ORARI SETTIMANA SANTA SABATO 28/03: Ore 18.00: S. Messa della Passione DOMENICA 29/03 : Ore 09.00: S. Messa della Passione ( A Castelletto); Ore 10.15: Processione delle Palme e S. Messa; Ore 18.00: S. Messa della Passione; LUNEDI’ 30/03: Ore 09.00: S. Messa; Per Altre celebrazioni vedasi foglietto settimanale MARTEDI’ 31/03: Ore 09.00: S. Messa; Per Altre celebrazioni vedasi foglietto settimanale MERCOLEDI’ 01/04 :Ore 09.00: S. Messa; Per Altre celebrazioni vedasi foglietto settimanale GIOVEDI’ 02/04: GIOVEDI’ SANTO: Ore 20.30 : S. Messa della CENA DEL SIGNORE; VENERDI’ 03/04 : VENERDI’ SANTO : Ore 16.00: Solenne Via Crucis; Ore 20.30: Celebrazione della PASSIONE DEL SIGNORE SABATO 04/04 : SABATO SANTO: Ore 20.30: VEGLIA PASQUALE. DOMENICA 05/04: DOMENICA DI RISURREZIONE: Ore 9.oo S.Messa (a Castelletto) " 10.15 S.Messa; " 18.oo S.Messa. LUNEDÌ' DELL’ANGELO 06/04 : Ore 9.oo: S.Messa (a Castelletto); " 10.15: S.Messa (in parrocchiale). SIMBOLI CRISTIANO-PASQUALI La PASQUA CRISTIANA nasce da quella ebraica e in essa s’innesta, dandole però un nuovo valore, un significato di "completamento". La Pasqua cristiana infatti non ha al suo centro la "memoria" della liberazione dalla "schiavitù d'Egitto", ma il MISTERO PASQUALE DI CRISTO. "Mistero", cioè progetto di Dio Padre sul Figlio suo. Gesù Cristo, a nostro favore, per la nostra "liberazione". Mistero che si è realizzato con la Passione, Morte, Sepoltura, Risurrezione e Ascensione al Cielo del Signore nostro Gesù Cristo, il Figlio del Dio vivente. La nostra partecipazione a questo MISTERO, nel quale veniamo inseriti con il Battesimo, trova il suo momento fondamentale nella Santa MESSA (almeno domenicale), cioè nella EUCARISTIA. La simbologia cristiana della Pasqua accoglie in parte quella ebraica (Agnello immolato; Uova; ecc..) ma ne aggiunge di nuove, come il CERO PASQUALE acceso, ecc. . . Per questo vogliamo presentare, per questa Pasqua annuale, alcuni SIMBOLI EUCARISTICI e CRISTOLOGICI (=che riguardano il Cristo Gesù....), propri della tradizione pasquale cristiana II PELLICANO. Il pellicano è un uccello acquatico, che vive di pesce...Pesce che egli predigerisce prima di passarlo dal suo becco a quello dei suoi pulcini. Questo fatto aveva portato gli etologi antichi a ritenere che il pellicano offrisse da mangiare ai suoi piccoli il suo sangue e la sua carne, strappati col becco dal suo petto. Questo ha portato i primi cristiani a vedere nel "pellicano" lo stesso Gesù, che nutre i suoi "pulcini" ("i credenti in lui"), con la sua carne e il suo sangue (Eucaristia o Comunione ...*). CESTO di PANE con PESCE: Lo si trova spesso sulle porticine dei Tabernacoli, o sulle predelle degli altari, cristiani . Questo simbolo non vuoi richiamare il digiuno o, soprattutto, l'astinenza (penitenziale) della Quaresima. Certamente si rifà alla "moltiplicazione dei pani e dei pesci" operata da Gesù in un luogo deserto. Ma nel senso profondamente eucaristico che Gesù proporrà ai Giudei (vedi Giovanni 6, 22-58), dove il PANE, in questo caso, va interpretato come promessa della Eucaristia, del DONO del suo CORPO e suo SANGUE. Il pesce invece si prestò come un distintivo per i primi cristiani. Per riconoscersi tra loro usavano appunto disegnare un pesce. Il vocabolo greco che corrisponde all'italiano pesce, è anch'esso formato da 5 lettere alfabetiche, le quali formano un acrostico che ci da una definizione di Gesù: (si pronuncia come il nostro i) E' la iniziale greca del nome di Gesù: "lesous) ( (leggi CH aspirato). E'la iniziale del participio passato CH(istòs"), che significa "consacrato con olio); (leggi come la TH inglese) E' la iniziale del greco "TH)eou" (pronuncia theù), che significa "di Dio") (Leggi come la U francese). E' l'iniziale del termine greco Ujòs, che significa "FIGLIO"; (leggi S). E' la iniziale del greco Soler, che significa "salvatore". Così si forma la frase: GESÙ / CRISTO / DI DIO / FIGLIO / SALVATORE: una vera e propria professione di Fede in Gesù. L’ANGOLO DEI RAGAZZI MONIGRAMMA DI CRISTO: che riportiamo qui sotto. Questo "segno" (monigramma) lo troviamo (non solo ma) spesso Esso non è formato dalla due lettere alfabetiche latine (pi) e X (ics), per indicare, come pensa la devozione popolare, PAX (cioè PACE): la pace.... eterna che si augura ai defunti. Ma da due lettere dell'alfabeto greco: X (chi; : pronuncia CH aspirato) che è la prima lettera del vocabolo CH(ristòs) / vedi sopra). P (rho, pronuncia R), che è la seconda lettera dello stesso Ch(R)stòs. Perciò questo monogramma significa CRISTO. Quando viene posto nei cimiteri, esso indica che coloro che lì sono sepolti, essendo credenti in Cristo, il Risorto, credevano anche nella RISURREZIONE DELLA CARNE, e sono in attesa di risorgere con Cristo. In questo senso è un simbolo propriamente "cristiano" della Pasqua '' A Michele, un giorno, gli scappò di dire una bugia, e il naso gli si allungò di un centimetro. "Come mai ti è cresciuto il naso?", gli chiese la mamma. "E’ stata Marianna, che me lo ha tirato". Quest'altra bugia gli fece crescere il naso di un altro centimetro. Poi, per nascondere anche la seconda bugia, fu costretto a dirne un* altra, e poi un'altra, e così di seguito, fino a quando il naso raggiunse il metro. Poi non crebbe più, perché Michele si stancò di dire bugie. Però quanti fastidi gli dava quel naso. Per aprire una porta, doveva girare la testa da una parte o verso l'alto, e tutti lo prendevano in giro. La polizia poi lo obbligo a mettersi, sulla punta del naso, il cartello riservato ai cariche sporgenti. Il fatto ebbe vasta eco, tanto che anche i giornali e le Tv ne parlarono. I papa e le mamme portavano i figli a vedere Michele, per far loro vedere come si diventa a dire le bugie. Anche intere scolaresche furono condotte a vederlo. E quando erano davanti a quel naso così famoso, i genitori e gli insegnanti cominciarono a dire, per scoraggiare ogni desiderio di dire bugie: "La prossima volta, toccherà a tè!"; "Prometti di non dire mai bugie!". "Sta attento a non fare la stessa fine di Michele!" e via dicendo. Questo durò per un certo tempo, fino a quando Pierino non passò da quelle parti, e volle anche lui vedere Michele. Come lo vide si accorse che sulla punta del naso di lui, c'era una scritta: "Fra un attimo il naso di Michele tornerà normale, perché inizierà a crescere quello di quel bugiardo di....". Non riuscì a finire di leggere perché il naso di Michele era già tornato come quello di qualsiasi altro bambino. Pierino, intanto, si tastò il naso e, buon per lui, era ancora normale. (Liberamente Ferraresso) preso da "Storie", di Luigi ANGOLO UMORISTICO - PIERINO chiede alla sua compagna di banco:"Tu dove sei nata?". "In ospedale", risponde lei. E lui: "Oh, poverina, eri già ammalata?". - La maestra chiede a PIERINO: "Quanto fa 2x2?". "Quattro!". "Bravo Pierino, eccoti 4 caramelle". "No, no, signora maestra, mi sono sbagliato: fa 44". - La maestra chiede a Pierino: "Cosa succede a un pezzo di ferro se viene esposto all’aria?". "Si arruginisce!". "Bravo Pierino, e a un pezzo d'oro?" . "Sparisce". - Come si chiama il cinese più dormiglione? Go Un Son. E il vogatore che si è fermato a metà gara? Remo Stanco. - Qual è il colmo per un istrice? Avere una spina nel cuore. E per una fata?» Prendersi il colpo della strega! E per un maniaco della pulizia? Bere solo caffè macchiato! - E* il tempo della fienagione e l'erba sta per essere tagliata. La mucca cerca di consolarla: "Foraggio ! Foraggio !" - A un torneo tra insetti. "Chi ha vinto, allora?" "I ragni. Hanno fatto ben 4 reti". - "Io sogno sempre di guadagnare 200mila Euro al mese, come il mio papa". "Urea! Guadagna così tanto il tuo papa?". "No. Però lo sogna anche lui". - Un signore, al ristorante, si fa portare un tacchino intero. Il suo vicino di tavola, perplesso, gli chiede: "Ma non lo mangerà tutto da solo?". "NO, no. Aspetto il contorno". OMAGGIO A MARIA Il 1° gennaio, come ogni anno abbiamo celebrato l’ "Omaggio alla Madre, Maria Santissima, per la sua divina Maternità". Diamo qui sotto, anonime, le "preghiere" riportate dietro all’immagine di Maria, la Madre. Grazie, Maria, perché ci sei, per il tuo esempio e perché, attraverso te, arriviamo prima al Figlio tuo. Ti preghiamo per la pace e la serenità dei cuori di tutti i tuoi figli. O Maria Santissima, prega e veglia su tutti i tuoi figli, e aiutali a superare i momenti difficili che incontrano nella loro vita. Amen. Cara Madonna, fa che quest'anno vada tutto bene e che sia un bell'anno. Maria, Madre di Gesù, ti prego per le mie famiglie: aiutaci a vivere in pace e serenità. Grazie. Maria, Madre di Gesù, ti affido la mia famiglia e tutte le persone care che mi aiutano a crescere nella fede. Sotto la tua protezione troviamo rifugio, S.Madre di Dio. Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta. Madonna santa, aiuta tutti i bambini del mondo. O Madre del divin redentore, tu sei la tutta bella, la tutta santa, la mamma di tutti noi, tuoi figli, redenti da tuo Figlio: a te affido la mia vita. A te affido l'Italia e il mondo intero; stendi il tuo manto su di noi e proteggici. Grazie, mamma. Amen. Cara mamma Maria, la tua famiglia a per noi un grande esempio di amore. Abbiamo tanto bisogno di te e della tua tenerezza. Aiutaci, perché anche nelle nostre famiglie ci sia quella fede che ci rende capaci di cogliere sempre la presenza di Dio. O Vergine Maria, Madre della Misericordia, Salute degli infermi. Rifugio dei peccatori, Consolatrice degli afflitti, tu conosci i nostri bisogni, le nostre pene, le nostre sofferenze, i mostri desideri! Ottienici con la tua materna intercessione le grazie che ti domandiamo. Aiutaci ad avere sempre più fede nel tuo Figlio, Gesù. Grazie, Maria, per averci donato Gesù. Ti prego per la mia famiglia e per tutte le famiglie della nostra Comunità: aiutaci a ritrovare la via che porta a lui, la quale è la più bella, più gradevole e più sicura, affinché possiamo crescere nella fede e nell'amore e vivere con più coerenza e testimonianza il vangelo, riscoprendo sempre, negli eventi della vita, i segni della tua provvidenza. Cara Maria, quest'anno ho fatto un Natale un po' migliore degli altri, perché c'era mia sorella a portare felicità (e anche scompiglio) in questa casa. Però sono contento che sia arrivata e ringrazio tè e Gesù del dono che avete fatto alla mia famiglia. Maria, ti prego di aiutarmi per la scuola e di trascorrere un anno felice. Grazie. Santa Maria, ti prego per perdonarmi per le brutte parole e per le offese a mia mamma. CRONISTORIA PARROCCHIALE (dal 1°.12.2014 al 28.02.2015) Santissima Madre di Dio, grazie a te che sei stata subito disponibile a diventare la mamma di Gesù, nostro Salvatore. Aiutami ad essere una mamma saggia, autorevole e nello stesso tempo discreta e amorosa nel consigliare i miei figli anche se sono adulti. Veglia su di loro perché abbiano a vivere la fede, la speranza e la carità che in famiglia hanno respirato fin da bambini. Grazie. Come sei bella. Maria, e quanto ci ami. Con il tuo amore di madre aiutaci a fare le scelte giuste, che ci rendano belli e fecondi come te. Maria, affido a te i miei figli e le loro famiglie, che sappiano imitare la piccola famiglia di Nazaret. Grazie. Aiutaci a iniziare bene la scuola e a volerci bene. 05.12: Sab.: Durante la s.Messa delle 18.oo, ricordiamo Santa BARBARA, molto invocata dai nostri minatori, soprattutto dal 1870 circa in poi. 09.12, Mar.: NEVICATA durante la notte e in mattinata. In paese ne è caduta 5 cm. circa. 14.12: Dom. Il nostro GRUPPO GIOVANISSIMI, a cui appartengono un paio di studenti dell’ Alberghiero di Tonezza, organizzano un "Mercatino dolciario" di beneficenza. 21.12: Dom. Oggi benediciamo i dei presepi familiari . . . . GESU' BAMBINI 25.12, Gio. SANTO NATALE (con la s.Messa della Notte...). Nel pomeriggio viene inaugurata la MOSTRA "DEI 100 PRESEPI", nella chiesa di S.Margherita (vedi anche articolo a parte). 27.12, Sab.: PRIMA VERA NEVICATA DI STAGIONE: da mezzogiorno; ne cadono 15-20 cm. 28.12: Dom.: CONCERTO DI NATALE in chiesa, con il complesso vocale trentino "FREEDOM GOSPEL CHOIR" 30.12, Mar.: Nell’ambito della preparazione alle grandi cerimonie in ricordo dell' inizio della 1^ GUERRA MONDIALE, presso il Museo archeologico di Castelletto, viene presentato il libro "LA PARTENZA PER IL PROFUGATO, Altopiano Sette Comuni 1916", di Nico Lobbia e Sergio Bonato. 08.02, Dom: Nel ricordo di S.Biagio (la sua festa era martedì 3), celebriamo la BENEDIZIONE DELLA FRUTTA....Giornata di sole, ma fredda. 1°.01, Gio.: Nello spirito della OTTAVA DI NATALE, rinnoviamo l' OMAGGIO A MARIA, la Ss.ma MADRE DI DIO". (Vedi articolo apposito) . 13.02, Ven. Dopo alcuni giorni quasi primaverili, oggi ciclo grigio e nebbioso, che porterà un po' di neve il giorno dopo, sabato. 02.01, Gen. 1^ GITA A PRESEPI, che ci porta nelle province di Venezia e Pordenone (Vedi articolo a parte). 16.02, Lun. Giornata splendida. Seguiranno alcuni giorni discreti . 03.01, Sab.: Presso il Museo Archeologico, il monologo teatrale "FIORI FRAGILI - ORTIGARA 1917", recitato dall'autore, Riccardo Bonetti. 16.01: Ven. PIOGGIA battente nel pomeriggio e per tutta la notte, (poi ritorna il sole). 21.01; Mer.: NEVE umida al mattino, poi un po' di pioggia. 25.01, Dom.: 2^ GITA a PRESEPI , nel pomeriggio: a Scaldaferro (VI) e a S.Pietro in Gu (PD) (Vedi articolo) 30.01, Ven.: Ancora 5 cm. di NEVE e vento freddo. 01.02, Dom. GIORNATA DELLA VITA: Festeggiamo tutti i bambini nati negli ultimi 6 anni, e le loro famiglie. 05.02, Gio.: NEVICA tutto il giorno; poi nevischio fino a sabato. 22.02; Dom.: NEVICATA (15-20 cm.) . 24.02: Mar.: Altra NEVICATA (20 cm.). Seguiranno poi giorni secchi, ma freddi e un po' ventosi... 28.02. Sab.: Questa sera, in località Cavieri, viene acceso un gran falò, per il MERTZO. CENTENARI e CINQUANTENARI RIGUARDANTI ANCHE LA NOSTRA COMUNITÀ 1615 18.09: 400° anniversario della fondazione della Parrocchia di Pedescala: Fino a tale data la popolazione di Pedescala faceva parte della Parrocchia di S.Gertrude in Rotzo. Nel 1569 gli uomini di Pedescala avevano chiesto e ottenuto il permesso di costruirsi una chiesa. Nel 1571 il vescovo Nicolo Ormaneto, in visita pastorale, potè entrare nella nuova chiesa intitolata a S.Antonio di Padova. Con altri successivi passaggi, si arrivò alla costituzione della nuova parrocchia (il 18 sett. 1615, appunto). 1665 350° dalla nascita della 4^ ROGAZIONE Nel corso della sua prima Visita Pastorale, il vescovo S.Gregorio Barbarigo, in questa data, proibì che la processione del Corpus Domini raggiungesse la cima dell' Altaburg, come avveniva da tempo. La popolazione di Rotzo, obbedì, ma nello stesso tempo spostò la processione all’ Altaburg al giorno della Ascensione, inserendola nel clima delle Rogazioni che avevano luogo i 3 giorni prima dell'Ascensione. Allora questa festa veniva celebrata di giovedì, e perciò la 3 Rogazioni avevano luogo il lunedì, martedì e mercoledì precedenti) . Questa 4^ rogazione venne abolita nel 1939 (forse con le stesse motivazioni del 1665). Nel secondo dopoguerra, le 3 Rogazioni/ legate al mondo agricolo, andarono scomparendo un po' dappertutto, A Rotzo, la 4^ Rogazione venne ripresa nel 1994 (21.05), inizialmente con grande successo, che andò poi scemando negli anni successivi. Delle prime 3 originarie rogazioni, a Rotzo non rimangono che poche campestre. tracce: qualche capitello e croce 1775 08.06 250° dalla ABOLIZIONE DEL PENSIONATICO da parte della REPUBBLICA di VENEZIA. Il pensionatico (in cimbro: bisadénego) consisteva nel diritto acquisito dai pastori delle nostre montagne, di portare, durante la stagione invernale, le loro greggi, in pianura. Questa abolizione comportò il;lento ma inesorabile passaggio dall'allevamento ovino a quello bovino. 1815 07.04 BICENTENBARIO della DEFINITIVA SCOMPARSA della REGGENZA SETTE COMUNI VICENTINI. In questa data infatti venne costituito il Regno LombardoVeneto, con i territori dei precedenti Ducato di Milano e Repubblica di Venezia (compreso quindi anche il nostro Altopiano). Questo Regno entrava a far parte dell' Impero Austroungarico, nella persona del re, che era l'imperatore d'Austria. L' Altopiano dei Sette Comuni (Reggenza) venne a formare il 6° distretto della provincia di Vicenza, con capoluogo Asiago, con un regio commissario e la pretura di 2^classe. I beni consortili vennero affidati alla gestione di un funzionario del Regno. Con questa decisione del Congresso di Vienna, nonostante l'impegno dei rappresentanti altopianesi, morì la speranza di ricostituire la Reggenza, che di fatto aveva cessato di esistere il 29.06.1807. 1915 24.05. 1° CENTENARIO della ENTRATA in GUERRA ( mondiale) dell’ ITALIA (e perciò anche del nostre Altopiano Vedi articolo a parte. 1915 - 2015 100 ANNI DALL'ENTRATA NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE DELL' ITALIA. Iniziamo con questo numero, una breve "cronistoria" di come la nostra Comunità di Rotzo e il suo territorio vennero coinvolti nel 1° conflitto mondiale. In questo 1° numero, p arleremo delle premesse e di ciò che avvenne nel 1915 (primo anno di guerra). 1906: Inizia la costruzione del Forte di Cima Campolongo, il punto più alto nel nostro territorio, m. 1720. 1915: 22.05: Viene emanato il decreto che istituiva la "zona di guerra” : una fascia di territorio larga dai 10 ai 40 Km, lungo la linea del fronte. 23.05: II comandante delle Truppe alpine Altopiano, generale Oro, emana due proclami, che praticamente comandano il coprifuoco notturno su tutto l'Altopiano. 24.05. Alle ore 03.55 (del mattino), 5 minuti prima del tempo prefissato, dal Forte Verena partono i primi due colpi di cannone, che danno inizio così al conflitto. Alle ore 04.00 gli fanno eco gli altri forti, in particolare, per quel che ci riguarda, il Forte Campolongo e le batterie di artiglieria poste nei boschi tra Verena e Campolongo. Verso sera il Forte Campolongo riceve l'ordine di concentrare i suoi tiri sul Forte Luserna (che, alla fine, subirà pesanti distruzioni) 27.05: II Forte Campolongo riceve ordini di concentrare i suoi tiri sul Forte Belvedere di Lavarone. 30,05. Il Forte Campolongo subisce le prime perdite: 2 morti e 8 feriti, dovuti allo scoppio di un suo cannone da 149. I morti furono: Caporale Marchesin Sebastiano, classe 1892, da Bolzano Vicentino; e Saggin Pietro, classe 1895, da Monticello Conte Otto (VI). I loro corpi vennero sepolti il giorno dopo nel cimitero di Rotzo. MAGGIO-GIUGNO: Perché esposti ai tiri diretti dei Forti Belvedere e Luserna gli abitati di S.Pietro e Pedescala vengono sgomberati. E' il 1° episodio di profugato. Molti vennero ospitati a Rotzo presso parenti e amici. 1°.06: II Forte Campolongo deve concentrare la sua attività sul Forte Busa Verle, ma con parsimonia: iniziano infatti a scarseggiare i proiettili. 04.06: II Forte Campolongo viene incaricato di "cercare" e colpire le batterie austriache da 305, nascoste nei boschi tra Busa Verle e Luserna. Le zone militari vengono interdette ai non militari. Si inizia infatti a temere opera di spionaggio, soprattutto tra la popolazione e, soprattutto, il clero locale. La Stazione dei Carabinieri di Casara Campolongo viene spostata a Castelletto di Rotzo. 09.06: Altri 2 morti e 2 feriti per il Forte Campolongo, questa volta per colpi nemici. I morti furono: Pamato Desiderio, classe 1893, da Malo (VI) e Catelan Alessandro, classe 1894, da Olmo di Vicenza. Furono sepolti anch'essi nel Cimitero di Rotzo. NB.: I nomi di questi 4 caduti sono ricordati attualmente da una targa posta nel cortile del Forte. 12.06: Un proiettile nemica da 305, penetra ed esplode all'interno del Forte Verena provocando la morte di una quarantina di uomini, tra ufficiali e soldati, la gran parte provenivano dalla provincia di Vicenza. 14.06: I caduti del Forte Verena vengono trasportati e sepolti, solennemente, nel cimitero di Rotzo NB.: Tutti costoro, più i 4 caduti del Forte Campolongo verranno trasferiti al Monumento Ossario di Asiago il 28.06.1927. 26.06 L' arciprete di Rotzo (don Francesco Zeccchinati), il suo cappellano (don Bortolo Fortunato) e il curato di Mezzaselva (don Vito Scalabrin) vengono richiamati dalle autorità militari con sospetto di spionaggio a favore del nemico. In effetti, per giustificare il fatto che gli Austro--ungarici colpivano con molta precisione vari obiettivi, si ipotizzò che questo, non per la loro bravura e preparazione, avvenisse da segnali provenienti dai paesi dello stesso Altopiano. Nell'ambito di questa "caccia alle streghe", la mentalità liberal-massonica, dominante nelle alte sfere militari, trovò sfogo sui preti dell'Altopiano. Tre di essi furono arrestati: il 1°/07, don Andrea Grandotto, parroco di Cesuna; il 02.07 fu la volta di don Pietro Vezzaro, parroco di Camporovere; il 08.07 don LeoniIdo Berto, cappellano di Canove. Trasferiti a Verona, furono processati e assolti. Ciononostante vennero mandati al confino negli Abruzzi. L'anno dopo, aprile 1916, poterono rientrare ma nel padovano. 02.07: I comandi militari italiani, devono constatare l'inefficacia della "Guerra dei forti". Tanti i motivi: l'inferiorità della artiglieria italiana, sia per il calibro che per la gittata delle bocche da fuoco; sia per le irregolarità (ferro e cemento scarsi) nella costruzione dei forti; sia per l'anacronismo degli stessi, "troppo statici" e perciò colpibili, rispetto alla nuova tattica di movimento, che permetteva di spostare qua e là le batterie, rendendole difficilmente individuabili ....Per tutto questo, in data odierna (02.07), viene dato l'ordine di smantellare il Forte Campolongo (altri erano già stati disarmati o lo saranno a breve). 12.07: Colpito da grossi calibri nemici, il Forte Campolongo viene messo fuori combattimento. Ma, dato l'ordine del 02.07, non vi furono ne perdite umane ne di materiali bellici. 18.07. Sempre nell'ambito della ricerca di spie su cui scaricare gli insuccessi militari, viene processato per disfattismo e spionaggio il sacrestano di Rotzo, Slaviero Vincenzo. Egli infatti aveva svelato la vera causa (E9. della messa fuori combattimenti) del Forte Verena e, aveva detto che andando così le cose, ben presto gli Austrungarici" avrebbero vinto la guerra, e i nostri avrebbero dovuto, a capo chino, ritornare a lavorare nelle miniere tedesche. 19.09: Sotto Albaredo viene trovato il cadavere del soldato Busnardi Primo, di Marsango (PD), allontanatesi dal suo reparto il 20.08. 07.10: Sotto Albaredo, viene trovato il corpo dell'artigliere Canale Augusto, di Tonezza, allontanatesi ai primi di settembre. Sul fronte dell' Isonzo muore il compaesano COSTA ANTONIO Vux, di Angelo Antonio, nato il 03.06.1895, celibe. La sua salma verrà trasferita a Rotzo il 25.07.1923. 19.10: In Val d'Adige (Rovereto) cade il fante STEFANI CARLO ANTONIO, di Gio.Maria Paolo, celibe, nato il 20.06.1890. 21.10: Sul Fronte Isonzo,/il fante SPAGNOLO (Spagnol) Matteo di Giacomo, coniugato, nato il 25.07.1884. Bibliografia principale: Libri canonici della Parrocchia di Rotzo (VI) Il Forte Campolongo di Malatesta Diario di un prete internato (d. Andrea Grandotto, 1915-16) 1^ e 4^ di COPERTINA Nella 1^ pagina di copertina, abbiamo riportato una foto della "Croce del Croisle". Di per sé, in cimbro, "Croisle" significa "piccola croce". "Croisle" è innanzitutto il toponimo che denomina la parte del monte che si trova sopra la 1^ strada (o strada del Raut), a ovest del 1° tornante della strada per Campolongo. Il nome di questo luogo deve doversi alla "Piccola croce" dove facevano sosta le Rogazioni. Questa "piccola croce", andata dimenticata. Nel 2011, il nuovo proprietario del terreno, l'ha risistemata a circa 500 metri della strada (dal tornante), una ventina di metri sopra strada. Per la 4" di copertina abbiamo scelto la foto che rappresenta la cosiddetta "Madonna di Khenshiro", che si trova nel bosco sopra Castelletto, dove termina una deviazione della strada della Ganna. E' lì dal 2001, ad opera di alcuni amici per ricordare un ragazzo, che per motivi di allergie, passò alcuni anni a Castelletto. Egli si trovava spesso a giocare con altri bambini in questo luogo. Egli era poi un grande appassionato dei Cartoons giapponesi, il cui eroe si chiamava Kenshiro. AMICIAD Un breve racconto di YANGUE (Antonio) e ModjeMagi (Gilbert) in CIAD Chi scrive è Yangue e, per la prima volta, ha potuto conoscere e vivere con la gente di questo angolo d’Africa : il Ciad. In verità sono Antonio e sopranominato Yangue che in lingua Sara significa tutto o niente ed è usato come interlocuzione, come colui che è alla ricerca di qualcosa, potrebbe essere ricondotto a “cosa” generico. ModjeMagi è un altro termine molto utilizzato che potrebbe essere tradotto come un saluto amichevole. Il CIAD è un Paese del Centro Africa, ufficialmente una Repubblica ma guidato da un Capo di Stato Militare, confinante con diversi Stati alquanto pericolosi. Di dimensione quattro volte il nostro Paese e metà desertico. Gli 11 milioni di abitanti vivono per la maggior parte al Sud dove è predominante l’attività dell’agricoltura. Domenica 11 gennaio 2015 finalmente arriva il giorno di questo viaggio desiderato da tempo ed a Venezia in Aeroporto con ModjeMagi ci accompagna un nutrito gruppo di Amici. Al checkin con le valige fuori peso troviamo un addetto che ci risparmia la penale. Dopo lo scalo a Parigi in serata arriviamo a Ndjamena la Capitale ai confini del deserto: un polveron da matti! La tappa a Ndjamena mi da la possibilità di vedere una città caotica dove tutto gira attorno ai vari mercati: mai vista tanta confusion! vantaggio/svantaggio di non avere una cartella colma e pesante di testi come i nostri ragazzi ! Da qui partiamo per Koumra, verso il sud del Paese a circa 650 km. Alloggiamo dalle Suore della Parocchia S. Teresa. Qui mi fermo con il diario per addentrami e soffermarmi su punti che mi hanno colpito : - I “Padri Gesuiti” guidati da Padre Gherardi, bresciano è in Ciad pensate dal 1958, hanno contribuito in modo significativo allo sviluppo di quest’area del Sud con un grande lavoro sia a livello Ospedaliero che Istruttivo e Sociale. - E’ un popolo di non fumatori, anche se si trovano gli ambulanti che vendono le sigarette ai lati delle strade ma non c’è alcuna pubblicità delle ditte produttrici. - - - - L’energia elettrica c’è solo per l’illuminazione di qualche strada principale in città e solamente quando è previsto l’arrivo o il passaggio di qualche personalità. Lentamente si stanno istallando i pannelli solari, è solo un problema finanziario perché il sole non manca ed è una energia pulita e sfruttabile. Di veloce si riscontra il sistema di comunicazione interna con il cellulare che tutti posseggono; Internet e messaggi funzionano molto poco ed a tratti. Viene spontanea la domanda: come fanno a caricare i telefonini senza elettricità? Si va presso un baldacchino che detiene un generatore e lì lasciano il telefono da ricaricare. E’ una delle tante Start-up aziendali: un tavolone con centinaia di telefoni sotto carica! Dalle 6 alle 7 del mattino è bellissimo vedere i ragazzi che si incamminano per andare a scuola, percorrendo anche lunghe distanze con un quadernetto in mano, infradito, tutti in ordine con la divisa della propria scuola e vai…………..!!!!! Hanno il - Le Biciclette, se si possono chiamare così sono dei veri “rocheoti” sono utilizzabili solo in parte per il problema strade con sabbia. Chi ha la possibilità si prende la Moto, sono come le nostre vecchie Morini 125; altrimenti se ti devi spostare Taxi ma attenzione te li raccomando sono dei furgoncini da 6-8 posti dove salgono 20-25 persone. - L’Ospite è accolto sempre con la sacra stretta di mano, con “Lapia” e guardandosi negli occhi. - Denaro ne circola poco ed è in uso il baratto per la vita di ogni giorno. Le donne con i loro recipienti sul capo fanno lunghi spostamenti a piedi per vendere i propri prodotti e gli uomini con i sacchi di miglio nei carretti che fanno altrettanto. - L’alimentazione non è equilibrata ma non mi sembra che si soffra la fame, tutto il lavoro che si vede durante la giornata è finalizzato per procurarsi il cibo; - Le Famiglie sono alquanto numerose 7-8 figli con reddito molto basso e si vive con un euro al giorno; - Trattasi di un popolo povero ma alquanto dignitoso. Non si trova un Ciadiano sui barconi della morte perché troppo orgoglioso della propria terra e non parte all’avventura lasciando la famiglia in balia della povertà; - La vita in Villaggio è contornata da diversi usi, tradizioni , costumi e le persone adulte in molti casi sono analfabete in quanto isolate dai centri abitati. Per fortuna lo Stato sta investendo nell’istruzione e ci sono strutture più vicine ai Villaggi, di conseguenza i bimbi possono frequentare almeno le scuole elementari (6 anni); - - Approvvigionamento dell’acqua: in città c’è la possibilità di utilizzo dell’acqua proveniente dall’acquedotto ma pochi si possono permettere di pagarla; altrimenti si utilizzano i pozzi e magari lontani dalla propria casa. Pensate che, comunque, l’acqua c’è sempre per lavarsi le mani prima di ogni pasto (si mangia con le mani). Come esigenza primaria nasce il problema dell’Igiene e di una educazione mirata nei vari villaggi: lo sviluppo sociale ed economico necessita di tempi molto lunghi “africani”, lontani dal nostro operare. - La terra, se sfruttata, è in grado di produrre cibo in quantità sufficiente a sfamare il popolo. I progetti agricoli assumono, quindi, un importanza basilare per lo sviluppo del territorio. - Il commercio dei prodotti agricoli è solo ed unicamente interno e non c’è alcun mezzo per poter esportare prodotti, è un Paese senza sbocco al mare. - Sono orgoglioso di essere uno degli artefici della nascita della Cooperativa Agricola “LA FOI VIVANTE” che sarà operativa dalla prossima stagione della semina (Aprile/Maggio) di miglio, cotone, arachidi e sesamo. - Durante i 20 giorni di permanenza, Amiciad rappresentata da Yangue e ModjeMagi ha seguito tutti gli aspetti legali e tecnici fino alla prima Assemblea preparatoria con l’iscrizione di circa 30 Soci alla Cooperativa. Ora tocca a loro : sgalmarete e mantelina, come dise il Geometra ! Al mio ritorno gli Amici mi chiedono : com’è andata? Rispondo “tutto bene”. Non riesco a descrivere e fare una sintesi di questo viaggio in una terra piena di contrasti e di amore, bisogna provare! Auguro a tutti quelli che mi leggono di “Provare le mie stesse emozioni” e un grazie molto sentito a tutti coloro che aiutano e collaborano con AMICIAD. I nostri aiuti si vedono ed arrivano direttamente al cuore di questa gente esaltando la loro dignità. Yangue (Antonio) P.S.: altri dettagli li potrete leggere nel prossimo numero e/o attraverso un video in corso di montaggio e che sarà a disposizione di tutti gli Amici che ci seguono. ROTZO NELLA SECONDA GUERRA MONDIALE Riportiamo la Relazione dell’Arciprete di Rotzo Don Bellino Zotti alla Curia di Padova riguardante le vicende della Seconda Guerra Mondiale. Don Bellino venne a Rotzo a guerra finita, le notizie sono desunte dalla Cronistoria parrocchiale come riportate dall’Arciprete Don Giacomo Brandalise (morto il 2 giugno 19244) e dal sostituto provvisorio Padre Luigi Cipelli. Parte morale Durante il periodo della guerra furono in parrocchia 14 sfollati, alloggiati in casa di parenti e conoscenti. I prigionieri furono 24; gli internati 15. Nei giorni della liberazione una particolare opera di assistenza è stata fatta ai profughi di Pedescala, costretti riparare quassù per fuggire alle barbarie delle truppe tedesche in ritirata. Hanno trovato in paese aiuti ed affettuosa assistenza. Fino al maggio del 1944 la popolazione fu lasciata indisturbata. Ma col 21 maggio incominciò la serie spaventosa dei rastrellamenti. 21.5.44. Primo rastrellamento da parte della milizia stradale. Furono condotti in prigione ad Asiago una trentina di uomini. Alcuni vennero subito rilasciati; altri trattenuti per otto giorni. 16.7.44. Secondo rastrellamento da parte dei tedeschi e russi. Vennero arrestati una ventina di uomini. Alcuni vennero rilasciati liberi dopo 8 giorni; altri mandati in Germania; altri mandati come ostaggi nelle carceri di Thiene. Questi ultimi rimasero in prigione due mesi e mezzo. 25.7.44. Nella notte dal 24 al 25 luglio il podestà Spagnolo Matteo e il vice segretario Pellizzari Giuseppe furono arrestati da un reparto di partigiani. Solo nell'ottobre del 1945 si seppe che furono uccisi nei pressi di San Pietro Valdastico. Trovati, furono riportati a Rotzo, ove si fecero solenni funerali e sepolti in questo cimitero. 31.12.44. Terzo rastrellamento effettuato da un reparto di Brigate nere di stanza a Roana. Furono arrestati due giovani partigiani. 1.1.45. Da una squadra di Brigate nere vennero arrestati altri cinque giovani che assieme agli altri del giorno precedente furono condotti nelle carceri di Padova. Processati, uno (Pellizzari Bruno) fu condannato alla fucilazione, effettuata a Chiesanuova il 20 gennaio; gli altri, condannati a trenta anni di reclusione. Liberati nei giorni dell'insurrezione poterono raggiungere subito le proprie case. 31.3.45. Quarto rastrellamento da parte delle forze repubblicane. Venne circondato un accampamento di partigiani, vicino a Rotzo. Aperto il fuoco, si ebbero dei feriti da parte dei patrioti. Alcuni poterono fuggire alla cattura: uno fu portato dai repubblicani all'ospedale di Thiene; un altro, rimasto gravemente ferito, venne fucilato sul posto. 2.4.45. Una squadra di partigiani arrestò in paese due individui, vestiti in borghese, che poi risultarono due elementi della SS italiana. Furono fucilati in un bosco vicino al paese. 23.4.45. Da un gruppo di partigiani venne arrestato un individuo vestito in borghese. Ci disse di essere vicentino. Per sospetto venne fucilato sullo Spitz di Rotzo. 25.4.45. Nei pressi di Castelletto di Rotzo avvenne uno scontro fra un reparto di partigiani e una compagnia di Russi. Rimasero uccisi nel combattimento due patrioti: Dal Pozzo Matteo e Stefani Alfeo. 1-2-3.5.45. Nei combattimenti avvenuti nelle vicinanze di Castelletto per la difesa del paese, rimase ucciso un patriota di Mantova. 3.5.45. Un tedesco e un padovano, vestiti in borghese, furono arrestati da una pattuglia di partigiani. Riconosciuti come spie, vennero fucilati nelle vicinanze del paese. Furono assistiti dal sacerdote e ricevettero i sacramenti della confessione e olii santi". Parte materiale In effetti la parrocchia non ha subito danni materiali; solo è stata fatta minaccia di bruciare il paese perché, oltre che i partigiani, furono trovate delle armi. Solo per interessamento del reverendo padre economo don Luigi Cipelli fu scongiurato tale pericolo. Parte personale Di fronte alle empie prodezze del Casadei e della sua degna Brigata nera, svolse opera profondamente sacerdotale l'economo padre don Luigi Cipelli, che a tutti si impose con la forza della sua parola e della sua bontà. Rotzo, 19 giugno 1946 L'arciprete don Bellino Zotti (Pierantonio Gios, Clero, guerra e resistenza nelle relazioni dei parroci) Don Sergio Stefani GITA PRESEPI ANDAR PER PRESEPI E’ bello “andar per presepi”! Rientra nella nostra tradizione cristiana ed imprime all’atmosfera natalizia gioia e festosità. Belle sono le luci, le luminarie fastose delle città e dei centri commerciali, gli addobbi appariscenti, gli alberi di Natale colorati e illuminati di mille lucine, gli effetti luminosi… ma… il presepe… è qualcosa di più. E’, per noi cristiani, la rappresentazione di una nascita importante, del Messia, di Gesù. E diviene quindi espressione di fede, pura poesia. Il presepio è un’antica tradizione che si rinnova ogni anno e che sembrava quasi passato di moda qualche anno fa, ma che oggi sembra riprendere importanza e si rinnova in varie iniziative sia cristiane sia culturali nel nostro ambiente e in tutta Italia. Da qualche anno la parrocchia di Rotzo organizza un itinerario per “ANDAR PER PRESEPI”, portandoci in varie località; quest’anno ci siamo recati a Ceggia di Venezia e in provincia di Pordenone nei paesi di Polcenigo e di Poffabro. Ceggia penso sia conosciuta da pochi di noi. E’ un centro in provincia di Venezia a pochi chilometri dal mare e il suo nome significa proprio “riva del mare”; di origine romana, vanta numerose testimonianze del passaggio e dello stanziamento dell’antico popolo come il ponte e il ritrovamento di antichi reperti: monete, anfore e pietre marmoree. Passarono poi in queste terre le invasioni barbariche e Ceggia fece parte della Serenissima Repubblica di Venezia, poi del Lombardo Veneto e infine divenne Italia. Ora si trova in una zona prettamente agricola e vi si sono affermate numerose attività imprenditoriali. E’ nota in provincia per un rinomato Carnevale con carri allegorici e mascherati di notevole fattura. A Ceggia, si tiene la rassegna dei Presepi artigianali provenienti da varie parti del mondo con una mostra nell’antico “oratorio Bragadin” che dà sulla piazza del paese e con altre natività, senza dimenticare quella sull’acqua del canale Piavon dedicata a chi è stato colpito dalle recenti alluvioni. I presepi che abbiamo ammirato a Ceggia, come nelle altre località, sono stati allestiti con vari materiali e tutti hanno dimostrato la creatività e l’inventiva di coloro che li hanno preparati La seconda tappa ci ha portato a Polcenigo, paese alle sorgenti del fiume Livenza per la visita ai 100 Presepi all’aperto lungo le antiche vie del centro storico. Polcenigo è un piccolo centro in provincia di Pordenone dove si trovano le sorgenti del fiume Livenza in località Gorgazzo, sorgenti impetuose, irruenti, profonde e spettacolari. Oltre cento presepi erano collocati su davanzali, su finestrelle, in piccoli angoli, nei giardini, nelle corti per dar luce ad un patrimonio architettonico di interesse storico come in effetti si rivela questo antico borgo medioevale. Le natività erano rappresentate in vari modi e con vari materiali per dare testimonianza di una grande tradizione che a tutt’oggi ancora esiste ed è vissuta da tanti. Alla sera le luci illuminano il percorso e accompagnano il suggestivo cammino dei presepi. Verso sera eccoci a Poffabro, sempre in provincia di Pordenone, ad ammirare i 150 presepi all’aperto che sono approntati in vari angoli del paese, aggrappato su una ripida montagna, sfruttando antiche abitazioni che si arrampicano sulle rocce. Il suo nome significa “Prato dei fabbri”, è sorto con un’architettura spontanea , con le pietre tagliate dal vivo, con balconi di legno, con elementi architettonici poveri, essenziali e molto austeri. E’ considerato uno dei 100 borghi più belli d’Italia proprio per la particolarità di un’architettura povera, severa e fantasiosa. Poffabro è una piccola frazione di Frisanco in provincia di Pordenone a 525 metri di altitudine in Val Colvera, nelle prealpi Carniche, ai margini del Parco Naturale delle Dolomiti Friulane. Nell’arrivare mi sono chiesta come mai esistesse questo paese in un posto così isolato, silenzioso, solitario, arroccato. La risposta è venuta presto, infatti, fino a non molto tempo fa, vi si lavorava il ferro ed, essendo la zona ricca di acque, i fabbri vi trovarono le condizioni necessarie al loro lavoro. A Natale, le finestre, i cortiletti, i volti, i porticati, gli angolini nascosti e dimenticati si animano e vengono abbelliti dei più svariati presepi per fare diventare il paese “Presepio fra i presepi”, come è stato definito. Molte quindi sono state le rappresentazioni della sacra natività allestite in vari modi, con vari materiali e in svariati angoli del piccolo centro, illuminate con luci forti o appena soffuse e, tutte, a ricordarci la nascita di Gesù e le nostre radici cristiane e per invitarci ad elevare un pensiero al Cielo. Molti presepi rappresentano scorci di paesi e di ambienti rurali ormai per noi sorpassati, ma ci ricordano modelli di vita che significavano genuinità e calore umano . Ogni natività comunque rappresenta la passione e l’inventiva di uomini e donne che dedicano tempo e fatica per far rivivere tradizione e sentimento e per dare a tutto un significativo messaggio di fratellanza. L’invito infatti è quello di guardare oltre le forma, i colori, le scene , le armonie per intravedere in ogni rappresentazione della nascita di Gesù il sacro e l’invito all’amicizia e alla pace. A sera, ormai buio fatto, il ritorno verso casa, tutti insieme, nel pullman a raccontarci impressioni e sensazioni della giornata vissuta in armonia e affiatamento con nello spirito e nella mente senza dubbio qualcosa in più. LUCIANA CERA SCALDAFERRO e S.PIETRO in GU’ Il giorno 25/01/2015 la parrocchia di Rotzo ha organizzato la seconda gita dei presepi .La corriera è partita dal parcheggio accanto alla chiesa alle 13.00 e si è diretta verso Tresche Conca,dove ci aspettava il parroco di Rotzo. Essendo stata la mia prima volta in una corriera a due piani,ho dovuto abituarmi ad essere più in alto del solito;all’inizio non è stato facile,ma,poi,era come essere sempre stati a quella altezza. Dopo essere discesi per la strada del Costo,ci siamo recati a Scaldaferro,una frazione di Pozzoleone,in provincia di Vicenza,dove si trova il famoso santuario mariano e,adiacente,il presepio. Per andare a vedere l’opera, siamo dovuti entrare in una sala buia,dove,sullo sfondo,si estendeva in tutta la sua bellezza la creazione degli abitanti del posto. C’erano molte statuine,alcune grandi ed alcune piccole che si muovevano e,grazie ad una voce registrata,veniva spiegato come funzionava il presepio e perchè è stato costruito. Dopo aver ammirato il presepio ed aver scattato qualche fotografia,siamo scesi al piano inferiore,dove si trovavano alcune fotografie di luoghi sacri della religione cristiana e da dove si poteva vedere il presepio da un’altra posizione e,dulcis in fundo,ammirare l’immenso e complesso meccanismo che faceva muovere le statuette. Dopo essere usciti dall’edificio,alcuni di noi sono andati a visitare la chiesa di fronte, mentre,altri,si sono recati a comprare dolciumi o a bere qualcosa nel bar vicino. Alle 16.00 ci siamo rimessi in viaggio per recarci a San Pietro in Gù,dove avremmo assistito alla esecuzione del presepio vivente. Quando siamo arrivati al paese di San Pietro in Gù,ci è stato concesso un po’di tempo libero;chi in bar,chi in chiesa e chi nel museo di scienze naturali,un po’ tutti abbiamo girovagato per la cittadina. All’orario prestabilito,ci siamo avviati all’entrata delle tribune,per vedere il presepio vivente. Dopo aver ricevuto i biglietti ed esserci sistemati negli spalti,ci siamo goduti per una buona quantità di tempo il caldo generato dall’impianto presente nella tenda. Quando si sono aperte le tende,abbiamo potuto ammirare in tutta la sua grandezza l’allestimento circostante:c’erano palazzi reali,case in periferia,locande,tempi e,persino,un lago con un ponte sovrastante e delle pecore in un recinto. Poco dopo aver visto questa meraviglia,lo spettacolo è iniziato:all’inizio sono usciti tutti i personaggi,in una lunga sfilata e abbiamo potuto notare che c’erano anche dei bambini,poi sono usciti,per poter dare inizio alla rappresentazione. Successivamente,è rientrato in scena un uomo,secondo me un profeta,che ha iniziato a parlare del Natale e del suo significato reale,facendo un confronto tra quello che pensiamo noi e quello che è veramente. Poi,gli attori hanno recitato la vita di Abramo e dei suoi figli,quella di Giuseppe,il re dei sogni,quella di Mosè,il liberatore dalla schiavitù e,lentamente,hanno presentato l’apparizione dell’angelo a Maria,il viaggio a Betlemme sino a giungere alla nascita di Gesù e alla sua presentazione al tempio di Gerusalemme. Lo spettacolo è durato circa un’oretta ma è stato ricco di emozione e di stupore. Finito lo spettacolo,la gente locale ci ha offerto un po’ di cioccolata calda,vin brulè e l’opportunità di salire al “tempio” da loro costruito e di visitare gli edifici usati durante la esibizione. Dopo questo piccolo “rinfresco” e questo giro turistico al palazzo di Erode e alla reggia del faraone,ci siamo recati in una pizzeria poco distante da lì,dove abbiamo cenato con pizze con nomi tradizionali ma anche buffi e stravaganti. In seguito,dopo un ora e mezza circa tra chiacchierate e risate,siamo ritornati in corriera e ci siamo avviati verso casa. Chi ascoltando musica,chi chattando e chi addirittura dormendo,siamo giunti nuovamente al parcheggio a fianco della chiesa di Rotzo verso le 22.30 circa. É stata una giornata carica di emozioni e vissuta in compagnia degli amici più cari e dei propri compaesani. FERRARESI Matteo LA PAGINA DI VANIA Ho una nuova passione: camminare con le ciaspole. Nei giorni scorsi infatti sono andata a Campolongo con Giorgio, Antonio e Alessia e insieme a loro ho fatto una bella camminata con le ciaspole. Mi è piaciuto molto camminare sulla neve, e al termine della camminata ho bevuto una bella tazza di thè caldo al Rifugio Campolongo con Valter. Spero di poterci tornare ancora, anche se ormai la stagione invernale sta finendo e come sapete sto già aspettando con gioia il 1° aprile quando compirò gl i anni. Buona Pasqua a Tutti da CERATO Vania LA PAGINA DI TIBERIO Una fumata Bianca Con questo canto si può Cantare quando che saremo ad una gita Parrocchiale di Rotzo Per ascoltare in questa Occasione e quando che ci sarà ad una gita che viene programmato Dalle nostre e tantissime gite e dei alcuni Santuari durante il Periodo di Aprile e il Mese di Maggio e soprattutto con il Mese Di Luglio e si farà con questo Canto di una Cantante che si chiama Ferrarese Alida con il Canto di Una fumata Bianca e per questo Canto si potrà a scrivere anche con il nostro Libretto dell’ Altar Burg la Voce che esce Proprio durante il Tempo di Pasqua con il n di 94° libretto e finalmente poi si potrà per Cantare insieme con lei nel suo C. D. Ha cominciato il suo viaggio, in terra di Cracovia, L'uomo vestito di Bianco, entrato nella Storia. Quanta dolcezza e corraggio, in quei suoi occhi chiari. Una passione nel cuore .... Voleva far L'Attore ! Tutte le Strade davvero portano a Roma, Quando il Signore del ciclo non ti abbandona, ( Umile Prete Operaio che Scrivi poesie ) Gli han detto ( IL Tempo è arrivato che devi partire RIT : Una fumata Bianca nel ciclo si levo E dal balcone di quella Piazza al mondo lui Parlo Una fumata Bianca nel ciclo si levo e tutto il Mondo profondamente di lui S'innamorò. Un viaggiatore che a tutti, Parlava il suo sorriso, e Finalmente crollava, IL Muro di Berlino, sempre la stessa Preghiera, alla Madonna nera, perché accendesse nei Cuori, una speranza nuova. hi quell' abbraccio al fratello che lo ha ferito, C'era il Messaggio più bello del suo Cammino, Dio lo ha chiamato al suo fianco una sera D'Aprile, anche le stelle hanno pianto a vederlo partire. RIT : Una Fumata Bianca nel Ciclo si levo, E dal balcone di quella Piazza al Mondo lui Parlo, Una Fumata bianca nel cielo si Levo, e tutto il Mondo profondamente di lui S'innamorò; ORCH, Una Fumata Bianca nel Cielo si levo, e tutto il Mondo profondamente di lui S'innamorò, e tutto il mondo profondamente di lui S'innamorò. TESI DI LAUREA L'ASPETTO NUTRIZIONALE NEL PAZIENTE SOTTOPOSTO A TRATTAMENTO DIALITICO: RELAZIONE EDUCATIVA DELL'INFERMIERE Lo scorso 5 dicembre ho concluso il corso triennale di Laurea in Infermieristica. Le varie esperienze di studio e di tirocinio mi hanno portato a sviluppare un particolare interesse per una malattia cronica: l'insufficienza renale, oggi considerata un rilevante problema di salute pubblica. L'insufficienza renale cronica (IRC) è un deterioramento progressivo ed irreversibile delle funzioni escretorie ed endocrine del rene, per cui viene a mancare la capacità dell'organismo di mantenere l'equilibrio idroelettrolitico e metabolico. La progressione della malattia è lenta e richiede mesi o anni; l'età media dei casi prevalenti dei pazienti in dialisi è di circa 67,5 anni. L'incapacità dell'organismo di mantenere un equilibrio metabolico ed idroelettrolitico fa si che con il tempo si instauri una sindrome data dall'accumulo di sostanze di scarto nel sangue; ciò si associa a segni e sintomi, di vario genere (manifestazioni cardiovascolari, sintomi dermatologici, sintomi gastrointestinali, sintomi neurologici), che si ripercuotono su tutto l'organismo. Le persone colpite da IRC devono sottoporsi a una terapia fisica sostitutiva della funzionalità renale: l'emodialisi. Questa terapia permette di rimuovere i liquidi e i prodotti di scarto del metabolismo, che si accumulano nel sangue. Con questa procedura è possibile far deviare il sangue, ricco di sostanze tossiche, attraverso un accesso vascolare appositamente confezionato, dal circolo fisiologico e fatto passare attraverso un filtro o rene artificiale dove viene depurato per poi essere nuovamente immesso in circolo. Le sedute emodialitiche vengono effettuate a cadenza trisettimanale, a giorni alterni, con una durata che va dalle tre alle cinque ore. Le persone con IRC iniziando la terapia dialitica si trovano a dover cambiare le loro abitudini di vita, tra le quali anche l'alimentazione, passando da un regime alimentare predialitico "restrittivo" ad un regime alimentare "libero". Questo può indurre a pensare che l'inizio del trattamento sostitutivo possa essere la soluzione alle problematiche legate alla loro condizione e ciò li può spingere ad ignorare i consigli dietetici non in accordo con le loro abitudini. Questa convinzione li porta verso lo sviluppo di complicanze. L'infermiere, come professionista che si prende carico del paziente durante il trattamento, in collaborazione con altre figure professionali, ha un ruolo fondamentale nell'accompagnare il paziente a prendere consapevolezza della sua condizione e guidarlo attraverso il suo percorso, in modo da renderlo consapevole delle scelte da compiere. L'obiettivo della mia tesi è stato quello di ricercare nelle migliori evidenze scientifiche, se l'educazione nutrizionale può prevenire la progressione delle complicanze legate alla malattia renale e favorire l'aderenza (il grado in cui il comportamento di una persona, nell'assumere i farmaci, nel seguire una dieta e/o nell'apportare cambiamenti al proprio stile di vita, corrisponde alle raccomadaziioni concordate con i sanitari) al regime dietetico.Dalla ricerca è risultato che se i pazienti riescono a seguire in modo adeguato la terapia nutrizonale, considerata supporto e parte integrante della terapia dialitica, possono prevenire le complicanze legate alla malattia, migliorare la qualità della vita e aumentare l'aspettativa di vita. Nonostante questi dati la terapia nutrizionale è un problema rilevante per i pazienti con IRC, sottoposti a trattamento dialitico. Le percentuali di non-aderenza al regime dietetico, riscontrate in letteratura sono elevate (dal 25% all'86%): i pazienti riferiscono che l'aderenza al regime dietetico è la parte più complessa del trattamento, ritengono che le restrizioni dietetiche siano non delle regole da seguire ma degli "ostacoli da aggirare" in quanto vanno ad influenzare le loro abitudini alimentari e il loro stile di vita. Da questo ne consegue che è un aspetto fondamentale da presidiare, prestando particolare attenzione ai giovani maschi, fumatori e privi di supporto sociale. Favorendo l'aderenza alle restrizioni dietetiche e idriche si possono migliorare vari aspetti: pressione arteriosa, progressione delle complicanze cardiache, delle complicanze legate all'iperfosfatemia, all'iperpotassiemia, raggiumgimento del peso secco (peso ideale). Ho poi preso in considerazione alcuni studi che trattavano degli interventi educativi, dai quali è emerso: • il ruolo dell'infermiere è fondamentale nell'aspetto educativo, quindi è necessario favorire gli interventi educativi da parte degli infermieri, con lo scopo di consolidare il selfmanagement, l'aderenza, le conoscenze, i cambiamenti comportamentali;gli infermieri devono enfatizzare l'importanza dell'aderenza e delle complicanze legate alla non-aderenza, e prima di stabilire gli interventi educativi da mettere in atto bisogna creare una relazione empatica con i pazienti; • importanza di educare tutti i pazienti, non solo quelli che entrano per la prima volta in un programma di dialisi, attraverso un programma strutturato a lungo termine, con lo scopo di migliorare la conoscenza, la gestione della terapia e per massimizzare l'efficacia del trattamento, puntando sull'interazione infermire-paziente in modo che l'insegnamento sia efficace. In Italia i programmi educativi pre-dialisi, che hanno l'obiettivo di produrre dei cambiamneti positivi nello stile di vita dei pazienti, di aumentare la capacità del paziente di prendere delle decisioni, non sono ancora sviluppati su larga scala, anche se è noto che il grado di adattamento alla dialisi influenza la compliance del paziente alla terapia. Sarebbe importante fornire ai pazienti non solo delle informazioni fine a se stesse, ma creare dei programmi educativi con lo scopo di rendereli consapevoli della loro situazione e partecipi al processo di cura. I percorsi educativi devono essere strutturati focalizzando l'attenzione sulla relazione paziente-infermiere che è di fondamentale importanza, solo così è stato dimostrato che si otterrà un risultato positivo in termini di aderenza e compliance che si concretizzerà in una diminuzione delle complicanze della malattia. L'infermiere ha un rapporto lungo termine con i pazienti in dialisi e questo è di notevole aiuto per poter raggiungere gli obiettivi educativi, in quanto gli operatori possono prendersi carico dei pazianti per tutto il percorso di cura. Nel conteso che ho frequentato come studente non esiste un percorso educativo per i pazienti in dialisi. Alla luce dei risultati di ricerca, per la presa in carico e la gestione efficace di una persona in dialisi, la letteratura evidenzia che non è più sufficiente limitarsi all'esecuzione del trattamento, alla somministrazione dei farmaci, al riconoscimento dei segni e sintomi, ma bisogna "accompagnare" nel tempo i pazienti e le loro famiglie attraverso: interventi educativi, come incontri formativi/educativi individuali, lezioni partecipate, addestramento, informazioni scritte, counseling motivazionali, colloqui con diverse figure di riferimento coinvolte nella gestione del paziente; strumenti infermieristici strutturati, come potrebbe essere la creazione di una cartella infermieristica educativa. Ho infine proposto un esempio di percorso educativo: • accertamento educativo, per individuare ed analazzare i bisogni del paziente; • contratto educativo strutturato in modo da sostenere il paziente nella gestione della malattia cronica, in modo da delegare il potere al paziente stesso, creand la migliore condizione perchè aderisca al ruolo; • incontri individuali settimanali; • incontri di gruppo a cadenza quindicinale; • incontri a cadenza definita a lungo termine in modo da poter monitorare e valutare l'apprendimento e gli esiti. Tutto questo permetterà di ridurre le complicanze della malattia e di mettere in pratica in concetto di "caring" del paziente dializzato. Costa Francesca MOSTRA 100 PRESEPI Anche quest’anno la Mostra dei 100 Presepi svoltasi presso la Chiesetta di S. Margherita ha visto un grande afflusso di visitatori che hanno dimostrato il loro apprezzamento sul “libro firma” presente. Ne riportiamo alcuni: • Questi presepi sono le gioie della vita e la presenza di Gesù! • I presepi sono magnifici nella loro unicità! • Non è facile commentare con parole.... una cosa unica, complimenti! • Le idee sono bellissime! Non avrei mai pensato a una cosa del genere! • Complimenti a tutti per l’originalità e lo spirito artistico nella gioia del Natale! • Complimenti a tutti per i presepi sono tutti pieni di creatività e fantasia! • Nei nostri cuori vediamo la nascita di Gesù, dall’anima parte la figura, dalle nostri mani, l’arte! • Nel freddo, il presepe scalda il cuore!!! • Dalla Sardegna abbiamo apprezzato questi lavori fatti con il cuore e la fantasia! • Ammirevole l’impegno con cui questi “ARTISTI” rappresentano il Natale! • Sempre tanti complimenti a questo magnifico Paese e al suo Parroco!! Bravi e Buon 2015 a tutti. Grazie a tutte le persone che hanno lavorato per la creazione di questi bellissimi presepi, mi hanno fatto pensare : in quanti posti Gesù nasce; ma il posto più difficile è dentro ad ognuno di noi! • L’immaginazione, Dono di Dio a ciascuno di noi. Non ho parole. E’ Lui che agisce in noi. • Complimenti all’iniziativa, alla fantasia ... alla simbologia!! • I presepi sono stupendi per la fantasia e la grande versatilità del materiale usato, perchè il presepio apre l’animo alla semplicità e alla fantasia!!! VISITA PASTORALE LA VISITA PASTORALE DEL VESCOVO DI PADOVA CARD. CARLO REZZONICO NEI SETTE COMUNI (sesta parte) Domenica 21 giugno 1744 il Card. Rezzonico dopo aver visitato la parrocchia convocò proprio a Rotzo tutti i sacerdoti della vicaria. Quanto ci tenesse all’incontro lo dichiarò all'inizio dell'assemblea, quando manifestò che lo scopo della visita era quello di conoscerli, di venire a contatto con loro per ringraziarli per quanto di meritevole avevano fatto, per confermarli nelle loro buone opere, per correggerli nel Signore per quelle che egli giudicava errate. A questo scopo desiderava vederli faccia a faccia e parlare a quattrocchi con ognuno. Volle incontrare per primo don Stefano Dalla Costa, parroco di San Pietro Valdastico e vicario foraneo. L'incontro tra i due si ridusse a una vera e propria paternale. Il Rezzonico lo rimproverò per non aver saputo e voluto vigilare attentamente sui comportamenti dei comparroci e degli altri sacerdoti residenti nella vicaria e, senza alcun rispetto alla carne e al sangue, di non essere intervenuto efficacemente sui loro difetti. Lo accusò di non averne informato come doveva la Curia perché a causa della sua eccessiva indulgenza non nascessero cattivi germogli. Nonostante gli avesse raccomandato la diligenza nell'insegnare la Dottrina Cristiana e nell'esercitare la cura della anime, non mancò nemmeno dal rimproverarlo per la sua negligenza dimostrata nel culto e nella conservazione delle suppellettili sacre. Onerò la sua coscienza nell'osservare e nell'obbedire a tutti i decreti emanati durante la visita, specialmente quelli relativi alla confessione sacramentale dei sacerdoti. La frequente espiazione dell'animo era una pratica consueta nei sacerdoti. Lo incaricò infine di cercare e di esaminare entro un bimestre se le levatrici praticanti nella vicaria fossero sufficientemente istruite e idonee nell'amministrare il sacramento del battesimo agli infanti in pericolo di morte. Se la risposta fosse stata positiva, doveva rilasciare loro una dichiarazione firmata; se negativa, doveva proibire loro di esercitare la professione. Il Rezzonico lodò invece Massimo Menegatti, parroco di Pedescala, entrato a colloquio per secondo. Esemplare la sua cura delle anime e la sua catechesi al popolo. Lo esortò tuttavia a curare maggiormente la pulizia della chiesa e delle suppellettili sacre e a mettere subito in esecuzione i decreti emanati nella visita. Ammonì seriamente Tommaso Dalla Costa, parroco di Rotzo, ad adempiere i decreti del Concilio di Trento e le costituzioni sinodali circa l'onere di spiegare il vangelo nei giorni festivi al popolo, circa il dovere di visitare gli infermi, specialmente quelli che erano sul punto di morte. Nel caso egli fosse impegnato, non doveva omettere di incaricare il cappellano a supplirlo. Lo rimproverò anche per la sua vergognosa e pubblica partecipazione al gioco delle bocce con i secolari negli stessi giorni di festa, e lo precettò ad astenersene, tanto il divertimento era scandaloso. Condannò inoltre la sua avidità nell'accumulare denaro e nell'acquistare altri beni suscitando la mormorazione dei fedeli, specialmente occupandosi degli affari secolari e privati. Né accettò le sue scuse con l'affermare di agire in questo campo unicamente per il proprio sostentamento da quando si era dimesso, come lui sostenne, dall'ufficio pastorale. Gli ingiunse dunque di starsene lontano da queste dannate cumulazioni e negoziazioni, impegnando denari per promuovere e portare avanti le liti contro i propri parrocchiani. Con i suoi soldi doveva piuttosto aiutare e soccorrere i poveri né starsene latente e quasi separato in canonica, ma essere sempre pronto e disponibile come il buon pastore ad affrontare le necessità e le indigenze delle anime a lui affidate. Se dopo questa ammonizione canonica non avesse cambiato stile, si sarebbe proceduto contro di lui con pene proporzionate. Raccomandò i due confessori di Pedescala, don Francesco Menegatti e don Simone Mattielli, nella retta e attenta osservanza dei riti e delle cerimonie previste nell'amministrazione del sacramento della penitenza. Esortò il cappellano curato di Rotzo, don Giovanni Fabris, del quale lodò l'attenzione e l'impegno con cui svolgeva il proprio ruolo, a sostenere l'onere di spiegare il vangelo nelle feste, di visitare gli infermi sostituendosi al parroco che indebitamente li defraudava nelle loro esigenze spirituali. Lodò don Antonio Marangoni da Pedescala per il suo comportamento da vero ecclesiastico e lo eccitò a continuare sulla buona strada. Invitò don Francesco Gianesini da San Pietro Valdastico a impegnarsi nello studio della morale, così da meritare di conseguire "un certo grado di grazia". Di Matteo Dal Pozzo da Rotzo approvò gli onesti costumi e con pastorali esortazioni invitò anche lui allo studio dell'aspetto morale dei problemi. Rimproverò invece don Gerardo Gianesini da San Pietro Valdastico per l'intemperanza nel bere, per l'insolenza nel conversare, per l'oscenità nel parlare. Ammonito più volte, non si era mai emendato. Per questi motivi lo precettò di portarsi entro un mese a Padova e di non allontanarsi dalla città senza il suo permesso. Rivolse la più pesante ammonizione a don Giovanni Stefani da Rotzo, da alcuni anni sottoposto a una pena per aver perpetrato un delitto di irregolarità (aveva ucciso una persona a S. Sebastiano di Folgaria!). Lo esortò a meritarsi l'implorata grazia dell'assoluzione con i buoni esempi e con i santi costumi. Infine eccitò i chierici Stefano Dalla Costa e Domenico Slaviero, pure di Rotzo, a progredire rettamente e santamente sulla via che avevano iniziato, impegnandosi negli studi così da meritare di accedere ai gradi ecclesiastici più alti. Terminati i colloqui a quattrocchi, il Rezzonico convocò i dodici preti dell'intera vicaria e i due chierici e comandò loro di osservare e di adempiere gli altrettanti dodici decreti emanati durante la visita. Il giorno successivo, lunedì 22 giugno, il vescovo proseguì la visita pastorale nelle parrocchie della vicaria di Asiago. ANNO XXIII ° - N°94 - A questo numero hanno collaborato: Cera Luciana, Cerato Vania, Costa Alberto,Costa Francesca, Costa Paolina, Costa Tiberio, Ferraresi Massimo,Ferraresi Matteo , Giaretta Antonio, Panozzo Don Pierangelo, Stefani Don Sergio, Stampato in proprio e diffuso tra le famiglie Della Comunità Cristiana di Rotzo; Via Roma,72 – 36010 – ROTZO – Vicenza - ITALIA Tel. e fax 0424 – 691004 Foto: In copertina: La crocetta del “Croisle” ; Sul retro: La Madonna di “ Kenshiro” - Castelletto ALTABURG “LA VOCE “ E TUTTO SU ROTZO SU: don Sergio Stefani ( continua) www.rotzo.net