TESTI
ANTICHI
DI
PAVANA
LETTERATUUA
PUBBLICATI
DA
LOVARINI
EMILIO
BOLOGNA
PRESSO
DALL'
KOMAaNOLI
ACt.'l
A
/
1894
,JC
CCf.i
Edizione
di
soli
202
ordinatamente
numerati.
N.«
Premiato
Stab.
esemplari
Tipografico
195
Successori
Monti
INTRODUZIONE
periodo,
quasi
ai
in
manoscritti
di
parecchie
e
Essi
reliquie
del
lilppo
in-banco
ci
di
seguire
dalle
prime
alle
commedie
sparsi
rarissime
presentano
alcuni
quale,
XVI,
pubbliche
ziose
pre-
generi
del
principalmente
possiamo
testi,
biblioteche
private.
e
i
stampe
e
anni
del
primi
insieme
raccogliendone
teratura
let-
ultimi
dagli
XIV
secolo
primo
della
sconosciuto,
pavana,
del
il
illustra
volume
Questo
per
lari
popo-
teatro
modo,
certo
mercé
loro
frottole
dei
del
fano,
pro-
lo
svi-
canta-
Ruzzante.
IV
E
non
ciò
per
interessare
tuttavia
ogni
a
non
leggerli
che
si
in
d'
pregio
avevano
dal
esaminerà
difficile
sobrietà
e
di
di
cercherebbero
più
opere
:
fatti
ad
e
di
del
lungaggini
certe
scene
ed
in
dialogo,
di
frasi, quali
una
senso
ed
spesso
inutilmente
nelle
dei
tori
scrit-
cotesti,
disgusto
e
vacità
vi-
una
freschezza
celebrate
usura
là
denso
una
plastica
studi,
riuscirà
e
di
eloquio
per
non
qua
sentimento,
effi^cacia
si
rilevare
naturalezza
e
si
ragione
attentamente;
benigno,
il
scritti
sugli
degli
invece
occhio
farà
si
sbanditi
campo
di
pregiudizi
a
oramai
sempre
con
che
e
suppongono
chi
a
volta
una
vernacolo
gli
ed
vecchi
i
senza
che
;
spogli
sempre
arte,
sono
pos-
studiosi
gli
sono
essi
solo
che
nostri
ranno
compense-
il lettore
della
noia
a
certe
che
proverà
alla
riproduzione
verità
parecchio
di
rea-
V
davanti
listiche,
non
considerare
a
freddo
e
i vari
E
ricerca
di
cui
si
lazzi
avi,
della
ad
se
dati
quei
a
loro
la
e
tali
giunte
Ma
ci
i
che
cenni
scere
cono-
a
materiale
che
ci
oggi
ancor
pietosa
voci
di
non
di
fanno
per
possono
nostro
lamento
anco
storico.
questi
ora
di
e
per
alcuno
e
della
nel
erano
sul
cedenti
pre-
strazianti
all'orecchio
bastino
senza
e
scene
eco
nostri
pure
danno
vita
che
udire
ribellione,
ne'sol-
dobbiamo
contadini,
un'
petto,
realtà,
rozza
tanto
noi
fondo
miseria
trovare
e
sta
que-
si vergognarono
che
a
umana.
chiamerà
egli
forse,
assistere
tutti
vita
considerevoli,
de'
morale
della
cruda
essa
reno
se-
storico
compiacquero
poi
e
tuato
abi-
è
1' occhio
dello
anzi
può
non
chi
con
aspetti
benedetta
quali
anche
nausea
provar
quanti
alle
vissimi
breche
contenuto
,
1' illustrazione
dei
testi
e
degli
altri
VI
scritti
è
di
di
oggetto
ad
rimesso
ben
si
i
avere
in
lavoro
i
luogo
di
e
che
norme
fenomeni
singoli,
di
tempo,
varie
delle
si
intanto
Qui
di
dati
indi
luce
maggior
e
autore
e
tale
dialet-
presentano,
parziale.
rassegnano
vien
veste
si
migliore
potranno
che
essi
che
doijiiiiio.
generale
della
cui
sotto
dove
lavoro
studio
lo
libro,
pubblico
di
altro
popolaresca
altro
un
sarà
presto
Cosi
fioritura
cotesta
posizioni
com-
descrivono
lo
alla
j)ub-
presedettero
blicazione.
1."^ Sonetti
di Marsilio
Francesco
Non
si
rustico
furono
secolo
Vannozzo
anteriori
1370
in
a
la
verso
il
in
queste,
probabilmente
cui
di
e
(1-3).
poesie
conoscono
composte
XIV,
Carrara
da
Vannozzo
fine
tra
letto
diache
del
no
l'anpare
VII
in
andasse
^
Padova
il
e
arrivano
non
padovano,
1
vi
G.
2
il
cit.
quale
codice
da
ricava
appose
op.
il
del
poesie
si
Grion,
Gli
due
cod.
stessi
G.
cit.,
una
^.
Facciolati
in
fronte
ai
testi,
nella
in
carrarese
Seminario,
più
potrà
inoltrare
di
forse
anni
ricerca.
Storia
della
G.
sta
il
collocare
minazione
do-
mezzi
del
giro
un
poesie.
i
parando
pre-
cod.
in
e
e
Pad., tip.
Chi
tutto
tempo
bedue
am-
da
Padova,
queste
il
mancarono
la
di
;
volgari.,.,
I, 465-6.
edizione
breve
scrive
1842,
il
trascritto
stampati
rime
Delle
Cittadella
Vannozzo
contiene
fu
primo
vedere
libro
r
il
Li
che
an-
(ms. cit., Ili, 1201-2)
possono
nel
G.
12;
p.
scambiarono
si
italiano.
in
Gennari
si
Grion
poeti
sonetti
pad.
da
d.
oltre
resi
Carra-
25.
p.
da
le
come
che
nota
limite
1390,
i
presso
A
chi
per
vili
Sonetti
2.«
anteriori
Furono
tolti
mezzo
ed
primi
anche
;
forse
ma
di
tre, opera
notizia.
stessa
una
del
muti
calligrafia
alla
furono
246
si
sino
ortografia
ed
da
rimanenti
pagina
a
il
conoscere
composti,
alla
accenno
Padova
nelle
archivio
nel
donne
terzo
cronache
civico
dato
un
delle
corsa
in
tempo
è
non
contenuto
poiché
dell'
i
tutti
ha
fine.
Per
r
si
non
scritti
come
sebbene
codice,
padovano,
quale
mano,
tore
au-
altri
degli
Sono
i
come
sono,
Eliseo
del
giureconsulto,
alcuna
essi
rubriche
tal
d'
nome
senza
un
gua
lin-
data,
senza
anch'
le
insegnano
fra
varia
di
argomento,
otto
nese,
udi-
sparsi
trovano
composizioni
a
(4-14).
manoscritto
dal
si
dove
1470
al
e
non
cui
utile
in
sonetto,
nelle
carte
fu
finora
IX
rinvenuta
una
di
gara
resta
Le
dal
XIII
del
1458
terzo
diretto
Moro,
1467
(312
codice
vi
;
E.
in
Vereins
fase,
si
Padua
filr
59
estr.
Voìkskunde
sg.
foro
Cristo-
quale
appar-"
degli
Die
(314'^-21^),
Som-
scritti
pronostico
futuri,
LovARiNi,
fine
Giorgio
al
il
(305^)
^), in
doge
di
fa
anni
cinque
1
del
Verona,
del
1462
astrologico
parecchi
tengono
P
del
opera
da
maripa
nen
del
fratello
al
dialogo
sonetto
un
altro
trattatello
invectiva
un
un
(234^),
un
sg.),
del
metà
un'
:
(e. 88^),
(91^
vanno
la
data
1460
1461
contenute
oltre
la
Portano
dell'anno
«
ivi
poesie
secolo
XV.
un
l'età
che
vedere
a
al
anteriore
genere,
codice.
del
e
tal
^. Non
1517
di
testimonianza
veruna
del
dei
principiando
Frauenioettren-
dalla
Zeitschrift
di
Berlino,
cles
1892,
adi
XI
del
1464,
et
prima,
56,
discendente
Candirò
da
208
scrise
al
mano
la
nota
die
15
:
insieme
sonetti
3.^
fu
aggiunto
1470
la
la
libro
il
na
pagiBrissa
da
si
collocare
quindi
che
Lunardo
non
pti 43,
della
otubrio
giorno
questo
40,
sommo
«
zo
mar-
Sagittario
scritto,
tutto
altra
mfci
Dopo
».
stato
era
de
mese
bora
gradi
del
presente
Oltre
».
volmente
ragione-
può
trascrizione
e
dei
composizione
pavani.
contadinesche
Scene
del
1400
(15-48).
trentadue
Le
sotto
fra
questo
parte
pavane,
vano
titolo
quelle
tutte
più
là
poesie
ci
della
accoglieva
del
alla
territorio
precisamente
nel
sole
portano,
raccolta,
meridionale
dove
pubblicate
suo
seno
il
pa-
copiosi
XI
i
suoni
del
a
con
pure
di
pavani,
che
vernacolo
in
nella
commedie
nome
di
deva
A
quale
si rileverebbe
principio
e
e
r
che
in
vi
politicamente
Emiliano
».
riserve
nel
V
collegata
all'
Emilia
dizio
giu-
dialetti
secondo
ferrarese
elemento
non
il
sui
1853, 310),
che
prevaleva
seguito,
credo
{Saggio
gallo-italici, Milano,
ciò
lo stato
io
senza
BiONDELLi
il
Ferrarese
proposito
accolto
essere
del
^
e
sotto
evidentemente
questo
savano
pas-
popolare
poliglotte
è
scritti
quel tempo
ferraresi
ostante
1
in
o
grandi
con
dagli
letteratura
nelle
non
veneti,
differenze
sostanziali
la
hanno
elementi
più specialmente
e
sponde,
sue
lingua
loro
gli
prevalenza
remo
dilunghe-
ci
non
dalle
nella
ti
costret-
saremo
Po,
molto
perché
ferrarese.
esse
il
varcare
linguaggio
del
limitrofo
popolo
Se
forme
le
e
il
«
da
veneto
geograficamente
vi
prevalse
XII
a
cui
de'dialoghi,
la
didascalia
quale
sta
essi
sg.) ;
del
ed
ai
per
del
mercato,
(XXVIII)
XVII
XXV
14
17)
XXVI
; nel
sonetto
fa
uno
nelP
ultimo
^
XVII-X
con
La
si
scritta
un
idem
essere
trova
per
sopra
sopra
disteso
i XXI-V
nete
mo-
i
cfr.
sia
un
e
14)
miciliato
doaltro
confessa
frarese
«
bo-
6,
(14
come
Ferrarese
d'
le
XXX
i
sonetti
e
e
o
(XIV,
là
XXVIII
2,
(XXXII
chiaramente
più
tra
);
intendere
nel
sale
ricordansi
(II 19,
6)
prezzi
del
e
qua
8 ?
in. circolazione
XXX
i
o
10
v.
parlano
,
lognini
i ladri
XV,
grano
esplicitamente
meno
podestà,
saper
Duca
del
;
al
(son.
Ferrara
a
stizia,
giu-
maggiorenti
derubarono
rara
Fer-
aver
per
la
»,
^. A
ultimi
denunziare
giudice
li
ferarisi
ricorrono
per
che
ammaestra
come
lor
gli
sopra
poi
al
Fra
«
locutori
villani, inter-
i
appartengono
».
XV,
richiamata
XXVII-XI.
XIII
termine
Il
sonetti
due
il
si
quale
lontano
vi
si
fin
gridare
cosi
dire
può
il
sentito
coscriver
cir-
delle
teatro
contadinesche
scene
a-
uno
anche
là, potrebbe
meglio
poco
ad
sarà
egli
con
dell'
supposto
eh'
minacciandolo
17),
sito
un
luogo
che
XVIII
e
designa
dal
zione,
10
(II
da
portoci
Schiappe^
stre
no-
quando
,
si
Ducato
del
ciò
è
forse
quello
col
la
quale
doveva
di
spesso
e
di
selvaggia
spinosi,
raccogliere
in
breve
vanno
quei
i
gli armenti,
vimini
quei
banchi
pagne
cam-
tratti
fiumi,
dalle
i
mune,
co-
delle
gente
nani
ed
nome
lungo
salci
dove
pascolare
un
che
acque
misera
vegetazione
una
nominazio
de-
pare,
sommersi
vengono
nutrono
non
chiamare
incolto
terreno
colare
parti-
questa
con
Ma
invece
località
qualche
trovasse
di
e
arbusti
contadini
far
(cfr.
per
fascine
II
nel
e
e
10-11),
greto
di
XIV
in
che
fiume,
un
'
'
I
la
forme
altre
la
dubbio
1
'
schiappa
V.
L.
Ferrara,
'
branco
',
'
Vocabolario
tip.
',
'
',
torma
e
'
ecc..
,
ferrarese-italiano,
portatile
Vocabolario
che
ferrarese
scheggione
cfr.
1890;
soc,
3),
poesia
odierno
dire
è
(XXVI
della
steccone
Ferri,
giustifica
topografico
dialetto
vuol
^
Confortin
lettura
Nel
schiapp
comparazione
proprio
dalla
ma
ficato
signi-
un
ipotesi.
Nome
senza
'.
renai
portano
non
analoghe
nostra
questa
^
schiappa
parola
simile, però
con
'
toscano
ferraresi
vocabolari
con
nel
e
mare^ane
intitolansi
pavano
Fr.
Nannini,
ferrarese-italiano
,
ossia
alle
quali
voci
1805
;
C.
e
voci
di
raccolta
sono
tipo
2.
le
contrapposte
italiane,
Ferrara,
Vocabolario
Azzi
più
le
terate^
alrispondenti
cor-
Rinaldi,
domestico
,
ferrarese-italiano,
2
ferraresi
G.
KoRTiNG,
Ferrara,
Lat.-rom.
Buffa,
1857.
Wort.,
431,
XV
s' intende
contiene
lo
assai
presumibilmente
dove
posto,
dialogo,
s'
in
oggidì
che
di
antico
nei
ignoto,
lo
porta
stesso
si
non
il fine
1
E
servire
e
due
i
18)
'l
e
Lendinara,
1482
agosto
(E. Piva,
La
posta
alla
i
sta
di
prima
Veneziani
Zagnon
forse
comune
Bologna.
tale
scopo
che
origine,
sinistra
di
A.
la
Ferrara
Draghi,
1' odierno
per
di
Imola,
^.
luogo
a
Zagnon
guerra
mitazione
deli-
una
tro-
(XXX
Lendenara
Ferrara
I, Padova,
del
da
da
Periodo
frazione
d'
prete
a
di
di
gere
raggiun-
di
possono
Poi
:
comune
circondario
ristretta
nomi
Duca,
quello
potrebbe
ancora
altrove
vansi
4
meno
del
nel
nome
desiderato
più
stente
esi-
paese
invece
del
il
casse
indi-
si
domini
non
e
Crespellano,
Bologna,
anche
se
dal
svolgersi
qualche
esso
con
lontano
immagina
perciò,
e
quello
esser
(XXXI
del
14);
Po,
che
nel
parteneva
ap17
occupassero
nel
1893,
1842,
85)
;
Zanone,
nella
vincia
pro-
XVI
Ai
parola,
che
da
XXXII,
scritti
furono
già
in
L.
moltissimi
idiotismi
in
^
quella
nostri,
Essi
sono
infarcito
italiano
un
cati
pubblidei
Frati
tien
nove
venti-
codice
all' ultimo
insieme
si
quali qui
nel
seguono
altri
al
sui
sonetti,
veneti
resi
ferra-
e
che
parlata
di
dovea
,
bocca
sulla
sonare
colte
in
Ferrara
L'
da
lingua,
giù
di
in
seguito,
com'
egli
Si
anche
e
«
furia,
senz'
versi
allo
stesso
in
fronte
1
Cit.
2
Ivi, 236, XXVlIÌ
rustico
ai
sonetti,
4.
»
,
quellabuttati
tutti
confessa
poesie
in
tempo
di
arte
medesimo
devono
le
in
in
morato
di-
aver
qualche
fatica
fretta
degli
veneta
servirsi
saper
quentavano
fre-
che
doveva
per
senza
persone
quelle
corte
autore
colà
tanto
di
e
la
Estensi.
delle
quanti
alcuna,
^.
attribuire
che
pre-
XVIII
sticano
della
che
zampogna
s' intende
poesia
i
fosco
e
rustica,
scritto, come
odio
versi
ci
tosto
in
li, e
appose
il
sia
».
che
il
coi
^
con
XIV;
gli
del
Né
si
il
altri
codice
vi
può
supporre
mediante
i
p.
6
e
nel
primi
che
fosse
si
nel
solo
tarli
ripor-
XXXII
gli
come
XXXII
italiani
229, XVI
veder
ha
dei
italiani
più
di
esplicitamente
,
Cfr.
di
ammanuense
quali
,
quei
con
1' ordine
scritto
riferimento
dopo
vengono
quindi
XXXII,
susseguenti,
credere
e
è
il
mantenuta
perché
seguenti
1'
della
esempì
invece
sotto
rustici
dialettali
sono
Perciò
ma
stata
sbagliato
cui
la promessa
finis
«
parlare
italiani
e
dubbio
esso
aspettati
manoscritto
1
e' è
saremmo
finisce
;
Non
Ferrara.
mantenuta
sonetti
?
compreso
villanesco;
che
fìstoletta
di
gli
di
della
con
primi sonetti,
in
»
i
vv.
233,
XXIII
XII
227
,
1, 6,
con-
7
5;
15-7.
un
e
11,
228,
XIX
Ferrara.
tro
è
quelli
dal
poi
in
Ferrara
l'
poi
da
la
il
contro
ricordo
di
In
gli
satirico.
stati
autore
naturale
intesa
e
dei
31
è
dal
prima
facile
primi
e
Niente
stile
rustici
la
e
si
non
a
simo
mede-
lui
anche
in
si
più
meglio
dei
nome
vieta
sotto
differenza
gli
no
devo-
che
lingua
simile;
sfatta
di-
intendimento
prodotti
Lo
il
con
rustici
essi
quali poi scriveva.
lingue
20
bolognesi,
ipotesi.
e
anch'
altra
più
lanciata
novembre
ma
dell'
l' invettiva,
del
,
servisse
seguenti,
vile
lo stesso
Tuttavia
esser
i
della
altri
è
darà
funesto
Lagoscuro
tutti
che
ferrarese
quello
ivi
guerra
mosse
di
popolo
ritrovare
può
le
taccia
por
nuova
tutti
a
prende
con
che
Bologna,
ispirazione
esso
1482.
della
e
a
giustificato
quanto
1' annunzio
tra
davanti
posto
suo
pienamente
contenuto,
come
e
Il
altri
sta
que-
le
due
tra
italiani
i
XX
consiste
che
più
ultimi
degli
vismo
de'
tutti
per
Ferrariam
satira
di
è
Quindi
si
penna
le
si
non
ancora
città
due
a
1494.
scrive
Il
e
allora
dalla
in
in
cui
ma
massiI
cronologico.
scritti
la
aperta
Bologna
con
timi.
ul-
tere
ammet-
sia
non
fortificarsi,cioè
poeta
due
degli
1' ordine
furono
era
la
cedenti
pre-
usciti
codice
primi
trentuno
i
dei
satirica
l' ordine
anche
dà
come
fra
lingua
che
nel
trovano
e
»
siano
e
tra
Cen-
«
ragionevole
tutti
che
stessa
la
l' indole
e
anche
inventricem
congiunzione
tenendo
ordini,
in
porta
apparisce
,
1' anello
stico
ru-
seguenti:
detratricem
alla
stura
XXXII
serve
Jiugarum
Bononiae
obbietti-
e
che
altri
gli
il
mezzo
l' intitolazione
testa
vismo
soggetti-
nell'
e
di
sta
nel
e
primi,
che
et
altro
l'animo
contrasti,
quando
lotta
avea
prima
fra
minciato
co-
del
tranquillo
dialoghi,
re-
XXI
del
quelli
a
nel
leggonsi
allegre
codice
egli
quando
allora
e
dei
della
del
viltà
Duca
di
antichi
gentile
le
che
e
fa
do
intralascian-
e,
rozzezza
si
gridi
i
de'
e
turbarono
finirono
col
la
in
esso
,
il
far
animo
un
commuove
anche
questi
fatti
Ducato
cadere
d'
nel
più
arme
1482
mente
facil-
settentrionale
parte
quel
tanto
pensare
sembrano
di
la
e
classe,
seriamente:
prodromi
menti,
reggi-
i soldati
tasse,
oggi
che
i
invece
miserie
loro
Ferrarese
per
povera
pietoso
e
dele
fe-
nuovi
e
del
la
manifesta
dente
stri-
interprete
stesso,
questa
vilipesa,
alle
diventa
per
in
quando
corda
una
giustizia,
scherno
lo
tocca
malcontento
il
per
di
contadina
suo
la
e
Solo
delle
risata
la
sentimenti
plebe
che
cemente
sempli-
udinese,
levar
brigate.
ti
somiglian-
anteriore,
secolo
per
e
lazzi
carnascialesche,
cite
Rovigo
di
sotto
,
il
XXII
«
marcliesclie
I
ebbero
dell'
compagnia
spiccano
l'
con
e
impeto
appariscono
la
sotto
unico
dà
fatti
tutti
«
E
Se
in
in
cerca
fondo,
1
E
Piva,
o.
del
c.
origlili
2^'i^incipalidel
1748,
2
L.
66
; G.
e
volta,
una
di
un
è insieme
Il
fatti
in-
poeta
ad
una
vendicare
feroce
una
1' odio
che
modo
nuova
delle
Historia
lui
a
qualche
non
in
punto
un
»
costituiscono
loro
forse
personale.
facta
oncta
compatti
e
a
che
in
rustici,
fiera
sentimento,
accenna
«
liberi
commozione
risentimento
mento.
tratta-
de'
che
rarono
spe-
invece,
ultimo
più
»
mite
italiani
plebi
^
vita
più
sonetti
le
quale
la
per
ed
si
dal
veneziano,
governo
resto
G.
di
a
nella
Bronziero,
de'
liovigo,
ghi
luo-
nezia,
Ve-
47.
Frati,
o.
c,
236,
2.
carica
condizioni
Polesine
»
XXVIII
13-9.
XXIII
letteratura,
quale
le
1' altre
tra
Marco
E
cosi
l'odio
intitola
in
ad
? Senza
ultimi
del
1494,
prima
poco
fu
della
compiuta
scritti
nei
dimostrò
1
Ivi, 223,
2
Ivi,
229-32,
3
Ivi.
216.
V
città,
giorno
XVI-XI.
poesie
i
primi
L.
trascrizione
17.
i
:
^.
»
dubbio
il
i.
contadini,
le
Ferrariam
della
»
l' avea
dei
quello
come
Jove
velatamente
furono
Quando
ziani,
Vene-
ingrandire
e
pomposamente
Bononia
dano
ricor-
esprimere
nell'odio
prima
ingrandito
si
fiol de
'l
e
bolognesi
forse
Ercole,
città:
volendo
personale
come
«
te
1' autore
sentimenti
Duca
offese
alla
pelato
a
i Ferraresi,
e
inflittegli dai
sconfitte
dicendo
«
il
escluso
non
al
Ferrara
contro
10
trenta
mesi
^,
Frati
che
maggio
XXIV
1494.
I
precedenti
forse
non
molto
facilmente
che
fondo
in
nota
tiuoli
M.
e.
in
che
e.
e.
principio
componimenti
1
del
L.
della
Cfr.
I
sonetti
trivulziano,
-'
C.
X.
X.
e
oggi
del
del
Pistoia
Torino,
35a.
xiiij
X.
là
e
alla
è
più
e
anche
giusta
p. XXVI
»
e
tra
meglio,
potessero
1888,
ni.
An-
Maij
ipotesi
resto
Ben-
pretoria,
qua
non
sua
la
appose
decima
credette
ma
luì
^
disegnò
Frati
Pistoia,
neppur
1.
e.
stesso
Manu
die
complectum
^
possa
hermetis
ex
aurati
equitis
qui
non
codice
Scriptum
«
che
autore;
trascrittore
al
sero
apris-
fin
ignoto
il
autore
essere
dell'
provato
ancor
si
porterebbe
nome
e' è rimasto
è
Et
il
avanti^
repubblica
ciò
su
lume
esso
Non
la
con
Anche
veneta.
anni
che
prima
ostilità
le
ma
negli
essere
persuaso
mente.
ragionevolR.
V
Renier,
apografo
in
n.
i
XXVI
Ambedue
questi sbagli potevano
fatti
venir
stesso
in
di
senso,
scrive
delle
meglio
o
di
non
dei
seconda
l'
Questo
furono
esse
idea,
all'
il
fatte
;
che
forse
da
che
da
un
un'
nella
il
XVII
nulla
secondo
l' autore
:
il
trovarvisi
segnato
lato
il
o
il
il
il XXIV
a
fatti
ticalmente
ver-
pie
che
primo
del
non
dipende
di
trascrizione
un
davanti
dopo
incertezza
da
ma
cominciato
come
questi
ispiegano
delle
da
troviamo
del
Sono
XIV.
lo
ce
distrugge
subito
poi cancellato,
richiamo
senso
rustici,
nemmeno
ci
XXVII
il
parte
una
1' essersi
originale,
chi
evidentemente
e
noi
errore
sospetto
sonetti
mano
sonetto
e
inteso
suggerire
correzioni
un
mostra
non
aver
parole.
potrebbe
apparisce
non
tore
au-
ché
poi-
trascriveva,
mentre
essi
dall'
distrazione
per
mento
ordina-
definitiva,
ravvicinamento
copista
volle
fare.
XXVII
in
ovvero
ambedue
sbadatamente
conteneva
r autore
lo
delle
Certo
molto
persona
membro
troviamo
quale
volentieri
i
che
Pistoia,
gono'-più
di
di
nella
1
2
L.
Frati,
228.
,
^
»
egli
^
moglie
finge
c,
di
nel
nimo
ano-
modo
nibale.
An-
fermarsi
di
Fer-
contro
219-20,
ten-
cilmente
fa-
1'
qual
certo
del
non
perché
italiani
spietata
o.
poesie
anche
per
carica
Ivi
faceti
somiglianza,
degli
nella
leggere
nostre
Lucrezia,
sua
pure
famiglia,
una
Ivi
una
non
le
si dichiara
servo
se
con
XIII
sonetto
essere
sonetti
casuale;
dirsi
a
Alessandro
«
se
Bentivo-
dovè
quella
netto.
so-
dubbio
Ermete
amica,
di
che
un
abbia
poesie
egli
tata
sal-
era
faccia
sempre
copista
stesso
glio.
un
perciò
s'
pagina
una
ciascuna
su
Resta
casi
i
n.
1.
XXVIII
dubbioso
rara,
alle
possano
di
contro
lui
la
quale
con
una
le
Lucrezia,
del
duca
di
ch'era
Ferrara,
prudentenente
dice
perifrasi. Egli
Vorebe
rancore
in
nomina
egli
parole
sue
suscitare
volte
naturale
figlia
"
che
:
voluntiera
(cioè: vorrei)
per
[suo
Mutar
Che
In
stil,
mai
non
prender
e
via
bene
da
fra
che
il
che
nel
in
dal
fino
1
p.
del
dicembre
^,
veneto
Secr.
Sen.
147, riferito
da
si abbandona
nuovo
satira.
il fatto
è
che
di
che
Ì482
segrete
,
avevano
col
XXX,
doc.
Piva,
nato
se-
deci-
abbandonarono
E.
è
non
mura
Bentivoglio
trattative
iniziate
ogni
composizione
i
poesie
queste
fine
».
costei
città
alla
della
tempo
che
di
male,
liberamente
Notevole
signore
suo
quella
quelle
,
rimasto
dispecto
considera
poi, quando
portò
far
al
servo
un
subiecto,
altro
de
convien
se
alcuna
cosa
Ma
si
il
amore
5
die.
1482
,
o.
c,
124-5
,n.
2.
XXIX
il duca
samente
uomini
80
con
Poesie
4.°
I
d'arme
)
:
da
di
Trevisana
fo
citadin
de
col
erano
1
fuzite
qual
Marin
S
in
Vili
in
Archivio
Italia, pubbl,
Veneto,
S'aggiunga
Anton
di
giudizio
de
invictissimo,
scentia
animo
de
del
,
1496
Origini
Loescher,
1891,
Ciò
1873,
che
»
una
del
II
«
de
possente
fece
sua
Fulin
341.
homo,
di
et
teatro
forza
de
3G9-72).
con-
1' 8
(A. D'
italiano,
a
ingegno
rappresentare
egloga
di
il fratello
audacissimo,
lingua
av-
A.
protonotario
moderato
luglio
nota
m
che
mano,
d' Ari-
da
contemporaneo,
un
acutissimo,
Venezia,
qui
Galeazzo,
altri
spedizione
La
anudo
in
Beraldo
».
,
Carlo
pochi
Malatesta
Signor
testazione
in-
quando
molti
con
sto
que-
dall'
Ceco
preso
Padoa
el
di
fatto
Padoa,
preso
\
(49-69).
precisata
Sonetto
«
poi
1509
occasione
ben
è
dialogo
L'
—
strieri
bale-
40
Repubblica
politichedel
( 49-50
passò
e
della
servizio
al
Annibale
e
cona
An-
Torino
XXX
il
venne
si
come
di
23
giorno
può
Marin
anche
leggere
Sanudo
^
Francesco
Il
se
circa
cavalli
300
1509,
nei
Diari
cronijjta
dovano
pa-
mattina
Castel-franco
da
andò
e
narra
La
«
partite
seguente
del
Buzzacarini
proposito
questo
a
luglio
Asollo
a
per
•
.
vedere
lochi
anche
et
1
Vili,
2
In
l'
^
de
della
palatale
esplosiva
ad
stesso
della
e
e
un
^,
quelle
lettere
consuetudine
e
la
altri
w,
si
comodità
aggiunsero
suppletorie
della
In
scrittura
nasale
il
la
di
mediatamen
im-
la
e
trova
si
condizioni
per
anche
davanti
per
sibilante.
usato
indicare
ad
usato
sostituito
negli
zente
era
si trova
ed
;
stesse
per
fu
caso
de
che
g
0
a,
similmente
insieme
i stratioti
sonora
organo
nelle
sorda,
de
manoscritto
semplice
dello
quelli
scorta
per
Venecia
.
in
513-5.
questo
il segno
andà
intendendo
seg^zoria
.
tornati
era
era
li sacomani
la
.
vilani
se
segno
pai. espi,
cui
quest'
di
in
richieste
comune.
sopra,
ultimo
lettura
corsivo
dalla
XXXI
maestk
dala
tina
fece
e
brava
una
n' amacò
ritirò
fuzie
da
desto
fuzite
al
dredo
i
dise
gliQ
fuziu?
che
i
fo
tre
meso
mese
vita:
Francesco
in
e
da
fo
Bozollo
:
i lo
fo
donde
pugwi
asai
e
la
li
:
gj^e spudava
:
le
a
preson
fine
circa
stete
co??ipania
fato
conduse
maltratato
i
pesima
de
in-
me
Beraldo
e
preson
in
infìna
voltò
barba,
la
:
preso
coTwpania
sua
Beraldo
Venecia
volto
lo
fo
el
fo
e
se
\n-
[sisalv-]adi? pigiato
Francesco
e
che
Fedrico
non
g/^e pelava
in
sua
fo
sua-
corendo
mister
a
adeso
Treviso
a
non
el segwore
:
la
via
che
campo
se
sco
France-
povero
de
se
fradello:
stradioti
Beraldo
e
e
i stradioti
:
iwnawci
li soldadi
tutti
man
Beraldo
el
dali
ma-
ale
:
suo
tanto
circondado
fo
e
Francesco
Beraldo
andò
e
parte
iwnawoi:
nawci
la
:
scaramuca
oni
de
e
Barco
V asaltò
bonora
a
al
cesareo,
li finite
e
del
governatore
dito
Be-
XXXII
raldo
:
fate
al campo
queste
:
fo
a
L'
13
lulg/o
autore
di
politica
di
le
tutte
eccettuate
simili
la
pero
pertanto
almeno
una
parte
una
sola
mente
di
modi
e
di
la
III.
dotto
pro-
si
se
molte
E
che
sia
esse
di
e
seguono,
supporre
alle
stile
di
che
persona,
tanto
non
quello
come
II
ragionevole
di
questo
e
composizione
ignoto,
altre
quella
^
»
questa
affatto
è
tornò
in
bene
portò
se
di
Mercurio
segwore
scaramuca
oniuno
cose
pon
analogie
quentissi
fre-
pensiero
,
nei
sempre
che
somiglianti,
vogliono
1
Lega
far
la
termina
cod.
ecc
i-
rapporto
interni
accenni
esplicitamente
correre
Historia,
1482,
al
gli
polaresch
po-
soggetti
trattano
quanto
che
deologico
poeti
quale
al
incomincia
1420
e
delia
ms.
no
Van-
contiene
la
biblioteca
munale
co-
,
di
Padova,
B.
P.
55
II,
177^
-
8^
XXXIV
sonetti
due
autore
«
Mu.
principia
dubbio
la
per
fatti
Padova,
il bando
in
per
cui,
fu
delle
armi;
il secondo
il
di
di
terza
capitano
2
glio,
lu-
notte,
sacra
prò
vicentino
del
molestate
caesarea
gato
promul-
e
dopo
del
ordine
imperiale
che
ora
molto
furono
Essi
dopo
all'
che
è
governo
più precisamente
vuol
casato
Mu
?... )•
il
durante
il
sillaba
(Mu-sato
iniziali
chiaro:
è
ma
;
l'
del-
nome
lettere
Hier.
».
Girolamo
dire
in
le
con
Hier.
il
accenna
,
di
Galvano
di
Alessio
Porciglia
Castello
del
uf"ziale
alla
sua
fissa
e
algune
sachizò
i
soldadi
Dreseno
:
e
questo
Giorgio
senza
assegnare
data
una
racconta:
case
berrettaio,
(gafo).
narrazione
sicura,
ziati
giusti-
Ferino
e
comune
Buzzacarini,
Il
zado
furono
Trissino,
Leonardo
al
de
«.
fo
Portello
ben
sachi:
Lunardo
per
cridare
le
da
:
XXXV
fece
de
el
palgia
botoli
de
todeschi
in
arme
rofìollo,
star
de
queste
ala
tera
tere
Non
vi
si
da
quel
1
della
mss.
113»
e
2
B.
In
B.
«
adi
altre
«
beretaro
»,
persona
Porciglia
che
veniva
altri
due
nominati
sopran-
12
luglio
^.
cit., 179^;
cfr.
le
copie
biblioteca,
55
15
Vi-
giorno
ia56,
P.
a
cronaca
gli
stessa
P.
e
le
altra
da
con
Historia
tu
:
molto
intre
sia
stessa
nel
disia
fasia
i
cotesto
Galvano
impiccato
zovene
^
che
la
quisti
:
amacare
e
nomina,
secondo
questa
:
despiaceva
»
p^re
che
voUia
Verona
lochi
e
i
poi
e
tera
Padoa
simille
el
a
cewQa,
ala
uno
cose
:
placa
todeschi
vedia
'1
e
ala
finestre
le
i
con
le
C071
soi
molto
despiace
cosa
messa
i
a
zu
Lunardo
beretaro
uno
ama^are
la
dito
El
marco.
marco,
altre
Il
P.
798,
1' esecuzione
è
B.
91^
II,
lulgio
178a
»,
in
B.
P.
798,
XXXVI
confronto
con
l' altro
cronista
Bruto
chiarirà
Iacopo
r
della
errore
che
questi
tertia
:
«
noctis
Perinus
Die
biretarius
vanus
palatii
^.
altri
ad
altri
in
ad
invece
1
«
un
adi
trascritto
dopo
documenti,
laqueo
fatto
stato
era
Trissino
insieme
ai
uomini,,
del
Padova
sotto
lugio
nel
presi,
modo
in
come
»,
gli
;
lui
da
tumulto,
12
28
B.
91 a.
Fu
'maggio
saree
Ce-
podiolorum
stati
erano
seguito
1356,
Gal-
et
,
cinque
due
llS^'i
P.
Alessio
precedente,
mese
Castello,
fuerunt
dal
prigioniero
hora
rebelles
colonellas
ad
»
de
uti
Maiestatis
suspensi
Julii
o£fi.cialis
Giorgii
della
Racconta
2°
Alexius
glio
me-
e
fatto.
del
duplicazione
data
dovano
pa-
la
lega
all'ottobre
Padova,
da
A.
stretta
1509,
Di
Gloria,
in
Camhrai
cenni
Prosperini,
storici
1863,
dova
Padal
con
56.
XXXVII
seguente:
in
«.
XXVIII
Junii)
Portellum
dominus
;
accessit
maxima
extra
illis
Padue
biretarius
i
questo
fatti
ad
informazioni
sotto
ci
^*
persuade
Ivi.
55-G.
chi
data
circa
trovava
città, grazie
può
avute
la
che
conoscere
si
della
mura
Pur-
Saniido
può
di
Perinus
de
^.11
non
quinque
Communis
Galvanus
caso
alle
scrivere
che
palacii
meglio
dentro
fuit
quos
»
ad
usque
cepit
et
quidam
et
domos
omnes
Portelli
officialis
Georgii
cilia
copia peditum,
fecit
inter
illiic
Majestatis
Grecorum
pontem
Tryssino
de
cum
portam
:
intelligens
antem
Cesaree
depredare
ex
aclamautes
Leonardus
capitaneus
in
hoc
ad
banderiam
Marci
Marco
(iclesf:
barcharoli
aliqui
sancti
et
diei
elevaverunt
unam
Marco
dicti
sero
4
la
tuttavia
luglio
cosa
preferibilità
XXXVIII
della
narrazione
di
«
El
fo
do
in
(53-4)
In
al
del
elle
andava
frasca
una
el
con
e
A
Diari,
2
B.
adì
il 13
e
confermata
B.
P.
798,
113a
13
6
con
bereta,
la
1509
lulgzo
^.
»
486.
16
;
però
è
ma
cifra
che
schiato
ra-
ancor
viene
,
dalle
altre
P.
1356,
B.
fa
qui
il
prima
anche
detto
sigolloto innawci;
sostituito
la
riconoscibile
è
Dreseiio
in
II, 179a;
55
un
Padoa
per
'1
e
Vili,
P.
tanesco
ciarla-
da
salese
tamburo
fo
di
intorno
dove
zorno
de
questo
esser
per
vestire
suo
Lunardo
el
tato
quel
appoggio
Buzzacarini,
questo
«
dice
opportunamente
occorre
passo
sta
esser
dicendo
qui
e
:
^.
—
vien
si
fronto
con-
Buzzacarini
castello,
»
Trissino
al
in
altri
preti,
marcliescho...
quanto
del
quella
steva
IV
Bruto
dito, egli annota,
apichati
Alexio,
del
due
9P.
copie,
XXXIX
Anche
si
non
quella
dello
data
questa
a
può
dare
che
si
nel
è
evidentemente
sua
solo
come
basta
tanto
il
sonetti
per
il
17
dopo
nobili
fatti
di
presa
V
a
dei
il
VII,
il
titolo
dì
per
che
:
dopo
«
si
dapoi
subito
che
dei
parla
chiusi
espresso
in
«
scorre
di-
mente
precisa-
Sonetto
fun
»
tratti
porta
«
del
poco
e
quali
ai
dalla
vennero
Venezia
poesia
Questi
—
anzi
che
ma
distanza
esso
padovani
alquanti
terra.
cioè
in
già
ma
»,
nella
breve
a
il
luglio,
;
caduta
(55-60)
Padova,
prigionieri
cabla
VII
e
si dicono
nere
te-
davanti
la
narrano
VI
V,
alla
occupa
imperiale
governo
si deve
assegnare
ora
che
riore
poste-
approssimativa;
che
posto
La
stesura.
ché
per-
aggiunta
tempo
un
altre
più
tanto
fu
in
di
ad
prestata
manoscritto
alla
fiducia
maggior
cronista,
stesso
naturalmente
fatto
presi
una
XL
frotta
Terra-nuova
in
i
citadini
de
dei
a
In
«
padoani
qui
«
fosse
in
visitadi
parenti,
798,
ravvicinare
invece
e
a
la
B.
ben
»
^.
di
9
30
e
si
^ezor
son
S.^
la
ne
»
P.
queste
o
P.
1356,
e
volia
non
che
volia
non
B.
che
preson
incomodo
gran
moglie
amici...
a-
X
di
stati
con
sua
122'-^
guardie
cai
i
cbabia
la
le
in
mesi
medego,
o
in
stodia,
cu-
542.
amalava
da
con
^o Facilmente
Venetia
vadase
Signoria
Padoa
per
28
forno
se
nessuno
la
di
con
Vili,
Diari,
2
P.
il
giorno
1
gionseno
sarebbero
infelici
gli
vespero,
Buzzacarini
il
Secondo
[22 luglio],
posti
deputate
il
espone
zorno
di
Terra-nuova,
torno
cosi
rebelli
fonno
et
in
9,
mandati
nostra,
ghe
di
dentro
Ambedue
».
che
questo
zercha
bore
il
fatto
al
Sanudo:
Tormenti
messi
e
i cabioni
intro
magazzeni
alludono
Padoa
de
fioli
56
97^
parole
o
che
i fosse
fiole
II, 191%
Si
se
o
B.
possono
quelle
dei
XLII
del
prima
giorno
V
poiché
,
fa
della
parola
prigionia
non
nobili
dei
^.
padovani
Vili
IX
e
in
il
parte
gna
inse-
—
titolo
del
furono
questi
sonetto
Come
(61-3)
primo
composti
,
«
fu
quando
Mantoa
Francesco
»,
agosto)
r
sotto
lieto
l'VIII,
cioè
prima
1
II
Duca
dove
è
fin
du
luce
et
10
^.
agosto
che
la
pa,
stam-
sia
sonetto,
{Bibliogra-
vénetiens
de
la
du
commencement
Techener,
Paris,
{1469-1525)
XVP
du
nezia,
Ve-
a
1510
il
figures
à
prima
l'illustre
questo
verso
siede
XV^
diata
immee
crede
Rivoli
di
livres
des
phie
(8
che
del
contenuto
alla
uscita
Gonzaga
sbarcato
venisse
prigioniero
de
avvenimento,
almeno
ancora,
marchese
impressione
,
del
el
preso
1892,
325).
2
Kossi,
A.
A.
Gloria,
o.
,
ecc..
c,
33-4
Gonzaga
Francesco
Medin
267-70
o.
'23-33,
c.
,
e
59-60;
prigioniero
V.
ecc.;
151-3
136-40
,
,
XLIII
X
XI
e
Padova,
della
gatta,
:
fu,
fato
le
che
sine
certo
le
nel
della
nelle
da
^
e
cantate,
Presso
manoscritto,
titolo
di
dovette
alle
anno
Medin,
quella
diffondersi
insieme
A.
bene
sebnon
o.
c,
nostre
ci
come
,
1
barze-
annunziate
il
quell'
Padoa
Infatti,
nel
lo
ne
de
erano
qui
che
da
obsidione,
frotole
rinvenute
guente
se-
exercito
la
»
margine
alluso
passo
dentro
poesie
zone
can-
octobre,
soldati
stampe
fin
di
auctore
gatta
due
1°
alligate
per
sieno
sta
da
veneto
lete
si
di
a
exercito
fo
aver
lo
liberata
e
che
deve
col
l'
al-
e
famosa
Partito
«
uno
alla
Zoiano
cronista
Padoa
che
oltre
di
dialogo
All'
barzelletta.
altra,
il
1' assedio
questo
comparvero
questa
le
donato
abban-
ebbero
ignominia
con
che
—
imperiali
soldatesche
e
Tosto
(64-9)
345-6.
as-
XLIV
sicura
22
scrivendo
novembre
con
altra
una
nin
E
:
per
1' è
La
in
di
gaia
nel
una
Padoa,
vilanescho
di
To-
parti quei lanziman,
offender
non
che
stampado
era
«.
si chiama
canzon:
il
di
re
qual
Romani
,
cussi
r
Sanudo
il
chonie
fo
una,
di
capi
si
mandato
dialogo.
tuorle
più
pei*
si
non
li
ven-
^
»
Qui
bezo
un
a
adeo
X;
detteno
vendevano
il
diarista
Esso
ha
cosi
e
di
cosi
nenza
conte-
scarsa
interesse,
poco
il
nomina
non
introduzione
vendo
ser-
nemmeno
,
necessaria
barzelletta
alla
ed
,
scritto
cosi
perfino
di
rado
facilmente
metrica
che
cantata,
poteva
dimenticato
e
sato
pas-
silenzio.
le
prime
contenere,
1
forma
una
esser
sotto
Ma
in
Diari,
IX,
come
335.
stampe
lo
lo
vano
dove-
contengono
è
XLV
di
veneziane,
le
Bernardin
^, di
1557
^
1582
Matteo
già
e
di
Tommaso
di
Francesco
di
quella
data
del
Francesco
che
ma
di
dal
Salò, copiata
senza
del
Pagan
nari,
Gen-
è
certo
,
altre
alle
anteriore
soltanto
perché
1
«
Matt.
Venetia,
Libri,
n.o
207,
«
la
Padova.
il
presso
»
Bibliothèque
Silvestre
Paris,
2
In
de
pre-
di
1557....
pirebbe
ca-
me
ulti-
queste
gatta
Pagan,
Catalogne
Z.****
M.
p.
vittoriosa
La
si
necessario
trovato
avessero
^. Né
due
e
Jannet,
de
1847,
1292.
La
vittoriosa
Yenetia,
Bernardin
appresso
1582
trovavasi
»,
di
alessandrina
di
gatta
de
Cfr.
cesco,
Fran-
biblioteca
nella
Roma.
Padova.
Medin,
o.
c,
307-9.
3
oltre
La
le
n.°
1291
nel
1509
quarta
sopradette
tre
)
della
edizione
crede
non
e
che
che
probabilmente
che
conteneva
gatta
o
un'
altra
si
il
conosce
Libri
(ivi,
impressa
questa
in
zone
can-
masco.
berga-
XLVI
perla
mettere
prima
introduzione
alla
barzelletta
lanziman
5^.
arrivo
di
del
onore
si
poiché
grandi
ottobre
cfr.
J.
M.
del
Domenico
della
stessa
dopo
1511
le
Diart,
Annalia,
Padova,
B.
P.
B.
il
bastone
79-80;
biblioteca
860
IV,
43^^
Historia,
P.
di
insegne
della
Spazzarini,
biblioteca,
Chiog-
XIII,
ms.
ser
es-
sbarcò
a
esercito,
Sanudo,
Gian
aiuto
suo
lungamente,
dell'
di
comunale
molti
veneziano,
Egli,
ricevette
Bruto,
Baglione,
nel
^
speranze
governatore
occasione
stato
riponevano
dove
di
1511
fecero
si
nello
di
1
in
quale
atteso
gia,
parti quei
Giampaolo
stato
15
mata
ani-
e
vilanesca.
scritto
festeggiamenti
il
1' è
pita
sci-
(p. 70).
»
fu
Esso
in
vivace
E
«
la
a
ootubrio
dell'
:
tale
».
Sonetto
"c
volta
394,
p.
ms.
221.
e
XLVII
lo
e
del
17,
di
giro
La
in
fu
1
M.
2
Id., ivi,
3
II
e
22
di
giata
festeg-
e
di
maggio
descritto
dal
110.
trascrìvendo
v'
posta
avea
del
di
codioe
nel
sonetto
A.
nunzio
an-
ivi, 103.
riportata
Ferri
cui
al
contadini
modo
Sanudo
indicazione
qui
i
ai
Sanudo,
Morbio)
di
re
(71-5).
pubblicata
nel
anno
^.
col
Blois,
Venezia
questo
è
di
care
collo-
sonetto
Venezia
1513
tina
mat-
breve
può
del
allegrano
canti,
questi
di
del
lega
s'
r
si
giorni
lega
Francia
quell'
^. Nel
composizione
Sulla
la
riparti
e
tempo
per
questi
la
6^.
^,
stendardo
mese
e
testualmente,
gno
pu33
quisto
ac-
soltanto
anno,
come
L.
(v.
Mime
Medin
(n.°
sopra
dell'
suo
storiche
A.
del
,
sec.
XVI,
dal
stratto
parte
I.
Venezia,
Nuovo
Visentini,
Archivio
1891, 8,
Veneto,
tomo
e-
I,
XLVIII
^
Sanudo
del
e
2. Ma
Bruto
fatto
in
Padova
a
anche
fine.
altre
deve
del
secolo
stato
prima,
appartenere
XVI,
come
codice
1
Diari,
XVI,
2
Cod.
3
Cronicìia
e
223";
*
24,
B.
Questo
al
serie
perciò
primi
le
contenute
^.
marciano
P.
20.
1889,
B.
P.
1356,
delle
stato
1400
Vicenza,
nello
Bru-
Buzzacarini
II, 371^;
B.
P.
181^
doveva
poesie
messo
Il
65
contrasto
giudice
dell'anno
comenza
Molle-Farina),
al
ai
senza
284-90.
che
Pastorio,
porta
e
53".
e,
Delle^
e
tutte
come
pavane
stesso
(nozze
data
senza
composizioni
nello
era
autore,
Esso
anni
nuova
di
il
sarà
dire
(76-9).
»
Senza
davanti
bando
al
Contrasto.. Dialogo. Sacoman
«
798,
23
^.
Cavazon
lo
il
qui
Vicenza
7^.
nel
di
due
buone
incominciare
non
dopo
politiche
quella
lane
la
ed
del
può
al
presso
al
che
diluvio,
ben
de'
saron
La
che
maliti
r
per
'1 di
del
dal
lo
di
1524
nel
passo
del
luglio
nel
1523,
XXX,
2
V.
trovato
popolo
le
e
pioggie
le
nel
e
varie
che
^.
neto,
ve-
i
attestano
come
contemporanee
1
sale
univer-
giugno
^
argomento
(v. 74).
»
dopo
Sanudo
del
zanco
il
presso
cadute
torrenziali
deslubio
gran
avea
massimamente
dell'
accenno
diluvio
un
anno
credenza
Diari
alF
trovasi
predizione
facile
composto
:
a' cherzo
a'
fosse
base
in
1524,
seguente
«
che
congetturare
Ma
già
rette
ope-
trattano
nel
1520
201.
Bossi
lettere
Le
di
Andrea
,
vedi
la
De
Diluuio
quatro,
d.
t.
e
e
;
venna,
Ra-
da
Pronosticatione
vera
mille
del
s.
Eangone
Tommaso
inoltre
1888, CXIX-XI
Loescher,
Torino,
Calmo,
cinquecento
Augustini
de
e
|
vintiNipm
LI
d'
parlava
ne
se
arguire
da
che
Nifi,
degli
prognostl
Quae
planetarum
contiget
\ Anno.
tres
Bononiae
Frati,
si
che
II,
1889,
nP
tae
X
revisum
se
II
che
Du(;a
l'
non
sopra
non
»
lognese
bo-
Boi.,
Zanichelli,
fine
ad
che
si
si
zione
edi-
una
conserva
vece:
in-
legge
Jun-
Philipp!
MDXX.
aprili
mense
Impressum
ultimo
ac
».
1
qui
XX.
biblioteca
haeredes
Pont.
| ctis
nella
Treviso
dom/ni
Leone
crede
di
\
Impressum
«
bibliografia
opera,
Florentiae
anno
In
est
Benedi
della
stessa
\ Piscibus
MD.
Bologna^
Comunale
«
de
domini.
7377).
della
nella
28*,-
conservano
di
municipale
|
\ divulgata
carta
Opere
diluvii
conventu
in
qui
1524.
Anno
Bononiensi.
cotesto
falsa
ex
Hieronymo
a
(v. L.
:
alla
ecc.,
de
|
\ catione.
Agostino
^.
astrologi
omnium
Libri
di
dato
falsità
di
Suessani
Philosophi
vien
scritto
uno
accusò
giudicio
ciò
e
;
nel
di
opuscolo
possa
1523,
Rivoli
di
(o.
T.
perché
in
464-5)
citato
Rangone
stato
esser
c,
composto
quell'
anno
si
LII
I0«.
Tre
I
tre
del
Libri
Agostino
che
del
in
Bindone,
si
però
principio
deve
dicare
giuXVI.
secolo
un'
registra
ne
con
contenuti
sono
di
data,
senza
Padova
(89-143),
mariazi
stampa
una
da
»
frammento
un
Il
mariazì
«
altra
la
,
quale,
luce
il
verso
identificarsi
1530
e
quella
ebbero
che
i
grande
incussero
Friuli.
Ma
nelle
Nifi, registrata
v'è
la
quel
diluvio.
data,
per
tempo
vera
cui
deva
che
spari
(li Roma
nella
falsa
bisogna
fosse
noto
Gen-
meteorologici
mente
special-
spavento
due
o
il
vide
del
abitanti
del
1520,
che
fenomeni
terribili
negli
pare
alessandrina
quella
con
alla
venne
che
e
con
biblioteca
dalla
•
giudizio,
suo
a
Vicentino
stampe
nota
non
dire
il
e
dell'
del
opera
precedente,
importa,
che
già
pronostico
del
in
del
LUI
^
nari
le
Antico
due
mi
stampe,
punto
componimenti
contiene
il
—
eh'
il frammento
e
i
1
Libri
II
primi
due
dal
il
porta
esitazioni
senza
forse
un'
in
Esso
vere
trascri-
oscenissimo
è
che
finalmente
con
lezione.
integra
rifuggi
il lerzo
due
primi
manoscritto
precisamente
copista
buon
in
dei
un
più
e
quanto
soccorse
1' edizione
per
migliore
dubbio
senza
altra
IV
numero
redazione,
preferibile
nel
più
—
tutte,
a
324,
cit.
Catalogne
,
n.o
2050,
con
duoi
il
cataloga
altri
Mariazo
«
alla
bellissimi
pavana,
mariazì
cosa
,
molto
Venetia,
Matteo
Cerroti
dell'
n.°
la
il
da
piacevole
220
lo
Gennari
(o.
Bibliografia
delle
XV
sacre
e
XVI,
e
c,
profane
Firenze
a.
titolo,
cosi
I, 283).
antiche
Catalogo
(XIII
stesso
tipografica;
Nel
».
Alessandrina
trovasi
ridiculosa
e
Pagan....
indicazione
italiane
intendere
pure
Cfr.
al
37)
omessa
presso
Batines,
rappresentazioni
nei
stampate
1852,
p.
85.
coli
se-
LIV
buona
ancora
che
scrittore
lo
codice
dopo
ai
riazì,
mano
avea
suscettibile
però
abbia
essa
la
appena
;
lasciando
della
egli
vi
sia
rivedere
e
la
prima,
si
trovano,
che
pili
il
correzioni,
via
mentre
(4)
lui
aver
senso
un
la forma
0
(5, 35),
o
la
per
ivi
che
introdotte
scriveva.
suggerite
di
ultima
fatto
avea
via
per
sopra
quest'
sto
re-
che
apparisce
da
corretta
rima
bianco
furono
(vv. 17, 153)
la
le
sembrano
necessità
s' interruppe,
più
come
si
egli
primo,
correggere
certamente
Esse
né
tornato
scritta,
parte
;
riori
ulte-
oltrepassata
in
pagina
fra
di
cui
ma,
del
metà
portate
migliore,
per
riscriverli
a
ma-
avuto
pure
emendamenti,
mise
là
anche
lezione
quel
i due
e
qua
correzioni,
una
di
copiati
aver
Pare
primo.
anonimo
quali
parecchie
del
parte
a
lui
dalla
chiaro
grammaticale
o
di
restaurare
rappresentazione
LV
più
Con
ciò
tutto
edizione,
nella
offre
versi
rima,
il
mancano
nella
anche
ma
invece
stampa
si
che
voluti
sono
pur
prima
mostra
di
spesso
non
abbondano
gli
soltanto
intendere
non
gli
rori
er-
tipografici
sempre
,
ultima
frequenti
sono
ma
senso,
in
non
essa
La
senso.
posta
in
solo
non
dal
va
perché
linea,
in
(42, 45, 54, 188, 189, 195),
quali
dalla
della
corretta
anche
ed
trascrizione
i-
più
è
stampa
zione
le-
fondamento
a
perché
ed
(21, 44).
seconda
questa
posta
va
genere
pronunzia
della
comune
ed
,
intrusi
letterari
e
veneziani.
Fin
riazì,
qui
materiale
contrasto
due
primo.
fra
pretendenti
altro
Nel
Betio
alla
di
tre
trova
che
mano
dentro
ad-
il
condo
se-
il
guito
se-
v' è
primo
e
ma-
po'
un
si
niente
essere
del
parlato
esaminando
però
il
s' è
Tuniazzo,
di
Ben-
il
i
LVI
vegnua
del
la
e
in
giudice
secondo
si
della
la
fra
Ma
la
del
segni
parte
codice,
ha
invece
Secondo
prima
sebbene
che
versi
scrizione
tranon
il
didascalia
questi
il
Betio
«
la
alcuna
con
dota
celebra
stampa
anche
ed
»
della
si
nel
;
contadini
quest'ultima
mariazo
Betio
polizza
i due
Benvegnua.
intitola
di
indi
ed
matrimonio
e
favore
fa
sposa
decisione
conseguente
,
saggio,
pasl'
nunziano
an-
:
«
da
die
'1 pare
che
nuovo
'1 sia
mariazo
un
tratò
parente
e
(p. 110
E
del
lecito
che
supporre
di
recitatore
piazza
di
annunzio
un
dall'
diverso
dovevano
primitiva,
mancare
la
si
divisione
questa
quale
11-2).
w.
per
nuovo
»
comodità
siano
e
tromesse
in-
questo
mento,
componiche
antecedente,
nella
d' altra
redazione
partQ
non
LVIII
anch'
ma
nell'
esso
sfuggirsi
lascia
doveva,
sostituirgli,
Betio.
un
anche
provare,
invece,
difettosa.
fu
e
si
che
il
ad
dano
abbon-
lezione
ovviare
i
presentarono
sai
as-
all' editore
sciogliere
ai
sente
pre-
tanti
che
dubbi
volte
rare
si
trascrittore
una
Né
dato
a
altri
purtroppo
davanti
trovava
come
mancassero
se
,
mentican
di-
basterebbe
Ciò
che
argomenti
passo
Miclielazo,
un
di
ultimo
rori
er-
non
alla
sua
mente.
11.^
El
«
Tuogno
La
della
»
data
Palatina
di
abbastanza
matrimonio
de
(144-207).
ecc.
portaci
di
dalla
Firenze
dichiarare
componimenti
tempo
del
contrasto
che
furono
stampa
ci
mette
per-
questi
scritti
antico,
cioè
in
tre
un
avanti
LIX
il
febbraio
primo
di
un
Tifi
altro
^. Né
Odasi
stesso
storico
1
(o.
Si
deve
oltre
stampa,
libro,
si
se
riferito
sia
originale
de
quelle
registrate
:
«
Tamia.
2
o.
V.
p.
in
XI,
di
24
p.
Merlin
1888,
XII,
136-7
435.
la
Tamia
Item
vilan
; cfr.
eli
G.
Cocai,
V.
bel
il
mento
testa-
della
pianto
in
V.
4°
Rossi,
alcune
della
Zannoni,
Città
Rossi,
Di
sue
storico
ecc.;
mente
nuova-
un
e
monio
Matri-
».
Cfr.
80.
p.
Giornale
e
de
e
e
lui
del
autore,
165
da
titolo
contrasto
ecc.
c,
questo
El
altro
maccheronico
il
in
scrupolosa
D'incerto
Batines,
1111' altra
riproduzione
Tuogno
un
Gennari
il
conosciuto
composto,
de
sarebbe
che
che
Tuo-
dove
abbia
una
nello
nessuno
ammette
un
incontrasi
credere
I, 283)
e,
dell'
che
»
trascurato
(p. 156),
dichiara
nel
macaronea
«
va
che
contrasto
gno
notevole
alla
accenno
dato
È
^
1519.
di
I
un
rime
leti,
liane,
ita-
ital.,
jìrecursori
Castello,
in
poeta
Giornale
Lapi,
cit.,
LX
di
capace
riconcigliargli
fra
sorta
dice
loro
due,
che
el
nomina
nel
nel
collegio
de'
il
che
leggisti
^
che
e
del
Alberi
padovane^
di
alla
Padova,
2
A.
J.
copertina
1623,
Ph.
scriptioìies
giorni,
dei
eresse
nel
il
mento
monu-
suis
delle
^
?
E
fmniglie
comunale
Pigafetta.
felicità
Della
di
dova,
Pa-
236.
Tomasini,
Pat.,
,
Ulisse,
suo
biblioteca
PoRTENARi,
Pad.,
3
della
ms.
^,
giudici
et
genealogici
era
collegio
1510
sihi
menico
Do-
1470
Agostino
sepolcrale
1
di
a' suoi
nel
S.
di
monastero
figlio
fu
1493
nel
».
Antonio
famoso
giureconsulto
palazo
che
piuttosto
non
in
forse
qui
inscritto
Pegafeta
di
ogni
sta
Pigafetta,
o
egli
nemmanco,
:
«
Si
questione
1' acerba
ricomporre
di
moglie,
sua
1618,
Urbis
p.
patav.
52,
n.^
in134.
LXI
di
quest'
si
vi
probabile
più
intenda
parlare
ultimo.
inedita
12''. Commedia
dei
Ruzzante
(209-362).
Il
fa
di
prologo
edito
già
volte
molte
cbe
necessariamente
forse
cbé
i
la
per
Cappellari
farebbe
nel
epigrafe:
consultus
sibi
Ulixes
et
Ilieroìiymus
un
spiegava
sofìstica
(Facciolati,
p.
«
118
Fast,
seg).
suis
It. XI.
gymnas.
GQ,
lo
veneto
forse
Vi
».
Plegafetis
1503
moso
fa-
dal
ma
MDX
il
non
lesse
plegapheta
de
nel
poi-
polta
disse-
Ora,
volta
1510,
;
o
Campidoglio
nel
veva
do-
macchia,
decoroso
marciano
morto
1'
la
prima
zibaldone
II.
che
lo
per
,
pubblicarla.
poterono
male
editori
primi
giudicarono
non
Il
seguire
linguaggio
turpe
pre
sem-
ma
commedia
la
senza
altre
con
Beolco,
Angelo
di
opere
commedia
questa
all'
iuris-
fa
che
an-
che
vie.
università
patav.,
T.
I,
P.
LXII
dove
anonima
giaceva,
Tramezzo
ad
^
autore
altre
si
notevole
dell'
storia
vi
d'
Fa
che
indicata
A.
Calmo,
via
tra
essa
tavola
la
dopo
«
cialmente
spe-
altre
di
sizioni
compo-
anteriori
autori
già
in
notevole
Bethia
di
privo
somiglianze
le
ignoti
di
Lettere
Tacio
sia
si
qui
e
trovano
raccolte.
insieme
della
schizzo
;
un
s' osservino
con
contemporanei
rozzo
che
copiose
scritto
questo
con
originale
altro
quando
le
del
mostra
poco
tutt'
interesse,
1
si
,
ma
la
per
drammatica
nuovo
pure,
stesso
studiosi,
documento
che
aspetto
agli
opera
padovano,
adespota,
dello
cose
porge
,
quale
ed
quella
di
quella
e
»,
in
publica
mezzo
a
fianco
».
p.
il
LXXX,
e
tre
destra
della
la
1'
«
la
media,
com-
case
ostarla
«
quale
È
2.
personaggi,
scena:
è
Rossi
n.
prologo
de'
V.
da
prima
casa
passa
un
late
iso»
di
de
la
LXIII
ciò
Con
com'
egli
col
commedia
in
si
lungo
ordito
cinque
atti
mariazo
un
conoscere
a
giovane
ancor
intessere
vien
si
ad
provò
di
la
mariazo
una
tela
di
potrebbe
—
,
anche
chiamarsi
opera
titolo
senza
là
e
qua
brevi
quelle
che
allora
il
i
con
recitazioni
rozze
e
sulle
piazze
^
di
mariazì
^
V.
Padova
(pp. 324-9),
nuziali
del
i
nella
raccolta
seconda
la
e,
somiglianti
parte
quale
uscir
poesie
a
pp.
oltre
10
141-3,
titolo
e
20-1.
formule
è
e
scritto
poi
la
Vannozzo
maritazo
«
queste
La
cfr.
sparsi
200-7),
del
di
da
di
trovansi
frottola
il
porta
senza
che
una
le
e
(302-10)
(110-25,
di
Lamento
quanto
con
zia
Vene-
Ruzzante
il
pagine
di
del
cicalata
prologaore
stesse
passi
la
popolino
e
specialmente
Tamia
quelle
tenevano
intratil
è inoltre
Questa
varie
ripieno
allegramente
in
gli
come
e
—
questa
,
porsero
di
ragione
con
carte,
frottola
»
le
del
LXIV
la
prima
commedia
in
versi
che
,
viene
si
alla
Altra
luce.
è
conserva
biblioteca,
stessa
Vannozzo
qui
e
si
del
(cod,
cit.,
del
libro
dir
a
dei
laurenziano
108''-11'',e
10, 1078,
a
da
T.
del
sec.
dal
Preludio,
288,
bianche
sta
la
Morelli
data
sul
«
retto
Jesus
VII,
giullaresco
37,
1881,
p.
n."^
22).
trovasi
pure
avvicinati
già
repertorio
V,
cod.
122,
fine
della
furono
Anno
già
del
essi
Pastoral
La
simo
moltis-
magliabecchìano
Ancona,
XIV,
anche
cod.
(Un
Casini
1
IX,
cui
fu
genza
dili-
poca
soppressi
i versi
nel
dove
lezione
conventi
per
del
ballata
la
con
»
leggersi
con
ciò
novesi
ge-
viniziano
327-37),
vero,
per
confronto
il
la
il
dei
aChioggia
in
(pp.
gioverebbe
;
pp.
cit.
Frottola
«
furo
28''-31*), può
GiiiON
^,
mente
precisa-
ghuerra
scritto
pp.
trascritta,
ha
:
quando
maritazo
nella
Pastoral
che
della
parte
viniziani
co
la
intitolazione
in
trattante
cioè
accennata,
questa
versi
inedita
vero,
,
in
pure
nel
estratto
cod.
146.
Dopo
5
della
sesta
in
1521, adj 7,
Padue
it.
carte
cipio
prin»,
LXVI
ad
mento
Ivi
soddisfacente.
Naie,
nome
di
e
a
moglie
sua
nella
confinata
V
:
anima
che
scoperse
Stefano
la
Magno
1549
e
1561
nel
Un
Pieri
il
sottoscritto
fu
copiata
di
in
C.
Soranzo
secolo
II,
Scenari
Giornale
T.
XVI
Cfr.
commediografo
in
Nuova
XXVIII,
inediti
storico
p.
p.
della
Cap-
mercanti
e
nel
dei
XV
correggi
popolare
,
del
».
dal
collegio
Senato.
questa
medesimo
sapere
de'
da
Veggasi
dal
a
del
Magno
Andrea.
console
dal
estratti
savi
cosi
viene
uno
uscita
Andrea
1890.
(o. e), fu
PELLARi
che
1521
appunto
si
come
un'
esistente
Gennaio
Stefano,
S.
figlio
scritta
Stefano.
trovasi
Benzene,
comedia
Magno,
Marciana,
giù
lag-
come
per
nel
la
cronaca
narra
corpo
Padova,
di
inferno,
del
Essendo
capitano
morto
più profonda
il
"
l'
esser
meravigliata
abbandonato
guente
d'
visto
parte
di
contadino
un
fìngendo
già
aver
abbastanza
congettura
una
rie
Se-
Antologia,
218,
CXXVII,
lett.
A.
Bartoli,
n.
ital., IX,
2
293.
e
LXVII
innominabile^
in
su
poiché
con
pè
un
ammorbato
puzzo
e
(pp.
347
pp.
codesto
«
In
zorni
quilli
Beìigoìi
al
vig/?ia
So?29Ìm
la
homini
e
d'
subito
fo
:
poi
chon
milg/o
lani
ghe
questo
gran
ma7^darllo
che
fo
trase
fo
cento
adì
30
de
al
fose
choizsiechè
:
Padoa
a
la
piaga
su
al
Portello
Padoa
in
mezo
suso
frice
i
e
in
vi-
choste
1510.
zugno
Mila/i
30
per
menato
in
sto
que-
chon
Fra^^^a
de
pio
che
soldo
portato
i
maistro
na?2ci
mow^elese
avia
la
Sowcim
padoana:
de
fora
impichato
e
de
stradioti
inpichato
e
contata
rac-
i
a
re
arme
vino:
dal
e
del
vien
cosi:
Beìigon
ìnaestk
di
Buzzacarini
in
champo
fino
per-
morte
-prese
Saleto
a
La
Venecia
de
seg?2oria
suo
882-95
n.
ribelle
dal
pur
col
338-9
abborrito
apicò
passaggio
1104-5).
n.
fo
avea
»
nel
l'Inferno
el
«.
El
iw-
maridò
apichato
l'
era
a
do-
soldado
LXVIII
de
la
del
Andrea
ser
1'
maestà
Griti
rebello
era
necia
secho72do
ho
finite
vita
lewdose
asai
de
fante
de
la
rocha
so
nente
^.
»
Naie
giugno
parla
poi
buio
dello
al
938-61),
1
B.
P.
55
II
le
sta
presi
porte
tandem
io
in
non
la
non
dunque
venne
av-
padovano
1510.
discesa
al
spirito
bizzarro
di
buffone
(pp.
Taiacalze
Menego
vv.
:
de
su
cronista
30
giorno
regno
era
L'impiccagione
il
apichare
chausa
la
:
secondo
nel
in
mow^ellese
de
fece
ve
qualle
do-
chapitani
seg?zoria
i
Padoa:
maistro
fare
lì
e
sopra:
grar^
alguni
la
leva
vo-
impichado
de
volse
despeto
per
fo
Ve-
gheì
non
subito
el
che
de
segworia
scrito
Mis-
:
respose
newte
e
sua
la
per
dare:
Fraw^a
ghe
de
che
e
de
re
della
quale
236
^'
fu
dato
340-1
cosi
LXIX
di
1515
in
Pexaro
dia
sus
di
fato
fu
Plauto;
una
fo
il cielo
et
belli
zo
atti,
di
di
fé'
e
fuoghi
d'
amor
e
un
una
qual
fo
con
ballo
porta
fense
a
l'
li castroni
quali
di
nymphe
cantavan
me-
lui
fenzando
stato
poi
a
l' inferno,
con
farsi
inferno,
Dio
trovò
castroni,
fuora,
vene
poi
castroni;
essi
musica
triunfal
;
nel
inferno
uno
la
etiam
va
Taiacalzecazava
Domenego
el
et
rato
apadi
E
nova,
venir
diavoli
e
fé
Polo,
negromante
esser
glorio-
sopra
vestiti.
comedia
altra
una
Zuan
citato
re-
bellissimo
fatto
maxime
erano
da
come-
Mìles
,
corte,
cha'
Immortali
loro, qual
per
febbraio
19
in
compagni
li
per
del
fu
il Sa-
infatti
Beneto
corte
gno
compaconosciuto
avea
sera
San
a
«
sentazione
rappre-
suo
Narra
nella
che
nudo
lo
vivo.
era
una
altro
un
clie
d' arte,
mentr'
in
anche
soggiorno
bel
in
una
un
vene
caro
canzon.
fé
LXX
batendo
martelli
incudine
un
dia
principal,
dete
il
cossa
del
»
pomo,
^.
fatta
sta
ne
ho
le
con
»
a
Fu
bella
la
chi
«
cita
Item,
San
Eiaxio
14
rite
mo-
qual
di
fazete
e
Volse
da
era
Zam-
cosse
nostra,
nota.
il
il diarir
attesta
queste
morte
mori
compagno
far
voluto
a
egli
parole:
in
di
la-
dopo
Taiacalze,
homo
sepolto
dee
come
bufon
primi
quelle
rappresentazione
,
di
dimo-
Venere.
Domenego
e
la
Infatti
1513
stesso,
polo,
feno
anni
Taiacalze.
optimo
come-
Questa
due
febbraio
la
e
a
bater
compita
etiam
Paris
di
una
sopra
fenzando
e
Et
etc.
stration
fu
tempo
a
cuor
cadauna
però
esser
li
chi
gre-
^.
Con
va
questa
pure
1
Diari,
2
Ivi, XV,
una
XIX,
543.
onorevole
«
443.
pecarise
gnia
compavene-
LXXI
ziana
Caga-in-cale
Agnola
e
sg.
347
p.
morte
vien
giorno
7
pur
ai
chiamata
Frari,
etc.
(p.
338
vv.
è
come
di
la
tutta
gloria
Mori
il
ottobre
7
l'ultima
sarebbe
Questa
questi,
1515.
certa
be
potrebquando
altra
un'
cielo
del
data
Però
commedia.
aversene
che
d'Alvian,
870-81).
noto,
della
capitano
alla
assumere
mento
tratta-
marchesco
Bortolamio
repubblica,
fatta
contrario
valoroso
del
1' anima
è
^.
»
contadino
dal
ga-in-cal
Ca-
Anzola
invece
Riceve
sepulta
meretrice^
nominata
e
il
Etiam
«
fo
scrive,
egli
cui
Sanudo
1514.
del
settembre
772
v
la
dal
registrata
honorata
una
334
( p.
1102-3),
vv.
mattina,
la
giorni,
suoi
a'
fama
molta
di
»
si
,
a
sapesse
1
Ivi,
quale
XIX,
carestia
25.
alluda
nel-
LXXII
r atto
quarto
Donna
Menega
andato
'291
( p.
495
vv.
accusando
Pano
«
Zilio
de
9
-
ser
d'es-
fame
la
.
.
tuor
Vescoò,
in
Pertanto
che
»
di
vanta
aver
onde
1-10).
rr.
della
lingua
«
vi
Pallade
quale
Parimenti
scritto
toscana,
centra
[vuol
le
presente
dir
seguir
città
(pp.
«
la
per
361-2
proemio
»
enfaticamente
ricordasi
tutte
il
anche
nel
sta
que-
della
gode
tria,
pa-
1' autore
farà
fama
la
si
la
composta
ora
si
le
dero-
e
quali
tutte,
concitando
nation
di
s' alzi
Pastoral,
.
dove
guerre
delle
alla
che
»
sconvolta
su
vita
pan
commiato,
per
Padova
lieta
mezo
trascurarsi
avevano
commedia
altre
un
tante
«
dispetto
a
in
del
alle
ine
e
Urban,
devono
parole
accenna
fava
Santo
a
vin
non
prime
di
o
de
può
un
de
scuela
na
.
Pava
a
a
)
che
te,
Mar-
barbaresche
domicilio
'Padova'],
tal-
LXXIV
incominciò
colta, quando
di
che
pace
mesti
ed
funestissime
data
che
sia
il
sapesse
della
Pastoral
venir
anche
in
anonima,
per
la
parte
ben
la
V.
ciò
libera.
facile
dono
abbancui
libertà
soltanto,
la
verso
che
scere
ricono-
gran
ivi
è
fine
detto
sua
deve
la
metrica
sa
della
a
forma
1
il
stra
no-
altro,
per
trascuratezza
andare
si
che
più
lasciar
essa
si
dove
pavana,
e
fosse
di
della
maggiore
rozzezza
sta
que-
l' aria
prima
non
esso
con
tutta
fatta
stata
essere
si
poi
perché
qua,
ha
quOj
composizione
potrebbe
più
commedia
a
Quando
della
si
Questa
termine
fissare.
tempo
lunghe
le
durate.
1' ultimo
dato
animi
gli
per
guerre
sarebbe
ci
rincorava
abbattuti
periodo
un
della
^.
prescelta
per
di
intorno
può
che
ora,
questa
alla
Di
fu
zione
prefatola
frot-
LXXV
trascritta
il
quando
poeta
Intorno
anni.
al
presso
19
appena
quel
,
fu
1517
la
composta
più
tempo
al
che
1520
,
aveva
a
1521
del
principio
nel
babilmente
pro-
nostra
nima
ano-
^
1
Non
200
la
per
G.
e
del
della
-
1520
XXVIII,
(Ms.,
(per
dalla
gnia
compaGiova"
nozze
Naratovich
Venezia,
sta
fe-
della
Vejiezia
ecc.
si
re
auto-
nostro
Narrazione
Calza
Chigi),
del
Sanudo
in
data
nel
come
volta
vertire
l'av-
inutile
tutto
punto
Beltrame,
solenne
nelli
del
prima
Diari
nei
forse
questo
a
parli
è
1852,
,
13). Egli
è
che
di
e
due
da
vilan
e
egli
delle
recitò
feste
personaggi
Pastoral
precise
Ruzante,
parole:
padoan
qual
excelentissimamente
menzione,
una
tista
d'ar-
nome
nella
queste
con
suo
dei
nomi
commedie,
parla
di
i
tra
nominato
questa
eh'
già
Fiorina,
uno
col
presenta
prime
nella
*
lo
ce
si
commedia
il 13
fatte
noti
bene,
«
febbraio,
per
alla
».
si
fa
a
E
posito
pro-
vilanesca
»
nell'occasione
l'accettazione
di
tre
LXXVI
Il
fu
della
testo
sul
curato
manoscritto
noto
che
commedia
nostra
anche
in
questo
stessi
pregi
di
,
offre
quegli
che
valsero
gli
si
che
deve
però
perché
lamentare
in
quel
le
che
dovea
cuna,
la-
riempita,
giunse,
furono
so
esclutanto.
sol-
via
lasciate
alla
si
Vi
questa
pagine
proporzionate
e
ci
per
posto
pa-
larga
venir
opera
prologo,
testi
una
può
non
do
quan-
conteneva.
pure
quest'
Se
altri
caso
lezione,
preferenza,
gli
esso
che
il
la
curarono
vani,
ciano
mar-
in .bianco
esattamente
che
parte
manca
può
occuparle
calco-
,
nuovi
soci
quegli
dalia
compagnia
stessi
che
nel
Zuan\Polo,
il
gli
abitatori
anonima
la
nella
buffone
che
nell'
1515
già
«
s'era
Taiacalze
del
avevano
inferno,
Ruzzante.
tali,
Immorsentata
rappre-
commedia
quale
dell'
degli
nova
»
di
immaginato
tenesse
proprio
allegri
come
LXXVII
che
larsi
quasi
a
il
primo
dovevano
il terzo;
e
r
altro,
l' incontro
soli, sulla
via,
si sarebbe
di
egli
riazo
la
atto
59
di
quest' atto,
r
altro
"c
della
el
«
ma-
Forse
cioè
ragione
stessa
il
(p.
sg.).
Nel
che
è
cantarini
»,
avessero
,
suo
zo,
disprez-
234
10
v.
principio
acefalo,
Zilio
come
soprano
Betia
scaltrezza,
terzo
235
vedere
cia
tac-
aveva
145-8).
apertamente
V.
la
non
fare
vv.
poca
p.
due
Naie
ritarsi
me-
,
sua
neir
da
approfittando
276
la
Betia,
e
guisa
compare
saputo,
mostragli
vea
in
destro, poiché
per
fra
l'innamorato
quale
occasione,
anche
per
nel
mal
(p.
appena
Zilio
tra
dal
»
condo
se-
rappresentare,
poi
fortunata
il
forse
diportato
allora
rimase
intero
tutto
incominciare
ed
dovevano
che
atto,
costituire
monco,
ammontino
Essi
migliaio.
un
chiudere
omessi
versi
i
e
tenore
si
Naie
e
poi
docon
uno
recata
e
la
LXXVIII
mattinata
(p.
235
40
vv.
Il
1551
il
quali
di
dell'
termissione
commedia
silenzio.
Cosi
come
e
è
nostro
cosi
chiamò
tione
»
al
^. Ma
1
Ed.
a
«
cardinal
pendente
indi-
cit., p.
2^
a
se,
sproloquio
sprolico
senso,
autore
prima
Cornaro
il
anche
al
sare
pas-
rimanente
si
»
che
alla
nemmeno
la
pur
predella
stava
questo
nuovo,
del
la
anche
uno
di
stesso
le
con
pubblico
che
finito,
punto
lingua
il
poteva
anche
prestava
le
mancano
spiegava
cicalata,
una
già
componimento
un
il titolo
non
Vi
le
non
argomento
esso
e
quale
ma
invitava
e
Fin
tra
commiato,
prologhista
dal
stampe.
;
integrità.
finali
Betia
dato
comparisce
Ruzzante
sua
parole
vieii
dalle
esso
del
opere
nella
solo
insieme
e
di
casa
44).
e
prologo
codice
dal
alla
sotto
il
quale
«
Ora-
chio
il Vecdo-
LXXIX
Invece
travestimento.
dirve
periodo
:
mi
mo
all'
»
«.
E
ghe
a'
uspn
211-2
una
in
intrevegnua
cosa
lettore
attento
il
tutto
seguito
«
si
nello
è
resto
funzione
al
di
Eiconfermato
»
villa
il
che
il
in
poi
Solite
e
promettenti
com-
simili
a
anche
nel
ruzzantesco,
che
codice
stesso
posto
suo
una
«
»,
editori,
»
messo
lico
dire
osservano
Rasonamento
del
di
contradittorie
che
quelle
intanto
mantenuta.
degli
a'
(pp.
»
trovava
non
dimenticanze
sentire
pure
in-
ive
che
Sussisteva
sia
del
»
cossa
comuò
fare
ve-1
promessa,
verbo
vogianto-ve
una
vila,
11-4).
rr.
il
perzontena
in
vedutezza
av-
poca
arepresentare
«
il
perfetto
con
arepresentare
trevegnua
cio,
accon-
sostituito
fu
«
modo
rendere
voleva
si
se
in
ritoccato
essere
vea
prologo
nella
sua
!
dunque
significato
e
ciano
mar-
allo
«
primitivo
Sprodel
LXXX
titolo
rimesse
e
le
si
che
commedia,
osserverà
fa
collegav
ri-
meglio
seguirlo,
costituisca
esso
armonico
tutto
un
lo
e
si
come
quella
con
che
saldamente
più
alla
linee
e
,
la
chiusa,
fra
l'altro
prologo
A
pie
nella
nuova
da
sette
usata
in
questo
delle
dei
inutile
Ruzzante,
1
clie
di
forma
quelle
potè
del
brietà
so-
all'
fu
non
di
idea
za
sostan-
tando
poropera
del
gli
tori
scrit-
fra
letteratura.
questa
Non
solita
vennero
maggiore
il
fu
Un'
e
tempi
vari
^. Non
anche
gli stampatori
in
di
la
varianti
perché
dare
mutamenti
che
le
caso
,
creduto
pagine
ristampa
tutte
note
in
già
delle
edizioni
porte
de
ripren-
modi
e
troverà
il lettore
che
prosa,
idee
contenuti.
esso
del
in
pure
si allacci
gli
opportunamente
quanto
r
1554
editore
(?)
e
riscontrare
del
1561.
au-
LXXXII
^,sdolzore
nese
ai
quali
rietà
fu
(56)
clie
già
fin
copista
che
stampa,
si
da
allora,
sia
l'
che
rozzi
ad
stesse
che
rozzissime
che.
né
di
1
ci.
B.
Nella
L.
4,
false
il
e
schioc-
colorito
non
è
il
comunale,
passim.
nesco
villa-
uniforme
manoscritto
biblioteca
39*
cessivi,
suc-
avvenuto,
tutto
per
p.
gerazioni
esa-
parlare,
e
ciò
sia
rado
delle
all' invenzione
stampa
continuo
Non
del
intenso
della
scere
cre-
s' allontanano
più
forme
cotesto
nota
rustici
fonti
Comunque
anche
si
dei
disgustose
s' abbandonano
più
di
le
vive
citare
eser-
ristampa
quanto
dalle
ad
scrittori
degli
alla
affettato
ogni
con
opere,
del
opera
esemplare
poi
,
quasi
per
studio
va
sospettare
cominciato
quello
saoni
prostetica:
s
fanno
forni
(81)
snegromante
V
aggiunta
queste
che
e
prologo.
porge
cod.
36,
LXXXIII
in
esso
quella
schiettamente
chiaro
più
62
6
•
sicuro
e
7
•
99
•
oltre
della
(6
17
*
altri
che
B
stampa
48
•
*
renze
incoe-
ed
queste,
a
37
*
). Altre
ecc.
,
porge
indubbiamente
senso
un
più
come
pavano,
volte
molte
termine
il
vece
fetti
di-
tutte
con
,
successive
le
sola
rigettare
scegliere
a
del
far
a
forti
ciò
da
quelli
dal
data
La
9
•
64
varianti
che
•
anche
più
opportunità,
può
non
doché
essen-
qui
aver
caratteri
del
differenti
che
dalla
in
bene
1555
ci
è
(20
preferirsi
•
ben
( C)
prima
88), scarsissime
da
edizione
manoscritto.
solo
stampa
male
dell'
commedia
della
differisce
poco
in
con
stampe
inducessero
non
prologo
lezione
una
siasi
qual-
manoscritto,
di
ragioni
il
una
le
tutte
base
a
il
prologo
se
formare
a
persuaderebbero
famiglia,
a
ed
viene
32
B
•
40
essendovi
per
più
e
la
*
8
le
loro
*
LXXXIV
bontà
semplicemente
o
somiglianza
(44-50
essere
questa
lezione
la
66
•
doveva
oltre
la
con
Peccato
che
servirsi
di
La
la
le
sono
-35
quelle
limiti, quando
•
9
revisione
*
di
jjer
nuovo
e
forme
nacole
ver-
quasi
del
codice
80
!
rivedute
64-
•
7).
-
saputo
che
grammatica
la
(65
«
molte
(74
passo
(/)),
furono
la
poi
vamente
esclusi-
1584
57
scrittura
porta
ha
abbia
7-44-
corregge
tuita
for-
nel
del
genuine,
pur
•
C
non
porge
più
può
non
sapientemente
opere
»,
fonte
come
diligenza
corrette
la
costui
somma
preparò
vergiliana
quella
dice
co-
non
altra
manoscritto
ristampa
quale
con
21
ohe
citazione
della
chi
a
prendersi
col
del
perché
B^
analogia
loro
70). Eppure
•
qualche
assolutamente
r
lezione
ignota
stampa
la
per
6
•
pre
sem-
(7
70-
(64
93);
7)
•
3
ecc.)
oltre
i
•
rappresenta
*
;
o
ma
giusti
esagera-
LXXXV
che
certo
quale
Cosi
Ruzzante
al
la
per
coìisa
in
dar
storico
s'
che
il
nome
non
romano
;
bandite
anco
per
insto
per
iuditio
(93),
può
vuol
rendere
18
•
30
40
che
52
•
6\
un
quando
o
antiche
varietà
•
non
pa-
per
(94),
54), gioditio
per
buoni
(70),
pò
infine
quando
o
rioso
glo-
menarge
per
le
grammaticale
bello
più
in
dalla
in
boni
o
•
stampa
(49
più
costruzioni
colore
suo
territorio
per
(18);
per
riamente
arbitra-
glorioso
(58), menargi
giusto
27).
*
popolare
e
dal
stampando
vano,
2
•
forme
estinte
erano
11
•
Livio^ presumendo
rammodernare
cerca
accentuare,
4
•
modo
al
dello
(2
a
tal
contadino
passò
sostituisce
quando
Lievio
di
di
cosa
netici,
fo-
non
mente
per
erra
fenomeni
tenui
alcuni
tamente
•
98
il
•
180).
massima
(64
Questa
vare
deri-
par
s'
quantunque
passo
(4
senso
-
7)
con
migli
asso-
B,
*
LXXXVI
generalmente
presenta
di
si allontana
scrittura
anche
redazione
minori
dell'
in
supposta
originale
al
quale
,
crediamo
molto
esser
ma
se,
dalla
più
scordanz
di-
l'
prossimo
tico
an-
manoscritto.
Le
del
due
1617
vicentine
ed
{E
le
neppure
sentimento
(26)
esplicita
inoltre
;
della
bilità
stessa
«
»
:
Sangue
«
quella
al
il
frasi
de
Ecco
«
Tristo!
0
Beteleme,
e
voca
equi-
sopra
nasse
pei-fino
e
»
preferi-
Padova
don
(19)
Cristo!
della
vanto
il
perché
»
lesum
e
meschino
l' esclamazione
patria
(24-5),
s' hanno
offendere
tempo,
tolte
tolica.
cat-
di
religioso.
vennero
dalle
infatti
parvero,
del
scrupolo
biano
ab-
censura
omissioni
che
parole,
Dio
della
deplorare
come
esenti
prologo
e
Ruzzante
andar
stroncature
Nel
a
del
opere
1598
ci mostrano
F)
potuto
goffe
del
lesum
l'invoca-
la
LXXXVII
zione
allo
gno
e
(58)
»
sante
sglorioso
«
il
e
ricordo
martoriegi
e
de'
i
Parimenti
Padova.
santi
«
clie
(90)
»
lasciare
voluto
Antuo-
santo
vano
ave-
corpi
loro
a
diedero
si
a
,
«
Pava
a
alla
chi
.-
a
Zaharella
•
93
qui
mutamenti
migliorie,
52
•
In
9).
•
che
ed
del
4
•
70
•
( 21
71
).
107
.
non
v' è
non
•
34
volta
fa
sioni
omis-
(18
•
2
e
7
•
•
stinano
ripri-
la
40
9
•
buona
•
75
6)
•
semplicemente
•
Tra
quasi
Non
poche
qualche
correzioni
grafiche
•
compenso
codice
alcune
si
»
le
e
inconsciamente
lezione
e
ingiustificati
19
•
e
tuire
sosti-
a
(84).
»
neppur
capricciosi (3
81
5)
-
»
Zabarella
Sgardenale
poi
i
(94
»
-
Segnore
e
vano
spetta-
crederebbe?
lo
«
mancano
che
scrocificò
Maria
vergena
«
Dio
lesum
«
arrivò
«
ringraziamenti
i
»
40
le
•
55
•
due
differenza
altro
8
che
•
63
edizioni
:
la
correggere
conda
se-
•
LXXXVIII
errori
gli
prima
tipografici
( 37
9
•
40
•
sfuggiti
1
•
102
•
alla
però
)
,
nemmeno
(62
è
essa
peccato
senza
96).
•
L'ultima
edizione
nello
è
non
comparve,
stesso
dentro
differenti
di
deriva
due
molto,
anno,
che
(G),
volte
due
scoli
opumato
for-
piccolissimo
direttamente
dalla
7),
,
E
cose.
•
61
che
•
6
•
75
80
•
V
thelemme
(24)
in
ì
( 76 )
scintie
e
il
levando
2
10
95
chiama
a,
e
derivati
e
le
di que
•
•
5
33
*
102
•
ed
(18)
di
e
43
•
5
•
a
•
8),
Be-
aggiungendola
-il-"
(43
•
72
segno
a
zi
con
•
gioditio (93),
sconosciuta
,
•
*
surrogando
,
(62)
naration
palatile
h
•
tura,
scrit-
vernacolo,
luogo
(5'7
perchè
e
togliendo
e-tu
del
in
ponendo,
molte
d'introdurre
grafiche
moderno,
in
nella
tutto
tentò
si
convenzioni
8
di
prima
dove
perqtie^
fedele
essendole
non
pur
e
85)
in
infine
sibilante
della
ai
veneti
xc
due
lettore
di
preziose
tempo
un
il
che
tano
por-
,
dell'
una
del
metodo
dell'
1' altra
dialettali
tardo
meno
nome
creatore
rarità
sperimentale,
del
autore
dell'
immortale
Asino
della
e
comico
eroi-
poema
tragedia
dell' Aristodemo.
La
fiorentine
carte
di
suo
usò
Il
è
stato
cultore
^,
»
qui
1
p.
6
I,
290-2.
dalle
estratto
edizione
studio
di
A.
egli
appassionato
noi
esperto.
EoNcmxTi
di
,
de
Padova^
stella
la
di
Opere
nazionale,
Favaro,
vi
rustico
esser
sa
dicitore
Cecco
1891,11;
lo
il
egli
veneziano,
perpuosito
in
Galilei,
Barbèra,
ed
il
de
Bruzene
e
si
pur
si mostra
Dialogo
nuova,
eh.'
parlare
ma
scritta
Galilei,
conoscitore
«
quale
cui
le
tra
precisamente
di
pavano,
trovata
del
pugno.
non
da
fu
prima
lileo
Ga-
Firenze,
Galileo
Firenze,
lilei
Ga-
1883,
XCI
In
probabilmente
esso
ancbe
divertito
geniale
veneti
che
Nelle
di
allegre
in
tenevano
al
in
o
rengo
quale
toccò
egli
forse
in
presente,
una
per
mandato
la
due
loro
Orlando
1
risposta
e
accademia
di, 1887,
Sier
di
in
scienze
anno
288^
N.
S., ir,
ad
sfida
casistica
rosa
amo-
avrebbero
di
di
memorie
lettere
Tanto
»
serie
Sier
«
ed
(1886-7), Padova,
13.
fanno
qui
Prasilde.
e
gli
scritta
una
nomi
Seconda
Atti
la
che
coi
«
Que-
parte,
altri
persone
Favaro,
galileiani
Padova,
ad
e
comparsa
"
A.
di
si
ritrovo,
formulare
lui
a
Antonio
amichevole
questione
che
^
che
prendeva
a
grato
(1592-1610)
di
altro
quei
il
conversazioni
casa
la
di
allietarono
Padova
sarà
con
compagnia
gli
soggiorno
parlare
a
dotta
e
si
egli
poli
scam-
della
r.
arti
in
Ran-
XCII
si
pare
antitetica
la
rilevare
possa
Galilei
del
luce
la
per
dalla
che
prima
Cario
di
da
L'
di
del
pseudonimo,
Zanne
1
G.
diretti
sotto
Carlo
lo
stesso
di
Ten-
poesie
Vienna,
24
data
con
Memoria
che
della
occasione
in
Gennari
a
da
di
raccolta
di
terzo
svelato,
ancora
stampate
liberazione
del
e
Fraccaore
^, una
furono
primo
pure
non
Menato
caruola
(365-8).
sonetti
scrisse
Fraoaore
IVIenato
e
Tercaruola
questi
Dottori
II
Dottori
autore
vede
ora
volta.
APPENDICE
Sonetti
prosa
intorno
la
,
vita
e
nella
le opere
E.
del
Padova
,
XXXII,
di
Accademia
1792
p.
Carlo
co.
1.
Padova
letta...
il
Brandolese
,
n.
Dottori
5
gno
giu179G
,
,
xeni
in
anche
fama
di
comporre
una
amico
comune
cosi
la
amico
altro
del
^
la
V
:
Che
;
che
in
gha
la
casonò
Strigogna
altri
co
si
possono
sigoloto
a
da
Tencaruo-
;
fiorio,
Fresa
per
dogli
indirizzan-
i Liberation
la
;
Orsato,
che
arpiggiò^
ghà
butta
una
Sertoiio
Fracaore
M"NATO
Da
Beccari
\ incalmò
furtaro
El
*
l'
del-
poetare
a
versi
a
morte
defunto,
suoi
altri
invita
Gasparo
occasione,
stessa
in
invitava
avea
eccellente,
lo
e
egli
che
paesista
poesia
egli
pure
primo
Dottori,
paesi
suoi
dei
Nel
al
dono
chiede
due
^
1683.
dicembre
furto
e
de
Vienna,
Barcan,
de
i
in
Castieggi
e
Ville.
e
:
,
Co
santo
V
ghe
ecc.
schirte
i
ghabbie
\ Ai
Tencaruola.
brio
1683.
,
pp.
62.
:
In
drio,
vegnerà
in
sparilo
I
'
che
che
quel
Da
cinque
à
i
Canzon,
so
Menato
stre
Me-
Paron,
Fracaore
Sardi
,
'•
maor
Vintiquattro
Fava
pia-
Dio
a
da
de
»
Decem;
in
4^^,
XCIV
ritrovare
inediti
^
archeologo.
secondo
fra
Il
della
di
mostrando
invito,
della
parte
eh'
chiesti
erano
i
egli
volta,
come
li
se
perciò
:
passim.
una
scherzando
con
Raccolta
la
scopa
del
a
a
cit.
terzo,
,
sperticate
tutto
e
costui
questo
Dottori
;
l' indiscretez
Nel
Menato.
lodi
fa
ignorante
V.
in
due
si
gli
quale
propria inettitudine,
1
gliandosi
meravi-
argutamente
poetica
la
col
facesse
seguito
umiliato,
seconda
,
pungeva
fa
tieri
volen-
ma
paesi
col
dice,
appen-
nella
era
osservava
di
che
nostra
accettare
modo
dotto
rispose
proposta,
del
del
carte
Dottori
sonetto
r
le
e
alla
lentia
va-
confessa
l'
del-
dandosi
pasto.
in
fronte
ai
testi,
xcv
Norme
Perché
di
ed
storia
adottò
più
a
lettura.
inutili
segni
innumerevoli
componimenti
tutti
dal
ad
si
tolti
alla
primi
che
rarità
si
suol
fare
scrittura
fine
due
la
preferi
con
fu
fatta
abitudini
da
fonti
La
i
riducendoli
uniforme
;
fatta
loro
sione
esclue
dello
antichità
documenti,
ottemperando
grafiche
varii
riprodurre,
diplomaticamente.
via
dei
sonetti
per
e
incertezze
le
trascrizione
principio
appendici,
o
Furono
diverse,
e
vero
par-
facile
di
provenienti
una
dei
gli
renderli
della
molteplici
che
decise
e
questa
cazione
pubbli-
loro
norme
atte
tura
letteradi
testi
i
nella
quelle
palmente
princi-
alla
preparare
alla
raccolta^
pronta
intese
1' editore
come
quasi
trascrizione
anzitutto
proprie
del
alle
dia-
XCVI
letto
insieme
e
si
quando
modo
rappresentando
il
presentò
più
moderno
la
in
bisogno,
quindi
e
evidenza
maggior
,
con
Ed
pronunzia.
come:
ecco
distinto
Fu
della
quello
V
secondo
Vj
il
ogni
delle
pronunzia
e
delle
^
o
che
i,
in
fu
gutturali
di
sciute
ricono-
tosto
verranno
al
corsivo
la
l'aggiunzione
per
mezzo
stinta,
di-
bisognasse,
esplosive
palatine
di
lico
voca-
cosi
;
qualvolta
reva
occor-
suono
consonantico
da
u
che
il
rappresentare
od
della
uso
testo
cui
con
il
per
rattere
ca-
saranno
,
che
scritte, conformemente
lettere
aggiunte.
anche
in
altre
verbo
L'
h
del
bili.
confondi-
facilmente
avere
rirà
compa-
forme
alcune
le
tutte
,
Del
intrusi
e
l's
quando
resto
in
vi
vi
accoppierà
sarà
la
altri
saranno
oltre
corsivo
s'
che
non
questi
alla
sibilante
due
sempia
sorda
in-
'
xrvTii
servazione
di
dall'
piantata
dal
P9Ì
parole
sopra,
si
altra
geminazione,
simile
in
desinenziali.
stata
La
soltanto
la
che
la
di
stampe
quei
Nemmeno
parecchi
gruppi
di
era
niscenza
remi-
venuta
era
a
lettale^
diaminor
in
dove
sumibilment
pre-
l' autore
la
avea
molto
o
latine
ricorrono
fu
essi
vi
svogliatamente
comporre
gruppi
grafico
già
chi
italiane
fenomeno
stampe,
mano
bensì
è detto
manoscritti
nelle
scana.
to-
pronuncia
non
metteva
nella
quantunque
eh'
retta
nei
ma
si
qua-
jdìiìsalda
una
trascendere
trova
come
causa
letteraria
copia
quale
mantenne,
normale
data
sal-
e
corrispondenti
Non
si riscontrasse
quasi
la
perfetta analogia
sempre
fica,
gra-
antico
uso
moderno,
le
per
tradizione
questa
tudine
consue-
più
spesso
nelle
quali
normalmente.
mantenuto
della
scurata,
tra-
z
il
sorda,
doppiamento
radcorno
XCIX
fanno
nei
perché
la
di
testo
Nella
di
casi
esempio,
perciò
la
dire
che
sotto
ridussero.
tu
t '— ^
poi
; si
volta
doppia.
z
semplici
confuse
e
si
e
sola
una
note.
sonetti
dei
all' editore
varie
conto
nelle
comparisce
sibilanti
Le
rigore
tenerne
scrittura
ad
esempì
a
soltanto
prima
29
essa
a
derno,
mo-
menti,
componi-
,
ma
ferraresi,
nostri
degli
consigliava
nel
vernacolo
scarsezza
geminazione
non
in
del
scrittori
gli
si
sentavano
pre-
sioni
espresdistinsero
Superfluo
sostituito
il
temente
costan-
—
da
testo
i
poiché
rari
.^,
fu
scritti
veneziani
cosa
dalla
di
del
cotesti
di
che
frequente.
ripete
più
suoni
la
intensa
nella
nel
note»
porgono
dei
sincroni,
resto
sonorità
ne
differenza
a
cosi
nelle
relegata
nostri
esempi,
sostituita
X,
zi.
con
La
menti
docula
cettano
ri-
qual
origine
sua
e
sentita
profferenza
più
raggentilita
quei
del
cittadini,
ne'
tutto
sussiste
o
modo
culto
suona
orecchio
pur
sempre
r
3.^
della
X
del
verbo
essa
si
essere^
sia
vernacoli
non
par
sebbene
quasi
al
nerale
gescritti
negli
nostri
compariva
cosi
:
se,
nelle
sola
naufragio
giorno,
toscano
segno
mantenuta
nostro
scritta
nel
vida
ru-
indicativo
compagne
nei
essa
aspra
presente
salvata
del
po'
stesso
fu
del
delle
anch'
lo
con
per
un
comunque
Nemmeno
X,
organo
ad
rappresentabile
della
padovani
altro
e
di
quasi
manca
contadini
rilassata,
e
che
sotto
che
assottigliata
e
perché
sissimo
spescome
ovvero,
due
sue
parti
,
primitive
la
della
moderna
Altro
segno
volte
fu
la
e
suU'
questione
forma
di
davanti
qui sottoposta
ad
la
origine
ettlitica
continua
e
od
solvono
ri-
che
separate
ancora
:
è
è.
alcune
i, alla
virgoletta
si
quale
{cedille)
CI
quando
già
1'
non
piuttosto
caso
volta
tenuto
Pare
si
il
seguito
che
a
rilevasse
della
posto.
sia
singolarità
interdentale
quando
già
no
qualcu-
,
al
cominciato
d
Intanto
da
oggidì
la
dare
al
qui
tale
tutti
quei
A
eh
i
il
spagnuolo,
smessi
soltanto
vicino
al
nostro.
in
e
un
od
ma
passato
è
suol
fu
furono
palatale,
suono
nello
e
si
non
davanti
per
come
che
che
mutamento,
avevano
dissimilo
troppo
primitivo
nuovo.
gere
fun-
corrispondente.
pronunzia
segno
far
a
sonora
perché
in
ne
espressio-
la
sorda
rustico
aveva
più
influenza
altra
meglio
stituire
so-
a
segno
dell'
di
continua
del
ogni
etimologica,
difetto
per
però
sempre
causa
ed
qual
suo
altro
con
sia
letteraria
al
stentato
e
; del
è
raro
conto
sia
preciso,
avesse
fatto
tronde
d'al-
è
ridotti
e
si
che
presentavano
rap-
cosi,
che
furono
tempo
molto
e
cu
Nel
palatale
fu
cui
in
caso
lo
susseguiva
accolta
la
pure
scrittura
stesso
Ciò
è
ugual
suoni
a
fu
cui
per
tutti
e
qui
per
il
dentro,
la sibilante
di
ripetute
che
a
pagina
le
le
dall'uso
doppio
qite^
; dove
parole
lettere
ss^
dentale.
la
come
fu
tadino
cit-
adottato
Questo
zione
sostitu-
registrato
si trovano
eh'
abbreviate
corsivo
anche
inavvertitamente
però,
di
pie
sostituire
sorda
mutamento
che
parlare;
nostro
6'C, infiltrati
letterario
ad
serva
palatina,
opportuno
gli
che
credere
lettere
al
manca
contro
in-
tale
non
sibilante
la
conosce
può
e
di
la
viceversa
chi
ma
gruppo
indicare
insieme.
distinzione
nazionale
di
lineetta
una
a
fusa,
dif-
molto
oggidì
necessario
lingua
1'
di
della
convenzione
inframettendo
e
sibilante
una
vernacola
d' unione
suono
erano
e
eh'
pure
nariament
origi-
portano
erano
a
in
stato
CHI
omesse
accennate
o
sigle, potendo
cif erate
forse
altri
da
Ivi
diversamente.
le
esposte
pure
modificazione
via
per
abbia
che
de-
essere
si
di
ragioni
delle
trovano
altra
ogni
di
bisogno
spiegata.
essere
La
punteggiatura
rifatta
che
Ai
mancavano.
parlata,
possono
sillabi
mono-
in
mere
assu-
spesso
furono
accenti
gli
centi
ac-
numerosissimi
significati,
vari
gli
aggiunti
e
tonici, che,
questa
temente
costan-
venne
vrapposti
so-
guerli
distin-
per
atoni
dagli
comunemejite
,
ma
volta
qualche
come
nella
sapere
che
forme
non
letteraria
sempre
certe
forme
;
stessi,
si
deve
binerà
com-
sempre
della
lingua
alla
la
pronunzia
pronunzia
toniche
sono
che
zionale
na-
anche
analoghe,
sempre
risponde
né
dialetto
non
scrittura
nelle
tonici
italiana
lingua
però
la
perché
dai
in
lettale,
dianel
italiano
CIV
scrivonsi
con
vedransi
segnati
soltanto
seguenti
:
l'accento.
Gli
accenti
sui
'
'
cà
nosillabi
mo-
chi
casa
,
'
'
qui ', co
dare
fé
'
'
prò
forma
', pò
prato
', sé
\
sta
',ve
e
essere
stare
'
per
viti
C'osi
più"
'
so
*
'
di
segno
'
Q
dV
''
di
ft
=
'
'
e
un'
e
poco
secondo
il
chiaro
'
e
cosi
'
per
in
non
devi
che
',
iscritti
non
',
e'
nome
pro'
e
può
per
sto
que-
stato
di
tale.
altra
Anzi
delle
fossero
no
me-
gua,
linper
forme
tive,
infini-
,
in
composizione
con
'
ai
come
'. Forse
intendimento
verbali
'
a'
'
co'
sarebbe
parve
me
for-
alcune
in
unde
di
semplice
i\ po'
segno
necessario
qui
'
da
ancbe
un
Trovasi
deve
poi ',
anche
usata
particella pronominale,
de'
',
'.
giù
e
distinzione
'
e
',vi
sarà
apocopate.
e
'
vedere
apostrofe,
raramente,
dire
participi
'
ciò
'
i derivati
e
sto
da
vi
r
'
'
verbo
di
può
per
stè
', 2ò
del
de
q
imperat.
fare
*
'
capo
', dì
da
'. dà
'
enclitiche
evi
costoro
ebbero
non
del
compiacente
per
nascondere
velo
gli
commisero
ne
trovansi
della
musica
errori
metrici
di
quelli
meno
nelle
bisogno
troppo
scritture
che
e
che
glievano
racco-
,
imperfettamente
seguendola
tratto
ed
il canto
rallentamento
il
poetica,
esperimentare
nello
Comunque
le
la
iati,
pure
del
vi
popolo.
sarà
parentesi
rotonde
le
per
perché
molte
non
gliendo
toe,
ogni
volte
combina
sieme
in-
quelle
che
dieresi
costantemente
vocale,
dialettale
fonte
aggiunte,
anche
come
difficile
sarà
la
si segnarono
prima
raccolga
ricostituire
le lettere
con
qui
può
correzione
inutile, non
lettore
quadre,
oggi
canti
tale
se
per
sione
l'espres-
e
chiunque
i
la
,
giudicata
al
ritmo
anche
modo
stesso
ciò
per
turbarsi
e
come
parola
dovendo
corso,
interrompersi
tratto
recitazione
il
tardo
con
la
sopra
di
sorta
la
nunzia
procon
CYII
del
quella
Si
tre
liberi
troveranno
che
segni,
solo
matici.
gram-
questi
da
furono
fine
tal
a
politici
sonetti
due
i
introdotti
dai
fissata
toscano
a
,
51
pp.
e
il
i
52,
e
di
testamento
sier
di
suscettibili
sono
le
come
scritti
stati
da
principio
e
verso
ultimi
ed
i
delle
1
frottola
inoltre
Acconcio
del
esse
antiche
^,
in
frottole,
ligere
predii
l'
come
nostre
lari
giul-
usa
pur
simo
umilisIn
campagne.
al nostro
esempio
esaminate
di
particolarmente
estemporaneo
Vannozzo
fin
libertà
grande
dovevano
bufi'oni
sendo
es,
dubbio
senza
improvvisazioni
qualche
oggi
matico
siste-
poesie
altre
naturalmente
nelle
non
assetto
un
delle
forma
quella
che
gli
con
essi
che
perciò:
appunto
Perenzon
iiTegolarissimi,
(167-99), quantunque
anzi
(90-143)
mariazì
tre
già
le
citata.
altre
casoé
la
Possono
frottole
del
CVIII
tali
che
poesie
il titolo
potrebbero
—
frottole
di
libere
disciplinare
1' estro
più
della
rigide
Yi
e
il
ed
quinario
che
stessa
letteraria.
si
il
tenario
set-
mescolano
versi
è
di
assonanza
norme
sempre
altri
spesso
,
le
poesia
quello
con
ciavano
scapric-
sapevano
sotto
quasi
predomina
si
—
che
coloro
pur
prender
;
rima
la
l'
dal-
surrogata
in
tanto
tanto
,
cod.
padovano
a
il
dove
di
buona
De,
s'
egli
el
zuoco
eh'
e
di
eh'
son
assay
63b-5b,
triste
sua
incominciando:
che
l'osso,
percote,
natte
io
pp.
la
conoscere
vita,
peggio
de
scopa
a
62*^-3%
mente
è
ancor
giuoco
e
zente,
poneteli
la
fa
poeta
condizione
e
sul
notevole
quella
Sl^-41\)
pp.
,
di
doglia
che
ch'io
m'
me
ha.
forno
fatto,
men
che
percosso
squarzo
'1 zorno,
da
dente
matto
le gote
CIX
sovrabbonda
oppure
manca,
il distico
che
serie
sembra
di
del
Ma
irregolarità
che
ci
non
sentire
per
metrica,
d'
in
frequente
e
qua
'1 mio
tutto
questa
parte
mezzodì.
liuto
chiatarra,
over
che
per
tenda
o
sbarra
per
e'
vo
[grattando
e
vo
su
cantando
folle
le
altrui
per
con
questo
per
un
tole
e
becchìer
Animo
colui,
con
de
vino.
peregrino
già
ebbi
mo
el
e
valoroso;
zuoco
e'
ongni
virtude
si
m'
tolto
^a
doloroso
asmorza,
la
forza
ecc.
là
ma
for-
nuova
nel
sto
re-
cadenza
tenuto,
son
con
la
una
quella
del
pare
poco
nella
tura,
verseggia-
impedisce
rara
Italia, più
io
della
confetto,
svilupparsi
in
pure
nell'insieme
motto
modo
allungarsi
monoritmica.
grande
per
ex
Procedendo
infatti
questi
di
costantemente
o
di
divisione
rime
distici:
delle
al
poeta
comodissima
,
contrasti
un
breve
il
ne'
tempo
che
versi
le
in
sotto
facile
che
soffio
di
tentasse
avveniva
versi
in
manti
ri-
non
confronto
avvertite,
appena
fossero
il
i
dogli
dan-
zione
improvvisa-
cosi
fossero
ed
valli
inter-
a
ricordazione
la
tra
loro
quel
esse
V
per
debolissime
che
intanto
difficili,
e
successivi;
fra
nei
specialmente
per
pause
geva
por-
provvida
pausa
punti
ovvei'o
dei
che
raccoglimento
eguali,
o
CDDE,
permettendogli
,
ma
sche-
CD...,
cotesta
una
le
tra
ABBC,
divisione
EFFG...,
la
lo
BC,
quartine
due
con
risulta
AB,
si
qua-
in
strofìca
e
onde
baciate,
quello
due
quattro
sintattica
de'
e
in
quattro
versi
co
ritmi-
abbandono
pronte
a
nuova
una
di
piegare
nia
armo-
sorpassarle,
e
CXI
trascorrendo
secondo
in
fondendo
verso,
ambedue
ritmo
nuovo
un
che
poteva
,
anche
orecchie
volte
^D...
«
disse
La
in
mariazo
primo
tratto
di
senza
cosi:
verso,
come
ferenti.
dif-
o
ripetesi
certo
di
interruzione
del
uguali
esso
un
per
stre
no-
sonora
distanze
a
A
^C,
alle
l' armonia
rimalmezzo
labo.
endecasil-
arrivare
allora
Ecco
seguito
dell'
quello
esser
al
primo
dal
rapida
A,
"^B,
luogo
questo
del
:
ben
:
Oimè
«
!
lagame
-
stare
»
.
«
Vogiemo
La
e'
andare,-
disse:
se'
el
m'ha
Non
mia
vezo
Tu
«
:
mare
là
luogo
va
-
mario
me
dissi,
e'
:
de
faogo?
»
scrizare;
Dio.
con
imprometo
te
-
-
dal
»
.
El
fato
è
s-cìeto
!
e
-
97-8,
(pp.
A
due
volte
presentasi
settenari
maiore^
forma
per
V.
pare
metrica
man
116
ecc.
»
sg.).
alternato
nella
e
cui
la
porseme
con
strattura
scaturire
del
a
V
sirventese
tra
al-
CXII
AB'^C,
più
CD'^E,
tardi
il
riduzione
della
CDDE,
EFECl...
sola
il
sebbene
quel
al
1
Ti
italiani
brani
mostra
fenomeno.
il
maggiore,
verso
codice
Lo
chiarezza
per
salvi,
benigno
petto
V.
una
lo
distribuisca
da
o
vita
mia,
Cupido,
fa
mi
mia
antiche
Canzoni
M.
nido
-
Cod.
marciano
per
tuo
del
MENGmNi,
cit.
amore.
collezione
nella
nota
122.
2
ne'
:
pubblicate
p.
squarcio
quale
simile
si
^
due
«
di
la
riga
lita
so-
come
questo
mettendo
una
—
stanza
—
certuni
rado
trascrivo
eh'
in
e
di
non
in
in
Pastoral,
^
composizioni,
nostre
dialettali
in
della
scorgere
prenderà
zingaresca
queste
ABBC,
può
di
nome
normale
in
che
EF^^G...,
popolo
Roma,
italiano
1891,
CXIV
Tali
clie
in
combinazioni
nuove
che
variano
ben
modo
suole
più
difetto
la
frottola
diverso
una
da
virtù
o
musicale
dietro
analoghi
del
colto
probabilità
di
di
la
si
naturale
Pertanto
questo
come
soggetto
versi
?
rozzo
dia
tale
a
della
osservato
irri-
dovrebbe
non
per
de'
è
chi
dia
stu-
versi
di
prima
i
mente
produzione
ritmi
ni
suo-
mente
inconscia-
pure
interesse
genesi
di
alla
sia
qui
una
nuovi
senza
essere
o
il fatto
domanda,
ilessa
il richiamo
risposta
Qualunque
trarsi
incon-
reminiscenza
ripresentasse
poeta
menti
ele-
condizioni?
somiglianti
o
si
ad
speciali
una
che
stante,
co-
degli
venuti
come
erano
e
mente
natural-
esse
propria
quelle
il
per
rigida
costitutivi
in
che
quello
norma
germogliavano
per
libera
avvenire
spesso
di
ritmi-
liani.
ita-
nare
abbandoutile
delle
mentare
ram-
frottole
cxv
che
libere,
si
formino
rima
con
scritti
trovano
al
il
mezzo,
r
orecchi
agli
di
li
poi
perché
il
con
sicurezza
doppio
scritti
all' edizione
che
e
la
le
registrare
grafiche
varianti
che
base
tevano
po-
interesse
o
testo.
differenze
inconcludenti
soliti
trascrittori,
dei
a
di
grammatica
verso
distinti.
servirono
qualche
del
un
dire
espressa-
particolarità
avere
per
fatte
concise,
e
le
di
versi
due
furono
solo
quasi
degli
di
brevi
mente
poteva
trattavasi
se
note
si
non
e
si presentava
spesso
cui
ovvero
Le
•
in
caso
rati,
sepa-
maniera,
questa
troppo
In
manoscritti
i
solito
in
porgevano
unico.
tuttavia
sono
poiché
prova
scriventi
verso
un
edizione
questa
che
degli
di
impressione
verso
,
,
pure
guito,
se-
producessero
pronunziati
come
solo
un
spesso
di
per
o
pretazione
l' inter-
Escluse
e
che
gii
le
errori
gonfiano
CXVI
inutilmente
soltanto
1' aria
di
le
note
un
porgere
critico, il quale
che
no
tan-
grosso
è
poi
rato
appa-
meramente
illusorio.
Che
furono
né
fatica
ha
la
breve
qualche
uggiosa
da
errata-corrige^
andare
in
lavori
esenti
si
cui
siano
cui
non
consideri
che
questo
venne
dalle
in
una
dove
l'
del-
genere,
poi raddoppiate
le
lontani
e
possono
simil
di
meglio
tempi
patire
com-
riparazione
del
vari
egli
incoerenze
le
desiderio
in
fonti
città
e
per
difficoltà;
in
che
fu
luoghi
ziato
licen-
dell' Italia
ogni
manca
mezzo
studio.
Taranto,
1894.
Emilio
e
raccolto
anche
ed
il
lavori
questi
pratica. Voglia
ed
la
e
scorgerà
di
inesattezze,
tarda
non
leggeri
ben
che
sagace
le
né
pochi
non
lettore
incontrati
ostacoli
gli
Lovarini.
dionale,
meridi
•
Marsilio
cod.
{D.al
59,
G
di
B.
di
A.
Padova,
G.
—
21,
se
Dio
A'
sienti
di
non
1
die
e
galea
guagneli
nostra
! si
^
Gr
da
si
vu
ed
chà
a
i
Tempo
rare).
e
e' 1' ^e
di
eguagneli
_-
1869,
embavò.
Galea
pre
z=i
Pregalea,
Die-guagueli!
A
Gr
343;
iued.
di
-
_
p.
opere
Nicolò
vegnire
pre
_
A
v' ai
Dante
Bomagìioll,
di
—
padovano
Antonio
Bologna,
sier
T
13";
collettanea
di
Collez.
di
Comunale
1865,
volgari
Di-me,
Padova
vernacolo
Padova,
nella
di
Ili,
voi.
116,
nella
Grion,
(A).
della
del
rime
per
p.
P.
ToLOMEi
Delle
»
tns.
vicende
Delle
v.
Padova
marsiliifs
storiche
Gennari,
Padova,
e
f.
di
Dominus
«
Notizie
-=
Gr.
Seminario
del
ad
carraria
Vannozzo
Francesco
a
rubrica
13^,
p.
de
Carrara
di
giurò
^
vostra
mea.
Gr
3
T
uostrj
e
(
la
E'
sé
non
la
quando
de
sier
disse:
de
e'
Se
ve
ve-1
ch'a
Se
me
e'
dig'
a
Maria,
da
l'usso
sbrorè,
dico
se
iera
cha
Zanbon
troppo
nante
0
(de)
P
mia
vi
dia
ben
ninnante
!
gramezza
12
catto
Vinnante,
legrezza
me
!
fià,
sta
brusà!
esser
fosse
sto,
engatijò.
9
13
fante?
(ghe)
ve
gli
SnenoAìiJenoGTGr
12
Beroatto,
la
e'possa
campo-sento
conpar
sier
abia
no(n)
8
d'Andrea.
dona
de
pi
me
se
Coro
com
nevò
vu,
Dio
chugnò,
me
e
col
e
star, che
Santa
gh'
con
dunie-vu
me
pi
me
E'
«
Lassè-la
fé
avea
Negrosente
Pasquale
perchè
En
l'
catta
me
Berto
con
La
diavolo
que
;
o
o
E,
don'
?
Avin-
16
»
II.
Risposta
(A
f.
id.,
=:
V.
id.,
=
Bel
si
e
se
Dio
de
la
E'
chi
mi
fìiastro
del
che
veritè
en
da
dal
Prò,
8
tutto
son
la
Dio
levò?
Cornalea.
non
de
4
sea,
naso
Straluse
boar
dir,
sé
ve
de
a
dasea.
me
che
mo
si
adò,
tosto
! la
crel-la
guarda
nevò
son
fosse
devea,
irò,
sont
Pier(o)
sem
che
quel
che
ne
me
l'ay!
che
dir
non
corpo
fiè
e'
ben
se
ve
che,
al
22).
p.
mesiere,
me
—
E'
Responsio
«
».
Gr
Se
rubr.
14^,
p.
matto;
fa
me-n
tante
,
che
la
S'ella
vorrà
fosse
sul
,
d'
cui
del
moijer
saleza.
una
ghierechatto
12
,
lo
e(o)
savesse
barba
me
Bazante
,
e'
E
cr[ez]o
se-I
vi-vu,
Ampò
ve
e
zure,
ch'elio
fosse
se
Gr
15
sol
voi
stesso,
4
E
se
vu
non)
o
E
sol:
Gr
dreza.
g/ie-1
dirà.
scanò,
sea
.?
la
ghugnà,
e'
Menno
sier
9
vi
no
sbregar
mia
Dio-beniti!
sarà
Pier
farà
ghe
non
sienti
ay
4
(che)
Desirò.
e
son
no,
13
(=:^
co
Gr
vedete
16
SONETTI
ANTERIORI
cod.
{Dal
1470
Comunale
della
cari,
Poesie
intitolato
XV,
AL
di
de'
Udine,
secoli
del
XIII
sec.
XIV,
,
XV,
G.
passim.
segnatura,
senza
del
Copia
prof.
Mazzoni).
I
Paduanus
«
145"
(pp.
Fregi,
per
e'
vo
ve
E'
Se
are
no
quando
che
'1
e
E
se
eia
la
la
g/ie digo:
dise:
ben
Mo
«
E'
imprometi-me
e'
ma
2
tunia
10
peconia
6
am
13
e
no
corr.
da
gie
14
traimento.
un
da
dia
el
tu
me
buò?
arò,
n'
12
»
haham!
vo.
16
pò,
al
vergogna
4
pecunia
(caìic.) che
pur
am
»
vo,
via
17
muò,
malan!
mie
glie
che
bei
coi
i
e'
8
doman,
an,
s'tu
vegnerò
far
4;
strento.
indemonia,
se
vezù
quel
8
non
e
vo
la
ti
digo,
che
mo,
melenconia;
già
mi
an
a
bon
^e-tu
«
Tonia,
pimento,
fià
Die
«
la
fato
el
pur
pento,
peconia.
cuor
me
tal
dise:
me
soi
el
più
vezo
mi
in
g' abia
dago
me
mia
el
pur
che
e'
eia
la
g/ie-l digo,
par
(e') g^e
non
bonamen
ma,
Quando
se
abi
»
—-Q")
inamorò
m'
g/ie dise.^se
e'
*
che
par
di
un
forto
si
son
elle
";;ertamen,
dir
quidam
vo
corr.
parentò,
tonia
un
da
corr.
agg.
voio
»
da
III.
Anted
«
ictus
»
(p. 146^)
La
Tonia
si
e
de
«
disse:
pò
me
El
fu
Mo
e
altro
!
che
sì
forsi
che
che
che
2
si
agg.
g/te
sìa
9
v'
diss'
io,
è
gran
e'
a
non
comparego
9Ìtàino
el
gè
y.
salvega
scorozon.
rego.
galon.
g/ie
»
I
vego,
muson,
dissi-gy^e:
pò
ben
se
più
«
ampò?
sia
si
in
un
el
e
'
gramega,
non
si
che
vegna
4
nega.
che
via,)
vu
trazeron
'1
si
mo(vu)
darò
ve
E
Ben
»
la
in
cri-vu
(Mo
Mo
meravia
che
Chi
«
mi.
quel
ivelò,
era
smeraveiò,
tuto
«
Bar9ega
pignolo,
pì^ega
Duo-sa,
«
del
incontra
dissi:
fa
non
eli'
bruta
disse:
E'
al
star[ej
gi
El
Pava
sdrussi
fi
e(si)
puta
9Ìtain,
una
ghe
me
ch.M-1
e
a
fante
un
la
e
corevenu
me
E'
mi
e
».
loton
«
»
!
zarlàore,
bìà
[e]
dissi
16
1' anzicuore!
14
tra9eron
IV.
173^
(pp.
Si
clie
quei
che
E'
ben
avia
in
zurò
ara
che
ha
ne
se
no
gi
a
vegno
ive
vezo-ne
e
che-I
porà
no
ropetando
Po
i
De
un
De,
con
con
fa
con
nom'
bosco;
si
velù
per
fa
el
quele
odir
che
Fossi
quando
gi
g^e-n
2
12
Deh.
fu
che
4
9erca
per
in
aea
uelu
do
fiè,
5
16
baorale,
a
agore
13
bestiame,
smagonè!
quel
facto
sic.
el
urta
de
cavo
se
12
me,
quele
pi
legname.
sbregar
se
strangAe,
lame.
nome
sofrirave
motoni
i
8
travagia.
quele
a
parea
a
spenti,
vinti,
la
in
entro
ha.
de
pi
sbragia
ognon
s'
che
bo
i
per
fora
lenze
eh'
agiargi
sbatea
se
du
4
batagia.
ira
sento
zo
feramenti,
quei
sagramenti,
mile
e'
vagia,
g^e
anco
da
vero,
4**)
—
zerca
fato
»
niente
dò,
per
esse
quidam
Paduanus
«
pè
del
sento
motoni
corr.
sic
bocale.
da
vezo
V.
Villanesco
«
171"-^)
(pp.
Lassa
frelo,
pur,
che
ben,
stago
Frel,
quela
che
crezo
ben
perchè
e'
E'
e
si
e
fa-me
El
me
me
anco
el
me
zonze
g^e
(e')gy^e
ha
la
la
le
ghe
che-I
eia
se
tesso
de
butarà
parerà
;
alogare;
galon.
12
smes'iare
,
de
parer
fete
pilon
un
mo
al
8
braga.
posso
fin
chi
poesse
farà
no-1
e
avito
la
a
pò
9egna
vegno
frelo,
4
staga.
me
adaga,
n'
me
imbosemar
(e
si
ne
mi
o'
là
sia,
eia
e
grando,
sta
e
me
guardo,
tuta
me
che
che
la
ven
se
o'
sgregna,
el
O
là
apimentò,
si
ha
m'
vaga,
inamorò.
son-gie
pnta
so
non
che
andar,
lassa
si
:
averte
sti
rossezare;
gy^e
pò)
la
fare
bruò
tanto
che
molon,
'1
g'
in
aesso
imbrelare
16
boca,
schitò
un'
oca.
VI.
174')
(p.
Amor
cim
di
un
che
trasse-me
«
che
son
la
che
voi
che
fante
El
alo[ra]
disse:
siè
tu
9
«
per
originali,
cui
e
era
seguente
1'
che
d'
mile
neppure
riservata
175».
ave
Pasquale,
del
ben
velasi
a
puoti
8
».
errati;
12
».
forse
12
la
ven
core,
me
vegnua
posto.
bianca
g^e
cuor
massara
volte
ai
vezua,
al
amor
male,
a
instanti
meni
Togna,
10-1
ozua
la
tu
muoti
l'aver
barba
del
Tonia
^erti
non
4
arinoti,
cun
fante,
dol9Ìor(i)
mile
e
bolzon
O
domenegale
el
avia
maneg^e
cun
un
disse:
e
pag.
mi
a
gabaneto
me
per
el
carnevale,
de
di
marte,
sdrussi
si
e
de
piluoti,
de
carcasse
un
parte
ìion
sono
gli
la
fine,
Manca
superiore
della
10
VII.
Paduanus
«
quidam
»
(p. 181^)
fu
E'
la
I
cita.
gh^
cagarle
da
tuti
sul
vesti
Tu
si
El
eh'
era,
a
dito,
arissi
d' elo
feve-i
gh^
era
biè
con
s'
Questi
con
li
a
no
a
gaban
a
la
tor
bel
de
quei
eh'
3
I
(suo)
i
g^e
gratato
10
frapè.
fante
il
fio
12
forò,
zocatei
baiare.
per
trombe
da
sguoluoti,
dà
zentilia,
sdindanare,
un
(El) g/i'era
e
8
lazo.
so
sbusè
zornie
d'
son
zarlava.
e
calefava,
el
peze
con
Menegazo,
pur
ive
mo
suo
che
so
vegnia
e
al
agia
a
4
palazo.
d'un
avea
oci,
Fava
omo
mo
baiava,
ghe
stava
e
ogn'
che
pò
denanzi
e
vila,
mo
i
disea
{ghe)
i
mariazo
un
che
che
o
s' inmascarava
Un
se
so
non
fasìa,
ghe
se
a
di,
un
con
denanzi
iesìa,
un
occhi.
zamare
e
d'
16
ariento,
sospir
Manca
da
vento.
la
rima.
11
vili.
idem
«
isr-^)
(pp.
fu
E'
in
a(ve)
m'
p'ossea
le
in
E'
te
i
che
zuri
de
e
i
m'
1
que
mia
eh'
i
di:
femena,
pelava
me
possarachio
V
16
la
u
di
facto
un
st'
i
se
7
non
verso
fosse
»
8
Pava.
a
non
m'
che
a
anegò!
fus-tu
ano
12
me;
magno
che
s' i
Mataraia
trepava,
smasenò
Mo
con
si
zo
imbragò
sponsonè,
e
più
4
figo.
aseliava,
m'
pente
e' 1
tal
(mo)
(che,)
più
aea
son
Un
che
ch'i
tante
cagasangue!
e'
»
dir
dir
cuor
carboni
n' andar
mo
el
scolaraia.
via;
che
olà,
«
canaia,
sta
Va
«
de
me
porissi
De,
dir:
de
ben
so
che
Tu
schizò
penzi,
disse:
che
so
paia.
mia
la
con
no
mezo
(asse)
me
me
in
gabane
Non
merco
al
incontri
me
die
E'
fu
e'
quando
E'
a^sofegò,
possaracio
su
»
n'
è
fava.
la
acatava
(gi)
d'
muò
un
errato,
muto
fato?
arave
16
bel
ocato.
se,
co7ìi'
9
ben
è
que
babile,
pro-
12
IX.
Sonetus
«
domani
Eiisei
assagi
me
Bertazo
darme
per
d[e]
e'
sguainando
e'
treti
stocaga
reparava
e
mi
E
non
Pava
a
da
E'
al
che
un
dissi:
ghe
'1
se
e'
disse:
dà
1
V
nel
la
II
accento
1
e
Le
ultime
8, forse
rispondenza
avon
da
o
che,
e'
g'
ara
anche
delle
vanzo
8
».
soldi
e
rime.
de
fa
se
dei
pè
3,
non
».
driè,
la
in
versi
però
16
piase;
ve
pase
».
di
luogo
1, 4, 5
indubbiamente
però
nel
i
tra
con
12
die,
dò,
"ben
ive
era
parole
ultima,
impazo,
mo
ghe
non
giusto
sarebbe
sulV
n'
conze-la,
e
4
;
lì-a-lò?
eh'
vintiquatro
verso
fé.
stesse
Ande
«
n'
pi imbraga
Un,
arò
! e'
aguia,
presso
fusse
me
1'
Messere,
«
slanzo
[me]
denonpiò
da
furia
'na
su
ma
ahan
fu
sta
si
impazò
(per)clie
zuxe
mostazo;
pertegazo;
«
che
se
sul
e
ave
un
briga,
inanzo
cortelazo,
un
m'
dissi:
ghe
tu
si
con
fazon
se
fuora
sangue
fasia
pugno
salto, frelo,
un
e
si
e
un
»
182»-'')
(pp.
El
patavini
e
8
va
nel
5, che
fasia
hanno
tolto
turba
14
XI.
Idem
«
»
(p. 269^)
E'
rebaltar
vnssi
doman
una
eia
sgraventè
me
cazi
e'
non
die
e'
che
Alò
ne
me
la
me
no
un
frel
Eia
3
mi
dissi:
(me)
disse:
sgraventè,
e
core
fé
4
romore
un
un
muò
te
a
8
caro.
sgrignare;
acoro.
ara
12
squassare;
ne
sborozò,
pi
si può
torezare.
Mo
alare,
pò
vuò;
no
«
de
vosse
me
E'
;
dolore;
zoso
a
la
tuto
«
amore
acolgò,
ive
vola
avea
li
mover
sentiva
me
caro,
gran
fangazo
che
possea
de
frel
si
pi
poco
me,
el
pissolaro;
fosso,
vete
La
e
nel
stravacò
me
ha
calzo
un
quel
in
zo
me
no
e'
senti
scomencè
oimè!
E'
un
'1 parse
che
la
intr
paiaro
un
che
chi-a-lò
live
che
fante
la
aconze-me
e
drio
de
e'
via,
anche
son
avon
scorozò.
ben
leggere
16
»
cagò
sgì avente
».
15
283,
B
logna
Bo-
1"-19\
pp.
di
Comunale
della
Cod.
•=z
di
Universitaria
dell'
cod.
(Dal
1400
del
contadinesche
Scene
16.
Boi.
,
38
III.
C.
idtimo
dell'
satirici
della
fatta
sonetto
del
Lett.
in
in
IX,
voi.
netti
So-
Frati,
L.
da
XV,
sec.
it.,
Trascrizione
~
Ferrara
contro
bentivolesco
F
I^-IS.";
pp.
cod.
un
Stor.
Giorn.
fase.
25-6,
pp.
220-1).
I.
Die
—
O
si ben
te
—
Mistro
cossi
Stesse
—
N'aver
te
la
mia
—
E'
far
andare
ben
prima
dirò
ve-1
dal
che
lavoriero,
a
ver
:
clie
te
le
che
quel
vuossi,
done
là
da
male.
resanarò.
vale
quanto
sia
che
vegnando
e'
de
m'inganò!
cognosser
virtù,
di-me
Mo
colie
Naie
sta-tu,
con
e' sto
caro,
pensiei(o),
vuò
E'
!
vegnù
mie
—
Nicolò!
mistro
contienti,
ne
t' inscontrò.
mi
in
del
speciale.
e
Benà
mie
pecà;
malora!
?
1(5
e
dir(e)
puoò'so
ch'una
e
si
n' iera
tene
ho. si
che
siego più d'un'
chi
che
el
mo
guarirò?
forza
sera
che
A
mi
ne
La.9sa-lo
12
0
metiri
pur
b'?
vu
inanzi
18
t' in
man
star
fraelo, 16
capelo.
!
che-I crezo;
taia
Con, diavolo!
—
alora
povorelo
sto
Ben-sa
—
cà
ora.
el
cavare
puo^so
in
de mie
testa
Yi-1
Cri-vu
12
ancora
eh' avi
piaser
la
ingrossa
g^e
ne
forza
per
Quel
m'
zunto
,
strapegò
me
me
che
a
el
mezo.
20
el mezo?
adosso.
(co)si grosso.
poverello
B
I
17
II.
Un
—
s' te
Lassa,
Monta
—
E'
—
ben
me.menazi
Te
in
Fa-te
—
On
de
taiar
a
O
le
Benincà,
cbe
del
darà
me
te
L'
me
vegnia
1
altro
atrovo
se
l'antecuor!
fraello
2
3
machiom
dalla
10
5
seconda
schiappe
bon
mercà
che
in
neldi
maìio)
soto
ciape.
de
al
te
non
frello
frape
16
pòrtego,
scòrtego.
dalla
(corr.
da
(corr.
6
12
Zanin;
è
faello
uno
14
a
le
da
tei
zape!
to
fra
se
corretto
mano
le
in
naso
S-ciape
spin?
fiè
come
—
ma,
di
8
bolognin.
un
le
in
frega
fesse
^ervelo?
el
guagnia
o
f'alzon,
sto
d'essere?
vimene
babion.
un
man
e
poco
va,
te
non
un
za
adesso
cri-to
in
s' /io
felo.
uno
ti è
sfend[e]re
porav-ia
te
non
che
mo
e,
4
parerà
te
su,
cognosso
macion
d'agnelo!
volto
qua
gioton!
dal
faora
niessi
fraelo?
to
bruto
saver,
mo
è de
cV
Benincà?
impagarò,
e' te
te
di'
ne-1
Te
—
va-tu,
da
conda
se-
nedi
)
fello
cognosso
chiappe
2
!
18
III.
Che
—
Za
Ne
puossia
te
ne
fa-tu
te
ne
e' ho
sa-tu
faora,
Malgaria?
tut'ancuò.
aspetar
d' andare
buò
i
tuor
a
,
de
lunzi
Vien
chi
ben
che
tanto
t' ho
come
fuorsi
te
e'
vista
me
,
(E')ne
—
che
Te
Ne
ne
sarà-
tornar(e)
volerme
senza
Mai-diè!
ne
ogni
de
Pota
—
Te
tu
el
pur
darme
sa
e
se
scortegà,
11
16
come
vegnio
te
ranochi
ti
te
pò
mai
fa
più
abararme
17
uochi
?
,
ben
curzà.
12
parlare.
combià?
i
esser(e)
squarta
16
ranoci,
dinanzi
14
^enà
i^e
miga
possia
se
fare
che
abarare?
altramente
Mo
vuò!
8
t' Zia
volta
te
se
s' te
Die,
altro
con
Tango!
ne
può.
abia
eh'
cri
partirò
fantasia.
d'altra
te
mia;
Va-tecon
m'abarar(e).
adesso
son
vita
veza,
4
mia?
quatro
mo
(da)i
sa
uoci.
dare
19
IV.
è là?
Chi
—
Mo
se
—
in
Fai-ve
la
El
el
se
che
ben
fai-me
pur
un
in
man.
vertun
;
poltrun.
da
cavo
i
8
pan
contendere.
a
'1
Tasi,
Thoc!
par,
che
—
da
e
L'Auo-ia
pam
lume
;
12
buso
.
forba
far
lassa[-me]
habia
el
muso.
più
tien-te
Piolo,
acolto?
intendere;
vola
non
ghe
11
sto
a
uso
accendere?
s'abbia
fuogo
puoco
sei
non
guerra
poltrun
sti
forza
sera
in
che
cerchi
par
8
i
stare
—
—
lume
sti
com
ne
non
cani.
du
e
4
i
,
mustri
Par,
mi
a
vilan
Apri,
sta
balestra
mìa
forcun.
desliga
tegni
vilan.
Apri,
manegoldun!
i
a
man
morir!
over(o)
—
pur,
par,
far
può
Puossia
Tu
àv(e)re
moti
za,
Dai-me
lassa,
soldati.
Malgaria,
Move-te,
—
ve
non
briga,
Sa,
sian
Nui
—
—
a
suso.
16
mi.
E'creerà
acendere
in
ben
de
si.
20
V.
Procit, barba
—
Che
bone
Un
—
novele
za
e'
«
mena?
ve
vignio vosco
sechia
Con
ve
è li ; lava-ve
senti-vu?
a
le
pur
zena
man.
».
4
son
san.
E, cossi,veciamente; mo
(E')no ve domando
miga de 9ÌaLena,
—
—
perchè liè
fo[ro]noa
Metemo
—
e
la Maria
casa
sto
Ghe
la voli-vu
la Madalena
e
nostra
sto
parlar
da
fa domandare
Polo
8
doman.
canto.
l'Antoniola.
dare?
12
ghe dormì sov(e)ra ; questa è (cosa)da fare.
Antoniola, mie fiola. ie-te contenta
Ne
—
quel che
de
Si
—
1
t
in
altro dirave:
La
—
Piero.
mi,
voi el barba
ch'i
pur
Procit, di
un
Prociat
ad
( l'indice
tra
P
solo
un'asta)
cod. dà
Pruciat), ma
richiamo
sta un
e sopra
scritto
ivi era
un
forse
uìi
parienti?
IG
stienti,
v^ è
al
scrivere
i tuo
me
ne
chiaro
(V o fu sovraposto
accennato
e
o
e
in
e
e
oci
pare
testa
sotto
raschiatura ;
una
fi e si era
luto
vo-
Proficiat
A
dalla sec.
così corr.
2 ha mena,
4 sechia
3 zena
da ecorr.
vechi
E'.^
amente
6 o
sacha
domchosi
tiuu e
(cane.)
P.... B
mano
corr.
7
da
seii-
22
VI.
Bondi,
—
mie
Fiolo
—
'1
che
El
m'
—
:
'1
che
Mi
e'
cuor(e)
che,
un
porave
e.9sere
di
cri-tu?
Ch'in
diga,
che
vuò
S' te
al
andemo
d'
desco
esserg^e
fa
e
consolar
volem
che
Abià
un
—
Se
—
Ben
1
16
te
ne
con
vechio
parerà
vostro
fuorsi
prò;
] 1 fraiolo
17
branco
spechio
corr.
rum
che
da
18
ora.
1
specio.
me
caccio,
sto
guardai
l!
orzolo,
vecio.
che
che
fuora;
Fiora,
pover
pa9Ìen9Ìa
puoco
i
Fraiolo.
meza
vin,
sto
—
el
del
du
A
1'
de
dir(e) più
da
sera
ghe
de
chi
portar
,
che
tristo.
l'ora.
a
compar
su,
sten
ne
un
e
fìolo,
[-me]
—
—
gioto
un
vostro
pur(e)
crezo
fuoia
una
l' acuoia!
manara
ribaldo,
sempre
me
ne
,
'1 pare
che
trema
zanzar,
viìto.
ancuò
st' ante-cristo
con
me
duoia,
gran
d'averlo
inspauri
Laga-l(o)
fo
el
si
si
dà
^a
rincresse
me
/ia
che
m'
Melarato
Pier(o)
malavuoia.
de
e' sto
caro,
Calisto?
barba
sta-vu,
come
egli i.
'1
ne
f i-aielo
cacchio
v'astùmeghi.
2
23
VII.
fiol
Beneto,
—
Luta-te
in
Che
—
quatro
Che
(za che
Ne
pò
'1 n'
se
Yolta-te
—
cbe
t' è
Con
mato
un
1' ha
te
bon
sera
A'
dai-me
s' te
vo
ne-1
digia
tuore
sta
meisina
è
ti
belo
che
ben
sia
piutosto
pur
Santa,
che
ciama
che
vo
so
ghe-[
andarà
par
e
Polfo]
Dirà
O
mar[e]
—
senti
ma
3
in
voliu,
9
asta
il
na
primo
16
e
A
chiama
a
fai,
ne
1' è
se
fiiie pare
neue
nehre
che
può
mia,
prima
far
no
cui
B
che
mi.
a
Scorza,
'1
16
forza.
mal
storza.
se
starò
saldo;
caldo.
fosse
fu aggiunto
lo
12
cu.9si.
so
tropo
vi
mi
galina
una
La
metamo
lu
guari.
e
lagai
e
grassa,
—
per
matina.
sta
,
—
Sivero
a
in
non
tuolta
Piero.
San
dai-lo
el
più
ne
un
ève
a
de
vu
za
può
e
qua,
pair,
eia,
in
fari
dir(e)
de
via
'1) non
basta,
fari
me
crestiero?
non
—
pensiero.
un
questo,
Porta-(me-)lo
dar
te
non
Mo
mie!
si, che
—
su,
met[e]re
solamente
Tuo
—
e
voli'-u
me
Si, fiol
—
lieva-te
mie,
no
20
tra
un'alh
corr.
dopo
in
24
Vili.
Andriol(o),
Andriolo,
dar
a
e' t'
che
S'
impazo
'1 te
te
tu
n'andarissi
si
Fai
E'
ghe
Te
—
n'
me
Morte
—
Stai
—
che
largo
7
13
se
ve
farò
zo
corr.
ne
ve
è
!
^
za
se
v'
tanta
de
^
ti
za
e
la
5
vien
su
rivale.
n'
8
incago.
despeto.
puos-tu
te
lungo
con
piezi
da
ve
ne
che
in
sto
mal
è
no
colpo
n
driè
Aspeta-me
quanto
siè
e
zo
se
Pozale,
Pier
Cagar(e)
—
4
Benvegnù,
e
in
viegna,
un
più,
scherminale.
vostro
se
che
chi
incagM?
me
menarve
un
voli, che
al
magni
ve
fato
fa,
tu
passare
Si, che
—
di
fnorsi
9ÌÒ
pur
—
'1 t' inscontra
d'altrù;
Togniolo
con
spesso,
se
ben
fiolo
so
done
un
cognossisse
è
male
gran
,
sera
eh'
un
le
a
imprometo
fa
te
!
E'
—
n'
un
v'
drago
aspeto.
!
12
impago.
sto
paleto,
imprometo
tempesta,
testa.
10
t' lì
0
E.^
16
25
IX.
Guarda
Mo
-
El
El
no
me
no
fu
De,
-
Che
E
gamba
un
za
Sta
«
ghe
m'
ne
abarar(e),
'1 vole
Se
1
si
andavi
zarlando.
fato
era
e
corr.
se
«
che
'1
da
in
su
e
non
qui,
ne
cà
o
de
quel
baio
la
12
".
cavalo,
el
puos-to
,
?
partire,
compania
de
vol(e)
sir;
Bortelamia.
te
volte
'ver
dire.
(mo)
qui,
a
8
mestiero.
Faime-l
può
disse:
baiando
di,
puoco
pur
'1 vero,
l'altro
vero.
andaremfo]
mi
si
4
pensiero.
za
dighe
tu
di.s'se Andrìolo
disse:
che
tu
piase
dai
ve
cbe]
che
ben
fazando?
va-tu
inamorando.
no
purfe
vie
te
El
-
so
fa,
miafiola,
com
-
bona
in
guarda
perchè
che
Piero?
barba
o
t'andar
ne
pur
No,
—
sta-vu,
Andriol[o],
Do-sa,
—
Con
sira.
Bona
-
fo
malano!
cossi.
»
IG
26
X.
Andrea,
—
Che
—
che
lieva
s'
aparecia
Tuo
el
E
g^e-1
—
Ne
ti
roto
?
g/i'è
per
far(e)
disea
v' è
mi:
che
smaravia
1' è
Nicolosa,
la
tosa.
la
4
comare.
t' acostare
non
bisiosa.
dolosa
la
se
pare.
soa
per
«
to
o
la
curi
e
ben
bestia,
El
—
( to ) biselo
quela
a
è de
gh'
presto
su
,
che
driè
Aibi
—
So
la
se
la
manda-g/^e
3
10
a
15
mala
far
inanzi
quel
poltron
pena
tegninge,
el
de
boWP
le
lettere
A
che
corsivo
in
eia
n
1'^
7^
fu
sole.
la
1^
mari.
so
far
fii
12
agg.
schina;
di,
9
—
V ultimo
vole?
ne
poverina.
sta
unta
aparechia
uegmv'ju,
livà
sia
pur
parole.
la
se
Tegni-ng^e
vol(e)
».
domatina,
a
sgang/iirà
ghe
—
E,
fagai,
che
tanto
8
amare
Pelegrina?
^la
donca
aspeti
fina
Mo
an,
che
le
ven
far(e) più
non
vu
vo-to
dano!
—
e
vegniri
Con
per
dol9e
cose
rancura
Che
—
le
5
leggono
aspecti
27
XS.
colà
Vi-1
—
Com
Ch'
El
—
è
bo
la
ghe
dar(eì
vo.sse
che
—
El
la
me
si-vu?
Onde
E'
—
leto
in
iera
e
el
mo
ha.
m'
(la)
son
si
ho
—
in
vederte
le
raunze
3
8
sechia
13
vache
vechia
za
a
ran
|o
puoso
de
fé
la
remore
Fiola,
e' ho
star
2
6
spoltreehia
la
11
corr.
da
;
amore.
dolore
gran
Ancuò
i
IG
buò.
incaechia
qui
puosa
12
pie;
in
el vostro
laga
sorore.
Bretiè.
el
livare
e
Die.
barba
star
8
rana.
mia
melengonia.
tanta
secia
una
sentii
Comparischave
1
la
com
qui,
puosso
fato
spoltreeia;
parea
in
4
Zana?
la
gran
ver(e)
E'
e'
gran'fàiga
a
una
vecia.
scalmana.
ier
bever(e)
pur
quen
è de
l' ave
novele,
male
Costiè
:
de
g^e
destese,
la
ben
tropo
da
sì,
E
—
eh'
Malgaria?
l' incaecia.
che
car(o)
fiola?
mie
scorna
El
e
la
è de
no(n)
al
Galana?
barba
de
è
intorno
sta-tn,
—
—
eh'
S-ciave,
Compar
—
7
co?'?*,
dar
da
B
qua
28
XII.
fora,
Fa-te
e' ho
ben,
vo
me
t' ho
a
posser
son
si
stanco,
in
pie.
star
e
av(e)rir
el
bianco,
cordon
un
to
4
driè.
in
turni
aselìere
fata
banco
8
d'an9iniè.
intrezaure,
bele
Do
liè?
altro
e'
:
calanco.
sto
clie
far
d'
caena
Ha-tu
digo
un
ciavete
una
te
liè;
son
in
star
ne
porta
do
con
e
fàiga
gran
(E')
che
quel
Guarda
S' te
più
lassar
me
no
che
Antoniola,
—
—
e
0
un
el
E'
t' ho
S'
te
comp(a)rarte,
7
E.^
15
iE
te
bel
del
e' t'
de
corr.
12
peto.
Si, 9erto.
—
Aver-me
pure.
beleto.
imprometo
più
e' torno
10
chiavette
el
av(e)ri,
m'
corno
[bel] drapo
un
recamaure.
aduto
anche
ben
spagheto,
tre
farà
te
ver(o)?
el
di-to
Mo
—
e' ha
petoral(e)
caga-straze!
de
braza
diese
forse
con
al
16
mercà,
que[l]i inzafranà.
diexe
con
in
O
te
14
o
4
30
XIV.
che
Ben,
—
Che
—
che
Ne
cri-tu
L'
è
El
ghe
abià
di
si
respose:
avi
demunio
bon
un
barba
e'
che
farò
ve
vero
».
o
^2
mati;
pensiero.
recolto,
e
desfati
più,
dai
ve
^
Luca,
sen
1' è
pianzi
non
sale?
lavoriero
a
Non
4
infornale;
a
savi
«
pa9Ìen9Ìa;
in
Segniore,
E
ale,
struca
ne
mete
ne
pannale;
zuca.
si
e
n'andò
«
le
una
cri, domanda
guera.
Come
in
un
g/^e disse:
sta
per
si
el m'in
mozò
magna
propriamente
l'altro
'1
ne
e
ne-1
si
e
duca?
nostro
para?
pigozi
n'amaza
e, s' te
e
'1
sto
m'in
tosò
bei
che
può
che
si
parem
vi-tu
e
che'l
'1 n'ha
che
de
par[e]
ve
e' si
tal
refati;
pati
,
che
])ori
Lavora,
3
e
suol
9
dalla
«
Onse
alla
du-
porre
il
pag.
11^,
barba
principio
»
doluri!
in
al
sta
del
il
A
sonetto
posto*dove
scritto
sonetto
»
dide-
disinando
di
Sotto
richiamo,
il
i
corr.
A
16
segnuri.
sinawdo
ariano
da
fondo
uà
di
bei
vegnia
ve
sec.
corr.
dicolarìnente
muodo
Che
via.
dolori
in
a
mozzo
sina/ìdo
17
star
perpen-
XVII
si
31
XV.
te
e
I
l'altra
m'entrò
do
robò
me
la
fu
E
dal
El
Ferara
a
pòestà
e
perder
ne
dal
dito:
fo
me
e
se
màuri.
indriè,
tioma
de
la
a
governa
L'
è
1
fan
da
12
corr.
pò ajar(e),
'1 te
un
strapiè.
B
corr.
2
8
mi
B
suito
da
dechiari
da
0
-e
10
dito,
o
sai-to
4
dir
E'
.^
:
Die,
trar
e
chi
^a
B
me
11
13
d'afano.
mal,
t'aito
A
Saito
in
a
'1 vole,
[che]
adesso
tempo
Sarto
se
12
malfaturi,
(A)recomanda-te
che
y
!
turi
dai
e
dir
a
pollerò.
lamentio
me
zuise
tempo
oriero
'1 mie
trai
Sai-to,
«
'1 mondo
che
sti
se
4
dinari,
e
destati
leziero.
zenzalari,
Antonio
n'ha
i
Fiolo,
de
lari
i
belo
un
quatro
e
de
cavala
e
pensiero.
deciari:
casa
lasse
me
piena
camise
trenta
i
coltre
scatola
una
e
in
in
sto
te-1
che
note
oh'
dii(e)
so
E'
—
vuò
s' te
Ascolta-me,
El
fa-vu?
che
Sarto,
Barba
—
so
che
corr.
zuixe
mal
faturi
dano
10
»
32
XVI.
Al
—
(de
corpo
Questo
—
bufalo
De,
non
ne
ve
che
e'
temo,
(e)
Tu
se
pur
che,
se
fazo
te
ne
9ÌÒ)
(an
ne
me
fasea
e' te
Mite
giù
—
Te
te
De,
pota
che
se
le
ne
e' te
2
in
7
dire
B
II
più
12
.1
partra
A
partirà
Cocun
?
,
B
la
testa.
16
cocun
,
t' ha
in
Purgn
r
B
anuo
ha
la
raschiato
due
0
ciò?
an
=
sillabe
tegnea
in
15
tre
mancano
16
schina.
di' mete.^
0
9
ne
(t'ha) de
fantin
verso
questo
festa,
,
5
B
Purgner
schiopare
uacatina
meisun,
stamatina
osse
A
parte
poscia
10
drie
A
8
Vacarina,
la
cavii
Luca!
quante
rompea
la
la
,
fete.
mile
su
spalo
te
non
12
de
zo
tegnea
me
"1
Farina.
(quant)i
,
cavalo,
crimisum.
un
san
baio.
gh'amete,
e'
tignù
partirà
de
;
falò.
fiè in
te
le brete
su
sete.
se
di
più
arme.
cavarò
ben
in
avesse
te
ne
che
che
parer
de
adesso
in
al
volto
diavol(o)
se
in
driè
gir
boleta
s-ciopar(e)
sa
—
'1
se
darera
96
fussi
se
menarò
Possia
e
abarar,
Polo,
te
ne
!
voi
ne
me
Purgner
—
l' angoì
Fantin
33
XVII.
Un
se
—
Vo-tu
E'
—
Pò^
vuoio
te
se
e
Voli
Se
e
più.
e' ari
«
possia
l'altra
a
matina,
crer(e)
16
'1 lovo
se
ma,
appena
A
drave
coverti
A
dirave
A
ne
B
B
intisi,
ben?
del
che
sem
16
converti
,
tuto
leti,
chel'
lo
12
Zen
pur
farne
sia
roba
le
converti
8
paisi.
se
de
poverom
el
:
misi
disea
so
non
Do,
seliueri,
leggono
4
che
contento
som
9ento
me
disse
che
vezando
3
e
e'
sti
in
el
»,
grà
Matusalem,
far
crere
a
?
ubigà.
e
ma
da
'1 segnor
che
molto
diga?
fé
4
atento.
l'arò
ve-1
non
sempre
Te-1
«
che
m'
agromento
ani
?
liverà
poco
essere
9ento
scampiessi
sta.
son
se
no
anche
che
pur
—
el
ma
si
che
vò,
s' te
Dime-],
g/ie
che
ben,
t' aibi
esser[e]
—
che
cri-tu
dira-ve
ve-1
tromento.
—
mi,
—
ver(o),
el
Di-me
—
No
vegnier?
al
E'vo
Antonio?
barba
va,
in
el
corsivo
saveri
ma
7
A
raoio
di!
»
si
B
vuoio
B
34
XVIII.
vi
Mar,
—
la
l'Antonia
n' ha
vergognia
ben
vi-tu
ne
Mai-die-si!
'1
Lassa,
se
e'
la
gTie
che
Sia
De,
—
Chi
Che
te
El
—
Mo
el
te
ben
pur
che
g^'
in
'1 s' oldirà
che
desi
5 mai
18
gneri
mano
non
16
farò
chiappe
so
8
vista.
Malgaria?
an,
mia.
ancuò
in
fina
via,
le
su
in
parer
il
corr.
verso
quanto
17
da
le
ciape.
S-ciape,
prima
però
schiappe
10
pare
era
la
12
trista.
(u)na
fiola
tante
abi
la
me
7 chiaramente
B
;
tu
parer
crì'ar
Valente
monsania!
la
n'andarà
dar
!
pista.
una
zanzar,
El
quelo
carbon9elo.
gioto
far
vorave
laga-lo
barba
dar
sto
4
guarnelo?
proprio
vegQÌr(e)
de
par
el
farò
par
;
ciaramente,
vegnir
possa
t'olde
v' in
si
t' in
se
è
zente.
tanta
el
fé, 1'
fornelo;
dir[e] niente
ghe
pol(e) vegnir(e)
farà
ver
g/i'è
ne
bona
far
a
m'assugo
contarò
'1 te
a
e
se
in
sta
si
e
Tasi, bastardo,
—
—
clie
dalla
pur
lingua
veconda
se-
sto^
giu-
16
35
XIX.
Die
—
E'
fé
che
in
El
la
mostre
ghe
rognioso,
tuto
g'afiè
me
lo
e
O
E'
de
marcorela,
che
'1 puza
'1 s'
che
per
manigoldo
sto
Che
ghe
a
'1
dir
el
vero.
n'avi
va
che
'1
è
gh'
tropo
siè
de
sto
sempre
fai-me
Orsù
vi
ero
16
coisele,
scùele.
comò
tegnir(e)
mai
bùele.
le
cagar
piaser(e)
vorà
se
voi
poltron,
in
?
person
rason
,
se
no,
e'
g^e
3
il
noci
5
Si
{corr. da
B
19
truovo
i
cui
così:
verso
far
cavarò
Diada
schorcho
13
el
comò
la
de
potrebbe
foresta,
testa.
raddrizzare
10
una
-e) .1
nani,
la
a
come
n
-e
fu
12
fé,
che
grosse
E
crestiero
un
messo
avea
vegnire
puossa
de'.
la
me
chi
El
balestriere.
far(e) quel(o)
ancora,
8
»
pè
un
un
1
se'
(proprio)
crezo
d[e]
za.
lana?
sta
'1 parse
domanda
me
in
guarda
de
peso
che
quintana,
una
sconcagà,
e
darg^e
per
scorcò,
^e
no
el
4
:
parea
Grana,
«
valere
pò
Che
che
negro
disse:
ghe
se
E'
culo,
un
Grana
sorela
mia
a
Diodà
de
poltron
piaza
spurchità,
gran
una
quel
ieri
su
e
dire
da
lio
ve
Marchesana.
madona
salvi,
ve
B
agg.
11
o
23
el
m^
de
heF
uochi
20
36
XX.
,
lacomo,
-
To
—
Te
E'
lassa
mo
se
e,
Ne
Te
el
Mie
die
ghe
se
Guarda
(mo)
4
cognoscer,
^
?
regola)
visto
far
a
te
a
fuorse
6
e
agg.
8
uiem13
chiamie
dalla
.^,la
12
mosto.
da
nassie
s' te
l'osto,
'1 ciamiè
nostro
tri
questo
fiol(o) de
el
perchè
del
9ercar
per
tosto.
Tomiè?
'1 fa
li
ti è ?
che
com
che
8
Lavezola.
tropo
veesse
vero,
,
dirò
far(e), babion
ben
n' ha
par(e)
empagarò
gi^e
ferma
'1 s' iera
che
e
di
ne
n'
pare,
saverà
4
si, matazola;
e'
che
cri-tu
-
da
lo
?
pianzerò
l'Antoniola.
te
puo-ta
me
El[o]
—
0
t' y^o
che
Mo
to
che
che
cri-tu
ben
che
vegnerò.
g^e
cognosser
pur
vezo
quel
-
ben
parola.
una
se
vien,
cognio.9so
te
-
ghe
ne
di'
ne
TJoldi
za.
madona,
prò,
S' tu
—
b
vien
di'
me
sec.
rezola
vendere.
reprendere.
mano
{corr.
16
38
XXII.
Orsù,
-
Vie
Antoniol(o),
za,
Guarda
che
te
lana;
che
Un
—
leto,
intiendi
dota
stanele
che
ghe
Di
E'
—
vuò,
s' ti
saver
'1
se
è
poltron,
via
Tolen-9e
6
12
0
chiamala
La
de
n' ha
19
mi,
vechio
favelo.
Tonelo!
sto
parentà,
16
castra.
over
,
apicà,
n'
me
impazo.
Carazo.
barba
ma
12
corivo;
barba
far
se
qui,
pur
si
fusse-vu
De,
e
l'anelo.
te
intriego
omo
—
vecio
de'
se
vivo.
porcel
esser
su,
8
guarnelo,
bel
un
che
quel
—
n'
scoraza.
dari-vu?
meta
e
puoco,
prima
e
la
che
un
e
spinaza
margolina?
sì
ghe
galine
oto
un
la
sta-maitina.
1' è
che
4
caza.
che
Antoniol,
za,
Aspeta
—
mìor
altro
fato
Che
siè
oche,
Ciama-la
-
là
amor,
qui.
quatro
Ve-la
dir
voi
Venemo
-
[la]
schina.
l'Orselina,
neza,
ma
ha.
ni
è el to
L'
—
—
pur
Mo,
—
flessi
ne
e-la?
Onn'
-
mie
vuò
s' te
faza!
se
la
voltar
me
ne
far
da
è
eh'
quel
briga,
7
margorlina
20
39
XXIII.
»
Te
-
sa
(però)
e
può
e
du
'1
vorà
ne
Biestia,
-
de
driè
de
si
-
A
sa
to
che
(te me)
ne
eh'
e' te
mo
m'
che
za
crer
è
(pur)
m'ior
ca
farà
Fiora
3
mie
ochio
de
te
me
vegnier
Vie
—
par(o)
inscontra(sse)
dol^e,
el
(za),
rosse
scarpe
5
gran
le
e
muchio
anche
so
8
paura
'1 pan
sta
ne
Zen.
fé
guargniel(io)
più
,
un
compare;
flessi, com
! t' ha
ch(e l')è un
se-I
fen,
,
Rizo
fé,
la
de
muoio
,
e
4
sforzare
me
no
marantega
Folco
quel
punto
veesse
basare,
serem?
ne
da
stentare.
lassi
ìq
ben,
gran
più
s'te
contenti
prima
zura
che
sol(e)!
me
no
vuò
te
dirissi
me
de
anden
che
ne
del
tuti
Mo
-
te
r)ocio
(A
che
Fiora,
pur,
;
promesse.
sagura,
12
fiesse;
vermocan.
e
te
e
un
darò
bel
'1 mie
doman
fernelo,
capelo.
16
40
XXIV.
I' te
—
de
die
quel[o]
la
a
fé,
clie
Mo,
'1
El
lassa-m.e
si
più
la
de
che
che-I
ven
g' azunzo
te
come
t' arò
^ìra.
la
star
e
un
Ne
Malgaria
V
te
dito
ho
che
el
sa,
te
ne
o
farà
più
se
za
12
daltro
dire
nasochio
el
ma
B
prima
Sotto
a
da
quartma
questo
del
Andr'iolo,
Antoniolo.
Piero,
daltro
nacho
sonetto
XXVII
16
pensiero.
pezor
(cane.)
tira
12
spesa.
barba
barba
corr.
,
miolo.
bona
(mie)
.
6
da
volte,
veramente
fiessi
8
destesa.
1' erba
nasocio
e
»
scomazolo
un
su
porà,
abarare
m'
E'
far
pezo
s' te
Si,
—
far
tira;
presa
,
vorò
e' te
4
via,
,
Se
ira,
tira,
«
;
vilania.
de
dir(e):
star
sira
grande
dirte
zo
d' altro
valerà
l' altra
de
pè
truovo
te
]io
flessi
in
bolarò
e' te
dissi
te
me
fo
me
te
se
te
Bortolomia,
ben,
rengracio
nasohio
A
fu
e
scritta
poi
cane.
la
41
XXV.
Orsù
—
che
nostra
Ve
che
del
putin,
del)
trar(e
farve
e
tro
se
bel
un
faza
amisi
i
cruzari-vi
fato
ha
altro,
re9evere
Salvaore,
,
nuora
dir
senza
da
barba
alegrai-ve
vin
4
onore.
?
mìore
,
andar(e)
N'
—
scrizando
Belin.
fermo
sta
e
,
Te
sa'
i dise
eh'
E
:
vuò
te
quando
pur
{!")è
«
che
m'
el
nasse
nassù
al
aseno
un
allegri
contadin
un
signiore
salvaigo
omo
novela?
Mo
el
E'
e
ne
che
so
fra
che
e
buta
ancuò
sera
jeramo
ver(o),
9inque
di
[un] qualche
st' altro
m'apicarà
laga
che
'1 vin
1
A
8
B
nostra
10
nascu
I
A
e
aggiunta
b
3
trar
ta
A
sie,
l'i
(agg.)
fura
A
sec.
B
B
16
;
di
2
7
pare
fra
B
mano
amisi
comprar
B
buta
bocaigo
indriè,
1
elegraue
12
pie.
donca
da
che
dalla
dal
al
recevere
venda
se
alegrauue
(caìic.)
13
de
star(e)
siè;
(mo)
quel
sta
araigo!
me
ne
se
serem
sonalo
De,
e
e
mie?
el
via
8
,
,
sta
»?
grisi.
nostra
nasce
12
quache
raschiato
18
-risi
fu
42
XXVI.
0
—
la
a
che
de
pena
si
tu
Non
Com
un
farà
che
ì
; tuo
dormlr(e)
ghe
senza
e
Com
sa
che
8
e
la
pur,
Tdòf
quando
el
9
vechio
12
più
rna
:
de
8
questa?
contese,
ste
parte
la
caze
?
san?
mal
e
tempesta,
del
fosse
sgorbio
pare
uno
putin,
vin
pover^^)
àìsemo
v' è
mie
senza
mo,
da
al
4
man.
cavarzelan
vecio
mite
toca
principio
la priìna
e
disi
mi,
Do, Pol(o),
Te
par
in
guiaì
i
e
pan
mie
faruo-ia
—
da
farà
con
'1 to
,
muiere
.
,
Confortin.
a
mi
puoco
mie
lasso
bolognin
brozo
un
doman,
per
trenta
com
Vuoldi-me
—
comando
e' te
Polo,
12
paese.
scritto
tra
V
e
,
asta
della
pover
B
leti, seg.]
forse
disi-
43
XXVII.
El
che
Madalena,
Do,
—
oidi
Mo
un
te
E'
:
puoco
abandonare.
voi
me
avisare
voio
te
,
e'
abanduni
m'
s' te
che
pur
par
'1 to?
è
pensiero
4
desperarò.
me
,
Vo-tu
—
El
sera
meio
te
ne
te-crer(e)
che
El
farò
e' te
che
Ben
e
si
[se]
e,
sia
fo
le
e'
ciergo,
mie
Tu
s-ciergà,
de
Tuo-te
'
13
diga
chiergo
17
qui
5
A
qui,
e
14
B
te
con
da
paura?
^a-tu
ben
ne
va,
corr.
pare
qua
che
dura,
cossa
^^2
compagnon
t-iesura.
con
cosse
8
mali.s'son.
son
—
priete
sta
chi
de
co.
Marchignion,
la
vegnir(e)
:
stare;
in
cerga
don
ti,
a
Madalena,
Do,
la
dirò
inamorare
voia
me
e' ha
inaraorarte;
a
—
ben
sta
non
lassi(essi)
me
pritazo
un
com
e' te-1
diga?
te-1
che
pur
g'
ventura,
ara
canta
dixa
16
fistola!
la
vegnia
la
pistola.
8
cherga
schierga
iq
44
XXVIII.
Barba
—
Donde
vegni-vo?
Che
—
chi
chi
ben,
chi
in
La
sai
vende
se
fina
va
piezo
no-1
trenta
a
e'
Tomaso
stara
;
impara.
li.
anasa
;
8
durarem
gAe
ne
1'
sa
4
qui.
doa
vuò
ara:
cossi.
chi
e
vegnemo
s'in
; chi
vinte
un,
deci
te-I
usanza
gran?
el
Ferara.
da
vegno
chi
bolognin,
voi
Barba
—
La
—
mal(e),
Quaranta
—
E'
bondi.
el
die
ve
—
fa?
ghe
se
Qaanto
—
Die
Tomaso,
.
carastia;
tanta
a
Questo
che
voi
—
è
dir(e)
S'
te-I
E'
g'
—
quel
el
g^e
eh'
ara
3
7
0
n' è
pensa
mo
più
d'
sito
una
ninte.^
niente
volta,
prove?
hQ
par(o),
un
el
B
e
che
colo
in
| chi
corr.
do,
che
quel
'1 fesse
4
dechiara
g'
ne
va
a
da
e
tre.
'1
de',
solazo,
lazo.
qualche
che
12
ben.
nevò, pensa-g/ie
saver,
Se
sganirem;
se
Signor
'1
fé.
mia
(la)
per
che
ano
che
vuò
ho
no,
16
46
XXX.
.
Orsù,
—
e
r
che
m'
volte
ricordo
me
me
destenè;
i
me
Gazava
fu
questo
li
da
e
se
se
e
è
che
disse
a
si
(e)
'1
se
de
giurò
se
forza
fu
me
E
tien-ti
che
ben
(la)
te
Imissiere
13
con
la
»
prese
gatara,
giungier
il
menar
vuò
s' te
se
in
12
defese,
le
Perarese
Magagnin
da
Pol(o)
buò.
\q
Prara;
a
Lendenara
bardiielo
,
'1
che
ben
si
sepe
del
mai
e
su
Requia,
«
i
e
caro
in
meterme
posseva
me
mia
casa
a
cazar
(E)
e
può,
venen
el
:
8
preson.
butiè
Puolo
bolognin
Belin,
marza
tuore
voler
me'
ne
n'era
I
me
4
!
tri
per
mese,
volsen
me
Ben
un
vin,
passion
) che
niente.
forsi
a
dà
se
la
in
don,
ioton?
quel
ha-i
e,
din
[via] Magagnin
( zia
i
Ma
del
Lendenara,
quante
(E')
cassò
far
voi
se
strnssiar
sta
è
da
Poi
e
O
alegreza
per
za
el
missiere,
Puolo
pò
la
cara
può
donarghe
zoar
7 el
dissen:
me
nostra
in
agnelo.
un
«
Praelo,
amistà,
cosse
8 preson
pur-assà
10
caxa
».
20
47
XXXI.
Dio
salvi, (mis)sier
ve
per
acusarvi
che
'1
disse
me
e'
perchè
ne
e,
se
e'
ghe
tigne
fato
l[o]
perchè
Mo,
di-me
un
che
Cri-vu
—
E
gh'
Braga
testimonii
per
e
'1
e
è
da
prete
Purgai-me-1
che,
-1
se
purgai,
portarvi
1
cum
raxon
siere
e' vegno
corno
missier
3
quel],
8
18
17
o
E'
V
e' v'
g'
he
porotarui
fu
se
A
g'
ioton,
imprometo
ochii
7
rasch.
e
10
he
12
compare
formaieto.
un
?
Zagnon.
(ier).^
o
i
mie
sto
inissiere,
provare
babion?
un
gh'
se
rason.
puo-tu
modo
a
vegna
è Poi
ghe-1
:
8
dare,
ghe
la
vu.
a
pare
non
cum
puoco
»
steco.
un
a
purgarem
^
cu!
v' in
ben, Beneto,
—
beco,
Ceco,
cum
che
quel[o]
mo
ha
ocii
volte
ca
«
barba
va
gli
cavava
fé:
el
siè
Benvignù;
de
ca'
crìava,
me
Guarda
T'
da
Seco
,
de
più
vignù
som
del
poltron
ier
canal
el
sopra
e,
quel
E'
giuse.
F
portarvi
cu7?i
16
B
mis-
16
48
XXXII.
Fbrartam
(« Contea
inventricem
Se
—
la
E
—
s' ti
mi
Za
del
Si,
—
Ch'
al
far
ne
fato
Al
starò
al
frapa
tardi
1
a
sec.
13
nho,
15
II
infine
verso
comò
tempo
e
F
presti
2
facto
pare
due
più
in
segura
bruò
non
J.
magnar
stato
sia
sillabe
dura.
la Vescura
a
un
;
paura.
menestra.
a
leto.
torem
n' ho
pò
el
fenestra.
una
sospetto
6
conta
se
ma,
mano
12
lecto
gh'
balestra.
N'aver
—
e
La
—
da
trar
farem
zufa
la
nu[o]vo
dalla
7
buon
che
tolse
ne
ghe-1
1" è
senza
E'
e'
?
che
lanza,
'1 Frarese
che
Sa
Nasazo
magnar?
ghe
ne
ti Beneto
despeto
un
el
Poi,
san
puossi
del
E'
—
de
una
che
e
gh'andarem;
fé
me
Malgaria
vuo-tu,
tuo
andar;
,
la
a
e'
ven.
sospeto.
(De,) si (da ver)
—
un
corpo
arma
De,
—
e
vuò
ghe
guera
n'ha
(e') ghe
Finamò,
va,
La
—
Bologna
ven,
guera
mi
a
?
nuvo
—
male.
la
per
che
—
(ghe)
farem
(e)
chi?
a
»)
detratricem
de
gli'è(, frael, )
Adossa
—
bononiae
et
Che
—
nugarum
al
t'
rumor
la
;
apiata;
pignata.
in
corr.
J3F
im
n' haver
rasch.
di
-cto
più
F
un
n
farei
él^^^lè^^^^^^èyi^^^^^él^^éyè#^^^#^^^^^^
1509
DEL
POLITICHE
POESIE
I.
«
Sonetto
ciTADiN
COL
TrIVISANA
IN
QUANDO
dì
pochi
fatto
Mal
SIGNOR
con
Nale
cod.
Duozo,
Cancaro!
N.
—
i
Trivisana
in
Tuogy^e
E-1
D.
Marciano
mo
vero,
—
gi
XI,
ha
ben
nuostri
su,
quel
cum
gi
andea
tanto
3
me
per
che
pare
que
'1
861.^)
p.
strapacè
rubiegi.
sta
Cancar-è!
i
Citàela
cagando
che
»
Naie?
caro
da
66,
è
gi
—
El
fuzite
cagariegi!
perchè
N.
Aldi:
qual
erano
Duozo.
e
It.
BeRALDO
che
altri
d'Arimano,el
ATESTA
padoa,
CeCO
molti
Interlocutori
{Dal
preso
poi
PRESO
FO
Padoa
DE
da
Griti
s'
e,
muò
'1 di
tuto
gi
acordè
avea
a
ha
a
^
osiegi,
i
so
biiegi,
muò
grate.
ì
50
D.
Me
—
N,
Mo
—
e
Da
e
ben!
piase
fato,
bià
quelù
tal
che
è
de
ber,
D,
che
che
e
'1
crea
si
è
andarà
L'
sto
Me
piase,
Perchè
ha
no
e
i
Va-gAe
su
la
sea
10
25
per
si
que
so
de
29
buzzo
sbe9ia;
mia!
pur
24
sbravare,
pan
da
magnare.
mati
ha
levò
cagare
che
i
23
,
cornegia,
19
20
Renaldo
Picardia
in
volea
rubiegi
insegna,
agg.
paladin
fé
la
a
Beraldo,
biestia
can,
pur
poltron.
ribaldo.
cagarle
sti
10
altri
Ceco
bota
a
muzare
Broson,
el
sta
,
possù
asse
san
gran
pur
magnare.
prison,
e
esser
un
ha
cà,
a
de
veramen
pigiò
tràitore
sto
n'
sea
1' è
12
miizare,
ne
Beraldo
Laido
—
za
o
el
fé
sbaratà.
i
pò
andà?
frontare
a
inchinamentre
corso
morto
com
e-la
gi andè
polea
Chi
romase
muò
puor9Ì,
che
vuogia
senza
si
muò
a
che
a
Stralmoti
i
de
Mo
che
gazuola
sofit
o
a
que
buzò.
20
es^er
51
II.
MU.
HIE.
Agricola
{Cod.
Crie-tu
che
vuogia
L'
'1
che
E
chi
se
ne
fato
ha
L'
è
nuostri
eh'
i
s' a'
n'
se
-fé,
la
letere,
nome
E
i
e
calefa
'1
ghe
crictu
P
che
1
G
15
un
o
corr.
sborazando
da
via
sta
per
vorà
uno
a
fé
chi
vila:
el
pare,
bando.
ascoltare,
i
12
schiando
va
ne
8
paron;
nostro
un
;
sborazando
nuostri
i
da
11
da
me
per
che
corr.
el
me.
augnila,
va
i
fé,
una
pò
un
sen
so.s^
se
de
1' aldisse
sipìa
a
carbon,
son
muò
4
bolzon.
ne
pascolo
pegno
niente.
a'
no
a
giandussa
drio
digon
'1
che
ben
ven
el
contro,
gran
eh'
bel
el
de
meterà
ne
un
pare
ave
le
per
ferze,
berlengazo,
daga
ghe
mia-fe
mia
par,
che
9itain,
forza
per
el
A'
i
el
Duo,
arco,
un
da
che
porte
T"^)
sbetuzè?
Pava
a
p.
Bruson
sen
ben
1
bando
se
ne
de
pota
sepiau
el
fato
e
la
clie
mo
VI,
3), fase.
(AB.
243
XIV,
Lat.
mare,
factis
sonetis
de
conquekens
fesse
san
giandussa
sborsezaiido
16
pare,
impresonare.
2
corr.
vuogya
da
-assa
52
III.
ElUSDEM
Agricola
n'
El
altri
sé
ben
cbe
1'
te
e
pur
g^e
n'
si
ben
e'
dig/ie
si
burtamen
si
del
la
fé
che
1
17
ga
diesce
ara
al
cb'
i
zecolava,
'1 s'
pè
d' elo
a
d'
e'
spander
ive
del
zo
metù
(cane.)
negra,
in
i
paura
nhabu
cavegii
8
12
ton,
peto,
el
vin.
malandrin,
un
diesa
ronzin.
gran
paura
parca
8
compagno.
un
si
un
da
Ceco
a
un
roncheto,
un
trete
agiava,
Sponton,
i
cum
4
bagno.
ragno,
'1 cai
strozo
rava
una
che
guagno
Pava.
a
frelo, propriamente
barbaza
1'
fè
un
batesemo
El
una
muò
pan9Ìera
che
del
pie
abù
aesse
sul
bel
i
i
smezenè
de
dir, frelo,
pur,
parse
è
che
a
un
colù
man
smagiè
g^e
El
^ecolò
le
fea
ferze,
le
pur
messia
ne
con
I
ha,
du
e
de
7^)
p,
n' ha'bù.
clie
chiapò
un
bando
del
I
è
n'
cod.
stesso
(Dallo
Eng^e
maleficium
secutum
narrans
!•
sparpazè;
bandizè.
compagno
9
cum
54
«
Impirio!
S.
T.
S'
—
El
e
che
soto
la
è
L'
e
perzò
e
criom:
T.
perchè
Veera-se
22
starem
le
cosse
de
che
a
»
bel(a)
vexentin
24
mato
e
no
«Imperaore
!
».
Salvàore,
pur,
non
1' è
rumore
Marco!
Tasi
—
gate
gazolato.
un
tuti
«Marco!
20
vesentin
(ben)pezo
levon-se
portò!
apicò,
un
de
insegna
1' /la
[eh' è] anegò.
soto
starerà
che
foò'selo
De,
—
»
via!
bori
g^e
insegna
gazolato
un
par
S.
Da
1'
veessì
tu
fio
El
—
Austria!
Austria!
Impirio!
pò
star
fin
25
cussi
qualche
a
a
tutti
2^-
di.
26
crio7?i
no//
\
55
V.
«
Sonetto,
subito
fatto
come
Salvaore
Interlocutori
{Dal
S.
Che
—
T.
—
eh'
a'
che
Po,
pel
di
che
a
Mia
fé !
perchè
gi
oselo,
i
sti
gi
è
1' è
asse
ca
in
pi
que
4
19
da
asse
i
belo
a
cantare,
l'ion
de
pur
per
16
abati!
indorò.
2
que
20
gazolati,
mati.
e
gi
depento
Que
13
fare.
muò
a
12
pensare,
rubiegi
doesse
che
un
1
sost.
8
da
an
sti
^elibrio
peza
agg.
giara
a
morbo
Interloqutori
P
fin
senza
'na
su
'1
cabla,
Mo,
pi,
osiegi.
ancora
imparerà
tiàitor,
fato
spazò.
insegna
quel
in
cossi?
cagariegi
che
l'
che
tropo
mato
doesse
Tonin,
avea
4
indovinare
saver
Gì
che
quel
nuostri
deventar
pensò,
gran
di.
indivinò.
me
arae
possea
asse
di,
1' altro
Ae
te
om
star
de
sto
za
chi
non
governo
sarea
fra
sto!
si
te
343^)
p.
incliin(a a) puochi
pord'
poesse
la
belo
d'
da
Pava
Durar
—
d'iessi
me
belo
kSalvàore,
che
S.
Te
de
veerae
Cherdi
Pi
clie
"
Perchè?
S.
—
66,
Tonin,
struolico,
—
T.
XI,
a
Tonin.
e
It.
marciano
cod.
Pado
prese
i nostri
buzò.
un
3
perque
16
buzzo
20
ohe
corr.
o
bel
in
VI.
Resposta
«
{Dallo
stesso
doi
che
samenti
del
le
[ facto
mostra
due
a
eh'
ben
Se-tu
ed
che
le
cosse
che
te
veerè
altre
te-I
para
che
Pava,
de
I
dissi,
B
chel
B
ramore
casun
cani:
insi:
vera
:
B
tu
tradi
5
de
B
B
torno
at-
con
S.
a.
n.
L,
da
sti
de
para
cossi,
di,
remore?
a
me
el
crepava
l'
5
Salvaore,
o
puochi
de
se
che
per
te
fin
te
can,
chel
B
tria
pa-
pavane.
trono
star
tuti
el
Marco
|,Non
J.
e
zò
rubiegi
qui
lassasse
1
bel
cason
per
la
in
persone.
possea
de
da
Tonin,
—
non
per
in
Bru-
e
colonne).
a'
levar
Corarie
todeschi
re
di
intitolato:
| Barzellette
un
»
Parlamento
•=.
li
alchune
con
—
S.
6
contien
se
soldati
in-4,
4,
senza
3
opuscolo
Friulo
dei
pp.
nelV
hanno
vignetta
Una
padoani
B
Tonin
e
(^1);
p.
Historia
questa
Salvaore
de
345
cod.,
contadini
In
T.
dialogo
del
cuore,
chi,
1' ha
trai,
Imperaore.
o
in
agg.
bello
in
in
te
J.
cusi
2
A
pochi
inanca
{cane.)
ì
4
B
mi
B
7
di
J5
i?
B
perho
\\
B
ribegi
5"
T.
Sta
—
de
mo
che
qui
che
avea
levò
che
i
me
che
Pava
fosse
sta
De
quel
gJie
che
doman,
chi
e
che
'1 fasea
Te
9
veerè
citaini
a
13
non
B
el
vuogio
chel
lo
si
20
tropo
23
pirio
non
B
tul
impirio
sto
veera
B
apicho
24
co
Non
B
14
21
fos
B
non
sto
in
un
gra-
varga
presio
lo
et
B
manca
saria
B
B
tuischi
oxello
B
16
Sul
»
24
10
B
B
19
Stria!
la
gambe.
più
B
via:
'1 messia.
linsigna
magno
17
Stria!
la
fraello
ma
la
per
de
11
cirlara
20
prisiò,
menar
B
mo
varga
picò
'1 foesse
] B
B
B
muzoso
bel
g^e
urlando
se
vogia
A
prima
Ma
1' ha
?
mato
veerè
Impierio!
com
gato!
d'un
no
16
fato,
zarlatan
'1
!
me
magne
te-I
andar
Impierio!
«
liberto.
soto
che
9ervelo,
el
gramezoso
pur
pensar,
12
pi
mo
no
sto
—
trope
se
oselo,
scaturè.
e
in
sarae
T.
No
pisti
Mo,
—
'1
si
1'
de
insegna
sarem
S.
che
arme,
inzergherk
ghe
no
che
pi
e
1'
/ia
gi
9Ìtàin
e
frelo,
Salvaor
vuogia,
Tòisclii
Marco
san
bona
B
B
mesia
B
58
S.
l'avanzo
a
T.
buoni
sem
ueressi
25
a
sti
traitori
sla/izima/i
bo^idancia
a
B
B
semprme
acha?z
drea/i
28
saruw
cum
27
B
B
laraxun
slan9erman?
sti
al
sempre,
gambe
B
far
drìau!
mal
marchischi,
abondan9Ìa
pase,
el
traitor
ha
Che
—
Se
sti
an!
An,
—
,
manco
con
B
rason.
26
Que
A
B
arum
B
28
arem
|
e
che
li
far
29
habondantia
amaza
quel
paxe
^1
59
VII.
Sonetto
«
PRESI
FUN
E
fatto
MESSI
Terra-nuova
IN
Interlocutori
Tonelo
T.
intendù
-He-tu
D.
T.
Pota!
n'
biestie
e-gi
—
De,
I
che
D.
no-1
gi
Chi
—
te
com
s' te
e
to
per
è,
è
ghe
gi
Mo
lieve
—
Chi
2
se
ghe
Qiie
r
ha
ben
dà
da
4
Que
Mo
muò
a
mato,
dig^e,
s' a'
cri
ive
biestie?
fé, de,
in
gabia,
ha
mo
4
osiegi.
bordiegi!
ai
va
no
!
me
magne
te-I
ancora,
veerè,
amuò
de
biè
storniegì.
8
metù?
—
I
me.
deventè
parte
Che?
T.
—
aldissi
te
!
—
T.
cagariegi?
maor
gran
D.
—
361"'')
p.
nuostri
La
—
D.
Duozo.
cossa?
Che
—
dì
»
e
cod.
stesso
{Dallo
dentro
cabioni
TORMENTI.
DEI
MAGAZZENI
I
PADOA
DB
i
intro
che
dapoi
CITADINI
DE
FROTTA
UNA
dì
alquanti
Mo
la
Segnoria.
de
l'insegna
non9Ìò,
magnar,
9 Chi
la
a
di,
caro
gè
gi
l'oselo!
fé
mia.
frelo?
corr.
da
12
Deh
chi
gi
60
T.
Po
! da
(per)che
è
gi
D.
I
T.
Gi
—
è
e
la
T.
No,
—
D.
A'
te
e
14
sé
parte
perque
che
dir,
d'
igi
16
gi
za
qua
d'
de
De,
—
è
pur
polia,
granelo.
e
no
rgan.
16
toresan.
slanceman;
pei
alocazo.
un
si, [che]
gran
de
pin
colombo
è
la
a
carne
columbi
1' è
[che]
ha
Tonelo,
magna
è
insegna
so
n'
granar
Questo
—
e
i
deventè
D.
ghe
morirà,
aluchi
è
gi
tut'
in
—
che
i
magnare
20
matarazo.
1' è
deventè
tempo
d'
un
aluchi
cachi.
cazo.
G2
M.
de
DìghQ
—
d'
ho
E'
che
quelù
gramo
lìon
che
Cossi,
senza
Queste
18
Clini
Y
remore,
en
cosse
'1
in
sapù
'1 nostro
co
che
menò
sera
e
arme
asse,
pò
da
1'
orne
chigare.
a
indivinare,
se
dismisiava,
1' ha
abù
i6
contrastava!
ghe
cum
ha,
leziero
vignerà
an
farg/ie
abù
sta
gran
Pava,
vituoria.
smelmuoria.
20
03
IX.
DIALOGUS
Salvaore
Interlocutores
(A
S.
—
Idem,
=
Che
g^e
te
di
360^
p.
an?
iZ'a-gi stugiò
L'
è
Mieriti
una
pelibrio
ha-gi
Te
par
Cherdi
eh'
igi
eh'
i
che
Bastanza
luorica
e
in
pò
e
che
se
no
struolicaria
N.
no-1
eh'
a'
de
'1
se
questa
che
al
e
2
venician
i
so
tràitor
R
cri
8
caro.
pur,
despeto
12
pensò,
aesse
fé, Naie,
la
a
tanto
gi
eh'
sto
16
me
te-I
ancora,
foesse
da
s'
si,
guera
Tasi
col
asdotorò,
no
sape
non
?
celestiale.
Ma-dio
—
?
man
Mantoan
el
aesse
i
dig^e,
Stoten
s' te
a
scriminale,
e
de
e
e,
s'
i
d' altro
Sinica
4
naturale
mai
Te
Slazaro.
san
stugiò
zòile
rason
cossa
lievori
i
avesse
teluorica
de
varo?
atrazò
filuorica
e
in
e
ha
pigia
gi
de
ogni
e
fé
in
pel
la
portar
mo
caro,
sleteran?
e-gi
cossa,
gran
12)
p.
venecian?
siguor[i]
ver
Idem,
:=-
frelo
Naie,
pare,
nuostri
; R
1^
-
Nale
et
veerè.
a' no-1
i
triiitore,
grand'
avea
Salvaore,
ancora
dilogia
i
sé
venzerà
creperà.
anore
!
20
64
X.
Dialogo
Interlocutori
Begj^in
in
che
stampa,
tipografica:
della
segno
B.
Griguol,
de
tu
forse
G.
n'
gi aldiva,
che
manco
che
quegi
è
'1
che
quel
n'
di
i
andò
gi
genia
Fava?
la
pigiava
la
a
voiù
^a
;
8
becaria;
acostare
Fava
a
dia!
laudava
si
i
4
via,
torse
che
tuti
morti
ha
in
pochi
de
cao
Se
Fosse
morti
la
trova
Caodevaca
B.
seiaua
al
quei
in
fosso
,
ch'i
ma
D'io
pochi
se
restò
de
che
poveregi
Frezzaria,
atorno
era
muò
chi
i
maso
To-
pi gi aspetava,
se
e,
bù.
aria
quela
eh'
Mo
gi
10
de
mal[e]
ma
G.
sé
partii,
in
de
»).
col
Vada
e
Fede
una
indicazione
Franco
per
di
copia
questa
avea
compagni,
Toeschi,
è
I, 284-5,
Yen.»
e
non
quei
Tuti
In
«
Salò
di
fine
Griguolo
e
Stor.
Mem.
Gennari,
(Dal
Pavana
alla
in
gi
el
ghe
di
bestia
dise
vero
pur
che
quei
e
è
fosso
tornare;
12
aconseiò,
la
volea
dare,
scornò.
romagnù
(eh')
no
de
più
via
i
1' ha
fòesse
(f.
apicò.
IG
zanza,
de
Fava)
12
acon-
65
lu
i
e
Mo
che
ma
fin
in
e
de
la
mancarghe
a
che
e
prèsto
insirom
darom.
dogia
tera
9ento
per
el
afani
i
Francesi
li
24
omè,
tanti
on
pè.
cani.
dani,
28
accipi'ato,
ognuno
dise
co
i
soto
de
rifar
Li
andare;
allegri
a
qualche
prieve
nostro
20
vedere
tè
Stagon
scapolare.
possa
pur
di
pochi
slongare,
la
i
lassa
De,
B.
avanza.
speranza
porà
(eh')
crezo
no
la
i
g'
buona
gh.' è
di
qualche
che
futi
rebiegi
trato.
.
Pur
G.
in
sto
lavorare
a
la
a
mezo
pian
vila
andagon
che
31
mezzo
pur
Dio
ne
andaron
ne
BegMn
cantando
spaza
35
difato;
32
possession.
nostre
Orsù,
si
non
spazza
me
a
da
buon,
a
man
sti
tanti
man,
can.
m
XT.
Brazzaletta
che
van
nella
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Gennari,
T
A.
=:
IV,
Gennari);
jP.
storiche
L.
=
la
per
Gì
i
Gì
0, gi
biegi
in
caso
4
tutti
i
in
G
del
casi
die
lanziman
VII)).
rubiegi
le
magnar
bel'
el
'?
Strofe
friegi,
de
1'
5
A
4
man
slanceman.
partii qui
seguenti
quei
della
slan9eman.
onore
la
Magna,
8
imperaore,
lanziman
G
63-4
pp.
di
ben,
quei
partuo
G
(copia
zente
digo
del
tip.
tuti
avù
ha.
quela
1
è
(copia
Pad.,
de'
se
il
dà
(G).
Padova,
fatta
despeto
eh'
ciata
stral-
di
1880,
Alegron-se
al
con
Passeggiate
partii qui
è
un
Formentoni,
eccezion
Toloìnei,
la
cit., 348-50
città
Seminario,
del
fu
che
completa
285-6
op.
più
scritta
stava
vi
345^
p.
anteriore,
cit., J,
ToLOMEi,
66,
che
poesia
op.
dui.
ritornello,
il
e
pag.
La
{A).
XI,
V-IX
della
frammento
le
E.
strofe
le
sono
tutti
Marciano
cod.
(Nel
cantando
3
G
paj-tu
partuo
A
corr.
"c
dispetto
in
partii,
sempre,
ri-
G
salvo
come
un
67
Franza,
Gì
abù
h'd
a
el
sul
Gì
partù
è
eh'
mo
ì
Sona
magna
ha.
assunè
gagiarda?
la
eh'
morti
12
slan^eman.
qui
de
mostrar
per
i
Pavan.
n'
ì
Spagna!
e
eh'
cancaro
vegnire
Forse
Roma
F(e)rara,
è
acogliè
,
chi
de
ehi
del
tuti
spe,
Gì
Si
vegnù
è
n' ai
Gì
farà
Che
I
9
la
?
Frara
27
mo
starà
15
T
Que
è
da
qui
A
de
vogia
partù
gaban.
qui
ì
^itàinì,
Fava
rebelè?
tuti
topini.
28
slan9eman.
28
23
T
quei
24
lassare
del
Sunè
bota,
questa
duniare,
a
forma
la
tuti
20
frota
pur
pi
slan9eman.
pigiare?
Fava
stè
la
no
qui
in
tuti
indrio
Tome
se
partù
voler
per
doman!
sta
pur
16
gi arda,
che
fuogo
quanti
bombarda,
de
chi
de
G
più
25
G
ribelle
G
| qua
08
che
I
i
pensier
Tòischi
è
gi
partù
è
Gi
Tornerom
spelta
del
e
è
aldirom
ai
Toischi
Gi
che
'1 AG
80
34
G
35
in
cano
messi
del
ca
A
G
è
lo
partù
anda
slan9eman.
qui
doeschi
A
poron
pò
Fora
41
46
I che
43
doeschi
se
die
al
si
G
magnar
Gr
Toeschi
le
maìi-
41-6
G
nel
era
42
|E
G
36-8
piùG
A
A
44
G
politiche;
aldirow
castiegij
G
tii
par-
casamenti
G
fora
32
G
G
semenare
ai
ragioìii
por9Ìegi
paltan.
Tornaron
per
castiegi.
44
par
Tornerom
vituperio
in
Gi
in
i
31
1865
l' Ystria
G
T
eh'
volta
39
sti
»
vitupieiio
gran
A
G
in
in
!
40
malariegi!
se
gè
A
porem
Irapierio
«
imbrodò
è
pian.
slan9eman.
Austria,
sto
pur
i
qui
dir
1'
è
arare
sora
e
pi
L'
36
lavorare
partù
ni-anche
fromenti,
anche
monti
Gi
No
di
e
pur
1
slan9eman.
qui
e
vin
poron
sora
32
somenare
pur
orzo,
malan.
casaminti
porem
far
col
pò
sbusè.
lasse;
partù
ai
e
ha
gi
aiidè
è
gi
gio
mag-
nianca
G
in
stomanca
45
F
man
|
o-
G
m^an-
SONETTO
1511
frelo,
Barison
la
ma
Ognun
si
co
1' è
I
incatigiò
far
senti
e
fa
g^e
i
gi
1' è
Cioza
a
fuogM,
de
vestù
1' è
I
franzosi
Veniesia
1
17
Barisom
egnhon
e
i
brusa
i
fa
velù
vegnù
tòeschi
i
egnon
6
a
chiuso
a
ne
zoveta.
bareta,
el
buò
el
vegnù
legreze
scampaneza,
ha
la
i
papi
re,
zugolaro,
ucii
morti
"t
nòaro.
ciusso,
a
gi
streta,
un
un
ne
fosse
g^e
Adesso
scriverte
su
lOG""*")
caro
a
forte
si
sonar
avea
pp.
letereta,
andà
s-è
andè
s-è
se
ne
sto
sera
me
aldù
s' ha
no
Sanudo,
Marin
possù
ara
octubrio
qualche
sason
n'
che
El
el
scrita
averte
di
di
braidense
cod.
(Dal
VILANESCA
LA
A
8
boaro.
Bagion
;
signoria^
e
putu
egnon.
12
becaria,
sprÌ9Ìssion,
sina
le
pria;
malvasia.
va
via
IG
freza;
in
scompissa
d'
7
uchij
alegreza.
9
chioza
71
A.
«
de
Brillo,
Padova,
Prosperini,
s.
de
LIGA
le
| che
terre
[1513], in-4,
2,
Interlocutori:
T.
che
se
Frelo,
de
che
B.
Tosano,
Stando
a'
senti
a'
crezo,
Tosano,
manduore.
Beneto
fa
dime-I,
se-I
saverlo
te-I
e'
in
da
o
vuò
p'iaza
sta
sé,
doman
Zanin
Tofano.?
dir
de
»
via?
[che]'l sia,
consa
el
sba^ega
me
p.
remore
scampanando
Fava,
in
"
Tosano
e
quel
Beneto,
sentù,
i7e-tu
gratia
con
con
vilanesca
ala
Dialogo
[
|
col.)
2
a
Capi-
un
dalviano
}[Finis
pp.
exaltation
"
guasto
de
Venetia
de
la
Bartolomeo
Signor
vilanesca
ala
Dialogo
d.
del
laude
in
il
aspetino
non
"
Fraza
laurea
13-8)
pp.
signorìa
de
Re
I stianissimo
chri
il
1887,
Illustrissima
la
1513
(per
Medin
A.
fatta
tulo
un
da
ristampa
DEL
DI FRANCIA
RE
COL
(Dalla
LA
co
DI VENEZIA
LEGA
SULLA
pase
con
la
4
cuore.
e
amore:
signoria,
far
cria,
una
B
comandàore.
5
paxe
8
Zanim
co-
72
buti
A'
faora
senti
a'
dir:
insieme
e
i
s' hsi
infin
San
durerà
sentire
1' è
te
di
T.
aver
Orsù
Cantom
una
al
B.
vuò
9
dal
corr.
auno
13
rechie
M.
la
da
rebiegi.
de
19
ancuò
malandrini.
24
vini
e'
struss'iom.
Orsù
o
osiogi
il
20
paladini,
15
pacto
»
friegi.
'1 tenore.
fuia
stampa^
de
i
alegreza
di'
osiegi,
su,
tuti
alturia!
«
tanti
da
veza
d'
che
Tosano,
25
de
16
furia
muria!
paura
canzon,
Una
a'
de
alto,
despeto
danza,
a
la
pur
pato,
».
crìando
vegna
fuora
senza
el
sta
Toischi
O
serena
12
possanza
Toescaria,
in
B.
so
vera
muzar
fina
A'
la
fato,
lanza
so
mantegnir
Se
te
Franza
liga
Zia
la
con
di
re
Marco
promesso
T.
fato;
Lovico,
arme
che
de
recie
«
con
du
tuti
le
M.
cantom.
zanza?
22
17
canzona
fina
73
CANZON
in
tuti
Cantoni
Dio
De
la
de
che
al
pare
d'
cavi
Cantom
«
«
Franza!
!
vecie,
festezando
che
il
ciel
al
1
paxe
aliegramente.
8
putì,
e
tal
dà
buon
tuti
fruti,
cuore.
in
e
pase
12
amore.
e' Veneziani,
d' un,
dispeto
così
fradiegi,
come
in
sempre
e
amore.
tuti,
»
ne
de
Franzuosi
vivan
e
pase
criom
»
pute
Cantom
tuti
in
santamente,
scampanemo
I
4
erore.
Franza!
Done,
può
ogni
tuti
! Marco
Marco
sia,
nome
signoria,
nostra
ne
amore.
e
pase
de'
sempre
monti
e
in
piani,
16
rebiegi.
8
vechie
15
vivam
74
Dio
mantenga
che
han
San
Marco
Cantom
Questi
da
la
d' ogni
nemici
Cantom
Non
A'
porem
a'
sbalonzare
pur
pute,
Su,
su
con
Tochè
con
su
le
Sonò
pare
pive
tuti
via
28
32
onore.
in
pase
e
amore.
zogolari,
gamba.
meza
36
alto, pivari,
calze
su,
toli
con
Cantom
sbraxolare
o
a
amore.
santi;
i
grande
a
adunque,
le
e
quanti.
tuti
le
pase
sbrasolare,
Cantom
29
in
rengra9Ìando
con
24
cavarne
alegrare,
pur
porem
;
dolore.
tuti
brigata,
su,
merco
tati
d'
lassi
se
20
;
puoi
da
e
amore.
sanarne
rio
che
son,
e
cuore.
salvarne
puon
e
il
pase
pecò
che
tristo
questi
da
del
son,
in
puon
piaga
questi
dentro
tati
che
son,
Pavani
i
anca
in
nove
gamba.
denari,
sto
tuti
dolzore.
^n
30-tiando
pase
e
amore.
40
75
De
nemici
no[n]
arom
più
ma
cazando
laldom
tuti
e
de'
M.
temere.
tuti, friegi,
da
i
Cantom
De'
rebiegi
cantando
via
41
de
adonca
Alto
e,
o
bon
44
cuore
sbasavegi,
il
gran
tuti
Signore.
in
pase
e
amore.
76
CONTRASTO
Dialogo,
cod.
(Dal
Sacoman
Marc.
Cavazon
e
XI
It,
66,
36
p.
f)
I.
PROPOSTA
S.
a'
Massiere,
La
vostra
eh'
a'
L'
è
'i
eh'
a'
Zugando
punzi-cul
del
presin^ia
in
r
a
fin
sastufiè
de
ostaria
1' è
1' è
pi
debito
che
5
da
on
-tion
'1
10
n'
comun
ha
12
'1
ca
corr.
vermo-can.
gaban,
sto
nostro
de
Magagnin;
T nonio
'i ha
lo
in
vin,
Parenzan.
el
che
de
8
quatrin,
mezo
nome
Ben
Baldon.
degan,
pi magagnò,
ben
4
fen,
Ceco
può
un
1' osto
1' ha
Massier,
de
nostro
un
de
marc/à
steole
in
Cavazon.
no^entemen.
de
segie,
de
relacion,
la
domanda
me
rason.
no9entemen
fìol
el
la
a
bonamen
sa
recovrar
a
e
pegnorar
chive
andò
El
in
fé
me
schirto
com'
e'
segnoria
contelma9Ìa
per
Dio
a
vegno
16
comun,
cavéal:
da-on
yento
per
17
un
un.
covr.
78
III.
PROPOSTA
S.
Duo,
del
pota
carboni
Sem
cognossù,
Non
fi
zò
che
te
eh'
a'
no
eh'
a'
te
Duo-sa,
A
Duo,
son
tuta
Mo
L'
è
un
cossi
De9Ìpa
9
que
14
so?i
a'
asse.
me
pensasse
parente.
me
de
4
bo,
la
a
fé!
mia
di
si
corpo
e'
me
el
pè,
figo.
8
de
negun
che
vila
so
contrà?
la.9sù?
12
ron9Ìnà!
me
cognossù.
chi
savi-u
colui,
fu.
non
quele
per
pota
el
ani
imboazà!
a
la
gi
fuora
rason
gire
massier,
per
sul
borir
inzuria
di
fervei
galine
vees-tu
fesse
che
che
mo
imbavò!
ategna,
dea
faza
involar
Me
m'
si
eh'
al
za
scavigion,
sé
no
pur
cherze,
vergogna
burto
De,
1' è
gnian,
far
de
te
è
cossi....
in
taverna
questù?
el
scrivi.
tuto
IG
el
di.
79
IV.
RESPOSTA
C.
de
Pota
Guarda,
vorà
El
e
4
farg/ie
Qui
de^ipio
mi!
anemale,
de
aver
dir
finisce
chi
la
p.
el
fussi
eh'
quel
361
a'
'1 dise
me!
zucolè,
bone
1' ha
to?
cossi
e
la
impòò.
seg.
fu
stralciata.
81
L4
PACE
(Dall' opuscolo:
Questa
PER
da
I quale
des
logue
M.
tutti
livres
J.
le baron
la
Q.
De,
•
novele
Tante
Che
N.
e'
ascoltò,
L'altr'ier
vien
pò
de
a
novele.
far
me
quei
e' ha
ver,
che
dir
vuò
'1
4
bele.
Marco
san
male.
bardele!
lengue
ste
a
dir
vale.
neguna
le
ve
giera
un
non
l'aiigo
viegna
m'
Se
e
feu
Quaioto
bone
e
de
i, 663-4).
18S4,
barba
e
Dio!
con
va
Cata-
vilanì
de
aldi
Quaioto,
Barba
data
man-
{v.
bibliothèque
Paris,
Nalb
dio
bramata
Rothschild,
Interlocutori:
da
pace
molto
era
Dialogo
N.
la
e
composant
de
1516
DEL
drio
corno
le
pè
a
le
scale;
spale
,
'1
se
e
è
non
stando
mez'
può
un
pi
me
senti
poi
tuti
2
II
i
tute
Q,
le
era
chive
far
campanil
giesiò
fuog^i
cum
e
sul
e
contro
nella
!
8
no
,
ch'a'sem
quanto
no
gnanche
ora
,
tanto
favele
din
a
din
parlare,
do,
12
scampanezare,
cun
lumiere
perlumenare.
riga
sotto.
far
falò
82
A'
'1
che
in
sentir
El
Se-
la
Per
gran
0
ai
che
frel
Di-me
N.
La
de
e
soldè
i
d'
che
In
la
bote
co
i
leti
eh'
po'
i
robò
Aa
m'
i
versuro
,
'1
hsi
ben
sa
me
de
robe
el
anche
le
vi turo.
pi
duro
letiere
,
,
e
19
pezo
que
che
28
m'
ha,
pase:
e
i
32
refarò.
me
col
caro
tina^i,
Mo
di
sachezò
,
,
28
,
prima
el
vero,
legiero,
son
sto
un
buò
i
puor9Ì
el
penserò.
che
son
ch'adesso
fuorsì
i
n'averen
banda
ogni
tenore.
dirte
a
cuore,
maore!
la
me
el
adesso
Si
Q.
al
sento
tuto
no
20
2-4
bon,
me
[sta] fata,
l'è
pase
lumere?
e
l'azon?
me
senti
non
massiere,
s'alegron.
Naie
a'
j
i
devere:
che
tuti
di
me
fuogo
questa
eh'
dir,
el
pase
alegreza
quanta
don.
paron;
vuol
disse
è
festa
che
tu
me
un
don,
me
16
magon
din
din
clie
din
din
tanto
lo
in
'
da
Mo
domandiè:
sto
alegrare,
far
carapanil
Andiò
ghe
si
sbazegava
me
cuor
vi
ma
la
tolta
30
mogiere.
fchej.?
36
83
Te
Ma
me
colli
desmentego
te
N.
barba
per
par
hQ
dito
La
roba
m'
Quaioto,
fina
despeto
che
47
Triompharem
d'ogni
zavata,
de
se
Marco
san
de
trÌLonfarem
streliere?
eavereii
Tuti
al
queste
a
fata.
pase
rescata,
del
ben,
se
manten.
refaren,
ne
tuti
la
i
nostro
40
tràitore;
grande
onore.
44
84
L'ALFABETO
cod.
(Dal
2405
mare.
netia
lai
.3;
C
il Pater
I Con
fanno,
madre
Et
novi.
capituli
XI,
Fede,
Miseell.
f
santa
il
et
Pagan
l'aom
se
non
Arare
possù
fata
letra
ni
e
la
è
che
ha
n'
| to,
tegnir
o
con
i
loro
In
fine:
Ve-
del-
| la
mente,
a
ingiostro.
stente
4
le^ion,
prima
insegnò
che
segno
con
gran
nostra
in
lani
vil-
patanostro
stampa
a
rupegare
quest'
el
l'ave,
erose,
Misceli,
5.)
2213
mare.
altri
| delli
lamen
| Frezaria
in
prima
Con
vilani,
bellissima,
.
La
li
Alphabeto
nostro
Mathio
per
de
Dia-
—
Et
figlia |
la
| phabeto
Lo
B
Massara.
cliiamado
=
SIS"" ;
p.
Fia:
j ridiculosa
cosa
VILLANI
66,
| Matre:
la
I mèza
inco-
A
IL
mare.
interlocutori
logi
DEI
nuostri
mazorente
,
B
Bruscar
a'
sé
Cetole
i
che
reale
sbiri
si
pegare
ne
B
C
convien
ne
e
C
questa
gi
no
altri
ne
fa
beve
male:
el
8
bon.
personale,
ten
croxe
5
e
pianton;
faon
che
lassar
coegnom
1 Croce
e
l' aqua
pò
di
meter
'1 vin
bevon
mi
C
vi
le
agrezè,
tanto
i
lieti
3
C
e
BC
e
no
'1 cavazale.
BC
9
litra
beon
C
12
B
4
12
che
ar-
'1
86
Li
de
Luvi
E-ospi
D'
aseni
Nassem
N
L'
si
è
clie
O
a'
Odio
che
36
ore.
pianto
gran
sofrir
;
pelare.
coragia,
al
amisi
40
nagia,
sentom
la
tanto.
stentare.
nuostra
in
mostrom
se
con
per
se
tuti
le
me
sta
banda
porton
se
biscanto.
inspezorare.
mondo
degrazYà
d'ogno
e
possom
sto
a
el
sonar
dise:
corno
tati
fa
ne
aldom
carte
sé
segnore.
duogia
con
nuostre
Non
si
gagii
e
sem
le
nuostri
ranuogi
e
Martori
M
è
si
note
parlamento
44,
,
può
P
se
Polenta
d'
agio
Q
fra
spendom
el
R
ne
Rustici
tuti
sem
festa
manca
ciamè
seom
falsi
passimento
corpo
spuzando
bieci
e
i
che
al
cercando
i
;
nuostri
è
non
ve-1
tosi
vuò
38
avom
in
54
haon
47
ando/i
BC
C
B
49
rason
9iga.
dir
ha
com
44
BC
BC
gente
ELuento
pi
sperzorare
gnessemo
la
pò
|
Question
fra
la
BC
52
:
pure
;
cavalo.
un
C
se
45
48
BC
nodriga
Po
e
baio;
falò
gnian
48
vento.
qualche
in
;
briga;
,
no
;
noriga
se
andon
e
nu,
la
pan
el
fritagia.
in
cuor
nostro
n' andom
zente
Quustion
'1
scalogne
e
la
è
pori
e
fra
el
magnessomo
ma-
Poi
fra
andon
zent
50
biezi
C
C
87
Strope
5
le
ne
Tusi
V
le
tose,
atende
ai
Zoveni
e
Vache
co
el
mondo
fo
da
e
Z
che
faom
g^e
no
i
"te
a'
cherzo
a'
saron
chi
crucifixo
69
I
no
BC
BC
che
che
58
61
66
C
tegnù.
seom
64
haon
'1
e
al
i
in
neve,
sieve
in
tegnom
o
di
pur
68
cà,
preve.
l'agugià,
tachè
è
insegna.
sta
del
di
lo
tuse
C
buo
C
C
so
al
72
manco
;
deslubio
gran
zanco.
59
chi
64
67
70
fianco:
al
puoco
dal
Et
vento
dentro
dal
BC
73
in
,
pecò.
n'
andom
C
del
acompagnò,
nuostri
e
maliti
C
nu;
gran
si
e
è
gi
BC
littera
BC
lubio
che
strenge
A
nasse
letra
ben
vechii
cosi
vanghe
di
con
biestie
cortelayi
la
dir
sé
56
si
è
sta
pioza
spese
nuostri
quest'
6
le
baili,
e
co
ghe
saom
Zape
in
fato
avom
Phigiuoli
60
cru9Ìficò;
sempre
perchè
Y
vilan
passù.
duogia.
con
de
vuogia,
è
gi
biestie
muò
a
56
zuogia
per
non
bestie
con
;
zonture.
che
sem
le
n'ha
stagom
e
fin
buoi,
i
le
venture
an
ch'in
tuti
veci
e
a
ancora
puor9Ì
pruoprio
Xpo
strengie
gambe
le
far
da
uson
per
ligar
e
e
X
scusa
da
e
T
stropiegi
e
X
Fygiol
eh'
60
pò
C
BC
ve-
sto
Cri-
=
68
72
AC
vange
BC
BC
BC
se
sta
que-
74
de-
88
9
del
©agom
ben
Stentomo
in
la
ch'agon
j^ i^ponse
pur
Martori
co
de
semo,
quigi
la
7")
striission
,
'1 marubio.
è
vogiom;
al
eli' è
martori
e
pruopio
seom
a'
subio.
un
e
co
amara,
vita
sempre
sarem
A'
la
in
duogia
tanta
vita
via
svola
el
80
fondo.
sarom.
de
s-cìuma
sto
mondo!
I
7B
si
J5C
e
=Co
82
Con
schiuma
C
19
ABC
^
rrr-Bom-
Rompon-
39
TEE
CON
(A
1030,
versi
200
primi
B
Idem,
=
la
essi
ale
seguito,
fanno
da
due
da
solazi
le
»
col.,
tiene'
con-
con
padoa
titolo:
col
».
comincia
e
mariazo
mincia:
co-
vechio
El
vilan.
mariazi
i
per
mariazo;
111^-6^, in
El
«
done
de
primi
rubrica:
colonne,
primo
del
pp.
i due
due
in
Frotola
«
VII,
magliabechiano,
ms.
118^-20^,
pp.
)^
FRAMMENTO
UX
Cod.
=3
PADOVA
DA
MAEIAZI
"
due
«
; ad
»
Sonetti
poesie
stesse
,
della
stampa
Palatina
DA
E.
PaDOUA
[vignetta
fine:
pp.
8,
DOI
Per
hallo
| MaRIAZI
Agostino
a
in
»
un
di
Mariazo
«
Sonetti.
presi
iìi-4.)
24:
n.
della
Stampa
=
ALTRI
certi
il
donne,
«
3.
5.
rappresentante
accompagna
due
6.
con
I Et
C
seguente.
Bindone
gotico;
che
suonatore
uomini
due
mano
LISSIMI.
BEL-
in
con
in
catena];
»,
s.
a.
ìi.
l.
,
00
I
El
eh' è
vecìo,
degan
comenza
la
dise
e
Missiere,
de
vila,
:
reverenzia
con
,
con
amore
de,
de-me
audienzia
questo
a
L'
è
pazienza,
e
torbelo.
gran
chi
Meneghelo
,
figiuol
de
Mataragia
Nardo
da
Roncagia.
Ben
che
'1 stea
4
al
8
canton
,
1' è
e
I
didascalia^
La
così
altre
versi
la
udienzia
4
de
7
B
8
e
stia
10
nevo
a
A
neuo
ben
BC
1
C
9 1
fongagia
rumore
nfianca
BC
guito
se-
passando
il
2
(corr.
C
B
C
amor
da
qui )
A
figliuolo
^
da
C
usir
C
corretto
dellj
nuoo
foiigagia
in
manca
dixe
torbelo
la
invece
audentia
{corr.
de
in
titolo
C
parto
ri-
sopra
AB
fìguolo
dela
;
dal
escono
BC
6
|EonomeM-^C
del
di
dieme
5 le chi
A
torbego
fu
vechio
deh
3
A
che
riverentia
C
patientia
chomenza
mentre
—
e
mano
che
2Jrim,a.
C
di seconda
colonna^
G
1 Missier
da
stava
dell'altra^
dentro
sta
B
parole
prima
della
in
manca
aggiuìigeìidovisi
corretto
y
le
ai
che
in
fu scritta
di degan
posto
poi
custion
remore.
gran
in A,
parte
al
insir
per
B
stea
se
B
C
usar
C
91
Se
'1 vostro
non
venze,
boii
el
se
me
sempre
rasona,
che
in
tierza
tra
se
fa
e' sé
che
el
12
veritè,
in
missiere,
amore
nona
e
16
visende;
asse
intende
no
agnun
bugà.
sta
E'
^o
g'
chialò
mena
figiuola
de
Bazante
Cornolea
da
ben
e,
un
;
che
la
sea
mia
puoco
24
parente,
fosse-la
che
20
fante,
sta
la
in
Brente
,
11
C
veze
bona
in
|A
misiere
he
C
ognun
nintende
lint-jK
a
che
haven
21
BC
figliola
pocho
C
B
C
so
figiuola
22
comolea
poco
C
|
C
in
tende
A
25
B
gaven
20
sta
que-
figuola
23
che
da
mano
da
C
da
BC
se
non
A
corr.
15
5
misiere
meno
mia
chognun
altra
19
C
de
te
16
da
C
non
C
corr.
pare
tende
non
ala
17
intende
no
B
za
semprema
B
corr.
miser
24
13
vixende^i?
C
vien
A
misser
BC
terza
asa
12
nostro
mo
C
sia
A
A
92
e'digo,
che
la
m'
molto
E'
dà
ha,
ben
da
vogio
ve
tuto
L'
anegà!
nìo
fato.
mal
un
28
s-ciarare
questo
è
fare.
contrato
,
e
quel
per
e' vuò
tolto
e
quel
E,
ben
de
me
B
le
B
gè
C
da
chel
I
che
la
gli
in
e
37
termenò
(7
35
BC
40
G
chel
sia
in
iìidi
chatigio,
riscritto
dito
a
capo
si
chel
sta
BC
rovigio
cancellato
B
quelo
altra
sea
chel
|
mano
da
fu
tolto
ter-
i?
da
corr.
sovente
39
B
vogio
corr.
e
pur
Z^C
in
A
da
B
A
BC
vuo
36
B)
|
j per
pare
34
Yoy-in
30
32
33
he
29
schiarare
C
corr.
torel
(7
C
C
che
B
fa
e
le
e
B
da
rovente
40
voio
vegnu
si
30
ascoltare
28
J. termina
mene
sia
chiama
pur
f?
vezu
la
che
BC
questo
vegio
dirà.
la
C
in
che
che
incatigio.
manca
31
dito
so
vogiè
sto
chiamare
,
favelare,
de,
ve
vezù
scrito
per
el
de
in
27
'1 sia
menò
ter
e
che
32
vegnù;
son
retto
{cordeh
vo-
sovraposto
tutto
incatenagio
il
C
a
verso
94
senza
pare
la
e
vuol
se
mariare
,
si
e
L'
imbratà.
è
è
ben
60
consola
,
che
quel
a
1' è
ma
vezo;
ben
pezo
che
1' ha
ben
Stè
frimi
e
,
du
marii.
64
aldi
si
,
che
1' è
Ben
che
el
la
de
che
60
I le
63
1
65
frimi
68
Si
che
miser
C
(eh
da
de
70
C
che
voi
AB
i
fremi
66
B
B
C
A
doi
B
fermo
|
C
di
i?
queste
de
C
mancano
C
C
C
qui
die
B
C
savere
sia
in
BC
C
quati
71
aldi
C
mano)
sec.
C
mari
0
le
e
stage
agg.
pur
consolata
du
gie
voi
59
ben
e
a
72-5
AC
chognosu
72
de-)
72
compire
staga
fu
dire.
pur
romaxa
da
67
chel
vuol
che
laidi
C
cognossù
per
corr.
da
du
61
64
68
vere
avere
sea
i
0
le
{corr.
69
eh'
se
e
corr.
dui
zò
fantuzati.
guati,
pur
die
'1
du
stea
questi
e
57
i
vuol
se
chi
chialò
BC
A
95
vien
Tu
che
,
si
sé
matarazo,
76
ardire.
n'avere
tu
Comenza
e
Tuniazo.
ti
qua
su
dire
a
t'alare.
non
Tuniazo
responde:
Mi.9siere
vuò
ve
contare
,
con
destro
ben
che
E'
De,
guarda
che
la
el
che
la-I
corr.
dopo
e
11
\
chi
a
79
(corr.
Miser
d-C
84
xia
87
rire
e
81
le
cho
C
B
C
C
vogio
el
la
BC
B
C
B
bis
Respoxe
T-C
80
83
in
C
AB
que
che
corno
C
morirò
C
manca
voi
non
B
B
fu
soltanto
Respose
B
vuol
C
tuniazo
78
| guarda
chi
corr.
trascritto
e
ti
h-BC
e
che
88
che
A
betio)
vuo
tuniazo
verso;
fallire
da
88
cane,
del
ardire
85
86
ti
qua
poi
non
C
A
neorare?
vuol
trascrizione
più
!
sofrire,
donte
78
tuniazo
resia,
contradire
tumazo
la
84
mia....
che
tun-C
B
e
è
la
il resto
con
bela
smania,
vuol
Con
sotto
76
che
digo
tu
80
sea
non
da
vicchi
chi
da
novela,
strania.
muoro
e
74
la
molto
e
la
re-
voi
C
BC
sofie-
OG
E'
vuò
dir
e
alta
con
che
'1 di
che
vien
forno
de
che
E'
di
da
Orban.
fo
el
soleta
la
lenza
passi
viti
eia.
veela
da
Quando
e
96
una
l'osto
e
fare
tornesse
vendi
a
92
volesse,
altro
un
setembre,
voler
mi
che
e
de
rasonare.
disse
zò
vose
Santa-Crose,
zo
a
La
splubicare
pur
doman
100
via
,
che
la
in
l' ara
stasia
,
e' dissi:
89
90
I Con
91
I el
C
stagando
95 quel
el
masara
in
manca
B
stia
disse
O
de
AB
92
fu
93
94
B
Vrban
fu
BC
103
C
la
in
agg.
vidi
set-
BC
a
AB
B
da
C
BC
|
dise
so2:)ra
agg.
96
| la {corr.
98
C
ven
AB
AB
e
splu-
ABC
BC
ruban
99
staxea
104
mi
BC
C
vo
AC
tornase
C
B
yslx-ABC
B
C
vog)
spublicare
{corr. da voze
B)
setenbre
volese
G
disse
la
croxe
C
tembrio
in
voxe
C
104
massara,
Sih-B
da
corr.
là!
da
(corr.
vuo
bichare
E
«
manca
e)
dise
C
100
102
B
vcele
q -B
A
staxia
| sola
sotto
dopo
in
.4
I-C
a
la
0
97
se
g/ie
porave
E'
non
viti
sì
non
e
si
andi
e
dissi:
da
eia
O
ruosa
bela,
»
112
bereta
la
,
e
buti-la
e
la
pigi
e
si
la
tinazo,
un
su
brazo
un
per
basiè.
disse
ben:
Oimè!
«
stare
laga-me
116
».
andare
Vogiemo
«
108
schivo
soleta?
chi
trassi
me
La
cortivo
ponto
«
fe-tu
che
E
lo
fu
e
»
insire
per
negun
?
vegnire
—
,
e' dissi
là
—
?
fuogo
dal
»
,
disse:
La
de
105
107
BC
da
C
in
B)
se
AB
C
112
in
pigile
io
117
AB
119
C
I più
el
non
s-B
113
baxie
lagame
de
disse
e
foco
non
da
preicare
C
116
B
diB
de
vo-
120
loco
C
roxa
C
sun
C
ha
an-
lasame
vogion
C
manca
com
B
da
corr.
A
a.-B
B
C
115
I più
si
chomo
trasse
B
108
(corr.
111
C
I
iìisre
me
ruoxa
118
gio
AB
AB
C
pora
C
109
C
BC
vi
C
ne
rosa
C
121
nessun
disi
lassame
se
106
punto
110
htetu
114
B
B
poria
AB
\
sltì
C
in
manca
nesun
in
120
luogo
scrizare;
gè
C
venire
m'^a
non
«
C
di-
98
e
mia
vezo
Va
con
Tu
se'
Te
imprometo
El
fato
e
Dio,
el
Per
è
Fe-ne
che
Zulian!
Tu
a
una
scrita,
non
132
poco
qua
i^C
136
I
de-B
non
132
fole.
BC
C
polia
126
vechio
A
131
C
134
I
dito
un
I
e
AB
vogio
e
I de
i^(7
più i-BC
esser
zente.
schietto
pulia
manca
sarà
sta
a
baldeza.
la
C
so
136
baldamente.
el
138
lo.
un
parole
ste
a
a
il mio
I el
tolto
da
notò.
;
guardar
u-C
moso
'1 sia
crezua
pur
Zanza
I
che
essere
Non
ti
polita.
chi, Benvegnua.
respondi
Di
la
puoco
sarè
e
128
dito
un
Vien
man.
responde:
vuogio
Fe-ve
129
s-cieto!
vecio
^e
124
».
la
san
tu
Disse
mario.
me
porse-me
El
124
mare.
i^
121
i^C
C
vecchio
130
B
BC
quel
in
135
Csea
dira
133
responde
C
baldanza
B
mo
to
la
C
frole
139
\
sia
che
bis
137
B
C
vie
C
balAB
9^)
responde:
Benvegnua
Dio
dia
te
anche
e
140
tristeza
el
mal
malan
,
rufian
sozo
,
che
si.
tu
E'
che
crezo
144
cri
tu
abertuzarme.
Tu
cri
sposarme
tuorme
e
De,
va
le
Vuo-tu
Tu
sé
139
anzi
141
un
far
credo
147
mugiere
14y
cuoxi
AB
gne
BC
loOvotuC
151
revolon
152
tu
morti
B
fa
B
sozo
te
C
C
cosi
VC
158
figi
C
A
fose
o
amonda
fìgi
AB
B
bev-C
Disse
da
A
soso
146
spoxarme
C
148
dele
{il primo
BC
morti.
corr.
moiere
B
da
corr.
fa
che
ai
Benv-i^
142
I
ravi;
fosse
Dise
144
e
di
le
C
152
inacaron.
monda
bis
insegnie?
te
Revolon.
a
va
!
castegnie
che
Va
Va,
148
fiere,
le
a
cuosi
e
mogiere.
per
B
die
BC
caste-
insegne
fu
agg.)
dei
B
fighi
muorti
C
C
BC
A
C
154
corr.
vi
ra-
|
e
da,
100
Guarda
eh' ì
va-te
dolze
a
pari
che
me
Va,
frison.
un
argiron
da
animale
mete
in
de
160
vale.
la
sto
magnia
de
e
negare,
vegnia
Guarda
156
me
el
ehe
!
oselare
ere
De,
Tu
pie stuorti,
sti
bagio!
l'agio
fava.
la
164
1' è
Mi5siere
che
ver
stava
,
lo
in
eortivo.
el
Quando
el
I de
155
storti
el
5
mio
160
C
B
vegna
mangia
B
aguzato
aguzoto)
(corr.,
pare
saluaua
die
C
corr.
miser
BC
fu
pare
disel
BC
158
dolce
163
gna
ma-
ver
C
salua
P
B
170
169
Ie
BC
sto
da
mano,
forse
da
{corr. da cun)
ci fosse unh)
agazoto
da
| orben
altra
m,ano,
,
da
C
168
C
sopra
sembra
sto
me
le
altra
(agg.
| con
si
par
che
nangiron
165
da
da
corr.
BC
le
C
venga
C
mato
un
mano)
polzin (al posto di o
el
B
I orben
groto
C
A
159
altra
el
chil
AB
chel
I el
stuorti
157
167
A
steva
156
frixon
C
».
(7
pe
C
oselarme
ox-A
ben
pur
storti
B
168
Benvegnua,
«
vuò
te
rivo,
salua
me
dise;
e
fo
B
uogio
disse
B
voio
C
o
C
moto
re-
102
Tu
che
Tu
un
sia
ben
seco.
da
beco
frison
,
g^e
che
192
pensare,
lagy^erave
me
brusare,
pitosto
che
188
molton.
Oimè,
non
rave
,
puzi
da
e
da
bo
pari
tolesse
te
,
ne
me
El
vecio
Zoa,
19G
toa.
responde:
zoa.
su
ben
La
t' ha
e,
digo,
da
fosse
che
conzò
tratò
ancor
200
caporale,
.
che
è
tu
el
mostrò
ben
hfi
V
La
segnale,
aloco
un
.,
e
ISS
190
193
I
B
manca
196
I che
el y-B
ta
^^
,
in
manca
da
194
da
mano
5
che
BC
I che
Disse
199
C
bruxare
C
da
corr.
fose
C
anchora
C
pi
più )
AD
che
vechio
203
f-
me
196
AB
il vecchio
A
pare
,
in
196
altra
frixon
C
C
lassare
las-jR
dime
| de
191
figone
corr.
lagerave
da
pare
,
presto
198
da
in C
manca
dime
C
me
mano,
( corr.
C
I die
e
189
•
moltone
B
altra
Dise
in BC
maìica
I da
fìgon
straloco.
ca
pezo
Ma
AB
che
C
103
tu
è
non
che
tu
Vien
208
Betio
qua,
Cornolea.
Tu
lin
El
è
E
el
Vien
via
Di
via,
el
in
bochego
dito.
so
de
dir
la
to
el
216
vero.
fero.
de
om
za,
Di
che
debito.
guarda
rason.
compagno)!,
fa-te
che
,
212
mai,
sie
non
Tori
lana
tropo
marzego.
non
tu
^e
g'
non
ne
e
fare.
a
Dio.
con
da
,
amare:
ho,
g'
non
Va
amigo
vogia
te
204
digo:
te-I
ben
E
220
inanzi;
avanzi
tu
s€
Menegota
,
noe
204
dico
B
amico
alare
da
chegio
in
222
vieza
E
da
211
C
214
E
C
219
menegroto
on
I
206
tu
C
ga
amare
a
in
(
,
gè
B
213
sii
B
216
de
sier
è
comp-C
bon
corr.
) Ò
5
da
corr.
a
gè
da
corr.
e
non
207
C
mano,
molana
205
C
ben
5
altra
217
C
210
nel
220
co-
bo-
C
guarde
218
B
pare
fatti
E
manca
C
104
tievra
che
te
adesso.
vegna
He-tu
el
ancora
L'è
scosso
bona
a'
sul
a
pan,
228
casa,
che
si
ha
tu
se
digo,
eh'
224
gaban?
to
te
gota
e
1' è
romasa
polio.
E
sta
ardio
ben
su
,
non
e
guarda
de
rapegare
te
digo,
dreto.
Tu
sarè
astreto
fuora
El
del
el
tormento
che
sapi
è
de
Tu
Fabrizio
dal
quei
è
23(:)
dopimento
C
un
|
e
maleficio
C
240
C
C
di
233
sarà
xie
C
quelli
che
229
235
237
scho-
225
B
fallire
d-C
C
238
C
me
caxa
232
234
C
fabritio
tien
d-C
e
;
via.
224
romasojB
pegare
to
1
240
franco
di
e
223fieverag-C
228
banco.
fante
un
comenza
sic
236
'1 malifizio
e
B
,
pimento.
è
gW
e
so
232
falare;
e
C
239
C
derC
troraen-
sapil
241
C
|
e
105
dise:
Betio
la
dire
ve
cusi
Quando
el
fu
la
vene
ad
un
in
su
e
subito
la
e'
digo,
E'
dissi
son
V
242
bis
244
I
d-C
246
ferme
I
liua
geta
a
260
tu
i-C
:
«
e
d'arzento,
si
contento
ho
trova!
260
243
C
cosi
C
altre
248
el
manca
dun
C
se
256
oro.
Tresoro
le
256
B
trexoro
bon
de
245
252
B
vergheta,
comenza
venne
C
252
è
die
una
perle
che
249
gualiva
g^e
anche
B
favale
inscontri
e
de
tare
248
Naale,
sto
borseta
una
e'
la
a
si
veritè.
riva;
una
e
;
la
scollare
a
e' vini
e
grossa,
lialtè
ferma
stè
244
cossa
ala
via
con
cortesia
in
Missìere,
C
del
258
C
in
ste
C
257
gè
dariento
scol-
a
C
male
vene
iscontre
perla
|
C
251
C
B
grosa
247
C
Miseri
C
ga-
255
ver-
disse
C
C
106
Vogion
andar
cà
a
ascosamente?
»
Mi5siere
incontinente
,
la
zi
E'
tussi
de
la
via
viti
che
e
inanzo.
l'avanzo
la
una
la
tolse
e
andè
e'
non
da
de
viti
el
fa
el
mal
277
corr.
tri- C
da
fu
sentio
fu
rivo
276
novela,
!
'1 matreraonio
che
consumò.
280
C
voxion
bela
272
,
demuonio
è
C
corr.
demonio
265
C
267
che
la
da
B
tu
iazia
desser
272
B
dimonio
sa-C
asco-
inanzo
264
C
inanzi
B
262
C
casa
miser
B
ora
drio
la
si
digo,
in
l'
eia,
e'
I disi
manca
me
che
da
263
266
;
vivo.
on
su
inanzi
sora
non
Quando
da
scala
una
me
268
;
esserg^e
che
261
zia
stala
in
de
264
C
273
C
278
C
corr.
C
su
271
mi
me
C
demuonio
279
ma-
107
Missiere,
el
tato
E'
s-ciarò
ho
ve
partio:
mario
so
son
284
dretamente.
chi
La
è
fé
che
presente;
ve-1
la
diga.
dise:
Benvegnua
Missiere,
si
e
dire
Nota,
le
che
cri
che
digo
misser
schiaro
| Vien
qua
zanzume
| chel
me
fato
288
in
e
dixe
diro
B
292
digo
el
non
in
C
;
C
mezora
C
trogne
C
e
C
versi
C
nero
ven-
C
290
e
mei
agg.
C
vergogne
en
tender
in-
se
dis-
trar
C
un
J ( sen
Beuegnua
293
295
betio
questi
diro
291
Dise
bis
| fa qua
lume
| a
dito
a
fato
289
in
manca
i
un
| che
la
286
uegnua
È
tagliati fuori
è
miser
287
poi
C
C
sarà
) \ che
cane.
ben
drie-
284
BC
in
manca
el uechio
questo
ora
raeza
fìe,
tri
C
vel
286
in
fò
me-1
el
292
trogna,
bonora!
la
ve
trato
done
g/i'è
vergogna.
a
ta-C
trato.
un
'1
288
fato
el
in
se
Non
281
casi
dire
ve
briga
de
trarve
per
C
C
294
e
tri
C
108
che
recordo
me
del
piasere
che
fe.s-semo
si
e
bel
e
el
solazo,
quel
su
compi
296
ancora
erbazo;
mariazo
,
e'
digo
a
la
polita.
Dise
el
vecio:
,
E
dia
te
figiola
Tu
mia.
ben
ben
e
la
fante
La
tu,
è
sera
296
I
in
manca
Disse
302
frela
da
mia
corr.
da
C
306
non
sera
310
loia
il
la
B
rivale?
ma
corr.,
spoxi
mio
i
in
pare
B
da
altra
307-10
bis
die
C
mia
netu
da
mia
C
B
307
G
B
corr.
mestier
309
300
305
questo
B
ma-
ardio
B
C
manca
G
figiola
fusi
e
mo
129
301
da
facente
304
299
BC
303
bel
e
C
cfr. I, v.
BC
corr.
G
B
-a
me
tu
mio
mia
in
vecchio
fìgiolo
piaxere
manca
polia
C
—
297
298
el
308
doman
spusi.
C
C
soa
fa
non
la
me
300
C
reazo
e
me
TJrban;
Mìssiere,
tu
toa.
mo
santo
che
304
parente,
me
non
per
ardia
fazente.
Mo
—
vita,
fussi
e
300
|
a
G
mano,
parla
da
forse
no
II
Sermon
Al
che
de
nome
de
e
la
e'
digo,
e
se
de
in
da
nuovo
Da
una
Dchìo
3
9
del
bon
{cane.)
trato
C
| de
C
fuse
mi
ciò
| el
B
14
I el
C
12
C
2
dolce
sua
B
giexia
da
fiisse
laudato.
e
ve
che
novo
cercheta
Ve-
C
corr.
| Al
|
11
,
Vegnesia
0
se
12
41'ill-(7-isima5
comenzare
B
parente.
e
padre
nuostri
a
tratò
Bazante,
Mariazo.
contare
niazo
1
10
G
'1 sia
Vergineo
6
C
che
Benvegnua
1
Il Secondo
e
la
6
B
contare
parte
C
signoria
pur
mariazo
un
BC
C
nostri
pare
de
pare
8
consegio
mazori,
vogìo
'1
megio;
el
nuostri
che
4
giesia
ben
tuto
ve
Segnoria,
Veniesia;
fusse
de
e'
dire
mare,
inlustrissima
di
1
dolze
de
la
vecio
pare
Maria,
e
niexia
Dio
so
e' dirave
madre
el
Verzene
e
V
fa
B
B
nostri
de
nome
voio
sia
nis.
| FiDio
dir
pur
sta
C
C
|
e
C
sta
13
tu-
IH
el
molto
chi
lire
bela
una
con
dota,
in
cota
20
possission
una
pianton,
zinquezento
con
chivelò
La
in
Tera-negra.
sta
è
se
la
la
porà
e'
16
presente,
dusento
con
e
improrùeta
allegramente
Betio
a
1'
che
par
bon
un
fa
se
tempo
vegra;
lavorare
24
frutare,
digo
ben.
molto
,
In
el
prima
ben
cavar
ben
che
el
Vien
barba
15
chel
queste
qui
menegazzo
session
28
in
32
21
C
t-
gran
C
B
30
stimane
vegia
el
cavare
borsete
queste
la
C
inanzi
C
32
cosse;
zimosse
ste
gè
Rizo
,
stìma-me
con
comenzò
abia
novizo.
qua,
Scrivi
28
fosso,
altri
del
inanzo
convien
se
16
C
18
C
duxento
27
B
foso
al noizo
33
sti
20
23
xe
si
prima
29
B
17
B
C
cinquec-
C
alegra-
C
cimose
altri
31
vie
C
|
pos-
sto
C
manca
C
un
e
112
e
,
fate
fivie,
Va
cusi
un
leto
L'
so
a
so
non
e'
digo
che
che
'1
el
37
40
agq.
iìi'C
in
54
,
ben
taverna
da
38
va
C
cosa
44
52
caxa
cosa
b-
che
C
46
|
C
55
ha
ne
se
sa
pori
sbir-
in
m,anca
B
C
s-
pur
di C
48
50
B
fele
briga
inC
manca
masa
che
lanterna
corr.
B
52
male;
la
a
caveale.
de
bela
va
42
B
debito
per
la
con
48
;
ha
non
lassa.
massa,
casa
più
è
in
49
C
in
brigafole
47
B
starà
l'abia
C
con
sbrigi g^e-1
i
se
,
se-n
manca
sbampolare
ben
ghe
r
Non
che
dare.
piasere,
El
44
piuma;
defeto
possa
porà
;
bona
de
che
ghe
se
leto
bon
non
vale
insuma.
un
pien
I
40
che
cossa
l'è
se
coltra
cavazali.
zò
è
oltra
una
e
Guarda
ogni
sole.
con
scrivando
du
cun
36
brigafole,
a
con
36
forete
quatro
pò
C
manca
va
ella
C
UB
e
molto
e
mai
si
e
non
tasi
De
al
va
la
con
tuto
porta
è
e
una
56
j
sii
58
sta
peliza
C
duxe
B
68
si
gnulo
corr.
C
da
74
ben
B
guagnò
taxi
B
da
telaso
se
| ha
sua
C
C
fa
67
70
questa
C
C
B
tesaro
| le
C
alle
di
C
ne
C
uol
se
64
B
B
questa
el
C
se
mal
57
59
tase
B
ne
C
non
B
zuexe
69
B
tentase
sei
al
da
corr.
V hs,
sembriaga
da
corr.
72
pignolo
se
C
61
telaro
sta
la
xe
66
71
che
molto
casse
fìza.
questo
corr.
zuffe
bele
con
68
contentasse.
bela
Scrivi
;
tessaro
do
ha.
eia
telaro
si
non
64
tela
con
el
non
L'
di
peza
che
che
drio.
pur
l'ordimento
una
el
60
spazamento.
Scrivi
de
zuese.
zudio.
,
DR-ghe
paga,
duse
se
e
non
al
se
pigni
li
'1
non
56
imbriaga
se
che
'i
si
el
chon-
C
una
72
pi-
114
de
suo
Vien
sé
Che
vale
con
questo
E
bel
'1
che
pò
so
g'
ha.
dà
e
-ia
B
87
ga
lenzoli
C
89
G
cento
lete
G
C
viso,
C
in
C
83
88
zoia
chupoliti
C
da
B
C
86
pò
da
corr.
de
sege
C
corr.
in
C
B
vixo
ca-
merco
sibila
G
C
agg.
B
da
tovage
vie
suoi
C
sua
corr.
90
75
fegene
poi
poi
C
nido
ha
friso
cupoliti.
81
glie le
da
covr.
da
bel
un
manca
G
bacin
88
tovagioli
con
fatica
76
C
nenzuoli
,
do
e
de
a
de
par
zento
C
sua
che
un
zogia
una
84
Sibila
mea
bel
forni
comprò
ea
vila;
tovagie
un
marcò,
degani
e
tre
80
barbani,
questa
e
brondìn?
V
suo
son
de
bazin
bon
ghe
questi
82
bel
fe-gy^e-n
che
cofano
questo
questo
e
79
70
stimaore,
ti, Cristofano.
e
tabrica
Cata-briga,
qua,
che
74
faiga.
gran
C
tovaioli
91
B
-e
C
B
for-
cope-
115
Meti-gi
Andoii
cusi
in
e
E'
contra
ben
sé
de
marchiti.
sie
De,
Consi
i
sarà
vuogia
96
truogia
fati
è
gi
100
Naie,
sto
d'alzire.
su,
che
vuò
De,
te
che
g/i'è
i
porè
ben
i
l'ha
temporali,
vien
Meti-gi
T'
digando.
vo
con
biè
'1
i
porzelati.
sapi,
se
scrivando;
quela
qui
con
drio
che
avere
92
che
la
gi
la
vegna
abia.
rabia!
104
zugolare.
sbrassolare
,
e
star
filò.
a
Scrivon
92
anchora
C
da
corr.
la
91
I
uà
5
97
B
pu-
98
B
ancora
poralle
le
gè
95
quelli
che
se
C
100
de
bia
C
104
deh
C
lare
C
106
por-
corr.
scrivi
C
mo
107
C
stare
o
i
B
so
\
corr.
cosi
bei
C
101
lOH
da
do
C
so
da
tem-
C
Iha-
voio
giogoB
pos108
si
co-
sera
che
105
C
|
pò-
C
pur
vo
93
C
C
ven
mitigele
i
da
corr.
99
102
solare
C
va
porcelati
ie
C
e
C
mette
contra
con
108
mo
|
bro-
anchora
116
tute
e
far
Che
strapunti.
che
e
tri
e
nuove
zinquanta
che
e
zento
che
del
naso
splubica
111
straponti
far
a
in
E
C
blica
dagi
C
B
corr.
note
| desto
: c«nc.
cin-
| ve
C
am
B
questa
C
corr.
da
B
C
se-
C
C
cen-
C
in
manca
121
128
-a
B
) J5
vinticinque
119
da
lasa
sexe
117
120
B
C
2bB
C
cento
metan
munti
114
C
nove
113
C
dai
C
cento
presto
B
naxo
dote
110
conti
la
duxen-to
C
cen-
C
112
trexe
C
vintic-
124
carta.
( | chinsiron
115
C
metitu
mei
nota
la
C
C
tredese
quele
dota,
[ chanderon
bordello
120
novaro,
caro
per
frelo
mi
entro.
besnelle
queste
zento
dusento;
qui,
quela
e
116
zinquanta
vai
sul
dame-I
vai
qua
metan
e
vintizinque
vai
vien
tuta
agg.
vai
e
che
118
sese
che
Orsù,
116
vai
che
dà
112
trese
vintizinque
e
dese
sie
e
cunti?
questi
monta
Sete
se
gusele,
zento
pò
da
109
besenele
ste
122
|
che
124
qua
tute
tu
spu-
118
ben
conze-ve
ben
siè
che
si
Ampò
de-ve
trepo,
che
sa
ben
barba
se
la
fante
è
si
stubia
la
si
Rigo
da
ben.
ben
el
sta
152
fen,
Quinzolò,
altra
una
e
digo.
ve
El
come
148
Calefo
da
quel
La
Cefo
barba
el
è
tuto
»
tempo.
nessun
r
se
144
nassù,
bon
domande
guiza
cognossn.
vu
mo
Senza
in
filò
a
,
del
pè
a
la
renga
in
gran
la
dise
fogolaro
col
,
massaro
156
;
descrizion
orazìon;
cantando
mare
so
con
,
la
far
e
de
da
su
C
iìi
C
I domxogna
146
147
B
B
arbete
disnare.
da
che, besogna
ben
I hebe
143
le
e
zena
Mo
forete,
le
de
pestar
160
lavorare
ben
sa
chredi
(che
153
1^
147
B
nesun
B
144
C
conosu
che
158
?
regare
pur
-67
chalefo
dixe
B
164
na-
mane.
cane.)
164
be-
119
ve
se
non
i
con
oci
,
ve
fé
1' è
de
Non
che
co
a
Dise
parente
,
splubicò,
172
Pavana.
dona
vu,
dona
vu,
diga
Uliana
dona
Uliana,
Maria,
che-I
voli
bon
,
digo
E'
si
in
digo
e'
168
befa
miga
fusse
me
digo
ve
calefa?
che
credi
e
che
quel
tuto
e
fenoci
da
1' è
si
via
e
?
Maria:
dona
.
Disi,
vi
con
E
la
Per
ochi
165
in
171
C
manca
in
agg.
taxa
fuse
C
con
villana
dixi
B
in
B
elle
dixe
vechio
179
te
C
168
169
venefe
cechetta
ca
man-
173
che
C
vi
come
bis
176
B
B
C
175
desi
176
piaxe
C
C
vui
C
Benvegnua,
spublico
B
174
B
fa
dreta
e
fenochi
166
tasa.
e
santa
ti, savia
a
B
che
B
scritura
digo
e
ascolta
agnun
pò
dise:
veoio
E!
176
piase.
manca
177
voi
175
pare
in
ognun
C
C
C
bis
C
C
C
120
de
figiuola
piase
te
,
la
Dise
muò
si
el
che
Madona,
par
che
m'
avi
si
ca
in
misser
caro
f-
charo
186
I
C
C
183
bis
Fr-
i
C
in
da
191
un
C
B
gli
quello
me
vechio
188
B
gì
nome
a
da
corr.
C
in
185
'ìnanca
corr.
Tuaii-
manca
B
spoxo
C
C
183
B
bis
bon
fiola
B
Michelazo
B
spoxo
C
189
mhai
farnello
C
Michelazo
B
fiol
piaxe
me
185
farnela.
da
piaxe
el
C
pianza.
franza
B
C
B
gnoxa
190
in
C, agg.
vi
ogi
corì\
181
188
pregnosa;
vuostra
legitimo
tuo
184
i
quela
C
de
182
si
bela
figuola
Tunìazo
sposo.
si
el
180
frelo.
1' anelo.
meti-gi
soto
184
piase,
me
vedo:
el
Betio
ti,
'1
bon
me
Dise
E
giesia?
Benvegnua:
le
Missier,
a
mario
e
sposo
comanda
co
180
Betio
qui
to
per
Bazante,
preochi
C
vostro
121
e
volè
non
che
E'
che
sé
va
conza
daga
e
che
'1
tegna
de
194
in
199
di
al
C
al
non
la
g/i' è
bon
vin
C
195
si
uxa
200
1 chel
graraego;
novella
209
voler
196
C
che
201
C
chatatieza
graseio
B
che
se
| deh
197
B
207
C
C
C
203
da
208
veza
C
corr.
C
una
fasse
C
vui
teza;
piangere
C
bovaro
vieza
,
la
menzene
voi
206
sartura
vu
non
C
204
,
chatelina
C
una
a
che
un
muò
zentura.
soto
202
C
so
se
infr-
maìica
rina
I
la
digo
so
buò
ai
galina
una
aver
e'
fen
Catelina
dona
a
200
caro,
del
'1
andon
I
el
che
E'
193
,
boaro
'1
soto
192
Bortolamio
e
d'
!
,
al
con
1%
usa,
pur
Dio
ti
a
dir
che
se
de
digo
busa.
g^e
cristiana
E
franzere
fava
fosse
la
se
pianzere.
pori
non
192
novela
la
Conze-ve
C
| che
C
Cathe-
con
B
205
C
C
tura
cin-
208
e
122
e
tato
e
non
ancuò
rosego
bevon
niente.
Lavemo-se
e
andare
pò
Ciama
via.
quela
quele
con
Le
e
molto
e
può
da
ben
pelize,
ben
è
dover
1' è
da
intorno
rouegio
C
manca
220
in
227
226
B
\
e
cane.
C
I
in
zio
B
zolaro
chiamale
in
da
corr.
219
poi
| la
misiare
manca
corr.
Chiama
breviza
221
von
be-
C
214
C
tutto
andare
C
2l8
dovere
225
B
semo
sona.
beu
213
andron
sue
222
C
e
\ che
ho
G
imbreueza
C
via
B
211
C
in
B
teza
in
denti
B
in
Melolda
manca
217
breve-
meti-te
la
212
224
ora
nona.
a
ancuo
andaron
andare,
para
Zugolaro,
da
spezie
pur
Ciama
220
nasare.
Lassemo
che
breviza
petiza
suo
r
216
tute
si
le
che
B
compagnia
pute.
scufia
in
ancuo
212
l'Almerina.
e
210
dente
i
se
pe-
sera
C
cie
spe223
C
|
mittie
in
le
lacane,
via
meolana
| C
C
123
Monta
Zuana,
su,
sé
che
la
chiza,
se
E'
digo
le
pigie
in
a
rue.
Benvegnua,
boaro
el
ciamè
le
dona
vu,
232
pelize
che
guarda
non
noviza;
la
a
apresso
e
228
Drusiana.
la
e
,
che
andò
Dio
con
Dise
Ande
Dio
di
e
che
'1
la
con
la
228
229
a
te
monta
232
le
233
I
235
non
cti
sost.
243
a
sua
so
femena.
in
B
sostituito
a
chonzeve
la
el
C
238
ande
chon
quei
femina
his
Dio
C
e
in
che
C
C
i?i
236
C
in
B
fu
poi
dixe
zogha
\
con
E
apreso
234
C
bouaro
manca
242
231
peliza
manca
B
vu
C
|
tua
druxiana
C
in
da
chiama
Lisquizo
manca
(corr.
pelize
la
pieghe
238
C
zuoga
sei
B
240
desgrazia!
so
de
non
C
in
cominciato
in
tu
chiame
inanca
grazia!
in
230
Zuana
ti
cà:
a
roman
novizo
agg.
su
che
tuogia
ve
al
Santi.
con
e
Dio
con
quanti,
vecìo,
el
236
caro.
tuti
adio,
Adio,
che
el
via
para
B)
C
vui
C
el
dove
cane,
el
C
caro
s'era
san-
vechio
be-C
124
che
Ben
la
sa
si
fate
la
le
la
dove
zevole;
via
tuor
sa
dal
sole
coverto.
a
'1 vien
se
pianta
se
meterle
e
244
santa,
una
para
doman
248
da
matina
,
la
sarà
tapina
per
tropo
che
la
caminare,
Lassemo
E'
sé
e'
ben
245
ben
verto
sera
253
lasemo
li
xe
corr.
B
la
mai
la
si
C
257
da
pe-
B
responde.
al
255
quigi
b-
dove
259
mai
C
da
corr.
che
que-
256
258
C
C
ven
tanto
C
fa
cho-
sei
C
so
le
C
249
251
C
260
247
C
C
254
digo
piase,
metterla
topina
C
brig/ienti
zeole
chuerto
quelli
B
ghe
B
256
tase
non
248
si
roca
niente.
i
246
da
toca.
g^e
non
C
corr.
250
che
252
briga
la
piase
ben
se
tore
la
che
digo,
molto
e
che
ghe
non
la
pur
quigi
a
andare.
porà
non
pìapiaxe
taxe
B
126
che
'1 dovesse
là
El
berlina.
la
in
stasea
col
le
e
cao
in
de
bruta
zoso
zera
g/^e fasea
'1
che
bastanza
g/ì' è
lo
in
B
gi
291
visa
B
testa
miga
me
cera
G
279
280
zoxo
B
C
mesta
C
se
e
G
e
C
ga
ven-
uxo
B
|
in
maìica
282
in
agg.
278
C
zo
gè
C
B
gè
290
G
275
in
agg.
| C
C
\ in
214:
283
gi ovi,
;
mane,
auantaua
288
cà.
275-7
in
mane,
se
la
C
versoro
285-8
284
piase,
di
B
B
faxea
da
viti
non
C
ghe
non
dovese
b-
Pava.
sbutava
g^e
digo,
quella
da
quei
a
staxea
uso
pur
zuogo
ne
in
versuro.
'1 tornasse.
El
273
280
lusengava
che
e
da
questi
con
!
vache
le
a
vegnia
El
I
lache
le
per
che
276
man
busi,
quegi
e
I
metù
esser
B
189
| i
ine
G
127
più
E
questo
che
el
Al
cosi
fusse
vegnua
blicà
per
293
I
el
I
finis
sostituii
e
B
a
si
292
l'onore
è
poestè.
nuostro
Dio
de
e
festa.
fé'
g^e
nome
nostro;
bela
la
fu
de
è fornito
padre
concluso
Betio
de
la
295
|
degan
C
295
Michelazo
e
bis
che
per
tal
el
la
mariazo
ditta
modo
Ben-
fu
spu-
C
sie
poe-
vila.
meser
\
marna
lo
pin
B
Betio
12S
III
Signori
e
citadini
e
cagariegi
altri
vu
,
,
a'
na.9sù
a'
fregi
tuti
semo
d'Adamo
eh' a'
sia
de
e
el
a
col
g'
Zia
d'
mò
parò
l' anelo
g'
Zia
insìgnò
el
saltarel
col
sapiè
che
g'
y^arà
la
trasse
16
;
mulo
niente
,
l' iera
tal
con
incontinente
0
e
20
coi'eza,
pur
greza
zamara.
10
Mariazo
16
;
danza,
culo
far
una
Terzo
panza
la
un
ch'eia
muò
12
;
la
el
in
8
asinelo
un
asagiò
baiar
polexe
polese
ha.
perchè
11
deo
g'
non
Ili
Betio
el
e
,
Detrolose,
di
so
vu.
mario
e
Colda
4
agrieva
cogno,9SÙ
Tia
sposo
Eva;
da
qui
figiol
me
v'
non
vegnum
Bon-signor
che
di
e
'1
che
sé,
,
'1.^
detrolexe
129
Me
la
no
che
muò
in
con
le
ara
corso
sé
Non
Signoria,
de
Bon-signor
ha
aldù
so
e
ha
vegiù
e
dò
la
El
e
mi
34
ficeutia
el
che
di
roboso
è
poltron
temo
non
40
toso;
custion.
son
38
45
processo
Rava
el
dise
dixe
8«)
promesso,
magnifi^enzia
far
voi
Mio
el
anche
perchè
si
Magiolo,
sentenzia.
so
vostra
eldirà
e
Rava,
prima
aveva
Né
32
Pava
figiuolo,
g'
e
savia,
è
da
che
maor
La
gravia.
eh'
Ceco
dise
28
neghe.
rege;
1' è
che
La
che
si
la
,
le
a
se
disse
la
tese
paese
banda
la
da
el
24
fato,
levorato
un
regia
so
avara
el
senti
la
quando
miga
sa
un
V ha.
44
figo.
Rigo
Sgrembelati
sententia
39
magni-
dixe
9
130
Gordani
i
da
vila
A
la
E'
la
i
che
Lango,
san
Pelagio,
si
fieri
non
he-ge-ì
tuti
qui
da
Broson,
san
bezari
che
faseva
i
Zamberlan
Polo
Rabioso,
igi
covrati
can,
,
da
Frason
con
,
sete
per
64
mati
e
Ceco
i
c[uanti
Menegon,
e
sé
60
fanti?
son
cagar
i
tuti
è
68
Poso
Meneg/iiegi?
senestri
osiegii
57
Zabaroco
chiami
aglio
Ceco
che
che
56
fango,
Cavo-d'-agio,
e
Barzega
59
Maonenti
a
Cevola
53
parenti?
dal
e
sta
62
salgaro.
so
via
Frason
oco
un
Zabaro
^e-gei
da
d'
d'un
tuti
Non
,
,
clami
con
ingana
aloco.
nassù
son
Non
,
48
se
bel
d'un
anche
ni
el
fé!
mia
non
putati
Caltana.
da
muò
a
i
e
64
xe
69
Fraxon
fraxon
da
roxo
131
Me
bescurò
son
no
72
parentò.
el
tuto
per
,
,
domande
Misser,
la
passa
con
la
n' ^a
el
Di
a
testa
digando
bel
e
la
passa
fo,
se
de
76
xon
con
84
col
di
'1
prò
dunigiar
merdoxo
bis
spoxo
ano
un
m'ingano,
non
Gian
intro
a
l'osela
'1 comenzò
Seando
84
sposo:
messer,
più,
perdon,
novela.
de
festa
che
80
rason,
per
Betio
el
grossa,
scaltrio.
d'un
muò
Sta
toso
fìgiol Betio,
su,
con
el
cossa;
fieiamen
è
76
merdoso
can
un
per
r
bando
in
abiando
mal
via
e
andar
viiogia
che
st'
88
amore.
magiore
Santa-lena
de
le
la
Rena
92
tose
,
77
85
toxo
oxela
83
92
ra-
toxe
132
tra
forsi
avi
smirò
che
giera
de
Duoso
de
trata
deso
Colda,
la
fo
avotò,
A
la
che
e
La
li
Le
da
98
xea
dexo
105
parea
el
subito,
rabito
un
intro
la
temon
giornea.
in
pine
pareva
tuti
o
gran
de
pur
rompe
108
canton
un
el
mostri
lo
a
104
lango.
Marsango
strangossava
bele,
Le
adò
unde
da
el
Gian
con.
ghe
fiere
venisse
ghe
trassi
mi
e
fé!
n'ave
mi
100
bandiere
dasea!
barba
se
tete
strete,
che
me
mia
'1
So
le
a
vegi-u
la
ogiè
le
in
ben
dig/ie,
fasse;
Or;
Mal-scotò;
stasean
a'
Beolda
la
con
guardandogli
che
dose
o
so
gea
do
ingistare
de
late.
do
112
mare.
mate
,
116
vergogne.
96
doxe
c/r.
161
duoxo
110-1.?
102
113
dade
134
la
trasse
farg/ie
E
mi
per
g'
ho
fato
e
per
la
il
favelar
Mo
di
le
148
onesto.
to
falda
che
man
pan,
tosto
su
Colda,
in
del
mescola
per
144
apiasere
dar
sugio
onore
dovere,
so
fargAe
ghe
amore.
me
per
presto,
e
rason,
tute
chialuondena
ogn'om
e
a
152
lo.
Golda:
è
Betio,
m'
Tu
he
quela
tutto
la
fa-me
in
cuor
15G
fo
e
menzonò
zaramela
me
sugo
159
l'osela
de
festa
160
stravaniare
goti
stran
tanto
El
156
sitò
amor.
,
fìssi
con
gi
to
a
me
146
si
t' he
tu
con
e
dol^e
me
fre9ia impenò,
una
eh'
merlò
Castel
bel
Die,
fogo
barba
re
al
culo.
Zulo
,
150
oxella
155
raxon
160
fé
si.^
fìtto
135
la
che
sta
che
dissea:
a
Te
voltare
fasea-te
e
stravolzer
i
far
suol
via
quel
pur
in
che
parca
fo
El
è
eh'
vieto
,
pianton
,
180
».
Mio
barba
,
savio
de
scorto
vegio
,
lane,
«
liale
re
V
he
torto,
184
!
bontè
r è
che
il
176
inarborio
me
fé
in
neto
canton
disse:
che
de
un
sé.
te
male.
quel
mostrarte
sì
perogi
l'anemale
vite
partirse
e
172
uogi,
i
da
caze
Po
dunigiare
a
e
che
168
Peluco?
stasea
con
novela
Mazuco
Ceco
e
fango,
Putanela,
la
Betio
de
,
del
via
«
vi-tu
non
164
Marsango
Gian
dito
,
in
sé,
E'
e
de
190
sta
fu
no
miga
disse:
far
e
darne
0
darme.^
puta.
nostra
«
El
me
fa
con
fin
muta
a
una
i
fu
vogia
trogia
porci
».
188
I3f;
El
«
squen
trasmor9Ì
1^)2
superbie.
1' animo
l' introverbio
disse
el
Mo
che
pur
,
di
Colda,
el
—
suo
lialò
ma
a'
E
in
crenza,
196
tutto
el
fante
pimento
sto
ben
contento
'1 zia
208
9ercando
,
el
che
non
dol9e
quando
disse,
me
disseve
O
204
mercante.
vogiando
'1 farà
che
«
bel
che
200
,
compagnon,
ben
qui
che
'1 magon
somenza.
farlo
volea
E'
so
de
di
Betio
da
cavar
un
;
proprio
pur
de
Mio
me
esser
Ma
remore
intro
canta
per
e
el
stea
è
eh'
el
196
».
—
barba
quel
con
e
maore
per
pur
m'
pare:
onorare
sbafò
fo
El
voi
se
i
tuti
nostri
'1
me
vegnisse
smarisse,
212
destramen.
mo
el
ben:
mio
Betio,
137
vo-tu
«
Me-dio!
E
cosi
e'
parvi
in
quela
la
E
de
fo
non
per
drio
del
crivu
che
me
fé
cà,
a
vene
mezo
avessi
schivo.
miga
el
224
l'olivo.
s'ascose
per
el
quaresma,
de
Quando
el
mesma,
sera
dieina
220
filò
a
pò
fo
».
merco;
el
vene
si
216
di
quel
in
si
fé,
la
a
el
e
»
incontinente:
disse
El
presente?
de
parola
per
mario
mio
esser
la
a
cà
228
leto
mio
'1 seneto
paura
fendatura,
una
a'
dighe,
La
tosa
'1
intro
del
232
canaro.
monaro
,
che
dormia
disse:
«
con
225
235
co
et
alda
aldi!
Colda,
sbusigare
a' sento
A
mi,
con
comen9Ìè
me
le
neghe
229
.?
236
».
acostare
al
cantò;
282
lo
233
toxa
138
el
de
fato,
E'
dissea:
Mg
che
El
mandò
do
fio
che
la
ne
in
su
'1 m'
ave
muò
«
Te
par
disse
el
g^e
el
me
disse:
zugo
ma
guarda
257
que
guarde
252
Signore
sto
pulita
la
256
solazo
,
Tonazo
friegi
me
mal'
do
la
a
,
osiegi,
reza
prima
fé
ben
259
xe
260
».
greza
,
maniera,
chiara
246
,
vita.
,
S' a' gera
242
a
che
falda
me
smanio
e
longa
Menego
el
248
stranio
el
e
sé
»
,
drio
sto
?
Mario,
«
ben
dia
pur
no
nuovo
dolzore,
te
che
da
e
Betio.
me
Va
e
,
d'ovo.
priego
che
bavegiò
su
stranio
da
si
244
giò,
in
e
par
tuta
»
presto
slangorisso
e'
questo!
è
ciara
A'
segna.
me
dolzor
si
240
sfregna.
Dio
«
a
e
schiantò
l'avea
me
251
essang-
139
fa
con
che
E
e
el
pasto.
è
guasto
264
,
chiloso
tìeramen
,
voi,
el
sia
so
la
doloroso,
fé, missere,
picarave
No
che
'1 n' è
A'
vuogio
sia
quel
la
me
'1
mario.
me
'1 Betio
che
che
Mo
276
possissa
me
fissa,
persona
farg^e
272
diga.
faiga,
daga
me
zanzo:
e
che
9ÌÒ
sé
no
ananzo.
trepo
ve
no
268
mogiere?
me
me
A'
a
'1
eh'
Magiol
chi
A
a'
veritiera
ven
che
a'
spaliviera
la
dispiasere.
voli
se
savere
,
anche
la
sua
comande
280
rason,
pordon
al
,
che
diga
9ÌÒ
Ceco
A
i
dormo
che
'1 vuole.
Bava:
a
le
bergole
,
e
267
fé
quele
a
I
e
272
di
bordiegi
chio
278
284
despiaxere
140
anche
e
tuo
stì
a
fregi
,
che
sé
tu
si
sé
tute
parole
Tu
fieri
quanti
le
la
pecarise?
me
un
se
pur
giù
farg/ie
a
Te
el
mal
senza
e
Un
cri
la
sua
strafita,
la
de
la
mo,
mata
vergogna!
cairogna...
295
dixe
308
misser
,
,
,
28(3
304
biata,
e
la
vita.
novamente
a
300
vilanie
becarie,
seno
senza
caro
le
vegna
287
xe
297
xe
296
capiare
e
a
?
rengare!
voria
bote
la
da
aldù
se
dise,
bacalare
mo
d'averte
con
la
che
vi-tu
fa
La
macaron,
sta
Non
292
canzon.
Betio
vo
El
martelo
bela
Die,
con
bordelo
del
sua
tu
toesche,
al
senta
canta
e
288
putanesche.
vin^i
che
fanti...
294
xe
300
vilania
pecarixe
142
E
do
andarse
La
da
la
sa
la
fa
la
stria
la
sa
sa
al
del
da
e
puorzi,
24
comprare,
mare!
so
bon
marcò.
al
parentò
28
Saco,
da
barba
del
mogier
Botazo
Pinzi-sberla
32
mare.
dire
poria
se
non
tanto,
predicare,
Se
marcho
parento
me
non
|
e
da
{corr.
che
I
i
Brentela,
soa
ne
] chritu
,
piove
norigà
la
fo
bo
un
de
Piove
la
prò,
in
vejidere
d'un
da
20
pascolo
se
fo
E
fen
a
ben
L'è
e
papardel^,
ben
zira
e
squele,
puota
da
fuogo,
el
ingrassar
la
16
luogo.
un
ben
mena
e
bastare
lavar
la
!
liale
pur
stizar
sa
De,
,
puoi
cà
in
26-7
è
dona
e
mati
sta
incatigiare
a
fante
La
è
gì
co
,
le
zira
d
piove
31
[ (e
avrà
)
cane.
al
la
le)
mogier
zira
\ le dun
marcho
corì\
avea
gè
piove
bon
| le
da
parentò
lonor
mojer
143
che
'1
zentilizia
de
È
che,
i
36
lo
zia
la
se
in
l'armaro
pi
fuora
per
la
sintia
va
drio
che
a
non
e
che
43
lo
i
cari,
scondere
infin
zentilixia
spazio
scoltria,
quando
daziari
3G
massaregio.
e
eia
tanto
altratanto
fosse
non
righe.
è
40
insia
i
non
lasciato
zia
in
via.
bianco
EL
CONTRASTO
Tamia
EDELA
DEL
Quale
el
DA
Bellissimo
e
",
RIDERE
MATRIMONIO
TESTAMENTO
DE
UN
DE
Cod.
=
66,
Ital.^
marido
la
sto
compo-
ITEM
UILAN
"
UN
DA
BEL
VERE
BA-
PIANTO
EL
Tamia.
LA
della
moier
CI.
Marciana^
rubr.
314^,
co
ALTRO
ms.
p.
nouamente
ETC
PIACERE,
A
A
"
SGRIGNARE
TUOGNO
DE
Un
«
el
piatezar
i
per
»,
IX
primi
232
versi.
B
o,
3,
11.,
n.
il
con
che
giudice
Februario.
37,
in
l.,
8
pp.
sopra
figura
un
tre
mini
uo-
a
fine:
n.
6,
M.
«
7i.,
519.
in-4,
a
col.
Stampa
=
titolo
12,
n.
de
quale
s.
».
quattro
C
davanti
donna;
E,
legge
incisione
seduto
una
si
che
una
sta
con
Palatina,
titolo
intestazione;
nelV
a.
della
Stmnpa
r=:
j
e
Togno
bellissimo
dell'
«
Alessandrina,
Contrasto
El
|
et
e
della
nuovamente
XIII,
del
Tamia
trimonio
| Mail
|
145
Item
bel
un
un
Tamia
nel
di
cui
donna;
lento
a.
n.
l.,
8
di
profilo
n.
colonne.
che
finestra^
una
in-4^
w.
,
quattro
pianto
cavaliere
il
pp.
il
lano
vil-
rappresenta
ad
sotto
altro
et
un
e
comparisce
vano
s.
piacere,
|
etc.
un
vignetta
una
serenata
una
di
|
gran
»;
suonatore
fanno
sgrignare,
et
testamento
haver
1 di
della
ridere,
da
composto,
una
a
14G
I.
Ma.
Dio
salve,
ve
Va
si
massiere.
ben
si
vestio,
de, disì-me,
'1 zuse,
si-u
la
e
fé
pò
nu,
chialò
pezo
no
8
BC
6
12
BC
non
C
misier
d'
un
BC
16
bocale,
un
3 deh
C
^C
far
voi
BC
tien
tien
C
in
10
BC
mia
dispiere
BC
13
BC
misiere
manca
B
dime
A
5
C
faro
che
16
pissare.
7
avien
costei
scòale
zuese
gè
11
BC
moiere
BC
12
ten
un
misiere
;
aven.
da
BC
con
8
despiere
me
me
d'
ten
se
9
5C
pò
a'
de
men
el
sivu
mogiere
me
manco
B
fare.
poi
questiè
da
zase,
pase
me
se
1 mesiere
e
se
eh'
che
4
se-1
vuol
e
G
sta
la
da
la
far
sta
Massier,
4
comandare
fato
ho
A'
pòestè?
dire
cura
cossa
tra
'1
o
a've
Massiere,
Dio!
per
BC
B
mesiere
14
C
men
147
lasse-1
Massier,
Mo.
'1
De,
aldi
a'
Massiere,
che
avi
e
a'
regie
ve
fare
21
BC
23
hai
habie
26
B
e' habbie
dogia
28
31
BC
C
32
C
C
BC
un
BC
C
core
no
B
ho
e
BC
24
che
30
BC
no
se
D
bare
25
B
cuore
che
20
C
me
busia
misier
de
A
ciero
C
chii
32
me.
BC
B
mesiere
BC
parte
intendi
BC
legie
gia
18
duogìa
una
s' in
non
C
dee
A
a'
28
vuogia,
cuor
BC
Misier
deh
al
riso;
viso
in
bona
ho
da
1' è
para
de
g'
eh'
19
sgrignare
Non
che
ben
fuorsi
17
24
scoltare,
a
mi,...
a'
d' om,
scaltrimento.
bon
le
mo
e,
rason
l'intendimento
ari
Se
conforto,
me
^iera
abia
eh*
20
torto.
o
rason
intendi
vu
si
bosia.
cortesia,
per
g' he
a'
e
la
dise
che
s'
zanzare,
si
na
BC
G
vo-
A
148
Massiere,
la
a'
cossa
e
m'
par
ben
el
n'
'1
a'
Massier,
magniare,
Divi-u
Mo.
E
33
se
A
co?M
ga
mesiere
misiere
44
BC
45
BC
con
47
dimi
mo
B
q
C
ben
BC
che
42
più
chalosia
BC
voria
43
BC
disprezarme
46
| de notte
C
in
covr.
48
C
cosa
magnare
che
vogia
48
C
BG
40
BC
uu
36
37
a
mo
34
f
me
o
desp-i?
com
I sempre
formalo
C
formagio.
C
AC
J5C
mo
el
35
38
se
magne,
me
misiere
gaiardo
39
BC
41
B
BC
gaiardo
44
fé?
vu
magna
vechiardo
BC
com
a'
BC
con
truogia
sta
desbutarme?
sempre
com
vuogia,
so
mo
note,
e
40
stentarme,
vu
di
'1 fesse.
poesse
a
muò
sto
a
che
no
contentarla
de-la
fare
a
vorae
s' a'
36
gagiardo
gagiardo
eh'
me
veciardo
sto
sea
e
è
quel
Ma.
in
che
«ta:
maria
^e
bavere
a
la
com
chialuoga
e,
dire
ve
com
com'
ABC
de
C
C
u
il
A
B
150
Duo,
Mo.
de
che
Per
d'
fosse
pur
cb'
e
no
de
aqg.
76 tu
A,
in
BC
in
79
che
81
BC
83
C
da
B
C
C
la
gata
C
in
manca
BC
dare
BC
fare
il
BC
que
74
BC
ben
A
triompba
70
C
B
in
yo
84
lavezo.
me
manca
78
lassare
mata
maletti
C
de
lo
manca
vuo
manca
che
B
80
peto.
neto
si
in
mondo,
al
un
zuoga
forsi
72
ABC
brondo!
un
darae
lassar
buomini
69
d'
essere
magne
seco!
a' trionfa
de,
76
beco!
el
ben
g/i' in
Tamia,
Ma,
mario
un
vegna
Se
Dio,
to
un
far
me
no
dar
possa
vuoisi
se
72
spana?
stemana
quando
te
cate-vu
una
mala
te
mo
in
manco
la
Do,
m'
questo
Duo,
Mo.
lamente-vu?
ve
fuorsi
Ma.
maliti!
uomeni
monca
80
C
82
essere
mo
BC
77
el
in
C
daria
A
151
'1
che
quanto
m'
Questù
che
el
è
ha
si
a'
he
che
faza
se
cui,
te
91
si
mesiere
96
che
a
C
C
or
in
culo
BC
102
opria
in
C
A
com
tei
culo
104
95
lechare
G
inuidia
C
pruopia-jB
B
BC
BC
C
C
vena
duncha
98
diaro
in
BC
C
con
B
manca
a
chel
99
BC
on
maladeto
anì-BC
97
87
BC
sia
90
misiere
104
dinaro.
BC
e
92
B
100
ben,
me
86
BC
C
i molton.
vuò
n' in
88
B
manca
fé
BC
suspetto
pissare,
pruopriamen!
tu
se
BC
93
96
'1 carbon
'1 cui
I misiere
paiaro
a' fazo.
licare
a
fa
com
Tamia,
89
cason,
a
vo
vegna
che
più
:
rason
eh'
vegni
me
intro
B
92
anemalazo!
vu
85
drio.
fio,
dà
in
quel
Donca,
Do,
pissare
a
gran
m'
la
Duo-sa,
Ma.
andare
me
una
che
el
sospeto,
vegna
non
se
g'
in
me
88
maleto.
sto
posso
no
Massier,
Mo.
eh'
pagiaro
el
che
Dio
soto
pi scaltrio,
apena
drio
crezo
sea
non
vegio
un
Ma.
a'
massiere,
Aldi,
Mo.
101
in
il
100
il
B
el
tei
cui
152
dolce
De,
Mo.
massier
ben
vogie-me
A'
che
m'
è
Questù
che
e
in
108
lam-C
da
questo
114
eh'
115
el
che
BC
bia
C
BC
C
a
B
le
fazo
fuse
116
fare
B
forse
voi
che
B
misier
C
vogime
C
de
A
agg.
C
giloso
BC
voi
BC
sempre;
quei
116
C
BC
B
BC
rabioso
A
in
manca
fusse
B
te
in
C
120
storte.
vogieme
'manca
119
o
dibia
dete,
in
BC
vere
digo.
o
mesier
aipena,
120
savere
ghe
si
manca
e
'1 vuol
107
C
ne
112
guardare,
A
112
113
vuol
a'
no
110
C
me
volerme
a'
raboso.
can
papapigo,
cao
deh
vogime
el
eh'
sto
eh'
rio
ziloso,
sempre
per
si
un
apena
ere
106
è
si
quelo
mario,
sto
vegnù
n'
108
pare
a
è
che
pi
lomentare.
me
dete
me
105
da
che
digo
E
comprendere
'1 s' ha
se
intendere
ben
vogiè
e
caro,
non
C
de-
153
far
e
che,
La
el
Me-dio!
i
Ma.'
E
è
che
da
Mo.
Mòa,
i
122
BC
ga
133
demugno
BC
137
BC
139
B
uogno
mo
C
BC
lingue
140
B
ho
da
torà
fa
in
136
BC
co
BC
fa
C
che
138
C
BC
con
134
manca
fuo-
G
meti
132
C
agno
Sii
127
BC
BC
pare
tu
140
vora
posse
135
sassi!
man.
con
medi
BC
136
niente.
bassi,
è
129
BC
mesiere
Tuognio,
serpente,
125
131
A
demuognio?
con
i
gi
132
col
brusar
si
BC
vora
de
BC
con
vu
da
om
toca
se
a
far
a
un
far
vu.
far
a
lengua
Duo,
si
par
ho
mi
samare.
brusare
com
abia
busa,
la
a
vuol
ve
128
musa.
possa
tristi,
eh'
Ma.
la
ave
Massier,
Mo.
su
che
Si,
Mo.
vorae
le
merde,
do
g/ie
fuogo
cbe
verde.
legne
darve
e
Ma.
brusare,
bele
Si,
124
magnare.
me
vorae
con
Mo.
scapolerà,
'1
possa
se
vorà,
el
com
se
no
Ma.
forte
butar
porà
El
B
un
li
C
154
Ma.
Te
Mo.
Ma.
che
par
me
sapie
Si,
a' m'
eh'
a'
che
'n
con
debita
Ma.
1'
C
146
-tia
hom
151
giave
el
tuto
mesiere
B
148
150
156
che
suo
147
149
B
e
G
|
e
BG
in
BC
tasi
tam
havessi
se
te
ho
BC
C
B
G
153
il
rispon-C
misiere
haesse
BC
C
144
cun
se
156
poere.
-lentia
AC
rebelintia
BC
d' aiare
be
145
secretto
anegare,
BC
BC
152
quando
so
andare
G
descovrando.
9erca
sapia
BG
sacreto
ve
me
si
inteleto,
digo,
se
se
a
143
om,
andè
te
el
142
bon
ave6-se
omo
148
rason.
eh'
Tamia,
sentin9ia
una
tegnessè
quel
144
rebelin^ia,
tasi,
e'
vu!
vegnù
fa9e
s'
de
son
vostra
?
scendere,
a
paura
a'
che,
respondere
anderè
da
Tasi,
vermo-can
ben
JiQ
Massier,
Mo.
'1
5
155
G
a-
1^
voli-u
Massiere,
Mo.
che
'1
pi
alto
1' ha
e
che
de
Mo
se
me
o
1' è
Ve
'1 m'ha
andarme
157
vere
far
159
senza
161
cose
C
mesiere
del
un
deral
B
pur
172
-tuoria
B
B
che
derau
171
173
174
165
167
pel
bisogne
C
dis-C
169
lauera
havei
ris-C
altro
C
BC
suspeto
a
C
B
B
ani-^C
costuC
più
176
volivu
C
costui/^
B
letran?
gran
misiere
164
BC
C
sermon,
160
mesere
sua
d'
BC
170
smalmoria
suo
B
158
166
C
respons'ion
par
B
172
?
smelmuoria
quisti
BC
respondere
averà
che
scondere?
a
interluogatuoria
sta
a
168
besogne,
che
saverà
Chi
164
inteleto
vergogne?
sue
mo
sospeto.
descovrire
de-1
massiere,
de
in
covrire;
le
g'
no,
o
derae-1
par
Chi
no;
o
ha
pur
a
una:
vero,
che
ale
160
questù
tute
Ma;
1'
rason,
quel
senz'
luna?
la
ca
cosse
o
anemale,
un
volar
ere
do
le
De
veere
è
questù
se
^
B
ma
pur
BC
visp-BC
chavera
175
C
questi
156
Te
par
che
abie
di
de
meter
ca
se
Per
'1
scaltrimenti
pi argumenti,
'1 fosse
fé,
mia
nel
vermo-can
el
poeta?
un
180
Pigafeta,
trentinazo
nostro
,
che
sta
g'
no
Questi
andarave
di
è
ch'i
le
per
Mo
pute
si
le
nuostri
respondi
che
180
183
ogni
reue
G
186
BG
che
188
C
al
G
proposito
in
e
C
a
de
G
192
to
posta
G
190
G
191
|
a
respundigi
BG
G
A
avanci
ISl
C
del
ande-
BG
gè
185
pure
182
G
G
ne
192
preposta.
nostri
BG
dime
la
A
inanci
prepuosito;
fusse
eav-4cav-C
A
de
!
prepuosito
a
184
stare
188
fresche
a
BC
a
fantesche.
zuche
insir
no
pare
mete
Respundi-me
e
184
avanzi,
i
quando
palazo,
in
inanzi.
gi
ch'avanza
Mo.
di
ogno
quando
respon-
BG
nuose
B
di
respon-
158
Mo.
Tuogno,
le
a
sto
darg/ie
un
om
Tamia,
te
el
Ma.
è
de
tuto
Tamia,
te
'1
per
e
vuoisi
213
Ti
si
216
calzare
218
I el
dreto
quasio
B
B
dritto
224
vaia
B
sta
B
C
vaia
scritto
C
chìin
Togno
BC
vo
BC
219
che
sei
BC
il
ho
e
torto
a
chun
C
quasi
C
e
BC
220
B
sonegno
222
in
fondo,
mano
217
B
220
morto,
212
matta
mondo.
afondare.
de
d'altra
manca
al
derto
a
Duo
pi
sovegno,
el
quaso
B
tesi
A
vi
me
Tuognio
Sopra
dire:
sostegno
quanto
rivarme
216
pur
el
vero
ti
e
palese:
spese?
vuò
manca
me
che
209
è
vestire?
ne
ve-1
Tuogno,
212
braco!
un
bone
calzar,
ne
ca
questo
manca
mario,
pistaco?
un
pi
mata
partio?
per
vagie
no
Duo,
Mo.
inganare
pute
che
Ma.
de"
se
t-
221
C
C
BC
228
224
C
ta
C
vu
da
BC
159
Massier,
Mo.
de
questo
che
'1
che
laA'somo
sta
zanze,
che
tute
da
eh'
a'
Ma.
Tamia,
m'
te
Mo,
che
De,
si
ve
C
228
ti
226
canti
del
C
de
core
C
C
241
240
dolore!
244
Dio.
ca
C
1
qiie
hes-BC
229
5
vo
vegnati
C
C
il
B
mo
231
BC
more
que
227
BC
234
239
muore,
messer
lassem
B
croce
guaagno
BG
.
serore,
pi
B
.
.
me
quela
sto
230
C
233
238
mesiere
cuore
pecò,
ch'adoro
225
el
guagnò?
are-tu
si
23G
deserto;
mario
vegna-te
Tu
stare
coverto.
un
passò
to
Tamia,
pi
me
m'Tie
se
zurare
pur
soto
he
232
erose,
vuò
tu
pare
santa
no
vu
con
me
nose.
vuò
22b
andare
vender
questa
che-l[o]
fati.
smati.
te
Dio!
Per
cuco
un
suo
di
tu
ma
Per
Mo.
'1 canta
se
ere
pare
bissuco,
me
'1 cante
Tamia,
Ma.
v' in
che
ino
240
243
BC
mo
A
zance
235
BC
vo
que
sorore
C
B
C
IGO
massier
dol^e
De,
Mo.
ancuò
vogie-me
No
A'
fé
me
in
pi
è
oltra,
che
pari
che
vegna
Duo
smatare
fava
la
cori
spazare.
sgarufagia.
questa
gh'
mio,
in
gagia;
9Ìtamiegi,
propio
osiegi,
li
zerca
i
cave-me
mo
248
uci.
uci
,
,
se
torno
se
vegno
de
che
Se
aessan
O
mesier
247
più
249
io
sunè
se
n'aessan
pur
254
se
cera
in
sean
BC
C
ciramiegi
uchi
BC
255
BC
me
260
246
248
C
264
Dio!
C
messer
a
portò
da
afamè
sti
252
260
osiegi.
pan'iegi
Ostentare
C
asse
chialò,
250
bachete,
e
spacerae
C
256
zoete.
se
B
5
do
vis-cio
quanti
a
245
muragìe.
sean
g'aessan
Mo.
mese
canagie
ste
ere
paese,
sto
sta
a
Tamia,
in
me
dentro
Ma.
252
vogime
C
sgarafagia
C
C
253
e
haesen
sto
C
C
251
uchi
258
262
prio
proDC
ere
spa-
161
Cori,
de
pota
Ma.
drio,
cori-ne
eh'
a'
del
pane
Tamia,
A'
'1
e
dag^emo
a
quel
da
ligare
eh'
a'
chi
Tu
te
Tu
no
s' tu
se
267
ve
275
vo
BO
278
vo
C
eàene;
voFtre
fare,
ti
280
dighe.
e
lanterne.
taverne
per
284
tenzon.
268
C
C
raarende
C
se
vessig^e
in
manca
corozare
'1
de
scambio
276
corezare.
che
vuò
de
276
reprende?
derissi
fa
9ene,
merende.
vuo(.ssi)
giesie
272
mato
vender(e)
Per
fato.
e
un
in
te
no
cri
in
dito
è
vuò
no
9ena
pejia
vostre
Tamia,
Tu
da
de
si
ehe
268
t' agrava,
far
eh'
fava.
la
no
a
ne-an
Ma-.
de
e
se
digo
dare
vogiemo
ve
andemo
Mo.
mare!
vostra
280
277
non
C
C
pan
che
C
fìC
vo
11
162
Mo.
A'
son
quela
eh'
che
voli-vu
Ben,
Se
dovesse
fare
a'
Ma.
Tamia,
da
Mo.
d'
tu
mi
e
sta
che
te
S' tu
che
ne
287
291
dovese
C
302
B
G
vuogia,
fare.
300
cargare,
descargarte,
a
vuò
vuò
pi guardarte,
pi
sta
neri
293
300
vo
C
BC
299
C
C
301
303
più
0
mio
C
lassare
descargare
304
pena.
far
288
B
304
duogia.
bona
lassare
C
vola
guardare
de
no
no
lassare
buona
de
andare
tu
2 96
crestieri.
i
despieri,
te
fare
te
drio,
mi,
muoro
Va,
mario.
de
a
292
pegno.
degno
me
mete
pare
Tamia,
Mo.
sto
se
ti el
con
n'ieri
esser
me
fare,
t'he
te
Mo
Mo.
corezare
lasserò
Tuogno,
288
contento
son
che
dire?
talento.
me
te
te
e
el
no
son.
morire,
mo
de
a'
B
vo
di
gara
Gar-
BC
16.^
Fa
Ma.
male
s' tu
curi
brena;
tuta
a
sé
cerere
,
che
,
el
vezo
Se
Mo.
far
voli
me
s[e]
E,
per
inanzo
che
fo
de
[de]
Vvo
C
310
317
ser
gliol
mi
C
B
misser
BC
la
a
destreto,
?
318
C
C
efeto
Tamia
o
Se
vostro
vo
Antogno
324
311
C
315
C
e
vogio
319
B
i ha
307
?
tu
C
testimugno
C
320
Freo,
Corneo,
nostra
corére
sti
de
vero
con
Togno
314
BC
Antuogno,
vesentin
dono
C
testemuogno,
figiol
monte
316
carte.
parte,
me
massier
che
sa
fare
raile
sea
comò
305
mendare,
vuogio
te
me
s-ciavo
chi
312
vivente.
vuò
te
tu
ognun
dal
avere
sempre
verasiamente,
Tamia,
a'
avere
,
ahnè
onore,
Ma.
vostro
,
vuò
ve
308
parte
carte,
del
Tuogiio
a'
mala
in
desposto
volere
to
320
BO
C
mi-
fi-
164
forza
ogni
de
vendere
de
alienare
si
E
se
e
335
stu
come
poese
la
forse
C
tronco
B
stampa
sopra
C;
C
che
sia
el
altro
cfr.
B
v.
342
340
scrito:
dito,
(me)
parente
me
generalmente
A9eto
-gar
morte
pi forte,
fossi
ogn'
privo
della
336
instrumeuto,
intenda
ipegna,
fare
poesse
per
vuò
cossi
326
se
per
questo
che
332
reze,
contrafare.
donason
Ognun
cuore,
testamento
per
se
onore.
leze,
non
questo
me
la
ogna
possa
(E)
pase
el
che
anulo
che
e
la
dono
vuò
si
e
,
del
ghe
328
case
e
che
osserve
me
si
obligare
e
questo:
con
impegnare,
e
possessìon
mie
e
balia
e
.
844
Tamia,
in
fine
S21
331
41, vedi
parento
C
core
C
in
manca
o
v.
to
difet-
un
per
ogni
56
339
B
344
BC
quecio
ac-
166
Orsù,
la
si
e
ne
in
"
possa
BC
aiare
governare
infinita
secula
in
369
erose
sempre
per
e
santa
di
seculorum.
secula
seculi,
Amen.
368
1G7
II
[EL
TESTAMENTO
PERENZONJ
SIER
DE
?»»*?
che
Vui,
chialò
si
ciamè
guardò
al
che
a'
andasse
a
farò
cavare
ve
diese
E
e'
de
che
1
B
che
6
fusse
12
16
Bertazo
ve
dag^è
el
sagramento
spazamento
dir
so
Vvi
chen
C
4
C
eh'
chiallò
noua
7
C
B
12
noaro,
caro
a
pur
nouaro
dire
pantazo.
chialò
g^e
e
8
,
si
che
mati,
fati
de
sier
averò
g'
!
sbaiafare,
lire
vu,
che
si
nuostri
sti
beco;
strambeco
fosse
vu
demuni
i
el
del
corpo
se
-
eh'
pur
v' a^egasse
no
oh'
testimuni,
per
i' ^o
cigasce
C
nostri
14
chiame
2
C
il
16
pressa.
il
5
C
8
BC
andase
sacramento
de
O
B
C
1G8
Cori, cori,
contessa.
Porta
E'
Che
merda
toli
la
per
tuto
e
28
qua
quisti
seri
33
que
C
inziliero
guanti,
tinazo.
el
con
C
brazo
40
ti.
27
BC
30
36
Tura,
del
fondo
Tochè
il
32
scritura.
barba
za,
22
Bertazo,
quanti,
i
la
tochè
quel
sier
za,
tuti
fuora
cave-ve
Porte
in
Frisiero,
altri
che
porcazo.
un
co
Inzeliero,
vu
e
deleto!
che
sier
barba
vu,
28
leto.
el
quanto
fe-ve
vu,
fuora
vaga
no
Mo
—
e
malora!
imbratò
è
L'
24
sache,
guardò
De,
—
rauza
me
lache?
le
per
vostra
che
puza?
'1
che
quele
la
in
morto!
questa
vi-tu
No
20
soto.
dir
voi
la
bagno
fosse-vu
mo
—
scagno.
me
quanto
De,
Mo
che
sento
tuto
—
quel
za
con
B
40
la
non
32
questi
vega
frisier
C
C
B
169
Ai
De-beniti!
santi
e'
che
si
seri
sari
cri
che
biè
che
'1
el
e
in
ancuò
48
sera
riviera
palese;
tuto
sto
diron
Orsù-,
zuron,
sera
no
vera
sa
el
pegoron.
ognon
sta
tuta
44
ti,
Cussi
—
pò
per
secriti,
muò
a
e
mo
per
vu
e
chialó
zuré
a
paese
52
ognon.
Perenzon
sier
,
sprichè
No
E
—
E'
me
un
me
41
giuron
zon
menzaro
C
che
sera
al
buiegi
i
puoco
crezo
i
dà
52
C
C
el
zo
di
?
56
;
^ervegi
60
volta,
46
B
54
va
sorò
pur
'
'1
scomenzerò.
cosi
son
e
che
vi-vu
voli.
che
quel
cha
55
buegi
47
53
C
ognun
C
58
C
piegoron
zu
C
il C
59
ognun
paren56
sco-
cerviegi
C
170
se
no
tolta
tosse
me
sta
da
puza
Adesso
un
dosso.
a'
pur
favelare.
puoco
Mande-me
posso
64
clamare
a
contessa
moiere
me
;
,
l'è
de
che
Con
sia
e
la
e
si
d'
aver
dà
se
no
C
massaria.
via
va
ben
me
mo
chiamare
su,
mi;
el
84
fio.
64
B
di,
el
vere
sbora
me
se
da
me
80
bevù.
in
vegna
ere
76
botazo.
impazo
l'Tia
la
che
61
el
guardare
che
ora
l'ora
mai
la
ne
posso
la
bon'
a
ve
quando
A'
doman
puoco
ghQ
72
man.
brombò
sempre
La
in
su
no
fuso
el
de
lieva
là,
muso,
trova
l' è
la
al
volte
ghe
68
contrà.
sta
el
ciare
Quando
filiere
roca
torse
se
E
in
l'ave
la
bone
le
0
poco
69
BC
a
65
70
C
.
C
77
poco
C
83
ma
C
daman-
ce
tor-
171
E'
l'/ia
se
de
El
niente.
molto
pruente
sé
de
No
fosse-la
per
mi
m'ha
da
pò
e'
ghe
El
que
99
strazerò
so
100
qua.
ensi
;
pensi
tu
104
falò.
86
C
95
BC
B
,
corà
gi
tu
che
uossi
de
la
creperà
che
;
gi
insire
andarà
stazaro
tuossi
la
96
!
mondo
fondo,
al
quelo
86
vegnua
questo
che
inanzo
si
vezua.
me
in
posso
te
e
mai
messo
se
—
megio
averla
no
92
consegio.
gran
un
serave
me
a
La
me
sparagnare
La
e
88
che.
de
pur
dirave
ne
caldara,
la
impe
La
No
massara!
bona
una
ho
che
dir
sé
ve
C
venua
lOi
C
crepara
98
C
C
le
88
B
masara
C
può
104
dare
an-
172
A'
son
chialò;
mo
che
voli-vu
No
—
Tu
Fazi
puos-tu
si
che
ben
eri
tu
Fa-te
che
te
Fé
la
Tuo-me
in
per
ma
107
gne
120
fuorbi
C
112
sposa,
oltra!
116
coltra,
sta
fa
impazo.
mo,
sier
Bertazo,
de
120
ognon,
Perenzon,
lo
bevere
infermo
113
la
a
presinzia
mi
comò
cuorbi!
suorbi.
vegna
la
Scrivi
i
vistosa?
via
che
simpia;
te
me
largo
che
Papia.
qua,
tu
Sie-tu
108
andà
magne
che
par
vegnire?
assà.
la
in
?
me
sta
visitare
a
El
dire
tropo
del
de
san
me
l'inteleto,
C
presentia
111
C
puosto
117
corpo,
tuo
C
in
114
siestu
C
119
ognun
124
C
in
manca
C
C
116
scrivi
misier
C
come
C
121
ve-
174
E'
—
el
lasserò
ghe
E'
stufa
ormai
sor»
—
mufa.
la
da
vin
quel
vezo,
152
quel' aquarola.
de
Che
bestiola,
voris-tu,
—
Tu
vali
no
dirte
a
quatrin,
un
el
pur
156
vero.
Anzeliero
barba
Ma
vin?
da
bistracana
—
mia
e
ben
e
da
Se
a' t' in
156
160
157
C
do
C
159
C
anciliero
164
C
trata
n
pe
155
C
bistacana
154
167
C
168
du.
pur
161
B
stramuion
raue
C
pie,
in
stare
dareve
della
il C
con
164
stramuson.
un
poesse
—
150
,
insturbiè.
ve
no
treze
Perenzon:
sier
Aldi,
—
darà
te
le
per
—
e'
160
;
mata,
t'avesse
Se
,
peze?
de
omo
pizola
fata
son
come
traté
me
da
alevà
ha.
m'
che
sa
Rezola,
mare
5
non
C
aleno
B
dare
C
168
da-
175
levare
Puossa
su
—
Ai
dona
,
Fé
ho
179
I
182
che
177
sia
C
188
ibrio
170
B
C
piglio
C
181
C
183
b-
187
Branzo,
a
levar
allo
ma
184
?
caro,
puosa
C
dò
avanzo.
comò
figliolo
169
an
morire,
d'
ben
abi
dovire
pur
scrivi
0
vo
180
imbriò?
sea
che
el
può
tu
—
'1
par
ve
ben
molto
175
cao.
furioso!
al
che
mo
No
me
'1
te
bao!
bao!
—
biando
in
scarcagioso,
cri-vu
—
176
man.
pan,
largo
vegio
ne
le
da
trarò
te-1
—
cavare
cossa
quel
pigio
S'
vuò
me
no
Me-dio!
Sto
messa
atentare
qualche
e'
172
a
me
no
s' tu
Se
tuorti,
contessa.
va-te-n.e
e
muorti.
mile
mo
—
De,
i
luti
prima
come
C
178
C
morti
i
Cnel
C
C
scarcaioso
ahiam
188
B
ha-
figliuolo
C
ITf;
a'
lasso
ghe
eh'
è
L'
è
me
ve
so
le
;
dir
l'è
lasso
Bertuola,
a
L'
è
bo.
un
204
belo,
mantelo
me
che
'1
194
mie
201
I
e
C
pape.
da
trape
in
se
non
gè
rompono
203
5
drape
ten
filo.
C
208
di
195
C
straze
196
C
de
pien
rosegò
è
C
aze
207
,
,
che
la
el
squarzon
Altregò,
tanto
sé
lasso
ghe
un
fiol
200
zupon,
intrarava
g^'
me
che
el
con
'1
che
196
strembolà,
dentro
è
gh'
E
iaza.
guarnaza,
insembre
che
che
quanta
la
ru
da
mia
tuta
;
192
sfrazelè
ramponò
Questa
portegale
vezù.
e' ha
tute
e'
el
ben
caro,
scale.
soto
quel
è
me
senza
l'ai
L'
el
C
oltrago
199
C
le
che
beriuo206
di
C
177
A
tì.o]o
me
gJie
lasso
che
fo
el
de
quel
-sa
El
el
consegio,
in
216
olmo,
omo
che
besogna
a
9Ìtire;
dire?
che
crezo
220
Maron,
Ciaron
g^e
Non
desse
a
de
ve
faga
'1
che
le
paregio.
nostro
osasse
ne-auche
e
el
me
che
E'
212
letran!
l'iera
gì era
no
Lambuzo,
gran
Quando
el
capuzo
sier
fo
no
soto
ine
barbari.
caro
me
Duo
Bilo
le
e
nuove
la
caegia.
maravegia,
tute
le
224
legie
vegie,
criminale
e
le
muni9ipale,
9ivile
209
sase
224
al
faca
C
221
B
228
canoneg/ie
e
213
Chiaron
letram
BC
218
B
223
os-
C
no
C
12
178
e
digo
non
El
panzonegi^e.
trapassa
Su,
—
disi,
Guarda
—
E
dirò
fo
e
Perenzon.
o
che
quel
ve
El
ognon.
ben
di.
tu
2i52
pi:
teologo
e
bon
e
retuofigo
astrologo
230
luoigo
megio
che
fo
Isopo
,
filosofo,
e
slaureò;
poeta
el
el
fo
apresiò
da
tuti
el
fasea
gi universi;
viersi
safici
e
da
tuti
fo
pentamati;
A
fiola
fata
e' he
229
no
theologo
philosopho
239
B
243
la
mia
gioueni
fasia
C
244
fati
abreviare
234
240
instuoria.
Nuoria,
a
Gurleto,
C
230
ogn'
BG
237
sposa
e
hom
241
fu
versi
C
uninersi
insturia
C
luogio
mezo
BC
246
248
C
B
242
C
?
to
tut-
B
instoria
C
179
lasso
g^e
,
El
me
de
è
'1
ghe
lasso
che
sé
sé
In
da
vogio
la
bona
la
come
260
basto,
el
,
da
can.
laldan
264
schina
polmon9Ìegi
de
digo
mociegi
stala,
magna
cento
260
la
ronzina.
su
e
cavala,
che
E
ben
spose.
256
la
guasto
'1 par
L'ave
268
bon
con
tuto
che
e
nose.
Aleprando
insembre
che
de
cantando.
pur
fiolo
me
pin
sia
proprio
Va-te
A
252
scarpogie
L'
galon,
molesin.
che
crezo
i
rompe
sè-1
si
bon.
molto
è
che
E'
leto
sto
qui
,
biegi
,
gruossi
il C
corno
262
267
C
C
268
ravi.
per
P
dico
de
C
266
O
quei
polC
180
Quando
che
la
si
el
g'/ia
el
e
Chi
la
è
è
sotile
la
adosso,
montasse
in
da
fato
za
in
ore
ghe
chi
non
;
quatro
la
con
,
fare
megia
280
;
striegia,
al
gy^e guardi
No
guera
giostrare
ho
toca
276
tera.
bona
da
s' tu
272
grosso.
cazerave
trenta
che
colo
ghe
g'
streto
gentile;
proprio
a'
buel
tuta
cavo
anche
marchete.
un
el
g'/ia
e
L'
costò
me
La
la
l'avi,
monte
muso.
suso
284
cavalcare
sa
,
si
la
pele
La
teme
la
274
281
di
g'
de
e
quaderno.
el
ha,
stregia
C
fare
vole
ghe
no
mal
sechizà
manca
G
in
285
pel
vermo
;
una
costa
C
278
non
C
288
B
iostrare
287
il
C
Ì82
V
Mo
è
se
r
la
salterà
cora9e
che
un
dugo
un
'^12
,
via
,
,
nobile
mio
Bertazo
316
;
mobile
st' altro
,
sé
che
,
è
eh'
indiviso,
per
tamiso
un
e
e
,
festugo.
scrivi
Orsù
scrivi
mena9e
impetoria.
va-la
si
;
ghe
un
propio
par
!
trapasso
sctiitera
La
La
bon
el
h"
de
pien
anche
320
busi
fusi
sete
,
de
pezo
un
Scrivi
è
310
in
tuta
va
eh'
perponta
324
,
fasso
,
scrivi
e
,
tina
una
che
penta
s-ciavina.
una
con
la
spezà
ha.
che
questo
bon
da
passo,
schietera
316
el mio
C
326
tutto
C
328
mesurare.
318per
vale
314
C
diviso
C
319
C
uno
B
183
E
guarda
qual
che
de
aniegi
una
sé
pena.
caena
una
1
con
la
intro
cossa
Scrivi
Scrivi
lassare
no
copa
,
fata
al
332
stropa.
torno
,
uno
da
spazo
du
con
forno
336
foregolon
,
quatro
cocon
con
i
suo
che
è
pieni
e
si
ghe
do
Scrivi
de
caruoli
i
manca
340
gerci.
speci
frantume.
tuti
anche
Miti-g^e
che
Scrivi
vezuoli,
,
del
sé
pè
un
344
lu^ernaro.
mortaro
un
el
con
pilon.
so
Miti-g^e
un
roncon
,
eh'
è
332
338
340
BC
anegi
suoi
gè
tuto
dentegò
di
vezoli
C
cerchi
343
mitighi
choncon
337
339
C
B
348
,
BC
e
C
in
manca
341
C
un
B
C
spechi
184
un
bo
da
zogo
,
è
che
senza
coreze
,
du
f Lindi
da
un
mazo
de
veze,
B52
secate
,
do
pele
de
da
fare
gate
Scrivi
è
guà
da
pigiar
La
g'
del
le
ha.
è
che
Scrivi
capelo,
,
360
pugno.
,
364
testiera.
senza
caldiera,
è
senza
camise
da
portar
Miti-g^e
è
manego
de
anche
Scrivi
368
festa.
pesta
senza
,
canevo,
de
una
,
fondo.
brondo
un
,
che
è
351
do
C
grugno
un
do
di
un
ve
ara
porzelo.
una
che
spesse
de
è
che
macie
un
Scrivi
che
pesse.
in tr
g/ie
anche
Scrivi
356
repezà.
tuta
una
che
362
foreta
una
che
Scrivi
bereta.
una
senza
372
resriare.
fondi
procello
360
C
D
365
intrare
caldera
C
C
185
do
Scrivi
ingistare
che
ha.
bigolo
un
do
con
colo.
el
roto
Miti-g/ie
,
segie
376
rote
,
un
da
testo
,
eh'
è
anche
questo
vi
I' è
Scrivi
fato
?
pendagie.
do
toagie
,
384
destilè.
è
tute
i
vissi
me
fuorsi
do
si
Scrivi
tre
no
380
borsato.
senza
eh'
su
me
con
1' è
Vu
sfendù.
tuto
Scrivi
Vu
torte
bele.
barele
,
da
da
sela
Galina
388
cavalo.
gaio
ne
,
no
g/te
El
no
a'
Scrivi
r
ghe
JiQ
che
sé
Scrivi
384
xcMi
fare
an
n'è
pi
fate
;
392
fuora.
stuora,
una
che
scrivi.
in
un
sé
canton.
zapon
,
396
fora,
tuto
demile
C
sto
386
B
398
se
duo
elze
C
C
892
ste-
186
mela
una
da
Spa
,
che
è
alze
senza
,
un
Scrivi
do
da
manego
do
prie
da
che
è
gusare,
sfrachè.
tute
anche
que"te
altre
do
400
manare,
Miti-gi
Scrivi
falze.
pè
a
404
vele:
no
scuele
,
eh'
è
bone
da
buro
,
e
menestrauro
un
,
che
r
è
de
è
onto
'1
,
vai
no
niente
de
quartirol
un
de
mezo
408
;
conto
puoco
che
fava
tuto
;
lente
,
fasuoli
412
;
pezoli
e
9erca
staro
mezo
formento
;
faro
ne
,
el
Che
ghe
questi
e
me-1
per
400
410
man
C
B
un
416
gran.
malan
berogieri
!
posieri
tosse
le
che
beroieri
el
vegna
a
è
n'
ghe
no
colte
nuostre
408
B
ere
414
419
420
;
B
stare
tolse
e
B
in
manca
418
420
C
quelli
nostre
C
187
fa
i
do
pagar
volte
questi
meneguoldi
e'
lio
ghe
si
e
Scrivi
cariega
una
è
do
gramole
Un
denti
ruti.
do
Scrivi
428
,
da
i
con
,
cain
questi
chigia
una
424
sparangole.
senza
Meti-gj^e
e
beruoldi
du
dò
deniega.
me
che
;
tuorci
,
che
e
cussi
,
faron
nu
fare
432
bon
tropo
se
no
mobele.
questo
a
Scrivi
di
mo
imobele
,
ducati
vai
che
436
assà
,
prima
cà
una
,
che
de
sera
cane
,
con
el
quanto
tuto
421
di
legname
I
C
e
fa
426
gia
C
chi
BC
stabile
C
422
433
co
i
saron
440
;
(7
mane-
sparamole
430
C
marzo
429
BC
431
C
C
423
duo
435
C
imobile
eroichaituorB
188
1' è
alta
bon
un
da
le
brazo
de
sponde
confina
;
drio
Mio
con
,
che
dal
fo
madona
La
Berta.
in
el
smorza
se
el
posso
veder
e
anche
l' Orlon
el
fogo
piove,
e
tuto
448
luogo.
ogni
quando
co
444
;
descoverta
è
quasi
me
Avanzo
sler
denanzo
canto
con
El
de
Jove
452
setentrion
,
el
No
cho
par
la
confina
con
nostra
che
fo
441
tuorchi
che
pò
456
agia
?
da
nona
madona
,
aigia
de
448
B
B
pianete.
strologagia
La
uanzo
456
ve
Boete
le
tute
con
stugiò
de
caro
B
barba
445
BC
luoco
457
460
Marco.
C
strologia
de-
canton
453
C
0
con
460
mal-
190
che
'1
fa
con
"
L'
el
domanda
g/ie
no
hB,
el
V
farà
con
brissa;
che
n'
è
481
,
grissa,
492
afumegò.
è
opio.
un
e
propio
me
496
fìto.
impago
pi debito,
de
ho
confina
El
una
vi
no
ben
chiama
è
si
son
r
guasto
prò
un
una
si
488
pasto.
sempre
pele
Questo
e
segia
al
no
Miti-g/ie
megia
una
'1 pare
che
Mo
mile
che
hdi. la
484
brama;
ciama
figo
che
pi
sichi
,
e
de
credo
e
lavri
i
e
vin
Toischi.
a
sempre
azetisse
el
L'
miele
la
ha.
che
incendere,
dibia
g^e
caveale.
Naie:
con
doman
contra
487
e
sa
G
492
afumiego
in
C
496
io
pago
j
485
G
intendere
BC
500
;
in
manca
G
G
e
490
C
494
d-C
in
un
manca
bri-
191
e
Cassan
maistro
con
in
abita
che
la
via
comuna
de
Scrive-g^e
de
E
L'
è
el
503
e
Possente
516
dinaro.
un
caro;
refuare;
vorò
in
cavare
posso
a'
comò
gazon
manca
sier
a
tropo
tanto,
a
ponente.
lire
e' n'
515
Borbante
impago
ben
512
levante,
contra
sie
Tura
Dona
sier
in
campo
un
contra
apresso
508
araura,
apresso
in
Conti,
Melampo.
sier
mo
tera
;
maistro
con
fo
monti
i
verso
sera
che
504
Val-bruna;
in
confina
pò
Previ,
da
Gazan
e
con
mezodi
verso
512
C
in
C
520
impago.
al
518
levante
resuare
C
B
192
bon
De
invriago
sta
sis-tu
el
e
sen
a
forni
de
quel
che
ben
1' intrerà
che
L'
tu
Scrivi
e
v'
pezo
1'
anche
di.
ai!
536
orto,
soto,
Salvalagio
è
;
d'
pien
zeole
de
'1 fosse
521
527
Dio
corpo
532
,
ti,
agio
540
;
sole
el
1'
quanto
Al
9ervelo
che
sbate
tuto
se
livelo.
tu
anche
g^e
Carelo,
che
quale
el
528
pe
quelo
de
qua
vezo
da
a
mo
arente
el
me
anche
Orsù,
—
è
in
;
fé,
puoco
'1 fa
se
eh'
bona
ara
e
524
avezo
a-1
in
si '1 torà
—
con
che
Antonelo,
sier
e
n'
me
è
che
fati
far
mati,
pezo
so
e
ora
a
vuò
mo
pur
questa
fuor
va
pe
e
in
ano.
malano!
del
544
murò
.
che
el
522
C
ingiuriago
C
539
1a
questhora
q-C
B
193
el
che
r
fiè
è
s' in
se
che
campi
tre
552
semena,
da
se
se
e
de
uve
d' olivi
le
faze
de
caro
bon
impago
ma
mastiegi
de
sier
e
e
an
du
e
un
mozo
555
sembrati
C
Fin,
sier
560
Azaro,
pernigon
de
ne
548
fsi B
C
564
formento,
C
B
guso
I presso
;
staro,
un
mesurere
553
vin
possession,
sta
547
a
de
fo
che
556
vernaze
che
un
Tarzerivi.
imbratè
I
crezo
crezi
Scampi.
Sparape,
apresso
550
fu
che
anche
Scrivi
du
ducato,
un
Guzo,
548
quarto
mezo
zerca
che
pagare.
mesarare;
za
pago
a
e
tesoro
'1 poesse
El
e
sé
ghe
no
sarape
cerca
552
semene
C
554
C
556
vernace
f
563
|
zan
B
B
zarzarini
C
C
557
C
l:i
el
194
n' abia
che
che
chialò
suma
che
vu,
Guardò
si
ben
ciaro
sumè
1' è
Mai-di!
e
diese
e
sete
diese
e
presto
tosto
nove
desnove
vai
vintisi
576
e
e
oto
e
diese
e
tri
quarantaquatro
9Ìnquantaquatro
sessantasete
no
;
se
sete
565
n
gnare
manca
e
interpolati
C
pò
sete;
doese
miti-g/ie
e
580
9Ìnquantasete
...
snoe
572
sera.
quatro
e
sete
575
,
trentasie
diese
569
questo
volentiera:
9inque
e
monta
via
perchè
—
568
noaro.
che
quelo
e
crivelò.
ben
sia
Or
dentro,
niente
desnove
in
manca
C
584
;
chiaro
in
583
C
C
che
566
573
BC
582-95
mitigie
'1
mal
versi
C
C
584
B
forse
de-
195
desnuove
.
.
.
sete.
cave-ne
Duo
un
de
de
e
una
sie
sete,
e
e
sie
sete.
fare
el
nostro
vien
questo
sie,
e
e
sete
avi
585
gie
dire,
belo.
e
disnoe
C
587
C
588
mitigie
595
C
da
presto
in
manca
ponto
lire.
altro
spaze-ve
manca
in
C
manca
in
C
GOO
conto
bel
per
sessantasete
S'
596
vintisie,
sete
una
A
;
sese
sete
e
sese,
diese
miti-g^e
de
592
sese;
pò
se
no
;
sie
diese
e
588
;
sie
quatro
e
;
du
vai
un
el
sete
miti-g^e
e
e
sie
e
diese
598
600
604
due
C
597
B
sio
ovstro
e
599
B
C
sio
B
594
miti-
e
secondo
e
sio
BC
e
196
Al
ai
vu
de
de
sumare,
ma
fiè
ho
si
612
inato
che
1'
me
doman
è
questa
scrivi
606
612
fasse
mi
sia
mi
la
vigilia;
la
mia
616
mi.
vuogia,
620
bon;
a'
eh'
quelo
de
a
possession
mie
e
,
anch'
insegne
mio
Bertazo
le
mostrò
sea
me
di
el
ancuò
e
'1
che
vuò
curò,
mai
^o
n'
me
non
A'
622
du
e
,
die
anch
vivù,
mai
vintiquattro.
sto
son
608
andare.
pur
vintizìnque
se
e
abaco.
vostro
quanto
con
Ma
saco
un
ve
sepi
no
A'
pien
se
Crivelo!
san
questo
La
A'
de
corpo
—
nai
B
fondo
613
616
che
B
617
fusse
C
di
610
C
C
questo
624
fuoio;
C
ventuq-
mondo
al
ho
vostro
questo
un
in
zo
mo
g'
'1
G
615
C
so
C
C
insegni
619
ma
C
vuol
C
C
voglia
C
198
e
debia
se
an
in
sempre
el
ultimo
me
'1
dea
se
g^e
'1
per
e
ponto
pò
scodozilo
di
cason,
pur
antigo;
meti-g^e
un
647
no
653
C
659
cilo
e
662
metigie
sia
voi
C
si
B
no
C
seno
pieno,
664
oponù.
649
C
vogio
el
puoco
'1 sia
ghe
no
660
digo.
si
che
fare
ben
saveri
che
sperare.
ma
che
fé
656
rason
megio
o
stilo
altro
'1 possa
Vu-1
652
trovò,
altra
ogni
che
Vu
de
ogni
e
per
pimento
tegna
via
per
e
testamento,
vegnisse
che
e' vò
648
tegnere
qualche
se
sia
che
volere;
de
via
per
e,
compagnia;
vuogio
questo
e
che
stare
tegnire
voi
660
C
654
C
non
652
C
661
nisse
ve-
scodivo
C
199
—
Lasse
e
E
abiè
non
che
farò
che
no
che
vu
fare
pur
chi,
e
li
sia
altro
672
savi,)
Perenzon.
sier
coion
i
che
sale,
676
caveale
lassò.
ha
Altro
buzò
el
magna
abiè
!
puole.
se
no
Ora
si
de
ìji
no
Che-I
che
za
messi
za
testimuoni
per
testo
cavò
Che
duoni,
e
(ognun,
sto
668
lalderi.
ve
meto
a
scrivaura,
uomini
ve
mi
paura,
una
si
tuti
a
680
pa9ien9ia.
FINIS
665
non
C
lar
668
C
666
meni
doni
C
671
alto
C
679
alto
tientia
BC
669
C
non
il
m'
no
-moni
fine
vo
se
C
670
C
676
C
vuo
667
C
C
zia
680
che
huoB
pa-
•200
III
riANTO
O
trista
O
La
(la)
trista
bona
con
ben
vita
mia!
compagnia
V
tu
ha.
perdua.
4
salua
te
gente
TAMIA
LA
Tamia!
te,
La
DE
si
gramezosamente.
O
Biasio
mio
valente
,
eri
quanto
Quando
che
'1 m'
che
dis-tu,
«
3
B
asagiè
o
Pro
I
a
me
he
te
bona
muzà
8
aprisiò!
me
'1 fosso
muzò
(si gran)
un
peton,
compagnon?
faga,
Tamia,
8
C
.^
12
"
mai
ovvero
10
C
me
muzò
muza
1*
si
,
manca
in
C
lì
que
BC
12
fazi
C
201
O
mia
vita
Biasio
,
,
O
baiando
tu
(tu)
strenzevi
el
bel
resoto
si
un
dessi
me
16
?»
core
Carpane©
a
me
con
el
;
d'amore,
mio
Biasio
,
dito
me
cagò
aìs-tu
"
are
quanti
mo
polito
mio
Biasio
o
la
digo
inter
A'
mi
raustrè
;
20
piezegoto,
un
a'
deo
nega
salbega
,
0
d'
mio
Biasio
mio
el
salvare
per
24
onore.
amore
,
dal
montesuol[o]
mo
tu
a
O
Scafo,
menessi
che
quelù
i
Biasio
t'
s-ciafo
un
28
zanzava.
acusava
,
a
0
qui
15
23
30
[me]
quanti
(che)
mostre
notari
tu
haro
lassò
dato
C
27
31
uoari.
dinari
per
me
C
qui
e
zuse
sebi
frelo
mi
32
!
,
16
C
aio
denari
BC
C
[ ha
28
C
qaeli
C
202
O
Biasio
el
quela
con
(mo)
si
O
gabana
ingviana
una
,
36
svermeio.
tu
bon
Biasio,
(bela)
to
parivi
tu
eri
castelo,
me
conseio
,
arissi
tu
la
a
O
apresiò
bei
quei
tuo
si
bianchi
e
cavegi,
svermiegi
d'
44
oro.
mia,
speranza
Biasio
raise
mia
,
,
(che
eri
(pur
parivi
un
tu
mo
tu)
dentro
0
Biasio
me
48
si) zazarin,
paladin
,
giesìò.
quel
a
,
tresoro,
me
(o) dol9e
o
si
fili
parea
el
40
bionda,
con
Biasio,
bastò
rionda.
testa
i
,
(ben)
pur
tavola
Biasio,
eh'
O
vile
ste
per
onorò
,
40
de
la
34
tu
to
ritonda
thesoro
36
B
C
tuo
45
C
48
52
morte
scura
ti
ex
C
C
39
/^
trexoro
50
iesio
arisi
B
B
B
203
quanto
duol
ne
tute
per
O
stringhe
e
par
O
Biasio
Moiere,
«
che
te
sea
gramego
bel
trepego
?
le
(se) sgrinazava
lo
per
O
si
53
63
sto
le
ne
manca
ben
te
69
tu
72
e
che
si
le
in
O
me
pare
68
cossa:
.
fossa
de
che
la
sta
in
61
C
questa
tera.
guera
novele
mal(e)
B
prego
rengare.
'1
stragna
Biasio,
è
e
[bel]
(si) magni
O
64
pute
tute
quela
in
zasi
e
57
to
Biasio,
una
tu
quele
a
»
,
,
siando
60
!
straliere
sete
a
desivi:
me
(so)la9Ì,
quanti
Biasio
!•
bra9Ì
ai
straliere
stringò
(Tu)
50
,
con
O
calzesole
bele)
(tuo
rosse
!
zentile,
mio
quale
bianche,
vile
ste
me
Biasio
con
forte
me
56
C
disivi
C
tue
le
C
calce
C
sia
C
62
C
65
fosa
72
;
sgrignaua
71
sta
C
in
C
204
tu
n'
lassò
he
andare
per
0
El
non
de
la
tua
Biasio,
si
che
fo
al
campo.
cata
el
andieòsi
g'
80
brazale.
i
(si)
che
voi
,
eh'
a'
dito,
abia
(m')
daga
me
mio
fito
el
'1 preve
non
Biasio
coltra
la
reale,
paron
(che)
oltra
là
,
mio
ben
76
vo(lo)ntiera
impegnò
Biasio
stampo
veglierà.
9er
comprarte
per
O
pele
s" in
tu
el
O
la
84
pensiero.
spiero
,
de
piar
altro
partio.
A'
voio
tuor
mario
,
(che)
O
non
Biasio,
sale
La
fare?
don(te)
con
la
e
88
durare.
pi
posso
daia
,
'1 preve
se
(a')
79
ol
84
dage
più
porè
cerveliera
76
88
la
no
C
90
si
deia
B
\manca
mìo
B
92
pagare.
11
C
85
C
I
(me)
comprati
80
B
aia,
m'
non
in
manca
82
in
vuol
C
C
C
20G
O
Biasio,
el
pili de
O
mario,
me
mele
Biasio
bel
morume,
,
[e] pin
O
de
si-tu
de
volerme
non
O
a'
boca
120
;
durare
(pi)
mia
!
zerta
son
mariare
posso
zuoia
deserta
ma
eh'
Biasio,
a'
116
,
com(e)
eh'
zintilia.
Tamia
povera
O
dolzume
(de)
e
,
spirÌ9Ìosa.
oliosa
mia
,
che
da
saea
merda
(da)
e
viole
124
,
disivi
mo
eh'
de
vaca.
straca
son
128
mariarme
(que)sta
sera
(A')
vo
114
non
poi
far
C
125
mo
127
che
122
C
de
129
132
manco.
in
B
maritare
126
maritarme
certa
C
BC
serta
di-
UH
C
zentilia
spiritiosa
B
dieta
a
,
inanca
B
tu
perta.
star
116
C
voleerme
più
pi
119
C
cossa
,
possando
120
a'
una
tribularme
tanto
volo
scompissà
oh'
Biasio,
parole,
tue)
fato
ara
O
e
(quele
121
C
che
C
o
C
124
irriducibile
verso
C
131
vi
pò
G
207
(no)
Bernardo
Fra
farme
a
A'
i
piasere.
mie
g'
a'
eh'
infina
el
lio
136
tempo
,
compimento
a
a'
stanco
provedere
voio
perchè
(mo)
se
sa9Ìare.
possa
me
(A')
denanzi
a
comandare
fata
(sta)
son
la
140
rason
,
per
bel
un
che
compagnon
voi
si
,
irei
che
mio
,
,
sta
133
non
143
lungo
e
manca
e
v.
in
(con)
136
C
la
B
con
138
C
142
B
di
mancante
sua
144
mare.
so
il
denanci
140
BC
tiare
145
Dio
con
mario
me
esser
due
C
sa-
verso
sillabe
?209
COMMEDIA
INEDITA
DI
RUZZANTE
Dal
cod.
il
Per
B
Tre
=
stris.
I Signori
Pisani.
I Con
sprolico,
ma
anche
delle
rvzzante
cita
re-
|
Canaletto.
me
| Con
lo
istesso
piacere,
Grazia
della
|
alli
ca
MDLI.
"
Bissa,
pp.
et
"
vno
scritta
Ruzzante
et
argute,
| più
non
priuilegio
Stefano
illu-
| nari,
=
lettera
ingegniose,
re
appresso
|
Cor
vna
co
raviglioso
VINETIA
calle
I
|
=
ragionamento
| per
—
I
rvsti
vno
Aluarotto
ope
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Cardinali
insie
stampate.
in
servii
orationi
lingva
in
I te
tutte
mi
prologo
seguenti:
stampe
di
228"-
66, pp.
(A).
-246^
allo
XI,
It.
mare.
de
|1IN
Alessi
all'insegna
del
2T-28\
14
210
C
Ediz.
=
dello
stampatore
stesso
,
1555,
45-7.
D
di
Ediz.
z=:z
Stampatore,
Greco
E
Perin
1598,
Libravo,
F
Amadio,
G
de
1617,
Do
=
12-18^
maschei
di
E/Uzante
e
in
dello
.1
lingua
stesso
nico
Dome-
Orlandini,
1885,
burleschi
Motti
uno
rustica,
anno,
slettra
una
e
aggiuntovi
in
editore
di
20^-21\
0.
Padova,
riprodotto
le
20''-21\
rasonaminti
Ruzante,
di
Heredi
degli
vicentina
Ridampa
=
Giorgio
24^-2o\
vicentina
Ediz.
=
1584,
Vicenza,
«
per
Sprolico
dello
37-43.
stesso
»
211
SPROLICO
femene
è la
bela
pi
andare,
naturale
la
i
com
fa
fa
le
la
rosa?
fa
B-G
3
4
B-G
manca
B-G
in
9
e
B-G
com
BC
la
vo-
con
2
con-
in
EF
epercluQ
D-G
5
B-G
snat-
A
7
BC
con
8
A-F
perque
a
a
cavi
te
bem
B-G
me
citè,
manca
6-(t
anare
no
salbegura,
D-G
6
A.F
la
in
in B-G
B-G
consa
gabie,
perzontena
manca
snat-
5-(t
perque
cite
in
E
gì
perchè
perchè
naturale.
Z)-G
con
Mo
le
ne
la
a
del
perchè
vache
fuora
de
perchè?
snat-
agnun
le
per-
cossa
in
Salgari?
i
su
la
ben
si
mo
late
dal
cossa
in
in
tanta
me
com
sa
canta
no
e
ognom
Mo
inroegia.
se
sipia,
cavi
le
e
dertamen
te
com
,
osiegi
che
cossa
e
che,
uoineni
gì
naturalmen
zontena
de
fra
in
naturale
El
DE
o
a
B-G
,
10
A-F
perque
D-G
del
perque
B-G
snat-
A-F
B-G
11
sa
con-
le
212
.
gianto-ve
mi
mo
a' ve-1
uson
che
a'
fare
che
e
che
igi
da
i
i
fa
me
a'
a'
che,
la
B-G
una
che
vuo
eh'
far
BG
ve
G
a
A-F
que
vuole
B-G
sere
A
tie
B-G
in
del
BCDG
G
in
B-G
21
co
23
C-G
BC
torae
con
che
G
A
scinche
ma
chia-
B-G
faella
G
B-G
e
cancaro
20
tuto
DG
B-G
G
es-
EF
per
co
18
del
B-G
cancabaro,
de
B-G
in
al
19
BC
se
B-F
B-G
B-G
in
D
e
d'
m,anca
chiame
ABCEF
può
i
D-G
B-G
B-G
sientie
dire
dirve
cha
A
17
d'es-
torà
B-D
B-G
vuol
che
do-
usom
con
D-G
esser
manca
B-G
mostrare
con
15
cogombari
16
ne
intra-
B-G
fare
pavan,
mi
14
gnan
Mi,
no
13
B-G
pò
tuto.
B-G
D-G
inve
muo
a'
22
de
10
tristo!
lengua
in
consa
de
bon
ne
sle-
favela
per
mia
co-
pegorari
si
e
son
manca
-ve
che
riso
a'
dig/ie,
che
essere
sangue
fiorentinesche,
12
de
a
da
cagar
ve
dise
i
ghe
guardò
so
de
pastore,
cambierae
no
sento
a
ciama
Fiorenza,
com
che
a'
ive
no
12
cossa
gnian
mostrar
sienziè,
tran
che
fa
coni
vo
una
Ne
sentire.
far
vuogìa
giombari,
corauò
vìla,
in
intrevegnua
arepresentare
manca
a
B-G
manca
gare
ca-
20
214
è
on
dal
quela
è
on
biè
tante
Santo?
biè
al
è
da
a
da
se-nò
imparar
in
sai
Mo
che
le
belici
de
B-G
BC
On
{corr.
con
fimi
E
palazza
guardo
an?
C
nuostoo
BCDFG
re
( piovere
BG
G
scinzie
sgasafazzo
dottore,
che
in
de
on
s'
tu
que
BG),
è
i
amazze
B-G
A-F
44
sa
de
leza
iura,
e
46
B-G
B-G
seon
rason
BC
ver
pio-
sa
scintie
A-F
in
manca
45
è
B
parare
im-
bie
tanti
giesto (sgrezzo
caluonega?
cettaini?
A-F
CDG
? de
de
com
perque
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ana-
per
D-G
A
no
BCDG
se
a
scazzafasso
sen
BCDFG
cuerto
43
G
B-F
BC
B-G
42
bi
39
41
piove,
) D
que
Sancto?
D-G
B-G
del
guar-
con
E
e
2?-(t
palazzi
Tanti
i
tuto?
B-G
BEFG
annare
Pava
tutta
40
44
megior
tuti
B-G
piazze
ti
tu
com
seom
del
A
i
per
giesie
B-G
E
da
a'
38
Com)
è
guarde
con
Mo
B-G
48
G
B-G
40
on
che
amaze,
citò
Sitanti^
bie
se
Perchè
vo?
scazafasso
a
on
i
altre
perchè?
da
core
è
andar
se
sinzie,
chialò?
guarda,
tute
le
tute
paon
puossi
piova,
e
mondo
el
tuto
per
9Ìtaini,
fa
de
stetran
biè
tanti
te
tuto,
per
pia^e?
nuostro?
el
che
portegale,
cuverto
tanti
è
com
è
on
è
com
bele
tante
fiumi?
la9i, guarda,
tanti
è
on
bie
tanti
guarda,
gesie,
se-
per-
48
215
disse
coni
O
iusto!
fé
serare
el
posso
me
dir,
me
a'
sglorioso
49
la
Con
fé
AB
(com
D
que
in
F)
el
EF
le
cioè
B-G
Achivis
elapsus
in
cane,
dire
me
dire
e
dare
cognoscer
a
hi
te
B-G
/ifCgroliosoJ9(T
A
S.
DG
da
BCDG
tanto
A
cognoscere
Vn
mediis
de
54
massier
Antenore
con
BC
vorr.
e
prego
60
perzontena
ben
poere
BC
58
s-BCDG
che
cha
B-G
rare
sa-
faellare
messier
Pava,
EF
B-G
G
B
te-
Archil-
J, 246
faello
perzontena
i EF
giorioso
rancio
B-G
E
A
de
che
52
delassi
sdolzore
56
B-G
Spiteffio.
potuit,
Aen.
87
r.
B-G
B-G
BCDG
con
cfr.
B-G
dise
60
co-
Tenore
dise
55
A
A
Antenor
"
D-G
giusto
ne
«
dire
ben
nuostro
midio
53
D-G
iiore
B-G
me
a' face
CD
raesser
te
possa
massier
D-G
priego,
che
che
e
56
,
a"
Pava
DEFG
que
el
che
to
giusto
messier
e' te
Antuogno
poere,
de
laidi
no
perzontena
santo
dar
vuogi
50
E
vorae.
a'
eh'
dolzore,
da
com
59
».
,
cuore
i
te
5'i
ille
ech
sangue
o
li
de
a' favelo
com
Ver-
Antenore
«
lasso
Truogia!
da
Pava
spata-
sletran
disse:
de
mierio
te
nostro
gran
'1
che
da
Antenore
sto
quel
zilio, quando
potui
massier
fese
'che
Truogìa,
fio,
de
iusto
sangue
fazze
BCDG
B-G
o
216
gnosser
de
iiarsion
e'
che
da
venerom.
Disse
'1 disse:
sede
voi
chialò
chi
buoni
chi
ven
61
B-G
seom
Tenore
64
eh'
in
CD)
B-G
in
A
agnu72
dechiarere
A
deschiarire
i)-6?
B-F
stratuiti
71
mandon
G
Aen.
7?agnom
deschiarie
EF
sedesq;
BCDG
'1
be-
i^
a
di-
B-G
vit,
stra-
66
cioè
«
sedesque
se-
Hic
cavit
lo-
I, 25
azzo
B-G
6'-(r
Ql
8.1 B-G
B
dechiarie
68vuoli?-G
stratusque
se
B-G
A
;
è
(seon
BD-G
BC
g^'
B-G
seom
dise
v
|
a
dige
a
G
60
70
C-G
e
BF
messier
Fatavi
»
que^-i'^
tuite
el
urbem
I Teucrorum
G
.Venerom
locavit
ille
tamen
»,
que
BC
»
1'
a
BCDG
stratusq;
BD-G
el
mandom
A
B-G
Hic
«
»,
B-G
in
che
65
B-G
desq;
a' le
manca
:
ocavit
que
con
ognom
»,
narazion
vegnu.
agg.
sede
massier
D-G
che
Fatavi
zuoppo
B-F
stravlt
stravit
«
04
quando
avogaro
urbera
«
oche,
naration
m
se
«
B-F
que
per
che
digo,
ve
a-zò
che
massier
Fatavi
E,
Fava;
stratuti;
g//e
62
;
vò
no
a'
urbem
».
da
è
Verzilio,
el deciarerè
dire
orbo
Hic
«
de
e
com
anco)*a
ocavit
que
intenda,
a
Truogia,
seom
che
vegiiù,
sem
Antenore
che
a'
zepo
honi
s' al
C
stra-
DG
BC
68
217
O
vere.
in
ti
fé
tante
Teto
de
rason
de
zoile?
fisica?
fé
fato
de
ei
inchinamente
72
griegia
zià(r
75
74
D-G
ca
76
massier
Ru79
EF
la
manca
W
hetu
B-G
in
B-G
mentre
in
BC
B-G
que
G)
in
D-G
me
n' hetu
B-G
per
da
D-G
B-G
EFG
Ro-
BCDG
in
cha
B-G
B-G
lo
Pau-
D-G
el
A
testo
BC
netu
B-EG
82
B-F
que
chinametre
B-G
hetu
snegromante
manca
83
hetu
che
rason
du
slibraz-
manca
n'
BC
B-G
e
N'
77
telnorica
Albano
vegnire
scin-
A-F
BCD
81
F
qui
B-G
D-G
BC
manca
73Lie-
que
netu
netu
80
snegre-
Netu
B-G
78
B-G
e
B-F
D-G
messier
A
Mo
hetu
in
manca
EF
zon
^e-tu
no
nasce^4nassii?-(T
B-G
Tìo
so?
scintia
A
i
cagare
B-G
vegia
pe?*
indiavolò
e
cà
^
he-tn
no
fasea
a
sientia
EF
Favolo,
reson?
che
smata-
e
messier
la
d'Abana,
sletran
gran
regomante
gran
Piero
vio
de
testo
quel
diavoli
in
fato
he-tu.
'^
massier
telnorica
fìluorica,
no
si
da
slibrazon
fato
sto
è
che
quigi
tanti
^e-tu
no
che
luorica,
fato
fato
72
nasse
mo
sletran,
gran
^e-tu
ha
che
Raberto,
che
No
stuorie.
Castro,
sien^ià,
e
quel
Livio,
cà
fra
vegia
Pava
no
Aba-
faxea
A
(sinasoa
B-Gr.
218
fato
quel
sin^iò,
savio,
che
lu
Mo
massier
tanti
e
salvi
fina
per
scrocificò,
fato
e
altri
95
vergene
sie
A
guarda
G
BC
verghene
96
EF
che
ve
baB
tanti
90
primo
e
91
nassire
o
indi-
giuditio
Pana
siè
F
97
G
EF
EF
G
verdene
D
sare
las-
inchina
93
G
G
essere
per
benedetta
B-F
gnore
Si-
G
giodizio
D
da
scinziò
BG
Paraiso?
nascire
da
di
al
D-G
B-G
ai
A
salvo
G
G)
giodìtio
menargi
m'
B-G
sancti
chive
94
que
in
manca
martuoréggi
in
BC
ti
in
(insina
chialò
A
essere
EF
B-G
siè
88
haggi
n'
manca
tio
B-G
in
a'
BCDG
A
raxo/i
no
C-G
esser
per
che
B-F
scientio
85
92
lesum-Dìo
sgardenale
B-G
agno
B-G
luogo
guarde-g/ie
nassere,
B-G
gran
O
che
beneta,
e
J^IF
de
salvo,
lodisio
Maria,
vergena
o
impolare
84
del
paraiso?
in
laida
sempre
di
in
ha-gi
bon
in
gì era
al
n'
chialò
88
Mo
,
tuti
menarg^e
i
ti
in
morire?
a
cuorpi
che
veea
che
nassù
marfcoriegi
e
i suo
lagare
perchè
sante
pè?
in
Spetrarca,
vene-Io
ghe
no
bon,
rasoii
ogno
n'essere
84
Zabarela,
caliiorica
rason
de
santi
vogiù
d'
e
Francesco
dolore
chialò,
e
iusto
la
lago
l'ave
sguardenale
grande
e
scere
na-
seè.
96
219
fame,
peste,
de
soldè,
in
ste
fé
e
che
el
con
alzare
el
deverso
el
Fava,
Fava,
baia
la
pavana
a'
de
no
tal
lamen
da
e
lette
peste,
da
BC
-a
malatie
A
del
soldo
F
anchora
A
stuoteni
que
B-F
devi
intenso-
locutta
104
B-G
se
B-G
in
B-G
B-G
che
106
107
con
BCDG
108
que
qui
finiscono.
B-F
vento
demanca
dovente
G
B-G
\
B-G
nuostro
A-F
que
A
n'
E
n
103
pirlo
em-
G
Co-
insinamentre
105
EF
B-G
101
in
manca
B-G
in
manca
fluòteni
B-F
i
B-G
crie
B-G
in
ma-
deroine
D-G
fé
manca
B-G
se
l'è
B-G
guerra
B-G
az-
B-G
roesso
el mondo
109
108
tare
reci-
domando
torbolation
A
dovente
102
zo
che
a
a' la
ve
B-G
trobolation
A
in
baio
selincio.
98
100
A'
se
perchè
ananzo,
gagiardamen.
per
tuto
ha
se
104
Fava,
per
perzontena
e
che
megior
cossa
dire
ve
naturale
cossa
el
per
vag/ie
scriva:
da
com
vente
de-
Colecuta,
a-zò
se
100
Impirio
in
mondo
pa-
i
cielo
lome,
cossi
Altro
sipia.
che
me
nostro
nassù
ancora,
el
inchinamentre
per
tato
99
nassù
oltra
9elibrio
è
Roland!
sletre,
in
deroina
che
putì,
n' è
da
e
devente
che
quigi,
e
Stuotene
per
i
trobolazion,
laini
e
maletie
guere,
sipie.
112
220
liNTERLOClTORl
El
poeta
ZiLiO
inamorato
Nale
Bazarelo
Scati
Barba
Betia
noiza
Meneua
Dona
Un
putiu
Tacio
che
donzelo,
El
fa
che
osto,
mariazo
el
el
porta
presente
MeNECtAZO
Tomi
a,
moier
Senza
parlar:
Do
cantarini
Sie
armadi
Si
e
I
zugolari
Sie
con
pute
Naie
de
Zilio
con
dona
Menega
oto
con
con
la
putì
noviza.
e
pute
222
Da
armiolio
cato
o
Fremaman
a'
dig^e,
A'
si
da
a'
te
33
da
0
el
cuore
si
me
sbromba
è
sgangolire,
'1 m'
zo
eh'
è
fa
bel'
'1
into
el
sbrombola
puorpiamen
mevi
perqne
me
morire,
smagna
che
sento
com
19
a
tanta
per
A'
veramen
velò
chi
o
o
35
andò.^
36
28
ben.
vuogio
veressi
me
fé,
aiare.
a' te
frelo,
Naie
Zilio
24
pè.
in
lamentare,
per
eh'
,
compassion
mia
sentia
vini
sé
Te
magon
e
la
a
te
te
20
tegnirme
zuro,
com
col
duogia
posso
sento
voltò
re
bati
e
te
a' te
chialò.
de
m'evi
no
lamento
pezo
borezare
che
K)
presto.
moesto
son
to
za
cuore
,
,
perchè
Te
me.
presto
a'
del
piate
a
arposo
sgang/iirè
presto
frelo,
Zilio
Nale
doman
da
ne
sera,
co?)i
mexi
ho.
a'
g'
e
andò
32
polmon;
magon
1'
,
3G
agosto
cioè
sbrombola
mi
sei
corr.
223
m'
si
è
deviso
che
eba
che
spavento,
e
un
incandore.
tute
la panza.
in
de
bota
lanza,
44
lo.
l'altro
da
40
ore
imbastia
chialò
a' morire
che
So
un
gran
passe
,
e
da
una
una
o
stornimento
un
duogia
una
mosto;
vegnù
è
corbara
na
M'
de
pin
tinazo
un
,
se-I
m'
no
1' è
perchè
de
tuta
morire
de
1' è
che
de
el
che
li
in
la
a'
Mo
SI
aer
paura
de
sto
male,
spiero,
la
che
to
sta
48
snaturale
b2
vivente.
9ertamente
volta
una
,
el
questo
nostra
tuta
no
provar
scon
via
segura.
omo
tuti
Perchè
;
e
cao
sta
cossa
zascun
Betia
la
sta
me
Zilio,
Daò,
Nale
aì'a
ghe
ven
5G
luberte.
che
are
te
intin9Ìon.
saldo
poltron
,
no
4f"
bethia
te
voler
e
cosi
tolta
60
desperare.
sempre
;
59
poltrom
224
Naie,
E,
ZiLTO
ben
che
'1
che
cherzo
a'
ne
desmagona,
me
no
gozo
zarlare
to
sto
fé
te-1
sea
persona
,
64
naturale
,
eba
che
provò
provò
l' avissi
s' te
E
desgra^iò.
mi,
quanto
male
tanto
,
tanto,
ti
no
dìrissi
ne
speranza
n'ian
O
a' he
mi
de
insù
Volta-te
quel
ve
el
Che
cussi
66
pimento
ve-tu
in
,
80
male.
Naie,
indrio.
nostro
desgratio
vogiù
d' ogne
mo
76
abù
contento
romagnù
son
me.
ho
ho
che
desliberò
ZiLiO
guarir
alfin
quel
e
sbolzonè
,
pur
tuto
72
provò
ste
a' cri ti
Mo
cherzerissi
desdeliberò.
an
ne
e
cossi,
ti
Zilio,
za
68
mi,
provò
g'averissi,
me
d'esser
Nale
è
com
Bazarelo.
frelo
fazando
,
,
priessia
83
de
que
chi
via?
84
225
VoQ
percanto
m'
che
la
pur
questa
E
sé
no
e
L'
De,
za
la
desperò
chialò
vezua
che
fiiigare
,
la
de'
che
la
che
Cri-u
Baz.
No
Nale
eh'
ScATi
e
zonze
Die
Zil.
Baz.,
Mo
Nale
88
102
varga
9G
fé,
to
(la) segurtè.
o
fantuzati.
o
harba
100
Nale:
che
a
sgrandezando
domenegale?
vostro
sost.
Scati.
fazando
andasi-u
chialondena
col
cà.
dice:
vegnè,
Ben
per
farae
v'ai,
e
a
perdirà?
se
fin
a'
,
torna
esser
paura,
aer
92
desperare;
te
no
!
fé!
te
vuò
te
;
?
me
chi
de
pota
mato
andà,
sea
a' si
avesse-u
88
vargà.
squaso
che
stala
de
note
son
asse
cavala,
una
mnzà
è
don
a'
che
Nale
compagnia.
v'aia,
Die
Baz.
a
passa
104
97
ess^r
que
15
22r,
Baz.
eh'
Vuo-tu
Elo
el
el
besogno
te
veerè
manda-la
chi
fa
,
da
ScATi
se
Orsù
'1
pò
lo,
un
da
chiamentre
Vi
112
baston
un
co
fòissi
te
se
gualivo,
polenton.
tal
segrissi
cortivo,
so
a
pur
g^e
No-1
lo
in
108
pan;
doman
da
zorno
agno
lo.
l'altro
andar
sgrandezando!
me
andar
no
me
faissi
,
T'
e
de
quigi
e
un
càin
que
via
zanzarele
de
sie
124
paparele
de
an
pan
massaria;
parassi
e
mi
seese
de
scuele
120
ti
doman?
magniessi
te
dire?
vuò
con
una
Te
che
caire.
mo
meniè
te
disnar
tre
119
te
arecordi-tu
quando
a
che
zò
Se-tu
1 16
alzando
no
,
che
;
laorare,
a
de
bena
d'una
ne
che
ha
no
fare
ben
molto
pò
Naie?
diga,
a' te
,
121
de
con
macaron?
128
227
Baz.
e
(se)
cà
a
magnaa
cherzo
che
el
mo,
un
daschè
te-I
Oderzo
an
A'
O
za
ScATi
perder
a
Gì
ha,
a' vuò
quel
a
el
eh'
vo
!
lavorare,
tempo
chi.
152
mi:
una
che
i
fare
che
altro
fuossi
mo
148
Amore.
scolta-me
Bazarel,
apiasere.
Segnore,
ai
no
savere.
n' are
miegio
Fassè
eh'
vuo.ssi
el
che
144
me?
dire,
te-I
ti
dighe?
chi
A
mo.
de
sea
dig/?e.
a' te
favelomo
laido
140
chialò
a'
Bazarelo,
zanza,
una
tè?
comò
fasi-u
Che
Baz.
fo
basta
Orsù,
panza.
cancar-è!
caro,
la
la
su
veri
la
136
batù.
arae
se
me
fo-la
che
sciiela,
sgangù.
sarae
di-me:
frel
Mo,
barela.
n' altra
in
di-tu
o
portare
la
gomiero
De,
ZiLio
far
con
S' in
Da
Baz.
mia
132
recordare.
no
scoegnissi
Me
fé,
mia
la
a
cossa,
da
miga
Cancar-è!
arecordo.
me
n' è
la
Nale
baldon,
deséoto
an
dir
rason
gran
gi
de
;
ascolton
sto
Amore
; 156
228
perchè
a
quelù
e
si
De,
che
Si
Tu
Baz.
A'
no
A'
he
no-1
Ben,
che
o
per
s' te
cossi
te
el
157
177
180
se
piate
in
t' in
séa,
la
a'
g' ho,
176
ae
ste
-a
mi,
provo
sangue
174
da
,
provò
vegnei
[cane.)
vuogia
duogia
amor
lo
al
to.
gnian
questo
172
so.
non
'1 fato
sentissi
perque
corr.
provare;
vegna
l' avissi
zuro
me
'1
è
com
bega,
inamorare.
che
s' te
168
c[h]i
magne,
so
te
no.
salbega.
pussi
no
che,
mi,
delezò
questo
Mo
164
me?
provò
quel
ne,
ZiLio
lo
e
cancar-è!
provò
el
Amore
dolore.
mo
b'iestia
Cancaro
è
gh^
gran
sempre
questa
elo
'1
gh^ è,
160
pare!
me
si
l'è
,
remiliare.
che
j' esi
no
zente
puoca
de
'1 dà
che'l
A'
ben
di
servente,
so
sipia
che
dolore
gran
è
pota
va,
e
ZiLio
che
ghe
za
un
g/i' è
che
Baz.
dà
el
de
mi!
180
piate.
nuogia,
l'havissi
l'
(v
o
agg.
agg.)
280
Baz.
Te
fare
me
si
da
vegnir
de
riso,
De
va-te
A'
de
esi
te
eh'
Tien
Bar.
Va,
No
S'
te
ben
provò.
an
inchindamò
ti
Naie;
e
farae
mi.
an
che
quel
atendissi
di,
te
com
sentirae
in
216
snaturale.
è
foesse
g^'
Naie,
,
t'apica
a'
212
male.
sto
l'Amore
s'a"l
Amore
fremo
per
che
pezore;
chi
1' ha
elo
to
me
l'è
Bazarelo,
208
inteleto.
deleto
seguir
tuto
,
bel
al
apigi
voler
per
ZiLio
a
negare
d'
e
che
te
a
seno
dighe,
tu
cagare.
pur
,
fuor
vuogia,
fare.
da
ho
220
lavorare
a
,
te
ne
a
S'
te
si
no
Amore,
senterissi
dirissi:
«
de
sangue
foissi
mo
a'
com
son
el
san
in
dà
dolore
»,
Bruson!
preson
sto
224
,
mi
za
,
Zilio,
te
cherzi-me
anderae
mo
l'Amor
a
da
mi,
un
lo.
228
231
Te
ZiLio
vuoisi
A'
el
me
l'arco
sitando
mo
a
ha
si
e
va
A'
quelo,
a
fa
236
me.
abindè
gi uogi
nù
nù.
per
1' è
a'
dighe
oselo,
un
sempre
sempre
te
232
magon
Cora
l'ale
porta
drio
bolzon.
mo
puorpio,
e
E
questo,
Dio.
un
porta
se
lo
in
to,
l'è
suo
i
con
la
che
dighe,
te
Sempre
Va
dir
pur
vezù
,
volte
Nale"
Po
!
de
A'
vezù
1' è
non
le
te
Baz.
Pota!
tal
eh'
244
desmesurà,
che
cherzo
f remamen
Nian
,
verasiamen
parlar
a'
fé
mia
per
verasiamen.
di-u
a'
mi
purassè?
zuro
cossi
240
mi.
dig^e
an
ben
fiè
,
1' è
a'
co
asse,
in
cherzo
'1
un
che
gran
'1
sea
starà
no
?
botazo
248
tinazo
,
che
'1
Ma
di-vu
el
232
249
con
tinazzo
tegnir
pòesse
porta
che
l'ale
248
me.
me
sempre
da
botazzo
ol
252
lo,
corr.
da
-azo
232
'1 fòesse
che
com
puorpiamen
quando
E
pò
a'
'1 suol
a' di che
porton
256
betuzare?
a
portare
gi uogi abindè.
Amor
vossè
vu
scarpazii
che
bolzon,
nu
se
anom
questo
A
suo
coi
l'arco
e
buzò,
un
'1 zugasse
260
i tosati.
co
Duo-sa, poveritimati,
a'
com
E
che '1
ben
da
che
'1
che
E
mo
no
in
era
a' n' he
che
za
sto
sitando
va
sbolzonò
m'avesse
pi dò
altra
mondo
scritto
an-
272
senti niente
me
'1 m' abie
qìiando
stato
sbolzonando?
vivente?
omo
^escun
mi
l'ore
tute
'1
pi male,
Signore? 268
e
sempre
a' di-vu
256
r è Dio
a' di da
a
è ben
che
pò
va
264
nù?
in lo bocale.
vera
ancora,
di-u, che
per
l'ai vezù
E
E
nù
tuto
va
che
Cherzo
disi,
vu
ancora
pò
a' si!
che
ben
vezo
prima
persona.
da ad-
corr.
in
;
fondo
276
262 ben
al
verso
233
La
'1
se
de
me
El
de
me
in
mo
a'
tuto
mencion
vegnir
culo
in
tra
bolzon,
puovero
r olsa
non
g' aguagni
a'
quel
quel
284
perdi,
no
,
amanco
che
No
sbolzonà;
una
,
pur
;
vegnerà!
friegi
perchè
ZiLiO*
pi tragando
ghe
cancaro
280
cagando.
culo,
vegne
me
fià,
una
sbolzonà
una
lo
in
quelù
No
sto
foesse
no
'1
che
bona,
ben
sta
sarae
in
mo
288
tuore.
a
lo
cuore.
,
fa
questo'l
per
bota
la
che
vuò
eh' a' te-I
?
Se-tu
no
falire,
se
perda.
no
dire
pur
,
292
Baz
•
0
Nale
puti,
andè
mòa,
A'
ZiLio
te
o
ghe
280
lo
codice
gè
ha
vegna
andesse
in
{cane.)
A
di
lacuna
a
cuore;
chol
[8]
piasere?
abù
l'eba
sost.
[4]
via.
l'an9Ìcuore!
293
una
el
pur
vegna
m.enchion
287
1
in
l'ora,
Betia,
o
chir-tu
bonora!
me
gì
magni
me
[atto III]
là;
in
veéa
che
Betìa,
in
pur
ghe
no
dighe,
O
andè
vu
285
lo
questo
più di
mal
de
perque
punto
7
il
pagine.
2B4
Nale
el
Pota!
n'
ZiLio
Cri-tu
la
Nale
Tegno
la
ZiLio.
Che?
Mo
Nale
che
Orsù,
al
al
Che,
Mo
si
Nale
Mo
su,
de
si
che
s' te
fa-me-lo
24
andagom
i
mi!
si
andagom.
(24]
Brison!
de
se
con
m'
,
ven,
[28]
intenderà.
in
in
e
za
vegnir
véissi
si
Slazaro!
,
gi uogi
Buta
e,
la
|20]
ti.
mi,
san
dighe
a' te
lare.
[16]
slainerè,
la
g^e
se
san
cancaro!
sangue
a'
si
male
andare
per
mi,
Dio,
a'
de
sangue
ZiLio
de
canaro?
so
favelerè
g^e
A
che
vogion
mo
chivelò
fé
in
quelo
del
guario.
son
non
zuro,
a' fazo
Naie,
gnian
,
[12]
mato.
mi,
mo
g' /io, a'
fato?
aon
gran
questo
a' te
Mo,
che
un
dig^e
eh.' a'
Nale
armilià,
séa
pari
per
creere?
abavà?
pi
questo
me
te
da
minga
sea
per
te
A'
ZiLio
è
là,
zente
,
incontenente
presto
avisò.
[32]
235
La
ZiLio
è
Nale
Si?
Betia
Ben
Nale
Di-me,
Bona
dol^e,
sta
compagnia.
mo
sta
è-la
la
cara
matinà
la
Betia.
sera,
vegnè,
canolò.
al
ive
ponto
[36]
bela,
frela,
me
eh'
fato
aon
?
,
Per
Betia
si
Nale
Te
g'
A
la
-
g'
I
Nale
la
e
fare
de
che
te
che
t' abi
rao
no
pur
cossi
a'
sa
mal
drean,
t' è
si
pur
[48]
man.
serviore
amore,
vèere?
[52]
piasere
stentare?
de
sangue
quigi
con
da
vuogi
me
pare
despiaseole.
!
[56]
despiaseole
minga
son
può
cuor
no-1
al
te
el
lagAen
tanto
farlo
che
No
che
un
porta
Zuro
Betta
Pavan.
ben.
vuò
a'
chi
de
[44]
soran
sul
sipia
puoi
te
pò
bel
smenuzola
che
e
altro
cossi
cantare
Do,
anore
,
Orsù,
sto
[40]
tenore.
parente.
quel'
hai
che
com
'1 fa
so
fé,
bel
un
che
'1
tuto
el
pure
dire
sé
a
Betia
hsi
fantuzato
Quel
9erto.
eh'
gha
son
fare
el
a'
mi
vuoge
ben
fato
con
so,
;
chi
[60]
236
è
clie
Nale
di-me
De
di-Io
no
Mo
Nale
no
1' ^e
minga
gnian
el
Se
te-I
voliàsi
A'
a'
No
El
Betia
in
s'elo
provare.
,
[72]
ti.
mi.
dighe
Betia,
[76]
ch'a''l
stente,
m'
no
dire
in
,
,
De
provò
mantegnire.
Naie
Naie
f68j
gniente,
vuol
se
ti?
massaria.
ben
besogna
mi.
provò.
mancherae
te
el
per
mo,
ben
sta
fa
provare
Cherzi-me-lo
el
per
za
per
che
ben
fa
vuogie
ben
farae
sé
no
1' 7ie
e
el
no
el
n' è
no
da
om
[64]
Zilio,
a
no
te
E'
'1
che
Com?
Betia
ben
che
Ziìio?
vuo-ta
no
vuoge
perchè
Nale
;
via:
réalmen,
pur
perchè
A'
Betia
Betia
cara
,
,
mo
chialò.
(de)
lunzi
puocò
;
[80]
mariare.
me
far
che
'1 n' è
rasonare.
,
Vi-tu
E
62
66
si
puorpio
an
e
scazzone
da
corr.
71
pe?'que
stente
82
.
1' è
De
bon
un
81
?
scazonò
| mo
è
com
64
Mo
cane.
77
brazente
Yel:
El
no
bo.
un
me
76
perque
Vel:
se
(cane.)
sa
gniam
e
238
E
se
el
fé
che
dir
vuò
A'
che
com
in
se'l
E
che
tuor
113
118
el
verso
no
me
da
ira
fin
al
primo
fé
(cane.)
sost.
acol(e)gà,
o
da
in
i
scritto
[124]
man.
can!
dolore
i
siiore
,
a
voléa
da
la
fare,
a
a
che
raxone
126
mogiere
sopra
[128]
morte.
sorte.
117
ve
a
,
apuzà,
o
magne
no
[120]
trato
pato,
laoriero
missi
me
la
fu
mogiere,
me
bel
e
devere?
el
des(e)nar,
Com
deuere
de
[116]
rason
vu
vegnir
veerla
a
an
cuzolon,
fea
me
anche
frema,
senza
cossi:
stenton
se
del
vuogi
o
ben
l' avi
stasèa
m'ai!
Die
an
nu
per
[112]
me.
ve
se
he
no
vu,
fersa!
la
frema
me
marii
nu
per
In
è
dòere
se
la
te
carezà,
per
roersa.
star
Betìa,
mi
vegne
me
poesse
Ve,
la
a
che
Duo,
dighe,
te
tuta
sarae
Nale
a'
co
mo,
un
altro
sto
queschiato
ra-
239
la
scomen9Ì
sul
da
scorgiizo
che
1' ^e
Soii
pur
fu
Mo
fata
fiera
adesso
vi-tu?
a'
mi
pi
fa
se
fante.
alante?
e
fl^^]
mi.
ca
cossi;
acazerà
no
bon,
si
gagiardo
an
fa
La
[1^2]
baron.
,
tanibarar(e)
El
Betia
tambarare
a
dare
a
,
che
^e
Catass-io
Nale
A'
te
de
vuogia
massa
bon
(cos)si
fé
in
zuro
de
fare.
Dio
,
Zilio
è
[140]
mario!
,
un
da
om
ben
,
si
stasse
d'una
Betia,
a'
sé
agni
elo
an
sto
Betia.
Te
Nale
Mo
^e
dire
che
Orsù
0
è ?
agg.
a'
vignerà,
può
e
in
massa
to
su.
aldù
[152]
mare
,
a
tanti
135
[148]
sempre
pare
vuò
questo,
presto,
pur
questo
Orsù
155
to
de
n'averà.
un
ho
[144]
he
te
intrar
puorpiamen
de
134
g'
a
a
g^e
pigiò
a'
che
che
el
artanti
etè.
presto
marzo
ben.
pur
si
deseoto
e
vu
du
Tuti
Ti,
a
che
scorg-
1' intrare
te
ve
^e.
ne
apetè,
corr.
da
scorz-
240
promiti
te
e
Fa
te
sarè
No
te
ben
g'
'1
se
dig^e
te
co
pur
e
an
e
si
No
bon
e
zovene
el
pan.
fato
del
femene
le
Naie
[164]
san.
me
Smara(v)egio
Betia
mi
làorente
mancherà
te
[160]
fàig/iente
bon
an
ti.
per
a
bon
mo
pò
è
mi;
Betia,
'1-è
[156]
consegià,
area
foesse
no
chi.
maria.
Cherzi-me-1,
che
Zilio
a
!
to
vo
,
anche
fresca
Se-tu
che
de
No
Mo
sta
un
può
farà
com
le
due
te
sost.
parole
171
cane.
leza
dir
vuò
No
157
porà
te
no
que
ad
ti;
an
[176]
fare,
'1 posse
fu
e
possente,
scritto
dopo
158
antecedenti
sopra
175
se
rico
e
j
a
Che
[172]
mi.
mancare,
che
a,
de
sora
me
un
»
prod'omo.
te
co
pò.
.
da
om,
an
vivit(e) l'omo
pan
[168]
pan.
Gesiò?
el
vero
L'è
altro
dise
sol
e
vogion
e
el
di
Te
vin
a'
carne
«
Nale
che
alghe,
A'
che
altro
setu
cane.
è
coinè
[ che
scritto
la
241
cossi,
ma
el
Beta
Zilio
Nal,
perchè,
1-è
el
se
Mo,
.
a'
vorave
da
de
198
com
muò.
ben
un
di
gi
me,
fare.
da
ha
far
le
de',
asse,
[200]
massaria.
altra
ora
188
per
[196]
andare
urdini
d'altra
que
201
manca
Per
perchè?
può.
asse;
se
bona
[192]
dissiò
com
cosse
far
n'ian
per
sto
vuol
chi
so
per
183
a
che
quelo
meter
Sai
mi,
no
resonar
Dig^e,
le
mo
'1 stesse
che
di.
del
vorave
no
a'
Mo
azocò
dirte-la
a
[188]
stracò,
faiga
la
per
;
dromire,
a
sera
fato
de
sera
mantegnire
vo
el
perchè
[184]
stente,
se
'l-anderà
co
pò
ti,
an
bra9ente.
ch'a"l
se
mi,
per
di
te
puovero
besogna
El
fa
no
com
un
[180]
me.
veritè^
la
dirte
A
mancherà
te
no
bra9ente,
da
co
del
que
via,
di.
195
(da)
perque
16
J
242
el
no
nome
Po
sera
el
vag/ie
E
ho
l'ara
s'a'
Mo
Bbtia.
no-1
che
ben
no
che
quel
che
com
dig^e,
se
spalare.
che
sepa
asse
,
pò
!
[220]
,
a' fé ;
uomeni
a'
si
straché
,
pò
ve
pò
se
saer
com
[216]
fare.
atenderissì
me
no
fé,
mia
vorè,
te
porissi
che
fé !
la
a
prometerissi
te
[212]
te
doesse
Cri-tu
Duo-sa,
ZiLio
chi
quel
te
Sé
sbertezare,
prometo,
me
;
voluntè.
de
far
[208]
lavorare;
altra
(a') te
de
di
el
a' vorè
sangue
;
cossi.
scognù
1-arà
Al
sfiabezare
seon
quando
an
laorare.
a
de
stracò
[204]
besogna
presto
piaser
sarà
doman.
el
femene
El
cossi,
la
o
tempo
per
nu
ZiLio
far
pò
se
ben
pota
de
dromir
de
starae
spontignare.
me
tri
[224]
pare
di
,
204
213
sangue
la
{cane.)
pota
chi
sera
207
piaxer
243
la
Ston
che
a'
fin
che
Guarda,
boara
[232]
dromire.
a
sofrire
a' porae
se
dromir
partire
massara,
ben
stè
te
te
de
sé
ti, bona
e
fosse
co
via,
dromire,
stela
la
[223J
via,
vegnir
me
me
no
chi
vuò
senza
sempre
lieva,
de
note
s' te
veer
per
ti.
co
rasonar
per
pur
pè (d)e
a
ti ?
[236]
,
Starae
sempre
per
sentirte
Zilio,
Betia-
gnian
che
a' par
voli
com
e
pò,
a'
ne
da
com
uaze.
de
I Che
un
n'ai
cane.
nu,
abù,
[248]
s-ciavaze
per
bocal
[244]
rasonare
de
ca
cossi:
crepare,
una
tegni
piezo,
a
dobiè
com
mi.
a' fé
sente
ve
[240]
vorissi,
te
uomini,
Chi
240
stuferissi,
te
insorimeuto
Yu,
ti,
insegnare.
che
sàer
da
e
ti
in
rasonare.
a
me
no
Presto
cazò
scoaze,
da
241
pissare.
que
248
schia-
244
che,
el
el
se
tal
muò
no
se
questo
è
per
che
E
Mo
el
A
ZiLiO
ghe
Sarè
s' te
a'
compi
om
a'
che
el
che
i
O
forse
da
so-
il
g
274
gè
ne
uochi
Dio,
[268]
fra
per
Betia
(mia)
de
sostituire
de
crepare,
in
sgrizole
di
mario.
puorpio
par
noci
ben,
serare
dentro
dol9e
o
261
sento
me
i
da
e
l'amor
faQi
me
che
[264]
,
per
bati
di:
in
bon
ben
dig/ie
no
di
verasiamen.
Priego,
te
mi,
torè
me
de
veerè
un
[260]
maore.
l'anzecuore!
cresserà
te-I
di
in
ven
e
de
Betia,
me
di
de
eresse
sangue
cossi;
fazon
nu
sempre
[256]
puzore.
amere!
vostro
no
via
tal
el
senta
a'
nu
[252]
via,
per
e
el
lo
ovrò,
fato
de
ovrare,
ol
da
ha
se
porta
vuol
se
ive
ten
se
com
e,
el
com
i
pìviegi
,
[272]
dolore.
serore,
sole
inrazè.
è
ritoccato;
273
buegi,
serore
si
voleva
corr.
246
A'
Nale
farà
me
mo,
seror
a' te
mi
du
che
Te
no
Mi
co
el
d' incontra
Betia
Nale
mo
te
può
che
308
ben
ne
320
no
pur
far
sost.
può
la
a
corr.
fare
el
me
mogere.
mogiere;
te
con
impazo
a' fare
[316]
mancare,
^e
te
l'
veere,
dorae
a
Pota!
Laga
fare
a'
purpio
com
pòere,
me
te
[312]
za.
besogno
lag/ierè
te
no
maria?
ben
presto
sarò
s' te
,
tuto
a
avere.
mo
mi,
are
ti
a
té
pur
[308]
prometi.
prometo
Guarda
tuogi;
vuogi,
no
ve
mari
dighe
te-1
o
che
è
mio,
amor
mo,
[304]
mario.
che
cara,
forza
bon
si
per
vuogi
o
vorè.
troverò
no
pi
me
vuò
A'
te
[300]
pi.
chi.
te
com
Betia,
dir
ino
fa-te
Zilio,
La
crepare?
vuò
ve
no
Orsù,
E
chi
lagarme
o
me
a
da
[320]
mij
debito.
312
gè
di.
pò
mi
corr.
da
247
che
quel
Moa,
(e) deg/te far
che
a'
fa9e
sto
prima,
che
l' altro
che
ZiLioNale,
perchè
è
Bbtia
Orsù
Nal
Nale
e
pò
an
a'
ve
vuò
Cossi
a'
te
nu
de
no
Mo,
che
lagar
perchè,
to
Betia
di
Te
la
331
te
perque
la
vo
fare
mo
dire,
a' te
fare
nu,
che
vorà
^e
me.
veritè:
aldir
343
[340]
?
con
quel
no-1
no-1
mancare.
co
no
[336]
man.
vuo-tu
per
ben
la
an
adesso
mare
to
dago
te
fé,
[332]
mi.
dagon
vì'a
me
prometer
Betia,
Vie
è
chi,
ve
[323]
to.
amor
la
male
la
Zilio
per
di-me,
an,
a
che
me
per
,
chi.
ti.
a
quel
tato
e
Zilio
a
l'incontro,
,
fazo
el
,
artanto
an
[324]
cason
fé
mia
raerzè
ben
è
:
marìazo
ben
gran
Te
rason
sto
son
dito,
he
,
vuò
a'
sta
per
per
,
dito,
^e
menzonare.
perque
seutù,
[344]
248
E
ZiLio
perzò
fazon-lo,
El
Betia
sarà
Nale
chi
Parerà
clie
te
si
In
lubertè
fato.
[348]
ato,
fé!
te
ben
sara-l(o)
fare
voluntè.
so
de
pota
a' te
de
burto
un
contra
De,
da
Uq
Betia,
pur
andar
che
quel
d'anore.
[352]
amore
per
da
maria
ti.
per
ha
Dio
fato
ti
an
,
ti
e
No-1
far;
che
0
ZiLio
Vuoge
a'
Nale
ZiLio
pi
la
a'
Nal
si
te
,
bon
349
sost.
a
vo
le
l'ora.
fare.
[364]
besenele
int'
roba
a'
può
te
nu
ron
pò.
,
[368]
scozonò
pur
,
a
que
muò.
ogne
eh'
porte
cfr.
366
[360]
gonele
me
la
la
850
355
svaniva
neta,
me
si
m'ai,
amigo,
p..r
a'
vegnerè.
no
che
beneta.
vego
vegnerè
Tuo
eh'
no
ver
sé
no
;
bonora.
in
Die
se
[356]
scorezare
co.9sa
eh'
eh' a'
te
E,
e
è
séa
Penso
e
f(ar)è
a' voli
Dio,
Betia
te-I
cossi
e
ovrare?
vuoisi
questa
Moa,
Betia
la
no
v.
mia
ìiella
350
fa.
pronuncia
364
vuoge
249
0
Zilio
poerte
eh'
la
cerca
m
D.
Men.
On
morbo
sta
Befia
dice:
trovando,
cazà
!è
la
de
la
non
[376]
ti.
madre
la
e,
da
ninte
mezo
casa
andare,
pur
vuò
no
questo
l7i
pi
armeritare.
me
a'
[372]
ti.
cherzo
no
lagon-la
Su,
Nale
è
ti
con
a'
eh'
Dio,
de'
se
con
amigo,
un
a
fazo
a'
Zilio,
Nale
?
scrova
,
s' è
onve
Diavoli
che
Men.
Betia
He-
tu
Si,
che
a'
,
la
D.
Men.
Te
fato
m'
0
Naie,
eh©
za
la
che
frelo,
872
no
I per
a'
che
un
[384]
roversò
pie.
i
ti è
che
mo
,
vegnire,
porà
g/ie
la
[388]
ben,
va
no
ben?
da
puta
una
la
brovò!
ben
an
?
puoryi!
i
sea
suso
pare-la
puor9Ì
i
a
7?a
ealdara
digTìe,
Zilio
rave
maleto
! i
Morbo
[380]
?
an
mare
^e-gio
me
malan!
el
dea
,
D.
trovare.
se
te
volì-u
Che
Betia
la
no
Betia!
imbusare?
andà
eia
dire,
sento
s' ha
392
brovò.
que
[392]
250
Nale
No
vi-tu, mato
che
la-I fa
a' te
spazò,
bel deleto,
a
dìgy^e per
far neto
,
el trato
D. Men.
che
fare?
la voi
Mo
che diambra
Dà
a
ste-tu
a
[396]
fare ?
qui porzin ;
miti soto i pÌ9enin
de la criola,pel buzò.
[400]
Àeh! aeh! àeh! oh!
Betia
che '1 g^e n' ha tolt' un?
par
No
g/ien' ha
elo l'ha
Duo,
tolto
abù
me
Che
fe-tu
a
travasare
inroegiar la
ZiLiO Nale-frelo, a' he
Moa
Te
396
che
voi
la
se
eba
si, la
se
{cane. ) la
da
?
paura
ha
vo
[412]
scotaura.
pur
(che)la
dig/ie
corr.
[408]
trovare
vorae
da
Nale
vuogia
scopelon.
ive, a cui buson,
a'
mare,
che
[404]
diese
al cofano
0
,
paura.
la bela
ven
darte
negun
quela dura
te tuogia!
te
vegna
fita morte, che
El
Betia
a
Te
no,
D. Men.
magnare
scoto.
cagò!
fa el
gaton, [416 ]
403
no
agg.
251
far
per
leva
la
vuol
Mo
la
a'
D.
Men.
Betia
M'
inroegìe
che
Men.
a'
A'
A'
Betia.
caminare.
f
meegare
a
ben
frelo
?
[432]
aldù
7ìe-tu
,
la
che
dig/ie
[428]
vu.
,
a'
chi.
mi.
forno
el
,
forno
in
uogo
pur
Naie
via
ne
,
mieg^erè
me
Scaldò
ZiLio
muò
pi
possa
acazò
e' ^o
;
[424]
tutavia.
vegnerè
te
pele
inroegia?
Si-tu
mal.
g/i' è
no
la
via
desola.
'1 bel
Uq
[420]
gonele.
so
è andò
tuta
son
neto.
trato
le
el m'
uh!
'1
el
tuoi
Te
A'
D.
far
rason
fasseto.
el
con
La
Mare,
Betia
megior
con
male
ha
g'
,
Nale
la
Me-dio-si,
vien
Betia
al
(A')
a'
A'-l
Nale
far
su
fare
428
verso
dice:
lag^è
neto
pur
mo
m'in
adesso
fare
in
che
un
irregolare
via;
via
[436]
fasseto.
bel
un
mo
Vuo-tu
che
e
metando
vo
Do,
un
adesso
vegno
bocale!
ha
canaro
me
de
g'
neto.
far
a
mi!
mi,
vegne
an
bel
marcheto?
[440]
262
fare
A'
ben
No
Bbtia
che
no
cà,
in
a'
vorà
no
,
,
,
che
fòissi
te
vezù.
Pota
[444]
adesso
adesso
Vegno
ZiLlO
è
cofani
quanti
neto
presto
vu.
!
scazonà
1' è
mo
a
,
a'
Mo
ZiLio
me
O
Men.
che
mare!
a'
son
è
M'
'1
to
D.
Co
Men.
a'
forno
el
445
Se
'1 pan
no
sarae
I
A
diese
cane.
oimè!
[456]
ampò.
foregon
da
,
ti.
[460]
cossi
lagar
furegare.
non
a
ven
pò
impolè!
scataron.
sto
e
[452]
cazò
aver
vignerò
posso
ha,
gi
mare,
rivo
ho
pò
No
pè
male?
maleto
colegà
doviso
!
leto.
sul
chi
Cime,
g/ie
male
gran
séa
e
[448j
can.
dréan,
mal
he~t\i
ive
puor9Ì
i
i
l' àesse
figiuola,
Duo-sa,
da
el
crea
no
tira,
è
mo,
vegna
Buta-te
Betia
la
dighe
te
s' a'
D.
che
Chirzi
Nale
da
stralevare,
can?
[464]
254
che
0
ZiLiO.
Vie
a'
laido
che
serore.
in
bonora,
me
quel'
vego
te
com
ver,
e
no
ora
traterè
me
che
omo
[488J
,
pur,
a'
veii.
Segnìore!
andagon
via,
che
el
séa
Andagom
Betia
la
che
vego
[492]
è
ti
,
quel
ZiLiO
To
he
m'
te
a'
se
prometù
trato
te
no
mo.
pò
,
si
vuò
Aldi,
Betia
Te
Nale
che
forte
sbrogiò
an
ben
brondi)!,
sto
Duo,
mo
Betia
487
{cane.)
sost.
ven
da
cor7\
so
tuo
-gem
an
male!
an
[508]
mi.
ti
^
ninzuoli
sti
del
può
un
Zilio,
[504]
schina.
cavazale.
pota
carga-me
Mòa,
guasto
la
sto
Betia,
.
ramina,
sta
su
[500]
basto.
da
aseno
tuo
gonele
ste
si
mo
Moa,
ZiLio
de
te
Si
e
besenele.
assà
mi
son
fare.
ben
Bavere
an
mi.
insegnare,
portò
^e
Da-me
Betia
me-1
no
a'-l
che
da
via
mu^i
te
[496]
ti,
voressi
te
con
e
a
va
sta
preponta.
492
gom
anda-
490
ben
com
495
aldi
255
Son-gie
dighe,
Mia
séa
fasseto;
fato
t' Tie
Cancar
Nale
[512]
leto.
in
colegà
e
netà?
abroà
che
ere
onta,
muò
bon
com
mare
a'
s'a'giera
rao,
,
A'
ZiLio
che
cherzo
si
Te
Nale
Mo
n'
te
a'
frelo
tuta.
ben
da
la
pur
leto
Naie
Bbtia
portò
è
te
massaria
la
chive
[5161
sto!
sarissi
fiyial
che
puta.
[520]
portò.
he
m'
cargo
/ìe
,
quanto
e
no-1
per
V
far
de
[524]
l'ora
e
via.
tuorme
diebia
che
Ma
malora!
me
mazo
portare
levare
la
in
vedéa
no
possù
posser
lago,
he
che
ho
me
andar
mo
via
,
dir
9enza
No
ZiLio
vuò
Betia
vie
511
520
lago
527
me
porae
No
-ve
( cane.
che
cara,
No
) in
agg.
[528]
durare.
per
la
a
far
me
mia
fé.
fé,
to
512
I
524
le
corr.
525
-de-
agg.
agg.
mare?
me
a
(v)egnire,
via.
mo
ninte
[532]
crepare.
a
agg.
co^Ji
cane.
da
526
la
mazzo
in
256
a' no-l
BETiADig/ie,
m'
No
de,
Zilio,
Nale
dir,
in
BsTiANale,
no
A'
fa
se
voli
Me
de
pota
pi!
mi!
s' te
vuò.
[536]
muò.
sto
a
sforzare?
tonca
meterè
me
dir
in
là, andom
de
pigia
m'
no
fare.
me
porae
criare
a
,
Dio
per
Nale
De,
lag^è.
me
Mo
chi
(d)e
pota
camina
Betia
no
se
[540]
,
tasi
e
muò
vostro
a
vuò.
) , s' te
( mo
fare
a'
su
t'impolè!
,
.
che
daspò
che
za
E
che
e'
no
chi
son
voli
a'
cossi.
pi,
posso
le
in
[544]
vostre
man
,
meti-me
sacoman
a
mo
,
fé
Me
ai
in
N'aer
Nale
ti è
in
nanzo
che
(
cane.
mia,
cà
a
[552]
to
,
frema-te
el
un
parton
se
sbraton
una
553
andom
) mi
fé
la
fussi
migola-mezo
Mo
536
a
,
s' te
com
Betia.
za,
prometo
[548]
me.
lubertè.
vostra
paura
Te
o
sai
che
piezo
555
v.
]
vuo
sagrò.
mi,
puoco,
de
chi
,
[556]
nòela,
irregolare
caìic.
554
chi
257
fuossi
tuti
per
Zilio
bela.
non
se-tu
com
1' è ?
mi,
che
a' no-1
che
per
agne
,
ZiLio
Mo
no
Nalb
A'
vuò
È
te-I
che
No
ZiLio
che
è
tra
a'
no
farae
a'
pò
del
inchina
Se
se
no
per
a'-l
Betìa
[572]
insia
insirà
ne
magon
ti
mi
la
è
[568]
sé
te
ca
'n
dire.
a'
Naie,
m'
no
ben,
che
che
chi
me
ben.
volesse
mi
giera
[564]
scategiare.
inanzo
namorò
e
da
ben
ti
pensare
quel
asse
che
me
te
e
ti.
an
savereò'si
no
cherze
ben
si
nu
te-1
Se
•A'
sé
mi
tra
,
sarà
me
Mo
Nale
in
rovegio
un
[560]
muò
papolò.
sto
aconzon
sé.
,
che
Dio
bonté
vorà.
farò
a
vuò,
te
mo
altro
un
[576]
muò
,
perché
e
de
563
578
sexi
pe?'que
t' he
agno
1' é
inanzo
metù
in
cossa,
572
namoro
su
con
sto
la
te
corr.
mia,
via
sé;
da
[580]
inam-
258
te
s'a'
te
La
Te
la
te
lag/iesse
me!
la
fé?
per
Mo
sint-io
che
te
el
trogno
chiiidamò
de
faràe
mo
menarla
dighe
za
te
e
fin
che
no
la
fare
de'
se
[592]
an
mi
de
ti,
fantasia
de
chi
via;
[596]
chialò,
fio
are
menerò;
a' fare
muò
sto
a
no-1
de
de
Via.
perchè
[588]
dire.
a
far
contra
tuo-te-1
dire?
me
s' te
com
a'
com
to
torno
(che)
amigo,
e
[584]
,
Intiendi,
da
fiorini
zazerin,
a'
no
mi.
a
cope
Trogni-tu,
A'
ti.
con
lagTii
ti?
a
scrissi
che
Nale
la
me
ÌSLghe
me,
sto
fosse
no
Vuò
ZiLio
abua
l' arissi
no
,
che
te
n'ian
ne
e
,
Naie,
584
iorissi
597
V.
esse?'
jierqne
l'are
pò
te
questo
De
ZiLio
Paressi
no
de
pota
che
irregolare
586
te
[600]
ti,
mi:
guagnarè.
chi
me
sint-io
585
lagesse
fé !
dire?
scrissi
corr.
[604]
corr.
da
da
laga-
259
Chirzi
te
fé
me
vegnire
,
de
la
E
No
te
sé
sii
Mo
r
che
te
é
No
No
me
che
Naie,
m'ai-u
tuti
mo
626
esser
COVI
deferentia
Betia.
(che)
far
paura,
me
la
fé
chi
te
fé!
che
deferenzia
a'
sento
[620]
me.
consienzia?
eh'
cri,
pastura.
questa
za
[616]
te
/le-tu
mo
quela
è
No
mi
festa,
co.s'si.
coni
de
non
mo
la
far
a
[612]
testa.
via
mena
crer
pota
la
bela
(pò)
negun
De,
que
mi
per
Betia.
in
na
n'anderà
Vuò
623
ben
dito
fo
-La
617
metù
t' he
vorè
ti
e
mia
fantasia
1' are
che
la
in
una
è
[608]
inamorò
sto
te
?
mostrò
sempre
che
za
Questa
Betia
^e
me
siiore.
l'amore
tonca
questo
che
bìè
i
morte
tra
vu?
[624]
prometù
du
618
de
un?
esser
622
agg.
624
v.
consientia
irregolare
260
che
e
sarà
si
No
me
a'
si
Andon
la
He
via.
in
la
brusò
for(e)gon.
sto
ràisuola.
adesso,
Pasienzia
,
fé
to
per
!
meeg/ierè;
Adesso
te
te
presto
guaria.
ti
Betia?
sere
Druomi-tu
si-tu
Betia,
r
o
pasientia
ver
pur
questa
mia
cV alto
[640]
figiuola?
fe-tu,
che
Betia!
Yuò
via?
casa:
pur
Yegno
su
[636]
andagon.
pur,
in
JVTenega
chialò;
vegnir
truova
g^e
là;
pur
ivelò.
tanto
de'
[632]
cà!
a
pò
mare
i
amazare,
andon
via,
Caminè
642
osservare?
voli
stagon
me
629
partio.
congerom
No
Se
to
ancora
pur
[628]
mario?
ve
seon
no
agnun
vii
bon
voli
me-l
Pota,
de
al
vegnìa
No
D.
fra
in
an,
[644]
adroraenzà?
zò
[648]
puta.
puovera
agg.
scitu
646
fa
la
che
636
| che
647
que
cane.
262
che
dì....
un
r
^a
quest'
A
far
sapù
Andagon
el
assassen
gaton!
andagon.
via
,
I
pò
no
Vi-gì,
Briga,
cori
chi
puorpio
In
leno
D.
e
questo
la
fus-tu
eh'
e
mi
a' te
burta
( cane.
esse?'
)
com
el
soza
678
686
chi
rason.
el carbon
,
el mal
dréan,
[688]
zamban
fuogo
mal
vien
ti
e
vegne
in
l'an(;ecuore
con
676
el
[684]
chi,
stranguoria,
sita,
to-
,
,
la
la
ghe
si!
vien
farem
a'
la
e
apicà,
te
chi,
vien
Duo
man
mo
che
putanela
che
merita.
dige:
che
Yien,
le
a
madre
O
Men.
sono
anore
Aa
gi
com
,
[680]
traitore.
quel
mo
chi,
è
gi
quisti
farem
ghe
cori!
cori
che
[676]
là?
è
igi
briga,
presto
è
gi
eh'
vi-gi
là.
in
tropo
esser
de
la
la
vita,
strafita,
[692]
putanela!
v.
irregolare
{arem
682
pur
263
[te] parse-la
Di,
d' andar
Cri
mazerè
te
Duo,
Betia
Men.
Ancora
Betia
Mare,
D.
a'
che
di?
te
n'ai
fé,
Scroa
Men.
de?
me
de
me
no
mia
per
che
fato,
fhe
mo
!
drean
sgnicherè.
te
che
[696]
man.
me
mal
fato
fìQ-gìo
Zò
le
del
muò
ogne
con
pota
che
D.
int'
che
mo
?
muò
questo
a
via
bela
mo
[700]
pi;
rason.
he
no
?
cason
,
Moa,
Betia
no
che
perchè
D.
E
Men.
^e
Te
par
che
te
che
che
Di-me
Se
Betia
de'
que
706fazzo
possi
A,
vedi
de
uossi
V.
703
sea
d'
i
dolore
far
om
le
pur
me
707mariazzo
[712]
può
rason.
che
a'
son
(a') si
com
carne,
corr.
muò?
sto
un
698
irregolare
cason
[708]
ti?
per
a
mo
aspitè
e
?
anore
chi!
crepar
e-l'
mo
mariazo!
,
intendi
e
me
chi
mo
Mare,
696
'1
vegne
te
bel
un
fazo.
a'-l
aponto
si fato
Te
[704]
za,
maria.
sea
questo
per
dar
doi
me
da
r-
709
mo
705
qui
vu?
[716]
(cane.)
perque
716
com
264
Quel
ve
si
piase
me
pi,
tanto
A'
e
'1
che
tuti
ve
respondo
bon.
seon
[724J
impastè
de.
me
'1
di
?
sape
ve
no
Se
[720]
vo.
irapolò
pasta
fa
no
mi,
per
ai
che
an
[728]
rason
manco
ancora
sili,
el
ai
m'
questo
per
mi;
an
dìg^e,
una
vu,
vu
che
ve
de
mo
rason
perchè
Perchè
a
com
la
perchè
Mo
bon
sape
,
che
doessè
n' ari
ari
ne
mi
Men.
Te
sé
te
tuto
D.
Men.
720
que
Si
in
lo
doxento
marcheto
un
fato
de
ben
721
;
[736]
neto
bon
cui, che
pe?'que
731
fato
1' he
me
feste,
veste.
o
el
[732]
dare,
fare
ne
noce,
n' he
me
Mo
Betia
ne
t' hai
che
de
briga
cotole
ni'an
darme,
scoegnù
asse
pò
per
D.
,
lire
me
com
:
d' indotarme
briga
dosento
ne
bon
tegnirve
cà
guagnà.
an
'1
no
!
gh'
pe?'que
è
osso.
722
[740]
per-
265
Dio,
Per
te
el
magno
Putana,
da
(A)vere
l' ha
Vi-u
scrovazola!
sta
soperbia,
[744]
!
vorà
la
ancora
niente,
guagnà
he
r
te
dente.
coi
naso
scrova
culo
col
adosso,
salto
te
se
!
brasola
guagnò
,
zozolo
de-g^e
che
O
malan
è
L'
che
-
1' è
'1
se
Mo
,
che
,
vorà
se
è
L'
sé
ve
che
se
dire,
ben
se
no
me
[756]
pò
vo
sai
a'
com
zoven
stente,
se
mantegnire.
a'
mare,
zò
'1
che
sempre
acatar
[752]
brazente
'1' è
besogna
'1
Dio!
mario.
me
che
vera
furfante.
un
da-g7?e
te
fià
Una
Betia
trovò
s' ha
la
[748]
fante,
la
a
;
,
r
è
'1
che
E
se
so,
Men.
Te
g\iarderi
da
muor
vuò
fame
t' intendo
di,
[760]
ben.
intendi
ben,
fame
che
dire
el
'1 stente
faze....
me
negun
D.
che
raiegio
me.
^e,
te
a
la
busa
[764]
.
,
745
758
zouen
sost.
avere
corr.
da
guarda
a
-ne
757
que
266
O
samban
fuogo
è
questo
Te
A'
,
che
vuogio
te
daschè
L'
è
Mo
E
papi
sta
No
re
questa
a
va
eh'
Mo
a' n'
no
seando
767
te
è
de
sul
puta,
diui
an
vile?
ste
vu
co
un
C07i
ui
[784]
Pavan?
pan
de
quelo
[780j
mile,
altro
andassi
(cane.)
per
chi
provar
[776]
di
el
pi
pur
mi?
prima
quela
ano
digTie,
E
la
e
?
amore
zenia
tuto
agno
e
d'
segnoria.
so
vìa
va
negun
signore
e
fuossi
,
un.
che
1' altra
soto
Son
a
muzar
e
tuta
e
mare
,
amore
me
[772]
mare
o
vi-u,
pò
,
luogo
,
no
no
fuogo
furegare.
cossa
portar
a
de
truovi
no
ben
gran
[768j
meegare
stizo
te
farte
per
caminare?
mo
bon
un
brovò!
t'ha
po(ss)ivi
no
con
Bbtia
ravolò
el
divi
che
brasa!
te
so
,
pare.
via, mare,
[788]
soldo?
agg
770
stizzo
267
li
de
a
te
Te
par
Te
te
si
e
che
fì
a'
de
star
mia
Te
794
dientia
fo
ano
un
he
za
per
si-vu
sto
eh'
a'
dovi
eh'
a'
giera
pinitinzia
in
co
[804]
frare
un
fo
cason.
ste
rason;
[808]
volente.
la
cason
è?
pur
pensarg/ie
da
(cane.) putpini
dò
com
si
803
,
tossegare
che
A'
e
pò
,
fato
Mare,
Betia
[800]
obidi'enzia,
mare,
è
te
rason,
an
frare
me
non
fi,
costion
a' vussi
perchè
a'-l
soldo,
col
per
'1
eh'
[796]
mi?
che
avi
el
bela?
sea
con
schivar
via
a'-l
la
ciie
ne
con
an
,
perchè
per
andi
stransia
meter
ghe
[792]
putanela!
mo
se
no
pare
via.
la
soza
vuò
me
elo
vegna
e
scrova
e
che
an
,
Te
,
ananzo
Duo
Men.
frare
un
,
menasse
ve
pò,
con
puoco
puoco
D.
via
andassi
Ancora
tintia
vu,
su
[812J
mariare.
797
pe?'que
807raxon
802
809
obicom
268
Vu
e
mi
e
si
a'
e
l'ai
no
si
dig/te,
Di-meu
Men.
che
Per
Dio!
che
te
a'
abi
zò
per
te
di-me
De
t' ha-lo
ben?
si
fremamen
abù
in
man
dal
pan
;
[828]
che
quel
mo
te
può
un
a
di.
mi
,
,
catò
e' Ae-tu
che
'1 par
che
No
de
828
835
cuw
1
le
1' è
cum
habi
e
poltron,
di
[832]
algiron,
un
dal
mo
gambe
(cane.)
sto
puorpio
vegne
vi-tu
in
an....
,
tegno
di
[824]
pan.
mo
vuoisi
mescolota
la
pi
può
g^e
partio,
ogno
me
n
te
mario.
a
magne
[820]
me.
stare
tuor
questo
no
se
altro
a'
senza
vuò
E'
volere
un
sempre
cossi
devere.
de
a
[816]
,
el
mo
pò
Inanzo
D.
prometù
pensè
darme
questù
a
farme
de
elo
No
ho
g'
pò
atacò,
Uq
me
a'
e
fato
a' 1' ^e
ve
fare,
vogiù
palù?
menù
slachiti?
830
verso
[836]
irreg'
270
Va
in
de
andar
ver
in
si
Te
,
QUARTO
sto
Mo
Nale
de
g/ie
n'
a'
Naie.
ti,
cason
longo
fremarse
no
via,
per
zonzèa
4
me.
cherzù
arae
via,
la
a
ZiLio
Se-tu
Nale
Se
Te
ZiLio
doesse
i
zò
sé?
no-1
A'
n'
Se
no
eh'
i
no
r
me
dire?
che
a' te-I
mo
no-1
sé.
8
dire:
crezù.
me
arae
vuò
te
m'ai,
Die
vegnire.
me
che
fé
,
,
eh'
tuti
andati
ato
robe.
senza
i
[864J
castigare.
andaven
Se
posta.
desposta
terzo
ATTO
[ZiLio]
to
son
se
el
le
con
a'
te
finisse
casa
da
via
se
insegnerò
te
muò
Agne
Qui
che
cà,
vezù,
aesse
zurò
l' àesse
12
,
che
te
le
861
finisce
me
parole
cha
corr.
7
que
usò
avissi
che
da
te
che
sé;
che
agg.
864
òis
271
che
tegnù
t' he
Mo
frelo
per
te
e
fessi
no
minga,
che
da
amigo
la
digo.
no
16
zercare
fare,
volivi
te
de
se-tu
pi
voler
per
che
quel
me
sempre
20
Betia.
mia
,
Te
fato
esi
ti
e
vilania
flessi
me
da
Za
Te
me
No
vi-tu
fé.
la
a
24
?
me
spazó.
mato
par
,
,
di-tu
! che
Cancaro
Nale
,
.
puorti
te
no
Naie
Naie
amigo
,
te
male.
gran
che
?
sbertezò
ae
,
Se
cri,
te
eh'
a'
te
Mo,
A
e
che
Nale
Pota!
No
21
me
pò
te
te
agg.
me
32
ben
creea,
bon
da
que
a'
36
seno.
perdù
che
25
mi?
parea,
mi
flessi
in
mi?
se-gie
cossi
viivi-tu
parel
me
fianza
el
he
sbertezare.
in
de
che
an
seno,
puoco
puoca
mo
28
seno.
diesse
Naie,
mi
he
sangue
si
^e
bon
te
no-1
al
Mo,
ZiLio
da
disèa
No
el
seno.
grignava
28
| che
agg.
272
a' la
e
si
e
eia
che
che
delezessi
te
Com
Nalb
Dig/ie
Naie
Mo
diese,
valent'
con
frel
vagM
spi
con
uomeni
le
se
e
smagie
43
que
(cane.)
fa9en.
vuò
te
56
ben.
a
clamare,
pi indusiare,
zenza
42
vorà
te
52
l'avere
te
te
che
pord'ora?
poltron,
vedere
che
Vo
Nale
i
te
quel
fa9en
a'
di
che
an
pò
ben.
fare
de'
despeto
al
dig/ie,
ZiLiO
sarè
a'
che
mo
che
se
48
vuogio
te
se
com
e
provò,
,
Yuo-tu
E
inzuriò.
chi
mo
an
e
,
saverè,
te-1
Zìlìo,
t' ho,
a'
se
m'avere
te
44
me.
.
fuossi
frelo,
?
morire!
possa
perdona-me
Mo
dire
salvi
te
a' crea,
Mo,
ZiLiO
ti
rasonar
ver
e
40
mi,
spontegnava
farte
per
spontegnava
mo
58
e
pord'
e
60
sponton,
om
,
corav'ine
agg.
chiamare
45
mo
agg.
273
archi
e
con
e
du-me
arme
an
a' stare
Perchè
iuchin
de
Veerè
che,
azò
la
no
A
sto
de
al
stemerò
intreron
Com
eia
ghe
e
ciamar
e
Zanin
e
Basegio
e
e
85
to
Menego
e
me
Meciele
sarae
Mechìele
an
cà.
a'
via.
vago
76
via
Botazi
Matarazi
Pigia-vento
80
Spavento
Zanin
e
e
70
an
in
sentirà,
fato
di
barba
forza
Duozo
a
72
scorza.
per
frelo,
su,
forza.
una
de
cà,
despetoso,
per
Gh^
Mo
in
68
pò.
a' l'averomo
ZiLio
là,
sarae
muò,
vegnirà
me
andon
se
ghe
gi
vegnerè.
te
vìa
64
chi
l' insisse
andar
mi:
per
mi
che
se
per
No
celarne;
e
cosin
Mìozo
Bortolozo
Bonato
compare
84
Rovegato
Tofano
sost.
8G
Peron,
a
foesse
78
chiamar
Tophano
18
274
frel
so
Mascalzon
^eco
,
Nale
Guarda
ZiLio
Moa,
far
Mo
su
Se
de
a'
solo
questo
de
la
che
La
a'
si
92
V.
da
irreg.
aspi-
vezù
104
ben.
vo
si
du
mari.
sangue
de
aer
ere
al
mata,
la
la
a
in
93
96
torae
-a
reale,
an
agg.
o
mi!
108
snaturale,
bon
ben
l'^a
che
100
fremamen
n'^e,
gnian
castron;
questù,
a
an
me
a' tegno
eh'
e
man
cason
he
Befia
le
bichi
per
a'
che
che
Pavan,
a
calarg/ie-la
za
Mi
del
essere
quisti
bando
in
e
vugio
96
colando.
andar
Pava
con
aspeterè,
che
pesto
ergesse
e
vegnerè.
a'
va,
torna
e
chi,
pur
adesso
92
mi.
a
aspeta-me
che
corr.
Cagarola.
Laga-me
Nale
Brasola
Duozo
an
menare
Marco
igi
e
può
te
se
con
88
Gambarare.
Perduo^imo
presto
tri.
94
aspetterò
corando.**
j
275
eh'
pi
perchè
tanto
,
l'
miegio
Vuò
doesse
No
di,
che
no
che
n'
perchè
el
aesse
de
ben
sé
;
120
vento
doere
puorpio
è
1' è
ììghe-ve
cossi,
far
a
far
vuogio
com
perchè
mi
,
128
mencionazo.
un
al
questa
desmenteg^è
ve-1
124
no,
assassinò;
è
n'
pè.
fé
v' in
no
el
tegno
neguna,
el
mo
a'
o
questo
Zilio
no
al
semeno
consinzia
Mo
contento
me
,
a'
che
fa,
vostra
per
descon9essè,
me
no
mo
E
116
avere,
veere.
a
pur
g^e-1
tanto,
quanto
farg^e-1'
stè
Briga,
far
muò
tuto
roinarme,
112
averae.
int'ogne
se
mancherae,
i
manco
tanto
pi
fosse
i
,
brazo,
pi
,
che
disi
fé
con
111
128
corr.
corr.
124
que
noela
116
da
-azo
mi
a
fargela
132
da
da
menchion
ne
rufar121
avere
-azo
132
mencion,
un
125
corr
:
roinarme
consintia
menchionazzo
da
una
perque
gelhavere
dito
1' he
corr.
129
per
da
brazzo
no
276
ai
agni
de
festa
in
diese
far
fé
l'aneme
che
E
danè,
del
136
dolore.
ha
amore
per
e' ha
riso
,
d'abiso,
ne
sol
è
questo
,
paraiso
fondo
in
è
perdon
dìavolati
i
,
che
a
E
i
sgrigna
se
le
perchè
bele,
par
de
tromentare
,
ogn'
el
sola
sola
fe-lo
la
el
mo
la
trovò
su
scaltri.
144
chi:
può
un
mo
quando
,
fesse
se
fare
dorea
in
gW
om
i mencion
disi-me
De,
140
,
si che
eh'
ghe
i sta
rire
pe-1
mati
nòele.
ste
veere
biè
muò
a
Betia
via.
mariazo
an
?
148
,
no
andarae
Orsù,
mi
El
a'
o
mo
sea
posso
no
che,
Dio
se
è
doere
le
per
cossi
son
savio
sti
ha
fat'un
de
man.
fato,
mato,
o
pair
an
mie
152
maron;
mencion,
inmencionare
,
azò
no
fata
cossa
142
chion
153
V.
irreg.
3 45
menchion
deh
trovare
posse
a
143
148
154
fin.
negun
ognhom
mo
agg.
i?òmenchionare
144
149
menv.
%rr.
278
stè
e
a'
co
Va
oltra
vien
su
ti, Marco,
ive
può
un
con9erè.
ve
quel'
co
arco
,
,
dig^e,
a'
che
Ti
18
man.
in
man
,
,
ive
va
via
quela
che
esi
Buta
ti
la
da
ti
aldi,
bonora,
in
pi
là
in
faora.
de
bo
a
Fa-te
t
.
balestra
la
hQ
da
bo
a
188
roela.
gonela,
quel
sponton.
,
Vie
fa-t'ananzo
E
muò
dig^e
ve
dig^e,
in
stregia,
Orsù,
197
a
agg.
al
da
l'un
un
drio
con
de
nome
moa
può,
200
muò
bon
con
in
man.
un
conze-ve
de
ve
no
bo
man;
,
,
altri
in
ronca
a
196
chi
può
un
ti.
per
an
la
esi
fa-te
e
ch'andag^en
vo
fa-te
su,
vu
ben.
una
ti, che
a'
veeo
governar
menarne
Mòa
192
,
Agno
E
si
t' è
speo.
,
sapi-te
a
'
quel
co
ch.e
ti
pò
Peron,
Tofeno
chi,
l'altro,
l'altro.
204
Dio,
204
-su
agg.
279
agn'
si
ora
Su
me
drio.
vegne
vegni
fuora
adesso
a'
poltron
che
e
a'
Vegni,
Si
fari
ne
no
che
no
si
provare.
me
sempre
e
no
a' fosse
se
208
vuogio
ve
Mo
a'
responderon
muzare.
capela9i
fussi.
,
,
,
mu9erè;
buoni
per
212
nu,
per
du
agnun
,
de
pensirg^e,
adesso
che
D.
Fuora
Men.
-
chi
Orsù,
tuoga
Nale
Su,
e
ZiLio
D.
Ta^io
arme
chi
de
Pota
MEN.Tuo-te
mo
to
Do
213
que
fosse
,
corr.
sicl
223
assento
220
cà.
be-sà!
! che
a'
romore
?
chi
sento
de
stè
Tacio
uuogio
224
de
224
chi,
fé, Ta9Ìo.
cara
,
209
mi
via
digo,
Moa,
indrio
può
traitore.
eh'
quel
mo
drio.
vegne
un
vuò
ve
216
amore
me
be-sà,
osto
Mex.
e
tiron-se
per
D.
porta
me
arme.
traitore.
sti
be-sà,
A'
TAgio
è
insir
è
D.
le
lagon-gi
Mo,
Men.
no
àon
gi
darme,
che
indrio.
da
de
uogion
mi
228
andare.
laga-me
corr.
210
da
v.
di
irr.
me
280
fé.
No
[TAgio]
lì, Zilio,
E
de
pota
Naie,
andar
e
in
desfare
comò
arecordo
236
can?
un
Pavan
sul
in
abìando,
mal
là,
in
bando
in
sempre
e
232
fare?
vuo-tu
per
qua
lo,
un
impolò!
vuo-tu
rabiando
T'
t'ha
che
te
e
da
sta
chi
mo
Di-me,
amazare?
voli
Ve
,
che
Stè
indrio,
no
Stè
indrio,
se
a' vuò
Pota,
ZiLiO
Vegni
Su,
TAgio
D.
A'
vuò
A'
De,
e
280
agg.
qua.
Di-me
vegnù
Sta
indrio,
246
j
eh
cane
noela.
roela.
la
un
può
248
muò
che
cossi
remore?
a
Salvaore,
far
laghe-me
(cane.)
244
indrio.
questa
a
mi.
Ta^io.
Stè
si-u
lun
dig^e
te
da
vie
240
ben.
mi.
indrio,
ti, Naie:
e
de
conzan
Zilio,
compare.
s'amazen.
vegnir,
sta
stare.
voli
me
drio
vuogio.
no
vegni,
indrio,
sta
bon
pur
che
via
Laga-lo
Mbn.
Taqio
è
[e]l g^e
un
a
232
que-
252
mi.
que
agg.
237
249
-do
que
281
Mo
Perchè
ZiLio
che
la
questa
dei
perchè
a'
Men.
Te
A'
un
può,
a'
Nìan
mia
255
rintia
277
V.
a'
agg.
irr.
a'
me
fìgiuola
con
264
278
me
amore,
2G8
cossi
fa9è
passe
la
ghe
de,
272
pase.
de
pase,
la
ghe
no
anore.
mi.
favelar
no
me
per
bona
una
fìgiuola
in
el
che
e
264
lare
me
l' inzurie
far
che
mi
conzare.
mo
che
che
Mo
Men.
vuò
la
indrio
remeti,
e
in
erinzia
ahi
vuò
e
D.
remeti
la
ascolte-me
e
260
mare,
poressi
Tasi
TAgio
?
pare
,
no
che
anore?
t' im
Menega
che
bel
un
Che
questo.
vuò
remore?
a
fato
?
vu
questo
dona
Su,
a'
D.
1-è
256
prometù.
cossi,
mo
Si,
via
Betia,
ha
per
MEN,M'^a-l
Taqio
menò
la
me
e-la
Si-u
D.
he
a'
Dii-me
Taqio
,
,
fìgiuola,
so
di.
Zilio
presto
su
o
276
questù.
defe-
263
cane.
pe?'que
dago^n
me..
dare
gAe
a
fare
270
|
e
cane.
282
M'
ZiLio
orsù,
m'orsù,
Nale
se
te
s'andagò
a
ver
a
senza
Po,
se
qualche
cossa
ZiLio
Laga-me,
D.
No
Men.
la
dare,
280
darà,
farà.
se
284
mi!
de
altri
aponto
Fa-te
vuol
mazare.
pota
vuò
anemale.
la
te
no
orsù,
Naie.
entro.
può,
un
m'
orsù,
dagom
Aspieta
Sia
m'
orsù,
m'
ca
ti.
zazerin.
ananzo
,
De
TAgio
indrio
sta
,
,
D.Men.
Ta9Ìo,
TAgio
tuo-te
No
vuò
Me
smaravegio
On
è
Ve
e
el
se
el
sarà
dagom
a'
che
la
,
288
chi.
questù.
ca
de
vu,
292
oselo.
un
9ervelo?
noela
sta
putanela
se
eh'
e,
de
bon
per
una
Lag^è
via
vostro
desfar,
Voli-u
mi.
co
voli
per
a
altri
meterve
a
278
far
laga-me
e
9ervelin
vuol
ve
dighe
la
se-I
n'averà
piezo
293
296
cossi?
la
mi?
galde
an
pan,
per
bon
eia.
agg.
300
288
la
Se
farà
la
Basta,
con
la
che
eia
Dio
D.Men.Do,
chi
La
voléa
a'
com
e
'1
ha
O
Mbn.
Tavio
se
a'
O
oss'
la
che
né
310
ferintia
'1
gAe
no
,
per
Pavana.
putana,
guastò
1' ha
316
anore
me
soza
el bel
mondo.
320
rèondo!
guastò
(si)
mancherà
altro
gnian
com
guan,
pan,
a'
324
cri.
,
pasientia
319
el
mondo
se
no
ti.
traitore,
andar
pur
del
Pota
dir
sto
morbo!
la s'ha
TAgio
ài.
m'
vuò
te
312
nu.
vu
Die
tolto
no
da
,
ha
m'
pasinzia
de
se
muò
Agno
via.
mancò
porà
lamentar,
D.
308
soferinzia,
no
se
no
impazare?
a
può
un
bona
che
La
chi
de
séa
an
andà
massaria,
abiè
Mo
Liberale,
mariare
bona
si
in
304
male.
so
s'e-la
con
sta
era
san
e
,
porà.
del
sola
cason
Taqio
gonela
averà
no
con
sozza
e
311
cane.
324
cow
so-
284
sé
A'
che
da
veii
v'
e
n'
è
me
za
paga
che
1' è
g/i'
Da
bià
che-I
è
làorente.
per
bra9ente
via.
spolare
a
336
!
tibiare
a
,
,
o
332
massaria,
aver
ara
chi
de
quela
la
su
328
fé,
mia
bon
megio
pò
vole.
in
me.
la
a
un
,
no
gA'
sempre
dighe
ve
'1
parole
dig^e,
ve
malvasia,
che
vuol
no
A'
0
l'ostarla,
a
ghe
di
agno
imprometo
si
A'
mi
se
e,
E
Zilio
voli
a
fosse
cavar
,
perchè
elo
è
an
mi
E
se
D.
Men.
A'
a'
el
provò
el
si, fuossi
dighe
ve
no
340
clamò.
1' he
vegne
ve
me,
sempre
primo
a'
me
Mo
TAgio
sempre,
mal
,
dréan!
da
uovra
pan!
344
trognando
no
,
delezando
vom
,
che
e
a'
'1-è
si
è
bon
un
pò
dighe
làorente
inteligente
ben
mo
chiamo
348
scaltrio
,
,
340
,
345
now
286
D.
Men.
Te
Ta";3I0
1-è,
me
Orsù,
dona
che
vuò
che
avi
Me
sai-u
9erca
ogn'
sta
che
la
el
an,
za
'1
so
megio?
è
de
megio:
sto
male,
me
g^e
no
380
rason.
om
de
cason
el
purg/ie
digy^e,
el
cossi
eia
che
vu.
gran
sempre
è
376
intendù?
che
La
e
tra
pa^e
ha
che
dag^è
fayè
elo
Si
azò
a'
mo
Perchè
la
ghe
bona
[u]na
No
mare
,
a' vuò
an
andare.
Menega
,
e
compagnon....
lagon-la
mo
Vu
o
384
male
pecò,
so
vo
,
ch'eia
dee-la,
D.MEN.Puorpio
a'
zò
che
la
Mo
374
380
ognhon
391
que
te
no
che
a'
Orsù
mo
perquel
dega
ben
molto
con
385
la
ghe
,
sta
sta
per
orsù
è
el
rason,
vuò
1
caìic.
que
a
;
392
pecò.
so
pò
vuogie
sost.
dare
purgare
pensare
ghe
388
cason.
osu
381
388
dota.
dar
378
ognom
derla
pa9e
sic !
corr.
caxon
da
287
ZiLio
-
A'
vuogio
no
la
De-me
e
Mo
Taqio
siè
Via
D.
Men.
V
ìa.ghè
la
Mo
su,
si
e
sol
Vuò
a' te
te
vuò
far
la
andar
Tiè
mente
che
la
che
spiero
Cancaro!
el
al
andar
colo
Aldi-tu
a
ti
mo
in
408
chi.
dighe
di,
tropi
( te ) sarè
sarà
bando,
abiando.
mal
a'
galdi
a'
si
ti
,
bieste
no
404
cossi.
de
per
fte)
fazo
smatare,
vuò
aposta
400
dare^
sbuelasse,
s' a' te
fa^è
a'
la
vuò
me
no
che
che
'1 mariazo.
e
la
te
,
Ta(;io
acordè.
pase
a'
mi.
a
biegi
per
za
No
impazo
ve,
396
cossi,
puta
l'arme.
chi
dota.
vostra
apicò.
apicó
la
Betia.
412
Cia?
an
,
Porta,
dig^e
eh'
porta
de
V.
irr.
eh'
sempre
1' è bona
vin,
merzamin
,
a' vuò
perchè
406
quel
,
del
qua
a
a' fazon
la
me
Dio
408
e
qua
mo
sta
; 416
pase
pase
per
417
tuti.
perque
288
A'
baoni
Fé
che
a'
amisi
e
vuò
Toche-ve
Men.
su
bevi
che
Mo
su,
Te
vuò
dig^e
E
Zilio
la
Taqio
419
puro
fa
è
guardar
va
e
agg.
può
un
de
i
a
seon
festa.
436
festa.
si.
cossi:
ti. Naie,
in
de
far
mi
cata
no
432
matiera!
una
pur
mo,
adesso.
vontìera.
dighe
va
e
bel
adesso
ben
ve
via.
Betia,
to
de
vuogio
mi
in
adesso
a' fazem
428
mauro,
puro.
la
ben,
Vo
Zilio,
e
bon
dar
questa
no
bocale,
raeti-te
torè
A'
TAgio
el
'1-è
Mo
A'
D.Men.
mi
an
424
[ti] Naie,
e
con
dighe,
ve
chi.
bevi;
ti, Zilio,
bevi
420
an?
bere
Menega,
e
D.
da
pur
friegi.
man.
9ia,
mo,
Porta
a'
la
tuti
Aldi-tu
Dona
buoni
castiegi.
cari
pase,
tuti
sèon
zugolari
dinari;
e
vu
tuti
440
289
che
pute
chi
che
fazomofare
festa
una
el
che
m'
andè
Mo
è
bela
sarà
la
a
baiare.
a
444
sprovisa,
davisa
mi
mo
e
puti
e
i vegne
vuò
A'
le
de
catè
448
zente.
arem
prestamente
su
.
chi
vegni
e
che
faren
Te
la
cà
a
el
so,
parente.
menerò
si
D.MEN.A'te
le
perchè
Fé
a'
com
Fe-la
D.
Mex.
No
E
TAgio
mi
Tasi,
e
447
454
corr.
l'altre
crestiana,
davisa
de
si.
tasi
464
governare.
da
corr.
coìì
460
pute.
pute.
dig^e
lag/ie-ve
bagatele
da
de
altre
ve
asìare,
inviare,
an
vorae
mi:
ben
può
456
mi.
per
dighe
ve
dighe,
a'
fa
no
un
mandò
e
smerdarele,
tante
nian
vorà
no
bagatele,
ni
feste,
ste
TAgio
a'
dig^e,
452
cà.
a
•
t
agg.
448
do463
arom
crestiana
cri«
19
290
D.
Mo
Men.
Nardo
su
chivelò
e
mia
e
la
Dupza
e
la
Gnua
di
la
Fior
la
de
Meneg/iina,
lapemina,
e
di
472
Mecelon,
Menegon
,
Scanferlati
di
Beolda
la
468
Bertola9Ì
Menega9Ì
de
neza
Cecheta
la
e
Perduoyima
fìgiuole
Beta
neza
di
Trese
e
clamare
a
va
,
,
,
de
^ia
la
la
ine
di
Menega
da
Ta9ia
la
e
Mo
Ciamè
Ta^io
D.
0
Betia
D.
Men.
mare,
te
465
mechelon
digy^e,
ti
No
via,
di-u
484
chi.
a
mi?
sbardaòsuola.
per
dare
al
to
477
an?
massara,
pi
chiamare
cà.
malan?
col
vuò
te
vo
de
480
va.
Aldi-tu
chi.
bona
mia
A
Pagiarin.
dighe,
Vien,
Scapin,
fuor
vien
chi
a
di
mo
va
Betia
Su,
Men.
476
Cornegiana
di
su,
,
Matana,
Taogna
Peruola
Scati
compar
472
figiuola
488
mario.
fìgiuole
cornegiana
;
C07i
481
o
agg.
chiame
291
Mo
crer
no
de
vegnirme
Da
fa
e
eh'
ben
che
che
to
mario
l'
int'
492
,
da
de
ano
vescoò
fame
Pava
a
de
o
fame.
la
scucia
496
fava
Santo
a
muò
ogne
andasea
na
in
va
può
te
sgang^irè
Sé
cà.
a
pur,
se
cherze
te
Dìo,
,
a'
tuor
a
via
ben
pur
de
pi
me
va-te
mo
fé
in
ne,
Urban
,
Pensa
che
mo
a'
da
0
501
in
COTTI
a
a'
bela,
me
504
mare,
za
e
mi.
com
mi,
grama
508
me?
fato
perdonò
me
506
con
a
agg.
508
com
510-11
V ordine
mare.
cara
498
cane.
priego
ristabilito
vivea
,
dol9e,
I
500
scorezare
/le-gie
eh'
Priego
pan.
proverò.
la
trista
che
mo
el
questo
per
mezo
l' andasea,
te-I
cara
vogìè
Oimè!
un
povertà.
là;
Dio,
e
com
tanta
gnian
495
sé
pur
ve
no
vin
com
no
me
Va
Bbtia
(d)e
può
un
,
Dall'
di
due
que
amanuense
questi
richiami.
due
500
509
com
i
agg.
vertito
fu in-
versi,
poi
292
L'amor
Cri
Me
Taqio
fare
no-1
eh' a'
de
smaravegio
sarè
s' te
fare.
fato
l'ha
me
512
pi.
me
ti
,
doerè
te
co
,
la
e
an
si
da
vera
e
vuò
esser
I
de
si
a'
vuò
524
farom
fato
me
Betthia
o
-em
cà.
a
andagom
(la) pase
la
qua,
to
mare.
528
fare
Tagio.
fé
la
a
in
com
barba
che
a'
che
s' a'
518
dito
524
trato.
,
caro
su,
chi.
adesso
fe-me-la
Mo
za,
cossi.
int'un
su,
chi,
e
far
menerà
te
520
mostrò
bagi
pò
Adesso
dirà.
he
de
a' fem
eh'
TAgio
V
du
i
fìgiuola
la
(v)egnir
Lieva
Betia
che
andare
fìgiuola.
so
me
Farom
e
buona
mustri
ne
516
aì'erà
te
traterà
zò
no
me,
ben,
te
far
Te
TAgiO
da
om
e
Men.
sempre
mare
da
A'
Betia
D.
to
de
Dio,
532
g/ie perdonò
remetè,
cri
me
far
519
agg.
527
piasere.
esser
andagom
520
528
que
com
294
si
te
te
e
si
e
e
si
tato
te
vaogio
a'
che
figiuola
me
te
vuò
che
la
mia
cara
Betia
Mo
no
eh'
che
a'
del
A'
Men.
no
Qui
la
ììiare
O
Betia
in
va
mia
che
Ta^io
Tiè
pur
fremo
Betia
No
o
lesum,
574
bis
Qui
^e
576
mare,
voli-u
morire.
tegnire,
a
la
Dio,
m'
bela
che
0
Ve
572
angossa.
su,
posso,
fé.
vostra
dir?
Aigie-me-la
mare,
serare.
cara,
vuol
568
vu,
vu.
pi.
fata
me
à,
bela
per
posso
tuta
mi
scortegare.
dol9e,
lasse-me,
màore
me
per
farme
a
Cara,
D.
amore.
sofrirae
fina
664
sola
ti
porto
ve
si
figiuola
za
a'
mi.
a
te
sempre
a
560
ben
pi
porterò
te
;
vao."?si
me
sempre
ben
me
me
no
A'
a'
el
frela
e
no
de
barba
Dio,
chi.
caze
o
Vergene
là
ti.
Ta9Ìo.
Dio!
Maria!
580
295
Mar^-,
mare,
Trista
mi
mia!
mare
desconsolà
584
,
che
che
1' ^e
La
Ta^io
O
è
o
Betia,
el
g^e
andò
la
588
no.
pignolo.
bela,
mia
mare
^ara
morire.
revegnire.
a
paura,
Zilla-
De,
dirà
fata
mi
vignerà
N'aer
Betia
si
ogn'om.0
favela
vostra
,
che
A
a'
che
za
che
Mo
a'
vuò
an
mi,
che
a'
Taqio
594
que
vegnìr
ivelò
596
durare.
trovare
a
de
là.
600
desconsolà
son
fosse
si
fante,
altra
me
fante
bel
da
vegnire
604
mare.
vu
,
Betia,
On
ben.
pi
posso
perdirè
per
cognossù
fremamen
mo
che
vu.
volivi
no
Ve
morta
ben
me
tegni
pi
si
^e
a'
eh'
,
a'
Adesso
592
pi
viver
vuogio
no
Za
respondi?
me
no
che
mo
è
andò
595
vuo-tu
la
to
cognoscu
fare?
prodin9Ìa?
605
que
296
può de pasiiiizia
sta, te àigììQ,in 9ervelo.
Abi
e
un
Questo
le aroversitè!
te
per
Betta
O
pare,
vuogio
che
mia
i
chi
crepar
dighe
mi
per
616
morta.
séa
mare
de
fosse
612
beregare,
a
Ta^io
nanzo
No
guarire
chive
star
a'
che
la
no
barba
mo
sì è belo
aponto
intro
Za
G08
quela porta
insùa, per andar via!
mia,
Mare, mare, mare
me
A
si pur
dighe
che
no
che
a
sto
cason
Zilio volesse
te
ari vere
apensando
607
,
che
te
che
morte
pasijntia
619
ben.
vuò
me
pianzerassi un
seom
morire
pòissi sofrire
in segno
a'
620
vu.
vu,
del vostro
,
Ti, Zilio, s' te
coni
da
adesso
a' vegno
624
ben,
chialò,
m'e(ssi)amò,
può
per
mi
628
,
ti
tute
|o
per
do.
cerne.
626
coiìi
297
live
e
fargfte
a
destaghiare
suso
asse
un
da
che
che
la
sea
per
dolor,
Orsù,
O
al
eh'
tuti
eia
Se
ha
le
com
sarè
da
m'
ampò
è
le
che
ai
648
seno.
el
perdù
può
per
Die
bon
ben
impazò.
che
cherzo
vagTie
Pota!
a'
!
dréan
mal
644
an?
dig/ie
del
Duo-sa!
drio.
Dio.
con
chi
a
che
si
l'ora,
ste
sangue
a'
640
int'un'ora,
d'andarg^e
Betia,
Mo
,
fìgiuola.
vete
no
du
scrovazuola,
mare
pò
636
è
ne
na
eia
sermon
vezù,
Betia
esser
so
talpon,
Chive
e
mori
TAgio
tuti
:
632
bel
un
mare
Per
de
com
dighe
,
soterare
fare-ghe
questo
e
Sagrò
al
portere-g^e
e
strangossè!
è in
'1 m'
,
de
pissarg/ie
el
Moa,
si
631
641
vete
al
me
635
corr.
da
vi-
pe
Qb2
'1 viso.
bel
el
de
sangue
sagredo
dentro
vea
!
seno
me
com
riso,
pare,
ser
646
( cane
chassi
)
bel
I
298
che
le
dal
bel
Le
ste
un
vuò
per
de
le
tuti
i
suo
Chi
è
in
Su,
su,
oh?
chi
mo
co
El
g/ì' è vegnù
una
le
morti
fuora!
QG4:
su.
vu.
tristeza.
668
dol9eza,
tropo
cossi
è
qua?
stuora
una
sbertezo
per
è
vegni
zente,
A'
strasandè.
casa:
de
pota
Presto
de
chi
asèo
porta
e
altro
Laga-me-le
Un
altro
Laga-me-g^e
de
l'aqua
chiamare
668
fé!
me
chi,
butare
pur
in
663
tristezza
ti.
può spianzare.
un
ben
672
chi.
aqna
da-me-lo
Un
oh?
cà.
meter
0
qua
de
ive
du
660
clamare
a
cà,
perda
se
aiare.
da
che
661
le
voler
porte
su,
merda;
che
andar
vuogio
666
pecò
gran
gnian
no
Creze,
Uno
chivelò.
poverete
no
Su,
sconchigare
riso
fa
me
A'
fa
me
su
in
'1 viso.
cha
corr.
676
da
299
D.
revien
Men.
dise:
e
Oimè
! el
Dio
m'
deviso
è
,
d'aver
puorpiamen
Loldà
cossi
ive
Si-tu
an
Betia
Me
figiuola?
me
fe-tu.
che
Mo
la
è
on
Di?
Domenedio!
sea
Mo
adromenzà?
strasandà?
ti
che
no
a'
son
ben
ma
gieri
che
Betia
A'
TAgio
Orsù,
al
done,
Le
Lag/^è
e
ste
e
Te
681
que
ora-mè
leve-ve
leve-ve,
no
andar
nSele
ste
696
smerdarele
tante
Mo
pi.
chi.
mo
può
692
Dio!
stagom
no
un
drio.
(d)e
sarà
pute
morire;
vegnua
nome
mo
sgang/iire.
doesse
giera
ve
688
fio,
'1
e
sentio
che
mancò.
è
forza
la
he
me
crea
a'
684
morta,
ghe
puoco
a'
mare.
morta.
miga
za
perdù
A(v)ea
to
a
insuniare,
paréa
A'
può
un
,
Men.
680
raisuola,
respundi
mare
D.
dromio.
a'
m'aldi
696
su.
dig^e
an,
un
può
a
Betia?
agg.
vu.
700
300
Mo
mete-ve
su,
che
ben
sé
te
t' ha
Zilio
che
ara
No
marchese
mo
aponto
el
infinamentre
gi
che
'1 sera
è
che
ben
sul
cao
loame
el
no
el
se
con
uochi
712
semestri
rico.
madona
saierà,
di
i
ghe
meterà
scapuzin
(Mo,)
porà
716
mati,
e
el
bel
un
andarà
Tomasati,
di
un
ghe
Po,
el
pò
quigi
con
e
704
abaverà,
drio
da
perchè
de
se
passerà
via
pi
mato
insanguenò.
me
El
708
artegiari;
so
e
me
sempre
Figaruolo.
matizuolo
el
del
vìtaorìa
in
pò
paura
tuto
704
giuoria
in
gran
con
Ongari
gi
andar
fa9e
'1 te
intrar
e
altramen.
noci
puorpiamen
parerà
Te
strasendare
far
gì
via,
a9ertare,
a
volzer
e
la
a
720
meschin,
durare,
acordare
Palma
pò.
724
302
ATTO
Queli
banche
de
e
QUINTO
Betia
de
casa
asiano
fuora
portano
e
in
el
prologo
questo
le
azonze
,
Colui
pute.
Dio
che
fa
salve,
ve
la
noiza
Al
nome
sea
la
imprimamente.
de
la
la
manten
la
la
di
di
2
forse
da
cfr.
9
v.
leggere:
V.
60
Cristian,
de
12
bis.
fé
16
caritè
ben
agno
noizza
è
de
brenta
de
,
iustissima,
et
mantegnemento
et
Giesìa,
cristianissima,
Segnoria
e
8
Pagan
nemigM
forte
lostrissima
Vegniesia,
despeto
è
sposa,
serenissima
de
ben
e
e
nostra
che
4
gloriosa
Marco
Segnoria
al
me
sempre
Trinitè,
mare
so
San
che
Dio
Vergelle
Maria,
zente!
tuta
de
e
dige:
cason,
14
irr.
irr.
v.
ma
,
ben
et
forte
sic!
ete
17
sima;
iustiset
sic!
303
remiedio
de
consolazion
e
tuti
scensole
i
me
,
,
sempre
de
la
sempre
amiga
frema
e
fasson
ogn'
sempre
ora
-
sol
A'
pur
droverae
no
altro
in
mo
za
32
gnagnare
de
la
strenga,
lenga
me
me
me
sempre
Marco
«
cr'ianj,
pontal
un
28
crì'erè,
me
deesse
Marco
san
»
me.
a'
pel
»
Marco!
sempre
creesse,
se
Marco!
«
sempre
»
Marco!
Marco!
«
agn'ora
Marco
e
criare
no
crì'e
,
squartare
sempre
ogri'om
24
muò
ogne
per
,
se
si che
nu
suo
muò
ogiie
nanzo
d'
che
sozeti
me
int'
ca
vertù
casoii
tuli
20
me
sempre
e
!
a'
»
36
me
sempre
,
! Marco
me;
,
crierae
,
che
tanto
«
Nulum
natorale
dise
18
iniziale
ai
vv.
a'
creparae.
nato
Stótene,
este
el
consolation
si
non
1484
e
1444
24
essere
uciosum
gran
irr., però
come
pronunciare,
doveva
29
"
r.
ognhow
31
Vi
pel
304
dolore
e
che
za
09Ì0S0
La
santa
«
Cherzi-me
sintinzìa
Quel
che
le
Dise
che
de'
dig^e,
La
49
trem
suae
e
S.
suum,
S.
»
Marco
"
Matt.
X,
si.
dir
vuol
aldi.
e
so
a
mare
mogiere,
el
devere.
megio
asse.
è
è
reliquet
«
"
60
homo
adhaerebit
5, cfr. Genesi
V, 31, Cor.
7, Ephes.
XIX,
56
abandonare
questo
matrem,
52
ha
le
in
presso
51
Matthio
intendue
pare
mogiere
».
briga?
che
mo
matre
sue
mo
o
gran
perchè
et
l'uxori
parole,
andar
friegi,
patre
bai-vu
Hai-vu,
e
48
capitiegi:
ederebit
l'omo,
dise
spreyise:
1' homo
Reliquete
ste
vu.
ascolte-me,
desnuove
ed
de
Scrivania
Matio,
44
nu,
naturai
parole
ste
digando
e
de
naturale
el
i
bando.
intendando
contra
a
me
de
star
e
Questo
del
esser
per
40
n' è
naturai
negun
nassù
pò
sletran;
e
pauxori
II,
VII,
24
10
305
E
po~an,
no
cri
no
dise
cherzo
la
Chi
disse
che
le
fo
Dio,
a'
è
che
el
parole,
fole,
'1
68
vea
72
cognosea,
la
pi
è
durare;
possea
fé
el
gA'
no
terra
altramen
no
che
replete
verasiamen,
impir
Mo,
et
perchè
mondo
perzò
e
du:
Dio,
o
perchè
me
me
nu,
miga
Dio,
disse
sto
64
lesum-Dio.
dighe
•
a
[quejste
n[e]
o
an
e
leza
nostra
messier
le
deleza;
ve
smultiplicate
ete
el
a'
capitiegi
a
Cressitete
O
eh'
za
dire,'
ve
'1 Gienesi
into
«
a'
co
tera
a'
la
76
smultiplicare
tuti
a
i
le.
dire,
ve
caluorica
rason
,
66
bis
«
crescite,
terram
72
»
perche
agg.
men
74
chel
75
corr.
da
Genesi
disse
multiplicamini,
I,
28
71
73
cognoscea
chesto
I
"
corr.
me
da
che
77
v.
plete
re-
perquel
verascia-
pe?'qnel
76
agg.
"
perzò
da
corr.
el
irr.
20
fé
"
?
30(3
la
la
zòile
E
an
el
g^'
è
an
el
con
e
scriminale
la
retolnorica,
a'
vegio
dig^e
,
84
filuorica,
Testamento
ancora
el
;
la
dire
80
snaturale,
e
don
co
la
g/i'è
zolle
teluorica?
la
e
megio
,
nuovo
sletran
i
tuti
e
,
,
Stotene,
el
88
an
e
lulio
gran
Davit
e
Sinica
Caton
e
Piantalon
e
,
Vicena
san
e
de
Scoto
tuti
gi
un
altri
pin;
saco
Agostin
santo
e
92
d'Aquin
altri
gi
Gin
e
Tomaso
e
con
Bartol
e
che
so
stè
,
si
è
che
laido
sto
Perzò
co
sempre
agn'
a'
Per
Orsù
el
om
de'
se
e'
mariare,
rason.
per
chive
rao
,
smultiplicare.
ve_^dig^e
questo
96
me
sempre
,
adesso
volzo
me
a'
a
100
son.
ti
,
91
con
100
1
V.
Barthol
cane.
irr.
92
95
che
93
Thomaso
( cane.
) gi
97
v.
gli
irr.
307
e
dona
Prudente
Zilìo
piase
ve
la
Si
El
'1
che
Mo,
presto
a'
A'
volzo
me
Di-me,
e
ZiLio
El
(che)
la
vuogio
Bo
Te
Mo
el
i
te
no
ha
comandò
si
an
abasare
,
Sto
te
108
la
toca-g^e
va,
per
pugno,
are
giesio
120
pregare.
,
e
mi.
ti.
a
fato
he
116
Bastia,
Gesiò?
volamo
su
Toso.
del
mo
vìazo
112
sposo
fo
e
e
muò,
Betia,
comanda
A'
del
fo
la
figiuola
Leza
sto
a
ti,
a
essere
de
sprol,
a' fari
mo
chivelò
la
vuò.
si-I
e
acorderi.
ve
vuo-tu
com
108
GiesiòV
el
e
se
figiuol
Zilio,
•
comandò
piase
me
sprolegaore
Toso,
ha
Leza
nostra
sposo,
del
che
segondo
104
Bastia,
per
fo
che
fìgiuolo
Betia,
del
fo
che
figia
Betia
pi.
sprolìcar
senza
per
con
mao.
san
ricordanza.
i
ay"j.
Zulian
124
,
308
ZiLio
O
cancaro
che
Sé,
El
me-1
ti,
ingestara
de
vie
quela
fa-te
in
ananzo
dà
e
El
me
eia
a
e
laga
e
1' è
le
bone
è
Orsù
dal
e
si
se
conze
chi
è
se
de
la
in
con9e
quii
lo
dal
quii eh'
Qui
sposa
vien
Madona
el
144
sposo
del
nòiza
ve
la
del
man,
sposo
parente
sost.
a
144
an
de
eia.
a
pomo
la
bela,
sto
137
bichiero
un
e
sposo.
mandò
è
,
griza.
una
del
140
graizo
un
presentando
parte
per
135
è
nòizo
noiza
tuti
Toche-ve
è,
chi
int'
136
fé.
la
del
lo
;
spiero
a
briga,
dig^e,
si
a'
mo
no9e,
mo,
ananzo.
biciero
el
;
132
t'agrÌ9Ì.
l'avanzo
andar
roto
nòÌ9Ì.
fa-te
elo
e
vin,
te
dighe,
su,
128
^e
te
fantin,
i
a
che
par
che
qua,
bere
da
Mo
Dà
regorderè.
chi
Orsù
sprol.
usanza!
questa
a
nouizo
he
presente.
sost.
a
sarà
310
mete
e'
asse
dig/ie,
ve
che
e
quel
Chi
guardare,
nassù
sarà
i
com
in
via
El
TAgio
che
dirve
Presto
du
Anderà
agno
qui
dige
a
te
Betia
Di-me,
Nale
Te-I
reta
192
con
ta
que
fa9è
trato.
188
fato
fati
i
suo.
baiar
a
el
finito
e,
balere
note
questa
com
184
Naie:
Betia,
175
suo
baie.
a'
dito
meteno
se
fati
i
int'un
bagi
far
tarda.
guarda
se
che
che
pò
è
,
presto
chive
180
1' he.
vuò
ve
friegi
,
baio,
fa^e
agn'om
perzondena
e
E
'1
;
le.
i
l'ora
che
;
leto
in
tuti
ve
fine,
besogna
fazoleto
un
da
dito
far
Vuò
170
score
e
smultiplichè
mo
,
buzò.
g/i'è
entro
Moa,
pò
m.aleto
sii savia
172
ponzin,
impolare,
a
sapiè
i
da
de
eoe
Naie,
dirò:
a
177
cane.
193
un
a
mo
megior
a
de
son
chiappe
v.
irr.
192
son?
che
ciape,
_fa9oletto
179
son.
178
189
sco-
bis q^"^
311
che
fa
se
Mo
ciche
e
Zugolar,
Va,
a'
Orsù,
e
D.
Men.
con
Mo
fa
briga,
puti.
e
e'
bona
cà.
a
pute
Dio,
200
su,
mo
Dio,
con
du.
a
andar
vegi,
Ste
du
raadona,
ste
vu
aconzando
a
vogiomo
196
via,
sonando.
via
quanti
Mòa,
Nov.
in
ande-ve
putì,
tuti
ZiLio
metì-ve
andagon
che
via.
andagon
putì,
su.
ciache.
e
dighe
204
tuti!
a
compagnia
,
o
Zilio
la
mia
eh'
a'
a
Betia,
,
vuò
s' te
Zilio
Se
lamente-ve
Nale
Mo
No
abiè
la
Naie,
Zilio
Se
s' te
tu
no
;
,
lagheron
212
mancare.
va
ben.
mo
ben
vuossi
me
?
mi
an
mare
paura
ghe
no
mi.
sarp-gie
ghe
no
de
pò
208
ben,
traterè
la
no
ben.
vuogia
te
,
no
No,
Nale
m'
Zilio;
194
a'
dighe
l' amistè
chiche
mo
21G
quando
Betia,
muò
tegnerae
per
inrovegiando,
besoguo
aesse
a'
andare
via,
e
che
è
tra
mi
e
ti
,
e
chiacche
312
de
servirla
220
mi
ancora
,
perchè
si
son
s' t3
contenti,
no
ben
ZiLio
Mo
si
Nale
Mo
ben-sà,
D.
Men.
la
è
si
niario.
o
quel
a
a'
eh'
si!
cossi,
dever
el
224
parilo.
frelo,
l'è
Figiuol,
che
belo,
ben
sera
el
BETiAMuogia,
frelo.
da
co
amistè
vera
che
quando
quela
1' è
228
,
el
e
si
Men.
ben
disi
cossi
D.
a'
Orsù,
de
BetVa
mia
Sempre
el
ghe
la
E
sa
moa
el
V.
sempre
bon
làorare.
238
serae
a
ne
l' altre
sempre
222
irr.
o
de
ben
da
cavalieri
quii
236
sole,
scroazuola,
ne
tanto
mi
figiuola.
n' è
sa
an
parole
se
mata,
g^e
com
dir
quatro
è
mi.
vuogìe
con
282
mare,
anca
anore,
n'
tagiare.
vero,
in
La
ognun
e
vuogio
chivelò
219
che
piantare
pò
Vu
coinun
a
quando
an
Betia
tuto
tuto
240
me
trare
sea,
ol
Muogia
v.
asse.
sera
corr.
irr., correggersi
239
com
da
stituendo
so-
313
a'
che
Vicenza,
in
una
che
tanto
ben
Si
buta
no
Po,
mai
La
de
par
le
la
pò
bocon
un
Mo
s'
e
te
ben
voltato
e
in
me.
s'a'
sé
264
mastegare?
doventare
presto
tenderò
Ta^io
muora,
saì-u
rason
fon
che
nervo
per
A'-l
fuora!
megola
megio
un
260
saltare,
veessi
Mo
osso
rosegare
fa
D'io
priego
se
Betia
la
grosso.
un
ben
la
com
an
alghe,
A'
suol
la-I
C(m
è
;
256
niente
non
véissi
g^e
te
i dente
e
per
'1
252
menare
muso
vo
se
remorda
magnare.
a
el
no
ingorda;
la
bon
pur
è
n'
tropo
puoco
massele,
e
la
negun
za
248
avantazè.
gnian
che
rason.
dopion,
m'ai,
femena
nian
la
ha
me
Die
se
Pava,
in
pi bava,
g'
falope
mo
244
sea
ne
butar
fa9e
i
che
cherzo
no
molesin.
dice
là
,
:
,
Adio,
Te
no
adio,
fare
cazolin.
(d)B
mi
268
bocon.
314
D.
MBN.La
impiantar
e
la
e
ben
i
si,
Mo
si
Mo
Men.
L'
che
i
è
ZiLiO
Per
'Betia
0
te
e
D.
Men.
A'
a
278
i
e
ve
far
eia
dischi
da
fare.
284
sola?
mario
sola
mi
288
,
gnian.
straca
là:
fuogo
quel
o
drèan
mal
el
che
ha
busa!
la
a
che
dig^e
282
i
mare,
,
in
el
cara
servi
vegne
an
ave
giera
no
,
Toischi.
tuti
far,
pò
voltato
Taqio,
che
9erto
a'
e
di
campo
banche
ch'el/i
di
puochi
l' aservi
mo
Duo-sa,
280
baron.
za
sola
le
compagnon.
da
el
276
vin.
compagnia
9ento
Chirzi
Martin
san
malvasia.
na
passa
con
e
la
serve
mezo
;
pi,
mai
ben
eia
chi
272
,
de
La
è
corno
Dio
aservi
ben
biegi
,
beve
no
ravaniegi
e
vegnir
dighe
te
per
,
rason
(puori)
far
sa
a'
eia
bela
grossi
che
Betia
la
d'
e
D.
ha
g'
1' è
se
servi
pò
^
292
usa
fare.
287
cola
|
815
La
in
ste
sacoman
sto
è
A'
che
ha
TAgio,
Te
sé
in
voltato
a
( de)
Po-la
e
304
di.
308
ti
aii
pur
sto
note
zenia
reversa.
là:
'1 morbo
vegne
mi:
me
sempre
g/i' è
pi
e
amistè,
servi
te
'1
entro
l'ave
Ampò
se
muò
tegnù
Cherzi-me
dighe
gì
,
tanto
tuti
"la
vuò
te
co
ha
ne
300
'1 Pavan
su
me
,
cognosser.
de
;
zente
farse
de
nu?
con
e
'1 n'
la
29G
cognossù
salbega
che
i borsuoti
scorlò
alozar
soldè
che
,
,
gierinu
da
Stralìiioti
i
/ia
g'
lo
per
contentare
guere
la
che
A'
sapù
ha
no
e
dal
signar
mo
torave-la
mo
ferza!
la
ton?
312
tron
un
,
per
E
la
far
serve
pensò,
D.
Men.
Mo
com
301
)'.
piaser
an
se
ve,
la
irr.
a
la
è
un
304
comun
è
farà
la
qualcun?
a
;
servi^iale!
ogne
può
male
abavà.
cognoscer
316
316
ha
L'
de
e
omo
fa
la-I
Mo
no
sea
pur
ha-la
me
mo
g/i' è
è
A
fin
la
per
farg/ie
ha
La
e
le
Sta
e
la
s' i
sé
esser
ampo
g'
ghe
da
332
drio!
partio
fato
ha
abavè
340
scazonè
pi
bore
338
16.
ampò
e
e
336
siiare
ogne
sa
brausi
scaltri
pezo,
scoezare
da
si
mezo,
e
un
pigiar
timpie
pur
ben
e
tanto
la
che
de
male
e
sapù
pur
eia.
tolta
d'ananzo
un
328
metù
meschinela
sta
l'è
du!
ha.
de
la
che
sola
con
man
soto
fiè
Quante
vezù
gi
324
figiuola.
me
la
du
tuti
327
le
a
abavo,
l'è
1' he
fìè
esser
cuore?
soldo,
bràoso
questa
Quante
320
gran
dig/ie, quando
com
;
l'an9ecuore
vegne
'1
se
zazerin
molesin,
presto
Cossi
za
mo
paura
^
adosso.
forse
:
Sta
pur
[9erto]
318
Pur
i membri
guarde
elo
co
no
ne
si
despiaseole.
Ne
el
me
co
e
,
tropo
per
no-1
'1 vorà.
far
a'
abavare
376
a'
che
la
Betia
se
no
380
desdiga
ve
cossi
vuò
a'
vorè
te
biegi
le
Briga,
besognerae
el
fuogo
a
«
de
la
cantare
L'
è
vegniia
cantar
la
samare;
vo
388
cazare
a
mo
che
mo
acordè.
e
ave
el
fare.
me
sempre
si
Cri-tu
384
,
sempre
a'
».
ti
,
TaqioMo
».
fàiga
me
con
voli,
a'
troveri
no
Betia,
mi
che
quel
me
«
dire:
a'
di
e
volzerè
glie
che
E
372
,
Fé
dir
fare
mi
contrastare,
me
L'ara
de
sentirà
elo
sempre
»
voltare
che
me
spale
le
368
piajeole;
ma
e
quelo
,
bona
sarò
sempre
tuto
persona
massa
lag/ierè
elo
la
sarò
me
a
ZiLio
e
soperba,
Gnian
e
Salvaore,
el
ch'elo,
la
la
busa.
usa
sea
:
canzon
la
392
sason
zomberon
»
?
310
Mo
Nale
l'è
E
Zilio
su,
compagnon
Caminè,
che
madona,
la
che
a'
g^e
a'
m'
a'
el
son
vuò
in
'1 sposo.
moroso,
el
drio,
da
andar
400
partio
far
mo
398
via,
e
sposa
int'ogne
fare
A'
andag^em
vuogio
perchè
via.
in
mete-te
tempo,
mi,
,
marcheto.
un
trato
neto
,
a'
da
dighe
te
baron
,
,
che
si
Tasi
a-1
fare
tasi.
briga
pur,
404
molton.
un
^
Zilio
Duo-sa
che
za
a'
Mo
che
di
Te
vorè
[te]
sé
de
pota
mo,
che
fus-tu
frapare
de
di
te
mi,
408
fare.
pò?!
sbertezi
(te)
brusò
cossi
,
Ta(;'IO
Zilio
co
ti
A'
te
Nale
frel,
396
V.
la
andagem
irr.
Naie,
Vergene
da-me
408
415
I
!
ro
muzza
4J.2
cuore.
\aghe-me
Muza,
la
del
canea
andar,
Betia
Per
far,
!
traitore
gran
magnar
No
Lag/^e-me
E
un
vuò
Betia
e
Ta^io
414
è
no
fare
!
andare.
via.
muza
Maria,
vita
que
in
41G
don.
409
v.
irr.
320
ZiLio
Tuo
questa,
Nale
Oimè,
Dio!
Ta^ìo
Tuo-te
via
Trista
porè
Mo
Su,
Betia
m' ebia
a'
a
mancare.
abavare.
428
che
a
muò
in
romasa
può
!
un
s'amaza
432
un,
povereto ti, Naie!
o
Or
za
per
?
li, s' te vuò.
mo
,
son
Com
TAgio
far
avia-te
Povereta
mari
424
solo ti
za
me
no
avisò
du
d' aver
avea
far che '1no
ZiLio
420
amazò?
perchè 1'^e-tu
fare-gie,che
Com
No
chialò,
desconsolà!
mi
Mo
m'
m' y^e amazò.
te
de
gioton.
de yerto el morirà.
che
Betia
burto
ben
fa9e male
ghe sea impagò?
mogier,che '1 sea amazò, 436
negun
crer, che '1 no
Co
so
saerà, che fara-la me?
El
fo,
no
che
ne
vuoge
una
Inchindamò
no
fo
V.
zame
me
ben
fea la Tamia
com
436
sarà
in
.
ela-1
438
corr.
reale,
a
sa
Naie.
440
za.
da
439 reale sost.
Perque
a
a
un
el
321
è
G^e
el
el
che
si
e
al
de
el
La
prima
che
le
no
fo-la
fòesse
che
e
tute,
!
pute
che
bordel
460
àon.
magne
na.s*sè
cason
un
mi!
cason
mal
vecie
e
456
mi?
de
sangue
'1 morbo
zovene
,
dig^e
ve
son
tuto
fare
spiovegare.
femene
Che
frison,
sape
che
Voli-u
cason,
elo
no
452
guagnò!
vu
sto
voler
;
scazonò.
l'ha
sto
pur
senza
frapara
giera
che
zò
è
448
demostrare
'1
che
elo
le
li,
sofrire
voler
per
ben,
chi.
aldire,
perch'
Or
444
pur
de
nanzo
.e
mo
parole
posse
si
va
:
desea
Tuoge
A'
guagnò
giera
no
nu
ha
Zilio
questo
a
cà.
so
a
(che)
può
un
a
acazi
quale
veea
T
se
g^e
no
dir
El
al
ben
Or
chi
de
puoco
al
mondo
464
'1 mondo
l'è?
com
,
446
e
sto
451
vera
agg.
462
v.
vechie
454
irr.
463
|
e
nasce
21
agg.
322
Perchè,
falare
Se
fosse
no
fé
de
Adamo
'1
la
sai,
con
fato.
sto
quel
468
ato
,
desobedire
a'
pecò,
ivelò
tuti
sasen
far
e
,
là
dig/ie,
La
non
al
altri
a'
riso
do
mi!
farae
com
472
mi,
adosso.
saltessomo
'1 fosse
no
da
za
sangue
fesse
ve
Se
paràìso.
va
me
minga,
Se
in
su
che
a'
non
476
osso
,
a'
Mo
ve
no
le
nasse
a'
de
quante
sé
me
al
V.
irr.
vu
(d)e
lonzi
v.
piti
484
nassù.
a
vu,
da
piaser
megìa
474
du
me
dirve-lo
che
fosse
le
è
ne
despeto
a'
ben
ben
darae
ghe
dar
senza
an
da
uomeni
poveriti!
no
a
480
cason?
tropo
Mi
costion
vostra
deventa
Perchè,
le
e
guere
volerve
si
469
tute
quanti
per
de
che
mo
per
Mo
Se
sute.
vi-u
no
me
partisse
mi
,
a'
chi
no
(d)e
mile
e
irr.
cow
si
g^e
488
,
vo.
chialò
pi
486
pe?'que
?
323
sì
e
a'
dig^e
ve
pi
mo
492
,
despiaserae
no
'1 foesse
Se
vuò
no
tuti
fesse,
vu,
al
Naie
per
Sento
perzò
e
za
si
la
tuto.
puto
fato
500
;
amazare.
bergare.
intendù
L'^a
mi!
per
mogier
so
mi,
de
drio
s' h".
vu
farae
sangue
n' iera
496
bastone,
con
coressè
g^e
me,
un
per
om.
poltron,
femene
'1
se
un
vii
un
9ento
per
a
che
'1-è
amazò
chialò
vien
504
,
O
Tamia
n'arè
Dio,
daschè
è
Di-me
è
qualcun.
pi
negun,
morto
a'
508
Ta9Ìo:
caro
Nal(e),
Tamia,
mario.
me
'1 ver,
morto
Mo
TAgio
da
saverlo
per
fé?
to
per
dire:
te
,
A'
Mi
e
si
e
dire
502
sempre
I
homo
a
a-1
:
«
cane.
•
'1
criare
Aimè!
che
che
con
'1
sea
o
505
|
512
a'
a
morto
son
mal
porto
!
»
;
fìeramen.
mena
g^e
dare
ben
mi
senti
a' cherzo
che
493
viti
g^e
498
cane.
bis
Thamia
un
agge
cosi
324
Tamia
L'
è
Intindi-1,
bel
el
per
a'
andare
Ma
te
no
te-1
sa(v)erè
(A')
mo
de
Lamento
o
o
è
dolQe
el
sta
528
cossa.
l'
,
532
compagnia,
mario
caro.
boaro,
bon
e
da
angossa
agugià
grossa
,
536
pr'ia spre^i'osa,
velù
desta
537
(d)e
la
me
belo
de
e
528
irr.
V.
cà.
Tamia!
ti,
perdù
cara
de
mi,
in
l' amar'
^e
frel
o
chi.
za;
drio
da
524
Tamia.
me
O-^mio
vele
intender
puovera
Te
dir
chi
de
via
può
muò?
a
impazarme
la
Questa
altro
vegnerà
per
vuò
si
star,
per
per
andare
No
può
ben
no
guardare.
a
el
vago
520
pi,
caminare.
me
Qualcun
chi,
posso
e'
TAgioMoa,
525
no
porae
Dio,
aspeterè
te
perchè
Ta^ìo;
de
amor
che
va,
no
car[o]
516
?
verasiamen
morto
robini
|
chosa
robini
sost.
corr.
529
cane.
mo
da
a
portar
ru-.
rie
pazarme
imno-
326
late
El
pi formagio
'1-è perdù el conagio.
che
ai
,
farom
néan
0
( se ) arpigerà
no
,
piegore
perdù.el
O
e
,
vu
vostro
molton
,
,
te
no
Bote
dol9e
pi
me
Tere,
a'
chi
O
che,
per
darme
de
le to
Dol9e
te
Se
me
el
caro
volevi
575
rezazza
cazze
pur
na
577
,
solazo
mi
con
trepare ,
580
dare
in sul
colo.
figiolo,
me
pur
talvolta,co
a' trazea
576
agno
man
zo.
,
frelazo
me
solevi
me
si in
versar
(per ) voler
te
caterà
se
no
anorò
dol^e el
o
e
el
me
pare
la(v)orerà?
ve
el
caze
572
sentire!
ve
(A') cherzo
chi
,
spontonè,
mie
care
o
gambe.
le
sangue
senza
,
568
urton
in fra
la testa
con
de
dare
me
,
paron.
belo
molton
castron
,
564
ben!
581
intraven,
corezaza,
freiazzo
585
co-
327
V
divi:
te
no
e
:
Te
si
a'
sempre
gieri
dig^e
el
cagò
fievi
faza!
te
prò
Ais-tu
«
te
e
Bòn
«
ben
?
cuore
»
588
anore
pord'
pur
»
valent'
omo
;
omo
,
le
con
Te
fre9e
e
menavi
fa
com
un
le
pò
in
arco
592
man
,
abavo
zenghiaro
on
man.
,
inchina
per
e
gieri
te
che
damò
pur
te
con
marchesco,
gran
\
ivi
596
tòesco
un
,
g/ie
te
Te
,
n' he
in
erbe
Mo
t'
a'
dig^e
che
me
g^e
£o
e
ghiaro
607
con
menenar
i
sleteran,
o
Pavan
sto
su
altro
la
parivi
faza
perdù
mo
601
pare?
to
inròegiare
davanti
586
ti,
un
600
avezù.
/le-gie
a
menar
Te
male
viole,
omo
in
sàivi
algun
de
de
com
spale.
muzarole,
ste
zuogia
o
le
fato
me
tute
cara
Te
volzevi
del
corr.
lite
608
fin.
Merlin
un
608
poestè.
in
599
agg.
a
fazza
593
cen-
ste
corr.
da
queste
parivi
corr.
da
parevi
328
T'avivi
tuta
con
tuta,
O
pi dol9e
chi
far
pi
che
'1
de
fé
com
no
'1
parivi
te
La
conzare.
te
sul
T'avivi
;
bela.
laquela,
Signica
Stotene
me,
Pogiestè
am
,
si
Te
fasivi
favelar
te
o
te
anore
gitaini;
con
parivi
zuogia
om
me
anemeta
bon,
e
che
in
megio
porte
vita.
polita,
bela,
mia
parivi
632
bolzachini
in
che
megio
Cara
628
,
sfilosofaore.
gran
te
624
scoltare
smeravegia
ch'ave
ne
Gesiò
a
tanta
pi
apuzò.
rasonare
a
620
baston
to
al
stasea
na
per
pare,
bon
stasivi
stasivi
tuti
e
610
via
pi
frelo
domenega
te
Betia,
pò
che
'n
te
poron
la
tanto
quando
te
no
sarà
me
costion?
le
ghe
poerla
caro
a'
612
d'ava,
miei
(mo)
pute,
o
Pava.
me
che
conzerà
Pute,
O
amistè
pò
gonela
in
zacheto
636
32y
o
parivi
Mo
desirò.
m'
com
^e-tn
la
è
mi
e
pecò.
n' he
pi
no
'1
O
Nale
Si
no
se
648
no
eh'
a'
a'
el
se
U!
si
mo
U
Non
642
com
a'
e
no
mo
se
ti.
basare.
vuò
de
656
tocare
puorpiamen.
anema
! si
da
viso
fumo
no
mi
,
te
m'è
652
zerto
per
man,
vogiù.
vu?
vegnù
son
Da-me
U!
ha
Dio
son
,
contrastare
si-u
marìo,
,
beregare
a
pò
che
quel
che
Tamia
pi
star
non
Tamia
644
nòela
,
a
perda
Nale
Tamia
che
a'
bela.
ghe
no
de
O
eh'
mo
mala
una
,
morda?
zoventù
mìa
Questa
L'anema
ben
vuoò'si
lago
mo
de
mi
povereta
Te
640
belo,
Rigo
un
mari'o
o
casseto
zupelo,
in
veramen
te
in
gieri
te
com
e,
ve
( no
pò
ben,
sento
za
vego
)
ver,
corpo
ne
no
cum
tocare.
:
fio ?
660
330
Nale
E1
lassare
scoegni
tuto
,
a'
co
de
parti
me
mondo
sto
,
andare
perchè
là
No
che
on
l'arae
ne
mi
perchè
el
de
se
de
è
dig^e,
Un
truozi
là ;
a
672
d' ocio.
bater
fenocio
de
no
se
el
solo
nome
mi
fa,
bel
portare
se
vi.
e
fino
se
un
668
passare
de
via
in
portare,
scoen
chive
festugo
pur
G64
sto.
son
pò
stragni
questa
e
el
megiara
ghe
fondo
a
portò,
altri
Trenta
a'
me
an
per
si
pò
,
fio
so
676
,
che
E
quel'
che
è
che
e
U
Tamia
ha
è
gh^
segondo
an
! mario
no
muore.
dolore
passìon,
sente
segondo
e
che
l'anema
è
cason
el
pecò.
danò
si-u
680
la
?
,
Nale
664
674
Si,
mogiere
Te
si
No
t'
pe?'que
fenochio
sta
cara,
ben
tocò
668
685
!
673
pe^-que
I
clie
684
ti.
cason
me
aesse
si.
cane.
ochio
331
perchè
ti
che
a'
per
tanto
che
si
senza
mo
chi,
'1
700
proverò
la
za
abrusè?
ve
te-I
fo
che-I
pò
,
perchè
no
fio
,
aneme,
Mogiere
696
si
solo
essere
vu,
me?
disi
a'
e
pò
che
692
che,
a'
com
corpo
com
dir
Mo
aneme
vu
male.
schina!
to
sint-io
ve
1' è
e
meschina,
mi
che
se
e
la
me
688
spale
to
impossibole.
E
Nale
le
,
luogo
me
in9endore
puovera
mo
faogo
truovo
DO
tuta
O
de
pena
malete
con
Tamia
in
per
Sea
condaiiò
sto
son
Leza
me
è
bona,
persona
meritasse
co
ti.
,
Oimè!
Tamia
Mo
trista
e
andem
Di-me
può
un
pi
può
un
indrio.
mario
caro
,
è
Pu!
Nale
De
solo
che
693
(|ue
a'
te
no
morire
a
me
porae
ghe
questo
la
,
dolore
gran
704
mi!
grama
n'
è
?
dire!
cason
despartison
fa
r
dal
anema
701
perque
corpo
,
708
332
che
naturalmon
ben
vuol
e
ha
se
cossi
de
da
E
chi
el
Tamia
A'
sé
no
S'a'
a'
è
te
insire
largo
,
dolrà.
che
sarà
724
remiliare,
creesse
stropare
che
che
720
toca
morire,
te
busi
i
presto
vuò
mena.
boca.
te
ti
a
g^'
farae
presto
e
el
quel
g^.e
me
A'
de
ninte
o
puoco
i
pena
drio
perchè
,
eh'
'1 insir
da
71G
suore
mogiere,
per
pò
dolore
i
maor
into
Mo,
dighe,
passion
la
sta
so
gran
ven
gran
tuta
e
a'
712
corpo
l' anema
a
questo,
per
e
el
te
tufi.
desbuti
me
chi
mustri
me
728
,
perchè,
eh
se
l'è
danè
l' alme
di
te
con
va
in
zo
,
può
com
Te
dirme
questo,
la
730
coò'sa
perque
fumo
è
coni
fare
me
a
è
le
se
questo
esser
o
per
ogni
è
leziera
che
735
vento
?
può
esser
che
,
contento
gran
co
732
mo
esser
muò
73G
334
e
,
a'
in
de
E
che
do,
a'
trista
e
I
Se
la
tirare
quela
perchè
càrega
de
dig^e
me
E
pur
che
774
i
la?
0
com
l'ha?
de
in
mulo
bel
de
784
bastone,
barca
è
putanaze,
quante
Veniesia
a'
pure
'1
culo.
al
muò
a
de
carga
780
pò,
fuogo
che
Chirzi
la
no
dà
g^e
egi
lache
le
in
abogentò.
fero
un
vache.
le
tirar
suol
gTie spontegna
con
776
,
l'alzana,
tirar
che
com
reale,
la
a
viniziana?
fa
ghe
Si
è:
Caga-in-cale
Agnola
pecarise
Nale
la
com
772
fé,
vostra
g/i'è, dig^e
che
de
regordare,
a
per
disi-me
fina.
e
sgrizolare!
mo
disi-me,
768
mena
meschina,
m'eve
Daschè
pi
mi
fé
me
è
sotile
pi
è
,
boconà
una
quela
fio
pigiar
tugo
che
e
Tamia
'1
into
pò
g/ie
777
ne
sto.
sea
ampò
cherzo
sea
788
vacaze
sto
vinitiana
asse.
785
per
335
Di-me
Tamia
eie
Mo,
sta
Questo
el
g^e
de
sora
che
tragaiare
suole
ive
co
è
una
Chi
de
là
e
chi
eie
per
le
voler
salta
oselazo
,
grifonazo,
un
grande
800
arivare
gran
puorpio
par
berton
i
questo
un
796
cust'ion.
tuorse
in
me,
bastone
gran
per
pò
e
amaza;
sempre
darse
in
de
far
e
se
sempre
digy^e,
zo
le
mogiere,
si
792
me
barcaza?
quela
in
fa-le
che
mo,
cà.
gran
de
804
qua,
muzare
in
quel
mare
,
che
a'
dig^e
Per
la
to
questo
che
le
a'
chive
le
al
Digi^e-lo
Tamia
Mo
a'
sola
no
a
Mogi*»r,
Nale
quanti
sé
a
no
del
smedare.
812
mio.
che
partio
me.
viissi
Toischi
pute,
spitare
dirlo
tute
te
o
amor
per
808
a
stagon
mi.
tute,
e,
zuogo
saltò
di
putane
veci
o
^e
fé,
cara
a
zovene,
o
che
e
816
me
slanzeman
,
792
que
810
vechie
336
Straliuoti
sacoinan
e
,
Sgiiizari
è
clie
gi
tuti
per
gi
A'
che
a
Se-tu
è
Nale
despeto
chi
che
Dio
si
pur
a'
dighe,
te
Ghe
e
la
'1
zucar
ca
ghe
pagar
biava
ch'i
fa(z)on
piombo
827
Cherzi
mo
cha
gi
sodo
man!
el
magnò,
fasea
a
in
bere
836
pan
salò
,
pe
nu;
bru,
de
840
bogiente.
descolò,
eh'
832
gi é,
pi
ghe
no
,
lubertè.
ha
garbo
so.
impagò
bone
in
a-1
ordenò
si
fazon
el
è
ha
mo
mo?
eh'
nostra
in
Pensa-te
e
n'
328
fé....
te
dir
! si
perché
sea
el
fato
ghe
viti
sé,
vuò
che
i
a'
te
me
Cherzi
che
marchiti.
co
che
824
man;
fazon
ghe
gran
un
le
in
mo
soldo
quelo
L'
vilan.
mogier,
fato,
De
pelare
e
a'
fare,
mal
so
aom
eh'
cri
Tamia
el
puoveri
nu
a
820
conciane
ive
derapar
per
soldè,
altri
e
i bate
i
dente
,
par
832
bié
cigognati.
perque
838
v.
irr.
337
Se
Die
m'
ai
A'
fazon
i
che
da
brasola
1' è
veergi
a
A'
che
piezo
i
eh'
traton.
a'
sta
fé
a
852
pelon
i
ne
no
el
848
le,
sgnsura
a'
i
dasche
Mo
una
dir
1
frissura.
com
sé
te
tuti
in
che
'Dighe
bogiente,
a
frize
i
co
Tamia
colegare
pò
albuoli
in
844
mati
beregare.
sertirgi
a
muò
a
par
,
a
nu.
vu
,
fe-g^e
de,
che
piezo
e
fé
ne
,
e
pò,
putana!
che
a'
I
farae
fresse
eh'
Là
i
tute
a
Nale
che
849
fa
mo
in
merda
un
el
fé
gi
Die.
860
me
{cane.)
i
dente,
864
mastegare.
pelare
giotàuro.
bona,
è
bogiente,
fuora
poesse
me
la
de
magnare
poesse
no
ghe
,
sempre
sbaterae
g^e
avea
sotomitàre.
dòerg^e
Ghe
856
desea
i
sempre
crea
gi
,
dig^e
no
dito,
n' ^e
te
Leza
che
debito
el
pur
molto
a'
te
mal
868
zuro
tratò.
bras22
338
Tamia
Del
E1
Nale
Bortolamio,
segnor
si,
Questo
la
per
bench'
Gì
eh'
Al
si
avea
i
no
El
fo
el
L'
da
de
e
fato
quanto
un
cui
pe.
via.
amorbò
quel
paese
876
agg.
me
882
,
l' intese
892
,
,
tuti
888
insia,
ivelò
diavoli
i
co
884
dire,
te
l' iera
ive
lu.
nu;
co(n)
dal
rive
la
tuto
su
insi
Perchè
l'ave
a'
tare?
soto
de
asse
in
anema
com
(de)
perchè,
apicò
cazare.
fai
g^e
880
tremore,
se
mandò
questo,
bande
so
'1
on
piezo
sta
,
remore.
grande
che
sto
L'è
Nale
le
a
savea
Benzon
grande
in
pò
876
me
sempre
vegnisse
su.
lialtè,
e
paura
metergi
a
Tamia
fede
com
'1
9Ìel(o)
intendù,
diavoi
i
872
Dio
in
he
co
so
stasean
che
andar
fato
ha
lesum
messier
dighe,
r
n'è?
che
d'Alvian
signor
non
per
sost.
que
a
enste
se
amorbare
877
chom
879
pò
339
con
de
Tamia
furia
gran
de
soto
Di-me,
Nale
Mo
a'
L'
è
in
Tamia
de
e
E
sempre
chi
'1 par
spi.
te
posso
El
te
scoen
lessare
904
finimondo.
un
in
el
mondo,
sto
dire.
tuto
prima
vuossi
A'
don
si
te
no
te
che
intender
poi
perchè
ne
tanto.
in
E
898
intanto
star
soto
dentro
de
pò
pur
el
se
si
che,
dise
mario,
quelo
eh'
in
F
[un]
912
che
a'
me
910
perque
luogo
fuogo
ne
,
no
quanto
sto
esser
zente
la
la
'1
a'
;
912
tera.
tera
ghe
no
deha
in
908
morire,
smaravegio
me
900
fuogo
vi
te
puorpio
perchè
No.
Tamia
e
;
beregare
senti
te
se
de
chi
e
luogo
pin
me
rostire
che
E,
è
caldaron
ive
e
si
?
gran
,
me
896
trato:
un
,
tuto
fato
e-lo
dire
fé,
to
per
com
te-I
cazare
asse.
nu
mario,
l' inferno
fé
i-1
è ;
sé
dire.
quanto
915
916
dixe
corì\
da
340
Nale
Gnian
mi
inchina
Mo
el
te
proveressi
a'
che
le
alzane
Mi
a'
con
Oimè
là.
de
le
le
in
stizo
Dio
924
cazà
tegnerè
neg^e.
!
neg^e
mie
,
,
disi'-u
che
Mo
a^ertare
tirare
ti
bon
un
820
ti,
sé
a
an
te
di
an
te
vegnerè
te
dire.
posso
puochi
a
questo
e
Tamia
te-1
no
?
mario
,
Disi
che
e
an
e
se
che
No
Di-me
mai
nome
el
que
la
si
va.
ha
che
quanto
g^'
è
un
in
936
pò
tremare.
caritè,
elo
se
vo
trovare
nian
pò
i
segnore
fa
gi
trovò
ghe
quel
rive
Menego
che
932
com
tuti
in
néan
segnore,
,
tuti
se
,
dolore
ha
ti
tu
si
mati
o
è
ghe
fare
e
927
si
Mogiere
da
savi
o
fati
è
,
no.
o
[Nale]
è
gi
928
partio
demuni
qui
si
e
che
a
mo
940
me,
di
solo
li
,
Tagia-calze
928
dixi
bufon,
933
com
342
Me
(lesperi
Si
co
dig/te
te
con
,
al
son
Tamia
com
che
tornò
e
che
ora
te
in
No
983
corr.
i
Tiè
ben
Mo
no
nu,
asse,
creerò
te
che
sost.
da
mo
tie
Pava
984
veza
cognossù,
a'
dir
da
te-I
niente
|E
978
si
v.
cane.
irr.
vuol
988
dire.
za.
973
za
974
e
nu?
condanè.
mente,
a
tra
è
zo
agg.
e
a'
,
g^e
cossi
è la Leza.
an
tristi
gieri
980
vogiù,
ha
mi
in
corr.
-i-
sarò,
ca
sera
che
da
coìi
vivi
me?
sempre
da
mo
(per)
a
sto
cossi
vita
976
intendù,
g/ie ) stìi. Cossi
è
Asse
fuissi
su
za
pi
fondo
a
ancora
Dio
cri-tu
chi
972
mondo
sto
menerà
to
,
partio,
presto
te
te
esser(
corr.
in
si
saere
che
eri
eri
morta
i
mario
,
pò
perchè
972
rio
(g/ie) fuissi
che
,
mi
si
t'abi
Apena
mo
,
a
andò
e
co
Nale
un'
sii
te
si
te
za
e
far
pò
,
968
viti.
condanò.
fuogo
Mo
a'
questo
co
|
e
977
980
988
caìic.
v.
irr.
pe?'que
tie ben
343
El
che
primo
O
a'
te-I
no
perchè
i
Mo
è
e
gi
no
me-1
tri
che
dire.
laga
992
aspitom
,
asion
de
che
Se-tu
,
che
Vie
adesso.
a'
g'
ho
che
a'
a'
Me
1000
mal
di
ti.
per
che
on
te
no
vuogio
te
vuò
che
C07i
agg.
fare,
te
la
vorè.
1012
veritè:
me
e
1008
vuò,
mar'iare.
ìagherh
volÌ5si-u
mo
el
,
di-me
mogiere
1004
,
cancaro!
Nal,
man.
malan
mal
dig^e
me
te
,
,
tegnire
eh'
Mo
el
mo
pur
la
abù
,
Va
via
vegnir
Da-me
vuogio
no
1000
è?
la
com
compagnia.
ancuò
tuto
ciamò
ha
ti
de
996
astreto
soldè.
an
andaron
se
là
mogier.
mo
Za
so
chialò,
de
atromentar
per
A'
che
de
son
marcheto.
,
partirme
a'
bon
un
mogiere
,
996
,
gi
se
farg^e-ne
Mo
Tamia
dire
,
per
Nale
sera,...
posso
a'
serore
,
Tamia
g^e
ca7ic.
1011
ben?
que
que
998
1012
mo
chiaMal
344
Basche
Nale
el
dir
ver
me
scoven
,
me-dio
al
Tamia
An
Nale
Sta
mi
Sta
che
sempre
me
va
che
ben
che
te
che
giu
con
1024
un
te
puossi
ti
menegazzo
morto.
no.
1032
ampò
imprometù.
esi
ha
Dio
un
vogiù,
può
dig/ie,
bon
la
an
man.
ti
1036
an
compio,
omo
me
1028
torto
de
pur
un
per
è
gran
pur,
son
agg.
sbaragio;
a
a^ercando.
mario,
m'
se
i
metù
moltonazo
adesso
sé
s'a'
agio.
marìazo
dire
si
te
Te
de
quando
sto
to
me
da-me
1024
vo
adaschè
Mo,
e
te
mo
sé
Te
1020
ora,
,
ca
quel
Nal,
se
me
!
,
aressi
Te
vega
he
far
adaschè
de
quel'
adesso
mo
vogion
dea!
malora
in
a' m'
ancuò
Di-me
lOlG
sea.
d'altro
Tamia,
tuto
no.
provederè,
me
dig/ie,
Menegazo
te
no
!
te
in
ti
pur
a'
Dio
ive
mo
pur
Mo
Tamia
mal
col
Dio
sbertezò.
Iiq
sempre
cussi
e
de
sangue
,
mario
megiorare
1032
sexi
1034
vo-
345
,
con
'1
Da-me
che
mi
se
che
te
a'
Mo
Cara
staghì
che
zeicav-io
a'
che
El
la
fo
gnian
dar
che
1052
di
sbertona?
to
me
vuò
te
vita.
mi?
asse
'1-è
son
non
la
polita,
mia
se
pregare?
a
e
zuogia
se-tu
1048
ben
donare
fio
el
di-me:
ben.
gran
vuogio
te
pò
besogna
me
l'anema,
No
ben
el
Me-dio!
Tamia
1044
serore,
chialò,
vuogio
te
megiore.
man,
mostrerò
te
mi
de
via
andon
e
de
la
pur
pianton,
un
ò
n'
ghe
rason,
gran
zo
cazar
per
se
1040
laorare
dighe,
a'
e,
sé
si
an
e
1056
persona,
sto
mo
vanto
,
che
con
O
eh'
fato
t' he
l'è
frelo,
a'
Cherzi
eh'
piasesse
me
me
che
mo
a'
te
ti.
sempre
asse
'1 n'
refùasse
1060
di
to
esser
9erco
tanto,
è
mogiere.
da
crere
me
,
perchè
si
1057
mo
che
che
somte
andon
{cane.)
pur
te
1061
si
a'-l
presto
esser
1004
sé;
via
,
ì 064
que
34G
che
a'
si
ti
e
la
son
el
sto
A'
Tamia,
son
ben
e
de
far
!
Diambra!
Zilio
ben
è
r
a'
Te
dir
se
'1
Mòa,
zò
s'ela
a' he
si
e
1084
1
che
e
cane.
ben!
ma^è
;
'1
de
me
1080
,
fieramen.
ch'a'-l
senti
de
de
me
fenzù
son
^a
fata
ben
me
a'
1076
!
,
ben.
piaton.
tristo
son
disea
che
!
mo
pur
m'
intender
per
mazò
bon
V he
no
ch'a'
Mi
bela
verasiamen.
vero
dighe
!
nòela
sea
ere
a'
1072
pensò
sta
del
el
dige:
can
/ie
1' è
abù
Tamia
Za
m'
che
pur
e
sena
scazonò!
e
mo
mostrar
he
i
questa
me
Cancaro
a
da
co
mo
in
torna
tristo
Pota,
doman.
ca
tirò
pur
1068
mariazo,
ancuò
pi presto
partita
"NaijIE,
Menegazo.
me
far
Andon
Tamia
to
gioton,
e
1084
sàere
e
megere,
me
ben
vuol
che
o
'1 m'
vivo,
1086
no,
ha
co(m)
que
mazò
1088
a' vii.
1089
cow
347
de
Grazia
Morbo
! el
che
me
in
dal
Te
che
e
an
ancora
el
che
che
'1
de
me
no
fazo
1104
tuti?
tuti
che
i
vo
1108
nuosa
(ste)
mi
a
bosi,
sbertezando
,
la
che
1090
,
maria^se,
se
a'
grati
?
scazonò,
son
e
a'
co
male
pi
quanto
a'
cativierie
ste
1100
è
diavoli
i
mo
pur
g^e
sta
far
Pota!
catò
soldè?
Benzon
che
da
mi!
Caga-in-cale?
Son9Ìn
ha
de
Zie
ai
ive
con
com
a'
dà
Agnola
la
e
che
com
1096
?
ivelò.
se
son
pensò
Tie
davera
pena
pò
m'
'1 sangue
mo
1092
condanò.
bofonari
par
,
son
parea,
me
esser
a'
mo
tante
e'
spirito
abissi
com
sgrignare
imbusare
a
diaolo
gran
dir
(El)
in
gi
Pota!
da
ven
andò
che
che
chi.
son
me
son
dir
e
e
D'io,
sea
a
cherzando
da
morto
1102
com
bon
1112
seno.
1108
a
agg.
348
Pota!
a'
he
meterla
M'
la
disse.
la
l' è
no
a'
la
s'
mia
a
El
è
se
che
la
disse
veer
sea
quelo
dirà
sto
desperation
1115
;
a
che
no-1
cfr.
1009
g^e
fremamen
farà
me,
anderè,
un
papolò.
1132
mo
fé?
te
1136
me
sempre
na
1128
,
ven.
pur
che
1124
;
partio
ogno
ti. Tamia,
che
mario
tegne
fesse
no
Trista
Tamia
a'
mogier
mo
la
maria,
primo
che
Ben
dig^e,
senza
!
fià
una
arpigia
primo
el bordelo
puorpio
star
pò
9ervelo.
puoco
femena
una
sta,
è
1120
fieramen.
pur
,
Co
pare!
me
verasiamen
ha
Orsù
»
de
busa
che
ghe
marìare
sangue
pur
Cherzi
mario.
vuò
Al
è
sentio
trovò
me
«
1116
molton!
bel
el
aver
s' ha
Eia
le
so
a'
deviso
è
che
desperazion.
in
Cancaro!
seno
puoco
pur
gran
1119
putana.
ella
sost.
a
350
A
de
sangue
Perchè
sbertezo
a
che
(a')
morirae
da
A'
cherzo
che
adesso
Te
far
voler
Tuo
mo
laorta.
1172
porta
me
seno.
el
perdù
seno,
smerdar!.
perchè
su,
e
) morbo
( Tuo
si
bon
ste
cativo
esser
mi.
an
te
ìiQ
1168
ti
seno
da
via
beco.
Tuo,
f'rela,
me
'1 diavolo
che
O
bela.
me
morissi
te
se
ti,
co
la
dolpe
cara,
1164
torto.
ti?
mogier
mogier,
o
hQ
te
morir
vuo-tu
eh'
Ve,
mi!
a
ti
te
cri
1176
scazonò.
t' ha
chi
e
impolò
!
,
Tuo
Tuo
Va
sbardassuola.
mato
su,
un'
atruova
mo
brasuola.
gnagnò
Uq
; te
su
altra
1180
fante.
,
Morbo
mi
le
e
,
,
smerdarele
me
1184
sbagatele!
tante
ste
e
frof ante
magne
me
.
a'
Mo
he
con
a
la
1177
agg.
che
muò
fare;
armillare.
acqua,
perque
u
sé
sé
g^e
no
S'aess'
1165
no
v.
spianzerae,
irr.
1179
suola
bra-
351
Mo
a'
'1
che
eh'
a'
farae
ghe
vnogio
no-1
la
sento
L'
è
O
mogiere,
Mo
A'
Nale
mi
son
a
che
de
Te
a'
sta
O
vita
e
la
1200
vu.
de
Dio
!
mario.
favelò
,
passò
andò
de
parte
1204
de
spirto,
là?
va
Dio.
Domenedio,
raassier
Cristo
si
he-gie
sarave(-g7ie)
O"
vu?
no
gieri-vu
da
muò?
sto
to
sconzuro,
via,
Nale
v'
no
1196
può.
sangue
Naie,
son
fé,
morto
a'
fé.
un
a
via,
Mo
Tamia
la
to
per
,
A'
tare;
a
pur.
se-u
Ande
1192
arfiare.
pur
no
ben
,
me
delezà
son
ben.
no
massa
respondi-me
A'
viso,
deviso
se
porave
calda
lo
in
mo
g^e
a'
mo
Tamia
ben
è
me
1188
arvignerae.
pisserè
ghe
a'
Ma
e
la
fuo.9SÌ
che
1208
insperitò?
me
cor9Ìficò
,
a'
1210
gnosso
dubito
xpo
veramen
1211
dubito
sost.
a
co-
352
che
dìavol
el
el
me
eh'
D'io!
star
Oimè,
lesum
Cherze
eh'
del
L'
è
Zilio
che
so
mia
s'a'
pòesse
a'
si
è
Magno
si
e
sost.
m'
sea
e
son.
frisoni
bel
mazò?
^.a-1
chialò.
(si) son
1224
me?
me?
provare,
1228
magnare
me
vivo
pe
no.
o
a'
se
salto
si
1224
e^ser
a
1 saore
bon
ben
pur
la
vego
l'odore.
sento
con
pur
a'
chialò
cagar
strenzo
me
1221
el
no
1220
ghe
no
so
son
in
ver
per
e
mi
mo
,
m'
E
so.
cossi
fé, vuogio
Per
El
son
1' è
e
insuniasse
me
1216
inspiritò.
dromirave-gio
Do,
e
oimè!
a'
e
a'
mo
Mo
Se
so
pè.
,
vivo
Pota!
No
Dio!
cre[zev]a
esser
in
ne
fato
gran
posso
no
diavolo,
mi
e
a'
a'
1212
adesso.
fremo,
su
Son
dore
intrò
sea
Oimè,
dertamen
1232
saore
an.
le
man
Tamia.
quo
si a(/"/.
1231
lo-
353
El
de
darme
da
a'
se
son
a'
eh'
No
vivo,
a'
se
a'
me
far
a'
perchè
a'
che
e
se-1
a
onor
Tamia
A'
Nale
A'
de
a'
te-I
te-I
fosse
1354
far
creere.
mo
,
mi
cà.
a
a'
no
farà
,
fazo
chialò.
he
a'
faséa
sbertezò
me
a'
che
ben
1256
;
trepare
per
volerte
1252
veere
,
Mo
V.
minga
co
che
te
se
mario.
to
son
spirto
Mogiere
per
1248
esperto
Domenedio.
vlò
vie
quelo
e
^erto
vuogio
te
a'
yerto
per
,
no
se
chi
vivo
vego
1244
mi,
per
cognosso
son
Mogiere
mondo,
finimondo
el
adesso
bel
desfare
del
vegnir
de
Se
amazare.
deroinarme
e
1240
morto,
porae
,
morto,
o
sarè
porè
me
no
belo,
de
o
perchè,
cortelo.
sto
adesso
veerè
A'
1236
fantasia
in
ven
me
provare
volivi
tegno
puoco
ben.
ve^-asiamen
ti
m'
1260
in
vuò.
irr.
^
354
he
A'
che
f emena
che
za
che
dig^e,
Te
n' he
gnìan
a'
'1 vegne
che
Tamia
Nale
Si, pota
Tamia
E1
a'
No
Te
no
che
Te
se
mo
Duo,
Nale
chialò
via
eh'
Te
el
a'
si
me
Duo
1280
con
u
ben
morire
di
fare
pur
ben
Hoat.
dire.
pa9i.
sta
'n dir
me
no
1280
pi;
strangossare.
no
la
el
a
1284
1284
fìgiuola,
mia
e
fare,
matizuola.
sbertezo,
agg.
1270
posse
te
un?
con
negun
far, mogiere,
No
1272
mariò.
vezù
mario,
me
fé!
questo
fare
me
te
abii
troverè
me
ti?
me
andar
mo
di.
veritè,
he-gie
te
pur
Tamia
m'
1268
aspitare
doman
chi
la
piantare.
vogiù
si-tu
de
é
no
che
Nale
bel
Naie,
Di-me,
piantò,
^e
d'un
a'
1264
h"
te
mariò.
m'
te
è
ti
presto
pur
sé
ti
cancaro!
Me-dio,
A'
ancuò
cognossù
m'e
castelo.
charo
fìgiuola
1283
con
tizuola
mau
agg.
355
A'
e
e
che
e
si
inchìndamò,
a'
he
te
se
de,
perdona-me,
è
questo
A'
vuò
altri
rengraziò
darme
a
Se
Mo
quanto
a'
a'
Orsù,
Nale
ste
voràe,
1293
deh
'n
parta
cara
1307
pianzù!
mo
mi
amazare.
1308
andare
da
melencuonie
a'
1304
paura
vu,
lagon
mo
Nanzo
torto
maor
morto
volea
me
morto.
^e-gie
gieri
1300
scalmanura.
la
avi
no
quanti.
Santi,
gran
sta
Me
i
si
no
fato
hai
m'
A'
tuti
sea
a'
1296
sassè
mario.
incago
adaschè
me.
compio.
per
vu
amore.
cherzo
a'
mato
ve
O
tropo
per
.
Gì
serore,
bona,
veramen
1292
inzuriò,
a' no-l
che
fé
la
A
veere.
a
ma
Basta,
1288
mo
creere
comenzo
cossi
è
che
Tamia
possèa
a'-l
L'
fin
dromio
he
a'
no-1
mo
insuniò
he
m'
a'
che
belo,
de
mo
cognosso
de
lo.
chialò
(bela)
amazare
un
mogiere,
con
a-
agg.
356
te
flessi
me
acasò
Zìlio
acatar
1312
apiasere,
un
,
che
-ghe ) perdon
Domanda(
e
dira-gy^e
e
che
e-1
son
s'a'
a'
che
eh'
a'
a'
e
mi
pò
eh'
Tamia
a'
favelar
No
vuò
e
1327
disa
1329
com
de
esi
e
oorr.
la
te
sta
un
son
far
costion.
1332
costion.
fa^i
me.
noela.
da
corr.
a
da
un
con
andare
che
sost.
1328
oselo
mal
un
a'
concerè
dirage
1316
d'elo.
vuogio
no
pur,
so
abavo
mo
No
Laga
fato
paura
1' è
1324
ti,
a
mo
inzuriò
'1' è
come
chi.
aspiterè
he
Perchè
ben.
da
om
e
fremamen,
del
a'
si
e
1320
vedere
amigo
fieramen
temo
perdona,
me
dirte-lo
per
1' he
e
l'
a'
persona,
farò
so
1316
despiasere,
'1 vegne
che
E,
in
ghe
son
che
Fa
vivo
fato
ho
g'
son
'1
mi
per
chi
che
che
priego
e
chialò.
aspiterè
te
dige
1328
perche
com
corr.
che
da
oxello
358
che
a'
com
el
male,
Naie.
mi
altri
nu
far
n' è
ghe
13G0
pò
de
fato
he
Perchè
de
cason
mogier
so
a
daga
no
pura.s'sè
1364
marie
,
e
che
le
per
asse
vie
le
pò
si
le
Mo
el
vorà
se
vogiom
è
me
che
cri-u
dona
eh'
che
a'
Orsù
a'
de
m'ai,
cossi
mestiero.
so
A'
con
1380
spiero
elo.
frelo
,
inzuriò
avesse
,
1367
esse?'ge
1376
Die
mi
Zilio.
caro
perque
1370
ben?
,
t'
,
me
se
pase
Zilio
,
pe
da
el
fare
1372
fremamen,
gh'' è
vegnir
pecò.
mo
so
no,
fazon
a'
:
viso,
'1
e
briga,
fosse
de
el
Vego
se
colpa
questo
perchè
el
trovasse
se
dighe,
deviso
smerdò
fossem
che
Tegni
cossi
la
a'
1388
mazare.
mo
disi-me,
mi
incolpare
vogiom
avena
Mo
agg.
compron
rason
e
esserg^e
che
1363
se
,
de
e
a'
come
1368
uogiom
1378
pe7'que
]
e
359
de
amor
per
domando
te
de
che
fé
la
A
ZiLio
cason.
da
purgò
la
trelo,
sto
è
he
a'
colpa
t' ^e
te
'1
e
pecò.
portò
,
male.
dig^e,
Naie,
male
Orben
Naie,
Naie,
Cherzi
che
a'
che
'1
me
ti
perchè
T'aivi
Te
E
e
si
metr
1400
mal
un
bon
compagno.
guagno
del
meterghe
si,
da
Betia.
fantasia
far
senza
,
rason
la
gieri
volivi
cason
aver
senza
mala
si
1396
mazò,
aver
parca
volivi
pur
e
criti
te
di
te
abavo,
fieramè
giera
a'
quando
che
1392
Naie,
cossi.
far
de
se
no
1388
baron,
,
el
1384
,
falanza
mia
tuta
Mo
impelò
perdonanza,
diavolo
el
t' ha
chi
ben
pur
an
scoto
a
a
to.
1404
ampò
la
fé.
,
far
Vuo-tu
Guarda
J384
la
sec.
se
irr.
1404
cane.
con
V.
ti
e
a'
co
son
om
1395
( cane.
caìic.
dire?
te
da
ben.
fieramen
) ampo
con
1405
meter
-n
3G0
che
Yuo-tu
tra
a'
nu
1408
fa^em
,
dig^e,
Guarda
mi
si
E
che
e
a'
el
no
star
per
No
stagom
Tocon-se
Tuto
T.
E
No
dig^e
che
Pur
faron
1413
me
1425
stagom
sost.
a
fé
a
man.
1424
che
i
vo.
chialò.
de
chi.
pi tempo
far
1420
è,
sacoman;
far
a
fé.
frapare.
a
la
via
Andom
si
pi
zò
perdon
nu
tragagiare.
a
a
andom
Mo
B.
vu?
la
a
dover
face
ognun
1416
fato.
,
tuti
sea
quatro.
stracontente
sen
mo
tri
sea
altro
E'^cossi
,
femene,
di-u,
vogion
ne
in
cossi
Mo
pi
in
faron
che
Tamia
e
fate
nome
mo
1412
ampò
no
fé
da
Su,
ZiLio
cosse
mo
Mo
Betia
dire
se
nu
contentò.
za
porem
non
contenti,
te
son
far(e)
continti?
quatro
ti
se
che
Nale
i
mo
che
quel
di,
1428
contente.
quatro
,
se
nessun
vita
( cane.
que
1431
lemente,
giorìosa.
) pi
1426
menegayo
1422
andow
|
mo
1430
cane.
pur
361
Partiti
e
tuti
Menegazo
qiiatro,
torna
dige:
Pota
!
che
Crea
Int'ogne
a'
n'
catò
n' Tie
al
che,
A'
vo
marcheto.
de
1436
peto,
un
che
quel
bel
sarè
la
darae
za
za
amazò.
un
sangue
giera
1432
,
in
g^'
no
?
cossa
com
sea
fato
he
sta
fosse
Nal
muò,
me
A'
è andà
co
mo
crea,
mea!
mia
stufò.
e
1440
descargò
mo
,
adaschè
A'
el
sarè
fen
caro.
boaro
mi
an
si
è
,
fare
senza
A'
far
porè
a'
co
perchè
el
vorè
int'
mo
si
A
tuti
e
far
ere
a'
i nuostri
del
1434
quatro
pò
Massier
Senti
Pavan!
da
Abenchè
irr.
V.
irr.
V.
,
il
24
V.
cfr.
24
1
massier
correggesi
1446
carezo,
eh'
a'
vezo
continti
,
pi de
Pava
; in
de
e
de
e
Pava
ne
segom
soat.
togliendo
1448
3
1446
Dio
no
pe?'que
Iesu7?i
vinti.
lesum
a'
,
1444
1444
,
,
saron
de
onore
muò
ogne
quel
a
i buò.
a
qualche
,
i
leto
segom
a
se
com
l' "o
C07ne
pò
agg.
'ÒG2
a
Roma,
ne
sto
sea
chi
fata
pur
faron
de
de
una
de
le
altre,
in
la
passe
de
chi
femena
chi
lengua
E
dirla
se
a'
Mo
disi-me
che
no
chi
e
è
nuostri?
da
dirle
8
10
che
com
le agg.
e
da
femene
a
sotto
9
parole.
al
mondo
vegnù,
20
senza
zò
sepa
e
i
soto
vu
int'
naturale
cosse
i 24
le
,
a'
pò
ben,
che
me
pensava
eie
no
ha
bellezza
13
piaxeolezza
de
ananzo
inchiamentre
dise
fortezza
{cane.)
è
no
drapi
16
sporca,
natural-
chi
che
no
qualc]ie
altre
1' è
busa
E
i
a'
:
dissi
con
preicaore
intendere.
scon
12
cossa
sta
digando
e,
vuostri
se
dirà
volea
una
fosse
grosso
Quando
spiergoli
se
si
è
i
soto
che
è
gh'
la
foesse
feraene,
vu,
de
sepa
dirlo?
che
mo
chi
8
che
chi
che
che
g^e
dire
possea
el
respondo
la
naturalmen
no
le
sinzia,
sé
ghe
che
,
men,
lome
tute
a'
chi
in
gh'
el
perchè
ve
si
che
respondo
in
aon
,
A'
dieò'se
alzò
E
e
a'
passa
e
curta,
V altra.
che
ghe
beleza
9elibrii,
Domenedii.
segon
de
de
altra
chi
e
la
com
in
a' n*
si
e
tegnire
per
piaseoleza.
longa,
in
essere
a'
in
fate
1' è
comierie,
4
che
e
deroine,
e
cossi
forteza,
asse
che
le
Robin
a
o
guere
che
altre
e
tante
Pava,
le
Fiorenza,
a
que
rege.
sintia
21
esse?'e
22
de
que
zo
363
I
APPENDICE
AUTOGRAFO
CARTELLO
{Bibl.
di
Nazionale
La
Prasìlde,
che
Bastio/i
VI,
del
Lio
del
sièr
e
che
caso
fatto
ha
ne
21^).
Orlando
fuora
pi
xe
leiani,
gali-
mss.
e.
sièr
desfida,
vostra
GALILEI
Firenze,
T.
IV,
P.
GALILEO
DI
da
rider
vù
da
'1
da
,
bon
cavalier
have'
—
se
ghè
amor
puoi
se
quel
pretesto
basterave
duellar
le
niole;
con
ma,
rinco7itro,
voiù
credemo
perche
furono
poste
poi
a
pie
che
che
scritto
habbie
cancellate
di
Sto
pagina.
e
solo
obbligo
che
disfidò
fuzir
de
che
conto
amor
—
che
deventar
de
quei
far
avea
far
à
recoverta
sta
Ma
volè
chi
zoso
come
vu,
volemo
(*) Prima
tiorne
che
—
impossibil?
à
che
.
toia
xe
pe?'
dir, (*)
sconto
sco7iderlo,
che
se-
per
digando
tegnir
che
possibil
bravi
proposizion
contradir,
puoi
bordonal
de
mantegnir,
una
impossibil
quel
à
panza,
no
1' è
sia
tiolto
la
gurarve
niu7i
commodo
vedando
seno,
non
se
le
die
te-
parole
voiù
sostituite
abbiè
ma
dir,
dall'
che
altre
8G1
gnir
sé
sconto
cosi
ve
la
in
zò
ad
dar
bave,
dico,
che,
noi
che
co
e
maneghe
delle
disse
le
no
vu,
(*) Confessar
(*)
larghe,
la
ghe
savi
che
no?i
ben
nigun
sarave
dunqne
anca
mala
vostra
che
che
amori
che
quel
morose;
Azzettemo
vostre
per
littere,
i vostri
d' haver
haver,
'1 disesse.
desfida
confessar,
intender
grazia,
le
va
lanza,
la
con
trombizando
podè
ne
pi
delle
andar
in
com
arme,
farve
e
pena
vossè
pe?'
le
che
mostrarve
-per
responder
torse
senza
vu
bravi
volemo
con
e
—
la
voò'^ra
a
veder.
capitolazion.
fu
aostitiiito
366
Eco
del
Del
polettar
te
Cantaghe
del
tanta
tiempo
'1
Che
me
de
luorza
e
ha
schena
;
lena
'1 to
veerlo
de
par
caro
fatta
muorte
e
12
vena;
amigo
to
canzon
na
che
Appè
fo
che
Beccarì
la
ven
16
cantare
arsussitare.
Respuosta
Per
da
Piva
la
El
'1
Ma
E
del
canta
eh'
Ma
a
Frello
El
Beccari;
te
faghe
te
me
El
Co
le
para
se
No
Menatto
a
par
i
te
fa
se
;
16
pe'
A
2
7
Musa
sconfondi
de
4
9
passitti?
che
12
1' iste
dega
col
12
eoa.
na
scoa,
ti è boaro.
ma
dise
6
muzza
far
el
un
16
paro.
vederlo
manca
citara
te
sbroa
sol
de
se
'1
17
tempo
subiolo
buò
Doa;
lacchitti
co
ben
vuò
parla
se
sta
dai
,
Co
co
da
mosche
8
paisiti?
ch'el
lugio
Polo,
de
muzzegottolo
solo
un
sonagiuolo,
un
canterò.
legne
de
,
Mussa,
a
un
sea
musso
me
lago
sconfundi
le
che
Crita
ha
la
su
4
barattò.
riegia
chiama
dise,
Che
solo
ti
per
ho
m'
alla
ruza
me
E
zucca
Beccari
caro
me
la
in
toccò
subiuolo;
ne
Menatto?
zittara
ho
pi
me
contain,
diretto
Che
che
bella
santa
du
broa
regia
10
17
ti
on
367
Chi
Un
'1
zigante
chi
E
sarà
grande
el
sarà
d'ogn'hora,
desora
ancha
nan
un
Venda
Da
pozzo
mettesse
colusion
in
t'un
in
mettesse
MIESIMO
AL
MENATO
ZANNE
picelo
^
poltron.
e
,
va
No
'1 sol
el
per
E
int' agno
Sonaggia
Sa
i muò
S'
la
soni
soni
te
Par
zittara
te
muostri
da
'1 vegne
8
subiuolo,
el
che
tò
el
tenore
Tubiuolo
:
solo
e
da
ne
12
to
Agnolo
un
valore.
Polo!
segondo
cbe
mondo
al
sole
fuora
insse
i scofon.
'1
o
sioluotto,
Sicché
El
gh'
hora?
cantaore,
la
'1
bon'
gnan
zittara;
pò
che
el
imbratarsse
pur
tutti
te
bello
pi
cason
per
alla
ti, celiente
an
A
muò
pur'
Cosita
e
inchina
fango
E
Senza
palazi
per
16
spianzore
,
Cosi
solo
ti
è
Ma
Da
simpio
bon
con
'1 vegnesse
D'arsanarme
sto
Solea
cantaore.
beson
eh'
comuò
maturlon
E,
se
mi
sterno,
Gnarante,
Gnan
ti
a
disse
nassù,
20
colù,
Trullo
dire
son
muore
turlurù;
e
mal
à
noi
Ceseron
saria
Tognon,
bon.
24
368
è
Quod
El
no
el
datta:
snatura
vai
ghe
crìbol
per
scoignare.
tindi
Tonca
fare:
può
se
cantare
a
,
E
che
in
Perque
T'
Un
gran
El
to
de
pi
'1
al
sotto
ghe
no
dire
dego
a
aotrinò
nassu
mondo
sto
E
(Se
è
ti
dottor
Dasque
a
alla
che
gaban,
è
che
tresoro
xe
lengua
FINE
;
smuortale,
xe
82
vale
idestre
,
doin,
tò
reale)
questa
,
canto
par
che
consa,
na
un
xe
dirò
te
vero
28
celiestre.
,
AGGIUNTE
X
p.
—
alla
posteriori
ad
vengono
sonetti
libricciuoli
del
XVI,
sec.
però
Il
Dialogo
ala
ridere
E.
PicoT
descrisse
{p.
XXII
Vilanesca,
| Con
nouamente.
della
(Rassegna
indicò
38),
fa
è
lognese
bo-
di
il
sotto
la
teriore
an-
tal
una
titolo
molte
fatta
gentileze
altre
di
bibliogr.
conservarsi
Chantilly,
d.
di
comparsa
sua
Cariieualo
di
biblioteca
e
anche
lezione
una
dccum,ento
Predica
nell'opuscolo:
cui
linguistica.
varietà
sonetto
dialettale
universitario
sempre
l'unico
sia
e
principio
del
per
codice
pur
porga
speciale
il
che
credere
certi
in
luce
forma
caratteristica,
meno
da
le
una
dei
mente
assoluta-
popolari
in
lume^
vo-
alcuni
che
videro
ma
questo
rimasero
non
rarissimi
di
stampa
attestare
ferraresi
inediti,
zioni,
pubblica-
recenti
Due
sg.
e
CORREZIONI
E
lett.
pur
da
che
ii,
163)
nelle
370
Collectanee
riso,
de
Trivulziana
della
ecc.
Notizie
biogr,
del
Lo
Calmeta
XV,
poi
Compendio
nel
de
Capìtoli Epistole
Barzellette
in
Ruschoni
de
Signor
inseriti
XVI.
donde
in
una
Scelta,
1893,
Ve
pure
nel
li
1 adi
24
Le
da
di Bartolomeo
di
GCXLIV-LV,
Compendio
in
v.ciA^
Rime
bellunese,
«
n.ro
Zenaro,
nota
a
| gio
del
ani
est ratti
J, pp.
botti
Stram-
Geor
per
| Ne
| ti
d' amore,
furono
Cavassico,
trovansi
pastorale
Venetia
21).
p.
Sonet
Predica
una
cheronici
mac-
| Vincenzo
cioè
Egloghe
ccccc.
M.
de
auctori
in
poeti
15-6)
noue
Milanese
piccolo,
4.°
e
I
{pp.
cose
et
fine:Impresso
tre
tosi,
a.
Milano., 1846,
il I
e
altri
et
di
de
piene
e
{cfr. p.
bibliogr.
e
sec.
stesso
facetissime
cose
questa
162.
n.
»
il nostro
{p. 46).
XXX
compagnia
In
nelle
poi
operette
di
sonetti
questi
citate.,altri
e
lingua
somiglianti,
a
parte,
quando
si
che
si
otto
v'hanno
di indole
puhhlicheranno
potuti
saranno
m,etter
insieme.
XXXIV,
la
che
riga
forma
ci
molto
esser
delle
altre
6.
rudimentale
inesperto
poesie
con
e
to,
è intancasillabi
ende-
degli
facilmente
mostra
confuso
Certo
—
tale
alcuno
politiche.
un
da
degli
giatore
versegnon
ter
po-
autori
371
.
XI-i"VII,
TiTTX,
in
1.
n.
qui
POLO
2.
n.
La
—
Ferrai
corr.
di
commedia
dal
accennata
stampa^
ima
Ferri
—
oltre
edita
fa
sanudo,
rara
zuan
modo
seduta
pos-
,
dalla
Di
suddetta
e.
essa
laqual
Domenego
dice
de
petanii
linfercon
in
a.,
veduto
gente
|
cose
4, di
carte
Incomincia:
Dialogus
"
Zan
Zuan
che
XCIX,
casi
di
r.
andar
al
Finis.
col.^
9.
l.
S.
A.
menego
Do-
| Salue
tanto
29
—
diso
para-
segn.
| Domenego.
piager
gnoli,
Spa-
insito
interlocutores
Polo.
fradel
Poi
2
Cae
"
gente,
a
"
molti
notabile.
4,
Polo
liuferno,
esse
finge
de
spirto
Francesi
di
stigio
altre
| de
in
lissima
bel-
Zuan
a
darme
sorte
| nal
| el
pene
J16)
hi storia
aparse
hauer
altre
"
ed
le
tilly.
Chan-
cit. ii,
Vna
come
calze
tutte
come
de
narra
taia
narrando
(Rassegna
picot
descrizione:
questa
porge
di
biblioteca
ecc.
casi
33
corr.
sorde
CU,
11.
r.
—
Sibilante
continua
corr.
sorda
CIV.
—
dal
accentati
testi^
disegno
o
che
vansi
Nei
meglio
primitivo^
apostrofati
nelle
un
soltanto
due
ordinati
tavole
e
mente
po'* diversa-
furono
quei
seguenti
completati.
poi
nosillabi
mo-
tro-
372
cà
^casa""
stà,sté,stò
chi
'?qui"
ve
di
co
''capo"
vi
idem
za
Vitt'
zò
'ciò"
dà,
de
'dare'
di
di
'dare'
di
e
^giorno
fé, fi
di
le, lo
''latiy-o"
mi
*piede,-i'
à
pò
'può"
de',
'
cosi',' sé'
so
di'
i'
po'
S,
y.
del
verso
notano
le
12.
è
3,
15.
7.
rim.:
sol
-4,
ham!
13-4.
5.
•7,
1.
—
—
8,
zare;
—
soltanto,
fé
3.
sagia
de
portare
ri-
senza
ria
Ma-
Santa
ben
che
0
che
'1 lo
già,
Ziegie
i
5.
la
me
o
ha
vo?
tu
star
12.
e
e
naso?
che
quel
mi
an
l[o] fi
S'
rimetti:
0
ogrCom.
Il
dice
co-
s' i
14.
ross'
0
zalej.?
{per
9,
12
6.
Mo
—
ognó
porta
innanzi
qui
13.
18.
| la, so-i
6,
mento
accomoda-
catto
Stralusè
—
'dove"
uq'.
{Da
questo
sostituzioni
ghe
ve
'e^^o'
da
'poco'
gli errori): (E)n
se
'dovere'
Migliore
—
'ai'
e
di
o', on',
e*
esser
'sono'
p.
si
dV
e
'e^o'
da
e',
'50'
si
*t/i?i'
e
''miglia"
e
pè
sé
'vedere'
''fare"
'
'mille
'
di' stare"
part.
—
Sdrussl
10,
2.
—
fasia
e
374
3^ì,
10.
(che)
cosi:
che
si
però
trascriva
che
fatto
il solo
il codice
che
si
verso
te
cavarò
accomodare
16.
15.
modo:
Il
(chej
(de la) [in]
t' ha
sta.
te-
Cocun
5.
Un'
—
14.
Fantin
tegnea
1.
forse
sta
probabilità
questo
a
cavii
quanti
33,
poesie,
la
che
l'autore
autografo.
sia
può
in
errore^
diminuisce
che
logo^
dia-
di
anche
proprie
cui
seguerite^
Quest'
cadere
le
sonetto
chiarezza
solita.
sempre
del
terziìia
la
per
lineetta
la
coda
la
dotto
ri-
esser
a(v)esse
me
ne
precedere^
farà
può
se
dopo
posta
va
potrebbe
verso
abbiamo
Qui
12-4.
Il
—
esser
pover'om.
35,
11.
36,
de?
O
—
6.
0
—
ne
im-
pagarò,
3*7,
5.
39,
4.
delle
detto,
13.
disè
10.
de
mo,
•44,
da
11
—
"
la
lettera
che
sopra
questa.
che
za
più
te
ne
me
Fiora
-AS,
via
—
ciò
per
disforma
17.
anche
cod.
rime,
altre
flesse
•41,
adiè.^
0
Nel
—
crer[e]
ne
te-
On'
—
non
[de] posserme
cri
te
8.
38,
finale
8.
Je
—
driè?
gnier
è
5.
o
4.
disemo
Come
—
-
Dormire
de
alla
nota
39,
4.
375
-4:5,
liv
0.
—
46,
5.
}a
e)ra-
ancuò
(#. E'
passion?
—
cossi
12.
cordo
ri-
me
che)
(zia
48,
lo.
49,
3. Sta
farem
(E)
—
co(mo)
Lave-
a
scura
10.
53,
53,
batesemo,
54,
26.
12.
sponton,
—
par(e)
—
Veerà(se)
29.
criom
(e)
—
9.
bela
de
55,
a
59,
9.
60,
16.
col
a'
T.
—
gi
ha.
dia
B.
Con
nella
copia
trascrisse.
In
Venetia,
1582
de'
versi
poche
abili.
in
più
fa
fine
conoscere
stampato:
del
36-8
testo
che
n.
e
9.
la
tolgo
mi
B
quasi
sioni
omis-
le stesse
non
vogiu
cesco,
Fran-
mente
diretta-
Ne
45-6.
e
varianti
de
meno
o
la
na
Alessandri-
lo provano
come
è
con
Bernardino
deriva
identità
perfetta
corsivo
di Tomaso
la
ine
porta
appresso
altra,
in
nelV
era
ij
ghe
A,
Gennari;
che
che
Essa
e
dall'
del
[Che
—
dia
Francesco
di
Mo
—
dia!
che
lettera
il luzio,
la
5.
ghe
5.
n.
B, l'edizione
quando
Dio
che
prbna
la
di
tra.'icur
64,
conseiò,
V edizione
seconda^
inchina
D.
10.
gran.
—
indicata
Salò
belo
Mo
-
mal[an]
12.
de
veerae
che
16.
n.
vada
eh'
3.
tavia
tut-
paiono
22.
65,
30.
pian,
22.
n.
33,
t'
—
6.
67,
bel
—
16.
[e] ^ento
cosi
e
partuo
sempre.
da
—
Giè
5.
n.
B,
n.
28.
B
tu
lanziman
quei
i
da
i?
dal
B
22.
n.
68,30.
{porto
da
GB)
39.
sora
i
n.
3.
la
-i.
76,
—
10.
6.
sé
10.
Per
riguardo
finale
alle
e
26.
B
[la] piaza
parola
essa
al
in
—
—
ad
casamenti
B
porom
sé
24.
della
35.
sora
6.
TS,
34.
.
.
—
TI,
è
gh'
n.
.
70,
B
per
rim.:
—
17.
n.
...
all'
si
altre
uso
IVie
retto
cor-
potrebbe
rima
in
gliere
to-
con
essa
dì
in
—
[la] presin^ia
"78,
13.
m'^e
8S,
24.
15,
[Q.]
23.
33.
si
a
'legrare
al
91.
17.
0
e
e
| che
zanzaora
—
prima
j)cirola, si
sing.
di
BC
e
se
ne
tata
Mu-
va
.
accoglie
ricava
poi
il
senso
un
preferibile.
94,
105,
0
43-4.
la
assai
avi
po'
-
—
93,
verbo
m'
O
85,
9S.
A'
—
64.
249.
—
lOT,
rim.
—
—
.
.
.
che
igi
è
du
vene
291-2.
I
A:
trogne,
Meglio
295.
fio
seguire
C:
gogne.
ver-
377
108,
che
mariazo,
vecio
al
114,
consi
256.
1S5,
pive,
134,
146.
220.
s
si
269.
144,
~
1
me
cri
7.
r.
è
la
testa
301.
lez.
del
questo
a
CI.
là
306-8.
cairogna!
| A,
XI
.150,
par
qui
pord'on
mo,
-^
sta,
fe-
sugo
in-nota,
in
sé
—
| un'
vergogna
gi
Rimettendo
281.
140,297.
a
fé
trasportare
può
corretto:
Schiantò
—
fee
verso
sarà
al
—
262.
139,
si
a'
rim.:
0
—
239.
ciantò
cod.
128.
Per
—
forse
Va
—
e
138,
Facilmente
110.
ing^istare.
133,126.
136,
-
i
13S,
113.
bagì
249
289.
^e-ge
—
Gl'Arena
-
pronunciato
1S4,
| e'
136,
55.
danudè
—
—
^efo
—
E'
—
130,
131,91.
99.
niente;
269.
piasse
zato
fidan-
115,
dreta,
—
del
Tuniazo.
a
/la
147.
178-9.
Se
le
0
118,
119,
dal
contraddire
—
versi,
parte
detti
esser
per
82.
ultimi
seconda
la
potrebbero
ckie
I
—
annunzino
pare
—
307-10.
n.
148,
80.
35.
darae
—
^
15S,
155,
derae
112.
166.
covrire;
—
—
Rim.
Qui
A:
forse
15*7,
pi
eh' è
andava:
205.
—
un
el
Tamia
me
378
160,
250.
249.
204.
176,
—
180,
o
281.
431.
da
turchi,
leggersi
Coìn\
BC
la
gere:
correg-
stato
sarà
la
gutturale.
Arezo
190,
490.
491.
Corr.
grisa
19S,
chialò.
529.
653.
SOI,
Bim.
32.
sole.
S14,
43.
S15,
om
In
—
testimone.
50.
SOS,
(tu)
3.
miglior
—
SSl,
in
come
partito
(tuo
non
bele)
il
tutto
dere
preten-
metrica.
4.
ogn'om
de'
sletran
—
n.
qui.
forse
uniformità
SII,
670.
('que)le
con
—
Ma
era
la
sotto
1 ch'/ie
—
56.
Lamento,
199.
e
—
! guardò
noaro,
vo
—
567-9.
iesiò
B:
SOS,
calze
si
done
origine forse
194,
pè
—
che
I Vu,
198,
g'
vi
brisa
B:
stampa
-
138,113.
F.w.
con
Od'
-
245-6.
forse
origine
In
—
189.464.
—
'breviare
dovrà
al
O,
—
fati, | a
Si
-
testa
178,
185,373.—
187,
180.
clie
—
I noia
Ma.
—
in
187.
I Abreviarè
atì.
295.
messa
va
precedente.
verso
gagia?
175,
eria
—
iniziale
lineetta
La
S,
16
346.
0
g'he
citainiegi
165,
—
0
—
r.
4.
r.
1
-
4.
—
S16,
51
dige
66.
~
r.b.dige
379
222,
'mi
19.
n.
21
—
mevi
cioè
mexi
o
haV
68.
SS4,
fé
98.
SS
didasc
165.
8,
S31,
2.
S34,
60.
156.
195.
al
—
145.
S4S,
—
Betia
161.
(e)
—
(da)
—
quel(o)
S39,
sarae
—
S40.
S4:l,
18.
S35,
97.
Betia
veea
sea
—
di-u
268.
3.
de'
S3'?,
bìestia
168.
pò
—
11.
27.
dige
:
moa
—
aia
—
fremamè(ii)
—
257.
85.
esi
—
248.
S3S,
S33,
S25,
ho
—
204.
—
.
S43,
nome
g44,
286.
273.
—
(0) dol^e
—
Zilìo
fé
243.
S45,
mìa
Agn'om
—
323.
S47,
S4:8,
360.
239.
350.
Moa
—
342.
355.
(a)ndar
—
via
(I)q
sea
S49,
ca
.
.
.
374.
423.
S5S,
2B3,
SB5,
56,
455.
did.
592.
dige
Oimè....oimè!
—
dige
—
S54,
488.
-
via
514.
541
did.:
inroegià?
—
489.
sea
S58,
ger-
dige
S51,
S
didasc:
poerte
—
sea
—
—(De)
-
farae
porta
de
597.
549.
fio
ai
380
S59,
624.
S6S,
675.
pi
zò
851.
mare,
S7i,
92.
(E)l
277.
322.
336.
s'
(a')
288,434.
(u)n
293,
296,
pè
378.
-
mariazo
di:
291.499.
de
ti!
—
trato;
544.
581.
286,
—
513-4.
524.
ne
vo[le]ntìera
—
può
292,
orsù
m)
324.
403.
149.
(Si).^
—
400.
te
?
dighe
S76,
pò
—
esi
0
49.
Mo(rsu
287*,
(u)na
32.
gnau
—
284,
he
2L0.
—
re,
Ma-
'1
(a)
far[e]
-
te
den-
forse:
inzurìò
—
ST9,
S8S,
I e gi suo
ave
856.
a'
—
46.
S74:,
ai...
830.
un
V'andava
mare,
27.
S7S,
283,
d'
0
—
rave;
294,
pò
—
di-me
—
844-5.
mare,
—
865,756.
(te) di
S69.
406.
776.
825.
maze(rè)
maria
scoegnù
—
23B,
S68,
dic^e
696.
705.
732.
pò
—
vili
—
264,
da
did.:
694.
701.
per
via
—
S63,
—
è-(que)la
—
—
525.
pò
0
—
550.
523.
fato;
pò
Dio,
618.
—
653.
I S'
insua
Moa,
297,
651.—
de'
382
318,
360.
319,
3S1,
469.
414.
451.
(andar)
—
ch(el
—
desobedir(e
—
477.
lonzi
nome
382.
Elo
—
33S,
g)iera
far
e)
490.
partisse
f(ara)è
474.
a') fosse
(Se
de
323,
525.
accomodare
potrebbe
543.
325,
Proìiunziavasi,
oggi,
come
650.
330.
607.
331,
698.
660.
pò
pò
—
—
(mo)no
nome
676.
pò
com
—
-
642.
329,
—
^e-tu
593.
palatale?
la
con
mia'
635.
328,
327,
duo
—
de
impazzo
così:
Si
529.
dir)
(a
~
*
731.
332,
fé
De
749.
334,
333,
che
—
751.
q-
782.
pò
-
746.
—
a'
812.
335,
-
smerdare
336,
840.
337,
831.
339,
911.
341,
854.
—
342,
347,
daschè
886.
913.
pò
—
838.
(e)l
866
pò-
—
pè
340,
938.
—
pò
nome
948.
968.
-
958.
da-mò
—
pol-
amistè
961.
tronzon
n'/ie
pè
338,
essè
0
—
977.
desperi
1098.
-
(E)l
(A)pena
383
348,
1127.
pò
1179.
350,
-
guagnò
35S.
1230.
pè
—
1353.
perdon
1352.
357*,
(za)
an
—
pò
358,
1378.
pè
1372.
mi
—
359.
1405.
de'
1393.
metr'
—
360,
366,
nome
1414.
—
bella,
3.
diretto,
4.
La
1.
IISTDIOE
Introduzione
p.iii-cxvi
Testi
1-368
»
di
Sonetti
l.o
Marsilio
Carrara
di
e
da
cesco
Fran-
Vannozzo
Sonetti
2.^
(I-II)
anteriori
1470
»
1-3
al
(I-IX)
»
4-14
....
Scene
3.°
contadinesche
del
4.*^
1400
Poesie
(I-XI)
Sonetto
la
a
di
1511
»
49-69
...»
vilanesca.
octubrio
».
Sulla
G.*^
di
lega
col
re
1513
di
«
Venezia
Francia
del
(I-II)
Contrasto.
»
Dialogo.
e
coman
Per
la
pace
Cavazon
del
71-75
Sa-
»
(I-IV)
8.0
70
»
....
7.0
15-48
del
politiche
1509
S.*^*
(I-XXXII).
»
76-9
»
81-3
1516
.
386
9.°
L'
Alfabeto
dei
villani.
»
lO.o
Tre
mariazi
«
da
»
con
o
«
El
dova
Pa-
mento
fram-
un
(I-IV)
11.
89-143
...»
del
contrasto
trimonio
ma-
deTaogno
»
(I-III)
ecc.
84-8
»
144-207
....
12.°
Commedia
inedita
del
Ruzzante
»
209-3G2
....
Appendice
I:
Cartello
di
grato
auto-
Galileo
lilei
Ga-
»
Appendice
II
:
Zanne
«
nato
Me-
Fraccaore
da
Tencaruola
gnor
363-4
al
Dottori
8aonetto
Se-
da
va.
Fa-
de
su-
prication
»
366-6
....
«
«
Respuosta
»
Zanne
Menato
sìmo
Correzioni
»
al
mie-
»
ed
366
»
367-8
369-83
aggiunte
»
.
.
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