Giornalino della sezione 100 ANNI DI INDIPENDENZA PER L’ALBANIA PER MIRYAM Le parole, in questo momento sembrano inutili. Non hanno senso…. Regna il dolore in classe …. Non sto piangendo. Sto nascondendo le lacrime. Alzo lo sguardo verso il cielo grigio reso più nero dalla pioggia e imploro il Signore. Sono sicuro che Dio l’ha portata in Paradiso, con la stessa nobile e chiara missione: Aiutare e far bene agli altri anche lì in alto. Le parole non hanno senso… E’ la prima volta che uno dei miei genitori mi lascia. Mi sento molto male… Lei, era uguale a uno dei miei genitori. Lei aveva vinto il mio rispetto e la mia simpatia. So di non essere molto bravo in matematica e fisica, ma lei sempre mi complimentava per i risultati raggiunti, per i progressi fatti. Lei mi incoraggiava a migliorarmi spingendomi a studiare sempre di più. Lei mi ha fatto scoprire le bellezze della scienza che insegnava. Le parole possono parlare…. Qualche volta facevo qualche birichinata in classe. Lei non mi sgridava mai. Lei non sapeva essere severa. Lei mi fissava con gli occhi lucenti e tintinnando la testa mi diceva amichevolmente “ Ciuccio!” - questa parola non la dimenticherò mai. Lei era sempre a capo delle attività organizzate per la classe, era ragionevole e sorridendo mostrava quant’era prudente, intelligente, saggia e amava la vita. Che posso dire… Lei era l’insegnante perfetta in tutti gli aspetti e significati della parola. La cattiveria non trovava posto vicino a lei. Lei emanava raggi di bontà e armonia. Vicino a lei ho sentito soltanto felicità e voglia di crescermi. Prego che la sua anima riposi in pace! Cara professoressa Miryam, non ti dimenticherò mai! Albania, chiamata dai suoi abitanti Shqiperia. Nome che probabilmente ha origine dalla parola “shqip” che vuol dire aquila in albanese. La storia dell’ Albania del ‘900 è piena di eventi ed emozioni che determinarono il nostro Albania presente, il presente degli albanesi. La sua storia inizia nel 1912 quando si dichiara l’indipendenza dall’ impero ottomano, continua con la prima guerra mondiale, con il governo di re Zog, con l’occupazione italiana dell’Albania, con il potere assoluto del dittatore comunista Enver Hoxha e con l’avvento della democrazia negli anni ‘90. Attraverso questi momenti storici possiamo costruire la storia dell’Albania del ’900. Nel 1912 le guerre balcaniche danno il colpo definitivo all’impero Ottomano anche nei Balcani. I greci, i serbi e i montenegrini avanzano ad occupare i territori albanesi. Però il 28 novembre 1912 un gruppo di patrioti albanesi a capo Ismail Qemali dichiarano l’indipendenza dell’Albania dall’impero Ottomano. Il nuovo stato albanese sarà ridimensionato nel 1913 alla Conferenza degli ambasciatori a Londra, lasciando cosi molti territori Albania etnica albanesi fuori dai confini del nuovo stato. Le potenze europee decidono che l’Albania doveva essere governata da un principe straniero, cosi affidano il potere ad un Principe tedesco Guglielmo von Wied, nipote della regina di Romania che il 7 marzo 1914 arriverà in Albania. Prima dell’ inizio della Prima Guerra Mondiale il principe Guglielmo von Wied lascia l’Albania, la quale era neutrale ma diventò un campo di battaglia tra Triplice Intesa ed Triplice alleanza. La guerra finisce nel 1918 in favore delle forze della Triplice Intesa. Cosi gli albanesi formarono un governo , dichiarando Tirana capitale e cominciano a combattere chiedendo l’allontanamento delle truppe di occupazione. Stari Zharanjaku, Sezione di Korca 1 Fatti e Scritture 9 MAGGIO: FESTA DELL’EUROPA. COME INTEGRARSI NELL’UNIONE EUOPEA? Ismail Qemali Ahmet Zogu All’inizio degli anni ’20 mentre in Italia dominava il fascismo, attraverso le prime elezioni parlamentari della primavera del 1921,entra nella scena politica albanese un nuovo protagonista, Ahmet Zogu (Zogolli). Nel ’22 si proclamò primo ministro,in seguito, sconfitto nelle successive elezioni, Zogu abbandona il potere ed è costretto a fuggire in Jugoslavia. Rientrato in Albania nel ’24, ribalterà il governo di Fan Noli. Un anno dopo proclamerà l’Albania una repubblica e si farà nominare presidente. Ma nel ’28 trasformerà la repubblica in monarchia e diventerà Re Zog degli albanesi. Un importante punto di riferimento della politica estera di re Zog sarà il rapporto diplomatico con l’Italia. Il re Zog aveva bisogno degli italiani e dei loro soldi. D’altra parte l’Italia,frenando le spinte espansionistiche della Serbia e della Grecia verso i territori albanesi,da sempre aveva favorito la formazione e il mantenimento di uno stato albanese di fronte alle sue coste. L’Italia,inoltre, si pronunciò a favore della “Grande Albania”che realizzò,quando più avanti occupò l’Albania. Immediatamente i due paesi firmano due accordi di amicizia e di sicurezza, ma con questi accordi l’Italia rafforza il suo controllo sull’Albania. Nel ’38 Galeazzo Ciano (ministro degli affari esteri d’Italia) presenta a Mussolini un rapporto sull’ Albania, nel quale proponeva l’occupazione dell’Italia in Albania. Mussolini non era convinto dell’occupazione dell’Albania, così aspettò ancora un altro anno per decidere di occupare il paese, ma vedendo la politica aggressiva del suo alleato tedesco, ritenne opportuno dare anche lui una dimostrazione di potere,occupando l’Albania.Era il 7 aprile del 1939,il giorno stesso Re Zog fugge dall’Albania, portando con sé le riserve auree del paese. Ma proprio nel ’39 era scoppiata la seconda guerra mondiale e l’Albania,protettorato italiano,fu coinvolta negli avvenimenti tragici che toccarono all’Italia e questo favorì la presa di coscienza degli albanesi e la formazione di un’opposizione organizzata in gruppi partigiani. Così,alla fine del 1941, accanto ai movimenti nazionalisti,entra in scena il partito Comunista. I comunisti riusciranno a controllare le maggiori unità partigiane contro i fascisti italiani prima, contro i tedeschi che subito dopo l’8 settembre ’43 occuparono l’Albania, Il 29 novembre del 1945 finalmente il paese fu liberato dall’occupazione nazi-fascista. Le grandi potenze riunite a Yalta , segnarono il destino dell’Albania che, dopo la divisione del mondo in due aree politiche e strategiche controllate rispettivamente dagli USA e dall’URSS, finì sotto l’area d’influenza sovietica. Dal 1945 al 1991 l’Albania fu governata da un regime comunista a capo del quale ci fu Enver Hoxha,un capo partigiano originario del sud dell’Albania che instaurò un socialismo autoritario e repressivo di stampo nazionalista. Enver Hoxha morì nel 1985 e solo nel 1991 cadde il regime. Durante questi 20 anni abbiamo visto un cambiamento nella vita sociale, economica, politica, del- l’Albania, anche se ancora è lunga la strada da percorrere. Enver Hoxha Fjona Ismaili, Sezione di Tirana Diventare cittadino dell’UE? Ho la mia risposta: cambiare il modo di pensare. Io come adolescente e come un giovane che cerca di andare avanti nella vita desidero che le condizioni di vita del mio paese mi permettano una cosa del genere, perciò l’integrazione all’UE è importante. Questa cosa l’ha inteso anche la politica albanese, sia di destra che di sinistra, e per questo stanno facendo di tutto per raggiungere questo traguardo. Ma si sta facendo la cosa giusta? Credo di no, perché io come adolescente e quasi tutta la mia generazione sto crescendo con l’idea di non studiare, lavorare e vivere in Albania. Forse è questa la ragione per cui non siamo ancora all’UE con pieni diritti. Spesso mi chiedo perché succede questo e la risposta non mi stupisce affatto perché quella la trovo nel modo in cui noi ragioniamo come nazione. L’unica cosa che pensiamo è che all’estero esista un’altra cultura, gente educata, uno stato consolidato di regole dove tutti rispettano senza sforzo e impegno i diritti reciproci e dove il diritto di ciascuno finisce dove inizia quello dell’altro... Questo modo di ragionare emerge perché noi tentiamo di integrarci non per migliorare veramente noi stessi ma per l’UE la quale ci ha assegnato 12 priorità per aderire. Dobbiamo adempiere a queste priorità per il nostro bene, dei nostri bambini, dei giovani, del popolo e se noi facciamo di tutto per il nostro bene allora noi possiamo costituire una nazione forte e sana con i principi, la cultura e la sua identità. Tanti dicono che noi siamo dei semplici cittadini e che non possiamo decidere per una cosa cosi grande ed è vero quello che loro dicono ma anche i politici in realtà sono dei semplici cittadini e possono essere paragonati con la gente che li ha scelti per prendere queste decisioni. Il desiderio di entrare nell’UE senza voler veramente cambiare modo di pensare, i comportamenti sbagliati! Questo è lo sbaglio di cui gli albanesi non si rendono conto. E i politici non si rendono nemmeno del potere che hanno, quello di prendere decisioni per tutta la nazione e questo potere viene dato a loro dal Kuran e dalla Bibbia di ogni nazione che è la costituzione, la quale mette il cittadino per primo e gli consegna il potere tramite il voto. È tramite quel voto che ogni cittadino può richiedere che le sue condizioni di vita migliorino solo qualora si completino non soltanto le 12 priorità richieste. In Albania accade qualcosa di strano, la politica stabilisce da sé le priorità che i paesi stranieri le chiedono lasciando indietro le priorità di coloro che li hanno eletti al governo e come ben sappiamo quel potere glielo possono riprendere in ogni momento. Perciò io non definisco priorità l’adesione alla UE ma definiscono priorità politica le misure che si prendono per la diminuizione della povertà, della disoccupazione, la crescita economica, una giustizia migliore, per lo sviluppo della medicina, per la sicurezza di ogni individuo, per la difesa della nostra identità, per la conservazione della cultura che dimostra al mondo che noi siamo degli europei e soprattutto delle misure per la protezione dell’ambiente e della terra la quale i nostri predecessori antenati ci hanno lasciato per poter crescere generazioni sane europee e che siano conosciute in tutto il mondo come albanesi e che siano fieri della loro provenienza. Forse tanti penseranno che sono un sognatore, il sogno del quale è irrealizzabile perché chiedo che l’UE ci faccia la richiesta per diventare suo membro e che ogni decisione che la politica prenderà lo farà per il bene del suo popolo e non per gli occhi dei visitatori internazionali o semplicemente per ottenere un mandato. Forse sono tra i pochi di quelli che pensano che io e i miei altri concittadini possiamo decidere per il nostro futuro attraverso i nosri comportamenti. Farò questa cosa cambiando il modo di pensare e ogni azione la farò per il mio bene e altresì per i miei diritti e quelli di ogni altro individuo che finiscono li dove vengono danneggiati i diritti del prossimo. Bajram LIVADHI, Sezione di Scutari 2 Giornalino della sezione LE MODELLE DEL GIORNO D’OGGI LA CONDIZIONE DELLE DONNE IN ALBANIA Donne Rosana C’è una leggenda nella tradizione culturale albanese che ci fa capire molto bene il ruolo della donna nell’immaginario albanese: la storia di Rozafa. Questa donna leggendaria fu murata viva da suo marito e dai suoi fratelli per annullare una maledizione che impediva loro di costruire il castello che sovrasta Scutari. Prima di morire Rozafa chiese che le lasciassero fuori almeno un braccio per accarezzare suo figlio neonato, un seno per allattarlo e un piede per dondolare la sua culla. Questa leggenda ci ricorda che la vita delle donne in Albania è considerata meno importante di quella degli uomini e che lo spirito di sacrificio delle donne albanesi sembra non esaurirsi mai. D’altra parte se si considera il ruolo che il Kanun ha sempre rivestito nella società albanese, forse possiamo meglio capire qual è il posto che viene assegnato alla donna nella società albanese,che vive una condizione di subalternità, socialmente accettata. Tuttavia durante la seconda guerra mondiale, malgrado le tante restrizioni che caratterizzavano la sua esistenza,la donna albanese partecipò alla lotta di liberazione antifascista,(6.000 donne fecero parte dell’esercito dei partigiani, in una popolazione in quel tempo solo di un milione di abitanti) Il regime comunista diede per questo come premio alle donne uguaglianza giuridica con gli uomini, diritto al voto e stessi salari. Così dopo il 1945,le donne sono entrate gradualmente nella vita economica del paese, diventando forza principale nella produzione sia nelle città che nelle zone rurali. In quel periodo fu fissata l’istruzione obbligatoria per le donne e l’abolizione del Kanun. Ma siccome l’uguaglianza non è soltanto un atto legale, ma si realizza anche con una trasformazione culturale e psicologica, caduto il regime, la condizione della donna non continuò a migliorare come avrebbe dovuto accadere: diminuì la percentuale delle donne presenti nella vita politica (prima degli anni ‘90, la percentuale della rappresentanza femminile era più del 30%; dopo le elezioni del ‘91 le donne presenti in Parlamento sono diventate 8 su 140 deputati, la percentuale è quindi scesa al 5,7%) e nel mondo del lavoro (prima degli anni ’90, coprivano l’80% dell’industria leggera e del sistema d’istruzione. Oggi, La donna durante il regime dopo la privatizzazione e la chiusura delle fabbriche, queste donne sono perlopiù disoccupate). Questo non vuol dire che la condizione della donna durante il regime fosse ottimale;al contrario durante questo periodo la donna albanese era sottoposta a forti richieste dalla società comunista: la donna doveva crescere i figli, mantenere la famiglia e fare i turni in fabbrica. Se ci soffermiamo ad analizzare la condizione delle donne in Albania dal 1990 ad oggi,cioè nel post-regime,notiamo che in Albania non ci sono stati cambiamenti innovatori nei costumi sociali, sembra che nella società albanese ci sia una resistenza ai cambiamenti:le generazioni giovani,soprattutto quelle femminili, continuano a sposarsi in età piuttosto precoce,l’istituzione matrimoniale è ancora molto forte ed è difficile mettere su famiglia al di fuori dei legami per così dire “legali” e la società albanese appare ancora oggi impregnata di forti tradizioni patriarcali. Le donne albanesi sono portate a credere che a loro non spettino gli stessi diritti degli uomini e forse anche per questo sono disposte a sopportare la violenza domestica che spesso ritengono sia un elemento normale del matrimonio. La violenza domestica in Albania è stata spesso denunciata da associazioni per i diritti umani come Amnesty International L’arrivo della legge in Parlamento (il 23 gennaio 2006) è stato vissuto come un evento di grande significato. Ciononostante, a tutt’oggi l’unico avanzamento in sede legislativa è costituito dal nuovo Codice di famiglia (2003), che stabilisce alcuni provvedimenti per la protezione delle vittime, oltre a misure volte ad assicurare l’equità e la non discriminazione nelle cause di divorzio riguardo alla proprietà, alla custodia e al mantenimento dei figli. Resta il fatto che i casi di violenza domestica, da quando è stata approvata la legge, sembrano essere aumentate:dall’inizio del 2011, vi sono stati più casi di donne assassinate e nessun colpevole in galera.Questo potrebbe non essere un dato del tutto negativo perché potrebbe significare che finalmente il fenomeno sta iniziando ad emergere dalle mura chiuse di casa. Tuttavia qualcosa si sta muovendo e stanno nascendo numerose associazioni che operano nell’ambito del contrasto alla violenza alle donne. In particolare, la Regione Emilia Romagna dà il proprio sostegno a questo tipo di attività in Albania, soprattutto nelle aree di Scutari, Elbasan e Valona, occupandosi di formazione professionale finalizzata all’inserimento delle donne nel mondo lavorativo. Le studentesse della classe XII e V della Sezione Bilingue italo-albanese di Tirana Ultimamente ci sono stati molti dibattiti radiofonici, televisivi, interviste e molto altro, ma alla fine nulla e’ cambiato: le modelle vengono scelte solo se magrissime.Fa parte del loro contratto di lavoro non dover ingrassare.Ma gli stilisti perche’ venerano cosi’ tanto un fisico “pelle e ossa”? Lo fanno anche loro per esigenze legate al denaro, nella brutta convinzione che le “donne stecchino” riescono a pubblicizzare meglio il prodotto.E purtroppo non si pensa a questi cattivi esempi che vengono mostrati. Ormai essere scheletriche per ogni donna e’ diventata un’osssessione. I modelli che vengono proposti dal business della moda sono fatti apposta per non farci sentire belle. Recenti sondaggi dimostrano che la percentuale delle donne, tra le quali la maggiorparte tra i 15 e i 25 anni, sono affette da anoressia e la percentuale sta aumentando. E’ il periodo dell’adolescenza quello in cui l’animo e’ scosso, la personalita’ non e’ ancora definita, il periodo piu’ critico quando queste donne tendono a imitare queste figure apparentemente perfette. Ma l’anoressia non comporta soltanto problemi e disturbi alimentari ma anche psicofisici.Di anoressia soffrono sempre piu’ soggetti che soffrono d’insicurezza, mancanza di autostima,situazioni familiari particolari.Per questo non serve solo l’intervento di un medico ma soprattutto di uno psicoterapeuta.Ma la cosa migliore da fare, il vero e proprio miracolo, e’ bandire le barbie dalla televisione e dai quotidiani una volta per tutte. Francesca Basha, Sezione di Tirana VIDEOCONFERENZA CON IL LICEO MARCONI DI PARMA Il 7 dicembre abbiamo partecipato ad una videoconferenza con una classe del Liceo Scientifico di Parma. Questo era un progetto che I ragazzi italiani avevano preparato da tempo, informandosi sulla nostra cultura e societa’ per farci delle domande specifiche al fine di capire meglio il rapporto tra maschi e femmine e la condizione della donna in Albania. Infatti il tema di questo incontro era: “ La violenza sulle donne”. Prima della videoconferenza sia la nostra classe che quella dei ragazzi di Parma ha avuto un incontro con tre operatrici del centro antiviolenza di Parma: una sessuologa, un’avvocato e una sociologa. Assieme alla classe del quinto anno ne e’ nato un dibattito molto interessante sulla condizione della donna in Albania, sul fatto che e’ molto sottovalutata dal mondo maschile a causa della mentalita’ maschilista. Questo si notava anche nelle risposte delle ragazze quando si trattava delle relazioni che hanno con I maschi o sul sesso, infatti erano molto imbarazzate e cercavano di evitare l’argomento. La videoconferenza si e’ tenuta in una biblioteca recentemente inaugurata dal commune di Tirana dove all’interno vi sorgera’il “Centro Donna” spazio dedicato alle donne in cui sarà attivato uno sportello informativo con servizi di ascolto e consulenza alle giovani donne della citta’. Dopo aver rotto il ghiaccio a causa dell’imbarazzo iniziale, I ragazzi di parma hanno cominciato a darci informazioni e statistiche relative alla violenza sulle donne in Italia e in seguito tra loro hanno messo in scena delle scenette per chiarirci i diversi modi di comportarsi degli adolescenti italiani nelle loro relazioni. Successivamente, alternandoci, anche noi abbiamo parlato della condizione difficile della donna albanese e dei motivi per cui in Albania e’ ancora discriminata dagli uomini,cercando di capire le ragioni di questa mentalita’ ancora molto chiusa e all’ “antica”. Questa esperienza e’ stata molto proficua per noi sotto molti aspetti: abbiamo appreso informazioni di cui probabilmente prima non eravamo a conoscenza, abbiamo fatto pratica con la lingua italiana e oltretutto e’ sempre positivo relazionarsi con ragazzi di nazionalita’ diversa dalla nostra. Ma come lo e’ stato per noi, sara’ stato sicuramente proficuo anche per loro poiche’ hanno sentito raccontare nostre esperienze private e quotidiane, diverse dai soliti cliché’ di cui tutti sono a conoscenza e che si possono trovare facilmente sui giornali e su internet. Megi Pecu, Sezione di Tirana 3 Fatti e Scritture L’AMBASCIATORE D’ITALIA VISITA LA SCUOLA ‘’ISMAIL QEMALI’’. Mercoledì,29.02.2012 nella scuola Ismail Qemali è venuto l’Ambasciatore d’Italia Massimo Gaiani. Lo accompagnavano rappresentanti delle istituzioni italiane in Albania : il Dirigente dell’Ufficio Scolastico prof:Vito Stigliani e il Consigliere Diplomatico, Dott.ssa Stefania Fancello, e da rappresentanti del MASH : il Vice Ministro del MASH Halit Shamata , la Direttrice del DAR Ariana Bekteshi ,Fatmir Vejsiu,Direttore degli studi preuniversitari, la Direttrice della scuola, prof.ssa: Vojsava Thanasi e tutti I docenti della sezione. Sono venuti anche giornalisti delle televisioni albanesi e italiane. Per prima ha parlato la Direttrice Vojsava Thanasi, presentando gli ospiti agli alunni. La prof.ssa Ester Berberi ha tradotto le parole della Direttrice all’Ambasciatore. Poi è seguito il discorso dell’Ambasciatore che ha parlato dei nostri due paesi e dei rapporti che sono sempre esistiti tra l’Italia e l’Albania, infine ha chiesto agli alunni perchè hanno scelto di frequentare la sezione bilingue. Ha risposto Eni dicendo che aveva scelto la sezione perchè adora l’Italia e conosce molto bene l’italiano. Avendo già ricevuto la risposta di Eni l’Ambasciatore ha chiesto che cosa aspettano gli alunni da questa sezione. Ha risposto Enada dicendo che aspettano buone opportunità per studiare all’Estero sia in Italia sia in Europa, ma anche per quelli che vogliono studiare qui in Albania la sezione bilingue offre buonissime opportunità perchè ha dei coefficienti alti, che danno un’ampia possibilità di scelta agli studenti che escono dagli studi superiori. A questo punto, alcune delle ragazze della classe hanno offerto dei fiori all’Ambasciatore, alla Direttrice del DAR e al Vice Ministro del Mash. Prima che l’Ambasciatore e il Vice Ministro ci lasciassero, I giornalisti italiani li hanno fatto intervistati. Dopo che l’Ambasciatore e gli altri visitatori se ne sono andati , il giornalista italiano ha voluto riprendere un’ora di lezione. Poi hanno intervistato la prof di letteratura italiana, Rosanna Marotti e parecchì alunni quali: Enxhi, Eni, Erik, Karola, Pamela e Lidja. ll giornalista ha informato gli alunni che avrebbero potuto guardare la cronaca su internet siccome non possono guardare Rai3. MELFI In occasione delle Olimpiadi internazionali della Multimedialità che si sono tenute a Melfi dal 23 al 25 marzo,la scuola “Ismail Qemali” è stata rappresentata da un gruppo di studenti e docenti con il supporto dell’Ambasciata Italiana, il Ministero dell’Istruzione della Repubblica di Albania. Le Olimpiadi si sono svolte nel Liceo Scientifico Statale di Svevia Federico II di Melfi, una graziosa cittadina della Basilicata.Alle Olimpiadi,oltre a studenti provenienti da tutta Italia, hanno partecipato studenti di vari paesi del mondo come la Cina, Svezia, Ungheria,oltre all’Albania. La mattina in cui doveva avvenire la competizione, un funzionario del Ministero della Pubblica Istruzione Italiano ha letto,nell’Aula Magna del Liceo Federico II di Svevia, davanti a tutti i partecipanti, il tema del concorso : l’uso delle moderne tecnologie informatiche nella scuola del futuro. I partecipanti avevano otto ore a disposizione per svolgere il tema e produrre un corto di tre minuti. Il terzo giorno delle Olimpiadi è stato annunciato il vincitore /vincitrice dopo che la Commissione ha analizzato il lavoro dei concorrenti. Gli studenti della scuola “Ismail Qemali” sono tornati da questo concorso vincendo un premio con la motivazione: Gruppo dei Rappresentanti Esteri più Attivi alle Olimpiadi. I nostri studenti sono stati invitati ad una visita di un giorno dal sindaco del comune di Barile, paese abitato da Arbëresh, i discendenti degli albanesi che nel XV secolo si rifugiarono in Italia dopo la morte di Skanderberg per fuggire dai turchi che avevano invaso l’Albania. Tutti gli studenti che hanno partecipato alle Olimpiadi del MediaShow ringraziano tutti coloro che hanno permesso la loro partecipazione a questa importante Manifestazione: il Dirigente Scolastico Liceo Scientifico Federico II, Prof.Michele Corbo che li ha invitati, l’Ufficio Scolastico dell’ Ambasciata d’Italia, la Direttrice e il personale della scuola Ismail Qemali. senza dimenticare i rappresentanti del Comune Barile per la calorosa ospitalità riservata agli studenti albanesi. Gli alunni del Liceo “Ismail Qemali” Sezione di Tirana IL NOSTRO VIAGGIO IN ITALIA Enada Vishi, Sezione di Tirana INTERVISTA ALL’ AMBASCIATORE D’ITALIA Il 27 aprile 2012 alcuni alunni della sezione bilingue italo-albanese di Tirana , la 10 classe del liceo ‘’Ismail Qemali’’ e la 12 del liceo ‘’Asim Vokshi’’, hanno incontrato Sua Eccellenza Illustrissima l’Ambasciatore Massimo Gaiani presso la sala conferenze dell’Ambasciata Italiana a Tirana. Durante il breve colloquio quasi tutti hanno posto all’ambasciatore delle domande riguardo le possibilita’e le condizioni future degli alunni della sezione per intraprendere gli studi in Italia. Il nostro viaggio in Italia..... Posso descrivere con una parola: meraviglioso. Ci siamo divertiti molto e abbiamo imparato delle cose nuove . Una delle cose che mi è piaciuto di più è l’amicizia che abbiamo stretto con gli studenti italiani. La loro scuola aveva molti laboratori e questo faceva si che la lezione si capiva meglio . Abbiamo fatto anche una visita in una città vicino a Melfi, Barile che è abitata dei arberesh , i nostri antenati dal tempo di Scanderbeg . Mi ha impressionato la preservazione della cultura e delle tradizioni. Dopo ci siamo andati al teatro . Non avevo mai visto ragazzi che recitavano,cantavano e ballavano nello stesso tempo . E poi la cena di gala che è stata aperta con i suonatori che suonavano la musica tradizionale e anche la gente che la ballava . Non posso raccontare tutto ciò che è successo ma devo dirvi che voglio tornarci senz’altro di nuovo . Ina Topi X Liceo I.Qemali Sezione di Tirana 4 Giornalino della sezione VISITA AI SASSI DI MATERA La parte più bella di questo viaggio è stata la visita nella città antica di Matera. A parte gli amici e gli scherzi che abbiamo fatto durante il nostro viaggio, questo è stato il posto più rilassante e silenzioso dove sia mai stato. Io e il mio amico Xhino siamo rimasti su una roccia non accessibile al pubblico , che secondo me era il posto più bello che abbia mai visto. Giù si vedeva lo scorrimento di un fiume che si situava in mezzo a due colline molto alte. Dalla parte in cui stavamo noi c’erano le vecchie case costruite su una roccia di granito. Era un paesaggio mozzafiato. Delle grotte erano situate nell’ altra parte del fiume su tutta la facciata della collina . Potevamo restare lì per ore , ma dovevamo andare , e quel paesaggio mi rimarrà incollato nella mente forse per sempre e non me lo scorderò mai. Egel Xhaferaj, Sezione di Tirana A BARILE Il nostro viaggio a Melfi é stato indimenticabile. Mi sono divertita molto ed ho imparato un sacco di cose. Ho incontrato molte persone ed ho fatto tanti nuovi amici, sia italiani, sia anche di altri paesi. La cosa che mi ha impressionato di più é l’accoglienza , soprattutto quella dei cittadini di Barile, una cittá italiana dove vivono dei cittadini di origine albanese che si chiamano “arberesh”. Barile é una cittá vulcanica bellissima dove ci sono numerose cantine di vino.I cittadini di Barile sono stati molto accoglienti. Loro erano così felici che alcuni albanesi stavano visitando la loro cittá e cercavano di parlare con noi in albanese, ma la loro albanese era molto vecchia e non ci capivamo bene. Abbiamo visitato la cittá con la guida del vicesindaco di Barile che ci ha portato a vedere anche un palazzo museo con una mostra di quadri dipinti e qualche stanza con dei mobili dell’epoca. Dopo questa visita, il vicesindaco ci ha invitato a cena in uno dei ristoranti più buoni di Barile. Elma, Sezione di Tirana QUELLI CHE A MELFI NON SONO STATI….. Riflessioni degli alunni della classe X del Liceo I.Qemali che non sono partiti Quello che mi è piaciuto di più della descrizione che i nostri compagni ci hanno fatto, è l’esperienza di conoscere nuovi amici e di comunicare con loro, nella loro lingua. Conoscere nuovi amici è molto interessante, perchè parlando con loro, non solo durante il concorso, ma anche mantenendo l’amicizia in network, possiamo scambiare delle esperienze, impariamo nuove cose sulle culture dei loro paesi e delle loro scuole. Però non solo questo. Noi possiamo perfezionare le lingue che sappiamo ed imparare nuove parole. Durante la descrizione, mi ha molto incuriosita il fatto che uno dei nostri compagni di classe, Jon ha imparato alcune parole in cinese. Adesso, lui ha anche amici cinesi. Adela Zalli, Sezione di Tirana Una cosa che mi è piaciuta quando i nostri amici che sono andato a Melfi raccontavano era la loro visita nel liceo scientifico “Federico II di Svevia”.Mi sarebbe piaciuto seguire un’ora di matematica, di letteratura e perche no anche un’ora d’inglese. Adoro conoscere altre persone della mia età e una amica mia mi ha detto che durante il viaggio a Melfi hanno conosciuto alunni italiani, svedesi, ungheresi e cinesi. Durante questi cinque giorni di riflessione in Albania ho imparato bene che non devo dire mai che il passaporto non mi serva e che lo farò dopo. Non si sa mai quando ti sarà dato un’opportunità simile a questa. “150º ANNIVERSARIO DELL’UNITA’ D’ITALIA” “150º anniversario dell’Unita’ d’Italia”: un progetto della Sezione Bilingue di Scutari - “Gli Arbëresh nell’Unificazione Italiana e nell’Indipendenza Albanese” In occasione del 150º Anniversario dell’ Unità d’Italia, la Sezione Bilingue italo-albanese del Liceo “Shejnaze Juka”, in collaborazione con l’Università di Scutari, con il supporto del Consolato e dell’Ambasciata d’Italia, ha realizzato un progetto con tema “150º anniversario dell’Unita’ d’Italia: narrazioni, memoria, documenti e prospettive”. Alla realizzazione di questa iniziativa hanno contribuito con il loro impegno professori e alunni di questo liceo. Le classi coinvolte nella preparazione del progetto sono state la XI E e la V E, le quali sono state suddivise in gruppi sulla base dei livelli di competenza e dell’obiettivo della divisione dei compiti della ricerc a delle informazione. Abbiamo lavorato per un intero anno scolastico. Durante questo periodo noi studenti abbiamo partecipato al Cineforum e abbiamo anche scritto una ricerca. Per questo lavoro, siamo stati divisi in gruppi in cui ognuno di essi doveva avere discrete capacità linguistiche di base in italiano e anche una buona conoscenza della storia italiana del periodo per affrontare bene un argomento storico preciso, cioè la partecipazione della comunità arbëreshë alla formazione dello Stato unitario e il contribuito di arbëreshës e italiani all’Indipendenza dell’Albania Gli inizi della vicenda sono nel 19 ° secolo, quando la cultura Arbëresh , presente in alcune località della parte meridionale d’Italia, ha avuto un grande sviluppo culturale e patriottico, grazie all’importante attività culturale e politica dei due collegi grecoarbëresh di Calabria e Sicilia. Tra i rappresentanti di questo movimento radicale e liberale degli Arbëresh ricordiamo i principali esponenti: Pasquale Scura, Luigi Giura, i quali al momento della dittatura di Garibaldi hanno assunto la carica di ministro. Non si devono comunque dimenticare anche alcune altre personalità di rilievo come: Domenico Mauro, Angesilao Miano e Francesco Crispi, senz’altro il più noto, che, in seguito, diventa primo ministro del nuovo Regno d’Italia. Un altro obiettivo della nostra ricerca è stato quello di studiare gli interventi, i contributi degli intellettuali Arbëresh alle lotte per il riconoscimento dei diritti politici e culturali della patria di origine, l’Albania. Il loro aiuto per la questione nazionale divenne ancora più deciso e urgente a seguito della creazione della Lega di Prizren (1878) dove le forze democratiche patriottiche albanesi, fino a quel momento non avevano avuto nessun tipo di collaborazine dall’esterno, riuscirono a fare un passo molto importante, rendendosi contro degli atteggiamenti espansionistici degli altri paesi dei Balcani, cercando cosi l’autonomia politica e amministrativa del loro Paese. Le relazioni italo-albanesi sono antiche quanto i nostri due paesi. La storia è testimone di un rapporto stabile di interessi e benefici reciproci nello sviluppo economico, politico e culturale delle due civiltà. Abbiamo visto dunque che non è un caso che nelle brigate di Garibaldi abbiano combattuto e abbiano versato il sangue per la libertà e l’unione dell’Italia centinaia di arbëresh. È altrettanto riconosciuto il contributo dell’Italia per l’indipendenza dell’Albania e specialmente i suoi sforzi nella Conferenza di Londra, assieme all’Austria per la creazion e di uno Stato Albanese indipendente. Amela HAVERI, Erjon ZENELI, Sezione di Scutari Anxhela Doku, Sezione di Tirana 5 Fatti e Scritture I PICCOLI SCRIVONO Poesie da Scutari LE STAGIONI Viene l’Autunno con tanti frutti con foglie gialle e venti brutti E poi l’Inverno con piogge forti con ghiaccio e neve e poco sole La Primavera è una bellezza: esplosione di uccelli e fiori PRIMAVERA Primavera dolce Primavera sei arrivata finalmente mi hai rallegrato mi hai svegliato con i tuoi fiori e i colori il cuore mi hai scaldato Arida Bushati No, da ragazzo non pensavo di fare il direttore ma durante gli anni ho avuto una crescita professionale di rilievo e gli altri mi hanno dato fiducia: a volte le cose vengono da sole… Le piace questo lavoro? Sì, è un lavoro che si lega direttamente con la professione dell”insegnante, è un lavoro che ho ammirato da sempre,e poi ti senti responsabile perchè l’educazione e la formazione di questi bambini e ragazzi e’ affidato a noi . Il mio ruolo e’ quello di pianificare, organizzare e dirigere tutto il percorso diadattico e di perseguire gli obiettivi che questa scuola si preffigge . 3. Qual è il vostro rapporto con le lingue straniere ? Le piacciono le lingue straniere? Naturalmente che sì . Parlo un po’ l’inglese e l’italiano. Penso che oggi le lingue straniere siano importantissime e il nostro compito è quello di diffonderle . Per noi poi sono come un passaporto per intergrarsi nella Comunità europea. E la lingua Italiana le piace? Sì ,mi piace molto, la parlo poco ma la capisco abbastanza , questo anche grazie agli audiovisivi che mi hanno aiutato molto, la lingua italiana e’ molto piacevole. 4.Che cosa pensa dell’introduzione dell’insegnamento nella della lingua Italiana nella nostra scuola? La calda Estate: giorni lunghi gioiosi con odore di mare e giochi Penso che sia importante dare spazio ad altre lingue che non siano l’Inglese e il Francese ,conoscere lingue che sono diventate un ponte verso i paesi vicini come l‘Italia.E’ una buona possibilita’ anche per chi vuole continuare gli studi , per l’aspetto culturale . Gersi Bajrahatari 5. Le sembra interessante l’ insegnamento della lingua Italiana effettuato in codocenza ? ESTATE GIORNI DI PRIMAVERA 2.Voleva fare il direttore fin da piccolo ? Se no cosa voleva fare ? Estate : buona stagione con azzurro mare e giallo sole Le temperature sono grandiiii! E tutti dicono :”Che estate”!!! Estate: un animale che gioca con il mare e viaggia con le barche all’infinito.......... Enes Tafili Luce, tepore e fiori Profumi e buoni odori Pioggerella leggera Questa è la Primavera Ho sempre appoggiato questo tipo di insegnamento .Nelle nostre scuole non si applica molto anche se cerchiamo di realizzare una cosa simile alcune volte. .Penso che sia una cosa positiva dal punto di vista professionale ,uno scambio di esperienze che può dare molto e nelle nostre classi il ruolo di due insegnanti fa si che ci sia un buon rendimento negli alunni. 6. Pensa che i ragazzi che stanno studiando l’ italiano avranno qualche possibilita’ in piu’ in campo lavorativo? Perchè no! Chi studia una lingua straniera ha sempre piu opportunita’. I nostri ragazzi hanno un programma di 5 ore alla settimana e per loro conoscere bene la lingua italiana, alla fine del percorso, sara’ un vantaggio in piu’. La ringraziamo di questa intervista e del tempo che ci ha dedicato. Arida Bushati, Enes Tafili, Fisnik Reci, Sezione di Scutari La primavera ha un solo sole IL FUTURO INTERVISTA CON IL DIRETTORE DELLA SCUOLA DI BASE ISMAIL QEMALI : YMER VILA. Io e i miei compagni Enes e Fisnik della classe VI E, Sezione bilingue,abbiamo fatto un’intervista al nostro direttore : ci piace sapere cosa pensa della nuova Sezione bilingue che ha aperto quest’anno le porte per noi alunni dell’Ismail Qemali. Ed ecco il risultato. 1.Come ha fatto a diventare direttore scolastico ? Ci parla un po’ della sua carriera? Ho finito gli studi nel 1982 e mi sono laureato in matematica e fisica . Ho avuto delle esperienze lavorative come insegnante e poi come vice direttore a Puka. Poi ho seguito diversi corsi di qualifica organizzati dal MASH e ho lavorato come ispettore al DAR . Sono stato direttore della scuola Ndre Mjeda per 4 anni e infine , quest’anno sono 7 anni che sono qui al Qemali e a dire il vero mi sembra ieri! 6 Credo che tutti voi abbiate immaginato, a vostro modo, come sara’ il futuro,come saranno le macchine,gli edifici ecc.Anche io ho il mio modo di immaginarlo e mi piacerebbe raccontarvelo. Nel futuro le macchine andranno ad acqua e da esse non usciranno fumi, ma bolle.Gli edifici saranno piu’ alti e i vecchi palazzi non ci saranno piu’ ,cosi ci sarà piu’ posto per i parchi, per i bambini e per i fiori.A scuola non lavoreremo piu’ con libri e quaderni ma con Lap top e IPad.Le nostre mamme non si stancheranno piu’ con i lavori domestici perche’ un robot farà tutto per loro.Quando le persone lo vorranno,potranno prendere in affitto una macchina del tempo per visitare chi non vive piu’. Cosi mi piacerebbe il mondo nel futuro;ecologico, bello e forse tutti saranno piu’ felici. Melisa Balla, Sezione di Tirana Giornalino della sezione LA PASSIONE PER LA DANZA Una delle mie passioni è la danza.Io frequento un corso di balletto in un centro vicino alla mia casa che si chiama:”Centro Multifunksionale TEN”dove io seguo anche il corso di pittura però amo soprattutto il balletto perchè mi fa muovere,mi fa tenere il corpo in forma e mi vivifica.Mi dà gioa ed emozioni in particolare quando sono in scena. Così io ho partecipato a tanti eventi fin da piccola: ho ballato al Teatro Opera,all’ Accademia dell’ Arte,al Circo di Tirana,al Palazzo dello sport e rappresentazioni fatte per il Nuovo Anno e per il Giorno di Estate.Noi abbiamo una maestra molto brava che si chiama Giuli, lei ci insegna diversi tipi di danza come il Walts che richiede eleganza,allungamento delle mani e delle gambe.Questa è una danza che richiede il vestito bianco,danzando sopra i piedi ed è accompagnata dalle emozioni della belllisima Belly Dance che è un tipo di danza che richiede flessibilità ed elasticità del corpo.La maestra ci insegna anche la danza moderna come per esempio la Pampi e la Danza Kuduro.Le caratteristiche di questo tipo di danza sono il ritmo e i movimenti veloci.Però anche le danze Popolari Tradizionali Albanesi sono bellissime come la danza tradizionale popolare di Tirana e di Tropoja.Queste danze sono le preferite dal pubblico.Io voglio continuare a danzare e desidero diventare una ballerina professionista, però senza lasciare la scuola. MALDA LIKA, SCUOLA BUDI CLASSE VI A LA FESTA DELLA PRIMAVERA LA MATITA MAGICA Un giorno io ero nella mia camera di letto e studiavo per il giorno dopo, perchè avevo un test molto difficile. Dopo un ora mio padre viene nella mia camera con un nuovo computer. Io ero molto felice, ma mio padre dice che non posso giocare al computer se non ho finito di studiare per il test.Io, con il grande desiderio di giocare, mento al mio papà, e gli dico che ho già finito i compiti. E cosi ho giocato tutta la notte con il computer.Il giorno dopo mi sono svegliata tardi. Avevo dimenticato il test! Non avevo fatto niente! Mentre stavo andando a scuola in fretta , ho visto una donna anziana che mi ha sgridato molto perchè stavo correndo. Quando la donna è andata via, io ho continuato a camminare. Ho visto una matita nella strada, l’ho messa nel zaino e sono andata di nuovo. Quando sono entrata in classe ho visto il test sul mio banco.”Fai il test” dice la professoressa. Ma io non sapevo niente! In quel momento ho visto una luce fortissima nel mio zaino. Era una matita che comincia a scrivere tutto il test. Quando ho finito, ho dato il test alla professoressa. “Dieci!!” ha detto. Sono stata molto felice,ma ho capito che tutte le cose hanno il loro tempo. Giocare e studiare. Sindi Zotaj, Sezione di Tirana EVVIVA IL TEATRO!! Noi ragazzi della VI F, Sezione Bilingue della scuola “Ndre Mjeda”, abbiamo preparato nel mese di marzo lo spettacolo teatrale: “Pinocchio” Poi è arrivato il giorno della rappresentazione, sono venuti i genitori e gli amici...c’era anche la Direttrice...Che emozione!! La giornata di primavera! In Albania noi festeggiamo la giornata di primavera .In questa festa noi facciamo tante cose: giochiamo insieme,prepariamo dolci e regali, cantiamo canzoni tradizionali albanesi e.danziamo. I dolci preferiti sono ballokumet. Sono preparati con:zucchero,farina,burro,latte. A mezzanote noi raccontiamo storie spaventose per allontanare le streghe. Tutti facciamo braccialetti di buona fortuna.Così noi siamo fortunati per tutto l”anno. Questa festa per la prima volta è stata festeggiata ad Elbasan e dopo in altri città. Mi piace molto questa festa perchè posso stare tanto tempo con la mia famiglia. Scuola Pjeter Budi, Sezione di Tirana IO E LA LINGUA ITALIANA Io sono Sara Nika e studio nella sezione bilingue della scuola “Pjeter Budi”. Noi studiamo due lingue : la lingua Italiana e la lingua inglese. Io sono nella sesta classe e ho un libro di italiano, il suo titolo é: “Progetto Italiano Junior”. In questo libro italiano io con i miei compagni di classe, abbiamo imparato: gli articoli determinativi/indeterminativi; i verbi regolari/ irregolari, i numeri; gli aggettivi e i pronomi possessivi e i tempi dei verbi. In Dicembre, prima di Natale, nell’ ora di lingua italiana noi, con le nostre insegnanti, abbiamo giocato a “TOMBOLA”. Io dico insegnanti al plurale perché noi abbiamo due insegnanti, una é italiana e l’altra é Albanese. Secondo me i bambini devono studiare la lingua italiana perché é bella e interessante. Lo studio delle lingue straniere ci aiuta a comunicare e a conoscere culture e paesi diversi. Geppetto il falegname e la fata Turchina. Il gatto e la volpe truffano il povero Pinocchio. II cattivo Lucignolo convince Pinocchio....e via verso il Paese dei Balocchi!! Brrr!!! Che freddo nella pancia del pescecane. Sara NIKA, Sezione di Tirana Che storia comovente ! 7 Fatti e Scritture LA PAGINA DELLA CULTURA TEATRO A SCUTARI SCRITTURA TEATRALE PER IL CARNEVALE DI SCUTARI TRIALOGO IN MASCHERA (CON ACCOMPAGNAMENTO DI CHITARRA) PERSONAGGIO STORICO, PERSONAGGIO LETTERARIO E MASCHERA ARLECCHINO SI PRESENTANO CARLO GOLDONI Mi chiamo Carlo Goldoni e ‘gondolavo’ nella bella Venezia a fine ‘700. Il Carnevale ed io? Una sola cosa [baci nelle due mani poi unite, una rappresenta Carlo GOLDONI, l’altra il CARNEVALE]. Nessuno ha scritto tante commedie come me per festeggiarlo. Girovago in tante citta’ italiane, son poi partito per la Francia. Uh! [sbalordito] Parigi, la corte, il re, i teatri, le maschere, la rivoluzione [allegria], la rivoluzione [segno della ghigliottina]. Sono Carlo, cittadino del mondo, ho scritto in italiano, dialetto veneziano e.. Leggete! Leggete la mia vita, MEMOIRES, ho ‘giocato’ anche con il francese [segno ironico di vanteria]. MIRANDOLINA - Lasciatemi parlare lasciatemi parlare [cantando sulle arie dell’Italiano] son Mirandolina, la Locandiera italiana vera, sono il tuo personaggio, la tua luce, tu luz, ta lumière. Mirandolina non dimenticate! La prima donna, the first woman, gruaja e parë moderna. Ho avuto io bisogno della protezione degli uomini? no Nobile? No. Scema? No. Lavoro, lavoro, punoj, punoj....e amoooore. Mi piace piacere ma mi piace far da me. “Tutto il mio piacere consiste in vedermi servita, vagheggiata, adorata. Questa è la mia debolezza, e questa è la debolezza di quasi tutte le donne.” (da “La locandiera’) Padronl? Protettori? Non fan per Mirandolina. Per me: no padroni! [gesticolando e canticchiando] ARLECCHINO –Oh bella! Siamo tanti che cerchiamo un padron, e mi ghe ne ho trovato uno, due... Come diavol devo far? Tutti due li posso servir. E no? E perché no? [da “Servo di due padroni”] Hola! Chi sono? Arlecchino mi presento tutte toppe ma contento. Io sono il CARNEVALE, le carnaval c’est moi, colori, stracci, e lasciatemi divertire! W W IL CARNEVALE ARRIVA A CARNEVALE OGNI SCHERZO VALE [dondolandosi e canticchiando] BASTA CON I PIACERI DELLA CARNE! FACCIAMO GODERE ANCHE LE VERDURE. CARLO GOLDONI Abbiam fatto ridere mezza Europa MIRANDOLINA In manicomio, durante la Rivoluzione Francese: “Perché ogni volta che deve prendere la medicina lei canta l’inno nazionale?”. ARLECCHINO “Mi preparo alla presa della Pastiglia, no?”. [IN CORO SALTELLANDO I TRE PERSONAGGI con trombette finali, lazzi e sberleffi] E’ arrivato il Carnevale, tutto il mondo è in allegria! Van ballando van cantando i ragazzi per la via. Sezione di Scutari 8 A VENEZIA E A SCUTARI LA MAGIA DEL CARNEVALE CONTINUA Venezia e Scutari sono due città d’Italia e d’Albania molto diverse, però tra loro esiste un certo legame che le unisce come due particelle d’un intero. Per secoli la parola “Carnevale” in queste città ha rappresentato allegria, gioia e divertimento. Nelle due città durante questo periodo si è sempre festeggiato al massimo. Le maschere sono il simbolo del Carnevale perché nel passato, in quei giorni, era l’unica possibilità dei ceti più umili di diventare quasi simili ai più potenti, essere quindi un’altra persona. Infatti secondo le leggende veneziane le maschere erano usate principalmente dai giovani della città per corteggiare le belle ragazze, poi esse cominciarono ad essere usate principalmente dai nobili che volevano uscire dagli schemi della vita veneziana. Adesso siamo ad aprile, non troppo lontano dall’ultimo divertentissimo Carnevale e sia a Scutari che a Venezia, ai tempi d’oggi, queste feste ormai tradizionali hannno continuato a significare tanta gente per le strade, musica, maschere e tante risate. Ciò che molti non sanno è come è nato il Carnevale, la storia di questa festa che stampa un sorriso negli occhi dei bambini quando ne parlano. Venezia, la più vecchia festeggiatrice del Carnevale, documenta la festa fin dal 1094 ma il manoscritto ufficiale che la menziona è del 1296 quando il Senato della Repubblica dichiara festivo l’ultimo giorno della Quaresima. Cosi la tradizione è proseguita ogni anno fino ai giorni d’oggi, eccetto un periodo quando la Repubblica di Venezia cadde nelle mani degli austriaci e dei francesi. Invece a Scutari la prima organizazzione della festa si registra nel 1860 fino al 1943 quando per ragioni politiche non si celebrerà più. Questa festa ha ripreso la sua vecchia gloria solo nel 1998. E parlando del Carnevale in questa città proprio q u e s t’a n n o nel 100° anniversario dell’ In d ip e n d e n z a d e l l ’A l b a n i a Maschera Vincente si sono fatti dei grandi festeggiamenti. La festa è durata ben quattro giorni e la musica, le danze e le maschere sono state scelte come tema principale. Nel primo giorno si è svolto il grande “Opening” e l’inizio delle celebrazioni con i rappresentanti di tutte le classi delle scuole medie e medie superiori della città. Anche la Sezione Bilingue ha partecipato alle sfilate con magnifici costumi. Poi nel secondo giorno, che è stato dedicato agli adolescenti, varie bande hanno suonato LIVE e ci sono stati offerti dei cibi tradizionali del Carnevale da assaggiare. Il terzo giorno è stato tutto dedicato ai i bambini, i loro personaggi preferiti hanno fatto il giro della città accompagnati dai piccini con genitori, fratelli o sorelle maggiori oppure nonni. Ma nessun giorno è stato così spettacolare come l’ultimo. La grande folla intorno allo spauracchio carnevalesco che si bruciava è stato di sicuro qualcosa di diverso da tutto ciò che si è mai visto. I festeggiamenti sono continuati anche con la “Sera GALA” al teatro “Migjeni” dove sono stati premiati la poesia, la pittura, la fotografia, la maschera più bella ecc.. Tra molti, la vincitrice del costume più bello e la maschera più originale è stata Denada Thana, studentessa del liceo bilingue “Shejnaze Juka”. Un altro potente legame tra Venezia e Scutari è dato dalle maschere. Da anni le maschere usate a Venezia sono prodotte a Scutari in una fabbrica artigianale che ha il nome del personaggio simbolo del Carnevale, Arlecchino. Più di 30 mila maschere vanno da Scutari a Venezia ogni anno per il Carnevale. E passando dalle maschere ai grandi artisti, pittori, scrittori, musicisti che hanno dedicato al Carnevale delle grandi opere come Filip Ndoca, Gjon Karma, Kole Gurashi, Andrea Skanjeti e anche a quello di Venezia come Wagner, Byron, Ugo Foscolo, Boucher e Fragonard. Tra gli artisti che si sono Giornalino della sezione occupati del Carnevale di Venezia non dimentichiamo di certo un padre del teatro europeo: Carlo Goldoni. Questo autore veneziano ha scritto commedie molto nuove, interessantissime e divertentissime, per festeggiare il Carnevale della sua città, con anche tanti personaggi ripresi dalla Commedia dell’Arte che sono diventate le più conosciute maschere del Carnevale: Arlecchino, Pantalone e molte altre. Cosi si può dire che il Carnevale non è solo una festa, ma è ormai un pezzetto della storia di Venezia e Scutari, le città che l’accolsero e fecero in modo che avesse l’enorme valore di avvenimento molto speciale nei secoli. Xhenifer NEXIMI, Sezione di Scutari RASSEGNA CINEMATOGRAFICA L`ALBANIA, IL PAESE DI FRONTE! Qualche settimana fa, le docenti ci hanno fatto vedere un documentario molto interessante intitolato: “L`Albania,il Paese di fronte”,che racconta i vari momenti della storia albanese. Inizialmente viene spiegato l`origine del nome “Albania” che si dice derivi dalla parola `shqip` che in albanese vuole dire `acquila`. Gli abitanti dell`Albania venivano chiamati “shqiptar” e loro stessi chiamavano la loro patria “Shqiperia”. A partire dalla caduta dell`impero romano ,il territorio albanese appartiene all`impero bizantino.Non volendo essere sottoposta al dominio bizantino,una piccola parte della popolazione albanese emigrò in Italia , chiamandosi “arberesh”. L`eroe nazionale dell`Albania fu Gjergj Kastriot Skenderbeg il quale combatté per difendere il territorio albanese per 25 anni. La sua lotta continuò fino al 1464 quando morì a causa di una malattia (malaria). Dopo la morte di Skanderberg, l`Albania subì un lungo periodo di invasione ottomana che durò 500 anni. A questo punto la religione albanese non fu soltanto il cristianesimo ma anche quella nuova, islamica. Comunque gli albanesi ebbero come religione principale la patria. Dopo tanti anni d’oscurità, isolamento, povertà e invasione ottomana arrivò l`indipendenza dell`Albania nel 1912, secondo gli albanesi, nel 1913 invece secondo i patti internazionali. Intanto le grande potenze discutevano fra loro per decidere l`uomo che doveva guidare l`Albania. Scelsero il principe Wilhelm Wied,che fu ben accolto dagli albanesi ,anche se dopo 6 mesi,siccome non era riuscito a far fronte ai problemi, lasciò l`Albania per non ritornare mai più. Anche se l’Albania era un Paese neutro, è stata attraversata dalla linea della prima guerra mondiale,che cominciò infatti dai Paesi vicini,come la Serbia che aveva già occupato il 10% dell`Albania.Poi con l`arrivo degli italiani nel 1914 venne occupata Valona,si creò un governo e si dichiarò Tirana capitale d’ Albania. Mussolini aveva un forte interesse per Valona, ma, vedendo che l’Italia la stava perdendo sempre di più, il 5 agosto 1920 scrisse un articolo intitolato “Addio Valona”. Nel 1921 si confermarono i confini dell`Albania già definiti nel 1913. Anche se il tempo aveva portato dei cambiamenti,l`Albania era rimasta un Paese isolato,come un mondo contadino,questo perché gli albanesi avevano custodito le consuetudini ottomane .In quegli anni Ahmet Zog I era il presidente dell`Albania, comunque per avere una certa sicurezza egli pensò che al posto di un potere insicuro presidenziale fosse meglio creare una monarchia (potere assoluto). Nel primo settembre 1928 si dichiarò il re non dell`Albania ma degli albanesi, cioè anche di coloro che vivevano fuori dei confini. Zog I mantenne una buona relazione con l`Italia fascista in quanto attratto dalle sue ricchezze. Galeazzo Ciano, il genero di Mussolini, ebbe un forte interesse per l’Albania. Il matrimonio di Zog I con una ragazza ungherese, Geraldina Apponyi de Nagyappony, fu per lui una sconfitta e gli sembrò ironico l’invito fatto da Zog I come testimone di matrimonio. Comunque l’unica intenzione di Mussolini era controllare e occupare l`Albania. Siccome era geloso delle conquiste della Germania,aveva bisogno di un trofeo e quello adatto in quel momento era l`Albania.Cosi il 7 aprile del 1939 gli italiani occupano l’Albania e diventano padroni di Tirana. Dopo la fuga di Zog I arrivò un nuovo re,Vittorio Emanuele III. Egli era un piccolo uomo che non fu ben accolto dagli albanesi e perdi più non era contento di essere il “re di un mucchio di sassi”, come diceva lui stesso. Nel 1941 l`Italia creò l`Albania etnica. Gli italiani fecero di tutto per sembrare simpatici perché volevano giustificare l`invasione, che comunque lasciò segni soprattutto negli anni ’41-‘43. Dopo la sconfitta italiana per mano della Grecia,gli albanesi restarono delusi perché un grande Stato e potere come l’Italia era stato battuto da un piccolo esercito, quello ellenico. Con l’arrivo dei tedeschi in Albania, gli italiani si ritirarono, alcuni di loro fuggirono attraverso le montagne e si unirono alle prime bande partigiane come la brigata partigiana Antonio Gramsci che si formò il 10 ottobre 1943, subito dopo l’armistizio tra l’Italia e le potenze democratiche europee. Dopo la fine della seconda guerra mondiale,una volta cacciati i tedeschi invasori, il potere fu preso dai comunisti, tra i quali emerse la figura di un professore di francese di Argirocastro, Enver Hoxha. Insieme ai suoi collaboratori, isolarono più che mai l’Albania,creando così una dittatura che durò 45 anni. Durante il suo dominio, Hoxha istaurò una dittatura comunista che s’ispirava ai principi marxisti-leninisti di stampo nazionalista. Finchè fu in vita Stalin strinse forti rapporti con l’Unione Sovietica,alla morte di Stalin, i rapporti si raffreddarono. Come ogni dittatore, anche Enver Hoxha aveva tolto ogni libertà di parola, anche se tutti avevano un grande rispetto e amore per lui, sentimenti rimasti invariati fino a quando morì nel 1985. L’Albania, un Paese isolato più che mai, aveva l’opportunità di rinascere, ma non fu immediatamente possibile. Bisognerà aspettare il1991 per vedere la fine del regime. Il 20 febbraio 1991 fu il giorno della caduta della statua del dittatore, che segnò un nuovo inizio per tutti, la speranza di avere finalmente una nuova società, dove tutti avevano la libertà di parola e di pensiero. Tutti potevano ricominciare a vivere, scoprire un mondo sconosciuto fino a quel momento, ma questa volta non creato da altri, ma visto e vissuto da loro stessi.Questo documentario oltre di essere molto interessante,e` stato anche` molto utile,tenendo conto che la maggior parte dei giovani albanesi non conoscono la storia albanese.L a storia non puo` essere cancellata o modificata,comunque,da quello che è accaduto possiamo imparare per poter costruire un futuro migliore,senza cadere negli errori del passato. Alla morte del dittatore tutti hanno pianto,ma dopo pochi anni,forse quelle stesse persone hanno buttato giù la sua statua,in un evidente contrasto tra odio e amore che il dittatore suscitava nella sua gente Kristi Thano, Sezione di Tirana GENERAZIONE 1000 EURO I NOSTRI SOGNI E LA REALTA’ Tutti noi giovani pensiamo spesso: cosa faremo dopo l’università? Che lavoro riusciremo ad avere? Sarà possibile comprarci la casa? Abbiamo tanti sogni. Che cosa succederà veramente? La realtà fa paura e non la vuole vedere nessuno. Perché mai? Ve lo dico io, perché in questo mondo d’oggi la realtà è tutta diversa dai nostri sogni. Un buon esempio di queste nostre preoccupazioni ce le ha mostrate un film visto una settimana fa al Cineforum della scuola. Si intitola “Generazione 1000 euro” e i protagonisri sono dei giovani di 25-30 anni, i quali saremo noi tra 7-8 anni. E’ ambientato nell’Italia d’oggi, a Milano. Tutti questi laureati hanno i loro sogni nel cassetto che però non dimostrano nessun possibilità di essere realizzati. La condizione di ‘precario’ viene usata come parola chiave in questo film per farci capire la situazione instabile che i giovano passano. Matteo è un neolaureato in matematica che lavora in un’azienda di marketing in fase di riorganizzazione. Ma questo lavoro non è stabile, il contratto vale solo 6 mesi e se lui non realizza i difficili obiettivi dell’azienda rischia il posto del lavoro. Matteo vive con il suo amico Francesco, un altro neolaureato che lavora come ‘precario’ nella stessa impresa. In più, il loro appartamento è a pezzi e se non riescono a pagare l’affitto verrano sfrattati. Poi c’ è anche Beatrice, un’ altra precaria che non vuole accettare compromessi che è pure la nuova coinquilina, e l’opposta Angelica, il capo del marketing in ufficio che confonderanno Matteo, il quale dovrà scegliere tra le due ragazze. La situazione di questi giovani è quella che impaurisce tutti noi. Diventeremo trentenni, senza una vita sicura, che vivono ancora come studenti dell’università e hanno bisogno dell’aiuto economico dei genitori? Eccetto questa incertezza per il nostro futuro, non posso dire che il film non sia divertente e la parte dell’autocritica è un’altra dimostrazione dell’alta qualità del film. Non mi sono neppure sorpresa quando Matteo sceglie la vita semplice, di lavoro quotidiano, che aveva con Beatrice invece di Angelica, la quale gli offre la possibilità in più di realizzare i suoi sogni di successo economico, anche se dubito se questi sarebbero ottenuti con onestà. Ho pure capito perché il titolo rappresenta cosi bene questa generazione. Sono solo 1000 euro o forse di meno al mese con i quali i giovani laureati devono sopravvivere. Infine sono sicura che tutti noi sappiamo la risposta alla domanda essenziale: fa male la realtà? Si. Ma solo per questo non dobbiamo rinunciare ai nostri sogni? Mai! Perché finché noi continuamo a lottare per i nostri principi e desideri ci sarà sempre la luce alla fine del tunnel, non importa quanto lungo e oscuro è questo tunnel. Xhenifer NEXIMI, Sezione di Scutari 9 Fatti e Scritture RIFLESSIONI PERSONALI SU “I FIUMI” DI GIUSEPPE UNGARETTI Questa volta voglio scrivere in modo diverso, desidero entrare nella poesia, voglio essere anch’io dentro la vita di Giuseppe Ungaretti. Grazie ai libri si possono fare i viaggi più belli e pieni d’immaginazione che esistono perché la realtà non si può paragonare all’immaginazione. Nella fantasia tutto è possibile. Questa volta voglio essere un’ Alice nel mondo delle meraviglie, come in un sogno, intoccata da quello che succede ma sempre al corrente di tutto. Mi fingo una persona amica di Ungaretti, un’anima in sintonia con i suoi sentimenti. Per riepilogare la poesia, le cose più importanti da dire sono quali sono i fiumi di cui si parla nella poesia: il Serchio che è legato alla provenienza di Ungaretti, i suoi genitori erano lucchesi, il Nilo, che bagna Alessandria d’Egitto, il posto dove è cresciuto, la Senna legata alla sua formazione multiculturale, a Parigi, alla Sorbona, la sua unviersità e l’ultimo è l’Isonzo, il più importante perché il fiume del fronte della Grande Guerra. E’ il fiume che rende possibile all’ autore, con il suo fluire delle acque, il ricordo dei diversi periodi della sua vita. Perche’ l’Isonzo, perché non il Serchio? La risposta è che li nell’Isonzo in cui si combatteva la guerra, Ungaretti vide la morte in faccia, vide la sofferenza e il dolore sbriciolare gli uomini come sculture di sabbia, vide i morti compagni di trincea. Nel dolore, sulle rive dell’Isonzo, tutta la vita passava davanti ai suoi occhi. Come ho già detto, non vorrei soffermarmi e descrivere, come ho sempre fatto, quello che la poesia dice ma voglio tentare soprattutto di capire la frase di Ungaretti “Solo davanti alla guerra mi sono sentito vivo!” Che la fantasia abbia inizio. Parlo in prima persona, dal mio punto di vista. Chiamo il poeta per nome, come un amico di esperienza Giuseppe sta facendo un bagno nel fiume come per lavare quelle macchie sudice di sangue e di dolore, come per levigare le sue pene e purificare la sua anima, ma dimentica che appena tocca terra, il sangue dei compagni, anime disperse, voci silenziose, il fango sporco di odio lo ciconda come una puzza di malato, come mille sanguisuge affamate che ti succhiano la speranza, ma come per magia o per pazzia i suoi occhi brillano ancora, la luce della vita è più viva che mai. Com’è possibile? Le trincee sono lì, anche i morti, cadaveri coi vermi decompositori, com’è possibile che davanti a questa visione dell’ orrore ci sia ancora ottimismo in lui? Chi gli dava tutta questa forza, Dio? Il suo carattere? O la pazzia? Lo vedo li accoccolato vicino ai suoi panni sudici che pensa. Il fiume gli passa davanti, muove le sue acque accarezzando le rive e persino le pietre e cosi toccando anche i ricordi di Giuseppe, il ricordo dei suoi genitori, il ricordo della sua infanzia, tutta la vita gli passa davanti con il fluire delle onde pesanti ma tenere. Ed è questo quello che gli dà la forza, la speranza, e l’Amore per la vita, il desiderio di sopravvivere alla morte prematura, il desiderio di combattere con ardore e proteggere quel che rimane. Ed è propio cosi, il poeta-soldato che ha avuto come compagni di trincea i topi, come protettori gli amici morti uccisi dai nemici e come unica compagna non un’ arma per sparare ma carta e penna per scrivere. Lo vedo e penso. Cosa sono i nostri problemi contemporanei quotidiani davanti a questo? Giuseppe sta con la morte faccia a faccia ogni secondo che passa e la speranza brilla ancora in lui, ma allora noi siamo propio degli egoisti, non diamo il valore giusto alla vita, non ringraziamo Dio in ogni momento che ci permette di respirare, di parlare, di amare, di vivere? Nel mondo muoiono le persone dalla fame, muoiono negli incidenti, muoiono prematuramente e noi, maledetti egoisti, ci abbattiamo perché qualcosa va come non si desidera. La speranza negli occhi di Giuseppe deve servire come esempio a persone malate, a persone senza gambe, senza braccia, a persone con un piede nella fossa ma che respirano ancora per non perdersi nella pazzia del dolore e non morire spiritualmente dalla mancanza di stimoli vitali ma combattere per la vita, combattere per il sorriso, combattere per la felicità e pensare sempre che ci sia qualcuno in peggiori condizioni delle mie. Solo adesso riesco a capire perché si sente vivo davanti alla guerra, si sente vivo perché è in quella situazione che valorizza di più anche un respiro, è davanti alla morte che capisce il dono che ci viene dato alla nascita perché la paura di perdere ti fa combattere e combattendo riesci a far tremare persino le montagne, ecco perché si sente vivo, ecco perché ho desiderato stargli vicino! 10 Kevin TROSHANI, Sezione di Scutari L’INAFERRABILE (... E INGANNEVOLE) NEUTRINO. Sulla stampa avevamo letto una notizia che ci aveva sorpreso . Il Cern di Ginevra aveva confermato che i neutrini sparati, attraverso una strumentazione sofisticata, da Ginevra al laboratorio dell’Infn (Istituto nazionale di Fisica nucleare) sotto il Gran Sasso (Italia) avevano superato la velocità della luce di 60 nanosecondi. Oltre ad Opera e Borexino, Icarus è tra gli esperimenti che studiano i neutrini prodotti dal Cern di Ginevra e “sparati” attraverso 730 chilometri attraverso la roccia fino al Gran Sasso. Icarus ha quindi misurato il tempo di percorrenza dei neutrini e il risultato è stato che i neutrin,i ad alta energia, provenienti dal Cern sarebbero arrivati nei Laboratori Nazionali del Gran Sasso circa 60 nanosecondi prima rispetto alla velocità della luce. Incuriositi da questa notizia abbiamo sentito il desiderio di informarci su questo sconosciuto “il neutrino”, di cui conoscevamo pochissimo. Prima di iniziare la nostra ricerca è però arrivata la smentita: forse i neutrini non sono più veloci della luce, la scoperta dello scorso settembre infatti potrebbe essere stata falsata da un’anomalia degli strumenti. A smentire quella che era già stata definita la più grande scoperta scientifica dell’ultimo secolo è stato lo stesso team che ha contribuito alle ricerche. Si è trattato di un errore di connessione nel cavo di fibra ottica tra un rilevatore Gps ed un computer usato per rilevare il tempo con cui i neutrini hanno percorso i 730 chilometri tra Ginevra e il Gran Sasso. I neutrini non sono più veloci della luce. Lo dicono i dati dell’esperimento Icarus, coordinato dal Nobel Carlo Rubbia e condotto nei Laboratori Nazionali del Gran Sasso. Però la curiosità di capire qualcosa sul neutrino, questo sconosciuto, è rimasta e per questo ci siamo documentati. I neutrini possono attraversare tutto l’Universo senza essere deviati nè assorbiti, e fornire cosÌ informazioni sui luoghi più estremi del cosmo. Il neutrino fu scoperto da Frederick Reines Clyde Cowan nel 1956,utilizzando un reattore nucleare come sorgente. Negli anni ’60 Raymond Davis e John Bahcall effettuarono un esperimento per “vedere” l’interno del Sole tramite i neutrini e verificare in modo diretto l’ipotesi della generazione di energia nucleare nelle stelle.Il flusso di neutrini rivelati risultò però molto più basso di quanto previsto.Per un paio di decenni centinaia di fisici,chimici e astronomi cercarono di risolvere il mistero.Nel 1969 Bruno Pontecorvo propone che il mistero dei neutrini mancanti fosse dovuto alla fisica delle particelle piuttosto che al modello solare .Lui sosteneva che i neutrini “soffrono”di una sorta di “disturbo di personalità multipla”che li fa oscillare tra diversi stati o tipi Questo significa che i neutrini hanno una massa diversa da zero. Gli esperimenti rivelavano i neutrini elettronici (quelli prodotti nel Sole),però ne esistono altri , i neutrini che arrivavano a terra come neutrini di altro tipo (muonici).I neutrini sono anche prodotti nelle collisioni tra i raggi cosmici e le particelle dell’atmosfera terrestre. Nel 1998 un gruppo giapponese annunciò di aver osservato le oscillazioni dei neutrini atmosferici.Le oscillazioni di neutrino furono cosÌ confermate e ora sappiamo che i neutrini hanno una massa anche se pur piccolissima. Ora non sappiamo molto sui neutrini, ma sicuramente ci sembrano meno sconosciuti e speriamo che le ricerche continuino con successo e ci facciano scoprire qualcosa in più sul misterioso universo. Dorjana Meta, Sezione di Tirana LA CITTÀ DI KORÇA Korça è una città antica e si trova in sud – est d’Albania. Gode un clima feroce. In inverno fa freddissimo, piove, cade la neve, e le temperature prendono sempre valori negativi. Però e bello vivere a Korça. Korça è la città della cultura. La sua cultura è molto importante in tutte le sue dimensioni. Ecco si sente una musica: le serenate di interesse storico e culturale. Il bel don – don di campane della Cattedrale nei giorni di festa. Il richiamo e la preghiera giornaliera della moschea di Ilias Bej, simbolo dell’inizio della sua vita. Di là, si trovano le opere d’arte: il Museo Medievale. L’Albania si vanta di Korça e della sua Prima Scuola. Le sue starade selciate sono caratteristiche e rappresentano la diversità. I suoi monumenti sono simbolo dei sacrifici dei migliori umanisti. Korça è una città di forte interesse turistico. Tutti desiderano provare la sua cucina e le sue pietanze. Korça è la città del rinascimento, della sezione bilingue dove io studio venendo ogni giorno dal lontano villaggio. Eglantin Ilias, Sezione di Korca Giornalino della sezione 1000 MASCHERE RAP L,ANGOLO DELLA POESIA Poesie presentate per partecipazione Concorso Internazonale di Pesia VIII edizione 2012 “Castello di Duino” (argomento SPECCHIO/MASCHERA) DOSSIER 777 Scheda M Sabato, 20 gennaio 1993 Nome: Sabine Cognome: Mueller Incinta…sono incinta Carne della mia carne, sangue del mio sangue Non devo amarti, devo far finta Perdonami, non posso perdere tuo padre… Ore: 16:36 Scheda A Lunedi, 7 dicembre 1997 Nome: Maaike Cognome: Mulier Non ti perdonerò mai Ci hai tradite papà La mia maschera ha vinto ormai Il cuore piange mentre lui se ne va. Ore: 17:14 Scheda S Mercoledi, 11 luglio 1994 Nome: Yao Ming Cognome: Huang Circondato da gente senza cuore Metto la maschera della Gloria Lo spirito già soffocato dal dolore Le lacrime portono via quello che è rimasto dalla gioia. Ore: 00:01 Scheda C Martedi, 18 novembre 1998 Nome: Anjali Cognome: El Shaid Xavi Il trucco può nascondere Le tue marchie, ma non il dolore Anche oggi la maschera è pronta Mentre tu…cerchi il mio cuore. Ore 7:59 Scheda H Venerdi, 9 settembre 2000 Nome: Angelina Cognome: Mazini Il tuo cuore…il deserto della luna Il tuo amore…non è più la mia fortuna L’eternità promessa è ormai lontana Non l’accetto, ma grido in silenzio...” ti amo”! Ore: 13:13 Scheda E Giovedi, 10 ottobre 2002 Nome: Victoria Cognome: Lewis I Metallica non sono più gli stessi, senza te Nemmeno il club dove suonavamo insieme Anche se l’orgoglio è più forte di me Amica mia ti voglio bene Ore: 20:10 Scheda R Domenica, 15 marzo 2005 12:02 Nome: Michelle Cognome: Bordeaux -La conosce signora? Si che la conosce, è il suo arcobaleno La ragione di vivere, il mare sereno Le foglie di novembre, la rosa più amata La ragazza nella foto è una drogata, la conosce? - No, non la conosco! Scheda E Lunedi, 3 aprile 2009 Nome: Jimena Cognome: Alvarez Devo rinunciare a te musica Tra i più grandi amori il mio più grande amore No, ti prego, il cuore supplica Metto subito la maschera senza far rumore Eccoci… sua Maestà Sfinge ti voglio chiamare Vendi sogni al diavolo per brutalità E ci dai… una maschera d’amare Ci permetti di tocchare i colori del cielo Poi ci butti in un pezzo di terra Emozioni profondi si prolungano alla morte Una realità colorata bianca e nera Croci, preghiere e rose blu Forse triologia dell’asurdità Ma lì…non puoi andarci tu La maledizione è lontana da quella dignità Adesso tocca a noi stappare il vino Brindiamo per te, per i cuori strappati Preghiamo per il tuo essere meschino Nel nome del padre, del figlio e degli spiriti violentati Amen! Ore: Ore: 9:36 Sonela Pirani, Sezione Scutari Tu quando vedi qualcuno che non ti piace ma devi mantenere la pace metti la maschera un sorriso e ti copri la faccia Se tu sei felice per qualcosa di cui non devi essere la maschera della tristezza tu devi mettere e ti copri il viso Anche di fronte alla morte mettiti la maschera una risata fa’ vedere a tutti quando sembri forte e ti copri il cuore Ma quando le maschere porterai via non ti conoscera’ nessuno e beh amico mio tu sarai nessuno Erjon Baculi, Sezione Scutari BATTAGLIA CONTRO LO SPECCHIO Si spogliano le maschere davanti allo specchio come le foglie degli alberi in autunno. Cantano le gazze sopra spoglie di rami sotto cieli nuvolosi. Alla facciata vergine dello specchio gli si riveste un volto. Il volto di una di quelle. Tanto affascinanti quanto incantevoli gli sguardi perduti nel buio della notte. Quando la luce del semaforo si insanguina. Acqua. Due volte acqua al viso e – oh! Uno spettro la divorò. Uno spettro senza tratti. Questo spettro con macchie di rimmel in faccia: macchia di angoli maledetti con tristi passioni. Acqua! Inesauribilmente acqua per disolvere nella sua innocenza i suoni della marcia peccatrice. Acqua... Mani che si afferrano forte al lavello con la parura dallo specchio. Lo specchio che spoglia le maschere! Poi , riflesso... Negli occhi pallidi, alzate si vedono le bandiere della vergogna. Lei e la sua anima nello specchio. Anima in ossa, senza pelle, senza maschere. Anima in dolore. Senza dignità. MASCHERE E SPECCHI Maschere trasformate, sul muro nudo, stanno. Lontane l’una dall’altra si lasciano appendere ai destini dei chiodi, ogni notte mentre la città dorme, e i passi, una metamorfosi subiscono. Senza protestare, amici della luna muta diventano. E le maschere stanno ancora lì silenziose più che mai lasciate senza sensi dai vostri corpi. Le maschere stanno lì, ferme, aspettando i raggi del sole per svegliarsi… Ormai, sono anche specchi specchi di “Nessuno” specchi dei Godot specchi che solamente gli occhi non riflettono. I vostri occhi sono cavità, Godot. Cavità nere e vuote come la parete del muro dove riposate ogni note. Vi siete appesi al muro anche voi stasera sotto la testimonianza della luna piena. Ah, beati voi poveri Godot, Che i vostri specchi avete trovato Schiavi di loro siete diventati E lentamente…senza occhi siete rimasti. Selma Meti, Sezione Scutari SE SOLO POTESSI... Guardo i toui occhi tristi, e penso ... se solo potessi cambiare il mondo cercare di aiutare te , per sconfiggere il dolore cercare di guardare in te , quelli occhi luccicanti di una volta cercare di rubare a te , un sorriso, che manca già da tempo , al tuo viso. Guardo le tue mani tremare e penso ... se solo potessi aiutare te, per sconfiggere il freddo che ha gelato il tuo piccolo cuore Se solo potessi farti, tornare indietro e cambiare il tuo destino adesso tutto andrebbe meglio. Si spogliano le maschere davanti allo specchio come le foglie degli alberi in autunno. Si rompe la verginità liscia dello specchio dal suo pugno violento senza nome. Sento il tuo cuoricino, battere forte , come se non volesse, arrendersi mai Se solo potessi ... farti sorridere ancora una volta Se solo potessi ... farti dimenticare tutto Se solo potessi ... cambiare il mondo . Fatjona Brahimi, Sezione Scutari Kristel Dhimitri, Sezione di Korca 11 Fatti e Scritture LA SCELTA DELLA SEZIONE Luglio 2009.Avevo appena finito la nona classe e dovevo iscrivermi al liceo. Ma quale ? Un interrogativo difficile da risolvere. A giugno , nella mia scuola sono arrivati un gruppo di professori tra cui una professoressa italiana e il preside del liceo “Asim Vokshi”. Ci hanno parlato di un liceo un po` particolare rispetto agli altri ; la sezione bilingue italo-albanese.In questo liceo si poteva studiare metà delle materie in italiano con professoresse italiane e metà delle materie in Albanese. Praticamente era una buona possibilità da scegliere : potevi avere una formazione , cultura diversa dagli altri licei. Ho preso l`opuscolo che ci hanno distribuito e tornata a casa gliel`ho fatto vedere ai miei genitori. Alla mamma e` piaciuto subito.Pensava che sarebbe stata la scelta giusta per me. E io ? Io cosa pensavo ? All`inizio non ero d`accordo. Pensavo che sarebbe stato meglio e mi sarebbe piaciuto di più studiare in un liceo con gli stessi amici che avevo alle medie.Avevo sempre gli occhi pieni di lacrime quando parlavo con la mamma sulla scelta del liceo. Non eravamo d`accordo. I nostri pensieri camminavano su due binari diversi. Lei sicuramente guardava al di la` della scelta che sosteneva. E così si è fatto. Mi sono iscritta alla sezione bilingue italo-albanese,iniziando così un percorso fatto di ostacoli che ho dovuto affrontare e superare, ostacoli che mi hanno fatto pensare spesso durante il primo e il secondo anno di andarmene via e cambiare liceo. Ma , no.Questo non e` accaduto,per fortuna… Eccomi qua ! Sto alla fine del mio corso di studi. La Sezione bilingue è stato un percorso importantissimo che mi ha cambiata , mi ha offerto una formazione che non avrei mai preso negli altri licei ; mi ha fatto crescere ( e crescere bene ),mi ha dato l’opportunità di avere fiducia nelle mie capacità e di migliorarmi. Un viaggio lungo fatto anche di sorrisi , gioie e momenti indimenticabili , di amicizie che forse dureranno per sempre. Adesso Si che posso dire che ho fatto la scelta giusta, perchè a me è sempre piaciuto studiare la lingua italiana , saperne di più sull`Italia e gli italiani, sulla loro cultura e percio` tra tante scelte che Ho Dovuto fare fin adesso , questa fa parte di quelle per le quali NON MI PENTIRO` DI AVERLA FATTA. Ledia Covaci, Sezione di Tirana “LA MIA ADOLESCENZA” L’adolescenza si dice, è una fase della vita bella e brutta allo stesso tempo, è questo è vero anche per me, e suppongo anche per tutti gli altri ragazzi della mia età. In questo periodo io ho cominciato a capire meglio come stanno le cose in realtà nella vita. Nella nostra scuola, per esempio, i migliori si raggruppano, cioè formano dei gruppi esclusivi, non tutti possono farne parte. Io sono riuscita ad entrare nel gruppo dei migliori e più famosi della scuola. Ce l’ho fatta ma non è stato facile. In questa età si cerca di arrivare dove è possibile per divertirsi senza limiti ma nello stesso tempo si cerca di studiare per far sentire i genitori orgogliosi e avere in cambio come ricompensa , uscire con gli amici più spesso, avere un cellulare, un Pc, ecc. perchè le cose che vogliamo sono molte.: a dire la verità siamo un po’ troppo materialisti! Il rapporto con i genitori in effetti è difficile perchè noi vogliamo tutto il contrario di quello che loro vogliono per noi, per esempio noi vogliamo sentire la musica a volume alto, fare un’ambiente come una discoteca, uscire quando si vuole. Altro motivo di problemi è il modo di vestire : a me piace vestire come si dice in inglese come “emogol”, i miei la trovano una pazzia, sto molte ore davanti ad un Pc e non mollo mai il cellulare, loro non sono d’accordo e così cominciano i conflitti. La cosa più neagtiva di questa età è che facciamo le cose senza pensarci molto così è facile fare errori; i genitori danno molti consigli che ripetono in continuazione, così a noi sembrano noiosissimi e non li ascoltiamo più. In questa età si comincia a dire bugie, in classe facciamo gli stupidi, si copia, si prendono in giro gli insegnanti e si scappa dalle lezioni senza il permesso, alcuni iniziano a fumare. Insomma vogliamo sentirci grandi e liberi. E questa è l’adolescenza.! Xheni Nurja, Sezione Scutari 12 PERCHÉ HO SCELTO DI FREQUENTARE LA SEZIONE Ho sempre voluto studiare la lingua italiana, e adesso ho questa possibilità. Studio nella sezione bilingue del ginnasio “ Themistokli Germenji “ a Korca. Sono una dei 29 studenti della mia classe. Prima che la scuola iniziasse abbiamo cominciato a studiare l’italiano per diverse settimane. All’inizio tutto era un po’ difficile perchè sapevo parlare un po’ e scrivevo malissimo, ma ho lavorato tanto e sono stata assistita e aiutato molto dalle mie professoresse. Ho detto professoresse perchè ogni ora noi facciamo lezione in compresenza con due professoresse, una è italiana e l’altra albanese. Questo rende tutto molto più facile. Ci sono delle cose che capisco al volo durante la spiegazione delle nostre professoresse, ma anche altre cose che trovo difficoltà a impararle. Durante l’ora della lingua italiana alterniamo sia la lingua parlata che quella scritta, la grammatica e gli esercizi che a dire la verità non e che mi piacciono tantissimo. E questo lo sanno anche le profesoresse che insistono a rendere la lezione più attraente. Mah, oltre alla lingua italiana facciamo anche letteratura italiana che è la materia che a me piace tantissimo. Questo mi dà la possibilità di studiare le grandissime opere della letteratura italiana. Per esempio ho studiato “ La Divina Commedia“ di Dante Alighieri, mentre adesso sto studiando Petrarca, l’altro gigante poeta conosciuto in tutto il mondo e non soltanto in Italia. Oltre a leggere le opere in classe le analizziamo e commentiamo. In italiano facciamo anche storia universale per conoscere di più la storia italiana e quella mondiale. Anche la fisica e la matematica le studiamo in italiano anche se abbiamo delle difficoltà in alcuni termini siamo soddisfatti del lavoro che i nostri professori fanno con noi. Durante le ore di lezione ci sono momenti in cui scherziamo, ridiamo tutti insieme di certo senza dimenticare di fare lezione. Stiamo imparando moltissimo anche sul modo di vivere degli italiani, le cose che a loro piacciono e non piacciono etc. Di certo sono consapevole che abbiamo ed ho molte altre cose da imparare. Penso di aver detto tutto sulla mia esperienza come studentessa della sezione bilingue. Kristel Dhimitri, Sezione di Korca Sono seduta vicino al mare e cerco di vedere quello che il futuro ha riservato per me. Non casualmente ho scelto il mare, perchè dall’altra parte dal mare vedo il mio futuro. Sono sicura che questo sogno nel cassetto sara` realizzato in un prossimo futuro. Voglio cercare la chiave del cassetto, anche` se lo so che non sarà facile. Questo percorso vuole tanto impegno, ma io c`e` la farò. Perchè io lotto per i miei sogni. Sono sicura perché ci metterò tanto impegno per arrivare là dove voglio. Ho una famiglia che mi supporta in tutto, che mi rispetta e mi aiuta a realizzare i miei sogni e questo mi riempie di speranze. Il mio sogno e` quello di studiare in Italia, e questo è il mio unico obiettivo. Ho gia` iniziato questo percorso, ho gia` trovato la chiave del cassetto ed i miei sogni diventeranno realtà. La chiave si chiama”Sezione Bilingue”. Non casualmente sono diventata il passeggero di questa nave per oltrepassare il mare. Tanti mi possono chiedere perchè ho fato questa scelta e ora che studio in questa classe posso dire sicura e convinta che nessun’altra scuola meglio della sezione mi poteva offrire un ambiente pieno d’amore, di rispetto e amicizia. Sono tantissimi i motivi per scegliere studiare nella sezione bilingue Studiare la lingua italiana, soprattutto con l’assistenza delle professoresse italiane, e un grande aiuto per crescere perché ti permette di gestire autonomamente e affrontare da sola le difficoltà delle diverse situazioni comunicative. Poi conosci un’altra cultura e sai confrontarla con la tua: abitudini, usanze, religione cosi come anche gli orari per pranzare o per cenare. Conoscere la lingua italiana arricchisce ognuno di noi in maniera davvero positiva e aiuta ad aprire la mente. E poi se decidiamo di vivere in Italia il nostro cervello sarà immerso 24 ore su 24 nella lingua italiana: dal momento in cui andremo a fare la spesa fino a quando chiederemo informazioni e leggeremo libri scolastici e di diversi argomenti. Per questo ci preparerà la sezione. Fare un soggiorno studio in Italia significa girare tra i monumenti, visitare musei e gallerie, vedere le strade e conoscere la loro storia passata. Anche a questo ci prepara la classe della sezione bilingue italiana. Studiando Storia dell’arte riusciamo a capire l’arte che vedremo nelle gallerie e nei musei, sappiamo leggere e capire opere immortali. Conoscere nuovi amici italiani, stringer amicizie, stabilire rapporti molto forti, che, speriamo, non moriranno mai. E basta leggere un annuncio di lavoro, dopo aver finito l`università, per rendersi conto di quando al giorno d`oggi la conoscenza della lingua italiana sia diventato un elemento indispensabile per chinque sia intenzionato a trovare un impiego. Il lavoro e` quindi il motivo principale che mi spinge a imparare meglio la lingua italiana. In un prossimo futuro diventerò importante perché la classe della sezione mi sta facendo crescere ed i miei professori si sentiranno orgogliosi e diranno “Questa è stata la mia studentessa”. Io sono certa che ricorderò con nostalgia gli anni scolastici della sezione, godendo il trionfo di tutto ciò che raggiungerò, perché no, andando in gondola a Venezia. Ambra Guri, Sezione di Korca