REGIONE AUTONOMA
FRIULI VENEZIA GIULIA
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- (381) 3 VIII LEGISLATURA –
– SEDUTA DEL 21 OTTOBRE 2002
SEDUTA DI LUNEDÌ 21 OTTOBRE 2002
ANTIMERIDIANA
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BORTUZZO
INDI
DEL PRESIDENTE MARTINI
INDICE
PAG.
PAG.
6XOSURFHVVRYHUEDOH ......................................... 5-33
MOLINARO.....................................................14
RITOSSA............................................... 15-18-25
SANTAROSSA, $VVHVVRUH DOOD VDQLWj H DOOH
SROLWLFKHVRFLDOL.................................................16
CIANI, $VVHVVRUH DOO
DPELHQWH DOOD SURWH]LRQH
FLYLOHHDOSHUVRQDOH .................... 17-20-23-24-26
VANIN .............................................................22
ZOPPOLATO ...................................................22
ANTONAZ .......................................................24
BRUSSA...........................................................29
&RQJHGL ................................................................... 5
/HJJH UHJLRQDOH $QQXQ]LRGL ULFRUVR GHO *RYHUQR
DOOD&RUWH&RVWLWX]LRQDOH .................................. 5
3URJHWWL GL OHJJH $QQXQ]LR HG DVVHJQD]LRQH DOOH
FRPSHWHQWL&RPPLVVLRQL ,QWHUURJD]LRQL$QQXQ]LRGLULVSRVWHVFULWWH ......... 6
,QWHUURJD]LRQL
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$QQXQ]LR.......................................................... 7
$QQXQ]LR GL FRUUH]LRQL IRUPDOL H GL
FRRUGLQDPHQWRDOHJJHUHJLRQDOH..................... 8
,QWHUURJD]LRQLHGLQWHUSHOODQ]H6YROJLPHQWR ..... 9
PRESIDENTE.....9-11-12-14-15-16-19-22-24-25
ARDUINI, $VVHVVRUH DOOH ILQDQ]H DOOD
SURJUDPPD]LRQH DOOD VWDWLVWLFD DOOD JHVWLRQH
EHQ]LQHDSUH]]RULGRWWRHDOO
,UDS................. 9-12
ALZETTA........................................................ 10
VISINTIN ................................................... 12-16
NARDUZZI, $VVHVVRUH $OO
DJULFROWXUD $OOH
)RUHVWH$OOD*HVWLRQH)DXQLVWLFD(9HQDWRULD .................................................................... 13-14
6XOO¶RUGLQHGHLODYRUL...................................... 30-32
PRESIDENTE ..................................30-31-32-33
TESINI..............................................................32
MATTASSI ......................................................32
ARDUINI, $VVHVVRUH DOOH ILQDQ]H DOOD
SURJUDPPD]LRQH DOOD VWDWLVWLFD DOOD JHVWLRQH
EHQ]LQHDSUH]]RULGRWWRHDOO
,UDS ....................33
5LFKLHVWDGLLQYHUVLRQHGHOO¶RUGLQHGHOJLRUQR....31
PRESIDENTE ............................................ 31-32
CIANI, $VVHVVRUH DOO
DPELHQWH DOOD SURWH]LRQH
FLYLOHHDOSHUVRQDOH ..........................................31
GOTTARDO ....................................................31
TESINI..............................................................31
2UGLQHGHOJLRUQRGHOODSURVVLPDVHGXWD ............33
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- (381) 4 VIII LEGISLATURA –
PAG.
$//(*$72
5LVSRVWHVFULWWHDGLQWHUURJD]LRQL
Risposta dell’assessore alla sanità e alle politiche
sociali, Santarossa, all’interrogazione n. 264 del
consigliere Molinaro ........................................ 35
Risposta dell’assessore all’edilizia, ai servizi
tecnici e alla pianificazione territoriale, Seganti,
all’interrogazione n. 25 del consigliere Lippi .. 37
Risposta
dell’assessore
alla
formazione
5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD
– SEDUTA DEL 21 OTTOBRE 2002
PAG.
professionale, al lavoro, alla previdenza, alla
cooperazione, all’artigianato e ai parchi, VenierRomano, ai sensi dell’articolo 103, comma 4 del
Regolamento, all’interrogazione orale n. 870 del
consigliere Antonaz ..........................................38
Risposta dell’assessore alla sanità e alle politiche
sociali, Santarossa, all’interrogazione n. 252 del
consigliere Ritossa ............................................40
,QWHUURJD]LRQL
LQWHUSHOODQ]H
H
PR]LRQL
DQQXQ]LDWH .............................................................41
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- (381) 5 VIII LEGISLATURA –
35(6,'(1=$'(/9,&(35(6,'(17(
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/DVHGXWDLQL]LDDOOHRUH
PRESIDENTE.
Dichiaro
aperta
la
trecentoottantunesima seduta del Consiglio
regionale.
6XOSURFHVVRYHUEDOH
PRESIDENTE. Informo che sono a
disposizione dei Consiglieri alcune copie del
processo verbale della seduta n. 379 e che, se
non saranno state sollevate eccezioni nel corso
della seduta antimeridiana, il verbale stesso
sarà considerato approvato.
&RQJHGL
PRESIDENTE. Comunico che ha chiesto
congedo per la seduta antimeridiana l’ assessore
Guerra.
,OFRQJHGRqFRQFHVVR
$QQXQ]LRGLULFRUVRGHO*RYHUQRDOOD&RUWH
&RVWLWX]LRQDOHDYYHUVRXQDOHJJHUHJLRQDOH
PRESIDENTE. Comunico, inoltre, ai sensi
dell’ articolo 47 del Regolamento interno, che il
Governo, nella seduta del Consiglio dei
Ministri dell’ 11 ottobre 2002, ha deliberato di
impugnare dinanzi alla Corte Costituzionale la
L.R. n. 16/2002, recante “Disciplina del nuovo
sistema di classificazione del personale della
Regione nonché ulteriori disposizioni in
materia di personale”.
Do lettura del documento:
“RICORSO
del Presidente del Consiglio dei Ministri,
5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD
– SEDUTA DEL 21 OTTOBRE 2002
rappresentato dall’ Avvocatura Generale dello
Stato, presso la quale ha domicilio, in Roma,
via dei Portoghesi n. 12
nei confronti
del Presidente della Regione Friuli-Venezia
Giulia
per la dichiarazione di
illegittimità costituzionale
della legge della Regione Friuli-Venezia
Giulia 13 agosto 2002 n.20, “disciplina del
nuovo sistema di classificazione del personale
della Regione, nonché ulteriori disposizioni in
materia di personale”, pubblicata in BUR
suppl. straord. n. 16 del 16 agosto 2002,
relativamente agli artt. 3 co.8, 8 co.4, 11 e 13,
giusta delibera del Consiglio dei Ministri
dell’ 11 ottobre 2002.
1 - La legge regionale indicata in epigrafe
detta un nuovo sistema di classificazione del
personale della Regione nonché reca ulteriori
disposizioni in materia di personale regionale.
In particolare la legge ridefinisce il sistema
delle fonti in materia di organizzazione degli
uffici e personale della Regione, apportando
modificazioni a leggi regionali vigenti,
introducendo
un
nuovo
sistema
di
classificazione del personale da definirsi in
sede di contrattazione collettiva.
In particolare, per la prima attuazione del
sistema di classificazione, sono istituite, per il
personale non dirigente, quattro categorie
denominate A, B, C e D, articolate in posizioni
economiche interne.
Inoltre, vengono dettate norme di
inquadramento
di
personale
presso
l’ Amministrazione
regionale
nonché
disposizioni urgenti per una definitiva
sistemazione dell’ assetto del personale
regionale.
Viene, altresì, prevista una modifica della
legge regionale n. 18/96, concernente norme in
materia di personale, laddove vengono
$WWLFRQVLOLDUL
5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD
- (381) 6 VIII LEGISLATURA –
modificate anche le disposizioni inerenti la
contrattazione collettiva. La Regione, infatti,
avendo statutariamente competenza legislativa
esclusiva sullo stato giuridico ed economico
del personale degli uffici e degli Enti da essa
dipendenti, ha istituito il comparto unico del
pubblico impiego della Regione e degli Enti
locali e l’ Agenzia regionale per la
rappresentanza negoziale (ARERAN).
2 - L’ entrata in vigore della riforma del
Titolo V della Costituzione non ha inciso sul
tipo di competenza legislativa in cui ricade la
materia disciplinata dalla legge regionale,
poiché già lo Statuto prevede una competenza
esclusiva della Regione (articolo 4, comma 1,
punto 1), per quanto attiene la materia
dell’ “ ordinamento degli uffici e degli Enti
dipendenti dalla Regione e stato giuridico ed
economico del personale ad essi addetto” .
Resta fermo il vincolo del rispetto della
Costituzione, indicato dallo Statuto medesimo.
Pertanto,
la
legge
regionale
è
costituzionalmente illegittima per le seguenti
ragioni:
a) l’ articolo 3, comma 8, l’ articolo 11 e
l’ articolo 13, nel prevedere l’ inquadramento e
la trasformazione del rapporto di lavoro a
tempo indeterminato, attraverso procedure
selettive riservate, di varie categorie di
personale assunto con contratto di lavoro a
tempo determinato, violano il principio
costituzionale dell’ accesso ai pubblici uffici
mediante concorso pubblico di cui agli articoli
3, 51 e 97, commi 1 e 3, della Costituzione,
come più volte affermato dalla giurisprudenza
costituzionale (da ultimo sentenza n.194/2002);
b) l’ articolo 8, comma 4, che modifica
l’ articolo 14 della legge regionale n. 18/96, nel
prevedere, quale requisito per l’ accesso alla
categoria dirigenziale, l’ espletamento di corsi
di formazione manageriale, da attuarsi a cura di
strutture
specializzate
esterne
all’ Amministrazione regionale, si pone in
contrasto con la succitata norma costituzionale
(articolo 97 della Costituzione), con la
giurisprudenza
costituzionale
richiamata,
nonché con i principi di ragionevolezza, buon
andamento ed imparzialità della pubblica
– SEDUTA DEL 21 OTTOBRE 2002
amministrazione.
Per queste ragioni il Presidente del Consiglio
dei Ministri
conclude
chiedendo che la Corte dichiari la
illegittimità costituzionale della legge della
Regione Friuli-Venezia Giulia 13 agosto 2002
n.20, negli artt. 3 co.8, 8 co.4, 11 e 13.”
$QQXQ]LRGLSURJHWWLGLOHJJHHG
DVVHJQD]LRQHDOOHFRPSHWHQWL&RPPLVVLRQL
PRESIDENTE. Comunico, quindi, che sono
pervenuti alla Presidenza i seguenti disegni di
legge:
«Provvedimenti urgenti in materia di fauna
minore e di flora spontanea» (289)
«Fondo di rotazione per iniziative
economiche nel Friuli Venezia Giulia.
Adeguamento ai sensi del D.LGS. 110/2002»
(290)
«Norme in materia di riordino territoriale»
(292),
che sono stati assegnati alle competenti
Commissioni;
nonché le seguenti proposte di legge:
«Norme regionali sulle discipline bionaturali per il benessere» (291), d’ iniziativa dei
consiglieri Zvech, Degano, Mattassi, Baiutti,
Alzetta, Zorzini
«Agevolazioni di viaggio nei confronti delle
famiglie» (293), d’ iniziativa del consigliere
Sasco,
che sono state assegnate alle competenti
Commissioni.
$QQXQ]LRGLULVSRVWHVFULWWHDG
LQWHUURJD]LRQL
$WWLFRQVLOLDUL
- (381) 7 VIII LEGISLATURA –
5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD
– SEDUTA DEL 21 OTTOBRE 2002
PRESIDENTE. Comunico, altresì, che ai
sensi dell’ articolo 103, comma 4, del
Regolamento interno del Consiglio regionale,
l’ Assessore alla Sanità e alle Politiche sociali,
Santarossa, ha fornito risposta scritta alla
seguente interrogazione a risposta orale:
Baiutti: “ Sulle dichiarazioni del Consigliere
Marini relativamente all’ Agenzia Regionale
per la Sanità” (1182)
(I.O. n. 870: Antonaz)
«Servizi in appalto all’ Agenzia ospedaliera
di Trieste».
Serpi: “ Inaugurazione dell’ Ufficio di
rappresentanza della Regione Friuli Venezia
Giulia a Bruxelles” (1183)
Comunico, inoltre, che l’ Assessore alla
Sanità ed alle Politiche sociali, Santarossa, ha
fornito
risposta scritta alle
seguenti
interrogazioni:
Franz, Vanin: “ Semplificazione modalità di
richiesta per la riduzione IRAP” (1184)
(I.S. n. 252: Ritossa)
«Mancata realizzazione del servizio di
dialisi presso il presidio ospedaliero di
Monfalcone»
(I.S. n. 264: Molinaro)
«Quale valorizzazione delle professioni
infermieristiche, riabilitative, tecnico sanitarie
e della riabilitazione in Friuli Venezia Giulia»;
e che l’ Assessore all’ Edilizia e ai Servizi
tecnici, Seganti, ha fornito risposta scritta alla
seguente interrogazione:
(I.S. n. 25: Lippi)
«Perché lo IACP di Trieste non ha ancora
intavolato gli alloggi ceduti in proprietà agli
assegnatari?».
I testi delle risposte saranno riportati in
allegato al presente resoconto.
$QQXQ]LRGLLQWHUURJD]LRQLGLLQWHUSHOODQ]H
HGLPR]LRQL
PRESIDENTE. Comunico che sono
pervenute alla Presidenza le seguenti
interrogazioni a risposta orale:
Ritossa: “ Estrema pericolosità dell’ incrocio
della statale 552 del passo del monte Rest
all’ altezza della diga di Redona, in comune di
Tramonti di Sopra (Pordenone)” (1180)
Serpi: “ Sulla situazione del Porto di Trieste”
(1181)
Fontanelli: “ Sul processo di privatizzazione
dello stabilimento Fincantieri di Monfalcone”
(1185)
Marini: “ Indennizzi agli esuli istriani,
fiumani e dalmati - personale della Regione”
(1186)
Dal Mas: “ Sulla costruzione in Comune di
Arzene di un impianto per la produzione di
energia elettrica tramite la combustione di
biomasse” (1187)
Degano: “ Quale è la posizione della Giunta
regionale sulla collocazione della “ piattaforma
logistica” del Porto di Trieste e sul futuro del
Porto Vecchio?” (1188)
Violino: “ Progetto di coltivazione di una
cava a fossa in comune di Mereto di Tomba”
(1189)
Fontanelli: “ Vendita della SAF alla Arriva
International Ltd” (1190)
Antonaz:
“ Piano
riabilitazione” (1191)
regionale
della
Cisilino: “ Mereto di Tomba ombelico del
Friuli?” (1192);
la seguente interrogazione a risposta scritta:
Baiutti ed altri: “ Sulla pubblicizzazione del
bando 2002 per l’ agevolazione prima casa L.R.
9/99 art. 23” (280);
le seguenti interpellanze:
$WWLFRQVLOLDUL
- (381) 8 VIII LEGISLATURA –
Mattassi: “ Valorizzazione ambientale e
pista di go-kart: una palese contraddizione”
(870)
Puiatti: “ Politiche energetiche statali e
regionali nel Friuli Venezia Giulia” (871)
Brussa: “ Muore prima di nascere la nuova
«Agenzia regionale per lo sviluppo ruraleERSA»?” (872)
Sonego: “ Gestione dei fondi PIA” (873)
Sonego: “ Mancato rimborso di somme da
parte della ditta Chiurlocom” (874)
Mattassi: “ La Regione non emana direttive
sul risanamento delle società controllate e
Autovie Venete diserta l’ Assemblea di Crs”
(875)
Franz ed altri: “ Tutela dei lavoratori
Telecom residenti in regione” (876)
Dolcher: “ Quale pubblicità ha dato o
intende dare la Regione al bando del Ministero
dell’ Ambiente per l’ attivazione di <<Agende
21 Locali>>” (877)
Tesini ed altri: “ Sulla cessione del gruppo
SAF ad altre società: l’ Amministrazione
regionale non può essere assente in questa
vicenda” (878)
Cisilino: “ Esiste una volontà politica sulle
Fondazioni bancarie?” (879)
Gherghetta: “ Legge sull’ amianto: da quando
si potranno usare i registri per gli esposti e
dove questi sono depositati” (880);
nonché le seguenti mozioni:
Zoppolato: “ Qualcuno salvi Abele” (112)
Moretton ed altri: “ Legge elettorale” (113).
I relativi testi saranno riportati in allegato al
presente resoconto.
5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD
– SEDUTA DEL 21 OTTOBRE 2002
$QQXQ]LRGLFRUUH]LRQLIRUPDOLHGL
FRRUGLQDPHQWRDOHJJHUHJLRQDOH
PRESIDENTE. Comunico, infine, che ai
sensi dell’ articolo 81, comma 2, primo e
secondo periodo, del Regolamento interno, al
testo della legge regionale (n. 234), recante
“ Norme in materia di bonifica e di
ordinamento dei Consorzi di bonifica, nonché
modifiche alle leggi regionali 9/1999, in
materia di concessioni regionali per lo
sfruttamento delle acque, 7/2000, in materia di
restituzione degli incentivi, 28/2001, in materia
di deflusso minimo vitale delle derivazioni
d’ acqua e 16/2002, in materia di gestione del
demanio idrico” , approvato dal Consiglio
regionale nella seduta dell’ 1 ottobre 2002, sono
state apportate le seguenti correzioni formali e
di coordinamento:
1. All’ articolo 20, comma 4, sono state
soppresse le parole: <<, con un contributo fino
al 50 per cento,>>, già inserite per mero errore
materiale.
2. Le disposizioni di cui agli emendamenti
istitutivi degli articoli 23 bis, 23 ter e 23 quater
sono state riunite in un capo apposito (capo IV:
«Modifiche alle leggi regionali 9/1999, 7/2000,
28/2001
e
16/2002»),
collocate,
rispettivamente, agli articoli 27, 26 e 25, in
ragione dell’ ordine cronologico delle leggi
modificate, e integrate nella rubrica, ove si è
fatto opportuno riferimento alla materia
disciplinata.
3. La disposizione di cui all’ emendamento
all’ articolo 24, ora articolo 28 (recante:
«Abrogazioni»), è stata collocata in un articolo
apposito (articolo 24), nel capo IV, relativo alle
modifiche a talune leggi regionali vigenti, ed è
stata munita della seguente rubrica: «Modifica
all’ articolo 5 della Legge regionale 9/1999,
concernente la sospensione del rilascio di
nuove concessioni regionali per lo sfruttamento
delle acque».
4. All’ articolo 26 l’ autorizzazione di spesa
originariamente prevista al comma 3
dell’ articolo 3 (ora 1 ter) della legge regionale
28/2001 è stata opportunamente collocata al
$WWLFRQVLOLDUL
- (381) 9 VIII LEGISLATURA –
comma 2 dell’ articolo 26 medesimo.
5. All’ articolo 27 i commi sono stati
riordinati in ragione dell’ ordine numerico degli
articoli della legge regionale 16/2002, oggetto
di modifica, e, su indicazione della Ragioneria
generale, è stato aggiunto il seguente comma,
conseguente al contenuto della norma
sostanziale di cui al comma 6, approvata
dall’ Aula:
<<16. In relazione al disposto di cui al
comma 5 bis dell’ articolo 20 della legge
regionale 16/2002, come aggiunto dal comma
6, per quanto concerne il mantenimento delle
contabilità speciali e il differimento
dell’ applicazione delle disposizioni ivi
richiamate, nell’ ambito dell’ unità previsionale
di base 3.7.556 dello stato di previsione
dell’ entrata del bilancio pluriennale per gli anni
2002-2004 e del bilancio per l’ anno 2002 è
soppresso il capitolo 1159 del documento
tecnico allegato ai bilanci medesimi.>>.
6. L’ inserimento di articoli aggiuntivi, che
disciplinano materie estranee all’ oggetto della
proposta di legge originaria, ha reso necessario
integrare il titolo della legge, aggiungendo le
parole: <<, nonché modifiche alle leggi
regionali 9/1999, in materia di concessioni
regionali per lo sfruttamento delle acque,
7/2000, in materia di restituzione degli
incentivi, 28/2001, in materia di deflusso
minimo vitale delle derivazioni d’ acqua e
16/2002, in materia di gestione del demanio
idrico>>.
,QWHUURJD]LRQLHVYROJLPHQWRGL
,QWHUSHOODQ]H
PRESIDENTE. Passiamo, quindi, al primo
punto all’ ordine del giorno, che prevede lo
svolgimento di interrogazioni ed interpellanze.
Do lettura dell’ interrogazione n. 932 del
consigliere Alzetta, iscritta all’ ordine del
giorno:
“ Il sottoscritto Consigliere regionale,
5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD
– SEDUTA DEL 21 OTTOBRE 2002
considerato il perdurare dell'
ondata di
freddo che ha colpito l'
intera Italia con punte
massime raggiunte proprio nella nostra
regione, ondata di freddo che, a detta di molti,
rasenta la calamità naturale;
considerato che tale situazione sta
aumentando la spesa che le famiglie dovranno
sostenere per il riscaldamento e che ciò
inciderà non poco sui bilanci familiari dei
soggetti più deboli (pensionati, famiglie
monoreddito, ecc.);
considerato che solo alcune parti del
territorio regionale godono di agevolazioni per
l'
acquisto di combustibili per il riscaldamento
(aree montane) e che comunque, anche per i
residenti in quel territorio la spesa per il
riscaldamento sarà di molto maggiore che per
gli anni passati;
ritenuto, per esperienza diretta, che molte
persone nell'
ambito delle politiche assistenziali
poste in essere dagli EELL richiederanno un
intervento contributivo di questi ultimi quale
aiuto per far fronte alle spese di riscaldamento,
interpella il Presidente della Giunta regionale
per sapere se l'
esecutivo intende individuare
forme di sostegno contributivo da erogare
tramite gli Enti locali ai soggetti meno abbienti
quale aiuto per far fronte alle maggiori spese di
riscaldamento sostenute durante l'
ondata di
freddo che sta investendo l'
intero Paese con
punte massime proprio nella nostra regione.”
La parola alla Giunta.
ARDUINI, $VVHVVRUH DOOH ILQDQ]H DOOD
SURJUDPPD]LRQH DOOD VWDWLVWLFD DOOD JHVWLRQH
EHQ]LQH D SUH]]R ULGRWWR H DOO
,5$3 Grazie,
Presidente. Mi sembra che siamo distanti dalla
data in cui ha fatto l’ interrogazione e non so
quale valore possa avere, ora, una mia risposta.
Comunque, è da diverso tempo che
l’ interrogazione era all’ ordine del giorno per la
risposta, in seguito a svariati motivi.
L’ interrogazione concerne le misure
contributive riguardanti l’ abbattimento dei
costi di riscaldamento domestico in montagna,
$WWLFRQVLOLDUL
- (381) 10 VIII LEGISLATURA –
5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD
– SEDUTA DEL 21 OTTOBRE 2002
finanziato annualmente con le risorse del
Fondo regionale per la montagna.
contributi, che risultano ora più veloci ed
efficaci.
E’ appena stata pubblicata nel Bollettino
Ufficiale della Regione - quindi, capisce da
quando è stata datata anche la risposta
(Supplemento straordinario n. 8 del 16 maggio
2002) - la L.R. 15 maggio 2002: “ Disposizioni
collegate alla legge finanziaria 2002” , che,
all’ articolo 4 riporta le nuove disposizioni in
materia di sviluppo della montagna.
Si è pertanto raggiunto il duplice risultato di
sostenere le famiglie laddove sussiste reale
difficoltà e, contemporaneamente, di ridurre
l’ intervento finanziario regionale a beneficio di
altre iniziative maggiormente significative per
lo sviluppo del territorio montano.
L’ articolo
modifica
sostanzialmente
l’ intervento riguardante l’ abbattimento dei
costi di riscaldamento domestico in montagna,
in ragione del fatto che il precedente intervento
regionale nell’ area montana si sovrapponeva ai
benefici disposti dallo Stato in materia di
abbattimento dei costi di riscaldamento
domestico.
Con decreto legge n. 268 del 30 settembre
2000 (Misure urgenti in materia di imposta sui
redditi delle persone fisiche e di accise) e con
legge n. 388 del 23 dicembre 2000, infatti
veniva ulteriormente ridotta l’ accisa sui
prodotti utilizzati per il riscaldamento,
incrementando i benefici sia per la zona
climatica F, (climaticamente più fredda) sia per
la zona climatica E.
Inoltre è emerso come la maggior parte
delle domande riguardava il contributo
forfetario delle precedenti L. 400.000 (elargito
quando il beneficiario dichiarava di provvedere
al riscaldamento utilizzando il legname
derivato dal taglio delle colture boschive) e che
la media dei redditi familiari dei richiedenti
non superava i 40 milioni di lire annui.
Tenuta presente pertanto la disponibilità
finanziaria accantonata nel Fondo regionale per
lo
sviluppo
della
montagna
per
quest’ intervento, si è inteso intervenire con la
massima efficacia nelle zone montane
realmente penalizzate climaticamente (zona F),
dal momento che la zona climatica E già
beneficia del sostegno statale.
Le attuali disposizioni prevedono altresì un
ridimensionamento del limite di reddito per
famiglie e delle modalità di erogazione dei
L’ intervento sarà attivato tramite le
Comunità montane, stante anche la proroga di
cui al D.D.L. 264 presentato dalla Giunta
regionale, con il quale si prevede il
differimento della soppressione delle stesse al
1° gennaio 2003, entro tempi brevi.
La parola al Consigliere interrogante.
ALZETTA. Credo che non serva
riformulare le osservazioni di sempre sui ritardi
con cui vengono affrontati gli argomenti posti
dai Consiglieri con interrogazioni ed
interpellanze. Lo ha ammesso lo stesso
Assessore, anche se gli devo riconoscere che è
già la seconda seduta che fa slittare questo
argomento, quindi non è colpa sua.
La mia intenzione era quella di porre
all’ attenzione della Giunta il problema che in
quei giorni era evidente a tutti e che stava
determinando richieste che venivano avanzate
alle Amministrazioni comunali, per capire se ci
potesse essere un intervento che andasse a
contenere la notevole maggiore spesa che le
famiglie risiedenti in parti importanti del
territorio della nostra Regione dovevano
affrontare per sopperire a quell’ evento
meteorologico.
Però, l’ oggetto della mia interrogazione, in
realtà, era quello di chiedere che
l’ Amministrazione regionale fosse in grado di
affrontare quell’ emergenza – perché di tale
cosa si è trattato – così come altre, in tempi più
tempestivi e rapidi rispetto al solito.
Al di là di questo fatto, ritengo sia
opportuno non sovrapporre forme di
contribuzione, se ne esistono già di altra
natura.
$WWLFRQVLOLDUL
5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD
- (381) 11 VIII LEGISLATURA –
In questo caso, comunque, veniva segnalata,
e credo che sia evidente a tutti, la
straordinarietà di quanto stava avvenendo. Non
è comune, anche per i nostri territori, il fatto
che le temperature scendano di gran lunga al di
sotto dello zero per molti giorni.
Questo era il dato che volevo far emergere,
quindi, come interveniamo con somma urgenza
per esondazioni ed altro, credo che sia
importante e necessario poter intervenire con
strumenti snelli, come ha richiamato
l’ Assessore nella chiusura del suo intervento,
anche nel prossimo futuro.
Quindi, non è che mi possa esprimere in
termini di soddisfazione o meno. Non sono
soddisfatto, perché sono passati dieci mesi da
quando ho presentato questa interrogazione;
non sono soddisfatto, perché in quei giorni
nessuno, nemmeno l’ autorità preposta, è
riuscito a dare un segnale di possibile azione
nei confronti delle famiglie, delle aziende e dei
Comuni - perché le scuole ed altri edifici
pubblici sono riscaldati -, quindi, solo per
questa ragione credo di dover esprimere la mia
insoddisfazione.
Mi auguro e spero che il futuro ordinamento
- in quanto lei Assessore fa riferimento alle
Comunità Montane – dia strumenti perché nei
singoli territori possano essere svolte queste
iniziative. Grazie.
PRESIDENTE. Do lettura dell’ interpellanza
n. 825 dei consiglieri Visintin, De Gioia e
Pozzo, iscritta all’ ordine del giorno:
“ I sottoscritti Consiglieri regionali,
premesso che:
1) in Regione, le ricevitorie del lotto che
esercitano l'
attività di riscossione delle tasse
automobilistiche sono soggette ad adempimenti
burocratici che si traducono in pesanti oneri
aggiuntivi:
a) il versamento settimanale all'
Ente
competente (Regione) può essere fatto SOLO
tramite c/c postale e non tramite soluzioni più
agevoli e sicure (ad es. rimessa interbancaria
– SEDUTA DEL 21 OTTOBRE 2002
diretta);
b) la rendicontazione degli annullamenti
settimanali all'
Ente competente prevede l'
invio,
entro il venerdì successivo alla chiusura della
settimana contabile a mezzo “ ASSICURATA
CONVENZIONALE" di un plico contenente
l'
elenco settimanale degli annullamenti
effettuati ed i corrispondenti scontrini-ricevute
annullati in originale;
c) la “ Assicurata” relativa agli annullamenti
ed il versamento settimanale vanno spediti a
due indirizzi diversi;
2) le ricevitorie del lotto della Regione non
sono abilitate alla riscossione di molti tipi di
bollo (autocarro, camper, auto di prima
immatricolazione, eccetera) mentre gli uffici
postali, A.C.I. e le “ Scuole Guida" abilitate non
sono soggette a queste limitazioni;
3) la operazione di cui al punto 1/b è da
considerarsi superflua in quanto l'
automazione
di tutte le operazioni di riscossione garantisce
il totale controllo delle entrate;
4) con il sistema in uso, in caso di
smarrimento
dello
scontrino-bollo,
la
ricevitoria non è in grado di fornire alcun
duplicato o informazione al riguardo;
5) attualmente non esiste la possibilità di
controllo sui bolli auto effettuati in precedenza;
accertato che:
la rendicontazione di cui al punto 1/b ha
cadenza settimanale SOLO nelle Regioni
Friuli-Venezia Giulia, Sardegna, Sicilia, Valle
d'
Aosta;
nelle Regioni Liguria e Toscana non è
richiesto l'
invio del plico contenente l'
elenco
degli annullamenti e corrispondenti scontriniricevute annullati che devono essere conservati
in ricevitoria;
considerato che:
le ricevitorie sono capillarmente distribuite
sul territorio;
$WWLFRQVLOLDUL
- (381) 12 VIII LEGISLATURA –
l’orario di apertura prolungato agevola il
cittadino ed evita la formazione di file di utenti
in attesa;
5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD
– SEDUTA DEL 21 OTTOBRE 2002
territorio regionale.
il Presidente della Giunta regionale per
conoscere come intende operare per:
In conclusione, per quanto riguarda la
Regione Friuli Venezia Giulia, la tassa
automobilistica continua ad avere carattere
erariale, quindi nulla possiamo dire nè
possiamo dettare regole in merito ad una
competenza che è tutta in carico allo Stato.
eliminare le incombenze burocratiche inutili
(vedi punto 3);
PRESIDENTE. La parola ad uno dei
Consiglieri interpellanti.
eliminare le limitazioni a cui sono soggette
le ricevitorie (vedi punto 2) rispetto ad altri
soggetti deputati alla riscossione del bollo auto;
VISINTIN. Mi dichiaro soddisfatto della
risposta.
interpellano
5.”
ovviare alle carenze segnalate ai punti 4 e
La parola alla Giunta.
ARDUINI, $VVHVVRUH DOOH ILQDQ]H DOOD
SURJUDPPD]LRQH DOOD VWDWLVWLFD DOOD JHVWLRQH
EHQ]LQH D SUH]]R ULGRWWR H DOO
,5$3 Con
riferimento alla interpellanza n. 825 “ Bollo
auto” , presentata in data 23 maggio 2002 dai
consiglieri Visintin, De Gioia e Pozzo, in
materia
di
riscossione
delle
tasse
automobilistiche, con la quale si chiede di
conoscere come il Presidente della Giunta
regionale intenda operare al fine di sollevare le
ricevitorie del lotto che esercitano la suddetta
attività da adempimenti burocratici inutili
(quali, ad es. la rendicontazione settimanale
all’ Ente competente), eliminare le limitazioni
cui le suddette ricevitorie, in qualità di
concessionari del servizio della riscossione,
sono sottoposte rispetto ad altri soggetti che
esercitano la medesima attività (per es.: uffici
postali, A.C.I. e Scuole Guida abilitate) e di
ovviare ad alcune disfunzioni legate al suddetto
servizio, si rappresenta che, per quanto
concerne la Regione Autonoma Friuli Venezia
Giulia, la titolarità delle funzioni di
riscossione, accertamento, recupero, rimborso,
applicazione delle sanzioni e contenzioso
amministrativo
relative
alle
tasse
automobilistiche spetta all’ Amministrazione
finanziaria statale.
Parimenti non compete a questa Regione il
gettito delle tasse automobilistiche riscosse sul
PRESIDENTE.
Do
lettura
dell’ interrogazione n. 1143 dei consiglieri
Molinaro, Di Natale, Petris, Baritussio e
Gottardo, iscritta all’ ordine del giorno:
“ Visto l'
art. 3, comma 3, della LR 15/1991,
come da ultimo sostituito dall'
art. 75, comma
4, della LR 42/1996, che prevede nelle aree
montane e nelle zone soggette a vincolo
idrogeologico, tra l'
altro, che possano essere
ammessi, previa autorizzazione rilasciata dal
Comune competente per territorio, alla
circolazione lungo i percorsi vietati al transito
dei veicoli a motore dalla legge medesima, i
mezzi strettamente necessari per le operazioni
di gestione delle riserve di caccia;
vista la deliberazione della Giunta regionale
n. 2688 dell'
11/09/1998 recante un indirizzo
interpretativo di tale norma dal quale si evince
che " ... tutte le fasi della caccia di selezione ivi
compresa la fase dell'
abbattimento sono da
considerare operazioni di gestione delle riserve
di caccia" e come tali sono da tenere in
considerazione ai fini dell'
applicazione della
disposizione regionale derogatoria;
atteso altresì che il medesimo atto
deliberativo precisa che " ... nella caccia
tradizionalmente intesa il legislatore si
preoccupa in via principale che la caccia non
rechi danno al patrimonio faunistico,
demandando solo alla fase di pianificazione
generale l'
inserimento di tale attività in un
contesto di equilibrio e conservazione, mentre
la caccia di selezione utilizza, in via principale,
l'
attività venatoria dei singoli cacciatori,
$WWLFRQVLOLDUL
- (381) 13 VIII LEGISLATURA –
oggettivandola ed affidando a tale attività
l'
obiettivo pubblico della gestione faunistica di
alcune specie di animali";
considerato che alla luce di tale indirizzo
interpretativo,
l'
esercizio
della
attività
venatoria tradizionale non è considerato
"gestione" di rilevanza pubblica e pertanto
quanti esercitano la stessa non possono fruire
della disposizione derogatoria di cui all'
art. 3
della LR 15/1991 e successive modificazioni
ed integrazioni;
considerato che
a) l'
esercizio della caccia di selezione per
particolari prelievi di fauna selvatica è
disciplinato dalla LR 15/5/1987 n.14, che per
tale attività trovano attualmente applicazione
tutte le vigenti norme regionali generali in
materia venatoria e che pertanto essa si
configura solo una modalità diversa di
esercizio dell'
attività venatoria;
b) i principi di protezione e conservazione
nonché di razionale sfruttamento del
patrimonio
faunistico
sottendono
la
legislazione nazionale e regionale in materia
venatoria per tutte le modalità di caccia;
c) la deliberazione della Giunta regionale è
stata assunta precedentemente all'
entrata in
vigore della LR 30/1999, disciplina quadro in
materia venatoria, che all'
art. 4, comma 1,
dispone che "ogni forma di caccia ha pari
dignità e pari diritti";
ritenuto che, alla luce della situazione
normativa sopravvenuta e delle oggettive
disparità di trattamento provocate tra cittadini
che esercitano l'
attività venatoria, la
determinazione
giuntale
debba
essere
riconsiderata;
i sottoscritti Consiglieri regionali
interrogano
il Presidente della Giunta regionale per
conoscere se e quando intenda procedere ad
una riconsiderazione della deliberazione n.
2688 del 11.9.1998 per assicurare minime
5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD
– SEDUTA DEL 21 OTTOBRE 2002
condizioni di pari trattamento per quanti
esercitano l'
attività venatoria nelle aree
montane soggette a vincolo idrogeologico.”
La parola alla Giunta.
NARDUZZI, $VVHVVRUHDOO
DJULFROWXUDDOOH
IRUHVWH DOOD JHVWLRQH IDXQLVWLFD H YHQDWRULD
Come noto la L.R. 14/91 emendata dall’ art. 75
comma 4 della L.R. 42/96 prevede che i
Comuni montani possano autorizzare i percorsi
dei veicoli a motore sulle strade forestali per
“ le operazioni di gestione della riserva di
caccia” .
Una circolare interpretativa della Direzione
regionale delle foreste del 1997 aveva limitato
letteralmente tale fattispecie per le sole attività
legate strettamente alla gestione della riserva, e
cioè alla distribuzione di fieno, allestimento
delle mangiatoie e tipologie del genere.
Successivamente con semplice atto di
indirizzo di Giunta n. 2688 nel 1998, e dopo
parere favorevole dell’ Ufficio legale, era stata
estesa tale facoltà anche ai cacciatori che
praticano la caccia di selezione.
L’ osservazione degli interroganti appare
peraltro condivisibile ed opportuna, atteso che
la L.R. 30/99 ha sancito il principio che “ ogni
forma di caccia ha pari dignità e pari diritti” .
In tal senso era stata già formulata dalla
Direzione regionale delle foreste una proposta
di delibera (con allegata relazione) al fine di
estendere l’ indirizzo della delibera n.
2688/1998 anche alla caccia tradizionale.
L’ Ufficio legale, però, ha ritenuto di non
accettare tale interpretazione. Per trovare in via
definitiva una soluzione al problema
dell’ accesso delle strade forestali a tutti i
cacciatori
(accesso
che
deve
essere
interpretato, però, come opportunità e non
come diritto, in quanto disciplinato dai Sindaci
dei Comuni) è stato già approntato un articolo
di legge per estendere la deroga all’ accesso con
mezzi a motore non solo alla “ gestione delle
riserve di caccia ma anche all’ attività
venatoria” .
$WWLFRQVLOLDUL
- (381) 14 VIII LEGISLATURA –
In questo senso, visto che l’ interrogante è
anche il Presidente della IV Commissione,
ricordo ugualmente che giace presso la sua
Commissione il disegno di legge con
l’ emendamento relativo alla soluzione di
questo problema, quindi, a maggior ragione, lo
ringrazio di aver fatto questa interrogazione e
sono sicuro che quanto prima riusciremo a
trovare uno spazio, all’ interno della
Commissione, per l’ approvazione di questo
importante articolato.
Questa norma, unitamente ad altre norme
urgenti in materia di caccia, è in calce al
disegno di legge giuntale sull’ applicazione del
regime di deroga previsto dall’ art. 9 della
direttiva n. 79/409/CEE del Consiglio
dell’ Unione Europea.
Quindi, credo che collaborando riusciremo a
risolvere questi problemi.
PRESIDENTE. La parola ad uno dei
Consiglieri interroganti.
MOLINARO. Presidente e colleghi, mi
dichiaro soddisfatto, in quanto lo scopo di
questa interrogazione, che avevo presentato
assieme ai colleghi Di Natale, Petris, Baritussio
e Gottardo, era quello di sollecitare il governo
regionale ad agire per superare questo dato di
disuguaglianza che c’ era nell’ ambito dei
territori montani.
Prendo atto che l’ azione in via
amministrativa non è stata ritenuta sufficiente
ed adeguata, pertanto, nei tempi compatibili
con il calendario dell’ Aula e delle
Commissioni, questa norma, che è stata
depositata all’ inizio di ottobre, sarà senz'
altro
esaminata, come del resto le altre.
Comunque, ringrazio l’ Assessore per la
risposta.
PRESIDENTE. Do lettura dell’ interpellanza
n. 792 dei consiglieri Ritossa, Di Natale e
Castaldo, iscritta all’ ordine del giorno:
“ Appurato che la nostra Regione per prima
produsse un Testo Unico, al fine di rendere il
sistema degli aiuti in agricoltura, compatibile
5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD
– SEDUTA DEL 21 OTTOBRE 2002
con la nostra realtà regionale, rappresentando,
in tal senso, l'
esigenza volta innanzitutto a
chiudere sul nascere ogni possibile ed
eventuale contenzioso con la Commissione
Europea circa i pregressi;
valutato che il cosiddetto Testo Unico, così
come in vigore, necessita di un proprio
adeguamento al nuovo sistema dettato dal
Regolamento di Sviluppo Rurale;
ciò premesso, i sottoscritti Consiglieri
regionali,
interpellano
il Presidente della Giunta regionale e
l'
Assessore competente per comprendere:
il motivo per cui non sia ancora avvenuta a
livello comunitario la produzione del Testo
Unico;
se vi siano eventuali aggiornamenti al
succitato testo;
se vi sia l'
intento di notificare vecchie leggi
ponendo pertanto i presupposti per un
contenzioso con la Regione FVG;
se si intendano esporre le imprese agricole
del FVG al rischio di possibili recuperi
aprendo, pertanto, ad una situazione di grave
incertezza in tale settore;
posto che, oltre all'
aggiornamento della
legge, si renderebbe poi necessaria la
produzione dei regolamenti attuativi, quanto
tempo si voglia riservare all'
adempimento di
tale iter.”
La parola alla Giunta.
NARDUZZI, $VVHVVRUHDOO
DJULFROWXUDDOOH
IRUHVWHDOODJHVWLRQHIDXQLVWLFDHYHQDWRULD La
legge regionale 13 luglio 1998, n. 12, recante:
” Nuove norme in materia di incentivi ed
interventi economici in agricoltura, nonché
norme di riprogrammazione del DOCUP
Obiettivo 5b e procedure di attuazione delle
iniziative comunitarie Interreg II” , già
approvata dalla Comunità europea, necessita,
$WWLFRQVLOLDUL
5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD
- (381) 15 VIII LEGISLATURA –
con riferimento ai più recenti sviluppi
legislativi ed in particolare agli Orientamenti
comunitari per gli aiuti di Stato nel settore
agricolo e al Decreto Legislativo 18 maggio
2001, n. 228, di una radicale rivisitazione.
La Giunta regionale ha indicato quale
priorità per l’ azione amministrativa la
elaborazione di un nuovo articolato che metta
in sicurezza gli aiuti di Stato nel comparto
agricolo, con riferimento ad un quadro
normativo comunitario ormai definito, - si
spera, perché potrebbe essere che nel 2006
cambi nuovamente, quindi rischiamo anche da
questo punto di vista - e ha disposto che detta
elaborazione sfrutti gli spazi praticabili di
indirizzo
politico
che
caratterizzano
l’ autonomia della Regione.
Gli Uffici, nella consapevolezza della
complessa situazione relativa agli interventi
agricoli rispetto alle norme comunitarie, hanno
proposto, in sede programmatoria, di
legittimare l’ erogazione degli aiuti transitando
gli interventi nel settore della produzione,
trasformazione e commercializzazione dei
prodotti agricoli, sul Piano di Sviluppo Rurale,
in qualità di aiuti aggiuntivi e ottenendone
l’ approvazione comunitaria.
Inoltre è stata già predisposta una serie di
provvedimenti specifici ed in particolare la
nuova disciplina per l’ acquisto dei terreni
agricoli - pendente in Consiglio regionale -, la
nuova disciplina per le emergenze fitosanitarie
- legge regionale n. 21 del corrente anno -, le
nuove misure per la copertura assicurativa dei
rischi - pendente in Consiglio regionale - e le
nuove norme in materia di credito e consorzi di
garanzia fidi.
Contemporaneamente gli Uffici stanno
approntando un nuovo testo per disciplinare in
maniera organica gli interventi nel settore
agricolo, che si ispira alla politica agricola
comunitaria e integra le misure del Piano di
Sviluppo Rurale e che, ai fini della
legittimazione della spesa, sarà uno strumento
immediatamente applicabile.
PRESIDENTE. La parola ad uno dei
Consiglieri interpellanti.
– SEDUTA DEL 21 OTTOBRE 2002
RITOSSA. Mi dichiaro soddisfatto della
risposta dell’ Assessore, in quanto questa
interpellanza aveva il senso di stimolare
l’ Assessorato a fare in modo di avere un
quadro normativo preciso per quanto riguarda
l’ incidenza delle questioni comunitarie sulla
nostra agricoltura, in modo particolare in
merito all’ aspetto della commercializzazione
dei prodotti agricoli e non ultima la disciplina
della vendita e di acquisto dei terreni agricoli,
che, come sappiamo benissimo, è una delle
argomentazioni che ci terrà inchiodati in questo
Consiglio anche nel prossimo futuro.
PRESIDENTE. Do lettura dell’ interpellanza
n. 848 dei consiglieri Visintin, De Gioia e
Pozzo, iscritta all’ ordine del giorno:
“ Premesso che il DPCM 29/11/01 fissa i
livelli essenziali di assistenza nell'
ambito
sanitario e dell'
integrazione sociosanitaria,
livelli che a loro volta devono essere recepiti
nell'
ambito della programmazione sanitaria e
socio-sanitaria delle Regioni;
ritenuto:
che questa Regione nell'
ambito delle sue
competenze debba recepire i livelli di
assistenza sanitaria e sociale, secondo i criteri
di solidarietà e della sussidiarietà, con
particolare riguardo alla tutela delle fasce più
deboli e che comunque richiedono interventi
articolati e complessi;
che
debbano
essere
adeguatamente
finanziati i Fondi Sanitario e Sociale delle
Regioni senza aggravio sulle famiglie per le
spese fino ad ora a carico del sistema di
protezione sociale;
i sottoscritti Consiglieri regionali,
interpellano
il signor Presidente della Giunta regionale
per conoscere quali atti intenda compiere per
dare una concreta e sollecita risposta in merito:
al recepimento, nell'
ambito del Servizio
Sanitario, Socio-sanitario e Sociale, dei livelli
essenziali di assistenza;
$WWLFRQVLOLDUL
5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD
- (381) 16 VIII LEGISLATURA –
all’adozione di un adeguato provvedimento
che recepisca le linee di indirizzo del Piano
nazionale degli interventi e dei servizi sociali
2001/2003 di cui alla L. 328/2000;
alla necessità di tutela delle fasce deboli in
ambito
sanitario,
socio-sanitario
ed
assistenziale della Regione Friuli Venezia
Giulia. “
La parola alla Giunta.
SANTAROSSA, $VVHVVRUH DOOD VDQLWj H
DOOHSROLWLFKHVRFLDOL Con riferimento a quanto
richiesto con l’ interpellanza in oggetto, si
comunica che la Giunta regionale ha
provveduto al recepimento del DPCM
29.11.2001 - Definizione dei livelli essenziali
di assistenza - con proprie deliberazioni n.
2747 del 29.7.2002 e n. 2987 del 28.8.2002.
Devesi precisare al riguardo che la Giunta,
nell’ impostare una linea di comportamento
orientata a soddisfare le esigenze dei cittadini,
ha disposto che le prestazioni escluse dai LEA
già prenotate e non erogate al 31.8.2002,
continueranno, fino ad esaurimento, ad essere a
carico del Servizio sanitario regionale.
Un tanto è stato previsto tenendo in debito
conto le scelte organizzativo-gestionali delle
Aziende, il contratto del comparto della sanità
e
le
politiche
di
regolamentazione
dell’ assistenza integrativa.
Per quanto concerne il Piano nazionale degli
interventi e dei servizi sociali 2001/2003, la
Giunta regionale, con propria delibera n. 1891
dd. 28 maggio 2002, ha approvato il
programma per la prima attuazione della legge
328/2000 e contestualmente assegnato i fondi
statali per l’ anno 2001 e anni precedenti.
Tra gli obiettivi del citato programma
(indicati nell’ allegato C scheda 3) si segnala in
particolare l’ adozione, entro il corrente anno,
di linee guida per il governo della rete dei
servizi sociali, quale documento propedeutico
alla definizione del nuovo Piano regionale del
sistema integrato di interventi e servizi sociali,
previsto dalla legge 328/2000.
– SEDUTA DEL 21 OTTOBRE 2002
PRESIDENTE. La parola ad uno dei
Consiglieri interpellanti.
VISINTIN. La ringrazio, Assessore. Mi
ritengo soddisfatto.
PRESIDENTE:
Do
lettura
dell’ interrogazione n. 1092 del consigliere
Ritossa, iscritta all’ ordine del giorno:
“ Il sottoscritto Consigliere regionale
interpella il Presidente della Giunta regionale e
l’ Assessore competente:
essendo noto che esiste, da molti anni, uno
studio specifico elaborato dallo studio dell'
ing.
Cappella, che indica con precisione e
puntualità, supportato da dati scientifici, i
livelli degli inquinanti presenti nei due succitati
corsi d'
acqua, al momento dell'
ingresso in Italia
dal versante sloveno;
appurato che, a distanza di anni, la
situazione persiste e in molti casi è peggiorata,
tanto che periodicamente - e ciò che viene con
puntualità rilevato dalla stampa e dai riscontri
effettuati
dai
tecnici
dell'
ARPA
-,
ogniqualvolta si ripresentano situazioni
anomale (vedasi lavaggi effettuati oltreconfine
dal macello MIP, con rilascio in acqua di
sangue e residui organici di animali macellati);
persistendo inoltre, nel torrente Corno,
inquinamento derivante dallo scarico di
liquami fognari e, situazione ancor più
pericolosa,
per
il
fiume
Vipacco,
l'
inquinamento derivante da agenti classificati
come metalli pesanti, che in entrambi i casi
finiscono dai suddetti affluenti nel fiume
Isonzo, dopo aver attraversato parti abitate
delle città di Gorizia e Savogna d'
Isonzo;
interroga
per sapere:
l. Quali saranno le azioni di prospettiva per
la salvaguardia del bacino idrico dell'
Isonzo, al
fine di tutelarne sia il flusso minimo vitale,
quanto ridurne il grado di inquinamento, già
elevato e manifesto;
$WWLFRQVLOLDUL
- (381) 17 VIII LEGISLATURA –
2. Quali interventi operativi siano stati
messi in atto o già realizzati per favorire
l'
autodepurazione delle acque;
3. Se non si intende utilizzare il canale
finanziario INTERREG III Italia-Slovenia per
predisporre non solo un rilevamento definitivo
e aggiornato degli inquinamenti a cavallo del
confine, quanto gli strumenti operativi per la
loro eliminazione;
4. Se non si ritiene che la Giunta regionale
debba intraprendere un'
azione di tutela,
esplicitata anche attraverso una protesta
formale presso i suoi pari ruolo sloveni e
attraverso le vie diplomatiche delle due
Nazioni, al fine di ottenere una più efficace
sorveglianza delle aziende responsabili delle
succitate azioni ed un'
azione preventiva per
tutto quello che riguarda i responsabili,
accertati
o
sospetti,
dell'
inquinamento
perpetrato.”
La parola alla Giunta.
CIANI, $VVHVVRUH DOO
DPELHQWH DOOD
SURWH]LRQH
FLYLOH
H
DO
SHUVRQDOH
Indubbiamente, la risposta è molto articolata ed
ho una nota di tre cartelle che fa riferimento
all’ inquinamento del torrente Corno e del
fiume Vipacco.
La risposta si articola in quattro punti
distinti
ai
quesiti
posti
da
parte
dell’ interrogante.
Per quanto riguarda il punto 1, si evidenzia
che con l’ entrata in vigore del decreto
legislativo 11 maggio 1999, n. 152, relativo
alla tutela delle acque, così come modificato
con disposizione del decreto 258 del 18 agosto
2000, le Regioni sono chiamate a porre in
essere, nel rispetto di precise scadenze
temporali, diversi adempimenti tra cui, in
particolare, l’ approvazione del piano di tutela
delle acque.
Il piano di tutela contiene, come disposto
dall’ articolo 44 del sopra richiamato decreto
legislativo, oltre agli interventi volti a garantire
il raggiungimento o il mantenimento degli
obiettivi stabiliti dal decreto medesimo, le
5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD
– SEDUTA DEL 21 OTTOBRE 2002
misure necessarie alla tutela qualitativa e
quantitativa del sistema idrico.
A tal fine esso contiene, in particolare: i
risultati
dell’ attività
conoscitiva
(che
riguardano sostanzialmente il rilevamento delle
caratteristiche del bacino idrografico e l’ analisi
dell’ impatto esercitato dall’ attività antropica,
nonché il rilevamento dello stato di qualità del
corpo idrico); l’ individuazione degli obiettivi
di qualità ambientale e per specifica
destinazione; l’ elenco dei corpi idrici a
specifica destinazione e delle aree richiedenti
specifiche
misure
di
prevenzione
dall’ inquinamento e di risanamento; le misure
di tutela qualitative e quantitative tra loro
integrate e coordinate per bacino idrografico;
l’ indicazione della cadenza temporale degli
interventi e le relative priorità; il programma di
verifica dell’ efficacia degli interventi previsti;
gli interventi di bonifica dei corpi idrici.
Rimane inteso che, sulla base delle
disposizioni di cui all’ articolo 5 del D.Lgs. n.
152/99, l’ obiettivo a regime resta quello di
conseguire per ogni corpo idrico significativo
(tra cui rientra anche il fiume Isonzo) il
raggiungimento dell’ obiettivo di qualità
ambientale corrispondente allo stato di
“ buono” entro il 31 dicembre 2016. Per
assicurare il raggiungimento di tale obiettivo,
entro il 31 dicembre 2008 ogni corpo idrico
superficiale classificato o tratto di esso deve
conseguire almeno i requisiti dello stato
“ sufficiente” individuati dallo specifico
allegato 1 di detto decreto legislativo.
A livello operativo si segnala che è
imminente la definizione, da parte della
competente Autorità di bacino, degli obiettivi
su scala di bacino cui devono attenersi i piani
di tutela delle acque. La Direzione regionale
dell’ Ambiente, da parte sua, ha predisposto la
documentazione necessaria alla pubblicazione
di un bando di gara per l’ affidamento delle
operazioni rivolte all’ espletamento dell’ attività
conoscitiva e alla redazione del piano di tutela.
Faccio una sintesi, Consigliere, poi le farò
avere tutto l’ articolato della risposta.
Relativamente al punto 2 dell’ interrogante,
$WWLFRQVLOLDUL
- (381) 18 VIII LEGISLATURA –
tra le iniziative messe in atto per favorire la
salvaguardia e l’ autodepurazione delle acque si
segnalano per importanza quelle che hanno
interessato i due impianti di depurazione di
Gradisca d’ Isonzo e Romans d’ Isonzo,
entrambe finanziate nell’ ambito dell’ iniziativa
comunitaria Interreg II Italia-Slovenia.
In particolare la prima ha avuto come
finalità il potenziamento e la ristrutturazione
dell’ impianto di depurazione consortile di
Gradisca d’ Isonzo, per un importo complessivo
pari a Euro 593.925,43. I lavori si sono
regolarmente conclusi in data 14.03.2001.
La seconda ha visto la realizzazione di
lavori di ampliamento e ristrutturazione
dell’ impianto di depurazione comunale di
Romans d’ Isonzo, per un importo complessivo
di Euro 490.634,05. I lavori sono stati
regolarmente ultimati in data 26.03.2001.
Con riferimento al punto 3, si evidenzia che,
nell’ ambito dell’ iniziativa comunitaria Interreg
III A Italia-Slovenia, il Comune di Gorizia ha
presentato
alla
Direzione
regionale
dell’ Ambiente una specifica scheda progettuale
riguardante il potenziamento dell’ impianto di
depurazione municipale, affinché l’ intervento
venga inserito tra quelli a regia regionale.
L’ importo quantificato per la realizzazione
delle opere ammonta a Euro 18.756,00.
Attualmente sono in corso di valutazione, da
parte della Giunte regionale, le proposte
progettuali avanzate a vario titolo all’ interno
delle diverse iniziative comunitarie Interreg III,
tra cui rientra anche quella sopra citata, di cui
posso dire che avrà, sicuramente, regia
regionale.
Inoltre
nell’ ambito
dell’ iniziativa
comunitaria Interreg III A Italia-Austria, la
Direzione
regionale
dell’ Ambiente
ha
presentato il progetto denominato “ SGRF Sistema per la gestione delle reti fognarie” , già
approvato dal relativo Comitato di Pilotaggio,
che prevede la sperimentazione di sistemi di
monitoraggio, manutenzione e gestione
ottimale delle reti fognarie, intervenendo su
due aree pilota particolarmente interessanti ed
indicative a livello regionale, di cui una
5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD
– SEDUTA DEL 21 OTTOBRE 2002
localizzata all’ interno della città di Gorizia.
Tra le peculiarità che hanno concorso alla
selezione di quest’ ultima area c’ è anche quella
rappresentata dal suo carattere transfrontaliero.
In relazione al punto 4, ferma restando
l’ autonomia decisionale della Giunta regionale
in merito agli orientamenti da assumere per
assicurare una più efficace sorveglianza sui
fenomeni di inquinamento provenienti da oltre
confine e sulle relative responsabilità, pare
utile segnalare che l’ argomento sollevato
nell’ interpellanza in oggetto verrà posto
all’ attenzione e discusso in seno alla
Commissione
mista
italo-slovena
per
l’ idroeconomia, organo tecnico-politico che già
in passato ha avuto modo di esaminare
tematiche di natura ambientale.
PRESIDENTE. La parola al Consigliere
interrogante.
RITOSSA. La ringrazio per quanto è stato
affermato, in modo particolare per la relazione
suppletiva che mi sarà consegnata.
È evidente che con questa interrogazione
l’ interesse era quello di sollevare un dato
oggettivo. Sostanzialmente, si guarda sempre
ad una attività conoscitiva.
Per quanto riguarda l’ attività conoscitiva
della parte inquinante - che ci arriva, in modo
particolare, da parte slovena, - c'
è ampia
documentazione e registrazione dei dati, tanto
è vero che il noto professionista che ha fatto
tutta una serie di rilevamenti per la Provincia e
per il Comune di Gorizia, attualmente è
dipendente e dirigente dell’ Arpa, motivo per
cui questi dati possono essere confermati
immediatamente.
Fa specie, invece, che non si sia ancora
addivenuti, in modo particolare in riferimento
al punto 4 del dispositivo della mia
interrogazione, ad una definizione ben precisa,
soprattutto a livello di Governo sloveno,
perché si sa quali sono i centri inquinanti, da
dove deriva la quantità e la capacità di
autodepurazione del bacino idrico, ma c'
è chi
fa orecchie da mercante e sappiamo benissimo
$WWLFRQVLOLDUL
- (381) 19 VIII LEGISLATURA –
quali sono gli sforzi che la Regione sta
facendo, in modo particolare attraverso
l’ Interreg 3, per il rilevamento delle acque, la
capacità di autodepurazione delle stesse ed i
continui tentativi per avere la mappatura
completa, non solo utilizzando l’ Interreg 3
Italia-Slovenia, ma anche l’ Interreg 3 ItaliaAustria.
Quindi, mi auguro che quello che era stato
un lavoro ben preciso e definitivo, già avviato
per quanto riguarda il confine italo-austriaco,
sia portato a compimento anche per quanto
riguarda la parte slovena.
PRESIDENTE.
Do
lettura
delle
interrogazioni n. 999 del consigliere Vanin e n.
1043 del consigliere Zoppolato, iscritte
all’ ordine del giorno, che, essendo di
argomento
analogo,
saranno
svolte
congiuntamente:
“ Il sottoscritto Consigliere regionale,
premesso:
che la stampa ha recentemente riportato
all'
attenzione dell'
opinione pubblica l'
annoso
problema della impedita accessibilità ai
cantieri di Aprilia Marittima;
che come noto si tratta di una realtà
economica
dalla
quale
dipende
il
sostentamento di almeno 400 famiglie; inoltre
Aprilia Marittima è un punto di riferimento del
turismo nautico al quale è correlato un indotto
ad alta specializzazione;
che anche questa volta si tratta di effettuare
i necessari dragaggi del canale Coron per
consentire un tranquillo accesso alla darsena;
che il ritardo della sistemazione definitiva
del problema sta invogliando numerosi turisti
tedeschi e austriaci a trasferire le loro
imbarcazioni in altre “ marine” specialmente in
quelle slovene e croate;
che tutto ciò rappresenta un danno grave per
l'
economia della zona;
che la Regione ha più volte tentato di
5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD
– SEDUTA DEL 21 OTTOBRE 2002
intervenire effettuando dragaggi che si sono
dimostrati nel tempo assolutamente inefficaci;
che nel novembre 2001 la Regione stessa
aveva approvato un progetto di dragaggio e
ricostituzione di barene del canale;
che tale progetto non è stato realizzato;
che invece con delibera del 20 febbraio
scorso è stato approvato un intervento di
dragaggio per solo 54.000 mc;
che notizie di stampa riportano che da parte
di esponenti ambientalisti è stato presentato un
esposto in Procura lamentando asserite
illegittimità nell'
uso dei fanghi di risulta che
non essendo rifiuti dovrebbero essere utilizzati
per costruire barene e non dovrebbero essere
convogliati alla stazione di pompaggio del
tubone;
interroga
il Presidente della Regione per conoscere
l. Quali sono le ragioni che hanno portato
alla mancata attuazione della delibera del
novembre 2001.
2. Se il tempo perso possa essere in qualche
modo recuperato.
3. Se comunque non ritenga insufficiente il
dragaggio di 54.000 mc.
4. Se intende nei prossimi giorni assicurare
l'
aumento ad almeno 200.000 mc del volume di
dragaggio del Coron.
5. Se intende fornire adeguate spiegazioni al
Consiglio regionale in merito alle asserite
illegittimità
affermate
dall'
associazione
ambientalista.
6. Se comunque intende intervenire in prima
persona ed attuare tutti gli interventi necessari
per assicurare la navigabilità del canale
Coron.”
(999)
“ Vanin”
“ Il sottoscritto Consigliere regionale,
$WWLFRQVLOLDUL
5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD
- (381) 20 VIII LEGISLATURA –
considerata l’estrema importanza ambientale
e turistica della laguna di Grado e Marano (16
mila ha complessivamente);
rilevato che detto ecosistema ha evidente
pregio naturalistico oltre a costituire
un’importante risorsa per il settore della pesca;
visto l’obbligo della Regione di mantenere i
canali navigabili;
osservato con estrema preoccupazione che
dal '
96 non è invece più stato effettuato
nessuno scavo significativo;
ricordato che gli scavi, oltre a essere
necessari per la navigabilità, servono
all'
ecosistema lagunare perché immettono
nuovo ossigeno indispensabile per la
sopravvivenza e la buona riproduzione della
fauna ittica esistente;
sottolineato che il Parlamento ha approvato
l'
estensione del protocollo della laguna di
Venezia a quella di Marano e Grado, ma gli
snellimenti burocratici per i dragaggi che ne
dovevano conseguire non sono ancora realtà,
perché la Commissione costituita ad hoc dalla
Regione non ha ancora provveduto a
sviluppare l'
estensione del protocollo;
denunciato il fatto che detta Commissione si
è riunita appena tre volte e l'
ultima seduta è
andata deserta;
preso atto del fatto che, in data 26 marzo, il
Presidente Tondo, su proposta dell'
assessore
all'
ambiente Ciani, ha chiesto al Governo la
nomina di un commissario che però avrà poteri
limitatissimi e insufficienti (si parla al massimo
di uno scavo di 150 mila metri cubi) a risolvere
il problema del milione e 300 mila metri cubi;
interroga
il Presidente della Giunta regionale e
l'
Assessore all'
Ambiente per sapere:
come giustifichino un simile colpevole e
dannoso ritardo nell'
affrontare un problema che
crea serio nocumento all'
ambiente, alla pesca,
alla nautica da diporto del Friuli Venezia
– SEDUTA DEL 21 OTTOBRE 2002
Giulia;
come intendano attivarsi per fare sì che la
Commissione per l’ estensione del protocollo di
Venezia lavori con le necessarie: serietà,
velocità, efficacia.”
(1043)
“ Zoppolato”
La parola alla Giunta.
CIANI, $VVHVVRUH DOO
DPELHQWH DOOD
SURWH]LRQH FLYLOH H DO SHUVRQDOH Risposta
congiunta per i colleghi Vanin e Zoppolato.
Non ho nessuna documentazione scritta a tal
riguardo, nel senso che le evoluzioni in corso
sono quasi, di fatto, quotidiane.
Il problema del blocco del dragaggio dei
canali lagunari è determinato da norme che
sono uscite via via negli anni e che, di fatto,
impediscono la gestione dei sedimenti lagunari.
Dall’ entrata in vigore del decreto Ronchi
ogni qualvolta c'
è un sedimento da trattare, sia
esso in acqua che sui terreni, c'
è
l’ obbligatorietà della gestione analitica dei
sedimenti.
In poche parole: se un sedimento rimane tal
quale dov’ è, sia a terra che in laguna, non vi
sono altri tipi di problematiche. Cosa diversa è
nel momento stesso in cui l’ uomo, sia facente
parte di un’ istituzione od un privato, acquisisce
questi sedimenti e materiali: essi devono essere
prima classificati all’ interno delle norme che
sono prescritte dal decreto Ronchi e dai decreti
seguenti, che fanno riferimento a norme
nazionali, ma che, soprattutto, sono norme che
derivano dalla Comunità Economia Europea e
che il Governo italiano recepisce.
Per cercare di fare comprendere bene al
Consiglio regionale la problematica di questi
temi, vi devo dire che nel decreto Lunardi,
quello sulle grandi opere, c’ era una norma
precisa che diceva, espressamente, che le terre
da scavo per realizzare le grandi opere non
sono assoggettate alle norme sui rifiuti, ma
devono essere trattate come dei sedimenti
normali.
Riguardo a questo, l’ Unione Europea ha
$WWLFRQVLOLDUL
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5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD
VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 21 OTTOBRE 2002
aperto un’ infrazione nei confronti di quella
legge ed il Governo italiano dovrà adeguare
questa norma in virtù del dispositivo
dell’ infrazione aperta dall’ Unione Europea.
Credo che questa dia l’ esempio della
complessità del tema della gestione dei
sedimenti che, come dicevo, non sono soltanto
quelli lagunari, ma sono anche tutti gli altri
sedimenti, le terre di scavo e di
movimentazione, ogni qual volta si debbano
realizzare opere.
A tal riguardo, dopo lunghe peripezie e vari
tentativi per cercare di risolvere il problema del
dragaggio dei canali nella laguna di Marano e
Grado, siamo giunti alla richiesta di
commissariamento della Regione, fatta
pervenire da parte del Presidente della Giunta
regionale, quindi nella volontà di riuscire a
superare questo impasse attraverso una nomina
commissariale a livello nazionale.
È evidente che anche le nomine
commissariali vanno in deroga ai dispositivi di
legge per quanto concerne le norme italiane,
ma non possono, certo, superare i dispositivi
legislativi o le direttive di carattere europeo,
che un singolo Stato membro, a tal riguardo,
non può superare.
Nel giugno di quest’ anno il Presidente del
Consiglio dei Ministri ha dichiarato lo stato di
emergenza ed è seguita la nomina di un
commissario straordinario per la laguna che ha
il compito di interventi di bonifica e di
dragaggio, dando la carica commissariale
all’ Assessore pro-tempore all’ ambiente della
Regione Friuli-Venezia Giulia.
Da qui, ho iniziato, come commissario, a
svolgere i ruoli che mi sono stati preposti, cioè,
in data 7 agosto di quest’ anno, ho organizzato
una Conferenza di servizi a Roma, in cui sono
stati convocati tutti i soggetti istituzionali, e
non solo, preposti all’ ambito della laguna - mi
riferisco alle Province, ai Comuni ed alle
Associazioni ambientaliste - per approvare il
piano per l’ effettuazione di carotaggi.
Questo piano non è null’ altro che un piano
per andare a definire quale sia lo stato dei
sedimenti all’ interno della laguna, che è un atto
propedeutico ed assolutamente necessario per
gestire i sedimenti stessi.
Su questo ho sviluppato un bando europeo,
si sono presentati diversi studi progettuali per
fare gli interventi di carotaggio e, quindi, di
analisi.
Sono quattro le società arrivate al rush
finale. Entro la giornata di domani dovranno
presentare un conto economico, quindi un
preventivo che il commissario, attraverso la
sua struttura, dovrà sviluppare.
Gli interventi di carotaggio e di analisi
inizieranno i primi del mese di novembre con
delle priorità che sono, indubbiamente, quelle
critiche dei canali navigabili. Mi riferisco ad
Aprilia, ai due canali di accesso al porto di
Marano ed all’ approdo dell’ area dell’ Aussa
Corno, che è un porto industriale molto
importante e che necessita anch’ esso delle
manutenzioni dei canali navigabili.
Quindi, già dalla fine del mese di novembre
o all’ inizio del mese di dicembre, sarò nelle
condizioni di avere la classificazioni dei
sedimenti per poterli analizzare.
Nel frattempo, ho dato mandato ad un
laboratorio specializzato pubblico della nostra
Regione di sviluppare tutta la batimetria dei
canali navigabili della laguna.
Anche questo diventa, sicuramente,
importante per sapere quanti sedimenti devono
essere scavati all’ interno delle varie lagune.
Quindi predisporrò in tempi molto stretti i
progetti di scavo dei canali.
In seguito, alla fine di questa tornata, i
sedimenti verranno gestiti secondo le
disposizioni
previste
dall’ incarico
commissariale che mi è stato conferito dal
Presidente del Consiglio dei Ministri.
In queste ultime settimane, dopo l’ incontro
che la Giunta ha avuto nella zona della Bassa
Friulana, la stampa ha già riferito che saremo
nelle condizioni di poter iniziare i dragaggi dei
canali lagunari entro la fine di quest’ anno.
$WWLFRQVLOLDUL
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5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD
VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 21 OTTOBRE 2002
Questa è una vicenda assolutamente
complessa. Posso anche dirvi che in altre parti
d’ Italia il problema è analogo. Nella laguna di
Venezia i sedimenti classificati all’ interno
delle tabelle, che poi sono quelli a cui facevo
riferimento prima, vengono disposti all’ interno
di discariche specializzate, al costo di Lire
1.100 al kg.
Circa una settimana fa, da La Spezia è
partito un treno di sedimenti per la Germania.
Questo per rendere l’ idea di come la
complessità della materia è stata determinata
non da imposizioni o da volontà specifiche di
una singola amministrazione, ma soprattutto da
norme europee molto complesse.
Apprezzo il fatto di aver dato risposta, oggi,
a queste interrogazioni, seppur datate. Vorrei,
inoltre, dare comunicazione al Consiglio
regionale ed a tutti gli interessati sugli sviluppi
di questa vicenda, che diventa molto
importante.
PRESIDENTE. La parola al presentatore
dell’ interrogazione n.999.
VANIN. Grazie, Assessore. Mi ritengo
parzialmente soddisfatto, anche perché da
quattro anni sentiamo parlare di questo
problema, che non è di poco conto; anzi, direi
che in base alle notizie che stiamo seguendo in
questi ultimi tempi, sulla stampa, non mi
sembra un problema da sottovalutare.
Certo, ho fatto la mia interrogazione in
particolare per il problema nel settore turistico,
in quanto sento molte lagnanze sul caso dei
canali navigabili.
Delle sue parole mi ritengo soddisfatto,
perché, in questo momento, lei ha quasi fatto
una promessa, cioè che entro la fine dell’ anno
potremo essere informati di qualcosa di diverso
e di molto importante per la soluzione di
questo problema. Grazie.
PRESIDENTE. La parola al presentatore
dell’ interrogazione n. 1043.
ZOPPOLATO. Nonostante il grande
impegno profuso dall’ Assessore, credo che
dovrò rifare l’ interrogazione, perché la gente è
pronta a ribellarsi, a scendere sulle strade ed a
fare il percorso che, giustamente, dovrà fare.
Assessore, c'
è bisogno di date. Purtroppo,
per tanto tempo abbiamo sentito dire: “ Il
prossimo mese faremo questo, questo e
quest’ altro...” .
Vorrei delle date precise e vorrei che a
queste interrogazioni si rispondesse dicendo:
“ Entro questo mese faremo questo, entro
quell’ altro mese faremo questo; alla fine i
dragaggi saranno terminati entro il...” .
Perché, se entro la prossima primavera i
dragaggi non saranno terminati, Assessore, il
problema sarà che il turismo decadrà. Già in
molti se ne stanno andando via. Succederanno
fatti abbastanza dannosi per la nostra
economia.
Quindi, Assessore, fra un mese le
ripresenterò l’ interrogazione per avere termini
e date precise. Mi serve sapere se qualcosa si
farà, ed entro quando, perché, altrimenti, la
gente, rimanendo nell’ incertezza, dirà: “ Me ne
vado, qui non c'
è più spazio, pertanto vado in
altre zone” .
Apprezzo tutto il lavoro fatto, però non ho
avuto una risposta precisa sulle date, quindi
farò un’ altra interrogazione per avere i termini
precisi ed anche per comunicarli alla gente, in
quanto la gente ormai non crede più alle
promesse generiche.
Quindi, bisogna che lei ci indichi una data.
Magari fissi un mese in più di quello che le
serve per essere sicuro: ad esempio, invece di
dire “ dicembre” , può dire che inizia il 15
gennaio e finisce entro il 20 giugno, però c'
è
bisogno di date precise.
PRESIDENTE.
Do
lettura
dell’ interrogazione n. 1006 del consigliere
Antonaz, iscritta all’ ordine del giorno:
“ Cresce l'
allarme inquinamento a Sagrado,
precisamente nella frazione di Poggio III
Armata, a causa degli scarichi dell'
azienda
"Nuova Torcitura", un'
industria tessile che,
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VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 21 OTTOBRE 2002
prelevando l’acqua dall’Isonzo a monte
dell’abitato di Poggio, utilizza come scolo per i
residui delle lavorazioni un canale che
confluisce
successivamente
di
nuovo
nell’Isonzo.
L'
allarme inquinamento è emerso solo dopo
i lavori di consolidamento dei piloni
dell'
oleodotto e di ristrutturazione della
centrale idroelettrica della Nuova Torcitura,
poiché hanno richiesto il prosciugamento del
canale di alimentazione suddetto, dove però le
sostanze residue delle lavorazioni hanno
continuato ad essere scaricate.
Questo ha ridotto il canale ad una discarica
a cielo aperto, dall'
acqua scura e maleodorante,
che ha provato la moria della fauna ittica e ha
allarmato abitanti, Protezione Civile e
Forestale, che ha provveduto a prelevare dei
campioni d'
acqua per le analisi. Anche se non
ancora a livello ufficiale sono emerse
indicazioni su un livello di sostanze molto più
elevato di quanto consentito dai termini di
legge.
Tutto ciò premesso,
Consigliere regionale
il
sottoscritto
interroga il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
se non ritenga necessario approfondire al
più presto la questione, verificando che
l'
allarme di questi giorni non si sia verificato
solo perché il livello delle acque è più basso e
non permette la diluizione delle sostanze
chimiche immesse normalmente nel canale;
se non intenda controllare la regolarità degli
impianti della Nuova Torcitura, accertando che
non sia stata contaminata la falda;
se non intenda predisporre dei prelievi
periodici di campioni d'
acqua, al fine di
verificare costantemente il livello di
inquinamento, anche dopo che il flusso d'
acqua
sarà ripristinato ai livelli consueti alla fine dei
lavori sul corso del fiume Isonzo.”
La parola alla Giunta.
CIANI, $VVHVVRUH DOO
DPELHQWH DOOD
SURWH]LRQH FLYLOH H DO SHUVRQDOH In relazione
alla richiesta di notizie in merito
all’ inquinamento di un canale, a causa di uno
scarico di acque reflue industriali, nella
frazione Poggio Terza Armata in Comune di
Sagrado, si segnala quanto segue.
Da informazioni assunte presso l’ ARPA, si
è venuti a conoscenza che tale inquinamento,
verificatosi a causa del non regolare
funzionamento del depuratore delle acque
reflue provenienti dallo stabilimento “ Nuova
Torcitura di Sagrado” , è stato accertato dopo il
controllo ispettivo eseguito dal Servizio
Territoriale del Dipartimento provinciale
dell’ ARPA di Gorizia, previa richiesta
formulata dal Comando della competente
Stazione Forestale.
Il fenomeno si è manifestato in maniera
appariscente
in
concomitanza
con
l’ interruzione del flusso delle acque del canale
laddove confluiscono le acque reflue.
Va rilevato che il succitato Servizio sta
provvedendo tuttora sia alle attività di controllo
dello
scarico
che
della
funzionalità
dell’ impianto di depurazione in argomento
Va rilevato inoltre che il più recente
controllo sullo scarico delle acque reflue
provenienti dallo stabilimento di cui ho fatto
menzione, è stato eseguito in data 8 maggio
u.s., il cui esito ha evidenziato il superamento
dei limiti di accettabilità per quanto attiene ai
parametri COD e tensioattivi, previsti nella
tabella A della Legge 319/1976 ed applicabili
nel regime transitorio ai sensi del D.Lgs.
152/1999 ad uno scarico esistente autorizzato
di acque reflue industriali in acque superficiali.
Per quanto attiene specificatamente alla
necessità di un puntuale monitoraggio delle
acque di falda, non è stato ritenuto necessario,
al momento, avviare tale iniziativa in
considerazione della natura sostanzialmente
organica delle acque reflue prodotte dallo
stabilimento di cui trattasi, nonché dal fatto che
lo scarico recapita in acque superficiali e non
direttamente sul suolo, il che impone una
classificazione diversa anche della strategia
$WWLFRQVLOLDUL
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VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 21 OTTOBRE 2002
imposta dal decreto legislativo 152.
PRESIDENTE. La parola al Consigliere
interrogante.
ANTONAZ. Rileggerò la risposta che mi ha
dato, perché ci sono alcuni passi che mi
sembravano contraddittori, ma forse ho capito
male.
Lei, forse, sa che questo canale confluisce
nell’ Isonzo, cioè fa un percorso...
,QWHUUX]LRQH
...quindi tutto quello che viene scaricato in
questo canale, poi va nell’ Adriatico, cioè dove
i nostri figli ed i nostri nipoti fanno il bagno.
Pertanto rilevo che c'
è una necessità ed
approfitto di questa occasione per fargliela
notare, cioè l’ ARPA opera nei limiti del
possibile, però è anche un suo compito, come
responsabile politico amministrativo di questo
ente, potenziare l’ opera di controllo e di
prevenzione, in particolare su queste forme di
inquinamento che sono diffuse nella regione.
Quindi, al di là, della situazione specifica,
credo che ci sia questo problema. Servono
risorse? Sì, e bisogna farle saltare fuori.
PRESIDENTE.
Do
lettura
dell’ interrogazione n. 1099 del consigliere
Ritossa, iscritta all’ ordine del giorno:
“ Il sottoscritto Consigliere regionale,
verificati i danni causati dalla recente
mareggiata sostenuta da fortissimo vento di
scirocco, evento che di fatto ha eroso circa
70.000 metri cubi di sabbia dagli arenili di
Grado;
preso atto degli ingenti danni che tale
mareggiata ha causato sulle spiagge riducendo
brutalmente l'
arenile oltre che aver riversato
sul bagnasciuga tonnellate di materiale
spiaggiato;
convenuto che stante l'
apertura della
stagione
turistica
bisogna
intervenire
immediatamente con delle sorbone per
effettuare il rimpascimento degli arenili con
nuova sabbia prelevata al largo ed in
particolare sul dosso della Mula di Muggia;
rilevato che il notevole materiale spiaggiato,
codificato rifiuto speciale, non può essere
inviato in discariche normali ma solo in ambiti
specifici con un notevole aggravio fiscale per il
Comune;
interroga
il Presidente della Giunta regionale per
conoscere quali potranno essere gli interventi
della Regione a sostegno dell'
Amministrazione
comunale gradese, viste le spese, impreviste ed
imprevedibili, che detto Ente locale, suo
malgrado, dovrà affrontare;
E se di un tanto si terrà conto già in sede di
variazione di bilancio con un finanziamento
specifico.”
La parola alla Giunta.
CIANI, $VVHVVRUH DOO
DPELHQWH DOOD
SURWH]LRQHFLYLOHHDOSHUVRQDOHA partire dalla
serata del 5 giugno 2002, il territorio regionale
è stato colpito da intense precipitazioni
meteoriche che hanno interessato con
particolare violenza la provincia di Pordenone,
l’ intera zona montana e pedemontana e la
fascia costiera della regione.
La gravità dell’ evento, unitamente ai
bollettini meteorologici che prevedevano uno
spostamento della perturbazione, con uguale o
addirittura maggiore intensità, sull’ intera zona
montana e pedemontana della regione, ha
indotto l’ Assessore regionale alla protezione
civile, d’ intesa con il Presidente della Giunta, a
dichiarare, con decreto n. 581/DRPC/2002 di
data 5 giugno 2002, lo stato di emergenza
sull’ intero territorio regionale, al fine di
predisporre i primi interventi urgenti, necessari
al soccorso delle popolazioni colpite e
finalizzati alla realizzazione delle prime opere
di pronto intervento a salvaguardia della
pubblica incolumità.
Con successiva nota dell’ 11 giugno 2002 il
$WWLFRQVLOLDUL
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5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD
VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 21 OTTOBRE 2002
Presidente della Giunta regionale ha richiesto
alla Presidenza del Consiglio dei Ministri,
Dipartimento
della
protezione
civile,
l’ adozione di provvedimenti straordinari ed
urgenti a causa degli eccezionali eventi
atmosferici che hanno colpito il territorio
regionale.
Ne è seguito un Decreto del Presidente del
Consiglio dei Ministri del 14 giugno 2002 dove
è stato dichiarato, ai sensi e per gli effetti
dell’ art. 5 della legge n. 255, lo stato di
emergenza nel territorio delle Province di
Pordenone, Udine e Gorizia, colpito
dall’ eccezionale evento atmosferico del 5
giugno, fra cui rientra anche il fortunale
avvenuto a Grado, che ha causato il
depauperamento di un prezioso luogo naturale,
cioè il Banco d’ Orio, che era stato inghiottito
da questa mareggiata.
Sono arrivati dei primi finanziamenti da
parte del Governo nazionale. Certo, non sono
sufficienti a sviluppare l’ intera strategia di
messa in sicurezza del territorio, ma posso
assicurare che nell’ arco delle prossime
settimane il Comune di Grado riceverà gli
stanziamenti
previsti,
come
Lignano
Sabbiadoro, che ha avuto gli stessi problemi,
per risolvere questo problema che si ripercuote
troppo spesso all’ interno della nostra regione.
PRESIDENTE. La parola al Consigliere
interrogante.
RITOSSA. Mi dichiaro soddisfatto della
risposta. Spero che, nel frattempo, comunque,
possa essere attivata una convenzione, in modo
particolare con il Ministero dell’ Ambiente, per
poter procrastinare quello che era già uno
studio sperimentale, in modo che ci sia questa
collaborazione continuativa tra Regione,
Comune ed, in modo particolare, il Ministero
dell’ Ambiente, per avere dei finanziamenti tali
da realizzare il rimpascimento della spiaggia,
in modo naturale, con lo spostamento
sostanziale della cosiddetta Mula di Muggia,
cioè quel grosso deposito di sabbia verso il
litorale gradese.
È evidente che per fare questo necessitano
determinate opere di grandi dimensioni, per
realizzare le quali la Regione, né tanto meno il
Comune, hanno la capacità finanziaria ed
organizzativa.
Per questo motivo, oltre i cosiddetti pennelli
sul bagnasciuga, servirà una qualità ed una
quantità di opere tali, per cui è giusto ed è
auspicabile
poter
continuare
quella
programmazione e quell’ azione determinata
con il Ministero dell’ Ambiente per fare in
modo che per vie naturali avvenga il
rimpascimento, nonostante queste situazioni
che sono ben note sulle spiagge del gradese,
soggette a continue erosioni.
Rimane ancora il fatto che dovremmo
codificare in modo particolare gli aiuti da poter
dare a questi Comuni rivieraschi, perché ad
ogni azione di queste sciroccate si sa bene
quali sono le grandi quantità di materiale
spiaggiato che arrivano sul bagnasciuga di
queste spiagge. Il trasporto in discarica di
questo materiale, quantificato in vecchie lire, è
costato, nel corso del 2001, la bellezza di due
miliardi e cento milioni.
È evidente che cifre del genere non possono
essere pagate, esclusivamente, con il ricavato
delle tasse dei rifiuti solidi urbani pagate dai
residenti di quelle località. Bisogna porsi
questa domanda e trovare una soluzione dal
punto di vista legislativo.
PRESIDENTE. Do lettura dell’ interpellanza
n. 867 del consigliere Brussa, iscritta all’ ordine
del giorno:
“ E’ noto come l’ ARPA sia stata
ripetutamente coinvolta in una serie di
situazioni che ne hanno limitato fortemente
l’ attività; in particolare, anche a seguito della
mancata approvazione per lungo tempo da
parte della Regione del conto consuntivo per
l’ esercizio 2000 e per il bilancio di previsione
per l’ esercizio finanziario 2001.
Le difficoltà che l’ hanno coinvolta hanno
riguardato praticamente quasi tutti i suoi settori
al punto che la Giunta regionale nel corso del
2001 ha ritenuto necessario disporre
un’ ispezione.
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VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 21 OTTOBRE 2002
Le valutazioni finali di quell’ ispezione
hanno delineato un quadro davvero poco
edificante di quanto avvenuto in questi anni
all’ ARPA, al punto che nelle valutazioni finali
si afferma che “ … l’ azione amministrativa
dell’ ARPA non è conforme alla normativa di
riferimento per tutti gli aspetti presi in
considerazione. L’ intensità delle violazioni è di
diverso livello nei profili esaminati, ma va
constato che l’ Agenzia non osserva neppure le
disposizione normative recate dal Regolamento
di organizzazione da essa stessa predisposto."
E così continua “ Il mancato rispetto della
normativa non pare essere andato a vantaggio
dell’ economicità e dell’ efficacia dell’ azione
amministrativa…” .
Ed ancora “ L’ andamento della spesa in
questi primi tre anni e la mancata adozione di
accorgimenti per il controllo della medesima
assumono particolare importanza, in quanto
destinati a riflettersi direttamente sul bilancio
regionale, che costituisce la fonte principale
per il finanziamento dell’ Agenzia” .
Infine, hanno affermato gli ispettori “ … un
ulteriore elemento di criticità è rappresentato
dalla mancata ottemperanza dell’ Agenzia,
negli atti e nei fatti alle raccomandazioni del
collegio dei revisori agli indirizzi del Comitato
di indirizzo e verifica, ed alle disposizioni della
Giunta regionale nell’ esercizio dell’ attività di
vigilanza” .
A seguito di tale ispezione ci si sarebbe
aspettati, da parte della Giunta regionale,
l’ assunzione di alcuni provvedimenti nei
confronti di coloro che si erano resi
responsabili di una tale situazione.
In realtà nulla è successo.
Anzi!
Si apprende, infatti, che il Direttore generale
dell’ ARPA ha recentemente assunto un decreto
con il quale si assegna, ed assegna ad altre 10
persone tra dirigenti e consulenti esterni un
incentivo economico pari a complessivi euro
310.838,24 (più di 600 milioni di vecchie lire).
Tali incentivi si riferiscono agli anni 2000 e
2001 e, spiega il Direttore nel suo decreto,
possono essere assegnati in quanto gli obiettivi
prefissati “ sono stati raggiunti” e le relazioni
annuali sulle attività svolte e sui risultati
conseguiti, “ sono state approvate per
decorrenza dei termini” .
La Giunta regionale, in pratica, non si è
espressa.
Ciò premesso, il sottoscritto Consigliere
regionale
interpella
il Presidente della Giunta regionale per
sapere:
se tale decreto sia legittimo;
se esso sia opportuno in considerazione che,
come ricordato in premessa, gli incentivi
riguardano gli esercizi finanziari 2000 e 2001
oggetto di pesanti valutazioni da parte degli
ispettori regionali;
perché la Giunta regionale non ha espresso
alcun giudizio di merito sulle relazioni relative
alle attività svolte e sui risultati conseguiti,
venendo meno alla propria funzione di
controllo;
se non ritenga di fornire apposita relazione
al Consiglio regionale o alla Commissione
competente sul merito della vicenda.”
La parola alla Giunta.
CIANI, $VVHVVRUH DOO
DPELHQWH DOOD
SURWH]LRQH FLYLOH H DO SHUVRQDOH Anche in
questo caso la risposta sarà molto articolata.
Con riferimento all’ interpellanza, andrò a
leggere tutta la risposta, perché mi pare che il
tema sia assolutamente importante e che,
quindi, sia opportuno che l’ Aula ne abbia piena
conoscenza.
Giova innanzitutto premettere che l’ articolo
7 del contratto regolante il rapporto di lavoro
del Direttore generale dell’ ARPA, stipulato in
data 1 aprile 1999, prevede che la Giunta
regionale entro 30 giorni dalla presentazione
della Relazione sulle attività svolte e sui
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risultati conseguiti, di cui all’ articolo 7, comma
3 lett. g) della L.R. 6/1998, determina
l’ integrazione del compenso annuo spettante al
Direttore generale nella misura massima del
20% sulla base della realizzazione degli
obiettivi fissati dal Comitato d’ indirizzo e di
verifica dell’ ARPA e dei risultati di gestione
come emergenti dalla menzionata Relazione.
Devo dire che l’ onere aggiuntivo nella
misura massima del 20% viene dato, perché lo
stipendio equiparato al Direttore generale
dell’ ARPA è il medesimo dei dirigenti delle
Aziende sanitarie, cui l’ ARPA fa riferimento,
così come in tutte le altre parti d’ Italia.
Nel menzionato contratto, quindi, non è
qualificato in alcun modo il silenzio della
Giunta regionale, il quale pertanto non può
essere
inteso
come
riconoscimento
dell’ incentivo. Si rileva a tale proposito che
l’ imprenscindibilità di una determinazione al
riguardo, da parte della Giunta regionale, si
desume in special modo anche dalla
considerazione che solo all’ esecutivo regionale
spetta individuare il quantum del compenso
integrativo, essendo lo stesso da determinarsi
tra lo 0 ed il 20% del compenso annuo.
Ciò posto, si rileva che la valutazione della
realizzazione degli obiettivi e dei risultati di
gestione deve essere effettuata dalla Giunta
regionale unitamente al controllo del bilancio
d’ esercizio, come dice il conto consuntivo
della L.R. 6/1998, sia per ragioni
d’ interpretazione normativa sia per motivi di
logica gestionale. Invero, nell’ articolo 74 del
Regolamento di organizzazione dell’ ARPA
approvato in data 8 agosto 2000, analogamente
alla normativa che disciplina l’ attività di
programmazione, contabilità e controllo delle
Aziende sanitarie regionali, è stato precisato
che la Relazione sulla gestione costituisce un
allegato del bilancio di esercizio, potendosi
solo contestualmente all’ analisi del bilancio di
esercizio valutare in termini di economicità
l’ attività di gestione in rapporto agli obiettivi
prefissati.
In tale ottica la Giunta regionale, con
deliberazione del 13 luglio 2001, aveva preso
atto della opportunità e necessità di procedere
alla determinazione del compenso integrativo
di cui all’ articolo 7 del contratto disciplinante
il rapporto di lavoro del Direttore generale
dell’ ARPA in sede di controllo del bilancio di
esercizio.
Orbene, in sede di valutazione del bilancio
d’ esercizio dell’ anno 2000 la Giunta regionale
non ha assunto tale determinazione per l’ anno
2000, in quanto, con deliberazione del 19
dicembre 2001, ha ritenuto di non approvare il
bilancio d’ esercizio 2000 in considerazione dei
rilievi istruttori formulati dalla Direzione
regionale dell’ ambiente e dalla Ragioneria
generale, che riteneva di poter formare ulteriori
osservazioni solamente dopo aver avuto notizia
dalla Giunta regionale degli esiti dell’ ispezione
disposta in data 20 luglio. Per mero scrupolo si
segnala a tale proposito che in data 25 gennaio
2001 l’ ARPA ha fornito i chiarimenti richiesti
con la citata delibera giuntale, ma non ha mai
provveduto a riadottare il bilancio consuntivo
per l’ anno 2000.
Per quanto riguarda il bilancio di esercizio
per l’ anno 2001 s’ informa che lo stesso è stato
trasmesso alla Regione in data 4 giugno 2002
ed a seguito dell’ interruzione dei termini
avvenuta con nota della Direzione regionale
dell’ ambiente il giorno 1° agosto 2002, a
seguito dei rilievi formulati dalla Ragioneria
generale.
Devo dare notizia che questo bilancio 2001,
con tutti i rilievi accettati e riadottati anche nel
bilancio da parte dell’ ARPA, è stato approvato
nell’ ultima delibera della Giunta regionale,
cioè quella di venerdì scorso.
Da quanto
succintamente:
sopra
esposto
si
evince
che senza determinazione da parte della
Giunta regionale in alcun modo il Direttore
generale dell’ ARPA può procedere alla
liquidazione del proprio compenso integrativo;
che la Giunta regionale, alla luce delle
disposizioni dell’ articolo 74 del Regolamento
di organizzazione e degli articoli 22 e 26
rispettivamente della L.R. 6/1998 e della L.R.
49/1996, assumerà le proprie determinazioni
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sul compenso integrativo in sede di controllo
dei bilanci d’ esercizio;
che eventuali contrasti tra normativa vigente
e clausole contrattuali devono essere risolti in
sede di giurisdizione ordinaria civile a seguito
di formali atti di messa in mora della Regione
o con modifiche contrattuali.
In relazione a questo ultimo aspetto la
Giunta regionale, con delibera di generalità del
28 agosto 2002, n. 2993, ha dato mandato al
Direttore regionale dell’ ambiente, a seguito
della nota indirizzata dallo stesso in data 9
agosto 2002 alla Segreteria generale della
Presidenza della Regione, nonché per
conoscenza al Presidente della Regione ed alla
S.V., di procedere al compimento di tutti gli
atti necessari per riallineare le disposizioni
contrattuali a quelle previste dalla normativa
vigente.
In pratica, ci sarà una modifica del contratto
vigente, per quanto concerne il Direttore
generale dell’ ARPA.
Tutto ciò premesso e considerato, in
relazione alle specifiche interrogazioni poste
dal consigliere Brussa, si rileva quanto segue.
1) Se sia legittimo che il Direttore generale
dell’ ARPA abbia firmato gli emolumenti.
Il decreto del Direttore generale dell’ ARPA
di data 4 settembre 2002, n. 378 a parere della
scrivente Direzione regionale risulta illegittimo
sotto i seguenti aspetti.
A) Come evidenziato nelle premesse, stante
l’ articolo 7 del contratto di lavoro del Direttore
generale dell’ ARPA, senza la preventiva
determinazione da parte della Giunta regionale,
il Direttore generale dell’ ARPA non poteva
procedere alla liquidazione del proprio
compenso integrativo, non essendo qualificato
contrattualmente in alcun modo il silenzio della
Giunta regionale ed in considerazione che solo
all’ esecutivo regionale spetta individuare il
quantum del compenso integrativo da
determinarsi tra lo 0 ed il 20% del compenso
annuo.
B) Nel decreto in argomento sono indicati
dei presupposti per la liquidazione dei
compensi manifestamente erronei.
b.1) Il fatto che il programma delle attività
per l’ anno 2001 è stato approvato dalla Giunta
regionale unitamente al bilancio preventivo
2001. Il programma delle attività per l’ anno
2001 è stato oggetto di controllo da parte della
Giunta regionale con una delibera distinta da
quella di presa d’ atto del bilancio preventivo,
essendo stato approvato già il giorno 24
maggio 2001. In particolare in quest’ ultima
delibera la Giunta regionale, tra l’ altro, aveva
imposto di rispettare, nell’ attuazione degli
obiettivi, il principio di contenimento della
spesa e della ottimizzazione delle risorse, non
essendo nello stesso specificato con dettaglio
di obiettivi e di spesa gli specifici investimenti
che dovranno essere effettuati nel corso
dell’ anno
in
relazione
alle
effettive
disponibilità finanziarie.
b.2) Il fatto che il bilancio preventivo per
l’ anno 2001 è stato approvato per decorrenza
dei termini mediante una formale presa d’ atto.
La Giunta regionale infatti entro i termini
previsti dalla normativa vigente per il controllo
ha ritenuto di non poter provvedere al
controllo, a seguito dei rilievi formulati dalla
Ragioneria generale, ad esercizio oramai
concluso, facendosi riserva di valutare la
gestione contabile dell’ ARPA nel 2001 in sede
di controllo del bilancio di esercizio per il
medesimo anno.
b.3) Il fatto che il bilancio consuntivo
(d’ esercizio) dell’ anno 2000 è stato approvato
per decorrenza dei termini ai sensi dell’ articolo
4 della L.R. 6/1998. Invero, come esposto nelle
premesse, con delibera della Giunta regionale
di data 19 dicembre 2001, n. 4351, l’ organo
esecutivo regionale ha ritenuto di non
approvare il bilancio d’ esercizio per l’ anno
2000.
b.4) Il fatto che il bilancio consuntivo
(d’ esercizio) dell’ anno 2001 risulta approvato
per decorrenza dei termini ai sensi dell’ articolo
4, comma 3 della legge istitutiva. Nelle
premesse si è già evidenziato che il bilancio di
esercizio per l’ anno 2001 è stato trasmesso alla
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Regione in data 4 giugno 2002 ed è stato
approvato nella Giunta regionale di venerdì
scorso.
b.5) Il fatto che nella nota indirizzata al
Presidente della Regione in data 14 giugno
2002 è stato segnalato che, essendo trascorsi
più di trenta giorni dalla data di presentazione
delle relazioni sulle attività svolte e sui risultati
conseguiti negli anni 2002 e 2001, le stesse
sono da considerarsi approvate per decorrenza
di termini. Nella nota di data 14 giugno 2002
difatti il Direttore generale non fa alcun cenno
ad una approvazione per decorrenza di termini,
peraltro non prevista né legislativamente né
normativamente.
b.6) Il fatto che nella nota indirizzata al
Presidente della Regione in data 14 giungo
2002 veniva comunicato che, in caso di
silenzio da parte della Presidenza, avrebbe
provveduto al riconoscimento a sé stesso e ai
dirigenti assunti con contratto di diritto privato
dell’ incentivo previsto dalle norme contrattuali
fino ad un massimo del 20% degli emolumenti.
In tale nota invero il Direttore generale
dell’ ARPA informava che, qualora nulla osti
da parte della Presidenza, s’ intendeva dar
avvio alle procedure per il riconoscimento
dell’ incentivo in questione.
B) Se sia opportuna l’ erogazione dei
compensi integrativi per gli anni 2000 e 2001, i
quali sono stati oggetto di pesanti valutazioni –
questa era l’ interrogazione che faceva
l’ interrogante -.
Nelle premesse si è già evidenziato che
l’ opportunità di riconoscere l’ erogazione del
compenso integrativo spettante al Direttore
generale dell’ ARPA e la sua quantificazione
verrà valutata in sede di approvazione dei
bilanci d’ esercizio 2000-2001, tuttora non
avvenuta, se non per quello del 2001, che è
avvenuta la settimana scorsa, ma che non dà
l’ obbligo e l’ opportunità al Direttore di darsi
l’ incentivo, perché spetta darlo alla Giunta,
dallo 0 al 20%.
C) Perché la Giunta regionale non ha
espresso alcun giudizio di merito sulle
relazioni relative alle attività svolte e sui
risultati conseguiti venendo meno alla propria
funzione di controllo?
Come già ampiamente e ripetutamente
chiarito, la Giunta regionale esprimerà le
proprie valutazioni sulle relazioni relative alle
attività svolte in sede di controllo dei bilanci
d’ esercizio per gli anni 2000 e 2001.
Per completezza di informazioni, devo
aggiungere che il compenso incentivante che
l’ Amministrazione regionale eroga al Direttore
è vincolato dal contratto, quindi è il contratto
che definisce le modalità e la Giunta regionale
dovrà definire la quota spettante fra lo 0 ed il
20% di aumento in base al contratto, cosa che
non avviene per tutti gli altri dirigenti, perché i
contratti che sono stati stipulati fra tutti i vari
dirigenti in seno all’ ARPA sono stati stipulati
direttamente con il Direttore generale, quindi
non sono passati attraverso il controllo della
Giunta, per cui quello è un rapporto specifico
tra il Direttore generale e tutti gli altri dirigenti,
quindi quel versamento di corresponsione del
20% in più attiene alle facoltà del Direttore
generale.
Inoltre, devo dire che con una nota seguente
all’ interpellanza,
il
Direttore
generale
dell’ ARPA ha mandato una nota alla Giunta
regionale dicendo che ha sospeso il
trasferimento del 20% dell’ emolumento a sé
stesso, in virtù delle note che gli sono state
inviate.
,QWHUUX]LRQH
Per gli altri è legittimo, come stavo
spiegando un attimo fa, in quanto il contratto è
stato stipulato fra i dirigenti ed il Direttore
regionale, quindi non spetta alla Giunta
definire quale sia il compenso incentivante.
Questa è la norma prescritta all’ interno dei
vari contratti.
35(6,'(1=$'(/35(6,'(17(0$57,1,
PRESIDENTE. La parola al Consigliere
interpellante.
$WWLFRQVLOLDUL
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BRUSSA. Assessore, la devo ringraziare,
perché credo che, in quattro anni abbondanti
che siedo in quest’ Aula, mai un Assessore ha
risposto in maniera così puntuale, importante e
forte.
Quindi, questa Regione ha ricevuto un
danno erariale per due motivi: perché il
Direttore dell’ ARPA ha fatto un atto illegittimo
e perché la Giunta regionale non ha modo di
poter intervenire.
Quindi, ho una doppia soddisfazione: quella
di aver ottenuto una risposta importante e
quella di aver sollevato un problema vero,
nonostante che, nei giorni seguenti, io stesso
sia stato oggetto di aspre critiche da parte di
questi dirigenti, su cui, tra l’ altro, la Giunta
regionale – come lei ha ricordato – non ha
nemmeno la potestà di intervenire in merito.
Pertanto le chiedo se la Giunta regionale
intende assumere qualche provvedimento,
perché non è pensabile che, nel momento in cui
lei mi risponde che l’ atto è illegittimo, debba
prendere atto che, conseguentemente ad un atto
illegittimo, la Regione ha sborsato circa 500
milioni che non potrà mai più recuperare.
Quindi, mi dichiaro soddisfatto per il fatto
che lei abbia dichiarato illegittimo quel
provvedimento ed è, davvero, singolare che un
dirigente di un ente come l’ ARPA, otto giorni
dopo che la Giunta regionale manifesta, con
propria delibera, su sua proposta, la necessità
di
modificare
questo
Regolamento,
tranquillamente faccia un proprio decreto in cui
stabilisce questo e mette come elemento di
forza il silenzio assenso, elemento che,
peraltro, oggi lei ha confermato non essere
l’ elemento determinante, perché ci fa piacere –
e guai se non fosse così – che la Giunta
regionale possa e debba valutare, al momento
del conto consuntivo, l’ attività svolta.
Però rimane una perplessità, Assessore, e lo
dico da amministratore di questa Regione: se il
sottoscritto non avesse sollevato questo
problema, i soldi sarebbero stati erogati, come
di fatto lo sono stati.
A questo punto, ha risposto che, solo in via
ordinaria ed in via giurisdizionale, la Regione
potrà recuperare questi soldi.
Credo che il Direttore dell’ ARPA – non è
un fatto personale – oltre a sospendere i propri
emolumenti, doveva presentare le dimissioni,
come atto di legittimità, perché se è vero che
era a conoscenza – come immagino – del
provvedimento della Giunta che precisava un
indirizzo della Giunta regionale, comunque ha
assunto un atto che non diventa veniale, perché
si è autosospeso, ma diventa determinante per
quanto riguarda gli altri dieci dirigenti con
contratto a tempo determinato.
Oltretutto, lei mi ha insegnato, con la sua
puntuale risposta, che è facoltà della Giunta
regionale stabilire la percentuale da 0 al 20% e
sappiamo che questo decreto, invece, ha
stabilito il 20%.
Quindi ripeto che non ho nulla di personale
contro il Direttore e stigmatizzo che uno di
questi dirigenti si sia permesso di attaccare, a
mezzo stampa, il sottoscritto, che ha svolto non
solo il proprio dovere, ma credo le abbia
permesso di poter esprimere, pubblicamente,
questa situazione davvero imbarazzante,
mettendo la Regione di fronte al fatto di dover
prendere atto che, comunque, i 500 milioni non
saranno recuperabili e credo che nemmeno
un’ azione giurisdizionale possa fare in modo
che la Regione rientri.
Quindi, Assessore, chiedo che su questo
problema
faccia
una
relazione
alla
Commissione competente, perché vorrei capire
e sapere se la Giunta regionale, alla luce di
queste cose, non intenda mettere in discussione
non solo il Direttore generale, ma anche i
rapporti in essere, perché sono direttamente
conseguenti di un rapporto di fiducia tra il
Direttore regionale, perché vorrei capire se può
esistere la fiducia di un dirigente regionale e
conseguentemente una automatica sfiducia di
tutta la gestione.
La ringrazio.
6XOO¶RUGLQHGHLODYRUL
$WWLFRQVLOLDUL
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VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 21 OTTOBRE 2002
PRESIDENTE. Dichiaro esaurito il tempo
dedicato al punto n. 1 dell’ ordine del giorno e,
prima di passare all’ esame del punto n. 2,
vorrei comunicare che la Conferenza dei
Capigruppo ha stabilito di raddoppiare i tempi
a disposizione dei Relatori e dei singoli Gruppi
per la discussione di tale provvedimento.
Ricordo, quindi, che alle 13 si riunirà
nuovamente la Conferenza dei Capigruppo per
completare i lavori.
5LFKLHVWDGLLQYHUVLRQHGHOO¶RUGLQHGHO
JLRUQR
PRESIDENTE. Ha chiesto
l’ assessore Ciani. Ne ha facoltà.
di
parlare
CIANI, $VVHVVRUH DOO
DPELHQWH DOOD
SURWH]LRQH FLYLOH H DO SHUVRQDOH Grazie,
Presidente. So che questa mattina si sono
riuniti i Capigruppo cercando di trovare
un’ intesa sui lavori dell’ Aula...
PRESIDENTE. Mancava la Giunta.
CIANI, $VVHVVRUH DOO
DPELHQWH DOOD
SURWH]LRQHFLYLOHHDOSHUVRQDOHPurtroppo ero
impegnato in Aula per rispondere alle
interrogazioni. Vorrei fare una richiesta, cioè
quella di modificare l’ ordine del giorno, quindi
posticipare la norma relativa al personale.
Questo può permettere alla Giunta un attimo
di riflessione in riferimento al rilievo da parte
del Governo nazionale sull’ ultima legge sul
personale che abbiamo approvato, attinente a
quattro specifici rilievi che sono stati fatti.
Da parte della Giunta c'
è la volontà
importante
di
perseguire
soprattutto
l’ inquadramento dei precari. Alcuni precari
sono stati inquadrati con la precedente legge, la
10 del 2002, non oggetto di rilievo e che, di
fatto, abbiamo riproposto nella legge 20 del
2002, però quest’ ultima è stata oggetto di
rilievo da parte del Governo.
Quindi l’ inquadramento in ruolo della stessa
tipologia di personale precario, che era stato
assunto con una legge, ora viene fatto oggetto
di rilievo da parte del Governo, su un articolo
identico. Pertanto c'
è la necessità di una
riflessione da parte della Giunta regionale. A
tal riguardo abbiamo già fatto degli incontri
nella giornata di venerdì con il nostro Ufficio
legale e con le organizzazioni sindacali, che
hanno inteso ritrovarsi in quel giorno. Quindi
chiedo al Consiglio regionale di posticipare
questa norma per permettere che ci sia
un’ opportunità in più, che dovrà essere valutata
nell’ arco delle prossime ore.
PRESIDENTE. Quindi, sulla sua proposta,
uno a favore ed uno contro. Gottardo è
favorevole, mentre Tesini è contrario.
Ha chiesto di parlare il consigliere Gottardo.
Ne ha facoltà.
GOTTARDO. Intervengo per esprimermi a
favore della richiesta della Giunta di
posticipare l’ argomento, stante - credo - la
disponibilità della Giunta a proseguire,
immediatamente, sull’ altro punto, che è quello
sull’ energia, che era un argomento già
dibattuto e per il quale c’ era l’ intesa a
procedere con gli emendamenti della Giunta.
Quindi, sono favorevole alla presa d’ atto di
questa richiesta che, ovviamente, credo che
non possa essere rifiutata e che potrebbe
consentire a tutti di risolvere delle norme che
legittimamente stanno a cuore al Consiglio
regionale ed all’ Aula.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Tesini. Ne ha facoltà.
TESINI. Intervengo per dire che sono
contrario a questa proposta di ulteriore
posposizione dell’ ordine del giorno – poi
preannuncio che avevo qualcosa da dire
sull’ ordine dei lavori –, però vorrei che fosse
chiaro che questa posizione non ha nulla di
polemico.
In particolare, lo dico avendo sentito le
motivazioni del collega Gottardo che
condividiamo quando dice che in questa
proposta di legge è contenuta la soluzione di
qualche problema che preoccupa l’ insieme
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VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 21 OTTOBRE 2002
dell’ Assemblea.
consigliere Tesini. Ne ha facoltà.
L’ unica questione è che preoccupa il motivo
dell’ ulteriore slittamento, perché ricordo che
questo punto è stato messo come primo
argomento all’ ordine del giorno, direttamente
qui in Aula, con un’ argomentazione molto
esplicita da parte dei colleghi di maggioranza,
dicendo: “ Abbiamo urgenza di licenziare
questo provvedimento. Le cose sono chiarite e
definite” .
TESINI. Intervengo sull’ ordine dei lavori.
Presidente, devo confessarle un’ amnesia, ma in
realtà, alle 13.30 i colleghi Moretton, Puiatti ed
io ci eravamo già presi un impegno con
persone esterne, sacrificando la nostra
colazione, perché abbiamo preso questo
impegno dalle 13.30 alle 14.30, quindi
chiederei di rinviare la Conferenza dei
Capigruppo delle 13.00 alle 14.30, in quanto
ho il sospetto che non possa durare solo
mezz’ ora.
Quindi, questo era il motivo per cui questa
questione è stata posta al primo punto,
nonostante fosse già iniziata la discussione su
un altro provvedimento... Poi leggiamo sui
giornali che c'
è qualche fatica ad incontrarsi,
guardiamo il parterre e vediamo sempre degli
angeli custodi che ci assistono. Morale:
siccome siamo maliziosi, abbiamo il sospetto
che, partendo da un articolo che la
Commissione aveva convenuto, poi se ne
attacchino chissà quanti altri...
PRESIDENTE.
Se
nessuno
obiezioni, così rimane stabilito.
solleva
,QWHUUX]LRQH
Quindi, visto che l’ orario delle 14.30 mi
sembra adeguato per tutti, proseguiamo con i
lavori d’ Aula fino alle 13.30.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Mattassi. Ne ha facoltà.
Pertanto vorremmo – e su questo le richiedo
una precisa rassicurazione – che non si creino i
presupposti per una mini-omnibus in materia di
personale, perché in questo caso la questione
non sarebbe quella di rinviarla dal primo punto
al terzo, ma è quella di dire: “ Avevamo
un’ intenzione e vogliamo farne un’ altra” .
MATTASSI. Presidente, mi trovo in un
certo imbarazzo, perché in questo momento
dovremmo proseguire all’ esame di un testo, sul
quale era stato demandato alla Giunta di
predisporre gli emendamenti del caso.
Il consenso che, in Commissione, c’ era da
parte nostra, quando si fece lo stralcio in Aula,
era relativo a quella questione, non ad altre,
anche perché una legge in materia di personale
l’ abbiamo fatta da poco tempo.
La IV Commissione, per contribuire ad
arricchire il dibattito, ha fatto una serie di
audizioni, alle quali ha partecipato l’ assessore
Arduini per capire e tenere conto di alcuni
suggerimenti...
Per questo motivo sono contrario.
PRESIDENTE. Pongo in votazione la
proposta dell’ assessore Ciani di posticipare il
punto n. 2 dell’ ordine del giorno e di passare
subito al punto n. 3.
(¶DSSURYDWD
6XOO¶RUGLQHGHLODYRUL
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
PRESIDENTE. Mi scusi, Consigliere, ho
capito dove vuole arrivare. Gli emendamenti
sono arrivati. Sospendo i lavori per un quarto
d’ ora...
MATTASSI. Presidente, le chiedo una
sospensione significativa, perché questo modo
di procedere è irrispettoso di quest’ Aula. È
stato dato un mandato alla Giunta per
predisporre gli emendamenti più di un mese fa.
Noi non conosciamo gli emendamenti e non
sappiamo nemmeno se vi è stato da parte della
Giunta un minimo di disponibilità ad accettare
suggerimenti ed indicazioni.
$WWLFRQVLOLDUL
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VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 21 OTTOBRE 2002
Non c'
è stato nessun colloquio, così come ci
saremmo attesi, pertanto chiedo di avere
almeno un’ ora di tempo per poter esaminare e
per poter predisporre ulteriori emendamenti, e
non è escluso che, quando riprenderemo i
lavori d’ Aula, io chieda un’ altra sospensione,
perché si tratta di un modo di procedere che è
quanto meno irrispettoso del mandato affidato
alla Giunta da parte di quest’ Aula.
PRESIDENTE. Ha chiesto di
l’ assessore Arduini. Ne ha facoltà.
parlare
ARDUINI, $VVHVVRUH DOOH ILQDQ]H DOOD
SURJUDPPD]LRQH DOOD VWDWLVWLFD DOOD JHVWLRQH
EHQ]LQH D SUH]]R ULGRWWR H DOO
,5$3 Vorrei
sapere se il collega Mattassi vuole approvare la
legge o vuole fare ostruzionismo, in quanto...
,QWHUYHQWR IXRUL PLFURIRQR GHO FRQVLJOLHUH
0DWWDVVLTXHVWHVWXSLGDJJLQL
Io non l’ ho interrotta, impari l’ educazione...
Imparate l’ educazione...
&RQIXVLRQHLQ$XOD
Perché dico così? Perché, da come si erano
manifestati i lavori d’ Aula nelle sedute passate,
se avessi presentato gli emendamenti,
comunque lei non li avrebbe avuti prima.
I miei emendamenti non sono altro che la
mia legge copiata dal consigliere Mattassi a
piene mani, e sono la riscrizione parziale di
alcuni articoli della mia legge presentata in
Commissione.
Se ha la bontà di leggerli - e non servono
cinque ore - vedrà che è come dico io.
,QWHUUX]LRQH
Quindi, deciderà l’ Aula se sospendere o
meno i lavori.
&RQIXVLRQHLQ$XOD
PRESIDENTE. Consiglieri, sono le 11.30.
Un’ ora di lavoro dei Capigruppo, vuol dire
arrivare alle 12.30. Anticipando tutto, si
possono cominciare i lavori alle 14.00. Quindi,
sospendo i lavori e convoco immediatamente la
Conferenza dei Capigruppo.
Recuperiamo il tempo, così alle 14.30
ricominciamo i lavori d’ Aula.
6XOSURFHVVRYHUEDOH
PRESIDENTE. Poiché non ci sono state
osservazioni sul processo verbale della seduta
n. 379, del 19 settembre 2002, lo stesso si
intende approvato.
2UGLQHGHOJLRUQRGHOODSURVVLPDVHGXWD
PRESIDENTE. Informo, quindi, che il
Consiglio è convocato in seduta pomeridiana,
alle ore 14.30, con il seguente ordine del
giorno:
1. Seguito della discussione sulla proposta
di legge:
“ Misure urgenti per il sostegno
all’ utilizzo delle fonti energetiche
rinnovabili, per la programmazione
energetico ambientale e per l’ attivazione
del mercato dell’ energia elettrica nel
Friuli Venezia Giulia” <251>
(d’ iniziativa dei consiglieri Mattassi,
Gherghetta,
Moretton,
Baiutti,
Fontanelli)
(iscritta all’ odg ai sensi dell’ articolo 36
del Regolamento)
2. Discussione sullo stralcio:
“ Costituito da uno stralcio di un
emendamento aggiuntivo di un articolo
in materia di personale alla proposta di
legge n. 233 “ Istituzione dell’ Agenzia
regionale per lo sviluppo rurale –
ERSA” ” (233-01)
(Relatore di maggioranza Molinaro)
(Relatore di minoranza Petris)
3. Discussione sulla mozione:
“ Il Consiglio regionale chiede la
permanenza in FVG del Direttore
regionale agli Studi” (111)
$WWLFRQVLOLDUL
5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD
- (381) 34 -
VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 21 OTTOBRE 2002
(d’ iniziativa dei consiglieri Zoppolato,
Follegot, Londero, Vanin, Violino,
Bortuzzo, Franz)
4. Discussione sulla proposta di legge:
“ Interventi per il diritto allo studio, il
riordino e l’ arricchimento dell’ offerta
formativa” (68)
(d’ iniziativa dei consiglieri Zvech,
Travanut, Alzetta,
Degrassi, Gherghetta, Mattassi, Petris,
Sonego, Tesini)
(iscritta all’ odg ai sensi dell’ articolo 36
del Regolamento)
5. Seguito della discussione sulla proposta
di legge:
“ Interventi regionali per la salvaguardia e
la valorizzazione del patrimonio edilizio
rurale” (112)
(d’ iniziativa dei consiglieri Guerra,
Arduini, Bortuzzo, Follegot, Franz,
Londero, Narduzzi, Seganti, Vanin,
Violino, Zoppolato)
(iscritta all’ odg ai sensi dell’ articolo 36
del Regolamento)
6.
Votazione per l’ elezione di un
componente
nel
Consiglio
di
amministrazione dell’ INSIEL S.p.A.
(L.R. 66/78)
7. Votazione per l’ elezione di quattro
componenti nella Commissione regionale
per le pari opportunità (L.R. 23/90)
Dichiaro chiusa la seduta.
/DVHGXWDWHUPLQDDOOHRUH
$WWLFRQVLOLDUL
5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD
- (381) 35 -
VIII LEGISLATURA – ALLA SEDUTA DEL 21 OTTOBRE 2002
5LVSRVWHVFULWWHDGLQWHUURJD]LRQL
5LVSRVWDGHOO¶DVVHVVRUHDOODVDQLWjHDOOH
SROLWLFKHVRFLDOL6DQWDURVVDDOO¶LQWHUURJD]LRQH
FRQULFKLHVWDGLULVSRVWDVFULWWDQGHO
FRQVLJOLHUH0ROLQDUR
La S.V. ha
interrogazione:
presentato
la
seguente
“ Il sottoscritto Consigliere regionale,
vista la legge 10.8.2000, n. 251, che
prevede, tra l’ altro, che le Regioni
promuovano, nell’ esercizio delle proprie
funzioni
legislative,
di
indirizzo, di
programmazione ed amministrative, lo
sviluppo e la valorizzazione delle funzioni
delle professioni infermieristiche, della
riabilitazione,
tecnico-sanitarie
e
della
prevenzione, per contribuire, anche attraverso
la diretta responsabilizzazione di funzioni
organizzative e didattiche, al diritto alla salute
del cittadino, al processo di aziendalizzazione
ed al miglioramento delle qualità organizzative
e professionali del Servizio sanitario;
visto l'
articolo 11, comma 8, della legge
regionale 13/1995, che impegna la Giunta
regionale a definire modalità organizzative e di
funzionamento per le attività di coordinamento
e valorizzazione, tra l'
altro, degli operatori di
riabilitazione funzionale, e l’ articolo 12 della
legge regionale 13/1995 che prevede la
istituzione del Servizio infermieristico in
ciascuna Azienda sanitaria regionale;
vista la deliberazione n. 430 del 3.5.2002,
del Direttore generale dell'
Azienda per i servizi
sanitari n. 4 Medio Friuli, con la quale è
istituito il Servizio dell'
assistenza sanitaria e
sono individuati i requisiti e le modalità per
l'
accesso al posto di responsabile del Servizio,
deliberazione assunta con forti perplessità dal
Consiglio dei sanitari dell'
Azienda stessa, che
lamentava poca chiarezza nella definizione
organizzativa, per garantire pari dignità alle
diverse aree professionali, e riserve esplicite
delle organizzazioni sindacali e professionali;
atteso che una linea d'
azione per la
valorizzazione delle professioni sanitarie
costituisce
un
preciso
obbligo
per
l'
Amministrazione regionale e che lo stesso
non può che esplicitarsi in determinazioni
coerenti da parte dei diversi soggetti del
Servizio sanitario regionale, pena una
involuzione di un processo ampio di crescita e
di apporto delle diverse componenti
professionali;
atteso, altresì, che è necessario conoscere le
modalità di attuazione delle previgenti norme
regionali, assicurate nell'
ambito della propria
autonomia dalle Aziende sanitarie regionali,
per
individuare
uniformi
modalità
organizzative;
interroga
il Presidente della Giunta regionale per
conoscere:
a) quale sia lo stato di attuazione delle
disposizioni normative regionali art. 12 della
legge regionale 13/1995 (istituzione dei
Servizio infermieristico aziendale) e art. 11,
comma 9, della legge regionale 13/1995
(modalità di organizzazione del coordinamento
e della valorizzazione per la riabilitazione
funzionale);
b) se e quali determinazioni intenda la
Giunta regionale assumere in merito alla
istituzione del Servizio dell'
assistenza sanitaria
presso l'
Azienda per i servizi sanitari n. 4
Medio Friuli;
c) se e quali iniziative intenda assumere per
una piena, concreta ed uniforme attuazione
delle disposizioni legislative nazionali di cui
alla legge 25/12000 nel territorio regionale, a
partire dall'
emanando atto aziendale di cui
all’ articolo 2 della legge regionale 8/2001.”
Si risponde:
“ Con riferimento ai chiarimenti richiesti al
punto
a)
dell’ interrogazione
scritta,
relativamente all’ istituzione dei Servizi
$WWLFRQVLOLDUL
5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD
- (381) 36 -
VIII LEGISLATURA – ALLA SEDUTA DEL 21 OTTOBRE 2002
Infermieristici aziendali e alle modalità di
organizzazione del coordinamento e della
valorizzazione per la riabilitazione funzionale
di cui agli artt. 11, comma 9, e 12 della L.R.
13/1995, la Direzione Regionale della Sanità e
delle Politiche Sociali ha condotto una
ricognizione presso le Aziende per i Sevizi
Sanitari, Ospedaliere e gli IRCCS della
Regione.
Dalle risposte finora pervenute emerge che
dall’ entrata in vigore della L.R. 13/95,
l’ attivazione dei Servizi Infermieristici,
generalmente integrati da un Referente
aziendale per l’ area riabilitativa, e la nomina
del relativo responsabile, sono avvenute in
base alla normativa nel tempo vigente, mentre
l’ orientamento espresso dalle Aziende è volto a
definire il ruolo e le competenze di detti
Servizi in accoglimento delle innovazioni
introdotte dalla L. 251/2000.
Per completezza d’ informazione si ritiene
utile allegare un quadro riassuntivo della
situazione, che verrà integrato con gli ulteriori
dati, appena disponibili.
OSPEDALIERA
S. MARIA
Dirigente
DELLA
UD
N.
“ TRIESTINA”
infermieristico
responsabile
MISERICORDIA
A.S.S.
per la copertura di un posto di
del
Servizio
Infermieristico, da conferire ex art.
7 della L. 251/2000.
1
Il S. Infermieristico è stato istituito
Non
nel 2001, ex L. 251/2000.
riabilitazione funzionale: le 34
c'
è
un
di
Servizio
dotazione
di
Organico: dirigente infermieristico
unità
a contratto privato; 7 referenti
suddivise nei quattro Distretti. Il
sono
infermieristici (DS) in staff, sette
coordinamento è affidato ad un
nei Distretti e nei Dipartimenti,
Direttore di Distretto.
quattro
referenti
dell’ assistenza
delle U.O. “ cure primarie” dei
Distretti.
A.S.S. N. 2
Nel 1995: istituito il Servizio
“ ISONTINA”
Infermieristico, con nomina di un
Referente
Responsabile.
Riabilitazione,
Nel
2002
è
stato
l’ incarico
di
Nel 1997 è stato nominato un
aziendale
che
di
dipende
attribuito
funzionalmente dal Direttore
dirigente
sanitario.
infermieristico ex L. 251/2000.
A.S.S. N. 3
“ ALTO
FRIULI”
Nel 1996: istituito con proprio
Nel
regolamento
Terapista
di
funzionamento;
1996:
nominato
del
Riab.
un
Come
nominato Responsabile del SIA
Referente Aziendale.
Collaboratore
Nel 1997 e nel 2001: previsti i
Professionale
esperto; (Attualmente in corso
piani
confronto
Servizio di Riabilitazione.
con
OOSS
per
organizzazione
del
riorganizzazione del servizio).
CRO
SERVIZIO
RIABILITAZIONE
INFERMIERTICO
FUNZIONALE
S.
Infermieristico
attivato
dal
1995: istituito Serv. Infermieristico
1997: nominato referente delle
“ MEDIO
Az.le (è organo di staff della
attività di riabilitazione.
FRIULI”
Direzione
Il
Sanitaria
nominato il Responsabile.
Afferiscono
al
Il dirigente responsabile dipende
della collaborazione dell’ ASS 6
dipendenti
con
dal Direttore Sanitario.
e dell’ Azienda S. Maria degli
infermieristica distaccati al corso
Angeli di Pordenone.
di Laurea per Infermiere.
SIA
Infermieristico
nella
ma
Direzione
è
prevista
Non
c'
è
un
Riabilitazione:
Servizio
tale
di
Direzione Sanitaria Az.le.
anche
i
professionalità
A.S.S. N. 5
“ BASSA
nell’ imminente applicazione della
E’ allo studio un’ integrazione
FRIULANA”
L. 251/2000 nell’ organigramma di
della
Istituto.
nell’ ambito
funzione
raibilitativa
dell’ area
vasta
Nel 1996: istituito il Servizio
Nel 1996: Attività di supporto
Infermieristico Aziendale;
alla direzione Generale, come
Organico:
previsto dal 1° PIMT;
nel
1996:
nominato
Responsabile
servizio;
del
nominati
Infermieristici
AZIENDA
alla
SIA
medico dell’ U.O. di Ortopedia;
triestina.
DIRETTA
afferisce
dell’ incarico di dirigente sanitario
funzione
viene svolta dal personale non
l’ istituzione del S. infermieristico
GESTIONE
Referente
2002: E’ in corso il conferimento
C’ è un Ufficio
sanitaria,
UNIVERSITARIO A
e
Funzionale: il CRO si avvale
incardinato
POLICLINICO
Az.le)
Non c'
è un S. di Riabilitazione
1997,
BURLO
A.S.S. N. 4
Il
Servizio
di
assistenza
un
Il Coordinamento afferisce alla
medesimo
Direzione Sanitaria, con nomina
i
di
Referenti
annuale rinnovabile;
Struttura
Nel
1997:
istituita
Unità
Operativa e tecnico-sanitari di
funzionale
dipartimento.
funzioni
Nel 2002, conferito l’ incarico di
coordinamento in Direz. Gen.le
Direzione Sanitaria; la direzione
Dirigente Infermieristico.
attraverso
del Servizio è affidata ad un
Attualmente in corso adeguamento
dell’ area
Responsabile.
organizzativo
confermato fino al marzo 2000.
E’ attualmente in corso il bando
della L. 251/2000
Infermieristica
autonomia
opera
con
all’ interno
della
alle
disposizionI
dell’ Azienda
di
raccordo
un
con
e
Referente
Riabilitativa,
$WWLFRQVLOLDUL
5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD
- (381) 37 -
VIII LEGISLATURA – ! ALLA SEDUTA DEL 21 OTTOBRE 2002
A.S.S. N. 6
“ FRIULI
OCCIDENTALE”
Nel 1996: istituito il Servizio
Nel 1996: istituito il Servizio di
Infermieristico
Riabilitazione
nell’ ambito
Aziendale
delle attività della
Direzione Sanitaria con nomina di
un Responsabile.
Funzionale;
nominato il Responsabile.
Nel 2001: istituito il Servizio di
coordinamento e valorizzazione
operatori
professionali
riabilitazione;
della
individuato
il
Referente Aziendale, in staff al
Direttore Sanitario.
Per quanto concerne il quesito sollevato al
punto b) in ordine all’ istituzione del Servizio di
Assistenza Sanitaria e all’ individuazione dei
criteri per l’ accesso al posto di responsabile
presso l’ Azienda per i Servizi Sanitari n. 4
“ Medio Friuli” , si precisa che l’ Azienda di cui
trattasi, nell’ interesse precipuo di valorizzare le
professioni sanitarie e di promuovere
l’ integrazione multiprofessionale, ha sospeso
gli effetti del relativo provvedimento in attesa
di disciplinare più compiutamente tale materia
in sede di atto aziendale.
residenziale pubblica sovvenzionata siti negli
immobili contraddistinti dai numeri civici 42 –
44 e 46 di via Locchi e 5 di via Colautti;
constatato che gli acquirenti hanno
adempiuto agli impegni assunti e rispettato i
vincoli contrattualmente previsti, compreso
quello del mantenimento della proprietà per la
durata di 10 anni;
considerato che ora, trascorso tale termine, i
proprietari che lo volessero potrebbero
legittimamente procedere all’ alienazione degli
alloggi;
preso atto che, dopo oltre dieci anni dalla
stipula dei contratti, lo I.A.C.P. non ha ancora
provveduto all’ intavolazione degli alloggi a
nome dei legittimi proprietari e che questo è
causa di gravi impedimenti nel caso di
eventuali vendite;
interroga
Con riferimento ai chiarimenti richiesti in
ordine all’ attuazione dell’ art. 2 della LR.
8/2001 - punto e) - la Direzione della Sanità e
delle Politiche Sociali in collaborazione con
l’ Agenzia Regionale della Sanità, sta
individuando principi e criteri sulla base dei
quali le Aziende Sanitarie Regionali
adotteranno i rispettivi atti aziendali. E’
comunque intendimento della Direzione di
addivenire quanto prima all’ emanazione di tali
linee di indirizzo, ferma restando l’ esigenza di
ottemperate alle recenti disposizioni legislative
ed agli orientamenti ministeriali intervenuti in
materia.”
“ Con riferimento all’ interrogazione in
argomento, si precisa e si comunica quanto
segue:
5LVSRVWDGHOO¶DVVHVVRUHDOO¶HGLOL]LDDLVHUYL]L
WHFQLFLHDOODSLDQLILFD]LRQHWHUULWRULDOH6HJDQWL
DOO¶LQWHUURJD]LRQHFRQULFKLHVWDGLULVSRVWDVFULWWD
QGHOFRQVLJOLHUH/LSSL
a) gli stabili di Via Locchi n. 42, 44, e 46,
che corrisponde all’ edificio contraddistinto dal
n. 5 di Via Colautti, - già di proprietà
deII’ INCIS - sono divenuti proprietà dello
IACP-TS, a seguito del D.P.R. n. 1036/72;
La S.V. ha
interrogazione:
presentato
la
seguente
“ Premesso che tra il 1983 e il 1987 lo
I.A.C.P. di Trieste ha trasferito in proprietà agli
assegnatari in locazione che ne avevano fatto
domanda una trentina dei 54 alloggi di edilizia
il Presidente della Giunta regionale per
conoscere le ragioni dell’ incomprensibile
ritardo nella definizione delle procedure di
intavolazione degli alloggi di via Locchi e via
Colautti e come intenda porvi rimedio nel più
breve tempo possibile.”
Si risponde:
b) parte dell’ area di sedime è risultata
successivamente di proprietà del Comune di
Trieste. A seguito di infruttuosa trattativa per
l’ acquisto è stata iniziata e positivamente
conclusa la procedura di usucapione dell’ area
stessa definitasi in data 20/09/1996 con
intavolazione del diritto di proprietà a nome
dello IACP-TS. Nella stessa data è stato
$WWLFRQVLOLDUL
5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD
- (381) 38 -
VIII LEGISLATURA – ! ALLA SEDUTA DEL 21 OTTOBRE 2002
intavolato il frazionamento condominiale
dell’ edificio di Via Locchi n.42, mentre in data
24/10/1996 è stato intavolato il frazionamento
condominiale di Via Locchi n.44;
c) per l’ edificio di Via Locchi n.46 è stato
presentato all’ Ufficio Tavolare il relativo piano
di
frazionamento
condominiale
sub
G.N.2567/98, che non risulta tuttora accolto.”
5LVSRVWDGHOO¶DVVHVVRUHDOODIRUPD]LRQH
SURIHVVLRQDOHDOODYRURDOODSUHYLGHQ]DDOOD
FRRSHUD]LRQHDOO
DUWLJLDQDWRHDLSDUFKL9HQLHU
5RPDQRDLVHQVLGHOO¶DUWLFRORFRPPDGHO
5HJRODPHQWRDOO¶LQWHUURJD]LRQHRUDOHQGHO
FRQVLJOLHUH$QWRQD]
La S.V. ha
interrogazione:
presentato
la
seguente
“ Preso atto che attualmente è in corso
un'
indagine penale concernente una supposta
frode nella somministrazione degli alimenti
presso l'
Azienda Ospedaliera di Trieste;
ritenuto di non entrare ovviamente nel
merito delle responsabilità in attesa del
giudizio della Magistratura, nei confronti della
quale si riconferma la massima fiducia e stima;
ritenuto peraltro che i fatti così come
riportati dalla stampa, se confermati, sarebbero
di gravità estrema, in quanto a migliaia di
persone con la salute compromessa sarebbe
stata somministrata un'
alimentazione non
consona al loro stato, con le intuibili
conseguenze;
ritenuto anche che tali fatti, sempre se
confermati, sarebbero gravissimi dal punto di
vista etico, giacché si sarebbero ottenuti illeciti
arricchimenti speculando su persone malate;
considerato che, dalle informazioni assunte,
almeno
negli
ospedali
di
Trieste
l'
alimentazione fornita ai malati continua ad
essere di qualità considerata scadente e che
anche la distribuzione degli alimenti, riguardo
alle scelte del vitto da parte dei degenti
risulterebbe insoddisfacente;
atteso
che
oltre
al
servizio
di
somministrazione dei pasti, anche il servizio
concernente guardaroba e lavanderia e quello
per le pulizie, dati in appalto, non sembrano
soddisfacenti;
atteso altresì che dalle informazioni assunte
sembrerebbe che il personale sanitario
incaricato del controllo e della sorveglianza
della regolare fornitura di servizi da parte delle
ditte appaltanti avrebbe tempo addietro
accertato e segnalato gravi e ripetute
irregolarità nelle forniture in parola, con
pregiudizio per i malati e per la stessa azienda,
e che nessun intervento ne sarebbe seguito da
parte dell'
amministrazione, ma che anzi il
suddetto personale sarebbe stato subito dopo
trasferito ad altre attività;
considerato che per i servizi in parola le
ditte fornitrici sono compensate con diversi
miliardi di lire all'
anno;
ritenuta l'
esigenza di accertare puntualmente
la regolarità dei servizi forniti in appalto
all'
Azienda ospedaliera di
Trieste
e
l'
accuratezza dei controlli in merito.
Tutto ciò premesso,
Consigliere regionale,
il
sottoscritto
interroga il Presidente della Giunta regionale
per conoscere:
se non ritiene doveroso disporre una
rigorosa verifica sulla regolarità dei servizi
forniti in appalto all'
Azienda ospedaliera di
Trieste, a tutela dei malati e della salvaguardia
del corretto utilizzo delle risorse pubbliche;
se non ritiene altrettanto doveroso disporre
rigorosi accertamenti in merito al trasferimento
ad altra attività del personale sanitario
incaricato dei controlli sui servizi appaltati, a
salvaguardia di tutti gli operatori sanitari che
continuano a lavorare onestamente nel solo
interesse del malato.”
Si risponde:
“ Si fornisce, nell’ allegato alla presente, la
$WWLFRQVLOLDUL
5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD
- (381) 39 -
VIII LEGISLATURA – ! ALLA SEDUTA DEL 21 OTTOBRE 2002
risposta, in conformità del comma 4
dell’ articolo 103 del Regolamento interno del
Consiglio regionale, all’ interrogazione di cui
all’ oggetto.
Distinti saluti.”
Allegato
“ Si espone quanto di seguito, evidenziando,
a premessa, che è l’ Azienda ospedaliera
titolare dei rapporti contrattuali instaurati con
la controparte e delle conseguenti verifiche
della conforme gestione del servizio appaltato.
A livello operativo e con cadenza costante,
vengono effettuati dall’ Azienda ospedaliera
verifiche e controlli presso le Unità operative
Aziendali ed i Servizi interessati, con il
principio del “ contraddittorio” , con possibilità,
quindi, di contestare immediatamente e
formalmente
eventuali
inadempienze
contrattuali; in tali verifiche e controlli sono
impiegati, contestualmente, operatori di diverse
qualifiche professionali (assistenti sanitarie
vigilatrici, dietiste, personale amministrativo),
esperti nel controllo e verifica del rispetto dei
contenuti dei vari capitolati d’ appalto.
Si riportano alcuni dati di sintesi relativi alle
verifiche ed ai controlli operati sui tre
principali servizi affidati in appalto: Servizio di
ristorazione, Servizio di pulizie generali e
Servizio di lavanderia:
Servizio di ristorazione
verifiche
sanitarie
Anno
1999
Anno
2000
Anno
2001
(al 15.12)
igienico n. 61
n. 94
n. 79
n.
201
alimenti
(49
verbali)
n.
350
alimenti
n.
762
alimenti
(127
verbali)
n.
88
alimenti
- controlli di qualità (vitto n.
88
comune, diete speciali)
alimenti
(22
verbali)
- verifiche conformità n.
55
(derrate
e
alimenti alimenti
primari)
Sono stati effettuati controlli a campione su
n. 59 alimenti per la valutazione della
correttezza e precisione delle grammature
previste e sono state analizzate le tabelle di
conversione cotto-crudo per un totale di n. 205
alimenti.
Da tali verifiche e controlli è emerso un
grado di non conformità del 3% dei casi, per i
quali sono state applicate le sanzioni
economiche previste dal relativo capitolato
speciale di appalto.
Sono state promosse ed attivate, più volte ed
anche recentemente, indagini nei confronti
degli utenti-degenti, volte a valutare il grado di
soddisfacimento. Dalle stesse è emerso un
buon grado di soddisfazione per il servizio
reso. Nel secondo semestre 2001 è stata svolta
autonomamente, dall’ Ufficio relazioni con il
pubblico unitamente a rappresentanti di
associazioni di volontariato e dei consumatori
operanti in ospedali, un’ indagine similare, con
risultati altrettanto soddisfacenti.
Servizio
generali
di
pulizie Anno
1999
Anno
2000
Anno
2001 (al
30.9)
- ispezioni di ambienti e n.
87 n.
295 n.
148
servizi
verbali
verbali
verbali
. giudizi di qualità
n.
151 n.
422 n.
213
giudizi
giudizi
giudizi
. ripetizione immediata 30%
della prestazione
25.5%
32,3%
A seguito dell’ attività di controllo sono state
applicate sanzioni economiche nella misura
dell’ 1% sul totale dei controlli effettuati.
Nel secondo semestre 2001, sono state
effettuate due distinte indagini conoscitive
rivolte ai degenti, mediante questionario.
Entrambe le indagini hanno evidenziato un
grado di soddisfazione superiore al 90%.
Servizio
di
lavanolo
- ispezioni sul
servizio
- giudizi di
qualità
ripetizione
immediata
della
prestazione
Anno 2000
n.
verbali
n. 2079
3,07%
Anno 2001
(al 15.12)
127 n. 96 verbali
n. 1554
1,7%
$WWLFRQVLOLDUL
5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD
- (381) 40 -
VIII LEGISLATURA – ! ALLA SEDUTA DEL 21 OTTOBRE 2002
A seguito dell’ attività di controllo sono state
applicate sanzioni economiche nella misura
dello 0,8% sul totale dei controlli effettuati.
Su quanto rappresentato nell’ interrogazione
consiliare circa il trasferimento “ ad altra
attività” del “ personale sanitario incaricato del
controllo e della sorveglianza della regolare
fornitura di servizi” , risulta che tale eventuale
trasferimento - di propria ed esclusiva
competenza dell’ Ente, datore di lavoro, nel
rispetto della relativa disciplina giuridica viene ascritto solo a provvedimenti connessi al
processo di trasformazione delle esigenze
gestionali aziendali.
Risulta, altresì, che, relativamente al
Servizio di ristorazione, l’ Azienda ospedaliera,
per
la
sua
autonomia
gestionale
istituzionalmente sancita, si è costituita parte
civile nel procedimento. promosso il 4.10.2001
ed attualmente in corso, innanzi al Tribunale di
Trieste, a carico del direttore mensa e dei
direttori della produzione della ditta
appaltatrice, in quanto “ persona giuridicamente
offesa” .
Si informa che, a seguito di richiesta, quanto
sopra è stato partecipato alla Procura Regionale
della Corte dei Conti, comunicando che da
quanto risultante non si ravvisano elementi per
ulteriori interventi di competenza della
Direzione regionale della sanità e delle
politiche sociali.”
5LVSRVWDGHOO¶DVVHVVRUHDOODVDQLWjHDOOH
SROLWLFKHVRFLDOL6DQWDURVVDDOO¶LQWHUURJD]LRQH
FRQULFKLHVWDGLULVSRVWDVFULWWDQGHO
FRQVLJOLHUH5LWRVVD
La S.V. ha presentato la seguente
interrogazione con richiesta di risposta scritta:
“ Preso atto che la delibera n. 286 del
28/12/2001 del Direttore Generale dell'
Azienda
per i Servizi Sanitari n. 2 "Isontina", in merito
alla organizzazione dei servizi di dialisi, recita
che nei primi mesi del 2002 è prevista
l'
attivazione del servizio di dialisi presso
l'
Ospedale di Monfalcone;
rilevato che allo stato attuale, l'
ospedale di
Monfalcone risulta essere l'
unico sprovvisto di
tale servizio a livello regionale e, fatto ancora
più grave, non è ancora data per imminente la
messa a disposizione dei posti nel nosocomio
in parola;
ciò premesso, il sottoscritto Consigliere
regionale,
interroga il Presidente della Giunta regionale
per conoscere i reali motivi che a tutt'
oggi
hanno impedito l'
apertura del servizio dialisi
nella "città dei cantieri" nonostante si registri
un elevato numero di fruitori del servizio,
costretti, con troppa frequenza, ad affrontare
anche a mezzo ambulanze, defatiganti
spostamenti verso il centro di Cormons e
vedendosi, pertanto, ulteriormente vessati date
le deboli condizioni fisiche in cui la gran parte
dei soggetti dializzati versa.”
Si risponde:
“ Acquisite le necessarie informazioni
dall’ Azienda per i servizi sanitari n. 2
“ Isontina” , si espone quanto segue.
Per quanto concerne il quesito proposto
(ovvero “ per conoscere i reali motivi che a
tutt’ oggi hanno impedito l’ apertura del servizio
dialisi nella “ città dei cantieri” nonostante si
registri un elevato numero di fruitori del
servizio, costretti, con troppa frequenza, ad
affrontare anche a mezzo ambulanze,
defatiganti spostamenti verso il centro di
Cormons e vedendosi, pertanto, ulteriormente
vessati date le deboli condizioni fisiche in cui
la gran parte dei soggetti dializzati versa” ), si
evidenzia che i lavori edilizi per il
collegamento della piastra degenze con la
piastra ambulatoriale nella sede dell’ Ospedale
San Polo di Monfalcone hanno determinato,
nel 1999, lo spostamento del servizio di dialisi
ad assistenza limitata presso la struttura
ospedaliera di Cormons.
Peraltro, si rileva che - a far data
dall’ 11.3.2002 - il Centro Dialisi di
Monfalcone è divenuto completamente
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VIII LEGISLATURA – ! ALLA SEDUTA DEL 21 OTTOBRE 2002
operativo.
Nell’ auspicio di aver fornito esauriente
risposta, si porgono distinti saluti.”
,QWHUURJD]LRQLLQWHUSHOODQ]HHPR]LRQL
,QWHUURJD]LRQHDULVSRVWDVFULWWD
“ Premesso che in data 9 ottobre 2002 è stato
dato ampio rilievo, anche con inserti a
pagamento
sui
giornali
locali,
alla
pubblicazione del nuovo bando relativo alle
agevolazioni per la prima casa;
rilevato che tale bando è accompagnato da
un
opuscolo
informativo,
disponibile,
unitamente alla domanda, sul sito Internet della
Regione, presso le Banche convenzionate, gli
uffici relazioni con il pubblico e le Direzioni
provinciali e regionale dell’ Edilizia e dei
servizi tecnici;
atteso che su detto opuscolo appare la
fotografia dell’ Assessore regionale all’ Edilizia
e servizi tecnici e che il nome dell’ Assessore
medesimo compare anche sugli avvisi di
pubblicazione del bando 2002 apparsi sui
giornali locali;
considerato che nell’ ottobre 2001 lo stesso
Assessore aveva provveduto ad inviare a un
numero considerevole di richiedenti, una
comunicazione a sua firma, su carta intestata
della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia,
con la quale si segnalava il reperimento di
ulteriori 95 miliardi per il finanziamento della
graduatoria delle domande presentate sul
bando del 20/9/99, annunciando ai beneficiari
il finanziamento delle rispettive domande;
preso atto che il precedente Assessore
all’ Edilizia e Servizi tecnici, cui va
riconosciuto il merito di aver reperito i 95
miliardi della lettera di cui sopra, ha sempre
correttamente operato nei confronti dei
richiedenti tramite la figura del Direttore
regionale all’ Edilizia e ai servizi tecnici;
atteso che le leggi intercorse tra il 1992 ed
oggi hanno inteso separare i compiti di
indirizzo politico da quello amministrativo,
demandando ai dirigenti tutte le comunicazioni
relative agli utenti oggetto del procedimento
amministrativo,
superando
la
vecchia
consuetudine
della
comunicazione
dell’ Assessore di turno, considerata pratica
clientelare e molto vicina alla propaganda
elettorale effettuata a spese dell’ Ente Pubblico,
duramente condannata a suo tempo dal partito
in cui milita l’ attuale Assessore all’ Edilizia e
Servizi Tecnici;
tutto ciò premesso, i sottoscritti Consiglieri
regionali,
interrogano il Presidente della Giunta
Regionale per sapere:
a) quale sia stato il costo complessivo della
pubblicazione degli avvisi sui quotidiani, della
stampa degli opuscoli, nonché dell’ invio della
lettera dell’ ottobre 2001 ai soggetti inseriti
nella graduatoria del 1999;
b) chi abbia sostenuto tali costi anche in
forma parziale;
c) nel caso in cui il costo sia stato
totalmente sostenuto dall’ Amministrazione
regionale, quali provvedimenti intende adottare
per evitare, in futuro, iniziative che non
possono essere condivise rispetto alla necessità
di separare il momento politico da quello
meramente amministrativo spettante alla
struttura burocratica.”
(280)
“ Baiutti-Gherghetta-Visintin-Sonego”
,QWHUURJD]LRQLDULVSRVWDRUDOH
“ Preso atto dell’ estrema pericolosità
dell’ incrocio della SS 552 del passo del monte
Rest all’ altezza della diga di Redona, in
Comune di Tramonti di Sopra (PN);
constatato che in questo tratto la carreggiata
si biforca in direzione di Faidona e crea una
sorta di area libera tra le due sedi stradali;
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VIII LEGISLATURA – ! ALLA SEDUTA DEL 21 OTTOBRE 2002
specificato a questo proposito come l’ effetto
ottico causato dalla strutturazione della statale
potrebbe far sbandare i veicoli in transito, con
le ovvie conseguenze del caso se si pensa che
sotto il bivio si trovano profonde acque del
bacino idroelettrico;
sottolineata la necessità di intervenire sul
problema sollevato in prossimità dell’ invaso di
Redona, in quanto si rischiano gravissime
conseguenze per gli automobilisti di passaggio
(i guardrail installati in zona si presentano,
infatti, vecchi e arrugginiti a tal punto da non
risultare idonei a contenere un eventuale urto
con mezzo in corsa);
ricordato come sul tema sia più volte
intervenuto lo stesso Sindaco di Tramonti di
Sopra, Roberto Vallar, il quale ha segnalato
l’ insidiosità del bivio e l’ aggravamento
dell’ effetto ottico nel corso delle ore notturne,
risultando l’ incrocio non opportunamente
illuminato;
ribadita la necessità di mettere al più presto
mano alla strada in questione, soprattutto per
quanto concerne la sostituzione dei parapetti
dell’ area che dà direttamente sulla diga di
Redona e l’ installazione di un adeguato sistema
di illuminazione;
ricordato altresì che un interessamento
diretto di questa Giunta regionale nei confronti
dell’ Anas si rende quanto mai necessario, vista
la futura competenza su assi viari al momento
di proprietà dello stesso Ente nazionale per le
strade;
il sottoscritto Consigliere regionale,
interroga
il Presidente della Giunta regionale e
l’ Assessore competente per sapere se:
non
ritengano
opportuno
attivarsi
immediatamente in merito alla situazione di
pericolosità riscontrata lungo la strada in
oggetto.
non ritengano di dover concordare con
l’ Anas le modalità di immediato intervento nel
bivio per Faidona, facendo installare un
sistema di illuminazione notturna e nuovi
guardrail di protezione nel punto che dà
direttamente sul sottostante invaso idroelettrico
ed evitando così inutili rischi per le persone
che si trovino a transitare su questo asse viario.
Un tanto per garantire, anche qualora a
tutt’ oggi non sussista una eventuale
competenza
regionale
quantomeno
un
intervento dell’ Anas su pressante intervento
regionale.”
(1180)
“ Ritossa”
“ Il sottoscritto Consigliere regionale,
con riferimento alla vicenda relativa alla
volontà, da parte del terminalista TICT, di
procedere alla “ restituzione” all’ Autorità
Portuale di 85 lavoratori dalla medesima
“ distaccati” presso il Molo VII; e ciò anche per
cercare di limitare le pesantissime perdite di
bilancio dell’ anno in corso, valutabili
nell’ ordine di oltre 1,5 milioni di Euro:
rilevato che il “ canone di concessione”
pattuito tra A.P. e T.I.C.T. era stato
notevolmente “ limato” proprio in virtù del fatto
che il terminalista medesimo si era fatto carico
dell’ assorbimento degli 85 lavoratori considerati, allora come ora, in “ esubero”
dall’ A.P. - con ciò “ sgravando” non di poco il
bilancio, già all’ epoca non particolarmente
florido e brillante, dell’ A. P.;
considerato che, proprio grazie anche a tale
“ escamotage” la T.IC.T. (il cui azionista di
riferimento era ed è costituito da Luka Koper)
aveva potuto superare la concorrenza del Porto
di Rostock che all’ epoca dell’ assegnazione
della gestione del Molo VII aveva avanzato - in
concorrenza con T.I.C.T. - la propria
candidatura;
preso atto che l’ Autorità Portuale di Trieste,
che peraltro gode di numerosi e consistenti
finanziamenti e contributi erogati da codesta
Amministrazione regionale, è entrata - con una
quota del 10% - nel capitale sociale della
Società di gestione del medesimo Molo VII,
parrebbe addirittura in contrasto con un preciso
orientamento contrario espresso, si dice in
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VIII LEGISLATURA – ! ALLA SEDUTA DEL 21 OTTOBRE 2002
forma scritta, dal competente Ministero delle
Infrastrutture e dei Trasporti;
ritenuto che, con tale scelta, l’ A.P. non sia
nella condizione ottimale per svolgere la
propria funzione principale che dovrebbe
essere quella di autorità garante del corretto e
miglior utilizzo delle strutture portuali e della
libera concorrenza fra tutti gli operatori;
rilevato ancora che le rilevanti perdite di
bilancio della società terminalista, come più
sopra evidenziate, pare saranno coperte
mediante un aumento del capitale sociale cui
dovranno concorrere tutti gli azionisti della
società, che è di natura privata, ivi compresa quindi - l’ A.P.;
avendo raccolto voci “ ufficiose” secondo le
quali alcuni autorevoli ed importanti
spedizionieri triestini, unitamente ad altri
imprenditori italiani - fra i quali pare anche
appartenenti al Gruppo Gavio - avrebbero
avanzato all’ A.P. una richiesta di concessione
cinquantennale dell’ intera area del Porto
Vecchio di Trieste, con ciò vanificando le
speranze di Trieste di poter ottenere l’ EXPO e
rendendo assolutamente inutile la trasferta a
Siviglia che - così stando le cose - assumerebbe
le sembianze di una gita o di un’ allegra
scampagnata a spese del contribuente;
interroga
il Presidente della Giunta regionale e
l’ Assessore competente per sapere:
1. se - in caso di riassorbimento, da parte
dell’ A.P., degli 85 lavoratori - il “ Contratto di
Concessione” ed il relativo canone possano
ancora considerarsi validi o saranno ridiscussi;
2. se corrisponda al vero che il Ministro
delle Infrastrutture e dei Trasporti, on. Pietro
Lunardi, avesse espresso la propria ferma ed
assoluta contrarietà all’ ingresso dell’ Autorità
Portuale di Trieste nel capitale sociale della
Società T.I.C.T.;
3. con quali denari l’ Autorità Portuale
parteciperà - per la quota di propria
competenza - alla copertura del rilevante
deficit della T.I.C.T.;
4. se corrispondano al vero o quale
fondamento abbiano le notizie di una richiesta
di concessione cinquantennale dell’ area del
Porto Vecchio di Trieste.”
(1181)
“ Serpi”
“ Premesso che da dichiarazioni apparse
sulla stampa triestina il consigliere regionale
Marini ha espresso l’ intenzione della
maggioranza
di
sopprimere
l’ Agenzia
regionale della sanità in caso di vittoria del suo
schieramento alle elezioni regionali della
prossima primavera;
atteso che il suddetto Consigliere ha
espresso
pesanti
giudizi
sull’ operato
dell’ Agenzia definendola un “ mostro” causa
dei molti problemi che attanagliano la sanità
regionale;
rilevato che tali dichiarazioni non appaiono
generose nei confronti dell’ Assessore regionale
alla Sanità, bypassato, a giudizio del suddetto
Consigliere, dall’ Agenzia che assorbirebbe
molti dei compiti di sua pertinenza e
competenza;
constatato che tali giudizi sembrano più
frutto di un pregiudizio etnico che risente di
echi di lontane polemiche che di un ragionato e
ponderato progetto di completamento della
riforma sanitaria regionale;
considerato che la riforma dell’ Agenzia
regionale della sanità andrebbe ricalibrata in
un’ ottica di una riforma e di un assetto
istituzionale delle ASL connessa ad un più
ampio riassetto del settore unitamente alla
presenza di un Assessore più competente e
presente di quello che risulta dalle parole del
Vice Capogruppo di Forza Italia;
Tutto ciò premesso,
Consigliere regionale,
il
sottoscritto
interpella il Presidente della Giunta
regionale per sapere se le dichiarazioni del
consigliere Marini, anche nella sua veste di
Vicepresidente del Gruppo consiliare del
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VIII LEGISLATURA – ! ALLA SEDUTA DEL 21 OTTOBRE 2002
Presidente della Giunta, siano o meno
l’ espressione della volontà della maggioranza
regionale di affossare l’ Agenzia regionale della
Sanità, cardine della riforma sanitaria,
scaricando su di essa le inefficienze e le
incapacità di chi dovrebbe avere la
responsabilità del governo della sanità
regionale.”
(1182)
“ Baiutti”
“ Con riferimento a quanto citato in oggetto,
il sottoscritto Consigliere regionale,
avendo appreso che i giorni 8 e 9 ottobre
c.a. una folta delegazione composta da molti
pubblici amministratori, da un particolarmente
nutrito gruppo di personale dirigenziale della
Regione ulteriormente implementata da
rappresentanti estranei all’ Amministrazione
regionale, è stata invitata a Bruxelles per
partecipare all’ inaugurazione dell’ Ufficio di
rappresentanza presso la sede della U.E. ed ai
relativi festeggiamenti;
considerato
che
dalle
notizie
sommariamente apprese e sussurrate nei
corridoi del “ Palazzo” , tale delegazione
parrebbe essere particolarmente numerosa;
ritenendo che i relativi costi di tale
“ trasferta” saranno posti - ovviamente - a
carico del pubblico erario;
rammentati i reiterati e recenti inviti, rivolti
sia dal Presidente della Giunta sia da numerosi
Assessori, ad un maggior rigore e ad una
particolare oculatezza nella spesa del denaro
pubblico;
valutato che, nell’ attuale situazione
congiunturale ed economica, un eventuale e
così cospicuo dispendio - per non dire
dissipatorio scialo - di denaro difficilmente
potrebbe essere compreso dai cittadini ai quali
sempre più frequentemente vengono imposti
sacrifici, rinunce e tagli;
interroga
il Presidente della Giunta regionale per
conoscere:
1. da quante persone sarà composta la
delegazione “ invitata” dalla Regione alla due
giorni di Bruxelles e quali criteri hanno
presieduto alla sua composizione;
2. se alla medesima parteciperanno anche
persone, in rappresentanza di Enti e/o
associazioni, estranee all’ Amministrazione
regionale;
3. in caso affermativo, le spese relative a tali
partecipanti a carico di chi saranno poste;
4. a quanto si presume ammonteranno le
spese complessive di tale trasferta.”
(1183)
“ Serpi”
“ Preso atto della complessità della
dichiarazione sugli aiuti comunitari, statali e
regionali ricevuti secondo la regola del “ de
minimis” , ai fini dell’ ottenimento della
riduzione dell’ IRAP;
stante la possibilità che, in assoluta buona
fede e senza eludere la “ ratio” della norma,
qualche contribuente possa incorrere in errori
meramente formali, anche insignificanti, che
comportino
conseguenze
gravi
e
sproporzionate rispetto al beneficio richiesto;
preso atto che una situazione analoga si è
già
verificata
con
riferimento
alla
corresponsione dei contributi regionali per i
neo assunti, fattispecie in cui 14 persone, pur
avendo diritto al contributo e pur rispettando i
limiti posti dal regime “ de minimis” , hanno
ottenuto il rigetto della richiesta e segnalazioni
all’ autorità giudiziaria penale;
verificato, dalla lettura del Regolamento
C.E. n. 69/2001, che la normativa europea non
richiede la forma della dichiarazione sostitutiva
di atto di notorietà per quanto riguarda
l’ elencazione dei contributi ricevuti secondo la
normativa “ de minimis” ;
ritenuto in ogni caso imprescindibile il
dovere di precisione e diligenza cui deve
attenersi il contribuente;
ritenuti altrettanto imprescindibili, da parte
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VIII LEGISLATURA – ! ALLA SEDUTA DEL 21 OTTOBRE 2002
della Pubblica amministrazione, gli obiettivi di
semplificazione e sburocratizzazione, in
ossequio all’ esigenza di celerità delle pratiche
e di facilità negli adempimenti formali da parte
dei cittadini;
volendo tutelare le istanze dei numerosi
contribuenti che, altrimenti, potrebbero essere
altresì indotti a rinunciare all’ agevolazione
IRAP cui avrebbero diritto;
i sottoscritti Consiglieri regionali,
interrogano
l’ Assessore competente per conoscere
se
non
ritenga
di
intervenire
tempestivamente in merito alle difficoltà
segnalate, proponendo che i contribuenti
possano produrre una dichiarazione in carta
semplice in cui siano richiamati tutti gli aiuti
ricevuti secondo la regola del “ de minimis” ed
una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà
in cui venga unicamente attestato se, ed
eventualmente in quale misura, la somma dei
benefici ottenuti superi i limiti previsti dal
regime “ de minimis” .”
(1184)
“ Franz-Vanin”
“ Premesso che lo stabilimento Fincantieri di
Monfalcone costituisce una realtà produttiva
importantissima per l’ economia regionale e
rappresenta il fulcro dell’ occupazione nell’ area
monfalconese e che ogni sforzo deve essere
fatto al fine di garantire i livelli occupazionali e
la capacità produttiva dello stabilimento, il
sottoscritto Consigliere,
verificato che è in corso il processo di
privatizzazione degli stabilimenti Fincantieri
ed in particolare che sembra profilarsi la
vendita per parti dei diversi stabilimenti;
sentite
le
preoccupazioni
delle
rappresentanze sindacali che ritengono
indispensabile il mantenimento di una unica
realtà produttiva nazionale, in un quadro di
integrazione tra le produzioni dei vari
stabilimenti
e
di
contenimento
dell’ esternalizzazione di parte dei cicli
produttivi, interroga per sapere:
quali azioni siano in atto da parte della
Regione Friuli-Venezia Giulia al fine garantire
prioritariamente i livelli occupazionali e
produttivi del settore cantieristico nella nostra
Regione;
se non si intenda sostenere il mantenimento
dell’ unità ed integrità aziendale della
Fincantieri;
se non si ritenga di incontrare al più presto
le rappresentanze sindacali dello stabilimento
monfalconese al fine di conoscere direttamente
la situazione e le problematiche prospettate dal
processo di privatizzazione in atto.”
(1185)
“ Fontanelli”
“ Considerato che la Finanziaria per il 2003
recentemente approvata dal Consiglio dei
Ministri prevede uno stanziamento di 450
milioni di euro divisi nella misura di 150
milioni di euro all’ anno per il 2003, 2004 e
2005, che vanno ad aggiungersi ai 200 milioni
di euro già stanziati con apposito
provvedimento normativo nel 2001 per gli
indennizzi agli esuli istriani, fiumani e dalmati;
valutata come estremamente positiva questa
previsione di spesa anche se non tale da
chiudere il capitolo beni abbandonati;
preso atto, però, dell’ estrema lentezza con
cui il Ministero del Tesoro sta procedendo alla
liquidazione delle pratiche per gli indennizzi
suddetti, in particolare, per quelli di più
modesta entità;
rilevato come la motivazione ufficiale di
questi ritardi sia sempre quella della solita
carenza di personale;
considerato come nella nostra Regione sia
presente un notevole numero di esuli istriani,
fiumani e dalmati e loro eredi;
il sottoscritto Consigliere regionale di FiCCD-FdC,
interroga
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VIII LEGISLATURA – ! ALLA SEDUTA DEL 21 OTTOBRE 2002
il Presidente della Giunta regionale per
sapere:
1. se non intenda, in via del tutto
eccezionale e per un periodo di tempo
determinato, addivenire ad una convenzione
con il Ministero del Tesoro che preveda la
messa a disposizione di personale della
Regione Friuli Venezia Giulia al fine di
sopperire alle suddette mancanze di personale
addetto alla liquidazione delle pratiche dei beni
abbandonati;
2. se, in caso affermativo, sia intenzione
della Giunta regionale inserire nella
Finanziaria 2003, in corso di predisposizione,
un apposito stanziamento a tale scopo.”
(1186)
“ Marini”
“ Premesso che su di un impianto analogo a
quello da realizzarsi nel Comune di Arzene,
alcune Amministrazioni comunali della
Provincia di Udine hanno già espresso parere
negativo;
considerata la vicinanza dell’ impianto a
centri abitati, frutteti e coltivazioni agricole di
qualità;
considerato che il progetto prevede la
realizzazione di un impianto di notevoli
dimensioni che non risulta essere stato
sperimentato in ambienti simili a quello
previsto per la sua realizzazione;
considerato
inoltre
che
l’ approvvigionamento del materiale da
combustione
risulterebbe
oltremodo
difficoltoso in quanto risulta essere localizzato
lontano dai luoghi di produzione delle
biomasse;
vista l’ illogicità della realizzazione di un
impianto che deve contribuire a limitare le
immissioni nocive ma che per funzionare fa
aumentare vertiginosamente il traffico pesante,
inquinante e pericoloso, con evidenti ricadute
sulla qualità della vita;
tutto ciò premesso,
Consigliere regionale,
il
sottoscritto
interroga
il Presidente della Giunta e l’ Assessore
competente per sapere se:
a) è stata fatta una reale valutazione sulla
validità dell’ impianto sotto il profilo tecnico ed
economico e la sua conformità alla
programmazione del fabbisogno energetico in
F.V.G.;
b) se è stata fatta una adeguata valutazione
di impatto ambientale tesa a verificare i
possibili effetti negativi sulle componenti
ambientali del territorio interessato dalla
realizzazione dell’ impianto.”
(1187)
“ Dal Mas”
“ Lunedì scorso un vertice tenutosi a Trieste
fra il sottosegretario agli Affari Esteri
Antonione e i rappresentanti della Regione,
Provincia, Comune, Autorità Portuale e
Camera di Commercio avrebbe sancito la
scelta definitiva sulla futura destinazione del
Porto Vecchio.
Meglio tardi che mai, anche se la lunga e
tormentata storia del riuso del Porto Vecchio
induce quanto meno alla prudenza e quindi
all’ uso del condizionale.
Non è il caso qui di ripercorrere le
controverse tappe di questa annosa vicenda.
Basti ricordare, per quanto concerne la
posizione della Regione, che l’ obiettivo di una
concentrazione di tutte le attività portuali nel
Porto Nuovo e il recupero urbanistico di quello
Vecchio, era già chiaramente indicato nei
programmi delle Giunte Cecotti (Centrosinistra
+ Lega) nel 1995 e Cruder (Centrosinistra) nel
1996, quando il Centrodestra triestino era
decisamente contrario a tale progetto.
Quello che non è chiaro, invece, è quale sia
l’ atteggiamento in merito dell’ attuale Giunta
regionale.
Le cronache riportano due posizioni
differenziate: quella dell’ assessore al turismo e
all’ industria Dressi favorevole all’ ” apertura del
Porto Vecchio” e quindi alla collocazione della
$WWLFRQVLOLDUL
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VIII LEGISLATURA – ! ALLA SEDUTA DEL 21 OTTOBRE 2002
“ piattaforma logistica” , prevista anche dalla
recente intesa Governo-Regione, nell’ area
attualmente occupata dalla Ferriera, e quella
dell’ assessore ai trasporti Franzutti, che
propende invece per collocare la “ piattaforma”
proprio nell’ area del Porto Vecchio come
richiesto
anche
dall’ Associazione
spedizionieri.
Quale delle due tesi sposerà il Presidente
Tondo? E’ una domanda che ho già posto in
un’ interrogazione del 5 luglio scorso rimasta
ancora senza risposta.
In quell’ occasione chiedevo anche quali
azioni la Giunta aveva attivato nei confronti di
Evergreen per avere assicurazioni sul suo
futuro impegno a Trieste. Una richiesta tanto
più di attualità oggi, considerato che sta per
scadere il termine per la presentazione
all’ Autorità Portuale del progetto per la nuova
sede del Lloyd Triestino e che, secondo quanto
dichiarato dallo stesso Presidente dell’ Autorità
Maresca, non ci sarebbero stati finora segnali
da parte del Lloyd.
Tutto ciò premesso,
Consigliere regionale,
il
sottoscritto
interroga
il Presidente della Giunta regionale per
sapere:
quale sarà la posizione della Giunta
regionale sulla collocazione della “ piattaforma
logistica” e quindi sul destino del Porto
Vecchio, tenendo anche conto che l’ Intesa
Governo Regione del 20 settembre scorso,
prevede
che
la
progettazione
della
“ piattaforma” sia completata entro il secondo
semestre 2003;
se la Giunta ha avuto recenti contatti con
Evergreen sul futuro del Lloyd Triestino e sulla
progettata realizzazione della sua nuova sede
nell’ area del Porto Vecchio;
quali azioni ha intrapreso la Giunta
regionale affinché il Governo nazionale
inserisca in Finanziaria un apposito
stanziamento per il progetto Expo.”
(1188)
“ Degano”
“ Premesso che è in corso l’ iter autorizzativo
per la realizzazione di un progetto di
coltivazione di una cava a fossa in Comune di
Mereto di Tomba (UD), il cui volume
complessivo sarà di 500.000 mc;
accertato che detta cava è finalizzata alla
fornitura di materiale inerte, ghiaia e sabbia,
per il mercato delle costruzioni, edifici ed
infrastrutture viabilistiche, oltre che per
l’ impianto di calcestruzzo collocato in sito;
ricordato che attualmente tale area è
destinata ad uso agricolo e che l’ obiettivo del
Piano Regolatore Generale del Comune di
Mereto di Tomba in tali zone “ è quello di
consentire un razionale sviluppo produttivo da
ottenersi attraverso la realizzazione di idonee
infrastrutture, nonché tutte le pratiche
edificatorie funzionali ad una moderna e
corretta attività agricola” ;
considerato che l’ estrazione di materiale
inerte non rientra tra le attività di promozione e
miglioramento dell’ agricoltura e che verrebbe
a collocarsi in una realtà estranea a simili
interventi;
il sottoscritto Consigliere regionale,
interroga il Presidente della Giunta e
l’ Assessore competente per sapere
1. quali siano le ragioni per cui non è stata
attivata la procedura di Valutazione d’ Impatto
Ambientale;
2. se siano stati coinvolti nel percorso
autorizzativo il Comune di Mereto di Tomba e
la Provincia di Udine; in caso affermativo quali
sono i pareri espressi o, in caso contrario, quali
sono stati i motivi per cui si è ritenuto di non
dover interpellare i suddetti Enti;
3. se la realizzazione della cava rientri
conformemente nel PRAE - Piano Regionale
Attività Estrattive;
4. quale sia lo stato di elaborazione del
PRAE, con quali strumenti intenda intervenire
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la Giunta per una sua rapida approvazione e
quali i tempi per la sua effettiva entrata in
vigore.”
(1189)
“ Violino”
“ Appreso dagli organi di stampa dell’ ipotesi
di cessione della loro quota di proprietà della
SAF da parte degli azionisti privati, alla società
inglese Arriva International Limited;
considerato che la SAF ha in appalto la
gestione del trasporto su strada in larga parte
del territorio regionale;
considerato che nei prossimi anni verranno
messe a gara per la gestione le tratte ferroviarie
regionali e che il gestore delle linee
automobilistiche
potrà
concorrere
con
significativi vantaggi per tale appalto;
atteso che il trasferimento fuori Regione
della sede fiscale delle ditte comporta
significative perdite fiscali;
considerato che il settore dei trasporti è
sicuramente strategico per lo sviluppo
dell’ economia regionale,
il sottoscritto Consigliere interroga per sapere:
quali valutazioni stia facendo la Giunta
regionale sul processo di vendita ipotizzato;
quali azioni si intendano fare al fine di
garantire occupazione stabile alle lavoratrici ed
ai lavoratori delle ditte interessate;
se non si intenda intervenire al fine di
favorire la costituzione di un gruppo regionale
possibilmente in mano ad Amministrazioni
comunali, in grado di rilevare la SAF;
quali iniziative si stiano mettendo in atto
affinché anche il processo di privatizzazione
del trasporto ferroviario non diventi occasione
di trasferimento all’ estero dei centri decisionali
e gestionali ed anzi sia motivo di rilancio
dell’ economia e dell’ occupazione.”
(1190)
“ Fontanelli”
“ Preso atto delle notizie recentemente
fornite da emittenti televisive locali in merito
alla bozza di Piano regionale della
riabilitazione
che
prevederebbe
la
concentrazione all’ Istituto Gervasutta di Udine
di tutti i pazienti della Regione con necessità di
un “ percorso riabilitativo intensivo in sede
ospedaliera” ;
considerato
che
ciò
comporterebbe
inaccettabili disagi per i malati residenti nelle
Udine stessa, vista la vastità del territorio, che
Provincie di Gorizia, Pordenone, Trieste e di in
un momento particolarmente difficile com’ è il
percorso
riabilitativo,
si
troverebbero
inevitabilmente privati della possibilità di
avere con la dovuta frequenza vicino familiari
e amici, con le intuibili conseguenze sullo
stesso esito del percorso riabilitativo;
considerato altresì che ciò comporterebbe
gravi disagi e pesanti oneri economici ai
familiari dei malati, che sarebbero costretti a
ripetuti viaggi a Udine per tutto il tempo del
percorso riabilitativo, che spesso ha una durata
di più mesi;
atteso che lo stesso Assessore regionale alla
sanità, intervistato da una delle sopra citate
emittenti televisive, ha confermato che tale
bozza di Piano si tradurrà in delibera di Giunta
regionale in tempi brevi, vista l’ esigenza di
razionalizzare il settore;
preso atto che il giorno successivo alla
suddetta intervista l’ Agenzia regionale della
sanità ha diffuso una nota, in cui veniva
precisato che “ al momento non esiste alcun
Piano per la riabilitazione” , che sembra quindi
di fatto smentire le dichiarazioni rese
dall’ Assessore;
rilevato che i tagli e i ridimensionamenti
previsti dalla bozza di Piano della riabilitazione
avrebbe pesantissime ricadute sullo stato di
salute e sul benessere della popolazione,
colpendo in modo particolare gli anziani e i
disabili;
tutto ciò premesso,
Consigliere regionale,
il
sottoscritto
interroga il Presidente della Giunta regionale
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per conoscere:
se non ritenga doveroso assicurare alla
popolazione di questa Regione la possibilità di
avvalersi
di
un’ adeguata
assistenza
riabilitativa, senza dover sopportare i disagi e
le limitazioni che la pianificazione regionale
vorrebbe arbitrariamente imporre;
se non ritenga necessario, stante l’ esigenza
della massima chiarezza in un settore così
delicato ed importante per la salute pubblica,
precisare se devono essere ritenute vere le
dichiarazioni dell’ Assessore regionale alla
sanità o quelle dell’ Agenzia regionale della
sanità;
se dunque non ritenga che sia finalmente
giunto il momento di affrontare la
pianificazione sanitaria in modo trasparente,
con un confronto pubblico di dati e di idee, in
modo da pervenire a piani condivisi e
supportati
da
elementi
oggettivamente
verificabili, anche per evitare la sciagurata
esperienza del recente Piano dell’ emergenza,
per il quale è superfluo qualsiasi commento.”
(1191)
“ Antonaz”
“ Premesso che nel Comune di Mereto di
Tomba si intende realizzare, su terreni oggi ad
uso agricolo, una cava di ghiaia di notevoli
proporzioni (500.000 metri cubi);
rilevato che, sempre nel Comune di Mereto,
è sito lo stabilimento industriale della Dinamite
Dipharma S.p.A, impianto chimico classificato
come stabilimento a rischio di incidente
rilevante, ove peraltro sono già avvenuti
accadimenti anche mortali;
rilevato che, sempre il Comune di Mereto di
Tomba, era interessato al progetto per i lavori,
condotti dal Consorzio Ledra Tagliamento, di
reimmisione in falda dell’ acqua proveniente
dai canali di irrigazione con possibili
conseguenze alla salute della popolazione che
la utilizza;
considerato che la situazione del Comune di
Mereto di Tomba e dintorni (San Vito di
Fagagna, Basiliano, Sedegliano ecc.) non è più
sostenibile;
ritenuto che il diritto alla salute ed alla
sicurezza dei cittadini della Regione non risulta
escluso entro il territorio del Comune di
Mereto di Tomba;
tutto ciò premesso,
Consigliere regionale,
il
sottoscritto
interroga
il Presidente della Regione per sapere:
se intende provvedere, e come, a tutelare la
popolazione del Comune di Mereto di Tomba e
dintorni (San Vito di Fagagna, Basiliano,
Sedegliano, ecc.) da presenti e futuri rischi alla
salute e alla sicurezza.”
(1192)
“ Cisilino”
,QWHUSHOODQ]H
“ Appreso dalla stampa che i rappresentanti
del Comune di Precenicco hanno recentemente
ricevuto i componenti della delegazione
ufficiale della Direzione generale dell’ impiego
e degli affari sociali della Comunità Europea,
guidata
dal
Direttore
generale
con
rappresentanti di 13 Comunità Europee;
richiamato il fatto che in tale circostanza la
delegazione si è intrattenuta con gli
amministratori locali ed ha visitato il fiume
Stella e la Laguna di Marano;
atteso che durante la visita il sindaco di
Precenicco ha illustrato le caratteristiche della
zona
sottolineando
l’ importanza
della
salvaguardia del territorio e dell’ ambiente
definiti “ quale Patrimonio e risorsa dello
sviluppo e l’ occupazione per i locali” ;
ricordato che in prossimità della riserva
naturale delle foci dello Stella, sito di interesse
internazionale incluso nell’ elenco europeo dei
ZPS (siti di interesse prioritario), è in fase di
realizzazione un complesso turistico di oltre
30.000 mc comprendente una pista di go-kart
dedicata a gare internazionali;
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VIII LEGISLATURA – "##$%"&' ALLA SEDUTA DEL 21 OTTOBRE 2002
ritenuto che tale iniziativa sia palesemente
in contrasto con le finalità dello sviluppo
economico ed occupazionale connesso con la
conservazione attiva della natura;
atteso che tale iniziativa è stata
recentemente ritenuta dalla Giunta regionale
non assoggettabile neppure alla valutazione di
impatto ambientale in evidente violazione della
normativa del settore e in contrasto con le più
banali valutazioni del buon senso;
ritenuto con ciò la cerimonia della visita
internazionale una evidente violazione del
principio di trasparenza che l’ amministrazione
pubblica deve sempre seguire e un’ iniziativa di
propaganda
menzognera
che
nuoce
all’ immagine della Regione Friuli Venezia
Giulia;
il sottoscritto Consigliere regionale,
interpella
il Presidente della Giunta regionale
per conoscere:
se non ritenga di cattivo gusto l’ azione di
rappresentazione di un indirizzo pubblico di
valorizzazione dell’ ambiente naturale, in
palese contrasto con l’ iniziativa della
costruzione di una pista internazionale di gokart, destinata alle competizioni internazionali
posizionata nei pressi della riserva naturale
internazionale;
l’ orientamento
dell’ Amministrazione
regionale nei confronti delle prospettive di
valorizzazione degli ambienti naturali anche in
chiave occupazionale;
l’ orientamento
dell’ Amministrazione
regionale nei confronti della valorizzazione
della riserva naturale internazionale delle foci
dello Stella.”
(870)
“ Mattassi”
“ Premesso che
il
nuovo
quadro
istituzionale
ed
amministrativo in materia di produzione
elettrica ha contribuito a creare nella Regione
Friuli Venezia Giulia una situazione di vera e
propria “ anarchia energetica” , consentita anche
dalla lunga assenza di un Piano energetico
regionale, così come previsto dalla legge
10/1982;
vi sono previsioni, derivanti da studi
ufficiali della Regione propedeutici al Piano
citato, che per il 2005 ipotizzano un sostanziale
pareggio fra i consumi elettrici regionali e la
produzione netta con le attuali fonti
idroelettriche, centrali a metano (Servola a
Trieste) e con la conversione a metano ed il
risanamento della parte a carbone dell’ attuale
centrale di Monfalcone;
è stata comunque già autorizzata la
costruzione di una centrale a metano a
Torviscosa, per una potenza installata di 800
MW, che porterà ad una produzione elettrica
superiore, nelle previsioni degli studi citati, di
circa un terzo rispetto ai consumi regionali;
sono state presentate ulteriori richieste,
relative a procedure di cui sono responsabili in
modo autonomo la Regione e lo Stato in base
al DPCM 377 del 10/8/88, per ulteriori 500
MW di potenza installata in tre distinti siti
(Sedegliano, ZIU, Gorizia) a cui si aggiungono
progetti industriali per altri 400 MW circa a
Codroipo ed Arzene;
la società acquirente la centrale di
Monfalcone non intende né risanare e
migliorare il ciclo produttivo della sezione a
carbone (320 MW) né riconvertire a metano la
sezione ad olio combustibile (640 MW);
questa centrale è il maggior responsabile di
emissioni di anidride carbonica nell’ area
regionale, è collocata di fatto all’ interno della
città di Monfalcone, da anni per motivi di
inadeguatezza impiantistica e di impatti
ambientali produce al di sotto delle proprie
potenzialità, ed ha creato in passato ed è tuttora
responsabile di gravi disagi ai cittadini
residenti nelle immediatezze dell’ impianto;
in assenza di indirizzi certi in tema di
programmazione e con le prospettive attuali è
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VIII LEGISLATURA – "##$%"&' ALLA SEDUTA DEL 21 OTTOBRE 2002
lecito prevedere che le emissioni di anidride
carbonica subiranno una drastica impennata,
contribuendo a peggiorare globalmente e
localmente i mutamenti climatici ormai
evidenti, in totale spregio del protocollo di
Kyoto;
la Giunta regionale ha presentato un disegno
di legge che finalmente propone un ruolo di
indirizzo per la Regione e, in particolare,
prevede - fino all’ entrata in vigore del Piano
regionale energetico o comunque per un
periodo massimo di due anni - la sospensione
delle autorizzazioni in materia di impianti di
produzione di energia elettrica da fonti non
rinnovabili di propria competenza;
considerato che l’ art. 2, comma 3, del D.
Lgs. 23 aprile 2002, n. 110, recante le norme di
attuazione dello Statuto speciale della Regione
in materia di energia, prevede che le funzioni
statali relative alla costruzione e gestione degli
impianti di produzione di energia elettrica di
potenza superiore a 300 MW termici, siano
esercitate d’ intesa con la Regione stessa;
il sottoscritto Consigliere regionale,
interpella la Giunta regionale per sapere se
non ritenga necessaria, anche ai fini di un
miglior svolgimento delle diverse competenze
in senso federalista nel periodo d’ attesa
dell’ annunciato
Piano
energetico,
la
convocazione di un tavolo di confronto Stato Regione nel quale riconsiderare le specifiche
funzioni alla luce delle considerazioni citate in
premessa, per individuare le effettive priorità
del sistema di produzione, utilizzo e consumo
di energia elettrica nel Friuli Venezia Giulia,
anche alla luce della sua posizione geografica;
di avanzare la richiesta allo Stato di
adottare, in analogia con la scelta della
Regione, nell’ immediato una moratoria delle
autorizzazioni di competenza statale, al fine di
non
compromettere
definitivamente
la
possibilità di programmazione regionale;
condivida la necessità di affermare, anche
nei fatti, la priorità del risanamento e della
conversione a metano dell’ esistente centrale di
Monfalcone rispetto ad ogni ulteriore nuovo
insediamento energetico nella Regione.”
(871)
“ Puiatti”
“ Come è noto, il Consiglio regionale ha
recentemente approvato la Legge regionale che
istituisce l’ Agenzia regionale per lo sviluppo
rurale-ERSA.
Una delle questioni più dibattute all’ interno
di tale provvedimento è stata quella relativa al
personale attualmente in servizio presso quello
che è ormai l’ ex-ERSA, per il quale è stata
prevista, ai sensi dell’ art.19, la possibilità di
esercitare l’ opzione di essere o assegnato al
nuovo Ente, rinunciando così al ruolo unico
regionale, o assegnato ad altre strutture
dell’ Amministrazione regionale, mantenendo
in questo caso il ruolo unico.
Va sottolineato come a tale determinazione
si potrà arrivare dopo che sarà predisposta la
pianta organica del nuovo Ente, per la
definizione della quale sono previsti tempi
medio-lunghi, non inferiori agli 8-10 mesi.
Sempre l’ art.19 della legge precisa che
qualora le opzioni esercitate non consentano di
coprire tutti i posti previsti dalla pianta
organica, il personale dell’ ex-ERSA “ può
essere assegnato in posizione di comando”
presso la nuova Agenzia.
Si comprendono, quindi, le perplessità e il
disagio del personale attualmente in servizio, il
quale, proprio nel corso di una recentissima ed
affollata
assemblea
sindacale,
ha
unanimemente assunto la decisione di non
voler esercitare alcuna “ opzione” sino a che
non sarà fatta assoluta chiarezza sulle ricadute
contrattuali e previdenziali rispetto alle opzioni
possibili.
Ciò premesso, il sottoscritto Consigliere
regionale
interpella
il Presidente della Giunta regionale per
sapere:
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VIII LEGISLATURA – "##$%"&' ALLA SEDUTA DEL 21 OTTOBRE 2002
1) quali iniziative intende assumere
l’ esecutivo regionale per dare certezze
giuridiche, contrattuali e previdenziali al
personale attualmente in servizio, al fine di
consentire a questo una scelta non penalizzante
per la propria posizione lavorativa, anche alla
luce delle non tranquillizzanti dichiarazioni
dell’ assessore Ciani che sembrano ipotizzare,
in assenza di opzione, un’ azione coercitiva
dell’ Amministrazione regionale;
2) come la Giunta regionale intenda
valorizzare le particolari professionalità
esistenti oggi all’ ERSA nel caso prevalga
l’ opzione, da parte dei dipendenti, di non far
parte del nuovo Ente e come intenda la Giunta
stessa conciliare il considerevolissimo aumento
della spesa che discenderà dall’ applicazione
della nuova legge istitutiva dell’ Agenzia con le
proprie difficoltà di Bilancio e con le
disposizioni contenute nella finanziaria dello
Stato che, tra l’ altro, pone limiti alle nuove
assunzioni.
Il sottoscritto Consigliere regionale,
interpella altresì
il Presidente della Giunta regionale per
sapere come intenda “ risarcire” Gorizia e la
sua Provincia che, dopo aver dovuto registrare,
per la prima volta nella storia della Regione, il
venir meno di un suo rappresentante in Giunta
regionale, perde ora, con l’ istituzione della
nuova “ Agenzia regionale per lo sviluppo
rurale-ERSA” , l’ unica struttura a livello di
Direzione regionale esistente sul proprio
territorio.”
(872)
“ Brussa”
“ Premesso:
1. che il Ministero delle Attività Produttive
ha dato seguito alla attuazione del Programma
Integrato di Agevolazioni (PIA) provvedendo
alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale 292
del 17.12.2001 della circolare 209 del 29
novembre 2001;
2. che il PIA prevede contributi a fondo
perduto a favore di imprese meridionali che
effettuano investimenti in macchinari, impianti
ed attrezzature connessi al programma di
innovazione e che non poche imprese della
nostra Regione, aventi controllate o
stabilimenti in meridione, sono interessate al
buon fine del provvedimento del MAP;
3. che le domande presentate dalle imprese
agli sportelli bancari convenzionati allo scopo
di ottenere i benefici del PIA sono state circa
500 in luogo delle previste 100/150 con la
conseguente disparità tra risorse disponibili e
fondi richiesti;
4. che i meccanismi di assegnazione
consentono, pur nella ristrettezza delle risorse,
di dare seguito alle erogazioni a favore delle
domande classificatesi con il punteggio
migliore e con ciò di non compromettere le
legittime aspettative delle aziende che hanno
fatto la domanda di fondi con progetti di alto
profilo;
5. che risulterebbe che le banche
convenzionate incaricate di ricevere le
domande e di istruirle stiano dando corso a
supplementi di istruttoria chiedendo alle
imprese richiedenti adempimenti non previsti
dalla procedura ministeriale e opponendo
cavilli pretestuosi al normale decorso della
pratica di finanziamento.
Lo scrivente Consigliere regionale interpella
il Presidente della Giunta regionale per sapere:
a) se sia a conoscenza dei fatti indicati nella
presente interpellanza;
b) se non ritenga che possa ravvisarsi
l’ eventualità che il MAP, a corto di risorse, stia
esercitando indebite pressioni sulle banche
incaricate allo scopo di sfoltire con procedure
arbitrarie la lista delle domande considerabili
come accoglibili con lo scopo di bilanciare
domanda e disponibilità di risorse;
c) se non ritenga di dover intervenire sul
Ministro delle Attività produttive allo scopo di
tutelare le imprese della Regione che in modo
diretto o indiretto sono interessate ad un
corretto decorso delle istruttorie PIA.
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VIII LEGISLATURA – "##$%"&' ALLA SEDUTA DEL 21 OTTOBRE 2002
Lo scrivente Consigliere chiede risposta
orale nel corso della prima seduta utile del
Consiglio regionale.”
(873)
“ Sonego”
“ Premesso che il Signor Ermando Bilato
sostiene di godere di crediti nei confronti della
ditta Chiurlocom di Pordenone;
che in relazione a tali crediti la
Federconsumatori ha sollecitato a mezzo
lettera (allegata) la ditta in oggetto affinché
provvedesse a saldare quanto dovuto;
che Federconsumatori ritiene che il credito
sia corrispondente all’ importo di contributi
regionali di più annualità.
Lo scrivente Consigliere regionale interpella
il Presidente della Giunta regionale per sapere:
se sia conoscenza dei fatti in parola;
ad emanare le direttive necessarie per le
politiche di risanamento delle società
partecipate, Crs compresa, e che la mancanza
di tali direttive sono la vera causa della
mancata partecipazione di Melò o di un suo
delegato all’ assemblea di Crs;
considerato ancora che il Presidente Bosco
aveva prospettato per Crs un radioso futuro
immaginandola come l’ ANAS regionale e che
all’ atto del suo insediamento il Presidente
Melò aveva chiesto una pausa di riflessione
che però si sta protraendo da troppo tempo;
ritenuto che tale situazione non possa
giovare a Crs anche nell’ ottica di importanti e
forse decisivi interventi infrastrutturali viari
per la nostra regione che si stanno
prospettando,
interpella il Presidente della Regione
per sapere:
se non ritenga di dover intervenire affinché
il problema del signor Bilato possa essere
risolto.
a) se la mancata partecipazione di Autovie
Venete all’ assemblea di Crs sia stata
concordata con l’ Amministrazione regionale;
Chiede risposta nel corso della prima seduta
utile del Consiglio regionale.”
(874)
“ Sonego”
b) se non ritenga che la pausa di riflessione
presasi dal Presidente di Autovie, Melò, per
decidere sul futuro di Crs non si stia protraendo
da troppo tempo, provocando sconcerto tra i
soci privati che hanno minacciato dimissioni in
massa dal CdA della società;
“ Il sottoscritto Consigliere regionale,
appreso che il socio di maggioranza del Crs,
ovvero Autovie Venete, ha disertato
l’ assemblea della società convocata per
assumere importanti decisioni per il suo futuro;
c) se e quali direttive intenda emanare sul
risanamento della società controllata di cui Crs
fa parte, anche nell’ ottica delle considerazioni
in premessa;
atteso che tale mancata partecipazione ha
suscitato non poche polemiche tra i soci privati
di Crs che non riescono, a questo punto, a
prevedere le prospettive future per questa
azienda che, a quanto è dato sapere, non trova
la giusta autonomia tra il suo Presidente,
Rinaldo Bosco, e il socio di maggioranza di
Autovie Venete nella persona del suo
presidente Dario Melò;
d) se intenda cedere, come per altro
paventato in passato, Crs ai privati.”
(875)
“ Mattassi”
considerato che la Regione, a sua volta
socio di riferimento di Autovie Venete, tarda
“ I sottoscritti Consiglieri regionali,
preso atto che Telecom Italia sta attuando
una ristrutturazione che comporta lo
spostamento, verso la sede di Trieste, di
numerosi lavoratori attualmente impiegati nelle
sedi di Udine e Gorizia, residenti in tutto il
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VIII LEGISLATURA – "##$%"&' ALLA SEDUTA DEL 21 OTTOBRE 2002
territorio regionale, compresa la Provincia di
Pordenone e la Carnia;
verificato che il sistema di turnazione presso
la sede di Trieste prevede una copertura oraria
(7.30 - 20.00 dal lunedì al sabato; 7.30 - 18.30
domenica e festività) che, in caso di utilizzo
dei mezzi pubblici, porta ad impiegare fino a
15 ore di tempo per fornire una prestazione
lavorativa
di
8
ore,
rendendo
contemporaneamente disagevole il ricorso a
mezzi propri, sia per la mancanza di parcheggi,
sia per la difficoltà di formare gruppi di
lavoratori con orari comuni;
accertato che questa situazione ha già
interessato 40 lavoratori trasferiti nel 1997 (una
decina dei quali licenziatisi per i disagi legati al
pendolarismo), 8 lavoratori della Provincia di
Udine recentemente trasferiti nella sede di
Trieste e 13 lavoratori della Provincia di
Pordenone da breve tempo trasferiti nella sede
di Mestre;
accertato altresì che ulteriori 20 lavoratori,
di cui 17 della Provincia di Udine, sono
collocati in una lista di “ esuberi” in attesa di
trasferimento verso le sedi di Trieste o Mestre;
osservato che tali trasferimenti hanno
prodotto un evidente peggioramento per la
qualità della vita degli interessati e delle loro
famiglie;
verificato che le mansioni dei lavoratori
coinvolti riguardano l’ utilizzo di terminali
collegati alla rete aziendale nazionale,
circostanza che non rende indispensabile la
presenza fisica del personale nel capoluogo o
fuori Regione, ma che consente, invece, di
creare postazioni di lavoro remotizzate;
ritenuto di interpretare queste scelte della
Società come un passo verso un processo di
accorpamento di tutti gli uffici verso Trieste e
verso la sede di Mestre, con l’ ipotesi che
quest’ ultima diventi, successivamente, l’ unica
sede di gestione tecnica della Società nel
Triveneto;
ritenuto altresì di interpretare i trasferimenti
verso la sede di Trieste come una modalità
attraverso la quale ottenere gradualmente il
“ silenzio sindacale” dei lavoratori, in quanto
indotti a cercare “ spontaneamente” nuove
occupazioni;
verificato che la Telecom Italia controlla,
attraverso la società Finsiel s.p.a., il 52%
dell’ Insiel (a fronte del 46,5% detenuto dalla
Regione);
verificato altresì che il Friuli Venezia Giulia
è, al tempo stesso, il maggior cliente
dell’ lnsiel, contribuendo per il 70% del
fatturato;
ritenuto pertanto che la Giunta regionale,
anche in funzione di questi rapporti, abbia tutto
lo spazio politico necessario per richiedere
maggiore tutela per i lavoratori residenti in
Regione;
interpellano
il Presidente e l’ Assessore competente
per conoscere
quali iniziative abbiano assunto in seguito
alle segnalazioni ricevute dai lavoratori
interessati;
se l’ argomento sia stato già posto
all’ attenzione dei vertici della Telecom,
nell’ incontro
tenutosi
a
luglio
con
l’ amministratore delegato del Gruppo sulle
tematiche inerenti il potenziamento strutturale
e gestionale dell’ Insiel;
se sia emersa l’ intenzione da parte
dell’ Azienda, proprio in virtù del supporto che
la Regione offre alla Telecom attraverso
l’ Insiel, di individuare soluzioni alternative
che, mediante la creazione di centri di governo
nel resto della Regione, evitino le dimissioni
dei lavoratori interessati;
quali altre azioni si intenda porre in essere
per salvaguardare il posto di lavoro dei
dipendenti danneggiati dall’ atteggiamento
della Telecom Italia.”
(876)
“ Franz-Vanin-Bortuzzo-Follegot-LonderoViolino”
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VIII LEGISLATURA – "##$%"&' ALLA SEDUTA DEL 21 OTTOBRE 2002
“ Premesso che il Ministero dell’ Ambiente e
della Tutela del Territorio, Direzione per lo
Sviluppo sostenibile ha pubblicato sulla
Gazzetta Ufficiale n 188 del 12 Agosto 2002 il
“ Bando per il cofinanziamento di programmi di
attivazione e di attuazione di AGENDE 21
LOCALI in base: al DEC/GAB/89/01 del
03/05/01 che prevede specificatamente un
intervento di promozione a livello locale di
progetti di Agenda 21; il capitolo 28
dell’ Agenda 21, che contiene il programma di
azione per lo sviluppo sostenibile per il XXI
secolo adottato a Rio de Janeiro nel 1992
dall’ UNCED; la “ Carta delle città europee per
un modello urbano sostenibile” , detta Carta di
Aalborg, approvata dalla Conferenza europea
sulle Città Sostenibile nel 1994, con la quale
gli aderenti si impegnano a promuovere
processi di Agenda 21 locale; la posizione
comune (CE) n. 3/2000 del 27 settembre 2001
11076/1/01 REV 1, definita dal Consiglio che
istituisce il VI Programma comunitario di
azione in materia di ambiente “ Ambiente 2010:
il nostro futuro, la nostra scelta” e che
individua nella promozione dell’ Agenda 21
locale una linea d’ azione strategica per
migliorare la qualità della vita negli ambienti
urbani, considerata peraltro indispensabile nel
documento “ Strategia nazionale di azione
ambientale per lo sviluppo sostenibile” , in
attesa di adozione formale da parte del CIPE.
Sul punto le Regioni sono state sentite, per
convocazione del Ministero in data 17/05/02,
per acquisire il loro parere circa la bozza del
provvedimento di cofinanziamento di progetti
di Agenda 21 locale.
Con il bando il Ministero intende
cofinanziare progetti di Agenda 21 locale,
promuovendo azioni ricadenti in una delle
seguenti categorie di intervento:
A) attivazione del processo di Agenda 21
locale;
B) attuazione e sviluppo del processo di
Agenda 21 locale.
Intendendo da un lato stimolare un numero
sempre maggiore di Enti locali e di Enti di
gestione delle aree protette verso l’ attivazione
del processo di Agenda 21 locale e, dall’ altro,
sostenere l’ attuazione dei processi già avviati.
Possono partecipare al bando i Comuni con
popolazione superiore a 10.000 abitanti,
secondo l’ ultima rilevazione ISTAT 2000;
Consorzi, associazioni ed unioni, costituiti
unicamente da Comuni, con popolazione totale
superiore a 10.000 abitanti o con popolazione
superiore a 8.000 abitanti se situati nelle
Regioni ad obiettivo 1; Consorzi, associazioni
ed unioni, costituiti unicamente da Comuni,
con popolazione totale superiore a 8.000
abitanti situati nelle Regioni ad obiettivo 1;
Province e Comunità Montane; Enti di gestione
delle aree protette inclusi nell’ elenco ufficiale
di cui all’ art.5 comma 3 della legge n. 394/91.
Per i soggetti di cui sopra, ad esclusione
delle Comunità montane e degli Enti di
gestione delle aree protette, che concorrono al
cofinanziamento di progetti relativi alla
categoria di intervento B) costituiscono
requisiti di ammissibilità l’ aver aderito, con
ratifica formale alla Carta di Aalborg entro la
data di presentazione del progetto, l’ aver
costituito il Forum permanente e l’ aver redatto
il Rapporto sullo Stato dell’ Ambiente.
Le Categorie di intervento ammissibili sono
indicate nell’ art. 4 del Bando. In particolare
sono ammesse al cofinanziamento del
Ministero:
A. Attivazione del processo di Agenda 21
locale;
A. 1 Azioni di coinvolgimento degli attori
locali;
A.2 Costituzione del Forum permanente di
Agenda 21 locale e selezione dei temi da
approfondire, nonché delle modalità e
strumenti per la redazione del Rapporto sullo
stato dell’ ambiente;
A.3 Redazione del Rapporto sullo stato
dell’ ambiente del territorio interessato;
B. Attuazione degli obiettivi individuati nel
processo di Agenda 21 Locale;
B.1 Definizione del Piano d’ azione locale,
assicurando l’ integrazione delle proposte
formulate nell’ ambito degli strumenti di
pianificazione esistenti;
B.2 Studi di prefattibilità delle azioni già
individuate nel Piano di azione locale;
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B.3 Redazione di studi e linee guida per la
messa a punto di prescrizioni normative e di
strumenti amministrativi ed economici, quali
Regolamenti, bandi, incentivi o disincentivi per
l’ attuazione delle azioni del piano.
Il sostegno del Ministero è concesso, sotto
forma di cofinanziamento, per un unico
progetto presentato dai soggetti di cui sopra e
la quota a carico del Ministero non potrà
superare, per ogni categoria di intervento, il
70% del costo ammissibile del progetto e
comunque non potrà essere superiore a euro
150.000,00 per entrambe le categorie.
La quota di finanziamento non riferibile al
Ministero deve essere certificata con
dichiarazione
d’ impegno
dall’ organo
competente per Statuto, contestualmente alla
presentazione dell’ istanza di cofinanziamento
e, successivamente, da atti esecutivi assunti
prima della concessione del cofinanziamento
da parte del Ministero.
La durata massima dei progetti presentati
per il cofinanziamento è perentoriamente
fissata in 18 mesi dalla comunicazione di inizio
lavori.
Il modulo di domanda completo della
documentazione da presentare in duplice copia,
di cui una in formato elettronico, in conformità
a quanto previsto nelle Linee guida,
consultabili sul sito web del Ministero
dell’ ambiente e della tutela del territorio
(http://www.minambiente.it/SVS/index.htm) e
secondo gli schemi pubblicati sul medesimo
sito, deve essere inviata in busta chiusa
mediante raccomandata A.R. entro il 90 giorno
dalla pubblicazione del Bando sulla G.U. e
quindi scade il 10 novembre 2002.
Premesso quanto sopra, la sottoscritta
Consigliera regionale,
interpella
il Presidente della Giunta regionale per
sapere:
se ha inteso porre in essere iniziative volte a
promuovere e supportare i Comuni, specie
quelli minori, per la partecipazione al Bando
emanato dal Ministero dell’ Ambiente e di cui
si sono descritte in premessa le caratteristiche;
se, in caso negativo, non ritenga almeno di
svolgere un attento monitoraggio presso gli
Enti locali interessati per conoscere se siano
informati e sensibili circa l’ opportunità offerta
dal Bando e circa le iniziative da essi assunte
autonomamente.”
(877)
“ Dolcher”
“ Appreso dalla stampa della possibile
acquisizione della SAF S.p.A., azienda che
esercita il servizio di trasporto pubblico locale
nella Provincia di Udine, da parte di un altro
privato che non ha alcuna sede nella nostra
Regione;
considerato che i soci della SAF hanno
ricevuto in passato ingenti contribuzioni da
parte della Regione per l’ acquisto di mezzi di
trasporto, per la costruzione di deposito di
mezzi e per altri interventi legati all’ esercizio
del trasporto pubblico locale;
considerato ancora che la Regione
interviene
annualmente
con
ingenti
finanziamenti del proprio bilancio per lo
svolgimento da parte dei concessionari, qual è
la SAF, del servizio di trasporto pubblico
locale;
atteso che nella “ partita” del trasporto
pubblico locale intervengono di fatto diversi
soggetti: quelli pubblici come la Regione che
eroga i finanziamenti per le concessioni del
servizio; le Province che predispongono il
Piano del Servizio di trasporto pubblico locale
e che sono “ titolari” delle concessioni; i
Comuni dove di fatto viene esercitato il
servizio; i soggetti “ privati” cioè gli utenti,
anello debole ma decisivo di questa catena
vista anche la tipologia delle persone che
utilizzano in prevalenza il servizio, dagli
studenti a coloro che sono privi di mezzi
propri, a chi infine per scelta preferisce il
trasporto pubblico contribuendo alla tutela del
territorio; gli addetti del servizio pubblico
locale, ovvero le loro OO.SS., chiamate a
tutelare i diritti di questi ultimi; le Società di
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trasporto pubblico locale che esercitano questo
servizio nei diversi territori;
riscontrata la preoccupante assenza della
Regione in questa vicenda della cessione della
SAF, che non può essere trattata al pari di
qualsiasi altra cessione di società considerata la
tipologia dei servizi svolti, la tipologia
dell’ utenza a cui questi servizi sono rivolti e
per conto di chi questi stessi servizi sono stati
svolti;
i sottoscritti Consiglieri regionali,
interpellano il Presidente della Regione per
sapere:
1. se la Regione fosse stata a conoscenza
della trattativa in corso per la cessione della
SAF S.p.A. ad altro gruppo privato;
2. se non ritenga, considerata la delicatezza
della tipologia del servizio svolto dalla SAF,
visto l’ ingente impegno finanziario sostenuto
dall’ Amministrazione regionale in passato a
favore delle aziende che esercitano il servizio
di trasporto pubblico locale, oggi confluite
nella SAF e considerato che l’ Amministrazione
regionale interviene annualmente in maniera
determinante nel finanziamento di questa
tipologia di servizio, di dover convocare
urgentemente un tavolo di confronto con i
diversi soggetti che intervengono in questa
vicenda per ottenere adeguate garanzie sul
futuro dei servizi di trasporto pubblico locale,
formali impegni sulla salvaguardia degli attuali
livelli occupazionali degli addetti oggi
impegnati nello svolgimento dei servizi di
trasporto pubblico locale in Provincia di Udine
e per verificare se esistano soluzioni diverse
dalla vendita della SAF ad un gruppo che non
ha sede in Regione, considerato che un tanto
avrebbe ripercussioni di non poco conto per il
sistema economico regionale e per le entrate
della Regione stessa.”
(878)
“ Tesini-Mattassi-Travanut”
“ Premesso che in data 9 dicembre 1999 è
stata depositata dal sottoscritto Consigliere
l’ interpellanza n. 302 con oggetto “ La Giunta
vigila sugli Statuti delle fondazioni bancarie” ,
tuttora in attesa di risposta;
visto che dal 16 ottobre 2002 è in vigore il
Regolamento attuativo (Decreto del Ministro
dell’ Economia 217 del 2 agosto 2002) della
riforma delle fondazioni bancarie, che dà il via
al procedimento di revisione degli Statuti delle
fondazioni stesse, al conseguente azzeramento
dei loro attuali organi di governo e di controllo
e alla loro nuova nomina alla luce della
normativa legislativa,
regolamentare
e
statutaria nel frattempo intervenuta o adottata;
atteso che la riforma si sostanzia, in via di
esemplificazione su:
a) un nuovo sistema di individuazione degli
Enti titolari del potere di nomina dei
componenti dell’ organo di indirizzo della
fondazione;
b) un nuovo criterio di svolgimento
dell’ attività della fondazione;
c) una nuova
conformazione
del
fondazione;
filosofia circa la
patrimonio
della
considerato che le principali caratteristiche
cui le nuove fondazioni bancarie faranno
riferimento sono:
a) il principio di prevalenza dei soggetti
designati dagli Enti locali (Comuni, Province e
Regione);
b) la necessità di scegliere tre settori
rilevanti nell’ ambito dei quattro settori
ammessi con scelta vincolata per almeno tre
anni;
c) che la maggioranza del reddito
disponibile andrà destinata ai settori ammessi
mentre la restante parte potrà essere destinata
ai settori rilevanti, ma a ciascuno di questi non
potrà essere erogato più di quanto erogato al
settore ammesso che ha ricevuto di meno;
d) che le fondazioni potranno investire in
attività vocate allo sviluppo del territorio;
rilevato che la Regione Friuli Venezia
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Giulia è al quinto posto, in campo nazionale,
per patrimonio detenuto dalle fondazioni di
origine bancaria con 3.044,5 milioni di Euro;
rilevato, altresì, che questa riforma
rappresenta una decisa svolta nel mondo delle
fondazioni bancarie cui la Regione non può
non assumersi le proprie responsabilità;
Tutto ciò premesso,
Consigliere regionale,
il
sottoscritto
interpella
lì Presidente della Regione e l’ Assessore
competente per conoscere:
1. Se si ritiene di prendere in esame
l’ opportunità di dare istruzioni alle realtà
presenti sul nostro territorio regionale al fine di
elaborare una direttiva di indirizzo preliminare
alla modifica dei rispettivi statuti e conseguenti
adempimenti.”
(879)
“ Cisilino”
“ Il sottoscritto Consigliere regionale,
vista la legge regionale 12 settembre 2001,
n.22 “ Disposizioni in materia di sorveglianza,
prevenzione e informazione delle situazioni di
rischio amianto e interventi regionali ad esso
correlati” ;
atteso che con deliberazione della Giunta
regionale n. 3209 del 27 settembre 2002 veniva
costituita
la
Commissione
regionale
sull’ amianto prevista dall’ art.5 della citata
legge regionale;
considerato che l’ art.3 della succitata legge
prevede l’ istituzione di due registri regionali di
cui uno per gli esposti e uno per i mesoteliomi
e per le altre neoplasie correlabili
all’ esposizione all’ amianto;
considerato inoltre l’ art.10 della legge in
questione che prevede la predisposizione di un
piano di informazione sulla patologia
asbestocorrelata,
interpella il Presidente della Regione
per sapere:
a) se e, in caso affermativo, dove siano
depositati i Registri previsti dall’ art. 3 della LR
22/2001;
b) da quale data si possano usare;
c) se, in attesa del piano di informazione
previsto dall’ art.10 che si auspica non tardi ad
arrivare, non ritenga di dare comunque ampie
informazioni sulla avvenuta istituzione dei
Registri sopra richiamati e dove siano, se lo
sono, depositati.”
(880)
“ Gherghetta”
0R]LRQL
“ Vista l’ impressionante escalation di
gravissimi ed efferati delitti che vedono come
vittime bambini indifesi;
Preso atto del fallimento delle politiche
lassiste che hanno pervaso e condizionato la
vita del Paese negli ultimi trent’ anni,
indebolendo e dissacrando i valori fondanti
della società cristiana in modo da generare un
senso di irresponsabilità e il disprezzo della
vita umana;
osservato che, accanto a incisive politiche
pedagogiche che devono vedere protagonista lo
Stato, le istituzioni, la famiglia, è necessario e
sentito come un esigenza dall’ opinione
pubblica, provvedere all’ inasprimento delle
pene per chi si macchia di crimini orribili nei
confronti di minorenni;
ribadito che è giunto il momento di mettere
da parte la visione cattocomunista che per anni
ha indotto a tenere in considerazione
esclusivamente le “ ragioni” di chi delinque,
contravvenendo alle regole del vivere civile,
atteggiamento che ha messo in second’ ordine,
spesso calpestandole ed offendendole, le
ragioni di chi è vittima di aggressioni, stupri,
violenze omicide;
considerato che in questi anni le famiglie di
molti figlioli uccisi barbaramente spesso hanno
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dovuto assistere alla beffa dell’ assassino
rimesso in libertà dopo breve tempo,
il Consiglio regionale impegna la Giunta
regionale
a sollecitare il Governo centrale ad
assumere iniziative concrete al fine di inasprire
le pene per chi si macchia di crimini odiosi nei
confronti dei minori;
ad avviare un dibatto serio e senza
pregiudizi per verificare se non sia opportuno e
socialmente utile chiedere la reintroduzione
della pena di morte per delitti di particolare
efferatezza come, per esempio, lo stupro e
l’ omicidio di una bambina indifesa.”
(112)
“ Zoppolato”
“ Il Consiglio regionale,
con riferimento al dibattito politico in corso
sul nuovo Statuto speciale della Regione;
considerando che la forma di governo
regionale e il sistema elettorale costituiscono
aspetti essenziali del futuro assetto istituzionale
della Regione e che il dibattito sulla riforma
istituzionale non può prescindere da tali
aspetti, che assumono un’ importanza vitale per
la governabilità e la rappresentatività delle
istituzioni
regionali,
anche
nella
considerazione che si tratta di materie
decostituzionalizzate dalla legge costituzionale
2/2001 e demandate ad una legge regionale
rinforzata;
preso atto che dal referendum confermativo
del 29 settembre scorso è emersa una volontà
popolare favorevole all’ elezione diretta del
Presidente e tale indicazione deve pertanto
costituire un punto fermo della nuova forma di
governo che il Consiglio regionale dovrà dare
alla Regione;
rilevato che, in assenza di un intervento del
legislatore regionale prima della scadenza della
corrente legislatura, le prossime elezioni sono
destinate a svolgersi secondo regole previste
per le Regioni ordinarie e che queste non
appaiono corrispondere alle esigenze di
corretta rappresentanza della Comunità
regionale, per quanto concerne le sue variegate
componenti
territoriali,
le
minoranze
linguistiche che la contraddistinguono e le
condizioni di parità di accesso delle donne alle
cariche elettive;
si impegna
a procedere, prima della scadenza
dell’ attuale legislatura, ad una modifica della
legislazione elettorale che, ferma restando
l’ elezione diretta del Presidente della Regione
supportata da un premio di maggioranza che ne
garantisca la governabilità, rimuova quegli
elementi della normativa prevista per le
Regioni ordinarie incompatibili con le
peculiarità di questa Regione, e introduca
strumenti più adeguati in particolare per quanto
concerne:
a) la eliminazione del cd listino regionale, in
quanto meccanismo che comporta l’ elezione di
Consiglieri non sorretti da un consenso
elettorale diretto;
b) il mantenimento dell’ attuale distribuzione
territoriale della rappresentanza elettorale nelle
esistenti Circoscrizioni;
c) la previsione di meccanismi idonei a
favorire la rappresentanza di minoranze
linguistiche
presenti
in
Regione
e
segnatamente della minoranza slovena;
d) la introduzione di condizioni di parità per
l’ accesso alle cariche elettive da parte delle
donne, tenuto anche conto delle norme
costituzionali e statutarie che impongono il
perseguimento di questo obiettivo al legislatore
regionale.”
(113)
“ Moretton-Brussa-Degano”
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