Verso Avranches Dopo una serena nottata, facciamo i bagagli e torniamo a Bayeux a fare colazione - passiamo in pasticceria, slurp! - e a completare il giro dei souvenir, dopo di che facciamo una breve sosta al Carrefour per fare gasolio e comprare l’acqua e le pile per la macchina fotografica di Sara. Partiamo quindi per Avranches, dove facciamo velocemente check-in al B&B Hotel e mangiamo un hamburger al Buffalo Grill. E’ primo pomeriggio: esattamente il momento in cui avevamo pianificato di partire per l’unica visita di oggi - a Mont Saint-Michel. Mont Saint-Michel Sulla storia del Monte non vi diremo nulla, sarebbe fatica sprecata tanto è ben conosciuta. Ciò che invece è meno conosciuto è che da pochi mesi prima del nostro arrivo la Baia del Monte è assolutamente interdetta al traffico automobilistico: un tempo si poteva giungere fino alle pendici della roccia in auto e parcheggiare - maree permettendo - in loco; ora non è più possibile farlo dal momento che sono in corso massicce opere di spostamento di materiali dalla Baia e - parallelamente - di convogliamento delle acque del torrente Couesnon. Queste operazioni serviranno a calmierare la forza delle maree che da sempre mutano il la conformazione del paesaggio nei dintorni del Monte e dunque a dare stabilità all’area... stabilità anche in senso “turistico”, dato che ora i visitatori (che qui sono più di 3 milioni ogni anno!) sono costretti a lasciare l’automobile a circa 3 km dal Monte in parcheggi asfaltati non coperti in cui sbrigativi parcheggiatori estorceranno loro la cifra 8€, con i quali si ha diritto alla sosta ed al trasferimento in autobus fino all’ingresso del Monte (e viceversa). L’organizzazione del flusso turistico è ancora incompleta, e lo si denota anche dal fatto che la gente - noi compresi - è costretta a coprire a piedi sotto il sole agostano il tratto di circa un km che la separa dal parcheggio alla fermata delle navette... poco male per noi, ma abbiamo visto persone anziane in serio annaspamento lungo la camminata; c’è anche da dire che è una giornata molto calda, di sicuro la più calda di tutta la vacanza (oltre che afosa, cosa strana!) Ci avviciniamo in auto al parcheggio e già si vede benissimo la silhouette del Monte: i dettagli appaiono ai nostri occhi poco per volta, durante il tragitto in navetta, e non possiamo non volare con l’immaginazione ai destini di tutti i pellegrini che nei secoli si sono recati qui a piedi da chissà dove! Sarò sincero con voi: Mont Saint-Michel non mi ha entusiasmato, l’ho trovato da subito molto caotico e turistico. Se ci andate nella speranza di trovare atmosfere medievali e silenzi meditativi nell’area abbaziale, bè, ricredetevi - almeno che non andiate in momenti dell’anno decisamente fuori stagione oppure al mattino prestissimo. Ciò che invece mi ha colpito è stata la Baia: Sara ed io decidiamo - vista la bassa marea intorno al Monte - di toglierci le scarpe e di farci una camminata sul fondo limaccioso lasciato dalle maree, in cui i piedi affogano fino ai talloni. E’ divertentissimo! Bisogna però fare attenzione ai laghetti che permangono e a non scivolare, ovviamente. Ci sono tante persone che “circumnavigano” il Monte, si scorgono temerari che vanno anche molto al largo e gruppi che si godono il paesaggio a cavallo. Come potrete immaginare, da qui si gode una vista magnifica sul Monte e sull’Abbazia. Dopo un’accurata - ma purtroppo per forza di cose incompleta - pulizia dei piedi effettuata seduti su uno scoglio, torniamo a piedi all’ingresso del borgo del Monte, costituito da una sola stretta via (la Grande Rue) che spiraleggia fino in cima alla roccia, lungo la quale si può misurare la più grande densità per metro quadro di negozi di souvenir e di ristoranti al mondo! Un vero delirio di gente... Ma c’è un modo per salvarsi dal carnaio: imboccare una delle stradine laterali, che con alte scalinate di pietra dirigono verso la sommità della roccia: attenzione a non perdervi! Arriviamo all’ingresso dell’Abbazia benedettina del Monte, e come da programma decidiamo di visitarla: sono le 16:30 e all’ingresso ci informano che l’ultima visita guidata in italiano è partita mezz’ora prima - dunque ci toccherà auto-guidarci utilizzando gli opuscoli (almeno quelli sono in italiano!). Il percorso di visita dura circa un’ora ed è obbligato: si percorre una ripidissima scalinata e ci si trova sulla grande terrazza antistante all’Abbazia (la vista sulla Baia qui è davvero meravigliosa), dopo di che si procede entrando nell’Abbazia, a navata romanica e tetto di legno, e poi nella “Merveille” (dove soggiornavano anticamente i monaci) di cui segnaliamo il Chiostro, il Refettorio e altre sale di accoglienza per i pellegrini. Se posso permettermi di darvi un consiglio, valutate bene se visitare o meno questa Abbazia: senza una contestualizzazione storico-artistica (in cui non può mancare la leggenda della genesi del Monte) la visita perde tutto il suo senso, ma non è vana se consideriamo che la vista della Baia dall’alto e la quiete del Chiostro sono speciali. Dopo la visita, scendiamo con calma ammirando ancora gli scorci dell’Abbazia e la Baia sulla quale il sole sta lentamente tramontando e sulla quale la marea sta lentamente alzandosi. Ci riposiamo qualche minuto e ci mettiamo alla ricerca di qualche souvenir - e non è impresa semplice se si vuole evitare il salasso! Abbiamo potuto constatare che qui ci sono pochissimi alberghi e un mare di ristoranti dai prezzi astronomici... chi pernotta qui davvero se lo deve poter permettere, e possiamo solo immaginare quanto sia bello ammirare l’entroterra di notte dalla sommità del Monte. Ma - tuttavia - è altrettanto bello ammirare il Monte illuminato di notte dall’entroterra! Usciamo dal Monte e ci instradiamo - al contrario - lungo la strada che abbiamo percorso all’andata sulla navetta. Sono le 19, la canicola ormai ha allentato la morsa e si sta benissimo: decidiamo di fare questi 3 km che ci separano dalla macchina a piedi. Siamo soli - tutti tornano alle auto con le navette - e allontanandosi dal Monte le voci e i rumori diventano sempre più flebili; la luce del tramonto accarezza il Monte e lungo il cammino, questa è la vista: meravigliosa! Una volta recuperata l’automobile dopo aver pagato il parcheggio agli sportelli automatici (quello per cui eravamo in coda, ovviamente, si è rotto poco prima del nostro turno...), andiamo al vicino paese di Pontorson per cenare: siamo stanchi, ed un bel piatto di moules et frites bagnati da una birra artigianale della zona (Croix des Grèves) ci ritempra prima del ritorno ad Avranches.