2 0 0 8 N ° 31 L’Ambiente per gli Europei Periodico della direzione Perdita di biodiversità generale Ambiente Valorizzare i nostri ecosistemi COMMISSIONE EUROPEA Periodico della direzione generale Ambiente La relazione preliminare di un gruppo di economisti, convocati dall’Unione europea per analizzare le conseguenze economiche della perdita di biodiversità, arriva alla conclusione che questo fenomeno potrebbe assorbire più del 5% del PIL mondiale da qui al 2050. La relazione è stata presentata alla recente Conferenza delle parti della Convenzione dell’ONU sulla biodiversità e sarà seguita nel 2009 da un’indagine più esauriente. L’indagine è il primo risultato che emerge dall’Iniziativa di Potsdam sulla biodiversità, appoggiata dai ministri dell’ambiente, in occasione del vertice G8+5 sul clima, tenutosi nel marzo dello scorso anno. Gli autori rilevano che nell’attività economica è necessario fin d’ora tenere conto dei numerosi e preziosi servizi dell’ecosistema, ma riscontrano anche che sono già visibili progressi incoraggianti nell’elaborazione di nuovi strumenti economici intesi a colmare questa lacuna. Questo numero include inoltre articoli sui progressi registrati nei vari settori ambientali. A Helsinki, in Finlandia, l’Agenzia delle sostanze chimiche preposta all’applicazione di REACH, il nuovo ambizioso quadro normativo dell’UE sulle sostanze chimiche, è diventata pienamente operativa nel processo di registrazione che le è stato attribuito. A migliaia di chilometri verso sud, è in preparazione un nuovo programma di investimenti per ridurre l’inquinamento nel Mediterraneo grazie all’iniziativa Horizon 2020. Se approvato, potrebbe avviare oltre 40 progetti in sette paesi entro l’inizio del prossimo anno. L'approfondimento di questo numero è dedicato ai pro e contro dei biocarburanti, che attualmente rappresentano uno degli argomenti più scottanti in campo ambientale. L’entusiasmo suscitato da queste promettenti alternative ai carburanti fossili si è alquanto smorzato negli ultimi mesi, per questioni legate all’impatto sui prezzi e sulla penuria dei prodotti alimentari nonché sulla biodiversità in generale. L’EUROPA AMBIENTALE ONLINE Desiderate sapere cosa fa l’Europa per tutelare l’ambiente, cosa si intende per prodotto della politica integrata e come avere i requisiti per ottenere il marchio comunitario di qualità ecologica Ecolabel? Per saperne di più consultate il sito web della DG ambiente: ec.europa.eu/environment/index_it.htm AVVISO LEGALE Né la Commissione europea, né le persone che agiscono in suo nome sono responsabili per l’uso che può essere fatto delle informazioni contenute nella presente pubblicazione e per gli eventuali errori che sussistessero nonostante l’impegno dedicato alla stesura e alla verifica della pubblicazione. Stampato su carta riciclata che ha ricevuto il marchio comunitario di qualità ecologica Ecolabel per la carta grafica (ec.europa.eu/environment/ecolabel) Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni ufficiali delle Comunità europee 2008 ISSN 1563-4191 © Comunità europee, 2008 Riproduzione autorizzata con citazione della fonte Stampato in Belgio INFORMAZIONI EDITORIALI L’Ambiente per gli Europei è pubblicato dall’unità Comunicazione della direzione generale dell’Ambiente. È disponibile in inglese, francese, tedesco, italiano, spagnolo, polacco e greco. Abbonamento gratuito. È possibile abbonarsi compilando il modulo all’interno della rivista o on-line all’indirizzo: ec.europa.eu/environment/mailingregistration/main/mailing_reg.cfm Caporedattore: Nicholas Hanley Coordinatore: Jonathan Murphy Per maggiori informazioni rivolgersi all’unità Comunicazione: Fax: +32 (0)2 29-86327 Informazioni e documenti: ec.europa.eu/environment/env-informa/ Sito L’Ambiente per gli Europei: ec.europa.eu/environment/news/efe/index_it.htm 2 0 0 8 N ° 31 editoriale www.ec.europa.eu/environment/news/efe/index_it.htm L’Ambiente per gli Europei Perdita di biodiversità Valorizzare i nostri ecosistemi © Copertina: iStockphoto Sommario [ n° 31 ] 03 Disboscamento illegale Tutti sulla retta via Valorizzare i nostri ecosistemi 04 Perdita di biodiversità 06 Nanomateriali Materiali infinitamente piccoli, sfide normative infinitamente grandi 07 Diritto ambientale Provvedimenti provvisori: uno strumento di risposta rapida per arginare i danni ambientali 08 Un argomento scottante 10 Settimana verde 2008 11 Abbiamo una Terra sola REACH Al via una fase cruciale per la regolamentazione delle sostanze chimiche 12 Programma di investimenti per le zone a rischio del Mediterraneo Accelerare il risanamento del Mediterraneo Premiare i migliori modelli ambientali 13 Premio “Capitale verde europea” 14 LIFE Premi prestigiosi a favore di progetti per l'energia 15 Agenda // Nuove pubblicazioni 16 Notizie in breve L'Ambiente per gli Europei [ 20 08 n °31 ] APPROFONDIMENTO • Solar Impulse, l’aereo senza carburante • Intervento dei servizi di emergenza europei dopo il devastante terremoto in Cina • Una città croata come simbolo della mobilità agevole in Europa Disboscamento illegale 03 Tutti sulla retta via La Commissione europea auspica l’adozione di proposte che rafforzino il suo impegno nella lotta contro il disboscamento illegale nel mondo. Se le proposte dovessero diventare legge, coloro che vendono legname o prodotti a base di legname in Europa dovranno fornire garanzie sul loro massimo impegno nell’accertarsi che il legname utilizzato provenga da fonti legali. in risposta alle richieste, da parte di membri del Parlamento e delle ONG interessate, di un maggiore impegno nell'ambito del disboscamento illegale. © iStockphoto Promuovere la protezione > La raccolta illegale del legname, che da un lato rappresenta soltanto una piccola percentuale degli alberi abbattuti in alcuni paesi dell’UE e dall’altro l’80% di quelli in alcune zone del Sudamerica, dell’Africa e dell’Asia, compromette in svariati modi le attività forestali legali. Questa attività illegale limita le possibilità dei vari paesi di portare avanti una gestione sostenibile delle risorse forestali e, se incontrollata, può causare enormi danni ambientali e una perdita della biodiversità. Coloro che non rispettano le pratiche di gestione sostenibile, danneggiano i loro concorrenti legali sul mercato. Inoltre spesso provocano la distruzione dei mezzi di sostentamento delle popolazioni indigene. L’obiettivo è sconfiggere il “fenomeno del disboscamento illegale” Le nuove proposte sul disboscamento illegale, parte di un “pacchetto foreste”, verranno presentate dalla Commissione nel corso di quest’anno per poi passare al Parlamento europeo e al Consiglio per l’approvazione. Il pacchetto di misure è stato elaborato dopo un’ampia consultazione e, in parte, Le proposte della Commissione mirano ad assicurare che le imprese che vendono legname sul mercato si siano dotate di sistemi che consentono di accertare la provenienza legale del legname stesso. L’obbligo si concentra quindi sull’industria del legname che deve scegliere con la dovuta cura i propri fornitori. Alcune federazioni e imprese applicano già un codice di condotta per il legname acquistato. La Commissione tenterà di utilizzare il più possibile sistemi basati sulle imprese e auspica che le sue iniziative possano essere d’aiuto all’industria nello sviluppare criteri e approcci più uniformi per affrontare il problema. Le proposte vanno a integrare i lavori già intrapresi in questo settore mediante l’applicazione delle normative e il piano d’azione sulla governance e sul commercio nel settore forestale (FLEGT), adottato nel 2005. Come strumento per combattere il disboscamento illegale, FLEGT consente all’UE di partecipare ad accordi bilaterali con i principali paesi produttori di legname. Attualmente sono in corso negoziati tra la CE e una serie di paesi dell’Africa e dell’Asia per quanto riguarda gli accordi di partenariato FLEGT su base volontaria. Tali accordi prevedono lo sviluppo di sistemi di licenze intese a garantire la provenienza legale del legname commerciato. La Commissione sta negoziando nuovi accordi di partenariato con partner quali l’Indonesia, il Ghana, la Malaysia e il Camerun. Tuttavia, non tutti i paesi che commerciano legname sono parti contraenti di tali accordi e, quindi, sarà ancora possibile che prodotti illegali vengano immessi sul mercato europeo. È inoltre molto difficile stabilire la provenienza dei prodotti del legname che transitano per paesi terzi prima di essere esportati nell’UE. Ulteriori incentivi Le nuove proposte offriranno parecchi vantaggi alle imprese che si riforniscono in paesi coperti dagli accordi di partenariato in quanto le licenze FLEGT forniranno la necessaria garanzia di legalità. Ciò potrebbe spronare gli altri paesi a intraprendere la via del FLEGT. I prodotti finiti, come i mobili, sono anch’essi coperti da questi progetti di misure. È in corso inoltre l’elaborazione di una comunicazione di più ampia portata sulla deforestazione. Tale questione è entrata a far parte delle priorità dell’agenda a seguito di preoccupazioni sull’impatto che la deforestazione stessa può avere nell’accelerare la tendenza al surriscaldamento globale. La Commissione sta organizzando seminari e incontri con partner internazionali allo scopo di trovare un sistema per inserire la gestione delle foreste in tutti gli accordi sul cambiamento climatico successivi al protocollo di Kioto. PER SAPERNE DI PIÚ DG Ambiente – FLEGT pagina iniziale ec.europa.eu/environment/forests/ flegt.htm Sito web sul disboscamento illegale www.illegal-logging.info/ L'Ambiente per gli Europei [ 20 08 n °31 ] 04 Perdita di biodiversità Valorizzare i nostri ecosistemi Secondo un recente studio, l’11% della biodiversità nel mondo potrebbe andare perduto entro il 2050. Tenendo conto soltanto dei vantaggi più significativi derivanti dalle foreste, ciò potrebbe rappresentare un costo economico pari al 5% del PIL annuale complessivo da qui al 2050. Presentato alla nona Conferenza delle Parti (COP 9) della Convenzione dell’ONU sulla biodiversità (CBD) svoltasi a Bonn, in Germania, nel maggio del 2008, lo studio “Economia degli ecosistemi e della biodiversità” (TEEB) si rivolge ai responsabili politici e al grande pubblico, e include i primi risultati di un’indagine sulla biodiversità e sugli ecosistemi lanciata al G8 di Potsdam del 2007. Tabella di marcia per la biodiversità © iStockphoto Con l’avanzare dell’indagine, si procederà ad una sintesi delle informazioni scientifiche esistenti sulla biodiversità, aggiornandole e migliorandone la qualità man mano che verranno acquisite nuove conoscenze. > Negli ultimi tre decenni abbiamo assistito a una perdita di biodiversità senza precedenti, con un calo complessivo, misurato dall’Indice del Pianeta Vivente (Living Planet Index), del 27% della popolazione tra il 1970 e il 2005. Le attività umane hanno causato un incremento del tasso di estinzione almeno 100 volte superiore a quello naturale e si prevede che il cambiamento climatico peggiori la situazione. Lo studio “Economia degli ecosistemi e della biodiversità” (TEEB) è stato presentato a Bonn il 29 maggio e fa parte di un’indagine in due fasi che coinvolge la Commissione europea e partner in tutto il mondo. Esso rivela che molti servizi preziosi degli ecosistemi, quali la depurazione dell’acqua, la produzione alimentare e la selvicoltura, il controllo delle alluvioni e il sequestro del carbonio, non sono tenuti in considerazione nell’attività economica, oppure lo sono soltanto in modo molto marginale. D’altra parte si evidenzia anche il recente progresso nello sviluppo di strumenti economici che valutano il valore di mercato di tali servizi vitali degli ecosistemi. L'Ambiente per gli Europei [ 20 08 n °31 ] Da questa indagine sulla biodiversità sono emerse tre tendenze convergenti, i cui risultati definitivi saranno presentati alla fine del 2009. La prima riguarda la consapevolezza crescente che si deve fare di più per raggiungere l’obiettivo della Convenzione sulla biodiversità (CBD) di ridurre significativamente la perdita di biodiversità entro il 2010. La seconda concerne l’indagine di Stern sull’economia del cambiamento climatico, che rileva l’importanza di comunicare le conseguenze economiche di problemi ambientali complessi. Infine, è emersa la volontà da parte degli esperti della biodiversità di basarsi sui risultati della valutazione degli ecosistemi del millennio (MEA). Ai fini di una valutazione economica della biodiversità, la MEA costituisce una buona base per la comunità scientifica. Dal 2001 al 2005, circa 1 400 esperti di tutto il mondo hanno valutato le conseguenze per l’umanità di un possibile crollo dei servizi degli ecosistemi vitali. Essi sono arrivati alla conclusione che il 60% dei servizi degli ecosistemi mondiali sono oggigiorno fortemente a rischio, con possibili gravi conseguenze sulla qualità della vita e sullo sviluppo economico. La MEA ha inoltre fatto notare l’esigenza di un maggiore impegno nella lotta contro la perdita della biodiversità, in quanto anche se si può fare un parallelo tra i rischi e le conseguenze del cambiamento climatico e quelli della perdita di biodiversità, in linea di massima si concorda che quest’ultima è molto più complessa e lo stato delle conoscenze scientifiche è meno avanzato. Numerosi indicatori sono necessari per misurare il declino della biodiversità, data la diversità di vita a livello degli ecosistemi, dei fattori genetici e delle specie. Ancora non esistono quindi un modello economico esauriente per valutare e prevedere perdite economiche nette in termini di biodiversità e politiche atte ad arginare questo calo, mentre sono già stati sviluppati e utilizzati dei modelli soddisfacenti per misurare il cambiamento climatico. Ecosistemi compresi La nuova indagine mette l’accento specialmente sui servizi degli ecosistemi, poiché si ritiene che questo approccio sia particolarmente fruttuoso per una valutazione economica delle conseguenze della perdita di biodiversità. Non è possibile valutare pienamente molti aspetti dei vantaggi derivanti dalla biodiversità e dagli ecosistemi data la nostra scarsa comprensione dei meccanismi ecologici e la carenza di dati, sebbene la quantità di informazioni a nostra disposizione sia in aumento. Due ampie definizioni sostengono l’indagine e più precisamente: la definizione della CBD sulla biodiversità (la diversità di vita a tutti i livelli in cui si manifesta - specie, geni e ecosistemi) e le interpretazioni della MEA sui servizi degli ecosistemi, che includono di fatto un’ampia gamma di beni e di servizi. Alcuni di loro, in particolare la fornitura di beni quali prodotti alimentari o legname, sono relativamente facili da misurare in n primo piano I Perdita di biodiversità 05 OBIETTIVI DELL’INDAGINE SULL’ECONOMIA DEGLI ECOSISTEMI E DELLA BIODIVERSITÀ "In uno studio globale avvieremo un processo di analisi sul vantaggio economico globale della diversità biologica, sui costi inerenti alla perdita di biodiversità e sulla mancata adozione di provvedimenti protettivi, raffrontandoli ai costi di una conservazione efficace”. Lo studio raccomanderà anche metodi di valutazione per ulteriori accertamenti, svilupperà una serie di strumenti per migliorare l’integrazione dei valori economici della biodiversità e dei servizi degli ecosistemi nella definizione delle politiche. termini biofisici e monetari perché sono, almeno parzialmente, oggetto di scambi commerciali. Altri, come quelli legati alla regolazione dei processi naturali, sono più difficili da valutare perché spesso sono complessi e diffusi, i loro effetti sono percepiti in periodi di tempo lunghi e i vantaggi sono avvertiti a distanza dagli ecosistemi originali. L’intangibilità dei "servizi culturali" li rende i più difficili in assoluto da misurare. Basandosi su queste ampie definizioni, l’indagine tenta di evitare malintesi e di accertare che nulla sfugga durante la verifica delle conoscenze scientifiche attuali, della letteratura economica e dei dati. I risultati di un’indagine “completa sulla biodiversità sono attesi per il 2009” L’indagine, guidata dal banchiere ed economista Pavan Sukhdev, si basa sul lavoro preparatorio svolto dalla Commissione europea insieme all’Agenzia europea per l’ambiente e al ministero per l’ambiente della Germania federale e ad altri partner, tra cui enti ufficiali della Francia e del Regno Unito ed organizzazioni quali UNEP, OCSE e IUCN. © iStockphoto © Karl Dolenc/iStockphoto.com Il seguente mandato per lo studio è stato concordato durante la conferenza di Potsdam: PER SAPERNE DI PIÚ Commissione: informazioni sull’economia degli ecosistemi e della biodiversità http://ec.europa.eu/environment/nature/biodiversity/economics/ index_en.htm Commissione: informazioni sulla biodiversità http://ec.europa.eu/environment/nature_biodiversity/index_en.htm Convenzione sulla biodiversità www.cbd.int/cop9/ GreenFacts: fatti scientifici sulla biodiversità e sul benessere dell’umanità www.greenfacts.org/en/biodiversity/#3 Bisogno di prove Il lavoro iniziale dell’indagine comprendeva una consultazione online, conclusasi nel gennaio del 2008. Oltre 60 parti interessate di tutto il mondo hanno presentato diversi materiali sulla perdita di biodiversità e i costi economici che ne conseguono nonché sui costi e profitti derivanti dalla protezione della biodiversità stessa. La raccolta di prove continuerà nella seconda fase dell’indagine. L’obiettivo è quello di attirare un maggior numero di partner e di ampliare lo studio definitivo, assicurandone una copertura veramente globale. Un altro importante lavoro svolto nella prima fase comprendeva una rassegna della letteratura economica che valuta la biodiversità delle foreste e una prima analisi della letteratura sulla barriera corallina. Per elaborare le raccomandazioni per la seconda fase dell’indagine, la Commissione ha anche organizzato un workshop nel marzo del 2008, al quale erano presenti più di 90 economisti ed ecologisti provenienti da tutte le parti del mondo. Il curatore dello studio Pavan Sukhdev presenterà la relazione definitiva alla COP10 della CBD a Bonn, in Germania, nella primavera del 2010. L'Ambiente per gli Europei [ 20 08 n °31 ] 06 Nanomateriali Materiali infinitamente piccoli, sfide normative infinitamente grandi > “rioÈ necessaprendere in esame gli aspetti normativi sui nanomateriali ” Come tutte le sostanze chimiche prodotte e vendute nell’UE, i nanomateriali sono soggetti a controlli di sicurezza e valutazioni per determinare i possibili rischi per la salute umana e l’ambiente. Questi controlli rientrano nel quadro normativo concernente la registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche (REACH), il regolamento dell’UE per la sicurezza in ambito chimico entrato in vigore nel giugno del 2007. La gestione quotidiana di REACH è affidata all’Agenzia europea delle sostanze chimiche con sede a Helsinki. Durante i prossimi 11 anni, oltre 30 000 sostanze chimiche dovranno essere registrate secondo le disposizioni di REACH. I produttori e gli importatori dovranno presentare un fascicolo di registrazione per tutte le sostanze da essi prodotte o vendute in quantità pari o superiore a una tonnellata l’anno. La Commissione prevede di portare a termine tale processo entro il 2018. Problemi legati ai controlli Alcuni nanomateriali verranno ricavati da sostanze chimiche prodotte alla rinfusa e, in tal caso, il fascicolo di registrazione esistente dovrà essere aggiornato per includere una valutazione della sostanza in questione. Data la loro natura, i nanomateriali costituiscono una sfida per i regimi di valutazione e attualmente gli enti regolatori non possiedono le dovute conoscenze per l’elaborazione e l’utilizzo di programmi adeguati a testare tali sostanze. Le attuali linee di orientamento per i test chimici si basano su livelli di dosaggio specifici, che però sono solo relativamente utili per il controllo sui nanomateriali che possiedono proprietà completamente nuove e un diverso comportamento. L'AMBIENTE PER GLI EUROPEI [n °31 20 08] © iStockphoto Di dimensioni che non superano quelle di un millesimo della larghezza di un capello umano, i nanomateriali possono essere utilizzati per migliorare le prestazioni di una vasta gamma di prodotti, dalla vernice per le scarpe alle attrezzature sportive, dai cosmetici ai chip per i computer. Ed è così che, a causa delle loro singolari proprietà, gli enti che si occupano delle questioni di sicurezza legate alle sostanze chimiche si trovano ad affrontare nuove sfide. La Commissione europea ha lanciato un dibattito sulla questione in una recente comunicazione che prende in esame i relativi aspetti normativi. Tuttavia non esiste una giustificazione scientifica per rinunciare ai nanomateriali almeno fino a quando non verranno sviluppati test adeguati. Il divieto è inoltre contrario alla filosofia di REACH: lavorare per un’industria chimica europea sempre innovativa e competitiva. La comunicazione sulle questioni normative ha quindi concluso che la valutazione deve essere realizzata facendo riferimento alle norme esistenti fino a quando non verranno elaborate linee di orientamento più specifiche sui nanomateriali. Altre questioni debbono essere affrontate, inclusa la valutazione dei nanomateriali che vengono prodotti in quantità inferiore a una tonnellata all’anno, o che non sono ricavati da sostanze chimiche alla rinfusa già registrate. Tale situazione potrebbe portare a considerare alcuni materiali non testati fuori dal campo di applicazione di REACH. Insieme agli Stati membri, la Commissione sta inoltre cercando di capire quale possa essere il modo migliore di trattare le sostanze chimiche che sono state registrate anni fa, ma che potrebbero attualmente presentarsi sotto forma di nanomateriali. Acquisire nuove conoscenze L’UE e altri enti stanno lavorando duramente per cercare di colmare il vuoto di conoscenze. Il Centro Comune di Ricerca ad Ispra, in Italia, sta portando avanti ricerche sulle proprietà tossicologiche, fisiche e chimiche dei nanomateriali, mentre l’OCSE è a capo di un gruppo di lavoro sui nanomateriali che vengono prodotti. Uno studio simile è condotto dall’Organizzazione internazionale per le standardizzazioni (ISO). Un gruppo si riunisce regolarmente, sotto gli auspici di REACH, per discutere gli sviluppi tecnici relativi alla sicurezza delle sostanze chimiche in Europa. Tale gruppo ha recentemente istituito un sottogruppo con l’incarico di valutare quali siano le modalità migliori per trattare i nanomateriali nell’ambito del quadro normativo dell’UE. Il primo incontro è previsto per luglio 2008. PER SAPERNE DI PIÚ Commissione: informazioni su REACH ec.europa.eu/environment/chemicals/ reach/reach_intro.htm ec.europa.eu/enterprise/reach/index_ en.htm Agenzia europea delle sostanze chimiche http://echa.europa.eu/ Commissione: informazioni sulle nanotecnologie http://ec.europa.eu/nanotechnology/ index_en.html Diritto ambientale 07 Provvedimenti provvisori: uno strumento di risposta rapida per arginare i danni ambientali © iStockphoto Usati solo in via eccezionale e per casi di dimensione veramente europea, i provvedimenti provvisori rappresentano dei meccanismi legali importanti anche se poco conosciuti. Essi consentono alla Corte di giustizia europea (CGE) di esigere un’azione immediata da parte di uno Stato membro per bloccare un’attività o un provvedimento contrario alla legislazione comunitaria, in attesa di una sentenza su una controversia cruciale. Dal 2006, la Commissione ha richiesto con successo tali provvedimenti per revocare l’autorizzazione della caccia primaverile degli uccelli selvatici in due Stati membri e per bloccare la costruzione di una una strada controversa dal punto di vista ambientale in Polonia. L’applicazione della legislazione ambientale europea si fonda essenzialmente sugli articoli 226 e 228 del Trattato istitutivo della Comunità europea. Circa un dossier su cinque relativo all’applicazione delle norme comunitarie, riguarda l’ambiente, sottolineando l’impegno della Commissione a rendere effettiva la legislazione ambientale in settori quali la conservazione della natura, la valutazione d’impatto, l’acqua, l’aria e i rifiuti. Tuttavia, l'applicazione della legislazione spesso richiede molto tempo a causa delle procedure che bisogna seguire fase per fase in base ai suddetti articoli. Affinché una causa dia tutti i risultati auspicati, possono essere necessarie perfino due sentenze della CGE, una per ciascun articolo. I provvedimenti provvisori “dovrebbero essere utilizzati soltanto in casi eccezionali ” Provvedimenti provvisori Nel settore ambientale, esiste un rischio elevato che l’ambiente subisca danni irreversibili durante il periodo necessario per l'iter di una causa attraverso questa lunga procedura. Per far fronte a questo problema, la Commissione di recente ha iniziato a chiedere alla Corte di adottare “provvedimenti provvisori”, conformemente all’articolo 243 del Trattato. Tale meccanismo legale esiste da sempre, ma è usato di rado. Alla fine del 2006, la CGE ha bloccato la caccia di certe specie di uccelli selvatici nella regione italiana della Liguria. È stato un atto significativo trattandosi del primo provvedimento provvisorio emanato con successo in un caso ambientale. La decisione di riferimento della CGE ha spianato la strada a un secondo proficuo ricorso ai provvedimenti provvisori. In Polonia, le autorità avevano progettato la costruzione di una circonvallazione intorno alla città di Augustowksa; la strada avrebbe attraversato un importante sito di Natura 2000 con foreste e zone umide protette. All’inizio del 2007, mentre i bulldozer aspettavano di entrare nell’area, la Commissione ha individuato due problemi potenziali: danni al sito naturale derivanti dalla circonvallazione e danni a un altro sito naturale protetto derivanti dalle misure compensative di reimpianto di alberi che erano state proposte. Essa ha presentato una richiesta di provvedimenti provvisori alla CGE prima che il danno fosse arrecato. La corte ha emanato una prima ordinanza provvisoria per bloccare il reimpianto degli alberi. Non è stato poi necessario emanarne altre, poiché le autorità polacche hanno accettato di sospendere i lavori. Il caso di Malta La terza e più recente richiesta di provvedimenti provvisori accolta riguarda Malta. In seguito a una serie di ammonimenti scritti, all’inizio del 2008, la Commissione ha rinviato Malta alla CGE in conformità all’articolo 226 del Trattato CE per inottemperanza alla legislazione comunitaria per la protezione degli uccelli selvatici dalla caccia primaverile. La Corte ha inoltre ordinato alle autorità maltesi la sospensione della caccia a due specie (quaglie e tortore comuni) nella primavera del 2008. La Commissione temeva che, in mancanza di tale ordine, la caccia primaverile sarebbe continuata a Malta finché la Corte non avesse emanato una sentenza sull’azione principale. Nonostante tali successi, la Commissione ritiene che si debba ricorrere ai provvedimenti provvisori solo in casi eccezionali di palese urgenza o laddove sussista un rischio di danni irreversibili. I tribunali nazionali possono altresì adottare provvedimenti analoghi, equivalenti alle “ingiunzioni” in alcuni Stati membri. PER SAPERNE DI PIÚ Legislazione ambientale dell’UE http://ec.europa.eu/environment/law/index.htm L'AMBIENTE PER GLI EUROPEI [n °31 20 08] 08 APPROFONDIMENTO Biocarburanti APPROFONDIMENTO Un argomento scottante Ultimamente i biocarburanti sono considerati un elemento essenziale dello sforzo dell’Europa per garantire riserve di energia e ridurre le emissioni di gas serra. Nel marzo 2007, l’accordo tra i leader dell’UE nel portare entro il 2020 l’uso dei biocarburanti per l’alimentazione dei veicoli al 10% era stato accolto con grande entusiasmo. Ma, mentre la produzione dei biocarburanti prende il via, i possibili vantaggi sulla quantità di emissioni di carbonio sono messi in discussione da ambientalisti, e non solo, che lamentano un impatto negativo sui prezzi degli alimenti e sulla biodiversità. IL PUNTO DI VISTA DELL’INDUSTRIA “I biocarburanti sintetici rappresentano la nuova alternati- va ai biocarburanti derivati da produzioni alimentari e fanno parte della seconda generazione di biocarburanti. Una tecnologia chiave per raggiungere gli obiettivi climatici nel traffico stradale è il processo BTL (Biomass To Liquids). Il processo BTL può dare un contributo importante alla mobilità sostenibile, in quanto produce biocarburanti ad emissioni di CO2 fino al 90% inferiori rispetto al diesel convenzionale. Questi biocarburanti non sono in competizione con la produzione alimentare ed offrono un migliore rendimento rispetto ai carburanti fossili convenzionali. Choren Industries GmbH di recente ha completato la costruzione del primo impianto di produzione BTL a Friburgo, in Germania. Nel giro di pochi mesi, l’impianto produrrà 18 milioni di litri di biocarburante sintetico. Il processo di conversione della biomassa solida in combustibile liquido consta di tre fasi: gassificazione, che sfrutta il procedimento Carbo-V proprio della società, il trattamento dei gas e infine la sintesi Fischer-Tropsch. Oltre a liberare una quantità significativamente inferiore di monossido di carbonio e di idrocarburi, nonché di ossidi di azoto e particolato, il BTL è praticamente privo di aromatici e zolfo e consente al motore di raggiungere una combustione ottimale. BTL è un combustibile di sintesi che può essere impiegato in varie proporzioni di miscele per qualsiasi motore diesel attuale o futuro, senza bisogno di alcuna modifica. I residui forestali, gli scarti del legno, il legname a crescita rapida e residui agricoli, quali la paglia, possono essere utilizzati come biomassa ai fini della produzione. Ciò significa che il processo di produzione BTL non crea problemi alla produzione alimentare. I biocarburanti BTL hanno anche un alto rendimento per superficie coltivata, circa tre volte superiore ad esempio rispetto al biodiesel derivante dai semi di colza. L’azienda sta lavorando anche al progetto del primo impianto BTL su scala industriale, con una produzione annuale di 270 milioni di litri di combustibile biosintetico. Ma la politica legislativa industriale a medio termine deve essere adattata in tal senso. Il quadro statutario creato per i biocarburanti della prima generazione è stato definito per il momento solo fino al 2015, che non è abbastanza per gli investitori ai fini di una pianificazione, con un margine di sicurezza, del primo impianto su scala industriale. Choren è una delle principali società al mondo nel settore della gassificazione per la biomassa solida e le materie prime a base di residui del petrolio. La sua tecnologia chiave, il procedimento Carbo-V brevettato, che consente di produrre gas di sintesi per la combustione privi di catrame, ha spianato la strada nel progresso verso la conversione della biomassa in energia. Choren produce anche il cosiddetto SunDiesel, che è in grado di ridurre le emissioni nocive e gli inquinanti fino al 40%. ” L'Ambiente per gli Europei [ 20 08 n °31 ] Dr. Ines Bilas Affari esterni Choren Industries GmbH Poche persone mettono in dubbio il principale vantaggio ambientale dei biocarburanti quali l’etanolo o il biodiesel. Utilizzati per produrre calore ed energia o per alimentare i mezzi di trasporto, essi liberano meno gas ad effetto serra rispetto ai carburanti fossili, perché il biossido di carbonio è assorbito dall’atmosfera durante la loro formazione. Tuttavia, tenendo conto dell’intero ciclo di vita dei biocarburanti, dalla coltivazione delle materie prime necessarie al momento in cui raggiungono il serbatoio, i vantaggi in termini di emissioni variano significativamente a seconda del tipo di biocarburante. Vantaggi e svantaggi Dato che si ottengono da piante o da colture coltivabili ripetutamente, i biocarburanti in teoria possono essere considerati sostenibili. Tuttavia l’entusiasmo recente e generalizzato per i biocarburanti in Europa e altrove è oggetto di contestazioni sempre crescenti. Man mano che gli agricoltori convertono i loro campi ai fini delle colture energetiche, essi vengono accusati dai singoli e da alcune organizzazioni di sottrarre terreni alla produzione di preziose derrate alimentari, quali il mais e il riso. Resta da appurare se questa conversione sia la ragione principale che ha innescato i recenti aumenti significativi dei prezzi di certi alimenti di prima necessità. Ma le proteste che hanno occupato le prime pagine dei giornali in tutto il mondo hanno già indotto gli esperti a fare appello a un ripensamento sulla politica dei biocarburanti in generale. Inoltre, con la conversione di ampie porzioni di terreno per le colture energetiche, crescono i timori legati all’impatto sulla biodiversità. Migliaia di ettari di terreno boschivo e di zone umide in Asia, Sudamerica e altrove sono già state convertite oppure riservate alle colture energetiche, quali canna da zucchero, soia e palme da olio. Queste monoculture causano gravi danni alle aree che in precedenza si contraddistinguevano per la presenza di ecosistemi complessi e diversi tra loro; inoltre l’eliminazione di tali terreni consegue nel rilascio di enormi quantità di biossido di carbonio nell’atmosfera. Obiettivo del 10% Nel gennaio 2008, la Commissione europea ha proposto un importante pacchetto di misure per raggiungere gli ambiziosi obiettivi di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra e di aumento delle fonti di energia rinnovabile. Esso includeva una proposta per portare l'obiettivo attuale sull'uso dei biocarburanti da una percentuale indicativa del 5,75% nel 2010 a una obbligatoria del 10% entro il 2020. APPROFONDIMENTO 09 “I biocarburanti dovranno rispettare i criteri di sostenibilità ” Riconoscendo che i biocarburanti comportano costi ambientali, il pacchetto ha incluso una serie di criteri di sostenibilità. I biocarburanti dovranno conformarsi a tali criteri se si vuole farli rientrare nel 10% previsto dall’obiettivo. Una possibilità è quella di mettere a punto un sistema di certificazione ambientale per i biocarburanti, secondo gli orientamenti proposti nella direttiva della Commissione sulle fonti di energia rinnovabili. La Commissione rileva che è consapevole dei potenziali effetti indiretti derivanti delle colture energetiche, quali l’incremento dei prezzi dei prodotti alimentari, nonché delle conseguenze del dislocamento che sfocia in una modifica nell’uso dei terreni; questi fattori sono stati presi in considerazione nelle proposte sui criteri di sostenibilità, attualmente al vaglio del Parlamento europeo e del Consiglio. La Commissione sottolinea che è disposta a prendere in considerazione qualsiasi nuova prova scientifica sui biocarburanti traendone le dovute conclusioni al fine di adattare la politica e le condizioni quadro per l’evoluzione delle conoscenze e della scienza. Una questione di generazioni • Biocarburanti della prima generazione: già disponibili, principalmente derivanti da colture quali granturco e frumento per l’etanolo, oppure olio di palma per il biodiesel. Risparmi più consistenti in termini di gas serra: fino al 60%. • Biocarburanti della seconda generazione: non ancora disponibili sul mercato, possono essere ottenuti da ogni parte della pianta con un resa maggiore per ettaro e richiedendo quindi meno terreni. Risparmi più consistenti in termini di gas serra: fino al 95%. I rifiuti e le alghe possiedono altresì un potenziale elevato. PER SAPERNE DI PIÙ Commissione: informazioni sui biocarburanti http://ec.europa.eu/energy/climate_actions/index_en.htm Relazione sui biocarburanti di BirdLife International www.birdlife.org/news/news/2008/05/biofuels_report.html Choren Industries www.choren.com Ariel Brunner funzionario della Politica agricola dell’UE, BirdLife International IL PUNTO DI VISTA DELL’ONG AMBIENTALISTA “La polemica intorno ai biocarburanti è ora tal- mente accesa che è facile perdersi in dettagli tecnici. Ma non è possibile ignorare una serie di fatti. La biomassa è una fonte cruciale di energia rinnovabile e non deve diventare un campo di battaglia ideologico. Cominciamo dal principio. La bioenergia, cioè l’uso della biomassa per produrre energia, ha un potenziale immenso per la generazione di calore e di energia. Il problema è che, se non utilizziamo la biomassa da rifiuti, può essere necessario impiegare una grande quantità di terreni e di acqua per coltivare i prodotti da cui si ottiene questo tipo di energia. Ci si devono porre due domande fondamentali prima di spendere il denaro pubblico per le applicazioni della bioenergia e prima di approvare una normativa che ne promuove l’uso. Prima di tutto, la bioenergia contribuisce al risparmio di una quota significativa delle emissioni di gas ad effetto serra? In secondo luogo, fa un uso razionale dei terreni? In altri termini, il risparmio di emissioni è sufficiente a giustificare la rinuncia ad utilizzare in maniera alternativa tale terreno, ad esempio come un habitat naturale che immagazzina il carbonio e ospita la biodiversità, o come terreno coltivabile per la produzione di alimenti? La maggior parte dei biocarburanti attualmente fallisce in entrambi i campi. L’energia rinnovabile ha senso soltanto nel caso in cui riesca ad eliminare quasi completamente le emissioni di carbonio. Se risulta solo leggermente più vantaggiosa del petrolio, perde completamente la sua utilità e non farà altro che aumentare la pressione sulle risorse naturali del pianeta già depauperate. BirdLife International ha pubblicato di recente un’altra relazione sulla politica dei biocarburanti nell’UE. La relazione arriva alla conclusione che la politica, nella sua forma attuale, potrebbe causare danni ambientali su vasta scala nel mondo intero. La produzione di scorte alimentari per i biocarburanti potrebbe sfociare nell’estinzione di habitat naturali, specialmente nel Sudest asiatico e in Sudamerica, e perfino i casi più gravi di distruzione ambientale potrebbero ancora essere considerati “sostenibili” in base alla normativa proposta dall’UE. Esortiamo pertanto l’UE a bloccare qualsiasi altra nuova iniziativa volta a fissare obiettivi e incentivi per l’uso dei biocarburanti e ad istituire invece un solido sistema di salvaguardia per tutta la bioenergia. Noi crediamo in un ambizioso obiettivo per un uso globale dell’energia rinnovabile e in severi criteri di sostenibilità, per garantire che la biomassa sarà impiegata solo laddove sia opportuno. ” L'Ambiente per gli Europei [ 20 08 n °31 ] 10 Settimana verde 2008 ^VbdaV c d C ZX] heg I temi di quest’anno “sono la produzione e il consumo sostenibili ” 677>6BDJC6I:GG6HDA6 I recenti disordini dovuti all’aumento del costo dei generi alimentari registrati ad Haiti e in Messico, le montagne di rifiuti e la crescente preoccupazione per la scarsità e il costo delle materie prime hanno messo in luce la necessità di un consumo e una produzione più sostenibili nel mondo intero. Per quattro giorni a giugno, la Settimana verde 2008 riunirà esperti ambientali e responsabili politici per discutere questa urgente problematica. Sarà inoltre messa a disposizione una piattaforma per le aziende interessate e le organizzazioni ambientali che volessero presentare le loro idee e soluzioni più recenti. > L'umanità sta consumando le risorse naturali della Terra ad un ritmo allarmante, eppure pochi si rendono conto della velocità a cui ciò sta avvenendo. Il fatto è che produciamo più rifiuti di quanti riusciamo a riciclare come risorse utili. L’ottava edizione della Settimana verde, che si terrà a Bruxelles dal 3 al 6 giugno, affronta il problema senza mezzi termini, concentrandosi su quattro temi principali, a cui saranno dedicate nove sessioni ciascuno: risorse e gestione dei rifiuti, consumo e produzione sostenibili (SCP), natura e biodiversità, e cambiamento climatico. Nell’ordine del giorno saranno trattate questioni molto diverse tra loro, tra cui il piano d’azione per il consumo e la produzione sostenibili, proposto dalla Commissione europea, il turismo nel Mediterraneo e la costruzione sostenibile. Durante la sessione di apertura Stavros Dimas, il commissario europeo all’ambiente, e Angela Cropper, vice-direttrice esecutiva del Programma per l'Ambiente delle Nazioni Unite, evidenzieranno come le sfide legate alla produzione, il consumo e lo smaltimento dei rifiuti siano considerate oggigiorno altrettanto importanti di quelle legate al cambiamento climatico, alla perdita della biodiversità e all’inquinamento ambientale. La sessione prevede inoltre l’intervento di Chris Van Steenbergen, presidente di Cadbury Schweppes per l’Europa, e di Mathis Wackernagel, direttore di Global Footprint Network (Rete dell’impronta ecologica). L'AMBIENTE PER GLI EUROPEI [n °31 20 08] La Settimana verde di quest’anno vede in lizza tra gli altri relatori i commissari europei Meglena Kuneva (Protezione dei consumatori), Günter Verheugen (Imprese e industria) e Joe Borg (Pesca e affari marittimi). Le sessioni vedranno inoltre la presenza di Jacqueline McGlade, direttrice esecutiva dell'Agenzia europea dell'Ambiente, membri del Parlamento europeo, responsabili delle principali imprese e rappresentanti delle autorità locali e regionali. La Settimana verde ha attirato l’attenzione di oratori da tutta Europa e dal mondo intero, provenienti da paesi quali il Brasile, i territori palestinesi e gli Stati Uniti. Mostra e manifestazioni collaterali La Settimana verde offre inoltre la possibilità ad aziende e organizzazioni di presentare i loro progetti più innovativi nel campo dello sviluppo sostenibile. Circa 60 espositori da tutta Europa saranno posizionati sui tre piani dell’edificio Charlemagne. Le attrazioni principali includono la possibilità per il pubblico di mettersi al volante di veicoli rispettosi dell’ambiente e il museo degli imballaggi “demenziali”. I visitatori potranno inoltre saperne di più sul premio per la capitale verde europea e sulla “Green Spider Network”, che mette in comunicazione esperti dell’informazione dei ministeri e delle agenzie per l’ambiente di tutta Europa. Una serie di manifestazioni collaterali sono in programma, compresa la cerimonia ufficiale di premiazione degli European Business Awards per l’ambiente, lo strumento finanziario per l’ambiente (LIFE) e il concorso cinematografico per le scuole sul cambiamento climatico e l’impatto delle attività umane sull’ecosistema degli oceani. Sarà inoltre proiettato il film “Sounds of Sand”, un emozionante film sull’impatto della desertificazione nell’Africa orientale e si terranno incontri sulle Olimpiadi di Londra del 2012, sui metodi di compensazione per mitigare gli effetti del carbonio, sull’importanza dell’applicazione del regolamento sul trasporto dei rifiuti, e sulla proclamazione del 2008 come Anno Internazionale del Pianeta Terra. La Settimana verde prevede inoltre visite alla casa, di antica fondazione, delle energie rinnovabili alla periferia di Bruxelles e all’impianto di riciclaggio dei rottami metallici nel nord del Belgio. I visitatori avranno anche la possibilità di sperimentare i più recenti veicoli a due ruote rispettosi dell’ambiente in una pista speciale allestita all'esterno dell’edificio ospitante l’evento. PER SAPERNE DI PIÚ Per saperne di più sulla Settimana verde 2008: http://ec.europa.eu/environment/ greenweek/home.html REACH 11 © iStockphoto Al via una fase cruciale per la regolamentazione delle sostanze chimiche A dodici mesi dall’entrata in vigore della nuova legislazione UE sulle sostanze chimiche, l’organizzazione preposta alla sua applicazione ha iniziato a svolgere il suo mandato. Il 1° giugno 2008, l’Agenzia europea delle sostanze chimiche (ECHA), con sede a Helsinki, ha dato il via alle procedure di pre-registrazione e registrazione delle sostanze esistenti o di quelle nuove e ha avviato il lavoro preparatorio sulle autorizzazioni. L’Agenzia delle sostanze chimiche sarà una delle più grandi agenzie dell’UE, con un numero di dipendenti pari a circa 500. Il suo compito principale consisterà nella valutazione e nel controllo dei rischi derivanti dalle sostanze chimiche, fornendo supporto scientifico e tecnico per l’applicazione del regolamento REACH (registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche). di REACH “è L’applicazione ora al via” REACH apporta una semplificazione al quadro normativo, sostituendo circa 40 leggi dell’UE e offrendo alla Comunità una legislazione più coerente sulle sostanze chimiche che integra le norme esistenti in materia di ambiente e sicurezza, ma senza sostituirsi alla legislazione specifica del settore. Tra i suoi obiettivi rientrano il miglioramento della salute umana, dell’ambiente e della competitività dell’industria chimica europea. REACH è volto inoltre a promuovere la comunicazione e la gestione dei rischi in ogni fase della catena di approvvigionamento delle sostanze chimiche, specialmente mediante la sostituzione di prodotti particolarmente pericolosi con alternative più sicure. Gestione delle registrazioni Molte delle componenti più importanti di REACH, ivi incluse registrazione, autorizzazione e valutazione, sono entrate in vigore il 1° giugno del 2008. Con decorrenza da quella data l’ECHA è diventata pienamente operativa, ottemperando ai suoi obblighi nella gestione e valutazione delle registrazioni delle sostanze chimiche. SCADENZE REACH ➜ 1 ° giugno 2008: inizio della pre-registrazione per le sostanze esistenti e registrazione per quelle nuove. ➜ 1° dicembre 2008: fine della pre-registrazione per le sostanze esistenti. ➜ 1° giugno 2009: pubblicazione della prima raccomandazione sulle sostanze da privilegiare per l’autorizzazione. ➜ 1° dicembre 2010: registrazione delle sostanze esistenti quando sono prodotte o importate in quantità pari a 1 000 o più tonnellate all’anno (tpa); oppure 100 tpa o più per quelle molto tossiche per gli organismi acquatici; o 1 tpa o più per i prodotti cancerogeni, i mutageni o le sostanze tossiche per la riproduzione. Dal 1° giugno, le aziende europee che producono o importano una tonnellata o più di qualsiasi sostanza chimica devono registrare la sostanza presso l’ECHA. Se non ottemperano a tale obbligo, non potranno produrre o importare la sostanza stessa finché non presentino un fascicolo completo per la registrazione. Tuttavia, per la maggior parte delle sostanze, la preregistrazione consente alle aziende di ottenere scadenze provvisorie per la registrazione durante il prossimo decennio, a seconda della sostanza e delle tonnellate in oggetto. sostanze da privilegiare per l’autorizzazione entro il 1° giugno 2009. Sempre il 1° giugno, sarà già passato un anno dall’entrata in vigore dell’obbligo previsto da REACH riguardante le informazioni da fornire nella catena di approvvigionamento. Le aziende che utilizzano prodotti chimici, gli “utilizzatori a valle”, devono applicare le misure di sicurezza contenute nelle schede dati di sicurezza dei fornitori oppure devono condurre test interni sulla sicurezza delle sostanze chimiche. Con il recente completamento dei tre allegati REACH (concernenti la sicurezza delle sostanze chimiche e certe esenzioni dalla registrazione e valutazione), l’Agenzia europea delle sostanze chimiche è finalmente istituita e operativa. Questa data ha inoltre segnato l’inizio delle procedure per il rilascio delle autorizzazioni, che si fonda sul lavoro preparatorio svolto dall’Agenzia, dagli Stati membri e dalla Commissione europea. L’ECHA deve ora intervenire con una prima raccomandazione sull’elenco di Piattaforma tecnica Due regolamenti derivati che facilitano l’applicazione di REACH dovevano essere anch’essi adottati entro il 1° giugno. La normativa tecnica sulla regolamentazione dei corrispettivi pagati all’ECHA dalle società per la registrazione e l’autorizzazione delle sostanze, nonché sui metodi di sperimentazione utilizzati ai fini della registrazione, è ora in vigore. REACH darà risultati importanti nel giro di pochi anni. Il pubblico potrà quindi iniziare a rendersi conto delle informazioni che l’industria chimica ha raccolto sulle sostanze e del modo in cui sfrutta le informazioni per comunicare al pubblico stesso chi le utilizza. PER SAPERNE DI PIÚ Sito dell’ECHA http://echa.europa.eu/ L'AMBIENTE PER GLI EUROPEI [n °31 20 08] 12 Programma di investimenti per le zone a rischio del Mediterraneo Accelerare il risanamento del Mediterraneo © iStockphoto L’attenzione degli ambientalisti sarà rivolta verso il summit di lancio dell’Unione per il Mediterraneo che si aprirà a Parigi il 13 luglio, dove una priorità chiave sarà quella di combattere l’inquinamento in quest’area. Ma mentre il summit offre la gradita opportunità di riportare l’attenzione su questa regione, la Commissione e i suoi partner proseguiranno sulla via di sforzi iniziati da tempo per mettere a punto un nuovo programma di investimenti al fine di ridurre l’inquinamento in quest’area. Il programma di investimenti per le zone a rischio del Mediterraneo, tuttora in fase di progettazione, coinvolge istituzioni finanziarie internazionali e bilaterali nell’ambito della principale componente dell’iniziativa per l’ambiente Horizon 2020, istituita nel 2006. I primi progetti per una consistente riduzione dell’inquinamento potrebbero essere operativi dal 2009. Lo sviluppo della formazione costituisce un altro importante elemento di Horizon 2020, affinché i partner mediterranei dell’UE creino forti istituzioni per lo sviluppo e l’applicazione delle leggi ambientali. L’iniziativa è inoltre dedicata a sviluppare e condividere le conoscenze dell’UE su questioni relative ai bisogni ambientali del Mediterraneo, così come a stabilire indicatori per il monitoraggio dei progressi compiuti e del successo dell’iniziativa stessa. > MeHSIP Con una popolazione in netto aumento e una pressione economica che va nella stessa direzione, il Mediterraneo è a forte rischio di degrado ambientale. Circa il 60% delle acque reflue prodotte viene riversato direttamente in mare, nei paesi del Mediterraneo sudorientale più dell’80% delle discariche non viene monitorato e il mare è esposto in particolare al rischio derivante dai rifiuti agricoli, dalle particelle sospese e dalle acque dei fiumi e di ruscellamento. I problemi di inquinamento costituiscono una minaccia sia per gli ecosistemi locali che per la salute umana. programma finanzierà “44Il progetti per la riduzione dell’inquinamento” La risposta della Commissione europea è l’iniziativa Horizon 2020 (H2020), lanciata in collaborazione con i partner mediterranei dell’UE nel 2005 nell’ambito della Partnership Euro-Mediterranea. L’obiettivo primario è quello di contrastare le principali fonti di inquinamento della regione entro il 2020 con progetti che riducano le emissioni industriali, i rifiuti urbani e le acque reflue urbane, elementi che, presi insieme, sono responsabili dell’80% dell’inquinamento del mar Mediterraneo. L'AMBIENTE PER GLI EUROPEI [n °31 20 08] Secondo un lungo elenco redatto nell’ambito del piano d’azione per il Mediterraneo (MAP) del programma per l’ambiente delle Nazioni Unite, che coinvolge la Commissione europea e la Banca europea per gli investimenti, nel Mediterraneo sudorientale sono presenti 131 zone a rischio inquinamento. Tali aree, di cui il 26% sono aree urbane, il 18% industriali e il 56% miste (urbane e industriali), costituiscono una fonte di inquinamento che provoca effetti negativi per la salute umana e danni all’ambiente. Sulla base di tale elenco e dei piani d’azione nazionali messi a punto dai paesi del Mediterraneo nell’ambito della convenzione di Barcellona nel 2003, la BEI e la Commissione hanno elaborato il programma di investimenti per le zone a rischio del Mediterraneo (MeHSIP). Il programma identifica 44 tra i più promettenti progetti volti a ridurre le principali fonti di inquinamento, apportando benefici all’intera regione. La quota più importante dei contributi di MeHSIP andrà ai paesi partner della politica europea di vicinato, che si trovano sulle zone costiere del Mediterraneo sudorientale. La BEI potrà erogare prestiti per aiutare a finanziare progetti ambientali su larga scala, come la costruzione di impianti per il trattamento delle acque reflue nell’ambito del MeHSIP. ALTRO ALL’ORIZZONTE • U n sistema di informazioni condiviso sviluppato dall’Agenzia Europea per l’Ambiente con centri d’attività regionali del MAP per il monitoraggio dei progressi compiuti nell’ambito di Horizon 2020. • F inanziamenti provenienti dallo Strumento Europeo di Vicinato e Partenariato, per lo sviluppo della formazione in paesi non UE nell’ambito di Horizon 2020. Fattori di successo I paesi stessi devono richiedere assistenza e fare propri tali progetti. Comunque, oltre ad essere finanziariamente realizzabili, i progetti identificati dal MeHSIP hanno una forte rilevanza dal punto di vista dell’ambiente, il che significa che essi dovrebbero realmente combattere l’inquinamento da una prospettiva regionale. La Commissione sta attualmente lavorando con la BEI e altri potenziali donatori come la banca mondiale e istituzioni finanziarie bilaterali in paesi quali la Francia e la Germania per determinare la prima fase dei progetti del MeHSIP da lanciare all’inizio del 2009. Il programma di investimenti potrebbe inoltre ritrovare utili sinergie con l’Unione per il Mediterraneo, proposta dal presidente francese Nicolas Sarkozy, la quale è oggi collegata al processo Euro-Mediterraneo. PER SAPERNE DI PIÚ DG Ambiente – Horizon 2020 pagina iniziale ec.europa.eu/environment/enlarg/ med/initiative_en.htm Premio “Capitale verde europea” 13 Premiare i migliori modelli ambientali Un nuovo concorso lanciato dalla Commissione europea il 22 maggio 2008 a Bruxelles intende ricompensare le città europee che stanno compiendo i maggiori progressi in termini di miglioramento della qualità di vita dei loro cittadini. Le città candidatesi saranno giudicate in base a dieci criteri e i nomi di quelle che si aggiudicheranno il titolo per la “Capitale verde europea” per il periodo 2010 - 2011 saranno resi noti entro la fine di quest’anno. Più di 200 città “possiedono i requisiti per l’assegnazione di questo premio ” urbano, lanciata nel gennaio 2006, incoraggia le autorità ad adottare un approccio integrato nella gestione dell’ambiente urbano. > Le città candidate per l’importante riconoscimento devono presentare una serie di misure volte a migliorare le condizioni della vita urbana e devono stabilire obiettivi per apportare ulteriori migliorie all’ambiente e allo sviluppo sostenibile. L’idea è quella di far sì che i vincitori del premio fungano da modello per le altre città condividendo le migliori pratiche. Con quattro europei su cinque che vivono in città, grande o piccola che sia, la situazione dell’ambiente urbano influisce direttamente sulla qualità della vita di milioni di persone. Il premio “Capitale verde europea” mira a rendere le città luoghi più attraenti e salubri per vivere e dovrebbe costituire un potente incentivo per i governi e le autorità locali al fine di rendere la vita urbana “adatta alla vita”. Oltre 40 tra le principali città europee, comprese 21 capitali dell’UE, hanno già partecipato all’iniziativa. Tra di esse figura Tallin, il cui precedente sindaco Jüri Ratas ha fatto il primo passo nel maggio 2006 proponendo un memorandum firmato dai sindaci di 15 delle principali città europee per l’istituzione di questo premio. Migliorie urbane Il premio “Capitale verde europea” si inserisce all’interno delle iniziative della politica dell’UE volte a ottimizzare la qualità delle aree urbane. L’ultima, la Strategia tematica sull’ambiente Selezione del vincitore Oltre 200 città possiedono i requisiti per questo premio. Possono candidarsi tutte le città con più di 200.000 abitanti, appartenenti a uno dei 27 Stati Membri dell’UE, all’Area Economica Europea (AEE) o a un paese candidato all’adesione dell’UE. La procedura di selezione è suddivisa in due fasi. Prima di tutto, la rosa dei candidati viene redatta da una commissione di esperti, composta da membri riconosciuti a livello internazionale per la loro esperienza in vari settori che rientrano nei criteri di selezione, quali rifiuti, acque, cambiamento climatico e trasporti locali. Dopo di che, la città vincitrice viene scelta tra quelle della lista da una giuria composta da rappresentanti CRITERI DI SELEZIONE PREMIO “CAPITALE VERDE EUROPEA” Contributo locale alla lotta contro il cambiamento climatico Trasporti locali Accessibilità degli spazi verdi pubblici Qualità dell’aria Inquinamento acustico Produzione e gestione dei rifiuti Consumo dell’acqua Trattamento delle acque reflue Gestione ambientale locale Uso sostenibile della terra provenienti dalla Commissione europea, dall’Agenzia europea dell’ambiente, dall’ICLEI (Governi locali per la sostenibilità), dalla Federazione europea per i trasporti e l’ambiente, dall’Unione delle capitali dell’Unione europea e e dal Comitato delle regioni. La città vincitrice ha il compito di elaborare un programma ambizioso per divulgare le migliori pratiche da adottare per apportare migliorie all’ambiente. Questo comporterebbe ospitare le maggiori manifestazioni dell’UE come la Settimana verde e la Settimana della mobilità. I vincitori del premio possono inoltre aspettarsi di trarre vantaggi da tale riconoscimento come un incremento del turismo e degli investimenti da parte delle imprese. Il termine ultimo per presentare la domanda per le edizioni del 2010 e del 2011 è fissato al 1° ottobre 2008. Le domande possono essere presentate via internet. PER SAPERNE DI PIÚ Per saperne di più sul premio “Capitale verde europea” www.europeangreencapital.eu L'AMBIENTE PER GLI EUROPEI [n °31 20 08] 14 LIFE Premi prestigiosi a favore di progetti per l’energia Cinque progetti, finanziati dal programma LIFE dell’Unione europea, si sono aggiudicati premi nazionali in occasione degli International Energy Globe Awards per il 2007. Tali riconoscimenti, assegnati a Bruxelles il 26 maggio 2008, hanno lo scopo di premiare le più importanti conquiste in materia di miglioramento dell’uso sostenibile delle risorse. © EC I progetti vincenti finanziati da LIFE sono quelli di Francia, Ungheria, Slovenia, Regno Unito e Algeria, e sottolineano l’impatto che il programma ha avuto su un gran numero di Stati membri dell’UE e sui paesi confinanti. I progetti testimoniano inoltre i diversi contributi apportati da LIFE per il conseguimento degli obiettivi sostenibili dell’UE. > LIFE rappresenta il principale strumento finanziario dell’UE a sostegno dei progetti ambientali e di conservazione. Fin dal 1992 i progetti inerenti a questo programma hanno sviluppato molte tecniche e metodologie nuove, aumentando l’efficienza nell’uso delle risorse in svariati contesti. I vincitori dei premi riflettono il contributo del programma al conseguimento degli obiettivi globali della protezione ambientale in vari settori. Gli Energy Globe Awards, istituiti nel Cinque progetti LIFE si sono “aggiudicati premi nazionali per gli International Energy Globe Awards del 2007 ” 1999, rappresentano tra i più prestigiosi riconoscimenti al mondo in materia ambientale. Essi mirano a dare un maggior risalto a quei progetti che contribuiscono ad ottimizzare l’uso delle risorse e a sensibilizzare il pubblico sull’importanza della sostenibilità. Per il 2007, sono stati presentati oltre 850 progetti provenienti da 110 paesi. Il miglior progetto per ciascun paese si è visto attribuire un National Energy Globe Award. Cinque dei progetti vincitori sono stati cofinanziati dal programma LIFE. L'Ambiente per gli Europei [ 20 08 n °31 ] Il progetto vincente della Francia, denominato ISONITRATE, ha permesso di sviluppare un metodo innovativo per il monitoraggio degli isotopi volto a determinare i tipi, l'ubicazione e l’estensione delle fonti di inquinamento nei bacini fluviali. Queste tecniche innovatrici, facilmente trasferibili, forniscono preziose informazioni che possono portare a una pianificazione più efficace della gestione dei corsi d’acqua . Il progetto SUMAR in Ungheria ha dimostrato come una stretta collaborazione tra le parti interessate possa essere utilizzata per implementare un programma integrato di riabilitazione delle zone riparie. La metodologia adottata, che ha migliorato in maniera significativa i metodi di gestione delle acque della golena del fiume Tisza, rappresenta un modello di buone pratiche. In Slovenia, il progetto LIMNOTOP ha sviluppato una metodologia innovativa di eco-risanamento che può essere utilizzata in siti di tutto il mondo per diminuire l’impatto ambientale delle discariche. Il progetto è stato realizzato in aree paludose e in dense aree boschive, creando sistemi naturali per ridurre l’inquinamento da sostanze tossiche delle acque e del terreno, per abbassare i livelli di emissioni di gas a effetto serra e per tenere sotto controllo l’erosione delle discariche. Nel Regno Unito, il progetto “MAD but better” ha dimostrato come gli standard di sicurezza nel trattamento delle acque di scolo possano essere migliorati per produrre fertilizzanti per l’agricoltura, rimuovendo gli agenti patogeni e producendo preziosi biogas che possono essere raccolti e utilizzati come fonte di energia alternativa e rinnovabile. Notizie radiotelevisive Un progetto LIFE a favore di un paese terzo, intitolato “Destinations”, ha contribuito alla costituzione di un processo costante di pianificazione e gestione per un turismo sostenibile nelle zone costiere dei paesi del Mediterraneo meridionale. Il premio nazionale è stato assegnato all’Algeria, ma includeva anche il Marocco e la Tunisia. I progetti vincenti sono stati premiati in occasione di una cerimonia di gala tenutasi al Parlamento europeo a Bruxelles lo scorso maggio. L'evento ha ricevuto ampia diffusione radiotelevisiva. I rappresentanti dei progetti vincenti finanziati da LIFE si sono uniti agli altri vincitori per l’evento, insieme con importanti personalità della politica e celebrità di tutto il mondo. © EC Obiettivi sostenibili PER SAPERNE DI PIÚ Programma LIFE sul sito della DG Ambiente http://ec.europa.eu/environment/life/ index.htm Gli International Energy Globe Awards www.energyglobe.com/en 15 agenda GIUGNO//SETTEMBRE//OTTOBRE 5 giugno 2008 Giornata mondiale dell’ambiente. Il cambiamento climatico è il tema di quest’anno, come espresso dallo slogan “Cambiamo le nostre abitudini! Verso un’economia a basse emissioni di carbonio”. Le principali manifestazioni si terranno in Nuova Zelanda. www.unep.org/wed/2008/ english/ 9-11 giugno 2008 Inquinamento idrico 2008, Alicante, Spagna. La nona di una serie di conferenze sui modelli, il monitoraggio e la gestione dell’inquinamento idrico che consentirà a esperti nell’ambito scientifico e a dirigenti di partecipare a un forum di discussione sui vari aspetti riguardanti questo tema. www.wessex.ac.uk/ conferences/2008/water08/ index.html 23-25 giugno 2008 14-18 ottobre 2008 La conferenza INSPIRE 2008 si terrà a Maribor, in Slovenia, per analizzare i progressi compiuti dalla direttiva INSPIRE così come gli sviluppi delle infrastrutture di informazione spaziale in generale. Seconda conferenza/seminario internazionale sullo stato dell’arte della gestione integrata delle zone costiere nel Mediterraneo e nel Mar Nero, Akyaka, Turchia. La conferenza/ seminario verterà sul bisogno immediato in questo settore di ricerca, istruzione, formazione e applicazione. www.ec-gis.org/Workshops/ inspire_2008/ 11-13 giugno 2008 Terzo incontro delle parti verso la Convenzione di Aarhus, Riga, Lettonia. L’incontro è inteso a considerare l’adozione di un piano strategico a lungo termine per la Convenzione. 16-22 settembre 2008 La Settimana europea della mobilità di quest’anno, che verrà celebrata in varie località dell’Europa, si incentrerà sulla qualità dell’aria urbana. www.unece.org/env/pp/ www.mobilityweekeurope.org/ www.medcoast.org.tr/ Per saperne di più sulle recenti proposte legislative: eur-lex.europa.eu/it/ index.htm NUOVE PUBLLICAZIONI DELLA DIREZIONE GENERALE PER L’AMBIENTE LIFE and Europe’s wetlands Restoring a vital ecosystem colours C/M/Y/K 32/49/79/21 KH-78-08-197-EN-C LIFE e le zone paludose dell’Europa: ripristinare un ecosistema vitale ISBN: 978-92-79-07617-6 Numero di catalogo: KH-78-07-427-EN-C Opuscolo disponibile soltanto in inglese Gli ecosistemi delle zone paludose rivestono un ruolo cruciale per la biodiversità in Europa, fornendo le condizioni ideali per molti tipi diversi di habitat e di specie. Per gli uccelli ad esempio esse rappresentano le zone vitali dove nidificare e sostare durante i percorsi migratori. Nonostante la loro grande importanza, le zone paludose stanno scomparendo ad una velocità allarmante e sono tra gli ecosistemi più a rischio dell’Europa. Questo opuscolo presenta una selezione dei progetti per le zone paludose che sono stati cofinanziati da LIFE fin dal 1992. Molti di essi si concentrano sul ripristino e la gestione delle zone paludose, mentre altri sono rivolti anche a specie tipiche di queste zone. LIFE III Il congresso sulla biodiversità: attuazione all’interno Implementation in the European Union dell’Unione europea ISBN 978-92-79-08167-5 Numero di catalogo: KH-78-08-197-EN-C Opuscolo disponibile in inglese, francese, tedesco e spagnolo. La perdita di biodiversità rappresenta una minaccia per l’ambiente e una delle più grandi sfide del nostro tempo. L’impegno dell’UE è quello di arrestare la perdita di biodiversità nei propri territori entro il 2010, ma tale obiettivo risulta ogni giorno più difficile da raggiungere. Questo opuscolo mette in luce le azioni concrete intraprese dall’UE per il conseguimento di tale obiettivo e per la gestione di un problema in tutto e per tutto tanto grave quanto quello del cambiamento climatico. The Convention on Biological Diversity Update 2008 Salvo diversamente indicato, tutte le pubblicazioni sono disponibili presso la libreria dell’UE collegandosi al sito web bookshop.europa.eu oppure presso il Centro informazioni (BU-9 0/11), DG Ambiente, Commissione europea, B-1049 Bruxelles, Belgio. Fax +32.2.29 96198 L'Ambiente per gli Europei [ 20 08 n °31 ] © Solar Impulse/EPFL /Claudio Leonardi Nell'aprile di quest’anno, la Commissione europea ha dato il suo sostegno al progetto Solar Impulse, che consiste nel compiere il giro del mondo con un aereo alimentato esclusivamente da energia solare. Lanciato alla fine del 2003, questo ambizioso progetto mira a costruire un aeromobile a energia solare in grado di viaggiare di giorno e di notte. Le statistiche sono impressionanti: un’apertura alare di 61 metri, 200 metri quadrati di cellule solari e un peso di soltanto 1 500 kg. I due piloti del velivolo saranno coadiuvati da un team multidisciplinare che li aiuterà a risolvere qualunque problema dovesse presentarsi. Coloro che hanno lavorato al progetto Solar Impulse sono convinti che questa sfida tecnologica possa fare da apripista per il trasporto aereo del futuro. Ciò potrebbe portare allo sviluppo di tecnologie capaci di ridurre o addirittura risolvere il problema dell’impatto ambientale del trasporto aereo: una vera e propria aviazione sostenibile. Essi affermano inoltre che alcune di queste tecnologie, in particolare quella fotovoltaica, potrebbero trovare un’utile applicazione in altri tipi di trasporto. I primi voli sono previsti per il 2009, mentre il giro del mondo sarà intrapreso in cinque tappe nel 2011. Il progetto è il risultato di una collaborazione tra partner scientifici e privati di vari paesi europei, compresa la Svizzera, ed è sostenuto dalla Commissione europea e da altri sponsor. PER SAPERNE DI PIÚ: Sito web di Solar Impulse www.solarimpulse.com ■ ■ Una città croata come simbolo della mobilità agevole in Europa La città di Koprivnica, nel nord della Croazia, si è aggiudicata il premio per la settimana europea della mobilità partecipando alla Settimana della mobilità nel 2007. La popolarità dell’evento aumenta ogni anno e sta travalicando i confini dell’Europa. © EC/ECHO/Simon Horner Solar Impulse, l’aereo senza carburante ■ KH-AD-08-031-IT-C notizie in breve Intervento dei servizi di emergenza europei dopo il devastante terremoto in Cina A distanza di meno di una settimana dall’impressionante terremoto che ha colpito la Cina sud occidentale il 12 maggio, l’Europa ha inviato materiale e aiuti per il coordinamento dei soccorsi. Il meccanismo comunitario di protezione civile ha dato prova ancora una volta della sua efficacia in momenti di emergenza. Il terremoto di magnitudo 7.8, che ha colpito la provincia cinese di Sichuan, a meno di cento chilometri dalla sua capitale Chengdu, ha provocato danni ingenti e si stima sia costato la vita ad almeno 50 000 persone. Subito dopo il terremoto, il Centro di informazione e monitoraggio (MIC) della Commissione europea era pronto a prestare soccorsi alle autorità cinesi. Uno dei compiti del MIC consiste nel coordinare i soccorsi inviati in Cina da numerosi Stati membri dell’UE sotto forma di squadre di esperti, ricoveri, attrezzature mediche, farmaci e ambulanze. L’UE ha recentemente modificato la normativa sulla protezione civile e la Commissione ha adottato una comunicazione per rafforzare la capacità di risposta della Comunità di fronte alle catastrofi. PER SAPERNE DI PIÚ: Protezione civile europea ec.europa.eu/environment/civil/index.htm Il tema della Settimana europea della mobilità (SEM) era “Strade per la gente”. Nel corso della settimana, Koprivnica ha presentato un programma triennale volto a rendere la città veramente accessibile a tutti, promuovere l’uso di carburanti alternativi per i trasporti pubblici e predisporre un riassetto dello spazio nelle strade del centro favorendo il traffico non motorizzato. Il premio è stato assegnato per le iniziative e le conquiste portate avanti da Koprivnica sin dalla sua partecipazione alla prima edizione della Settimana della mobilità nel 2002. É la prima volta che una città di uno Stato non membro dell’UE viene scelta come vincitrice. Francoforte (Germania) e Arad (Romania) erano le altre due finaliste e un’altra città croata era stata pure inclusa nella rosa dei candidati. La partecipazione alla SEM è aumentata in modo costante. L’edizione 2007 ha coinvolto oltre 2 000 città (rispetto a 1 300 nel 2006), abbracciando una popolazione stimata intorno a 215 milioni di persone da 36 paesi, tra cui il Brasile, il Canada e il Giappone. L’edizione 2008 verte sul tema “Aria pulita per tutti”, enfatizzando la preoccupazione generalizzata per l’inquinamento atmosferico e la salute. Come sempre, la settimana culminerà con la giornata europea senz’auto, che avrà luogo il 22 settembre, quando le città apriranno le strade a pedoni, ciclisti, skater e tutti i tipi di utenti alternativi della strada. La SEM si svolge con il sostegno della Commissione europea ed è coordinata dalle tre reti europee delle città, EUROCITIES, Climate Alliance e Energie-Cités. PER SAPERNE DI PIÚ: Sito web della Settimana europea della mobilità www.mobilityweek.eu