leTravail il lavoro SPECIALE A PAGINA 16 1,50 E anno 63 | numero 9 seconda quindicina maggio 2011 Poste Italiane S.p.A. Spedizione in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma DCB Aosta Q U I N D I C I N A L E D I At tualit à , polit ica e cultu ra f ondat o nel 1 9 4 8 da g iulio dolc hi L’ANPI invita tutti gli antifascisti e i democratici a partecipare al voto referendario del 12 e 13 giugno e a dare indicazioni coerenti col dettato Costituzionale. POLITICA Indignarsi non basta! Lavoriamo per il cambiamento: Votiamo Sì ai referendum! a pag. 4 www.letravail.it Appello dell’ANPI REGIONE TERRITORIO Case popolari: no a restrizioni etniche Jovençan: il rilancio passa dal patrimonio culturale Il criterio da premiare è quello degli anni di residenza in Valle A PAG. 7 L’Italia s’è desta? Intervista al sindaco Sandro Pepellin a pag. 13 Elettori in coda aspettano di votare alle elezioni 2009 in Sud Africa. GIOVANNA ZANCHI S embrerebbe proprio di sì. E il centrosinistra? Di sicuro si sta stropicciando gli occhi dopo che è suonata la sveglia. Ora, sarebbe importante che si facesse una bella doccia rigenerante, bevesse una tazza di caffè forte e si facesse trovare pronto per il ballottaggio. Questo è il tempo del buon senso, della lealtà, della chiarezza e del coraggio. Non ho le prove, ma sono convinta che Pisapia non avrebbe ottenuto il 48% se non fosse stato legittimato dalle primarie, faticose, contrastate, ma che ne hanno fatto “il candidato scelto” anziché il nome deciso dalla dirigenza del partito. Il caso di Milano, perché il più clamoroso, dimostra che gli elettori (quelli che a votare ci vanno sempre e comunque) hanno di nuovo voglia di contare e paiono essersi ricordati che quella matita copiativa consegnata al seggio è un’autentica magia, la possibilità di “far succedere le cose”. Si può dire forte e chiaro al Sindaco uscente che non ha lavorato bene, al capolista che ha stufato con le sue trovate, ai politici di vertice che devono ascoltare la piazza e smetterla con tatticismi fantasiosi e incoerenti. Che i cittadini esigono più rispetto. Di più. Si possono definire le linee strategiche per il futuro del paese attraverso lo strumento straordinario dei referendum, regolarmente boicottati, minimizzati e ostacolati. Perché ci si dà tanta pena per decretarne il fallimento a priori? Perché sono uno strumento democratico potente e il nostro governo, oggi più che mai, teme il confronto diretto. Secondo la legge i referendum abro- DOSSIER: il 12 e 13 giugno i referendum su acqua, nucleare e giustizia Sì Sì Sì Sì Andiamo a votare e votiamo due Sì ai referendum sull’acqua pubblica, perché è una ricchezza di tutti che non deve finire nelle mani di pochi; Sì al referendum sul nucleare, per cancellare definitivamente il ‘piano atomico’ del Governo di destra; Sì al referendum sul legittimo impedimento, perché la giustizia deve essere uguale per tutti. ALLE PAGINE 8, 9 E 10 gativi potevano essere svolti tra il 15 aprile e il 15 giugno, invece sono stati fissati per il 12 e 13 giugno, quindi senza unire questo voto con le elezioni amministrative, con conseguente spreco di denaro pubblico. L’obiettivo fin troppo chiaro è quello, ancora una volta, di non far raggiungere il quorum ai referendum. Infatti se non andranno a votare il 50% + 1 degli aventi diritto, la consultazione non sarà valida e la voce di milioni di cittadini sarà messa a tacere. Ma davvero saremo così incoscienti e sprovveduti? C’è davvero l’eventualità che venticinque milioni di italiani rinuncino per pigrizia, superficialità o ignoranza a DECIDERE, a dire senza nessun tipo di censura, “io la penso così, io voglio che il mio gover- Tariffa A Kilom€tro La tecnologia Unibox ti garantisce l’innovativa tariffa A Kilom€tro, il sistema semplice e trasparente per risparmiare. Meno usi il tuo veicolo e meno paghi, grazie allo sconto immediato il primo anno e allo sconto certo collegato alla percorrenza, negli anni successivi. In più, una pagina web riservata ti permette di avere sempre sotto controllo la rilevazione dei tuoi dati. no faccia questo per me e per i miei figli”? Ovviamente, io mi auguro che la maggioranza di questi venticinque milioni di elettori scelga di votare sì a tutti i quesiti. Ma ciò che più conta è che in moltissimi decidano di andare a votare e che si sentano orgogliosi di quella croce tracciata con la matita copiativa. Commenti e opinioni leTravail il lavoro Commenti e opinioni Politica 2 Regione Art. 3: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale a cura di Art. 1: L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro Tadzio a cura di Dossier Lavoro, impresa, scuola, sindacato Aosta Territorio Forum Culture Jean-Pierre Guichardaz “Robespierre” Ma quale welfare? Quando mia nonna era tunisina ell’ultimo triennio, il governo nazionale ha ridotto sensibilmente i dieci fondi destinati alle politiche sociali. I finanziamenti sono passati dai 2 miliardi e 527 milioni di euro del 2008 ai 545 milioni di euro previsti per il 2011, con un taglio superiore all’87%. È bene sottolineare che tali risorse sostengono gli interventi di assistenza alle persone e alle famiglie e contribuiscono in misura decisiva al finanziamento della rete integrata dei servizi sociali territoriali. Provo ad immaginare alcuni effetti di una manovra che avrà un impatto dirompente sulle politiche sociali dei Comuni: innanzitutto una riduzione della spesa complessiva per il personale ed un conseguente ridimensionamento degli organici; in secondo luogo una diminuzione dei servizi pubblici locali con probabili conseguenze sulla qualità dell’erogazione; infine una progressiva riduzione delle convenzioni con i soggetti del Terzo Settore. Il tutto con un’alternativa: un aumento delle quote di partecipazione alla spesa sociale a carico delle famiglie. Suona paradossale, ma nel momento in cui servirebbero più risorse da dedicare al settore sociale, per compensare una grave crisi economica, il governo riduce la spesa e contribuisce ad acuire gli effetti della crisi stessa sulle famiglie più fragili. Questa situazione rischia inoltre di compromettere le reti territoriali dei servizi sociali che non solo offrono prestazioni, ma nel tempo hanno contribuito a rendere concreti i valori della solidarietà. La deriva che intravedo è che lo Stato Sociale si trasformi in una grossa opera di beneficienza in cui il dovere di solidarietà viene affidato - impropriamente e con il solo scopo di abbassare i costi dei servizi - all’iniziativa volontaria e gratuita. Le amministrazioni locali, i sindacati, le cooperative e le organizzazioni di volontariato devono agire insieme non solo per difendere i servizi, le famiglie e i lavoratori, ma anche per salvaguardare il valore fondamentale alla base del sistema democratico, quello relativo ai livelli essenziali di assistenza che ogni società civile deve obbligatoriamente garantire. Penso infatti che si debbano individuare, al più presto, adeguati strumenti per difendere i servizi pubblici che, con l’aiuto della cooperazione e del volontariato, non servono soltanto a combattere il bisogno, l’invalidità, la povertà, ma rendono concreto il principio costituzionale di uguaglianza tra i cittadini. Colpisce il silenzio che regna intorno a questi tagli. Ma in Valle d’Aosta qualcuno se ne sta occupando? ileggendo il bel libro di Gian Antonio Stella, dal titolo “L’ORDA: quando gli albanesi eravamo noi”, ho ripensato alla storia della mia nonna materna. Mia nonna nacque a Tunisi in un giorno non ben precisato del 1900. La sua era una povera famiglia originaria dell’isola di Pantelleria, che per fuggire dalla miseria aveva dovuto emigrare in Tunisia. I suoi genitori lavoravano come mezzadri alle dipendenze dei francesi. Ho dei flash di quando, noi bambini, intorno al tavolo della cucina intenti a diliscare le “anciovi” (le acciughe), ascoltavamo i racconti della sua infanzia. Col quel suo bel linguaggio colorito, per nulla decontaminato dagli influssi delle sue tante dimore, narrava delle lunghe camminate alle quali erano costretti i bambini delle campagne per andare a scuola. Ho memoria del racconto di una puntura di scorpione, guarita (diceva mia nonna), con la bruciatura di un alare rovente, e delle gare con “gli arabi” a chi mangiava più peperoncini. Da “grande” mia nonna concepì i suoi figli a Tunisi, Tripoli, Bengasi e mia madre a Catania. La famiglia dovette spostarsi dal sud estremo al nord, passando per Roma, Modena, Torino, Aosta. Alcuni cugini del nonno materno sono finiti in Francia e lì sono rimasti. I nonni paterni, che non ho mai conosciuto, nacquero entrambi a Cogne. Le loro famiglie hanno vissuto anch’esse il dramma dell’emigrazione: “les français” sono i figli dei migranti dei secoli scorsi, soprattutto giovani che lasciavano il paese per cercare fortuna oltralpe. Quasi nessuno di loro è tornato, tanti hanno messo su famiglia e si sentono molto più francesi che italiani (soprattutto adesso!). Mia sorella ha adottato un bimbo senegalese di quattro anni (figlio del suo ex marito, anch’esso senegalese), oggi ne ha diciotto e pare sia tra i migliori studenti del suo istituto; l’anno prossimo (se tutto va bene) entrerà alla facoltà di Agraria. Mia moglie è figlia di immigrati veneti, scappati dalla miseria della Valpadana con il miraggio di un posto di lavoro alla “Cogne”. Potrei continuare raccontando la storia di suo nonno e della sua difficile esperienza di emigrato in Argentina, ma ce n’è abbastanza. Nel suo libro Gian Antonio Stella parla dei nostri connazionali emigrati in America, in Australia, in Svizzera, in Germania, raccontando vicende di persecuzione e di discriminazione, che potrebbero tranquillamente essere riscritte oggi dagli immigrati che sbarcano a migliaia sulle coste di Lampedusa. Consiglio a tutti la lettura e a chi non ha tempo una scorsa veloce ai titoli dei capitoli, che riassumono bene gli stereotipi di cui eravamo vittime: “Bel paese, brutta gente”, “Non ne trovi uno onesto”, “Cattolici, sozzi e creduloni”... Bastano a farci riflettere! N R leTravail il lavoro Quindicinale di attualità, politica e cultura fondato nel 1948 da Giulio Dolchi Organo di informazione del Partito Democratico Valle d’Aosta Direttore responsabile: Giovanna Zanchi - [email protected] Coordinatore della redazione: Davide Avati - [email protected] Redazione: Fabio Protasoni - [email protected], Orfeo Cout - [email protected], Maurizio Pitti - [email protected] www.partitodemocratico-vda.it Collaboratori: Giuliana Ferrero, Nicolò Maria Fracasso, Bruno Albertinelli, Fabio Platania, Giorgio Bruscia avviso ai lettori Redazione e amministrazione: Corso Battaglione Aosta 13/A - 11100 - Aosta - Tel 0165.262514 - Fax 0165.234245 e-mail [email protected] - [email protected] questo numero è stato chiuso in tipografia il 26 maggio 2011 Iscrizione: 1/48 del 9/4/1948 del Registro di Stampa del Tribunale di Aosta Editore: Il Lavoro / Le Travail coop. a.r.l. 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Il direttore del Censis, Giuseppe Roma, lancia l’allarme sui giovani italiani «in via di estinzione» . In un’audizione alla commissione Lavoro della Camera del 17 maggio fornisce le cifre dell’emorragia: in 10 anni, dal 2000 al 2010 abbiamo perso 2 milioni di giovani tra i 15 e i 34 anni. E nei prossimi vent’anni diminuiranno ancora. Le scarse prospettive li spingono a trasformarsi in immigrati “di lusso”. I cosiddetti bamboccioni, che non riescono a guadagnare una propria autonomia economica, perché manca il lavoro, se ne vanno. E il Censis lancia l’allarme: «Stiamo perdendo la fisiologia di ogni società: ovvero che le nuove generazioni rimpiazzino quelle vecchie». Così i pochi giovani italiani scappano altrove, dove il pezzo di carta serve ancora a qualcosa, poichè qui in Italia i laureati lavorano meno dei diplomati e meno dei laureati europei. E gli altri, quelli che rimangono perché non possono o non sanno partire, non studiano non lavorano. Il Censis dice che la situazione va peggiorando: l’11% contro il 3% della media europea. Giovani persi. Fanno riflettere anche i dati dei giovani occupati: solo il 20,5% per l’Italia contro il 46,2% per la Germania e il 47,6% del Regno Unito. Così, nel Paese della Famiglia, con la F maiuscola e rigorosamente al singolare, delle guerre ideologiche contro le coppie di fatto o contro il testamento biologico, questo Paese smarrisce il suo futuro. Si trasforma sempre più in un vecchio Paese stanco, impantanato nel passato. Animato da vecchie idee stanche, impantanate in un piccolo mondo antico che non esiste proprio più. Il Censis prova a dare alcuni suggerimenti: anticipare i tempi della formazione con la laurea breve; incentivare l’iniziativa giovanile imprenditoriale, professionale e autonoma; accompagnare il ricambio generazionale in azienda. Ma prima di tutto e soprattutto sarà necessario far saltare il tappo (culturale e ideologico) e liberare i talenti, le energie, le idee nuove. Cambiare prospettiva, abbandonare vecchi schemi. Imbracciare nuove battaglie. Senza paura del futuro. E delle cose diverse. La finestra sul mondo a cura di Davide Avati Francia, presidenziali: fuori il favorito T utti i sondaggi di questi ultimi mesi in Francia lo davano per stra-favorito. Ci ha pensato lui stesso a mettersi fuori gioco, con un arresto per un’infamante accusa di tentato stupro e sequestro di persona ai danni di una cameriera dell’albergo di New York in cui alloggiava. Dominique Strauss-Kahn, il potentissimo capo del Fondo Monetario Internazionale, per molti il secondo uomo più potente al mondo dopo Obama, è passato in una notte da un futuro quasi certo all’Eliseo alla cella di un carcere di Harlem, con la prospettiva di trascorrere dietro le sbarre i prossimi 20 anni della sua vita. Una caduta fragorosa per un uomo che già in passato aveva avuto i suoi guai per atteggiamenti troppo libertini (per usare un eufemismo) nei confronti delle sue stagiste; storie di a storia, talvolta, è fatta di improvvise e inaspettate accelerazioni. E così può accadere che la Beatificazione di Giovanni Paolo preceda di poche ore la cattura e l’uccisione di Osama Bin Laden. Due eventi storici, collocati spazialmente a distanze abissali in una impressionante visione manichea di luce e tenebra. Tutto questo può aprire un decennio nuovo? Difficile affiancare personaggi così distanti: il Papa che ha abbattuto il Muro di Berlino, riunendo Est e Ovest, e l’uomo che ha creato morte e terrore facendo crollare le Torri Gemelle a New York, dando vita a quella lapide dell’orrore che è Ground zero. Tuttavia Giovanni Paolo II - se fosse stato ancora in vita - di certo non avrebbe esitato a metterci in guardia da questo strano clima che attualmente tutti ci pervade, dove giustizia e vendetta sembrano stare sullo stesso piano. Come giustamente ha sottolineato Riccardo Moro, direttore della Fondazione Giustizia e Solidarietà della Cei, «affermare - come ha fatto il Presidente Obama - che “giustizia è fatta” dopo aver ucciso un uomo non è accettabile. Nessuno vuole proporre angelismi, è del tutto chiaro che la morte di Osama fosse nelle prospettive possibili dell’azione Usa. La violenza e la morte dell’altro fanno parte - purtroppo - della storia dell’uomo. Un padre non rimane inerme se stanno violentando sua figlia. Ma la giustizia è altra cosa. È creare e alimentare quotidianamente relazioni umanizzanti, che promuovono la vita, non la violano». Posso comprendere che questo distinguo possa apparire sproporzionato se paragonato al male fatto da quell’uomo e al male che ancora potrebbe essere fatto da chi crede in lui ma - se ci diciamo cristiani - il «nessuno tocchi Caino» è scolpito a lettere incandescenti nelle nostre coscienze. Tutto questo tenendo conto di come sia mia chiara convinzione che l’azione americana ha realmente indebolito il processo di aggregazione del terrorismo fondamentalista. Non ho timori sul futuro. Non ho paura che il blitz americano abbia aperto un nuovo vaso di Pandora. Anzi. Sono andato a leggermi le parole di Giovanni Paolo II in occasione della XXXV Giornata mondiale della pace. Era il primo gennaio 2002, poco dopo i fatti di New York. Scriveva il pontefice: «In questa Giornata della Pace, salga dal cuore di ogni credente più intensa la preghiera per ciascuna delle vittime del terrorismo, per le loro famiglie tragicamente colpite, e per tutti i popoli che il terrorismo e la guerra continuano a ferire e a sconvolgere. Non restino fuori del raggio di luce della nostra preghiera coloro stessi che offendono gravemente Dio e l’uomo mediante questi atti senza pietà: sia loro concesso di rientrare in se stessi e di rendersi conto del male che compiono, così che siano spinti ad abbandonare ogni proposito di violenza e a cercare il perdono». adulteri (e anche qualche denuncia) dalle quali era comunque uscito con una reputazione pressoché intatta, tanto che i suoi pensieri, fino a ieri, erano concentrati su un’unica difficile scelta: abbandonare il FMI per diventare il prossimo Presidente della Repubblica francese, oppure rinunciare all’Eliseo per continuare a elargire o negare prestiti miliardari agli stati con le finanze pubbliche dissestate dalla crisi. A beneficiare dello scandalo è soprattutto, in Francia, Sarkozy. Le elezioni presidenziali si terranno il 22 aprile 2012, e la caduta di DSK favorirà il lavoro all’interno dell’Ump per risollevare la scarsa po- polarità dell’attuale Presidente della Repubblica in vista della corsa per la riconferma all’Eliseo. Il terremoto, invece, scuote le fondamenta del PS, chiamato a sostituire in corsa un cavallo dato per vincente con soluzioni di secondo piano. In ballo tornano quindi l’attuale segretario politico socialista, Martine Aubry, accreditata nei sondaggi di un 22% al primo turno e l’ex segretario François Hollande (dato al 21,5%), entrambi comunque in vantaggio su Sarkò. Si tratta però di sondaggi effettuati prima del clamoroso arresto di StraussKahn. Ora le carte in tavola rischiano di cambiare. Politica leTravail il lavoro Politica 4 Regione Lavoriamo per il cambiamento: Votiamo Sì ai referendum! Indignarsi non basta! Raimondo Donzel S [email protected] Lavoro, impresa, scuola, sindacato Aosta crivo prima dei ballottaggi di Milano, Napoli e Cagliari. Pisapia, De Magistris e Zedda hanno dimostrato che in Italia non c’è soltanto indignazione. Gli indignati possono trovare interpreti del cambiamento. Io auspico che questi candidati del centrosinistra Culture siano Forum eletti ma l’essere arrivati al secondo turno rappresenta già un importante segnale di riscossa per tutto il paese, così come la riconferma della sinistra a Torino e Bologna. Tutto inizia con l’esigenza di prendere coscienza del degrado della società e di molti esponenti politici, come bene ha evidenziato lo scrittore tedesco, naturalizzato francese, Stéphane Hessel, internato e “partigiano” durante la seconda guerra mondiale, nel suo opuscolo Indignez-vous! Bisogna trovare la forza per gridare la rabbia contro un sistema che nega dignità al lavoro e alle persone, che le priva della libertà di costruire una famiglia e sognare un futuro migliore. Anche ad Aosta un giovane democratico, durante le celebrazioni del 25 Aprile, ha gridato l’indignazione dei giovani (valdostani, spagnoli, francesi, di tutto il mondo), suscitando le rimostranze di quelli che, compresi alcuni che si dicono di “sinistra”, si godono il loro benessere e non vogliono essere disturbati. Ma come ha scritto Pietro Ingrao sull’Unità, non è sufficiente indignarsi e protestare. Lo dimostra il movimento spagnolo dei giovani, che ha stigmatizzato la piaga della disoccupazione, portandola all’attenzione nazionale e internazionale. Alla domanda “Che fare?” dei contadini di Fontamara, celebre romanzo di Ignazio Silone, la risposta dei giovani spagnoli si è ingarbugliata tra schede bianche e nulle. Hanno umiliato la sinistra socialista, che certo non stava governando bene, ma hanno consegnato il paese alla destra; e allora? Forse che la destra liberista darà loro ga- Auguri a Chantal Certan Buon lavoro alla neo-eletta segretario di ALPE Il Partito Democratico Valle d’Aosta si complimenta con Chantal Certan, neo-eletta segretario del movimento ALPE, per il risultato ottenuto e le rivolge i migliori auguri per un proficuo lavoro. Sottolinea Raimondo Donzel, segretario regionale del PD Valle d’Aosta: “auguro a Chantal un buon lavoro per questo suo importante impegno politico, ed auspico che la collaborazione tra PD e ALPE prosegua per il bene della Valle d’Aosta sulla strada già tracciata in questi mesi in Consiglio Valle, in Consiglio comunale di Aosta e a livello di segreterie”. ranzie di lavoro o posti non precari? La sorpresa e la differenza delle elezioni Amministrative in Italia sta proprio in questo (e lo dico prima dei risultati dei ballottaggi perché possono solo accelerare la tendenza che già è in atto); ossia che la protesta ha sortito anche un disegno di alternativa al governo Berlusconi. Certo è un disegno non compiuto, che va completato e rafforzato. Ma il cambiamento non è sospeso nel vuoto, ha le gambe per camminare. I referendum del 12-13 giungo sono un ulteriore banco di prova importante. La rabbia deve canalizzarsi in un voto inequivocabile contro il nucleare (anche se il governo bloccasse questo referendum gli altri non sono meno importanti), a favore dell’acqua pubblica e contro il legittimo impedimento, l’ennesima legge ad personam per Berlusconi,. Dobbiamo votare sì per ribadire che la LEGGE è uguale per tutti. Anche in Valle d’Aosta dobbiamo contribuire al cambiamento del paese e della nostra regione. Partendo dalla proposta politica del centrosinistra, per allargarla a tutti quelli che intendono dire basta ad un sistema di potere fine a se stesso che si fa vanto del clientelismo. I contadini meridionali durante il fascismo così esprimevano la loro rassegnazione: « In capo a tutti c’è Dio, padrone del cielo. Questo ognuno lo sa. Poi viene il principe di Torlonia, padrone della terra. Poi vengono le guardie del principe. Poi vengono i cani delle guardie del principe. Poi, nulla. Poi, ancora nulla. Poi, ancora nulla. Poi vengono i cafoni (i precari e i disoccupati di oggi). E si può dire ch’è finito. » (da “Fontamara”) A noi dimostrare che è finito il tempo dei cafoni, dei precari, dei disoccupati: che inizia un tempo delle persone, della solidarietà, dell’equità, della giustizia. RINNOVATO IL DIRETTIVO DELLA SEZIONE AOSTA EST Barbara Ballauri è stata eletta coordinatrice di circolo Quartiere Dora: Sara Timpano coordinatrice del circolo PD Il circolo PD della Valdigne intitolato a Sergio Graziola C ome il circolo ‘Enrico Berlinguer’ di Quart, anche il circolo territoriale PD del quartiere Dora di Aosta ha eletto ieri una giovane al ruolo di coordinatrice: è Sara Timpano, 25 anni, laureata in Teoria Politica presso l’Università degli studi di Pavia, attualmente anche coordinatrice dei Giovani Democratici della Valle d’Aosta. Alla riunione per il rinnovo degli organi direttivi del circolo hanno preso parte anche il segretario regionale del PD Raimondo Donzel e i consiglieri del Gruppo comunale PD-PSI di Aosta. La discussione si è incentrata sui problemi più urgenti del quartiere Dora: in particolare, i ritardi nell’attuazione dei lavori del ‘Contratto quartiere’ e gli interrogativi sul progetto del teleriscaldamento, relativi in particolare all’obbligatorietà o meno dell’allacciamento e agli eventuali costi per l’adeguamento degli impianti condominiali; il gruppo comunale del PD-PSI di Aosta si è impegnato a fare chiarezza sui temi in discussione. Il nuovo Direttivo del circolo ‘Quartiere Dora’ è formato da Claudio Carnevaletti, Marco Tonin, Giuseppe Romeo, Fabio Protasoni, Rosetta Stranges e Salvatore Timpano. Nicodemo Spatari Dopo tanti sforzi, ci siamo riusciti. Il circolo della Valdigne del Partito Democratico ha un nuovo Direttivo, una nuova coordinatrice e una intitolazione prestigiosa e significativa: si chiamerà ‘Circolo Sergio Graziola’, dedicato alla memoria del grande partigiano, operaio, membro della Commissione interna della Cogne, iscritto al PCI e simbolo del partito nella Valdigne. Sono tanti i giovani che hanno deciso di spendersi per il PD e la sinistra in Valdigne: giovane, e donna, è la nuova coordinatrice, Barbara Ballauri; giovani sono molti componenti del nuovo Direttivo, che include iscritti e simpatizzanti di quasi tutti i comuni della Valdigne (oltre a Morgex, La Salle, La Thuile e Pré-SaintDidier) ed è formato da Elena Scuttari (tesoriere), Angelo Brunod, Enzo Corradi, Laura Tumaini, Lorenzo Caregaro, Bruno Carnesecca, Pasquale Muscatelli e Nicodemo Spatari. Il primo impegno in programma sarà l’organizzazione della Festa Democratica e de l’Unità di Morgex, in programma come sempre presso i padiglioni di località Campo Sportivo dal 3 al 7 agosto. leTravail il lavoro 5 Da Torino, Milano e Bologna si alza un vento nuovo La svolta, finalmente Fabio Protasoni I [email protected] risultati elettorali di questo primo turno delle amministrative erano nell’aria ma se in molti profetizzavano un brezza primaverile dovuta alle difficoltà del premier il responso delle urne è stato, soprattutto al nord, un vento impetuoso generato non solo dall’insofferenza della gente per questo governo e per i governi locali gestiti dalla destra ma anche per l’azione politica e programmatica del centrosinistra e del Pd in particolare. Si può discutere naturalmente, e i detrattori di professione troveranno il modo di minimizzare o relativizzare. Il dato politico è però evidente: l’egemonia berlusconiana e leghista nel nord è finita e, dove il PD è sano e in salute, esso rappresenta l’architrave del cambiamento. Il Partito democratico ha guadagnato nelle città del Nord 11 mila voti, +3,5%, rispetto alle comunali precedenti e addirittura 77 mila voti, 29,9%, rispetto alle Regionali. A Torino l’affermazione al primo turno di Piero Fassino non è solo il risultato personale di un leader nazionale ma l’affermazione di una cultura politica e di un modello. In altre 11 città importanti e in 3 province i nostri candidati passano al Amministrative: grande soddisfazione per i risultati Il vento del nord spazza via il berlusconismo Il Partito Democratico Valle d’Aosta, il Partito Socialista Italiano e l’Italia dei Valori VdA esprimono grande soddisfazione per il risultato delle elezioni amministrative del 15 e 16 maggio. In particolare, nel nord Italia si può parlare di un vero e proprio ‘vento del nord’ che spazza via il berlusconismo. Diventa credibile un’alternativa nazionale al centrodestra berlusconiano. primo turno e dei restanti 35 ballottaggi ben 28 saranno combattuti da candidati del nostro partito. È vero... la partita non è ancora conclusa. Ed è anche vero che i risultati di queste amministrative non fanno automaticamente del centrosinistra una alternativa di governo credibile. Una parte di elettori, con i quali non abbiamo grandi distanze di principio, hanno preferito la regressione “alla infanzia politica” di Grillo piuttosto che votare l’alternativa riformista. Esiste poi, ed è più che giustificata dai nostri comportamenti, la questione della nostra sconfitta a Napoli e più in generale in alcune realtà del Sud. Qui il Pd è ancora troppo legato a schemi vecchi e a dirigenti senza più credibilità ed invece di offrire all’elettore un cambiamento reale e una speranza di riscatto la nostra offerta politica si è limitata ad un gioco in difesa. Ciononostante la strada indicata e perseguita da Bersani si dimostra quella giusta. Abbiamo investito sui giovani, sul radicamento del territorio e sui contenuti programmatici. Abbiamo investito sulla partecipazione della gente con le primarie e su di un rapporto diretto e non mediatico. Primarie non come soluzione di tutti i problemi ma come una vera opportunità politica e un impegno serio e che, come si è visto a Milano e a Cagliari non ci hanno penalizzato anche quando non era un nostro dirigente a giocare la partita più importante. Questa vittoria è una vittoria di Bersani e del suo modo di affrontare la sfida del paese ma è anche un potente catalizzatore per completare il percorso di costruzione di quel grande partito riformista e di sinistra che è il PD. Facciamo vincere Pisapia, DeMagistris e tutti gli altri e poi mandiamo a casa Berlusconi. Iniziativa del Comitato Pendolari Stanchi VdA La posizione del PD: via i taglI e stabilizzazione Ferrovia: indagine sulla qualità del servizio Graduatorie: una risposta agli insegnanti precari F.P. N el mese di Maggio i volontari del comitato dei Pendolari Stanchi VDA, del Comitato pendolari Aosta - Torino e dell’Associazione Utenti Ferrovia Chivasso-Ivrea-Aosta hanno promosso, tra i pendolari e gli utenti della tratta ferroviaria, un breve questionario per raccogliere le impressioni, i giudizi e i suggerimenti dei cittadini sul servizio dopo che, il 6 Marzo, Trenitalia ha modificato gli orari e il tipo di servizio della tratta Aosta-Torino introducendo il “cambio treno” alternato a Ivrea e a Chivasso. Il nuovo modello ha cambiato radicalmente il servizio interrompendo la continuità della linea a cui eravamo abituati e modificando orari e qualità del servizio. Fino a quando non si porrà rimedio alla questione della elettrificazione della tratta questi saranno i vincoli con i quali i valdostani dovranno “viaggiare”. Tuttavia alcuni problemi, sostengono i comitati dei pendolari, possono essere risolti dimostrando a Trenitalia la loro rilevanza e agendo sui molti margini di modifica degli orari e della qualità del servizio che ancora ci sono. Alcune delle questioni sono già chiare: alcuni orari risultano disagevoli per molti lavoratori; ad Ivrea non è sufficientemente garantita la coincidenza con i treni in partenza costringendo gli utenti valdostani ad aspettare il treno successivo; a Chivasso il cambio treno avviene nella disorganizzazione con binari lontani che costringono ad attraversamenti pericolosi; in alcuni orari si è costretti a viaggiare in piedi per una evidente sottovalutazione del fabbisogno. In questo quadro i tre comitati hanno pensato di proporre una consultazione vera e propria tra i viaggiatori per verificare, con i numeri, la soddisfazione del servizio, l’adeguatezza degli orari, la qualità e l’efficacia del trasporto pubblico ferroviario e gli eventuali suggerimenti di chi quotidianamente passa una parte consistente della sua vita sul treno. Il questionario si può scaricare dal sito www.pendolaristanchivda.wordpress.com oppure dal sito http:// digilander.libero.it/aufchivassoaosta/ e rispedirlo, via mail, all’indirizzo [email protected] o all’indirizzo aufchivassoaosta@ libero.it. DI’ LA TUA ! Pierluigi Bersani H Segretario nazionale PD o ricevuto molte e-mail dagli insegnanti sul tema delle graduatorie. Meritano una risposta. Sulla vicenda della stabilizzazione dei precari della scuola il Partito Democratico ha sempre avuto una linea chiara. Da sempre abbiamo chiesto la cancellazione della terza tranche di tagli, la stabilizzazione di chi lavora su posti vacanti e la copertura degli spezzoni d’orario, il passaggio all’organico funzionale. La Lega, dopo aver approvato prima il massacro della scuola e poi l’idiozia della riapertura e chiusura delle graduatorie, che come era prevedibile è stato cancellato dalla sentenza della Corte Costituzionale, pensa oggi di aizzare i precari del Nord contro i precari di altre regioni. Non cadiamo nella trappola: dove era la Lega quando, nel 2008, il governo Berlusconi ha cancellato ben 87 mila posti di docenti dagli organici della scuola? I diritti dei precari si salvaguardano solo immettendoli in ruolo: per questo motivo le annunciate 67.000 stabilizzazioni di docenti e Ata nel triennio non sono approfondisci la notizia e commentala sul nostro blog www.letravail.it neppure sufficienti a garantire il turn-over dei 29.000 insegnanti che andranno in pensione il prossimo anno. Se la maggioranza e il governo vogliono davvero assorbire i precari e non farne più, come ripete la Gelmini, possono cancellare la terza tranche di tagli e stabilizzare subito, senza ulteriori oneri per lo stato, chi lavora su posti vacanti. Questo è un progetto fattibile che contribuisce al progresso di tutti: dei ragazzi, della scuola, delle famiglie, del Paese e, certamente, anche degli insegnanti precari, del Nord e del Sud, dei quali la scuola ha così tanto bisogno da sfruttarli da diversi anni in modo improprio e ingiusto. Alla fine, se ci salveremo, ci salveremo tutti insieme: questa non è una pia idea cristiana o un’utopia socialista, è l’unica strada che funziona davvero, ed è compito di un partito democratico ricordarlo a tutti, anche nei momenti più difficili. Regione leTravail il lavoro 6 Regione Servono strutture adeguate per promuovere stili di vita salutari tra i giovani Senza palestre nessuna prevenzione Gianni Rigo L [email protected] Aosta a petizione sulla carenza di palestre scolastiche ha acceso i riflettori su una rilevante questione: le politiche della salute come grande questione politica. Al di là della forma con cui è stata pubblicizzata la petizione io credo sia stato opportuno richiamare gli Culture amministratori e la politica a considerare, con la dovuta attenzione questo problema come un segnale di insufficiente impegno rispetto ad un investimento, quello sul be- nessere dei giovani, rilevante per la Valle d’Aosta di domani. Questa d’altra parte è una delle direttrici disegnate dal Piano regionale per la salute e il benessere sociale 2011/2013, in particolare per quanto concerne l’educazione agli stili di vita salutari e la lotta alla sedentarietà. È evidente quindi, dalla lettura del Piano per la salute, lo stretto rapporto tra salute e risorse finanziarie, tra salute e comportamenti, tra salute e scuola, tra salute e attività fisica, come è evidente lo scollamento tra le enunciazioni scritte e l’operare notizie dal Consiglio Valle Piani di edilizia sanitaria “Dall’esame dei Piani Attuativi Locali dell’Azienda sanitaria Usl della Valle d’Aosta degli anni 2009 e 2010 si rilevano alcune differenze tra quanto riportato nei documenti e quanto, in realtà, realizzato, soprattutto in materia di edilizia, dalla medesima Azienda sanitaria”. Così la consigliera e capogruppo del PD, Carmela Fontana, ha presentato un’interpellanza per chiedere al Governo regionale di intervenire presso l’azienda USL “nel campo delle scelte sull’edilizia sanitaria” e “in merito alle motivazioni di così tanti ritardi e modificazioni di scelte da parte della Direzione dell’Azienda sanitaria”. In particolare, ha sottolineato la Fontana, £nel 2009 era prevista la realizzazione del punto prelievi provvisorio, poi non realizzato perché sarà collegato al nuovo prefabbricato destinato a Laboratorio Analisi; nel 2010 era previsto l’inizio lavori del Laboratorio prefabbricato, poi slitta- to al 2011; nel 2010 era prevista la ristrutturazione dell’ala Ovest dell’Ortopedia che non è ancora conclusa a metà 2011; nel 2010 era prevista l’ultimazione dei lavori di sistemazione della Dialisi che non è ancora conclusa nel 2011; nel 2010 erano previsti i lavori di sistemazione della Terapia Neonatale che non sono ancora iniziati nel 2011; nel 2011 era previsto il trasferimento del Dipartimento di Prevenzione nella nuova sede, mentre pare che tale intervento sia stato posticipato al 2012; nel 2011 dovevano iniziare i lavori di parziale sistemazione del Poliambulatorio di Chatillon ed al momento nulla è ancora definito; nel 2011 infine dovevano iniziare i lavori dell’Unità Coronarica ed al momento nulla è stato programmato”. Conclude la capogruppo PD: “tali incertezze gravano economicamente sul bilancio dell’Azienda e riducono la qualità dei servizi offerti alla popolazione”. quotidiano venuto prepotentemente alla ribalta con la petizione in discussione. Gli stili di vita, la prevenzione occorre farli diventare principi cardine. La promozione della salute come processo attraverso il quale gli individui sono messi in condizione di esercitare il controllo sulla propria salute e sulle sue determinanti e, in tal modo, migliorare il proprio stato di salute. Un efficace piano di salute pubblica richiede però un determinato e continuo impegno politico sulla base di valori condivisi dall’insieme della società, anche dalla politica. In questo ambito risulta decisivo il ruolo della scuola. La relazione sullo stato di salute segnala infatti che circa un quarto dei giovani sotto i 25 anni si dichiara fumatore e dichiara di non svolgere alcuna attività fisica e di avere problemi di peso. Ecco perché è stato importante il confronto politico attivatosi a seguito della petizione. Ha costretto la politica ad aprire gli occhi su una situazione problematica dal punto di vista strutturale, le palestre appunto, ma questo stato di fatto determina, inevitabilmente, una impossibilità, anche culturale, a praticare le direttrici richiamate dai documenti sopra ricordati. Come fanno le ragazze ed i ragazzi, le loro famiglie a praticare corretti stili di vita se la situazione rappresentataci dai docenti di scienze motorie mortifica anche tutte quelle iniziative positive avviate in questi anni nella scuola nel campo della salute? La petizione è stata utile non solo per riportare di attualità l’attività fisica dei ragazzi, ma ci ha dato l’opportunità di fare il punto sulla situazione in essere e quella in divenire. Nella parte, che chiamerei deliberativa, viene assunto, da parte degli Assessori competenti, un impegno per un incontro autunnale con le Commissioni consiliari per relazionare in merito all’evolversi della situazione e, cosa a mio avviso importante, è stata confermata dall’Assessore Laurent Viérin la volontà di mantenere un dialogo, un confronto con i diplomati e i laureati in scienze motorie per tutte quelle azioni di ottimizzazione, rispetto all’uso delle palestre, che potrebbero essere attivate per il prossimo anno scolastico. Preoccupa la situazione della Verrès SpA Rigo (PD) nell’Ufficio di Presidenza Industria: reagire alla crisi in bassa Valle A seguito dell’ingresso del PdL in maggioranza, sono stati ricomposti gli organi del Consiglio Valle con la redistribuzione delle cariche spettanti alla minoranza, attualmente composta dai soli gruppi del Partito Democratico e dell’ALPE. In particolare, il consigliere Gianni Rigo (PD) è stato eletto consigliere segretario e componente dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio Valle, a sostituzione di Enrico Tibaldi (PdL). Per quanto riguarda invece le Commissioni consiliari, la capogruppo Carmela Fontana è stata eletta componente della III Commissione “Assetto del territorio”, oltre a continuare a far parte anche della II Commissione “Affari generali” e della IV Commissione “Sviluppo economico”. Incarichi confermati per Raimondo Donzel (I Commissione “Istituzioni e Autonomia”) e per Gianni Rigo (V Commissione “Servizi sociali”). P iù impegno da parte della Regione per affrontare le gravi difficoltà del settore industriale della bassa Valle. A chiederlo è il Partito Democratico che, con il segretario regionale Raimondo Donzel sottolinea: “la Verrès Spa, società per la monetazione e fonderia di precisione, ha difficoltà a trovare significative commesse che possano garantire una serena continuità operativa. La nostra preoccupazione è altissima perché questa azienda insiste in un’area come quella della bassa Valle già fortemente colpita dalla deindustrializzazione e che è strategica per garantire l’occupazione. Siamo già in ritardo in una situazione di emergenza. Chiediamo che ci sia un profilo maggiormente ritagliato sulla singola azienda e riteniamo che si debba essere in grado, soprattutto dove ci sono delle partecipazioni della Regione, di intervenire con maggiore tempestività e incisività su queste realtà”. Donzel ha sollecitato il Governo regionale ad una politica “di massima attenzione agli specifici problemi registrati dalle singole aziende” e a “mettere in atto delle misure di sostegno preventive senza attendere fatalisticamente il ricorso agli ammortizzatori sociali”. Nella risposta, l’Assessore alle attività produttive ha confermato che, riguardo alla Verrès spa, è in programma un incontro con le Organizzazioni sindacali per con- dividere un’analisi e un percorso. Il problema è essenzialmente di mercato e l’innovazione è la migliore garanzia per il futuro, anche se non tutte le imprese sono pronte ad investire in questo settore. Aggiunge Donzel: “serve più impegno per promuovere innovazione e per portare nuovi insediamenti industriali, ma c’è un’eccessiva filosofia liberista, per cui se le imprese non producono vanno chiuse. Apprezzo quindi lo sforzo regionale, ma aggiungo che, se è vero che Finaosta detiene solo il 27 per cento delle quote azionarie di Verrès SpA, sarebbe opportuno comunque che l’azionista minoritario sollecitasse l’azionista di maggioranza con idee e proposte”. leTravail il lavoro 7 Il criterio da premiare è quello degli anni di residenza in Valle Case popolari: no a restrizioni etniche N ell’assegnazione delle case popolari, il criterio da premiare deve essere quello degli anni di residenza in Valle, non quello dell’appartenenza etnica. A sottolinearlo è il segretario regionale del PD Valle d’Aosta, Raimondo Donzel, che in Consiglio Valle ha voluto avere notizie su eventuali modificazioni alla legge regionale per l’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica. Donzel ha chiesto “se è vero o meno che la maggioranza intende modificare la legge regionale in questione, con una precisa distinzione tra Valdostani e Italiani, e fra Europei comunitari ed extra comunitari”. “Questa iniziativa - ha aggiunto Donzel - trae origine dalle dichiarazioni di autorevoli esponenti della maggioranza, i quali intenderebbero cambiare la legge regionale in questione, poiché - cito l’articolo - ‘da due anni a questa parte sono fortemente cambiate le condizioni e quindi non si può più funzionare con le vecchie regole nell’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica. Prima vanno dati ai Valdostani, quindi agli Italiani e poi agli extra comunitari’. Riteniamo gravi queste affermazioni”. Nella risposta, l’Assessore alle opere pubbliche ha ricordato che dal 2009 è prevista una più forte tutela per i valdostani, sempre nel rispetto delle normative statali e comunitarie vigenti. Per l’accesso è previsto il requisito di otto anni di residenza. Ha aggiunto l’assessore: “ogni altro commento sulla cultura politica che intende solo alimentare e cavalcare le paure della gente è fuorviante”. Nella replica, il Consigliere Donzel ha affermato di apprezzare le conclusioni dell’Assessore: “il concetto da tenere presente è quello della residenzialità e non dell’appartenenza etnica. La restrittività è data, quindi, dalla residenza che è un criterio che si applica indistintamente senza fare riferimento alla etnicità. Il cittadino che lavora e paga le tasse in un territorio è un cittadino che ha diritto a dei beni fondamentali come quello della casa”. i contatti del gruppo regionale PD VdA Via Piave 1 - 11100 Aosta Tel: 0165 526201 Carmela FONTANA Capogruppo regionale PD VdA Componente III e IV Commissione [email protected] Raimondo DONZEL Segretario regionale PD VdA · Vice capogruppo I Commissione ‘Istituzioni e Autonomia’ [email protected] Gianni RIGO Consigliere Segretario V Commissione ‘Servizi sociali’ [email protected] Usl, accelerare le assunzioni dirette Accelerare le procedure di progressivo abbandono del ricorso al lavoro interinale per l’assunzione del personale USL; stabilire con precisione le tappe di questo percorso; utilizzare la modalità della concertazione con le parti sociali e il confronto con le Commissione consiliari competenti come luoghi di condivisione del percorso stesso. Il segretario regionale del PD, Raimondo Donzel, sollecita il Governo regionale a mettere in atto al più presto quanto dichiarato nelle scorse settimane circa un “cambio di rotta nelle procedure di assunzione del personale a tempo determinato”, volto a ridurre in modo significativo il lavoro interinale, “anche attraverso l’utilizzo prioritario delle graduatorie in essere e tutt’ora valide ai fini del reclutamento e l’indizione di nuovi bandi di concorso”. In particolare, il PD insiste sulla necessità di concertare le tappe di questa nuova strategia con le organizzazioni sindacali e con il Consiglio regionale, per condividere tempistiche, criteri e modalità di reclutamento del personale a tempo determinato. Bilancio Gruppo Partito Democratico in Consiglio regionale - GENNAIO-APRILE 2011 Proposta del PD: “inserire, in maniera definitiva e permanente, le estrazioni dentarie nei livelli essenziali di assistenza” Potenziare il servizio di odontoiatria Potenziare il servizio di odontoiatria territoriale e inserire, in maniera definitiva e permanente, le estrazioni dentarie nei livelli essenziali di assistenza (LEA) garantiti dal servizio sanitario pubblico. È quanto il Partito Democratico ha chiesto alla Giunta regionale, per mezzo di un’interpellanza illustrata dal capogruppo Carmela Fontana e dal segretario regionale Raimondo Donzel. Sottolinea la capogruppo PD: “attualmente il servizio di odontoiatria territoriale è attivo solo nei poliambulatori di Aosta e di Donnas, in quanto a Morgex non è stato sostituito l’odontoiatra andato in pensione da oltre un anno e a Châtillon il gabinetto dentistico è stato smantellato. Inoltre, il camper per l'assistenza otorinolaringoiatrica e odontoiatrica ha gravi problemi di funzionamento ed è praticamente inutilizzato, anche perché molti dei pazienti delle microcomunità non hanno una sufficiente mobilità. Tenuto conto che la fase sperimentale di reinserimento nei LEA delle estrazioni dentarie era legata a questa struttura mobile, possiamo dire che questa sperimentazione non ha portato ad alcun beneficio pratico alla popolazione”. Aggiunge la Fontana: “considerato il numero di estrazioni dentarie che si effettuano nelle strutture pubbliche della nostra regione, il loro inserimento nei LEA comporterebbe una spesa annua inferiore a 50.000 euro”. Da qui la richiesta del PD all'azienda sanitaria regionale di “una migliore distribuzione BILANCIO GRUPPO PARTITO DEMOCRATICO IN CONSIGLIO REGIONALE - GENNAIO-APRILE 2011 Saldo contabile iniziale € 6.428,33 Data 12-gen Descrizione Prelievo sport. autom. 18-gen Bonifico Il Timbro di Bidese Ivo e C.snc - Poster Rimbocchiamoci le maniche Bonifico Ipsia Valle d'Aosta - Contributo progetto "Fiori di pace" 2011 Bonifico Il Lavoro-Le Travail coop. a.r.l. Bonifico G. Rollandin - Rimborso autovettura incontro PD Piemonte per ferrovia To-Ao Contributo al Gruppo consiliare Prelievo sport. autom. Prelievo sport. autom. Bonifico Il Timbro di Bidese Ivo e C.snc - Poster Caos trasporti Contributo al Gruppo consiliare Bonifico Il Lavoro-Le Travail coop. a.r.l. Assegno Coop. Mont-Fallère per mimose Bonifico Fontana Carmela - Rimborso contributi anno 2009 Saldo Bonifico Donzel Raimondo - Rimborso contributi anno 2009 Saldo 18-gen 1-feb 4-feb 8-feb 22-feb 23-feb 25-feb 28-feb 1-mar 9-mar 18-mar 18-mar 18-mar 28-mar 28-mar 31-mar 31-mar 4-apr 14-apr 28-apr Bonifico Rigo Gianni - Rimborso contributi anno 2009 - Saldo Contributo al Gruppo consiliare Bonifico A.Cornaz Service Audio - Service per iniziativa 150 anni Unità d'Italia Competenze di chiusura Imposta di bollo E/C e rendiconto Bonifico Il Lavoro-Le Travail coop. a.r.l. Prelievo sport. autom. Contributo al Gruppo consiliare TOTALE Saldo al 30 aprile 2011 Entrate Uscite € 500,00 € 1.935,40 € 1.001,00 € 2.001,00 € 81,50 € 4.928,73 € 500,00 € 500,00 € 1.525,00 € 4.928,73 € 2.001,00 € 560,00 € 1.001,00 € 1.501,00 € 1.000,50 € 4.928,73 € 105,66 € 6,25 € 18,45 € 2.001,00 € 500,00 € 4.928,73 € 19.721,17 € 16.732,51 € 9.416,99 I prelievi sono serviti per: spese telefoniche (€ 603,00); rimborso spese Fontana 1° acconto - periodo gennaio-aprile (€ 200,00); fiori (€195,00); grolle (€ 100,00); colombe per dipendenti (€ 151,81); riunione (€ 24,00); spese varie. leTravail il lavoro 8 Andiamo a votare e votiamo due Sì ai referendum sull’acqua pubblica, perché è una ricchezza di tutti che non deve finire nelle mani di pochi; Sì al referendum sul nucleare, per cancellare definitivamente il ‘piano atomico’ del Governo di destra; Sì al referendum sul legittimo impedimento, perché la giustizia deve essere uguale per tutti. Risolvere i problemi del servizio idrico in Italia Perché votare Sì ai referendum sull’acqua Dossier Lavoro, impre In TV non sE NE parla scuola, sinda D iciotto milioni di cittadini (pari al 30% del totale) scaricano i loro reflui nei fiumi, nei laghi e nel mare senza depurazione; 9 milioni di abitanti (pari al 15% del totale) non sono serviti dalla rete fognaria. La carenza di fognature e depuratori in Italia ha fatto scattare la procedura d’infrazione europea. Se non s’interviene subito, si rischia di spendere soldi in pesanti multe piuttosto che investirli per realizzare gli impianti e migliorare il servizio. Mancano politiche di efficienza e risparmio e l’adozione di tecnologie appropriate a partire dal riuso delle acque reflue depurate per l’irrigazione e nelle lavorazioni industriali. Inoltre, il 33% dell’acqua potabile si perde nelle reti colabrodo di trasporto e distribuzione; a volte l’accesso all’acqua è razionato e la distribuzione nelle case è irregolare, soprattutto nei mesi estivi. L’acqua ha un costo mediamente basso che non ha disincentivato i grandi consumatori, come agricoltura e indu- uso socialmente equo e ambientalmente sostenibile dell’acqua. Per la risoluzione dei problemi del servizio idrico in Italia. Per modificare il decreto Ronchi che considera erroneamente la gestione privata come la soluzione di tutti i mali e minaccia quelle gestioni pubbliche che hanno garantito un servizio efficace, efficiente ed economico. Il 12 e 13 giugno VOTA SÌ per risolvere la questione una volta per tutte! C M Y CM MY CY CMY K stria: per questo, si deve garantire il diritto a tutti, ma anche adottare un sistema tariffario che scoraggi gli sprechi e recuperi risorse per migliorare il servizio. Manca un’authority pubblica forte, autorevole e indipendente per controllare che le gestioni rispondano ai criteri di un I quesiti su nucleare, acqua pubblica e giustizia riguardano il futuro di tutti Territorio Mobilitazione civile per i referendum Raimondo Donzel Fabio Protasoni I l prossimo 12 e 13 Giugno saremo chiamati a votare per i referendum sul nucleare, sull’acqua pubblica e sul legittimo impedimento. Ancora non è ben chiaro se il Governo nazionale ci lascerà questa possibilità viste le azioni che ha intrapreso per impedircelo ma la sostanza rimane. Insieme a molte altre forze politiche e movimenti, tra cui Italia dei Valori che ringraziamo pubblicamente per averli promossi, il nostro partito sta impegnando tutto se stesso nella campagna referendaria per informare i cittadini e spingerli ad utilizzare questa opportunità di democrazia e partecipazione. Cresce in noi, però, la preoccupazione che, su temi così importanti, la mobilitazione dei partiti e dei promotori non sia sufficiente. Affinché le scel- te che faremo il 12 e 13 Giugno possano essere davvero consapevoli e fondate c’è bisogno di una mobilitazione straordinaria. C’è bisogno che intellettuali, giornalisti, artisti, attori e cantanti, anche non professionisti, professori e accademici, artigiani e imprenditori, leader sindacali e associativi prendano parola. Lanciamo un appello perché il mondo della cultura, dell’arte, del terzo settore e del lavoro si esprima pubblicamente per un Sì all’abrogazione di norme e disposizioni che rischiano di consegnarci un futuro pericoloso e per convincere i valdostani e le valdostane ad informarsi e partecipare al voto. C’è bisogno di informazione e di una società civile attiva che prenda in mano la situazione. Questi referendum non sono un affare dei partiti e nemmeno dei soli movimenti promotori. E non è nemmeno un affare in cui la Valle d’Aosta, per le sue caratteristiche peculiari, possa sentirsi ai margini. Sono un affare di tutti e attengono al futuro di coloro che ancora non votano o addirittura non sono nati. In questo caso, il peccato di omissione, è un peccato contro di loro. Silenzio totale dell’informazione Rai e Mediaset Referendum, questi sconosciuti. A tre settimane dal voto del 12 e 13 giugno, dei quattro quesiti in tv non se ne parla proprio. Certo, vuoi mettere le elezioni amministrative di maggio, e i relativi ballottaggi di fine mese; sta di fatto che la scelta del Governo di destra di relegare all’ultima domenica disponibile il voto sui referendum, escludendo ogni ipotesi di ‘election day’ con le comunali, ha sortito l’effetto sperato (da Berlusconi e compagnia): silenzio totale, il referendum è tabù. A tingere ancora di più di giallo la vicenda, l’esistenza di una circolare interna RAI che vieterebbe a qualunque programma (anche radiofonico) di toccare l’argomento referendum fino a giugno. L’informazione sui quesiti e la campagna contro l’astensione sono quindi affidate al solo passaparola, in particolare su internet. Almeno fino ai primi di giugno, quando almeno la RAI, per obbligo istituzionale, dovrà allestire qualche tribuna con i Comitati pro-referendum. Staremo a vedere con quali modalità e in quali orari. Forum leTravail il lavoro 9 Scorie, pericolosità delle centrali, costi troppo alti Fermare il nucleare in Italia? Sì Rosetta Bertolin I Comitato per il Sì Referendum nucleare l 12 e 13 giugno saremo chiamati a votare per i Referendum. Dei tre temi, nucleare, acqua, legittimo impedimento, quello del nucleare è sicuramente quello più sentito dagli Italiani. Dicono che sia una “questione di pancia”. È vero, abbiamo una repulsione istintiva nei confronti del nucleare, che percepiamo come una minaccia per l’umanità. Forse ci è rimasta dai tempi di Hiroshima e Nagasaki la paura dell’atomo. Ma volendo riflettere sulla cosa con razionalità e in modo obiettivo, che cosa troviamo? Alcuni ci dicono che l’Italia non è autosufficiente sul piano dell’energia e che importiamo l’energia nucleare dai paesi vicini. Altri dicono che l’Italia sarebbe autosufficiente ma preferisce importare l’energia nucleare dai vicini perché di notte ne hanno d’avanzo e non sanno cosa farsene per cui la cedono sottocosto. Altri dicono che senza il nucleare l’Italia è ferma, non avrà più sviluppo e resterà indietro rispetto agli altri paesi. Ricordo di aver sentito dire C M Y CM MY CY CMY K RESPINTO AL MITTENTE Sì vota al referendum la stessa cosa 20 anni fa, quando abbiamo votato la prima volta contro il nucleare. Eppure in questi 20 anni, senza il nucleare, l’Italia è passata fra i primi paesi al mondo per lo sviluppo. Qualcuno dice che le centrali nucleari non sono pericolose e che nessuno ci è mai morto. Ma, guarda caso, chi dice questo, nella maggior parte dei casi, riceve dei soldi per dirlo. E comunque nessuno di costoro ha mai condotto delle ricerche o degli studi sulle conseguenze causate dalle centrali nucleari, sia di quelle che hanno subito degli incidenti, sia di quelle che funzionano regolarmente. Nessuno dice dove e come stoccare le scorie nucleari. Anzi, nessu- no dice che il problema è ancora aperto e diventerà sempre più di attualità nei prossimi anni per i paesi che hanno costruito le centrali nucleari, centrali che oggi iniziano ad essere vecchie e dovranno essere dismesse. Anche l’Italia, per quel poco di centrali che ha costruito più di vent’anni fa, incontra ancora oggi delle difficoltà di stoccaggio delle scorie e dei rischi di inquinamento anche gravi. Quindi non ci sono dubbi: andiamo tutti a votare il 12 e 13 giugno e votiamo Sì per tutti i referendum e, in particolare, per il nucleare. Lo dobbiamo ai nostri figli e alle generazioni future. Dopo ragioneremo con calma su quale sviluppo vogliamo per il nostro paese. Referendum sul nucleare 10 buoni motivi per votare Sì 1. Il nucleare è una tecnologia pericolosa. Come dimostrano la tragedia giapponese di Fukushima e il disastro di Cernobyl, non esiste tecnologia che possa escludere il rischio di gravi incidenti con fuoriuscita di radioattività. 2. Le centrali rilasciano radioattività nell’ambiente anche nel normale funzionamento. La salute, l’agricoltura e il turismo rischiamo di essere pesantemente penalizzati. 3. Lo smaltimento definitivo delle scorie è un problema irrisolto. Non esiste al mondo un deposito definitivo per smaltirle in sicurezza. 4. Il nucleare è una fonte energetica molto costosa. I maggiori costi inevitabilmente verranno scaricati nella bolletta dei cittadini. 5. Il nucleare non riduce le importazioni. Il nucleare produce solo elettricità (pari a solo il 25% dei consumi energetici dell’Italia) e non viene usato per alimentare il settore dei trasporti, produrre calore per l’industria e per gli edifici. Per questo non ridurrà in modo significativo le importazioni delle fonti fossili: infatti in Francia, noto paese nuclearista, il consumo procapite di petrolio è più alto che in Italia. 6. Il nucleare produce pochi posti di lavoro. Una centrale in costruzione produce 3.000 posti di la- Battaglia per il quorum nonostante le trappole del Governo Referendum, il PD: votare e votare 4 volte Sì “S Uno sviluppo pericoloso, a volte distruttivo, concentrato in poche mani, al servizio degli interessi di potenti lobbies, militarizzato oppure uno sviluppo diffuso sul territorio, a portata di tutti e al servizio di tutti, rispettoso della salute e della vita degli esseri umani e sostenibile da parte del pianeta? Per la risoluzione dei problemi del servizio idrico in Italia. Per modificare il decreto Ronchi che considera erroneamente la gestione privata come la soluzione di tutti i mali e minaccia quelle gestioni pubbliche che hanno garantito un servizio efficace, efficiente ed economico. Il 12 e 13 giugno VOTA SÌ per risolvere la questione una volta per tutte! ul nucleare il governo con ogni evidenza scappa dalle sue stesse decisioni, è una vittoria del PD''. Così il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, ha commentato la notizia che il governo ha approvato in Senato un emendamento al decreto omnibus, con il quale si 'abrogano le disposizioni per i nuovi impianti nucleari', cancellando di fatto il piano generale per il ritorno delle centrali in Italia. ''Credo che questa - ha proseguito il segretario- sia in ogni caso una vittoria nostra, di chi già prima dell'incidente in Giappone aveva messo in luce l'assurdità del piano così come il governo lo aveva concepito. Per noi è positivo ma non è abbastanza, perché è chiaro che il governo vuole scappare dal confronto con l'opinione pubblica nel referendum, ma noi lavoreremo perché ci sia il quorum per il referendum sul nucleare e anche per gli altri referendum". voro, che si riducono a 300 nella fase di esercizio. In soli 10 anni la Germania può vantare 350.000 addetti nel settore delle rinnovabili, mentre in Italia al 2020 con le fonti pulite si potrebbero creare almeno 200mila posti di lavoro. 7. Le centrali utilizzano l’uranio, materia prima in via di esaurimento. L’uranio è una materia prima che deve essere importata. È una risorsa limitata, disponibile in natura ancora per qualche decina di anni, come il petrolio e il gas. 8. La legge italiana prevede l’uso dell’esercito per realizzare le centrali. 9. L’Agenzia per la sicurezza nucleare è a favore dell’atomo. Un interesse di parte come può garantire la sicurezza dei cittadini? 10.Tra i paesi industrializzati, l’Italia è stato il primo ad uscire dall’atomo. Nei prossimi anni ci seguirà la Germania. Perché tornarci? leTravail il lavoro 10 Perché votare il referendum contro il legittimo impedimento Tutti uguali davanti alla legge? Sì Senza titolo-3 1 10/05/2011 13.30.03 Marco Belardi I Segretario Italia dei Valori VdA C M Y CM MY CY CMY K NON SI ACCETTANO IMPEDIMENTI dell’immunità totale abbia capacità infettante tutti gli schieramenti politici, ma l’Italia dei Valori, insieme al PD e ad altre forze politiche ed alla società civile, si pone come barriera vaccinale contro questa infezione dilagante. Per tutti questi motivi e per altri ancora che risiedono nello spirito di libertà ed eguaglianza della maggior parte degli Italiani, intimamente connessi ai Valori provenienti dalla Resistenza e sanciti dalla Costituzione, invitiamo tutti gli elettori a recarsi alle urne il 12 e il 13 giugno ed a votare Sì contro il legittimo impedimento ma anche contro il ritorno al nucleare e contro la privatizzazione dell’acqua. Domenica 12 e lunedì 13 giugno gli italiani chiamati al voto Referendum validi solo se vota il 50%+1 degli elettori Il 12 e 13 giugno 2011 gli elettori italiani saranno chiamati alle urne in merito ai 4 referendum. Il referendum abrogativo di leggi ed atti aventi forza di legge, si utilizza quale soluzione per abolire una legge esistente o una parte di essa. Dobbiamo ricordare e precisare che occorre raggiungere il quorum del 50%+1 degli aventi diritto perché i referendum siano resi validi. Gli elettori dovranno recarsi alle urne domenica 12 giugno dalle ore 8 alle 22 e lunedì 13 dalle 7 alle 15. Si riportano di seguito, in forma breve, le denominazioni formulate dall’Ufficio Centrale per i Referendum, costituito presso la Corte Suprema di Cassazione, in relazione ai 4 quesiti per i quali si voterà: Referendum popolare n.1 - Acqua 1 - colore della scheda: rosso Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici di rilevanza economica. Quesito sulla privatizzazione dell’acqua, DL 25 giugno 2008 n.112 conv. in legge il 6 agosto 2008 n.133 e successive modifiche. Referendum popolare n.2 - Acqua 2 - colore della scheda: giallo Determinazione della tariffa del servizio idrico integrato. Abrogazione di una norma del DL n.152 del 3 aprile 2006. Referendum popolare n.3 - Nucleare - colore della scheda: grigio Realizzazione nel territorio nazionale di impianti di nuove centrali di energia nucleare. Abrogazione di norme relative a decreti legge del 2008. Referendum popolare n.4 - Legittimo impedimento - colore della scheda: verde chiaro Abrogazione di norme della legge 7 aprile 2010 n.51 in materia di legittimo impedimento risultante anche a seguito di sentenza n.23 del 2011 della Corte Costituzionale. CHI SI SCHIERA A FAVORE DEI 4 QUESITI Referendum: la mappa del voto ti: en im ov V, LPE e m, Id a, A ti rti PD istr n Pa Si d. Fe cittadini italiani il 12 e il 13 giugno, recandosi alle urne e votando Sì per abrogare la legge sul legittimo impedimento, hanno nelle loro mani una delle poche possibilità di ribadire il sacro principio costituzionale dell’eguaglianza di tutti di fronte alla legge. Infatti, questo iniquo provvedimento del governo prevede la possibilità da parte del Presidente del Consiglio e dei ministri, di non recarsi alle udienze dei processi a loro carico a causa di impedimenti dovuti ad i loro impegni istituzionali. Fortunatamente, la Corte Costituzionale ha dal canto suo già limitato questo tentativo arrogante della “casta” di rendersi simili ai sovrani del passato, decretando che solamente il giudice può ammettere o meno la liceità della motivazione riguardante la contumacia, a differenza del testo originale che prevedeva solamente una generica giustificazione da parte della stessa segreteria del Consiglio dei Ministri che poteva prolungarsi addirittura per sei mesi. Ma non basta ancora. Votare sì al quesito referendario promosso dall’Italia dei Valori vuol dire anche porre un argine, ricostruire le mura della Costituzione contro l’invasione barbarica dei provvedimenti legislativi costruiti ad hoc per proteggere Berlusconi dai suoi guai giudiziari. Si contano infatti ben 37 leggi ad personam (rogatorie internazionali, falso in bilancio, Cirami, lodo Schifani, ex Cirielli, lodo Alfano ed altre ancora), che dal 1994 sono state varate dal centrodestra favorendo di fatto la posizione processuale del premier Silvio Berlusconi, delle sue aziende e dei suoi stretti collaboratori. Votando sì, gli Italiani si allontanano nettamente dal cadere nella deriva di sudditanza messa in opera da questo Esecutivo e ribadiscono il loro volere essere cittadini che tramite il loro voto nominano dei “dipendenti” e concedono tem- poraneamente la possibilità decisionale politica ed amministrativa ad altri cittadini di pari valore, e non firmano invece una cambiale in bianco, lasciapassare per i comportamenti più biechi. Anche perchè al peggio non vi è mai fine e già si intravedono all’orizzonte altri provvedimenti salva-casta, come la recente proposta di un parlamentare dell’UDC che prefigura, in nome del pericoloso motto “lasciateci lavorare”, una norma sospensiva dei processi, fino al termine del mandato istituzionale, addirittura per tutti i parlamentari. Il fatto che questo partito si annoveri tra le file dell’opposizione, dimostra come la tentazione REFERENDUM ACQUA 1 e 2: per il Sì Partiti e movimenti: PD, IdV, Fed. Sinistra, ALPE, Stella Alpina Associazioni: CGIL, ACLI, ARCI, ANPI, WWF, Attac, Cobas, Adusbef, Legambiente, Libera, MIR, Comitato Acqua Pubblica, Mani tese, Cittadinanz@ ttiva, Il Manifesto, L’Unità, Liberazione, Italia Nostra, Amici del viale della Pace, Pax Christi, Popolo Viola, Slow Food… REFERENDUM NUCLEARE: per il Sì ni: Associazio CI, R A I L C CGIL, A F Italia, W W I, A F ANPI, 21, te, Articolo Legambien a, Greenpeace, z@ttiv viola, Cittadinan tra, Popolo d… os N ia al It oo F w , Slo Libera, MIR REFERENDUM GIUSTIZIA: per il Sì ti: Partiti e movimen PD, IdV, PE Fed. Sinistra, AL Associazioni: PI, CGIL, ARCI, AN ola, vi lo Libera, Popo a… tiv @t nz na di Citta Commenti e opinioni Politica Regione Lavoro, scuola, sindacato leTravail 11 il lavoro Dossier Lavoro, impresa, scuola, sindacato Alcune riflessioni sulle proteste dei docenti e la posizione dell’Assessorato Aosta Scuola: motivi di protesta ce ne sono, anche in Valle Mauro De Luca R Segretario Flc-Cgil VdA ecentemente i vertici dell’Assessorato all’istruzione hanno presentato, sulla rivista “ L’école valdôtaine” e agli Organi di stampa, la situazione attuale della scuola valdostana, sottolineando come nelle scuole della Regione si sia realizzata una inversione di tendenza rispetto ai tagli effettuati in campo nazionale e ribadendo la maggiore sensibilità e disponibilità della Regione stessa in materia di scuola e formazione. Sicuramente in queste affermazioni c’è del vero: negli ultimi anni in Valle d’Aosta sono state fatte scelte che hanno qualificato l’offerta formativa della scuola, spesso coniugando con questa anche la salvaguardia dell’occupazione. Negli anni più recenti l’incremento dell’organico è stato causato più da un aumento della popolazione scolastica che non da interventi legislativi (se si eccettuano l’accordo per l’utilizzo di tutte le risorse della l.r. 18/2005 anche nella scuola media e l’avvio dei corsi di scuola media con strumento musicale). Anzi l’applicazione della riforma Gelmini nella scuola superiore, al di là delle rassicurazioni, ha causato e causerà nei prossimi anni la perdita di parecchie cattedre e posti di lavoro. Naturalmente non si può ascrivere all’Amministrazione regionale la colpa di una riforTerritorio ma, come quella della Gelmini, che sta distruggendo la scuola pubblica in Italia e purtroppo anche in Valle d’Aosta. Sulle dichiarazioni dell’Assessore Atto di protesta dei docenti della scuola media di Pont-Saint-Martin Mont-Rose: stop alle prove Invalsi La protesta della scuola valdostana contro le politiche del Governo di destra e i tagli della riforma Gelmini continua a crescere. L’ultima presa di posizione, in ordine di tempo, è quella degli insegnanti della scuola media di Pont-Saint-Martin che hanno deciso di rifiutarsi di ‘collaborare’ con l’Invalsi per le prove del 12 maggio, che pertanto non saranno tabulate né corrette. Al centro dei motivi della protesta degli insegnanti “il grande malessere e la profonda indignazione che proviamo di fronte ai provvedimenti assunti negli ultimi mesi dal governo nei confronti della scuola pubblica: l’abolizione degli aumenti, la legge Brunetta, i pesanti attacchi e le parole umilianti del Presidente del Consiglio rivolti alla professionalità di chi lavora nella scuola pubblica”. vorremmo invece soffermarci, perché il titolare dell’Istruzione non Forum Culture si limita a sottolineare l’impegno dell’Amministrazione nel settore, ma interviene anche sulle recenti proteste degli insegnanti (in particolare con il boicottaggio delle gite scolastiche) secondo lui immotivate in Valle d’Aosta e fautrici di tensioni all’interno della scuola. Vorremmo rassicurare l’Assessore e aggiungere qualche informazione: la protesta degli insegnanti è più che motivata, anche in Valle d’Aosta. Anche a questi insegnanti è stato congelato il contratto per tre anni e sono stati aboliti gli aumenti, anche loro perdono soldi quando si ammalano (anzi ne perdono molti di più dei colleghi di fuori Valle), anche loro sono indignati per le cose che questo Ministro sta facendo alla scuola pubblica e per quello che il Presidente del Consiglio dice sulla scuola e su chi ci lavora. Sinceramente di motivi per protestare ce ne sono tanti che avanzano. Aggiungiamo che, salvo casi isolati, le altre componenti della scuola (famiglie e studenti) forse non sono state felici per queste forme di protesta ma ne hanno in maggioranza capito le ragioni, più di quanto sembra aver fatto l’Assessore. Infine pur ribadendo la nostra disponibilità per l’individuazione di ulteriori strumenti per garantire la qualità della scuola valdostana e valorizzare la professionalità dei docenti, vogliamo ricordare, rispetto ad alcune ipotesi formulate dall’Assessore relativamente al riconoscimento del merito (e chi lo fa e su che cosa?) o con l’aumento dell’orario di lavoro, che su queste materie ci sono le sedi opportune ed i soggetti competenti con cui discutere, visto che si tratta di diritti e doveri sanciti contrattualmente. ad uso e consumo in fabbrica a cura di bruno albertinelli federconsumatori Valle d’Aosta a cura di ORFEO COUT delegato sindacale Equitalia: possibile prorogare le rateizzazioni In base al dispositivo del decreto “Milleproroghe” (decreto legge n. 225/2010 convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 2011, n. 10), è possibile, per chi ha già in corso una rateazione con Equitalia ma non ha potuto pagare la prima rata o, successivamente, due rate, ottenere un allungamento dei tempi di rimborso. Secondo la norma, tutti i contribuenti a cui è stata concessa una rateazione entro il 27 febbraio 2011 e che non sono in regola con le scadenze dei pagamenti, possono richiedere una proroga a condizione che dimostrino di avere avuto un peggioramento della loro situazione economica. La nuova rateazione può essere concessa, al massimo, per un ulteriore periodo di 6 anni (72 rate mensili). Le modalità di presentazione seguono la disciplina che regola la concessione delle rateazioni, differenziata a seconda dell’importo del debito: per debiti fino a 5 mila euro è sufficiente presentare domanda motivata; per debiti oltre 5 mila euro la situazione di difficoltà economica è esaminata sulla base dell’importo del debito e di documenti idonei a rappresentare la situazione economico-finanziara del contribuente. Le persone fisiche o titolari di ditte individuali in regimi fiscali semplificati attestano il temporaneo peggioramento della situazione di obiettiva difficoltà mediante la presentazione di un nuovo modello ISEE (indicatore della situazione economica equivalente) di valore inferiore rispetto al precedente, ovvero, in caso non sia trascorso il termine di validità annuale del modello ISEE, mediante la sola dimostrazione di eventi posteriori che hanno determinato una radicale modifica della situazione reddituale e patrimoniale. Le richieste delle altre categorie giuridiche di soggetti vengono esaminate mediante l’applicazione dei parametri costituiti dall’Indice di Liquidità (che deve essere inferiore al precedente per accedere al beneficio della proroga) e dall’Indice Alfa (il cui valore determina il numero massimo di rate concedibili), presentando una situazione economico patrimoniale aggiornata. La Cgil è ancora punto di riferimento per molti Da quanto afferma la CGIL Valdostana, la risposta allo sciopero del 6 maggio nella nostra piccola Regione è stata rilevante e fuori da ogni aspettativa, un segnale quindi positivo, che lascia l’amaro in bocca a chi pensava e dava oramai la CGIL isolata e fuori gioco. A quanto pare i lavoratori valdostani, come quelli del resto dello stivale non la pensano così. La CGIL è ancora un punto di riferimento per molti. Non focalizzerò la mia attenzione sui dati inerenti all’adesione numerica allo sciopero, come ben sapete i dati trovano sempre il tempo che trovano e innescano vere e proprie battaglie di strumentalizzazione e soprattutto, di ridimensionamento. Rimaniamo quindi fuori da questa kermesse, evitiamoci almeno questo rituale ….già i partiti di maggioranza in quel di Roma, in questi giorni, stanno rivendicando e cercano di convincerci sulla positività dei loro risultati elettorali…. Certamente ci troviamo di fronte uno sciopero a macchia di leopardo, fabbriche e categorie che hanno risposto ed aderito con percentuali importanti, altre meno. Dobbiamo comunque focalizzare la nostra attenzione sul periodo storico che stiamo attraversando, certamente non favorevole, dove le difficoltà non mancano e una giornata in meno di lavoro in busta paga fa la differenza, ma di questo avremo modo di parlarne in un’altra occasione. Sta di fatto che la CGIL ha dimostrato di avere ancora coraggio, ci ha messo la faccia ed è scesa in piazza consapevole di essere sola. Coraggio e rappresentatività che sembra ultimamente abbia abbandonato le altre confederazioni sindacali, anche quello autoctono. Comunque non è il caso di andare a guardare in casa d’altri…ognuno si assuma le proprie responsabilità…certamente, i risultati delle elezioni Amministrative devono far riflettere tutti, la voglia di cambiamento che si respira in Italia è figlia di tutta una serie di problematiche che proprio lo sciopero del 6 maggio aveva portato in piazza. A questo punto, l’analisi che mi sento di fare è che se qualcuno pensava di vedere la CGIL in discesa libera, abbandonata dai lavoratori e le lavoratrici, dovrà, con molta umiltà, rivedere la propria posizione. NUOVA PUNTO 150°. BUON VIAGGIO,ITALIA! CLIMATIZZATORE E RADIO CD MP3 CERCHI IN LEGA E FENDINEBBIA MOTORE EURO 5 ESP E START&STOPP A € 9.900 CON LA TRASPARENZA DEL PREZZO VERO FIAT Nuova Punto 150° 1.2 bz. 3p. prezzo promo € 9.900 (IPT esclusa) e per la versione 5p. + € 800. Offerta valida no al 30.4.2011 con il contributo dei Concessionari Fiat. Consumi ciclo combinato: 5,2 (l/100km). 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Il comune di Jovençan prova a ripensare se stesso e il suo ruolo di piccolo centro alle porte di Aosta, con tutte le opportunità ma anche i problemi che questa situazione porta con sé: continuo ricambio demografico, difficoltà a costruire una comunità, ricerca di una nuova identità e di un proprio spazio all’interno della Comunità montana Mont-Emilius, nuovi progetti nel campo della cultura e del turismo. Ne parliamo con il sindaco Sandro Pepellin e l’assessore Tiziana Annovazzi. Sindaco, dopo undici anni alla guida di Jovençan quali sono i progetti sui quali avete deciso di concentrare la vostra azione amministrativa? “Ovviamente la priorità va al completamento delle opere pubbliche già messe in cantiere, a partire dall’ultimazione del piazzale e dei parcheggi davanti alle scuole. Abbiamo inoltre ultimato la sistemazione della ‘Maison des anciens remèdes’, un centro museale multimediale specializzato nella raccolta di materiale dedicato alle piante officinali e alle cure tradizionali; è stata anche creata l’associazione che si dovrà occupare della gestione del museo, e stiamo preparando la convenzione. Possiamo pensare ad un’apertura stabile della ‘Maison’ entro l’anno, forse già in autunno, e nel frattempo siamo impegnati nell’arricchire il contenuto del museo, pensando anche ad una biblioteca dedicata alle piante officinali. Per il futuro, inoltre, l’ambizione è quella di dare vita ad un giardino botanico di piante curative in zona Chatelair. Con i comuni limitrofi di Aymavilles e Gressan, e in collaborazione con l’Assessorato regionale all’Istruzione e Cultura, siamo inoltre in fase avanzata di progettazione di un percorso culturale che colleghi e valorizzi alcuni dei più importanti siti storico-artistici dei tre comuni. Tra le nostre priorità rientra anche la valorizzazione dell’agricoltura: in questo campo stiamo completando il potenziamento della rete idrica e fognaria comunale, con l’obiettivo di collegare le frazioni alte e i mayen con il collettore consortile. Infine, abbiamo presentato al FOSPI la richiesta di finanziamento per la ristrutturazione delle scuole comunali: il progetto prevede l’abbattimento del vecchio edificio e la costruzione di una nuova e moderna struttura, all’avanguardia sotto l’aspetto del risparmio energetico e a norma dal punto di vista sismico”. Anche il comune di Jovençan ha dovuto fare i conti con i tagli dei trasferimenti regionali: come vi siete mossi per chiudere il bilancio 2010, e come vi ponete di fronte ai sindaci che chiedono per il futuro una revisione dei parametri? “Per il nostro comune, i tagli si sono concretizzati in minori entrate a bilancio per circa 120 mila euro. Siamo tra i comuni più penalizzati della Valle, con una decurtazione dei fondi a nostra disposizione pari al 14%, solo in minima parte compensata dall’aumento delle quote BIM. L’unica strada che avevamo davanti era quella del taglio del 10% delle spese di amministrazione e di un’analisi minuziosa delle voci di spesa per cercare di contenere le uscite. Abbiamo comunque deciso di aumentare il personale comunale, pur essendo ben consapevoli del rischio di sforare il patto di stabilità, ma ci troviamo davanti a delle necessità a cui far fronte. Non possiamo tuttavia continuare ad avere il cappio al collo del Patto di stabilità da un lato, e dall’altro dover fare i salti mortali per compensare le minori entrate dalla Regione. Occorre una revisione dei parametri per la suddivisione dei fondi, che oggi favoriscono i comuni di alta montagna a discapito di quelli di fondo Valle. Chi ha proposte diverse per una revisione più equa delle risorse si faccia avanti”. Qual è l’evoluzione di Jovençan sotto l’aspetto demografico? E quali saranno le sfide per i prossimi anni? “Attualmente risiedono nel nostro comune 740 cittadini. C’è stato un grande incremento di popolazione dagli anni ’80 in avanti, una vera e propria inversione di tendenza che in due decenni ci ha fatti passare da 450 a oltre 700 abitanti. La sfida è quella dell’integrazione, della costruzione di una vera comunità: esiste un nucleo storico di residenti che porta avanti tutte le iniziative (pro loco, cantoria) e anche la vita amministrativa del paese; un’ampia fascia di popolazione, invece, si interessa ben poco delle attività e utilizza il paese come un dormitorio. Non è facile, ed è un problema che accomuna tutti i paesi della Plaine, ma vogliamo provare a fare più comunità”. foto aostasera.it Davide Avati ALCUNI DATI SU Jovençan Abitanti 765 Il sindaco e la maggioranza Sandro Pepellin, geometra, è sindaco di Jovençan dal maggio del 2000. Lo scorso anno è stato riconfermato per il suo terzo mandato alla guida di una lista civica ‘Unis pour Jovençan’, che si è imposta con oltre il 57% dei voti. Tra gli eletti anche Tiziana Annovazzi, oggi assessore comunale, iscritta al PD nel circolo Mont-Emilius 3. Accordo per la gestione della raccolta differenziata Mont-Emilius: parte il porta a porta N ei prossimi mesi un nuovo servizio di raccolta differenziata dei rifiuti sarà introdotto sul territorio della comunità montana MontEmilius, che raccoglie i comuni di Brissogne, Charvensod, Fénis, Gressan, Jovençan, Nus, Pollein, Quart, Saint-Christophe e Saint-Marcel. Le novità: le utenze commerciali usufruiranno di un servizio porta a porta di raccolta dei rifiuti e saranno oggetto di una campagna di comunicazione dedicata; per quanto riguarda invece le utenze domestiche, le postazioni di cassonetti per la raccolta differenziata da giugno verranno integrate e accorpate al fine di agevolare la selezione e la raccolta. Il servizio verrà modificato in tre fasi: a Fénis, Nus, Saint-Marcel giugno-luglio, a Charvensod, Gressan, Pollein, Quart luglio-agosto-settembre, e a Brissogne, Jovençan, Saint-Christophe settembre-ottobre 2011. ‘’L’obiettivo - ha spiegato il Presidente della Comunità Montana Mont Emilius, Renzo Bionaz - e’ l’aumento delle percentuali di raccolta differenziata, come richiesto per legge. I cambiamenti saranno accompagnati da una campagna informativa che intende sensibilizzare i cittadini a fare una corretta raccolta differenziata e promuovere il compostaggio domestico’’. Chi possiede un orto o un giardino è stato quindi invitato ad autosmaltire la frazione organica con il compostaggio domestico: saranno distribuite ai residenti compostiere da circa 300 litri. Superficie: 6 kmq Altitudine: s.l.m. 632 Festa patronale: Sant’Orso 1° febbraio Comuni confinanti: Aymavilles, Gressan, Sarre Distanza da Aosta: 6 km Il Comune di Jovençan sorge sulla riva destra della Dora Baltea e appartiere alla Comunità montana Mont Emilius. Secondo la tradizione nel territorio di Jovençan sarebbe stata ubicata Cordelia, la leggendaria capitale dei Salassi, ma nessun ritrovamento ha per ora confermato con prove tale teoria. È invece storicamente certa la colonizzazione romana, che spiega anche l’etimologia del nome, derivato da “fundus Juventianus”, ovvero podere di Juventius. Nel Medioevo si trova la presenza sul territorio di due famiglie locali, i Pompiod, di cui non si hanno notizie certe, e i Jovençan, il cui castello venne raso al suolo da Amedeo VI di Savoia e ceduto ad Aimone di Challant, signore di Fenis, insieme alla signoria di Aymavilles. Da quel momento seguì le sorti della signoria degli Challant, fino a quando i Comuni di Gressan, Aymavilles e Jovençan si affrancarono nel 1789. Nel corso del XVIII secolo nei documenti ufficiali il nome del comune era Jovensan. Regione Aosta leTravail il lavoro 14 Aosta È compito delle forze dell’ordine garantire la sicurezza pubblica, e già lo fanno egregiamente Ronde di spie ad Aosta? No, grazie. I l Partito Democratico e il gruppo comunale PD-PSI della città Culture di Aosta esprimono netta contrarietà rispetto al progetto della Giunta comunale di Aosta di attivare ronde di privati in incognito lungo le strade, con il compito di ‘spiare’ i comportamenti dei cittadini. Ad Aosta operano già quattro diversi tipi di forze dell’ordine deputate alla sicurezza pubblica (carabinieri, polizia, guardia di finanza e polizia locale), che sempre hanno svolto e continuano a svolgere egregiamente il compito di presidiare una città di 35 mila abitanti. Tra l’altro, se la finalità delle ‘ronde segrete’ fosse quella di controllare il territorio in incognito, ricordiamo al sindaco che esistono già a questo scopo gli impianti di videosorveglianza e anche gli agenti delle forze dell’ordine in borghese. Inoltre, si pone anche una questione legale: da chi sarebbero coordinati, all’interno del Comune, questi gruppi di cittadini-spie in incognito? E come la Giunta intenderebbe aggirare le norme del decreto legge sulle ron- news dal Comune a cura di FABIO PLATANIA vice presidente del Consiglio comunale Le ronde, la giunta Giordano e il virus del berlusconismo Scrivo queste righe mentre giungono confortanti notizie sull’esito delle elezioni amministrative che si sono svolte in molte città italiane, alcune delle quali politicamente strategiche. Segno inequivocabile che l’elettorato si è stufato di aver a che fare con scelte demagogiche e sconclusionate, come ad esempio quello di istituire ronde per scongiurare la criminalità urbana. A Milano, dopo annunci trionfalistici sull’iniziativa benedetta dal sindaco Moratti, il fenomeno ronde si è esaurito, anzi non è mai pervenuto. Per contro si lasciano a piedi le volanti della Polizia perché il governo taglia i fondi destinati alle forze dell’ordine e alla sicurezza e non ci sono più i soldi per la benzina, pensate un po’. Meno sicurezza dunque ma più demagogia spiccia. Ebbene in questo scenario, la Giunta Comunale di Aosta ha pensato bene, in piena sintonia con la mala gestione del centrodestra nazionale, di istituire anche da noi delle ronde. Però non le vogliono normali in Valle d’Aosta. Qui facciamo di peggio, le vogliono segrete, perché a sentir loro, in incognito sono più efficaci. Devono in pratica osservare e collaborare con le forze dell’ordine, segnalando situazioni anomale ed eventuali criticità dal punto di vista della sicurezza. Non possono in nessun caso intervenire. In pratica devono spiare e basta. Un po’ come faceva la polizia segreta dei regimi comunisti dell’Europa dell’est, dove si incentivava la delazione e si creava un clima di paura e malfidenza reciproca. Oltretutto questo provvedimento viene “lanciato” il giorno dopo un brutale omicidio avvenuto in centro città sul quale stanno indagando i Carabinieri, tanto per soffiare sul fuoco e creare allarme sociale, dipingendo Aosta come un luogo insicuro ed infido, quando cosi non è. Purtroppo la Giunta Giordano fa a gara per dimostrare di essere più a destra della Moratti e si affida a queste iniziative estemporanee per cercare una visibilità che diventa francamente ridicola. E non basta che le ronde siano affidate ad ex appartenenti alle forze dell’ordine in pensione per riabilitare l’immagine di un’amministrazione che francamente questa trovata poteva risparmiarcela. Anche perché è solo la creazione di una società coesa e integrata, il vero rimedio per debellare la criminalità, in particolare quella di piccolo cabotaggio che colpisce i cittadini e crea disagio ed insicurezza. L’esempio più eclatante? Il quartiere del Bronx a New York, che è diventato uno dei posti più belli della grande mela. Come hanno fatto a ripulirlo? Con schiere di infiltrati? Con spie ad ogni angolo? Niente di tutto ciò. Semplicemente riqualificando e ristrutturando gli edifici e dotando il quartiere di asili, scuole, luoghi di ritrovo. Non certo mettendo mini casinò davanti alle scuole. Chi ha orecchie per intendere intenda. de cittadine, che impongono agli addetti di indossare giubbotti riconoscibili e vietano le ronde anonime? Il Partito Democratico e il gruppo comunale PD-PSI della città di Aosta sottolineano inoltre come questa bizzarra proposta della Giunta di centrodestra, oltre ad essere inutile e demagogica, rischi solo di creare un ingiustificato allarme sociale in una città come Aosta che non è certo ai vertici delle stati- stiche nazionali sulla criminalità. Inoltre, già oggi, e senza bisogno di fantomatiche ‘spie’ coordinate dal Comune, la cittadinanza aostana è attenta a ciò che avviene nei quartieri e lungo le strade, e collabora con le forze dell’ordine nella denuncia di possibili reati e comportamenti sospetti. Per il Partito Democratico, la sicurezza dei cittadini è una priorità. La sicurezza, tuttavia, non si raggiunge con le ronde private né con le spie comunali, ma intervenendo nei quartieri con adeguate politiche sociali, che creano un tessuto sociale integrato e rappresentano l’unica prevenzione possibile contro il degrado e la micro-criminalità, e con una più stretta collaborazione con le forze dell’ordine che operano sul territorio. Al tempo stesso, non contribuisce certo ad aumentare la sicurezza delle strade permettere, ad esempio, di aprire nuove sale giochi davanti alle scuole cittadine. Anche su questo fronte, servirebbero da parte della Giunta meno iniziative demagogiche e più azioni concrete di prevenzione. Fino al 15 giugno per il ‘bonus energia’ e l’esenzione delle tasse su acqua e rifiuti Proroga delle misure anti-crisi Per permettere ai cittadini che non hanno ancora inoltrato l’istanza per accedere alle “misure anti-crisi” 2011 introdotte dalla legge finanziaria - e che in questo periodo si stanno rivolgendo ai Centri di Assistenza fiscale, già oberati per le dichiarazioni dei redditi, per il calcolo dell’Isee - l’Amministrazione regionale ha deciso la proroga del termine per la presentazione delle domande fino al prossimo 15 giugno. Per i residenti ad Aosta sarà possibile presentare le istanze negli uffici dello Sportello del Cittadino, ubicati sotto il porticato del Municipio in piazza Chanoux. Gli aiuti individuati dall’Amministrazione regionale per l’anno in corso consistono nel “Bonus energia” (diverso dal “Bon de chauffage”) di 300 euro, nell’esenzione dal pagamento della tassa comunale sui rifiuti (TARSU) e della tariffa per il servizio idrico integrato. Quanti abbiano beneficiato del “bonus energia” o delle esenzioni tributarie e tariffarie per il 2009 e/o per il 2010, e per i quali la dichiarazione sostitutiva ISEE presentata sia ancora in corso di validità, non dovranno allegare alla domanda una nuova dichiarazione. In caso, invece, di prima richiesta, di dichiarazione ISEE scaduta o di variazioni nella composizione del nucleo familiare cui la stessa fa riferimento, occorrerà corredare la modulistica con la certificazione attestante l’ISEE del richiedente. In entrambi i casi, comunque, è necessario presentare il rendiconto delle spese sostenute per il servizio idrico dell’anno di riferimento. Le misure “anti-crisi” per il 2011 sono subordinate al possesso di alcuni requisiti, relativi anche alla situazione reddituale del nucleo richiedente. Lo Sportello del Cittadino provvederà al ritiro delle richieste fino a mercoledì 15 giugno, dal lunedì al venerdì, dalle ore 8.30 alle ore 12. Dossier Aosta Lavoro, impresa, scuola, sindacato Forum 15 Territorio Forum il senso delle parole Chiarissimo ed incontrovertibile il risultato delle urne elettorali del referendum consultivo popolare indetto in Sardegna domenica 15 maggio: con un’affluenza record (circa il 60% degli elettori isolani si è recato alle urne) ed una stragrande maggioranza di “si” (il 97,13%), il popolo sardo ha votato per chiedere lo stop all’energia nucleare. Il quesito - “Sei contrario all’installazione in Sardegna di centrali nucleari e di siti per lo stoccaggio di scorie radioattive da esse residuate o preesistenti?” - era stato proposto da un vasto movimento regionale che raccolse oltre 16mila firme in calce a tale proposta di referendum alla fine del 2009. Il WWF Italia parla apertamente di “una vittoria per la democrazia” e considera il risultato sardo di buon auspicio per l’imminente e quasi analogo referendum nazionale: “il raggiungimento del quorum smentisce quanti hanno provato a delegittimare lo strumento referendario affermandone l’inutilità legata alla presunta impossibilità di raggiungere il quorum” sostiene il WWF. “Il dato che arriva dall’Isola - prosegue l’associazione del Panda - è la dimostrazione della voglia dei cittadini di riappropriarsi del diritto di decidere della tutela del proprio territorio all’insegna della sostenibilità ambientale e che, quando gliene viene data la possibilità, non si sottraggono al dovere di esprimersi su questioni così importanti, come il rischio che la propria terra possa ospitare centrali nucleari o siti di scorie radioattive”. NOTIZIE DAL VOLONTARIATO iniziative per l’Anno europeo Del Volontariato di GIOVANNA ZANCHI Per il Governo Berlusconi il risultato non ha alcun valore nazionale, mentre il Presidente della Sardegna Cappellacci (Pdl) si dice commosso ed orgoglioso per la scelta dei Sardi Referendum sul nucleare in Sardegna: 800mila schede per fermare l’atomo Ennio Bonfanti Culture Per questo il WWF ribadisce con forza il proprio appello ai cittadini italiani affinché il 12 e il 13 giugno si rechino numerosissimi alle urne per votare sì contro il nucleare e la privatizzazione dei servizi idrici. Diametralmente opposte le valutazioni del Governo, che vede nei referendum sardo e nazionale un ostacolo alle proprie politiche energetiche basate anche sull’energia atomica: “l’esito del referendum consultivo tenutosi in Sardegna è significativo dell’atteggiamento della popolazione sarda e non della volontà dell’intera nazione” dice durante il question time alla Camera il Ministro per i rapporti col Parlamento, on. Elio Vito, leggendo la risposta del Ministero dello sviluppo economico ad un interrogazione dell’ Italia dei Valori sulla produzione di energia nucleare in Italia. Ma in Sardegna il Presidente della Regione Ugo Cappellacci (PdL), pur essendo a capo di una maggioranza di centrodestra allineata a quella del Governo nazionale, si schiera apertamente contro la posizione politica del proprio partito e del leader Silvio Berlusconi, esprimendo “piena soddisfazione per la partecipazione al voto sul referendum consultivo regionale contro il nucleare” con il quale “il Popolo Sardo dice che intende scegliere, che la nostra Isola non accetta scelte calate dall’alto e che intende invece proporsi come modello da seguire a livello nazionale e internazionale”, dicendosi “felice e orgoglioso” per una ”grande prova dei Sardi”. ”Lo dico con un filo di commozione per la prova di unità data dai Sardi su un tema, come il nucleare, dal quale dipende il nostro futuro, il futuro dei nostri figli”, ha concluso il Presidente. (GEAPRESS) Un opuscolo e un blog con il programma degli eventi serviranno a valorizzare, anche in Valle d’Aosta, le iniziative realizzate nell’ambito dell’Anno europeo del Volontariato, un’iniziativa voluta dal Parlamento e il Consiglio europeo che rende omaggio all’opera dei tanti volontari che donano tempo, impegno e passione per la loro comunità e incoraggiare altri ad impegnarsi al loro fianco. “Per noi questo è un anno importante, è un’opportunità per promuovere la realtà del volontariato ma soprattutto per interrogarci in un momento, se vogliamo, difficile per il nostro mondo, con importanti tagli alle risorse del CSV”, ha spiegato Andrea Borney, Presidente del Coordinamento Solidarietà Valle d’Aosta. Il calendario comune raccoglie le iniziative proposte da maggio a dicembre. Il ricco programma, che potrà essere ancora ampliato, contiene manifestazioni di piazza, raccolte fondi, concerti, tornei sportivi, animazioni, incontri di riflessione, promossi e portati avanti da diverse organizzazioni all’insegna della solidarietà e dell’impegno comune. Un segno di come il volontariato in Valle, nonostante le difficoltà, sia ancora una realtà attiva e propositiva. Gli eventi in programma sono prposti da Arcigay, Insieme, Aido, Diapsi, Antea, Volontari del soccorso di Donnas, Oratorio San Filippo Neri, Csen, Lega italiana fibrosi cistica, Banco di solidarietà sanitaria, Aosta iacta est, Banco alimentare, Viola, Admo, Avvc, Ipsia e Agape. Sono 122 le organizzazioni di volontariato iscritte al registro regionale, di cui 84 sono socie del CSV, e 22 le Associazioni di Promozione sociale. Un universo variegato che si compone prevalentemente di piccole e medie organizzazioni impegnate in settori diversi come l’assistenza socio-sanitaria, il soccorso sanitario, la tutela dei diritti, la cooperazione con i paesi del terzo mondo, la difesa ambientale e il settore educativo e che riesce ad intercettare oltre 13.000 persone in Valle d’Aosta. chroniques valdôtaines par GUY ALEXANDRE SOUNDA ITALIE, une (clan)destination française pour les immigrés ? Mohamed est né à Sousse, en Tunisie. Comme tous ses compatriotes, vingttrois mille en tout, il est entré en Italie par Lampedusa. Il vient de débarquer à Aoste après avoir été refoulé sans aucune forme de procès par les autorités françaises. Voilà trois semaines qu’il musarde dans les rues avec l’air de quelqu’un qui est de passage. Pour lui la Vallée d’Aoste n’est qu’un tunnel qui devrait le conduire en France. Il n’a pas envie de vivre là. Toute sa vie il a rêvé de la France. Avant de quitter sa ville il mangeait et buvait ce pays dont on lui a dit que c’est le pays des libertés et des allocations familiales. L’Italie ? Il n’y comprend rien, ni la langue ni la culture. On lui a dit des choses sur l’Italie. Des bonnes et des pas bonnes du tout. Il en a gardé les pas bonnes. L’Italie pour lui ce sont les immigrés qui chôment au propre comme au figuré et qui passent leur temps à soupirer leur vie comme un fleur définitivement perdue dans les marres de ce continent tant désiré… La révolution tunisienne nous a fait un beau petit millier de petits. Elle a percé une poche dans le manteau. Beaucoup s’y sont engouffrés. Et parmi ceux-ci figurent, puisque la presse européenne en parle encore, les 25000 immigrés débarqués récemment à l’ile de Lampedusa. C’est un beau nombre impressionnant. Un chiffre tsunamique qui a suscité la polémique entre les deux plus belles cousines d’Europe, l’Italie et la France. Craignant d’être la seule à supporter les charges d’une révolution certes démocratique salué par le monde rigoureusement civilisé, la première cousine a délivré 23000 permis provisoires, offrant ainsi la France à ces néorévolutionnaires. Ces permis ont eu des suites peu luisantes. La preuve : la France a tapé sur la table son franc-parler en menaçant de revoir les accords de Schengen qui garantissent aux citoyens la libre circulation dans l’espace des Etats membres signataires, en revanche l’Italie a menacé explicitement de boycotter les produits français, heureusement les deux parties ont fini par arrondir leurs angles et par trouver un accord à travers une initiative commune auprès de l’UE et la Commission européenne en vue d’une adaptation des conditions de circulation dans l’espace Schengen. Et la suite, tout le monde la connait : la Commission européenne a concédé aux 27 états membres la possibilité de fermer leurs frontières internes en cas de mouvements migratoires massifs… L’Italie, une (clan)destination française pour les immigrés ? On le sait : près de 75% des 25000 tunisiens souhaitaient se rendre en France. Pourquoi ? On connait les raisons les plus évidentes : regroupement familial, conditions économiques plus favorables et jugées moins aléatoires, accointances socio-historiques, culturelles et linguistiques. Bien que l’Italie soit la plus proche voisine des pays de la côte sud de la méditerranée, elle est cependant loin d’être la destination finale de la plupart d’immigrés clandestins qui y proviennent auxquels s’ajoutent ceux de l’Afrique subsaharienne. Pour les uns c’est une maison de passage, de phase exploratoire qui précède la grande avancée vers l’Europe et (avec un peu de chance) les USA et le Canada, mais en l’occurrence pour beaucoup d’autres, tel que Mohamed, c’est le porche qui donne sur ce fameux territoire traversé par la Loire, la Seine, la Gironde, la Garonne, ces fleuves qu’il a vaguement étudié à l’école, c’est le pays des libertés exquises, des allocations familiales octroyées en noir et blanc aux pieds de la tour Effel, le pays où on peut aisément toucher deux payes par mois en bossant seulement deux malheureuses petites fois par semaine à la seule et unique condition de présenter un vrai faux certificat d’indigence. Elucubrations ou vérité ? Le fil est mince. Chaque jour un peu plus la réalité nous renvoie des images éloquentes : une cohorte d’immigrés clandestins et réguliers francophones ou pas qui font des pieds et des mains pour rejoindre la métropole quitte à traverser la Méditerranée à l’envers. Les clichés d’une France à la fois belle et généreuse demeurent fortes. Et l’Italie dans tout ça ? Ils disent qu’elle leur offre peu d’opportunités malgré ses fromages et ses vins, qu’il faut l’aimer au-delà de son pain pour y vivre. Chaque pays européen aurait donc les immigrés qu’il mérite ? Aosta Culture leTravail il lavoro 16 Culture Il 2011 è una data significativa: 25 anni fa il gravissimo incidente della centrale nucleare sovietica I 10 anni del Forum per i bambini di Chernobyl Marie Rose Colliard V enticinque anni fa, nella notte tra il 25 e il 26 aprile 1986, la più grande catastrofe mondiale nella storia del nucleare segnava in maniera definitiva le sorti di milioni di persone non solo dell’Ucraina, ma anche della Russia e della Bielorussia, che all’epoca facevano ancora parte dell’URSS. Fu liberata una quantità di radioattività circa cento volte maggiore rispetto a quella delle bombe americane su Hiroshima e Nagasaki dell’agosto 1945. Lo spostamento della nube radioattiva interessò in primo luogo le vicine regioni della Bielorussia, che ne fu investita in pieno. Sono difficilmente quantificabili i danni che hanno subito la salute di tante persone e l’ambiente, per l’esposizione alle radiazioni e le conseguenze materiali e psichiche che ne sono derivate. Un drammatico evento, che ha acceso molti interrogativi sulla scelta del nucleare, e che si ripropone con forza oggi, dopo il disastro di Fukushima in Giappone e in concomitanza con l’anniversario del venticinquesimo: come a dire che Chernobyl comincia ad allontanarsi nel tempo, ma non è definitivamente alle nostre spalle. Ancora oggi, i livelli di contaminazione in quelle zone sono alti in molti alimenti, come il latte e alcuni frutti. In Ucraina sono 18.000 i chilometri quadrati di terreni agricoli contaminati, a cui si aggiunge il 40% dei boschi, per un totale di 35.000 chilometri quadrati. Dal 2000, l’associazione onlus Forum per i diritti dei bambini di Chernobyl, con sede a Terni, ma presente in diverse regioni d’Italia e con una rappresentanza assai attiva in Valle d’Aosta, offre a bambini provenienti dalle zone contaminate dalle radiazioni l’opportunità di trascorrere in Italia uno o più periodi di vacanza all’anno, secondo le vigenti disposizioni relative all’ospitalità dei minori stranieri. Essa cura inoltre l’invio di aiuti umanitari e offre assistenza sanitaria mirata a ragazzi che non potrebbero essere adeguatamente curati nei loro paesi di origine. La ricorrenza dell’anniversario, per l’associazione valdostana è anche l’occasione per ringraziare pubblicamente tutte quelle famiglie che, da Un po’ di rispetto per gli elettori del Pd GIORGIO BRUScia S ono stufo di sentire offendere gli elettori di sinistra, di quella sinistra che si identifica nel Pd. È da tempo che la sinistra radical, il M5S, e qualche altro partitino, dalle percentuali da prefisso telefonico, stanno sparando alzo zero e a palle incatenate contro il Pd. Un Pd VdA reo, ai loro occhi, di essere uno dei pochi partiti organizzati e riconosciuto ufficialmente dai media come il “partito d’opposizione valdostano”. Ai polemici rappresentanti di questi movimenti o pseudo - partiti, dico tranquillamente e con sicurezza che se un voto è utile o meno non lo decide un segretario né un partito, ma chi fa la sua libera scelta in cabina elettorale, sulla base delle proprie valutazioni. A volte un po’ di autocritica gioverebbe alla salute. Come non pensare a chi guadagna milioni di euro all’anno per fare comizi e presenziare costantemente ad ogni manifestazione, ogni ricorrenza, ogni festa di basso profilo, ogni dibattito, ogni situazione valida a mostrare la propria immagine sui giornali, sulla Tv regionale? Questa discriminante assai poco democratica e che fa la differenza, è per gli utili idioti che fanno finta di non capire: una assoluzione dell’appartenere comunque alla “casta romana”. Pensate veramente che questa gente conosca i vostri problemi o che gli in- teressino qualcosa? Sicuramente no! Allora anziché rivolgere gli strali critici al Pd, perché non indirizzarli a questi personaggi che rappresentano come degli dei il partito al Potere e agire come fece Prometeo rubando loro il fuoco (potere) per darlo agli uomini. La politica è partecipazione, ovvero confronto, coinvolgimento, possibilità di fare scelte. Per garantire la democrazia partecipativa occorrono gli strumenti che la consentano, ovvero organizzazioni, sedi, regole, risorse finanziarie. Il M5S (e non solo) non ha bisogno di niente di tutto questo, ma solo del fideismo nei confronti di un leader che può sparare le bischerate che vuole, tanto non si pone certo l’obbiettivo di governare questo difficile e anomalo Paese, ma di fare soldi con i marpioni che lo ascoltano. Non sempre questi hanno il tempo di attuare politiche che riguardino il sociale, l’immigrazione, lo sviluppo, perché partecipare significa anche assumersi le proprie responsabilità, ma mi piacerebbe parlare e conoscere le proposte dei “grillini”, dei “radical” della nostra regione che non siano soluzioni intrise di mere polemiche riguardanti le misere e personali malefatte dei maneggioni locali. Hanno coniato degli slogan, li hanno ideologizzati e vivono di quelli. Ovvero di niente. L’antipolitica non è altro che una politica diversa. Peggiore di quella che viene demonizzata. lunghi anni ormai, accolgono amorevolmente bambini e ragazzi bielorussi, per un’esperienza intensa, non esente qualche volta da difficoltà, ma sempre arricchente per tutti: non solo per i piccoli ospiti, ma anche per chi mette con generosità a disposizione la sua casa, il suo tempo e la sua compagnia, per far loro passare vacanze serene e spensierate. Un ricordo riconoscente va poi anche a tutte le istituzioni, agli enti pubblici, alle aziende, ai tanti privati che con il loro contributo permettono la realizzazione di importanti progetti di solidarietà internazionale in Bielorussia e in altri Paesi. Per maggiori informazioni sull’attività dell’associazione nella nostra regione, visionare il sito www.bambinichernobylaosta. it, dove sono illustrate le varie attività del Forum (i progetti sanitari, quelli dei laboratori, le vacanze di solidarietà). buon compleanno Italia a cura di MAURIZIO PITTI A pochi passi dal record Ancora qualche settimana, circa 300 km, qualche appuntamento e un po’ di sudore e la mia fatica sarà conclusa. Si avvia infatti faticosamente al termine il tentativo di record che consiste nel percorrere per 150 giorni consecutivi, senza alcun giorno di pausa, la distanza di 21 km. Al termine, assieme al mio compagno di viaggio Francesco, avrò percorso un totale di oltre 3150 km, 60 mila metri di dislivello (ricordo che il percorso ha un dislivello giornaliero di circa 400 metri), oltre 300 ore di corsa totali, 140 km alla settimana per un periodo di 5 mesi. Numeri e cifre che dette così possono voler dir poco ma che vi assicuro vissute in prima persona hanno voluto dire tanto sacrificio, impegno, volontà e tanta, tanta determinazione, in altri termini uno sforzo psicofisico notevole (… che non auguro a nessuno). Anche la fortuna è stato uno dei fattori determinanti ed è stata dalla nostra parte, perché malattie, infortuni e imprevisti sono sempre dietro l’angolo. Siamo così riusciti ad andare avanti nonostante tutte le possibili variabili e nonostante la stanchezza fisica e le motivazioni mentali che mano mano sono andate scemando fino ad essere ormai quasi nulle. E allora perché proseguire, perché continuare in un qualcosa che nulla ci darà e invece tanto ci ha assorbito sia sotto l’aspetto fisico, mentale ma anche come tempo? Ed è proprio quando siamo stati in crisi che delle iniezioni di ossigeno sono arrivate. Mi riferisco ad esempio al 25 aprile, quando inseriti nelle manifestazioni del 25 aprile a Issogne e Verrès, abbiamo corso con il partigiano Brindisi, un ottantasettenne che ci ha veramente, in poco tempo di corsa al suo fianco, insegnato ad apprezzare le cose belle della vita anche quando si è in difficoltà come lo eravamo noi. Insomma, attimi indimenticabili. Anche i ragazzi delle scuole, con l’entusiasmo davvero spensierato, sono stati ossigeno per noi. Una corsa assieme, le urla lungo i tratti di strada percorsi al nostro fianco, i loro lavori sulla storia e le stuzzicanti spiegazioni di volta in volta fornite da Mariella Herera e dalle varie insegnanti, ci hanno davvero permesso di continuare e di alleviare il nostro calvario. E ancora: i messaggi di sostegno e incoraggiamento su Facebook, le parole di conforto e di esortazione che continuamente arrivano al cellulare o sulla mail, i tantissimi bravi….bravi tenete duro, che tutti i giorni ci sentiamo dire al nostro passaggio. Insomma un grazie di cuore a tutti perché da soli, e sono certo di quello che dico, non ce l’avremmo mai potuta fare. Non siamo ancora arrivati, ma sono sicuro che tutti insieme ce la faremo.