ORARI LITURGICI SANTO NATALE MERCOLEDI’ 24 dic.: Ore 23.30: S. MESSA DI MEZZANOTTE GIOVEDI’ 25 dic.: Ore 9.oo: S.MESSA Natività (A CASTELLETTO) Ore 10.15: S.MESSA Natività (IN PARROCCHIALE) Ore 18.00: S.MESSA Natività (IN PARROCCHIALE) VENERDI’ 26 dic SABATO . : Ore 9.oo: S.MESSA (A CASTELLETTO) Ore 10.15: S.MESSA (IN PARROCCHIALE) 27 dic. Ore 18.00: S.MESSA festiva (IN PARROCCHIALE) DOMENICA 28 dic. Ore 9.oo: S.MESSA festiva (A CASTELLETTO) Ore 10.15: S.MESSA festiva (IN PARROCCHIALE) Ore 18.00: S.MESSA festiva (IN PARROCCHIALE) LUNEDI’ 29 dic. Ore 16.00: S.MESSA IN PARROCCHIALE) MARTEDI’ 30 dic. .:Ore 18.00: S.MESSA festiva (IN PARROCCHIALE) Ore 20.30 : Incontro PREGHIERA di Fine Anno MERCOLEDI’ 31/12 : Ore 18.00: S.MESSA festiva (IN PARROCCHIALE) GIOVEDI’ 01 genn.: Ore 9.oo: (A CASTELLETTO) Ore 10.15: (IN PARROCCHIALE) Ore 18.oo: (IN PARROCCHIALE) VENERDI’ 02 genn non c’è la s.Messa SABATO 03 genn: Ore 18.oo: S. MESSA festiva(IN PARROCCHIALE) DOMENICA 04 genn. Ore 9.oo: S.MESSA festiva (A CASTELLETTO) Ore 10.15: S.MESSA festiva (IN PARROCCHIALE) Ore 18.00: S.MESSA festiva (IN PARROCCHIALE) LUNEDI’ 05 genn MARTEDI’ 06 genn: Ore 16.00: S.MESSA IN PARROCCHIALE) Ore 9.oo: (A CASTELLETTO) Ore 10.15: (IN PARROCCHIALE) Ore 18.oo: (IN PARROCCHIALE) N.B. : Per le intenzioni delle Ss.Messe, consultare il foglietto settimanale degli “ AVVISI” , anche per verificare che non vi siano cambiamenti... “SIMBOLI” DEL NATALE CRISTIANO Tanti sono i "simboli" del Natale Cristiano; ne presentiamo tre tra i più qualificanti. 1° IL PRESEPE : cioè la rappresentazione plastica della Natività, nata da una intuizione di S.Francesco d'Assisi, e tipica della nostra tradizione latina (italiana in particolare), pervenuto fino a noi. (Raccomandiamo di costruirlo in famiglia). (Vedi anche la "Mostra dei 100 presepi" e la tradizionale "Gita ai presepi" 2°) L' ALBERO DI NATALE: (che si contrappone all' "albero della scienza del bene e del male", dal quale nacque il primo peccato). Anch'esso di origine medioevale, ma nato nell'ambito della tradizione germanica, in due ersioni: a) Quello pieno di LUCI (candele, lampadine, ecc), che ci richiama GESÙ', LUCE che brilla nelle tenebre (del peccato) "Sole” che sorge dall'alto", per "illuminare", "liberare" l'uomo dal peccato. b) Luccicante di DONI, che richiama il n° 3. Nota: Sarebbe bello che le LUMINARIE NATALIZIE RESTASSERO SPENTE fino al 24 dicembre, e venissero accese in contemporanea della S.Messa di Mezzanotte, come "segno" della nascita di Gesù, LUCE DEL MONDO, e che continuassero a splendere magari fino al 2 febbraio (Festa della Candelora....); 3°) I DONI; il 1° dei quali è GESÙ senza del quale gli altri sono delle "prese in giro". Gesù, il Figlio che il Padre ci dona, facendolo diventare uno di noi, per mezzo di Maria e di Giuseppe. . .Curando che i "doni" siano, ...nataliziamente....significativi. P. S.: Ricordiamo ancora che "BABBO NATALE", pur essendo un "personaggio" di origine cristiana, nulla ha a che fare con il Natale...Si tratta infatti di S.Nicola (Sankta Klaus), festeggiato il 6 dicembre. Nei paesi del Nord-Europa è il "santo dei doni", ma doni di carità e non del consumismo. Festeggiamolo il 6 dicembre! BUON NATALE a TUTTI! ANNO PASTORALE 2014/15 E INIZIAZIONE CRISTIANA DOMENICA 16 novembre 2014, il Nostro VICARIATO di Asiago, Parrocchia o Unità pastorale per Parrocchia e Unità pastorale, ha iniziato ufficialmente Il NUOVO ANNO PASTORALE, il cui motto è "IL BENE CHE C'È' TRA NOI". Questo Nuovo Anno presenta delle NOVITÀ e delle CONTINUAZIONI. - La NOVITÀ è dovuta, fondamentalmente, dalla nuova impostazione della INIZIAZIONE CRISTIANA. (I.C.). Per INIZIAZIONE CRISTIANA intendiamo quel "cammino" che dovrebbe portare una persona a diventare "cristiano completo", cioè in possesso di quelle "doti" o "doni" che lo rendono "capace" di vivere pienamente l' essere cristiano. (Attenzione: lo rende "capace" di vivere da cristiano, non che lo renda un "cristiano perfetto". Per questo dovrà impegnarsi a "vivere questa capacità"). - Questo "cammino" può riguardare alcuni adulti o giovani che non abbiano ancora ricevuto i Sacramenti della I.C.: Battesimo, Confermazione (o Cresima) ed Eucaristia. Per noi, che, normalmente, battezziamo i bambini poco dopo la nascita (quando sono ancora "infanti" = non ancora capaci di parlare), questo cammino acquista un particolare "significato" e "valore". - Finora i ragazzi, battezzati appena nati, verso l'età della 3^5^ elementare, vengono avviati ai Sacramenti delle Penitenza e della Comunione. Poi all'età di 2^ media – I^ superiore vengono"confermati" (cresimati). Questo "cammino" prevede: il catechismo (in genere settimanale);la S.Messa festiva, ecc, con il coinvolgimento delle famiglie, almeno in alcuni "momenti" o tecnici o celebrativi. Ora non sarà più così. - La NOVITÀ coinvolgerà i ragazzi che di anno in anno raggiungeranno l'età della 2^ elementare (in alcuni posti anche dell'età di 1^ elementare). Questo "cammino" prevede una PRIMA PARTE durante la quale, con una scansione mensile (1 incontro al mese, della durata di 2-3 ore) e saranno guidati da uno o più catechisti (a seconda del numero dei ragazzi; per noi, anche in vista di fare questo cammino con i ragazzi di Roana-Mezzaselva). Questo "cammino" vorrebbe portare i ragazzi alla scoperta e alla adesione a Gesù (al suo essere e fare). L' incontro, da farsi preferibilmente o il sabato pomeriggio o domenica, dovrebbe concludersi con la S.Messa (festiva) assieme ai genitori. Questa 1^ parte si concluderà dopo 3-4 anni, con la celebrazione della Confermazione (la Cresima) e la Prima Comunione, da farsi, di norma, durante la VEGLIA PASQUALE.... Poi inizierà una 2^ parte (detta "mistagogìa"), della quale parleremo a tempo debito. Parallelamente al "cammino" dei ragazzi, anche ai rispettivi genitori verrà proposto un "cammino", da farsi assieme a degli "ACCOMPAGNATORI" (dei quali non dovrebbe far parte il prete).Questo "cammino" potrà avere almeno 4 (o più) momenti (in contemporanea con l'incontro dei ragazzi; e avrà almeno 2 scopi: 1°) Aiutare i genitori a riscoprire, o ad approfondire, o a motivare maggiormente la loro Fede; 2°) Aiutarli nella educazione alla Fede dei loro figli, che è un loro primario diritto-dovere. L’ANGOLO DEI RAGAZZI - Per gli altri "Gruppi", le cose continueranno con i precedenti ritmi : I RAGAZZI (dalla 3^ elementare alla 3^ media) continueranno col tradizionale INCONTRO SETTIMANALE (di norma il mercoledì pomeriggio), con uno o più catechisti. Verranno ammessi alla Confessione e Comunione tra la 3^ e la 5^ Elementare; e alla Confermazione a conclusione delle Medie. GLI ADOLESCENTI (1^- 3^ SUPERIORI), con la guida di una animatrice, si ritroveranno ogni 1 - 2 o 3 settimane (di venerdì o sabato sera) per un loro "particolare cammino". I GIOVANI e gli ADULTI: Ad essi è riproposto il "cammino biblico -liturgico settimanale", il mercoledì sera, durante il quale si approfondiranno le Letture della domenica successiva. Vi saranno anche dei "momenti" vicariali, mensili o saltuari. L' UOMO CHE VOLEVA INCONTRARE DIO. I PRETI, invece, si ritroveranno quasi settimanalmente, il GIOVEDÌ mattina, per riflettere anche loro sulle Letture della domenica successiva, e poi (mensilmente o saltuariamente) per altri "momenti formativi" su temi specifici. - Rimane, ovviamente, per tutti, la proposta di partecipare ogni domenica (e festa di precetto), alla PROCLAMAZIONE DELLA PAROLA (e alla celebrazione della Eucaristia), cioè alla S. MESSA comunitaria. C'era una volta, un uomo semplice e buono. Era un buon marito, un papa tenero, un vicino generoso, un operaio onesto...eppure era insoddisfatto: quella vita così monotona e, tutto sommato insignificante; tutta una serie di preoccupazioni, che non riusciva mai a risolvere...tante situazioni di ingiustizia, mal governo......Non faceva altro che manifestare questa sua insoddisfazione lamentandosi della sorte che gli era toccata. La moglie cercava di confortarlo, invitando a fidarsi di Dio: "Dio sa quello che fa, fidati!". "Si!, è vero", un giorno rispose, "Dio certamente sa il perché di tutto questo. Voglio andare a cercarlo e chiedere a Lui che mi dia una risposta....soddisfacente". E cosi, un bel giorno, preparato l'essenziale che gli potesse bastare per il viaggio, partì. Un giorno, mentre se ne andava tranquillo, sentì il freddo di una lama, appoggiata alla sua gola: era un bandito, che gli gridava: "Dammi i soldi o ti ammazzo....ne ho già rapinati 99, tu sei il centesimo!". Il pover'uomo gli diede tutto ciò che aveva, dicendo: "Ti do tutto, ma lasciami andare; voglio incontrarmi con Dio, per chiedergli come mai l' uomo buono è così sfortunato, mentre ai cattivi va tutto bene". Il bandito rimase perplesso, poi disse: "Ti lascio libero e ogni tuo avere, ma ad una condizione: Quando troverai Dio chiedigli se un uomo che ha depredato 99 persone, ma ha sentito pietà per la centesima, merita ancora il suo perdono". "Non mancherò", disse l’uomo e riprese il suo viaggio. Qualche giorno dopo, incontrò un cavaliere dagli abiti sfarzosi, che, fermato il suo bellissimo cavallo,gli chiese: "Dove vai?". Egli rispose: "Vado in cerca di Dio: vorrei che Egli mi volesse spiegare tante cose". "Quando incontrerai Dio", disse il cavaliere abbassando la voce, "chiedigli se, nonostante le mie ricchezze, ma per la mia generosità, potrò essere accolto nel suo regno". Il pellegrino promise e si rimise in viaggio.... Un bel giorno, incontrò un vecchio, o, meglio, un uomo che sembrava senza età, scarno e miseramente vestito."Fermati e riposati un po'', disse quel vecchio. L'uomo provò dentro di sé una forte sensazione di serenità, di una inspiegabile gioia, e si fermò. Il vecchio gli disse con un sorriso "Sono io colui che cerchi.. guardami bene: io ho creato tutto, ma non possiedo niente. Perfino tu sei più ricco di me, come vedi". Il pellegrino si buttò in ginocchio e vuotò il suo cuore, con le sue inquietudini, i suoi dubbi, i suoi perché. "Ma vedi", disse il vecchio, "tu sei fortunato e ricco, tanto ricco, che non ti immagini". Tu hai la ricchezza del cuore, che il ricco non possiede; è il tuo saperti indignare davanti alle ingiustizie del mondo; ami l'onestà, per questo ti ho evitato il fardello della fortuna, che corrompe e rende l'uomo ricco cieco nel cuore e nello spirito; tu hai il coraggio che ti ha portato a cercarmi e, anche, l'occasione di trovarmi. Ora ti do un'ultima ricchezza, la più rara: la felicità di accettare ciò che sei. E ora, puoi tornare a casa e vivi nella serenità della mia pace. Tornando, dirai al ricco, che il mio paradiso non si compra con i soldi, e al bandito che è perdonato perché ha deciso di cambiare e cercare la giustizia. Vai, e quando sarà il momento, verrò a prenderti e ti terrò con me per sempre". E il vecchio svanì, lasciando il pellegrino in uno stato di serenità gioiosa. ANGOLO UMORISTICO - "C'è aria buona qui?", chiede un turista ad un robusto giovanotto. “Certo. Guardi me: quando sono arrivato qui ero calvo, senza denti e non mi reggevo in piedi. E adesso guardi come sono". "Formidabile! E quando è arrivato qui?". "Ahi, io qui ci sono nato". - "Pierino, chiede la maestra, che cosa fa tuo padre?" "Quello che vuole la mamma". - "Dottore, dottore, sento delle voci ma non vedo nessuno..." "Le succede sempre e solo qualche volta?". "Non sempre; solo quando sono al telefono". - Un lanciatore di giavellotto si vanta con un amico: "Una volta ho lanciato così lontano che ho preso una medaglia". E l'amico: "Però, che mira!". Mentre porta a spasso il suo cane, un tale incontra un amico, e dice: "Ti piace? E' un cane poliziotto". "Ma se è un barboncino?" "Ssst...Lavora per i servizi segreti! - Un medico sta misurando il battito cardiaco di una signora: e dice: "Mah! Il suo battito è molto lento!" "Non si preoccupi, dottore, io non ho nessuna fretta". - "Dove andrai in vacanza quest'anno?" chiede un tale a un amico. "Sul Monte Rosa dove incomincia la neve perenne" "Io andrò al mare. E pensa, anche li la neve incomincia per enne". 17.09, Mer: Celebriamo una santa Messa di Settimo per le 3 suore Missionarie di Maria-Saveriane, uccise in Burundi (vedi Articolo e 4" di copertina) . 28.10: Mar.: Durante la notte abbiamo avuto la prima brina di questo autunno. 31.10, Ven: Come ogni anno, ormai, contrapponiamo alla "macabra" serata di Halloween, la nostra "VEGLIA di HOLYWEEN" (La VEGLIA dei SANTI: in chiesa con un momento comunitario di riflessione sulla "Santità" o in famiglia con la Recita delle Litanie dei Santi. 23.09 (Mar) - 24.09 (Mer): PELLEGRINAGGIO (autunnale} al Santuario della MADONNA DELLA GUARDIA e GITA alla città di GENOVA (Vedi apposito articolo); l°.11: Sab: Nel pomeriggio la solenne S.Messa di TUTTI I SANTI, alla quale segue la PROCESSIONE al CIMITERO (con aspersione delle tombe). Il tempo fresco, ma bello, ne ha favorito la riuscita. CRONISTORIA PARROCCHIALE DAL 15.09 al 30.11.2014. 29.09 - 05.10 (Lun-Dom.): Don Pierangelo accompagna, in quanto Assistente spirituale, il GRUPPO UNITALSI ALTOPIANO a LOURDES, per il Pellegrinaggio nazionale. Sono con lui anche alcune parrocchiano (vedi apposito articolo); 12.10, Dom.: FESTA AUTUNNALE di S. GERTRUDE (che si sarebbe dovuta celebrare domenica scorsa). Invochiamo la nostra Santa Patrona, perché ci aiuti a vivere le caratteristiche della sua spiritualità biblicoliturgica. 22.10, Mer: Oggi e domani grande bufera di vento (senza precipitazioni). Da noi non granché, ma in altre parti dell'Altopiano ha provocato molti danni: case scoperchiate e alberi (abeti) sradicati. Cessato il vento, inizia una specie di "estate ottobrina", con giornate tiepide e nottate fresche . . 03.11: Lun. Finisce l' "estate ottobrina", e inizia un periodo di tempo incerto. In serata, primo incontro (in Sala giochi) tra i catechisti e gli accompagnatori di Roana, Mezzaselva e Rotzo, per avviare la Nuova INIZIAZIONE CRISTIANA dei ragazzi. 15.11: Sab. Inizia un periodo di abbondanti piogge. Da noi non vi sono danni (alluvioni, frane...) come invece in altre parti dell'Italia settentrionale . 16.11; Dom.: Ci uniamo al Vicariato, per dare INIZIO SOLENNE all' ANNO PASTORALE 2014-15. Sono stati invitati non solo i ragazzi, ma soprattutto le loro famiglie e gli adulti (in particolare i membri dei Consigli pastorale e per la Gestione economica; gli appartenenti ai Gruppi, ecc,..) 18.11: Mar.: PRIMA NEVICATA: La neve ha imbiancato il nostro Altopiano sopra il 1100-1200 metri; in alcuni casi anche più in basso. L’ANGOLO DELLA POESIA Nadale in trincea (guera 1915-1918) E anca in che l’ano de guera gera rivà el Santo Nadale. I soldài in trincea lontan da tuti, in meso la neve i se sentìa sbandonà dal Siélo. A mesanote onbre co fa spiriti le xe vegnue fora da le tane ingiassàe, le se ga mosso verso na luse che rivava da na barachéta. El capelan militare el gavéa scominsià la messa par el Santo Nadale, el pregava Gesù Banbinélo ch’el vegnesse zo in meso a i soldài che lo spetava. Pochi ghin stava drento la baraca, i più i gera inzenocià in meso la neve: i paréa statuéte de giasso. I pregava co la testa bassa e ogni tanto i la alsava par védare el ciaro, el sluseghìo de do candele bianche, inpissàe drento la barachéta. E dopo aver tanto pregà. co i genoci ingrotìi dal giasso, i xe tornà ne le so tane, portando in t’el core el Banbinélo Gesù e la speransa par on doman pi belo. Mariarosa Cera DATE STORICHE Riguardanti ROTZO legate ai lustri terminanti per 5 e 0. 275: Data presunta del martirio di S. Margherita di Antiochia di Pisidia. 1175: Atto notarile in cui, sembra, per la prima volta appare il nome "Rozo" (con "Rocius" e "Rotius", forma medioevale per indicare "Rotzo). 1250: In quest'anno Ezzelino III da Romano acquista varie proprietà in Rotzo (21.03) e poi, "sub perticali Ecclesiae Sancte Hengeltrudis de Rotio" (sotto il porticato della chiesa di S.Gertrude di Rotzo) firma il contratto che nomina suo "gastaldione" (curatore), un tale Bertoldo di Castelletto.(27 marzo). (E' la prima volta che si parla della chiesa di S. Gertrude) 1260: Dopo la estinzione della famiglia dei Da Romano, nasce la LEGA DELLE SETTE TERRE SORELLE (una prima alleanza tra i 7 Comuni) ; 1295 : Inizia la tradizione delle pubbliche assemblee, vicinie e riduzioni, da tenersi ogni anno, a maggio. 1310 :(29.06) Nasce la REGGENZA DEI SETTE COMUNI vicentini. 1330: A questa data si fa riferimento per la costruzione, da parte degli Scaligeri, delle DUE TORRI, di difesa, sulla sponda sinistra dell'Astico (costruite dove già vi erano state opere difensive romane). 1395 : Per richiesta dell' "arciprete" Pietro (1395-99) il Vescovo di Padova investe il Comune del Feudo di Rotzo. 1405 : Mese di febbraio, anche Rotzo, assieme agli altri Comuni, fa atto di sottomissione a Venezia, che conferma i "privilegi" concessi dagli Scaligeri e dai Visconti. 1420: Prima notizia della devozione a S.Nicola, che viene citato anche come patrono (o copatrono) di Rotzo. 1475: "Per effusion di sangue" (uccisione o ferimento durante una rissa (probabilmente nel cimitero)) sia il cimitero che la chiesa vengono dichiarati sconsacrati. Potranno essere "riconciliati (a spese dei colpevoli) da qualsiasi Vescovo cattolico. 1550: Viene rifatto il CORO della chiesa di S.Gertrude (a spese di tale Ser Michele fu Giovanni Slaviero.....) 1560 : Un incendio distrugge la canonica e l'archivio in essa conservato. 1605: Prima SENTENZA ROVERETANA (discussa e firmata a Rovereto) con la quale si stabiliscono i confini (tuttora esistenti) tra il Trentino e la città (e provincia) di Vicenza, la quale perde le Vezzene, Costa, ecc.... 1615: Staccandola da quella di Rotzo (definita "matrice"), viene costituita la Parrocchia di Pedescala. 1655: Rotzo è tra i primi paesi altopianesi dove viene introdotta la coltivazione dello "Zea Mais" (granoturco). 1665: Durante la visita pastorale, il vescovo S.Gregorio Barbarigo dispone che la processione del Corpus Domini non raggiunga più la cima dell'Altaburg. I Rotzesi obbediranno, ma spostando tale processione al giorno della "Ascensione" (nasce cosi la 4^ Rogazione). 1670 :Un' infezione petecchiale colpisce Castelletto, con varie vittime. 1720: Muore don Pietro Piccinini, da Lavarono, parroco di Rotzo dal 1683). 1735: Sebastiano Ceccano, con il figlio Gio.Maria, carbonai di Solagna, scoprono la "sorgente del Cercenato", in zona Camporosà 1750 : Seconda SENTENZA ROVERETANA, conferma quanto stabilito nella prima. che 1765 : (08.06) Decreto della Serenissima che, di fatto, abolisce il PENSIONATICO (la possibilità dei pastori altopianesi di passare l'inverno in pianura). Ciò porterà alla quasi sparizione della pastorizia, sostituita dall'allevamento dei bovini. 1800: (Dopo l'abolizione della Venezia) l'imperatore d'Austria Reggenza gli antichi privilegi. Repubblica di riconosce alla 1815: (07.04) Come conseguenza della restaurazione post-napoleonica, la REGGENZA dei SETTE COMUNI viene abolita. Anche il Comune di Rotzo diventa uno dei tanti dell'appena costituito Regno del Lombardo-Veneto, unito alla corona d'Austria. 1820 : Vengono stampate (postume) LE MEMORIE ISTORICHE dell'abate Agostino Dal Pozzo. 1850: Nasce in Rotzo don Giovanni FRANCESCO ZECCHINATI, che sarà arciprete di Rotzo dal 1878 al 1924. 1900: Viene costruita, in pietra, la Croce giubilare dell'Altaburg (era alta 7 metri). 1915: II 24 maggio l'Italia dichiara guerra ali'AustroUngheria. Il territorio di Rotzo viene subito interessato dal conflitto. Sarà il Forte Verena a sparare il primo colpo alle ore 3.55 del 25 maggio; alle ore 4.oo: entrerà in azione anche il forte di Campolongo. (Ne parleremo più ampiamente nei prossimi numeri di questa rivista). 1920: II 14.03, nasce 1' ASSOCIAZIONE FRA I DANNEGGIATI DI GUERRA DEL COMUNE DI ROTZO; II 02.07, primo in Altopiano viene istituito il CONSORZIO DI RICOSTRUZIONE DI ROTZO. Il 15.12, viene nominato il nuovo cappellano di Rotzo, don Giacomo BRANDALISE. 1925: Don Giacomo Brandalise viene eletto arciprete, in sostituzione di don Francesco Zecchinati morto nel 1924. In occasione di questa elezione, viene messo in funzione il nuovo concerto di campane. Iniziano i lavori della ricostruzione della chiesa parrocchiale e si concludono quelli per il restauro della chiesa di S.Rocco in Castelletto. GITA - PELLEGRINAGGIO Il 20.08: viene deciso il "Tolbar" (="dividiamo".....i beni del CONSORZIO DEI SETTE COMUNI, che così viene abolito). RICORDI dal SANTUARIO DELLA MADONNA DELLA GUARDIA (GE) 1940: Smembrando da Rotzo i "colonnelli" di S.Pietro e di Pedescala, viene costutuito il Comune di Valdastico 1945: All'inizio dell'anno vengono arrestati 7 partigiani locali (accusati di aver nascosto delle armi). Processati a Padova, uno di loro (Pellizzaro Bruno, detto "Reno") viene fucilato; gli altri 6 condannati a pene detentive; verranno liberati subito dopo il 25 aprile. In quest'anno, l'assemblea dei capifamiglia rinuncia allo "Jus patronatus" (del Comune verso la Parrocchia). Viene fondata la COOPERATIVA POPOLO DI ROTZO. 1960: Viene istallato il 1° impianto di riscaldamento della chiesa parrocchiale (parroco d. Antonio Pegoraro); 1985: Ordinazione presbiterale del compaesano don Sergio Stefani. 1990: Restauro del tetto della chiesa (parroco d.Valentino Miotto) 1995: Si avvia il restauro della chiesa di S.Margherita (che verrà concluso nel 1998; Parroco d.Giuseppe Tommasin). 2005: II Comune di Rotzo viene commissariato. Tra le tante "cose" che abbiamo portato a casa, dall'esperienza del Pellegrinaggio al Santuario della Madonna della Guardia, ne riportiamo qui 2, che ci sembrano interessanti in questo tempo di "confusione" educativa e/o "affettiva". 1°) 10 REGOLE PER "FALLIRE" L'EDUCAZIONE DEL PROPRIO FIGLIO. 1°) Fin dalla sua infanzia (cioè da prima che sappia parlare) date a vostro figlio tutto quello che vuole, non dev'essere privato di nulla. E' importante che apprenda fin da piccolo che la famiglia e la società lo debbano mantenere. 2°) Se dice una parolaccia, se risponde arrogantemente, se disobbedisce e si ribella ai vostri ordine, non reagite, abbiate pazienza e fategli un sorrisetto. Lui deve sempre sentirsi importante, divertente, al centro. 3°) Non dategli nessuna educazione umana e spirituale, aspettate che sia lui a decidere i suoi comportamenti; anzi, ditegli che non intendete frustrarlo con norme e insegnamenti, ma lasciatelo a se stesso nella selva dei suoi desideri. Così proverà tutte le emozioni. 4°) Mettete ordine a tutto ciò che lascia in giro: libri, scarpe, vestiti. Fate quello che dovrebbe fare lui in modo che si abitui a scaricare sugli altri le sue responsabilità e si faccia servire dagli altri. 5°) Litigate sui metodi di rapportarsi a lui in sua presenza, elogiatelo, proteggetelo ora l'uno ora l'altra, ritenendo i suoi errori comprensibili inezie, ragazzate. Allora comprenderà ben presto che la sua famiglia è tollerante ed è disponibile ad accettare qualsiasi sua devianza. 6°) Date a vostro figlio tutto il denaro che vi chiede, non lasciate mai che se lo guadagni, c'è sempre tempo per fare sacrifici e poi ditegli che non volete che faccia fatica a vivere come avete fatto voi. Tutti i giorni saranno per lui festa, divertimento, euforia e sentitevi orgogliosi di un figlio "vitellone". 7°) La casa sia ricca, abbondante di cibo, di vestiti, di musica, di televisione. La mamma gli prepari saporosi pranzi, vestiti firmati, il bagno e il tetto per far riposare il "cocco" affaticato, estenuato dal divertimento. 8°) Prendete le sue difese contro i vicini di casa, gli insegnanti, gli agenti dell'ordine, il partner che ha lasciato o il principale che lo ha licenziato: perché tutti sono prevenuti contro il vostro figlio. Il suo narcisismo, in questo modo, diverrà lo stile per presentarsi agli altri. 9°) Se si mette nei guai seri con qualcuno o con la giustizia, giustificatelo dicendo che sono stati gli amici, l'ambiente che frequenta a trascinarlo nell'errore, nella mancanza, nella devianza e dichiarate davanti a lui di essere consapevoli e comprensivi delle difficoltà che incontra. Non avrà mai nessun senso di colpa. 10°) Se poi vostro figlio, in seguito, vi disprezzerà, umilierà e non avrà nessuna stima e riconoscenza verso i suoi genitori, ripetete la solita esclamazione: "Abbiamo sbagliato tutto!". 2°) II DECALOGO PER LA COPPIA. (1" Cor. 13, 4-8). 1°) L' AMORE E' PAZIENTE": Siate impegnati non pigri: pazienti nelle tribolazioni, perseveranti nella preghiera" (Rom. 12,11-12). "La chiave che apre ogni porta è la pazienza. Ottieni la gallina covando l'uovo, non rompendolo" (A.Glasow). 2°) L' AMORE E' BENEVOLO: "II vostro amore sia sincero. Fuggite il male, seguite fermamente il bene" (Rom 12,9). Il Signore ci ha creati per fare cose piccole con grande amore. Questo amore deve incominciare dalla nostra casa, dalla porta del vicino...Siate l'espressione vivente della gentilezza di Dio" (Madre Teresa). 3°) L' AMORE NON E' INVIDIOSO, NE' GELOSO: "Siate premurosi nello stimarvi gli uni gli altri" (Rom. 12,10). "Tenetevi gli uni accanto agli altri, ma non troppo vicini, così come il cipresso e la quercia non crescono l'una all'ombra dell' altra" (K.Gibran). 4°) L' AMORE NON SI VANTA, NON SI GONFIA. "Andate d'accordo tra voi. Non inseguite pensieri di grandezza, volgetevi piuttosto verso le cose umili" (Rom 12,16). "Matrimonio riuscito: la condizione di una piccola comunità costituita da un padrone, una padrona e due servi: in tutto, due persone" (Anonimo). 5°) L' AMORE NON MANCA DI RISPETTO. "Ciascuno ami la propria moglie come se stesso, e la donna sia rispettosa verso il marito" (Ef. 5,33). "Tratta tua moglie come fosse un purosangue e non sarà mai una donna rozza" (Anonimo). 6°) L'AMORE NON CERCA IL SUO INTERESSE: "Dio vi ha scelti e vi ama. Perciò abbiate sentimenti nuovi: misericordia, bontà, umiltà, pazienza e dolcezza" (Col. 3,12). "Se ciascun partner è disposto a dare il 75 di se stesso in un rapporto, si avrà il 50 in più di quello che serve per una unione perfetta" (Leo Buscaglia). 7°) L' AMORE NON SI ADIRA: "Nessuna parola cattiva esca più dalla vostra bocca, ma piuttosto parole buone che possono servire per la necessaria edificazione" (Ef, 4,29). "Liberatevi dalle piccole seccature. Certo, siete diversi, ma non è per questo che vi siete innamorati!" (Anonimo). 8°) L' AMORE NON TIENE CONTO DEL MALE RICEVUTO. "Sopportatevi a vicenda: se avete motivo di lamentarvi gli uni degli altri, siate pronti a perdonare, come il Signore ha perdonato a voi" (Col. 3,13). "Chiedere scusa è la super-colla della vita: può riparare quasi tutto" (Lynn Johnston). 9°) L' AMORE NON GODE DELL' INGIUSTIZIA: "Vostra cintura sia la verità, vostra corazza le opere giuste" (Ef 6,14). "Una coppia di novelli sposi chiese al maestro di spiritualità: "Cosa dobbiamo fare perché il nostro amore duri?". Rispose il maestro: "Amate insieme altre cose"" (A. De Mello). 10°) L' AMORE SI COMPIACE DELLA VERITÀ: "Bando alla menzogna: dite ciascuno la verità al proprio prossimo, perché siamo membra gli uni degli altri...Il vostro parlare sia sempre con grazia, condito di sapienza (Ef. 4, 25...) "Il solo modo di dire in verità è parlare con amore" D. Thoreau) L' amore tutto copre, tutto crede, tutto spierà, tutto sopporta. Inseguite l'amore" (1^ Cor. 14,1). PELLEGRINAGGIO A LOURDES Mi chiamo Eva Burrometo ed ho 18 anni. Quest'anno ho avuto il piacere di partecipare al pellegrinaggio nazionale dell’U.N.I.T.A.LS.I a Lourdes, dal 29 settembre al 5 ottobre. Inizialmente mi sono interessata a questa famosa località francese principalmente per curiosità. Avevo sentito moltissimi commenti positivi in merito ai pellegrinaggi, mi sembravano esperienze di amore, unità e di speranza. Così, assieme a mia nonna, residente a Rotzo e membro dell’UNITALSI ALTOPIANO che aveva già partecipato al pellegrinaggio per 3 anni consecutivi, ho scelto di prendere parte a questo viaggio. Già mentre il nostro treno, seppur con innumerevoli e lunghissime fermate (una delle quali di ben 13 ore a causa del maltempo), si avviava verso la Francia, ho potuto assaporare il clima fraterno di cui avevo già sentito molto vociferare. Ci sono stati attimi di condivisione, di preghiera, di risate e di emozioni che hanno creato un clima di perfetta armonia, lo ho potuto, grazie alla grande disponibilità degli infermieri, visitare anche il vagone riservato ai malati. Ho potuto così prendere consapevolezza dell'altro lato del pellegrinaggio; un'occasione per pregare e per aiutare chi, purtroppo, è meno fortunato di noi. Questi sentimenti mi sono stati d'aiuto una volta arrivati a Lourdes. Nel Santuario, in modo particolare passando sotto la Grotta, si respira un'aria di fede e di devozione. Quando ci si avvicina alla roccia della Grotta sembra di entrare in un'altra realtà, si percepisce l'assoluta presenza di qualcosa di ultraterreno che non ho saputo spiegare nemmeno a me stessa. Durante le cerimonie eucaristiche e i rosari ho avuto l'occasione di vedere tutti i malati, persone molto coraggiose che, seppur con mille difficoltà, si erano trascinati fino a lì solo per vedere la Madonna e per trarre da Lei la forza necessaria. Oltre ai malati sono rimasta davvero colpita dal sentimento di profondo altruismo che ho avuto la fortuna di vedere al Santuario e all'ospedale. Ogni giorno vedevo attorno a me volontari e Dame che non esitavano un attimo ad aiutare prontamente le persone malate o disabili; il sorriso con cui manifestavano la loro disponibilità, sebbene fosse faticoso e talvolta stressante, non aveva prezzo. Posso dire, senza ombra di dubbio, di aver assistito ad un enorme entusiasmo e ad un infinito calore umano verso chi soffre. I cinque giorni a Lourdes sono stati intensi e carichi di emozioni, sicuramente non è stato un viaggio qualunque; a differenza delle altre esperienze che avevo vissuto, Lourdes mi ha trasmesso dei messaggi positivi che certamente mi serviranno nella vita. Ho appreso molte cose sull'altruismo, sull'amore disinteressato, sul "dare" senza ricevere nulla in cambio e, ovviamente, ho compreso il vero valore di una fede che da forza e speranza anche al più sfortunato di noi. La pace che si trova a Lourdes non è qualcosa che è facile replicare. Ringrazio tutti quelli che mi hanno dato la possibilità di vivere questo viaggio e a tutte le volenterose persone che mi hanno accompagnato e aiutato. In conclusione consiglio a tutti il pellegrinaggio a Lourdes; anche se può sembrare un viaggio inusuale, si ha la possibilità di vivere un'esperienza di fede e serenità prendendo coscienza di una dimensione di grande umanità e fratellanza. Eva Burrometo 4^ di COPERTINA A PROPOSITO della 4* di COPERTINA Nella 4" pagina di copertina abbiamo riprodotto le foto delle 3 sorelle della Congregazione delle missionarie di MariaSaveriane fondate dal nostro Padre GIACOMO SPAGNOLO; uccise in Burundi (Africa), nel settembre scorso. Nel pomeriggio di Domenica 7 settembre, p.Mario e sr Bernardetta, hanno trovato le sorelle Lucia Pulici e Olga Raschietti distese a terra in una pozza di sangue, sgozzate e con la testa fracassata con pietre, lasciate vicino ai loro corpi. Poi, nella notte, l'assassinio di suor Bernardetta Boggian, trovata al mattino, con la testa mozzata. Questa la notizia. Ora diamo una breve nota personale delle tre suore. Suor OLGA RASCHIETTI aveva da poco compiuto 83 anni. Era nata a Montecchio Maggiore (Vicenza) il 22 agosto 1931. Nel 1968 era partita per lo Zaire (attuale Congo RD) dove aveva svolto con passione e dedizione attività di pastorale e catechesi in varie missioni della diocesi di Uvira, nel Sud-Kivu. Con fede e coraggio aveva vissuto le vicende delle guerre che hanno insanguinato i Paesi dei Grandi Laghi africani. Nel 2010 era stata inviata nella missione di Kamenge, in Burundi, in un quartiere popolare della periferia di Bujumbura (la capitale). Suor LUCIA PULICI. Lucia avrebbe compiuto 75 anni l' 8 settembre. Era nata a Desio (Monza-Brianza) nel 1939. Nel 1970 partì per il Brasile, dove svolse per 12 anni la sua professione di infermiera e ostetrica, soprattutto nei quartieri più poveri. Nel 1982 venne inviata in Zaire (Congo RD) dove rimase per 25 anni, fino al 2007, continuando il suo servizio, di ostetrica e infermiera nelle diocesi di Uvira e Bukavu. Era a Kamenge, periferia di Bujumbura, dall'ottobre 2007. Suor BERNARDETTA BOGGIAN. Aveva 79 anni. Era nata ad Ospedaletto Euganeo (PD), il 17 marzo 1935. Nel 1970 era partita per lo Zaire (Congo RD), dedicandosi con passione e amore al lavoro pastorale e in particolare alla promozione della donna e alle scuole di alfabetizzazione e di formazione per ragazze e donne. Nel 2007 venne inviata a Kamenge, in Burundi, dove svolgeva attività pastorali e caritative. I funerali furono celebrati a Bujumbura mercoledì 10 settembre nella spaziosa chiesa di Mont Sion, presieduti dell' arcivescovo mons. Evariste Ngoyagoye, con altri 3 vescovi e tantissimi sacerdoti, suore e semplici fedeli. Le loro salme ora riposano nel cimitero di Panzi, nei pressi della Missione dei Padri Saveriani. "Da "Missionari saveriani Ottobre 2014"). TESI DI LAUREA La creazione di una destinazione turistica Il 22 ottobre scorso ho conseguito a Venezia, all’Università Ca’ Foscari, la laurea magistrale (quinquennale) nel corso di laurea “Sviluppo Interculturale dei Sistemi Turistici”. Questo corso di laurea, che si inserisce negli insegnamenti del Dipartimento di Economia dell’Università, mi ha fornito, oltre alle conoscenze tecniche per analizzare il settore turistico, anche un metodo di visione, ragionamento e lavoro indispensabile per operare in tale ambito. Il settore turistico al giorno d’oggi, in cui l’economia appare precaria e la crisi mette in ginocchio molte aziende e imprenditori, appare di importanza cruciale per una ripresa economica del nostro paese. Il Veneto, in particolare, ha un’offerta turistica molto variegata che spazia dalla montagna, al mare, al lago, al turismo enogastronomico, all’offerta culturale. Per questo motivo ho fatto la scelta di svolgere il periodo di tirocinio nel Dipartimento Turismo della Regione del Veneto, per vedere dall’interno la regia regionale che si occupa di questo importante settore. Il destino ha voluto che, nello stesso periodo del mio arrivo, entrasse in vigore la nuova legge sul turismo (“Sviluppo e sostenibilità del turismo veneto” n. 11 del 14 giugno 2013) e ho potuto così immergermi in importanti novità riguardanti il settore. Prima tra tutte, la suddivisione da parte della Regione del territorio in quelli che sono stati definiti Sistemi Turistici Tematici, ossia raggruppamenti di Comuni che risultassero omogenei dal punto di vista dell’offerta turistica. Così i vari comuni sono stati raggruppati nei Sistemi Turistici Tematici Venezia e laguna, Dolomiti, , Lago di Garda, Mare e spiagge, Terme Euganee e Termalismo veneto, Po e suo Delta, Città d’arte, centri storici, città murate e sistemi fortificati e Ville Venete, Pedemontana Veneta e colli, e Montagna Veneta (in cui rientrano i Comuni del nostro Altopiano e della montagna vicentina e i Comuni della montagna veronese). La mia attenzione è ricaduta su un particolare Sistema Turistico Tematico, quello della Pedemontana Veneta e Colli, perché mi è sembrato l’unico STT che non fosse ancora percepito come destinazione, a differenza degli altri che invece risultano ben riconoscibili. Questo tematismo comprende tutti i comuni della fascia collinare della regione e quindi le colline del veronese, del vicentino, del trevigiano, i Colli Berici e i Colli Euganei. La zona risulta omogenea geograficamente, perché interamente collinare, ed economicamente, perché trae gran parte della propria ricchezza dalle produzioni vitivinicole e gastronomiche di pregio, e da produzioni artigianali e industriali di rilievo a livello internazionale (si pensi solo alla Diesel, alla Gas, alla Geox e a molte altre). Il mio interesse verso questa zona mi ha portato a sviluppare la mia tesi di laurea prendendo la Pedemontana proprio come caso di studio, nell’ambito dell’analisi in tema di gestione della destinazione (in letteratura “destination management”) ed in particolare ho voluto indagare se e come sia possibile “creare” una destinazione turistica. Come accennato, infatti, la zona è stata delimitata attraverso una legge regionale, che le ha conferito l’attributo sistemico, indicandola come uno dei nuovi Sistemi Turistici Tematici. L’omogeneità geografica ed economica precedentemente citate non mi sembravano però condizioni, seppur necessarie, sufficienti per poter parlare di un territorio come di un sistema. Infatti, per definire un’area “sistemica”, vi deve essere un tessuto di attori autonomi ma tra loro interdipendenti che operino con metodi e strategie comuni per raggiungere obiettivi condivisi. Senza tali precondizioni, l’attributo sistemico sembra inadeguato perché indicativo di una caratteristica non rispecchiante la realtà dei rapporti tra i soggetti. Ho quindi cercato di indagare se, nel territorio in esame, questi elementi di collaborazione e condivisione fossero presenti. Mi sono servita dell’analisi dei progetti in corso, delle attività delle associazioni che operano per il turismo sul territorio, ed infine ho ritenuto utile sviluppare un questionario che ho somministrato a tutti gli amministratori dei 152 Comuni che compongono l’area per verificare la loro percezione della nuova legge e della presenza di cooperazione per il turismo. Ciò che è emerso dalle mie ricerche è che vi sono una buona collaborazione e organizzazione di eventi rilevanti all’interno delle singole realtà associative e provinciali, che però non collaborano tra loro a livello dell’intera zona della Pedemontana. Viene quindi a mancare l’attributo sistemico conferito dalla Regione, ma si ritiene comunque che vi siano ottime potenzialità per implementarlo in un prossimo futuro. Affinché le potenzialità turistiche della zona possano essere implementate e sfruttate a pieno, vi deve essere un coinvolgimento di tutti gli attori che hanno interesse nel turismo e nel territorio, dall’amministrazione, alle associazioni di categoria, ai singoli imprenditori e non ultima alla popolazione residente, che gioca un ruolo fondamentale nel turismo. Ecco che assume rilevanza l’emersione di un’identità territoriale, che crei i presupposti affinché la pluralità di attori che caratterizza una destinazione turistica, coesista sullo stesso territorio e ne condivida il senso di appartenenza, essendo consapevole delle risorse e delle potenzialità che possiede. Si ritiene auspicabile, come evidenziato anche da alcuni intervistati, come sia imprescindibile procedere al coinvolgimento degli attori del territorio prima di avviare progetti o di tracciare i confini di una destinazione turistica. Le progettualità non dovrebbero essere calate dall’alto sui soggetti che poi sono tenuti a doverle rispettare, ma dovrebbero emergere dal tessuto di operatori e imprese del territorio e formarsi e concretizzarsi attraverso la loro azione, tenendo conto delle condizioni di contesto territoriale, economico e sociale della zona. Inoltre, le progettualità dovrebbero essere tali se ragionate secondo logiche di processo, costruite e progettate sul contesto territoriale, piuttosto che create per rincorrere la finanziabilità di un bando o di un finanziamento pubblico, risultando non contestualizzate e non percepite né dalla comunità e dagli operatoricoinvolti, né da un potenziale turista.Non si può quindi parlare di “creazione” di una destinazione; piuttosto,ciò che conta è il coinvolgimento e l’emersione di un sistema di offerta turistica, che operi definendo metodi e obiettivi condivisi, e che si indirizzi ad uno specifico target di domanda turistica, la quale confermi con le proprie scelte di esperienza di viaggio e soggiorno che la destinazione è realmente percepita a livello unitario. Tali azioni di coinvolgimento e coordinamento dovrebbero essere intraprese da un soggetto collettivo che sia super partes e che raccolga le istanze di tutti per formulare sia obiettivi condivisi, sia le strategie per raggiungerli; tale soggetto è attualmente in via di costituzione, e quindi vi sono buone prospettive affinché lo sviluppo turistico della zona prenda avvio concretamente. L’esperienza di studio effettuata in questi due anni e la recente stesura della mia tesi sono state condotte con grande passione e interesse, e sono state coronate da un brillante risultato. Mi sento di ringraziare la mia famiglia, che mi ha sempre sostenuto in questo percorso, il mio ragazzo e tutti i miei famigliari e amici che mi sono stati accanto in quel giorno così importante. DAL POZZO Valentina NOTE STORICHE LA VISITA PASTORALE DEL VESCOVO DI PADOVA CARD. CARLO REZZONICO NEI SETTE COMUNI (quinta parte) Sabato 20 giugno 1744 il Vescovo Carlo Rezzonico giunse a Rotzo nel primo pomeriggio giungendo da S. Pietro Valdastico. Il giorno seguente dopo la celebrazione dell'eucarestia e il conferimento della cresima, due furono i momenti clou della giornata. Il primo fu l'udienza che il Rezzonico concesse al parroco di Rotzo, don Tommaso Dalla Costa, il quale assieme ai governatori del Comune e ai massari sollevò il problema della chiesa. Essa non era sufficientemente ampia né abbastanza adatta ad accogliere un numero sempre più crescente di fedeli. Ne era la causa un numero esorbitante di altari (sette) che intralciavano i movimenti specialmente nella parte della navata assegnata alle donne, a tal punto che gli scanni erano così aderenti agli altari del Crocefisso e della Madonna di Loreto che il celebrante a stento riusciva a salire all'altare, tanto era circondato e assediato dalle donne. Per uscire da questa situazione poco decorosa essi insistettero presso il Rezzonico perché permettesse la rimozione dei due altari a vantaggio di un maggiore spazio e di una più sicura libertà di movimento. In cambio si impegnavano a rinnovare i sedili dei sacerdoti in presbiterio e tutti gli scanni della chiesa. Alla proposta il cardinale si dichiarò favorevole, però a queste condizioni: la rimozione dei due altari non doveva essere interpretata come una riduzione del culto o della devozione verso gli affreschi del Crocifisso e della Madonna dipinti sulla parete della chiesa e il materiale rimosso non doveva essere utilizzato a uso profano, ma unicamente a servizio della chiesa. L’abate Agostino Dal Pozzo nel secondo volume delle Memorie Istoriche scrive che nel 1633 gli altari erano cinque. “Il maggiore ch'era di legno dorato e già troppo vecchio e indecente, aveva a destra la statua di S. Gertrude, e a sinistra quella di S. Margherita V. e M. A destra uscendo dal coro v'era l'altar del Rosario, e l'altare di S. Niccolò: a sinistra quello della Madonna della Pietà, che esiste anco al presente con vaga tavola di Giambattista Maganza e quello di S. Antonio Abate, la pittura del quale è delle più belle che abbia fatto Antonio Scajaro discepolo del Bassano. Contiene l'immagini di S. Antonio Abate, di S. Carlo, di S. Valentino, di S. Lunardo, e di S. Niccolò da Tolentino. Nella Visita poi del 1647gli altari si veggono moltiplicati fino al numero di sette: a destra era stato aggiunto l'altare del Crocefisso, l'immagine del quale, ch'è di legno, esiste ancora, ed è d'un intaglio eccellente; e a sinistra quello della Madonna di Loreto; tanto che n'era piena la Chiesa. Eppure quel popolo divoto domandò licenza d'innalzarne un altro a S. Rocco, lasciato intestamento dal fu Antonio Slaviero fin dal 1631, che fu l'anno dell'ultima peste. Ma il Vescovo, attesa l'angustia della Chiesa non acconsentì; e destinò il legato a rifabbricar invece la sagristia, della quale eravi estremo bisogno”. don Sergio Stefani (5. continua) DON FRANCESCO ZECCHINATI IN MEMORIA DI ZECCHINATI DON FRANCESCO ARCIPRETE E VICARIO FORANEO DI ROTZO MORTO IL 12 OTTOBRE 1924 Novant’anni fa moriva l’arciprete don Francesco Zecchinati che per 46 anni ha guidato la nostra parrocchia. Nato a Rotzo il 19 agosto 1850 da Bartolomeo e da Cristiana Stefani Cristendar, fu ordinato prete nel 1875. Passò un anno a Pedescala come cappellano, quindi divenne cappellano a Rotzo e nel 1878 arciprete e vicario foraneo. Visse la triste esperienza della guerra e del profugato con la nostra gente. Nei mesi scorsi è stato trovato un prezioso documento manoscritto di don Francesco che riportava l’anagrafe delle famiglie della “profuga parrocchia di Rotzo”. (vediAltaburg n. 92 p.30). Per fare memoria di don Francesco Zecchinati, nel 90° della morte, riportiamo il discorso pronunciato dal M.R. Codemo Don Bartolomeo, Arciprete e Vicario Foraneo di Enego, nel trigesimo della morte. Don Bartolomeo era stato cappellano a Rotzo dal 1908 al 1913. Ricordo il mattino del 13 Ottobre.Il telegramma lugubre, secco : « E' morto lo zio Arciprete - domani i funerali». Ricordo il mattino del 14 qui a Rotzo un popolo in lutto, in cordoglio, in lagrime intorno alla bara dell' Arciprete, mentre quarantadue Vicari Foranei, radunati a Padova, intorno al Vescovo inginocchiati a recitare il De profundis e augurare la pace del Sepolcro e le gioie della risurrezione al loro decano Don Francesco Zecchinati. Ricordo aver letto colla più intima commozione i cenni biografici e gli imponenti funerali dei lagrimato defunto, manifestazione sincera di un affetto che non accenna a scomparire, ultima esplosione di un animo riconoscente almeno qui sopra questa misera terra. Avrei voluto essere qui anch'io, piangere con voi, baciare con voi e per voi quella bara santa e benedetta. Io che coll’Estinto Arciprete iniziai la mia carriera sacerdotale, con Lui vissi cinque anni di Ministero, davvicino potei conoscere l'uomo che noi ancora piangiamo. Ringrazio Dio che almeno volle farmi questo favore, concedermi di essere qui stamane dinanzi al mio sempre caro popolo di Rotzo, dinanzi a questa nera coltre che ricorda colui che vi fu per quarantotto anni e guida sicura e maestro di verità e padre di bontà. Altri hanno detto di Don Francesco Zecchinati e la vita e le opere, voi non avete bisogno di conoscerle da me; ne siete stati per parecchie generazioni i più fedeli testimoni ed interpreti, siccome coloro che dal venerando defunto riceveste e i sacramenti e il pane della parola e della vita e l'esempio preclaro. Perchè la vita di Don Francesco fu un inno continuato alla purezza ed integrità dei costumi. Era l'uomo veramente intemerato, specchiamoci sul sacerdote integro tutti. Era l'uomo di fede: la calm a e l'esattezza nella celebrazione della santa Messa, l'orario e la puntualità nella recita dei breviario, le preghiere continuate che innalzava a Dio egli, mediatore del suo popolo, sono là a dimostrarci l’uomo di vera e soda pietà. Quante volte io ho dovuto imparare da Lui a meglio recitare il mio Ufficio, quante volte l'ho visto e sentito camminare su e giù per la sua stanza pregando, pregando molto, pregando con grande fervore! Era il pastore che raccomandava a Dio il suo gregge. Era il novello Mosè che perorava per il suo popolo; era il sacerdote dell'altissimo che con gemiti inenarrabili intercedeva per le anime a Lui affidate. E alla preghiera univa lo Zelo, Zelo sempre vivo anche se proporzionato, ultimamente, alla sua età. Predicazione, confessionale, amministrazione dei Sacramenti, ammalati, istruzione. Zelo sapiente e meraviglioso nel dar consigli, nell' illuminare, nel dirigere, così che la sua parola era ricercatissima, i suoi giudizi erano e formavano un criterio quasi di infallibilità. Quante persone anche fuori di parrocchia, anche lontane, venivano o scrivevano e ne avevano pronte e lucide e ottime risposte ! Zelo prudente; Oh! siamo dinanzi ad una qualità che pochi possiedono, qualità che non mancava al lagrimato defunto. Potremmo definirlo con le frasi della sacra scritturaVirFideli et prudens: 1' uomo fedele e prudente, e di questa virtù, io, più che mai, ne sentii il bisogno, io sacerdote ardente nei miei anni giovanili. Al fianco di un tanto uomo imparai a moderare il mio fuoco. Oh! avessi potuto copiare; tutta la prudenza del mio grande maestro! Quanto meglio mi sarei trovato ! Zelo ordinato e metodico. Ricordo 1' esattezza e la proprietà dell' Archivio parrocchiale; le annotazioni e le registrazioni, accuratissime, così che 1'Archivio appariva come un vero modello. E quando dovette prendere colla sua parrocchia la via dell'esilio, non pensò ad altro che al suo Archivio che avrebbe voluto portarsi via tutto sulle spalle. E lo vidi a Barbarano e a Vicenza intento sui libri che potè portar seco, intento a compilare con la più grande pazienza un elenco dettagliato dei suoi cari Rotzani con nome e cognome, età e provvisorio domicilio: lavoro da Anacoreta. Zelo ospitale. Era il tipo della gentilezza ;credo che pochi sacerdoti e pochi borghesi possano uguagliare in generosità ed ospitalità l’Arciprete Zecchinati. La sua, casa sempre aperta, la sua mensa divisa, la sua compagnia sempre cara, soave, dignitosa, cordiale. Era il cuore di un vero amico, anche con il forestiero. Quanti episodi potrei narrare su questo argomento. Amo sorvolare e definire Don Francesco Zecchinati il perfetto gentiluomo. Accenno alla, sua umiltà, che non gli permise mai di aspirare ad altri posti più importanti, a cariche più onorifiche, alle quali la sua grande intelligenza, la sua capacità lo avrebbero potuto innalzare. E infatti Don Francesco Zecchinati passava per un uomo saggio, dotto, erudito. Ancora dal Seminario spiccava per queste doti e spiccò sempre ed in grado eminente fra i sacerdoti, da tutti altamente apprezzato. Dovrei parlare della sua pazienza - ma come descriverla se in Lui era sì sublime, sì inimitabile da renderlo una copia conforme di Colui che insegnò, e colla parola e coll'esempio, a tutto sopportare, a compatire, a rendere bene per male, a pregare per i suoi nemici, e calunniatori? Ditelo voi, o cari Rotzani, che per un cinquantennio lo aveste come lucerna sul candelabro, e città posta sul monte! Dispiaceri inevitabili del suo Ministero, false interpretazioni dell' opera sua, svisamenti della sua pastorale sollecitudine, offese, oltraggi, temperamenti e caratteri duri, ignoranti, aspri, sono le croci del nostro Ministero, furono le croci di Cristo, devono essere le croci dei suoi seguaci. Sembra però che 1'«Jesus autemtacebat »del Vangelo sia stato 1' intero programma del paziente Arciprete. Tutto sopportò in silenzio, non si lamentò mai, non si sfogò con nessuno, non ricordò le offese, anche se lo avesse dovuto e potuto; perdonò, dissimulò sempre, sempre. Benediceva anche quando veniva maledetto, non minacciava anche se offeso «Cummaledicentur non maledicebat, cumpatiebatur non comminebatur» Oh! Santa virtù, del mitissimo Zecchinati, quanto sei ammirabile. I disagi della guerra, i disastri del1' esilio, il profugato, il dopo guerra che tante nature accasciarono, trovarono invece in Lui, 1'uomo sempre rassegnato. Il suo testamento «perdono a chi mi ha offeso, domando perdono a tutti coloro che io avessi offeso» sono le frasi più sublimi del Nazzareno, sono le frasi dei santi. E Don Francesco Zecchinati era tale, era un fiore raro delle aiuole della Chiesa. Dovea essere trapiantato nel Paradiso ove il profumo e la bellezza non scompariscono, avvizziscono mai. Dio lo volle a Sè, lo chiamò. Egli rispose: presente. Rispose col sorriso del giusto, colla prontezza di chi è sempre presente alla chiamata. Arciprete per cinquanta anni hai fatto ardere il tuo cuore magnanimo e grande a questo popolo che pure ti amò, e tanto. Hai dato il tuo corpo a questa terra che ti accolse con venerazione, perchè da te più volte bagnata, lavorata, coltivata dalle virtù e opere. Resti con noi il tuo spirito sempre fecondo e vivido di luce ormai superna. Aleggi questo tuo spirito sui tuoi lagrimosi parenti che non sanno rassegnarsi a tanta perdita, sui Sacerdoti che in te si formino a quelle virtù di cui desti mirabile esempio, su questo popolo che ha promesso, ha giurato di non volerti dimenticare giammai; che stamane rinnova le lagrime, lenite solo da quella fede che predice ancora confortatrice: Ci riuniremo ancora una volta per sempre nel Cielo. 101 ANNI CRISTIANO DAL POZZO Passati i Cento anni con la grande festa dello scorso anno a Padova, dove Cristiano è stato accompagnato da una folta delegazione di paesani e dove è stato salutato da numerose autorità civili e militari, dai Sindaci di Barbarano Vicentino, Grisignano diZocco e Rotzo, il nostro alpino centenario ha trascorso regolarmente ed in buona salute anche quest’anno, che lo ha visto protagonista all’Adunata Nazionale degli Alpini di Pordenone nel mese di maggio. In tale circostanza è stato salutato da moltissimi aplini e autorità e particolarmente sentito è stato l’incontro con il Presidente del Consiglio Matteo Renzi al quale ha raccomandato: “ Presidente, el fassa andare avanti ben l’Italia”. Negli ultimi tempi però la salute di Cristiano ha cominciato ad avere qualche difficoltà e ciò ha consigliato i familiari di non permettergli di rimanere a casa da solo e di farlo ospitare presso la struttura sanitaria S. Giuseppe di Roana dalla fine del mese di giugno. In poco tempo Cristiano ha riacquistato lo spirito e la forza che lo hanno sempre contraddistinto e non ha voluto mancare all’adunata degli alpini del Triveneto alla fine del mese di settembre a Verona dove ha ancora una volta raccolto gli applausi della numerosa folla che ha partecipato alla sfilata degli alpini. Avvicinandosi la data del 1° dicembre, il nostro “vecio” ha manifestato la volontà di poter ottemperare anche quest’anno al voto fatto a Sant’Antonio da Padova di fargli visita il giorno del suo compleanno per ringraziarlo di essere ritornato salvo dai campi di prigionia a Linz in Austria al termine della seconda guerra mondiale. Così con il figlio Gianni, il cugino Matteo, l’Alpino Elvio Azzolini di Roana, l’amico Alpino Claudio Zen di Romano d’Ezzelino, il nipote Francesco ed il giornalista del Giornale di Vicenza, Antonio Gregolin, l’Alpino del deserto è partito lunedì mattina con destinazione la Basilica del Santo di Padova dove ha sostato sulla tomba del Santo e gli ha parlato per lunghi momenti densi di commozione per lui e per i presenti. Dopo aver partecipato alla Santa Messa celebrata dal Rettore della Basilica antoniana Padre Enzo Poiana, pure lui Alpino, è stato ospite a pranzo dai frati che lo hanno festeggiato e gli hanno manifestato il loro affetto gustando una grande torta con impresso nella parte superiore un enorme” 101”. Cristiano ed i suoi amici hanno goduto del pranzo ascoltando le storie raccontate della sua gioventù in guerra. Al termine del pranzo il Nonno Alpino ha invitato per le Festività Natalizie il Rettore in Altopiano per fargli gli auguri di Buone Feste e per ringraziarlo dell’ospitalità avuta a Padova. Grazie Cristiano per tutti momenti felici che ci fai passare assieme a te e infiniti auguri per i tuoi meravigliosi 101 anni. Dal Pozzo Matteo VITA PASTORALE GITA PELLEGRINAGGIO SANTUARIO GUARDIA e GENOVA IN tutti gli anni scorsi è previsto un calendario con gli Orientamenti Pastorali e Vicariali. Dal 1999 al 2014/2015 tutti questi programmi li ho raccolti nel mio armadio personale dove tengo i vari libretti con gli appuntamenti degli anni passati e libri che leggerò in futuro per scoprire molte cose interessanti dal Giubileo del 2000 al Terzo Millennio. Tutti i temi trattati nei vari anni pastorali servono per cambiare qualcosa nella nostra vita e creare un mondo migliore. Dal 1999 al 2014 ho vissuto questi cammini pastorali in compagnia di due miei amici sacerdoti con i quali sono stato benissimo ed ho avuto una grande Amicizia e molte Esperienze. Quest’anno il libretto che ci guiderà durante l’anno Pastorale ha il titolo: “ IL BENE CHE C’E’ TRA NOI”, e nel prossimo libretto 94 di Pasqua scriverò alcuni e vari pensieri con alcune frasi e miei scritti su questo tema. COSTA Tiberio LE NOTIZIE DI VANIA Come vi avevo detto nello scorso numero, nel mese di settembre sono stata a Lourdes per il pellegrinaggio nazionale dell’UNITALSI. Anche quest’anno è sta una bellissima esperienza durante la quale ho aiutato il personale nelle pulizie della carrozza del treno. A Lourdes ho partecipato alle varie celebrazioni: Via Crucis, Rosario , Fiaccolata e ho accompagnato vari ammalati con la carrozzella tra i quali Eleonora da Valdagno, Alberto da Thiene, Giovanni da Cesuna e Eugenia e Nico Dal Sasso da Asiago. Ho passato una bella settimana insieme alle dame a ai barellieri con i quali ho una grande amicizia. Spero di poter ancora partecipare a questo bel pellegrinaggio. Cerato Vania La Parrocchia di Rotzo ha organizzato, nei giorni 23-24 settembre, un Pellegrinaggio-Gita (autunnale) al Santuario della Guardia e a Genova. Di buon mattino, un pullman completo, con paesani, villeggianti e altopianesi, è partito, via autostrada, verso la Liguria. A mezzogiorno circa siamo arrivati alle porte di Genova, e, sulla destra, in alto, abbiamo iniziato a scorgere il Santuario. La strada, per salire, era alquanto tortuosa, ma grazie alla abilità del nostro autista. Eros, in mezzora circa siamo giunti a destinazione. Abbiamo innanzitutto preso possesso dei nostri alloggi, e pranzato subito. Il pomeriggio è stato dedicato alla permanenza nel Santuario. Esso sorge sul monte Figogna, sopra Genova, dove già ai tempi dei Romani vi era ospitata una "stazione di guardia" per le segnalazioni alle truppe. IL 29 agosto 1490, la Madonna apparve a Benedetto Parete, un contadino del luogo. La Vergine gli chiese che venisse costruito un tempio in quel posto. Lui non ne parlò con nessuno, per paura di essere deriso. Dopo un incidente, però, egli fece voto che, se fosse guarito, si sarebbe dato da fare per obbedire al desiderio della Vergine. Così, grazie alle elemosine raccolte nella valle, costruì una cappella dedicata alla "Madonna della Guardia". Tale devozione, che i genovesi hanno diffuso in tutto il mondo, fu incrementata dopo che due ragazzine di Torrazzo S. Oleose, sul monte di fronte alla Guardia, videro la Madonna avanzare proprio dal monte Figogna. Nel 1886, su disegno dell'ingegnare milanese Luigi Bisi, iniziarono i lavori per la costruzione dell'attuale basilica, in stile '500. Questi lavori terminarono nel 1889.. E' lunga 49 metri, è larga 26, a croce latina, ed è alta, alla cupola, 40 metri. Dopo il pranzo, abbiamo assistito alla proiezione di un video che illustrava l'origine e la sfora del Santuario. Subito dopo c'è stata la S.Messa, molto partecipata da tutti i presenti, concelebrata dai tre sacerdoti, che ci hanno accompagnato il nostro arciprete, don Lino, parroco di Roana e don Germano, parroco di Camporovere. Terminata la Messa, abbiamo potuto godere dei panorami offerti da questo luogo, anche se un po' di foschia disturbava la visione. Però una bella foto con il porto di Genova siamo riusciti a farla. Abbiamo inoltre avuto tempo per girare per l'ampio piazzale attorno al Santuario, dove sorgono due ristoranti, la Casa del Pellegrino, che ci ha ospitati, un paio di negozi di "ricordini del Santuario", e una Mostra permanente di presepi. Ma soprattutto abbiamo assaporato un clima di pace, di silenzio, di spiritualità, interrotto forse solo dalle nostre "chiaccherate" per descrivere, ognuno a modo suo, quello che il luogo ci trasmetteva. Una esperienza comunque più che positiva per chi l'ha vissuta con fede e con il cuore. Il mattino successivo siamo scesi a Genova, e ci siamo fermati in prossimità del porto. Da qui è iniziata la visita della città, sotto la guida di don Pierangelo. Genova è il capoluogo della Liguria, è il primo porto commerciale d' Italia e uno dei più grandi del Mediterraneo. Al di fuori del centro storico, formatosi attorno al porto, si è sviluppata una parte moderna, con vie spaziose, grandi edifici e palazzi. Abbiamo contemplato , sul porto, il palazzo di S.Giorgio, già sede del Banco di S.Giorgio, motore dello sviluppo economico della città nel periodo medioevale e rinascimentale: il palazzo intatto associa splendidamente due parti: una appunto medioevale e un’altra rinascimentale. Sia poi saliti alla Cattedrale di San Lorenzo stupendo esemplare del gotico ligure-toscano, abbiamo raggiunto poi la Porta Soprana, con la casa di Colombo e il chiostro di quello che fu il monastero di S.Andrea. Ci siamo spostati poi in Piazza De Ferraris, con la grande fontana, il fianco nord del Palazzo Ducale e il Teatro dell'Opera. Siamo scesi poi alla Chiesa di S.Matteo, con le antistanti palazzine gotiche dei Doria, la storica grande famiglia di Genova. Poi i Palazzi di via Garibaldi. Abbiamo visitato il Palazzo del Comune di cui abbiamo intravisto il bellissimo giardino interno. Siamo poi rientrati al porto, percorrendo alcuni dei carrugi Ie tipiche strette stradine genovesi. Simbolo della città poi è "La Lanterna (il faro), che abbiamo visto solo dal pullman. Lo stemma (e bandiera) di Genova è la croce rossa in campo bianco detta "Croce di S.Giorgio". Nel pomeriggio, dopo un lauto pranzo al Self-Service dell’ Acquario; una parte ha visitato l'Acquario (il secondo d'Europa). Si è trattato di un’ esperienza molto interessante, in quanto ci sono grandi vasche con tante specie di pesci, di piante esotiche. Ma l attrazione più importante è stata l' enorme vasca con i delfini in movimento. L'altra parte del Gruppo ha fatto un giro per la città sul trenino turistico; e hanno completato le visite ai negozi. Verso le ore 17.oo abbiamo ripreso il pullman, per il ritorno, durante il quale abbiamo anche recitato il S.Rosario, guidato da don Germano, con profonde riflessioni e intenzioni. Così si è concluso il nostro viaggio. Vorrei ringraziare tutti i partecipanti per la piacevole atmosfera creatasi; i tre sacerdoti che ci hanno accompagnati; e un particolare grazie di cuore alla signora Rita, per l'impegno profuso nell’organizzare il tutto. Al termine ci siamo dati l'appuntamento per il prossimo viaggio insieme in amicizia e fraternità. ' Lucia Tumelero. MOSTRA PRESEPI Il Santo Natale trasforma l’atmosfera di tutti i paesi, e anche a Rotzo, questo clima di luce e calore trova una sua manifestazione particolare presso l’antica chiesetta di S. Margherita dove per il 15° anno viene allestita la “ Mostra dei 100 Presepi”. Una rassegna di natività creata da varie persone sia di Rotzo che dei paesi vicini, che per la ricchezza di materiali usati per la costruzione la rende unica nel suo genere in tutto l’altopiano. All’interno della mostra, inoltre, è stato allestito un presepe animato con scenografie di notte e giorno , statuine in movimento, rappresentante alcuni luoghi caratteristici del nostro paese in miniatura attorniato da tutti i presepi realizzati per l’occasione che propongono una fantasia senza limiti e confini che non manca di sbalordire ed entusiasmare il visitatore. La Mostra sarà aperta dal giorno 25 dicembre 2014 e resterà aperta dal 26.12.2014 fino al 06 gennaio 2015 dalle ore 10.30 alle ore 12.00 e dalle ore 14.30 alle ore 18.30 e domenica 11 e 18 gennaio 2015 dalle ore 14.30 alle ore 18.30 ed offre senz’altro al visitatore, lo stupore per la visione di presepi, costruiti con sapienza e maestria, nell’utilizzo delle più semplici risorse che la natura ci offre, come pure nell’originalità di costruzione di opere che faranno apprezzare veramente l’abilità artistica nella realizzazione di personali rappresentazioni del presepio. Di contorno alla mostra sono da ricordare la rassegna dei “ Presepi all’aperto” una iniziativa nata precedentemente alla Mostra, con la quale le famiglie o gruppi di famiglie, nelle corti o in altri luoghi caratteristici (come le vecchie fontane), preparano dei presepi, di dimensioni e forme tra le più varie. Presso la Mostra o in chiesa parrocchiale (negli scaffali) si potranno gratuitamente ritirare le apposite cartine topografiche, indicanti l'itinerario.Questo darà al turista anche la possibilità di visitare il paese, uno tra quelli dell'Altopiano, che forse ha conservato meglio l'impronta tradizionale. FERRARESI Massimo ANNO XXIII ° - N°93 - A questo numero hanno collaborato: Cera Luciana,Cera MariaRosa, Cerato Vania, Costa Alberto, Costa Paolina, Costa Tiberio, ,Dal Pozzo Matteo,Dal Pozzo Valentina, Ferraresi Massimo, Panozzo Don Pierangelo, Stefani Don Sergio, Stampato in proprio e diffuso tra le famiglie Della Comunità Cristiana di Rotzo; Via Roma,72 – 36010 – ROTZO – Vicenza - ITALIA Tel. e fax 0424 – 691004 Foto: In copertina: Foto di gruppo gita – pellegrinaggio al Santuario della Guardia Sul retro: Immagini dell tre missionarie di Maria saveriane uccise in Burundi nei mesi scorsi; ALTABURG “LA VOCE “ E TUTTO SU ROTZO SU: www.rotzo.net