Forum PA 2004 eProcurement: da esempi pilota a pratica diffusa L’eProcurement nella PA: sfide e opportunità Federico Maffezzini – Partner Deloitte Consulting 0 Il 90% delle aziende dichiara di comprare beni e servizi indiretti on-line 14% 85,3% 90% 77,5% 80% 89,2% 12,1% 10,5% 70% 61,3% 12% 10% 9,5% 60% 8% 50% 6% 40% 30% 4% 20% 2% 10% 1,0% 0% % Spesa transitata via Internet % Aziende che acquistano on-line 100% 0% Gen 2001 Gen 2002 Gen 2003 Ott 2003 Fonte: ISM/Forrester Report On Technology In Supply Management su un campione di 294 direttori acquisti 1 Gli acquisti on-line generano risparmi sia sui prezzi che sui costi di processo • Circa il 35% delle aziende dichiara una riduzione del Total Cost of Ownership; questa percentuale sale al 45% per aziende con oltre 100 M $ di acquisti • La modalità più diffusa di utilizzo è la Request for Proposal (69%) contro l 25% delle Aste on line ed il 33% dei cataloghi • Il 63% delle aziende utilizza Internet come strumento di collaborazione con i propri fornitori: pianificazione, ciclo dell’ordine, gestione inventari Fonte: ISM/Forrester Report On Technology In Supply Management 2 L’eProcurement nella PA può rafforzare esigenze e valori distintivi del settore pubblico • La trasparenza delle procedure di acquisto, caratteristica comune ai diversi modelli di intermediazione digitale. • La competitività del mercato attraverso una maggiore accessibilità di tutte le imprese alle procedure di acquisto della P.A. • L’efficienza generata dalla: − semplificazione dei processi − aggregazione di diversi enti interessati al medesimo acquisto − riutilizzo di strumenti e competenze costruite a livello nazionale o locale. 3 I tre pilastri di una strategia di eProcurement Concentrarsi sul valore • Il valore (o costo) degli acquisti è la somma di diversi fattori: la riduzione del prezzo è solo una parte del problema • Attenzione al controllo della domanda: se riduco i prezzi ma aumento i consumi il saldo è negativo • La conoscenza (dei prodotti e dei fornitori) è la chiave del successo Gestire il cambiamento • Il primo cambiamento è lavorare insieme (“fare sistema”) cioè presentarsi di fronte ai fornitori con un maggiore potere negoziale e conoscenza dei processi • Investire nelle persone: il capitale umano è quello con il più alto tasso di ritorno • Comunicazione e formazione sono essenziali sia all’interno della PA che nel mondo delle imprese Usare la tecnologica • La tecnologia è essenziale per permettere una reale diffusione del cambiamento ... ma l’eProcurement non è un progetto tecnologico 4 Le cose da fare .... • Coinvolgere tutti gli attori in gioco: chi è abituato ad acquistare non utilizzerà mai i nuovi sistemi se si sente “tagliato fuori” dalle decisioni e se i fornitori con cui ha sempre lavorato non entrano a far parte del nuovo sistema • Non ci sono fallimenti, solo sfide e opportunità: l’eProcurement è ancora in una fase iniziale di sviluppo, quindi è importante misurarsi con queste novità, agire ed imparare dalle esperienze fatte • Mantenere un approccio flessibile e pragmatico: non bloccarsi su soluzioni inamovibili • L’implementazione è locale, ma il disegno è di sistema. E’ fondamentale il ruolo locale per convincere ed accompagnare compratori e fornitori a comprendere ed utlizzare i nuovi sistemi; occorre però riferirsi ad un modello di riferiemento comune. • La formazione è locale, ma la promozione è dell’intera PA. L’eProcurement deve essere percepito come strategico per l’intero settore publico 5 .... e gli errori da evitare • Non creare regole troppo rigide. La flessibilità è fondamentale per poter cogliere approcci e vincoli differenti. • Non illudersi che compratori e fornitori sappiano tutto sull’eProcurement La facilità e semplicità di accesso, l’assistenza continua, la formazione anche rapida sono essenziali per avvicinare i diversi attori e metterli “a prorio agio” nell’utilizzo dei nuovi strumenti. • Non concentrarsi solo sui compratori o sui fornitori. Un sistema di eProcurement deve generare vantaggi per entrambi • Non creare sistemi eccessivamente personalizzati. Il grado di maturità è in rapida crescita ma ci sono ancora molti margini di miglioramento. E’ opportuno poter beneficiare di quanto viene sviluppato sul mercato. • Non guardare il bicchiere mezzo vuoto Le persone sono per natura abitudinarie. Dopo i primi entusiasmi tendono a comportarsi come hanno sempre fatto e questo può generare un percorso non lineare nell’accettazione dei nuovi strumenti. 6 Conclusione • Il momento comincia ad essere quello giusto. Non bisogna però illudersi di “bruciare le tappe”: è una maratona, non i 100 metri • I benefici sono veri … e sono necessari, sia nel privato che nel pubblico • E’ un cambiamento di cultura: non tutti si possono muovere con lo stesso passo. Ci vuole un gruppo di “innovatori” che esplorino per primi e trascinino gli altri • Collaborare è fondamentale: il settore pubblico può davvero fare sistema. • La massa critica del settore pubblico è tale che lo Stato può in questo caso fare da traino per l’innovazione. 7