Corso TI – CRI
19 maggio 2012
 Aspetti
psicologici del
soccorritore
 I bisogni psicologici del
paziente
 Strategie di comunicazione
nel soccorso
La psicologia dell’emergenza
“rappresenta un modo trasversale
di ricomporre e integrare
contributi di pensiero e di ricerca
e modelli di azione di varie
branche della psicologia
(psicologia sociale,
psicotraumatologia, psicologia
dell’età evolutiva,…)o di altre
discipline inerenti, applicandole
alla specifica realtà delle
situazioni “non ordinarie” e degli
eventi “acuti”
In Italia ha poco più di 20 anni
PROFESSIONI
D’AIUTO
Ogni relazione d’aiuto può suscitare un’ampia gamma di
emozioni, di cui è fondamentale, per il benessere psicofisico
del soccorritore, essere consapevoli. Solo la consapevolezza
permette di riconoscere reazioni disfunzionali, di disagio, (non
“sbagliate”!), a seguito di eventi critici e conseguentemente di
affrontarle.
RISORSE
- Esperienza di crescita e maturazione

Bisogno di appartenenza, desiderio di far
parte di un'estesa unità sociale (famiglia,
gruppo amicale)

Bisogno di stima, esigenza di avere dai
partner dell'interazione un riscontro sul
proprio apporto e sul proprio contributo

Bisogno di indipendenza, esigenza di
autonomia, realizzazione e completezza del
proprio contributo.

Bisogno di autorealizzazione, di superare i
propri limiti
DIFFICOLTA’
- Volontariato come unico contenitore di
bisogni mai riconosciuti
-Emozioni spiacevoli: rabbia, senso di
impotenza, tristezza…
- Strategie di coping (gestione dello
stress) non funzionali
EVENTO CRITICO: situazione che potenzialmente può
indurre un forte stato di vulnerabilità, rompendo
temporaneamente l’equilibrio emozionale.
È la PERCEZIONE SOGGETTIVA dell’evento può rendere
un fenomeno stressante, non tanto l’evento in sé: ciò che
viene percepito come minaccia o vissuto come trauma da
una persona, può non esserlo per un’altra.
Vivere eventi critici rappresenta quindi un potenziale
rischio per lo sviluppo di reazioni di disagio e/o di
disturbi psicologici.
FATTORI
OGGETTIVI
FATTORI
ORGANIZZATIVI
Morte, lesioni gravi,
mutilazioni,bambini
come vittime, eventi
che coinvolgono molte
persone
Inadeguatezza
logistica e/o degli
strumenti, conflitti
all’interno
dell’equipè
FATTORI
SOGGETTIVI
Stress preesistente,
percezione di scarso
controllo, identificazione
con il paziente, aspettative
su di sé eccessivamente
elevate, traumi preesistenti
non elaborati
Nelle situazioni di emergenza i soccorritori, per poter ascoltare ed accogliere le emozioni
dell’altro, sono talvolta costretti a negare le proprie, nascondendole. “Inserire il pilota
automatico” diventa una modalità di difesa funzionale per evitare fuga, immobilizzazione,
panico. Ciò significa che le emozioni non scompaiono, ma la loro espressione viene
soltanto rimandata.
Usiamo la divisa e gli strumenti che ci vengono dati in
modo corretto…
 Distanziamento emotivo: isolare temporaneamente le emozioni suscitate dalla situazione
per mantenere la concentrazione sul compito e operare in modo efficiente.
 Educazione alla desensibilizzazione: i soccorritori affrontano situazioni stressanti con
l’applicazione di specifici protocolli.
Umorismo: può ridurre la tensione e portare ad una ristrutturazione cognitiva dell’evento
stressante.
Utilizzo di strategie di comunicazione efficaci.
Confronto e dialogo in equipè: l’avere uno spazio e un tempo per la condivisione con chi
vive le medesime esperienze permette di confrontarsi e di ascoltare, senza sentirsi giudicati,
come ciascuno ha vissuto quella situazione, cosa ha pensato e provato, come ha reagito.
Permette di rendere “normale”, tramite narrazioni condivise, l’esperienza emotiva di un
evento che normale non è.
 Avere consapevolezza del proprio modo di relazionarsi nella dimensione d’aiuto:
individuare le motivazioni che hanno portato a scegliere un’attività di aiuto e le
caratteristiche personali che potrebbero interferire con le prestazioni, accettando il fatto di
non essere perfetti; riconoscere le proprie reazioni; non esigere troppo da sé stessi; evitare
un eccessivo e incontrollato coinvolgimento emotivo; evitare comportamenti competitivi e
protagonistici che portano a fare l’eroe; rendersi conto del proprio livello di tolleranza allo
stress per evitare un sovraccarico emozionale.




FISIOLOGICI (ossigeno, coperte, trasporto efficace, monitoraggio
parametri…)
DI RASSICURAZIONE (che mi succederà?)
DI STIMA E RISPETTO (abbiamo di fronte delle persone, non
oggetti)
DI AIUTO e DI AUTONOMIA (non trattiamo la gente come dei
“poverini” o, al contrario, come persone in grado di arrangiarsi)
La persona che viene trasportata possiede
una sua personalità, dignità, emotività ed
aspettativa.
Nel momento in cui chiede aiuto non è in
grado di superare la criticità
dell’evento con le sue forze e sovente questa
condizione è accompagnata da sentimenti
negativi quali senso di inferiorità, dipendenza
e debolezza
parole
7%
Tono di voce,
volume, ritmo,
pause, sospiri…
38%
verbale
non verbale
para-verbale
55%
Gestualità, postura,
mimica, aspetto
esteriore,
manifestazioni
emotiva (sudorazione,
rossore…)
 Adeguare
il livello linguistico
 Presentarsi al paziente e chiedere come si chiama
 Ascolto attivo
 Osservare in modo partecipato (a volte anche il
contatto fisico aiuta!!)
 Tollerare il silenzio, non averne paura
 Informare il paziente delle procedure e delle scelte
che si compiono
 Ripetizione per non creare fraintendimenti
 Parlare
per parlare
 Non sostenere i tempi e i silenzi
 Dare giudizi/consigli non richiesti
 Mostrare disinteresse
 Banalizzare i sentimenti altrui
 Verbalizzare le proprie paure
 Mostrarsi chiusi
 Interrompere chi parla
 Autoprotezione
 Spiegare
ciò che si sta facendo
 Controllare le proprie emozioni: far capire che
non ci muoviamo a “casaccio”, ma siamo persone
competenti (tranquillità, autorevolezza, sicurezza)
 Sospendere giudizi o pregiudizi
 Instaurare una collaborazione
 Mantenere la calma (compiti dell’equipaggio)
 Discutere
con i colleghi davanti al paziente o ai
parenti. Rimandare le discussioni al debriefing.
 Alzare la voce con il paziente o con i parenti.
Qualsiasi rimostranza, critica o anche insulto ci
vengano rivolti, devono essere esauriti con la
massima calma e autorevolezza.
 Dare importanza ai commenti e alle critiche
del pubblico. Non rispondere alle provocazioni
ma eventualmente zittirle con autorevolezza.
ANZIANI:
Parlare in modo semplice
Assicurarsi della reale comprensione
Avere tanta pazienza
BAMBINI:
Parlare in modo semplice
Mettersi alla loro altezza
Strumenti come giochi (es: guanti)
Poche e semplici domande. Meglio alla madre o chi per essa.
Trasporto della madre o care - giver
STRANIERI:
Chiedere se parlano o comprendono la lingua italiana.
Eventualmente richiedere un interprete tra i presenti.
Rispettare le differenze culturali per metterli più a loro
agio possibile.
DISABILI:
Trovare strategie di comunicazione alternative che
aggirino eventuali difficoltà di comprensione
GRAZIE PER L’ATTENZIONE…
…e IN BOCCA AL LUPO!
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Aspetti psicologici del soccorso