar nel collo Signore , di bina dì essi alludere Demetrio con la a' nuovi già concu- Tolomeo §• VII. Della Lamia fiera , E,Ra lor da che combatteva con una Lamia; volendo amori il . chiamato Lamia un gran Pesce robusto, (2) voracissimo, avido, anzi insaziabile di carne umana (3), il cui nome (1) (•2 ri nam Qfih ye}.£vrs; Et quis epzsw, y.sù rov u.ùtuw vastus Aper superabit robore fioc* La- opp~ . Archestrato presso (3) AV^&'Tflyayjff 1° dice Ateneo . ! 5* nome vien fatto derivare dal Bochar- Laham to dalla voce ancora al di d' , o Lahama, che sulle coste d'Af- mordere, frica significa Sono oggi , varie le e divorare (i). opinioni circa alla i- dentìta del pesce, che fu così nomi- nato. Pare, che Aristotele lo enumeri tra i Cartilaginosi pesci schiacciati , uno . Nicandro dice che la nio (3) ria (2) o Cane marino Hondelezio Italia Carcaria ; , Lamia larghi , o Colofo- , il Carca- e la Scilla fossero Animale. stesso che in , e scrive la espressamente Lamia quantunque dicesi Cane , - lo contraddi- ca (1) di Questa bestia servì forse di base alla favola Lamia figlia di Nettuno , detta vaticinante» perchè forse dal suo moto , dalle sue apparizioni ec. avrà tratto augurio ìa semplicità superstiziosa di alcuni antichi pe'trì , o la sottil malizia degli Inter* degli Dei (2) Lib. v. e. 5. (3) Presso Athcneo 1. ?. 53 me èa Aldovrando,non trovo per gione da non adottarne il pensiero. Affrontava, questo pesce, per divorarlo audacia osava uomo con V e ; 1' uomo terribile un elemento non in , ra- suo, cimentarsi a combatterlo. Plinio raccontala pugna di tal pesce coi No- tatori (i), che arrischia van la vita,, e riportavan ferite , e quindi cicatrici dai suoi acutissimi denti ragione altra , oltre costume logìa di , (2). Qual' sma qualche ana- o di effetto , poteva procurare un soprannome AiTricano ad una femmina Greca? Fa fede citata allusione , la pre- e risposta data a Lisi- (1) L. iv. e. Sono (2) fatti 46. questi denti tutta dentellata sul taglio ga . a guisa di lancia come una , finissima se- Se ne trovano pietrificati nelle nostre Cam- pagne ; llone fu e si il credevano dal volgo esser Saette. Ste- primo, se non sbaglio, a far rico- »oscere che ers.no denti del Pesce Lamia,. 54 simaco, che, veramente concubina quindi mia di lice fosse Tolomeo prediletta la mordace era presumere che : voce La- la un suo caratteristico sopran- nome Glaucia . To- era concubina di lomeo: Lamia non ebbe competitrici nella intensità del di lui arletto essere una e Lamia Donna. quindi sembra che Glaucia, debbano ; stessa e §. Vili. Ritratto di Lamia eteira Glaucia Lamia A Viamo già avvertito, che traile Lui riguardato come la podestà Demetrio nella seconda battaglia navale presso Cipro quista o . innumerabili cose cadute in del vincitore > il nobilissima , fu da più prezioso ac- Lamia , che così la 55 lach'ama Plutarco emulo, (i),l' anr'cadei nemico. del suo debellato Demetrio epa bellissimo era sul fior degli anni men e non aveva conquistati cuori delle più bel- femmine, che Castella, Città. Ciò non ostante, e ben che le, e e , di aspetto; giovini Glaucia Lamia (che così par-mi chia- marla) non fosse or mai della età più fresca (2) ; Egli concepì passione verso la tosto tanta medesima da giun- gere a confessare che sebbene Egli era da molte amato, che per lei non sentiva amorq, unica e sola. E' forza immaginarsi adunque, che questa donna avesse le più potenti at- trattive per meritar nell'istante un'af- fetto (1) "Ev è'é TovToig v) Tspifioyro? yv Xxf/,€iot (2) Tijv às ùxvfJiot^bv ori rfc <btÀ\us ev ro fivìKctfì' yiXiKiotv^vq fcepxivoov ^tt^tqt^q &c up%vj XdfjLipts KOI T0<TQVT0V ljpZ%pO)fOV %fy TCtpqXJJLXKÌzS . , 5<5 fetto sì esclusiva, e to amabile , grande da tan- sì valoroso Guerriero. e B ìudelot seguennon può essere più se- ritratto fattocene da do Classici, i , ducente, né disdice La „ bellezza Aulete, Citarista il Glaucia Lamia di , trascriverlo. cCitareda; vacità del suo carattere za neir arte sua come un rare di la mo e . al naturale delie sue maniere , Ella era benissimo Le grazie che aveva aggiunte vi- facevano conside- vero prodigio : la , e l'eccellen- ; una maestosa altezza, proporzionata II il ballo incantesi- e del suo por- tamento, producevano ana affascinante impressione . Il suo volto era di aspetto dolce, e dì una ingenue serenità : oltrediciò, occhi grandi, vivaci, ^spiritosi cente , ; carnagione vellutata e lu- congiuntamente ad ammirabili contorni , non erano caratteri di una passeggiera e troppo fugace bellezza. „ Con- 57 Conviene mente mia, pari al certo , che tali effettiva- fossero le celesti fattezze di La- e che a queste corrispondesse del il suo spirito (i) addestrato lunghi viaggi, adorno di tutte le per gra- zie sociali, e coltivato nelle cognizio- ni pregiate del suo tempo un Ella non avrebbe con- tal corretta quistato all'età sua vine Demetrio sì ; : senza di cuore del Gio- ,il non avrebbe regnato lungamente, né sarebbe stata capa- ce di far delle provare sue grazie ordinarj limiti successe forza vittoriosa tanto , al di prescritti nio del bel sesso, te la come al degli là predomi- ettètti vani en- . Allorché Glaucia Lamia venne in potere di Demetrio sappiamo poco avanti osservammo , , come che Ella E ave- (i) Act[xix <r$ófyx £-J$(KT0$ KXÌ arrivai rag àTS'/.pifSig . . Atken, /. xni. Tpbe 53 aveva già passato quella fresca età quale per se sola, senza o tivi, bellezza vido , altri , pregj, oltre quello della può affascinare e già disposto pero sull'animo e su quello di di un cuore fer- ma , l'affetto ? all'amore; suo im- il Tolomeo Demetrio quanta gloria mai prima, in poi di con , qualun- lo facesse bella del suo carattere. Siamo, qiuisi direi, anco riconoscere^ congetturare oltre la altri allerta- non ostante, El'a acquetò e mantenne costantemente que , i forzati a in Lamia» r p egi avvertiti, proprj del ses- so, anco dei talenti politici acquistati nel suo soggiorno alla Corte, o quello studio, che di le femmine più facilmente far possono del cuore no a r ; e per fino dobbiamo uma- esser portati uoporgli delle cognizioni utili almeno una naturale penetrazione co ntd' arte figli , , o an- di guerreggiare. Forse era in 59 in tal carattere che El'atrovossi sulle squadre di Tolomeo (i) ; e sembra che ristesso Demetrio trattasse questa sua bella, più da persona di affari, che amante voluttuosa va a mi ; e non sue Ar- le questo V apparato è che più convenga all' testimonianza se poiché Egli anda- coperto con visitarla (2) ; da Amore. onorata , , Egli re- con fal- e ciente al nobile, e, nel suo genere de- centissimo contegno di Lamia dendo alla la Li- di riconosceva anco della sua , rispon- mordace maldicenza simaco, che Egli casta , stessa più Penelo- pe (3)- E a Con- fi) Anco Ciro ebbe nel suo. esercito, meretricem pulchernmam atque sapientissimam chiamata primieramente Milto, e poi Aspasia. , (2) (5) rvjv Ael. O Var. Hist. c as-. Ay[jt,v]Tpioj spvf cruppoveTtpxv elvxi éctuToà Trópvyjv tv; sksivov YIwsXq—/,; Pi- vi anco Athen. 1. 14 Deipnos. nel die è in con» tra- 6o Convien persuadersi che Lamia non glio di amante, considera se si inutile fosse belliche imprese del suo consi- il Re, , da Lei con- il Prenditrìce di Citnt cioè suo del seguito onorevole aggiuntivo polì alle Eie- di , che El- (i);niuno avrebbe la acquistassi allora un Guer- ardito beffare la favoriti di riero vittorioso, fortunato, e potente, chiamandola per dileggio; né Ella così avrebbe ottenuto meritamente trio stesso , in se di es^er modo tal , nominata Deme- se Condottieri delle sue i h^ tradizione aver fatto Il dì , e Tibicine Teodoro insonoortabili fu , , Scrittore pretende . Comico ed incredibili un frutto di tutte , dissi turpitule sta- non ne passò incontaminato anco Plutarco parlando egli al La maldicenza . gioni Lamia m&IJicent? Macone Lamia dini circa alle sollecitazioni, che , di questa donna non amasse sempre la : Si hanno prove che verità : Corrado nella sua questura lo dimostra evidentemente calugnatore verso di (i) TV Cicerone . Kafiiew TStopni* àtoflw Taatòrs, 6r falangi non avessero riconosciuto dallo spirito penetrante ammirabile assedio,© ella fu buon il esito di il pensiero e la , chiamata Elepoli dalP (i), e ef- che Demetrio non usò, non dopo se Forse macchina, costruzione della famosa fetto qualche qualche assalto. di che suggerì parimente Donna questa di sua la con connessione Lamia; Così queir impetuoso fervore che , la rendeva mordace nei sagci- amorosi fìcj Lamia , , come la fece esser chiamata in età più matura ed , in situazione diversa, la sua previdente acutezza nelle militari combinazio- ni le acquistò l'onorato, e già indica- to Era questa «vasta mole, una specie ([) stello eia per lato, che inalzavasi a di armati : movevasi contro as5ediata con mici , Amm. e le 66. ed mura strepito e violenza stupiva Marceli, gli lib. stessi Jtxm. : Ca- di piantato sopra una base quadra di 48. brac era piena della Città atterriva i ne» condottieri. Plut. et 02 to soprannome E lepoli di prima ca- , Deme- gione, forse, per cui meritasse trio quello di Pol'torcete . Ogni anima generosa sdegna qualunque util soccorso, quando porta ma seco abiezione: quistò dalla sorte e , molto ac- tra chi chi niente fuori di sé possiede per favor di fortuna semplice baratto il , di cordiale affetto poche volte conguaglia, o basta per equilibrarne mia, non do la contentezza : Così La- già tenuta vilmente al Signore, ed del suo sol- Amico, ma partecipe ai pubblici donativi, o tri- buti (i) che voglian dirsi, ed arbitra, ia (i) Non è naturale che Demetrio multasse gli somma Ateniesi nella ne di Lamia dice Plutarco delle e , di 250. altre Donne sebben con incertezza , con eccessiva gratitudine dini verso di lui babilmente su nienti per sue i . L' si ; il sapo- , come giacché portarono quei Citta- imposizione cadde più Lacedemoni, censori pro- severi dei co- 63 modo, in certo dell'Erario, ebbe te- sori dall'affettuoso Demetrio: ne dispose sempre con rosità e Ma eguale gene- grandezza. Le sontuose Cene» che Ella seppe imbandire sotto spici di gli , ne compilasse (i) non sarà discaro proposito , una servataci da Storia la legger qui , in ; e tal delle sue Lettere con- A [cifrane . § di Au- Demetrio meritarono che Lin- ceo costumi Ella Demetrio, (quando vennero ix. in suo po- tere) eonforme sembra insinuato nella lettera di La- mia, che vedrem trapnoco (i) AvyyJui tv Ateneo era amico di . Zz/jliov (Pluf. Demetrio , ) e di -W 7ZX ^Xfc^OCiOf X~ che al dir d' Lamia 1. ir 64 IX. §• Lettera di Lamia. „ Lamia a Demetrio „ Olre „ Rimprovera : mi prendo libertà che que Re , . stesso della Tu , quantun- permettesti ad una Cortigia*» na,ad una verti: te Amica f>/ivata (i) di scri- non sdegnare adunque ver lettere di colei , di rice- che facesti intie- ramente tua „ „ In venta, mio Sovrano, quando vedo ti Campo in , ed allorché ti as- colti) èì tv\v Erxìpz : voce ccQpo^ìrqv pug (rvvxyovTxv tvjv . . vetv éraiptìv Persisro ad opinare lo , . di doppio significato ro); ercupois kcii kzXovfi S'è acci : sTUipetv rag ree; Athen èroti- /x,t<j-ùzp- lib. ni. che manchiamo del vocabo- e della cosa corrispondente oggidì. 65 mezzo colto in tue guardie, ed alle agli eserciti, circondato tori stranieri , da Ambascia- e dalle insegne reali e palpito invasa da agitazione more Giungo per mostri qual blime, dal sole cui fissar lo sguardo. Ivi siei terribile il ti- come occhi allora da te, ti e , fino a rivolgere gli : sono incapace di , mi sconturbo giuro per Venere eh* io grande, il , il su- Demetrio, V espu- gnatore di Fortezze e Città. „ „ Sorpresa dalla Maestà del tuo aspetto, quasi diffido allora della realtà della nostra attuale connessione; e dico a T me Uomo , stessa che con diletto, e di sia Quegli mi le e „ Lamia , è questi te passa tante Amore ? alla di cui ore di E* possibile che presenza consu- festive notti in suoni , in balli, canto? Può Egli essere queir so, che ti scrive, e ti istes- preferisce alla vo- 66 voluttuosa Gnatena? (i) Resto allora in silenzio; ne a il me stessa se segreto mi riesce di concedere non che, unicamente desiderio nelle vederti di , mie stanze. Quando questo delizioso istante giunto è con trasporto verso è quando mi ; al tuo seno tenore degli il ; stringi quanto affetti miei di- Io ! non posso allora impedirmi di esclamare, E' egli questi il gran Guerriero al cui minaccevole sguardo e Tracia , e Grecia Macedonia tremano e forza irresistibile d' amore ? La eh' Ei farà provi come niente può difenderlo dalla in- CO TLtjLfjLsXY,; h w towv v\ Tvxtuivx, può sospettare che donna, ci (dice al solito, il oCk Athen. civcc$eios <pù evocarti oli. Si y.u) così si chiamasse questa Habent Graenomina propria a per soprannome: Casaubono ) aliquot yvaùog formata ad denotandam ventris ingluviem , et TOÀod)ccy(XV na &c. ; cuiusmodi sunt Gnato , , Gnathae- 67 influenza dei-lamia melodìa, delle mie grazie „. Da „ chiedo quest' oggi a tre dì la alle Sire è tempo il desti- solennità, che annualmente celebro in onore di Venere; ed è desiderio, e prometto trattenimenti mi cosranza tanto onorevole nirai ,, quinto ; e tu è necessario a tal Tu devi rendermi Io . deliziosissi- con tutto quel che conviene a , mio mia cura, che ogni suc- cessiva festa superi le precedenti ti io , tua presenza ad un nottur- no Convito: Quello nato , mi cir- for- uopo,,. giustizia, confes- sando che, sino dal primo sacro mo- mento io della nostra connessione felice, non ho abusato giammai della tua condiscendenza, e delle tue grazie (i), ben(i) Ka) ccyuvct pois vikcl . s%u e\ vTsèé^oy.x( $é ra, <rt Tpórspx toU vqe- s7tzQpqMtws kcù * evi u>; 68 benché tu non abbia posto limite cuno mia condotta alla Lamia non pio delie altre sue simili : Tu non da accusarmi di infedeltà ne per sciuta ( me Sire giammai V esem- seguirà a dir vero Nò, . al- dacché (i) avrai sebbene, tua predilezio- la pubblicamente ricono- fu timore che ognuno ha di ) il mi spiacerti, di- libera dalle importunità degli amanti. L' Amore, o Re, è e- gualmente rapido nel suo giungere, che nel suo dipartirsi amor che e Y amor . L' spera è alato di desiderio; sosvi fjLccXtqx , civ 1101 TepiovTivTcti ysvyjrcu s vto VY,S Ttùavw crov , fjLVjè tv TYIQ ÌSpÓLS àvà^iov rtìv <ru:v VVKtIì STI T£T0l'^Kv7iZ re ÉTirpeTOUTOS oTccg av €fiOJ (i) (òovhuf/.cti <TU(JLUTl' àXX<zyJ%pvj[ACii Tpo$ èrépovz àyaQ&v KXÀW , tt, exsi- KUlTOt <T0U fflycùctt rea KCÙ CtjJktKTOS . Questo mostra chiaramente che è calugnoso quanto dice Eliano , circa al Tibicine Teodoro che , chiamato da Lamia ne sprezzò l'invito, come, per rapporto ad Atbeneo , poco avanti osservai . sodisfatto acquatta stume, sione, traile di le ali; Donne 9 .f quindi è co- della mia profes- artificiosamente differire 1' imminente beatitudine dei loro amanti , perchè con tal mezzo rimangono essi più strettamente avvinti nelle no- stre catene . Lungi da me di praticar tali arti il pensiero con Demetrio : suo carattere e rango inspira una nerazione troppo profonda giane , . il ve- Le Cortiviva ad oggetto di mantener quella passione, che altrimenti presto si estinguerebbe, ben sovente devono ricorrere air artifizio : Or mentiscono indisposizioni di corpo; or no del fasto; ora si occupa- imbandiscono Cene. Queste, e simili distrazioni fan siche i loro adoratori, che nuovo temendo sempre qual- interrompimento delle vicine speranze, cili al cadono più filo fa- vittime al loro dominio, allettati e nutriti in continue sollecitudini .Con a 'tri 70 o Sire, io altri, ma artifizio; mi userei qualche stessa Te, che verso di distingui col tuo affetto; che sem- bri orgoglioso dei miei preferisci a giuro per le ganno, né con più piccolo in- il credimi che influenza ; la potessi divenir Non sono di perdita d' ogni 1' , s' non io soffrendo istrumento di tua fe- „ SO. bene che medito ,non sola . tuo amore il quella della stessa vita saprebbe essermi grave licita altra saprei offendere ma mi e , Donna; amate Muse, ch'io non atti di ingratitudine sasso; n favori qualunque immaginare potrei io tanto Casa celebrare : di i resterai! confinati nella Teripe , ove debbono si anzi prevedo, che diverran- no universalmente lerà in festeggiamenti eh' Atene, to di essi in e si tutta noti; che se ne par- ripeterà quanta il la raccon- Grecia. 1 La- il I Lacedemoni invidiosi (1), particolarmente, come sono, loro ipocrisia , e distinti per non cesseranno giare nelle loro native tudini la censura delle di echeg- Montane solinostre Cene ; Essi vanteranno V austerità del Licurgo incontrasto maniere Ma : sia scegliti lito : per me la pace con loro : ; e questa sarà Addio . „ §. fi) Svi questi forse l' , e . del giorno stabi- , T ora migliore loro alle tue più civili la Sovvengati, o Sire la x. non sugli Ateniesi cadde imposizione dei 250. talenti voluti da Demetrio per lo spillatico delle sue Nota num. I. Donne, avvertito pag. 61. -H'Vlfinr&l 1J14/Z l/l K-- alla 7* §.X. Opere L K riferita lativa ad teresse , G lanci a celebri di Lettera nn soggetto è , Lamia. quantunque re- non molto in- di ben valevole per dare una qualche idea dello spirito non volgare di le anzi vivace, e finissimo, e nobile, , Glaucia Lamia . Se contemplano si circostanze dei suoi tempi, dobbia- mo immaginarci che ancor più interessanti vute e scritte; e altre , molte ed , ne abbia rice- dobbiam sentir qual- che rammarico che sian perdute. Plutarco , ed Ateneo conservarono alcuni detti, e fatti di questa Donna, nei quali traluce una prontezza vivace, conquista, un possesso un d' im- pero, che niente mostra, che non sia a r dire di nobile, nuovo, e bello. Ma Zò Ma opere sontuose di Glaucia La- le mia, non erano magnificenza descrisse, ficare in limitate soltanto alla dei Conviti. Portici i Sidone che , Polemons Elk fece e dir Equestogeneredi (i): fabbriche non doveva esser di piccola importanza poiché per , parte rassomigliavano a maggio? la Tempi j, e com^ prendevano ogni immaginabile dece? razione Ma . traile azioni questi Attica le Donna, principalmente più gloriose di è da ascriversi inaspettato 1' evento, della battaglia., nella quale. Ella cani-. hip Signore, e dopo la quale Ella sep* pe tanto, contribuire alla conservazio-. ne ad al ben essere deiki sua. Patria (2) E (a) r%$ sv Sot- Tyv ^4 tyuùW'TctejJwv.cpijirj^ev ruy ^s&k XfKvum Kteavopog TV}V7rpoK£i (2) .. 7roty.iA)is A.Ù//Vcì;ov fAsv'ìp gozz 9 $Vyarépet y.citxjy.evó,<Ta,i. zoc'v-. ; [jlìv eìvat $é Stzuwiots Axiwn, EU?. <ua figlia di Cleanor^ Ateniese, 4fc %q, l 3> w appena Pcmetrio Sottomesso ascendente mine ite de' suoi che , , che affetti dei Vinti, gionieri , di tutto in rimanente il dell' umi- Navi, Pri. Spoglie Ei restituì \ettoy meo; tutto sembrava più cara gli e delle Nemico. chia- perdila della libertà la acquisto 1' lialo Lamia mostrò ben di all' igiie somma , Tesori Tol >- , (eccettuatane la , a Lamia) con una gè n ero che non si può attribuire se non pregiata ita , alla forza e po«-er dell'Amore, bile persila? sioui verso deli' il Amata tosto imolacabi uno spregiava canzi , , riconoscente suo primo Signore: Che più quei due Guerrieri 1' (i) , già emuli, inimici i 1' , dei ? o piutquali altro altamente pò- divengono istantaneamente A- nnci; e se precedentemente facevan tre- 75 tremare i Greci, incerti del loro pro- prio destino, or vedono vincolati da si reciproco patto per Eliade yS.t/Jii) T Attica game si , la liberta di tutta la Acaja di cui e di quella è principiai porzione Il loro le- armonìa giunge tant'oltre che scorgono gareggiare, per fino, nelle di , pubbliche dimostrazioni e di concordia . Ed di mento si di cose, umanità, mai potrà chi a attribuirsi un. sì favorevole na : rovescia- un cangiamento inaspettato, e bello, se sì consiglio., alle persuasive ta e savia politica , di sce- non al alla accor- ed all'ascendente Lamia ? Demetrio non poteva aver dimesso, fortunato se di non per Lei, quella rezza , ispira il che anco ai buono evento infiessibil fie- cuori più. della Battaglia: Egli depone mansueto ai piedi sua bella Prigioniera Y Impero aveva ottenuto poco avanti E 2 docili dalle. della , che Armi: E E questo era lina momento per- profittarne eoa più bel il Donna sagace, da aumento propria soddisfazione, e con di "loria nel sin nuovo Signore. Atene erane! maggio^ pericolo mia per non altro, del suolo materno far colare: il si , e .-La- era dimenticata del domestico suo cuore sensibile non avrebbe saputo astenersi adoprare di a favor della Patria ogni suo talento, ogni sua grazia, ogni sua influenza; sembra che un f&vqrdvolé successo e coronasse i suoi lodevoli 'si-orzi . Inas- pettata niente Demetrio toglie 1'- dio col quale stringeva l'odi, e minac- crnvala di prossimi caduta, dt totale esrernrinifO : Ei rivojge Squadre *Ìsoecór$b ta là fo. per Lui, e per Guerrieri , facile : to di Àlunichk 1 , • . gloriose sue, Atene , e vi por- sua amata Ateniese quasi in Trion- Fu riosi d' le asse- • • . i suoi già vitto- impresa l'assal- uccisione di Dioni... sio, \5 fció, l'espulsione di Gassandro, Soldati i cui atterriti incalzò sino alle «tes- Termopile: E nel suo ritorno da se questa generosa e gloriosa spedizione, circondato d'allori, preceduto da plane benedizioni isi Greci , \ liberi rese e restituì le Castella tutti i con ogni appartenenza agli Ateniesi. L'arbitra- Demetrio Faiereo aveva rovesciama to il governo di questo Popolo Demetrio l'amico* e l'amante di La- rio ; mia, avendo rimessi gl'Ateniesi (i), t i che Megaresi in libertà, concesse loro si governassero con ajutandoli a ristabilire gli antichi usi, le patrie §. (i) Plut. & Dìòl. sicul. 1. 2ól >*» Leggi. XI, rS § Jpcteosi G TLi XI. Demetrio d'i , e Lamia Ateniesi sensibili agli essenziali vantaggi ricevuti > quasi non sapevano come esprimere la loro gratitudine: Nell'entusiasmo della più viva riconoscenza chiamarono Demetrio Do benefico, e salvatore ({) ; il loro fecer de- creto che fosse decorato di Peplo co- me gli altri Dei: Nel luogo ove pri- mieramente smontò dal Cavallo, eressero Altare, ' coli' aggiuntivo ce? gli di Catebate (2) statuirono che avesse Sacerdoti; che si implorasse il suoO; racolo; e che il suo nome, quale Dio tute- (0 2&>T»ff>«, (i)Kcù ku) evspysTtjv £óxyop$'uoi>>Tes. fiofibv STtùevTsg too Tpoirqyópeuj-ctv • àtj^rpiou TTUTXiflu- 79 tutelare, fosse invocato negli Arti pubblici. trio si Decretarono di piti, nominassero Baccanali ; metriofte si futuro in che sorto Deme- che , nome il feste le di chiamasse un mese Dedell' anno, e Demetriade V ultimo giorno di ciascun mese: Ordinarono che ad ogni nuovo giungere Demetrio di venisse ricevuto con che a si Atene in onori gli stessi accordarono già a Cerere, ed Bacco ; e per nuovo Editto giunsero ed approvarono a riconoscere , che ogni comando di Demetrio fosse còsa Santa presso Dei gli , giusta per e i 'mortali (i). Ma ^ di in questa illimitata espansione venerazione non mancarono niesi in specie > e , i di riconoscenza, Greci , e gli Ate- di ravvisare "nella loro bene(i) Ket) Tpo; Qeo); g<tiqv ÙVOil $(KU10V, > xcù Tpog avùpoTetg PlUt. So k benemerita Concittadina ce la , delle trio : coopcratrice la , incitata** sorgente vera Deme- beneficenze ottenute da E siccome a questo avevan reso divini onori a quella così , che già , avevano alloggiato nel tempio Palladc di Criside, insieme con , Deme, zarono Statue cia in più luoghi, e le de- se si si riflette alla Lamia di adorazione (2). padronanza di Glau- animo su 11' contempla pettati Ancelle e Anticira (i) inal- dicarono Templi Se le stesso la Demetrio; di catena degli inas- eventi seguiti dopo Lei la di connessione col medesimo; si scorge che meritamente Lamia doveva esser considerata ne, come come la la salvatrice di Ate- vera cagione della recu- perata libertà della Grecia. E sicco- me (1) (2) Tpsa IxovTyvsus Athen. hb. 0. yovcity.ct? . Aupius AQpoùtTtlt fcpet &C. Si me non fu un gratuito affascinamento di spirito quello, Donna non giovane; metrio a questa così non come Grecia, le segno vile * e turpe adu- alcuni pretesero, che la ma eresse statue, fu per testimonianza di vera grati- e , una fu per lazione, che sottomise De- tudine. Qualunque per altro fosse il sentimento del Popolo in tale atto, ciò che essenzialmente conclude allo scopo del mio ragionamento, rilevare e ripetere, che adunque, statue Lamia Elepoli raggio per si dedicarono, dal che prendo opinare , che Reale di Firenze possiede cro , che tentosa i e Lamia, o a Glaucia ; è di si co- la Galleria il Simula- Greci fecero a questa porcelebre Ateniese . Mi si accordi una breve comparazione del ritratto giore pocanzi esposto, con delle la mag- due statue erroneamente 82 Leda (i), te credute rassomiglia per si quanto e vedrassi e per la uni- la età versale, e solida bellezza (&)*: sarà al- lor forza di confessare che Y Oca da Glaucia Lamia singolarmente amata non ie meno diviene na caratteristica, che none, ed a Venere Non è più da quella va esserlo; to il nome ma di la adunque di cui si opportu- utile ed il Pavone a Giu- Colomba. la parla statua di Le, non pote- e bensì è quella, che sot- Venere eressero in par ti- tolar (1) Alta Brac. 3. I. Mus. Fior. T. Tav. IH. 5. (Disegnata al num. [.della mia Tavola) restaurata Bel destro braccio ed estremità infeiiori leberrimo Mengs. nel 1770 ne fece cavar in gesso, per conservare il . la Il ce- forma moilello esatto di que- sta statua riputata da lui bellissima. (2) al Erano in quel tempo gli Ateniesi proJighi maggior segno in quesro genere zione . A di dimostra- Demetrio Falereo eressero 360. Statue molte devono averne poiché molte se fatte ne trovano » per Glaucia Lamia tutt' ora , simili , o analoghe alle due, che esistono nella Real Galleria. «3 Tempio colar Greci i Cleanore a Glaueia , , poli , berta alla restauratrice , metrio di figlia Lamia, ad Eiedella Greca Li- Amante ed Amica alla > di De- V La minore ( a alla due precitate statue delle aita Braccia i. e un quinto ) convalida viepiù l'asserto, e serve mirabilmente all'altra di illustrazione: è più cnovenile ; Là ma non bene può giu- dicarsi di ciò dalle fattezze to, perchè non è antica mente che il seminuda.) come leva con giamento sinistro che egual- braccio. Ella è la precedente; e sol- la sinistra mano un panneg- che , le lascia porzione- del so, e fianco, sino ginocchio del Vol- la testa, spalla^ e braccio opposto, te figura ne . al scoperta la egualmen- petto , e dor- corrispondente Ella sembra quasi in di muoversi; tiene in grembo , la prediletta atto Oca ed ha un Delfino presso al «4 suo lato destro (i). Era ài un simbolo dell'Amore quentemente un attributo il (2); Delfino era fre- simulacri ai Venere (3), retto, e governato da uno, o da diversi Amorini Tale ap- di : punto osserva presso alla bellissima si , non mai bastantemente lodata Venere Medicea. e Tempio 11 eretto alla Àrnica di De- metrio, era intitolato a Venere La- mìa (i) Altra Stàtua del medesimo soggetto e molto , simile a questa Tom. del testa ed e vedesi intagliata nella Tav. xli. ma Mus. Capitolino; ni. del rivolta al Cielo, l'Oca la la di lei mira in voltò, tronco tien luogo del Delfino \\n (2) €el. (3) , . Ròd. Aul. Geli. Credo che ciò avesse luogo a cagione di una certa identità di suono',' e significato del greco nome AyjXtpie , Ù^XpCi- P er e simile omonimìa opinai nel mio Opuscolettò sulla simbòlica farfalla, che si lacro dell' che errasse nel Anima : e suppo;la emblematico simu- non per faccia alimentare si perche la S&rpe e vita , il vóce Eva significa . altra ragione Serpe da Igia i come , credo se nòti allor dissi» e 85. mia (i) mancava : il riferito attributo simulacro di questa aj Donna riconoscere qua! Venere la , per far- anco dal primo aspetto. Fuvvi volerò al tra gli Scultori Greci qualcuno cui venne in mente di aggiungerlo; ma non senza Lamia prediletta, che Venere r Oca essenzialmente caratterizza Oso nutrir lusinga che in seguito di queste mie idee, molte delle già ripu- nto Lede, che gemme effigiate in conservano nei Musei si tu iranno si alla celebre te negletta dagli mi nuovo, equivocato ture h Antiquarj : E parendouà simu- 5. e. 2 1 la Lista delle . ) in rebus tam similia veri su ut cipiantur (l) per V avanti a. torta antiche Seul-, terminerò con Livio dicendo. ; quae , e resti- Lamia totalmen- così di avere arricchita di lacro, ( marmi, a Athen. , satis habeam antiquis pr*o_ , si veris ac-, . lib, vi. A'ipf0$Ttfff Acùjjlìcìs sp:e* SPIEGAZIONE DELLA TAVOLA calcografo modernamente, ed anco dir*M , introdotto nella Tipografia fasiche per le Onere d'Antiquaria Sroria Naturale, An romia ec. la delibata , e fastosa, esecuzione d. IL- Tavole , o inragli ne forma il, più. bel pregio.; e quindi la bravuia dell' Incisore costituisce sovente il primo argomento del pubblico applaudo e contribuisce non poco alla celebrità deg i Autori Non si aspetti dai Leggit ri mi.i niuno sfoggio nella Tavola. , che nel corso del Libretto ho più volte citata, e della quale offro, qui una brevissima spiegazione. Io ben so che non debbo aspirare ad applauso , lusso ILutilmente , , , , , ne a celebrità in conto alcuno: ma desiderose chiedo ur.a cortese indulgenza, anco per questa parte. Calcolai le mie forze-, esaminai il mio oggetto, e conclusi che un semplice contorno indicativo conforme in altre occasioni praticai avrebbe omertà una sufficiente idea del Tipo ch'io pre, , , tesi illustrare La . Venere Lamia rappresentata quale era cioè in etk provetta e della quale potrebbesi dire ad imitazione del Redi: Che nel fior di giovinezza tante sono le Patria Venere Steltissima sue bellezze tanto ne è squisito il lavoro Ella decora la Galleria Reale di Firenze, ed è intagliata nel Museo r ;oi?ntino Io provai a farla disegnare ir varie v duteda alcuni alerti Giovani ; ma avendo pensato poi ,che la figura datane nella sunnominata Opera fosse sufficiente al mio oggetto , io la ho da me stesso, e quanto meglio il poteva esattamente copiata Ho cercato di. non alterarne i contorni ricucendola all' attuale più comoda grandezza ed ho anco procurato che fossero corretti e ritocchi da u. celebre nostro Veterano Professore inFit:ura,il quale cortesemente prestossi a c;uesro mio desiderio .( ne' Catal. Francesi e Trilioni trovasi notata avanti la Tribuna delia R. Gali.) Fig. è la bellissima I , r , , * , : . ; Fig. 2. è l'altro simulicro «H Venere Lache parimente si conserva nella stessa Real Gallerìa, eseguito con pronoizioni più delicate, se non sì maestrevoli , in era più giovenile, e con l'aggiunta del simbolico Delfino. 11 S'ig Domenico Gardelli a ilissimo Scultore Romano , condiscese a preghiere il disegno dal laco , dal farne alle quale meglio veùesi il De fi-io. La Fig. 3. è quella bellissima vera Leda Venera che vedesi effigiata co- buono intaglio nel T. V. P. 2. dell' Opera „ Delle Statue antiche , Greche , e Romane che nelV Antisala della Libre' ìa di s. Marco ec di Venezia si trova io ,, Questa pure da me stesso copiai, e ridussi di altezza simile alle precedenti: e ben conscio della mia imperizia , ottenni che un'abilissimo Modellatore si compiacesse di rettificarne il Disegno Si direbbe che 1' immortale Autore del moderno elegantissimo Poemetto estemporaneo intitolato Leda e Giove avesse avanti agli occhi questa incomparabile Scultura, allorché del Cigno cantò Con Pali aperte il niveo corpo adugge E con la cima del Rostro lascivo Gli umidi baci contrastati sugge , La mia , me . , . , , : Mov.'iido in cerca del piacer più vivo ; se in tanta beltà non si distrugge Dir si può quasi d' ogni senso privo .. E Ma mentre Amor le sue dolcezze piove Passa in Leda lo spirito di Gitve La Fig. 4 Rappresenta il Cigno che ho r cavato dall' Opera di Buffon riducendolo per altro , della proporzione convenevole , relativamente alla grandezza delle vicine Figure Umane In questo potrà rimarcare 1' osservatore quella nera caruncola o tubercolo, ( presso il numero appunto ) che contraddistingue l'Oloride o Cigno domesti o , dai congeneri ed esaminando la testa del Cigno U'nito a Leda (Fig. 'g ) rileverà chiaramente che . r , . , , ; dalla mancanza dell' in licito tuberculo lice, oppiuttosto è forza concludere esser quello il Cigao salvatico,e canoro , co.ne a suo luogo spiegai . SCRITTI PUBBLICATI DALL' AUTORE. del Bhso degli Antichi con un Bombici moderiti » ed Una d gressio-. ne su i pòpoli se-.j ; Perugia pel C»st*n: 1.782. Della Farfalla Simbolo Egiziano ; Firenze "83. appresso Pagani in 4 Del Bombice appendice e , de' i U Agricoltore voi 3. Aitisi appreso Spariglia e , Perugi 1 appresso Baduel 1384. in 4 Della Educazione del Filugello e della Coltivazia* Perugia appresso Costantini 1784. ne del Gelso Sulle stime de'' Terreni premiata dalla R. Acc. de* Georgofili. app. Cambi -gì 138^. /'// S Firenze. Istruzioni Elementari d? Agricoltura Perugia ~%6, ma senza le correVenezia l?Sl pel Graziosi zioni indicate dall' Aut. Terza ristampa app. Frane. Prato Torino 1791. con ottime annotazioni. Dell'* Arte di fare il Vino, premiata dilla lì. A. de Georgofili app Tofani I ~8t. ristampata con delle considerabili aggiunte dal Grazioli J^oo. In Tedesco tradotta da Hahncman con note ( Ada* ino Febbroni Faust ec. Lipsia) 1 790. Altra fili copiosa se ne prepara adesso. Arte di fare il Vino per la Lombardia Austriaca e metodi pratici per f. ir e i migliori Vini Toscani app. Tofani i'9o Come migliorare i Vini dello *>tato Pontifìcio, Metodo economico per far V'Acqua vite, Vernici a spiyjt.o ec ec che ottenne ti Premio dal Congresso Accal. di Botna IjJ93 app. Zcmpel Dell' Ariete Gutturato WJrènze app Cambi agi 1793, Culti? azione pratica del Tabacco d' ordine della R. , . 1 , . , , Società de Georgofili app. Pagani Gemma e Marmo Ossidiane , nella celebre raccolta degP Opuscoli di Ber man. Tir app. Tofani \Z''>'). Prove per ritardare a volontà la Trattura della See per trarla a freddo: Vendesi da Vincenzi^ Laudi 1:95. e Si ne pycpara una ristampa. Dissertazione Accademica ed e ripor-. L}elV Arte tata in estratto nel Giornale dj Napoli. ta , ' . ; Cjtsiszia VENERE LAMIA LEDA VENERE LAMIA 1Z CW0 THE GETTY CENTER LIBRARY