ORARI LITURGICI SANTO NATALE
MERCOLEDI’ 24 dic.: Ore 23.30: S. MESSA DI MEZZANOTTE
GIOVEDI’
25 dic.: Ore 9.oo: S.MESSA Natività (A CASTELLETTO)
Ore 10.15: S.MESSA Natività (IN PARROCCHIALE)
Ore 18.00: S.MESSA Natività (IN PARROCCHIALE)
VENERDI’ 26 dic
SABATO
. : Ore 9.oo: S.MESSA (A CASTELLETTO)
Ore 10.15: S.MESSA (IN PARROCCHIALE)
27 dic.
Ore 18.00: S.MESSA festiva (IN PARROCCHIALE)
DOMENICA 28 dic. Ore 9.oo: S.MESSA festiva (A CASTELLETTO)
Ore 10.15: S.MESSA festiva (IN PARROCCHIALE)
Ore 18.00: S.MESSA festiva (IN PARROCCHIALE)
LUNEDI’
29 dic.
Ore 16.00: S.MESSA IN PARROCCHIALE)
MARTEDI’
30 dic. .:Ore 18.00: S.MESSA festiva (IN PARROCCHIALE)
Ore 20.30 : Incontro PREGHIERA di Fine Anno
MERCOLEDI’ 31/12 : Ore 18.00: S.MESSA festiva (IN PARROCCHIALE)
GIOVEDI’
01 genn.: Ore 9.oo: (A CASTELLETTO)
Ore 10.15: (IN PARROCCHIALE)
Ore 18.oo: (IN PARROCCHIALE)
VENERDI’ 02 genn
non c’è la s.Messa
SABATO 03 genn:
Ore 18.oo: S. MESSA festiva(IN PARROCCHIALE)
DOMENICA 04 genn. Ore 9.oo: S.MESSA festiva (A CASTELLETTO)
Ore 10.15: S.MESSA festiva (IN PARROCCHIALE)
Ore 18.00: S.MESSA festiva (IN PARROCCHIALE)
LUNEDI’
05 genn
MARTEDI’ 06 genn:
Ore 16.00: S.MESSA IN PARROCCHIALE)
Ore 9.oo: (A CASTELLETTO)
Ore 10.15: (IN PARROCCHIALE)
Ore 18.oo: (IN PARROCCHIALE)
N.B. : Per le intenzioni delle Ss.Messe, consultare il foglietto
settimanale degli “ AVVISI” , anche per verificare che non vi
siano cambiamenti...
“SIMBOLI” DEL NATALE CRISTIANO
Tanti sono i "simboli" del Natale Cristiano; ne
presentiamo tre tra i più qualificanti.
1° IL PRESEPE : cioè
la
rappresentazione
plastica della Natività,
nata da una intuizione
di S.Francesco d'Assisi,
e tipica della nostra
tradizione
latina
(italiana in particolare),
pervenuto fino a noi.
(Raccomandiamo
di
costruirlo in famiglia).
(Vedi anche la "Mostra
dei 100 presepi" e la
tradizionale "Gita ai
presepi"
2°) L' ALBERO DI NATALE: (che
si contrappone all' "albero della
scienza del bene e del male", dal
quale nacque il primo peccato).
Anch'esso di origine medioevale,
ma
nato
nell'ambito
della
tradizione germanica, in due
ersioni:
a) Quello pieno di LUCI (candele,
lampadine, ecc), che ci richiama GESÙ', LUCE che brilla
nelle tenebre (del peccato) "Sole” che sorge dall'alto",
per "illuminare", "liberare" l'uomo dal peccato.
b) Luccicante di DONI, che richiama il n° 3.
Nota: Sarebbe bello che le LUMINARIE NATALIZIE
RESTASSERO SPENTE fino al 24 dicembre, e venissero
accese in contemporanea della S.Messa di Mezzanotte,
come "segno" della nascita di Gesù, LUCE DEL MONDO,
e che continuassero a splendere magari fino al 2
febbraio (Festa della Candelora....);
3°) I DONI; il 1° dei quali è GESÙ senza del quale gli
altri sono delle "prese in giro". Gesù, il Figlio che il
Padre ci dona, facendolo diventare uno di noi, per
mezzo di Maria e di Giuseppe. . .Curando che i "doni"
siano, ...nataliziamente....significativi.
P. S.: Ricordiamo ancora che "BABBO NATALE", pur
essendo un "personaggio" di origine cristiana, nulla ha
a che fare con il Natale...Si tratta infatti di S.Nicola
(Sankta Klaus), festeggiato il 6 dicembre. Nei paesi del
Nord-Europa è il "santo dei doni", ma doni di carità e
non del consumismo. Festeggiamolo il 6 dicembre!
BUON NATALE a TUTTI!
ANNO PASTORALE 2014/15
E INIZIAZIONE CRISTIANA
DOMENICA 16 novembre 2014,
il Nostro VICARIATO di Asiago,
Parrocchia o Unità pastorale per
Parrocchia e Unità pastorale,
ha iniziato ufficialmente
Il
NUOVO ANNO PASTORALE, il
cui motto è "IL BENE CHE C'È'
TRA NOI".
Questo Nuovo Anno presenta
delle
NOVITÀ
e
delle
CONTINUAZIONI.
- La NOVITÀ è dovuta,
fondamentalmente,
dalla
nuova
impostazione
della
INIZIAZIONE CRISTIANA. (I.C.).
Per INIZIAZIONE CRISTIANA intendiamo quel "cammino" che
dovrebbe portare una persona a diventare "cristiano
completo", cioè in possesso di quelle "doti" o "doni" che lo
rendono "capace" di vivere pienamente l' essere cristiano.
(Attenzione: lo rende "capace" di vivere da cristiano, non che
lo renda un "cristiano perfetto". Per questo dovrà impegnarsi a
"vivere questa capacità").
- Questo "cammino" può riguardare alcuni adulti o giovani che
non abbiano ancora ricevuto i Sacramenti della I.C.:
Battesimo, Confermazione (o Cresima) ed Eucaristia.
Per noi, che, normalmente, battezziamo i bambini poco dopo
la nascita (quando sono ancora "infanti" = non ancora capaci
di parlare), questo cammino acquista un particolare
"significato" e "valore".
- Finora i ragazzi, battezzati appena nati, verso l'età della 3^5^ elementare, vengono avviati ai Sacramenti delle Penitenza
e della Comunione. Poi all'età di 2^ media – I^ superiore
vengono"confermati" (cresimati).
Questo "cammino" prevede: il catechismo (in genere
settimanale);la S.Messa festiva, ecc, con il coinvolgimento delle
famiglie, almeno in alcuni "momenti" o tecnici o celebrativi.
Ora non sarà più così.
- La NOVITÀ coinvolgerà i ragazzi che di anno in anno
raggiungeranno l'età della 2^ elementare (in alcuni posti anche
dell'età di 1^ elementare).
Questo "cammino" prevede una PRIMA PARTE durante la quale,
con una scansione mensile (1 incontro al mese, della durata di
2-3 ore) e saranno guidati da uno o più catechisti (a seconda del
numero dei ragazzi; per noi, anche in vista di fare questo
cammino con i ragazzi di Roana-Mezzaselva). Questo "cammino"
vorrebbe portare i ragazzi alla scoperta e alla adesione a Gesù
(al suo essere e fare). L' incontro, da farsi preferibilmente o il
sabato pomeriggio o domenica, dovrebbe concludersi con la
S.Messa (festiva) assieme ai genitori.
Questa 1^ parte si concluderà dopo 3-4
anni, con la
celebrazione della Confermazione (la Cresima) e la Prima
Comunione, da farsi, di norma, durante la VEGLIA PASQUALE....
Poi inizierà una 2^ parte (detta "mistagogìa"), della quale
parleremo a tempo debito.
Parallelamente al "cammino" dei ragazzi, anche ai rispettivi
genitori verrà proposto un "cammino", da farsi assieme a degli
"ACCOMPAGNATORI" (dei quali non dovrebbe far parte il
prete).Questo "cammino" potrà avere almeno 4 (o più) momenti
(in contemporanea con l'incontro dei ragazzi; e avrà almeno 2
scopi:
1°) Aiutare i genitori a riscoprire, o ad approfondire, o a
motivare maggiormente la loro Fede;
2°) Aiutarli nella educazione alla Fede dei loro figli, che è un
loro primario diritto-dovere.
L’ANGOLO DEI RAGAZZI
- Per gli altri "Gruppi", le cose continueranno con i precedenti
ritmi :
I RAGAZZI (dalla 3^ elementare alla 3^ media) continueranno
col tradizionale INCONTRO SETTIMANALE (di norma il
mercoledì pomeriggio), con uno o più catechisti.
Verranno ammessi alla Confessione e Comunione tra la 3^ e
la 5^ Elementare; e alla Confermazione a conclusione delle
Medie.
GLI ADOLESCENTI (1^- 3^ SUPERIORI), con la guida di una
animatrice, si ritroveranno ogni 1 - 2 o 3 settimane (di
venerdì o sabato sera) per un loro "particolare cammino".
I GIOVANI e gli ADULTI: Ad essi è riproposto il "cammino
biblico -liturgico settimanale", il mercoledì sera, durante il
quale si approfondiranno le Letture della domenica successiva.
Vi saranno anche dei "momenti" vicariali, mensili o saltuari.
L' UOMO CHE VOLEVA INCONTRARE DIO.
I PRETI, invece, si ritroveranno quasi settimanalmente, il
GIOVEDÌ mattina, per riflettere anche loro sulle Letture della
domenica successiva, e poi (mensilmente o saltuariamente)
per altri "momenti formativi" su temi specifici.
- Rimane, ovviamente, per
tutti, la proposta di partecipare
ogni domenica (e festa di
precetto),
alla
PROCLAMAZIONE
DELLA
PAROLA (e alla celebrazione
della Eucaristia), cioè alla S.
MESSA comunitaria.
C'era una volta, un uomo semplice e buono.
Era un buon marito, un papa tenero, un vicino generoso, un
operaio onesto...eppure era insoddisfatto: quella vita così
monotona e, tutto sommato insignificante; tutta una serie di
preoccupazioni, che non riusciva mai a risolvere...tante
situazioni di ingiustizia, mal governo......Non faceva altro che
manifestare questa sua insoddisfazione lamentandosi della
sorte che gli era toccata.
La moglie cercava di confortarlo, invitando a fidarsi di Dio:
"Dio sa quello che fa, fidati!".
"Si!, è vero", un giorno rispose, "Dio certamente sa il perché di
tutto questo. Voglio andare a cercarlo e chiedere a Lui che mi
dia una risposta....soddisfacente". E cosi, un bel giorno,
preparato l'essenziale che gli potesse bastare per il viaggio,
partì. Un giorno, mentre se ne andava tranquillo, sentì il
freddo di una lama, appoggiata alla sua gola: era un bandito,
che gli gridava:
"Dammi i soldi o ti ammazzo....ne ho già rapinati 99, tu sei il
centesimo!". Il pover'uomo gli diede tutto ciò che aveva,
dicendo: "Ti do tutto, ma lasciami andare; voglio incontrarmi
con Dio, per chiedergli come mai l' uomo buono è così
sfortunato, mentre ai cattivi va tutto bene". Il bandito rimase
perplesso, poi disse: "Ti lascio libero e ogni tuo avere, ma ad
una condizione: Quando troverai Dio chiedigli se un uomo che
ha depredato 99 persone, ma ha sentito pietà per la
centesima, merita ancora il suo perdono". "Non mancherò",
disse l’uomo e riprese il suo viaggio.
Qualche giorno dopo, incontrò un cavaliere dagli abiti sfarzosi,
che, fermato il suo bellissimo cavallo,gli chiese: "Dove vai?".
Egli rispose: "Vado in cerca di Dio: vorrei che Egli mi
volesse spiegare tante cose". "Quando incontrerai Dio",
disse il cavaliere abbassando la voce, "chiedigli se,
nonostante le mie ricchezze, ma per la mia generosità,
potrò essere accolto nel suo regno". Il pellegrino promise e
si rimise in viaggio....
Un bel giorno, incontrò un vecchio, o, meglio, un uomo che
sembrava senza
età, scarno e miseramente
vestito."Fermati e riposati un po'', disse quel vecchio.
L'uomo provò dentro di sé una forte sensazione di serenità,
di una inspiegabile gioia, e si fermò. Il vecchio gli disse con
un sorriso "Sono io colui che cerchi.. guardami bene: io ho
creato tutto, ma non possiedo niente. Perfino tu sei più ricco
di me, come vedi".
Il pellegrino si buttò in ginocchio e vuotò il suo cuore, con le
sue inquietudini, i suoi dubbi, i suoi perché. "Ma vedi",
disse il vecchio, "tu sei fortunato e ricco, tanto ricco, che
non ti immagini". Tu hai la ricchezza del cuore, che il ricco
non
possiede; è il tuo saperti indignare davanti alle ingiustizie
del mondo; ami l'onestà, per questo ti ho evitato il fardello
della fortuna, che corrompe e rende l'uomo ricco cieco nel
cuore e nello spirito; tu hai il coraggio che ti ha portato a
cercarmi e, anche, l'occasione di trovarmi. Ora ti do
un'ultima ricchezza, la più rara: la felicità di accettare ciò
che sei. E ora, puoi tornare a casa e vivi nella serenità della
mia pace. Tornando, dirai al ricco, che il mio paradiso non
si compra con i soldi, e al bandito che è perdonato perché
ha deciso di cambiare e cercare la giustizia. Vai, e quando
sarà il momento, verrò a prenderti e ti terrò con me per
sempre".
E il vecchio svanì, lasciando il pellegrino in uno stato di
serenità gioiosa.
ANGOLO UMORISTICO
- "C'è aria buona qui?", chiede un turista ad un robusto
giovanotto.
“Certo. Guardi me: quando sono arrivato qui ero calvo,
senza denti e non mi reggevo in piedi. E adesso guardi
come sono".
"Formidabile! E quando è arrivato qui?".
"Ahi, io qui ci sono nato".
- "Pierino, chiede la maestra, che cosa fa tuo padre?"
"Quello che vuole la mamma".
- "Dottore, dottore, sento delle voci ma non vedo
nessuno..."
"Le succede sempre e solo qualche volta?".
"Non sempre; solo quando sono al telefono".
- Un lanciatore di giavellotto si vanta con un amico:
"Una volta ho lanciato così lontano che ho preso una
medaglia".
E l'amico: "Però, che mira!".
Mentre porta a spasso il suo cane, un tale incontra un
amico, e dice: "Ti piace? E' un cane poliziotto".
"Ma se è un barboncino?"
"Ssst...Lavora per i servizi segreti!
- Un medico sta misurando il battito cardiaco di una
signora: e dice: "Mah! Il suo battito è molto lento!"
"Non si preoccupi, dottore, io non ho nessuna fretta".
- "Dove andrai in vacanza quest'anno?" chiede un tale a
un amico.
"Sul Monte Rosa dove incomincia la neve perenne"
"Io andrò al mare. E pensa, anche li la neve incomincia
per enne".
17.09, Mer: Celebriamo una santa Messa di Settimo
per le 3 suore Missionarie di Maria-Saveriane, uccise
in Burundi (vedi Articolo e 4" di copertina) .
28.10: Mar.: Durante la notte abbiamo avuto la prima
brina di questo autunno.
31.10, Ven: Come ogni anno, ormai, contrapponiamo
alla "macabra" serata di Halloween, la nostra "VEGLIA
di HOLYWEEN" (La VEGLIA dei SANTI: in chiesa con un
momento comunitario di riflessione sulla "Santità" o in
famiglia con la Recita delle Litanie dei Santi.
23.09 (Mar) - 24.09 (Mer): PELLEGRINAGGIO
(autunnale} al Santuario della MADONNA DELLA
GUARDIA e GITA alla città di GENOVA (Vedi apposito
articolo);
l°.11: Sab: Nel pomeriggio la solenne S.Messa di
TUTTI I SANTI, alla quale segue la PROCESSIONE al
CIMITERO (con aspersione delle tombe). Il tempo
fresco, ma bello, ne ha favorito la riuscita.
CRONISTORIA PARROCCHIALE
DAL 15.09 al 30.11.2014.
29.09 - 05.10 (Lun-Dom.): Don Pierangelo
accompagna, in quanto Assistente spirituale, il
GRUPPO UNITALSI ALTOPIANO a LOURDES, per il
Pellegrinaggio nazionale. Sono con lui anche alcune
parrocchiano (vedi apposito articolo);
12.10, Dom.: FESTA AUTUNNALE di S. GERTRUDE
(che si sarebbe dovuta celebrare domenica scorsa).
Invochiamo la nostra Santa Patrona, perché ci aiuti a
vivere le caratteristiche della sua spiritualità biblicoliturgica.
22.10, Mer: Oggi e domani grande bufera di vento
(senza precipitazioni). Da noi non granché, ma in
altre parti dell'Altopiano ha provocato molti danni:
case scoperchiate e alberi (abeti) sradicati.
Cessato il vento, inizia una specie di "estate
ottobrina", con giornate tiepide e nottate fresche . .
03.11: Lun. Finisce l' "estate ottobrina", e inizia un
periodo di tempo incerto. In serata, primo incontro (in
Sala giochi) tra i catechisti e gli accompagnatori di
Roana, Mezzaselva e Rotzo, per avviare la Nuova
INIZIAZIONE CRISTIANA dei ragazzi.
15.11: Sab. Inizia un periodo di abbondanti piogge.
Da noi non vi sono danni (alluvioni, frane...) come
invece in altre parti dell'Italia settentrionale .
16.11; Dom.: Ci uniamo al Vicariato, per dare INIZIO
SOLENNE all' ANNO PASTORALE 2014-15. Sono stati
invitati non solo i ragazzi, ma soprattutto le loro
famiglie e gli adulti (in particolare i membri dei Consigli
pastorale e per la Gestione economica; gli appartenenti
ai Gruppi, ecc,..)
18.11: Mar.: PRIMA NEVICATA:
La neve ha
imbiancato il nostro Altopiano sopra il 1100-1200 metri;
in alcuni casi anche più in basso.
L’ANGOLO DELLA POESIA
Nadale in trincea
(guera 1915-1918)
E anca in che l’ano de guera
gera rivà el Santo Nadale.
I soldài in trincea
lontan da tuti, in meso la neve
i se sentìa sbandonà dal Siélo.
A mesanote onbre co fa spiriti
le xe vegnue fora da le tane ingiassàe,
le se ga mosso verso na luse
che rivava da na barachéta.
El capelan militare el gavéa scominsià
la messa par el Santo Nadale,
el pregava Gesù Banbinélo
ch’el vegnesse zo
in meso a i soldài che lo spetava.
Pochi ghin stava drento la baraca,
i più i gera inzenocià in meso la neve:
i paréa statuéte de giasso.
I pregava co la testa bassa
e ogni tanto i la alsava
par védare el ciaro,
el sluseghìo de do candele bianche,
inpissàe drento la barachéta.
E dopo aver tanto pregà.
co i genoci ingrotìi dal giasso,
i xe tornà ne le so tane,
portando in t’el core
el Banbinélo Gesù e
la speransa par on doman pi belo.
Mariarosa Cera
DATE STORICHE
Riguardanti ROTZO legate ai lustri terminanti per
5 e 0.
275: Data presunta del martirio di S. Margherita di
Antiochia di Pisidia.
1175: Atto notarile in cui, sembra, per la prima volta
appare il nome "Rozo" (con "Rocius" e "Rotius", forma
medioevale per indicare "Rotzo).
1250: In quest'anno Ezzelino III da Romano acquista
varie proprietà in Rotzo (21.03) e poi, "sub perticali
Ecclesiae Sancte Hengeltrudis de Rotio" (sotto il
porticato della chiesa di S.Gertrude di Rotzo) firma il
contratto che nomina suo "gastaldione" (curatore),
un tale Bertoldo di Castelletto.(27 marzo). (E' la
prima volta che si parla della chiesa di S. Gertrude)
1260: Dopo la estinzione della famiglia dei Da
Romano, nasce la LEGA DELLE SETTE TERRE SORELLE
(una prima alleanza tra i 7 Comuni) ;
1295 : Inizia la tradizione delle pubbliche assemblee,
vicinie e riduzioni, da tenersi ogni anno, a maggio.
1310 :(29.06) Nasce la REGGENZA DEI SETTE COMUNI
vicentini.
1330:
A questa data si fa riferimento per la
costruzione, da parte degli Scaligeri, delle DUE
TORRI, di difesa, sulla sponda sinistra dell'Astico
(costruite dove già vi erano state opere difensive
romane).
1395 : Per richiesta dell' "arciprete" Pietro (1395-99) il
Vescovo di Padova investe il Comune del Feudo di
Rotzo.
1405 : Mese di febbraio, anche Rotzo, assieme agli altri
Comuni, fa atto di sottomissione a Venezia, che
conferma i "privilegi" concessi dagli Scaligeri e dai
Visconti.
1420: Prima notizia della devozione a S.Nicola, che
viene citato anche come patrono (o copatrono) di
Rotzo.
1475: "Per effusion di sangue" (uccisione o ferimento
durante una rissa (probabilmente nel cimitero)) sia il
cimitero che la chiesa vengono dichiarati sconsacrati.
Potranno essere "riconciliati (a spese dei colpevoli) da
qualsiasi Vescovo cattolico.
1550: Viene rifatto il CORO della chiesa di S.Gertrude
(a spese di tale Ser Michele fu Giovanni Slaviero.....)
1560 : Un incendio distrugge la canonica e l'archivio in
essa conservato.
1605:
Prima SENTENZA ROVERETANA (discussa e
firmata a Rovereto) con la quale si stabiliscono i
confini (tuttora esistenti) tra il Trentino e la città (e
provincia) di Vicenza, la quale perde le Vezzene,
Costa, ecc....
1615: Staccandola da quella di Rotzo (definita
"matrice"), viene costituita la Parrocchia di Pedescala.
1655: Rotzo è tra i primi paesi altopianesi dove viene
introdotta la coltivazione dello "Zea Mais"
(granoturco).
1665: Durante la visita pastorale, il vescovo
S.Gregorio Barbarigo dispone che la processione del
Corpus Domini non raggiunga più la cima
dell'Altaburg. I Rotzesi obbediranno, ma spostando
tale processione al giorno della "Ascensione" (nasce
cosi la 4^ Rogazione).
1670 :Un' infezione petecchiale colpisce Castelletto,
con varie vittime.
1720: Muore don Pietro Piccinini, da Lavarono,
parroco di Rotzo dal 1683).
1735: Sebastiano Ceccano, con il figlio Gio.Maria,
carbonai di Solagna, scoprono la "sorgente del
Cercenato", in zona Camporosà
1750 : Seconda SENTENZA ROVERETANA,
conferma quanto stabilito nella prima.
che
1765 : (08.06) Decreto della Serenissima che, di fatto,
abolisce il PENSIONATICO (la possibilità dei pastori
altopianesi di passare l'inverno in pianura). Ciò
porterà alla quasi sparizione della pastorizia,
sostituita dall'allevamento dei bovini.
1800: (Dopo l'abolizione della
Venezia) l'imperatore d'Austria
Reggenza gli antichi privilegi.
Repubblica di
riconosce alla
1815:
(07.04)
Come
conseguenza
della
restaurazione post-napoleonica, la REGGENZA dei
SETTE COMUNI viene abolita. Anche il Comune di
Rotzo diventa uno dei tanti dell'appena costituito
Regno del Lombardo-Veneto, unito alla corona
d'Austria.
1820 : Vengono stampate (postume) LE MEMORIE
ISTORICHE dell'abate Agostino Dal Pozzo.
1850:
Nasce in Rotzo don Giovanni FRANCESCO
ZECCHINATI, che sarà arciprete di Rotzo dal 1878 al
1924.
1900: Viene costruita, in pietra, la Croce giubilare
dell'Altaburg (era alta 7 metri).
1915: II 24 maggio l'Italia dichiara guerra ali'AustroUngheria. Il territorio di Rotzo viene subito interessato
dal conflitto. Sarà il Forte Verena a sparare il primo
colpo alle ore 3.55 del 25 maggio; alle ore 4.oo:
entrerà in azione anche il forte di Campolongo. (Ne
parleremo più ampiamente nei prossimi numeri di
questa rivista).
1920:
II 14.03, nasce 1' ASSOCIAZIONE FRA I
DANNEGGIATI DI GUERRA DEL COMUNE DI ROTZO; II
02.07, primo in Altopiano viene istituito il CONSORZIO
DI RICOSTRUZIONE DI ROTZO.
Il 15.12, viene nominato il nuovo cappellano di Rotzo,
don Giacomo BRANDALISE.
1925: Don Giacomo Brandalise viene eletto arciprete,
in sostituzione di don Francesco Zecchinati morto nel
1924. In occasione di questa elezione, viene messo in
funzione il nuovo concerto di campane. Iniziano i
lavori della ricostruzione della chiesa parrocchiale e si
concludono quelli per il restauro della chiesa di
S.Rocco in Castelletto.
GITA - PELLEGRINAGGIO
Il 20.08: viene deciso il "Tolbar" (="dividiamo".....i beni
del CONSORZIO DEI SETTE COMUNI, che così viene
abolito).
RICORDI dal SANTUARIO DELLA
MADONNA DELLA GUARDIA (GE)
1940: Smembrando da Rotzo i "colonnelli" di S.Pietro
e di Pedescala, viene costutuito il Comune di
Valdastico
1945:
All'inizio dell'anno vengono arrestati 7
partigiani locali (accusati di aver nascosto delle
armi). Processati a Padova, uno di loro (Pellizzaro
Bruno, detto "Reno") viene fucilato; gli altri 6
condannati a pene detentive; verranno liberati
subito dopo il 25 aprile. In quest'anno, l'assemblea
dei capifamiglia rinuncia allo "Jus patronatus" (del
Comune verso la Parrocchia). Viene fondata la
COOPERATIVA POPOLO DI ROTZO.
1960: Viene istallato il 1° impianto di riscaldamento
della chiesa parrocchiale (parroco d. Antonio
Pegoraro);
1985: Ordinazione presbiterale del compaesano
don Sergio Stefani.
1990: Restauro del tetto della chiesa (parroco
d.Valentino Miotto)
1995: Si avvia il restauro della chiesa di S.Margherita
(che verrà concluso nel 1998; Parroco d.Giuseppe
Tommasin).
2005: II Comune di Rotzo viene commissariato.
Tra le tante "cose"
che
abbiamo
portato a casa,
dall'esperienza del
Pellegrinaggio
al
Santuario
della
Madonna
della
Guardia,
ne
riportiamo qui 2,
che ci sembrano
interessanti
in
questo tempo di
"confusione"
educativa
e/o
"affettiva".
1°) 10 REGOLE PER "FALLIRE" L'EDUCAZIONE DEL PROPRIO
FIGLIO.
1°) Fin dalla sua infanzia (cioè da prima che sappia
parlare) date a vostro figlio tutto quello che vuole, non
dev'essere privato di nulla. E' importante che apprenda
fin da piccolo che la famiglia e la società lo debbano
mantenere.
2°)
Se
dice
una
parolaccia,
se
risponde
arrogantemente, se disobbedisce e si ribella ai vostri
ordine, non reagite, abbiate pazienza e fategli un
sorrisetto. Lui deve sempre sentirsi importante,
divertente, al centro.
3°) Non dategli nessuna educazione umana e
spirituale, aspettate che sia lui a decidere i suoi
comportamenti; anzi, ditegli che non intendete
frustrarlo con norme e insegnamenti, ma lasciatelo a
se stesso nella selva dei suoi desideri. Così proverà
tutte le emozioni.
4°) Mettete ordine a tutto ciò
che lascia in giro: libri, scarpe,
vestiti.
Fate quello che dovrebbe fare
lui in modo che si abitui a
scaricare sugli altri le sue
responsabilità e si faccia
servire dagli altri.
5°) Litigate sui metodi di rapportarsi a lui in sua
presenza, elogiatelo, proteggetelo ora l'uno ora l'altra,
ritenendo i suoi errori comprensibili inezie, ragazzate.
Allora comprenderà ben presto che la sua famiglia è
tollerante ed è disponibile ad accettare qualsiasi sua
devianza.
6°) Date a vostro figlio tutto il denaro che vi chiede,
non lasciate mai che se lo guadagni, c'è sempre
tempo per fare sacrifici e poi ditegli che non volete
che faccia fatica a vivere come avete fatto voi. Tutti i
giorni saranno per lui festa, divertimento, euforia e
sentitevi orgogliosi di un figlio "vitellone".
7°) La casa sia ricca, abbondante di cibo, di vestiti, di
musica, di televisione.
La mamma gli prepari saporosi pranzi, vestiti firmati, il
bagno e il tetto per far riposare il "cocco" affaticato,
estenuato dal divertimento.
8°) Prendete le sue difese contro i vicini di casa, gli
insegnanti, gli agenti dell'ordine, il partner che ha
lasciato o il principale che lo ha licenziato: perché tutti
sono prevenuti contro il vostro figlio. Il suo narcisismo, in
questo modo, diverrà lo stile per presentarsi agli altri.
9°) Se si mette nei guai seri con qualcuno o con la
giustizia, giustificatelo dicendo che sono stati gli amici,
l'ambiente che frequenta a trascinarlo nell'errore, nella
mancanza, nella devianza e dichiarate davanti a lui di
essere consapevoli e comprensivi delle difficoltà che
incontra.
Non avrà mai nessun senso di colpa.
10°) Se poi vostro figlio, in seguito, vi disprezzerà, umilierà
e non avrà nessuna stima e riconoscenza verso i suoi
genitori, ripetete la solita esclamazione: "Abbiamo
sbagliato tutto!".
2°) II DECALOGO PER LA COPPIA. (1" Cor. 13, 4-8).
1°) L' AMORE E' PAZIENTE": Siate
impegnati non pigri: pazienti nelle
tribolazioni,
perseveranti
nella
preghiera" (Rom. 12,11-12). "La
chiave che apre ogni porta è la
pazienza.
Ottieni
la
gallina
covando l'uovo, non rompendolo"
(A.Glasow).
2°) L' AMORE E' BENEVOLO: "II vostro amore sia sincero.
Fuggite il male, seguite fermamente il bene" (Rom
12,9). Il Signore ci ha creati per fare cose piccole con
grande amore. Questo amore deve incominciare
dalla nostra casa, dalla porta del vicino...Siate
l'espressione vivente della gentilezza di Dio" (Madre
Teresa).
3°) L' AMORE NON E' INVIDIOSO, NE' GELOSO: "Siate
premurosi nello stimarvi gli uni gli altri" (Rom. 12,10).
"Tenetevi gli uni accanto agli altri, ma non troppo
vicini, così come il cipresso e la quercia non crescono
l'una all'ombra dell' altra" (K.Gibran).
4°) L' AMORE NON SI VANTA, NON SI GONFIA. "Andate
d'accordo tra voi. Non inseguite pensieri di grandezza,
volgetevi piuttosto verso le cose umili" (Rom 12,16).
"Matrimonio riuscito: la condizione di una piccola
comunità costituita da un padrone, una padrona e
due servi: in tutto, due persone" (Anonimo).
5°) L' AMORE NON MANCA DI RISPETTO.
"Ciascuno ami la propria moglie come se stesso, e la
donna sia rispettosa verso il marito" (Ef. 5,33). "Tratta
tua moglie come fosse un purosangue e non sarà mai
una donna rozza" (Anonimo).
6°) L'AMORE NON CERCA IL SUO INTERESSE: "Dio vi ha
scelti e vi ama. Perciò abbiate sentimenti nuovi:
misericordia, bontà, umiltà, pazienza e dolcezza" (Col.
3,12). "Se ciascun partner è disposto a dare il 75 di se
stesso in un rapporto, si avrà il 50 in più di quello che
serve per una unione perfetta" (Leo Buscaglia).
7°) L' AMORE NON SI ADIRA: "Nessuna parola cattiva
esca più dalla vostra bocca, ma piuttosto parole
buone
che possono servire per la necessaria
edificazione" (Ef, 4,29).
"Liberatevi dalle piccole
seccature. Certo, siete diversi, ma non è per questo che
vi siete innamorati!" (Anonimo).
8°) L' AMORE NON TIENE CONTO DEL MALE RICEVUTO.
"Sopportatevi a
vicenda: se avete motivo di lamentarvi gli uni degli altri,
siate pronti a perdonare, come il Signore ha perdonato
a voi" (Col. 3,13). "Chiedere scusa è la super-colla della
vita: può riparare quasi tutto" (Lynn Johnston).
9°) L' AMORE NON GODE DELL' INGIUSTIZIA: "Vostra
cintura sia la verità, vostra corazza le opere giuste" (Ef
6,14). "Una coppia di novelli sposi chiese al maestro di
spiritualità: "Cosa dobbiamo fare perché il nostro amore
duri?". Rispose il maestro: "Amate insieme altre cose"" (A.
De Mello).
10°) L' AMORE SI COMPIACE
DELLA VERITÀ: "Bando alla
menzogna: dite ciascuno la
verità al proprio prossimo,
perché siamo membra gli uni
degli altri...Il vostro parlare sia
sempre con grazia, condito
di sapienza (Ef. 4, 25...)
"Il solo modo di dire in verità
è parlare con amore"
D.
Thoreau) L' amore tutto copre, tutto crede, tutto spierà,
tutto sopporta. Inseguite l'amore" (1^ Cor. 14,1).
PELLEGRINAGGIO A LOURDES
Mi chiamo Eva Burrometo ed ho 18 anni. Quest'anno ho
avuto il piacere di partecipare al pellegrinaggio nazionale
dell’U.N.I.T.A.LS.I a Lourdes, dal 29 settembre al 5
ottobre. Inizialmente mi sono interessata a questa famosa
località francese principalmente per curiosità. Avevo
sentito moltissimi commenti positivi in merito ai
pellegrinaggi, mi sembravano esperienze di amore, unità
e di speranza.
Così, assieme a mia nonna, residente a Rotzo e membro
dell’UNITALSI ALTOPIANO che aveva già partecipato al
pellegrinaggio per 3 anni consecutivi, ho scelto di
prendere parte a questo viaggio.
Già mentre il nostro treno, seppur con innumerevoli e
lunghissime fermate (una delle quali di ben 13 ore a
causa del maltempo), si avviava verso la Francia, ho
potuto assaporare il clima fraterno di cui avevo già sentito
molto vociferare. Ci sono stati attimi di condivisione, di
preghiera, di risate e di emozioni che hanno creato un
clima di perfetta armonia, lo ho potuto, grazie alla grande
disponibilità degli infermieri, visitare anche il vagone
riservato ai malati. Ho potuto così prendere
consapevolezza dell'altro lato del pellegrinaggio;
un'occasione per pregare e per aiutare chi, purtroppo, è
meno fortunato di noi.
Questi sentimenti mi sono stati d'aiuto una volta arrivati a
Lourdes. Nel Santuario, in modo particolare passando
sotto la Grotta, si respira un'aria di fede e di devozione.
Quando ci si avvicina alla roccia della Grotta sembra di
entrare in un'altra realtà, si percepisce l'assoluta
presenza di qualcosa di ultraterreno che non ho saputo
spiegare nemmeno a me stessa. Durante le cerimonie
eucaristiche e i rosari ho avuto l'occasione di vedere tutti i
malati, persone molto coraggiose che, seppur con mille
difficoltà, si erano trascinati fino a lì solo per vedere la
Madonna e per trarre da Lei la forza necessaria.
Oltre ai malati sono rimasta davvero colpita dal sentimento
di profondo altruismo che ho avuto la fortuna di vedere al
Santuario e all'ospedale. Ogni giorno vedevo attorno a me
volontari e Dame che non esitavano un attimo ad aiutare
prontamente le persone malate o disabili; il sorriso con cui
manifestavano la loro disponibilità, sebbene fosse faticoso
e talvolta stressante, non aveva prezzo. Posso dire, senza
ombra di dubbio, di aver assistito ad un enorme entusiasmo
e ad un infinito calore umano verso chi soffre. I cinque
giorni a Lourdes sono stati intensi e carichi di emozioni,
sicuramente non è stato un viaggio qualunque; a differenza
delle altre esperienze che avevo vissuto, Lourdes mi ha
trasmesso dei messaggi positivi che certamente mi
serviranno nella vita. Ho appreso molte cose sull'altruismo,
sull'amore disinteressato, sul "dare" senza ricevere nulla in
cambio e, ovviamente, ho compreso il vero valore di una
fede che da forza e speranza anche al più sfortunato di noi.
La pace che si trova a Lourdes non è qualcosa che è facile
replicare. Ringrazio tutti quelli che mi hanno dato la
possibilità di vivere questo viaggio e a tutte le volenterose
persone che mi hanno accompagnato e aiutato. In
conclusione consiglio a tutti il pellegrinaggio a Lourdes;
anche se può sembrare un viaggio inusuale, si ha la
possibilità di vivere un'esperienza di fede e serenità
prendendo coscienza di una dimensione di grande umanità
e fratellanza.
Eva Burrometo
4^ di COPERTINA
A PROPOSITO della 4* di COPERTINA
Nella 4" pagina di copertina
abbiamo riprodotto le foto
delle
3
sorelle
della
Congregazione
delle
missionarie
di
MariaSaveriane fondate dal nostro
Padre
GIACOMO
SPAGNOLO;
uccise
in
Burundi
(Africa),
nel
settembre scorso.
Nel pomeriggio di Domenica 7 settembre, p.Mario e
sr Bernardetta, hanno trovato le sorelle Lucia Pulici e
Olga Raschietti distese a terra in una pozza di
sangue, sgozzate e con la testa fracassata con
pietre, lasciate vicino ai loro corpi. Poi, nella notte,
l'assassinio di suor Bernardetta Boggian, trovata al
mattino, con la testa mozzata.
Questa la notizia. Ora diamo una breve nota
personale delle tre suore.
Suor OLGA RASCHIETTI aveva da poco compiuto 83
anni. Era nata a Montecchio Maggiore (Vicenza) il
22 agosto 1931. Nel 1968 era partita per lo Zaire
(attuale Congo RD) dove aveva svolto con passione
e dedizione attività di pastorale e catechesi in varie
missioni della diocesi di Uvira, nel Sud-Kivu. Con
fede e coraggio aveva vissuto le vicende delle
guerre che hanno insanguinato i Paesi dei Grandi
Laghi africani. Nel 2010 era stata inviata nella missione
di Kamenge, in Burundi, in un quartiere popolare della
periferia di Bujumbura (la capitale).
Suor LUCIA PULICI. Lucia avrebbe compiuto 75 anni l'
8 settembre. Era nata a Desio (Monza-Brianza) nel
1939. Nel 1970 partì per il Brasile, dove svolse per 12
anni la sua professione di infermiera e ostetrica,
soprattutto nei quartieri più poveri. Nel 1982 venne
inviata in Zaire (Congo RD) dove rimase per 25 anni,
fino al 2007, continuando il suo servizio, di ostetrica e
infermiera nelle diocesi di Uvira e Bukavu. Era a
Kamenge, periferia di Bujumbura, dall'ottobre 2007.
Suor BERNARDETTA BOGGIAN. Aveva 79 anni. Era
nata ad Ospedaletto Euganeo (PD), il 17 marzo 1935.
Nel 1970 era partita per lo Zaire (Congo RD),
dedicandosi con passione e amore al lavoro pastorale
e in particolare alla promozione della donna e alle
scuole di alfabetizzazione e di formazione per ragazze
e donne. Nel 2007 venne inviata a Kamenge, in
Burundi, dove svolgeva attività pastorali e caritative.
I funerali furono celebrati a Bujumbura mercoledì 10
settembre nella spaziosa chiesa di Mont Sion,
presieduti dell' arcivescovo mons. Evariste Ngoyagoye,
con altri 3 vescovi e tantissimi sacerdoti, suore e
semplici fedeli. Le loro salme ora riposano nel cimitero
di Panzi, nei pressi della Missione dei Padri Saveriani.
"Da "Missionari saveriani Ottobre 2014").
TESI DI LAUREA
La creazione di una destinazione turistica
Il 22 ottobre scorso ho conseguito a Venezia,
all’Università Ca’ Foscari, la laurea magistrale
(quinquennale) nel corso di laurea “Sviluppo
Interculturale dei Sistemi Turistici”.
Questo corso di laurea, che si inserisce negli
insegnamenti
del
Dipartimento
di
Economia
dell’Università, mi ha fornito, oltre alle conoscenze
tecniche per analizzare il settore turistico, anche un
metodo di visione, ragionamento e lavoro
indispensabile per operare in tale ambito.
Il settore turistico al giorno d’oggi, in cui l’economia
appare precaria e la crisi mette in ginocchio molte
aziende e imprenditori, appare di importanza
cruciale per una ripresa economica del nostro paese.
Il Veneto, in particolare, ha un’offerta turistica molto
variegata che spazia dalla montagna, al mare, al
lago, al turismo enogastronomico, all’offerta
culturale. Per questo motivo ho fatto la scelta di
svolgere il periodo di tirocinio nel Dipartimento
Turismo della Regione del Veneto, per vedere
dall’interno la regia regionale che si occupa di
questo importante settore.
Il destino ha voluto che, nello stesso periodo del
mio arrivo, entrasse in vigore la nuova legge sul
turismo (“Sviluppo e sostenibilità del turismo
veneto” n. 11 del 14 giugno 2013) e ho potuto così
immergermi in importanti novità riguardanti il
settore.
Prima tra tutte, la suddivisione da parte della Regione
del territorio in quelli che sono stati definiti Sistemi
Turistici Tematici, ossia raggruppamenti di Comuni
che risultassero omogenei dal punto di vista
dell’offerta turistica.
Così i vari comuni sono stati raggruppati nei Sistemi
Turistici Tematici Venezia e laguna, Dolomiti, , Lago di
Garda, Mare e spiagge, Terme Euganee e Termalismo
veneto, Po e suo Delta, Città d’arte, centri storici, città
murate e sistemi fortificati e Ville Venete,
Pedemontana Veneta e colli, e Montagna Veneta (in
cui rientrano i Comuni del nostro Altopiano e della
montagna vicentina e i Comuni della montagna
veronese).
La mia attenzione è ricaduta su un particolare Sistema
Turistico Tematico, quello della Pedemontana Veneta
e Colli, perché mi è sembrato l’unico STT che non
fosse ancora percepito come destinazione, a
differenza degli altri che invece risultano ben
riconoscibili.
Questo tematismo comprende tutti i comuni della
fascia collinare della regione e quindi le colline del
veronese, del vicentino, del trevigiano, i Colli Berici e i
Colli Euganei.
La zona risulta omogenea geograficamente, perché
interamente collinare, ed economicamente, perché
trae gran parte della propria ricchezza dalle produzioni
vitivinicole e gastronomiche di pregio, e da produzioni
artigianali e industriali di rilievo a livello internazionale
(si pensi solo alla Diesel, alla Gas, alla Geox e a molte
altre).
Il mio interesse verso questa zona mi ha portato a
sviluppare la mia tesi di laurea prendendo la
Pedemontana proprio come caso di studio,
nell’ambito dell’analisi in tema di gestione della
destinazione
(in
letteratura
“destination
management”) ed in particolare ho voluto indagare
se e come sia possibile “creare” una destinazione
turistica.
Come accennato, infatti, la zona è stata delimitata
attraverso una legge regionale, che le ha conferito
l’attributo sistemico, indicandola come uno dei nuovi
Sistemi Turistici Tematici.
L’omogeneità
geografica
ed
economica
precedentemente citate non mi sembravano però
condizioni, seppur necessarie, sufficienti per poter
parlare di un territorio come di un sistema.
Infatti, per definire un’area “sistemica”, vi deve
essere un tessuto di attori autonomi ma tra loro
interdipendenti che operino con metodi e strategie
comuni per raggiungere obiettivi condivisi. Senza
tali precondizioni, l’attributo sistemico sembra
inadeguato perché indicativo di una caratteristica
non rispecchiante la realtà dei rapporti tra i soggetti.
Ho quindi cercato di indagare se, nel territorio in
esame, questi elementi di collaborazione e
condivisione fossero presenti.
Mi sono servita dell’analisi dei progetti in corso,
delle attività delle associazioni che operano per il
turismo sul territorio, ed infine ho ritenuto utile
sviluppare un questionario che ho somministrato a
tutti gli amministratori dei 152 Comuni che
compongono l’area per verificare la loro percezione
della nuova legge e della presenza di cooperazione
per il turismo.
Ciò che è emerso dalle mie ricerche è che vi sono una
buona collaborazione e organizzazione di eventi
rilevanti all’interno delle singole realtà associative e
provinciali, che però non collaborano tra loro a livello
dell’intera zona della Pedemontana. Viene quindi a
mancare l’attributo sistemico conferito dalla Regione,
ma si ritiene comunque che vi siano ottime
potenzialità per implementarlo in un prossimo futuro.
Affinché le potenzialità turistiche della zona possano
essere implementate e sfruttate a pieno, vi deve
essere un coinvolgimento di tutti gli attori che hanno
interesse
nel
turismo
e
nel
territorio,
dall’amministrazione, alle associazioni di categoria, ai
singoli imprenditori e non ultima alla popolazione
residente, che gioca un ruolo fondamentale nel
turismo.
Ecco che assume rilevanza l’emersione di un’identità
territoriale, che crei i presupposti affinché la pluralità
di attori che caratterizza una destinazione turistica,
coesista sullo stesso territorio e ne condivida il senso
di appartenenza, essendo consapevole delle risorse e
delle potenzialità che possiede.
Si ritiene auspicabile, come evidenziato anche da
alcuni intervistati, come sia imprescindibile procedere
al coinvolgimento degli attori del territorio prima di
avviare progetti o di tracciare i confini di una
destinazione turistica.
Le progettualità non dovrebbero essere calate dall’alto
sui soggetti che poi sono tenuti a doverle rispettare,
ma dovrebbero emergere dal tessuto di operatori e
imprese del territorio e formarsi e concretizzarsi
attraverso la loro azione, tenendo conto delle
condizioni di contesto territoriale, economico e sociale
della zona. Inoltre, le progettualità dovrebbero
essere tali se ragionate secondo logiche di processo,
costruite e progettate sul contesto territoriale,
piuttosto che create per rincorrere la finanziabilità di
un bando o di un finanziamento pubblico, risultando
non contestualizzate e non percepite né dalla
comunità e dagli operatoricoinvolti, né da un
potenziale turista.Non si può quindi parlare di
“creazione” di una destinazione; piuttosto,ciò che
conta è il coinvolgimento e l’emersione di un
sistema di offerta turistica, che operi definendo
metodi e obiettivi condivisi, e che si indirizzi ad uno
specifico target di domanda turistica, la quale
confermi con le proprie scelte di esperienza di
viaggio e soggiorno che la destinazione è realmente
percepita a livello unitario.
Tali azioni di coinvolgimento e coordinamento
dovrebbero essere intraprese da un soggetto
collettivo che sia super partes e che raccolga le
istanze di tutti per formulare sia obiettivi condivisi,
sia le strategie per raggiungerli; tale soggetto è
attualmente in via di costituzione, e quindi vi sono
buone prospettive affinché lo sviluppo turistico della
zona prenda avvio concretamente.
L’esperienza di studio effettuata in questi due anni e
la recente stesura della mia tesi sono state condotte
con grande passione e interesse, e sono state
coronate da un brillante risultato. Mi sento di
ringraziare la mia famiglia, che mi ha sempre
sostenuto in questo percorso, il mio ragazzo e tutti i
miei famigliari e amici che mi sono stati accanto in
quel giorno così importante.
DAL POZZO Valentina
NOTE STORICHE
LA VISITA PASTORALE DEL VESCOVO DI
PADOVA CARD. CARLO REZZONICO
NEI SETTE COMUNI (quinta parte)
Sabato 20 giugno 1744 il Vescovo Carlo Rezzonico giunse a
Rotzo nel primo pomeriggio giungendo da S. Pietro Valdastico.
Il giorno seguente dopo la celebrazione dell'eucarestia e il
conferimento della cresima, due furono i momenti clou della
giornata.
Il primo fu l'udienza che il Rezzonico concesse al parroco di
Rotzo, don Tommaso Dalla Costa, il quale assieme ai
governatori del Comune e ai massari sollevò il problema della
chiesa.
Essa non era sufficientemente ampia né abbastanza adatta ad
accogliere un numero sempre più crescente di fedeli.
Ne era la causa un numero esorbitante di altari (sette) che
intralciavano i movimenti specialmente nella parte della navata
assegnata alle donne, a tal punto che gli scanni erano così
aderenti agli altari del Crocefisso e della Madonna di Loreto
che il celebrante a stento riusciva a salire all'altare, tanto era
circondato e assediato dalle donne.
Per uscire da questa situazione poco decorosa essi insistettero
presso il Rezzonico perché permettesse la rimozione dei due
altari a vantaggio di un maggiore spazio e di una più sicura
libertà di movimento. In cambio si impegnavano a rinnovare i
sedili dei sacerdoti in presbiterio e tutti gli scanni della chiesa.
Alla proposta il cardinale si dichiarò favorevole, però a
queste condizioni: la rimozione dei due altari non doveva
essere interpretata come una riduzione del culto o della
devozione verso gli affreschi del Crocifisso e della Madonna
dipinti sulla parete della chiesa e il materiale rimosso non
doveva essere utilizzato a uso profano, ma unicamente a
servizio della chiesa.
L’abate Agostino Dal Pozzo nel secondo volume delle
Memorie Istoriche scrive che nel 1633 gli altari erano
cinque. “Il maggiore ch'era di legno dorato e già troppo
vecchio e indecente, aveva a destra la statua di S.
Gertrude, e a sinistra quella di S. Margherita V. e M.
A destra uscendo dal coro v'era l'altar del Rosario, e
l'altare di S. Niccolò: a sinistra quello della Madonna della
Pietà, che esiste anco al presente con vaga tavola di
Giambattista Maganza e quello di S. Antonio Abate, la
pittura del quale è delle più belle che abbia fatto Antonio
Scajaro discepolo del Bassano.
Contiene l'immagini di S. Antonio Abate, di S. Carlo, di S.
Valentino, di S. Lunardo, e di S. Niccolò da Tolentino.
Nella Visita poi del 1647gli altari si veggono moltiplicati
fino al numero di sette: a destra era stato aggiunto l'altare
del Crocefisso, l'immagine del quale, ch'è di legno, esiste
ancora, ed è d'un intaglio eccellente; e a sinistra quello
della Madonna di Loreto; tanto che n'era piena la Chiesa.
Eppure quel popolo divoto domandò licenza d'innalzarne
un altro a S. Rocco, lasciato intestamento dal fu Antonio
Slaviero fin dal 1631, che fu l'anno dell'ultima peste.
Ma il Vescovo, attesa l'angustia della Chiesa non
acconsentì; e destinò il legato a rifabbricar invece la
sagristia, della quale eravi estremo bisogno”.
don Sergio Stefani
(5. continua)
DON
FRANCESCO ZECCHINATI
IN MEMORIA DI
ZECCHINATI DON FRANCESCO
ARCIPRETE E VICARIO FORANEO DI ROTZO
MORTO IL 12 OTTOBRE 1924
Novant’anni fa moriva l’arciprete don Francesco Zecchinati che per 46
anni ha guidato la nostra parrocchia. Nato a Rotzo il 19 agosto 1850 da
Bartolomeo e da Cristiana Stefani Cristendar, fu ordinato prete nel
1875. Passò un anno a Pedescala come cappellano, quindi divenne
cappellano a Rotzo e nel 1878 arciprete e vicario foraneo.
Visse la triste esperienza della guerra e del profugato con la nostra
gente. Nei mesi scorsi è stato trovato un prezioso documento
manoscritto di don Francesco che riportava l’anagrafe delle famiglie
della “profuga parrocchia di Rotzo”. (vediAltaburg n. 92 p.30). Per
fare memoria di don Francesco Zecchinati, nel 90° della morte,
riportiamo il discorso pronunciato dal M.R. Codemo Don Bartolomeo,
Arciprete e Vicario Foraneo di Enego, nel trigesimo della morte. Don
Bartolomeo era stato cappellano a Rotzo dal 1908 al 1913.
Ricordo il mattino del 13 Ottobre.Il telegramma lugubre, secco : « E'
morto lo zio Arciprete - domani i funerali».
Ricordo il mattino del 14 qui a Rotzo un popolo in lutto, in cordoglio, in
lagrime intorno alla bara dell' Arciprete, mentre quarantadue Vicari
Foranei, radunati a Padova, intorno al Vescovo inginocchiati a
recitare il De profundis e augurare la pace del Sepolcro e le gioie
della risurrezione al loro decano Don Francesco Zecchinati.
Ricordo aver letto colla più intima commozione i cenni biografici e
gli imponenti funerali dei lagrimato defunto, manifestazione
sincera di un affetto che non accenna a scomparire, ultima
esplosione di un animo riconoscente almeno qui sopra questa
misera terra. Avrei voluto essere qui anch'io, piangere con voi,
baciare con voi e per voi quella bara santa e benedetta. Io che
coll’Estinto Arciprete iniziai la mia carriera sacerdotale, con
Lui vissi cinque anni di Ministero, davvicino potei conoscere
l'uomo che noi ancora piangiamo.
Ringrazio Dio che almeno volle farmi questo favore, concedermi di
essere qui stamane dinanzi al mio sempre caro popolo di Rotzo,
dinanzi a questa nera coltre che ricorda colui che vi fu per
quarantotto anni e guida sicura e maestro di verità e padre di bontà.
Altri hanno detto di Don Francesco Zecchinati e la vita e le
opere, voi non avete bisogno di conoscerle da me; ne siete
stati per parecchie generazioni i più fedeli testimoni ed
interpreti, siccome coloro che dal venerando defunto riceveste e
i sacramenti e il pane della parola e della vita e l'esempio
preclaro. Perchè la vita di Don Francesco fu un inno continuato
alla purezza ed integrità dei costumi.
Era l'uomo veramente intemerato, specchiamoci sul sacerdote
integro tutti. Era l'uomo di fede: la calm a e l'esattezza nella
celebrazione della santa Messa, l'orario e la puntualità nella recita
dei breviario, le preghiere continuate che innalzava a Dio egli,
mediatore del suo popolo, sono là a dimostrarci l’uomo di vera e
soda pietà. Quante volte io ho dovuto imparare da Lui a
meglio recitare il mio Ufficio, quante volte l'ho visto e
sentito camminare su e giù per la sua stanza pregando,
pregando molto, pregando con grande fervore! Era il pastore
che raccomandava a Dio il suo gregge. Era il novello Mosè che
perorava per il suo popolo; era il sacerdote dell'altissimo che con
gemiti inenarrabili intercedeva per le anime a Lui affidate. E alla
preghiera univa lo Zelo, Zelo sempre vivo anche se
proporzionato, ultimamente, alla sua età. Predicazione,
confessionale, amministrazione dei Sacramenti, ammalati,
istruzione.
Zelo sapiente e meraviglioso nel dar consigli, nell' illuminare, nel
dirigere, così che la sua parola era ricercatissima, i suoi giudizi
erano e formavano un criterio quasi di infallibilità. Quante
persone anche fuori di parrocchia, anche lontane, venivano o
scrivevano e ne avevano pronte e lucide e ottime risposte !
Zelo prudente; Oh! siamo dinanzi ad una qualità che pochi
possiedono, qualità che non mancava al lagrimato defunto.
Potremmo definirlo con le frasi della sacra scritturaVirFideli et
prudens: 1' uomo fedele e prudente, e di questa virtù, io, più che
mai, ne sentii il bisogno, io sacerdote ardente nei miei anni giovanili.
Al fianco di un tanto uomo imparai a moderare il mio fuoco.
Oh! avessi potuto copiare; tutta la prudenza del mio grande maestro!
Quanto meglio mi sarei trovato !
Zelo ordinato e metodico. Ricordo 1' esattezza e la proprietà dell'
Archivio parrocchiale; le annotazioni e le registrazioni, accuratissime,
così che 1'Archivio appariva come un vero modello. E quando
dovette prendere colla sua parrocchia la via dell'esilio, non pensò
ad altro che al suo Archivio che avrebbe voluto portarsi via tutto sulle
spalle. E lo vidi a Barbarano e a Vicenza intento sui libri che
potè portar seco, intento a compilare con la più grande
pazienza un elenco dettagliato dei suoi cari Rotzani con nome
e cognome, età e provvisorio domicilio: lavoro da Anacoreta.
Zelo ospitale. Era il tipo della gentilezza ;credo che pochi sacerdoti e
pochi borghesi possano uguagliare in generosità ed ospitalità
l’Arciprete Zecchinati. La sua, casa sempre aperta, la sua mensa
divisa, la sua compagnia sempre cara, soave, dignitosa, cordiale.
Era il cuore di un vero amico, anche con il forestiero. Quanti episodi
potrei narrare su questo argomento. Amo sorvolare e definire
Don Francesco Zecchinati il perfetto gentiluomo. Accenno alla, sua
umiltà, che non gli permise mai di aspirare ad altri posti più
importanti, a cariche più onorifiche, alle quali la sua grande
intelligenza, la sua capacità lo avrebbero potuto innalzare.
E infatti Don Francesco Zecchinati passava per un uomo
saggio, dotto, erudito. Ancora dal Seminario spiccava per queste doti
e spiccò sempre ed in grado eminente fra i sacerdoti, da tutti
altamente apprezzato. Dovrei parlare della sua pazienza - ma come
descriverla se in Lui era sì sublime, sì inimitabile da renderlo una
copia conforme di Colui che insegnò, e colla parola e
coll'esempio, a tutto sopportare, a compatire, a rendere bene per male,
a pregare per i suoi nemici, e calunniatori? Ditelo voi, o cari
Rotzani, che per un cinquantennio lo aveste come lucerna sul
candelabro, e città posta sul monte! Dispiaceri inevitabili del suo
Ministero, false interpretazioni dell' opera sua, svisamenti della sua
pastorale sollecitudine, offese, oltraggi, temperamenti e caratteri
duri, ignoranti, aspri, sono le croci del nostro Ministero, furono le
croci di Cristo, devono essere le croci dei suoi seguaci. Sembra però
che 1'«Jesus autemtacebat »del Vangelo sia stato 1' intero
programma del paziente Arciprete. Tutto sopportò in silenzio, non si
lamentò mai, non si sfogò con nessuno, non ricordò le offese, anche se
lo avesse dovuto e potuto; perdonò, dissimulò sempre, sempre.
Benediceva anche quando veniva maledetto, non minacciava anche
se offeso «Cummaledicentur non maledicebat, cumpatiebatur non
comminebatur»
Oh! Santa virtù, del mitissimo Zecchinati, quanto sei
ammirabile. I disagi della guerra, i disastri del1' esilio, il profugato, il
dopo guerra che tante nature accasciarono, trovarono invece in Lui,
1'uomo sempre rassegnato.
Il suo testamento «perdono a chi mi ha offeso, domando perdono a
tutti coloro che io avessi offeso» sono le frasi più sublimi del
Nazzareno, sono le frasi dei santi.
E Don Francesco Zecchinati era tale, era un fiore raro delle aiuole
della Chiesa. Dovea essere trapiantato nel Paradiso ove il profumo
e la bellezza non scompariscono, avvizziscono mai. Dio lo volle
a Sè, lo chiamò. Egli rispose: presente. Rispose col sorriso del
giusto, colla prontezza di chi è sempre presente alla chiamata.
Arciprete per cinquanta anni hai fatto ardere il tuo cuore
magnanimo e grande a questo popolo che pure ti amò, e tanto. Hai
dato il tuo corpo a questa terra che ti accolse con venerazione,
perchè da te più volte bagnata, lavorata, coltivata dalle virtù e
opere.
Resti con noi il tuo spirito sempre fecondo e vivido di luce ormai
superna. Aleggi questo tuo spirito sui tuoi lagrimosi parenti che
non sanno rassegnarsi a tanta perdita, sui Sacerdoti che in te si
formino a quelle virtù di cui desti mirabile esempio, su questo
popolo che ha promesso, ha giurato di non volerti dimenticare
giammai; che stamane rinnova le lagrime, lenite solo da quella
fede che predice ancora confortatrice: Ci riuniremo ancora una
volta per sempre nel Cielo.
101 ANNI CRISTIANO DAL POZZO
Passati i Cento anni con la grande festa dello scorso anno a
Padova, dove Cristiano è stato accompagnato da una folta
delegazione di paesani e dove è stato salutato da numerose
autorità civili e militari, dai Sindaci di Barbarano Vicentino,
Grisignano diZocco e Rotzo, il nostro alpino centenario ha
trascorso regolarmente ed in buona salute anche
quest’anno, che lo ha visto protagonista all’Adunata
Nazionale degli Alpini di Pordenone nel mese di maggio. In
tale circostanza è stato salutato da moltissimi aplini e
autorità e particolarmente sentito è stato l’incontro con il
Presidente del Consiglio Matteo Renzi al quale ha
raccomandato: “ Presidente, el fassa andare avanti ben
l’Italia”. Negli ultimi tempi però la salute di Cristiano ha
cominciato ad avere qualche difficoltà e ciò ha consigliato i
familiari di non permettergli di rimanere a casa da solo e di
farlo ospitare presso la struttura sanitaria S. Giuseppe di
Roana dalla fine del mese di giugno.
In poco tempo Cristiano ha riacquistato lo spirito e la forza
che lo hanno sempre contraddistinto e non ha voluto
mancare all’adunata degli alpini del Triveneto alla fine del
mese di settembre a Verona dove ha ancora una volta
raccolto gli applausi della numerosa folla che ha
partecipato alla sfilata degli alpini.
Avvicinandosi la data del 1° dicembre, il nostro “vecio” ha
manifestato la volontà di poter ottemperare
anche
quest’anno al voto fatto a Sant’Antonio da Padova di fargli
visita il giorno del suo compleanno per ringraziarlo di
essere ritornato salvo dai campi di prigionia a Linz in
Austria al termine della seconda guerra mondiale. Così
con il figlio Gianni, il cugino Matteo, l’Alpino Elvio
Azzolini di Roana, l’amico Alpino Claudio Zen di Romano
d’Ezzelino, il nipote Francesco ed il giornalista del
Giornale di Vicenza, Antonio Gregolin, l’Alpino del
deserto è partito lunedì mattina con destinazione la
Basilica del Santo di Padova dove ha sostato sulla tomba
del Santo e gli ha parlato per lunghi momenti densi di
commozione per lui e per i presenti. Dopo aver
partecipato alla Santa Messa celebrata dal Rettore della
Basilica antoniana Padre Enzo Poiana, pure lui Alpino, è
stato ospite a pranzo dai frati che lo hanno festeggiato
e gli hanno manifestato il loro affetto gustando una
grande torta con impresso nella parte superiore un
enorme” 101”. Cristiano ed i suoi amici hanno goduto del
pranzo ascoltando le storie raccontate della sua gioventù
in guerra. Al termine del pranzo il Nonno Alpino ha
invitato per le Festività Natalizie il Rettore in Altopiano
per fargli gli auguri di Buone Feste e per ringraziarlo
dell’ospitalità avuta a Padova.
Grazie Cristiano per tutti momenti felici che ci fai
passare assieme a te e infiniti auguri per i tuoi
meravigliosi 101 anni.
Dal Pozzo Matteo
VITA PASTORALE
GITA PELLEGRINAGGIO
SANTUARIO GUARDIA e GENOVA
IN tutti gli anni scorsi è previsto un calendario con gli
Orientamenti Pastorali e Vicariali. Dal 1999 al 2014/2015
tutti questi programmi li ho raccolti nel mio armadio
personale dove tengo i vari libretti con gli appuntamenti
degli anni passati e libri che leggerò in futuro per
scoprire molte cose interessanti dal Giubileo del 2000 al
Terzo Millennio. Tutti i temi trattati nei vari anni pastorali
servono per cambiare qualcosa nella nostra vita e
creare un mondo migliore. Dal 1999 al 2014 ho vissuto
questi cammini pastorali in compagnia di due miei amici
sacerdoti con i quali sono stato benissimo ed ho avuto
una grande Amicizia e molte Esperienze.
Quest’anno il libretto che ci guiderà durante l’anno
Pastorale ha il titolo: “ IL BENE CHE C’E’ TRA NOI”, e nel
prossimo libretto 94 di Pasqua scriverò alcuni e vari
pensieri con alcune frasi e miei scritti su questo tema.
COSTA Tiberio
LE NOTIZIE DI VANIA
Come vi avevo detto nello scorso numero, nel mese di settembre
sono stata a Lourdes per il pellegrinaggio nazionale dell’UNITALSI.
Anche quest’anno è sta una bellissima esperienza durante la quale
ho aiutato il personale nelle pulizie della carrozza del treno. A
Lourdes ho partecipato alle varie celebrazioni: Via Crucis, Rosario ,
Fiaccolata e ho accompagnato vari ammalati con la carrozzella tra i
quali Eleonora da Valdagno, Alberto da Thiene, Giovanni da Cesuna
e Eugenia e Nico Dal Sasso da Asiago. Ho passato una bella
settimana insieme alle dame a ai barellieri con i quali ho una grande
amicizia. Spero di poter ancora partecipare a questo bel
pellegrinaggio.
Cerato Vania
La Parrocchia di Rotzo ha organizzato, nei giorni 23-24
settembre, un Pellegrinaggio-Gita (autunnale) al Santuario
della Guardia e a Genova.
Di buon mattino, un pullman completo, con paesani,
villeggianti e altopianesi, è partito, via autostrada, verso la
Liguria. A mezzogiorno circa siamo arrivati alle porte di
Genova, e, sulla destra, in alto, abbiamo iniziato a scorgere il
Santuario. La strada, per salire, era alquanto tortuosa, ma
grazie alla abilità del nostro autista. Eros, in mezzora circa
siamo giunti a destinazione. Abbiamo innanzitutto preso
possesso dei nostri alloggi, e pranzato subito. Il pomeriggio è
stato dedicato alla permanenza nel Santuario. Esso sorge sul
monte Figogna, sopra Genova, dove già ai tempi dei Romani
vi era ospitata una "stazione di guardia" per le segnalazioni
alle truppe.
IL 29 agosto 1490, la Madonna apparve a Benedetto Parete,
un contadino del luogo. La Vergine gli chiese che venisse
costruito un tempio in quel posto. Lui non ne parlò con
nessuno, per paura di essere deriso. Dopo un incidente, però,
egli fece voto che, se fosse guarito, si sarebbe dato da fare
per obbedire al desiderio della Vergine.
Così, grazie alle elemosine raccolte nella valle, costruì una
cappella dedicata alla "Madonna della Guardia".
Tale devozione, che i genovesi hanno diffuso in tutto il mondo,
fu incrementata dopo che due ragazzine di Torrazzo S.
Oleose, sul monte di fronte alla Guardia, videro la Madonna
avanzare proprio dal monte Figogna.
Nel 1886, su disegno dell'ingegnare milanese Luigi Bisi,
iniziarono i lavori per la costruzione dell'attuale basilica, in
stile '500. Questi lavori terminarono nel 1889.. E' lunga 49
metri, è larga 26, a croce latina, ed è alta, alla cupola, 40
metri.
Dopo il pranzo, abbiamo assistito alla proiezione di un video
che illustrava l'origine e la sfora del Santuario. Subito dopo
c'è stata la S.Messa, molto partecipata da tutti i presenti,
concelebrata dai tre sacerdoti, che ci hanno accompagnato
il nostro arciprete, don Lino, parroco di Roana e don
Germano, parroco di Camporovere.
Terminata la Messa, abbiamo potuto godere dei panorami
offerti da questo luogo, anche se un po' di foschia
disturbava la visione.
Però una bella foto con il porto di Genova siamo riusciti a
farla.
Abbiamo inoltre avuto tempo per girare per l'ampio piazzale
attorno al Santuario, dove sorgono due ristoranti, la Casa
del Pellegrino, che ci ha ospitati, un paio di negozi di
"ricordini del Santuario", e una Mostra permanente di
presepi. Ma soprattutto abbiamo assaporato un clima di
pace, di silenzio, di spiritualità, interrotto forse solo dalle
nostre "chiaccherate" per descrivere, ognuno a modo suo,
quello che il luogo ci trasmetteva. Una esperienza
comunque più che positiva per chi l'ha vissuta con fede e
con il cuore.
Il mattino successivo siamo scesi a Genova, e ci siamo
fermati in prossimità del porto. Da qui è iniziata la visita
della città, sotto la guida di don Pierangelo. Genova è il
capoluogo della Liguria, è il primo porto commerciale d'
Italia e uno dei più grandi del Mediterraneo. Al di fuori del
centro storico, formatosi attorno al porto, si è sviluppata una
parte moderna, con vie spaziose, grandi edifici e palazzi.
Abbiamo contemplato , sul porto, il palazzo di S.Giorgio,
già sede del Banco di S.Giorgio, motore dello sviluppo
economico della città nel periodo medioevale e
rinascimentale: il palazzo intatto associa splendidamente
due parti: una appunto medioevale e un’altra
rinascimentale. Sia poi saliti alla Cattedrale di San Lorenzo
stupendo esemplare del gotico ligure-toscano, abbiamo
raggiunto poi la Porta Soprana, con la casa di Colombo e il
chiostro di quello che fu il monastero di S.Andrea. Ci siamo
spostati poi in Piazza De Ferraris, con la grande fontana, il
fianco nord del Palazzo Ducale e il Teatro dell'Opera. Siamo
scesi poi alla Chiesa di S.Matteo, con le antistanti palazzine
gotiche dei Doria, la storica grande famiglia di Genova. Poi i
Palazzi di via Garibaldi. Abbiamo visitato il Palazzo del
Comune di cui abbiamo intravisto il bellissimo giardino interno.
Siamo poi rientrati al porto, percorrendo alcuni dei carrugi Ie
tipiche strette stradine genovesi. Simbolo della città poi è "La
Lanterna (il faro), che abbiamo visto solo dal pullman. Lo
stemma (e bandiera) di Genova è la croce rossa in campo
bianco detta "Croce di S.Giorgio".
Nel pomeriggio, dopo un lauto pranzo al Self-Service dell’
Acquario; una parte ha visitato l'Acquario (il secondo
d'Europa). Si è trattato di un’ esperienza molto interessante, in
quanto ci sono grandi vasche con tante specie di pesci, di
piante esotiche. Ma l attrazione più importante è stata l'
enorme vasca con i delfini in movimento. L'altra parte del
Gruppo ha fatto un giro per la città sul trenino turistico; e
hanno completato le visite ai negozi.
Verso le ore 17.oo abbiamo ripreso il pullman, per il ritorno,
durante il quale abbiamo anche recitato il S.Rosario, guidato
da don Germano, con profonde riflessioni e intenzioni. Così si
è concluso il nostro viaggio. Vorrei ringraziare tutti i
partecipanti per la piacevole atmosfera creatasi; i tre sacerdoti
che ci hanno accompagnati; e un particolare grazie di cuore
alla signora Rita, per l'impegno profuso nell’organizzare il
tutto.
Al termine ci siamo dati l'appuntamento per il prossimo
viaggio insieme in amicizia e fraternità.
'
Lucia Tumelero.
MOSTRA PRESEPI
Il Santo Natale trasforma l’atmosfera di tutti i paesi, e anche a
Rotzo, questo clima di luce e calore trova una sua manifestazione
particolare presso l’antica chiesetta di S. Margherita dove per il
15° anno viene allestita la “ Mostra dei 100 Presepi”. Una rassegna
di natività creata da varie persone sia di Rotzo che dei paesi vicini,
che per la ricchezza di materiali usati per la costruzione la rende
unica nel suo genere in tutto l’altopiano.
All’interno della mostra, inoltre, è stato allestito un presepe
animato con scenografie di notte e giorno , statuine in movimento,
rappresentante alcuni luoghi caratteristici del nostro paese in
miniatura attorniato da tutti i presepi realizzati per l’occasione
che propongono una fantasia senza limiti e confini che non manca
di sbalordire ed entusiasmare il visitatore.
La Mostra sarà aperta dal giorno 25 dicembre 2014 e
resterà aperta dal 26.12.2014 fino al 06 gennaio 2015
dalle ore 10.30 alle ore 12.00 e dalle ore 14.30 alle ore
18.30 e domenica 11 e 18 gennaio 2015 dalle ore 14.30
alle ore 18.30 ed offre senz’altro al visitatore, lo stupore per la
visione di presepi, costruiti con sapienza e maestria, nell’utilizzo
delle più semplici risorse che la natura ci offre, come pure
nell’originalità di costruzione di opere che faranno apprezzare
veramente l’abilità artistica nella realizzazione di personali
rappresentazioni del presepio.
Di contorno alla mostra sono da ricordare la rassegna dei “ Presepi
all’aperto” una iniziativa nata precedentemente alla Mostra, con
la quale le famiglie o gruppi di famiglie, nelle corti o in altri luoghi
caratteristici (come le vecchie fontane), preparano dei presepi, di
dimensioni e forme tra le più varie.
Presso la Mostra o in chiesa parrocchiale (negli scaffali) si
potranno gratuitamente ritirare le apposite cartine topografiche,
indicanti l'itinerario.Questo darà al turista anche la possibilità di
visitare il paese, uno tra quelli dell'Altopiano, che forse ha
conservato meglio l'impronta tradizionale.
FERRARESI Massimo
ANNO XXIII ° - N°93 -
A questo numero hanno collaborato:
Cera Luciana,Cera MariaRosa, Cerato Vania, Costa
Alberto, Costa Paolina, Costa Tiberio, ,Dal Pozzo
Matteo,Dal Pozzo Valentina,
Ferraresi Massimo,
Panozzo Don Pierangelo, Stefani Don Sergio,
Stampato in proprio e diffuso tra le famiglie
Della Comunità Cristiana di Rotzo;
Via Roma,72 – 36010 – ROTZO – Vicenza - ITALIA
Tel. e fax 0424 – 691004
Foto:
In copertina: Foto di gruppo gita – pellegrinaggio
al Santuario della Guardia
Sul retro: Immagini dell tre missionarie di Maria saveriane uccise in Burundi nei mesi scorsi;
ALTABURG “LA VOCE “ E TUTTO SU ROTZO SU:
www.rotzo.net
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altaburg 93