Il Progetto Policoro
La struttura organizzativa
Modulo formativo nazionale - Roma 27 novembre 2008
Premessa di fondo
 Giovani
Lavoro
Sud
Un cammino che continua da dodici anni
Obiettivi progettuali 1
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offrire alle Chiese Locali strumenti ed
opportunità per affrontare il problema
della disoccupazione giovanile in una
prospettiva di evangelizzazione e di
promozione umana
stimolare le varie pastorali e le aggregazioni
laicali a lavorare “in rete” in un’ottica di
sinergia e di collaborazione reciproca
aiutare le diocesi italiane ad interagire tra
di loro con spirito di solidarietà e di
reciprocità
Obiettivi progettuali 2
Emergono, pertanto, le seguenti azioni
prioritarie:
 l’evangelizzazione dei giovani,
disoccupati o in situazione irregolare di
lavoro
 la formazione ad una nuova cultura
del lavoro aperta alla cooperazione e
all’autoimprenditorialità, ecc.
 i gesti concreti di solidarietà
 i rapporti di reciprocità
I soggetti promotori
Le tre pastorali
 Ufficio
per i problemi sociali e
il lavoro
 Servizio nazionale pastorale
giovanile
 Caritas Italiana
La “sfida” della Pastorale
integrata
Il progetto Policoro non si sovrappone alla “pastorale
ordinaria” dei tre Uffici coinvolti. Al contrario, la esalta,
la specifica, la “legge” in un’ottica tutta particolare,
quella del lavoro (Documento Linee di orientamento del
Progetto Policoro, dicembre 2007).
”una strada da percorrere con coraggio è quella
dell’integrazione pastorale dei diversi soggetti ecclesiali. Una
pastorale integrata pone in rete le molteplici risorse di cui
dispone. In tal modo, con le differenze che accoglie e
armonizza al suo interno, rende la comunità in grado di entrare
più efficacemente in comunicazione con un contesto variegato,
bisognoso di approcci diversificati e plurali, per un fecondo
dialogo missionario”[1].
[1] Cei nota dopo Verona“Rigenerati per una speranza viva” (1Pt1,3): testimoni del grande “si” di Dio all’uomo n. 25
Le associazioni
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La valorizzazione del contributo proveniente dal
mondo delle associazioni che si rifanno alla Dottrina
sociale della Chiesa
Un rapporto costruttivo e collaborativo tra gli uffici
pastorali e le diverse aggregazioni laicali, ognuna
riconosciuta secondo il suo specifico compito e la sua
natura
La filiera dell’evangelizzazione (MLAC, Gioc,
A.G.)
La filiera della formazione (ACLI, Cenasca Cisl,
Coldiretti, Confcooperative)
La struttura organizzativa 1
IL LIVELLO DIOCESANO
Il ruolo dell’equìpe diocesana
(i direttori diocesani dei tre uffici pastorali indicati, i referenti delle
filiere, l’animatore di comunità, gli animatori senior)
Rappresenta il luogo della corresponsabilità e dell’operatività del
progetto tenendo conto delle linee generali definite
(nazionali e regionali). Formula il proprio programma di
attività sulla base delle indicazioni suggerite dal vademecum.
Si avvale del lavoro degli animatori di comunità e delle filiere.
Definisce e supporta il lavoro dell’AdC. Promuove iniziative sul
proprio territorio (Documento Linee di orientamento del
Progetto Policoro, dicembre 2007).
La struttura organizzativa 2
L’ANIMATORE DI COMUNITÀ
È un giovane che, opportunamente individuato dalla sua Chiesa
particolare, dedica tre anni della sua vita alla realizzazione del
Progetto.
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ANIMA IL TERRITORIO IN STRETTA
COLLABORAZIONE CON L’EQUIPE DIOCESANA
(parrocchie, scuole, gruppi, luoghi, ecc…)
È UN COSTRUTTORE ED UN VALORIZZATORE DI RETI
DI RELAZIONI
È IMPEGNATO A SOSTENERE LA REALIZZAZIONE DEI
GESTI CONCRETI
SI PREOCCUPA DI MANTERE IL LEGAME TRA I GESTI
CONCRETI ESISTENTI E L’EQUPE DIOCESANA
La struttura organizzativa 3
IL LIVELLO REGIONALE
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Il coordinamento regionale
(I tre Direttori Regionali degli Uffici Pastorali, i Presidenti delle
organizzazioni delle Filiere o i loro rappresentanti, il segretario
regionale, il coordinatore degli animatori)
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Il segretario regionale
(Supporto organizzativo per lo svolgimento delle attività del
coordinamento regionale)
La struttura organizzativa 4
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IL LIVELLO NAZIONALE
Il coordinamento nazionale
(La Segreteria Nazionale, i direttori e i segretari regionali)
È il luogo della riflessione, del pensiero strategico e
dell’orientamento complessivo del progetto. Cura la
tenuta del progetto, garantendone il coordinamento e
cogliendo spunti dal lavoro di verifica dell’andamento
dell’attività a livello locale. Aiuta a riflettere sui
contenuti formativi. Promuove iniziative finalizzate a
presentare il progetto nei più svariati contesti,
allargandone progressivamente l’impegno (in termini di
territori e di soggetti). Verifica i piani di attività e la loro
attuazione in ciascuna Regione.
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La Segreteria Nazionale
(I tre Direttori degli Uffici Nazionali, i responsabili delle associazioni delle filiere, il
presidente di Inecoop e il responsabile della formazione, l’addetto al Progetto
Policoro presso l’Ufficio della Pastorale dei problemi sociali e del Lavoro ed
eventuali altri collaboratori con funzione di supporto)
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È responsabile, per la Segreteria Generale, del buon
funzionamento del Progetto secondo le indicazioni dei
Vescovi italiani.
È il luogo della gestione complessiva del progetto, della
responsabilità ultima delle decisioni.
Predispone, inoltre, la strumentazione di supporto,
curando al contempo la funzione di segreteria, cioè del
raccordo operativo.
Sulla base degli orientamenti emersi nel Coordinamento
nazionale, predispone sia il piano formativo che il
bilancio economico annuale.
Favorisce e sostiene i rapporti di reciprocità.
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Inecoop
(Istituto nazionale per l’educazione cooperativa)
Favorisce lo sviluppo ed il consolidamento dei gesti concreti, in
particolare:

la pubblicazione di “quaderni” a partire da resoconti di
seminari

l’organizzazione di iniziative di formazione manageriale

l’attivazione di consulenze mirate

la realizzazione di iniziative promozionali (manifestazioni,
eventi, seminari di approfondimento,ecc.)

l’approntamento del “portafoglio delle opportunità”

il coinvolgimento di fondazioni e fondazioni bancarie su
specifiche iniziative di sviluppo per favorire percorsi di
reciprocità per gesti concreti.
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