Carissimi/e, preparati dal "tempo adatto" della Quaresima, ci avviciniamo alla Santa PASQUA del Signore nostro Gesù Cristo. Vogliamo predisporre le nostre persone, e le nostre famiglie,a vivere intensamente, nella Liturgia, e a incarnare poi nella vita quotidiana, l'esperienza totale del Cristo, nella nostra Comunità cristiana. La Pasqua porterà poi tante altre esperienze: la Visita pastorale vicariale del nostro Vescovo Antonio e il Pellegrinaggio alla "Colleggiata" di Nivelles, in Belgio, dove visse la nostra Patrona, Santa Gertrude. Poi il Mese di maggio, ecc..ecc... Giunge così anche questo incontro tra noi paesani residenti a Rotzo, e quello tra noi e quelli, per vari motivi, non più qui residenti,, e gli affezionati ospiti del nostro paese. Invitiamo tutti a leggere attentamente questo opuscolo, ad inviarci le vostre proposte per renderlo sempre più ricco e bello; ad inviarci articoli che servano al suo compito di illustrare e ricordare la nostra storia, la nostra vita. Un particolare saluto ai nostri ammalati e anziani, agli emigrati e ai piccoli. Augurando a tutti e a ciascuno una santa e felice Pasqua, che si prolunghi nel tempo. Vi saluto di cuore; d.Pierangelo Rotzo, 17.03.2012 Festa di S.Gertrude,Vergine ORARI SETTIMANA SANTA SABATO 23/03: Ore 18.00: S. Messa della Passione DOMENICA 24/03 : Ore 09.00: S. Messa della Passione ( A Castelletto); Ore 10.15: Processione delle Palme e S. Messa; Ore 18.00: S. Messa della Passione; LUNEDI’ 25/03: Ore 09.00: S. Messa; Per Altre celebrazioni vedasi foglietto settimanale MARTEDI’ 26/03: Ore 09.00: S. Messa; Per Altre celebrazioni vedasi foglietto settimanale MERCOLEDI’ 27/03:Ore 09.00: S. Messa; Per Altre celebrazioni vedasi foglietto settimanale GIOVEDI’ 28/08: GIOVEDI’ SANTO: Ore 20.30 : S. Messa della CENA DEL SIGNORE; VENERDI’ 29/03 : VENERDI’ SANTO : Ore 16.00: Solenne Via Crucis; Ore 20.30: Celebrazione della PASSIONE DEL SIGNORE SABATO 30/03 : SABATO SANTO: Ore 20.30: VEGLIA PASQUALE. DOMENICA 31/03: DOMENICA DI RISURREZIONE: Ore 9.oo S.Messa (a Castelletto) " 10.15 S.Messa; " 18.oo S.Messa. LUNEDÌ' DELL’ANGELO 01/04 : Ore 9.oo: S.Messa (a Castelletto); " 10.15: S.Messa (in parrocchiale). IL ROSARIO (3^ parte: I MISTERI DOLOROSI) PREMESSA: Dopo aver brevemente riflettuto sulle prime due parti del Rosario, con i Misteri della GIOIA (gaudiosi) e della LUCE (luminosi): in questo numero una breve riflessione sulla 3^ parte: i MISTERI DEL DOLORE (dolorosi). "Mistero": Con questa parola indichiamo soprattutto dei "FATTI", degli AVVENIMENTI, apparentemente naturali, normali, ma che invece hanno un profondo significato, valore ed efficacia di salvezza, perché, per mezzo di essi, Dio ci libera della nostra situazione di peccato (cioè la nostra incapacità di salvarsi da soli), per farci dono della sua GRAZIA. Ma che, per capirli e riceverne gli effetti benefici" è necessaria una rivelazione specifica da parte di Dio, il quale lo ha fatto, e lo fa, per mezzo di Gesù (con le sue "confidenze") e della Chiesa (con la predicazione), 1°) II DOLORE (i "Misteri dolorosi"): 1°) II male, il dolore, la morte: si tratta di problemi concreti, vitali, che mettono in crisi il "senso della nostra vita" (problemi filosofici...) e la stessa esistenza di Dio (problema teologico...) Dal punto di vista religioso (della Fede) questo problema va affrontato nel confrontare tra loro la LIBERTÀ di Dio e la LIBERTÀ dell'uomo: -Dio è Vita, è Bene, è Felicità. Egli ha creato l'uomo perché vuole renderlo partecipe di tutto questo (è lo scopo della creazione). L' uomo è chiamato, in piena libertà, ad accettare questa proposta di bene o rifiutarla.... Di fatto, come ci dice la Bibbia (vedi Genesi...), l'uomo ha scelto (e, spesso, sceglie anche adesso) di "disobbedire" di non sapersene che fare proposta, scambiando la "LIBERTÀ" (che è la fare il bene; ciò che è bello, vero, giusto, ...doveroso) con la "LICENZIOSITÀ” (il seguire i propri istinti, dei propri comodi....). di questa capacità di necessario, capricci dei Questo però che fa capire (e ciò è segno di grande speranza) che: - Poiché il BENE viene da Dio, la possibilità, per noi, di raggiungere il bene e la felicità rimane intatta (possiamo fare sicuro affidamento su questo); - Per cui, per risolvere il problema (del male, del dolore...) si deve (e si può) agire sull'uomo (su di noi)...portandolo a "convertirsi" alla libertà autentica (fare il bene) e perciò "convertirsi a Dio", a sfruttare la "misericordia", l'amore misericordioso di Dio (che non solo ci può donare il bene, ma è capace di ricavare il bene anche dal nostro male). La RIVELAZIONE CRISTIANA ci dice che Dio vuole questa nostra redenzione, e che lo fa, fondamentalmente, PER MEZZO DI GESÙ' , il Figlio suo. Dio egli stesso, fattesi Uomo.... Gesù infatti è colui che è venuto per riscattare, salvare, liberare gli uomini dal loro PECCATO (la licenziosità) causa profonda di ogni male... Lo ha fatto non togliendoci la LIBERTÀ ma restituendocela (liberandoci dalla LICENZIOSITÀ); Non ha tolto la malattia, il dolore e la morte...ma li ha "assunti" (fatti suoi...), li ha svuotati dal di dentro: li ha vinti (egli è risorto) anzi li ha resi occasione per "crescere", per farci diventare "più uomini", rendendoci "conformi a lui. Gesù, l'Uomo nuovo...). Gesù infatti ci viene presentato dalla Bibbia come: -L' UOMO DEI DOLORI (vedi profeta Isaia); non perché "peccatore", ma perché è stato libero, obbediente al Padre, costi quel che costi, fino anche a dare il massimo segno dell'amore totale ed eterno di Dio...fino a dare la sua vita sulla Croce... -L' UOMO NUOVO (il Samaritano) "mandato" in soccorso degli uomini, per assisterli, curarli, portarli a libertà, a vita nuova e piena. - Così, il dolore, la malattia, la morte..lo stesso peccato...da pretesti per affermare l'assenza di Dio, anzi come segni di una sua presunta maledizione, sono diventati occasione perché Dio potesse manifestare e attuare il suo AMORE, libero e liberante, gratuito e totale... - Una "CONFORMITÀ al CRISTO, Uomo dei dolori" provvisoria, ristretta alla esperienza terrena, legata tempo, che, come i dolori del parti, è finalizzata alla vita piena, totale gioiosa...gloriosa (quando Dio, "asciugata ogni lacrima" (cfr Apocalisse 21) ci renderà partecipi della sua felicità eterna (vedi "MISTERI GLORIOSI" (prossima puntata)). 2°) I "MISTERI DEL DOLORE" (o dolorosi): 1°) L' AGONIA NEL GIARDINO DEGLI ULIVI. "AGONIA" vuoi dire "lotta".... La lotta per scegliere bene tra la possibilità di "salvare la pelle" (ma tradire se stesso...fallimento...) e quella di affrontare la MORTE per essere se stesso, nello spirito di fedeltà, obbedienza e amore verso il Padre e verso gli uomini; come segno più grande di questo amore.... 2°) LA FLAGELLAZIONE: II dolore gratuito fine a se stesso....o a fin di bene (nel nostro caso, come tentativo maldestro, velleitario, di liberare Gesù, invece di intervenire come l'onestà, il dovere richiedevano...). La flagellazione "scarnifica" il corpo...richiama e si contrappone all'uso distorto del corpo (profanazione, strumentalizzazione del corpo....per dominare o sedurre...ecc..) e richiama i peccati commessi con i sensi.. 3°) LA CORONAZIONE DI SPINE: Richiama i peccati commessi con l'intelletto, come la superbia, l'ipocrisia, ecc.. Gesto derisorio, di scherno, che diventa, suo malgrado, profetico: Gesù è veramente RE, perché sa veramente gestire il "potere" (come servizio); perché è proprio del re concedere la "grazia" al condannato, come fa Gesù nella sua opera di perdono (come è avvenuto per il "ladrone" pentito.....). 4°) LA SALITA AL CALVARIO (la "VIA CRUCIS": Con gli incontri: Maria (la corredentrice); il Cireneo (l'offrire le nostre "croci"...); "Veronica", la vera-icona, immagine di Gesù, da stampare nel nostro cuore); le "pie donne"(che Gesù invita alla "conversione"...);la "spogliazione" e sospensione sulla croce (la immobilità che muove, è bloccato dai chiodi, ma in effetti sta operando al massimo: ci sta salvando); II dialogo con Maria e Giovanni (dove nasce il rapporto fecondo Maria-Chiesa); l' Ultima tentazione: "Scenda dalla croce": scendendo dalla quale avrebbe non salvato, ma tradito se stesso e gli uomini...). 5° LA MORTE: "Tutto è compiuto"..."A tè. Padre, affido il mio spirito": atto supremo di Fede e di Amore, del dono di sé....; La Fede del centurione (che scopre in Gesù l'Amore di Dio...); il "colpo di lancia", che squarcia il cuore di Gesù, da cui esce "sangue ed acqua", segno della Chiesa (nuova Eva), che nasce dal fianco di Gesù (il nuovo Adamo); come Eva era "uscita" dal fianco di Adamo... L’ANGOLO DEI RAGAZZI I casi impossibili. Rita era nata a Roccaporena, in comune di Cascia, poco lontano da Norcia ove era nato il grande Benedetto, detto "abate" perché fondatore di un grande Ordine religioso (monastico) detto dei Benedettini. Dopo la morte del marito e dei suoi figli, Rita decise di farsi monaca. Fu accolta, prodigiosamente, nel monastero delle Agostiniane di Cascia. Un giorno, Rita fu avvisata di recarsi urgentemente dalla madre badessa ("badessa" è il corrispondete femminile di "abate", che significa "padre" dei monaci...), la quale desiderava parlarle. Rita si affrettò ad andarci, con tanto timore, domandandosi in che cosa poteva aver sbagliato, per cui potesse essere espulsa dal monastero, essendo lei ancora novizia, cioè in quel periodo di prova che si doveva (e si deve) passare prima di poter diventare monaca. Scorse la badessa che camminava al limite dell'orto, dalla quale ebbe un cenno di avvicinarsi. "In nome di santa obbedienza - le disse la badessa - vi prego di avere cura di questa pianticella, abbeverandola ogni giorno". E così dicendo prese da un mucchio di ramaglie destinate al fuoco, un tralcio di vite secco, e lo piantò per terra. Rita chinò il capo in segno di obbedienza; zappò per bene la terra attorno al ramo secco, vi pose un po' di concime e iniziò a innaffiarlo con ogni cura, giorno dopo giorno, nonostante qualche sorrisetto di derisione o di compatimento delle altre monache. Lei però, sull'esempio di S.Francesco d'Assisi, fece diventare quella sua mansione, segno di perfetta obbedienza e di perfetta letizia. I giorni passarono, e dopo più di un anno, quando la badessa si era completamente dimenticata dell’ordine dato a Rita, passando per caso vicino allo orto, notò un tenero virgulto che faceva bella mostra di sé come se volesse farsi notare. La badessa, dopo aver guardato bene quel virgulto, riconobbe con stupore che si trattava proprio del tralcio secco, che lei aveva piantato, ordinando a Rita di annaffiarlo ogni giorno. In quel momento, sentì dei passi che si avvicinavano. Era Rita, che con il suo secchiello, stava arrivando per annaffiare il suo virgulto. Le due donne si guardarono negli occhi, si capirono, e, senza dire niente, si abbracciarono. Anche oggi, i numerosi pellegrini che si recano a visitare i luoghi di Rita, che la Chiesa venera come "Santa", possono ammirare, nel monastero delle Agostiniane di Cascia, una rigogliosa vite secolare che si arrampica sui muri e da tutti riconosciuta come la pianta del miracolo.... .dell’ umanamente impossibile. Nota finale: Rita era nata a Roccaporena di Cascia nel 1381. Spostasi, per volontà dei genitori, un uomo violento ed inquieto, che lei amò con dolcezza e costanza. Ebbe due figli, che morirono poco dopo la morte del padre. Allora decise di ritirarsi a vita penitente, entrando prodigiosamente nel monastero agostiniano di Cascia. Morì nel 1457. Dichiarata "santa" dalla Chiesa, viene festeggiata il 22 maggio. E' invocata particolarmente dalla donne che desiderano avere figli e nei "casi...impossibili" (Liberamente preso da "STORIE" di L.Ferraresso) OMAGGIO A MARIA 1° GENNAIO 2013. "Omaggio a Maria, congratulazioni per la sua divina MATERNITÀ'". Anche quest'anno abbiamo rinnovato il nostro "Omaggio alla Madre, Maria Santissima, per la sua divina Maternità". Riportiamo qui sotto, ovviamente in forma anonima, i testi delle "preghiere" che sono state depositate ai piedi della statua di Maria Ss.ma, in tale circostanza. (e questo per edificazione di tutti...). "Come tu hai accettato con gioia la volontà di Dio, aiuta noi ad aprire il nostro cuore a Gesù". "Cara Madonnina, fa che la mia famiglia assomigli sempre più alla tua, la Famiglia di Nazaret, sia nei momenti più gioiosi che in quelli più difficili. Fa', Maria, che la mia mamma abbia tè come esempio". "Sei tutta santa, sei tutta pura, sei tutta bella, o Vergine Maria, ma soprattutto sei la nostra mamma del cielo e con il tuo esempio d'amore, cercheremo noi mamme di questa terra di crescere nella fede i nostri figli". "Ti prego con tutto il cuore, o Santissima Madre, ti prego per tutta l'umanità. Siamo povere creature che abbiamo bisogno del tuo aiuto di Madre, non ci abbandonare ! Abbiamo bisogno di pace e di amore. Portaci il Principe della pace, lo aspettiamo. Mamma, ascolta le nostre preghiere". "Umile fanciulla di Nazaret, ottienici di non vergognarci mai della nostra fede e di testimoniare ovunque, con la vita, la bellezza del Vangelo. Oggi e sempre. Amen." ; "Abbiamo in cielo un Cuore di Madre, la Madonna, Madre nostra, che ai piedi della Croce soffrì quanto è possibile a una creatura umana, comprende i nostri dolori e ci consola. Ti siamo riconoscenti, o Madre, e chiediamo la tua benedizione". "Cara Maria, grazie per tutti i doni che ci hai dato, inviandoci lo Spirito Santo, a vivere nella gioia secondo il tuo esempio e a essere uniti ed aperti al progetto che tu hai per noi". Santissima Madre di Dio, mi sei sempre stata vicino nei momenti difficili, mi hai sempre protetta; ti ringrazio per tutte le sollecitudini che hai avuto con me. Celeste Madre, non abbandonarmi mai, fammi sentire la tua presenza, sempre; mi affido a te e al tuo Figlio Gesù". "Vergine santa, proteggi le nostre famiglie, fa' che le mamme vedano in te il modello da seguire con umiltà, disponibilità, spirito di sacrificio e di servizio. Grazie per aver accettato l'invito dell'angelo che ha permesso la venuta del Salvatore in questo mondo tormentato". "Madonna, sono felice che sia arrivato questo nuovo anno. Ti ringrazio di avermi aiutato; aiuta dove c'è la guerra e anche i bambini poveri". PS.: Non abbiamo riportato una lettera, piuttosto lunga, che per gli argomenti trattati ci è sembrato potesse far individuare l'autore. Ci auguriamo di non aver commesso un errore, nel senso che invece l'autore sperasse venisse divulgata: in questo caso ce ne scusiamo. Siamo certi però che tale "lettera" è stata letta da Maria Ss.ma, e Lei saprà come comportarsi. CRONISTORIA PARROCCHIALE (dal 1°.12.2012 al 28.02.2013) 02-12; Dom.: Inizia; con l'Avvento, un nuovo ANNO LITURGICO, che sarà caratterizzato, tra l'altro, dalla riflessione sul tema della FEDE e su varie "novità" pastorali.... 23-12: Dom.: PRIMA CONFESSIONE per 11 nostri Ragazzini (di 4^ elementare).Oggi, per la 1^ volta nel 2012, viene anche distribuita la "Busta" per le necessità economiche della Parrocchia. 25-12, Mar: NATIVITÀ' del SIGNORE. La celebrazione inizia con la S.Messa di Mezzanotte (inizio ore 23.30 (del lunedì)); alla quale segue il "rinfresco" offerto dalla Pro Loco; Imitando le famiglie che alla nascita di un figlio espongono un "fiocco (rosa se femminuccia, celeste se maschietto)", anche noi proponiamo di esporre un "fiocco celeste" per annunciare (e testimoniare) la nascita di Gesù. Nel pomeriggio viene inaugurata e aperta, nella chiesa di S.Margherita, la tradizionale "MOSTRA DEI 100 PRESEPI". 30-12: Dom.: FESTA della S. FAMIGLIA DI NAZARET. Preghiamo per le nostre famiglie, alle quali, in serata, dedichiamo il CONCERTO DI NATALE, eseguito dal complesso strumentale "FOLK CHRISTMAS BAND" 31-12: Lun.: FINE ANNO: In serata la tradizionale VEGLIA DI PREGHIERA sul tema del TEMPO, dono di Dio per la nostra salvezza....". 1°-01. 2013: Mar. CAPODANNO CIVILE ma noi festeggiamo soprattutto MARIA, la SANTISSIMA MADRE DI DIO, soprattutto col il "segno" dello OMAGGIO A MARIA, LA MADRE (portando all'altare delle immagini di Maria, su cui ciascuno ha potuto anche scrivere un "messaggio" a Maria (vedi articolo apposito). Non ci siamo, ovviamente, dimenticati la GIORNATA PER LA PACE, secondo le indicazioni del Papa. "imprestato alla UNITALSI del Triveneto. Dal 21 al 24 gennaio è stata ospitata dal nostro Vicariato. L'abbiamo avuta nella nostra Parrocchia nella serata di LUNEDÌ' 21 (ore 19.30: recita del S.Rosario; ore 20.oo: S.Messa; molto partecipata,(come, del resto, tutte le manifestazioni riguardanti questo evento). 02-02; Mer.: CONCERTO di INIZIO ANNO: eseguito, in serata dala Gruppo CORALE ALTOPIANO SETTE COMUNI, con la partecipazione del "PICCOLO CORO S. MATTEO" di Asiago. 27(01; Dom.: INDICAZIONE dei possibili CANDIDATI alla ELEZIONE per il nuovo CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE: Tutti coloro che hanno partecipato alle Ss.Messe (se maggiori di anni 16) hanno potuto ritirare la scheda e indicare un massimo di 6 nominativi (schede distribuite 120 e., depositate nella urna N° 92). Nelle settimane successive i mèmbri del CPP uscente, hanno scrutinato le schede e avvicinato gli "indicati" per verificarne la disponibilità ad accettare la candidatura per le elezioni vere e proprie che avranno luogo domenica 17 marzo p.v. . 03.01; Gio.: GITA AI PRESEPI. Questa tradizionale iniziativa ci ha portati in Valsugana e sullo Altopiano di Piné, sempre in Trentino, (vedi articolo specifico). 05.01; Sab.: INCONTRO MUSICAL-LETTERARIO su ANTONIO FOGAZZARO. Il prof. GIOVANNI M. FILOSOFO, ci ha accompagnati a rivisitare i luoghi vicentini, dello scrittore, illustrandoli con testi presi dai romanzi del Fogazzaro, illustranti quei luoghi, aon accompagnamento al pianoforte di brani classici o moderni. 06-01; Dom.: EPIFANIA del SIGNORE: è una giornata straordinariamente tiepida, che fa sciogliere la neve anche a Campolongo: è il culmine di un periodo di tempo "bello". 13-01; Dom.: Inizia a NEVICARE. Sarà un periodo piuttosto lungo, caratterizzato da cicliche, brevi nevicate (massimo 10-15 centimetri) e da giornate più o meno serene (e fredde). 21-01; Lun. ACCOGLIENZA della RELIQUIA di S.BERNARDETTA SOUBIROUS: E' la "reliquia" conservata presso il Santuario di Lourdes, che il locale vescovo ha 03.02; Dom: GIORNATA della VITA: Alla s.Messa delle ore 10.15 sono state invitate tutte le famiglie che hanno figli al di sotto dei 6 anni. Ai bambini presenti è stato fatto omaggio di un vasetto di fiori con una immagine dell' "Angelo custode", con una preghiera. Cadendo in questo giorno anche la memoria di S.Biagio, a tutte le Ss. Messe abbiamo BENEDETTO LA FRUTTA. 11.02; Lun.: GIORNATA MONDIALE DEL MALATO: La tradizionale Liturgia vicariale, fissata quest'anno a Foza, è stata sospesa, a causa di una FORTE NEVICATA (in paese dai 40 ai 60 centimetri) che ha reso praticamente impossibile il trasporto.In giornata poi, anche a Rotzo, è giunta la notizia delle DIMISSIONI dal Pontificato del nostro GRANDE PAPA BENEDETTO XVI. A lui il nostro "Grazie" e la preghiera per il suo nuovo impegno. DON ANGELO BALDAN RICORDANDO L’ARCIPRETE DON ANGELO BALDAN Nel numero dello scorso autunno “Altaburg” ricordava don Angelo Baldan a pochi mesi dalla morte riportando il necrologio ufficiale della diocesi e alcune note sul suo ministero a Rotzo. Sento il bisogno di aggiungere dei ricordi di colui che è stato l’Arciprete della mia fanciullezza e dell’adolescenza come segno di riconoscenza del bene compiuto tra noi (anche perché proprio la riconoscenza rischia di diventare una virtù rara anche nelle comunità cristiane). Qualche mese prima della morte (25 agosto 2012) ho fatto visita a don Angelo all’ospedale di Santorso e come era naturale sono andato con i riferimenti a tanti anni prima ricordando persone e fatti ormai lontani. Pian piano anche lui ricordava e con piacere si lasciava trasportare con la mente rivedendo volti e rivivendo, per così dire, avvenimenti graditi. Specialmente dopo la sua morte molte volte ho ripensato a don Angelo e alla sua esperienza a Rotzo che ora con libertà riporto in questo righe. Ricordo, con qualche flash, il suo ingresso a Rotzo nell’autunno 1963: nel sagrato della chiesa il nuovo Arciprete era attorniato da preti e da tanta gente. Quella sera, insieme a mio papà, sono andato nella sala parrocchiale a vedere uno spettacolo di teatro, omaggio al nuovo Arciprete (feci anche una bella dormita). I ricordi più vivi sono del tempo in cui facevo il chierichetto: io avevo il turno il lunedì, il giovedì e la domenica alle sette di mattina e con me gli altri chierichetti ognuno con il proprio turno sia in estate che d’inverno, con la pioggia e con la neve....ma, comunque, sempre felici e contenti. Al termine della Messa don Angelo ci dava la “paga”: 50 lire (ai funerali e ai matrimoni c’era anche lo straordinario!). A fine degli anni Sessanta con quei soldi potevamo comperarci il gelato per tutti i giorni della settimana. Ogni anno i chierichetti avevano due appuntamenti importanti a cui non si poteva mancare. Il primo era il giorno dei Santi: dopo il vespro e la processione in cimitero, si andava in canonica a mangiare le castagne cucinate dalla Maria (sorella di don Angelo) e per l’occasione si beveva la “spuma bianca”, bibita dolce che a quei tempi si trovava solo in canonica, (anni dopo da cappellano la ritrovai nel bar del patronato a ricordare la mia fanciullezza...). Il secondo appuntamento era la gita: nell’auto di don Angelo (FIAT 500) salivamo in tanti, forse in troppi, senza problemi e qualsiasi giro per noi era una novità e una festa. Una volta siamo andati a Padova e abbiamo mangiato nel seminario maggiore. Don Angelo mostrandoci quel grande edificio ci disse: “Qui ho vissuto gli anni in preparazione del sacerdozio”…non immaginavo certo che due decenni dopo avrei abitato anch’io quell’edificio percorrendo la sua stessa strada… credo anche che nella stessa gita fossimo andati in curia (ho riconosciuto infatti l’ambiente tanti anni dopo). Ricordo anche come in quell’occasione fossimo rimasti impressionati dalle vetrine di un negozio di articoli religiosi che si trovava nei dintorni e di come noi, esperti in materia, avessimo giudicato e classificato i paramenti più belli e i calici più preziosi. A proposito di gite: chi non ricorda le gite parrocchiali del 2 giugno? Baselga di Pinè, Trieste, Castelmonte, Venezia, Sotto il Monte…per noi ragazzini era come andare sulla luna . La preparazione a quelle gite però ci impegnava tutto il mese di maggio. Per i ragazzi del catechismo la gita era gratuita se durante il mese di maggio si partecipava alla Messa tutte le mattine, al fioretto tutte le sere e inoltre bisognava “prendere i timbri”. Infatti, nei pomeriggi di maggio, nello spazio accanto alla chiesa, don Angelo si metteva a disposizione di noi ragazzi per farci ripetere il contenuto delle lezioni della dottrina cristiana; se questo piccolo esame veniva superato metteva un “timbro” sulla pagina del testo, tutto serviva per andare in gita gratuitamente. Fioretto e “timbri” erano comunque anche occasioni per stare insieme e per giocare allegramente. Don Angelo ha avuto anche l’idea di creare uno spazio con dei giochi attorno al cinema parrocchiale e in due salette, nei periodi meno freddi potevamo trascorrere ore serene all’ombra del campanile. Il servizio di chierichetti ci ha dato l’opportunità di accompagnare l’Arciprete nella visita delle famiglie per la benedizione pasquale. Anch’io così ho potuto incontrare le famiglie del paese ed essere testimone di gesti di generosità da parte di don Angelo nei confronti di persone povere. Entrato in seminario e divenuto più grande ho potuto guardare a don Angelo con uno sguardo diverso, scrutando il suo modo di essere pastore nella comunità. Un giorno delle persone, certamente villeggianti, hanno fatto i complimenti a don Angelo per la chiesa ben curata (tutti ricordiamo che questo era un suo pregio) e lui rispose con realismo: “Magari fossero così belle anche le anime dei miei parrocchiani!”. Mi colpì molto quell’espressione e vidi in lui l’esempio del vero pastore a cui stanno a cuore più le persone che le pietre. Con tristezza don Angelo lasciò Rotzo nel 1977, ormai eravamo la sua famiglia; fino all’ultimo servì anche nelle piccole cose la nostra comunità. Don Angelo non ha mai nascosto i suoi limiti: riconoscendoli ci ha insegnato a confidare nella grazia e nella misericordia di Dio. Tanto altro si potrebbe ricordare di questo nostro Arciprete, certamente non dimentichiamo che sopra ogni altra cosa ed esperienza ci ha dato Dio presente nei sacramenti e nella Sacra Scrittura e ci ha aiutati ad essere, noi comunità, il Corpo mistico di Cristo. Con questi ricordi intendo esprimere la riconoscenza a don Angelo, interpretando forse i sentimenti e i ricordi anche dei miei coetanei e dei miei “colleghi” chierichetti di una volta. don Sergio Stefani COLLETTA ALIMENTARE 2012 Il giorno 24 novembre 2012 si è svolta in tutta Italia, ed anche Rotzo, la 16^ edizione della Giornata nazionale della Colletta Alimentare. Il gruppo alpini di Rotzo è stato lieto di partecipare alla colletta alimentare dando così il proprio contributo alla ben più estesa azione di solidarietà portata avanti dal Direttivo Nazionale dell’Associazione Nazionale Alpini. A Rotzo, la colletta, come gli anni precedenti, ha dato un ottimo risultato, superiore ad ogni possibile previsione, dato il periodo di crisi che stiamo attraversando. A livello nazionale la Colletta Alimentare ha visto impegnati 130.000 volontari in più di 9.000 punti di raccolta. In totale sono state raccolte 9.622 tonnellate di generi alimentari, in aumento rispetto agli anni precedenti. I prodotti raccolti saranno distribuiti a 8.600 strutture caritative convenzionate con il Banco Alimentare, che assistono ogni giorno 1.700.000 persone e migliaia di famiglie in stato di bisogno. Cordialmente. Gruppo Alpini Rotzo AMICIAD NOTIZIE DAL CIAD Novembre 2012 Da un paio d'anni alcuni componenti dell'Associazione AMICIAD accompagnano il dott. Gilbert, fondatore e vice-presidente dell'associazione, nei suoi annuali rientri nella propria terra d'origine, la città di Koumra, in Ciad. Motivo di questi viaggi è seguire i progetti che da più di dieci anni AMICIAD finanzia in quest'angolo di Africa: il sostegno a due foyers (convitti) per giovani studenti e lo sviluppo del centro agricolo di N'garo. Negli ultimi due mesi ci sono stati due viaggi: il primo, a novembre 2012, nel corso del quale Antonella e Silvia, che per la prima volta hanno viaggiato da sole senza il dott. Gilbert, hanno avuto modo di dedicarsi alla riorganizzazione dei foyers, il secondo, a gennaio 2013, durante il quale Gilbert, Paolo, Rachele, Chiara e Rosanna si sono soprattutto occupati di porre le basi per lo sviluppo del centro di N'garo. Qual è la situazione e come si spera possa evolvere? FOYERS: ci sono due foyers, il BAKITA, che accoglie maschi dai 6 ai 18 anni (al momento attuale sono 24) finanziato e gestito direttamente, con personale locale, dall'associazione AMICIAD, e il S. MARIA DI NAZARETH, che accoglie 24 bambine e ragazze della stessa fascia di età, che è parrocchiale, è gestito dalle Suore della Carità di S. Giovanna Antida ed è sostenuto economicamente da AMICIAD. Nel corso dei primi viaggi ci si è accorti che il Bakita, nonostante l'impegno del personale locale, era meno organizzato e curato di quello femminile che poteva beneficiare della presenza quotidiana delle suore. Da questa considerazione l'impegno di tutti, ed in particolare di Antonella incaricata dall'associazione a seguire i foyers, si è rivolta soprattutto al foyer Bakita, per migliorare sia l'aspetto strutturale (ritinteggiatura, acquisto di materassi ed armadi, fornitura di lenzuola, costruzione di recinti per galline e capre) sia quello organizzativo (individuazione di un nuovo educatore, predisposizione di un regolamento interno, contatti con le famiglie dei ragazzi per sollecitare una loro partecipazione attiva alla vita del foyer ed ai progetti educativi riguardanti i loro figli). Il lavoro è appena iniziato e molto resta da fare, ma le prospettive sembrano essere decisamente positive. Approfondendo la conoscenza della realtà locale, recentemente è emersa anche un'altra necessita/opportunità, quella, cioè, di ricercare la collaborazione e l'integrazione dei due foyers, il Bakita e il S. Maria di Nazareth, al fine di armonizzarne i progetti educativi e migliorare l'incidenza di queste due realtà educative sullo sviluppo sociale e culturale della parrocchia nella quale sono inserite. È una prospettiva impegnativa, ma anche molto stimolante che potrà compiere i primi passi già nel corso della prossima estate quando Suor Elena Alzati, superiora della piccola comunità delle Suore della Carità di Koumra, durante il suo soggiorno in Italia, verrà sull'Altopiano per incontrarsi con AMICIAD ed iniziare a tracciare le linee di questa collaborazione. Centro Agricolo di N'garo: si tratta di un ampio territorio (284 ha.) con alcune infrastrutture (abitazioni, magazzini, una cappella, una stalla e due pozzi) realizzate all'inizi degli anni '70 per accogliere famiglie di catechisti per periodi di formazione religiosa ed agricola. Abbandonato negli anno '80 a causa della guerra civile, il centro è stato riaperto nel 1986 dall'attuale parroco, Abbè Prosper, (che abbiamo avuto ospite a Rotzo nell'estate del 2011) il quale, dopo avere riammesso alcune famiglie al centro, ha richiesto il sostegno di AMICIAD per finanziare interventi di ristrutturazione e di formazione. Nel corso dei recenti viaggi, tuttavia, ci si è resi conto che la formula del Centro di Formazione, sperimentata negli anni '70 e innovativa in quel periodo, non era più valida negli anni 2000 e che bisognava pensare a qualcosa di diverso. Lentamente si è fatta strada l'idea di dare al centro una dimensione produttiva mediante la costituzione di una cooperativa agricola. Costituire una cooperativa non è semplice neppure in Italia, dove pure c'è una lunga tradizione in materia; in Africa, ed in particolare in Ciad, è difficile anche solo pensarlo, a causa dei molti ostacoli culturali, organizzativi, infrastrutturali ed economici. L'esperienza fatta in altri paesi poveri, tuttavia, ha dimostrato che, specie nelle aree a vocazione agricola, la cooperazione è l'unica strada per lo sviluppo delle aree rurali. Pur consci delle difficoltà, quindi, abbiamo inviato all'Abbè Prosper un progetto per la costituzione di una Cooperativa Agricola che prevedeva, come prima fase, un percorso formativo di un primo nucleo di persone, selezionate per il loro livello di istruzione, per la competenza in campo agricolo e per l'impegno nella comunità. Solo nel momento in cui tale percorso si fosse concretizzato nella costituzione formale della cooperativa, AMICIAD avrebbe fornito le risorse per effettuare alcuni investimenti ed avviare l'attività produttiva. Dopo averlo condiviso con l'Abbè Prosper, nel corso del recente viaggio di gennaio i rappresentanti di AMICIAD hanno avuto l'occasione di presentare il progetto in varie sedi: al Vescovo di Sarh, Mons. Edmond, a Padre Corrado Corti, missionario Gesuita exparroco di Koumra e fondatore del centro di formazione, ai capi dei villaggi limitrofi a N'garo, ed in tutte le occasioni si è manifestato un forte interesse ed una piena disponibilità a collaborare (particolarmente preziosa è la disponibilità di Padre Corti a motivo della sua profonda conoscenza della realtà locale e della sua competenza in campo agricolo). Il dettaglio del progetto lo potrete trovare nel nostro sito www.amiciad.com Importanti momenti di riflessione sono stati organizzati con Nicodème, Honoré ed Hervé, i promotori locali dell'iniziativa, che si sono impegnati ad individuare altri candidati con i quali ritrovarsi per confrontarsi sul progetto e programmare le tappe per la sua realizzazione. In attesa del prossimo viaggio di AMICIAD, quando sarà possibile effettuare un primo bilancio, i contatti con il gruppo saranno mantenuto tramite mail. Al rientro in Italia è rimasta la sensazione di aver messo in moto qualcosa di importante, di aver gettato un piccolo seme che, nel tempo, senza fretta e con molta perseveranza, potrebbe veramente portare una prospettiva in quella terra in cui ancora domina la miseria ma non mancano certo le potenzialità. Nel nuovo sito www.amiciad.com potrete trovare tutte le informazioni e le immagini del grande lavoro che si sta approntando in questa terra lontana. Buona Pasqua a tutti coloro che ci seguono e, nel limite del possibile, diamo non mano alle tante persone che dedicano il proprio tempo libero a questo fine. I progetti sono molto impegnativi ma con l'aiuto ed il sostegno di tutti Voi ce la faremo! Anzi prendete già buona nota e basta una firma sul modello fiscale utilizzato per la propria dichiarazione dei redditi (modelli CUD, 730 o Unico) e l'indicazione del codice fiscale della nostra associazione: 93019420244 Un piccolo aiuto di tanti diventa un Amore Grande GRAZIE GRAZIE GRAZIE POESIA Poesia scritta da Maria Rigoni Ved. Slaviero sui Dieci Comandamenti. SCOLTE’ ‘STE RIME E TEGNETEVELE IN MENTE, LE XE’SUL TEMA CHE TUTTO XE’ GNENTE…. UNA COSA SOLA XE’ NECESSARIA PREGARE PER CAPIRE LA VIA DRITA QUESTO XE’ EL SOLO SCOPO DE LA NOSTRA VITA E SE A ‘STO MONDO NON OPEREMO MALE SE CATAREMO MEIO AL GIUDIZIO UNIVERSALE. MA SE VOLEMO PROPRIO MORIR CONTENTI BASTA ADOPERARE I DIECI COMANDAMENTI DIO GA’ SPIEGA’ CIARO E TONDO VARDE’ CHE SON MI’ EL PARON DEL MONDO NON NOMINARE IL NOME DI DIO INVANO QUESTO DOVARIA CAPIRLO OGNI ESSERE UMANO PURTROPPO TANTE BOCCHE SPORCHE OFFENDE DIO ESSENDO CRISTIANI DANDO CATTIVO ESEMPIO ANCA DI FRONTE AI PAGANI EL TERSO COMANDAMENTO PERCHE’ SE LO METEMO IN TESTA EL GA DITO “ RICORDATE DE SANTIFICARE LA FESTA” MAMMA MIA CHE DISPERASSION DE TUTTA LA FESTA FORSE UNA MESSA DE SBRISSION ONORA IL PADRE E LA MADRE MA I GA’ BEN ALTRI PENSIERI I GA’ TUTTI I DIRITTI E NIENTE I DOVERI. I VECI NON GA NIENTE NESSUN LI VA A CATARE E SE I GA’ QUALCOSA I VA PER BARUFARE QUINTO NON AMMAZZARE QUANTI EREDI SE GA’ FATTO AVANTI SIA GRANDI CHE PICCOLI I COPARIA TUTTI QUANTI DE ‘STA DELINQUENSA GHE NE’ TANTI CHE SE SOMEIA IN QUATTRO E QUATTROTTO I DESFA UNA FAMEIA EL SESTO NON COMETERE ATTI IMPURI MARIA SANTA I NECOMBINA DE TUTTI I COLORI QUEL CHE UNA VOLTA I FASEA DE SCONDON ADESSO I LO FA VEDARE ANCA PER LA TELEVISION LA MISERICORDIA DE DIO SARA’ PROPRIO IMMENSA SE NO A ‘STA ORA EL GAVARIA PERSO LA PASIENSA VIEN ADESSO EL SETTIMO “ NON ROBARE” BISOGNA STARE ATTENTI COME SE FA A PARLARE GHE NE TANTI E TANTI PROPRIO DE PROFESSION SE I VOLE CIAPARLI TUTTI NO BASTA TUTTE LE PRESON ADESSO GAVEMO L’OTTAVO “ NON DIRE FALSA TESTIMONIANSA” DE BUSIARI E DELINQUENTI GHE NE AVEMO ABBASTANZA MA ECCO VIEN AVANTI EL NONO E EL DECIMO I POL DARSE LA MAN CHI VA CONTRO ‘STA LEGGE XE’ PROPRIO UN VILAN INVESSE DE ROBARE E FAR PORCHERIE VOLTEMOSE INDRIO. PER OSSERVARE DINO IN FONDO LA LEGGE DI DIO….. GITA PRESEPI Ogni anno si cerca un luogo incantato dove si possa godere dell’autentico spirito del Natale attraverso una visita ai presepi. La scelta è caduta su una caratteristica località di montagna, non molto lontana da noi, tutta addobbata a festa e preparata con tantissimi presepi, allestiti in ogni angolo più o meno suggestivo del paese. Sto parlando di Miola di Pinè, centro turistico proprio dell’altopiano di Pinè, famoso per il santuario della Madonna, anticamente meta dei devoti di Rotzo e, più recentemente, per la pista di pattinaggio. La gita è stata effettuata il 3 gennaio 2013 in piena atmosfera natalizia. Durante il viaggio ci siamo fermati a Pergine dove abbiamo ammirato una mostra di presepi artistici presso Palazzo Hippoliti, nella parte antica della cittadina. Particolarmente da apprezzare le natività scolpite nel legno, sono opere di vari artisti-scultori del luogo, artisti di grande ingegno ed inventiva che dimostrano una bella abilità tecnica e creativa utilizzando schemi diversi e realizzando sculture originali e di grande effetto. La natività viene rappresentata in vari modi e il Bambino Gesù è sempre collocato fra Maria e Giuseppe o in braccio alla Madonna, si mostra sempre accogliente, con le braccia tese e il sorriso sulla bocca. Con questo atteggiamento chiede di essere accolto da tutti perché è Dio stesso che ci invita. E’ solo un Bambino, con la fragilità di un bambino, ma ha la forza del nostro Dio che vuole essere presente 365 giorni all’anno e ci chiede che lo spirito del Natale si prolunghi per tutto il tempo dell’anno. Il nostro cammino di gitanti è proseguito quindi verso Miola di Pinè, “El paés dei Presepi”, in cui la nostra compagnia si è sparpagliata per tutte le vie, le viuzze, le piazze e le piazzette del piccolo centro dove in ogni angolo, sotto le terrazze, nelle legnaie, nei sottoscala, la gente aveva allestito molte natività in varie maniere, con vari materiali dando così sfogo alle proprie capacità e alla personale creatività. Visitarli tutti è stata un’impresa perché erano tantissimi e non so se qualcuno ci sia riuscito, erano tutti accurati e preparati con dovizia di particolari e con amorevolezza. Nel paese, inoltre, nello spirito di solidarietà del Natale è stato realizzato il progetto “Le case nel mondo” per far scoprire e conoscere come e dove vivono i popoli del mondo; si poteva trovare la tenda-dimora dei nomadi mongoli, la casa tirolese dell’Austria, la pagoda asiatica, la residenza africana, l’igloo degli Inuit, il trullo pugliese, la capanna dei Pigmei. Tutto questo per far capire che Gesù nasce nel mondo e per il mondo per aiutarci a coltivare sentimenti di solidarietà e di pace e bontà d’animo. Dopo il pranzo il pullman ci ha portato a Levico e poi nel parco secolare degli Asburgo. Dapprima abbiamo visitato, nel centro di Levico una apprezzata mostra di presepi e poi i mercatini di Natale che si tengono nel bel parco ricco di alberi maestosi e secolari. Le casette esponevano i tipici prodotti natalizi, invernali e del territorio. I bambini e i ragazzi si sono particolarmente divertiti con il trenino turistico alla scoperta del centro storico del borgo sognando forse di stare sulla carrozza di Babbo Natale tirata dalle renne. Così la giornata si è chiusa festosamente e in allegria sempre però nel rispetto dell’atmosfera di unione e affiatamento non solo natalizia, ma di ogni giorno che sempre si manifesta nelle gite e nei viaggi organizzati dalla Parrocchia di Rotzo. LUCIANA CERA LA PRO LOCO di ROTZO LA RINNOVATA PRO LOCO DI ROTZO Il termine pro loco deriva dal latino e significa “a favore del luogo”: il suo principale interesse è infatti il luogo in cui essa è insediata. E per “luogo” si intende sì il territorio, ma anche le usanze, le tradizioni, le persone che ne fanno parte. Proprio per questo ogni anno, principalmente durante l’estate, vengono organizzate attività che puntano a coagulare in sé cultura, tradizione, socializzazione e divertimento. La Pro Loco di Rotzo ha come specifico fine il fatto di riuscire a mantenere vivo il nostro bellissimo paese, intervenendo in svariati ambiti per riunire le persone e far vivere loro momenti sereni durante i quali si possano svagare. È quindi con tali propositi che venerdi 15 febbraio si è tenuta, presso la sala giochi, la riunione della Pro Loco al fine di rinnovare il suo Consiglio. Durante la riunione sono state rese note le uscite e le entrate avvenute nel corso del 2012 e il quadro economico complessivo si è rilevato in linea con le aspettative. Successivamente si è poi passati alla nomina dei nuovi consiglieri, il cui numero (sette persone) è risultato il minimo possibile per l’esistenza della Pro Loco e di conseguenza i candidati sono entrati automaticamente nel nuovo Consiglio senza essere realmente eletti. I nuovi consiglieri sono perciò: Stefano Dal Pozzo, (che è il Presidente), Matteo Cerato, (che è il Vicepresidente), Davide Slaviero, (che è il segretario), Stefania Filiberti, Angela Stefani, Giulia Iuliani e Andrea Pertegato. Il gruppo è effettivamente giovane ma volenteroso di impegnarsi e coinvolgere il resto della popolazione nelle attività. L’intenzione è quella di proporre le stesse feste degli anni precedenti come la Festa di Primavera, lo S-balilla day, la Festa dell’Anziano, lo Sballon day, la Pedescalando Rotzo e la Festa della Patata. Come è consuetudine, sarà necessario confidare nella partecipazione di tutto il paese per un’efficace realizzazione delle iniziative. La forza della Pro Loco di Rotzo è infatti, da sempre, l’entusiasmo con cui tutti decidono di collaborare per la costruzione di un evento, al fine di rinforzare e diffondere una sana idea di impegno e coesione sociale. RICORDI - A CASA DELLA NONNA Durante il periodo bellico la scuola elementare del paese, dove abitavo, crestata requisita dalle truppe tedesche per fame una caserma ed un ospedale militare. L'anno scolastico era quindi compromesso e per noi bambini si prospettava un periodo di forzata vacanza, che avremmo senz'altro saputo riempire con giochi senza fine, corse sui prati e scherzose birbonate. Non avevamo però fatto i conti con l'intransigenza di nostro padre che, in quattro e quattr'otto, decise di "spedire" me e mio fratello a casa della nonna materna, dove avremmo potuto frequentare regolarmente le lezioni. Ai primi momenti di stupore e disappunto subentrò l'euforia per le novità che ci aspettavano. La nonna abitava in un delizioso paesino dell'Altopiano dei Sette Comuni - Rotzo - posto in una posizione ariosa e soleggiata; boschi di abeti, larici, faggi e betulle gli fanno splendida corona e illuminano d'oro e di verde i declivi della montagna. I preparativi per la partenza furono frenetici : ognuno di noi voleva portarsi appresso un "sacco" di cose, ma la mamma smorzò subito i nostri bollori fornendoci del puro necessario. Dopo un viaggio avventuroso, salimmo anche sul famoso trenino a cremagliera che ci portò fino ad Asiago, e con i più svariati mezzi di fortuna , arrivammo finalmente dalla nonna, dove trovammo ad aspettarci anche tre zie e cinque cuginetti: una bella compagnia! Degli zii neanche l'ombra : erano tutti in guerra, chi in Grecia, chi in Albania, altri già prigionieri degli Inglesi m Sud Africa . La nostra vita cambiò radicalmente sia per gli usi diversi, sia per il clima freddo e rigido. Lassù in ottobre scende spesso la neve e per noi bimbi era una delizia uscire a giocare, a scivolare sul ghiaccio, a costruire pupazzi e a rotolarsi su quel bianco mantello luccicante di mille puntini d'oro. Spesso facevamo il gioco delle bambole, un'idea venuta a mio fratello, che una ne pensava e cento ne faceva. Scelto un prato dove la neve era immacolata, mi faceva stendere con le braccia aperte, prendeva le mie trecce, le allargava e le premeva sulla neve , quando mi alzavo rimaneva un'impronta che sembrava quella di una bambola. Così di seguito mi faceva sdraiare più volte, con le trecce ora tirate in alto, ora ad arco sopra la testa, ora attorcigliate a ricciolo. Alla fine sulla neve apparivano tante bambole scintillanti che si tenevano per mano, sembrava si divertissero a fare un magico girotondo; mi alzavo tutta fradicia ed infreddolita, ma mi sentivo protagonista di una fiaba incantata, che destava la nostra meraviglia ed il nostro stupore: perché rinunciarvi? A volte la neve scendeva così copiosa che spesso arrivava alle finestre della cucina e non si potevano aprire le imposte se prima non veniva spalata. Per poter passare per la strada veniva fatto un viottolo, con ai lati mucchi di neve che mi sembravano montagne; erano alti anche due metri e ne ho un ricordo ben preciso perché un giorno, all'uscita dalla scuola, un ragazzo del paese mi diede uno spintone ed io, fra un turbinio di neve, sparii nel mucchio. Mi ripescarono tirandomi fuori per i piedi; urlavo e piangevo disperata, respiravo a fatica e ce ne volle del tempo prima che mi calmassi e mi rendessi conto che era stato solo uno scherzo, uno stupido scherzo, che poteva però avere conseguenze molto più serie. La vita nel paese era regolata dal suono della campane e dalla luce del giorno. All'imbrunire, ai rintocchi dell'Ave Maria, noi bambini eravamo già seduti a tavola con una scodella di caffè-latte davanti e un piatto di pane raffermo tagliato a piccoli pezzi. Formaggio e qualche fettina di salame completavano la nostra cena e poi... tutti in stalla a giocare. La mia nonna aveva una piccola stalla sotto casa con alcuni bovini, che rendevano calda quella stanza dove si faceva il "filò". In cucina il fuoco era ormai spento e la stalla , con il suo tepore, rimaneva l'unico ambiente dove si poteva restare senza patire il freddo. I "grandi" ci raggiungevano subito dopo; c'erano i vicini di casa, ragazzi e ragazze che approfittavano dello spazio ristretto per corteggiarsi e sussurrarsi frasi a me incomprensibili. Durante il "filò" nessuno restava senza far niente: i vecchi giocavano a carte, a trea o a dama oppure a tombola o al gioco dell'oca, nel qual caso il gioco si allargava a tutti. Spesso riparavano gli attrezzi da lavoro deterioratisi durante la stagione estiva; mettevano i manici a forche e badili e i denti rotti ai rastrelli. Qualche volta costruivano alcuni giocattoli per noi bimbi: carrettini, slitte o cavalli a dondolo. Le donne riparavano i capi di vestiario rotti e soprattutto lavoravano a ferri; avevano sempre calze che richiedevano o una nuova punta o un nuovo tallone, oppure facevano maglie, sciarpe, berretti. Ma era soprattutto la conversazione quella che caratterizzava il "filò". Sia che si stesse accudendo a qualcosa o si fosse seduti in cerchio, si parlava un po' di tutto, di fatti recenti o lontani; i vecchi narravano spesso delle loro esperienze sotto la "naja" o in guerra e noi bambini li stavamo ad ascoltare bevendo ogni parola. Ma per noi, ed anche per i più grandi, c'erano storie fantastiche di streghe, di orchi e di esseri strani, che popolavano il mondo dell'oscurità e che erano apparsi nel bosco, nelle grotte e avevano creato difficoltà a questa o quell'altra persona che tutti conoscevano. Il personaggio più fantastico e stupefacente era per me il "Salbanelo". Questi era un folletto, vestito di rosso, irrequieto e sempre in movimento, più mattacchione che malefico. Si divertiva a provocare vortici d'aria, che facevano sbattere porte e finestre e sollevare un turbinio di neve che offuscava ogni cosa. Ne avevo una tremenda paura e quando mi mandavano al piano di sopra a prendere qualcosa, nel salire le scale, prendevo le trecce che mi scendevano sulle spalle e le portavo davanti, tenendole ben strette, per timore che il "Salbanelo" me le tirasse. Ancor oggi, quando m'inoltro nel bosco di questo splendido paese e sento frusciare dietro a me, o vedo cadere qualche pigna o rotolare qualche sasso, penso che il rosso folletto voglia ancora scherzare con me, e nostalgia e rimpianto scendono nel mio animo. A mano a mano che le ore passavano, nella stalla scendeva il silenzio, tutti smettevano di chiacchierare, la vivacità del "filò" si andava progressivamente smorzando. Noi bambini eravamo sempre più stanchi ed assonnati; a fatica salivamo nella camera dove ci aspettava un grande letto caldo ed invitante. Il letto era così alto che per salirvi dovevo aggrapparmi alle coperte, sotto alle quali era stata posta, nel primo pomeriggio, la "monega", un traliccio di legno lungo poco più di un metro, che serviva a tenere alte le coperte e a contenere la "fogara", un recipiente in cotto, fatto a vaso, con un manico laterale, che conteneva le braci. Vicino alle braci, ben al calduccio, la nonna ci faceva trovare, tutte le sere, due grosse mele rosse che noi mangiavamo con avidità prima di addormentarci. Nella quiete della notte, resa ancor più silenziosa dall'assenza di qualsiasi rumore, me ne stavo rannicchiata pensando ai miei genitori lontani e un sentimento di paura e di vuoto scendeva nel mio piccolo cuore. Allora allungavo una mano e incontravo quella di mio fratello che cercava la mia, così mi sentivo più sicura e mi addormentavo sognando la mia casa lontana, circondata da prati in fiore e da mille rivoli di sole lucente, che illuminavano una lunga via, sotto un cielo senza nubi. Mariarosa Cera LA PAGINA DI TIBERIO GUIDA AI LUOGHI SALESIANI DA Torino al Colle Don Bosco Tempo fa avevo scritto su questo giornalino Altaburg La Voce sulle strade e montagne dell’altopiano dei 7 Comuni. Adesso scriverò delle Autostrade e strade provinciali che si trovano scendendo da Treschè Conca , proseguendo per il Costo da dove si vedono le montagne con una parrocchia del paese di Tonezza. Scendendo per il Costo si arriva all’Autostrada di Piovene Rocchette e porta verso Venezia e Milano. Nella parte sinistra si va per Padova, Venezia e Bologna, dalla parte opposta si va a Bergamo e soprattutto per Milano. Nella stessa autostrada si va fino a Brescia perché proprio lì c’è un’altra autostrada che va per Cremona, Piacenza, Alessandria e una uscita per Asti.Poi si continua sulla strada che va verso Castelnuovo di San Giovanni Bosco a Torino. Quando saremo arrivati in questo luogo, si visitano delle alcune e varie cose che ci sono : La casetta di Don Bosco, una Casa Cavallo, la casa di suo fratello Giuseppe, il Santuarietto di M. Ausiliatrice, il museo dela civiltà contadina dell’800 Astigiano, il Pilone del Sogno, il Gruppo Scultoreo di Giovannino Giocoliere, una Borgata Becchi, Un Ristorante, la Fontana di Mamma Margherita, la Tendopoli, il Tempio di San Giovanni Bosco, l’Istituto Salesiano, il Museo Missionario. A Castelnuovo ho comprato un libro su San Giovanni Bosco visto che in questo posto c’era anche un Ufficio Turistico. Da questo libretto ho preso le seguenti informazioni: Dalla “ Regal Torino”, capitale del Regno Sabaudo, e poi dell’Italia Risorgimentale, si arriva al Colle Don Bosco, posto ad una trentina di Km., attraverso una serie di dolci colline e di ondulazioni su cui cresce la vite, mentre nelle zone pianeggianti si stendono pascoli, campi di granoturco e di frumento. Una terra bella, calma, dai colori sfumati nel giro delle stagioni. Torrida d’estate, gelida d’inverno. Vi cresce una gente paziente, tenace, lavoratrice, fedele alle sue radici contadine. In questi paesini, alcuni dei quali hanno conservato la struttura ai tempi di Don Bosco, sono cresciuti santi come il Cafasso, pionieri come il card. Cagliero, ragazzi santi come Domenico Savio. La gente aveva un senso cristiano profondo della vita nella povertà dignitosa del vivere quotidiano. Su un pugno di queste colline chiamate “ I Becchi”, a pochi km. Da Castelnuovo, emigrò nel 1783, pochi anni prima della rivoluzione francese, la famiglia di Bosco: erano semplici mezzadri che lavoravano nella cascina dei Signori Biglione, oggi scomparsa. E qui comincia, nella povertà piu faticata, una storia meravigliosa. La storia di Don Bosco. Che non si comprende fuori di questa terra e di questi operosi silenzi. Arrivando al Colle, anche noi cerchiamo di entrare in questa storia per coglierne il misterioso disegno di Dio. Un grazie e arrivederci per alle Vacanze Pasquali con il Vostro Amico COSTA Tiberio LA PAGINA DI VANIA Dopo le feste di Natale sono arrivate delle novità anche nella Cooperativa San Matteo e San Luigi dove lavoro. E’ arrivato un nuovo assistente che si chiama Giorgio e viene da Canove. A carnevale abbiamo fatto una bella festa con dolci e maschere. Io mi sono vestita da fatina e avevo una bella bacchetta magica. Siamo stati tutti molto contenti sia per la festa sia per il nostro animatore Carlo che è diventato papà. Adesso sono già un po’ emozionata perchè si sta avvicinando il 1° aprile e come tutti sapete , per me è una dat a molto importante, perchè non per scherzo , questa volta compio 40 anni. Un saluto a tutti con i migliori auguri di Buona Pasqua. CERATO Vania MOSTRA 100 PRESEPI Anche quest’anno la Mostra dei 100 Presepi svoltasi presso la Chiesetta di S. Margherita ha visto un grande afflusso di visitatori che hanno dimostrato il loro apprezzamento sul “libro firma” presente. Ne riportiamo alcuni: • Complimenti: Idee così fanno bene ai bimbi e a noi genitori • Sorprendente creatività e gusto ammirate nella splendida cornice di Rotzo; • Il S. Natale colpisce sempre la fantasia e il cuore dell’uomo. Questa Mostra ne è una testimonianza; • Non ho parole. Ho 52 anni e non ho mai visto niente di simile. Siete stati tutti bravissimi artisti, illuminati dall’amore di Dio . Grazie a Gesù che mi ha portato qua. Non ci sono negozi che fanno paragone! • E’ veramente una gioia ammirare tante idee e creatività. • Ogni anno più bello e… pieno di sorprese! • Complimenti!! Molto particolari e diversi tra di loro i presepi che ci fanno capire che Dio è sempre in mezzo a noi. • Bravissimi ancora! Dobbiamo ringraziare Dio per la fantasia che dona ad ogni persona e la sa usare per il bene comune! • E’ incredibile! Anche quest’anno siete riusciti a stupirci dandoci spunto per creare il presepe da costruire nel nostro cuore! Il più importante, dove nasce davvero Gesù, se siamo in grado di accoglierlo! • E’ sempre una bella occasione per rendersi conto della “comunità” vivace e impegnata di questo angolo montano! • La creatività che ti avvicina a Gesù, ti emoziona ogni anno di più! • Sono tutti bellissimi! Mi piacciono soprattutto quelli di Don Pierangelo che mi ha lasciato nel cuore un unico messaggio: “Vedete quel che vedete. L’importante è credere in ciò che si vede”! • Siete da ammirare! Avete fatto un lavoro stupendo. In alcuni avete usato molto l’immaginazione e avete fatto dei capolavori. Continuate così! Verremo anche l’anno prossimo. • Grazie per questo bel percorso artistico sul tema della natività! • E’ sempre un piacere ritrovare la tradizione che nel tempo va a perdersi… con gioia vi dico: “bravi”!! • E’ tutto stranamente stupendo per il suo fantastico splendore! • Molto bello! Complimenti a tutta la comunità di Rotzo! Gesù possa nascere ogni giorno nel cuore di ognuno per essere sempre autentici testimoni di Fede, di Amore e di Pace nella famiglia, nella comunità e nel Mondo. Grazie! • Sarebbe bello che ogni partecipante desse un titolo o una frase che spieghi il proprio presepio. Grazie! • Ogni anno vengo a vedere i 100 Presepi e ogni volta resto incantata dalla fantasia e dall’originalità di ogni opera! • Sono entrata per curiosità. Non pensavo di trovare tanta creatività e voglia di costruire. Complimenti a tutti! • Non sono mancati complimenti a qualche singolo presepio. Ci pare giusto sottolineare come molti di essi riguardano la fantasia e creatività di Don Pierangelo. Complimenti! ANNO XXI ° - N°86 - A questo numero hanno collaborato: Cera Luciana, Cerato Vania, Costa Alberto, Costa Paolina, Costa Tiberio, Ferraresi Massimo, Filiberti Stefania, Giaretta Antonio, Panozzo Don Pierangelo, Stefani Don Sergio,Tondello Lauro Stampato in proprio e diffuso tra le famiglie Della Comunità Cristiana di Rotzo; Via Roma,72 – 36010 – ROTZO – Vicenza - ITALIA Tel. e fax 0424 – 691004 Foto: In copertina: La reliquia di S. Bernadette a Rotzo ; Sul retro: Foto gruppo con Missionarie saveriane davanti alla casa natale di Padre Giacomo Spagnolo ALTABURG “LA VOCE “ E TUTTO SU ROTZO SU: www.rotzo.net