Volano
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Volano
Presenze in municipio per il pubblico del sindaco e degli assessori
Si rende noto che sindaco e assessori ricevono presso gli uffici comunali secondo l’orario sotto riportato:
SINDACO - Sig. Mattè Francesco
URBANISTICA - EDILIZIA - EDILIZIA - TURISMO
ASSISTENZA - VIGILI DEL FUOCO
MARTEDÌ
GIOVEDÌ
17.00-18.00
10.30-12.30
VICESINDACO - Sig. Pasquali Rudi
PERSONALE - LAVORI PUBBLICI - ARREDO URBANO
PATRIMONIO - SERVIZI COMUNALI
MARTEDÌ
16.00-17.00
ASSESSORE - Sig. Battistotti Massimo
ATTIVITÀ SPORTIVE - BILANCIO - INDUSTRIA
ARTIGIANATO - COMMERCIO
MARTEDÌ
17.00-18.00
ASSESSORE - Sig. Tovazzi Giuseppe
AGRICOLTURA - AMBIENTE - MONTAGNA - VIABILITÀ
MARTEDÌ
17.00-18.00
ASSESSORE - Sig. Zambelli Andrea
ATTIVITÀ CULTURALI - POLITICHE GIOVANILI
MARTEDÌ
17.00-18.00
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Volano
Numeri ed indirizzi utili
Orario apertura al pubblico uffici comunali:
lunedì - mercoledì - giovedì - venerdì dalle 10.00 alle 12.30
martedì dalle 15.00 alle 18.00
www.comune.volano.it - e-mail: [email protected]
fax 0464 413427
Centralino municipio: 0464 411250
Ufficio Ragioneria: 0464 499931
Ufficio Tecnico: 0464 419312
Magazzino Comunale: 0464 461203
Ufficio Tributi Sovracomunale: 0464 916210
Asilo nido Sovracomunale: 0464 490295
Scuola Materna: 0464 411516
Scuola Elementare: 0464 410475
Scuola Musicale: 0464 410892
Vigili del Fuoco Volontari: 0464 419131 oppure 115
Corpo Intercomunale Polizia Municipale
http://www.comprensorioc10.tn.it
0464/484227 - 0464/484253 - fax 0464/424748
Stazione Carabinieri: 0464 834114 oppure 112
Ufficio Postale: 0464 410450
Amb. Igiene e Sanità Pubblica: 0464 461644 - 0464 453706
Farmacia Comunale: 0464 412596
Comprensorio centralino: 0464 484200
Servizi Socio-Assistenziali: 0464 484211
Parrocchia “Purificazione di Maria”: 0464 410416
Colonia “Santa Maria Goretti”: 0464 438150
Tesoreria Comunale c/o Cassa Rurale Alta Vallagarina:
0464 387200
Trenta spa Luce - Acqua - Gas, segnalazione guasti:
800 289423 (gas metano) 800 969888 (energia elettrica)
Abitanti: 3.043 (1.1.2009)
Altitudine: 189 m s.l.m.
Festa del Patrono: Purificazione di Maria Vergine
- prima domenica di febbraio -
Cap: 38060
Mercato: sabato mattina c/o P.zza Pertini
Volano
Ieri, oggi e domani
Leggendo ed interpretando le pagine di storia contenute nel
libro “Volano, storia di una Comunità” edito dal Comune e condensate in alcuni passaggi della presente pubblicazione, si può
capire come i volanesi abbiano saputo lasciarsi contaminare
dagli scambi e dalle culture che la strada imperiale ha sempre portato con se, senza per questo rinunciare alla propria
identità e la propria autonomia che con orgoglio ancora oggi
intendono valorizzare. I punti di riferimento secolare quale l’assemblea dei capifamiglia (Regola) e temporale rappresentato
della Pieve, ora sono stati sostituiti rispettivamente dall’Amministrazione Comunale e dalla Parrocchia le quali, nonostante le
moderne e mutate esigenze continuano ad operare in stretta
sinergia, seppur nel rispetto dei reciproci ruoli primari, anche
grazie al fondamentale apporto del volontariato che opera nei
più svariati settori, culturale, sportivo, aggregativo e sociale con proficue ricadute in termini di qualità ed economicità
di servizi offerti alle famiglie. Le opere pubbliche e di valenza
pubblica messe in campo e migliorate, anche recentemente,
grazie a questa collaborazione ed intreccio di risorse umane e
sociali della Comunità sono rappresentate principalmente dalla Scuola Materna, dall’Asilo Nido che offre sevizio anche alle
vicine Comunità di Besenello e Calliano, dall’Oratorio sede di
numerose associazioni e di uno dei più grandi cinema-teatro
della Vallagarina con il vicino centro sportivo e ricreativo dedicato al calcio e alle bocce, per non dimenticare poi la gloriosa
Colonia edificata sul monte Finonchio che da tre generazioni
ospita le attività di aggregazione estiva dei ragazzi di Volano
e dei comuni vicini. Accanto a questo patrimonio sociale realizzato e gestito per l’appunto in collaborazione con la Parrocchia, il Comune ha voluto comunque dotarsi di una ulteriore
serie di strutture destinate al miglioramento della crescita
culturale e sportiva della propria Comunità come la Palestra,
recentemente rinnovata, la Scuola Musicale nel cui edificio è
ospitata temporaneamente la Biblioteca Comunale, il Centro
Servizi Anziani nel quale, oltre ad alcuni appartamenti per persone autosufficienti, gli ambulatori di medicina pubblica e la
Farmacia Comunale, trova sede il Circolo Pensionati e Anziani
e l’Università della Terza Età. Negli ultimi anni è stato inoltre
ristrutturato ed ampliato il cimitero con il relativo piazzale d’ingresso. Nell’ultimo anno sono stati effettuati importanti investimenti per rendere più sicuro l’edificio della Scuola Elementare
e per dotarlo di nuove tecnologie legato all’apprendimento
delle lingue e dell’informatica. In questi ultimi mesi sono in piena attività i cantieri relativi al nuovo arredo urbano del centro
storico in porfido con la posa delle nuove reti di distribuzione
Volano
telefonica, elettrica ed illuminazione pubblica che renderanno
più gradevole il salotto antico di Volano. Nel contempo è stato
predisposto il progetto relativo ai nuovi parcheggi cooperativi
pertinenziali che saranno ospitati presso piazza Pertini e parco
Legàt al servizio dei residenti. Altri progetti in fase di elaborazione sono principalmente quello relativo alla nuova Caserma
dei Vigili del Fuoco Volontari e relativa riorganizzazione degli
spazi presso il Magazzino Comunale, la nuova Biblioteca Comunale presso Casa Frizzera recentemente acquistata dal Comune e la nuova Scuola Media dell’Alta Vallagarina dotata di aule
adeguate, uffici, mensa, palestra e piscina che sorgerà nella
zona adiacente al magazzino comunale e verrà costruita grazie
al contributo della PAT ed alla compartecipazione dei comuni
Besenello e Calliano. Alla realizzazione delle opere e dei servizi
sopra descritti e di molte altre legate all’aggregazione sociale
delle varie associazioni hanno contribuito le varie Amministrazioni che si sono succedute in un’ottica di continuità del fare.
L’Amministrazione Comunale ha inoltre saputo coltivare buone relazioni con le Comunità vicine e non solo e ha cercato di
valorizzare la peculiarità della Comunità di Volano di sapersi
prendere carico dei propri bisogni in un’ottica di forte sinergia
e fiducia fra pubblico e privato.
Volano
Volano
Percorrendo la Strada Statale 12, a 19 km a sud di Trento,
verso Rovereto, superato lo splendido complesso medievale
di Castel Beseno, e la rocca di Castelpietra in Vallagarina, si
entra nel territorio comunale di Volano, che comprende una
vasta superficie che va dalle pendici occidentali del Monte
Finonchio e del Cengio Rosso alla riva sinistra dell’Adige in
una splendida cornice di montagne e coltivazioni di vite, che,
ricoprendo le aree alluvionali del Taio, Campià, Loppio e Gorga, attraversano la valle dell’Adige lungo la ex strada imperiale. L’area comunale si adagia su un terrazzo naturale che si
affaccia sulla vallata circondata da rilievi prealpini la su una
superficie di 10,76 kmq, a circa 189 m. sul livello del mare. Il
clima è temperato grazie alla posizione ottimamente soleggiata e riparata, adatto alla coltivazione della vite e di altra
frutta. A nord dell’abitato, ai
piedi del monte Finonchio,
si sviluppa la zona industriale, cui sono collegate
aree boschive e pascoli di
interesse naturalistico ed
agrituristico. Ai margini dei
terreni coltivati il sottobosco è fitto di cespugli di corniolo,
ginepro e biancospino mentre boschi di faggi, larici carpini
e pini neri si alternano ad ampie aree prative creando l’habitat ideale per aquile, camosci, caprioli, scoiattoli e ghiri, volpi,
tassi e fagiani. Abitata sin dal mesolitico l’evoluzione di Volano
è strettamente legata alla vita del fiume che per secoli , ha
rappresentato una preziosa risorsa economica e importante
via di comunicazione ma anche una minaccia da presidiare
con la rigorosa manutenzione delle sponde. Le pendici particolarmente friabili delle formazioni rocciose della Padella
e del Cengio Rosso diedero origine alla grande frana di Castelpietra, tra Volano e Calliano, che nell’883 deviò il corso del
fiume dal suo alveo originario allontanandolo dall’abitato di
Volano oltre il Taio, una vasta zona umida e naturalistica ora
coltivata a vigneto e frutteto.
Volano
Posizione geografica
Volano è adagiata su un terrazzo alluvionale a 189 msm
sul versante sinistro dell’Adige in Vallagarina , 19 km
a sud di Trento sulla n.12 dell’Abetone e del Brennero
che, correndo parallelamente al fiume Adige,
la collega a Verona, in
Veneto, Trento e Bolzano
per poi proseguire fino in
Austria.
Il suo territorio si sviluppa per quasi undici chilometri quadrati dal fondovalle alla sommità del
monte Finonchio (1603
msm.).
A parte alcune aree di
villeggiatura estiva e la
colonia S. Maria Goretti,
situate sulle pendici del
Finonchio e alcune abitazioni situate verso nord e
sulla collina verso RoveVista di Volano da “Fontana Fredda”
reto, il paese di Volano è concentrato in un unico nucleo abitato ai lati dell’antica strada romana e poi via
imperiale (via Claudia Augusta) che collegava Rovereto
con Trento e, per esteso, l’Italia al mondo tedesco.
Confina con i comuni di Nomi, Calliano, Rovereto e Pomarolo ed è circondata
da rilievi prealpini ricoperti da aree boschive.
Dista, inoltre, rispettivamente circa 4 km dal
casello di Rovereto Nord
dell’autostrada Brennero-Modena (A22) e dallo
scalo ferroviario di riferimento sulla linea VeronaBrennero.
L’aeroporto più vicino è
quello di Verona a 80 km
di distanza, quello di Milano/Linate a 202 Km, quello intercontinentale di
Milano Malpensa si trova
a 240 km, l’aeroporto di
Venezia a 140.
Volano
Il nome di Volano
Il nome del comune pare avere almeno tre possibili derivazioni.
La prima è in stretta relazione con abellana, nome latino
degli alberi di nocciolo molto diffusi nell’area , ipotesi rafforzata dal nome tedesco di Nussdorf (paese delle noci) attribuito a Volano nel medioevo dalle popolazioni tedesche
di Folgaria.
La seconda , di origine romana, è collegata ai prediali che
derivavano i toponimi dai nomi propri, in questo caso Avolius, Bolanius o Volius.
La terza potrebbe essere collegata alla locale produzione
di ceramica o olla che risale alla preistoria. Alcuni studiosi
(Pfister) ipotizzano un’origine prelatina o celtica del nome
da avon(acqua)-lan (terra), ovvero “terra vicino al fiume”
avallata dal fatto che fino al IX sec dC il paese era bagnato
dall’Adige e che due frazioni del vicino comune di Avio, Vo
Destro e Vo Sinistro che sorgono presso il fiume, hanno il
prefisso Vo.
Paolo Diacono cita il castrum Volanaes tra quelli distrutti
dai Franchi nel 590 mentre documenti del 1197 menzionano l’esistenza di una pieve ad Avolanum che successivamente, nel 1250, prenderà il nome di Burgus Avolani.
Lo Stemma
Questo antico stemma fu, riconosciuto ufficialmente il 15 maggio 1931.
Nello scudo coronato sono rappresentati due alberi di nocciolo intrecciati e con radici sullo
sfondo del cielo azzurro. Completano l’emblema tre stelle
d’argento a 6 punte. Circondano lo scudo i tipici ornamenti
degli stemmi comunali : due rami
con fronde legate da un nodo d’argento e azzurro con cocche e nastri.
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Volano
L’Economia
La dinamicità del tessuto economico di Volano ha sempre avuto una forte impronta dalla presenza della Strada Imperiale, ora Strada Statale 12 che, nonostante
l’attuale disagio provocato dal traffico di passaggio, ha
offerto opportunità di scambio culturale per la popolazione e di visibilità per le aziende insediate sul proprio
territorio.
Il settore primario, specialmente in passato, ha sempre avuto un ruolo di fondamentale importanza per il
sostentamento della popolazione, specialmente per
quelle coltivazioni ed allevamenti destinati all’autoconsumo. Durante il 1800 e 1900 ebbero una discreta
diffusione le colture legate all’allevamento del baco
da seta e del tabacco, il cui impulso fu legato alla
presenza nella vicina Rovereto di aziende di trasformazione specializzate nei rispettivi settori. Anche Volano
fu coinvolto da insediamenti analoghi, infatti operò per
diversi anni una realtà dove lavoravano molte persone,
specialmente donne, nella quale veniva trattato ed essicato il tabacco, l’antica “Masera” ora abbattuta per far
posto alla Scuola Elementare.
Attualmente le aziende agricole sono fortemente ridimensionate ed il tempo pieno ha lasciato il posto al
part-time anche grazie alla meccanizzazione che ha
reso più agevole il lavoro nei campi. Il territorio coltivato di Volano si aggira attorno ai 300 ettari la metà
ubicati nella piana dell’Adige sotto l’abitato e l’altra
adagiata sulla dolce collina posta sopra il paese alle
pendici del monte Finonchio. Nelle coltivazioni la parte principale è riservata ai vigneti, anche se vi è una
La zona industriale e artigianale di Volano realizzata all’estremità
orientale del paese negli anni Sessanta e Settanta del Novecento.
Volano
buona presenza del melo con impianti specializzati di
qualità ed altra frutta minore quale il susino, il kiwi
ed il ciliegio quest’ultimo coltivato con il sistema storico, ovvero con la presenza di grandi ed antiche piante
collocate per lo più sui confini dei vigneti le quali, proprio per la loro imponenza hanno ancora la funzione
di ancoraggio dei fili che sostengono le viti. Dal nome
dei ciliegi, in dialetto “ziresi” deriva il toponimo dal
quale ha avuto origine la famosa zona di produzione
del “Marzemino di Ziresi” ora D.O.C. Trentino Superiore.
Questo vino prodotto dalle uve provenienti dai terreni
collocati a nord dell’abitato, dove una volta si estraeva
l’argilla, assume, grazie alla compattezza del terreno
ed ai profumi trasmessi dal microclima della zona pedemontana, un colore rosso rubino ed un sapore secco
e pieno che trova la sua massima espressione dopo un
invecchiamento di due anni in botti di rovere. Il territorio di Volano, specialmente quello collinare, è inoltre
molto rinomato per la produzione di chardonnay dedicato alla trasformazione dello spumante “Trento DOC
metodo classico”.
Il settore agricolo ha stimolato, a partire dagli anni
settanta, l’avvio di attività legate alla filiera agroindustriale quali cantine, magazzini frutta e distillerie anco-
ra molto attive, insediate nella zona artigianale sorta a
nord dell’abitato. Nella stessa zona e nello stesso periodo sono sorte molte altre attività manifatturiere legate
al settore dei serramenti e rivestimenti in legno e PVC
ed aziende metalmeccaniche che danno lavoro a numerose maestranze anche provenienti da fuori comune.
Molto attivo è anche il settore dell’edilizia e delle attività artigianali ad esso collegate, nonché attività legate
alla cura della persona come laboratori di parrucchiere ed estetica. La vicinanza alle vie di comunicazione
ha da sempre stimolato anche il settore del terziario
con la presenza di attività commerciali insediate sia in
centro storico con una forte valenza sociale, sia sull’asse viario della SS 12. Grazie alla vocazione sociale del
paese di Volano recentemente sono sorti anche servizi
legati all’assistenza di persone disabili che occupano
molte persone fra volontari ed operatori professionali.
Sempre nel terzo settore merita segnalare una buona
presenza di pubblici esercizi ed attività di ristorazione
nonché, nell’ultimo periodo, l’avvio di attività di accoglienza come B&B collegati all’effetto traino turistico
dovuto all’avvio del MART e dell’attività della Strada del
Vino e dei Sapori della Vallagarina di cui il Comune di
Volano è socio fondatore.
Volano
L’abitato
Di fronte un giardino comunale con area verde
ove sono stati rinvenuti i
resti di un edificio romano. Subito dopo il primo
esempio di architettura
rinascimentale, il balcone
barocco in pietra con righiera in ferro battuto di
casa Gioseffi.
Il portale tra due colonne scanalate con capitelli
corinzi porta la data del
1502.
Appena più in la, casa Frizzera: al primo piano un
elegante loggiato a sette
archi. Sotto, al livello stradale, si trova un portale
settecentesco, più squadrato e massiccio. Casa
Raffaelli mostra un affresco allegorico.
Al termine di via Roma
L’abitato di Volano conserva ancora nella sua parte più antica le
case tradizionali con aie lastricate,
ballatoi e scale esterne. Lungo la
ex strada imperiale , parallela alla
strada statale, si possono ammirare palazzi di epoca barocca abbelliti
da affreschi, logge e portali. L’accesso da nord è consentito dalla SS
12 dopo i Salenghi, dove si sviluppa
l’area industriale.
Seguendo le indicazioni che portano
in Paese, il nucleo urbano si sviluppa lungo l’asse stradale dove i
porticati danno accesso a cortili interni cui si affacciano diverse abitazioni.
Entrati in paese lungo la via Roma
si incontra subito a sinistra la chiesetta di S. Rocco con preziosi affreschi del 400 e del 500.
Facciata di Casa Gioseffi, in via Roma 17
Volano
confluiscono Via Venezia che va verso l’Adige e Via Galilei
e via Camposala dove si può vedere un capitello di pregio risalente al ‘500: all’interno della nicchia un affresco raffigura Gesù che incontra la Madre, circondato dai
santi Valentino, Rocco, Lorenzo e Sebastiano.
Proseguendo lungo la strada principale, che da qui prende il nome di via Trento ancora due affreschi : il primo, del
1494, decora casa
Tovazzi e raffigura
una Madonna col
bambino ed angeli,
mentre una madonna con bambino e
santi orna, sull’altro
lato, casa Consolati.
Altri affeschi a carattere mariano ed
una Annunciazione
all’incrocio con via
Stazione.
Proseguendo per via Trento, alla successiva
svolta destra da un
trivio ad Y partono
contemporaneamente le vie Ponta e Viate.
Questo punto è noto come la Crosera: su casa Huez un
grande capitello con iscrizioni del 1404 rappresenta la
Sacra famiglia ed i Santi Rocco e Sebastiano. Da qui si
intravede la scalinata in pietra che conduce al Sagrato
della Chiesa arcipretale che sorge sul dosso, al vecchio
Municipio con portale in pietra e, seguendo per via S.
Maria, alla nuova sede municipale ospitata presso le ex
Scuole Elementari.
Volano
Il centro storico
Volano - comunità contadina
senza padroni e senza benefattori e quindi costretta, ora
per migliorare ora più spesso per sopravvivere, a fare
sempre e pressoché tutto da
sé - quell’esercizio di autogoverno, quella partecipazione
paritaria alle decisioni d’interesse collettivo, quel coinvolgimento di tutti, anche con
la prestazione gratuita, alle
realizzazione di pubblica utilità, anche la struttura edilizia
del centro storico volanese
è tutt’altro che estranea al
formarsi di un’abitudine alla
collaborazione. Esso infatti si
è sviluppato, per lo meno dal
XVI e fino al XIX secolo, per
agglomerazione degli edifici
Visione dall’alto della zona sud-orientale
del centro storico di Volano
Scorcio di casa Voltolini, in via Venezia 13
Volano
lungo poche strade e, a ridosso di quelli, attorno a cortili
interni, utilizzando talora lo stesso muro, le stesse pietre
(tipi di costruzione del tutto diversi, come i “masi” isolati di campagna, rimasero invece inconsueti fino a pochi
decenni or sono). Una tale struttura - sorta di organismo
con membra più o meno compattamente legate e quindi
in certo grado interdipendenti - induceva e costringeva
gli abitanti al contatto, talvolta stretto fino a condividere
spazi comuni nel lavoro e nello svago (ad esempio con i
“filò” interfamiliari nelle stalle); e nel contatto stimolava
a esercitare e rafforzare, appunto, l’accordo e la solidarietà, non senza tensioni e contrasti inevitabili anche nel
raggruppamento sociale più compatto.
e-mail: info@panificio_vivori.it
L’edificio tipico di Volano era costituito da un corpo in muratura,
integrato da scale, poggioli, ballatoi e solai pensili di legno.
Volano
Il nuovo arredo urbano
del centro storico
In questi ultimi mesi sta prendendo corpo in tutta la sua eleganza il
nuovo arredo del centro storico frutto di un progetto che l’Amministrazione Comunale ha elaborato negli anni scorsi e su cui ha investito molte
risorse per ridare dignità al cuore della “Volano antica”.
L’immagine complessiva dell’abitato storico di Volano, per i suoi aspetti
architettonici, rappresenta inequivocabilmente il documento più significativo per raccontare la storia della sua formazione e crescita. E’ partendo da questo presupposto che l’ideazione del progetto ha trovato la
sua naturale evoluzione nel cercare di mantenere e, se possibile, valorizzare le funzioni legate alle esigenze abitative vista la forte presenza di famiglie che vi risiedono, ma anche commerciali testimoniate dai negozi e
botteghe artigianali che ancora oggi portano avanti la loro attività e aggregative grazie alle varie manifestazioni che si svolgono durante l’anno.
Analizzando le vecchie foto si è notato come in passato le strade fossero
costituite prevalentemente da pavimentazione in terreno battuto e aciottolato nelle adiacenze dei manufatti in pietra e nelle corti private. Negli
anni cinquanta vennero poi pavimentate in porfido e, recentemente, ricoperte da asfalto a seguito della posa della nuova rete di fognature,
acquedotto e metano. Era giunto perciò il momento di ridare dignità a
valore storico alle strade ed ai luoghi che hanno segnato la storia delle
famiglie di Volano cercando di mantenerne il più possibile i tratti caratteristici seppur in un’ottica di mutate e moderne esigenze. E’ stato così
che, per quanto riguarda la pavimentazione, si è voluto privilegiare il
porfido in cubetti posati ad archi contrastanti per la quasi totalità delle
vie eccetto che per le vie Trento e Roma per le quali, avendo le stesse
una carreggiata più ampia, è stata prevista in aggiunta una cunetta centrale composta da una doppia piastra sempre in porfido trentino. Inoltre
in alcune situazioni più significative e di fronte a manufatti importanti
è stato inserita una pavimentazione in aciottolato. Le novità principali
del nuovo arredo sono però rappresentate dalla nuova configurazione
di piazza Marconi che, con la demolizione della vecchia cabina elettrica
ha potuto assumere in parte le funzioni di spazio dedicato alle relazioni
sociali e dalla collocazione al centro della “Piazota” di una nuova fontana
in pietra che, attraverso una ricostruzione storica seppur ridotta per
esigenze di spazio, ha cercato di ricreare in chiave contemporanea l’ambiente originario dell’antico lavatoio demolito nel 1962.
Nell’ottica di una valorizzazione complessiva del centro storico in tutti i
suoi elementi più importanti, sono inoltre state sostituite, dove risultava
necessario, le soglie dei portali utilizzando nuovi materiali che si rifacessero a quelli esistenti come pietra calcarea bianca o porfido.
Da sottolineare che unitamente al nuovo arredo è stata posata in tutte
le utenze, sia pubbliche che private, la nuova infrastruttura composta
da cavidotti adatti a sviluppare le nuove tecnologie per la larga banda,
nonché la nuova rete di distribuzione elettrica con la realizzazione di
due nuove cabine interrate. Anche la nuova illuminazione pubblica ha
assunto i connotati di una volta attraverso la riproposizione moderna
delle antiche lanterne a braccio che fanno bella mostra di se sulle facciate delle case.
Il centro storico insomma concepito possibilmente come luogo di relazione fra persone con l’auspicio, che i vari importanti interventi di
abbellimento e funzionalità fin qui eseguiti contribuiscano a migliorare
la qualità della vita dei suoi residenti e, grazie all’accogliente ed accattivante ambiente capace di attirare nuovi visitatori, il progresso delle
attività economiche che vi operano.
Volano
Le botteghe del centro storico...
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Volano
La Pieve della Purificazione di
Maria e la Chiesa di San Rocco
Il comune di Volano ha vissuto diverse stagioni di particolare rilevanza artistica, ed architettonica.
Per secoli a partire dal XV secolo, i rapporti artistici di Volano si sono saldamente intrecciati con l’area veronese e
veneziana più vivaci e feconde rispetto a quella germanica
per ravvivarsi intorno al XVII secolo. Questi cambiamenti si
sintetizzano nei due principali edifici religiosi del paese:
la Pieve della Purificazione di Maria e la piccola Chiesa di
S Rocco.
La Pieve della Purificazione di Maria costruita su un rilievo
roccioso a sud del Paese è il più antico edificio documentato di Volano. Nominata già alla fine del XII sec. in occasione
della consacrazione della vicina chiesa di S. Ilario e ritoccata più volte nei secoli successivi la Pieve presenta una elegante facciata tardo barocca. Venne ricostruita nelle forme
attuali alla seconda metà del Settecento su iniziativa della
comunità locale che ne commissionò i lavori a Giuseppe
Antonio Sartori (abside) e Bernardo Tacchi (facciata) due
tra i più valenti architetti lagarini dell’epoca: L’interno a lar-
L’altar maggiore della parrocchiale di Volano.
Volano
ga aula con volta adornata di
stucchi è impreziosito da otto
altari barocchi
in marmi policromi, diversi
dei quali risalenti alla grande tradizione scultorea
settecentesca
delle botteghe
castionesi (Francesco Passerini,
Valentino Villa,
Giovanni Antonini). Le tele e gli
affreschi sono
della stessa epoca. Fra le pitture
sono da segnalare le grandi tele settecentesche del pittore veronese Bartolomeo Zeni. Sul sagrato della Chiesa si
trova la cappella della Confraternita con un altare ligneo
ed una pala ottocentesca.
Volano
La Chiesa di San Rocco
La chiesetta gotica di S. Rocco, è un piccolo gioiello affrescato. Costruita verso la seconda metà
nel 300 forse su una
chiesa preesistente,
secondo alcuni studiosi, già dal 1050,
fu rimaneggiata nel
400 e interamente
affrescata sul finire
di quel secolo e nei
primi tre decenni del
secolo successivo da
Maestranze veronesi
quali Gaspare Rotaldo e forse Francesco
Verla. La chiesa venne consacrata il 16
agosto 1502.
Originariamente costruita fuori dalle
mura lungo la
vecchia strada
imperiale che attraversa completamente Volano,
la chiesa è ora
inclusa nell’abitato a nord del
Paese.
La peste era una
calamità piuttosto frequente
nel Medioevo ed
il culto di San
Rocco, protettore dalla peste,
si diffuse nel XVI
Il presbiterio, le storie di San Rocco
secolo edivenne
particolarmente sentito in occasione dell’epidemia del
1630 , quando la chiesa fu oggetto di lavori e ristrutturazioni. All’epoca un piccolo ospedale adiacente alla chiesa
offriva riparo a viaggiatori, poveri e bisognosi, sostenuto dai lasciti dalle elemosine della comunità. Nel 1700
la chiesa e l’ospedale ospitarono le riunioni della Regola
Volano
assumendo anche un rilevante significato civile ed identitario per la comunità.
Sia la facciata che l’interno della chiesa sono interamente affrescati. Nella facciata a capanna resta solo l’affresco superiore con Angeli che suonano, santi e Madonna:
resti di notevole valore di un Giudizio universale dicui
la aprte superiore rappresenta il paradiso. Pare che la
vivida rappresentazione della parte inferiore che rappresentava il purgatorio e le fiamme infernali fosse rimossa . era così realistica da aver terrorizzato i cavalli
dell’impetratice Maria Teresa d’Austria che ne ordinò la
cancellazione.
Ai lati della porta di ingresso le finestre ogivali furono
ricavate successivamente, nel 1800.
L’interno ad un sola navata è di particolare interesse. Il
soffitto è in legno.
L’altare maggiore che raffigura il Santo e ai lati le rappresentazioni laterali.
Le pareti della navata, suddivise in doppia fila di riquadri raccontano agli episodi biblici. A destra vita di Gesù
e a sinistra la vita di Maria, e la strage dgli innocenti.
L’arco trionfale con timpano a sesto acuro riporta le storie di S. Giorgio che uccide il drago, S. Martino e la Crocefissione. Nell’abside, con gli Evangelisti ed i Profeti, è
Interno della chiesetta di S. Rocco a Volano
Volano
La navata,
le storie di Maria
e l’infanzia di Cristo,
lato destro
rappresentato il ciclo delle storie di S. Rocco dell’abside,
uno dei migliori del nord Italia. Due piccoli altari poggiano sull’arco dell’abside. La chiesa di San Rocco oggi
restaurata è fra i più interessanti simboli artistici del primo rinascimento del Trentino e testimonianza del clima
culturale del paese alla fine del 400. Lungo la ex strada
imperiale si possono ammirare numerosi edifici della
stessa epoca con bei portali ed eleganti facciate (case
Raffaelli, Gioseffi, Cainelli, Tovazzi).
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La navata,
la passione di Cristo,
lato sinistro
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Volano
Eremo di Santa Cecilia
Sulle pendici del Monte Finonchio, su una cengia nel cuore dello strapiombo conosciuto come Cengio Rosso che
domina la Vallagarina a nord del Paese, in uno splendido contesto paesaggistico, sopra CastelPietra si trova
l’eremo di S. Cecilia, caratteristico edificio del Settecento,
ex romitorio, eretto su una edicola seicentesca dedicata
alla Madonna sul Trono.
“Questo romitaggio si trova in un incavo del Zengio Rosso
presso Castelpietra in territorio di Volano. Dal basso della valle nulla si vede, anzi parrebbe impossibile che ci sia
qualche cosa di più dei nidi del passero solitario. Eppure
vi è un piccolo piazzale e addossata alla rupe a strapiombo la capellina con due piccoli locali, dei quali uno serve
da ripostiglio, l‘altro da cucina per i visitatori. Dal ciglio
del piazzale si domina la valle dell‘Adige da Trento fino a
Rovereto, si vede il fiume azzurro snodarsi attraverso le
campagne e i paesi accostati ai piedi dei monti”.
L’iscrizione sulla nicchia affrescata che funge da pala
d’altare, riporta la data d’originedel capitello e i suoi au-
tori “QUESTA OPERA LA
FATA F(ARE) RAFAEL DE
RAFAEI E ZUAN BATISTA
DE SPERANZA MASSARI
DI LIMOSINA. 1611”, ma
probabilmente le sue
origini sono più antiche.
Dalla cappella si gode
uno stupendo panorama della vallata sotto- Nei suoi tratti più esposti il sentiero è
protetto con cordini e sostegni metallici
stante.
Una tradizionale processione ogni anno, il 5 agosto, porta
in pellegrinaggio i devoti di Volano all’eremo di S. Cecilia.
Il pellegrinaggio fu ufficializzato nel 1716, poco dopo la
trasformazione dell’eremo in cappella, ma solo nel 1830
l’arciprete “canonizzò” la data del 5 agosto e non il 22
novembre, data in cui la Chiesa festeggia la Santa.
Il pellegrinaggio all’eremo rientrava infatti tra le più antiche processioni della popolazione di Volano, forse per
ricordare gli abitanti salvati dalla franadel Cengio rosso
(883); forse per scongiurare la siccità che d’estate minacciava il raccolto, o forse ancora un voto della popolazione per essere stata risparmiata dal saccheggio francese del 1703.
Volano
I Capitelli
nei borghi e nelle campagne di Volano
Tipica testimonianza della religiosità e della devozione
degli abitanti di Volano nelle sue espressioni quotidiane è
rappresentata dai numerosi capitelli, edicole e tabernacoli dedicati alla Madonna e di Santi protettori che sorgono
agli incroci e lungo le strade della campagna volanese.
Alcuni erano stazioni della via crucis o delle processioni legate alle Rogazioni di primavera; quali il tabernacolo della
madonna nella località Ziresi, all‘imbocco della strada del
Finonchio.
Sulla facciata di casa Gelmi, in via S.Maria n.17, una deposizione dalla croce modellata ai primi del ‘900 in cotto colorato, secondo i canoni tradizionali della scultura popolare
Edicola sulla facciata di casa Alovisi (HUEZ?) alla Crosera.
Secondo l‘iscrizione fu eretta nel 1404 ma più volte rimaneggiata fino al 1872: sullo sfondo d‘un paesaggio aperto
è rappresentata la Sacra famiglia con angelo che offre un
cestello, fra San Sebastiano e San Rocco in primo piano.
Sulla facciata di casa Tovazzi, nella piazza omonima, tracce d‘una Madonna con il Bambino seduta su un modesto
trono marmoreo. Sullo sfondo un paesaggio vistosamente
incorniciato da motivi ornamentali.
Pregevolissimo l‘affresco sulla parete di casa Consolati,
in Via Trento n.13: Madonna col Bambino (tra due Santi),
che nella struttura e nel cromatismo richiama i modelli
Il settecentesco tabernacolo del Crocefisso, fra Riselè e Pióveghe
Volano
della pittura veneta
del ‘500. Notevole e
singolare è invece
l’edicola sul muro
d‘un orto verso la
sommità di via Camposala: sui relitti d‘un
arco di mattoni, nella
nicchia è riconoscibile una stazione della
Via Crucis con Gesù
che cade sotto la croce; sull‘arco a larghe
bande sono in parte
visibili figure di santi.
Madonna col bambino fra San Domenico e Sant‘Antonio da
Padova sono visibili
La deposizione di Gesù nel sepolcro,
nel tabernacolo in louna della 14 stazioni della Via Crucis
calità Maseroni, oltre
la via Galilei: il dipinto, oggi fortemente ritoccato, appare di discreta fattura
ottocentesca; da notare la testimonianza d‘un arcaismo
fonetico nella scritta B.V AGIUTO, entro l‘aureola della Vergine. Il tabernacolo del Crocefisso si trova ad un crocevia
fra Riselè e Piòveghe, segnato da un tiglio secolare ormai
abbattuto. Quando fu eretto, nel 1775, ospitava la croce
dell‘antica chiesa arcipretale e fino agli anni Sessanta fu
meta d‘una solenne processione annuale. Il tabernacolo di
Sant‘Antonio, costruito nel 1882 in un incavo naturale della
roccia lungo la Strada Vecchia era, fino a qualche decennio
fa, la prima tappa di ristoro per chi saliva a piedi in montagna. L‘iscrizione dell‘architraveè nella tipica grafia gotica
dell’epoca.
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Volano
La Storia
I primi insediamenti umani nella zona di Volano risalgono
alla preistoria. Sono del Mesolitico(8000-4500 a.C.) punte
di frecce in selce, resti animali e le sepolture giovanili con
scarsi corredi rinvenute in una cava in località “Paludei”,
mentre resti di antropizzazione risalenti al Neolitico e al
periodo del Bronzo antico (1800-1600 a.C.) e Bronzo medio
(1600-1300)e frammenti ceramici furono rinvenuti a sud
del dosso Destor, sul dosso di Gorga e sui rilievi del Castel e del Cuchet, forse antichi castellieri preistorici , che
proteggevano i primi nuclei abitati dalle esondazioni del
fiume. Un periodo celtico si registra intorno al 500 aC con i
primi insediamenti stabili ed abitazioni con opere murarie
a secco. Un sepolcreto, monete e reperti della Roma imperiale testimoniano il passaggio delle truppe romane lungo la strada imperiale che venne poi denominata Claudia
Augusta, ed i successivi stanziamenti romani che a partire
dal II sec. aC e nei primi secoli dopo Cristo portarono alla
graduale integrazione con le popolazioni locali e alla romanizzazione del territorio. A questo periodo risalgono reperti vari e monete ritrovati a Volano tra il 700 e l’800, una
pietra miliare del 361dC, circa, rinvenuta sul Dos Destor
La collocazione politico-istituzionale e amministrativa di Volano
durante l’età moderna nella carta 4 del Tirol Atlas.
Volano
e, tra gli altri, i resti di un edificio romano del III-IV secolo
d.C. (tegole, coppi e peso per telaio con marchio impresso)
venuti alla luce alla periferia nord del paese, di fronte alla
chiesa di S. Rocco nei cui pressi probabilmente passava
anche il confine tra il municipio romano di Trento e quello di Verona. Dopo le invasioni barbariche di Unni, Baiuvari
e Franchi la zona atesina venne governata dai Longobardi
che organizzarono il territorio in 36 ducati tra cui quello
di Tridentum che giungeva sino ad Avio e la cui superficie
corrispondeva grossomodo al municipio romano. Risale a
questo periodo ( 590 dC) la prima testimonianza dell’esistenza di Volano. Paolo Diacono, storico dei Longobardi nel
suo “Historia Longobardorum” menziona infatti il castrum
“Volaenes” come uno dei dodici villaggi longobardi distrutti
dai Franchi durante una loro incursione nella valle dell’Adige e in Vallagarina. I resti di un antico castello erano ancora visibili sul Dos Destor nell’800. Al periodo longobardo si
fanno risalire anche alcuni toponimi (Camposala, Salengo
e gahagi –gazzi-che significa bosco, riserva). L’organizzazione territoriale di epoca medievale era caratterizzata da tre
istituzioni fondamentali: la pieve, la comunità e la giurisdizione feudale. Con Lizzana, Mori e Villa Lagarina, Volano fu
sede di una delle prime quattro Pievi della Vallagarina che
divenne sede fortificata con una possente cinta muraria e
Il Castello
della Pietra
visto da Volano.
Volano
Paese e la Vallagaria godono della più ampia autonomia : il
governo è assegnato a dei “capitani” tra i quali conti Tirolo,
i de Beseno, il famoso Jacopino da Lizzana e i Castelbarco.
Nel 1319 viene nominato anche un antico insediamento denominato Barbarola, ora scomparso, sito ad est del Destor
in un’area che all’epoca apparteneva, invece, ai Veneziani.
Nel secolo successivo la famiglia dei Castelbarco si allea
con i Venezioni ma viene rapidamente estromessa e nel
1439 Volano si arrende alla Repubblica di Venezia che fissa
i nuoviconfini a Castelpietra. Successivamente rivendicata
dai Trapp, insediatisi a Castelbeseno, si giunge ad un comRiparazione
veicoli
ben 8 porte di accesso. E’ del 1197, nell’atto di fondazione
della vicina chiesa di S. Ilario, la prima menzione della libera
comunità di Volano, e della pieve di S. Maria , entrambe nella
giurisdizione di Castel Beseno in cui era inserito il territorio
di Volano. Conteso tra i conti di Appiano e i Castelbarco nel
1208 Volano viene venduto a Federico Vanga che lo porterà
in dote alla Diocesi di Trento all’atto della sua investitura
come Principe vescovo. Volano resterà per secoli possedimento dei principi Vescovi di Trento. In questo periodo il
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Volano
promesso, il confine viene arretrato e per qualche tempo
Volano viene divisa: il Borgo va ai Trapp mentre la Villa resta
a Venezia. Le due aree graviteranno la prima intorno alla
antica chiesa del borgo consacrata prima a santa Cecilia, poi
alla Madonno a quindi a San Rocco. La seconda alla chiesa di
S.Pietro, poi dedicata alla Purificazione di Maria. Nel 1487
scoppia il conflitto tra Venezia e l’imperatore Federico III.
La sconfitta del Capitano Roberto da Sanseverino nella battaglia di Calliano, il 10 agosto
1487, non modifica la situazione di Volano
che sotto i veneziani gode per qualche tempo di un periodo di rinnovato benessere e
privilegi.
Sconfitta Venezia alla Ghiara d’Adda (1508),
l’Austria occupa la Valle Lagarina, formando
sulla sinistra dell’Adige una Pretura comprendente i Paesi del vecchio distretto veneziano, facente capo a Rovereto, nella quale
viene inserito anche Volano che diventa così
suddito immediato dell’Impero e della Contea del Tirolo. Il cinquecento è un periodo
dificile. L’Austria impone tasse e balzelli che
suscitano la rivolta dei contadini. Gli avvocati di Volano, Saibanti e Matteo del Ben ven-
gono imprigionati per aver difeso gli statuti a garanzia dei
privilegi (diritti) di Volano. Lo statuto di Volano del 1584 è
un importante documento che regola diritti e doveri della
comunità, legati principalmente all’economia locale. Sono
le pubbliche assemblee denominate “regole” che decidono
democraticamente degli affari della comunità e dirimono
le controversie . I verbali giunti fino a noi documentano le
tappe principali della comunità nel’ 600 e
nel ‘700. Con le guerre napoleoniche nel
1801 cade il Principato vescovile al quale,
tranne brevi parentesi, Volano aveva appartenuto per quasi 600 anni.
Austriaci e francesi si alternano così come
battaglie e scorribande. Tuttavia si sviluppa l’industria della seta che porta nuova
ricchezza e per qualche tempo Volano diventa uno dei maggiori centri di produzione di bozzoli.
Al regno bavarese (1806-1810) segue il regno d’Italia di Napoleone (1810-1815) e con
il Congresso di Vienna il comune di Volano
torna all’Austria, per rimanervi fino alla
fine della Prima Guerra mondiale, quando
nel 1918 venne annesso al Regno d’Italia.
Volano
Emigrazione della gente
di Volano
La gravosa situazione economica e sociale caratterizzata
da notevoli squilibri tra le risorse disponibili e la popolazione era diffusa ovunque agli inizi dell’800. Alle disastrose
guerre napoleoniche e alle calamità naturali e metereologiche seguì un breve periodo di relativo benessere legato alla
produzione della seta, al decollo industriale di Rovereto,
dove i volanesi si recano a piedi attratti dalle nuove opportunità di lavoro, e allo sviluppo delle attività legate alla
costruzione della Ferrovia nella valle dell’Adige.
Alla industralizzazione segue tuttavia il declino delle attività agricole e la manodopera sottoccupata nei campi è
costretta ad emigrare.
Nella Vallagarina la situazione è sempre più critica: fame,
miseria e mancanza di lavoro danno origine, durante il periodo invernale, alle emigrazioni temporanee di contadini,
braccianti, operai e artigiani verso varie regioni dell’Europa
ma soprattutto verso l’Americadel Sud, Brasile ed Argentina. Tra il 1855 e il 1875 una serie di disastri si abbattè sulla
regione. Le nuove malattie delle piante , in particolare delle
viti e dei gelsi hanno effetti pesantissimi nella produzione
viticola e sull’industria della seta e gradualmente l’emigrazione si trasforma da temporanea a permanente spingendo
molti abitanti di Volano verso le lontane Americhe. Nella
seconda metà degli anni Settanta l’esodo diventa particolarmente vigoroso, favorito dall’evoluzione dei mezzi di
trasporto che aprono nuove vie di comunicazione. Secondo
il Guetti ben 92 uomini e 72 donne migrarono da Volano
verso il continente americano.
Mentre il governo austriaco e le amministrazioni comunali
cercano di scoraggiare il flusso migratorio ponendo difficoltà al rilascio dei permessi e vincolandoli alla rinuncia
di beni e terreni, le rimessedegli emigrati portano indubbi
benefici alla regione contribuendo non poco allo sviluppo
del paese e a rilanciare lentamente l’economia locale in
particolare la viticoltura e la frutticoltura.
Un ruolo fondamentale legato allo sviluppo di nuovi modelli
associazionistici e organizzativi è da riconoscersi ad un illustre cittadino di Volano, Giovani Battista Panizza, che contribuì significativamente alla nascita dei primi movimenti
cooperativo-solidali fondando la Società Agricoltori della
Vallagarina, cui seguirono le prime famiglie cooperative,
la Cassa di Risparmio ed altre iniziative che capitalizzando
l’onesta laboriosità locale portarono ad una significativa
crescita economica, civile e sociale.
Volano
Il trauma della guerra
I lunghi anni del primo conflitto mondiale, che videro vaste
aree del Trentino teatro delle ostilità belliche, lasciarono un
pesante segno sull’economia locale, riscontrabile non solo
nelle distruzioni e nei danneggiamenti materiali, ma anche nel crollo di ogni
attività produttiva. La
Comunità di Volano,
pur in prossimità del
fronte, aveva evitato il
dramma dell’evacuazione, ma non aveva
certo potuto esimersi
dal soffrire tutti i disagi dell’occupazione
militare in un clima
di mobilitazione generale e di economia di
guerra. All’indomani
della cessazione del
conflitto dunque anche gli abitanti di VoIl traghetto militare da Chiusole a Volano
lano, al pari dell’intera popolazione trentina, si trovarono
a dover affrontare l’opera di ricostruzione e di recupero
delle proprie capacità produttive, in un contesto tanto istituzionale, quanto economico, che vedeva sconvolto ogni
precedente equilibrio. Di fronte alle perdite umane e al dissesto sociale provocato dal conflitto stavano le devastazioni e i danni materiali prodotti dai combattimenti, nonché
i pesanti sconquassi
finanziari. In particolare a soffrire di tale
situazione fu tutta
la fascia di confine
della regione, che
da fine maggio del
1915 all’inizio di
novembre del 1918
fu al centro di un
aspro confronto tra
le forze belligeranti
e venne sottoposta
a una sistematica
opera di danneggiamento, di distruzione e di asportazione
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Donne di Volano mobilitate per i lavori di campagna
di beni, sorte quest’ultima che toccò anche a Volano. Pesantissime furono poi le perdite finanziarie, al punto che
interi comparti dell’economia locale si trovarono decurpati
di ingenti risorse. Sotto il peso di uno sconquasso particolarmente rilevante, l’economia trentina che, come si è
potuto osservare, aveva percorso durante gli anno della
belle époque un interessante tragitto di razionalizzazione,
portando l’agricoltura verso sempre più chiari obiettivi di
mercato e giovandosi di un crescente flusso turistico, venne sottoposta a un drastico degrado.
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Volano
Le fornaci di Volano
Nel corso di tutta l’epoca moderna, le fornaci da laterizi più
importanti del territorio lagarino furono quelle localizzate
lungo il corso del fiume Adige, in corrispondenza degli abitati
di Volano e di Villa Lagarina. In esse si producevano gran parte dei mattoni, quadretti da pavimento e tegole per i manti di
copertura dei tetti (“coppi“) necessari alle costruzioni edilizie
di tutta la valle.
Le fornaci di Volano sorgevano sulla riva sinistra dell’Adige,
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a poca distanza l’una dall’altra nella campagna tra il paese e
il Castel Pietra: due direttamente sulla via imperiale; due più
defilate verso il fianco della montagna. La loro collocazione
non era certo casuale. A poca distanza si trova la località “Palui”, a est dell’attuale zona industriale di Volano, in cui si cavava la materia prima necessaria per la produzione dei laterizi:
l’argilla, qui depositata dal fiume Adige in corrispondenza
della grande ansa esistente prima della retifica ottocentesca.
Diminuendo la velocità dell’acqua, l’ansa favoriva infatti la deposizione delle finissime particelle di argilla sospese nell’acqua. L’estrazione avveniva in prevalenza nel periodo estivo
lavoratori asportavano l’argilla fino ad una profondità di 2-3
metri, creando una buca di forma rettangolare. Una volta
che si giungeva allo strato sottostante, costituito da sabbia,
la buca si riempiva rapidamente di acqua proveniente dalla
falda sotterranea, costringendo i cavatori ad abbandonarla
per una nuova.
L’argilla estratta veniva lavorata nelle fornaci, chiamate a Volano “copère”, in quanto la maggior parte dei laterizi da esse
prodotti era costituita dalle caratteristiche tegole ricurve: i
cosiddetti “coppi“. Finchè rimasero attive, le fornaci diedero
lavoro a diverse persone di Volano (oltre che naturalmente ai
diretti conduttori) impiegate nelle varie fasi di preparazione
dei laterizi. Vennero chiuse negli anni ‘60 del secolo scorso.
Volano
Le cave di pietra del territorio di Volano
Uno dei materiali fondamentali dell’edilizia storica lagarina è la pietra, usata come materiale da costruzione nelle
murature, nelle volte, nei pilastri, nelle scale e nei poggioli
degli edifici, ma impiegata anche nell’ornato architettonico: dalle semplici cornici delle porte e delle finestre, ai più
importanti portali degli ingressi carrai delle case, anche il
campanile è interamente con pietra bianca di Volano. La
pietra era inoltre largamente impiegata nelle pavimentazioni di cortili e androni sotto forma di ciottoli (“salasài”)
e lastre. Un uso così diffuso dei materiali lapidei sottintendeva un’altrettanto consistente possibilità di reperirne, in
loco, con abbondanza. Così nel corso dell’epoca moderna,
fino all’inizio del secolo scorso, andò affermandosi l’importanza delle cave di pietra, chiamate localmente “predàre”
o “preère”.
Sono due le cave di pietra ubicate nel territorio di Volano che rivestirono in passato una certa importanza nella
vita economica e sociale del paese, ambedue localizzate
sul fianco della montagna soprastante l’abitato: quella di
“Spiazze”, la più vicina al paese, ai piedi del “Dos di Gàrdole”, e quella di “Cornalé”, sulla fascia collinare a sinistra
della strada che conduce verso Saltaria e Noriglio. Le cave
sfruttavano la formazione rocciosa nota come rosso ammonitico, ma anche le formazioni più antiche, come i calcari grigi di Noriglio o quelle sovrappostesi in seguito, come
il biancone.
Lo sfuttamento di queste cave è senz’altro antico, anche se
le prime testimonianze documentate non sono anteriori al
tardo Quattrocento e si ricollegano con l’arrivo a Volano,
o quantomeno con la decisione di fermarsi stabilmente in
paese, di alcune famiglie di spezapreda originarie del Nord
Italia (Valpolicella, Lago di Como, Valtellina e Bergamasco).
Fotografia scattata agli inizi del secolo durante i lavori di costruzione
dell’asilo infantile
Volano
Il fiume
l’area trentina e quella veronese per tutto il medioevo.
Gli incontrastati protagonisti del traffico fluviale erano i
radaroli veronesi, potente corporazione mercantile che
si occupava principalmente di rifornire le imprese edilizie
Il fiume era l’elemento geografico più importante del terdella città veneta. I radaroli derivavano il loro nome delle
ritorio volanese e la sua centralità, nel rapporto tra amzates, le zattere, che erano costruite con gli stessi tronchi
biente e comunità, era dovuta a due aspetti fondamentali.
che venivano fluitati lungo il corso d’acqua fino a giungere
Da un lato l’Adige costituiva la più importante via d’acqua
a destinazione. Zattere che trasportavano legname, chiatte
regionale e forse la più importante via di comunicazione
rimorchiate da riva cariche di merci, piccole imbarcazioni
in assoluto; dall’altro i villaggi in cui
a vela, traghetti che mettevano in
territorio era sulle sponde del fiucomunicazione le due sponde del
me dovevano fare continuamente
fiume, come testimonia la preseni conti con ricorrenti e rovinose
za di un piccolo porto a Chiusole: la
inondazioni che non trovavano seri
vita sull’Adige, quando era ancora
ostacoli. Il rapporto con l’Adige
possibile navigarlo, doveva essere
delle popolazioni lagarine e della
piuttosto vivace.
comunità di Volano, oscillava così
Per rendersi conto di quanto il protra la volontà di sfruttare economiblema delle continue esondazioni
camente la possibilità che il fiume
dell’Adige sia stato fondamentale
offriva come via di comunicazione e
prima della messa in sicurezza deil timore della forza distruttiva che
gli argini, basta scorrere la raccolta
l’Adige esercitava quando sfuggiva
delle calamità capitate in Trentino,
al controllo dell’uomo.
messa a punto durante la seconda
I commercianti, soprattutto quelli
metà del Settecento e conclusa nel
di legname, utilizzarono l’Adige tra Acquerello di Edmund Gurk risalente al 1840,
imbarco sul traghetto
Volano
operazione volta evidentemente a rafforzare gli argini del
fiume. Nella carta di regola del 1654 si precisa che erano i
massari a dovere far portare le pietre sulle rive dell’Adige.
Poteva essere inoltre richiesto, per chi ne aveva la possibilità, l’impiego di carri e di bestiame, necessari alle operazioni
di trasporto del materiale da destinare a questo scopo. L’obbligatorietà di quelle prestazioni d’opera si desume, oltre
che dagli espliciti paragrafi ad esse nella regolamentazione comunitaria, anche dal fatto che la mancata presenza a
questi lavori comportava l’iscrizione nei Libri dei manifesti,
ossia nei registri delle denunce agli organismi comunali.
Il traghetto “dei volanesi”
1803 dall’erudito volanese padre Giangrisostomo Tovazzi.
In essa si può leggere l’impressionante serie di piene che
con disarmante regolarità funestavano sia la città di Trento, sia la vallata atesina. La comunità di Volano, per cercare
di tutelare i propri terreni, aveva stabilito, almeno dall’adunanza della regola del 1547, l’obbligo per i membri della
comunità di partecipare alla difesa degli argini (“roste”),
obbligandoli a prestare dei lavori di manutenzione delle
sponde. Nella carta di regola del 1584 era anche previsto
l’obbligo di “cavar prede da menare alle rive del Adese”,
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Volano
La caduta della frana del Sengio Ros
della frana un altare dedicato a Santa Cecilia, nel mezzo
della parete rocciosa.
Cengio, Zengio o Sengio, questo episodio segna una tragica
svolta nella storia di un paese nato e sviluppatosi grazie alla
presenza del fiume che, deviato, non potrà più sostenere
la comunità . Il monte Barco (ora M. Finonchio) dominava
con una parete a picco l’Adige che scorreva alla sua base
curvando in direzione del Pozzol. A suoi piedi, all’altezza di
Castel Pietra dove il Rio Cavallo confluiva nell’Adige, sorgeva
il nucleo di Villa della Pietra, con una chiesa dedicata a san
Pietro. Nell’883, a causa del disgelo o per una scossa tellurica, il fianco del monte già eroso dalla corrente dell’Adige
frana sul fiume, costringendolo quasi a tornare indietro. La
vicina località della Prea Scritta infatti è sopraelevata rispetto al corso del fiume e non consente un deflusso più
diretto. Molte persone di Villa si salvarono, forse avvertite da segni promonitori o perché al lavoro nei campi. Gli
scampati, ormai senzatetto, sono dapprima ospitati nelle
case del Borgo poi costruiscono le nuove case nella zona a
sud di Borgo l’attuale Piazzota, via Volpare, Via Santa Maria
dove ricostruiscono anche la chiesa sulle cui fondamenta
sorgerà l’attuale arcipretale, dando vita all’attuale Volano.
In memoria di questo episodio venne eretto nell’epicentro
OGGI
Le frane proseguono. L’acqua penetra nelle fratture verticali della roccia porosa e ghiacciando provocano un aumento
di volume e, con il disgelo, il conseguente distacco.
Dopo l’ultima frana del marzo 85, un’altra segue nel febbraio 2009 e sfiora, in località Marochi, il vecchio maso oggi
abitato dalla famiglia Mattè. Circa mille metri cubi di materiale, terra e sassi, franati dal Cengio Rosso, sulle pendici
del Finonchio, spezzano alberi e piante. Un enorme masso
all’improvviso devia la traiettoria e termina la sua corsa a
circa 150 metri dal vecchio maso. Uno spettacolo da brividi
ma sono tutti illesi, per fortuna, anche i turisti che occasionalmente si trovano nella zona. A fermare la frana una
vecchia cava di inerti che crea un provvidenziale avvallamento a protezione delle case. Già dopo la frana nel 1985 la
proposta di una barriera di sicurezza venne accantonata in
quanto la protezione offerta dall’avvallamento della ex cava
pareva, a ragione, sufficiente a garantire la sicurezza degli
abitanti. Due sentieri sono stati chiusi: il “Percorso dell’arte”, interrotto dal crollo, e il sentiero che porta all’eremo di
Santa Cecilia. Non a caso l’area si chiama Marochi.
Volano
MANIFESTAZIONI
MARTEDÌ GRASSO
Sfilata di carnevale con carri allegorici
TERZO FINE SETTIMANA DI MAGGIO
sabato e domenica
Memoriae
Devozioni Popolari e Mondo Contadino
LUGLIO
“Alta Vallagarina Cabaret”
16 AGOSTO
Sagra di S. Rocco
PRIMA DOMENICA
DI SETTEMBRE
Magnalonga
Volano
Carnevale di Volano
Il carnevale, dal “Giovedì Grasso” al “Martedì Grasso”, è un
evento molto sentito a Volano. Da 50 anni l’appuntamento
più importante è la sfilata dei carri allegorici, tra le ultime
rimaste nei carnevali trentini. I carri che rappresentano per
lo più i cartoni animati o le favole, anche se non mancano i
riferimenti scherzosi o satirici alla vita del paese, vengono
allestiti nei mesi precedenti da gruppi del paese, dai genitori dei bambini delle scuole
elementari e non mancano
i gruppi di goliardi.
La sfilata si tiene nel primo
pomeriggio del Martedì
grasso, ultimo giorno di
Carnevale e per anni ha animato il centro storico. Ora è
stata spostata in un quartiere più recente accanto alla
scuola elementare. Al termine della sfilata una giuria
decreta il vincitore, votando
il carro più bello.
Volano
“Memoriae
Devozioni Popolari e Mondo Contadino”
Terza di maggio. Ogni anno a Volano la terza domenica di
maggio è divenuta la più importante ricorrenza del paese. La manifestazione ricorda il voto civile e religioso alla
Madonna (Maria Ausiliatrice), durante la prima guerra
mondiale. Si temeva
infatti che il paese potesse venire evacuato
al pari di altri comuni limitrofi, tra cui
anche la vicina Rovereto, vicini al fronte
tra Italia ed Impero
Austro-Ungarico (di
cui il Trentino faceva parte). Merito della mancata evacuazionefu , secondo i credenti, il voto alla Madonna.
Volano non fu l’unico paese a scampare all’evacuazione. Villa Lagarina, Nogaredo, Calliano, non furono sfollati, anche
per garantire all’esercito la manodopera e un retroterra
organizzativo.
La festa ricorda quei tragici fatti e la manifestazione “Memoriae” associa la devozione ai momenti di allegria e di
promozione turistica del territorio. La manifestazione comprende varie iniziative: sin dal sabato
pomeriggio il centro abitato viene rallegrato da mercatini, giochi e ricostruzione degli antichi
mestieri. Tutto ha un’aria magica
fino al mattino della domenica,
quando gli abitanti si preparano
alla processione solenne. Ognuno fa la sua parte chi addobba
a festa gli edifici, chi distribuisce candele. La due giorni si
conclude con un torneo tra i quattro rioni storici che compongono Volano (Corea, Borgo, Crosera e Piazota), seguito
dalla Santa Messa e dai fuochi d’artificio.Con la Terza di
maggio si completano le sagre storiche del paese, dedicate
ai due patroni S.Rocco,
il 16 agosto, e S.Maria,
il 2 febbraio.
Inoltre ogni anno sono
presenti degli artisti di
strada che disegnano
sull’asfalto immagini
sacre.
Volano
Tempo Libero e Passeggiate
Il territorio è ideale per escursioni a piedi o in bici, numerosi
sono i Capitelli disseminati sul territorio. L’ambiente del fondovalle e della prima fascia collinare è dominato da intense
coltivazioni a vigneto e a frutteto (mele). Ai margini dei terreni
coltivati e delle abitazioni, attorno ai tre-quattrocento metri
sul livello del mare, inizia la vegetazione spontanea, costituita
da bosco ceduo in cui prevalgono le essenze del frassino, nocciolo, carpino, rovere. Il sottobosco è fitto di cespugli di corniolo, rosa canina, biancospino. Verso i mille metri compaiono
il faggio, la betulla e il larice. Tra i 1400 e i 1600 metri si trova
l’ampia area prativa di Malga Finonchio un tempo fortemente
dedita all’alpeggio.
Molto ricca la flora minore, sia di fiori che di frutti selvatici.
A partire dai 700 metri di quota si ha una buona presenza di
funghi Offre inoltre strutture sportive e interessanti percorsi
enogastronomici quali la Magnalonga, di Trekking e Mountain
bike.
Passeggiate
Antica Strada di S. Antonio
Si parte da piazza Marconi, si sale per via Galilei o per via
D.Chiesa verso loc. Sgarvec. Si lascia la via asfaltata per prendere il sentiero in direzione “colonia”. Arrivo il loc. S. Antonio
nei pressi della fontana.
Eremo di Santa Cecilia
L’ Eremo di S. Cecilia è raggiungibile solo a piedi.
Vari i percorsi possibili.
1. Salire lungo il vecchio sentiero: dalla Strada Statale n. 12,
a Nord di Volano, in direzione Trento, dopo 2 km, poco prima
di giungere a CastelPietra, sulla destra si diparte una piccola
stradina, (via Fornaci - cartello indicatore). Percorsi circa 100
mt, nei pressi di una casa gialla, si individua a sinistra un piccolo parcheggio e l’inizio del sentiero che costeggiando un vigneto e poi nel bosco, sale in direzione Est verso il Zengio Ros.
Dopo 10’ si raggiunge un’ampio sentiero (sentiero dell’Arte),
dove si individua un sentiero e un cartello con l’indicazione
“Santa Cecilia”. Si risale faticosamente, superando un crocifisso e in circa 30’
ci si ricollega con l’itinerario precedente.
2 E’ anche possibile parcheggiare nei pressi di CastelPietra,
a fianco del ristorante La Rocca e lungo il Sentiero dell’ Arte,
seguire le indicazioni per Volano, fino a a raggiungere il bivio
sopracitato. 15’ in più, ma potendo ammirare CastelPietra e
le maroche.
3. La via d’accesso più rapida è dalla loc. Sant’ Antonio, che si
raggiunge percorrendo la strada comunale che dalla zona ar-
Volano
tigianale di Volano, risale il monte Finonchio. Si arriva in loc.S.
Antonio in auto percorrendo la strada che sale in montagna in
direzione “Moietto” oppure a piedi col percorso 1.
Si continua a piedi per la strada tagliafuoco in direzione
S.Cecilia. Si arriva in una radura con un punto panoramico
sulla Vallagarina e sulla Valle dell’Adige. Lì parte il sentiero per
l’Eremo. Ad un certo punto (quota 530 m.) c’è un bivio. Si sale
a destra in direzione “Eremo S. Cecilia”.
4- A Sant’ Antonio, dove si lascia l’autovettura e a piedi si percorre la strada Forestale omonima che con direzione Nord (si
diparte a sx per chi sale da Volano), raggiunge in poco meno
di 1 km (10’ circa) la loc. “Prà de le Strie”, dove la strada forestale termina, davanti al capitello delle Strie. Da qui si segue
l’evidente sentiero pianeggiante (a sinistra ottimo punto panoramico sull’Alta Vallagarina), che superato il Valom si porta
sotto l’incombente e alta rupe del Zengio Ros.
Dopo circa 15’ si raggiunge un bivio, con un sentiero che scende verso sx (vecchio accesso), qui si prende la diramazione a
destra (Est), che inizia a salire, con notevole pendenza e vari
gradini, fino a raggiungere la base della rupe, dove si trova il
capitello di San Valentino (15’ circa). Con un pò di attenzione in
questo tratto è molto facile avvistare numerosi camosci.
Da San Valentino il sentiero piega verso sinistra (Nord), lungo
la base della rupe, salendo poco a poco sulla cengia, alla fine
della quale, quasi d’improvviso si arriva alla chiesetta e al pic-
colo piazzale, in parte protetto dalle rocce strapiombanti (20’
- tot. 1 ora circa).
Questo tratto è attrezzato con funi metalliche, scalini e piccoli
ripiani in legno, prestare la massima attenzione!!!
Sentiero dell’Arte Si imbocca la strada che sale verso la
montagna in direzione “Moietto”. Al terzo tornante si imbocca
la Strada dell’Arte. Si continua lungo il percorso fino a Castel
Pietra, per poi proseguire lungo il Rio Cavallo verso Castel Beseno. NB: attualmente il percorso è temporaneamente interrotto in Loc. Marochi a causa della frana del Cengio Rosso.
Saltaria Si arriva in loc.S. Antonio in auto percorrendo la strada che sale il montagna in direzione “Moietto” oppure a piedi
col percorso 1. Si continua a lungo la strada fino ad arrivare
ad un tornante dal quale sulla destra parte una stradina “tagliafuoco”. Dopo qualche centinaio di metri la stradina diventa
un sentiero. Si arriva a Saltaria nei pressi di una fontana e di
una chiesetta.
Si prosegue verso Toldi sulla strada asfaltata.
Arrivati a Toldi, scendere a destra lungo la ripida via del paese.
Prendere il sentiero e l’antica via che scende verso Volano.
Arrivati nei pressi della pista di motocross girare a sinistra.
Dopo qualche minuto girare a destra e scendere fino a valle.
Volano
Monte Finonchio e Rifugio “F.lli Filzi”
Dislivello: mt. 350 - Tempo 1h 20’ (sola andata)
Localizzazione: Monti di Rovereto - Folgaria
Periodo: Tutto l’anno.
Caratteristiche: Strada forestale con pendenza moderata. Vista molto panoramica su tutte le montagne circostanti, dall’Altopiano di Folgaria al Monte Bondone, dall’Altissimo di Nago
alla Vigolana.
Accessibilità per persone con disabilità motorie o sensoriali:
Possibile senza problemi, con o senza neve, sia per persone
con lievi disabilità motorie che per ipovedenti anche gravi e
non vedenti. Nella stagione invernale l’itinerario è generalmente battuto per cui non dovrebbero essere necessarie le ciaspole. Le persone in carrozzina (nella stagione estiva) dovrebbero
teoricamente potere accedere in auto al rifugio (esponendo
l’apposito contrassegno), ma in questo caso occorre un veicolo fuoristrada o almeno a trazione integrale.
Punti di appoggio: Rifugio “F.lli Filzi” (mt. 1603, Tel. 0464/435.620,
Tel. gestore 0464/430.012, aperto nella stagione estiva e generalmente in tutti i fine settimana dei restanti periodi, prenotazione consigliata).
MALGA FINONCHIO
Si arriva in auto al parcheggio a quota 1220 m.
Si prende la strada sterrata che parte dal parcheggio stesso.
Si arriva direttamante alla Malga Finonchio.
Dalla Malga Finonchio si puo’ proseguire verso il Monte Finonchio prendendo il sentiero che parte a monte della Malga.
MONTE FINONCHIO
Si arriva in auto fino al parcheggio in loc. Gelmi. Si prende la
strada sterrata che sale verso il Monte Finonchio.
Alla fine del bosco si puo’ salire per un ripido sentiero sulla
sinistra oppure proseguire lungo la strada.
Arrivati in Moietto, frazione montana a circa 12 km da Rovereto, dopo la fontana, svoltare a sinistra e, poi, subito a destra
dove troviamo un parcheggio. Da qui possiamo prendere direttamente il sentiero 103, ma decidiamo per una variante: torniamo sulla strada, dove c’è la fontana, prendiamo la stradina
che passa per la piccola chiesetta e continuiamo fino a dove
termina il caseggiato e la strada asfaltata. Sulla sinistra abbiamo l’imbocco del sentiero (segnato anch’esso come 103) che
ci porterà sul Finonchio (a tratti si intersecherà col sentiero
103 che parte dal parcheggio e, poi, si unirà ad esso). Dall’imbocco del sentiero, dove c’è un cartello segnavia, iniziamo la
camminata tenendo, al primo bivio, il sentiero di destra, avanti
fino ad altro bivio e, questa volta, prendiamo quello di sinistra.
Dopo breve salita ripida, ci imbattiamo in un incrocio, lo attraversiamo e proseguiamo diritti in direzione nord-est; dopo circa 10 passi incontriamo un bivio e noi prendiamo il sentiero di
Volano
destra che va in direzione est, sempre segnato dalle bandiere
bianco-rosse della SAT. Sbucati su una prima strada forestaletagliafuoco, la attraversiamo e continuiamo diritti in direzione
est. Seguiamo il sentiero, molto ripido, fino a che non ci troviamo a passare per una caratteristica radura di conifere. Usciti
dal sentiero, nei pressi della seconda strada forestale-tagliafuoco, procediamo diritti, in salita, sempre in mezzo al bosco
fitto, ed arriviamo nei pressi dei piccoli prati di Malga Finonchio. Da Malga Finonchio (mt. 1344), seguiamo le indicazione
del cartello segnavia, che ci consiglia di continuare, per Monte
Finonchio, verso oriente; andiamo per il sentiero, che, nuovamente, si immerge nel bosco, e al primo bivio che incontriamo,
svoltiamo a destra e saliamo per ripido sentiero boschivo fino
a trovarci sui prati del Finonchio dove seguiamo la traccia e i
paletti, conficcati nel terreno dalla SAT, in direzione nord-est,
verso le antenne del Finonchio, ora visibili. Arrivati sulla stradina carrozzabile, procediamo, aggirando il versante orientale
del monte, fino ad incontrare il sentiero 104, proveniente dalla
Guardia, che ci porterà in vetta, al Rifugio Filzi (mt. 1603). Dalla
cima possiamo allietarci di ottima vista sulle maggiori catene
Trentine e quelle adiacenti. Dopo breve o lunga pausa, torniamo, fino alla Malga Finonchio, per la stessa via dell’andata,
facendo molta attenzione a non scivolare, in quanto il tratto
di percorso è molto ripido. Dalla Malga, decidiamo di seguire
la stradina che si dirige verso est e proseguiamo fino alla fine
di esso dove troviamo il sentiero che taglia, per il lungo, il versante di Terragnolo. Quindi scendiamo. Dopo circa 20 minuti,
intersechiamo la prima forrestale-tagliafuoco che avevamo
trovato all’andata, in quanto la seconda si ferma prima del
sentiero che abbiamo preso per il ritorno. Proseguiamo diritti
in discesa e poco dopo troviamo un segnavia, in località Palvèra (mt. 1035); da qui proseguiamo per il sentiero alla nostra
sinistra, in direzione sud-est e, in circa 10-15 minuti, arriviamo
sopra ad un gruppo di casette, in località Pietra (Prea). Da qui
proseguiamo, in direzione nord, per la strada sterrata che ci
riporterà al Moietto e, quindi, al parcheggio.
Bikers
Partenza: Volano Salenghi
Arrivo: Colonia Monte Finonchio
Difficoltà Alta
Distanza: 10 Km
Accattivante itinerario di MTB che dal fondovalle lagarino conduce fino alla vetta del Finonchio una delle cime più panoramiche dell’intera zona. Un percorso quindi da non perdere sia
per la difficoltà (la salita è lunga) che per l’ambiente in cui si
svolge. Effettuatelo possibilmente durante il periodo di apertura dei rifugi (prima domenica di Giugno – ultima di Settembre)
in modo da godervi, in tutta la comodità del Rifugio Filzi, il meritato premio per la salita: tanto, come dice il vecchio saggio
Volano
“in discesa vanno anche i sassi”.
Accesso
Dai Salenghi, zona industriale a nord di Volano, nei pressi del
distributore di benzina sulla SS12. Dopo 50m si trova un comodo parcheggio.
Descrizione
km 0.00 – 189m. Dal parcheggio si prosegue lungo la stradina
in direzione della zona industriale fino ad arrivare quasi al suo
termine dove si svolta a dx. In breve si giunge all’inizio della
salita.
2. km 0.79 – 191m. Imboccare la strada asfaltata del Finonchio
e seguirla ignorando altri bivi. Si supera così la località S. Antonio (440m – vedi foto) e S. Corrado, per raggiungere “Fontana
Fredda” (fontana – vedi foto).
3. km 7.76 – 914m (Fontana Fredda). Al bivio proseguire a sx
verso il Finonchio. Continuare fino ad incontrare la Località
“Brusai” e “Colonia Goretti” (fino a qui abbiamo ricalcato il percorso di gara della Volano-Monte Finonchio). Proseguire lungo
la strada asfaltata ignorando il bivio che si trova presso un
tornante con parcheggio e dove sulla dx parte la strada sterrata che porta alla Malga Finonchio. Raggiungere la località
Gelmi (1283m) dove ci si immette sulla strada sterrata (divieto
di accesso sulla dx) che conduce prati del Monte Finonchio.
(NB lo sterrato oltre Gelmi è impercorribile con la bdc perchè
sassoso e sconnesso. Molto bella e poco frequentata da mezzi
Negozio
specializzato
per bici TREK
Sci da fondo
FISCHER
e MADSHUS
VOLANO (TN)
Via Panizza, 62
0464 412205
Volano
motorizzati la salita fino a Gelmi)
4. km 13.93 – 1514m. Proseguire dritti su terreno più agevole
ignorando un bivio a dx (dal quale, guardando a dx, si intravede una baita) fino ad arrivare allo scollinamento dove s’incontra un incrocio con indicazione “Serrada, Scottini e Rif Fabio
Filzi Monte Finonchio”. Seguire la strada di sx che in breve
porta al Rifugio Filzi.
5. km 15.84 - 1603m (Rif. Filzi al Finonchio). Ritornare al bivio
segnalato al punto 4. Girare a sx (senso di marcia) e proseguire sul sentiero che si indirizza verso il bosco. Lungo il sentiero
mantenere sempre la traccia di dx. Fare attenzione in prossimità dell’inizio del bosco dove si incontra un incrocio poco evidente: piegare a dx e portarsi a Malga Finonchio (1344m). Dalla malga seguire per intero il sentiero 103 (incrociando due
volte la strada) fino a raggiungere la località Moietto (924).
6. km 20.32 – 924m (Moietto). Proseguire a dx in direzione di
Fontana Fredda da dove seguiamo il percorso di salita fino al
punto di partenza.
7. km 29.22 – 189m (arrivo)
Da ricordare che Volano è collegato agevolmente alla pista
ciclabile che scorre lungo la riva dell’Adige, percorsa annualmente da migliaia di tutisti, specialmente provenienti da Nord
Europa.
Volano
Album Volanese
Volano
Volano
Bese e o
Besenello
Bibliografia
Foto e notizie pubblicati in questa guida sono tratti da:
1. Volano - Storia di una comunità
a cura di Roberto Adami, Marcello Bonazza e Gian Maria Varanini. Edito da Nicolodi Editore nel 2005 per conto del Comune di Volano.
Il traguardo dell’alta qualità
per il Vostro prestigio
•
Stampati per l’industria,
commercio ed enti pubblici
•
Volantini
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Biglietti da visita
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Libri
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Moduli per ufficio
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Depliant
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Riviste
per il Vostro Opuscoli
prestigio
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Danilo Battisti
2. Volano pietra con pietra
il sig.- Documentazione
Battisti per averfotografica
gentilmente
TestoRingraziamo
di Sergio Raffaelli
di Tomconcesso l’uso delle foto del suo sito per completare
masolaManfrini.
Editore Cassa
di Risparmio
Volano.
documentazione
della guida
“Bigliettodida
Visita”
di Besenello.
3. La guerra
di30
Volano
Da oltre
anni Danilo Battisti ha documentato con
manifestazioni
Besenel di Evaprecisa
Bertoni,dedizione
Silviana eventi
Bonat,eMariano
Frizzera,diDiego
Leoni, Flalo con la collaborazione dei suoi abitanti, immagini
vio Panizza,
Claudia Prosser,
Fiorenzo
Tovazz,
Camillo
Zadra.
che rappresentano
ora la
memoria
storico
fotografica deldall’Amministrazione
Paese.
Stampato
Comunale di Volano.
La sua attività di documentazione fotografica è rac-
38123 Ravina (TN) • Via Stella, 11/b z.i.
Tel. 0461 913545 • Fax 0461 913186
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tutto il mondo. Un lavoro prezioso anche per le future
generazioni.
5. Guida Pratica del Comune di Volano. Pezzini Editore 1983.
Volano
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Volano
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