16 1 Manuale metodologico sull’esperienza del progetto: “Lo screening del portatore sano per la fibrosi cistica: la voce dei cittadini” IRCCS-Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri Laboratorio per il coinvolgimento dei cittadini in sanità Milano, 2012 16 2 Il progetto Giurie dei cittadini è stato promosso dall’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, Milano, in collaborazione con Zadig Agenzia di Editoria Scientifica, Milano e il Centro Fibrosi Cistica, Ospedale Borgo Trento, Verona. Il progetto è sostenuto dalla Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica – Onlus. Per ulteriori informazioni sul progetto http://www.partecipasalute.it/cms_2/node/1840. Il Comitato Promotore e Organizzatore Paola Mosconi, Walter Villani, Istituto Ricerche Farmacologiche Mario Negri, Milano Roberto Satolli, Zadig Editoria Scientifica, Milano Carlo Castellani, Centro Fibrosi Cistica Ospedale Borgo Trento, Verona Il Comitato Tecnico Scientifico Berti Franco - Lega Italiana Fibrosi Cistica, Firenze Bortolus Renata - Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata, Verona Cao Antonio*/Rosatelli Maria Cristina - Università di Cagliari, Cagliari Cicerone Paola Emilia - Giornalista, Milano Dallapiccola Bruno - Ospedale Bambin Gesù, Roma Flor Luciano - ASL Trento, Trento Perobelli Sandra - Azienda Ospedaliera Verona, Verona Raimo Franco - Pediatra Libera Scelta, Verona Seia Manuela - Ospedale Policlinico, Milano Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica - Onlus, Verona Borgo Graziella La Giuria dei cittadini Bagnulo August Ass. Consumatori Europei, Battiato Mariagrazia Ass. Consumatori Europei, Bazzani Fausto Ass. FIDAS, Butti Marta Giaele ALIVE Accademia Musicale, Campedelli Maria Teresa Ass. Fossa Bova, Corbioli Simone Ass. Interzona, Felis Giovanna Ass. Interzona, Fusari Giuseppe Ass. Consumatori Europei, Gamba Silvio Ass. FIDAS, Imperato Rolando Ass. FIDAS, Lollis Gianni Società Belle Arti, Solinas Carmen Movimento Consumatori, Tonello Wilma Donne Europee Federcasalinghe, Zoccatelli Franco Unione Parkinsoniani. Facilitatore Nadia Oprandi, Sistematika, Padova Ringraziamenti Il materiale informativo è stato rivisto da componenti del GRAL, Gruppo Rappresentanti Associazioni e Laici PartecipaSalute http://www.partecipasalute.it/cms_2/?q=gral. La Sig.ra Gianna Costa dell’Istituto Mario Negri per il supporto segretariale. La Società Letteraria di Verona che generosamente ha ospitato i lavori della Giuria. ------------------* Il professor Cao che, dall’alto della sua esperienza professionale e umana, aveva favorevolmente commentato questa esperienza è purtroppo mancato a giugno 2012. 16 3 16 4 INDICE INDICE INDICE INDICE INDICE INDICE INDICE INDICE INDICE INDICE INTRODUZIONE ALLE GIURIE DEI CITTADINI 7 GIURIE DEI CITTADINI E FIBROSI CISTICA 11 LA FASE PREPARATORIA 13 LA DOMANDA PER LA GIURIA 14 LA PREPARAZIONE DEL MATERIALE INFORMATIVO 15 LA GIURIA 16 L’ORGANIZZAZIONE DELLA GIORNATA 18 LE MOTIVAZIONI DELLA GIURIA 18 I MOMENTI VALUTATIVI 19 DISSEMINAZIONE DELLA DELIBERAZIONE E DELLE MOTIVAZIONI 19 LE GIURIE DEI CITTADINI SOTTO LA LENTE D’INGRANDIMENTO: PRO E CONTRO 20 BIBLIOGRAFIA 22 ALLEGATO 1 Materiale informativo distribuito alla Giuria 23 ALLEGATO 2 Lettera invito associazioni 37 ALLEGATO 3 Lettera invito giurati 39 ALLEGATO 4 Documento finale della Giuria dei cittadini 41 ALLEGATO 5 Giuria: questionario pre-incontro 45 ALLEGATO 6 Giuria: questionario post-incontro 47 16 5 16 6 INTRODUZIONE ALLE GIURIE DEI CITTADINI Nella moderna società, le decisioni collettive possono essere prese attraverso tre modalità: votazione, negoziazione e deliberazione. La votazione è un processo in cui le preferenze dei partecipanti si associano e vige la regola della maggioranza. La negoziazione è un processo in cui vige la regola dell’unanimità che deve portare ad un compromesso o accordo negoziato. La deliberazione mira alla trasformazione delle preferenze che, attraverso il processo, si formano, si confrontano e si trasformano: i partecipanti al processo apprendono gli uni dagli altri, correggono i propri punti di vista, ridefiniscono i problemi e trovano nuove soluzioni. Il metodo deliberativo comporta alcuni vantaggi rispetto a votazione e negoziazione: • promette decisioni migliori in quanto la discussione collettiva facilita un processo di brainstorming capace di generare soluzioni innovative, • accresce la legittimità delle decisioni collettive perché crea un ampio consenso: i partecipanti, anche quando non siano individualmente in sintonia con l’accordo, riconoscono di aver contribuito alla soluzione finale, • la deliberazione ed il processo argomentativo contribuiscono a formare “cittadini migliori” accrescendo le loro qualità civiche, morali ed intellettuali: rafforzano le virtù civiche dell’ascolto, del dialogo, del confronto, della tolleranza e della fiducia reciproca. Un processo deliberativo ha quindi la prospettiva di creare uno spazio pubblico, realmente adatto all’espressione della libertà degli individui e della loro diversità in interessi privati, dove i cittadini e le istituzioni, esprimendo le proprie idee su un determinato argomento e scambiandosi informazioni, si incontrano e si impegnano in una discussione, con lo scopo ideale di raggiungere una comprensione reciproca e il consenso, inteso come “accordo ottenuto secondo i procedimenti dell’argomentazione razionale intorno ad un interesse comune che non è legato alla particolarità degli interessi privati” (1 - 4). Secondo Carson (5), per rendere massimo il suo potenziale democratico, un esercizio di pubblica partecipazione dovrebbe essere, il più possibile: • altamente rappresentativo: le persone, generalmente selezionate in modo casuale (a random), dovrebbero riflettere i punti di vista di uno spaccato della popolazione, in modo da assicurare che tutti i punti di vista siano ascoltati, • profondamente deliberativo: la deliberazione richiede che il gruppo abbia accesso a tutte le informazioni necessarie, in una forma comprensibile, un ambiente in cui il gruppo possa ragionare sull’argomento per capirlo e per riformularlo e per muoversi verso il piano comune. La deliberazione non è dibattito, è dialogo aperto e discussione ragionata, • estremamente influente: un esercizio dovrebbe permettere ai partecipanti di modificarsi gli uni con gli altri e, soprattutto, di influenzare i decision maker, che dovrebbero riconoscere il grado di rilevanza dell’evento. Habermas (6), il referente teorico della democrazia deliberativa, sostiene che essa è un metodo che ha per obiettivo la costruzione ed il raggiungimento del consenso su cinque punti possibili: sulla rappresentazione dello stato del mondo e sulla 16 7 definizione del problema (consenso situazionale), sul ‘bene comune’ (consenso valoriale o normativo), sulle alternative di scelta praticabili e accettabili (consenso sul trattamento dell’argomento), sulla scelta, ossia sul compromesso raggiunto (consenso decisionale in senso proprio), sulle ragioni della scelta (backward or epistemological consensus). Per altri autori, invece, è sufficiente raggiungere il consenso sulla scelta collettiva finale: un processo deliberativo deve portare ad un accordo motivato, senza pretendere che le ragioni della scelta siano identiche per ogni partecipante. Secondo Sartori (7) invece “La decisione deve essere presa all’unanimità, anche se questo comporta il rischio di una paralisi del processo decisionale. Il costo dell’unanimità è tollerabile solo per piccoli gruppi. Si potrebbero istituire tanti piccoli comitati, ma: l’iter decisionale verrebbe frazionato, si allungano i tempi decisionali e aumentano i costi di coordinazione”. Tra i promotori dell’esperienza qui presentata si è discusso e deciso che fosse indispensabile che l'accordo non fosse raggiunto a maggioranza, ma all'unanimità (o quasi, per evitare la paralisi), in quanto il processo deliberativo dovrebbe procedere letteralmente come se il gruppo avesse una sola “anima”, tendente al bene comune. E' importante comunque trovare un’approssimazione del principio di inclusività che riesca a stabilire un complesso equilibrio tra le ragioni della funzionalità e quelle della rappresentanza. Nel 2002, Bobbio (1) ha individuato due strade percorribili per selezionare i deliberatori: • il campionamento a random che assicura una maggiore rappresentatività e, quindi, riprodurrebbe la deliberazione di comuni cittadini, • il campionamento ragionato che non risponde al requisito di rappresentatività dell’universo, ma assicura che siano presenti tutti i punti di vista rilevanti sul tema dibattuto, in modo che la deliberazione si svolga tra gli stakeholders, indipendentemente dal loro peso numerico. Affinché un processo sia deliberativo è necessario che siano presenti tutti i punti di vista su una data questione o che siano rappresentati tutti gli interessi in gioco, o quantomeno è necessario che vi sia un’approssimazione dell’inclusività e della rappresentanza. Quando viene fatta la selezione dei partecipanti, bisogna tener conto che la rappresentatività e l’inclusività sono sempre criticabili e che la composizione del gruppo deliberativo dovrebbe apparire ragionevolmente inclusiva. Per valutare la deliberazione bisognerebbe inoltre valutare: il processo, l’output decisionale, valutando se effettivamente esso rappresenta una soluzione ottimale, e le conseguenze e l’impatto del processo e dell’output decisionale sulla collettività. La discussione si deve svolgere sulla base di un insieme, ampio e strutturato, di regole condivise per indurre i partecipanti ad usare argomenti imparziali fondati sul bene pubblico e ad ascoltarsi. Alla discussione deve essere presente un mediatore o facilitatore: costui può essere un rappresentante delle istituzioni (politici), di enti indipendenti o un professionista esperto in mediazione dei conflitti, conduzione della discussione e gestione di piccoli gruppi. Il mediatore deve essere neutrale, nel senso che non deve avere interessi relativi alla posta in gioco, ha la responsabilità del 16 8 buon esito del processo e promuove soluzioni accettabili da tutti. Inoltre il setting dovrebbe presentare queste caratteristiche: • principi di trasparenza delle discussioni e del loro esito: deve essere garantito il massimo di pubblicità, mentre vanno evitati ogni forma di occultamento, • tempi: deve essere garantita una durata delle riunioni, degli interventi di ciascun partecipante, e delle fasi di lavoro sufficiente a garantire la qualità del processo deliberativo, • informalità: promuovere un linguaggio non tecnico in modo da facilitare un’interazione tra tutti i partecipanti. I processi di democrazia deliberativa non sono regolati e questo comporta un elevato rischio di irrilevanza delle conclusioni cui si perviene, in quanto non giuridicamente vincolanti, ed il rischio maggiore è quello di un mancato recepimento delle soluzioni deliberative da parte delle autorità competenti. Per questo motivo è essenziale che gli esercizi deliberativi prevedano sin dalla progettazione una attività di disseminazione dei risultati verso tutti gli stakeholders, in modo che la deliberazione possa essere efficacemente recepita nei network decisionali ufficiali (8-11). In tabella sono riassunte varie metodologie utilizzate nelle politiche partecipative (alcune deliberative, altre no) e le relative caratteristiche. Metodo/Campione citizens juries un piccolo campione stratificato di cittadini (10-25), selezionati random planning cells 25 cittadini ricevono un compenso dal committente istituzionale televoting i cittadini vengono contattati telefonicamente in modo random possono accettare o meno di ricevere il materiale informativo sull’argomento electronic town meeting un incontro pubblico tra cittadini che sono stati selezionati o si sono iscritti Caratteristiche selezione casuale dei ‘giurati’, dibattito con gli esperti, eventuale esposizione delle conclusioni provvisorie alla platea con interventi integrativi del pubblico, stesura delle raccomandazioni in un documento scritto e pubblicazione della relazione finale i partecipanti ricevono informazioni da parte degli esperti per 4 giorni; il committente riceve un rapporto che prospetta soluzioni auspicabili e consiste in verdetti non vincolanti per policy-makers quando il campione di cittadini rispondenti raggiunge un livello di rappresentatività sufficiente della popolazione, i cittadini accedono al televoto. I risultati della consultazione vengono distribuiti a stampa, politici e parti interessate La discussione si svolge in gruppi di 10-12 persone per tavolo, con facilitatore e assistente che invia i commenti ad un elaboratore centrale ed allo staff. I partecipanti ricevono del materiale informativo o assistono a interventi di esperti sull’argomento e possono esprimere le proprie preferenze, attraverso un telecomando, rispetto a domande e opzioni di risposta proiettate su un maxi schermo. I risultati di voto e commenti vengo riportati in un report, sotto forma di raccomandazioni, che viene distribuito sia ai partecipanti, sia ai decision makers e alla stampa 16 9 deliberative polling campione di 300-350 cittadini consensus conference campionamento ragionato, per assicurare la rappresentanza degli stakeholder open space technology un gruppo di persone interessate al problema arene deliberative 30-40 persone scelte in modo ragionato nell’arco di 2 o 3 giorni il problema viene discusso. I partecipanti, dopo aver compilato un questionario, vengono invitati a consultare il materiale informativo e la documentazione e possono porre domande a esperti e politici. In seguito si svolgono delle sessioni di discussione plenaria e in piccoli gruppi (tavoli) e, al termine, ai partecipanti viene chiesto di compilare di nuovo il questionario per valutare l’eventuale variazione delle opinioni e, quindi, delle preferenze. E’ prevista la presenza di un mediatore nel corso di una fase preparatoria i cittadini vengono informati e discutono l’argomento, in presenza di un facilitatore con competenze sull’argomento. Durante la conferenza di consenso vera e propria si svolgerà la discussione tra cittadini, politici ed esperti. Un documento conclusivo è redatto dai cittadini ed è messo a disposizione dei politici e di chiunque sia interessato alla questione discussa un gruppo di persone si incontra per 1-2 giorni in spazi aperti o in spazi comuni più ristretti per arrivare in tempi brevi ad una soluzione innovativa e condivisa. In questi gruppi ci sono solo facilitatori comunicativi. Tutti coloro che vogliono e che trovano la discussione interessante possono partecipare; viceversa, chi trova la discussione non interessante o ritiene di non avere nessun contributo da dare può lasciare l’evento le arene deliberative sono create ad hoc per trattare specifici temi, sono più spesso create dall’alto che promosse dal basso ( le arene deliberative operano in base ad una delega istituzionale), sono altamente strutturate, non sono regolate dalla legge e non hanno poteri giuridici, ma sono il risultato di una mediazione tra gli stessi partecipanti. Le arene deliberative sono assistite da mediatori o facilitatori professionali Nelle pagine che seguono verrà descritta la metodologia utilizzata per applicare il metodo deliberativo a un quesito biopolitico, riguardante l'opportunità di uno screening di popolazione per i portatori sani di una malattia genetica, la fibrosi cistica. Data la natura della domanda, il setting di sanità pubblica e le risorse disponibili, si è ritenuto che la metodologia più adatta fosse quella delle Giurie dei cittadini, alle quali in particolare si può applicare il criterio del campionamento random, in quanto i giurati possono essere rappresentativi solo della popolazione generale e non di particolari punti di vista o stakeholders. Quello delle “Giurie dei cittadini” è un modello di democrazia deliberativa (12) che presenta le seguenti caratteristiche: 10 16 • una dimensione democratica, cioè deve essere coinvolto un campione rappresentativo della popolazione su cui ricadranno gli effetti della scelta, • una dimensione deliberativa, cioè la decisione finale si costruisce attraverso la valutazione e la discussione collettiva di tutti i punti di vista su una data questione e su tutti i vantaggi e gli svantaggi di ogni proposta avanzata. Il modello della “Giuria” prevede quindi che un gruppo rappresentativo della popolazione, senza interessi specifici sul tema in questione e adeguatamente informato, possa deliberare negli interessi della collettività. Diverse esperienze (3, 12, 13, 14, 15) testimoniano che la collaborazione tra cittadini, professionisti e decisori sanitari permette di ottenere risultati di maggior impatto, nonché maggiormente accettati dalla collettività. La democrazia deliberativa deve essere intesa come un processo dove le preferenze iniziali sono trasformate per tenere conto dei punti di vista degli altri. L'analogia con le Giurie popolari - che partecipano ai processi ed emettono sentenze da cui possono dipendere la libertà o la vita (dove sussiste la pena capitale) di cittadini - può essere utile per comprendere la possibile legittimità ed efficacia di decisioni assunte “in nome del popolo” da un piccolo gruppo di cittadini comuni, ai quali vengano forniti tutti gli elementi di giudizio disponibili. NOTA PER LA LETTURA Nella pagine successive viene descritta l’esperienza della Giuria dei cittadini promossa sul tema del portatore sano del gene fibrosi cistica. Il manuale riporta l’iter, i metodi e gli strumenti utilizzati adattati al tema considerato e alle condizioni di fattibilità del progetto. GIURIE DEI CITTADINI E FIBROSI CISTICA La scoperta del gene FC responsabile della fibrosi cistica ha permesso la messa a punto di un test genetico per identificare il «portatore» del gene della malattia. Essere «portatore» significa avere nel proprio corredo genetico la presenza di un singolo gene FC mutato, senza avere alcun segno di malattia: la malattia infatti si manifesta solo quando si ereditano due geni FC mutati, uno dalla madre e uno dal padre. Trattandosi di una patologia genetica ereditaria, il «portatore» può quindi trasmettere la mutazione ai figli. Il test per il portatore del gene FC è un test genetico e consiste in un normale prelievo di sangue, da cui poi vengono estratte alcune cellule. Da queste viene estratto e analizzato il DNA per stabilire se contiene un gene FC alterato. Data la numerosità delle mutazioni del gene FC (circa 1800), il test non ha la capacità di identificare tutte le mutazioni e la sua attendibilità è di circa l’80%. Quindi 4 portatori su 5 possono essere identificati dal test, ma uno su 5 non verrà individuato. Questi test, anche se negativi, non sono in grado di escludere del tutto che una persona possa essere portatrice di fibrosi cistica: la probabilità di essere portatori può essere molto diminuita, ma non completamente esclusa. I familiari di un malato (fratelli, zii, cugini, sia da parte del padre che della madre) hanno maggiori probabilità rispetto a chi non ha casi di fibrosi cistica in famiglia di 11 16 essere portatori del gene FC. Avendo maggiori probabilità di essere portatore, il familiare di un malato ha maggior rischio di avere un figlio affetto da FC. Per questo, quando ha in programma di avere figli, è fortemente raccomandato che esegua il test genetico per sapere se è portatore, assieme al/la partner. Chi non ha casi di fibrosi cistica in famiglia appartiene alla “popolazione generale”. Una persona della “popolazione generale” ha una probabilità su 25 (il 4%) di essere portatore del gene della fibrosi cistica. Come già visto, essere portatore di una mutazione del gene della fibrosi cistica non implica nessun problema di salute. Però implica il rischio di avere figli malati, se anche il partner è un portatore. Per individuare le coppie di portatori prima che concepiscano, si potrebbe perciò pensare di condurre uno screening sull'intera popolazione. Tuttavia, per i limiti tecnici del test e per l’assenza di un’organizzazione sanitaria in grado di diffonderlo su scala nazionale, in Italia e nella maggior parte dei Paesi industrializzati, le organizzazioni medico-scientifiche e le stesse autorità sanitarie non si sono ancora espresse a favore di una pratica di screening dei portatori del gene FC, come di molte altre malattie genetiche meno frequenti. Poiché non esiste né una normativa né un orientamento condiviso, il test genetico per il portatore FC oggi in Italia raramente viene proposto alle coppie che hanno in programma di avere figli. Uno studio osservazionale pubblicato descrive gli effetti di due diversi approcci, applicati nel Nord Est italiano, riguardo lo screening dei portatori sani (eterozigoti) di una mutazione del gene per la fibrosi cistica (16, 17). In Veneto e in Trentino AltoAdige da molti anni è attivo lo screening neonatale per la fibrosi cistica, ed è quindi facile seguire nel tempo quanti neonati nascono con quella malattia ereditaria. L’obiettivo dello screening neonatale, cioè diagnosticare precocemente i malati, è concettualmente molto diverso da quello dello screening del portatore, che prevede un esame genetico per individuare tra gli adulti in età riproduttiva i portatori sani (i cosiddetti eterozigoti, cioè coloro che hanno una sola copia del gene mutato e quindi non sono malati, ma possono trasmettere la malattia a un figlio se anche l'altro genitore è portatore di una mutazione simile). Negli ultimi 10-15 anni nella parte occidentale del Veneto ed in Trentino Alto-Adige il test del portatore è stato utilizzato con cautela, ed offerto principalmente a coloro che hanno già un caso di fibrosi cistica in famiglia, sempre in associazione ad un colloquio individuale di consulenza genetica. Questo anche in considerazione del fatto che i portatori sani sono molto frequenti: circa una persona su 25 in Italia. Da una decina d'anni però l'Università di Padova ha adottato una diversa linea e ha avviato una campagna di offerta attiva del test genetico alla popolazione generale. Col risultato che nella parte orientale della regione si sono eseguite negli ultimi anni decine di migliaia di test, individuando migliaia di portatori della mutazione e decine di coppie in cui entrambi sono eterozigoti e che, quindi, rischiano di avere figli malati. A seguito di questa attività, nella parte orientale della regione Veneto il numero di nuovi nati con la fibrosi cistica è sceso anno dopo anno sino quasi ad annullarsi: il numero era attorno a 4 ogni 10.000 neonati agli inizi degli anni '90 ed è ora inferiore a 12 16 1 ogni 10.000. Mentre nulla di tutto ciò è avvenuto nella parte occidentale del Veneto e in Trentino-Alto Adige, dove il test continua a essere offerto solo alle famiglie a rischio. I ricercatori del Centro Fibrosi Cistica di Verona, che hanno pubblicato questi dati, non sanno quali scelte riproduttive hanno compiuto le coppie di eterozigoti individuate a Padova e dintorni, ma appare chiaro che l'informazione è stata usata per limitare le nascite di bambini malati. I dati pubblicati possono essere il punto di partenza per arrivare a una decisione esplicita e condivisa riguardo questo screening, per stabilire se debba o no essere offerto attivamente alla popolazione italiana e con quali obiettivi. Non c'è dubbio infatti che sinora si è svolto una specie di esperimento involontario, in cui le popolazioni delle due metà del Veneto hanno avuto solo il ruolo passivo di rispondere a una diversa “offerta” sul mercato delle opzioni mediche, senza poter esercitare alcuna scelta su quale sia la politica più desiderabile. Anche in questo caso il compito del decisore potrebbe essere opportunamente supportato dalle deliberazioni di Giurie di cittadini, esposte a un'informazione completa, chiara e veritiera sull'argomento. La fonte scientifica primaria per questa informazione può essere individuata in un documento di consenso europeo, elaborato nell'ambito delle società scientifiche europee della fibrosi cistica (18). Il documento, completo e articolato, riassume i vantaggi e gli svantaggi dello screening dei portatori e presenta gli standard di qualità per condurre un programma in maniera efficace, sicura ed etica, ma esplicitamente non affronta la domanda se lo screening debba essere attuato o meno, proprio perché si tratta di una questione biopolitica e non tecnica o scientifica in sé. A fronte di questi risultati, si apre per la fibrosi cistica un importante dibattito sull’opportunità di scegliere tra due diverse strategie di screening, ciascuna con un suo impatto sulla persona e sulla collettività. La scelta di una offerta attiva di screening del portatore a livello di popolazione non dovrebbe essere fatta da autorità sanitarie nazionali o locali senza una consultazione delle preferenze dei cittadini su cui ricadono gli effetti delle decisione. Per tale motivo è stato proposto un progetto pilota di ricerca sulla democrazia deliberativa applicata allo screening per i portatori di fibrosi cistica, concentrato nell’area veronese, che prevede l'utilizzo di quelle che vengono definite “Giurie dei cittadini”. L’obiettivo di questo progetto è quello di discutere sull’opportunità che il Sistema Sanitario debba offrire il test diagnostico in modo attivo a tutte le coppie, oppure solamente a quelle coppie con una storia di malattia in famiglia. LA FASE PREPARATORIA Attori del progetto Per la conduzione del progetto è necessario: • il Comitato Promotore (CP), il cui compito è di coordinare tutte le fasi del progetto, dalla selezione dei membri della Giuria alla divulgazione dei risultati. Inoltre si occupa della messa a punto, in collaborazione con il Comitato Tecnico- 13 16 • • • • Scientifico della domanda centrale da porre alla Giuria e le relative sotto domande; il Comitato Tecnico Scientifico (CTS), nominato dal Comitato Promotore ha il compito di supportare il Comitato Organizzativo in tutte le fasi scientifiche del progetto, tra cui l’informazione da dare alla Giuria, di mettere a punto la domanda centrale da porre alla Giuria e le relative sotto domande, nonché di suggerire esperti e testimoni per il dibattito di fronte alla Giuria; il Comitato Organizzativo (CO), ha il compito di coordinare le fasi organizzative del progetto; la Giuria ha il compito di partecipare a tutti i momenti di informazione e discussione e di svolgere al proprio interno il processo deliberativo al fine di giungere alla formulazione di un verdetto finale e di un documento di motivazioni, uno sponsor, che sostenga economicamente il progetto. Nomina CTS Il CP nomina una decina di esperti da coinvolgere per il CTS. Per lo specifico del tema trattato, gli esperti devono coprire un ampio raggio di competenze, per cui vengono contattati un genetista, un dirigente medico, un medico laboratorista, un esperto negli screening genetici, uno psicologo, un ginecologo, un pediatra, un esperto di comunicazione, un rappresentante di pazienti affetti dalla patologia e un dirigente amministrativo di struttura sanitaria. Una volta individuati, si procede a contattare gli esperti via email, allegando loro il protocollo del progetto e una scheda di adesione. Viene fissata una data per una prima riunione di lavoro tra CP e CTS. Il CTS viene coinvolto in molte fasi dello sviluppo del progetto tramite riunioni o audioconferenze. LA DOMANDA PER LA GIURIA La messa a punto della domanda è uno dei passaggi importanti in un esercizio di Giurie dei cittadini. Oltre alla necessaria chiarezza, la domanda deve contenere l’essenza del tema in discussione. Nel caso in oggetto la domanda iniziale dalla quale è partita la discussione tra CP e CTS è stata: «Il Servizio Sanitario dovrebbe organizzare uno screening di popolazione per individuare i portatori sani di fibrosi cistica?». Nella stesura della domanda finale, che è avvenuta attraverso una discussione vis-à-vis e con diverse consultazioni via mail, si è voluto sottolineare: l’aspetto pubblico e collettivo del problema (il Servizio Sanitario), la necessità di mettere a punto un programma organizzato (screening), lo scopo (individuare persone caratterizzate dall’essere sane ma portatrici di una mutazione per la FC) e la possibilità (non certezza) di figli malati di FC. Dopo diversi rimaneggiamenti la domanda che è risultata soddisfare i diversi punti di vista è stata “Il Servizio Sanitario deve o no organizzare uno screening nella popolazione con lo scopo di individuare persone sane che potrebbero avere figli malati di fibrosi cistica?”. 14 16 Alla luce della discussione che ha portato a questa domanda, il CP ha articolato una sotto domanda a seconda della risposta alla domanda principale: Se Sì: • Il Servizio Sanitario, quali informazioni sul test e sulla fibrosi cistica deve fornire alle persone in età fertile perché possano avere figli in modo consapevole e responsabile? Se No: • Il Servizio Sanitario deve ugualmente informare le persone in età fertile sul rischio di fibrosi cistica e sulla disponibilità del test del portatore, per consentire di avere figli in modo consapevole e responsabile? Sono state poi articolate una serie di altre sotto domande cui rispondere indipendentemente dalla risposta principale fornita: • Quali aspetti del test del portatore devono essere evidenziati? • Quali aspetti della fibrosi cistica devono essere evidenziati? • Chi deve informare, in quale contesto e con quale modalità? • Ci sono cose che non si sanno e su cui si dovrebbe fare ricerca scientifica nell’ambito del test per il portatore sano? LA PREPARAZIONE DEL MATERIALE INFORMATIVO Il metodo delle “Giurie dei cittadini” prevede che i giurati debbano essere adeguatamente informati sul tema affinché possano deliberare negli interessi della collettività. Pertanto, il CP insieme al CTS hanno messo a punto il materiale informativo (Allegato 1) da consegnare alla Giuria quindici giorni prima della giornata. La preparazione del materiale informativo ha richiesto l’organizzazione di due riunioni vis-à-vis tra CP e CTS, più numerose corrispondenze via mail. Il materiale è stato pensato per essere inviato in forma cartacea (e successivamente via mail) come una dispensa o un piccolo manuale. Il materiale messo a punto dal CP, in stretta collaborazione con il CTS, è stato organizzato nell’arco temporale di sei mesi attraverso la revisione di letteratura, la revisione di siti web italiani e internazionali specializzati in divulgazione sui temi FC, materiale già prodotto dalla Centro Fibrosi Cistica, Ospedale Borgo Trento di Verona, dalla Fondazione FFC-Onlus e dalla Lega Italiana Fibrosi Cistica-Onlus. Il materiale è stato rivisto nei contenuti sia dal CTS sia da un campione di rappresentanti del GRAL - Gruppo Rappresentanti di Associazioni e Laici (http://www.partecipasalute.it/cms_2/?q=gral) che ne hanno valutato sia la chiarezza espositiva sia la completezza. Al termine di questo processo il pacchetto informativo si componeva di una trentina di pagine suddivise in 5 macro aree, ognuna caratterizzata da un colore in modo da facilitarne la lettura: • cos’è il progetto • cos’è la fibrosi cistica • cos’è il test del portatore sano 15 16 • il test nella popolazione generale • cosa succede negli altri paesi e i costi. LA GIURIA Selezione dei componenti Il CP in piena autonomia ha proposto la metodologia e i criteri di inclusione da adottare per selezionare i componenti della Giuria, dopo averne comunque discusso e condiviso la modalità con il CTS. Data la natura localistica del progetto e le restrizioni imposte dal budget disponibile, si è deciso di limitare la selezione nel territorio di Verona e provincia e di contattare le associazioni (senza distinzione tra culturali, sportive e socio sanitarie, comunque non dedicate alla FC) presenti nell’Albo delle associazioni in interesse sociale - Provincia di Verona e nel Registro delle Entrate - Provincia di Verona. Questa strada è stata considerata la più facilmente percorribile perché: esisteva un elenco pubblico delle associazioni; si riteneva portasse a contattare un ampio campione di soggetti rappresentativo non selezionato a priori per età, sesso e scolarità; si riteneva portasse ad una buona risposta essendo queste persone già coinvolte nel mondo dell’associazionismo e quindi sensibili ai valori della collaborazione e della cooperazione. Altre ipotesi considerate - bando pubblico tramite giornali o manifesti, inviti tramite bacheche in Università, categorie professionali quali insegnanti/avvocati/dipendenti pubblici – sono state considerate più difficilmente percorribili o meno promettenti o fattibili (ad esempio per gli ostacoli legati alla privacy che si incontrerebbero con gli elenchi professionali). Il CP ha stabilito un numero intorno a 15 giurati e i seguenti criteri di inclusione: • età compresa tra i 30 e i 65 anni con qualsiasi scolarità; • frequenza di almeno due anni nell’Associazione; • assenza di legami diretti o indiretti con la fibrosi cistica; • disponibilità esplicita a leggere con attenzione il materiale informativo; • disponibilità esplicita a partecipare in modo attivo alla giornata. Inizialmente si prevede di selezionare i candidati alla Giuria attraverso il coinvolgimento delle Associazioni Onlus (senza legami diretti con la fibrosi cistica) della provincia di Verona. Tramite il Registro Provinciale delle Associazioni (reperibile in internet) sono stati recuperati gli indirizzi email di circa 255 Associazioni Onlus. Ai Presidenti delle Onlus viene inviata una lettera accompagnata da una scheda di adesione (Allegato 2) in cui inserire al massimo tre nominativi di persone che ritengono interessati all’iniziativa. Vengono effettuati quattro invii/solleciti nell’arco di un mese. In seguito alla scarsa risposta, il CP decide di estendere l’invito a tutte le Associazioni rimanenti nel Registro Provinciale delle Associazioni (636). Viene inviata una nuova lettera accompagnata dalla scheda di adesione. Vengono eseguiti due inviti nell’arco di un mese. Dopo aver contattato in totale 891 Associazioni (Onlus e non Onlus), solo 17 associazioni forniscono dei nominativi arrivando ad avere un totale di 34 candidati 16 per la Giuria. Il CP procede alla selezione dei membri della Giuria, inviando ai 34 candidati una email accompagnata da una scheda di adesione (Allegato 3) in cui vengono poste delle domande le cui risposte sono utili per selezionare i giurati. Dopo l’invio della email, vengono fatti due solleciti telefonici. Confermano la propria adesione 24 persone. Al fine di bilanciare il campione, i candidati vengono classificati in base al sesso, all’età e alla scolarità. Si ottiene la seguente composizione: Caratteristiche dei 24 candidati alla Giuria Sesso Maschi Femmine 12 (50%) 12 (50%) Età 30-44 anni 45-54 anni 55-65 anni 7 (29%) 7 (29%) 10 (41%) Scolarità Medie inferiori Medie Superiori Laurea 2 (8%) 11 (46%) 11 (46%) Tenendo presente che la Giuria deve essere composta da una quindicina di persone e che due candidati hanno legami con la fibrosi cistica (da non considerare in accordo ai criteri di inclusione), il CP sulla base di questi risultati seleziona sedici persone che per caratteristiche possano essere al meglio rappresentative della popolazione generale. Queste le loro caratteristiche: Caratteristiche dei 16 giurati (*) Sesso Maschi Femmine 9 (56%) 7 (44%) Età 30-44 anni 45-54 anni 55-65 anni 3 (19%) 5 (31%) 8 (50%) Scolarità Medie inferiori Medie superiori Laurea 2 (12%) 7 (44%) 7 (44%) (*) La Giuria era composta inizialmente da 16 persone, due delle quali hanno rinunciato in corso d’opera, per ragioni personali, a partecipare I candidati selezionati vengono contattati e informati via email. Il CO, insieme al CP, mette a punto un indirizzario con nome, cognome, indirizzo postale, indirizzo di posta elettronica e numero di telefono. Circa quindici giorni 17 16 prima della giornata della Giuria, tutti i giurati vengono contattati telefonicamente dal CO per l’ultima conferma. Per ogni giurato è stato previsto un rimborso spese viaggio pari a 50 euro. L’ORGANIZZAZIONE DELLA GIORNATA Per ragioni legate alla disponibilità dei fondi, le previste due giornate di lavoro della Giuria si riducono ad una sola giornata. I tempi sono stati quindi contratti sia per quanto riguarda la parte relativa all’informazione e discussione con gli esperti, sia per quanto riguarda la discussione interna. Si è deciso di dividere la giornata in due parti: una prima (mattina) con due relazioni tematiche seguite da discussione riservata ai componenti della Giuria (“Il test: che cosa è e come è offerto al momento in Italia e in altri Paesi” e “Problematiche di pazienti e familiari con fibrosi cistica”) cui segue un video con la testimonianza di tre soggetti che si erano sottoposti al test e un dibattito moderato da una giornalista che ha visto contrapporsi due relatori: uno per le ragioni del Si e uno per le ragioni del No. Una seconda (pomeriggio) per la deliberazione della Giuria. La giornata è iniziata alle 9.30 della mattina e dopo la pausa pranzo la Giuria ha iniziato il suo lavoro a porte chiuse alla presenza di un facilitatore. La Giuria è rimasta riunita fino alle 18, accordandosi per la risposta al quesito principale e per le sotto domande. La discussione della Giuria è iniziata con un giro di presentazione e un giro di opinioni sul tema in oggetto, a questa è seguita una libera discussione moderata per cercare di dare spazio a tutti i presenti. Presenza di pubblico: non è stata fatta specifica pubblicità per l’incontro pertanto lo stesso non può essere classificato come “evento aperto e pubblico”. Tuttavia non sono state fatte particolari restrizioni e alcune persone, a conoscenza del progetto, hanno chiesto e ottenuto di partecipare, tra queste giornalisti, medici e rappresentanti di associazioni di malati. A tutte queste persone è stato però chiesto di non intervenire nella discussione che era riservata ai componenti la Giuria e agli esperti partecipanti al dibattito. Tutta la mattina è stata video registrata e messa on line in tempo reale in streaming (http://www.partecipasalute.it/cms_2/node/1882), tutto il pomeriggio è stato audio registrato dal facilitatore allo scopo di mantenere traccia della discussione per la reportistica del progetto. E’ da segnalare che due giurati hanno abbandonato i lavori nel corso della discussione del pomeriggio. Le motivazioni addotte sono state di carattere personale non correlabili a difficoltà incontrate o disaccordo rispetto ai lavori in corso. LE MOTIVAZIONI DELLA GIURIA Al termine della giornata la Giuria si è semplicemente espressa con un SI rispetto al quesito proposto. La Giuria ha avuto quattro settimane per scrivere e condividere le motivazioni della deliberazione espressa. Il facilitatore ha messo a punto un primo documento che è stato rivisto, integrato ed approvato da tutti i componenti della Giuria. La redazione del documento non aveva una traccia da seguire quindi il 18 16 facilitatore e la Giuria lo hanno organizzato seguendo la traccia della discussione fatta durante i lavori della Giuria. Il documento è stato poi consegnato al CP che ha provveduto alla sua divulgazione, copia del documento finale è riportata in Allegato 4. I MOMENTI VALUTATIVI Sono stati previsti alcuni momenti valutativi. Giuria valutazione pre Al fine di valutare l’efficacia, la comprensione da parte dei giurati delle informazioni contenute nel materiale informativo e le loro aspettative, il CP ha messo a punto un breve questionario da somministrare all’inizio della giornata della Giuria. Il questionario (Allegato 5) è costituito da 10 domande. Sette domande riguardano gli argomenti inclusi nel materiale informativo e ciascuna prevedeva una risposta corretta. Una riguarda la valutazione del materiale e due le aspettative del giurato per questa esperienza. Il questionario è stato consegnato in forma anonima all’inizio della mattinata e subito ritirato, i dati sono stati elaborati in modo aggregato. Giuria valutazione post Al termine della giornata è stato consegnato un secondo questionario (Allegato 6) mirato a raccogliere commenti e suggerimenti sull’intero processo. Il questionario è stato re-inviato al CP via posta o mail da ogni giurato. Componenti CTS Dopo la pubblicazione delle motivazioni è stata chiesto a tutti i componenti CTS un commento, in particolare su: - il metodo delle Giurie dei cittadini utilizzato (fattibilità, efficacia, equilibrio dell'informazione fornita, utilità), - le motivazioni addotte dai giurati (livello di approfondimento su tutti gli aspetti, coerenza, adeguatezza). Facilitatore Al termine della messa a punto del materiale è stato chiesto un rapporto sugli aspetti della discussione ed in generale sullo svolgimento della giornata. DISSEMINAZIONE DELLA DELIBERAZIONE E DELLE MOTIVAZIONI Il documento finale è stato divulgato attraverso diversi canali: disseminazione diretta ai professionisti, agli stakeholder e ai decisori appartenenti ai network della fibrosi cistica, della sanità pubblica (invio a tutti gli Assessorati sanità regionali) e degli screening organizzati. Inoltre sono stati pubblicati articoli su siti, riviste e newsletter delle istituzioni e degli enti a diverso titolo coinvolti o interessati. Verranno attivati canali divulgativi verso il pubblico su carta o elettronici (compresi strumenti web 2.0). Il documento finale è stato inviato inoltre ad un gruppo di persone interessate o agli aspetti metodologici del progetto o a quelli clinici (ad esempio presidenti società scientifiche area genetica/fibrosi/pediatria) richiedendo specificatamente commenti 19 16 ed impressioni sull’esperienza fatta. Il materiale è stato raccolto e andrà ad arricchire un dossier finale del progetto. Compatibilmente con il budget disponibile, una giornata di studio multidisciplinare da organizzare anche con le associazioni rappresentanti pazienti e famigliari è altamente auspicabile. LE GIURIE DEI CITTADINI SOTTO LA LENTE D’INGRANDIMENTO: PRO E CONTRO Nel complesso il CP e il CTS si ritengo soddisfatti di questa prima esperienza di Giurie dei cittadini e ritengono che il modello sia facilmente esportabile in altri contesti o aree geografiche. Durante l’intero percorso sono comunque emerse diverse criticità che vengono di seguito esposte al fine di migliorare il modello. Materiale informativo Nel complesso è risultato chiaro ed esaustivo. Certamente l’equilibrio tra livello di informazione da raggiungere e quantità di materiale da fornire non è facile, considerato che l’obiettivo deve essere quello di dare informazioni semplici su un argomento complesso senza confondere i giurati. Dalla analisi del questionario preincontro risulta che il 44% dei giurati ha cercato ulteriori informazioni via internet. Dall’analisi delle domande sulle conoscenze acquisite risulta che i giurati hanno acquisito molte delle informazioni date: • 94% Risposta corretta alla domanda: secondo Lei, in un malato di fibrosi cistica è il polmone l'organo più colpito? • 88% Risposta corretta alla domanda: secondo Lei, è corretto dire che una persona che risulta positiva al test del portatore di fibrosi cistica è una persona malata? • 88% Risposta corretta alla domanda sul significato di un test negativo. Alcune informazioni risultano però più ostiche da comprendere o ricordare. Per esempio: • 56% Risposta corretta alla domanda: secondo Lei, una coppia di portatori di fibrosi cistica qual probabilità ha di avere un figlio malato di fibrosi cistica? • 44% Risposta corretta alla domanda: secondo Lei, quanti sono i bambini che approssimativamente ogni anno nascono malati di fibrosi cistica? • 38% Risposta corretta alla domanda: secondo Lei, per un familiare di una persona affetta da fibrosi cistica, il test del portatore è a carico del Sistema Sanitario? Svolgimento della Giornata E’ chiaro che avere a disposizione una sola giornata per concentrare il dibattito tecnico e la discussione della risposta da dare è stato penalizzante. Il modello proposto in origine e poi abbandonato per questioni legate al budget – due giornate, la prima dedicata agli aspetti tecnici con confronto di tutti gli esperti, la seconda dedicata al dibattito – è sicuramente vincente non solo per non avere tempi troppo stretti ed incalzanti ma anche per fare in modo di creare un clima di conoscenza e 20 16 collaborazione tra i giurati e tra giurati e facilitatore finalizzato a migliorare lo svolgimento del dibattito. Il dibattito tra le ragioni del Sì e le ragioni del No non è risultato del tutto convincente ed equilibrato: la maggior parte dei giurati ha interpretato il dibattito come un gioco delle parti, attribuendo ai due relatori comunque un parere favorevole verso lo screening del portatore sano. E’ mancato un approfondimento sui costi della malattia e dello screening, per alcuni questo aspetto avrebbe meritato una relazione. Giurati Il modello utilizzato del registro delle associazioni ha mostrato di non essere efficace come ci si sarebbe aspettato, per lo meno in area veronese. La associazioni hanno risposto in modo inferiore alle attese, non cogliendo il senso della richiesta di partecipazione. Questo aspetto va approfondito, per comprendere i fattori che hanno impedito che l'invito venisse accolto come un'opportunità di empowerment. Tra le possibili spiegazioni, alcune potrebbero essere da imputare a mancanze del CP [non è stata abbastanza chiara la comunicazione tramite invito?, lo strumento email per l’invito è dispersivo/troppo avanzato?], alle associazioni stesse [non interesse verso argomenti non correlati alle finalità dell’associazione, peculiarità della richiesta di partecipazione, poca conoscenza del metodo delle Giurie dei cittadini, poca disponibilità di volontari]. Alcuni giurati hanno lamentato di non aver avuto ben chiaro il loro ruolo, e avrebbero desiderato che un tempo maggiore fosse dedicato a spiegare più dettagliatamente il metodo delle Giurie dei cittadini, le aspettative rispetto al ruolo e alle attività della Giuria, le modalità di svolgimento del pomeriggio. Alcuni giurati, dato l’invito da parte di un Istituto di Ricerca a partecipare ad un progetto sostenuto da una fondazione no-profit, hanno creduto di essere stati chiamati per sostenere una presunta campagna per promuovere lo screening del portatore. Per alcuni quindi non è stato sufficientemente chiaro che la Giuria non era chiamata a sostenere una posizione preconfezionata dall'esterno, ma doveva svolgere al suo interno un confronto per arrivare a compiere una scelta nell’interesse non di una singola associazione ma della collettività. Il fatto che i giurati appartenessero ad associazioni di volontariato ha rafforzato per certi aspetti questo tipo di interferenza. Infine un'osservazione sulle caratteristiche dei giurati, che risultavano in particolare squilibrati rispetto alla scolarizzazione (la maggior parte con licenza media superiore o laurea): d’altra parte è pur vero che le persone con un maggior livello di istruzione tendono a partecipare maggiormente a questo genere di iniziative. Il gruppo da cui si poteva attingere, composto alla fine da sole 24 persone contro il centinaio atteso, era d'altronde troppo limitato per consentire un miglior bilanciamento. 21 16 Bibliografia 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. Bobbio L. Come smaltire i rifiuti. Un esperimento di democrazia deliberativa. Stato e Mercato 2002; 64: 101-141. Pathé Gueye S. Espace public et démocratie délibérative. La Pensée 2000 ; 321 : 71-81. http://democraziadeliberativa.biennaledemocrazia.it/2010/12/07/la-prima-giuria-deicittadini/ access 16/10/2012. http://www.european-citizens-consultations.eu/ access 16/10/2012. Carson L. 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Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, Milano Zadig Agenzia di Editoria Scientifica, Milano Centro Fibrosi Cistica, Ospedale Borgo Trento, Verona Un progetto sostenuto da Materiale confidenziale ad uso del progetto “Giurie dei cittadini”, non diffondere 1 Gentile Partecipante, il materiale informativo contenuto in questo documento è organizzato per permetterle di avere tutte le informazioni utili per partecipare a questo progetto, segua la….. linea per conoscere che cos’è il progetto Giuria dei cittadini linea per informazioni sulla fibrosi cistica linea per sapere che cosa è il test del portatore sano linea per informazioni sul test del portatore sano nei familiari e nella popolazione linea per sapere cosa succede negli altri paesi e i costi del test Un glossario di alcuni termini medico-scientifici è disponibile alla pagina 26. Può trovare informazioni di approfondimento sui siti: • Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica - Onlus http://www.fibrosicisticaricerca.it • Lega Italiana Fibrosi Cistica - Onlus http://www.fibrosicistica.it • Società Italiana Fibrosi Cistica http://www.sifc.it • PartecipaSalute http://www.partecipasalute.it/cms_2/node/1840 2 23 16 24 16 La «Giuria dei cittadini»: che cos’è… Numerose esperienze testimoniano che la collaborazione tra cittadini, professionisti sanitari e decisori sanitari permette di ottenere risultati di maggior impatto, nonché maggiormente accettati dalla collettività. Esistono diversi metodi di coinvolgimento di cittadini e pazienti, ognuno con le proprie caratteristiche. Il modello Giuria dei cittadini è un modello di democrazia deliberativa. La democrazia deliberativa ha: una dimensione democratica, cioè devono poter essere coinvolti tutti coloro su cui ricadranno gli effetti della decisione una dimensione deliberativa, cioè la decisione finale si costruisce attraverso la valutazione e la discussione collettiva di tutti i punti di vista su una data questione - ad esempio «organizzare il test della fibrosi cistica con lo scopo di individuare persone sane che potrebbero avere figli malati di fibrosi cistica » - e su tutti i vantaggi e gli svantaggi di ogni proposta avanzata. Perché un processo sia deliberativo è necessario che sia disponibile un’ampia e corretta informazione su tutti gli interessi in gioco. In poche parole… … il modello della Giuria dei cittadini presuppone che gruppi di cittadini, che hanno ricevuto informazioni chiare, trasparenti e complete su un determinato argomento, possano deliberare efficacemente, cioè il più possibile in modo unanime, in considerazione dell’interesse collettivo e non di interessi particolari. 3 La fibrosi cistica: che cos’è… La fibrosi cistica (FC) è una malattia genetica, quindi trasmessa per via ereditaria: chi nasce malato ha ereditato un gene «difettoso» da entrambi i genitori. La malattia è provocata dall’assenza, o dal mal funzionamento, di una proteina (CFTR). L’insorgenza, la gravità e l’evoluzione della malattia possono essere diverse da una persona all’altra. I disturbi più frequenti sono tosse cronica, infezioni respiratorie, malnutrizione e scarsa crescita. In Italia, circa 1 persona su 3500 nasce malata di fibrosi cistica. La situazione In Italia vengono diagnosticati circa 200 nuovi casi all'anno; l'incidenza della malattia è probabilmente simile in tutte le regioni d'Italia ed è di 1 neonato malato su 3500 nati sani. Grazie ai progressi fatti dalla ricerca e alle cure, i bambini che nascono oggi con fibrosi cistica hanno una aspettativa media di vita di circa 40 anni. Quando la malattia fu scoperta, circa cinquant’anni fa, la maggior parte dei nati con fibrosi cistica non superava l’infanzia. Oggi si stima, data la mancanza di dati nazionali aggiornati, che i malati viventi siano intorno ai 4.000; in realtà sembrerebbero di più, tenuto conto che vi sono ancora limiti nel loro riconoscimento, particolarmente per le forme meno gravi di malattia. 4 25 16 I polmoni sono di solito la parte dell’organismo più colpita. L’assenza della proteina CFTR porta ad un ispessimento del muco che ricopre le mucose respiratorie e facilita l’insediamento di batteri che finiscono per danneggiare la struttura dei polmoni. Il trattamento di solito comprende esercizi di fisioterapia respiratoria quotidiani, aerosol per fluidificare il muco e nelle infezioni acute anche gli antibiotici. Nelle fasi avanzate della malattia può essere necessario l’uso di ossigeno e può anche essere considerata l’opportunità di un trapianto di polmone. Digestione Alcuni neonati possono manifestare nei primi giorni di vita un’ostruzione intestinale, chiamata ileo da meconio, che talvolta deve essere risolta con un intervento chirurgico. La maggior parte delle persone malate non digerisce adeguatamente i grassi contenuti negli alimenti, ha feci sfatte ed unte e può avere problemi di malnutrizione. Per sopperire alla mancanza di questi enzimi è necessario assumere ad ogni pasto delle capsule che li contengono. Alcune persone malate con il passare del tempo, in particolare nell’età adulta, possono sviluppare una forma di diabete. Il fegato può, in una piccola percentuale di malati, essere gravemente coinvolto, al punto da richiedere uno specifico trapianto. Il sudore di chi è malato è particolarmente salato per elevate concentrazioni di cloro. Per questo i bambini più piccoli possono essere a rischio di perdere grandi quantità di sali nei mesi più caldi, quando la sudorazione aumenta. Il test più utilizzato per diagnosticare la fibrosi cistica si chiama esame del sudore e si basa sul dosaggio del cloro. Fertilità maschile Nella grande maggioranza dei maschi affetti da fibrosi cistica il liquido seminale non contiene spermatozooi. Quindi, anche se l’attività sessuale è normale, c’è una condizione di infertilità. I maschi adulti con fibrosi cistica possono comunque avere figli tramite l’utilizzo di tecniche di fecondazione assistita. 5 La fibrosi cistica è una malattia genetico-ereditaria, cronica ed evolutiva. Ciascuno di questi aspetti ha un impatto a livello sociale, emotivo e psicologico per i pazienti e le famiglie. La natura genetico-ereditaria della malattia assume un significato a livello sia delle relazioni con i diversi membri della famiglia [“da chi ho ereditato il gene?”, “chi lo ha ereditato oltre a me?”] che a livello individuale [“i miei figli sono a rischio di malattia?”]. Ciò comporta sentimenti di “diversitàinferiorità” e, nei genitori di un malato, i sentimenti di colpa sono spesso molto forti. E’ una malattia cronica, non esiste allo stato attuale una cura che possa guarire dalla fibrosi cistica. Si utilizza pertanto un insieme di terapie personalizzate che mira a tenere sotto controllo i sintomi respiratori e intestinali. Si tratta di farmaci da assumere più volte al giorno e di terapie fisioterapiche da eseguire quotidianamente per mantenere la pulizia polmonare. Nelle fasi di aumento dei sintomi sono necessari ricoveri ospedalieri e somministrazione di farmaci per via endovenosa. Il piano terapeutico prevede controlli regolari in ospedale anche in fasi di benessere. Nonostante tutto ciò, la malattia evolve in maniera più o meno lenta: compaiono infezioni croniche e complicanze che richiedono una intensificazione delle terapie, dei controlli e dei ricoveri ospedalieri. L’insieme delle cure - e la nascita di centri specializzati per la fibrosi cistica - ha negli anni molto migliorato l’aspettativa di vita e consente in genere uno stile di vita non troppo diverso da quello dei coetanei, con l’eccezione delle fasi terminali della malattia. L’aspettativa di vita media per chi nasce oggi con la malattia è verosimilmente intorno ai 40 anni. Tuttavia, poiché la ricerca scientifica in questo specifico campo è molto attiva, possiamo sperare che nuove terapie si rendano disponibili nei prossimi anni e che quindi la speranza di vita aumenti ancora considerevolmente. 6 La fibrosi cistica: impatto su pazienti e familiari Per le terapie richieste e per l’impatto psicologico che determina, la fibrosi cistica viene anche definita una malattia intrusiva in quanto interferisce costantemente con la quotidianità della vita del paziente e dei familiari. Tuttavia una migliore vivibilità e qualità di vita dipendono da come, fin dalla diagnosi, sono affrontati i problemi legati a questa malattia. Per i genitori si tratta di crescere il bambino trattandolo nella maniera più normale possibile, evitando di essere troppo protettivi, consentendogli le esperienze significative delle diverse tappe di sviluppo: incoraggiare l’essere attivo, il gioco con i coetanei che lo fa sentire parte del gruppo, ecc. Si tratta però anche di essere genitori che sanno educare alla disciplina, sia per quanto riguarda il comportamento che l’esecuzione delle terapie quotidiane. In adolescenza il paziente si confronta con sentimenti di diversità rispetto ai coetanei, sia per quanto riguarda aspetti corporei - la magrezza, il ritardo di crescita, la tosse, ecc - che per i progetti di indipendenza affettiva ed economica. Per il paziente adulto la realizzazione personale prevede la possibilità di soddisfare autonomamente i propri bisogni affettivi, creativi, economici: ciò richiede una buona salute sia fisica che psicologica. La fibrosi cistica, a seconda della sua gravità e delle condizioni sociali di vita del paziente, può rappresentare un ostacolo sia per l’attività lavorativa - con le ripercussioni sull’indipendenza e vita sociale - che per una vita affettiva autonoma. La sterilità maschile rappresenta una ulteriore problematica. Gli aspetti più frequentemente sottolineati da pazienti e familiari sono: preoccupazione per la salute, incertezza sul futuro, paura di ciò che può capitare, rabbia per quanto è capitato, frustrazione per il tempo e le attenzioni da dedicare alle terapie, inadeguatezza rispetto all’essere in grado di sostenere una situazione così stressante e duratura nel tempo. 7 TUTTO CHIARO? 8 Un neonato ogni 3000-3500 è malato di fibrosi cistica? vero falso non so La fibrosi cistica è una malattia ereditaria? vero falso non so La parte dell’organismo più compromessa dalla malattia è… il polmone il cervello la muscolatura Il tipo e la gravità dei sintomi sono gli stessi in tutte le persone malate? vero falso non so La malattia richiede cure … spesso raramente ogni giorno 26 16 Il test del portatore sano: che cos’è… Il portatore sano è una persona senza fibrosi cistica che potrebbe avere figli malati di fibrosi cistica. Verso la fine degli anni ’80 è stato identificato sul cromosoma 7 il gene responsabile della fibrosi cistica, chiamato CFTR dall’inglese Cystic Fibrosis Transmembrane Regulator (regolatore transmembrana della fibrosi cistica). Ad oggi sono state individuate in questo gene più di 1000 mutazioni, delle quali poche decine sono responsabili della maggior parte dei casi di fibrosi cistica. Oggi è disponibile un test di screening in grado di individuare la condizione di «portatore di fibrosi cistica». Il test si esegue analizzando il DNA estratto da un campione di sangue sulla base di standard condivisi a livello europeo. Come tutti i test di screening per la popolazione generale, anche quello per la fibrosi cistica è imperfetto perché non individua il 100% dei portatori. Infatti, il test si basa sulla ricerca di mutazioni. Si conoscono più di 1000 mutazioni e il test identifica solo le principali ed è così in grado di identificare tra l’80% e il 90% dei portatori in base alla distribuzione geografica delle mutazioni. Quindi questi test, anche se negativi, non sono in grado di escludere completamente che una persona possa essere portatrice di fibrosi cistica: la probabilità di essere portatori può essere molto diminuita, ma non completamente esclusa. Circa 4 portatori su 5 possono essere identificati dal test, ma uno su 5 non verrà individuato Parenti o familiari Il test per individuare lo stato di portatore è di solito richiesto da parenti di malati o portatori e dai loro partner. In questi casi, se la mutazione familiare è nota, l’accuratezza [cioè la capacità del test di dare risultati corretti] del test è ottima. 9 Il test per individuare lo stato di portatore può essere richiesto anche da chi non abbia parenti malati o portatori; in tal caso, dal momento che non esiste una precisa mutazione familiare da individuare, l’accuratezza del test è meno buona. SE UNA PERSONA RISULTA positiva al test, significa che questa persona è «portatore sano di fibrosi cistica». negativa al test, significa che la probabilità di questa persona di essere «portatore sano di fibrosi cistica» è più bassa di prima del test, ma non si azzera. Il valore di questa probabilità dipende dal numero di mutazioni ricercate e dall’origine geografica. SE TUTTI E DUE I MEMBRI DELLA COPPIA RISULTANO negativi al test riducono la propria probabilità di essere portatori. Questa coppia avrà un rischio molto basso di avere figli con fibrosi cistica [minore di 1 su 50.000], tuttavia questo rischio non potrà essere completamente escluso. positivi al test, sono entrambi portatori. Questa coppia avrà un rischio di 1 su 4, cioè il 25%, per ogni gravidanza di avere figli con fibrosi cistica. In questo caso sarà necessario un colloquio di consulenza genetica per discutere il risultato e le sue implicazioni. Se entrambi i membri della coppia sono portatori, possono scegliere di fare durante la gravidanza una diagnosi prenatale. La diagnosi prenatale serve a determinare se il feto è malato di fibrosi cistica. In questo caso, la coppia può scegliere se proseguire la gravidanza o interromperla. La diagnosi prenatale ha luogo generalmente intorno all’undicesima settimana di gravidanza, tramite una procedura ambulatoriale chiamata prelievo di villi coriali o villocentesi: un piccolo campione viene prelevato sotto guida ecografica e successivamente analizzato. La procedura comporta un rischio intorno all’1% di interruzione di gravidanza a seguito della manovra di prelievo dei villi. SE UNO DEI MEMBRI DELLA COPPIA RISULTA 10 positivo al test, cioè «portatore sano di fibrosi cistica» e l’altro negativo la coppia avrà un rischio di avere figli con fibrosi cistica molto minore di una coppia di due portatori, ma più alto di una coppia di due persone entrambe negative al test [tra 1 su 500 e 1 su 700, a seconda dell’area geografica]. In questo caso è consigliabile un colloquio di consulenza genetica per discutere il risultato e le sue implicazioni. 27 16 Aspetti psicologici e counselling nella decisione di fare il test del portatore della fibrosi cistica Le DIAGNOSI GENETICHE, come quella della fibrosi cistica, sono diagnosi che identificano una caratteristica presente nel genoma e che come tale non si modifica nel corso della vita. Inoltre, modificano il concetto e la conoscenza dell’individuo rispetto a se stesso, hanno conseguenze per la salute dei figli e portano l’individuo a confrontarsi con situazioni di rischio, incertezza, ambiguità. Le DIAGNOSI GENETICHE, come quella della fibrosi cistica, mettono alla prova: le componenti razionali della persona, cioè portano ad informarsi su salute, malattia, aspetti genetici, a ragionare in termini di probabilità, a fare ipotesi, valutazioni ed esprimere giudizi le componenti emotive profonde dall’immagine di sé, reale e ideale, al richiamo ai “legami di sangue”, istinti di base quali quelli legati all’essere a rischio, alla sopravvivenza e alle angosce di morte Le DIAGNOSI GENETICHE portano a mettere in atto meccanismi di difesa alla ricerca di un nuovo adattamento. Questi meccanismi possono alterare la percezione del rischio [in genere l’entità numerica di rischio è espressa come “alto” o “basso” rischio], la gravità della malattia può essere tradotta in capacità di sostenere/accettare tale condizione [valutazione di “accettabilità”] o le informazioni possono venire alterate sulla base della “desiderabilità” di esiti positivi. 11 E’ importante che le diagnosi genetiche avvengano nel rispetto di due principi fondamentali: il PRINCIPIO DI AUTONOMIA che tutela la libertà di scelta dell’individuo di sottoporsi al test e dando la possibilità di prendere una decisione informata e responsabile il PRINCIPIO DI RISERVATEZZA che tutela il diritto di proprietà sull’informazione contenuta nel proprio patrimonio genetico e comporta che nessun soggetto può essere costretto a rivelare questa informazione ad altri Il test del portatore di fibrosi cistica comporta dei rischi di diverso ordine, psicologico, legale, sociale e esistenziale: falsa rassicurazione in coloro che ricevono un risultato negativo [la sensibilità del test è tra l’80 e il 90% in base alla distribuzione geografica delle mutazioni] informazione non voluta tra coloro che, dopo aver ricevuto il risultato, avrebbero preferito non esserne stati informati falsa individuazione di paternità Per contenere tali rischi l’offerta del test del portatore deve avvenire nel rispetto dei principi di autonomia e riservatezza. Dal rispetto di entrambi questi principi, consegue che nessun minore può essere sottoposto al test, neppure su richiesta dei genitori e che, nel caso di conflitto fra diritto a sapere e diritto a non sapere, sarà quest’ultimo a prevalere. 12 28 16 29 16 TUTTO CHIARO? Un test positivo significa… sono portatore ho un’alta probabilità di essere portatore non so Un test negativo significa… molto probabilmente non sono un portatore, ma questa possibilità non può essere completamente esclusa non sono un portatore non so vero falso non so vero falso non so ha un rischio di 1 su 4 per ogni gravidanza di avere un figlio con fibrosi cistica ha un rischio di avere un figlio con fibrosi cistica inferiore a una coppia in cui entrambi i partner siano risultati negativi ha un rischio di avere un figlio con fibrosi cistica superiore a una coppia in cui entrambi i partner siano risultati negativi Se a seguito del test entrambi i partner di una coppia sono risultati portatori, il loro rischio di avere un figlio con fibrosi cistica è di 1 su 4 per ogni gravidanza? Se entrambi i partner di una coppia sono risultati negativi al test, il loro rischio di avere un figlio con fibrosi cistica è molto basso? Se a seguito del test un componente della coppia è risultato positivo e l’altro è negativo al test, la coppia… Risposte corrette: , , , , 13 Il test del portatore sano nella popolazione generale: l’offerta attiva Per popolazione generale si intendono tutti coloro che non hanno casi di fibrosi cistica in famiglia. Una persona della popolazione generale ha una probabilità su 30 di essere portatore del gene della fibrosi cistica. Come detto, essere portatore di una mutazione del gene non implica nessun problema di salute, però implica - se anche il partner è un portatore - il rischio di avere figli malati. Pertanto la conoscenza dello stato di portatore è importante per fare scelte riproduttive consapevoli. Per offerta attiva si intende quando il test del portatore viene offerto dal Sistema Sanitario alla popolazione generale nell’ambito di una iniziativa organizzata e controllata. Portatore sano Tutte le persone nella popolazione generale sono portatori sani di una o due dozzine di geni legati ad una malattia; questo di regola non è un problema, ma lo può diventare quando la condizione di portatore è comune nella popolazione, in quanto ciò rende più facile l'incontro tra due portatori sani che, a loro volta, avranno una probabilità di avere figli malati [il cosiddetto rischio riproduttivo] significativamente aumentata. 14 30 16 Nella programmazione dell’offerta attiva del test del portatore di fibrosi cistica nella popolazione generale vanno considerati: il timing cioè in quale momento della vita delle persone è offerto il test il setting cioè in quale contesto e da chi è offerto il test Sono possibili diversi modelli organizzativi: offerta pre concezionale [oggetto di questo progetto] da parte dei medici di famiglia a individui o coppie prima della gravidanza offerta prenatale alle donne in gravidanza o alle coppie nell’ambito dei test prenatale, se il feto risulta affetto viene offerta la possibilità di interruzione della gravidanza offerta del test in ambito non sanitario come scuole o ambienti lavorativi A tutti coloro che richiedono il test, deve essere fornita un’informazione sulla malattia, sulle procedure del test, i tempi e le modalità con cui sarà fornito il risultato, il significato del risultato positivo e negativo e le ripercussioni sulle scelte procreative. Il risultato del test deve essere fornito sia in caso di positività che di negatività in forma scritta per evitare dimenticanze e distorsioni. Nel caso di coppie che si sottopongono al test, il risultato va fornito in forma individuale ad ogni componente della coppia; va fornita anche la stima del rischio di procreare un bambino malato sia all’interno della coppia che nel caso di gravidanze con altri partners. In caso di risultato positivo, l’individuo va informato sulla possibilità che altri membri della sua famiglia d’origine siano portatori e quindi possano accedere al test. 15 Cosa ci dicono i dati… I dati pubblicati nel 2010 dal Centro Regionale Veneto Fibrosi Cistica sul Journal of the American Medical Association (JAMA) descrivono gli effetti di due diversi approcci allo screening pre concezionale del portatore sano: Primo approccio: nella parte occidentale del Veneto ed in Trentino Alto-Adige il test del portatore è stato tradizionalmente offerto principalmente a coloro che hanno già un caso di fibrosi cistica in famiglia. Secondo approccio: a partire dalla metà degli anni novanta il Veneto orientale ha adottato una diversa linea, offrendo attivamente il test del portatore alla popolazione generale. Si sono quindi eseguite decine di migliaia di test, individuando migliaia di portatori della mutazione e decine di coppie a rischio di avere figli malati. Nel medio e lungo termine una ricaduta importante dello screening del portatore sano è stata la riduzione della incidenza della malattia: nel Veneto orientale il numero di nuovi nati con fibrosi cistica è sceso anno dopo anno sino quasi ad annullarsi, da 4 ogni 10.000 neonati agli inizi degli anni '90 a meno di 1 ogni 10.000 oggi nella parte occidentale del Veneto ed in Trentino Alto-Adige, dove il test continua a essere offerto solo alle famiglie a rischio, ciò non è avvenuto Non è chiaro quali scelte riproduttive abbiano compiuto le coppie di portatori, ma è verosimile che almeno alcune abbiano fatto ricorso alla diagnosi prenatale, o comunque modificato in qualche modo i propri progetti riproduttivi. 16 Che cosa succederebbe se si facesse lo screening del portatore 31 16 Scenario: nasce 1 bambino con fibrosi cistica ogni 3500 bambini la probabilità di essere portatore di fibrosi cistica è 1 su 30 la sensibilità del test è del 90% - cioè il test è capace di individuare le mutazioni fibrosi cistica 9 volte su 10 - quindi la probabilità di essere considerati portatori di fibrosi cistica, cioè positivi al test, diventa 1 su 33 Se 10.000 soggetti vengono chiamati a fare il test del portatore… 17 Se 10.000 soggetti vengono chiamati a fare il test del portatore… 9.697 303 risultano negativi, cioè non portatori risultano positivi, cioè portatori 33 soggetti dei 9697 sono falsi negativi, cioè portatori ma risultati negativi al test < 1% dei soggetti risulta falso positivo, cioè soggetti non portatori ma risultati positivi al test 1/290 è il rischio residuo di essere portatore 1/120 è il rischio residuo di avere un figlio con FC 1/34.800 è il rischio residuo di avere un figlio con FC Test sul partner dei 303 positivi 294 9 risultano negativi, cioè non portatori risultano positivi, cioè portatori 1/1160 è il rischio residuo di avere un figlio con FC 1/4 è il rischio residuo di avere un figlio con FC POSSIBILI SCELTE PER UNA COPPIA DI PORTATORI Prima dell’inizio di una gravidanza: scegliere di avere figli, scegliere di non avere (altri) figli, adozione, cambiare partner, usare gameti di donatore (non legale in Italia) 18 Dopo l’inizio di una gravidanza: non fare diagnosi prenatale, fare diagnosi prenatale ed interrompere la gravidanza se il feto è malato, fare diagnosi prenatale e non interrompere la gravidanza se il feto è malato, fare diagnosi pre impianto (non legale in Italia) Il test del portatore sano nei familiari di malati A P P R O F O N D I M E N T O I familiari di una persona con fibrosi cistica (fratelli, zii, cugini, sia da parte del padre che della madre) hanno maggiori probabilità rispetto a chi non ha casi di fibrosi cistica in famiglia di essere portatori del gene. Storia familiare positiva per fibrosi cistica e probabilità di essere portatore Parentela con malato FC Probabilità di essere portatore padre – madre del malato 1 su 1 (100%) figlio – figlia “ 1 su 1 (100%) fratello – sorella “ 2 su 3 (67%) zio – zia “ 1 su 2 (50%) nonno – nonna “ 1 su 2 (50%) primo cugino “ 1 su 4 (25%) secondo cugino “ 1 su 16 (6%) nessuna parentela “ 1 su 25 (4%) Avendo maggiori probabilità di essere portatore, il familiare di un malato ha maggior rischio di avere un figlio affetto da fibrosi cistica rispetto alla popolazione generale. Per questo, quando ha in programma di avere figli, è raccomandato che esegua, assieme al partner, il test genetico per sapere se è portatore. 19 Il test genetico per fibrosi cistica: cosa succede negli altri paesi All’estero l’attitudine nei confronti del test del portatore varia anche significativamente da una Nazione all’altra in relazione al tipo di assistenza sanitaria, alla legislazione sull’utilizzo dei test genetici, alle risorse economiche, alle convinzioni religiose. Due nazioni che hanno comportamenti opposti e che quindi esprimono lo spettro di questa diversità sono Germania e Stati Uniti. In Germania i test genetici, non solo per fibrosi cistica, possono essere eseguiti solo se prescritti da un medico che sia stato specificamente formato sull’argomento e che abbia spiegato alla persona i pro ed i contro della scelta. Le analisi sono eseguibili solo da laboratori selezionati. I test genetici non possono essere offerti direttamente ai cittadini senza l’intermediazione di un medico. Negli Stati Uniti al contrario queste limitazioni non esistono e molti test di natura genetica possono essere eseguiti in laboratori privati che pubblicizzano la loro attività su internet. Inoltre le società scientifiche americane di genetisti e ginecologi raccomandano l’offerta del test del portatore di fibrosi cistica a tutte le donne che intendono avere figli, anche se non hanno alcun parente con la malattia. 20 32 16 Il test genetico per fibrosi cistica: cosa succede in Italia In Italia il test per il familiare di un soggetto con fibrosi cistica si fa da decenni, mentre è in discussione quello per la popolazione generale. Le organizzazioni medico-scientifiche e le stesse autorità sanitarie non si sono ancora espresse a favore di una pratica di screening dei portatori del gene fibrosi cistica. Poiché non esiste né una normativa né un orientamento condiviso, il test genetico per il portatore fibrosi cistica oggi in Italia viene proposto alle coppie che hanno in programma di avere figli solo in alcune aree. 21 Il test genetico per fibrosi cistica COSTI Per il familiare di una persona affetta da fibrosi cistica e il partner entrambi in età riproduttiva, il costo del test è completamente a carico del Sistema Sanitario [infatti esiste un codice di esenzione riferito alle coppie in età riproduttiva a rischio di concepimento di malattie genetiche]. In tutte le altre condizioni di aumentato rischio per fibrosi cistica, ma in persone non in età riproduttiva, il test è a carico del Sistema Sanitario ma si paga il ticket che corrisponde al massimale previsto dalle diverse Regioni, ad esempio in Lombardia è di 66 euro, in Veneto è di 46,15 euro oppure 41,15 euro per i bassi redditi. Per la popolazione generale il costo del test è a carico dell'utente, il cui costo, a parità di test eseguito, è variabile da 300 a 500 euro a seconda delle realtà locali. INFORMAZIONI UTILI SUL TEST Le linee guida indicano chiaramente che il test deve basarsi sulla ricerca delle mutazioni più frequenti nell'area geografica in esame e pertanto il prezzo non dovrebbe assolutamente dipendere dal tipo di mutazioni ricercate. Il referto deve riportare la sensibilità del test, cioè numero e copertura delle mutazioni in base all'origine geografica. Se il laboratorio segue gli standard europei e partecipa ai controlli di qualità europei e/o italiani dell'Istituto Superiore di Sanità non dovrebbe esistere variabilità tra i vari laboratori. 22 33 16 La «Giuria dei cittadini» e la fibrosi cistica Come abbiamo visto nelle pagine precedenti si apre per la fibrosi cistica un importante dibattito sull’opportunità di scegliere tra due diverse strategie di screening, ciascuna con un suo impatto sulle scelte riproduttive, sui singoli e sulla collettività: Strategia 1 [strategia esistente] rendere disponibile il test a tutti i parenti e famigliari di soggetti con fibrosi cistica Strategia 2 rendere disponibile il test a tutta la popolazione in età riproduttiva La scelta tra le due strategie non dovrebbe essere lasciata alle iniziative spontanee degli operatori o alle politiche del sistema sanitario, ma dovrebbe essere condivisa a livello nazionale e preceduta da un’approfondita discussione con i cittadini, per deliberare quale sia l'interesse della collettività. I cittadini, senza esperienza di fibrosi cistica e senza interessi di parte, dopo aver ricevuto tutte le informazioni necessarie, arriveranno a deliberare mettendo a punto un documento di indirizzo per rispondere proprio alla domanda: Il Servizio Sanitario deve o no organizzare uno screening nella popolazione con lo scopo di individuare persone sane che potrebbero avere figli malati di fibrosi cistica? 23 La «Giuria dei cittadini»: interesse individuale e interesse collettivo La Giuria dei cittadini chiamata a rispondere alla domanda sullo screening per la fibrosi cistica è costituita da normali cittadini, casualmente scelti dalla popolazione generale, privi di esperienze personali e competenze specifiche sull'argomento. Il metodo che la Giuria deve seguire per rispondere è quello di avere un’informazione completa e veritiera sull'argomento e poi deliberare sulla base dell'interesse collettivo. I singoli membri possono avere idee, esperienze e punti di vista differenti, ma all'interno della Giuria devono mettere da parte i propri interessi e convincimenti personali per raggiungere un'idea condivisa di quale sia la cosa migliore da fare per l'intera società. Per esempio, un componente della Giuria potrebbe personalmente voler eseguire il test di screening, ma arrivare a concludere che non è opportuno che il Servizio Sanitario lo offra, o viceversa. Per questa particolarità, la conclusione della Giuria non deve necessariamente essere a maggioranza, come è giusto che sia quando un'assemblea è costituita da membri ognuno dei quali rappresenta solo una parte della popolazione generale, come per esempio il Parlamento. Nel procedimento della democrazia deliberativa, invece, la conclusione deve arrivare il più vicino possibile all’unanimità, nel senso letterale del termine: cioè i giurati devono deliberare come se avessero un'unica anima, cioè un unico punto di vista: l'interesse della collettività. 24 34 16 La «Giuria dei cittadini»: risultati e ricadute Per questo progetto la Giuria si riunirà per una intera giornata: in mattinata la discussione con gli esperti ed i testimoni, nel pomeriggio la discussione tra i componenti la Giuria. Alla fine della giornata la Giuria dovrà dare risposta alla domanda: «Il Servizio Sanitario deve o no organizzare uno screening nella popolazione con lo scopo di individuare persone sane che potrebbero avere figli malati di fibrosi cistica?». Tutta la documentazione sul progetto, i documenti di informazione, il documento finale saranno disponibili per il pubblico, i medici, i ricercatori e i decisori in sanità attraverso la pubblicazione su siti internet e in riviste nazionali. Il documento della Giuria sarà anche presentato alla stampa per dare massima diffusione. In ogni caso verrà comunque sottolineata la natura pilota di questa prima esperienza svolta a Verona. Anche la comunità medica internazionale verrà messa a conoscenza dei risultati ottenuti attraverso articoli o partecipazione a convegni. Il gruppo promotore diffonderà quanto più possibile i risultati ottenuti nelle sedi istituzionali quali Ministero della Salute, Assessorati sanitari Regionali, Direttori Generali AUSL e tra le Associazioni di cittadini e pazienti. Possibili ricadute per ricerca e per la clinica La rilevanza del progetto è da ricercare nell’impatto della tematica trattata - malattia genetica con importanti ricadute cliniche, sociali e psicologiche - e nella novità del metodo utilizzato - la Giuria dei cittadini. In particolare è da sottolineare: l’impatto specifico per pazienti, medici, ricercatori e decisori sanitari nel campo della fibrosi cistica che avranno accesso a un documento condiviso l’impatto generico, lo sviluppo di un metodo fattibile e riproducibile per coinvolgere i cittadini nelle decisioni sanitarie esportabile in altre situazioni cliniche. 25 Glossario 26 Aspettativa di vita è un indicatore statistico che esprime il numero medio di anni della vita di un essere vivente a partire da una certa età, all'interno della popolazione indicizzata. Solitamente, l'espressione è usata per indicare la speranza di vita alla nascita Counselling è un'attività professionale che tende ad orientare, sostenere e sviluppare le potenzialità di una persona, promuovendone atteggiamenti attivi, propositivi e stimolando le capacità di scelta. Si occupa di problemi non specifici (prendere decisioni, miglioramento delle relazioni interpersonali) e contestualmente circoscritti (famiglia, salute, lavoro, scuola) Cromosoma struttura costituita da DNA presente nel nucleo delle cellule, in cui hanno sede i geni che portano i caratteri ereditari Gene unità ereditaria del materiale genetico (formato da DNA) che determina la trasmissione di una particolare caratteristica, o gruppo di caratteristiche, da una generazione alla successiva Incidenza è una misura di frequenza utilizzata in studi di epidemiologia, che misura quanti nuovi casi di una data malattia compaiono in un determinato lasso di tempo (ad esempio può essere rapportato ad un mese od un anno) Malattia ereditaria malattia che viene trasmessa ai figli attraverso il patrimonio genetico Mutazione genetica alterazione rispetto alle condizioni normali presente in un segmento del DNA che sia parte di un gene Proteina molecola organica costituita da aminoacidi con funzioni strutturali, enzimatiche o altro Screening è un programma di salute pubblica che prevede che gruppi di popolazioni vengano chiamati a sottoporsi ad un test per arrivare in modo precoce alla diagnosi di una malattia. Sono ad esempio screening quello per il tumore della mammella tramite mammografia o quello per il tumore del colon tramite ricerca del sangue occulto nelle feci 35 16 Il Progetto «Giuria dei cittadini» 36 16 Il Comitato promotore e Organizzatore Paola Mosconi, Walter Villani – Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, Milano Roberto Satolli – Zadig Editoria Scientifica, Milano Carlo Castellani – Centro Fibrosi Cistica Ospedale Borgo Trento, Verona Il Comitato Tecnico Scientifico Franco Berti - Lega Italiana Fibrosi Cistica, Firenze Renata Bortolus - Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata, Verona Antonio Cao / Maria Cristina Rosatelli - Università di Cagliari, Cagliari Paola Emilia Cicerone - Giornalista, Milano Bruno Dallapiccola - Ospedale Bambin Gesù, Roma Luciano Flor - ASL Trento, Trento Sandra Perobelli - Azienda Ospedaliera Verona, Verona Franco Raimo - Pediatra Libera Scelta, Verona Manuela Seia - Ospedale Policlinico, Milano Fondazione per la ricerca sulla Fibrosi Cistica - Onlus, Verona Graziella Borgo La Giuria dei cittadini August Bagnulo, Daniela Baratta, Mariagrazia Battiato, Fausto Bazzani, Marta Giaele Butti, Maria Teresa Campedelli, Umberto Chincarini, Simone Corbioli, Giovanna Felis, Giuseppe Fusari, Silvio Gamba, Rolando Imperato, Gianni Lollis, Carmen Solinas, Wilma Tonello, Franco Zoccatelli Il facilitatore Nadia Oprandi, Sistematika, Padova Un progetto sostenuto da In fase stesura di questo documento i testi sono stati rivisti da alcuni componenti del gruppo GRAL, Gruppo Rappresentanti Associazioni e Laici di PartecipaSalute (http://www.partecipasalute.it/cms_2/?q=gral) 27 Il Servizio Sanitario deve o no organizzare uno screening nella popolazione con lo scopo di individuare persone sane che potrebbero avere figli malati di fibrosi cistica? Aprile 2012 30 Allegato 2 Lettera invito associazioni ISTITUTO DI RICERCHE FARMACOLOGICHE MARIO 37 16 NEGRI Dr. Paola Mosconi - Dipartimento di Oncologia Via Giuseppe La Masa, 19 - 20156 Milano MI - Italy - www.marionegri.it tel +39 02 39014522 - fax +39 02 33200231 - [email protected] Gentile Presidente, sta ricevendo questa lettera in quanto la sua Associazione è presente negli elenchi istituzionali delle associazioni di volontariato della Provincia di Verona reperibili in internet. La stiamo contattando perché l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano, in collaborazione con il Centro Fibrosi Cistica dell’Ospedale Borgo Trento di Verona e Zadig Agenzia di Editoria Scientifica, vuole coinvolgere i cittadini in un progetto di ricerca che prevede la formazione di una “Giuria di Cittadini”. Il Progetto è sostenuto dalla Fondazione per la ricerca sulla fibrosi cistica – Onlus. Per comporre la “Giuria di Cittadini” abbiamo pensato che le persone più adatte avrebbero potuto essere quelle già coinvolte nel mondo dell’associazionismo, più sensibili ai valori della collaborazione e della cooperazione. Il nostro progetto: Noi dell’Istituto Mario Negri riteniamo che la scelta di strategie sanitarie che abbiano un impatto importante sulla comunità, non dovrebbe essere fatta da autorità sanitarie locali senza una consultazione delle preferenze del cittadino. Pertanto, con questo progetto vogliamo seguire il principio secondo cui un gruppo rappresentativo della popolazione – la “Giuria dei Cittadini -, senza interessi specifici sul tema in questione e adeguatamente informato, possa deliberare negli interessi della collettività. Diverse esperienze testimoniano che la collaborazione tra cittadini, professionisti e decisori sanitari permette di ottenere risultati di maggior impatto, nonché maggiormente accettati dalla collettività. Nel caso specifico, il tema del progetto è una malattia genetica che danneggia l'apparato respiratorio e digestivo: la fibrosi cistica. Per questa malattia attualmente esistono due strategie possibili per individuare chi è portatore sano (cioè un individuo portatore di una malattia genetica, ma di cui non manifesta i sintomi): • offrire il test diagnostico in modo attivo a tutte le coppie fertili (test di popolazione); • offrire il test diagnostico solo a quelle coppie con una storia di malattia in famiglia. In diversi studi è stato osservato che l’adozione di una delle due strategie può portare a dei cambiamenti nelle scelte riproduttive individuali di non poco conto per la collettività e pertanto abbiamo pensato che questo tema possa essere affrontato dalla “Giuria dei cittadini”. Alla “Giuria” verrà consegnato del materiale informativo ad hoc, che sia il più esaustivo possibile e che contenga tutte le informazioni necessarie per farsi un’opinione sul tema. Compito della giuria sarà quello di riunirsi in una giornata per discutere e deliberare in merito al tema in oggetto. La giornata si dovrà concludere con la produzione di un documento - il più unanimamente condiviso possibile - che risponda in modo articolato e motivato sull’opportunità che il Sistema Sanitario debba offrire il test diagnostico in modo attivo a tutte le coppie, oppure solamente a quelle coppie con una storia di malattia in famiglia. Cosa chiediamo alla sua Onlus: Al fine di comporre la “Giuria dei cittadini” abbiamo pensato di chiedere la sua collaborazione identificando un massimo di 3 persone all’interno della sua Associazione che: • abbiano un’età compresa tra i 30 e i 60 anni con qualsiasi scolarità; • frequentino da almeno due anni l’Associazione che lei presiede; • possano essere interessati a questa esperienza; • non abbiano nessun legame diretto o indiretto con la fibrosi cistica (parenti, conoscenti o amici malati); • possano garantire la loro disponibilità a leggere con attenzione il materiale informativo; • possano garantire la loro disponibilità a partecipare in modo attivo alla giornata di incontro della Giuria, prevista a Verona tra aprile e maggio 2012 (orari previsti: 09.00-18.00). Le persone segnalate verranno ulteriormente contattate dal nostro gruppo e - sulla base di una serie di criteri espliciti - ne verranno estratte venti che parteciperanno all’incontro. La partecipazione NON comporta nessun costo perché tutte le spese relative alla riunione sono coperte dal progetto, comunque per i partecipanti è previsto un simbolico contributo spese. Se interessato, la invitiamo pertanto a compilare il modulo allegato e a farcelo avere entro Lunedì 13 Febbraio 2012. Tutte le associazioni rispondenti verranno elencate nel rapporto finale con i risultati del progetto. Se desidera avere maggiori informazioni può contattarci via e-mail all’indirizzo: [email protected] Nella speranza di una fattiva collaborazione, le inviamo i nostri migliori saluti. 38 16 Allegato 3 Lettera invito giurati 39 16 ISTITUTO DI RICERCHE FARMACOLOGICHE MARIO NEGRI Dr. Paola Mosconi - Dipartimento di Oncologia Via Giuseppe La Masa, 19 - 20156 Milano MI - Italy - www.marionegri.it tel +39 02 39014522 - fax +39 02 33200231 - [email protected] Milano, 12 marzo 2012 Gentile Sig./ra, sta ricevendo questa lettera in quanto ci è stato/a indicato/a dal Presidente dell’Associazione che frequenta come persona interessata a partecipare al progetto di ricerca: “Lo screening del portatore sano per la fibrosi cistica: la voce dei cittadini. Una esperienza pilota”. L’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano, con il supporto finanziario della Fondazione Fibrosi Cistica - Onlus, e in collaborazione con il Centro Fibrosi Cistica dell’Ospedale Borgo Trento di Verona e Zadig Editoria Scientifica, ha avviato un progetto di ricerca sulla fibrosi cistica, una malattia genetica che danneggia l'apparato respiratorio e digestivo (vedasi il riassunto del progetto allegato). Il progetto ha lo scopo di utilizzare il metodo delle «Giurie dei cittadini» per discutere sull’opportunità che il Sistema Sanitario offra il test diagnostico in modo attivo a tutte le coppie, oppure solamente a quelle coppie con una storia di malattia in famiglia. Questo progetto vuole seguire il principio secondo cui un gruppo rappresentativo della popolazione senza interessi specifici sul tema in questione e adeguatamente informato possa deliberare negli interessi della collettività. Dalle associazioni rispondenti abbiamo raccolto una rosa di una trentina di nominativi e la stiamo contattando per finalizzare la composizione della «Giuria dei cittadini», il progetto prevede infatti la selezione - sulla base di criteri di rappresentatività rispetto alla popolazione generale - di circa una ventina di persone che, come Lei, collaborano ad Associazioni di Verona e provincia. Come membro della «Giuria» Le sarà chiesto: - di garantire la disponibilità a partecipare il 5 maggio 2012 alla giornata della «Giuria», in cui si riuniscono tutti i partecipanti e i promotori del progetto. Questa giornata si terrà a Verona con orari 09.00 -18.00 e sarà organizzata in modo tale da avere durante la mattinata una discussione con diversi esperti del settore, mentre il pomeriggio sarà interamente dedicato alla discussione tra tutti i membri della «Giuria». La giornata si concluderà con la stesura da parte dei partecipanti di un documento condiviso il più unanimemente possibile che risponda, articolando anche le motivazioni, alla domanda centrale del progetto: «Il Servizio Sanitario dovrebbe organizzare uno screening di popolazione per individuare i portatori sani di fibrosi cistica?». - di leggere il materiale informativo e di approfondimento sul tema della fibrosi cistica, sulle «Giurie dei cittadini» e sulle diverse caratteristiche e risultati del test genetico, che le verrà consegnato 15 giorni prima della giornata della «Giuria». Le chiediamo di compilare la scheda allegata in ogni sua parte e di inviarla via fax al numero 02-33200231 o via email all’indirizzo [email protected] entro il 16 marzo. Il progetto prevede anche che ogni componente della Giuria riceva un simbolico gettone di presenza Siamo naturalmente a disposizione per ogni altra informazioni che riterrà necessaria e, nella speranza di una fattiva collaborazione, le inviamo i nostri migliori saluti. Dr.ssa Paola Mosconi Dr. Walter Villani Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri Via La Masa 19, 20156 Milano 40 16 Allegato 4 Documento finale della Giuria dei cittadini Progetto Giuria dei Cittadini: Il Servizio Sanitario deve o no organizzare uno screening nella popolazione con lo scopo di individuare persone sane che potrebbero avere figli malati di fibrosi cistica? Un’esperienza pilota. Il progetto Giurie dei cittadini è stato promosso dall’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri-Milano, Zadig Agenzia di Editoria Scientifica-Milano e il Centro Fibrosi Cistica, Ospedale Borgo Trento-Verona. Il progetto è stato sostenuto dalla Fondazione per la ricerca sulla fibrosi cistica -Onlus. Per informazioni sul progetto http://www.partecipasalute.it/cms_2/node/1840 DOCUMENTO FINALE DELLA GIURIA DEI CITTADINI (5 maggio 2012) La Giuria(*), chiamata a rispondere alla domanda: “Il Servizio Sanitario deve o no organizzare uno screening nella popolazione con lo scopo di individuare persone sane che potrebbero avere figli malati di fibrosi cistica?” a grande maggioranza (tutti i giurati tranne uno) si è espressa a favore del SÌ fornendo le seguenti MOTIVAZIONI di carattere umano, scientifico, economico e di giustizia sociale. Ragioni di carattere umano Dalle informazioni fornite dagli esperti è apparsa chiara la gravità della malattia e delle sue ricadute sulla qualità della vita dell’individuo malato e della sua famiglia. La malattia comporta infatti una costanza di impegno nelle cure su base quotidiana che non è tuttavia sufficiente a scongiurare la sua evoluzione in termini negativi. L’aspettativa di vita media dei malati di fibrosi cistica (FC), pur avendo visto un aumento consistente negli anni, resta molto bassa, non superando i 40 anni. Ciò comporta, fra l’altro, un livello di preoccupazione costante nei genitori dei malati che nel 35% dei casi sconfina nella depressione. Lo screening del portatore per la fibrosi cistica si configura dunque come un potenziale strumento di prevenzione a disposizione della popolazione per risparmiare notevoli sofferenze a molti bambini e alle loro famiglie. Infine, pur non trascurando l’impatto emotivo di un eventuale esito positivo del test su un gran numero di persone, esso viene tuttavia ritenuto un male minore rispetto all’eventualità, non prevista, di avere un figlio con la fibrosi cistica e, in prospettiva, un elemento positivo di consapevolezza. 41 16 Ragioni di carattere scientifico A differenza di altre malattie multifattoriali, la fibrosi cistica ha un’origine esclusivamente genetica e conosciuta. I test attualmente in commercio sono in grado di individuare con ragionevole precisione i portatori delle mutazioni genetiche che sono la causa della malattia. Sebbene vi sia un rischio residuo che il soggetto sia comunque portatore del gene mutato, nonostante un esito negativo al test, la capacità del test di individuare l’85% dei portatori, in media, viene considerata sufficientemente elevata da farne un test affidabile. L’esperienza condotta nel Veneto orientale, pur non avendo ottemperato i criteri di un vero e proprio studio scientifico, viene considerata alla stregua di una sperimentazione valida avendo coinvolto i ginecologi e non essendo stata sponsorizzata da alcuna casa farmaceutica o ente con interessi di parte. La significativa diminuzione dell’incidenza della talassemia mediterranea, a seguito dello screening per questa malattia, rappresenta inoltre un precedente che fa ben sperare in merito all’adesione allo screening per la FC e alle sue ricadute in termini di diminuzione dell’incidenza della malattia. Lo screening per la talassemia viene inoltre considerato più predittivorispetto a quello della FC di quanto non lo siano altri screening indirizzati alla individuazione di malattie in atto, quali quelli in ambito oncologico. Ragioni di carattere economico Come affermato dagli esperti, il costo del test è destinato a diminuire nel tempo, mentre quello della malattia ad aumentare. Una proiezione a livello nazionale dei risultati ottenuti nel Veneto orientale porterebbe a una diminuzione del numero di malati tale da coprire ampiamente i costi del test nel medio-lungo periodo. Ciò è vero a maggior ragione se si pensa che,con il progredire della ricerca e il miglioramento delle cure,la vita media dei malati negli anni è destinata ad aumentare e con essa i costi economici della sua cura. Nell’ipotesi peggiore, e cioè che l’incidenza di malattia venisse ridotta di un solo caso per milione di abitanti, questo porterebbe alla copertura dei costi dello screening mentre la riduzione dell’incidenza da 2 a 4 casi di malattia per milione di abitanti porterebbe a un risparmio cospicuo di risorse che potrebbero essere utilizzate per finanziare la ricerca di nuove cure per questa o altre malattie. Ragioni di giustizia sociale Attualmente il test del portatore della FC esiste e può essere richiesto da chi ha la disponibilità economica per farlo, pur non avendo casi di malati di FC in famiglia. Questo crea una disuguaglianza fra i cittadini che va contro un principio di equità, indipendentemente dal fatto che il singolo cittadino decida poi di aderire o meno allo screening. Lo screening metterebbe le persone che vi aderiscono nelle condizioni di fare una scelta riproduttiva più consapevole, qualunque essa sia, senza intaccare la loro libertà di scelta. Pur ammettendo che non si tratti di un problema prioritario a livello del SSN, la Giuria ritiene comunque che la scelta effettuata sia valida in quanto, in prospettiva, essa non sottrarrebbe al sistema risorse che potrebbero essere destinate ad altre iniziative o al suo miglioramento, ma anzi ne libererebbe. La Giuria non nega inoltre l’elevato livello di complessità di questo tipo di screening,ma ritiene che il SSN italiano sia in grado di farsi carico della sua organizzazione in modi che possono essere verificati e migliorati per gradi. Dubbi di carattere organizzativo non possono rappresentare ragioni sufficienti per la mancata attivazione di uno screening che, oltre ad avere una sua copertura finanziaria, ha un elevato valore sociale in termini di riduzione di una sofferenza potenziale. 42 16 La Giuria è inoltre stata chiamata a rispondere ad alcune sottodomande fornendo le seguenti risposte: il Servizio Sanitario quali informazioni sul test e sulla fibrosi cistica deve fornire alle persone in età fertile perché possano avere figli in modo consapevole e responsabile? Deve essere chiarito che i portatori sono persone sane che non svilupperanno mai la malattia; che due portatori hanno il 75% di probabilità di avere un figlio sano e il 25% di avere un figlio malato. Va specificato che un esito negativo del test abbassa di molto la probabilità di avere un figlio malato, anche se non la esclude completamente e che, nel caso di esito positivo,sarà necessario un colloquio di consulenza per discuterne le implicazioni e le alternative possibili. Quali aspetti del test del portatore devono essere evidenziati? Va innanzitutto chiarito che il test è offerto gratuitamente, ma è a carattere volontario. Vanno spiegate le modalità con cui viene effettuato il test, specificando che si tratta di un semplice prelievo di sangue e che un risultato positivo non indica malattia; che il portatore è sano e non svilupperà la FC ma può trasmetterla. Deve essere spiegato che il test ha una sensibilità di circa 85% e che vi è un rischio residuo dello 0.8% (1/125)circa che una persona risultata negativa sia in realtà positiva. Si deve specificare che la lettura del test richiede la consulenza di un esperto/genetista e che il risultato, specie se positivo, non va interpretato da sé. Devono essere date chiare rassicurazioni riguardo alla confidenzialità degli esiti del test. Non si ritiene invece necessario chiarire che non vengono indagate tutte le possibili mutazioni perché questa informazione è già implicita nella non completa affidabilità del test e potrebbe creare confusione. Non si ritiene inoltre necessario specificare le possibili implicazioni psicologiche del test per non creare allarmismo. Quali aspetti della fibrosi cistica devono essere evidenziati? È importante chiarire che si tratta di una malattia genetica, cioè trasmissibile dai genitori ai figli; che è una malattia cronica, evolutiva, pervasiva e invalidante. Va spiegato nel dettaglio in che cosa consiste, su quali organi incide e come si manifesta. Vanno fornite informazioni sull’aspettativa di vita media e sulla qualità di vita, inclusi gli aspetti psicologici,del malato e della sua famiglia (senso di diversità, impegno quotidiano di cura, ecc.). Va comunque evidenziato che ogni caso è a sé. Chi deve informare, in quale contesto e con quale modalità? Le modalità di invito più appropriate vanno individuate dagli esperti. Tuttavia si ritiene che la modalità usuale di invio di una lettera/opuscolo semplice ai soggetti eleggibili per lo screening (persone in età fertile) possa essere adottata anche in questo caso. Si ritiene che i medici di base e ancor più i ginecologi, dovrebbero promuovere lo screening con i loro utenti. Tuttavia si ritiene che il risultato del test vada discusso con il genetista. Si raccomanda di concentrare le analisi dei test in pochi laboratori e di uniformare le procedure di analisi. Ci sono cose che non si sanno e su cui si dovrebbe fare ricerca scientifica nell’ambito del test per il portatore sano? La ricerca dovrebbe concentrarsi sull’obiettivo di abbassare la percentuale di falsi negativi del test e di individuare le mutazioni determinano problemi polmonari. 43 16 Comitato Promotore:Paola Mosconi, Walter Villani – Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, Milano; Roberto Satolli – Zadig Editoria Scientifica, Milano; Carlo Castellani – Centro Fibrosi Cistica Ospedale Borgo Trento, Verona Comitato Tecnico Scientifico:Franco Berti - Lega Italiana Fibrosi Cistica, Firenze, Renata Bortolus - Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata, Verona, Antonio Cao e Maria Cristina Rosatelli - Università di Cagliari, Cagliari, Paola Emilia Cicerone - Giornalista, Milano, Bruno Dallapiccola - Ospedale Bambin Gesù, Roma, Luciano Flor - ASL Trento, Trento, Sandra Perobelli - Azienda Ospedaliera Verona, Verona, Franco Raimo Pediatra Libera Scelta, Verona, Manuela Seia - Ospedale Policlinico, Milano, Fondazione per la ricerca sulla Fibrosi Cistica - Onlus, Verona Graziella Borgo (*) Componenti la Giuria dei Cittadini: Bagnulo August Associazione Consumatori Europei,Battiato Mariagrazia Associazione Consumatori Europei, Bazzani Fausto Associazione FIDAS, Butti Marta Giaele ALIVE Accademia Musicale, Campedelli M. Teresa Associazione Fossa Bova, Corbioli Simone Associazione Interzona, Felis Giovanna Associazione Interzona, Fusari Giuseppe Associazione Consumatori Europei, Gamba Silvio Associazione FIDAS, Imperato Rolando Associazione FIDAS, Lollis Gianni Società Belle Arti, Solinas Carmen Movimento Consumatori, Tonello Wilma Donne Europee Federcasalinghe, Zoccatelli Franco Unione Parkinsoniani. Facilitatore Nadia Oprandi, Sistemika, Padova Il presente documento è stato letto e approvato da tutti i componenti la Giuria, Milano 20 giugno 2012 44 16 Allegato 5 Giuria: questionario pre-incontro 45 16 Il Servizio Sanitario deve o no organizzare uno screening nella popolazione con lo scopo di individuare persone sane che potrebbero avere figli malati di fibrosi cistica? Il progetto Giurie dei cittadini è promosso dall’ Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, Milano, Zadig Agenzia di Editoria Scientifica, Milano e il Centro Fibrosi Cistica, Ospedale Borgo Trento, Verona. Il progetto è sostenuto dalla Fondazione per la ricerca sulla Fibrosi Cistica - Onlus La Giuria: questionario pre-incontro Gentile Componente della Giuria, prima di iniziare la invitiamo a rispondere a queste domande che ci permetteranno di capire meglio l’impatto del materiale informativo distribuito e le sue aspettative sulla giornata. I dati sono anonimi e verranno elaborati in modo aggregato tra loro. Grazie, il comitato promotore Domanda1. Secondo Lei, una giornata interamente dedicata alla Giuria dei Cittadini sarà sufficiente per rispondere alla domanda “Il Servizio Sanitario deve o no organizzare uno screening nella popolazione con lo scopo di individuare persone sane che potrebbero avere figli malati di fibrosi cistica?” si no non saprei Domanda 2. Secondo Lei, quanti sono i bambini che approssimativamente ogni anno nascono malati di fibrosi cistica? tra 500 e 1.000 tra 1.000 e 2.000 tra 3.000 e 3.500 non saprei Domanda 3. Secondo Lei, è corretto dire che una persona che risulta positiva al test del portare di fibrosi cistica è una persona malata? sì è corretto perché essere portatori significa essere malati no è errato perché essere portatori non significa essere malati non saprei Domanda 4. Secondo Lei, per un familiare di una persona affetta da fibrosi cistica il test del portatore è: completamente a carico dell’interessato a carico del Sistema Sanitario ma deve pagare il ticket a carico del Sistema Sanitario senza dover pagare il ticket non saprei Il questionario continua…. Domanda 5. Secondo Lei, risultare negativi al test significa: essere portatore di fibrosi cistica essere certi di non essere un portatore di fibrosi cistica probabilmente non essere un portatore di fibrosi cistica non saprei 46 16 Domanda 6. Secondo Lei, in un malato di fibrosi cistica è il polmone l’organo più colpito? si no non saprei Domanda 7. Secondo Lei, il materiale informativo che le è stato consegnato prima di questa giornata è risultato chiaro ed esaustivo? Buono: completo ed esaustivo in ogni sua parte Sufficiente: parzialmente completo ed esaustivo Migliorabile: alcuni aspetti sono risultati incompleti Insufficiente: per nulla completo ed esaustivo Domanda 8. Secondo Lei, una coppia di portatori di fibrosi cistica ha la probabilità di avere un figlio malato di fibrosi cistica nel: 0%, nessuna probabilità 25% di probabilità 50% di probabilità 75% di probabilità non saprei Domanda 9. Secondo le Sue aspettative, quanto sarà facile per la Giuria dei Cittadini rispondere alla domanda proposta “Il Servizio Sanitario deve o no organizzare uno screening nella popolazione con lo scopo di individuare persone sane che potrebbero avere figli malati di fibrosi cistica?” 0 1 2 3 4 5 6 7 8 molto difficile 9 10 molto facile Domanda 10. Nei giorni precedenti questa giornata, Lei ha cercato altre informazioni sulla fibrosi cistica e il test del portatore? si no Se si, potrebbe indicarci dove ha cercato altre informazioni? su internet da conoscenti con legami diretti/indiretti con la fibrosi cistica da medici/specialisti altro (specificare) ……………………………………………………………………………………............. GRAZIE PER LA COLLABORAZIONE Allegato 6 Giuria: questionario post-incontro Il Servizio Sanitario deve o no organizzare uno screening nella popolazione con lo scopo di individuare persone sane che potrebbero avere figli malati di fibrosi cistica? Il progetto Giurie dei cittadini è promosso dall’ Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, Milano, Zadig Agenzia di Editoria Scientifica, Milano e il Centro Fibrosi Cistica, Ospedale Borgo Trento, Verona. Il progetto è sostenuto dalla Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica-Onlus La Giuria: questionario post-incontro Gentile Componente della Giuria, in conclusione della giornata la invitiamo a rispondere a queste domande sull’esperienza fatta in questo progetto. I dati sono anonimi e verranno elaborati in modo aggregato tra loro. Grazie, il comitato promotore Domanda 1. Alla luce di quanto trattato in questa giornata, come giudica il materiale informativo che Le abbiamo consegnato? Buono: completo ed esaustivo in ogni sua parte Sufficiente: parzialmente completo ed esaustivo Migliorabile: alcuni aspetti sono risultati incompleti Insufficiente: per nulla completo ed esaustivo In caso abbia trovato il materiale Sufficiente/Migliorabile/Insufficiente, potrebbe indicarci quali aspetti ha trovato carenti o poco chiari? ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… In caso abbia trovato il materiale Sufficiente/Migliorabile/Insufficiente, che cosa secondo Lei andrebbe aggiunto e approfondito? ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… Domanda 2. Alla luce di quanto trattato in questa giornata, come giudica la mattinata con gli interventi degli esperti? Buona Migliorabile: non sono stati affrontati alcuni aspetti Insufficiente: per nulla completa ed esaustiva 47 16 In caso abbia trovato l’esperienza della mattina Migliorabile/Sufficiente, motivi la sua risposta: ………………………………………………………………………………………………… Domanda 3. Al termine di questa giornata,come giudica nel complesso questa esperienza? Molto buona Discreta Insoddisfacente Domanda 4. Secondo Lei, il tempo dedicato alla discussione del pomeriggio è stato: Abbondante Sufficiente Scarso Domanda 5. Secondo Lei, come giudica la conduzione della discussione della Giuria da parte del facilitatore? Buona Sufficiente Insufficiente Domanda 6. Alla luce di questa esperienza,Lei come giudica il metodo della Giuria dei Cittadini? Positivamente Né positivamente né negativamente Negativamente Motivi la Sua risposta: ………………………………………………………………………………………………… Domanda 7. Secondo Lei il metodo della Giuria dei Cittadini potrebbe essere utilizzato anche per altre tematiche sanitarie? Si No Non saprei Se si, potrebbe indicarci per quali tematiche o ambiti secondo Lei potrebbe essere proposto? ………………………………………………………………………………………………… Spedire alla attenzione dr. Walter Villani via mail ([email protected]), o via fax 02-33200231 48 16 49 16 50 16 51 16 52 16 IRCCS-Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri Laboratorio per il coinvolgimento dei cittadini in sanità