“Casa Comune”
Rete di competenze insubrica per lo sviluppo dei servizi di cura a domicilio
Azione 3 – Disegno e sperimentazione di interventi
Attività 1 - Modellizzazione
Attività 2 – Formazione degli attori coinvolti nel modello
Seminario transnazionale
“L’assistenza domiciliare agli anziani tra
pubblico e privato: la prospettiva del secondo
welfare”
Novara, 20 ottobre 2014
AZIONE 2
Analisi comparata dei
bisogni e dei sistemi,
costruzione di un
repertorio di buone
pratiche e Workshop
di scambio e confronto
ATTIVITA' 1
ANALISI E RICERCA
ATTIVITA' 2
SCAMBIO E BENCHMARKING

INDAGINE QUANTITATIVA

INTERVISTE A TESTIMONI PRIVILEGIATI

INTERVISTE DI GRUPPO (Anziani,
famigliari, assistenti famigliari)




TAVOLO 1 - Tavolo tecnico per la Governance e le reti
per l’assistenza e la cura degli anziani fragili”
TAVOLO 2 - Quale competenze e quale formazione per il
lavoro di cura
TAVOLO 3 – Riconoscere e mettere in valore le diversità
I “TAVOLI DI QUARTIERE” A REGGIO EMILIA E l'
“UFFICIO DEL PIANO SOCIALE DI ZONA” DEL
COMUNE DI BOLLATE
Alcune evidenze emerse nelle attività precedenti:
1. Centralità della FAMIGLIA come punto di riferimento nel sostegno all’anziano non
autosufficiente
1. Le famiglie desiderano INFORMAZIONI PRECISE, CERTE, ACCESSIBILI, CHIARE
rispetto alle opportunità offerte dalla rete territoriale dei servizi pubblici, privati, del privato
sociale a sostegno della decisione di mantenere al domicilio il proprio congiunto.
2. . Le famiglie desiderano RAPIDITA' DI RISPOSTA
La perdita di autosufficienza è comunque sempre un'emergenza, anche quando sia il
risultato di un declino lento. La risposta non può avere tempi lunghi, e laddove è possibile
deve essere pianificata con un certo anticipo
3. Le famiglie e gli anziani desiderano FLESSIBILITA' NELLE RISPOSTE.
Alla pluralità di bisogni deve rispondere una pluralità di soluzioni flessibili e personalizzate
(mix di servizi pubblico/privato/volontariato, ipotesi di condivisione di assistenti famigliari,
domiciliarità protetta, ipotesi di soluzioni residenziali intermedie tra domicilio e struttura etc)
4. Gli attori del sistema curante necessitano di COORDINAMENTO E LAVORO DI RETE.
La flessibilità nelle risposte e il mix di servizi richiedono un ruolo di coordinamento tra le
organizzazioni. Ciascuna deve operare in sintonia con tutti gli altri membri della rete, per
evitare frammentazione, dispersione delle energie, sovrapposizioni.
5. Gli attori del sistema curante chiedono il MONITORAGGIO COSTANTE delle AREE DI
VULNERABILITA'.
Non sempre il declino e la perdita di autosufficienza avvengono in maniera repentina, però
esistono aree della popolazione anziana del tutto sconosciute ai servizi e agli operatori
nelle quali le situazioni precarie solitamente deflagrano all'improvviso in maniera
drammatica (evidenziati dalla ricerca come privi della rete protettiva costituita dalla famiglia,
37% del campione).
6. Gli attori del lavoro privato di cura a domicilio chiedono NON SOLO MATCHING, MA
ACCOMPAGNAMENTO E MONITORAGGIO IN ITINERE DEL RAPPORTO DI LAVORO.
Il lavoro di cura implica essenzialmente un INCONTRO TRA DUE FRAGILITA' che rendono
il rapporto di lavoro vulnerabile rispetto all’emersione di svariate criticità.
Per questo è fondamentale la presenza costante di un soggetto terzo capace di monitorare
il rapporto sia dal punto di vista tecnico che da quello delle dinamiche relazionali.
7. Gli attori del sistema curante chiedono INVESTIMENTI NELLA FORMAZIONE DELLE
ASSISTENTI FAMIGLIARI E DEGLI OPERATORI PROFESSIONALI.
Dal lato delle famiglie è auspicabile avere garanzie circa le competenze tecniche in
possesso delle operatrici (soprattutto in presenza di patologie multiple e complesse). Dal
lato delle assistenti famigliari, percorsi formativi flessibili e il riconoscimento formale
dell'esperienza acquisita sul campo attraverso titoli spendibili sul mercato del lavoro.
Gli operatori OSS devono approfondire le competenze legate alla domiciliarità e gli
strumenti di monitoraggio.
Dalla fase di ricerca è emerso in modo
evidente che il settore dell’assistenza
domiciliare è uno dei campi dove un welfare
alternativo trova la sua applicazione più
evidente
Accanto al welfare pubblico, che dispone di
risorse limitate e che può fornire solo risposte
parziali, è venuto a crearsi nel tempo un
welfare di secondo livello che ha attivato
risorse addizionali e che spazia da quello
“invisibile” messo in atto dalle famiglie a quello
fornito dal privato sociale e dalle associazioni
di volontariato. L’insieme di questi soggetti
opera in modo indipendente e poco
coordinato
A questo punto si rivela indispensabile l’elaborazione di un modello
di governance attraverso cui tutti i soggetti coinvolti siano essi
pubblici o privati possano operare attraverso un coordinamento e
con pari dignità per fornire agli anziani e alle loro famiglie servizi
tarati sulle reali necessità individuali
UN NUOVO PARADIGMA
PROTEZIONE
SOCIALE
GOVERNMENT “MONO LIVELLO”
PROMOZIONE
SOCIALE
GOVERNANCE “MULTI-STAKEHOLDER”
E “MULTI-LIVELLO”
ESITI DELL'ATTIVITA' 2:
Richiesta di un
MODELLO
INNOVATIVO
IN BASE AL PROGETTO
ORIGINARIO
Il compito di modellizzare e
progettare i percorsi di formazione
era tutto interno alla partnership in
quanto in capo al
TEAM DI PROGETTO
ATTIVITA' 3
MODELLIZZAZIONE
.erse prioritarie:
FORMAZIONE DEGLI
ATTORI
A seguito della riflessione condotta
ATTIVITA' 3
in questi mesi a livello
MODELLIZZAZIONE
transfrontaliero e all’allargamento
della partnership ad organizzazioni
FORMAZIONE DEGLI
che stanno attivando progetti
ATTORI
innovativi sono emerse alcune
necessità ritenute prioritarie:
1. L’utilità di un approccio alla modellizzazione ispirato alla
CO-PROGETTAZIONE e alla Progettazione PARTECIPATA
2. La comune priorità di promuovere la capacità di
LAVORARE IN RETE di tutti i soggetti
3. La necessità di RIPENSARE IN CHIAVE DI SISTEMA figure e ruoli
professionali
SULLA BASE DI QUANTO DETTO L'AZIONE 3 SI CONCRETIZZERA' NELLA:
COSTRUZIONE PARTECIPATA
da parte degli attori del sistema di un
MODELLO DI GOVERNANCE INTEGRATO
della cura a domicilio
Al percorso di co-progettazione parteciperanno oltre alla partnership di progetto
(Comune, Nuova Assistenza, Filos, CSV, Opera Prima)
anche altri soggetti impegnati sul fronte della domiciliarità
(Caritas, Comunità di S.Egidio, Coop.Vedogiovane, Sportello Famiglia Cisl, ASL)
L’esito dei lavori sarà presentato agli stakeholder a livello
territoriale per una consultazione che avrà come esito la
validazione del modello
Parallelamente un secondo gruppo di lavoro sarà impegnato nella
DEFINIZIONE del profilo professionale
dell’ ASSISTENTE FAMIGLIARE
IMPLEMENTAZIONE del profilo professionale
dell’OPERATORE SOCIO SANITARIO
Al fine di adeguare le competenze di queste figure fondamentali
al nuovo modello di cura al domicilio
Al percorso di co-progettazione parteciperanno
oltre alla partnership di progetto e altri soggetti impegnati sul fronte della
domiciliarità anche rappresentanti degli
Assessorati alla Formazione Professionale e alle Politiche Sociali
della Regione Piemonte
che con gli altri stakeholder procederanno alla validazione dei profili elaborati
La DEFINIZIONE DEL MODELLO SARA’ SEGUITA dalla
PROGETTAZIONE ED EROGAZIONE di
interventi FORMATIVI
rivolti a tutti i soggetti del sistema di cura a domicilio :
responsabili e operatori dei servizi sociali e del privato sociale
assistenti famigliari
caregiver e caremanager
rete del volontariato
che avranno come obiettivo la condivisione e sperimentazione
del modello
I percorsi di co-progettazione saranno governati a livello
transfrontaliero da
un tavolo congiunto di scambio e progettazione,
composto da rappresentanti dei soggetti promotori del progetto e
da rappresentati qualificati delle realtà che lavorano
sui due versanti del confine nell’ambito dell’assistenza
domiciliare
Il tavolo congiunto avrà il compito di individuare macrolinee e di garantire una sede di meta-riflessione sugli
sviluppi delle progettazioni locali.
Avrà il compito di preparare la fase di disseminazione e
la Conferenza finale di progetto.
PER
PERSOSTENERE
SOSTENEREIL
ILPERCORSO
PERCORSODI
DICOPROGETTAZIONE
SONO PREVISTE
CO-PROGETTAZIONE
SONO GIORNATE
SEMINARIALI
PREVISTE
GIORNATE
SEMINARIALI
TRANSFRONTALIERE
con l’obiettivo
DI FORNIRE SPUNTI DI RIFLESSIONE E
STRUMENTI CONCETTUALI DI LAVORO AI
GRUPPI DI CO-PROGETTAZIONE CHE
OPERERANNO SUI DUE LATI DELLA
FRONTIERA
LE GIORNATE SEMINARIALI
IL TEMA DI QUESTA PRIMA GIORNATA:
” L’assistenza domiciliare agli anziani tra pubblico e privato:
la prospettiva del secondo welfare”
a cura di Franca Maino
Testimonianze:
:
Barbara Graglia, Comune di Torino
“Welfare locale e domiciliarietà: l'esperienza di Torino. Quali le possibili
linee di sviluppo?”
Cristina Dragonetti, Cooperativa Sociale Minerva di Empoli
“I Circoli a sostegno della domiciliarietà: l’esperienza della Casa della
Memoria”
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