LA BIODIVERSITA’ La parola “ biodiversità ” è la contrazione di “diversità biologica”. La diversità è un concetto che si riferisce alla gamma di variazioni o differenze tra lo stesso gruppo di entità, siano essi individui o gruppi sistematici; la diversità biologica perciò si riferisce alla varietà del mondo vivente. Il termine biodiversità è comunemente usato per descrivere il numero, la varietà e la variabilità degli organismi viventi. L’importanza della biodiversità, e della sua conservazione, è data principalmente dal fatto che la vita sulla terra, compresa quella della specie umana, è possibile principalmente grazie ai cosiddetti servizi forniti dagli ecosistemi che conservano un certo livello di funzionalità. Questi servizi sono generalmente raggruppati nei seguenti gruppi Biodiversità delle specie • La specie viene definita come l'insieme degli organismi che possiedono caratteri simili, capaci di incrociarsi fra loro e di dare luogo a una prole fertile. Essa rappresenta l'unità di base della classificazione tassonomica e viene presa come riferimento in molti studi biologici e in molte ricerche condotte dagli ecologi. • Nel corso delle indagini sulla biodiversità, infatti, viene spesso contato il numero delle specie maggiormente conosciute (ad esempio di mammiferi, di uccelli e di determinate specie vegetali), presenti in un'area prescelta come campione. Il conteggio delle specie prende il nome di censimento. • La visione moderna del rapporto fra uomo e ambiente è quindi quella che riconosce la diversità biologica come elemento chiave del funzionamento dell'ecosistema Terra. • La diversità biologica è considerata non solo la varietà delle specie e sottospecie esistenti ma anche la diversità genetica e la diversità degli ecosistemi. • Esistono vari motivi per mantenere un'elevata biodiversità. La perdita di specie, sottospecie o varietà comporta infatti un danno: • culturale, perché è una perdita di conoscenze; • scientifico, perché riduce la disponibilità di geni sul pianeta; • economico, perché riduce le risorse genetiche potenziali; • ecologico, perché comporta un degrado della funzionalità degli ecosistemi. La principale minaccia alla biodiversità è oggi rappresentata dall'uomo. Il tasso naturale di estinzione è stimato in circa una specie all'anno. L'antropizzazione degli ambienti, con la conseguente deforestazione e la pratica agricola delle monoculture determinano un tasso annuale diecimila volte superiore. Ciò vuol dire dire che ogni ora sul pianeta scompaiono 3 specie. La presenza dell'uomo è causa, direttamente o indirettamente, della scomparsa della biodiversità. Dal 1961 al 1980 sono stati convertiti ad uso agricolo 200 milioni di ettari di foresta e 11 milioni di ettari di prateria, localizzati quasi tutti in Paesi in via di sviluppo e quasi sempre in seguito a pressioni economiche esercitate dai Paesi ricchi.