DALLA PARTE mario DEI DIRITTI Som -CONTRATTI A DISTANZAQUANDO LA FORNITURA NON E’ RICHIESTA [IL DIRETTORE] Proprietario / Editore Renzo Ferrari 4 I CAMBIAMENTI STRUTTURALI NEL MONDO PRODUTTIVO 5 LA RIFORMA degli ammortizzatori sociali 6 COSAP una tassa per entrare in casa propria 7 REGGIO EMILIA: LA SANZIONE DA APPLICARE ALLA SOSTA NELLE STRISCE BLU A PAGAMENTO 8 2013: L'ANNO ZERO DELLA MEDIAZIONE CIVILE E COMMERCIALE 9 EUROPA: c’è l’unificazione monetaria serve quella Politica e Fiscale 10 CHE COS’E’ L’ISSN? 11 LA NUOVA INDENNITÀ UNA TANTUM PER I CO. CO. PRO. 12 - 13 CONTINUANO LE VITTORIE RELATIVAMENTE AGLI ACQUISTI DI OBBLIGAZIONI LEHMAN BROTHERS 13 L'ORGANO DELLA CHIESA DI GIANDETO 14 Un ricordo particolare di LUCIO DALLA 14 CRESCERE E RIDURRE? SÌ! ECCO SPIEGATO L’OBIETTIVO “CLIMA” DI TETRA PAK 15 Il mito della fidelizzazione al cliente Le insidie nascoste delle tessere fedeltà 16 - 17 IL RAPPORTO TRA BANCA E CLIENTE. LA CONSULENZA DI QUALITÀ ED I VANTAGGI DELL’ ATTIVAZIONE DELLA MEDIAZIONE DA PARTE DI CLIENTI E ISTITUTI DI CREDITO. 18 DECRETO BALDUZZI E RESPONSABILITÀ IN AMBITO SANITARIO 20 - 21 I COMUNI E LE CASE DI CURA CONVENZIONATE NON POSSONO PIÙ CHIEDERE LA RESTITUZIONE DELLE RETTE DI RICOVERO DELLE PERSONE AFFETTE DAL MORBO DI ALZHEIMER 22 24 - 25 Direttore Responsabile Secondo Malaguti Redazione Largo Marco Gerra n. 3, 42124 Reggio Emilia Cell. 347-3403721 QUESTA RIVISTA, COME TUTTI I NUMERI PRECEDENTI, E’ VISITABILE SUL SITO: www.casamiacoop.it PER INFORMAZIONI E APPROFONDIMENTI RIVOLGERSI A : [email protected] Comitato di Redazione: Giovanni Franchi Giuseppe Giulio Luciani Roberta Li Calzi Paola Boeti Stefano Freschi Luigi Martin Ilaria Brovarone Riccardo Maccaferri Sergio Di Chiara Paolo Roberti di Sarsina Stampa Cromotipografica snc di Alberini Luca & C. Via 4 Giornate di Napoli, 7 Correggio - RE Tel. 0522 692333 Progetto grafico CASA MIA l’informazione del consumatore Per contratto a distanza si intende la fornitura di beni o servizi tra professionisti (società) e consumatori (cittadini). Si tratta di un campo ben regolamentato dal Codice del Consumo ma che le società, particolarmente le aziende che vendono energia (gas e luce) spesso sono irrispettose delle norme che regolano questa tipologia di vendita. La maggior parte di queste società non conosce e non rispetta il “Codice del Consumo” e successive modificazioni, che stabilisce precisi criteri. E l’ignoranza della materia giuridica porta frequentemente queste società ad agire illegalmente . Il caso più frequente è quello della registrazione telefonica verbale della vendita di un servizio senza l’obbligo di inviare un regolare contratto di utenza ed attendere l’accettazione e la firma del cittadino interessato, senza la quale il contratto non ha nessuna validità. Chiarissimo, in proposito, è l’ Art. 57 “FORNITURA NON RICHIESTA” del “Codice del Consumo” . Si legge, infatti, che “il consumatore non è tenuto ad alcuna prestazione corrispettiva in caso di fornitura non richiesta. In ogni caso l’assenza di risposta non implica consenso del consumatore”. “Salve le sanzioni previste dall’Art 62 (del Codice del Consumo) ogni fornitura non richiesta di cui al presente articolo costituisce pratica commerciale scorretta ai sensi degli articoli 21, 22, 23, 24, 25 e 26”. E proprio questi articoli del Codice del Consumo sono inseriti alla Sezione I e alla Sezione II come “Pratiche Commerciali Ingannevoli” e “Pratiche Commerciali Aggressive”. Ciò implica che la materia in questione è demandata, per il suo rispetto, all' Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato” (Antitrust) il cui compito è di sanzionare, pesantemente, tutti i comportamenti illegali di molte società che, operando nel libero mercato, sono convinte di essere al di sopra e al di fuori delle leggi del nostro Stato di Diritto. Autorizzazione del Tribunale di Reggio Emilia n° 1006 del 05/06/2000 Caccia al tesoro per i pensionati: prova ad ostacoli per avere " il CUD” SPAZIO A CURA DELLA COLDIRETTI: SPESA AL RISPARMIO. Il 'DECALOGO SALVA-TASCHE' di Coldiretti 26 Una voce fuori dal coro a difesa di EQUITALIA 29 SEDI CONFCONSUMATORI DELL'EMILIA ROMAGNA QUESTA RIVISTA È DOCUMENTO DI INTERESSE CULTURALE DESTINATA ALL'USO PUBBLICO (LEGGE 15 APRILE 2004, N°106) SPECIALE: AGENDA ALIMENTARE (parte I) 3 l’informazione del consumatore I CAMBIAMENTI STRUTTURALI NEL MONDO PRODUTTIVO Il mercato del lavoro è, negli ultimi anni, radicalmente cambiato, non solo per effetto della crisi economica, ma anche per i cambiamenti strutturali nel mondo produttivo. L’innovazione tecnologica e organizzativa fa sì che l’evoluzione delle conoscenze sia velocissima e richieda ai lavoratori un continuo cambiamento e flessibilità rispetto alle loro mansioni, orari, luoghi, retribuzione, tipo di contratto, azienda. Ciò significa, però, che non si possa più parlare di “posto” ma di “percorso” di lavoro, ormai per tutte le categorie di lavoratori. Crescono i rapporti di lavoro non standard, termine che si riferisce tipicamente a tutte quelle forme di lavoro che non sono caratterizzate da tre componenti tradizionali: lavoro a tempo pieno, presenza di un unico datore di lavoro e contratto a tempo indeterminato. L’occupazione non standard, a partire dagli anni ‘70, è cresciuta in maniera rilevante in tutti i Paesi sviluppati, cui ha fatto seguito una diminuzione consistente dei rapporti di lavoro full-time a tempo indeterminato. Si assiste a un aumento del turnover e a una diminuzione della durata dei contratti e il lavoratore, anche quello assunto a tempo indeterminato, non può più aspettarsi (di fatto) di rimanere impiegato per tutta la vita nella stessa azienda con la garanzia di una crescita professionale lenta e strutturata. In questo nuovo contesto il lavoratore deve essere pronto al cambiamento e disposto a un percorso di conoscenza continuo: un “percorso lavorativo” può svolgersi in settori e con mansioni molto diverse e richiedere competenze e conoscenze anche piuttosto distanti tra loro. Perché, nel contesto sopra descritto, il lavoratore sia comunque in grado di sperimentare un percorso di carriera in crescita nel tempo, sia in termini di reddito sia di professionalità, è necessario che le persone acquisiscano competenze, conoscenze e abilità spendibili nel mercato e non più solo all’interno di una singola azienda, che si riconoscano pienamente nel proprio lavoro, che maturino un atteggiamento rivolto all’apprendimento attivo sul posto di lavoro, che abbiano ampie reti sociali e che sviluppino una maggiore responsabilità personale per la gestione della carriera lavorativa. Questo è quanto ha confermato il Rapporto 2012/13 della Fondazione per la Sussidiarietà, quest’anno intitolato “Sussidiarietà e… neolaureati e lavoro”, nato dalla collaborazione con il Dipartimento di Sociologia dell’Università Cattolica e con il Consorzio interuniversitario AlmaLaurea. Il Rapporto analizza 4 le strategie con cui i giovani laureati affrontano la transizione dall’istruzione al mondo del lavoro, le loro aspirazioni, il livello di intraprendenza e adattabilità e l’impatto che il capitale sociale a loro disposizione (reti famigliari, sociali, associative) ha sull’accesso al mercato del lavoro e sulla mobilità sociale. Dall’indagine emerge che l’11% degli studenti sono "rassegnati", poco disposti ai cambiamenti; il 35% sono “adattivi ma deboli”, poco intraprendenti durante gli studi, ma abbastanza flessibili nella ricerca del lavoro. Tuttavia, la maggioranza dei laureati, sia i “precari in cerca di gloria” (39,6%) che le “élites intraprendenti” (14,5%) sono stati pro-attivi durante gli anni di università e sono disposti a impegnarsi in diverse direzioni per ottenere un lavoro adeguato. Sono persone che hanno fatto stage, hanno passato un periodo più o meno lungo all'estero e hanno collaborato attivamente alla didattica attraverso iniziative realizzate in aggregazioni studentesche. Sono persone disposte a cambiare residenza, fuori regione o addirittura all'estero e cercano il lavoro in modo attivo interloquendo con agenzie, rispondendo ad annunci, pronti a cogliere tutte le opportunità. Sono persone che cercano nel lavoro, prima che la stabilità, la possibilità di imparare. Questi laureati trovano lavoro più facilmente, hanno migliori retribuzioni e sono più appetibili per le aziende. Non è detto che trovino lavoro subito, devono affrontare un tempo di precariato, coscienti che il lavoro è più un percorso che un posto, e non si fanno spaventare dalle sirene di certo assistenzialismo, ma sono disposti a cambiare. La loro è una presa di coscienza del valore della capacità di agire, rispetto all'ideologia che scommette sulla forza meccanica di un mercato anonimo o sui poteri taumaturgici di uno Stato assistenziale. Il laureato attivo in università, adattabile, collaborativo nella ricerca del lavoro, aperto ai rapporti e inserito in un m o n d o associativo appare quello p i ù adatto alla sfida dei tempi, più aperto alle potenzialità del principio di sussidiarietà, fattore di speranza per i nostri sistemi universitario e del lavoro, in quanto atto a liberare le energie positive e costruttive degli attori in campo. Di grande aiuto nell’incrementare le possibilità di collocamento dei neolaureati sono infatti le iniziative sussidiarie delle stesse università e quelle di realtà sociali studentesche e non. Le potenzialità di tale principio, per lo più ancora da percorrere, riguardano infatti anche il rapporto tra enti pubblici e università, così come tra università e altri corpi sociali intermedi, legati al territorio e con diverse funzioni sociali, tra cui le realtà non profit quali, associazioni studentesche, fondazioni private, ecc. A questo proposito è utile ricordare che l’istituzione universitaria italiana gode di una speciale autonomia, sancita da norme costituzionali e legislative, che offre opportunità non ancora pienamente esplorate. [Giorgio Vittadini] Presidente Fondazione per la Sussidiarietà LA RIFORMA degli ammortizzatori sociali Con il 1° gennaio 2013, sono state istituite due nuove forme di tutela per i lavoratori, in caso di cessazione del rapporto di lavoro: l’A.S.p.I (Assicurazione sociale per l’impiego) e la mini-Aspi, in relazione ai nuovi eventi di disoccupazione verificatisi a partire da tale data. Essa si applica a tutti i lavoratori dipendenti, compresi gli apprendisti e i soci lavoratori di cooperativa, mentre sono esclusi i dipendenti a tempo indeterminato delle pubbliche amministrazioni; infine restano esclusi dal campo di applicazione della nuova normativa gli operai agricoli, per i quali permane in vigore la disciplina attuale. La nuova A.S.p.I. è corrisposta ai soggetti che si trovino involontariamente in uno stato di disoccupazione, ai sensi dell’art. 1 co 2 lett. c) d.lgs. 181/2000, e che possano far valere almeno due anni di assicurazione ed un anno di contribuzione nel biennio precedente il periodo di disoccupazione. L’importo di questo trattamento dipende dalla retribuzione imponibile ai fini previdenziali degli ultimi due anni del lavoratore interessato ed è, comunque, pari al 75% nei casi in cui la retribuzione mensile sia pari o inferiore all’importo di 1.180 euro mensili (valore soggetto a rivalutazione annua sulla base della variazione dell’indice Istat dei prezzi al consumo per le famiglie degli operai e degli impiegati). Nel caso in cui la retribuzione mensile risulti superiore a 1.180 euro, l’indennità è pari al 75% del predetto importo, più un’ulteriore quota pari al 25% della differenza tra la retribuzione mensile e l’importo suddetto (1.180 euro). In ogni caso l’indennità Aspi non potrà essere superiore a 1.119,32 euro. Dopo i primi sei mesi di erogazione, il trattamento è soggetto ad una riduzione dell’importo del 15% dal sesto al dodicesimo mese, e di un ulteriore 15% dopo il dodicesimo mese di fruizione. La liquidazione dell’A.S.p.I., avviene dietro presentazione del lavoratore avente diritto, di un’apposita domanda, da inviare esclusivamente in via telematica all’Inps, entro due mesi dalla data di spettanza del trattamento, a pena di decadenza Quanto alla durata di tale forma di sostegno al reddito, essa muta in relazione all’età dei soggetti percipienti: per un periodo massimo di 12 mesi ai lavoratori di età inferiore ai 55 anni, 18 mesi per i lavoratori di età pari o superiore ai 55 anni. La mini-ASpI è una prestazione analoga all’indennità di disoccupazione con requisiti ridotti, che viene sostituita da essa, con riferimento ai periodi lavorativi del 2012 nelle prestazioni liquidate a decorrere dal 1° gennaio 2013. Come l’A.S.p.I., anch’essa interessa tutti i lavoratori dipendenti, compresi apprendisti e soci lavoratori di cooperative che abbiano stabilito successivamente al rapporto associativo un rapporto di lavoro in forma subordinata. Sono esclusi i dipendenti a tempo indeterminato delle pubbliche amministrazioni, mentre ne hanno diritto quelli con contratto a termine. Infine restano esclusi anche gli operai agricoli a tempo determinato o indeterminato, per i quali trovano applicazione le discipline vigenti. I requisiti per l’erogazione della miniASpI prevedono che il lavoratore possa far valere il versamento di almeno 13 settimane di contribuzione negli ultimi 12 mesi; non occorre, invece, possedere una predeterminata anzianità contributiva. Sono, in ogni caso, esclusi dal campo di applicazione della mini-ASpI i lavoratori che siano cessati dal rapporto di lavoro per dimissioni o risoluzione consensuale del rapporto di lavoro, fatti salvi i casi in cui quest’ultima sia intervenuta nell’ambito della procedura di conciliazione prevista dall’art. 7 L. 604/1966 (licenziamenti economici). L’importo della mini-ASpI è lo stesso dell’A.S.p.I. e la domanda deve essere inoltrata all’Inps con le medesime modalità. La mini-ASpI è corrisposta mensilmente per un numero di settimane pari alla metà delle settimane di contribuzione dell’ultimo anno, detratti i periodi di indennità eventualmente fruiti nel periodo. I soggetti beneficiari decadono dal diritto alla fruizione dell’A.s.p.I. o della mini-ASpI, nel caso di inizio di un’attività lavorativa in forma autonoma, senza preventiva comunicazione all’Inps, raggiungimento dei requisiti pensionistici, acquisizione del diritto all’assegno di invalidità, perdita dello stato di disoccupazione. La decadenza, si realizza dal momento in cui si verifica l’evento che la determina, e comporta l’obbligo di restituzione dell’indennità percepita indebitamente. [Giovanni Costa] Dottorando di Ricerca in Diritto del Lavoro E Relazioni Industriali nell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano l’informazione del consumatore L’A.S.p.I. sostituirà a regime (1°gennaio 2016) l’indennità di mobilità, l’indennità di disoccupazione non agricola a requisiti normali e ridotti, l’indennità di disoccupazione speciale edile. Largo Marco Gerra, n°3 Piano 6 (Campanello n°26) 42124 Reggio Emilia tel: 0522 451719 fax: 0522 540206 Email: [email protected] L’UNIONE INQUILINI PROPRIETARI - UTENTI CASA è un sindacato che assiste e tutela coloro che hanno problemi abitativi e di locazione di vario tipo Predisposizione e registrazione dei contratti d’affitto di qualsiasi tipo Aggiornamenti annuali degli affitti sulla base dei dati ISTAT Soppralluoghi e perizie tecniche di qualsiasi tipo i nostri uffici sono APERTI AL PUBBLICO il martedì e il giovedì dalle ore 9, 30 alle 12, 30 e dalle 16, 00 alle 19, 30. il lunedì e il mercoledì 16, 00 -19, 30. www.unioneinquilini.it [OPERA DELL'ARTISTA SONIA NOTARI] 5 “WEB TV” l’informazione del consumatore “WEB TV” “WEB TV” OVVERO LA POSSIBILITÀ DI ASCOLTARE, OVVERO LA POSSIBILITA’ VEDERE E COMPRENDERE I TANTI TEMI I DI ASCOLTARE, VEDERE E COMPRENDERE TANTITUO TEMI SOCIALI DEL SOCIALI DEL TERRITORIO. TUO TERRITORIO. VUOI SAPERNE DI PIÙ? VUOI ESSERE AGGIORNATO\A SU QUANTO ACCADE NELLA TUA CITTÀ? Collegati al nostro sito e rivolgiti alla nostra sede sita in: Largo Marco Gerra, n°3 Piano 6 (Campanello n°26) 42124 Reggio Emilia Tel. 0522-580045. www.confconsumatori-er.it 6 l’informazione del consumatore NUOVO SERVIZIO PER I CONSUMATORI. La nostra associazione ha avviato una collaborazione, con una rubrica domenicale che viene pubblicata dal giornale di Modena e Reggio Emilia. Infatti, tutte le domeniche è possibile leggere, sul quotidiano in questione, le domande dei cittadini e le risposte di CONFCONSUMATORI. 7 l’informazione del consumatore 2010, l’anno della scoperta: con l’introduzione nel mese di marzo del Decreto legislativo n.28 e nel mese di ottobre del Decreto ministeriale attuativo n.180, in Italia si manifesta, con decenni di ritardo rispetto alla maggioranza dei Paesi europei, lo strumento della mediazione civile e commerciale. 2011, l’anno dell’esplosione: ri- tenendo che con la mediazione si sia aperta la strada ad un nuovo mercato e a nuovi sbocchi professionali, vengono costituiti centinaia di Organismi e formati decine di migliaia di mediatori. 2012, l’anno dell’esperienza e della delusione: si inizia a fare sul serio, i procedimenti cominciano a fioccare; ci si accorge presto però che, visto l’altissimo numero di mediazioni non partecipate, i conti faticano a tornare e gli Organismi sono per lo più opifici di verbali di mancate comparizioni. Lo sconforto inizia ad espandersi e a fine anno (24 ottobre) arriva la mazzata finale attraverso la sentenza della Corte costituzionale che dichiara illegittima l’obbligatorietà della mediazione per carenza di delega. 2013, L’ANNO ZERO: l’eliminazione dell’obbligatorietà fa crollare il numero di procedimenti e pone gli Organismi di mediazione dinnanzi a due strade: chiudere o ripartire. L’Organismo Eticamente ADR ha scelto la seconda strada in virtù di una convinzione e di una considerazione. La convinzione è che la mediazione è uno strumento che serve per risolvere problemi in tempi assolutamente più rapidi e con costi assolutamente inferiori a quelli necessari per affrontare un giudizio dinnanzi ad un tribunale civile; la considerazione è che, ad oggi, questo strumento è ancora largamente sconosciuto a coloro che avrebbero tutto l’interesse ad utilizzarlo. Quanti cittadini sanno che per affrontare i problemi relativi al condominio in cui abitano, al contratto di locazione della casa in cui vivono o che hanno affittato, a qualunque contratto che hanno stipulato, ad una successione ereditaria, a qualunque danno subito o provocato, a cure mediche e sanitarie, ai contratti che hanno firmato con assicurazioni, banche e con qualunque altro soggetto erogatore di servizi, possono ricorrere alla mediazione? E quanti imprenditori, commercianti o artigiani sanno che per fronteggiare le innumerevoli questioni con clienti, fornitori, soci, dipendenti e banche possono utilizzare uno strumento rapido ed economico? La risposta ad entrambe le domande è: pochi, pochissimi. Per tutto ciò occorre ripartire e lavorare per diffondere la conoscenza della mediazione e del suo utilizzo, rappresentando tale opera un importante servizio reso ai cittadini: un servizio particolarmente importante in un momento di difficoltà economica e di inquietudine sociale che una soluzione ai problemi rapida, poco costosa e non conflittuale può contribuire concretamente ad alleviare. Da questo punto di vista la collaborazione con CONFCONSUMATORI, un’Associazione sensibile ai diritti dei cittadini ed impegnata a risolverne gli innumerevoli problemi, è fondamentale per l’attività di conoscenza e sensibilizzazione dello strumento della mediazione e, ne siamo certi, produrrà importanti risultati. [ANDREA FORLANI] Responsabile Dell’organismo Eticamente Adr www.eticamenteadr.eu [OPERA DELL'ARTISTA STEFANO GRASSELLI] [OPERA DELL'ARTISTA ALESSANDRA BININI] IL 5 PER MILLE ALLA CONFCONSUMATORI DELL’EMILIA-ROMAGNA CODICE FISCALE 91124840355 Già con il 2013 puoi firmare a favore dell’associazione che tutela i diritti dei cittadini. Infatti, la tua firma, a sostegno della Confconsumatori , impegna lo Stato Italiano a versare, dal suo bilancio, il contributo a supporto delle nostre iniziative per assistere le famiglie contro le truffe. BASTA UNA FIRMA SULLA TUA DENUNCIA DEI REDDITI. Confconsumatori Emilia-Romagna 8 EUROPA: c’è l’unificazione monetaria serve quella Politica e Fiscale Anche la tassazione dei redditi di lavoro è varia, manca una normativa europea comune ed uniforme, esistono soltanto leggi nazionali; purtroppo l’Italia ha il primato negativo come risulta dai dati Eurostat. Il differente prelievo fiscale crea forti disparità: in molti Stati i salari sono superiori a quelli Italiani perché sono tassati meno; a parità di costo del lavoro per l’impresa il salario netto per il lavoratore italiano è inferiore perché le trattenute sono superiori,è il cd cuneo fiscale e contributivo che in Italia è troppo alto e andrebbe ridotto. Per l’IVA, nonostante gli aumenti decisi dagli Stati Europei per fronteggiare la crisi, esistono notevoli differenze. In Italia l’aliquota ordinaria è del 21% (dovrebbe aumentare al 22%)in Lussemburgo del 15%, a Cipro del 17%, in Spagna del 18%, in Germania e Olanda del 19%. Le differenze dimostrano come anche questa variabile dipenda dai governi statali che hanno piena autonomia nella modulazione dell’imposta nonostante l’U. E. con la direttiva n.92 del lontano 1977 e col Libro bianco del 1985 raccomandava l’armonizzazione e l’uniformità delle aliquote IVA. L’obbiettivo delle politiche comunitarie era evitare gli effetti distorsivi della concorrenza nel commercio intracomunitario : a parità di imponibile l’aliquota incide sul prezzo al consumo del bene. Un ultimo dato riepilogativo e aggregato : in Italia il carico fiscale e contributivo globale è del 68,3%, la media europea è del 42,6%, in Lussemburgo 21%,a Cipro 23%, in Irlanda 26,4%. La mancata unificazione ed uniformità di tassazione incentiva processi di delocalizzazione di imprese in Stati a fiscalità più favorevole, trasferimenti di società che consentono di produrre profitti all’estero e scaricare perdite in Italia, residenze fittizie, ecc. Mi limito a citare il caso attuale di Cipro; per anni “ paradiso fiscale “ ha attirato investimenti di capitali dall’estero (soprattutto dalla Russia e dall’Inghilterra) offrendo un regime fiscale di gran lunga favorevole in concorrenza, oserei dire sleale, con altre Nazioni; fenomeni distorsivi ma consentiti finchè l’Europa lascerà piena autonomia agli Stati in materia tributaria e,viceversa, non realizzerà una unificazione fiscale adottando un regime uniforme. C’è troppa Europa in materie secondarie,in patto di stabilità e in rigore, in vincoli monetari; poca in politica e ancora meno nell’unificazione dei diversi regimi fiscali. I n Europa c’è una corsa al taglio delle tasse per attrarre imprese, combattere la recessione, aumentare consumi, sviluppo e crescita;spero che non arriviamo ultimi. Il futuro governo oltre a farsi promotore di una politica fiscale europea dovrà abbassare la pressione fiscale e contributiva; per farlo non c’è altro sistema che: combattere l’enorme evasione (che fisiologicamente si ridurrebbe con aliquote più basse) ma sopratutto riducendo drasticamente la spesa pubblica improduttiva e i tanti sprechi tuttora esistenti. [Renato Forenza] Ex Dirigente Dell’agenzia Delle Entrate l’informazione del consumatore In questo periodo aumentano le critiche all’Europa, si diffondono voci (anche autorevoli) che la ritengono responsabile della pesante crisi in atto, molti lamentano la supina sudditanza dell’Italia ed alimentano un clima di antieuropeismo abbastanza diffuso. Nella campagna elettorale il tema è stato poco affrontato, avrebbe dovuto avere maggiore attenzione se si considera quanto l’Europa condizioni l’economia italiana e lo farà in misura crescente. Le critiche sono comprensibili; l’adesione all’euro è avvenuta in modo frettoloso e approssimativo, si è risolta in un aumento incontrollato dei prezzi e in una diminuzione generalizzata del potere di acquisto. Non credo che si possa tornare indietro; uscire dall’euro creerebbe più danni di quelli già verificatisi; preso atto che è un processo irreversibile i nostri rappresentanti parlamentari dovrebbero impegnarsi a correggerlo e migliorarlo. E’ stata creata una struttura istituzionale sovranazionale (di enormi dimensioni e costi) ma l’unificazione è stata in gran parte limitata al sistema economico e monetario; molti giustamente ne lamentano la mancanza in politica estera, di difesa con un esercito unico ecc. Poche o nessuna voce ho sentito sulla unificazione fiscale, sull’adozione di un sistema omogeneo di tassazione tra gli Stati appartenenti: tra loro esistono evidenti disparità. E’ su questo argomento che voglio fare alcune brevi e sintetiche considerazioni. Nella classifica del carico fiscale sulle imprese l’Italia è il peggior paese europeo, le aziende italiane pagano più tasse delle concorrenti straniere; siamo i primi in Europa. La tassazione media sulle imprese nell’Europa è del 22,75% in Italia del 31,4% la più alta nelle UE; Cipro ha la più bassa, è del 10% In Irlanda vige un regime fiscale favorevole alle imprese con una imposizione del 12,50% In Inghilterra già nel 2012 la “ corporate tax “ era stata ridotta dal 26% al 24%; con l’ultima legge finanziaria scenderà al 21% nel 2014 e al 20% nel 2015. In Finlandia scenderà gradualmente dal 24,5% al 15%. [OPERA DELL'ARTISTA ALFONSO BORGHI] 9 l’informazione del consumatore AVVISO AI LETTORI ‘’ CASA M. I. A L’INFORMAZIONE DEL CONSUMATORE’’ E’ una rivista di interesse culturale destinata all’uso pubblico: legge 15 Aprile 2004, n. 106. Il centro nazionale ‘’ INTERNATIONAL STANDARD SERIAL NUMBER’’ (ISSN) ha riconosciuto la nostra pubblicazione periodica assegnando il codice: ISSN 2279 – 9648 CHE COS’E’ L’ISSN? La nostra rivista è, dallo scorso numero, dotata di ISSN: ma cosa significa questa strana sigla? 'ISSN (acronimo di International Standard Serial Number) è il numero internazionale che identifica i periodici, come quotidiani o riviste, a stampa o elettronici, e permette di standardizzare le classificazioni, ad esempio nelle biblioteche. L'ISSN, dunque, non è "un altro numero amministrativo". L'ISSN si differenzia dall'ISBN dei libri ed è attribuito da specifici organismi. Come codice di identificazione numerico standardizzato, l'ISSN trova applicazione nelle procedure automatizzate destinate ad aggiornare e relazionare archivi nonché nel recupero e trasmissione di dati. L'ISSN è attribuito gratuitamente a ogni pubblicazione secondo la seguente definizione ISO 3297: “È una pubblicazione in serie, ogni tipo di pubblicazione, su ogni forma di supporto, che è pubblicata in fascicoli o volumi successivi, che si susseguano in generale numericamente o cronologicamente, in una durata non limitata in anticipo. Tale definizione esclude i lavori destinati ad essere pubblicati in un numero finito di parti. L'ISSN è applicabile all'insieme delle pubblicazioni in serie, siano esse passate, presenti o che debbano essere pubblicate in un futuro prevedibile, qualsiasi sia il supporto fisico della pubblicazione. Le pubblicazioni in serie comprendono i periodici, giornali, pubblicazioni annuali (come relazioni, annuari, inventari), riviste, collezioni, memorie, resoconti, atti, etc. delle società.” Per una pubblicazione in serie l'ISSN è un elemento fondamentale tanto quanto il titolo. Come codice leggibile ad occhio nudo, consente a studenti, ricercatori, specialisti dell'informazione e bibliotecari di riferirsi in maniera precisa ad una determinata pubblicazione in serie. Nelle biblioteche l'ISSN è usato per identificare il titolo di un periodico, per fare ordini, verificare gli arrivi e chiedere i fascicoli mancanti, per il prestito interbibliotecario, per i cataloghi collettivi, etc. comunicazione tra editori e distributori utile e economico, poiché rende i sistemi di distribuzione commerciale più rapidi ed efficienti, grazie soprattutto all'utilizzazione dei codici a barre e allo scambio di dati elettronici (Electronic Data Interchange, EDI). L’ISSN, infine, così come il suo omologo ISBN dei libri, fornisce una sorta di ufficialità agli scritti presenti in pubblicazioni dotate di tale codice e consente agli autori di utilizzare i relativi articoli a fini accademici, professionali, concorsuali e curriculari. L’aver dotato la nostra rivista di ISSN rappresenta perciò un’ulteriore garanzia per chi la legge ed un’ulteriore opportunità per chi la scrive. [LA REDAZIONE] Note tratte da Wikipedia e da Centro Italiano ISSN L'ISSN, pertanto, è uno strumento fondamentale per un'efficiente gestione della acquisizione e fornitura dei documenti. Inoltre l'ISSN è anche uno strumento di 10 LA NUOVA INDENNITÀ UNA TANTUM PER I CO. CO. PRO. • Periodo di disoccupazione ai sensi dell’art. 1 comma 2 lett. c) d.lgs. 181/2000 ininterrotta di almeno due mesi nell’anno precedente. L’indennità è pari ad una somma del 5% del minimale annuo di reddito imponibile ai fini del versamento dei contributi previdenziali degli artigiani e commercianti moltiplicato per il minor numero tra le mensilità accreditate l’anno precedente e quelle non coperte da contribuzione (per il 2012 il minimale contributivo corrisponde a 14.930 euro). L’indennità è liquidata in un’unica soluzione se l’importo è pari od inferiore a 1.000 euro, ovvero in importi mensili fino a 1.000 euro, se di un ammontare minore. Per il triennio 2013-2015 è prevista una disciplina transitoria, in particolare, valgono alcune deroghe: • Monocommittenza: svolgimento dell’attività lavorativa con un unico committente; • Reddito lordo complessivo soggetto a imposizione fiscale compreso tra 5.000 e 20.000 euro; • Il requisito di almeno quattro mensilità di contribuzione alla gestione separata INPS nell’anno precedente è stato ridotto a tre mensilità; • Accredito contributivo nell’anno di riferimento di almeno una mensilità; • La misura dell’indennità è più elevata, essendo stata fissata nel 7% del minimale di reddito sovraesposto. • Accredito contributivo nell’anno precedente di almeno quattro mensilità; STUDIO MARCO FERRARI Via Guido Riccio Fogliani, 26/3 42124 Reggio Emilia Cell.: 347/0090150 Tel 0522/745779 - Fax 0522/015363 e-mail: [email protected] IMPORTANTE! Vai sul sito della Confconsumatori dell’ Emilia Romagna www.confconsumatori-er.it • Fonte: relazione tecnica Governo Mesi accreditati Compensi lordi Misura indennità 2013-2015 Misura indennità dal 2016 3 3.733 euro 3.135 euro 3.135 euro 4 4.977 euro 4.180 euro 2.896 euro 5 6.221 euro 5.226 euro 3.733 euro 6 7.465 euro 6.271 euro 4.479 euro 7 8.709 euro 5.226 euro 3.733 euro 8 9.953 euro 4.180 euro 2.986 euro 9 11.198 euro 3.135 euro 2.240 euro 10 12.442 euro 2.090 euro 1.493 euro 11 13.686 euro 1.045 euro 747 euro 12 14.930 euro --- • • • Per gentile concessione dell'editore troverai tutte le riviste pubblicate precedentemente. Dei servizi speciali televisivi; Le nostre web-cam; Lettere e documenti vari. VIENI A TROVARCI l’informazione del consumatore Come noto, la legge n. 92/2012 -c.d. Fornero- introduce grandi modifiche nell’ambito del sistema degli ammortizzatori sociali: una di queste riguarda l’indennità “una tantum", ossia la possibilità di richiedere un sussidio per tutti coloro che nel corso dell’anno precedente avevano un contratto di lavoro a progetto. La nuova disciplina prevede l’erogazione di un’indennità a favore di quei lavoratori parasubordinati, che siano iscritti in via esclusiva alla gestione separata INPS, con esclusione dei soggetti di cui all’art. 1 comma 212 l. 662/1996 (titolari di reddito da lavoro autonomo) alle condizioni di seguito esposte: --[Giovanni Costa] Dottorando di Ricerca in Diritto del Lavoro E Relazioni Industriali nell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano 11 12 l’informazione del consumatore 13 l’informazione del consumatore 14 l’informazione del consumatore 15 l’informazione del consumatore 16 l’informazione del consumatore 17 l’informazione del consumatore l’informazione del consumatore PATERLINI ASCENSORI • Vendita • Montaggio • Manutenzione • Un’azienda artigiana specializzata nell’installazione - manutenzione e gestione negli impianti ascensori. • Predispone preventivi gratuiti e fornisce servizi “chiavi in mano” • Sottoscrive convenzioni con condomini a prezzi agevolati PATERLINI ASCENSORI Via Chiloni, 15 42100 Reggio Emilia Tel: 0522 268217 - Fax: 0522 046885 Cell: 327 8271243 Manutenzione Immobiliare Assistita •Gestioni condominiali •amministrazione immobiliare; •assistenza contrattuale; •consulenze condominiali, •Amministrazione immobiliar; •Consulenza energetica; •Impianti di: riscaldamento, condizionamento, impianti idraulici sia civili che industriali, elettrici sia civili che industriali, antiintrusione, allarme e videosorveglianza. •Installazione e manutenzione ascensori e montacarichi condominiali e ascensori familiari; Preventivi gratuiti •Pavimentazioni esterne; •Giardini; •Manutenzioni e risanamenti; •Rifacimenti e ristrutturazioni; •Opere di urbanizzazione; •Opere civili in genere e specialistiche; •Opere civili di finitura. 18 CASA MIA: Largo Marco Gerra, n°3 - Piano 6 (Campanello n°26) - 42124 Reggio Emilia email: [email protected] - tel: 0522 451719 fax: 0522 540206 - sito: www.casamiacoop.it DECRETO BALDUZZI E RESPONSABILITÀ IN AMBITO SANITARIO Possono essere pertanto avanzate due ipotesi: siamo di fronte ad una delle tante “lacune” del legislatore, oppure quest’ultimo ha operato una scelta consapevole volta a qualificare la responsabilità del sanitario non più come contrattuale ma come aquiliana (o extracontrattuale), superando la consolidata giurisprudenza in materia. A ciò si aggiunga un’altra incongruenza: in una norma che si occupa di responsabilità penale, il legislatore ha fatto un riferimento anche al codice civile, richiamando del tutto incomprensibilmente l’art. 2043, nonché introducendo un parametro di determinazione del danno non propriamente chiaro. In merito alle c.d. linee guida, queste sono condizionate non solo dalle primarie esigenze del malato, ma anche e sempre più spesso dai criteri di gestione economica delle strutture ospedaliere, che purtroppo non tengono in debita considerazione il principio costituzionalmente garantito del diritto alla salute. A ciò si aggiunga che la casistica medica è troppo varia per essere ricondotta a modelli e casi standard predefiniti. Infine, in merito alla quantificazione del danno, è opportuno svolgere alcune considerazioni. Per quanto riguarda il riferimento formulato dalla norma cit. all’art. 2043 c.c., fermo restando che il sistema di responsabilità civile accolto in generale dal nostro ordinamento mira soltanto alla riparazione del torto e non alla punizione del colpevole, andrebbe osservato che, in realtà, il danno patrimoniale (cui soltanto si riferisce l’art. 2043) prendendo di mira la perdita subita ed il mancato guadagno, non può essere certamente graduato (secondo l’art. 3 Cost.) in relazione alla colpa dell’autore; e neppure può essere graduato il risarcimento del danno biologico, quanto meno nella sua componente c.d. statica. L’unico aspetto del danno suscettibile di essere graduato in funzione all’elemento soggettivo del fatto illecito potrebbero essere le c.d. componenti dinamiche del danno biologico, i danni esistenziali, e soprattutto il danno morale, in quanto sicuramente le sofferenze soggettive subite dalla vittima dell’illecito possono in concreto atteggiarsi in forme più gravi e dolorose se chi le ha inferte ha agito con colpa grave o addirittura con dolo, piuttosto che con colpa lieve. Detto ciò, ancor più importante mi sembra osservare che il legislatore, sostenendo che resti “fermo l’obbligo di cui all’articolo 2043 del codice civile”, contrasta in maniera palese con la ricostruzione operata dalla giurisprudenza dal 2003 in avanti, ovvero dalle “famose sentenze gemelle” della Cassazione e mai più derogate, che definiscono il sistema risarcitorio come bipolare, all’interno del quale l’art. 2043 c.c. si riferisce soltanto al danno patrimoniale, mentre è l’art. 2059 c.c. che si riferisce al danno non patrimoniale. Da ciò consegue che la norma così come formulata assume in realtà un significato contraddittorio: il giudice, infatti, non solo non potrà più condannare penalmente il medico che ha agito con colpa lieve, ma nemmeno potrà più liquidare alcuna sorta di danno non patrimoniale (alla salute, morale, esistenziale) alla vittima, perché la legge fa salvo soltanto l’art. 2043 c.c. e, dunque, il solo danno patrimoniale. Come spesso accade, c’è da auspicarsi che i giudici applichino in maniera “oculata” la nuova normativa, tenendo in considerazione, nell’interesse del malato, anche quelle condotte sanitarie che ancora non possono definirsi “buone pratiche accreditate dalla comunità scientifica”, ma che tuttavia risultano positive per il raggiungimento dei risultati terapeutici. [Avv. Roberta Li Calzi] ([email protected]) l’informazione del consumatore N e ll a G a z ze t t a n. 263 del 10 novembre 2012 è stata pubblicata la Legge n. 189/2012 recante “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 13 settembre 2012, n. 158, recante disposizioni urgenti per promuovere lo sviluppo del Paese mediante un più alto livello di tutela della salute”. Di particolare interesse risulta l’art. 3 del c.d. Decreto Balduzzi in tema di responsabilità in ambito sanitario: “L’esercente la professione sanitaria che nello svolgimento della propria attività si attiene a linee guida e buone pratiche accreditate dalla comunità scientifica non risponde penalmente per colpa lieve. In tali casi resta comunque fermo l’obbligo di cui all’art. 2043 del codice civile. Il giudice, anche nella determinazione del risarcimento del danno, tiene debitamente conto della condotta di cui al primo periodo”. La nuova disciplina si propone di dirimere un contrasto giurisprudenziale che si protrae da tempo, volto ad individuare il ruolo da attribuire alle indicazioni terapeutiche contenute nelle linee guida dedicate agli esercenti una professione sanitaria. Alcuni giudici avevano infatti stabilito che fosse ravvisabile una responsabilità per colpa in danno al paziente ogni volta che l’attività del sanitario si discostava dalle linee guida; al contrario, altre pronunce non attribuivano alle stesse linee guida un ruolo così decisivo e discriminante, stante la varietà della casistica clinica. Tale normativa individua oggi la responsabilità del sanitario nei soli casi di dolo e colpa grave, escludendo quindi la colpa lieve, quando, in presenza di un danno al paziente, il sanitario dimostri di essersi attenuto alle indicazioni fornite dalle linee guida e dalle buone pratiche accreditate dalla comunità scientifica nazionale e internazionale. Alla luce della nuova legislazione, l’osservanza delle linee guida e delle buone pratiche accreditate dalla comunità scientifica costituisce apparentemente una “scusante”, limitatamente alla sussistenza della colpa lieve, sul versante della responsabilità penale. Sul versante della responsabilità civile, la nuova formulazione richiama l’art. 2043 del codice civile (“risarcimento per fatto illecito”) pur rientrando da tempo l’intero ambito della responsabilità sanitaria nella responsabilità di tipo contrattuale, a partire dalla sentenza n. 589/1999 della Corte di Cassazione che, come noto, ha sancito l’applicabilità in questo settore della teoria del “contatto sociale”. [OPERA DELL'ARTISTA VAINER MARCONI] 19 l’informazione del consumatore I COMUNI E LE CASE DI CURA CONVENZIONATE NON POSSONO PIÙ CHIEDERE LA RESTITUZIONE DELLE RETTE DI RICOVERO DELLE PERSONE AFFETTE DAL MORBO DI ALZHEIMER È ormai da lungo tempo che ci occupiamo delle rette di ricovero degli ultrasessantacinquenni non autosufficienti, sostenendo che le norme in materia, in primo luogo l’art. 23 della legge n. 328/2000, “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali”, siano di cristallina chiarezza nell’escludere che ai parenti, figli o nipoti, possa essere richiesto alcunché. Oggi si deve esaminare un’altra analoga questione: se gli enti pubblici o le case di cure convenzionate possano far pagare al malato o al parente la retta per il ricovero di una persona affetta dal morbo di Alzheimer. Sulla questione si è pronunciata la Corte di Cassazione, con sentenza n. 4558 del 22 marzo 2012, statuendo che la retta deve essere a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Con l’effetto che il Comune non può rivalersi sul malato o, se questi è nel frattempo deceduto, sui suoi parenti. La vicenda decisa dalla S.C. prendeva le mosse da una domanda di restituzione, avanzata dai figli di una persone malata di Alzheimer, di quanto versato al Comune a titolo di quota sociale per la degenza in RSA. Nel giudizio di primo grado davanti al Tribunale di Treviso il Comune, da parte sua, aveva chiesto la condanna dei tenuti agli alimenti al pagamento della retta. Quel giudice aveva dato torto ai figli, perché –a suo avviso- “le prestazioni fornite alla persona degente in RSA –malata di Alzheimer- avevano carattere sia sanitario che assistenziale e che, in relazione al secondo aspetto, esse gravavano sul Comune solo nell’ipotesi di indigenza della persona assistita”. La Corte d’appello di Venezia ha riformato la sentenza, dando invece ragione ai familiari della persona degente. Secondo i giudici di appello infatti, “la natura di carattere sanitario delle prestazioni eseguite nei confronti della Z., gravemente affetta dal morbo di Alzheimer e sottoposta a terapie continue, a fronte delle quali le prestazioni di natura non sanitaria assumevano un carattere marginale e accessorio.” Il Comune ricorreva allora in Cassazione rilevando che la Corte d’Appello non aveva tenuto in debito conto le determinazioni comunali e regionali sulla ripartizione delle quota, sanitaria e sociale: “La pretesa dell’ente territoriale a ben vedere si fonda principalmente sulla scindibilità delle prestazioni di natura sanitaria effettuata nei confronti della paziente ricoverata da quelle poste a carico del Comune e quindi, di natura meramente assistenziale, virtualmente recuperabili mediante azioni di rivalsa.”. La Cassazione si è schierata con le famiglie dei malati di Alzheimer, affermando che quando ci sono condizioni di salute che richiedono una «stretta correlazione» tra «prestazioni sanitarie e assistenziali, tale da determinare la totale competenza del Sevizio sanitario nazionale», non «vi è luogo per una determinazione di quote nel senso invocato dal Comune di Carbonera». Una simile distinzione tra gli aspetti della cura e quelli dell’assistenza, spiega la Suprema Corte, «presuppone una scindibilità delle prestazioni» che non ricorre nell’ipotesi dei malati di Alzheimer, che hanno bisogno di una «stretta correlazione» di prestazioni sanitarie e assistenziali, con «netta prevalenza degli aspetti di natura sanitaria». Inutile che il Comune abbia fatto presente che la giunta comunale si era adeguata alla Regione che suddivide il budget in quote giornaliere di spesa sanitaria rimborsabile, ad esclusione dei costi di assistenza. Per la Cassazione, in fatto di sanità la legge che più conta «è il nucleo irriducibile del diritto alla salute protetto dalla Costituzione come ambito inviolabile della dignità umana». La Corte, che sul punto ha confermato una decisione precedente, è partita dall’assunto dell’esigenza di un’interpretazione che tenga conto del nucleo irriducibile del diritto alla salute protetto dalla Costituzione come ambito inviolabile della dignità umana: “In tale quadro, ed alla luce del principio affermato, in linea generale, dalla legge di riforma sanitaria, che prevede la erogazione gratuita delle prestazioni a tutti i cittadini, da parte del servizio sanitario nazionale, entro i livelli di assistenza uniformi definiti con il piano sanitario nazionale (L. n. 833 del 1978, artt. 1, 3, 19, 53 e 63), di per sé ostativa a qualsiasi azione di rivalsa (Cass., 26 marzo 2003, n. 4460), la lettura della norma contenuta nella L. n. 730 del 1983, art. 30 deve effettuarsi, per altro in maniera conforme al tenore letterale della disposizione, nel senso di ritenere che gli oneri delle attività di rilievo sanitario connesse con quelle socio assistenziali sono a carico del fondo sanitario nazionale. In tale prospettiva si è consolidato un indirizzo interpretativo del tutto omogeneo, tale da costituire diritto vivente, nel senso che, nel caso in cui oltre alle prestazioni socio assistenziali siano erogate prestazioni sanitarie, l’attività va considerata comunque di rilievo sanitario e, pertanto, di competenza del Servizio Sanitario Nazionale” Tale interpretazione è in linea con quanto indicato dal D.P.C.M. 8 agosto 1985 soprattutto laddove al punto 1 definisce attività di rilievo sanitario quelle – che richiedono personale e tipologie di intervento propri dei servizi socio assistenziali, purché siano diretti immediatamente e in via prevalente alla tutela della salute del cittadino e si estrinsechino in interventi a sostegno dell’attività sanitaria di cura e/o riabilitazione fisica e psichica del medesimo –“ .Sottolinea la Corte di Cassazione che il diritto alla salute è protetto dalla Costituzione come “ambito inviolabile della dignità umana ed è di per sé ostativo a qualsiasi azione di rivalsa”. Se ne deduce pertanto che nessuna rivalsa può essere posta in essere nei segue» 20 confronti di pazienti e, soprattutto, dei parenti di questi ultimi, dal momento che nella patologia del morbo di Alzheimer, se non sono inscindibili le attività socio assistenziali da quelle sanitarie e la cura dei pazienti, deve essere considerata di rilievo totalmente sanitario e, quindi, -si cita ancora la sentenza -“trattasi di prestazioni totalmente a carico del Servizio Sanitario Nazionale”. Importantissima anche la decisione della S.C. relativamente alla “promessa di pagamento” sottoscritta dai parenti dell’assistito al momento del ricovero, ritenuta nulla perché -si cita ancora la sentenza –trattasi “(indiscutibilmente) di prestazioni totalmente a carico del Sistema Sanitario Nazionale…….”. Arrivati a questo punto della trattazione, devono esaminarsi le conseguenze della sentenza. Ovunque sia o sia stato ricoverato il malato, a meno che lo stesso non avesse preferito una casa di cura privata non convenzionata, nulla può essere a lui richiesto o ai suoi figli se deceduto. Lui o gli eredi possono chiedere la restituzione di quanto corrisposto negli ultimi dieci anni. E chi è il debitore? A chi, in altri termini, può essere chiesta la rifusione? Il Comune se il ricovero è o era presso una RSA comunale, la casa di cura convenzionata se la persona affetta da Alzheimer si trova o trovava in una di queste strutture Mai comunque il Servizio Sanitario Nazionale, che è solo il soggetto tenuto al pagamento del ricovero e nei confronti del quale devono rivalersi il Comune o la casa di cura. Un ultimo problema riguarda il giudice competente per territorio, davanti al quale promuovere eventuali causa di restituzione. Siamo del parere che, essendo il malato un consumatore, sia invocabile il c.d. foro del consumatore, con l’effetto che l’azione andrà esercitata davanti al Tribunale del luogo dove egli risiede, magari – perché no? -, versandosi al cospetto di un giudizio che non richiede una istruzione con il rito semplificato di cui all’art. 702 bis c.p.c. [AVV. GIOVANNI FRANCHI] [FOTOGRAFIA DELL'ARTISTA STEFANO BARTOLI] l’informazione del consumatore [FOTOGRAFIA DELL'ARTISTA STEFANO BARTOLI] 21 l’informazione del consumatore Caccia al tesoro per i pensionati: prova ad ostacoli per avere " il CUD” Da quest’anno tutti gli Enti previdenziali non invieranno più il CUD ai pensionati in formato cartaceo, se non su espressa richiesta dell’interessato. Il pensionato con la sua lauta pensione (neanche rivalutata ) dovrà frequentare corsi di informatica ,dotarsi di computer,stampante,scanner, collegamento ad Internet, casella mail ,posta certificata,cellulare ecc. per scaricare il CUD on line !!! Vediamo il percorso e le difficoltà che i pensionati dovranno superare obbligati da questa che oserei definire , con un pizzico di ironia, caccia al tesoro. 1^ prova: raggiungimento del PIN. Collegarsi al sito HYPERLINK "http://www. inps.it" www.inps.it per richiederlo ; compilare i campi previsti con i dati della tessera sanitaria (CF,generalità, data e luogo di nascita,residenza ) indirizzo di posta elettronica ,numero di telefono fisso o cellulare . Dopo aver inviato la richiesta si riceverà tramite mail o sms la prima parte del PIN di 8 caratteri; la seconda verrà spedita a domicilio . In alternativa il PIN può essere richiesto presso gli Uffici dell’INPS o tramite Contact Center al n. 803164 da rete fissa o al n. 06164164 da cellulare (a pagamento). 2^ prova: dopo qualche giorno arriverà per posta una busta con la seconda parte del PIN (di altri 8 caratteri ) scritta su un bel finto cartoncino azzurro; già a questo punto mi chiedo: nella busta non potevano infilare anche il CUD ? Il codice completo di 16 caratteri va utilizzato soltanto per il primo accesso,con una successiva procedura ne verrà generato uno personale di 8 caratteri che sarà quello da utilizzare in futuro. 3^ prova: dalla Home page bisogna cliccare sul menù " Servizi on line “poi sulla voce " Servizi al cittadino " inserire il CF ed il PIN personale che spesso è fornito in stile indovinello: i caratteri O che compaiono sono una lettera o il numero zero ? Se dopo vari tentativi risolviamo l’indovinello e digitiamo esattamente lettere e numeri finalmente si aprono gli accessi alle finestre del CUD. Provare per credere! 4^ prova: scaricare il CUD. A questo punto chiunque pensa: ci siamo,finalmente la caccia al tesoro è finita !!! Invece ultima sorpresa: dopo qualche tentativo scopri che bisogna cliccare sulla voce " Cud Unificato " (dal 2013 ) e non su " Cud pensionati " (fino al 2012 ) Solo superando quest’ultimo tranello si giunge alla fine di questa…." caccia al tesoro per avere il prezioso CUD “. Per i pensionati ex INPDAP , ex ENPALS, ex IPOST (dipendenti pubblici,dello spettacolo,delle Poste recentemente confluiti nell’INPS ) il percorso è ancora più lungo e complicato ….nel portale ci sono voci e percorsi a loro dedicati. Ai pensionati auguro …..buon divertimento !! Ci sono modalità alternative per ottenere il CUD in formato cartaceo: recandosi all’Agenzia dell’INPS – per posta elettronica per chi ha la casella certificata CEC-PAC inviando una mail all’ indirizzo: richiesta HYPERLINK "mailto:CUD@ postacert.inps.gov.it" CUD@postacert. inps.gov.it - A questo stesso indirizzo si può inoltrare la richiesta del CUD utilizzando la posta elettronica ordinaria allegando alla mail la domanda firmata e la copia integrale di un documento di riconoscimento – rivolgersi e dare mandato ad un CAF,Patronato,ad un professionista abilitato – presso un Ufficio postale aderente al progetto " Reti Amiche " pagando € 3,27 (risparmia l’INPS e pagano i pensionati !)- richiedendolo al n. 803164 gratuito da rete fissa e al n. 06164164 a pagamento da cellulare o al numero verde 800434320 raggiungibile solo da rete fissa e funzionante in modalità automatica senza operatore (con ben note difficoltà di collegamento e con mancanza di interlocutore ). Il CUD può essere rilasciato anche a persona diversa dal titolare, questo dovrà esibire il proprio documento , la delega e la fotocopia del documento dell’interessato. Io mi astengo da commenti ; qualcuno ha sostenuto che in questo modo l’INPS risparmierà sulle spese postali ; non credo, la percentuale di chi vorrà il CUD cartaceo sarà altissima . Così si costringono i pensionati a rivolgersi ai CAF ,ai professionisti,a chiedere aiuto agli altri ; dovranno affrontare code all’INPS, ai patronati che dovranno impiegare personale ,ecc. per un presunto modesto risparmio dell’INPS sulle spese postali; si rendono conto di quanto costi e quanti problemi si creano ai pensionati in preoccupazione,difficoltà, tempo , denaro ecc.? In ben altri e arcinoti campi va ridotta la spesa pubblica, si poteva e si può risparmiare dove non si è risparmiato (chi vuole intendere intenda ). Il sistema informatico può essere adottato per chi ancora è in attività e/o per ricchi megapensionati, ma non per poveri anziani (spesso soli,senza parenti per aiutarli,non autosufficienti ecc.). A chi attribuire la responsabilità di questa riforma ? come al solito il rimpallo sarà tra chi ha approvato la normativa e l’INPS obbligata ad applicarla (un precedente eclatante si è verificato per gli esodati ). Al Ministro competente e agli alti dirigenti lautamente retribuiti ricordo che i cittadini rivendicano semplificazione ; non credo che tra i tanti incarichi affidati al Presidente dell’INPS Dr Mastropasqua uno consista nel tormentare i pensionati adottando provvedimenti del CAS (complicazione affari semplici ) ! [Renato Forenza] Ex Dirigente Dell’agenzia Delle Entrate [OPERA DELL'ARTISTA SONIA NOTARI] 22 IL TUO NEGOZIO DI INFORMATICA VENDITA E ASSISTENZA NTA FERRAME di Davoli Sergio & C. snc Via Eritrea, 8 - Reggio Emilia Tel. 0522/430617 ULTITRACCIA Networking - Digital Printing - Internet Graphic Design - Multimedia - Filemaker Dev PERCORSI DIGITALI :: Internet: dalla registrazione domini a soluzioni complesse integrate con applicativi online. :: Hosting: soluzioni affidabili e sicure appoggiate su server Unix e MacOsX server con banda minima garantita, Retelit partner. la grafica di Multitraccia :: QuickTime media - streaming audio/video. :: Sviluppo soluzioni software online e standalone per la gestione avanzata dei processi aziendali. 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È quanto emerge da una analisi Coldiretti-Swg in riferimento ai dati sul Reddito e risparmio delle famiglie e profitti delle società relativi al 2012 divulgati dall’Istat. Il 51% delle famiglie - sottolinea la Coldiretti - dichiara di riuscire a pagare appena le spese senza potersi permettere ulteriori lussi. C’è però’ anche - continua la Coldiretti - un 40 per cento di italiani che vive serenamente senza particolari affanni economici e l’1% che si può concedere dei lussi. Le difficoltà familiari - sostiene la Coldiretti - si trasferiscono nei consumi e hanno anche toccato la spesa alimentare, in calo del 2% nel 2012. La situazione è peggiorata nell’anno in corso con il crollo della spesa anche per i prodotti base dell’alimentazione con un taglio dei consumi in quantità del 4,2% della frutta, del 3% per gli ortaggi, mentre si registra un calo delle macellazioni delle carni del 7%, nei primi due mesi dell’anno. A diminuire in quantità sono stati anche gli acquisti familiari di parmigiano reggiano del 3,3% anche per la concorrenza dei similgrana con minori garanzie qualitative ma venduti a basso costo. A variare non è stato quindi solo il menu, ma anche il livello qualitativo dei prodotti acquistati con un preoccupante forte aumento della presenza di cibi low cost che non sempre sono in grado di garantire standard di qualità e sicurezza elevati. Quali sono gli accorgimenti per spendere meno senza perdere troppo in qualità? HYPERLINK "http:// www.coldiretti.it/" \t "_blank" Coldiretti propone un “decalogo salvatasche”: 10 espedienti per risparmiare nell'acquisto di cibi e bevande, in un contesto come quello italiano dove tradizionalmente la spesa non MERCATO PIAZZA FONTANESI alimentare è bassa (in media 467 euro al mese per famiglia, il 19% delle spese familiari, dati Swg). Consigli alla portata di tutti, in parte ispirati a quanto gli italiani stanno già praticando nell'ultimo anno. 1• PIANIFICARE LA SPESA In sintesi: stabilire i prodotti che si intendono acquistare e verificare preliminarmente prezzi e offerte nei diversi punti vendita. Questo aiuta principalmente il contenimento dei cosiddetti acquisti d’impulso che, essendo determinati da fattori emozionali, 24 SPAZIO A CURA DELLA COLDIRETTI non tengono conto di alcuni elementi razionali come la convenienza economica o il soddisfacimento di un reale bisogno o utilità. Pone anche l’attenzione sulle offerte poiché su uno stesso prodotto (pasta, yogurt, giusto per citarne qualcuno) presente in vari punti vendita può essere applicato un prezzo che può aumentare anche del 50%. 2• SCEGLIERE PRODOTTI LOCALI E DI STAGIONE In Italia l'88% delle merci viaggia su strada ed è stato stimato che un pasto medio percorre più di 1.900 chilometri su camion, nave o aeroplano prima di arrivare sulla tavola e spesso ci vogliono più calorie in termini energetici per portare gli alimenti al consumatore di quanto il pasto stesso provveda in termini nutrizionali. All'impatto ambientale si aggiunge quello economico per il caro benzina che fa lievitare i costi dei prodotti importati da lunghe distanze spesso fuori stagione. Acquistare prodotti locali garantisce oltre al risparmio anche una maggiore genuinità e freschezza. Questo è un messaggio che non tutti gli italiani hanno ancora recepito dato che le vendite di frutta e verdura HYPERLINK "http:// www.universofood.net/index.php?option=com_content&view =article&id=537:frutta-e-verdura-vendite-in-calo-del-22-negliultimi-10-anni&catid=39:il-settore-alimentare&Itemid=58" \t "_blank" mentre quelle per HYPERLINK "http://www.universofood.net/index.php?option=com_content&view=article&id=467 %3Afrutta-fuori-stagione-come-spendere-di-piu-inquinando-dipiu&Itemid=58" \t "_blank" continua a essere un must banchetti e festeggiamenti. 3• PREFERIRE PRODOTTI SFUSI Le confezioni incidono fino al 30 per cento sul prezzo industriale di vendita degli alimenti e pesano sulle tasche degli italiani spesso più del prodotto agricolo in esse contenuto. Oltre la metà dello spazio della pattumiera nelle case è occupato da scatole, bottiglie, pacchi. Meglio allora comprare prodotti sfusi scegliendo i punti vendita che hanno distributori automatici di latte fresco o di vino, dispenser di pasta, legumi e cereali ma anche prodotti per la pulizia. Il consumatore riempie un contenitore, biodegradabile o riutilizzabile, con la quantità di prodotto desiderata, stampa l’etichetta del prezzo e del peso e va alla cassa a pagare il suo acquisto. 4• TAGLIARE LE INTERMEDIAZIONI Tagliando le intermediazioni si garantisce il miglior rapporto prezzo/qualità e si acquistano prodotti più freschi che durano più a lungo A Reggio Emilia si può contare su 36 mercati contadini e di Campagna Amica ai quali si aggiungono 50 aziende agricole con punto Campagna Amica, 13 agriturismi Campagna Amica, 1 bottega Campagna Amica e alcune in apertura. Nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica si trovano prodotti locali del territorio che non devono affrontare lunghi e costosi trasporti, messi in vendita direttamente dall’agricoltore. SPAZIO A CURA DELLA COLDIRETTI Nella Bottega di Campagna Amica si possono trovare sia i prodotti locali sia quelli di territori più lontani ma con la garanzia della produzione e vendita diretta dall’agricoltore. Gli acquisti diretti dal produttore risultano HYPERLINK "http://www.universofood.net/index.php?option=com_co ntent&view=article&id=502%3Acri si-in-crescita-gli-acquisti-diretti-dalproduttore&Itemid=34" \t "_blank" (+53% nel 2011, dati Istat) perché consentono di risparmiare mantenendo una buona qualità del prodotto. ossibuchi e stufati. Ovvero: utilizzare in cucina anche i tagli di carne meno pregiati. 9• ACQUISTARE IN GRUPPO Formare dei gruppi tra amici, parenti o vicini per effettuare la spesa settimanale consente di risparmiare sui trasporti e attraverso l'acquisto di maggiori quantità di prodotto di qualità ai mercati generali o direttamente dai produttori agricoli. In Italia sono ci circa 800 gruppi di acquisto solidale (Gas), un numero raddoppiato rispetto a tre anni fa. Recentemente Coldiretti ha prodotto un 5• COLTIVARE UN PICCOLO ORTO 6• PREPARARE IN CASA PANE, PASTA, YOGURT, CONSERVE E CONFETTURE Preparare in casa il pane, la pasta, le conserve, lo yogurt o le confetture oltre ad essere divertente e salutare aiuta a risparmiare garantendosi la qualità degli ingredienti utilizzati. Una passione che sta coinvolgendo un numero crescente di italiani. 7• NON SPRECARE Nonostante la crisi, circa il 30 per cento dei prodotti alimentari acquistati finisce comunque nella spazzatura con una tendenza all'aumento. Ad essere gettati nel bidone sono sopratutto gli avanzi quotidiani della tavola ma anche prodotti scaduti o andati a male con frutta, verdura, pane, pasta, latticini e gli affettati che si classificano tra i prodotti più a rischio. Il consiglio è quindi di verificare le scadenze nell'etichettatura, scegliere i frutti con il giusto grado di maturazione ma anche di non dimenticare la cucina degli avanzi, dalle polpette alle frittate di pasta. ..Meglio allora comprare prodotti sfusi scegliendo i punti vendita che hanno distributori automatici di latte fresco o di vino, dispenser di pasta, legumi e cereali ma anche prodotti per la pulizia. opuscolo in cui sono raccolte le aziende agricole locali e regionali a cui rivolgersi per organizzare gli acquisti in gruppo. 10 PIU' TEMPO AI FORNELLI In Italia si sta verificando una progressiva riduzione del tempo trascorso in cucina dove si impiega in media poco più di mezz’ora per pasto anche per effetto del boom dei piatti pronti. Cucinare in proprio secondo una analisi della Coldiretti consente di risparmiare fino a 5 volte rispetto al consumo di piatti pronti e soprattutto garantisce sulla qualità degli ingredienti che possono essere scelti con più cura. È ancora fresco lo scandalo della carne di cavallo. 8• RISCOPRIRE LE RICETTE LOW COST DELLA NONNA Riscoprire le ricette della nonna, dai bolliti agli spezzatini, che utilizzano tagli della carne meno conosciuti che possono essere acquistati a prezzi estremamente convenienti senza rinunciare alla qualità. I tagli meno pregiati del bovino da poter utilizzare in cucina sono tantissimi, si va dal collo, taglio di terza categoria dalla carne gustosissima, ottima per bolliti o stracotti ma anche per preparare polpette e ragù alla punta di petto, taglio molto economico che può essere usato per preparare buoni arrosti ma anche gustosissimi brodi. E ancora dal campanello che è un piccolo taglio molto apprezzato per fare bistecche da cuocere sulla brace ma anche per spezzatini, stracotti e stufati a cui aggiungere del vino, pomodoro e verdure al geretto, detto anche muscolo che risulta particolarmente adatto per la preparazione di l’informazione del consumatore Un italiano su quattro lavora nell’orto e nei terrazzi per cimentarsi oltre che nella tradizionale cura dei vasi di fiori, nella coltivazione “fai da te” di lattughe, pomodori, piante aromatiche, peperoncini, zucchine, melanzane, ma anche di piselli, fagioli fave e ceci da raccogliere all'occorrenza. Una opportunità non solo per chi dispone di ampi spazi all'aria aperta ma anche di semplici terrazzi grazie all’ampia offerta di piante adatte alla coltivazione in vaso. Se si ha il terreno, l'investimento per un orto di 20 metri quadrati è di circa 250 euro (tra terra, piantine o semi, concime e attrezzi vari). Poi, ovviamente, bisogna avere il tempo e la voglia per lavorare. MERCATO REGGIO EMILIA 25 l’informazione del consumatore Una voce fuori dal coro a difesa di EQUITALIA Un recente provvedimento dell’Agenzia delle Entrate mi da l’occasione per alcune considerazioni sulla campagna denigratoria contro Equitalia che continua e che ritengo ingiustificata. L’Agenzia delle Entrate con direttoriale n.27678 del 4 marzo ha stabilito che dal 1° maggio 2013 gli interessi di mora su i tributi riscossi da Equitalia saranno aumentati dal 4,55% al 5,23% . In questo periodo di crisi con tutti gli indicatori negativi (basta leggere la relazione della Banca d’Italia del 5 marzo) con migliaia di imprese che chiudono o falliscono anche per la insopportabile pressione fiscale, penso che la decisione di aumentare gli interessi di mora del 15% sia stata inopportuna e vessatoria. Il Direttore Befera dirà: la colpa non è mia, è un atto dovuto imposto da una norma vigente (art. 30 del DPR 602/1973) la quale stabilisce che “ gli interessi di mora sono determinati annualmente con D.M. sulla base della media dei tassi bancari attivi fissata dalla Banca d’Italia”. Mi chiedo: prima di decidere ne ha parlato con il Ministro dell’Economia e Finanze o con il Presidente Monti che, per legge, hanno la responsabilità politica e di indirizzo? Se non vengono ascoltati i cittadini c’è almeno confronto tra politici e alta dirigenza sull’economia reale o è un dialogo tra …sordi ? In una situazione drammatica come quella attuale non sarebbe stato più giusto congelare tale adeguamento o modificare la norma del 1973? Perché non allineare detti interessi al tasso legale attuale del 2,50%? Perché i cittadini che pagano in ritardo debbono corrispondere un tasso di interesse superiore a quello che ricevono per i crediti verso le Amministrazioni che oltretutto pagano quando vogliono ? Potrei continuare ... Da qui al 1° maggio c’è tempo per rimediare; non è mai troppo tardi,ma ci sarà qualcuno tra vecchi e nuovi parlamentari che si interesserà del problema ? Mettiamoli alla prova, soprattutto i giovani esordienti. Fatta questa premessa, anche in questa occasio- Il ristorante pizzeria L’Angelo, attivo a Reggio Emilia dal 1986, offre sia a pranzo che a cena prelibati piatti della tradizione reggiana, accompagnati da specialità di pesce sempre di primissima scelta. 26 ne, la colpa è erroneamente attribuita ad Equitalia che, come è accaduto in campagna elettorale, continua ad essere soggetta ad un attacco da parte di molti politici; gli organi di informazione enfatizzano le loro dichiarazioni cosicchè i cittadini hanno la sensazione che essa sia tra i principali colpevoli della crisi. Mi limito a citare il titolo a tutta pagina del Il Giornale del 9 marzo: "EQUITALIA SI ACCANISCE: INTERESSI PIU’ ALTI" Molti Parlamentari continuano a condannare un presunto comportamento vessatorio di Equitalia e ad accusarla per responsabilità che non ha. Le loro dichiarazioni spesso dimostrano che non conoscono il sistema tributario vigente, i compiti attribuiti dalla legge ad Equitalia, non sanno che il procedimento di riscossione è regolato da norme precise e inderogabili. Mi meraviglio che spesso gli artefici di questa campagna siano gli stessi esponenti che hanno messo ai primi punti dei programmi elettorali “la legalità" principio cui è costretta ad attenersi Equitalia . Così facendo esasperano i contribuenti disperati per la insopportabile pressione fiscale e alimentano il clima di tensione che ha già causato episodi di violenza contro sedi e personale di Equitalia. In rete abbondano messaggi di minaccia e intimidazione di ogni genere. Per effetto di questa disinformazione, sono sicuro che in una ipotetica scala di responsabilità moltissimi conoscono Equitalia, molti Befera, pochissimi il Ministro E. e F. Grilli, esattamente l’opposto della realtà. Con poche semplici parole voglio fare chiarezza su chi è e cosa fa Equitalia: è una S.p.a. a totale capitale pubblico incaricata dell’attività di riscossione nazionale dei tributi, svolge il ruolo di mero esattore senza poteri decisionali e/o discrezionali ma con procedure rigide ed obbligatorie regolate per legge. Anche in questo caso la misura degli interessi di mora è stabilita dalla normativa vigente e non da Equitalia obbligata ad applicarla. Alcuni provvedimenti legislativi nel 2012 hanno introdotto qualche misura che viene incontro ai contribuenti in difficoltà: rateizzazione, limitazione nelle misure cautelari ed espropriative ecc. Se queste disposizioni non sono sufficienti vanno modificate ma non certamente da Equitalia che è un semplice esecutore. La distinzione invocata da tanti tra “evasori “ e “ contribuenti in difficoltà” deve essere prevista dal sistema normativo, dagli Enti impositori e non sicuramente da Equitalia delegata unicamente alla riscossione. Le accuse di vessazione e le responsabilità vanno attribuite al Governo,al sistema fiscale,alla normativa vigente e/o agli Enti impositori. Mi auguro che il prossimo governo (di qualsiasi tipo e/o composizione) anziché scaricare responsabilità e colpe ad Equitalia attui una urgente e inderogabile riforma del sistema fiscale (compreso il regime sanzionatorio e di riscossione) rendendolo più equo e creando e/o valorizzando organi e ruoli di garanzia a difesa e tutela del contribuente contro qualsiasi forma di vessazione. Attualmente esiste il Garante del contribuente, ma allo stato normativo ha poteri e mezzi assolutamente insufficienti ed inadeguati. [Renato Forenza] Ex Dirigente Dell’agenzia Delle Entrate EMILIA ROMAGNA LE SEDI PARMA VIA MAZZINI N.43- TEL:0521/230134-233583 (ANCHE SEDE NAZIONALE) FAX:0521/285217 Responsabile: Domenico Panarelli E MAIL: [email protected] SITO: www.confconsumatori.com Ricevimento consumatori: lunedì-mercoledì-venerdì: ORE 9, 30-12, 00 martedì e giovedì: chiuso il mattino dal lunedì al venerdì: 14, 30/18, 00 REGGIO EMILIA NUOVA SEDE DI REGGIO - Largo Marco Gerra, n°3 42124 Reggio Emilia - TEL:0522/580045 –FAX:0522/540206 (ANCHE SEDE REGIONALE) E MAIL: [email protected] Responsabile: Secondo Malaguti SITO: www.confconsumatori-er.it Ricevimento consumatori: lunedì e mercoledì :ORE 16, 00-19, 30 martedì e giovedì: ORE 9, 30-12, 30 / 16, 00-19, 30 MODENA Responsabile: Aldo Ferrarini (presso la sede dell’AICS) VIA GANACETO N.40/c TEL: 059/4270779 - FAX:059/2138961 E MAIL: [email protected] Ricevimento consumatori solo su appuntamento telefonico. (presso la sede dell’ CNA) VIA CIRO MENOTTI N. 21 (2° PIANO) TEL: 059/4270779-FAX: 059/420899 Ricevimento consumatori: lunedì ORE 9, 30-12, 30 / 15, 00-18, 00 giovedì ORE / 15, 00-18, 00 (presso la sede dell’ CNA) VIA VIGNOLESE N. 849 (1° PIANO) TEL: 059/3687153 Ricevimento consumatori: mercoledì ORE 9, 30-12, 30 giovedì ORE / 15, 00-18, 00 SEDE REGIONALE (Responsabile : Secondo Malaguti) SITO REGIONALE: www.confconsumatori-er.it E- mail regionale: [email protected] SEDE REGIONALE: Largo Marco Gerra, n°3 Piano 6 (Campanello n°26) 42124 Reggio Emilia Tel.0522/580045 Fax regionale. 0522/540206 GLI SPORTELLI (Responsabile di tutti gli sportelli è il Presidente Regionale Secondo Malaguti BOLOGNA STRADA MAGGIORE N.37 42125 BOLOGNA – TEL: 051/227579 - FAX: 051/221317 (presso lo studio legale TEL: 331-3007931 AVV. ROBERTA LI CALZI) E MAIL: [email protected] Ricevimento consumatori solo su appuntamento telefonico. FERRARA VIA PALESTRO N. 63 –TEL: 0532/240748 - FAX: 0532/1911875 (presso lo studio legale E MAIL: [email protected] AVV. SERGIO DI CHIARA) SANT’AGOSTINO (CENTO DI FERRARA) Ricevimento consumatori dal lunedì al venerdì ORE 8, 30-12, 30 / 14, 30-19, 30 VIA: STATALE N. 160 – TEL e FAX: 0532/350827 FAX:0532/207051 E MAIL: [email protected] (PRESSO LO STUDIO AVV. RICCARDO MACCAFERRI) Ricevimento consumatori solo su appuntamento telefonico. FIDENZA VIA AGOSTINO BERENINI N. 86 - TEL e FAX. 0524/527352 (presso lo studio legale CELL. 349/8462801 AVV. PAOLA BOETI) E MAIL: [email protected] Ricevimento consumatori solo su appuntamento telefonico. PIACENZA VIA BORGHETTO N. 52 - FAX. 0523/986008 (DARIO GATTI) CELL. 339 6518650 E MAIL: [email protected] Ricevimento consumatori martedì e giovedì ORE 16,30/17,30 Collezione 2013 Riservato ai Possessori