DEL POPOLO ce vo /la .hr dit w.e ww REPORTAGE educa Mini ex tempore: esaltata la genuinità dell’arte An no IV di Patrizia Chiepolo Mihočić P iccoli grandi artisti. Sono arrivati in 63 da quasi tutte le scuole materne dell’Istria (Cittanova, Verteneglio, Buie, Momiano, Parenzo, Umago), da Fiume (asilo “Gardelin”) e Abbazia (gruppo italiano). E si sono lanciati in una gara a suon di pennelli che alla fine ha lasciato sbalorditi tutti. Persino i critici d’arte che hanno avuto l’arduo compito di scegliere i migliori. Stiamo parlando della seconda edizione della Mini ex tempore per le istituzioni prescolari che anche quest’anno si è svolta a Cittanova, poiché è proprio la scuola elementare italiana di Cittanova ad organizzare questo bellissimo incontro. Purtroppo il tempo non è stato clemente con i pittori in erba. Pioggia, vento e freddo hanno accompagnato la manifestazione durante tutta la giornata. “Speriamo che almeno la mostra e la premiazione possano venir fatte all’aperto”, continuava a dire speranzosa la direttrice Eda Žokalj, affiancata dall’educatrice Denise Zlobec. Però niente da fare. Cosicché tutto l’incontro, dalla gara alla premiazione, si è tenuto all’interno dell’hotel Emonia e non sul piazzale Porporella. Peccato. Anche perché lavorare all’aper- to, in riva al mare, osservati dall’occhio curioso dei passanti e tutt’altra cosa che farlo all’interno di una sala poco illuminata e con poco spazio. Fortunatamente i bambini non si soffermano su questi dettagli. Trovato il loro posto all’interno della sala, si sono subito dati da fare con pennelli, colori, tempere e acrilici, sassolini, conchigliette, sabbia e pezzi di stoffa. C’era chi continuava a chiedere se al pomeriggio si andrà a fare il bagno, chi era convinto che il sole arriverà tra un momento e chi, per non sbagliare si era pure messo il costume da bagno. Quel che si dice essere pronti per ogni eventualità. Iniziamo il nostro “giro di ricognizione”. I frugoletti della materna di Cittanova, i primi che incontriamo, hanno già le idee ben chiare su cosa, e con che cosa disegnare. Sì, perché la maggior parte di questi non si limita solo ad usare il pennello, ma creano le loro opere con le mani, le unghie, le dita e ci sono quelli che a momenti non si spalmano sulla tela, nella foga di creare l’opera d’arte più interessante. “Faccio tutti i colori del mare”, mi dice una bambina mentre con tratti decisi disegna delle onde variopinte. La sua amica invece crea degli spruzzi • n. 7 con il pennello ad una distanza ben studiata dalla tela. Risultato? Un quadro molto interessante. Pesci colorati e fantasiosi, ma anche serpenti marini fatti con la stoffa, sono il risultato del lavoro fatto dai piccolini del “Gardelin”. Il tutto poi abbellito con delle cornici fatte con conchiglie e sassolini. Creazioni interessanti e inusuali presso la tavolata che comprende gli asili di Buie e Momiano. Sono pochi quelli che si sono limitati a disegnare con il pennello e i colori. Qui la creatività è all’ordine del giorno. Si fanno onde con la plastilina arricciata, mosaici con sassolini e conchigliette, quadri tridimensionali con la segatura, colla vinilica e tempera. Risultato? Un mare movimentato che “esce” dalla tela pronto a invitarvi a fare un bel tuffo. Ci sono poi quelli che al mare preferiscono i fiori e i prati, e quindi si sono sbizzarriti con i colori più vivaci. C’era pure chi, nella speranza che il sole facesse capolino, ha deciso di disegnare un grande arcobaleno. I bambini di Verteneglio hanno deciso di rappresentare il mare in una giornata di sole. Tante barchette, uccellini in volo, il sole e qualche nuvoletta. Su qualche tela c’è persino il tramonto. Che bello avere la fantasia dei bambini. Vedere il sole e anche il tramonto in questa giornata così grigia 08 • Martedì, 8 luglio 20 e uggiosa è veramente un dono che si può avere solo a questa età. I “Paperini” di Parenzo si sono presentati con svariate tecniche. Dall’acquerello, al collage, ad un quasi mosaico per finire con disegni fatti con i pennarelli. Pesci pericolosi, con denti aguzzi, mostri marini, ma anche stelline bordate con pietrine e piccoli vetri, e cavallucci marini, tanto docili e simpatici. Lavori di gruppo invece per i ragazzi di Umago, che divisi in due gruppi hanno rappresentato il fondo marino ricco di pesci, conchiglie, granchi, ricci, alghe e meduse. E se poi ci scappa pure l’amatissimo personaggio dei cartoni animati, la simpaticissima spugna Spongebob, ben venga. Collage e creazioni fantasiose pure tra i bambini del gruppo di Abbazia. C’è chi usa la sabbia per creare spiagge immaginarie, chi sassolini, chi invece non rinuncia neppure al solfato di rame, dal bellissimo colore azzurro che sulla tela ci sta a pennello. E per creare barche e vele? Si usano pezzi di stoffa, cartoncino, cannucce e bastoncini di legno. Insomma, per tutti coloro che pensano che nell’età prescolare i lavori siano infantili e di poco interessanti, bisogna dire Segue a pagina 2 2 educa Martedì, 8 luglio 2008 Dalla prima pagina Le vincitrici del concorso che sbagliano di grosso. L’impegno e la foga con la quale i ragazzi hanno lavorato per quasi tre ore è davvero impressionante. Quadri e disegni che potrebbero far arrossire anche i più grandi artisti. È questo ciò che il critico d’arte Marino Baldini, presente durante tutta la manifestazione, ci ha detto durante la nostra chiacchierata. Quest’anno purtroppo i bambini hanno dovuto lavorare in uno spazio chiuso. Crede che siano stati limitati per questo motivo? Il poter o dover lavorare all’interno di questa sala, è secondo me quasi una fortuna. Perché si socializza di più. Si vede e si commenta quello che fanno gli altri. Il valore più grande di questa manifestazione è la libertà d’espressione che è presente solo L’INCHIESTA I premiati nei più piccoli. Spesso i grandi perdono questa libertà. Come valuta questa manifestazione che si svolge per la seconda volta? Per me è un avvenimento spettacolare. Vedere come siano portati al colore, alle forme, alle svariate tecniche che usano. Ci sono lavori fatti con le tempere, gli acquerelli, i gessetti, il collage, i bambini disegnano con le mani, le unghie. È incredibile. Ci sono più tecniche che non in una vera ex tempore. C’è tutta questa genuinità dell’arte manifestata dai più giovani. Prendo parte a tantissime mostre ogni anno, e questa mi ricorda tantissimo una mostra fatta da ragazzi disabili la cui espressività era davvero impressionante. Si tratta di bambini di età prescolare che negli anni si formeranno e cam- bieranno sicuramente. Si può comunque intravedere chi sarà portato all’arte da grande? È difficile dirlo. La loro fantasia e la capacità di esprimersi è incredibile. Li possiamo liberamente paragonare ai grandi artisti. E lo dico seriamente. Alcune di queste tele potrebbero liberamente concorrere a pari merito con gli adulti. Qui non ci sono schemi predefiniti. Non abbiamo dato un tema unico ai bambini eliminando magari l’astratto o il minimalismo. Libertà totale d’espressione. È i risultati sono fantastici. Ora però arriva il momento più ingrato per la giuria: scegliere il migliore. Marino Baldini, affiancato dal pittore Stelio Pauletić, hanno avuto il suo bel da fare. E dopo circa un’oretta ecco i risultati. Menzioni onorevoli: Martina Legović (Parenzo), Antea Grdić (Cittanova), Bianca Miani (Cittanova), Erika Paoletić (Verteneglio), Giovanni Dunis (Buie), Petar Boričić (Fiume), Nicol Stabile (Cittanova) Terzo premio: Elisa Stiz (Cittanova) Secondo premio: Barbara Ilić (Abbazia) Primo premio: Gaia Miani (Cittanova) A tutti i partecipanti è andata una bella medaglia e un attestato di partecipazione. Ai vincitori invece tante tele, colori, pennelli e quant’altro per poter continuare a esprimersi tramite l’arte. Una chiacchierata sull’uso del dialetto I «putei» della «Dolac» propongono: «in fiumano il menu del telefonino» di Gianfranco Miksa P roseguono gli incontri con i ragazzi delle scuole italiane della nostra città, con tema la parlata fiumana. Dopo aver incontrato i ragazzi della Scuola media superiore italiana di Fiume e gli alunni della Scuola elementare italiana “Gelsi”, il nostro percorso inteso a conoscere “lo stato di salute” del dialetto fiumano tra i giovanissimi di oggi, ha fatto tappa alla SEI “Dolac”. Alla chiacchierata hanno preso parte una piccola schiera di giovani pieni di acume con in bocca sempre pronta la risposta a qualsiasi problema. Abbiamo avuto così il piacere di parlare con Tijan Juraj Cvjetković, Mia Vidotto e Dora Baraba della Ia; Emma Petrović e David Sirka della IIIa; Matteo Cernogoraz, Nina Rukavina e Kris Dragičević della IVa. Esattamente come i loro coetanei della “Gelsi”, gli alunni della Dolac hanno dimostrato un’ottima dimestichezza con il gergo fiumano, precisando anche la consapevolezza dello stato precario in cui si trova. Ma non si sono fermati qui, riconoscendo il triste problema hanno proposto diverse soluzioni, molte delle quali al limite delle genialità. I ragazzi, pieni di arguzia, hanno illustrato diverse idee fantasiose per tenere in vita la realtà dialettale fiumana, molte delle quali, come vedrete, palpabili e “facilmente” impiegabili. Alla domanda dove si esprimono più con il dialetto i ragazzi hanno risposto perlopiù tra le quattro mura di casa. “È più facile, più bello, più interessante e più naturale. Parlo il dialetto con i genitori e i nonni, mentre a scuola con gli amici in italiano e croato”, racconta David Sirka. Anche Emma Petrović afferma di esprimersi a casa in fiumano. “Tra di noi compagni di classe, racconta invece Kris Dragičević, parliamo il dialet- Il gruppo di alunni che ha partecipato alla chiacchierata to. Ovviamente ci sono degli alunni che non lo parlano affatto. Con loro siamo costretti a comunicare in italiano anche perché non comprendono bene il nostro idioma”. I giovani ci hanno descritto alcune delle parole del dialetto, come e da chi vengono usate e la ragione per la quale piacciano molto. “Gnoco, oltre a significare gnocchi di patate, dunque l’alimento, è anche il termine adoperato, perlopiù da persone anziane, ma non è una regola, per indicare i piccoli bambini. Alla pari di putel”, hanno spiegato David Sirka e Matteo Cernogoraz. Alle loro osservazioni ha ribadito Nina Rukavina, spiegando che “è più comune il termine picia o picio”. “I miei adoperano, un’altra variante, non necessariamente del dialetto fiumano, ossia la parola micio, poi fiumanizzata in micieto’”, racconta David Sirka. “Normalmente i miei a casa mi chiamano per nome”, osserva scherzando il piccolo Tijan Juraj Cvjetković. “Tutte le parole come anche le intonazioni sono piacevoli da sentire e scrivere. Il dialetto poi rispecchia la realtà di un popolo, di una società, delle nostre genti. Mi piace il fiumano per il semplice fatto che quando lo sento so di essere a casa. E poi esso rispecchia appieno quell’umore bonario, scherzoso e divertente delle persone che lo parlano. E ancora l’accesa gesticolazione che lo accompagna. Sono solo alcuni elementi molto divertenti e interessanti della parlata”, spiega Kris Dragičević. “Una delle cose che prediligo, continua David Sirka, nel dialetto della nostra città è l’assenza delle regola delle doppie. Quando si scrive in fiumano non dobbiamo stare attenti alla doppie, magari si potesse scrivere i compiti assegnatici a scuola in dialetto” . “Una delle parole che preferisco è struza de pan, soprattutto pan, poiché è abbre- viata da quella in lingua” afferma il piccolo Cernogoraz. È stata chiesta l’inevitabile domanda di turno; cosa fare per tenere in vita la nostra parlata? I ragazzi della “Dolac” si sono dimostrati pieni di idee fantasiose, molte delle quali brillanti. Tutti sono d’accordo nell’introdurre nel programma scolastico o extrascolastico l’insegnamento del nostro gergo: “in questo modo piano piano, tutti imparerebbero il dialetto” affermano i ragazzi a gran voce. “Io farei dei giochi da tavola o su computer in dialetto fiumano” racconta David Sirka. Matteo Cernogoraz propone di introdurre una trasmissione in una dalle radioemittenti con canzoni fiumana. Emma Petrović fa eco con un programma televisivo in parte d’attualità e in parte incentrato nel descrivere gli usi e costumi, come anche la parlata, delle persone che si esprimono in fiumano. “Da poco è uscito il Dizionario del dialetto fiumano, non sarebbe male continuare su questa strada con un’enciclopedia, scritta proprio in fiumano” spiega Nina Rukavina. “Anche io seguirei questa linea dei programmi televisivi e radiofonici, con giochi a quesiti riguardo il significato di certe parole e la loro pronuncia, afferma Kris Dragičević. Tijan Juraj Cvjetković tradurrebbe libri in dialetto fiumano, mentre Mia Vidotto e Dora Baraba propongono di includere nei telefonini il dialetto fiumano, come schermata del menu. E ancora altre idee come quella di Matteo Cernogoraz che tradurrebbe alcune pagine Internet nel nostro gergo. “Ad esempio il sito delle città di Fiume che è proposto in croato, italiano e inglese, proporlo anche nella parlata fiumana” ha detto il picio della Dolac. educa 3 Martedì, 8 luglio 2008 PROGETTI Lavoro di ricerca degli allievi delle Scuole elementari della CNI «Lo scorrere del tempo», un tuffo nella ricca storia della città dell’Arena di Rosanna Mandossi Benčić Il Tempo, Salvia Postuma Sergi, un romano e Re Epulone La classe IVa con l’insegnante Rosanna Biasiol Babić Il ragazzo della regia Personaggi del Novecento “Noi alunni della classe quarta del Gruppo Conoscenza del territorio abbiamo visitato la città e gli insegnanti con il direttore (Mario Lonzar, nda.) che ci guidavano ci hanno fatto osservare tante cose e comprendere cosa esse rappresentano. Abbiamo fatto le fotografie di tutto ciò che rappresenta meglio il passato di Pola. Siamo stati nei musei. Abbiamo visitato mostre, sfogliato libri e opuscoli, visto tante foto e cartoline, e scelto le più belle. L’insegnante ci ha pure letto alcuni scritti e fatto sentire alcune canzoni di personaggi importanti che in versi, frasi, canti o musica hanno detto quanto sentivano per questa nostra città. Così anche con l’aiuto degli adulti è nato questo lavoro che voleva lasciarci un bel ricordo delle passeggiate per Pola nel suo spazio e nel suo tempo. Abbiamo pure voluto immedesimarci nei personaggi ed abbiamo animato il passato. Poi abbiamo saputo di questo concorso ed eccoci qua”. È questa l’introduzione a “Lo scorrere del tempo”, egregio lavoro multimediale, eseguito dai diciotto alunni della IVa della Scuola elementare italiana “Giuseppina Martinuzzi” di Pola, guidati con estro dalla loro insegnante, Rosanna Biasiol Babić. Il lavoro è servito a partecipare, per la prima volta, agli Itinerari di bellezza, una presentazione multimediale dei Progetti di ricerca degli allievi delle Scuole elementari della Comunità nazionale italiana, nell’aprile scorso. È servito a crescere, a innalzarsi nel sapere, a suscitare l’interesse per la storia e a stimolare l’amore per il luogo natale. “Scorrere del tempo” ha fatto recentemente da corollario a una serata di presentazione della scrittrice e poetessa Ester Barlessi Sardoz, suscitando l’apprezzamento del pubblico. Il progetto era partito con il programma scolastico in terza elementare, ci racconta l’insegnante. Così, da un “piccolo” lavoro, iniziato praticamente passeggiando per città, visitando musei e monumenti, questa classe di ricercatori in erba si è trovata ad avere nelle mani un’opera di un certo conto, per età e preparazione dei ragazzi che, non dimentichiamoci, hanno intorno ai dieci anni. Inoltre, nella parte scritta e in quella narrata (il lavoro è stato presentato su dvd, con tanto di immagini, e con una sfilata dei ragazzi in costumi d’epoca, nda.), racconta sempre Rosanna Biasiol Babić, sono stati annotati pensieri e versi di poeti, scrittori e musicisti legati a Pola. “Ho letto tantissimo per poter inserire nel testo pensieri e musiche. Nella parte scritta trovano posto nomi come quelli di Nelida Milani Kruljac, Milan Rakovac, Umberto Matteoni, Ugo Vessellizza, Ester Barlessi Sardoz, Gianna Dallemulle Ausenak, Stefano Stell, Daniel Načinović e Vladimiro Gagliardi. Nella parte musicata sono state inserite le musiche di Bruno Krajcar (“Grazie Pola”, “Cità de cartolina”), brani cantati dai cori della SAC “Lino Mariani” con, per lo più, arrangiamenti del maestro Nello Milotti, quelli del Coro Zaro, nonché brani di Paola Stermotić e di Boško Obradović”. Così, invitati dal Tempo (“Venite con me e assieme a me vivrete e vedrete la storia della vostra città”), i ragazzi hanno iniziato il loro viaggio nelle Grotte di San Daniele e a Nesazio, fino ad “assistere” alla nascita della Colonia Pietas Julia Pola, prima forma di vita urbana di questi territori (“Pola, adagiata sui suoi sette colli: come una bella donna addormentata; veste il suo mantello che ha il color del mare e quel del cielo”). Per saperne di più della Repubblica di Venezia, tappa obbligatoria al Castello, costruito con le pietre dell’antico teatro, progettato dall’architetto De Ville (“Son sul castel che domina sta nostra cara Pola e con un’ociada sola abraso la cità”). Dal Castello, lo sguardo si posa sul cantiere, e i ragazzi fanno la conoscenza della Defunta, e dell’ammiraglio che decise che Pola sarebbe stato il più grande porto dell’Impero austro-ungarico. Si erigono, oltre all’arsenale, inaugurato dall’imperatrice Elisabetta d’Asburgo nel 1856, palazzi, ville, caserme e forti; il Tribunale, l’Ospedale di Marina, la Chiesa della Marina, l’Osservatorio di Monte Zaro, il Teatro e il Mercato centrale. E via di questo passo, con Pola sotto l’Italia (Fabbrica Tabacchi, Bagni di Stoia, Chiesa di Sant’Antonio, Idroscalo), il periodo della Seconda Guerra Mondiale, l’Esodo (“Una folada de ricordi porta l’afan al cuore come vento che frusta la marea”), la Jugoslavia e la Croazia. “Ho parlato ai ragazzi – così l’interlocutrice – delle feste del mare che venivano organizzate in epoca italiana, con le navi addobbate, della mularia de Pola, e dell’Esodo e ho cercato di avvicinarli nella maniera più plausibile, vista la loro giovane età. Abbiamo ricordato la costruzione della SMSI “Dante Alighieri”, l’arrivo di ben due presidenti italiani, la costruzione della palestra, di cui siamo tutti in attesa”. Il Tempo assieme alla Dama austriaca, l’ammiraglio Hans Dahlerup e Lorenzo de “Le nozze istriane” (A.Smareglia) Le Voci narranti Teodora, il Tempo e il podestà di Venezia 4 educa SPORT Martedì, 8 luglio 2008 Il singolare progetto ha suscitato un notevole interesse Judo nel programma del doposcuola grazie agli allenatori del Club «Rijeka» di Lucio Vidotto I n un mondo in cui nessuno dà niente per niente si rischia di sembrare fin troppo diffidenti quando qualcuno vuole essere generoso, per la serie “qui gatta ci cova”. Lo scorso anno in alcune scuole fiumane, tra cui alla “Dolac”, nel programma delle attività libere del doposcuola è stato inserito per la prima volta il judo su iniziativa del club Rijeka che con i suoi allenatori ha offerto e continuerà a offrire tutto gratis. “Ammetto che l’idea è stata mia – spiega Slaviša Bradić, primo allenatore e uno dei principali responsabili del successo del club – e che sono stato spinto in primo luogo dal desiderio di popolarizzare questo sport. Non c’è modo migliore che partire dai bambini. Fin dall’inizio sono partito con l’intento di non far pesare le ore di judo alle scuole e ai genitori. Niente quote di iscrizione e niente compensi per gli allenatori. Nel primo anno non poteva andare tutto liscio e così sono arrivati in ritardo i finanziamenti promessi dal Comitato Olimpico e dalla municipalità. Abbiamo cominciato con le scuole elementari “Dolac”, “Pećine” e “Trsat” dove l’iniziativa è stata accolta subito con entusiasmo. Poi la municipalità ha riconosciuto la validità del nostro programma ed ha acquistato un tatami, la superficie su cui si lotta, indispensabile per praticare quest’arte marziale. Dall’Associazione nazionale siamo riusciti a ottenere due tatami olimpici e così ora siamo messi bene”. Nel frattempo la Città di Fiume, attraverso il dipartimento per l’istruzione e quello per lo sport, dovrebbe inserire nel Bilancio per il 2009 dei mezzi aggiuntivi a sostegno di questo singolare progetto che ha una dimensione didattica e sportiva. “In autunno ci prepariamo a iniziare anche alla “Belveder”, alla “V. Gortan” e alla scuola in Braida. In questo momento – ha constatato Bradić – è il massimo che possiamo dare con i sei allenatori di cui disponiamo. A fine anno organizzeremo un campionato delle scuole a livello regionale per il quale abbiamo già assicurato coppe e medaglie, ma anche dei bei premi per le mi- gliori scuole, come un tavolo da ping pong, palloni e altri articoli sportivi”. Il progetto del judo nelle scuole riguarda per ora gli alunni delle classi inferiori, dalla prima alla quarta, con due ore settimanali. Non c’è nemmeno l’intento diretto di far convogliare al palasport di Tersatto, dove opera il club, tutti gli interessati. Bradić assicura: “Sono due anni che non organizziamo delle campagne per le iscrizioni. Non c’è bisogno di pubblicizzare la nostra attività. Funzioniamo con il passaparola. Oggi siamo in 150. Per questo motivo ci avviciniamo noi ai bambini senza trascinarli subito nel nostro club. Diamo ai bambini l’occasione di imparare e di divertirsi, colmando il tempo che si trascorre al doposcuola”. Questa antica arte marziale giapponese fa parte oggi degli sport scolastici in Croazia e a Zagabria funziona già, anche se su principi diversi, con gli allenatori pagati dai genitori. “In Francia o in Canada il judo è molto apprezzato in quanto consente di aquisire una solida preparazione sportiva di base, utile per la coordinazione, con molti elementi ginnici. Anche questo è un motivo per il quale viene proposto nelle scuole”, osserva l’allenatore. I bambini, a prescindere dalla predisposizione o dal talento, sono spesso vittime delle ambizioni dei genitori, delle aspettative degli allenatori e infine delle proprie frustrazioni quando i risultati non arrivano. Il Judo club Rijeka ha una strana fama, quella di saper aspettare, di non accelerare la maturazione facendo pressione sui ragazzi: “Forse siamo l’unico club in Croazia a ragionare in questo modo. Da noi c’è un clima disteso e, nonostante ciò, i risultati arrivano puntualmente. Quando maturano e arrivano alla categoria cadetti o juniores, diamo ai ragazzi l’occasione per migliorare. Per i bambini più piccoli è uno stress inutile. Ci deve essere sempre una dose abbondante di piacere in quello che si fa, il che vale per i ragazzi, i genitori e gli allenatori”. A Fiume è l’unico club mentre a livello regionale funziona quello di Veglia e uno a Delnice mentre dal prossimo autunno ne dovrebbe nascere uno anche a Buccari, tutti uniti nell’Associazione da poco La Città di Fiume ha riconosciuto la validità di questo progetto didattico-sportivo che dovrebbe venir inserito nel Bilancio per il 2009 attraverso i dipartimenti per l’istruzione e lo sport L’allenatore Slaviša Bradić Con Tomislav Došen, promessa del judo croato costituita a livello regionale. Il club fiumano utilizza i vani nel palasport di Tersatto, piuttosto lontano per tutti i bambini che vivono nei rioni occidentali. Per questo l’avvicinamento a questo sport nelle scuole assume un’importanza ulteriore. Per andare oltre, come conclude Slaviša Bradić, “occorre dedizione, la ricerca della perfezione, la regolarità e avere una certa intelligenza. Prima di arrivare a certi livelli per i genitori che tornano a casa dal lavoro credo sia bello sapere che i bambini oltre a essere stati a scuola e ad aver fatto i compiti hanno avuto anche la possibilità di fare sport. Con i ritmi frenetici in cui viviamo è una buona cosa. Noi facciamo del nostro meglio, senza grandi aspettative nell’immediato, ma sicuri che a lungo andare arriveranno anche i risultati”. In fondo, è anche un modo per tenere d’occhio il bacino di potenziali judoka che successivamente potranno riconoscersi in questo sport estremamente impegnativo e faticoso. “Noi abbiamo il compito di dare la giusta motivazione”, conclude il nostro interlocutore. Se non siamo ancora riusciti a farlo conoscere diremo che oltre ad essere lo spiritus movens e primo allenatore nel club, ha un passato di campione croato, di istruttore per le unità antiterroristiche della polizia militare, mentre oggi ricopre anche l’incarico nella Federazione croata di capo della Commissione per le cinture, un organo che stabilisce le modalità e i criteri per il conseguimento delle cinture o grado di preparazione. Bradić, ritenuto come uno dei massimi esperti in materia in Croazia, ha concepito questo programma, adattato anche ai più piccoli, con esami una volta all’anno. Si dà una grande importanza alla motivazione che può dare la consapevolezza di aver superato un nuovo gradino. Anno IV / n. 7 8 luglio 2008 “LA VOCE DEL POPOLO” - Caporedattore responsabile: Errol Superina IN PIÙ Supplementi a cura di Errol Superina Progetto editoriale di Silvio Forza / Art director: Daria Vlahov Horvat edizione: EDUCA e-mail: [email protected] Redattore esecutivo: Viviana Ban / Impaginazione: Tiziana Raspor Collaboratori: Patrizia Chiepolo Mihočić, Rosanna Mandossi Benčić, Gianfranco Miksa, Lucio Vidotto Foto: Ivor Hreljanović, Graziella Tatalović e Lucio Vidotto Il supplemento esce con il sostegno finanziario della Regione Istriana, Assessorato alla Comunità nazionale italiana e altri gruppi etnici. La pubblicazione del presente supplemento viene supportata finanziariamente dal Governo Italiano per il tramite dell’Unione Italiana di Fiume e dell’Università Popolare di Trieste, in esecuzione al Contratto n○ 83 del 14 gennaio 2008, Convenzione MAE-UI, n° 2724 del 24 novembre 2004 derivante dalla legge 193/04