1. SITUAZIONE ED ORIENTAMENTI
La presenza di numerosi musulmani a Milano e in Lombardia
impone una riflessione riguardo
ad alcune problem atiche di
convivenza diffusamente avvertite. Ai cristiani lo spirito evangelico
chiede di “farsi prossimo” 1 verso*** queste persone, pur di religione
diversa. E' im portante stabilire con essi relazioni di reciproca
conoscenza, nella valorizzazione di ciò che è comune e nel rispetto
delle differenze, partecipando loro ***la Buona Novella Evangelica.
Questi suggerimenti non vanno inte si solo com e indicazioni,
ma anche com e ricerc a di orien tamenti. Il tag lio che si vuo l dare a
questo strum ento è pratico-pastorale: è un tentativo di dare iniziali
risposte alle tante dom ande che in terpellano il nostro discernim ento
e interrogano la nostra azione. Ques
te riflessioni e indicazioni
presuppongono o richiedono una semp re più profonda conoscenza
dell'islam.
I docum enti e le riflessioni della Chiesa di questi anni, gli
attuali studi sociologici e giuridici, le esperienze europee ed italiane,
tra le qua li riteniam o particola rmente significative quelle pastorali
delle Diocesi italiane, sono alla base di questi orientamenti2.
1
2
Cfr. Luca 10,29 .
Per una maggior conoscenza e discernimento dell'islam, vedasi anche: Concilio
Vaticano II - Lumen Gen tium, N ostra Aetate; documenti d el Pon tificio
Consiglio per il Dialogo Interreligioso, tra i quali Dialogo e Ann uncio (1991);
lettere o omelie d ei Vescovi italiani su questa realtà d al Triveneto (2 006) d a
Padova, alla Sicilia (2 004), all 'Emilia R omagna (2 000), sp ecialmente il
discorso alla città di Milano Noi e l’Islam del Card. Martini (1990)- allegato 1-.
Riferimento ultimo nel tempo è il documento Incontrare i musulmani? (2003)
del Co mitato “Islam in Eu ropa” del Con siglio d elle Con ferenze Ep iscopali
Europee (CC EE) e delle
Confere nze d elle Ch iese Eu ropee (KEK)
recentemente fatto perveni re alle rispe ttive Chiese. Si può infine far t esoro
della relazione, a carattere teologico, di Michel Fedou, Lo sviluppo del dialogo
interreligioso dal C oncilio Va ticano II, tenu ta all’Assemb lea Plen aria (1 4-19
maggio 2004) d el Pon tificio Con siglio per il Dialo go In terreligioso e d i
Maurice Borrmans, Islam e C ristianesimo: l e vi e del d ialogo, 1 993. V edi
Bibliografia finale
2. RIFERIMENTI E PROSPETTIVE
L'ambito dei rapporti islam
o-cristiani, nell’Arcidiocesi
milanese, è oggi seguito dal Servizio per l' Ecumenismo e Dialogo e
dal Centro Am brosiano di Docum entazione per le Religioni
(CADR)3. Per ciascuna delle 7 zone della Diocesi collaborano alcuni
sacerdoti, in caricati di anim are ed accompagnare tale pas torale. La
Diocesi ha racco lto esp erienze e sta preparand o anche operato ri
pastorali mediante corsi di for mazione4. E' necessario portare avanti
il camm ino di incontro e di dial ogo interreligioso e promuovere
sempre nuove iniziative sul territo rio, parrocchiale e decanale, atte a
favorire, attraverso la testim onianza cristiana, quel “dialogo di
vita”5, tanto urgente ed importante.
3. PREMESSA NECESSARIA
Prima di affrontare qualsiasi scelta opera tiva è necessario
rilevare la rea le en tità quantitativa e la
differente tipologia
qualitativa della p resenza m usulmana sul territor io m ilanese e
lombardo. Al tem po stesso occorre tener presente i com portamenti
delle nostre com unità che, talo ra, m anifestano preoccupazione,
insofferenza, ostilità accanto
a b enevolenza e dialogo verso i
musulmani ed è utile sapere com e normalmente gli islam ici vedono
noi. 6.
3
4
5
6
Nella d iocesi di Milan o esiste d al 1989/90 il CADR, Cen tro Ambrosiano d i
Documentazione pe r l e R eligioni (C orso di P orta T icinese 3 3 – 20123
MILANO tel 0 2.8375476), ch e ha un a sezione per l e relazioni co n l a real tà
islamica. Il Ca dr lavora in co ntatto con il Pon tificio Consiglio per il Di alogo
Interreligioso e il Po ntificio Istitu to Studi Arab i e d i Isla mistica (PISAI),
entrambi a Roma.
Ogni anno, nell'Istituto Superiore di Scienze Religiose a Mi lano, viene offerto
un corso sull'Islamologia. Sono state anche istituite SDOP (Scuo le Diocesane
per Operatori Pastorali) per conosce re l'Islam e formare esperti. Diversi Uffici
della Curia organizzano i ncontri in questo am bito (pe r gli inse gnanti d i
religione, per operatori dei Consultori famigliari, ecc.).
Vedasi do cumento del Po ntificio Con siglio p er il Dial ogo Interreligioso,
Dialogo e Annuncio, citato in nota 2.
In particolare molti musulmani immigrati vedono i cristian i come credenti di
4. RICORRENTI PROBLEMATICHE DI CONVIVENZA
Si propongono delle indicazioni, considerate attualm ente più
opportune per un giusto approccio verso i m usulmani, riguardanti
una serie di m omenti, situazioni e circostanze, che possono offrire
spazi da valorizzare per l’incontro , il dialogo e l’integrazione. Sono
convinto che ognuna di queste scelte non è defi nitiva ed appagante
nell’immediato, ma necessita di un cammino graduale che dovrebbe
portare ad orizzonti sempre più
chiari, in un tem po che non si
prevede breve.
4.1 Conoscenza reciproca - conferenze - tavole rotonde
Prima tappa è la conoscenza dell’islam e il suo m ondo. E’
opportuno che gli operatori pastorali organizzino conferenze,
giornate di studio e tavole rotonde.
Si consigliano, per un prim o a pproccio, due o più incontri,
meglio se ravvicinati nel tem po, sulla conoscenza dell’islam e sulle
relazioni co n i m usulmani. Iniz ialmente è meglio f ar pr esentare
l’islam da esperti cristiani, perchè si ritiene siano più adatti ad offrire
le prime necessarie comparazioni tra cristianesimo ed islam e l'esatto
significato teologico di term ini apparentem ente uguali, m a che
spesso nelle due religioni hanno
valenze diverse. Comunque è
sempre auspicata la pres enza di m usulmani, ancor m eglio se questi
ultimi abitano nel luog o dove si ti ene la conferenza. Di solito si
chiede agli organizzatori di invita re alm eno quei m usulmani che si
sono già incontrati per vari motivi.
una fede superata dall’Islam; molti ci ritengono politeisti; leggono la nostra società
come se fosse tutta cristiana, senza distinguere credenti e non; spesso considerano
il cristianesimo religione debole, per il male che notano in “Occidente”; sentono il
dovere di diffondere l’islam a tutti gli uomini; vorrebbero una società tutta guidata
dalle legg i islamich e, sen za distinzione tr a l'a mbito relig ioso e l'a mbito po litico.
Inoltre i Sunniti, non avendo più il Califfo, non hanno più un'Autorità unica.
Per una più precisa informazione sulla presenza dei musulmani in Diocesi, vedasi
l'articolo “Cristian i e m usulmani in Italia e a Milan o”di Giam piero Alb erti,
Ambrosius, 4/2005
Solo in un secondo mom ento consigliamo di organizzare
incontri e tavole rotonde anche con relatori musulmani.
Resta poi sem pre interessan te allargare l' orizzonte alle
religioni presenti sul territorio, magari trattando un tema comune.
Nell’organizzazione deg li incon tri interreligios i, siccom e i
relatori ebrei e m usulmani non sono sem pre m inistri del culto
(rabbini ed im am), non è necessario che il relato
re cristiano sia
sempre un prete.
Per tem atiche specifiche, quali la com
parazione tra le
teologie, tra le spiritualità, per problematiche nuove anche per le
religioni, come ad ese mpio per la bioetica, occorrerà far riferim ento
a persone veram ente com petenti, vista la delic atezza di tali
argomenti e la scarsa conoscenza che ancora se ne ha.
E' i mportante organizzare ques te conferenze anche in
collaborazione con Enti civili presenti sul territorio perché la valenza
islamica spazia ed in terpella “religione e stato ”. La realtà is lamica è
trasversale a tutte le componenti de lla nostra società, dal lavoro alla
sanità, dalla scuola alla famiglia…
Incontrando i musulmani va chiaramente detto che anche loro
devono conoscere il nostro cristi anesimo, che non è se mpre quello
presentato dal Corano o da loro tradizioni.
Solo la reciproca cono scenza permette un corretto incon tro e
dialogo.
4.2 La preghiera
La preghiera è un grande valore com
une ad entram be le
religioni, ma chiede precisazioni qu ando la si vuol fare insiem e. Di
fronte alle richieste d a parte d i musulmani di pregare ins ieme i n
occasioni particolari (ad esem pio per la pace o in occasione di
funerali, di nascite, di matrimoni, ecc.) è opportuno accettare, però è
meglio, per ora, “s tare insiem e a pregare”, magari silenzio samente,
piuttosto che “pregare insieme” con il rischio di ingenerare equivoci
o di urtare sensibilità. Esistono pr eghiere, schem i di preghiera già
studiati per varie occasioni, sia per adulti sia per ragazzi7.
4.3 Giovani e ragazzi musulmani nei nostri Oratori
Alcuni ragazzi m usulmani, frequentando le stesse scuole dei
loro coetanei cristiani, si pr
esentano, soprattutto nei mom enti
ricreativi, nei nostri am bienti. Riteniamo che sia doveroso accettarli.
Deve essere natura lmente richies to il r ispetto e l’adeguam ento alle
regole educ ative stab ilite nei nos tri am bienti cir ca i va lori u mani e
religiosi. Di questi si sottolineino quelli com uni e si evidenzino le
differenze, senza com promessi o s incretismi. Si dica chiaram ente
che non vanno interpretati com e rifiuti i necessari m omenti di
separazione.
Sarebbe au spicabile v alorizzare questa pres enza com e
occasione di reciproca conos
cenza, ove possibile con il
coinvolgimento dei genitori. Ci ò richiede un impegno educativo
nuovo che andrà sviluppato negli
anni. Per quanto possibile gli
educatori si confrontino con esperti.
4.4 Centri di ascolto, Caritas, gruppi di volontariato
I m usulmani che si rivolgono ai Centri Caritas parrocchiali,
certamente vengono accettati com e fr atelli e, per quanto possibile,
aiutati. Tu ttavia già dal prim o in contro è ne cessario chia rire (con
semplici informazioni scritte anche nelle loro lingue) le motivazioni
della nostra accoglienza, basata unicam ente sul Vangelo, senza
intenzioni di proselitismo. Questo perché a volte il nostro operato
viene frainteso.
Sarebbe bene cogliere l’occa sione di questi incontri per
iniziare un dialogo : ascoltarsi, capire le diverse cultu re, sapere delle
loro tradiz ioni e della loro re ligiosità e pr esentare la nostra f ede.
Quanta ricchezza um ana si può trovare in conversazioni infor mali,
ma a michevoli! Si scopriranno valenze com uni che aiuteranno a
7
Per un ap profondimento ve dasi i l d ocumento: C omitato I slam i n Eur opa,
Cristiani e Mu sulmani: Preg are in sieme?, CCEE-KEK, 2 003. Esiston o testi
per ragazzi: La fede a tre v oci e pre ghiere per tre fedi, pre parato pe r ebrei ,
cristiani e musulmani dal Cadr.
vivere bene insieme.
In taluni casi sarà opportuno avvalersi della collaborazione di
mediatori culturali.
4.5 Le feste
Le feste musul mane sono una grande o
ccasione p er
l’incontro e il dialogo. Sono esse
nzialmente due: la festa della
Rottura del Digiuno (“'id al-fitr”) alla fine del mese di Ramadan e la
festa del Sacrificio del figlio di Abramo (“ 'id al-adha”) il 10° giorno
del mese del pellegrinaggio, “Hagg”.
La prima, che festeggia i doni ricevuti da Dio durante il m ese
del digiuno, ha consuetudini s imili a quelle del nostro Natale come
lo scam bio di auguri e di regali, specialm ente per i bambini. In
questa occasione la Chiesa cattolica usa fare gli auguri ai m usulmani
con lettera del Pontificio Consig lio per il Dialogo Interreligioso.
Solitamente il testo caratterizza, d i anno in anno, un camm
ino
sempre più profondo di incontro e di dialogo. A nche l’Arcivescovo
di Milano aggiunge una sua lettera di auguri. Spetta a tutti coloro che
credono all’incontro e al dialogo
far giungere questi auguri ai
musulmani amici, vicini di casa, della propria zona8.
Sono state attivate iniziative
di incontro, a carattere
sperimentale, in occasio ne del m ese di Ram adan; ad esempio si
invitano alcune fa miglie di m usulmani a “rompere il digiuno del
giorno” insiem e a gruppi cristian i, in pratica si org
anizza tra
musulmani e parrocchiani un sem plice m omento conviviale in una
sera di Ramadan, spesso con scambio di esperienze religiose. Questa
tradizione è cara in parecchi paesi a maggioranza islamica; un anno i
cristiani invitano i musulmani nei loro centri, l' anno successivo sono
i m usulmani ad ospitar e i cr istiani nei propr i centr i. Così ci s i
conosce e spesso si stabilisc ono rapporti am ichevoli, favorendo
l'integrazione.
8
Questi m essaggi augu rali,in varie ling ue, so no reperibili q ualche settiman a
prima della festa nel “sito” della Santa Sede e nel “Portale” della Diocesi.
Anche le nostre feste cristiane divengono occasion
e di
incontro. Accettiamo con gioia gl i auguri che i musul mani vengono
a porgerci in occasione del Natale e della Pasqua.
La visita natalizia o pasquale alle f amiglie, fatta da sa cerdoti
o operatori pastorali, pu ò essere anch' essa un’ occasione di incontro
con le fam iglie islamiche nelle lo ro case. Per una buona riuscita di
questi incontri, accettati di solito quando la famiglia musulmana è al
completo, è auspicab ile far preced ere una lettera che spieghi il
significato di questo m
omento annuale di preghiera e di
benedizione9.
4.6 Matrimoni con disparità di culto
I m atrimoni tra cristiani e m usulmani sono in aum ento.
Quando una coppia intraprende un tale percorso è necessaria una
particolare riflessione, vista la co mplessità d i scelte e v alori che
vengono messe in gioco. Occorre esse re prudenti e prendersi cura di
queste coppie, dall’inizio e segui
rle nel co rso della re lazione,
soprattutto se si presentano alla Chiesa. In questo caso è necessario
invitare le coppie a recarsi presso il Servizio per la Disciplina dei
Sacramenti della Curia per aver ch iare le norm e giuridiche di fronte
alle tradizioni proposte dalle due religioni. I giovani vengono seguiti
nella preparazione al matrimonio, e anche dopo, insiem e ai parroci e
a persone qualificate. Anche la ce lebrazione del rito and rà preparata
con cura, secondo il rituale proprio.
Esiste pres so il C.A.D.R. un Consultor
io Fam iliare
Interetnico che segue le coppi e prim a e dopo il m atrimonio. Offre
anche corsi di formazione per operatori sociali che incontrano queste
nuove realtà.
È auspicab ile la co llaborazione dei Consultori f amiliari
diocesani con il Consultorio Inte retnico per u n accom pagnamento
della coppia di m ista religione. Per questo campo pastorale sono
9
Si p ossono t rovare presso l'Ufficio Ec umenismo e D ialogo ed i l CADR
modelli di lettere in più lingue per annunziare tali visite ai musulmani. .
state preparate le Indicazioni CEI e degli opuscoli appositi.10
È da favorire l’attenzione past orale anche verso le coppie di
religioni diverse già consolidate, per la loro esperienza acquisita e in
vista di una possibile mediazione culturale.
- L’ educazione dei figli
E' importante accompagnare la copp ia mista nell'individuare
il p iù co rretto pe rcorso educativo dei figli, con una particolare
attenzione all'educazione religiosa.
Nel m atrimonio tra coniugi
di religione m usulmana e
cristiana, esiste la promessa del genitore cristiano di fare quanto è in
suo potere per educare nella propria fede i figli. C'è da tener presente
che il coniu ge m usulmano spesso sottova luta l' importanza di tale
promessa. Capita anche che, su richiesta del coniuge cristiano, il
coniuge m usulmano acconsenta al b attesimo del f iglio. Di s olito il
consenso viene dato senza com prendere appieno il significato del
Sacramento, considerato niente di più di una cerim onia tradizionale.
Occorre quindi m olta prudenza ne ll'accogliere tali rich ieste di
battesimo. Il parroco ha il comp
ito di spiegare al coniuge
musulmano anche il senso del battesimo.
E’ im portante poi che i genito ri si occupino, fin dalla più
tenera età, dell’educazione religi osa dei figli presentando loro i
valori comuni alle due religioni: il senso di Dio, del Dio unico, che è
il Creatore e ci am a, la preghiera, i g esti di amore verso il prossim o.
Questo li educherà al rispetto, all’ apertura, li aiuterà a non sentirsi a
disagio nei confronti degli altri a causa della fede dei propri genitori,
a non perdere il senso religioso11.
Segn aliamo: CEI, I ma trimoni tra ca ttolici e mu sulmani in Italia, Indicazioni
della Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana del 29/04/02005, messe
in allegato in questo opuscolo; Comune di Milano e CADR, Il Matrimonio tra
tradizioni e d iritti d iversi. Italia-Egitto-Marocco-Tunisia, a cu ra d i Patrizia
Comito e Barbara Ghiringhelli, Milano, 2005.
11
Si stanno studiando itinerari educativi per l'educazione interreligiosa. Sono stati
approntati dei sus sidi per g enitori e ra gazzi si a pe r l a p reghiera, c he pe r l a
presentazione del cristianesim o e dell’ islam a i ragazzi. Alcune i ndicazioni
10
4.7 Conversioni da una religione all’altra
La conversione da una religi one all’altra è una questione
molto delicata, soprattutto presso i musulm ani. E' da af frontare con
prudenza, salvaguardando il principio inalienabile della libertà
religiosa.
Di fronte a dom ande di adesione al cristianesimo di adulti e
di m inori, è prudente non dare
corso frettolosam ente a questo
cammino di conversione, m a è necessario approfondire la situazione
caso per caso. Occorrerà inv
iare i r
ichiedenti a ll’Ufficio
Catecumenato della Curia, che indicherà gli itinerari idonei.
A volte i figli di coppie di
diversa religione, raggiunta la
maggiore età, chiedono il Battesi mo. Anche per loro valgono gli
stessi suggerimenti.
Si verifican o anche casi di cris
tiani/e che s i sarebbero
“convertiti/e” all’islam (a volte
in occasione del m
atrimonio
islamico) ed esprim ono il desiderio di tornare al la pratica religiosa
cristiana, ritenendo che la conversio ne non fosse reale. È bene non
prendere la cosa alla leggera, ma è necessario ponderare bene caso
per caso e soprattutto far riferimento all’Ordinario Diocesano.
Ancora, è b ene far p resente alle donne cattoliche (frequenti i
casi di sudam ericane e filippine) che desiderano sposare un
musulmano, che non
debbono necessariam ente “convertirsi”
all’islam. Solo gli sciiti e i gr uppi fonda mentalisti obbligano alla
suggeriscono di presentare verso i 4-5 anni i valori comuni alle due religioni come
il senso di Dio, del Dio unico, che è il Crea tore e ci am a, la preghiera, i gesti di
amore verso il prossimo. Sarà solo a partire dai 6-7 anni, quando il bambino verrà
accompagnato a visitare i luoghi di culto di entrambi i genitori, che occorrerà far
percepire che ci sono m odi di versi di ra pportarsi a qu el Di o che l ui ha gi à
cominciato ad am are e pre gare insiem e ad ent rambi i ge nitori. Frequentando un
poco i diversi luoghi di culto, comincerà piano piano a distinguere le espressioni
delle due religioni e ad averne grande rispetto. Intorno ai 10 anni potrà cominciare
ad accostarsi ai libri sacri (Bibbia – Cora no), a capire e rispettare anche i diversi
contenuti del le due religioni e di al tre anco ra di c ui veni sse a c onoscenza
attraverso la scuola, o altre frequentazioni, m a sarà pronto all’accoglienza e al
rispetto. Nell’a dolescenza e nella giovi nezza sarà portato ad a pprofondire le sue
conoscenze, a fare le sue scelte, in libertà e consapevolezza.
conversione, venendo m eno al prin cipio assoluto della libertà
religiosa. Ne deriva un grave ca so di cosc ienza per il cr istiano
coinvolto.
l'assistenza parascolastica sempre tanto richiesta,.
Utili sono anche i corsi di lingua italiana per i bambini e, ove
fosse possibile, corsi di lingua del paese d'
origine della fam iglia
immigrata. Tutte occasioni di incontro e di integrazione.
4.8 Richiesta di locali parrocchiali per la preghiera o per altro.
La prassi è di non concedere
i luoghi di culto cristiani e
nemmeno locali parrocchiali per il culto musulmano rituale12.
E' preferibile consigliare di far dom
anda agli organi
competenti del territorio, i quali, quando non avessero soluzioni,
potranno chiedere ai privati o alle Chiese. Nei confronti degli Enti
locali occorrerà avere un atteggi amento collaborativo, cercando di
discernere insiem e, le soluzion i più adeg uate e in occasion i
particolari come per le feste m usulmane. In accordo con l'Ordinario,
può essere presa in considerazion
e la possibilità di concedere
"ambienti p olifunzionali, purchè s i rispe ttino i sim boli r eligiosi
presenti e non si compiano atti contrari alle leggi dello Stato"13.
Per richiesta di locali parrocchiali per attività non religiose, si
valutino i singoli casi. Tali attività devono rientrare entro gli itinerari
educativi e ricr eativi dei singoli luoghi, e l' uso deve avere carattere
occasionale e non perm anente. Co munque le eventuali co ncessioni
competono al Parroco debitam
ente au torizzato d all’Ordinario
Diocesano14.
4.10 Altri ambiti di incontro:
Esistono poi ambiti come la scuola, gli ospedali, le carceri, i
posti di lavoro e i Centri culturali islamici, che chiedono determinate
scelte per una civile convivenza
tra esigenze relig iose diverse.
Questi am biti sono m ateria di “Intesa” tra St ato e Enti di
rappresentanza dell'Islam in Italia, ai sensi dell'art. 8, comma 3, della
Costituzione15 o da regolarsi con leggi speciali; tuttavia, vengono qui
proposte delle riflessioni.
- Scuola
La scuola è uno dei luoghi privile giati per l’incontro e il
dialogo, m a è facile che proprio in a
mbito scolastico sorgano
difficoltà e incomprensioni.
A livello naziona le, è ancor a in sospeso la rich iesta
dell’insegnamento di re ligione isla mica, per d iversi m otivi: p er la
mancanza di Inte se, pe r le dive rse trad izioni is lamiche pre senti in
Italia, per il numero di alunni minimo richiesto, per criteri di scelta e
di assunzione degli insegnanti e per l' impostazione di tale corso 16.
Tuttavia, non ci sarebbero motivi in contrario da parte nostra.
Comunque, il criterio che ci sem bra giusto adottare, di fronte
alle varie richieste dei genitori musulmani, per il cibo, le feste, ecc. è
quello di prestare ascolto, purché queste richieste non diventino m ai
una imposizione agli altri alunni, siano secondo le leggi scolastiche e
non abbiano la pretesa di elim inare feste e segni cristiani cari alla
nostra tradizione solo a causa della loro presenza nelle scuole statali.
Sono da favorire quelle iniziative in cui la presenza di alunni
4.9 Attività parascolastiche
E' opportuno organizzare, a volte com
e mom entanea
supplenza all' Istituzione scolas tica, anche nei nostri am
bienti
12
13
14
Secondo le indicazione de i Vesc ovi, Circolare n. 32, 10/5/2002, a cura del
"Comitato per gli enti ed i be ni ecclesiastici - sez.I CEI, intitolata "Cessi oni di
locali e spazi pastorali a t erzi pe r uso diverso". Circ olare c he a ppare in
supplemento al n.1/2002 di "ex Lege".
Conferenza episcopale del Triveneto-Commissione regionale per l'ecumenismo
e il dialogo, Quale dialogo con i Musulmani, Bologna, EDB, 2006 vedi 4 c
Si faccia rife rimento alla Nota per i Parroci propost a dal Se rvizio per
l'Ecumenismo e il Dialogo della Curia di Milano.
15
16
Circa le diverse problematiche giuridiche legate alla presenza dei musulmani
in Italia, si veda: Musulmani in Italia. La condizione giuridica delle comunità
islamiche, a cura di S. Ferrari, Il Mulino, Bologna, 2000.
Potrebbe essere a carattere culturale come l'IRC.
di etnia e relig ione diversa d iventa occas ione prezios a per la
reciproca conoscenza.
Le scuole catto liche che acco lgono alunn i di gen itori
musulmani hanno l’occasione di praticare il "dialogo", promuovendo
iniziative mirate.
- Ospedali
I m usulmani non hanno la tradizione dell’assistenza
spirituale pe r i loro m alati n egli ospedali. In Occidente gli im am o
persone riconosciute possono far vi
sita ed essere vicini ai
ricoverati17. Capita che dei m usulmani ricoverati in ospedali o i loro
parenti si rivolgano al prete
cattolico, m agari conosciuto o
addirittura am ico. È nostro dovere prestare atten zione e portare
conforto. Di fronte al dolore, il musulmano ha vari atteggiamenti, tra
cui prevale quello di rassegnazion e in quanto la sofferenza e la
malattia sono viste come disegno di Dio18.
- Funerali
In occasion e della m orte di un musul mano è opportu no
indirizzare chi si rivo lgesse alla parrocchia , al responsabile del
Centro islamico frequentato dalla famiglia del defunto.
A livello personale, può essere buona testim
onianza
partecipare al rito funebre del conoscente o dell'amico islamico.
I musulmani fanno anche richiesta di spazi a loro riservati nei
cimiteri e chiedono la sepoltura secondo le loro norm e. Questa è
materia di competenza dei Comuni19.
Vedasi art . 38 l egge 2 3 dicembre 19 78, n . 8 33 e l eggi R egionali 20 05Protocollo di intesa
18
Per un ap profondimento sul t ema del dol ore, del la m orte, del la bioetica,
vedasi: P. B oz, Ogni an ima assaggerà la morte. Con i nostri fra telli d i fed e
musulmana di fronte alla sofferenza e al la morte, traduzione e adat tamento a
cura del C.A.D.R., Milano,1998.
Stefano Allievi (a cura di), Salute e salvezza Le religioni di fronte alla nascita,
alla malattia e alla morte, Claudiana, Torino, 2003- EDB, Bologna, 2003
19
Art.9,6 della Legge Regionale 18 novembre 2003, n.22. Norme in materia d i
attività e servizi necroscopici, funebri e cimiteriali (BRL del 21 novembre 2003
n. 4 7, 1°s uppl. Ord.) con i l r elativo R egolamento R egionale del 9 n ovembre
17
Sono stati approntati semplici fascicoli che possono essere
utili per comprendere il senso
del dolore e della m orte secondo
l’islam20.
- Carceri
Anche nelle carceri l’assisten za religiosa dovrebbe essere
garantita ai m usulmani, che s ono spesso giovani, provati dalla
solitudine e vivono il disagio dell’imm
igrato. Ultim amente non
viene s empre conces sa la vis ita di im am o responsabili m usulmani
nelle carceri21. Sia il cristiano a compiere gesti di attenzione.
- Luoghi di lavoro
L’ambito del lavoro è fo
rse il luogo dove cristiani e
musulmani vivono fianco a fianco
più che altrove. I lavoratori
cristiani hanno occasioni preziose di testim onianza; occorre che
vengano preparati all’in contro e al dialogo con i m usulmani e siano
in grado di dare prova di solidarietà concreta soprattutto in situazioni
di disagio. La pastorale del lavoro
e le varie organizzazioni dei
lavoratori cristiani sono coinvolte in questo senso. Anche i datori di
lavoro c ristiani, con la loro speci ficità, si im pegnino a testimoniare
questi valori.
I lavoratori m usulmani hanno l’esigenza di astenersi dal
lavoro nelle loro due feste principali: la Rottura del Digiuno alla fine
del Ram adan e la Festa del Sacrificio. Solitamente, per mezzo di
trattative private, ottengono questi due giorni. Si dovrà curare che
nei con tratti nazion ali dei lavora tori, ne i v ari settori, si tengano
presenti queste nuove esigenze22.
Più problematica è la richiesta del tempo per la preghiera di
mezzogiorno del venerdì, anche perc hé il luogo del lavoro spesso è
lontano dalle sale di preghiera. Va com unque detto che non c' è un
2004 n.6.
Veda si nota 18.
21
Vedi C ircolare (i nterna al le carce ri) del M inistro del la Gi ustiza R oberto
Castelli durante il governo Berlusconi (2001-2006).
22
Da segnalare che dal 2003 in Egitto il Governo concede festa nazionale anche
nella grande festività cristiana copta del Natale di Cristo.
20
obbligo preciso né per la preghiera né per il luogo. Nei Paesi a
maggioranza islam ica le norm ative in m erito verso i cristiani sono
varie. In molti Stati si conced
ono alcune ore ai cristian
i, la
domenica, in base alle esigenze del lavoro.
- Centri culturali islamici
La dizione e la forma giuridica dei Centri islamici è quella di
“Centri culturali”, al pari delle comuni associazioni che si possono
far sorgere da parte di qualunque c ittadino in possesso dei requisiti
di legge. S pesso questa form a copre un luogo di più am
pia
aggregazione, anche con scopi di
culto. Lo statuto del Centro
dovrebbe chiarirne e precisarne la configurazione. Questi luoghi
vengono anche im propriamente c hiamati m oschee e a ssumono
valenza simile a quella di una nos tra chiesa. Ne stanno sorgendo in
tutta la Diocesi, in ambienti affittati o acquistati.
Questi Centri, a volte si inseri scono nel tessuto sociale senza
problemi, integrandosi lentam
ente, magari aiutati dalle
Amministrazioni locali; a volte c reano problemi per l’inadeguatezza
del luogo o per altri m otivi. Va rispetta to il diritto di tutti di crearsi
un proprio Centro. È com pito de lle Amm inistrazioni concedere
questi permessi e vigilare che tutto sia secondo la legge.23
Da parte delle com unità eccle siali pensiam o sia doveroso
incontrare e conoscere queste realtà anche per chiarim enti utili alla
convivenza, all’integrazione e al dialogo di vita, di opere e di fede.
- Le consulte comunali per gli stranieri
Stanno sorgendo le Consulte co munali per gli stranieri che
rappresentano di fatto un luogo di incontro, di conoscenza e
interazione e scambio fra culture. Meritano la nostra attenzione e
collaborazione per favorire il dialogo interreligioso.
23
Cfr L .R. 12/2005 a rt 70, c. 2 e Nota p reparata com e Os servatorio giuridicolegislativo regio nale a co mmento d ella leg ge 12/05 relativ amente al p unto
specifico delle Confessioni non cattoliche.
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1. SITUAZIONE ED ORIENTAMENTI La presenza