ITA Tariffa Associazioni senza fine di lucro: “Poste Italiane S.p.A. Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2 - DRCB - NOTITIAE UNIONIS APOSTOLICAE CLERI Gennaio - Aprile 2011 1 n. 122 L’UAC PROMUOVE LA SPIRITUALITA’ DIOCESANA In questo numero 122 NOTITIAE Unionis Apostolicae Cleri Editoriale .......................................... 3 A passi da gigante verso il 150° anniversario Via Alberico II n. 4 00193 ROMA n. 122 gennaio - aprile 2011 Direttore Julio Daniel Botia Aponte Riflettiamo.......................................... 5 Una spiritualità dei preti diocesani? Direttore Responsabile Albino Sanna Procuratore speciale Vittorio Peri Famiglia UAC.................................... 10 - Riunione del Consiglio internazionale UAC - Incontri zonali - Incontro zonale nel Togo - Novità dall’Asia Redazione Julio Daniel Botia Aponte Albino Sanna Joseph de Metz-Noblat Méthode Gahungu Testimonianze .................................. 16 - Un esempio di servizio generoso - Un entusiasta missionario Progetto grafico Eugenio Pepe Impaginazione Albino Sanna Semi di Vita ...................................... 18 - La Quaresima: un tempo per rinnovare la grazia del Battesimo - Lettera ai seminatrisri - Luce del mondo - Messagio ai sacerdoti per la Quaresima 2011 - Significato del nuovo Logo Spedizione in abbonamento postale* art. comma * L. 662/96 Poste di Roma Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 530/2005 del 29.12.2005 Tesoriere ........................................... 23 Grazie per i contributi STAMPATO IN PROPRIO Copertina: Nuovo Logo dell’UAC internazionale RESPONSABILI DELLE TRADUZIONI Mons. Julio Botia e Mons. Juan De Dios Rojas per lo spagnolo; Mons. Albino Sanna per l’italiano; P. Joseph de Metz Noblat per il francese, Sr. Mary Loegering, SFm, per l’inglese. 2 Editoriale A passi da gigante verso il 150° anniversario Dall’ultima Assemblea internazionale che si è tenuta a Roma nel mese di questo numero, più particolarmente novembre 2007, l’UAC si prepara a dimensione marcata da una caratteristica: noi siamo preti della dimensione spirituale. È una celebrare il suo 150° anniversario. Con questo, vogliamo richiamarci la finalità della nostra associazione, e diocesani. Ed è attraverso l’esercizio la finalità stessa del nostro crescere nella santità. Molto spesso, i fedeli restringono la dimensione della del nostro ministero che possiamo sacerdozio: servire la Chiesa perché Cristo sia annunciato al mondo. In effetti, l’UAC non ha altro obiettivo spiritualità a quella della preghiera, in se non quello di permettere si suoi Dio per l’orazione verbale o mentale. In realtà si tratta di tutta la vita, presa un tempo riservato gratuitamente a membri di essere presbiteri felici della loro missione, dinamici nel loro ministero, entusiasti nel sostegno nello Spirito Santo. Pregare è passare fraterno, motori dentro il presbiterio accordare la propria vita umana a quella ricevuta il giorno del battesimo. la propria vita nella Vita divina ; è diocesano. Nell’ultimo numero del Bollettino « Notitiae », vi abbiamo annunciato I due segni consegnati in quel giorno, uno spiegamento in quattro tappe, Perché come l’olio della lampada si trasforma in luce, le nostre vite devono l’olio e la lampada, ne sono l’indizio. secondo l’insegnamento dell’esortazione apostolica « Pastores Dabo Vobis » (1992) : dopo aver sviluppato diventare la determina, in effetti, un modo di agire e di essere. L’Ordinazione ci fa dimensione umana preghiera e luce, trasparenza nella notte. La preghiera della formazione iniziale e permanente del entrare pienamente nella missione di presbitero, parleremo quindi, in 3 Cristo afferrandoci nel più profondo nostra comprensione della vita del nostro essere. Ciò traspare in tutta la nostra vita. «Non sono più spirituale… io, è Cristo che vive in me». Questa Presto 150 anni ! Con gli incontri di zona, con le riunioni di équipe, con il frase di san Paolo, ripresa nella sostegno fraterno, ci incoraggiamo preghiera dell’UAC, riflette bene ciò che intendiamo per spiritualità. a vicenda a crescere nello slancio Essere nello Spirito di Cristo, vivere dell’UAC e potremo con cuore rendere grazie per il dono che ci stato « come gli Apostoli con Gesù», fatto dall’intuizione di Mons. essere « discepoli e pastori » : tutti sono espressioni preferiti dalla Lebeurier ad oggi. P. Joseph de Metz-Noblat Presidente internazionale ad interim nostra associazione che colorano la Il Consiglio internazionale e la Direzione internazionale UAC pregano per il pieno recupero della salute del nostro Presidente internazionale Mons. Julio Botia, si augurano che presto possa riprendere il suo servizio nella Sede internazionale e invitano tutti gli aderenti a unirsi anch’essi nella preghiera. ITINERARIO QUINQUENNALE E TAPPE In vista dell’Assemblea del 2012 e della celebrazione del 150° anniversario dell’UAC Il Consiglio internazionale del 2007 ha individuato un Itinerario quinquennale e sono state stabilite delle Tappe: I L’UAC e l’unione diocesana II Il rinnovamento personale, spirituale e ministeriale III La spiritualità diocesana IV La celebrazione del 150° Anniversario col tema: L’UAC a servizio della Chiesa oggi. 4 Riflettiamo UNA SPIRITUALITÀ DEI PRESBITERI DIOCESANI ? Durante un incontro a Rosheim (67) nel mese di dicembre 2009, i giovani sacerdoti di Alsazia e Lorena mi hanno fatto questa domanda: «Quali spiritualità possono nutrire la nostra vita di preti diocesani?» Questa domanda è interessante, soprattutto durante l’anno sacerdotale, durante il quale l’accento è messo sulla vita dei presbiteri in tutti i suoi aspetti. Bisogna saper bene che spesso sono delle spiritualità vissute da personaggi illustri della Chiesa, soprattutto religiosi, che nutrono la vita dei presbiteri, ed è una cosa che procura solidità. Esiste, però, una spiritualità, cioè un modo di vivere secondo lo Spirito Santo, che sia realmente proprio ai preti diocesani ? I documenti ufficiali (atti del Concilio Vaticano II, direttori, encicliche) parlano abitualmente «del prete», addirittura «dei preti», in generale, ma si fermano poco sulla differenza tra i secolari e i regolari. Ce n’è una però, a mio umile avviso, che sia fondamentale: la finalità non è la stessa. Per dirla breve, direi volentieri che i religiosi cercano la santità mettendosi molto più strettamente alla sequela di Cristo, in ciò che vivono nel servizio della Chiesa, mentre i secolari si mettono al servizio della Chiesa e ciò diventa la via per la santificazione. Non si tratta qui di giocare sulle parole ma di capire bene la posta in gioco per la definizione di una spiritualità che sia propria per i presbiteri diocesani. La spiritualità sacerdotale Occorre dar e alcuni richiami preliminari su ciò che costituisce il cuore della spiritualità sacerdotale1. Prima di tutto, nessuno è sacerdote fuori dal riferimento all’unico Sommo Sacerdote che è Cristo. La Lettera agli Ebrei insiste molto su quest’aspetto del sacerdozio nuovo e l’Apostolo Paolo non manca di richiamarlo: solo Cristo è il Mediatore, il Sommo Sacerdote autentico. Il sacerdozio non si capisce, quindi, che come configurazione a Cristo Sommo Sacerdote. Sappiamo bene che il presbitero agisce in persona Christi, particolarmente nei sacramenti della Chiesa. Tuttavia, questa configurazione ha un’esigenza supplementare: non si limita ai soli gesti “ufficiali”, ma riempie tutta la vita del presbi-tero. Il sacramento dell’Ordine non è vissuto soltanto come una funzione ricevuta da esercitare a tempo parziale, ma come una’immersione dell’essere nel sacer dozio messianico, in spiegamento della grazia battesimale. Questa configurazione, che permette che i gesti compiuti siano quelli di 5 Cristo stesso, esige anche da parte del ministro ordinato una fedeltà che risponde al dono del Signore. Uomo della Parola, il presbitero deve essere pure di parola, cioè una persona su cui si può contare. Questa configurazione fa entrare nella triplice missione di Cristo, che è anche la triplice missione della Chiesa. Questi tria munere sintetizzati nel Concilio Vaticano II (annunciare, celebrare e governare) spiegano il modo di esercitare il ministero sacerdotale. L’essere del presbitero è legato a un agire, anche se questo non è da confondere con la capacità fisica e psichica di assumerlo. Lo stato sacerdotale è intrinsecamente legato a un servizio nella Chiesa. È anche per questo che il presbitero agisce in nomine Ecclesiae. È nello Spirito Santo – attore principale nel cuore del mondo – che questo ministero porta i suoi frutti 2. Questa configurazione implica, infine, la vita secondo il radicalismo evangelico. I tre consigli evangelici di povertà, castità e obbedienza, che costituiscono la sostanza della vita consacrata, non sono il privilegio dei soli consacrati. La loro messa in pratica, che riguarda ogni battezzato, ha comunque un peso singolare nella vita del presbitero, come ricorda il Decreto Presbyterorum Ordinis 3 (cf. PO nn. 15-17). La diocesi, in effetti, porzione del popolo di Dio affidato a un vescovo, « costituisce una Chiesa particolare nella quale è veramente presente e agisce la Chiesa di Cristo, una, santa, cattolica e apostolica » (cf. CIC 1983 can. 369). Tuttavia, se il messaggio del Vangelo è uguale dappertutto, se lo Spirito Santo che anima la Chiesa è lo stesso attraverso tutto il mondo , bisogna anche riconoscere con san Paolo (cf. 1 Co 12, 7) che il modo di vivere nello stesso Spirito Santo può essere diverso non soltanto secondo le persone ma anche secondo i luoghi. Si sa che la diocesi è necessariamente contrassegnata dal tipo di popolazione che la compongono. Se ci sono – fortunatamente – dei punti comuni tra gli uomini, la mentalità cambia secondo che si abita in montagna o lungo il mare, in città o in campagna, nelle regioni tropicali o polari. E il modo di capire il Vangelo, di viverlo, di renderne conto, cambia allora ugualmente. Bisogna, poi, aggiungere a questo la testimonianza di grandi figure locali, santi che hanno dato un impulso alla vitalità della Chiesa, vescovi o martiri. È necessario integrare l’impatto dei correnti di spir itualità e dei movimenti intellettuali, come anche l’azione di gruppi di evangelizzatori o attori di sviluppo. Occorre tener conto infine delle prove e gioie vissute col passare degli anni, perché la storia della comunità dei fedeli impregna anche la propria spiritualità. Tutto questo ha delle incidenze: riti particolari possono esistere nella celebrazione liturgica, o dei costumi familiari, orientamenti pastorali sono stati presi, un modo di porsi in mezzo La spiritualità diocesana È certamente un fatto nuovo nel pensiero ecclesiale di interessarsi alla spiritualità diocesana come tale. 4 Non bisogna dimenticare che la diocesi ha un posto primario nella costituzione gerarchica della Chiesa. 6 alla società civile o nelle relazioni con i membri di altre confessioni o religioni è stato sviluppato. Brevemente si può dire che esiste una vita diocesana propria, e quindi anche il modo di presenza del presbitero sarà sensibilmente diverso o meno da una regione all’altro nella stessa nazione, da una parte all’altra del mondo. Ciò comporta qualche volta delle sorprese non soltanto riguardo al divario culturale, ma anche alla sensibilità ecclesiale, quando i preti lasciano il loro paese per andare a rendere servizio altro, in particolare come Fidei Donum. Ciò porta anche degli stimoli reciproci, nella condivisione tra le Chiese, ed è una delle opportunità della cattolicità… Questa vita proprio diocesana induce una spiritualità diocesana, e quindi anche una spiritualità dei preti diocesani. spiega nel quadro concreto della Chiesa diocesana alla quale io appartengo, nel rapporto con il vescovo cui ho promesso obbedienza per l’esercizio della mia missione. È per questo motivo che la Chiesa, lungo i secoli, ha sempre rifiutato le appartenenze fittizie, contro le quali qualche volta bisogna ancora lottare oggi. L’incardinazione significa, in effetti, che non sono a mio conto, che non sono là «per fare la mia volontà, ma la volontà di Colui che mi ha mandato » (cf. Gv 5, 30). Ugualmente mi fa entrare in un corpo concreto, nel presbiterio diocesano, e mi permette di scoprire che non sono solo nel compiere la missione che mi è stata affidata. Collaboratore del vescovo, lo sono anche degli altri collaboratori che sono i miei fratelli sacerdoti. Questa dimensione della fraternità presbiterale, simboleggiata dall’imposizione delle mani nella liturgia di ordinazione, è strettamente legata a quella dell’ordinazione, la rinforza e ne dia il peso. È il primo luogo dove si vive la comunione, cioè l’arte di portare il peso insieme, Una spiritualità dei presbiteri diocesani Da questi richiami possiamo trarre elementi caratterizzanti la spiritualità propria ai preti diocesani ? Io vedo due elementi principali: l’incardinazione e la carità pastorale. L’incardinazione, che può sembrare di primo acchito un atto puramente amministrativo, va molto oltre. Certamente avrà delle conseguenze giuridiche inconfutabili, ma l’atto d’incardinazione è prima di tutto il segno concreto di un’appartenenza alla Chiesa, e quindi a Cristo, giacché come diceva Giovanna d’Arco, «sono d’avviso che il Cristo e la Chiesa sono un tutt’uno». È un principio di realtà: la mia vita, configurata a Cristo Pastore, si 7 quotidiani. Addirittura è stimolata da essi. Personalmente sono stato spesso edificato dalla fede profonda di alcuni parrocchiani, espressa in confessione, o nelle condivisioni in équipe o durante le celebrazioni. Quante volte sono stato richiamato alla carità dalla testimonianza concreta di fedeli del mio quartiere! In effetti, «i presbiteri raggiungeranno la santità nel loro modo proprio se nello Spirito di Cristo eserciteranno le proprie funzioni con impegno sincero e instancabile» (PO n. 12), perché « è esercitando il ministero di Spirito e di giustizia che essi si radicano nella vita spirituale» (PO n. 12). Mentre un religioso, secondo il carisma proprio della sua congregazione, attingerà la sua forza spirituale nel riferimento alla dinamica del fondatore per farne beneficiare a quelli che lo ascoltano, il prete diocesano troverà la sua forza spirituale nell’esercizio del suo ministero. Sono due vie che si presentano come complementari. secondo l’etimologia stessa della parola (cum-munire). È là, poi, il fatto di essere membri di una diocesi particolare, sviluppa dei legami privilegiati attraverso i quali è vissuta la missione al servizio della Chiesa, aldilà di eventuali incompatibilità di umore5 . La carità pastorale che il papa Giovanni Paolo II presenta con insistenza nella sua esortazione apostolica Pastores dabo vobis (25 marzo 1992), è «la virtù con la quale noi imitiamo Cristo nella sua donazione di sé e nel suo servizio. Non è soltanto quello che facciamo, ma il dono di noi stessi, che mostra l’amore di Cristo per il suo gregge» (PDV n. 23). Come sacer doti diocesani, siamo prima di tutti pastori. Noi portiamo, quindi, nella nostra missione, la preoccupazione di coloro per i quali esercitiamo la nostra responsabilità. Lo facciamo lasciando Cristo essere il vero pastore del suo Popolo tramite noi. Mi sembra che la carità pastorale è da capire in due dimensioni: quella del dono di sé, come lo spiega il papa, e quella dell’accoglienza dei fedeli, il suo corollario. La carità, l’amore, è dono e ricevere: dono perché è ricevere, ricevere perché è dono. Questa carità pastorale che ci caratterizza è il fondamento della nostra vita spirituale, perché riprende il dono fondamentale di Cristo, che noi riceviamo e che siamo i trasmettitori. Si conosce la parola di sant’Agostino: «Per voi sono vescovo, con voi sono cristiano». Là ancora, questo “voi” non è indefinito; si realizza nel concreto della comunità cristiana servita. Perciò, si può dire che la spiritualità del presbitero diocesano si nutre di questi incontri Mezzi per favorire questa vita spirituale Tutto ciò che viene ad incoraggiare l’adesione a Cristo, tutto ciò che incoraggia l’azione dello Spirito Santo nella nostra vita, merita di essere eseguito. Il presbitero diocesano ha mezzi ordinari dati ad ogni cristiano. Ha i tesori della Chiesa, cioè la preghiera nelle sue varie forme e i sacr amenti. Ne possiede anche attraverso il suo ministero: ciò vuol dire che la sua preghiera è colorata da esso, che i sacramenti cui non è soltanto dispensatore ma anche beneficiario6 ne traggono una portata singolare. Possiede anche questo mezzo prezioso che è la rilettura di 8 vita, dentro un’équipe o, meglio, con l’aiuto di un accompagnatore spirituale. Allora spesso sgorga il grido di Giacobbe: «Dio era là e non le sapevo!» (Gn 28,16) nella contemplazione dell’azione divina aldilà della propria debolezza. Non intendo qui allungarmi su questi diver si mezzi considerati fondamentali, perché sono, in effetti, costantemente ricordati. Tuttavia, mi preme di aggiungere, date le mie responsabilità dentro l’UAC e nella linea delle raccomandazioni conciliari (cf. PO n° 12), una nota sul carattere prezioso delle associazioni sacerdotali: in piccole équipe di fraternità, si può vivere il sostegno mutuo, un aiuto spirituale, intellettuale, morale. La questione di partenza era : «Quali spiritualità (al plurale) possono nutrire la nostra vita di presbiteri diocesani?» e la risposta è diventata: «Questa è la nostra spiritualità (al singolare) di presbiteri diocesani». È vero che il plurale potrebbe ritornare nella formulazione, perché i ministeri sono vari e che si può, forzando il tiro e con il rischio di entrare nella disputa sugli universali che, ogni tanto, ritorna alla galla, citare molte spiritualità. Al termine di queste righe, io concluderei volentieri r iaffermando semplicemente che la spiritualità dei presbiteri diocesani è la spiritualità diocesana vissuta dai presbiteri hic et nunc, cioè nel concreto del tempo e del luogo, nel servizio degli uomini di oggi dentro una diocesi precisa, «per la gloria di Dio e la salvezza del mondo». NOTE 1 Una ricca sintesi teologica è stata realizzata sotto la cura di P. Benoît-Dominique de la Soujeole op: « Prêtre du Seigneur dans son Eglise » Ed. Parole et Silence, 2009 2 Al contrario, un prete che esercita sempre meno un ministero autenticamente sacerdotale rischia di perdere la sua vitalità spirituale. 3 E ciò che prende in considerazione anche la lettera del papa Benedetto XVI ai presbiteri per l’apertura dell’anno sacerdotale, il 18 giugno 2009. 4 Bisogna rendere omaggio al lavoro che l’UAC italiana ha fatto da una decina di anni. Cf. l’articolo di P. Erio Castellucci « La spiritualité diocésaine », pubblicato su « Prêtres Diocésains » n. 1462 – Agosto-settembre 2009, pp. 285-306. 5 Conservo un ricordo forte della riflessione di un parrocchiano: « Come potete annunciare l’Amore di Dio se non siete in grado di sopportarvi a vicenda tra preti?» 6 È inconcepibile, per il presbitero, celebrare l’Eucaristia senza fare la comunione. Che dire, poi, della riconciliazione o dell’unzione dei malati? Come la celebrazione dei battesimi o dei matrimoni viene a stimolare la propria fedeltà? P. Joseph de Metz-Noblat Direttore Nazionale UAC Francia 9 Famiglia UAC RIUNIONE DEL CONSIGLIO INTERNAZIONALE UAC Il Consiglio internazionale UAC si è riunito in seduta ordinaria dal 21 al 25 febbraio 2011. All’inizio dei lavori ha rivolto un saluto al Presidente Mons. Julio Botia, che si trova ancora nella sua famiglia in Colombia, per ragioni di salute, con l’augurio che presto possa riprendere il servizio a tempo pieno nella Sede internazionale. Ha quindi presieduto i lavori il P. Joseph de Metz-Noblat 1° Consigliere e Pr esidente ad interim. Questo Consiglio internazionale ha esaminato la situazione attuale dell’UAC ascoltando un Rapporto del Segretario internazionale, il Rapporto dei Consiglieri internazionali e il Rapporto del Tesor iere internazionale. Si è riscontrato la buona accoglienza che l’UAC ha in tante nazioni pur con le immancabili difficoltà, in particolare ha rilevato: Valori. Tra i valori si è constatato che l’UAC sta cercando di comunicare con gli altr i preti, aiutando in particolare coloro che si trovano in situazioni di difficoltà varie, offrendo sussidi e in particolare presenza con incontri, riunioni formative oltre che con le Assemblee nazionali. Si è rilevato anche che l’UAC è l’unico movimento che unisce i preti diocesani di tutto il mondo e di tutti i riti e coinvolge tutti i Ministri Ordinati: Vescovi, Presbiteri e Diaconi. Mancanze e difficoltà. Manca un impegno dei Presidenti nazionali di realizzare una vera collaborazione tra loro. Vi è la difficoltà di trovare animatori locali e la regolarità gli incontri diocesani a causa dei molti impegni dei presbiteri. Ci si impegna a trovare nuove strategie, soprattutto quella della collaborazione con altre associazioni sacerdotali sviluppando lo spirito di comunione e rendendoci conto che l’UAC non è l’unico modo di vivere la comunione tra i preti, ma è una diversità che arricchisce la comunione. Queste difficoltà possono essere il punto di inizio della nostra strategia e del nostro piano di rilancio per la prossima Assemblea internazionale. Tra le tendenze positive si è rilevato che negli ultimi cinque anni l’UAC è più conosciuta nelle chiese dei continenti, che vi è la volontà di conoscenza e collaborazione con le altre Associazioni sacerdotali e che vi è stato un notevole rinnovamento dell’UAC in particolare nel maggiore coinvolgimento e dedizione dei Consiglieri internazionali, dei Presidenti nazionali, oltre che nella 10 riorganizzazione ed efficienza della Segreteria internazionale. E’ stata rilevata positivamente la realizzazione degli Incontri Zonali: America – Paesi Bolivariani e dei Caraibi a Bogotà - Colombia il 6 – 9 aprile 2010; Asia a Bangkok – Tailandia il 15 maggio 2010 è stato fatto Meeting di rappresentanti di 7 nazioni di Asia; America – Cono Sud a Rosario - Argentina Aires il 28 giugno – 2 luglio 2010; Africa francofona a Togo il 1 – 4 febbraio 2011. Sono già programmati poi gli incontri Zonali in Europa a Parigi il 24 – 25 giugno 2011 e in America Centrale e Messico a Managua il 18 – 21 luglio 2011. Si spera che si possano completare gli altri Incontri zonali dell’Africa anglofona, un altro incontro zonale francofono entro novembre del 2011, e infine un incontro zonale per l’Asia prima di dicembre del 2011. Si è fatto il punto sulla programmazione della prossima Assemblea internazionale, che si terrà, in coincidenza anche del 150° anniversario della fondazione dell’UAC, a Roma dal 22 al 26 ottobre 2012. La programmazione dell’Assemblea si farà nel prossimo Consiglio internazionale del febbraio 2012, mentre per la preparazione del 150° anniversario dell’UAC è stata costituita una commissione di lavoro che farà delle proposte, che verranno poi esaminate ed assunte dal Consiglio internazionale, e quindi comunicate a I membri del Consiglio internazionale UAC: Mons. Justin Kayitana, P. Donald De Souza, P. Joseph de Metz-Noblat, Mons. Juan De Dios Rojas, Mons. Albino Sanna, P. Antony Thuruthiyil tutti i Presidenti nazionali. Per quanto riguarda l’animazione UAC èn stato riconfermato l’impegno di proposta e di coinvolgimento dei preti studenti a Roma in modo che possano conoscere l’UAC e diventare possibili collaboratori nelle diocesi di origine. E’ necessario rivitalizzare questo impegno. E’ stata esaminata anche la situazione del nostro Bollettino, rilevandone l’importanza ed auspicando un continuo rinnovamento in modo che possa essere utile ai soci dell’UAC sia per quanto riguarda l’aspetto formativo sia quello informativo. E’ stato individuato il nuovo logo dell’UAC, che viene pubblicato in questo Bollettino. Il Consiglio internazionale ha anche riconfermato nell’Incarico il Tesoriere internazionale P. Antony Thuruthiyil e il Consigliere per l’Oceania P. Donald De Souza. 11 INCONTRI ZONALI Gli Incontri Zonali realizzati: - America – Paesi Bolivariani e dei Caraibi a Bogotà - Colombia il 6 – 9 aprile 2010 - Asia a Bangkok – Tailandia il 15 maggio 2010 è stato fatto un Meeting di rappresentanti di 7 nazioni di Asia - America – Cono Sud a Rosario - Argentina Aires il 28 giugno – 2 luglio 2010 - Africa francofona a Togo il 1 – 4 febbraio 2011 Gli Incontri zonali già programmati: - incontro Zonale Europa a Parigi il 24 – 25 giugno 2011 - Incontro Zonale America Centrale e Messico a Managua il 18 – 21 luglio 2011 Gli Incontri Zonali da programmare: - l’incontro zonale dell’Africa anglofona - un altro incontro zonale Africa francofona se possibile tutti e due entro novembre del 2011 - incontro zonale per l’Asia prima di dicembre del 2011. INCONTRO ZONALE NEL TOGO Come era previsto, c’è stato un Incontro zonale dell’UAC ne l Togo, radunando i Paesi francofoni dell’Africa occidentale. Su sei nazioni attese, solo tre hanno potuto partecipare,ossia : Benin - Bukina Faso e Togo. L’incontro ha avuto luogo al santuario mariano di Togoville, nella Diocesi di Aného. L’apertura solenne è stata fatta dal Vescovo di quella diocesi, S.E Mgr Issac Jogues Gaglo. C’era allora una ventina di Preti,tra cui Padre Justin Kayitana, Consigliere internazionale per l’Africa , e Padre Jean Claude Kombede, segretario permanente dell’UAC –Africa. I principali temi sviluppati in questa sessione di tre giorni erano : 1° La nostra spiritualità diocesana 2° La comunione fraterna tra i pastori 3° Servizi dell’UAC al clero nella diocesi 12 4° L’organizzazione dell’UAC La metodologia seguita nella presentazione di questi temi si è svolta in tre momenti complementari: anzitutto un breve esposizione presentando gli elementi essenziali di ogni argomento, seguito da scambi e discussioni in gruppi; alla fine c’era un momento di sintesi in plenaria. Alla fine dell’incontro, siamo giunti alle seguenti conclusioni e risoluzioni : 1. E‘ importante conoscere bene l’UAC per farla conoscere agli altri ; per cui è importante radunarsi regolarmente in cenacoli, non per distruggere le fraternità già esistenti, ma per rafforzarle. I partecipanti si impegnano a formare piccoli gruppi nelle loro diocesi per mantenere viva la fiamma dell’UAC. 2. Conviene mantenere i legami tra l’UAC e le fraternità diocesane e / o nazionali; lo scambio eventuale di informazione tra i vari gruppi UAC sarebbe opportuno. Le quote associative non dovrebbero essere un ostacolo a questo scopo. 3. I Vescovi del Togo hanno accettato l’UAC, non rimane altro che trovare il responsabile per ogni Diocesi. Sarebbe bene che le altre Nazioni abbiano pure un referente nazionale e diocesano. 4. Sarebbe opportuno avere un « mezzo di comunicazione » come quello della Diocesi di Aného (« Pas-vers-plus-et-mieux »). Quando c’è una riunione, conviene informare i confratelli almeno tre giorni prima dell’incontro. Inoltre, si augura che tramite indirizzi e incontri ci sia sempre la comunicazione con altre nazioni. Il contributo finanziario individuale è indispensabile per la crescita dell’UAC. 13 NOVITA’ DALL’ASIA Riunione dell’AUC FABC da circa 15 paesi. Il Consigliere AUC Internazionale dell’Asia P. Donald De Souza ha partecipato alla riunione e ha colto l’occasione per avere un incontro informale tra i sacerdoti rappresentanti dei paesi asiatici. La presenza dell’AUC è stata sentita molto nel corso della riunione, e nei tre giorni, è stata recitata da tutti la preghiera AUC, all’inizio delle sessioni. Sono stati distribuiti tra tutti i partecipanti per l’animazione e informazione degli opuscoli su AUC. I Presidenti nazionali o referenti di 8 paesi asiatici, in particolare, Tailandia, Filippine, India, Timor Est, Vietnam, Sri Lanka, Indonesia e Malaysia si sono incontrati per una riunione informale per riflettere e condividere la vita e il funzionamento dell’AUC in Asia, in occasione dell’‘Asian Priests Seminar’, organizzato dall’Ufficio del Clero della FABC a Bangkok dal 10 al 15 maggio 2010. Ci sono stati più di 50 sacerdoti partecipanti al Meeting Visita del Consigliere internazionale per il Bangladesh Il Consigliere Internazionale dell’Asia P. Donald De Souza ha fatto visita al Bangladesh, dal 20 e il 23 ottobre 2010. La sede principale della riunione è stato il Seminario Maggiore di Dhaka. Il Consigliere internazionale ha incontrato anche l’arcivescovo di Dhaka Mons. Paulinus Costa e discusso con lui la rinascita e l’animazione dell’UAC in Bangladesh che è un paese a maggioranza musulmana con solo 7 diocesi cattoliche compresa Dhaka che è l’Arcidiocesi Metropolitana. L’AUC è in avvio nelle diocesi, anche se necessita di un ulteriore rafforzamento e animazione. Incontro zonale in Asia Il Consiglio Internazionale in preparazione alla prossima Assemblea internazionale 2012 nella quale celebreremo anche il 150 ° anniversario dell’UAC ha stabilito che le zone diverse nei cinque continenti facessero almeno un Incontro di zona. L’AUC in Asia ha quindi programmato un Incontro zonale nel proprio continente, che si terrà preferibilmente entro la fine di dicembre 2011. A causa della difficoltà di ottenere i visti e per altre ragioni per le conferenze, l’Incontro è probabile che si terrà a Bangkok in Thailandia. Anche se attualmente solo 12 paesi dell’Asia hanno conosciuto 14 e Turkmenistan, dove l’AUC è praticamente sconosciuto in quanto sono paesi a maggior anza musulmana con pochi cattolici e pochi sacerdoti diocesani. Il Consigliere internazionale per l’Asia è in contatto con i presidenti nazionali o referenti di questi paesi al fine di programmare l’Incontro zonale Asia. l’AUC e il funzionamento nelle loro diocesi, ci sono 25 paesi asiatici che fanno parte della FABC, e quindi anche in relazione alla AUC in Asia, tra i quali sono i paesi di recente indipendenza dell’Unione Sovietica che si trovano nel continente asiatico, in particolare, Kazakistan, Kirghizistan, Uzbekistan, Tagikistan Formazione dei Direttori diocesani La formazione dei Direttori diocesani è fondamentale per la vita dell’UAC, infatti questa si concretizza praticamente nelle diocesi, attraverso appunto l’esperienza di fraternità, di condivisione, di preghiera comune e di collaborazione pastorale dei preti di una stessa diocesi. L’UAC in effetti la si vive concretamente e quotidianamente, nei Circoli diocesani e questi funzionano bene se vi è un bravo e preparato Direttore diocesano. b- da parte dei Consiglieri internazionali: - Cogliere le occasioni di incontro per promuovere questo essenziale punto per la vitalità dell’UAC. c- da parte dei Presidenti e Referenti nazionali: - Inserire questo punto nella programmazione nazionale ed organizzare degli eventi per questo scopo. COMPITI DEL DIRETTORE DIOCESANO Cosa fare: a- da parte della Direzione internazionale: - Predisporre un progetto generale per la formazione dei Direttori diocesani (facendo tesoro del contributo che possono offrire alcune nazioni che hanno già avviato qualche proposta al riguardo). - Fornire materiali ai Presidenti e Referenti nazionali. “Il Direttore diocesano UAC promuove le riunioni di gruppo, cura i rapporti con il vescovo, i presbiteri, i diaconi e i laici, specialmente con coloro che hanno compiti di responsabilità, e tiene i contatti con la Direzione nazionale o ad altro livello, secondo le suddivisioni organizzative di ciascuna nazione” (Art. 44 Statuti UAC). 15 Testimonianze UN ESEMPIO DI SERVIZIO GENEROSO Il 24 dicembre pomeriggio, Vigilia di Natale, è morto Théodore Terres in Lussemburgo. Il P. Théodore Terres era nato a Rodange il 27 luglio 1930. E’ stato Segretario e, soprattutto, Tesoriere internazionale UAC dal 1997 al 2006. Il Presidente internazionale Mons. Julio Botia, il Consiglio e la Direzione internazionale UAC conservano una grata riconoscenza per il servizio generoso ed appassionato dell’Abbé Théodore Terres. La Direzione internazionale lo ha commemorato il 24 gennaio 2011 nella Cappella della Sede internazionale con una S. Messa di suffragio in occasione del trigesimo della sua morte. La Messa è stata concelebrata da Mons. Camillo Perl del Lussemburgo, che ha anche presieduto l’Eucaristia, dall’ex Presidente internazionale don Giuseppe Magrin, dall’ex collaboratore don Giorgio Cozzolino, dal P. Jean Pierre Sieme professore all’Urbaniana, dal Tesoriere P. Anthony Thuruthiyil, dal Segretario internazionale Mons. Albino Sanna e alla presenza di Sr. Chiara Bozzano che rappresentava l’UAC italiana su Théodore: un “nobile” dal cuore sensibilissimo, d’una grande generosità specialmente verso l’UAC, un “nobile” nella sua capacità di accettare con forza d’animo le sofferenze d’una salute cagionevole, un presbitero diocesano “essenziale” , con la spiritualità del deserto di Charles de Foucauld. Un esempio di discrezione, correttezza ed esattezza certamente da imitare. Ricordiamolo nelle preghiere di suffragio per quel “tantissimo” che è stato, che ha fatto per l’UAC internazionale, nella sua spola per anni tra Lussemburgo e Roma come “Tesoriere”. Don Giuseppe Magrin 16 rappresentante del condominio di via Alberico II, 4. La Direzione internazionale ha anche predisposto un quadro commemorativo con la fotografia del P. Terres che è stata collocata nella sala della segreteria. mandato del Presidente nazionale Mons. Vittorio Peri impossibilitato alla presenza, dall’ex collaboratrice di segreteria Gabriella Villani, dagli ex collaboratori Sig. Ugo Mearelli e Sig. Giovanni Cecioni con la signora e la Signora Fraschetti quale La Direzione internazionale UN ENTUSIASTA MISSIONARIO Il 17 novembre 2010 è ritornato alla casa del Padre, dopo una breve malattia, il Referente UAC per l’Etiopia il P. Adelmo Spagnolo. Abbiamo conosciuto il Fr. Adelmo nell’ultima Assemblea internazionale del novembre 2007 qui a Roma ed abbiamo apprezzato le sue doti di fervente sacerdote e di entusiasta missionario. Ci ha raccontato con brio la sua storia personale, sempre fiducioso e gioioso. Lo ricordiamo con grande ammirazione. Ciò è confermato dal messaggio che aveva preparato per il Santo Natale 2010, che diventa come il suo testamento spirituale. Ne riportiamo qui un brano: “Grazie a dio, la mia salute è buona, nonostante i miei 82 anni. Come la mia età cresce, sento che la mia vita è stata donata totalmente al servizio della Missione con priorità per l’evangelizzazione al di sopra di ogni altra cosa. Devo ringrazio are il Buon Dio per avermi concesso 60 anni di vita missionaria: 50 in Africa e 10 negli Stati uniti e in Canada. In Concreto, da giovedì tutto il fine settimana lo passo all’eremo, e cioè, il primo sabato di ogni mese è destinato al ritiro per Suore appartenenti a diverse congregazioni; gli altri fine settimana (fin dall’anno scorso) sono dedicati all’adorazione Eucaristica per gruppi di giovani con lo scopo di pregare per la santificazione del clero. Desidererei tanto che l’Eremo divenisse un Cenacolo di adoratori Eucaristici”. L’UAC internazionale ricorda con ammirazione il P. Adelmo e invita tutti gli aderenti dell’UAC a pregare affinché si trovino ancora, specie per l’Etiopia, preti missionari con il suo grande entusiasmo. 17 Semi di vita La Quaresima: un tempo per rinnovare la grazia ricevuta nel Battesimo Quaresima come un cammino per far fruttificare il seme piantato con il Battesimo. Il Papa ci esorta affinché, a tt r a ver s o l’incontro personale col nostro Redentore e attraverso il digiuno, l’elemosina e la preghiera, il cammino di conversione verso la Pasqua, possiamo riscoprire il nostro Battesimo. Il Santo Padre invita tutti fedeli a rinnovare in questa Quaresima, l’accoglienza della Grazia che Dio ci ha donato nel momento del nostro Battesimo, perché illumini e guidi tutte le nostre azioni. Quanto il Sacramento significa e realizza, siamo chiamati a viverlo ogni giorno in una sequela di Cristo sempre più generosa e autentica. Il 22 febbraio 2011, è stato pubblicato il Mes-saggio del Santo Padre Benedetto XVI per la Quaresima 2011. Il Messaggio, datato 4 novembre 2010, ha per titolo l’affermazione di San Paolo nella Lettera ai Colossesi: “Con Cristo siete sepolti nel Battesimo, con lui siete anche risorti” (cfr Col 2,12). Il Santo Padre con questo messaggio desidera farci sperimentare un incontro personale con Cristo, nella Sua per sona Umana, nella Sua Parola e nei Sacramenti, che si manifesta poi in opere concrete di misericordia. Il Papa ci propone il periodo della Il Santo Padre termina il messaggio invitando tutti i fedeli, a seguire l’esempio della Beata Vergine Maria, in modo da immergerci bella morte e risurrezione di Gesù per arrivare alla Vita eterna. Antony Thuruthiyil 18 LETTERA AI SEMINARISTI E certamente una novità, almeno non ho nessun ricordo di un precedente in questo ambito : il papa Benedetto XVI ha scritto ai seminaristi. Il 18 ottobre scorso, nella logica dell’anno sacerdotale, egli si è indirizzato a quelli che vogliono lanciarsi nel sacerdozio alla sequela di Cristo Sommo Sacerdote, incoraggiandoli in questa via ma anche fornendo alcuni punti di riferimento: importanza dei sacramenti dell’Eucaristia e della penitenza, importanza degli studi, importanza della maturazione umana. Egli conclude la sua lettere con un appello particolare alla comunione ecclesiale, evocando anche la vita spirituale: « Così i candidati al sacerdozio vivono spesso in continenti spirituali completamente diversi. Potrà essere difficile riconoscere gli elementi comuni del futuro mandato e del suo itinerario spirituale. Proprio per questo il seminario è importante come comunità in cammino al di sopra delle varie forme di spiritualità. I movimenti sono una cosa magnifica. Voi sapete quanto li apprezzo e amo come dono dello Spirito Santo alla Chiesa. Devono essere valutati, però, secondo il modo in cui tutti sono aperti alla comune realtà cattolica, alla vita dell’unica e comune Chiesa di Cristo che in tutta la sua varietà è comunque solo una. Il seminario è il periodo nel quale imparate l’uno con l’altro e l’uno dall’altro. Nella convivenza, forse talvolta difficile, dovete imparare la generosità e la tolleranza non solo nel sopportarvi a vicenda, ma nell’arricchirvi l’un l’altro, in modo che ciascuno possa apportare le sue peculiari doti all’insieme, mentre tutti servono la stessa Chiesa, lo stesso Signore. Questa scuola della tolleranza, anzi, dell’accettarsi e del comprendersi nell’unità del Corpo di Cristo, fa parte degli elementi importanti degli anni di seminario». Il periodo del Seminario è fondamentale come lo sappiamo, per la comprensione del nostro ministero futuro. La diversità di luoghi spirituali non deve impedirci di operare anche alla comunione della Chiesa … P. Joseph de Metz-Noblat, 19 LUCE DEL MONDO La pubblicazione di questo dialogo è venuta veramente bene, perché permette di capire meglio i punti di attenzione del papa ; colui che è stato eletto a sorpresa o forse anche con stizza, si rivela bene « the right man at the right place » (l’uomo adatto alla situazione). Con serenità, pazienza e tenacia, egli guida la barca di Pietro chiamando i fedeli di Cristo a reggere bene, a resistere, nelle tempeste. Rilevo particolarmente ciò che dice a proposito degli abusi commessi da sacerdoti: « Se un uomo che si è consacrato ai valori santi li perda così totalmente e possa poi perdere le sue origini, è un mistero. Deve aver avuto, almeno il giorno della sua ordinazione, un desiderio di dignità e di purezza, altrimenti non avrebbe fatto questa scelta. Come qualcuno può cadere così ? Non lo sappiamo. Ma ciò significa ancora di più che i preti devono aiutarsi a vicenda, che non devono perdersi d’occhio. I vescovi hanno la responsabilità su di loro, e dobbiamo supplicare i fedeli perché sostengano i loro preti. E mi rendo conto che nelle parrocchie l’amore per il presbitero cresce quando si r iconoscono le sue debolezze e quando c’è il dovere di aiutarlo». Dopo molte esitazioni, il papa Benedetto XVI ha accettato di rispondere alle domande di un gior nalista tedesco, nella sua residenza di Castel Gandolfo, nel mese di luglio 2010. Per noi l’occasione di esaminar e la situazione della vita della Chiesa e soprattutto di fare un chiarimento su un certo numero di argomenti importanti, spesso capiti male dal grande pubblico : lo scandalo degli abusi sessuali, la faccenda Williamson, il dialogo interreligioso, il futuro del cristianesimo e del mondo. Fuori del rumore mediatico, il papa può spiegare serenamente il suo punto di vista, esprimere i suoi sentimenti, precisare il suo pensiero. P. Joseph de Metz-Noblat 20 Messaggio ai Sacerdoti - Quaresima 2011 Carissimi Confratelli, Il tempo di grazia, che insieme ci è dato di vivere, ci chiama ad una conversione rinnovata, come sempre nuovo è il Dono del Sacerdozio ministeriale, attraverso il quale, il Signore Gesù si rende presente nelle nostre esistenze e, attraverso di esse, nella vita di tutti gli uomini. Conversione, per noi Sacerdoti, significa innanzitutto adeguare sempre più la nostra vita alla predicazione, che quotidianamente ci è dato di offrire ai fedeli, diventando, in tal modo, “brani di Vangelo vivente”, che tutti possono leggere ed accogliere. Fondamento di un tale atteggiamento è, senza dubbio, la conversione alla propria identità: dobbiamo convertirci a ciò che siamo! L’identità, ricevuta sacramentalmente ed accolta dalla nostra umanità ferita, domanda la progressiva conformazione del nostro cuore, della nostra mente, dei nostri atteggiamenti, di tutto quanto noi siamo all’immagine di Cristo Buon Pastore, che in noi è stata sacramentalmente impressa. Dobbiamo entrare nei Misteri che celebriamo, specialmente nella Santissima Eucaristia, e farci plasmare da essi; è nell’Eucaristia che il Sacerdote riscopre la propria identità! È nella celebrazione dei Divini Misteri che si può scorgere il “come” essere pastori e il “che cosa” sia necessario fare, per esserlo davvero al servizio dei fratelli. Card. Mauro Piacenza Prefetto Congregazione per il Clero “L’itinerario quaresimale, nel quale siamo invitati a contemplare il Mistero della Croce, è “farsi conformi alla morte di Cristo” (Fil 3,10), per attuare una conversione profonda della nostra vita: lasciarci trasformare dall’azione dello Spirito Santo, come san Paolo sulla via di Damasco; orientare con decisione la nostra esistenza secondo la volontà di Dio; liberarci dal nostro egoismo, superando l’istinto di dominio sugli altri e aprendoci alla carità di Cristo”. Messaggio per la quaresima di Benedetto XVI 21 SIGNIFICATO DEL NUOVO LOGO Il nuovo Logo è stato approvato dal Consiglio internazionale UAC nella riunione del 21 – 25 febbraio 2011. Il Logo è semplice, così che si possa leggere il significato facilmente: innanzitutto la scritta in latino per indicare la universalità propria del cattolicesimo al di là delle diverse razze, culture, lingue. Il carattere internazionale dell’UAC è indicato dal mappamondo in quanto questa associazione è diffusa in tutto il mondo. Infine la croce, in colore azzurro per indicare il cielo e allo stesso tempo il colore attribuito alla Vergine Maria, sorregge il mondo e lo salva proprio con la Croce di Cristo. MATERIALI INCONTRI CLERO (MIC) L’UAC internazionale ha predisposto il MIC nelle lingue italiano, francese, inglese, spagnolo, portoghese, polacco. Questo testo già impaginato è disponibile per tutte le nazioni nella corrispondente lingua e quindi ogni nazione può richiederlo per poterlo stampare a proprie spese e diffonderlo nelle diocesi della propria nazione o anche in altre nazioni. Il testo è molto utile per gli incontri di clero dell’UAC, ma anche per altri incontri sia diocesani che di vicaria o forania e anche per incontri tra amici confratelli in qualsiasi circostanza sia spirituale che pastorale. Fino a questo momento il MIC è stato stampato in spagnolo dalla Colombia e dal Messico, in portoghese dal Brasile, in francese dal Togo, in polacco dalla Polonia. 22 DAL TESORIERE Carissimi con fratelli, amici, benefattori del Unione Apostolica del Cleri, Prima di tutto vorrei ringraziarvi per il contributo che avete fatto a l’UAC internazionale con le quote associative, le donazione e le intenzione di SS. Messe. Questo contributo è il segno dell’ impegno per l’animazione globale che, attraverso la Direzione Internazionale ogni unionista si assume e concorre alle varie spese della Direzione Internazionale, alla gestione ordinaria, ai collegamenti e comunicazioni a livello internazionale, all’animazione nelle varie nazioni. Per i prossimi anni stiamo pensando di organizzare diversi incontri zonali. L’obiettivo è di rafforzare le unioni diocesane. Le nostre risorse economiche non sono sufficienti per aiutare i Consiglieri internazionale, per fortificare l’Unione Apostolica del Clero nei loro rispettivi paesi. Tanti altri i bisogni a qualsiasi livello. Per formare una ideale UAC noi abbiamo bisogno dei vostri contributi economici. Aiutateci ad aiutare gli altri. Come contribuire con un’offerta economica: Puoi consegnarla al Presidente nazionale UAC. In www.unioapostolicacleri.org troverai l’informazione corrispondente. Puoi farla, pure, tramite il nostro sito www.unioapostolicacleri.org, o in www.clerusmundi.com, facendo click PayPal. Se preferisci, puoi inviare un assegno al nome di Confederazione Unione Apostolica del Clero, Via Alberico II, 4, IV 00193 Roma, Italia. O se vuoi, da qualsiasi Banca puoi inviare un bonifico bancario alla Confederazione Unione Apostoloica del Clero, Banca Intesa Bci filiale N° 2767 RM Borgo Pio I- 00193 ROMA. IBAN: IT72 A030 6905 0691 0000 0003 474. P. Antony Thuruthiyil 23 La Direzione Internazionale AUGURA a tutti i lettori FELIZ PÁSCOA, BUONA PASQUA, HAPPY EASTER, FELICES PASCUAS, GESEGNETE OSTERN, MEILLEURS VOEUX DE PÂQUES Jesus Pastor CONFEDERAZIONE INTERNAZIONALE UNIONE APOSTOLICA DEL CLERO Via Alberico II, 4 - I - 00193 ROMA tel.: 0039.06.6880.6737 fax 06.6880.3183 unioaposto lic a@unio apo sto lic ac ler i.o rg unioapo sto lica@g mail.co m www.unio apo sto licac ler i.o rg 24 Questo Bollettino è stato stampato in lingua italiana, francese, inglese e spagnola.