B
Roma
news
Maggio/Giugno 2011
Periodico di comunicazione sanitaria divulgativa della ASL RMB
a cura del Progetto Archimede
Perché modificare lo stile di vita durante l’estate?
>>
Ondate di calore: quali rischi per la salute?
La UOC Tutela Salute Anziano della ASL Roma B ha diffuso un foglio
informativo con i consigli utili per affrontare meglio l’arrivo del caldo
P
er chi soffre il caldo è meglio andare in vacanza al mare o
in montagna? E quando si accentua la sofferenza, conviene
restare in casa con l’aria condizionata o uscire a prendere un
po’ d’aria? Sono questi i dubbi ricorrenti che si ripresentano
ogni anno appena la colonnina di mercurio comincia ad andare
oltre i 30 gradi, anche se a correre rischi reali sono i soggetti
particolarmente fragili (come bambini, anziani e cardiopatici) e
in condizioni meteorologiche anomali.
L’esperienza della caldissima estate del 2003 ha mostrato come
un’ondata di calore non prevista possa portare esiti letali e gravi
2
Cosa sono le ondate di calore
Le ondate di calore (in inglese heat-waves) sono condizioni
meteorologiche estreme che si verificano durante la stagione
estiva, caratterizzate da temperature elevate, al di sopra dei valori
usuali, che possono durare giorni o settimane. L’Organizzazione
Mondiale della Meteorologia non ha formulato una definizione
standard di ondata di calore e, nelle diverse fasce climatiche,
si basa sul superamento di valori soglia di temperatura definiti
attraverso il 10% o il 5% dei valori più alti osservati nella serie
storica dei dati registrati in una specifica area. L’effetto delle
ondate di calore è relativamente immediato, con una latenza
di 1-3 giorni tra il verificarsi di un rapido innalzamento della
temperatura e il conseguente incremento del numero dei decessi.
E’ cosa nota che le ondate di calore con il maggior numero di
decessi sono quelle più intense e prolungate e quelle che si
verificano agli inizi della stagione estiva, quando la popolazione
non ha ancora attivato adeguati meccanismi di adattamento
fisiologico al caldo. Le previsioni meteorologiche a lungo termine
indicano, a grandi linee, che negli anni futuri, le temperature
estive saranno elevate e il fenomeno delle ondate di calore
diventerà più frequente con gravi rischi per la salute delle persone
molto anziane o fragili per condizioni di salute e solitudine.
Questo rende necessario sia affinare i metodi di previsione di
questi rischi, sia prepararsi in maniera adeguata e tempestiva per
sviluppare interventi specifici.
danni alla salute della popolazione; in Italia, almeno ottomila
persone anziane sono decedute come causa diretta dell’ondata
di calore di otto anni fa: si trattava principalmente di anziani
soli, di età superiore a 75 anni e con patologie concomitanti. L’isola di calore nelle grandi città
La riduzione degli effetti negativi delle ondate di calore è Per una città di medie dimensioni si calcola che tra centro
possibile purché gli interventi preventivi possano ridurre e zone rurali ci sono tra gli 0.5°C e i 3°C di differenza. In
considerevolmente l’impatto di questi fenomeni. E’ importante, condizioni di elevata temperatura e umidità, le persone che
ad esempio, sapere in anticipo che l’ondata di calore sta per vivono nelle città hanno un rischio maggiore di mortalità
arrivare, in modo da mirare in maniera ottimale gli interventi rispetto a coloro che vivono in ambiente suburbano o rurale.
preventivi verso le persone a rischio più elevato.
Il fenomeno, noto con il nome di “isola di calore” (urban heat
Il Ministero della Salute quest’anno si è mosso con ampio island), è dovuto soprattutto al maggior assorbimento di energia
anticipo emanando, a metà maggio, un’ordinanza che solare da parte delle superfici asfaltate e del cemento degli
impone alle amministrazioni comunali di trasmettere edifici. In estate, nelle ore più assolate, le strade e i tetti delle case
alle ASL gli elenchi delle persone over 65, iscritte nelle possono raggiungere spesso temperature superiori a 60-90°C.
anagrafi della popolazione residente. Saranno poi le ASL, Ci sono poi altre condizioni concomitanti che contribuiscono
in collaborazione con la Protezione civile, a mettere in atto ad aumentare la temperatura nell’aria, come l’emissione di
iniziative per prevenire e monitorare danni gravi e irreversibili gas dai mezzi di trasporto e dalle ciminiere delle fabbriche, la
legati alle condizioni climatiche della stagione estiva. produzione di calore artificiale dagli impianti di condizionamento
La UOC Tutela Salute Anziano della ASL Roma B ha già diffuso e riscaldamento, la scarsità di alberi o comunque di copertura
e pubblicato online un foglio informativo con i consigli utili per vegetale. L’effetto isola modifica anche alcuni parametri
affrontare le ondate di calore e per individuare nel più breve meteorologici: i fenomeni temporaleschi, ad esempio, vengono
tempo possibile i sintomi e i segni del colpo di calore.
aumentati del 10-15% rispetto a quanto avviene negli ambienti
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rurali, mentre il vento, per la presenza delle abitazioni, risulta
diminuito (in condizioni di brezza) del 20-30%.
•
Rischi per la salute
Il caldo causa problemi alla salute nel momento in cui altera il
sistema di regolazione della temperatura corporea. Normalmente,
il corpo si raffredda sudando, ma in certe condizioni fisiche e
ambientali questo non è sufficiente. Se, ad esempio, l’umidità
è molto elevata, il sudore non evapora rapidamente e il calore
corporeo non viene eliminato efficacemente. La temperatura del
corpo, quindi, aumenta rapidamente e può arrivare a danneggiare
diversi organi vitali e il cervello stesso. I problemi di salute legati al caldo possono presentarsi con
sintomi minori, come crampi, lipotimia ed edemi, o di maggiore
gravità, come il colpo di calore, la congestione, la disidratazione.
Si è in presenza di un colpo di calore se sono presenti
contemporaneamente due o più dei seguenti sintomi:
• Modifica del comportamento (agitazione psicomotoria o
estrema sonnolenza)
• Senso di grande debolezza e stanchezza
• Rallentamento nei movimenti
• Stordimento, vertigini e/o perdita dei sensi
• Alterazioni prolungate del livello di coscienza o convulsioni
• Nausea, vomito e a volte diarrea
• Crampi muscolari
• Temperatura del corpo elevata ( > 39 °C), sete e mal di testa
•
•
•
Se la temperatura del corpo è elevata (superiore a >39°C)
cercare di farla abbassare il più rapidamente possibile
avvolgendo la persona con accappatoio umido o facendole
fare una doccia fresca o un bagno senza asciugarla.
Arieggiare il più possibile i locali in cui staziona la persona
installando un ventilatore o meglio, trasferendola in una
parte climatizzata della struttura (per soggetti ricoverati).
Se la persona è cosciente e lucida far bere acqua fresca.
Non somministrare aspirina né paracetamolo o antipiretici
senza preventivamente consultare un medico.
Cosa fare per prevenire i colpi da calore
Temperature ambientali superiori a 37° innalzano la temperatura
corporea e se le condizioni di umidità e ventilazione degli
ambienti di vita non sono ideali, la temperatura corporea sale
provocando il colpo di calore. L’unico modo per prevenire i danni
da ondate di calore è agire su queste tre variabili: temperatura,
umidità, ventilazione.
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Chi è più a rischio?
• Le persone anziane hanno condizioni fisiche generalmente
più compromesse e l’organismo può essere meno
efficiente nel compensare lo stress da caldo e rispondere
adeguatamente ai cambiamenti di temperatura; tra questi
chi soffre di malattie cardiovascolari, di ipertensione, di
patologie respiratorie croniche, di insufficienza renale
cronica, di malattie neurologiche è a maggior rischio.
• Le persone non autosufficienti poiché dipendono
dagli altri per regolare l’ambiente in cui si trovano e per
l’assunzione di liquidi.
• Le persone che assumono regolarmente farmaci che
possono compromettere la termoregolazione fisiologica o
aumentare la produzione di calore.
• I neonati e i bambini piccoli per la ridotta superficie
corporea e la mancanza di una completa autosufficienza
possono essere esposti al rischio di un aumento eccessivo
della temperatura corporea e a una disidratazione, con
possibili conseguenze dannose sul sistema cardiocircolatorio,
respiratorio e neurologico.
• Chi fa esercizio fisico o svolge un lavoro intenso all’aria
aperta può disidratarsi più facilmente degli altri.
Cosa fare in caso di colpo di calore
•
•
Chiedere l’intervento del medico curante.
Far stendere la persona, rilevare la temperatura del corpo.
A tal fine si suggeriscono i seguenti stili di vita:
• usare vestiti leggeri di cotone e di colore chiaro;
• bere più di due litri di acqua al giorno non gassata, utile sarà,
per una corretta assunzione di liquidi, l’integrazione con sali
minerali soprattutto il potassio in caso di assunzione di
diuretici o di abbondante sudorazione e/o diarrea;
• nell’alimentazione privilegiare frutta e verdura, cibi non
grassi e preferibilmente assunti non caldi;
• evitare l’assunzione di bevande alcoliche;
• mantenere una costante attività fisica evitando di esporsi
direttamente ai raggi solari, uscendo solo nelle prime ore del
mattino e nel tardo pomeriggio;
• mantenere ombreggiata la casa, abbassando le tapparelle
o accostando le persiane sul lato dell’abitazione esposta al
sole, chiudendo le finestre durante il giorno e riaprendole,
per il ricambio dell’aria, nelle ore serali e notturne;
• ventilare gli ambienti di soggiorno usando ventilatori non
direttamente rivolti sulla persona (ove possibile è consigliato
l’uso di climatizzatori);
• fare frequenti docce con acqua tiepida o fresca o, se
impossibilitati, mettere i polsi sotto il getto dell’acqua fredda
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•
•
per qualche minuto, più volte durante la giornata; ancora
più utili saranno frequenti spugnature cutanee con acqua
fredda, nelle ore più calde della giornata (in particolare per
i pazienti allettati);
valutare in accordo con il proprio medico curante
l’opportunità di modificare l’assunzione di alcune categorie
di farmaci (beta-bloccanti, diuretici, antipertensivi, ecc.);
ai familiari si consiglia di tenere sotto maggior controllo
i propri cari, visitandoli o telefonando loro più volte nella
giornata per favorirne l’eventuale soccorso;
per i pazienti allettati sarà opportuno la mobilizzazione attiva
e passiva per evitare che il calore e il sudore favoriscano la
formazione di lesioni cutanee da decubito;
l’uso dell’incerata per i pazienti allettati è da evitare;
si dovrà porre particolare attenzione al confezionamento e
alla conservazione degli alimenti che potrebbero, se guasti o
mal conservati, determinare infezioni intestinali con febbre
e diarrea, che aggraverebbero le condizioni cliniche del
paziente.
Chi chiamare in caso di bisogno
Numeri utili
118 (Emergenza Sanitaria)
113 (Polizia)
112 (Carabinieri)
115 (Vigili del Fuoco)
www.protezionecivile.it per informarsi giornalmente
sul clima e l’eventuale allerta
800.147.741 Pronto nonno
Tutela dell’anziano - ASL Roma B
via Cartagine, 85
06.4143.5931
dal lunedì al venerdì 8,30-14,30
Il dizionario del colpo di calore
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CRAMPI
Sono causati da uno squilibrio elettrolitico oppure da una carenza di sodio, dovuta alla perdita di liquidi, oppure derivano da una insufficienza venosa, spesso associata ad edema alle caviglie. Nel primo caso (squilibrio elettrolitico), i crampi si verificano negli anziani che assumono pochi liquidi o
in persone che svolgono attività fisica senza reintegrare a sufficienza i liquidi persi con la sudorazione.
Nel secondo caso (carenza di sodio), i crampi compaiono in persone non acclimatate che, pur bevendo a sufficienza, non reintegrano i sali minerali persi. In questo caso, le persone possono presentare, oltre ai crampi anche altri sintomi come cefalea, stanchezza e affaticamento, e vanno reidratate con una abbondante assunzione di acqua. Nella malattia venosa degli arti inferiori i crampi compaiono spesso durante la notte o dopo una prolungata stazione eretta. In questo caso è consigliabile far assumere al paziente una posizione con gli arti
superiori sollevati di almeno 4 cm rispetto al cuore, rinfrescando con acqua fredda gli arti inferiori. EDEMA
L’edema è la conseguenza di una vasodilatazione periferica
prolungata, che causa un ristagno di sangue nelle estremità
inferiori che, con l’aumento della pressione intravasale,
provoca un travaso di liquidi nell’interstizio. Un rimedio
semplice ed efficace è tenere le gambe sollevate ed eseguire
di tanto in tanto dei movimenti dolci per favorire il reflusso
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venoso, oppure, effettuare
delle docce fredde agli arti
inferiori, dal basso verso l’alto e
dall’interno verso l’esterno sino
alla sommità della coscia. Si tratta
comunque di un sintomo da non
sottovalutare poiché può essere
associato a scompenso cardiaco. LIPOTIMIA
La
lipotimia
(svenimento)
è caratterizzata da
un’improvvisa perdita della coscienza. La causa è un calo di
pressione arteriosa dovuto al ristagno di sangue nelle zone
periferiche con conseguente diminuzione dell’apporto di
sangue al cervello. Lo svenimento può essere prevenuto se, ai
primi sintomi, quali vertigini, sudore freddo, offuscamento
visivo o secchezza delle fauci, si fa assumere al paziente una
posizione distesa, con le gambe sollevate rispetto al cuore.
STRESS DA CALORE
E’ un sintomo di maggiore gravità e si manifesta
con un senso di leggero disorientamento, malessere
generale, debolezza, nausea, vomito, cefalea, tachicardia
e ipotensione, confusione, irritabilità. La temperatura
corporea può essere leggermente elevata ed è comune una
forte sudorazione. Se non viene diagnosticato e trattato
immediatamente, può progredire fino al colpo di calore. La diagnosi può essere facilmente confusa con quella di
una malattia virale. Il trattamento d’urgenza consiste nello
spostare la persona in un ambiente fresco e reintegrare i
liquidi mediante bevande ricche di sali minerali e zuccheri.
Nei casi più gravi, la persona deve essere rinfrescata
togliendo gli indumenti, bagnandola con acqua fresca o
avvolgendo il corpo in un lenzuolo bagnato.
COLPO DI CALORE
E’ la condizione più grave e rappresenta una condizione
di emergenza vera e propria. Il ritardato o mancato
trattamento può portare anche al decesso. Il colpo di calore
avviene quando la fisiologica capacità di termoregolazione
è compromessa e la temperatura corporea raggiunge valori
intorno ai 40°C. Si può presentare con iperventilazione,
anidrosi, insufficienza renale, edema polmonare,
aritmie cardiache, sino allo shock accompagnato da
delirio che può progredire sino alla perdita di coscienza.
Il colpo di calore richiede, specie se colpisce neonati
od anziani, l’immediato ricovero in ospedale. In attesa
dell’arrivo dell’ambulanza, bisogna spogliare e ventilare
il malato, rinfrescarlo bagnandolo con acqua fresca e
applicare impacchi di acqua fredda sugli arti.
CONGESTIONE
La congestione è dovuta all’introduzione di bevande
ghiacciate in un organismo surriscaldato, durante o subito
dopo i pasti. L’eccessivo afflusso di sangue all’addome può
rallentare o bloccare i processi digestivi. I primi sintomi
sono costituiti da sudorazione e dolore toracico.
DISIDRATAZIONE
La disidratazione è una condizione che si instaura quando
la quantità di acqua persa dall’organismo è maggiore di
quella introdotta. Normalmente si assumono circa 1,5
litri di acqua al giorno, grazie allo stimolo della sete.
L’organismo si disidrata e incomincia a funzionare male
quando:
• è richiesta una quantità di acqua maggiore come in
caso di alte temperature ambientali
• si perdono molti liquidi, come in caso di febbre, vomito
e diarrea
• una persona non assume volontariamente acqua a
sufficienza
I sintomi principali sono:
• sete
• debolezza
• vertigini
• palpitazioni
• ansia
• pelle e mucose asciutte
• ipotensione
EFFETTI SULLA PRESSIONE ARTERIOSA
Le persone ipertese e i cardiopatiche, soprattutto
se anziane, ma anche molte persone sane, possono
manifestare episodi di diminuzione della pressione
arteriosa, soprattutto nel passare dalla posizione
sdraiata alla posizione in piedi (ipotensione ortostatica). In questi casi, è consigliabile:
• evitare il brusco passaggio dalla posizione orizzontale
a quella verticale, che potrebbe causare anche perdita
di coscienza,
• non alzarsi bruscamente dal letto, soprattutto nelle
ore notturne, ma fermarsi in posizioni intermedie
(esempio: seduti al bordo del letto per alcuni minuti)
prima di alzarsi in piedi.
Viaggiare sicuri
Cosa fare in caso di viaggi in Italia?
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Chiedere il nome e l’indirizzo di un medico che potrebbe
intervenire in caso di aggravamento del quadro clinico
o di crisi acute e il numero di telefono e l’ubicazione
dell’ospedale più vicino.
Preparare e portare con sé la documentazione seguente:
tessera sanitaria e tessera dell’eventuale esenzione;
sintesi della propria storia clinica rilasciata dal medico
curante ed eventualmente lettera di dimissione dell’ultimo
ricovero ospedaliero;
lista degli eventuali alimenti o farmaci ai quali si è allergici
o intolleranti.
Piano terapeutico scritto, con le indicazioni su cosa fare:
•
•
•
- ogni giorno - in caso di aggravamento dei sintomi
- in caso di emergenza
Lista delle medicine prescritte e indicazione di quando e
come si devono assumere.
Medicine di cui si ha bisogno
(calcolare qualcosa in più per
gli imprevisti) e, in ogni caso,
ricette di riserva.
Può essere utile portare con sé
l’apparecchio della pressione
se si soffre di ipertensione
arteriosa e un distanziatore
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(se raccomandato dal medico), un misuratore del picco di
flusso espiratorio (PEF) o nebulizzatore (se raccomandato
dal medico) in caso di persone affette da gravi malattie
respiratorie.
In caso di viaggi all’estero, occorre anche:
Quale mezzo di trasporto preferire? •
L’auto non presenta problemi, eccetto per chi è allergico
ai pollini, poiché si potrebbero
verificare
reazioni
allergiche
se si attraversano con i
finestrini aperti zone dove ci
sono molti pollini nell’aria. Chi ha il gatto o il cane in casa può
avere livelli di allergene elevati nella
sua macchina e di conseguenza
provocare una crisi a chi è allergico. Si consiglia di evitare di mettersi in viaggio nei periodi
particolarmente afosi o di grande traffico come nei giorni
di esodo estivo. Se si è costretti a viaggiare in tali periodi si
consiglia ai pazienti con problemi respiratori e/o cardiaci di
scegliere il treno per viaggiare senza incorrere nel rischio
di restare fermi nell’auto in sosta in autostrada, bloccati
nelle lunghe code di veicoli fermi con i motori accesi. •
•
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passano le ferie in montagna, al di sopra dei 1.500-1.800
metri, dato che a questa altitudine non ci sono acari. Gli allergici ai pollini devono evitare di recarsi in ferie nelle zone o nei periodi dell’anno particolarmente a rischio. Tessera Europea di Assicurazione Malattia - T.E.A.M.
(o certificato sostitutivo provvisorio), che consente al
cittadino in temporaneo soggiorno all’estero di riceve
nello Stato UE le cure “medicalmente necessarie”.
La Tessera, entrata in vigore in Italia il 1° novembre
2004, permette di usufruire delle prestazioni sanitarie
coperte in precedenza dai modelli E110, E111, E119 ed
E128. Si consiglia di chiedere informazioni alla ASL di
appartenenza.
Scrivere accanto al nome di ogni medicina il principio
attivo e il dosaggio della confezione (mg per capsula
o compressa), dato che non tutte le medicine hanno
lo stesso nome, la stessa composizione o la stessa
presentazione nei vari Paesi.
Far tradurre in inglese le raccomandazioni prescritte dal
medico su cosa fare soprattutto in caso di emergenza.
NOTA BENE È consigliabile sottoscrivere una polizza viaggio, poiché
solo pochi paesi dell’UE sostengono per intero le spese per
le cure mediche. Una malattia o un incidente all’estero può
comportare spese supplementari di viaggio, di alloggio e di
rientro in patria, per le quali è opportuno essere assicurati.
A volte viene richiesto un deposito in denaro o una carta di
credito. In paesi con un sistema sanitario come gli Stati Uniti,
è bene non recarsi senza una idonea copertura assicurativa.
Dove andare in vacanza? In genere chi ha l’asma o soffre di allergie o ha una
patologia cronica sceglie la località delle vacanze basandosi
sull’esperienza degli anni precedenti. Si suggerisce di scegliere
località a clima temperato e secco.
Il mare è particolarmente consigliato ai
bambini affetti da dermatite atopica (che
devono sempre seguire scrupolosamente
le indicazioni del medico curante, soprattutto in relazione all’esposizione al sole). Nel caso di persone affette da forte ipertensione, evitare le località in alta quota. E’ noto tuttavia che gli allergici agli acari spesso migliorano se
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In treno, in aereo o in nave In treno o in aereo, l’aria può essere
troppo fresca per una non corretta
regolazione dell’impianto di aria
condizionata. E’ raccomandabile,
quindi portare con sé una giacca
o una copertina per difendersi
dagli
sbalzi
di
temperatura. Si può praticare l’attività fisica? L’attività fisica è sempre raccomandata, ma deve
essere svolta in adeguate condizioni climatiche. Chi ha l’asma o l’allergia, se sotto controllo, può praticare
ogni tipo di sport in ambienti opportunamente climatizzati
o all’aperto, quando le temperature esterne sono tollerabili
e l’aria non è inquinata da pollini o da polveri sottili e altri
inquinanti provenienti dal traffico veicolare. Sono comunque
da evitare gli sport che si svolgono in ambienti o in condizione
estreme (deltaplano, paracadutismo, alpinismo d’alta quota,
sport motoristici e sport subacquei).
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Stili di vita in menopausa
Qualche consiglio per non aumentare di peso e per ritardare lo
sviluppo dell’osteoporosi
E
’ importante saper adattare il proprio stile di vita alle
condizioni climatiche, ma anche alle stagioni della vita La
menopausa, ad esempio, nella vita di ogni donna è un periodo
particolare dal punto di vista fisiologico, ma assolutamente
non deve essere affrontato come una malattia, bensì come
l’occasione per valutare la propria salute, il proprio stile di vita
e mettere in atto quei comportamenti che consentiranno di
mantenere o recuperare il benessere fisico e psichico.
Nel corso della menopausa si verifica una diminuzione
del fabbisogno calorico dovuta in parte alla riduzione
del metabolismo basale e in parte ad una più frequente
sedentarietà. Tutto ciò porta spesso a un aumento di peso e a
una diversa distribuzione del grasso corporeo, che si accumula
soprattutto a livello addominale. Il grasso addominale
rappresenta uno dei fattori di rischio per molte patologie per
cui si raccomanda di tenere sotto controllo oltre che il peso
corporeo anche la circonferenza addominale, che deve essere
inferiore a 88 centimetri.
stress, migliora il tono dell’umore e il senso di autostima…
purché sia una camminata di almeno un’ora a passo sostenuto,
da effettuare tutti o quasi tutti i giorni della settimana.
L’osteoporosi
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Come comportarsi per mantenere il peso?
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Seguire una dieta variata: ogni gruppo alimentare ha un
ruolo preciso per la nostra salute, pertanto non deve mai
essere eliminato del tutto.
Consumare tre pasti al giorno, più eventualmente due
spuntini a basso contenuto di calorie e grassi.
Pasta e pane devono essere assunti ogni giorno senza
esagerare nelle quantità e nei condimenti.
Consumare quotidianamente 2-3 frutti e verdura in
abbondanza.
Ridurre il consumo di grassi animali preferendo quelli
vegetali, come l’olio extravergine d’oliva.
Alternare nell’arco della settimana
il consumo di carni, pesce,
uova, formaggi in porzioni non
abbondanti.
Limitare il consumo di dolci.
Moderare il consumo di sale e
scegliere quello iodato.
Ma è sufficiente mangiare bene per
mantenere sotto controllo il peso? No, è fondamentale anche
svolgere un’attività fisica regolare. L’esercizio fisico apporta
benefici solo nel lungo termine, per cui deve diventare una
“abitudine quotidiana”.
Qualsiasi tipo di movimento è utile, anche una camminata
all’aria aperta, che, oltre a mantenere un buon tono muscolare
e contrastare la riduzione del metabolismo basale, fa bene
al cuore, migliora la funzione respiratoria, aiuta a prevenire
malattie metaboliche come il diabete, contribuisce alla
prevenzione dell’osteoporosi, contiene la fame nervosa e lo
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E’ una malattia caratterizzata da
ridotta massa e aumentata fragilità
dell’osso con conseguente aumento
del rischio di frattura.
Per prevenire l’osteoporosi e ritardare
il suo sviluppo si consiglia di:
Evitare il fumo e l’eccessivo uso di alcol.
Svolgere un’attività fisica regolare, meglio se all’aria
aperta.
Ridurre il consumo di caffeina.
Non esagerare con le proteine.
L’eccessivo consumo di proteine animali (carne, formaggi,
uova) porta ad una maggior perdita di calcio con le urine.
E’ quindi importante non abbondare con le porzioni, dando
la preferenza alle proteine di origine vegetale (legumi, soia
e derivati) e quelle del pesce.
Usare poco sale. Una sua eccessiva assunzione causa un
aumento dell’escrezione urinaria di calcio.
Assumere una giusta quantità di calcio con la dieta. Latte,
yogurt e formaggi sono importanti fonti di calcio, ma per
evitare l’eccessivo introito di grassi saturi, colesterolo e
calorie, è meglio assumerli nella forma totalmente o
parzialmente scremata.
Un’occasione per smettere di fumare
Una ricca letteratura di studi epidemiologici conferma che
il fumo è particolarmente dannoso per le donne durante la
menopausa: oltre a ridurre di circa quindici anni l’aspettativa
di vita, infatti, amplifica i disturbi connessi a questa
particolare condizione fisiologica – come le vampate di calore
e la formazione di rughe – e aumenta il rischio di malattie
cardiovascolari, tumori, osteoporosi.
Da uno studio dell’Associazione ostetrici e ginecologi
ospedalieri italiani è poi arrivata la conferma che le donne che
fumano entrano in menopausa, in media, un anno prima delle
altre.
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Nei, attenzione all’esposizione al sole
Il melanoma è in progressivo aumento in tutto il mondo: quali sono
lo cause e i fattori di rischio?
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acanze estive è spesso sinonimo di
tintarella: sempre di più sono i “cultori”
dell’abbronzatura, ma guai a dimenticare le
precauzioni necessarie per ridurre il più alto
fattore di rischio del melanoma, il più aggressivo
dei tumori della pelle. Il melanoma nasce, infatti,
dalla trasformazione tumorale di quelle cellule
della cute, i melanociti, che normalmente sono
deputate alla difesa della pelle dai raggi UV
mediante la produzione del pigmento cutaneo
(la melanina) sotto lo stimolo della luce solare.
Tumori anche di piccole dimensioni possono
avere un decorso molto grave e l’incidenza,
che è in progressivo aumento in tutto il
mondo negli ultimi decenni, viene imputata
in parte alla crescente e talvolta eccessiva
esposizione al sole. In Italia, nella graduatoria
per mortalità da tumore, il melanoma, la cui
diffusione è tendenzialmente maggiore nelle
donne e più frequente al Nord, è attualmente
13o, con 2 casi ogni 100.000 abitanti/anno.
Il melanoma, soprattutto a causa della bassa
sopravvivenza in stadi avanzati, è un problema
di sanità pubblica da non sottovalutare al quale
contribuisce anche l’invecchiamento progressivo
della popolazione.
Cause e fattori di rischio
Le cause dell’insorgenza del melanoma non sono
state ancora identificate, ma al suo sviluppo
concorrono sicuramente fattori geneticofamiliari e ambientali.
Fattori genetico-familiari
• Familiarità per melanoma (8-10% dei casi: è
associata a mutazioni di alcuni geni che regolano
la crescita cellulare)
• Precedente melanoma
• Appartenenza al fenotipo I e II (difficoltà ad abbronzarsi e facili
scottature solari)
• Presenza di molti nevi (nei) (>50)
• Presenza di nevi atipici
Fattori ambientali
• Il più importante fattore di rischio causale per la popolazione
di pelle bianca è la scottatura da eccessiva esposizione solare.
La gran parte dei melanomi è correlata con l’esposizione
intermittente alle radiazioni UV, soprattutto in età infantile.
Occorre ricordare che l’intensità dell’irradiazione solare non è
costante, ma aumenta:
- tra le ore 11-16, quando si concentra il 95% di tutta l’irradiazione
- con la stagione: in estate nel nostro emisfero
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- con l’altitudine (+4% ogni 300 metri)
- con la latitudine (vacanze in Paesi vicini all’equatore)
- in vicinanza di superfici riflettenti: lago-mare +10%; sabbia
+10-25%; neve +80%.
Altri fattori di rischio sono rappresentati dalle radiazioni
ionizzanti e da alcuni composti chimici (arsenico, catrame e oli
minerali) ai quali si può essere esposti per motivi lavorativi.
Consigli di prevenzione primaria
• Evitare le ustioni solari soprattutto in giovane età e in soggetti
con pelle chiara (fenotipo I e II) e con molti nei.
• Utilizzare ombrelloni, teli, copricapo e indumenti.
• Evitare di esporsi nelle ore centrali della giornata: dalle 11:00
alle 16:00.
• Evitare l’uso di essenze e profumi prima dell’esposizione al sole,
poiché possono produrre effetti secondari di allergie e scottature
a seguito dell’azione dei raggi UV.
• Utilizzare creme e schermi solari adeguati al proprio fenotipo
e al tempo di esposizione. Queste devono essere applicate
ripetutamente e non devono indurre comunque a prolungare
l’esposizione solare.
• Ricordare che i dispositivi abbronzanti (lampade UV-A)
rappresentano comunque un rischio in età giovanile e nei
fenotipi I e II.
Oltre a queste semplici accortezze, si consiglia come prevenzione
secondaria per la diagnosi tempestiva
l’autoesame della cute e un primo controllo dei nei da parte del
medico di Medicina Generale ed eventualmente dal dermatologo
specialista.
Raccomandazioni per l’autoesame della pelle
Anche se può insorgere su tutto il corpo, il melanoma è più
frequente sulle gambe nelle donne e sul dorso nell’uomo. Per
>>
un corretto autoesame è necessario spogliarsi completamente ed
osservare tutta la superficie cutanea, incluso il cuoio capelluto e
le pieghe interdigitali e la pianta dei piedi, facendosi aiutare da
un familiare o utilizzando due specchi per evidenziare le zone
meno accessibili.
Poiché non tutte le lesioni pigmentate della cute sono nei, un
metodo di autoesame di semplice esecuzione è il sistema A B C
D E.
• A = asimmetria della lesione
• B = bordi irregolari, frastagliati
• C = colore policromo o nero
• D = dimensioni > 5 mm (diametro)
• E = evoluzione: modificazioni in dimensione, forma e colore
in un breve periodo di tempo (6-8 mesi) età di comparsa: dopo
i 40 anni
Come combattere la zanzara tigre
Buone pratiche per i cittadini e per le istituzioni
C
on l’arrivo dei mesi più caldi si ripresenta il problema
della diffusione della zanzara tigre e l’unica possibilità di
contrastarla è quella di attivare un piano di azione preventiva
che punti a limitare tutte le situazioni e i comportamenti che
ne facilitano la riproduzione e la diffusione.
Il Dipartimento di Prevenzione della ASL Roma B ha pubblicato
un opuscolo prodotto dall’Istituto Superiore di Sanità e dal
Comune di Roma per diffondere la strategia di lotta messa
in atto per individuare e distruggere i focolai larvali e per
sensibilizzare i cittadini al fine di prevenire la possibilità
di deposizione delle uova. Fin dall’inizio degli anni ’90, il
Laboratorio di Parassitologia dell’Istituto Superiore di Sanità
è diventato centro di riferimento per la sorveglianza e il
controllo della specie, producendo numerosi studi al riguardo
e coordinando un Programma nazionale di sorveglianza della
zanzara, che attualmente funziona recependo le segnalazioni
effettuate dalle Asl e dai Comuni.
La diffusione della zanzara tigre è vissuta come un problema
ambientale più che sanitario tipicamente urbano, che si presenta
quando le temperature medie sono intorno ai 25° gradi e la
zanzara può completare il suo ciclo di sviluppo in meno di 10
giorni, con un picco di massima densità al culmine dell’estate,
tra agosto e settembre. Per questo, è necessario monitorare
tutte le zone in cui l’acqua ristagna, come i sottovasi di piante
e fiori, le aiuole e le vasche e fontane ornamentali, qualsiasi
contenitore lasciato all’aperto, le grondaie.
Oltre a un monitoraggio sistematico, effettuato per esempio
con l’impiego di ovitrappole, le istituzioni locali dovrebbero
provvedere a:
• pulire i tombini prima dell’inizio dei trattamenti;
• effettuare trattamenti larvicidi perlomeno con cadenza
quindicinale nei tombini e in tutte le zone di scolo e
ristagno poste in aree pubbliche;
• effettuare interventi mirati a disinfestare le popolazioni
•
di zanzare adulte nelle aree
scolastiche e in altre zone
dove
l’infestazione
sia
particolarmente intensa;
mettere a punto campagne
informative che coinvolgano
i cittadini nella lotta alla
zanzara tigre, utilizzando tutte le strategie
di coinvolgimento di tutte le fasce della popolazione,
come per esempio gli anziani che si recano con frequenza
ai cimiteri, che rappresentano una delle aree a rischio di
infestazione della zanzara.
Ogni cittadino può efficacemente contribuire alla lotta
cercando di:
»» evitare l’abbandono di materiali in cumuli all’aperto che
possano raccogliere l’acqua piovana;
»» eliminare l’acqua dai sottovasi, dagli annaffiatoi, dai
bidoni, dai copertoni;
»» innaffiare direttamente con le pompe gli orti e i giardini,
senza mantenere riserve di acqua a cielo aperto;
»» eventualmente, se necessario l’uso di recipienti per la
raccolta dell’acqua, cercare di tenerli coperti e provvisti di
zanzariera, ben fissata e tesa;
»» pulire e trattare bene i vasi prima di ritirarli all’interno
durante i periodi freddi. L’abitudine di portare le piante
al riparo dai freddi invernali, infatti, è probabilmente
una delle cause che generano, all’arrivo della primavera
quando le temperature salgono e le piante vengono
nuovamente esposte e innaffiate, la schiusa delle uova
invernali facilitando notevolmente la diffusione della
zanzara stessa nell’ambiente;
»» introdurre pesci rossi, grandi predatori delle larve di
zanzara, nelle vasche e nelle fontane dei giardini;
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»»
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trattare i tombini, e tutti i recipienti posti all’esterno
dove si raccoglie acqua piovana, ogni 7-10 giorni con
prodotti larvicidi specifici che si acquistano in farmacia. In
particolare, il prodotto più diffuso e consigliato è il Bacillus
thuringiensis israelensis, che, derivato da un batterio capace
di produrre una tossina ad azione molto specifica contro
la zanzara tigre, ha numerosi vantaggi: è naturale e non
di sintesi chimica ed è già presente nell’ambiente; uccide
solo le larve di Aedes albopictus e di pochissime altre specie
non causando quindi grande impatto; si degrada molto
velocemente e quindi non persiste. Questo è indubbiamente
un grosso vantaggio sotto il profilo della salvaguardia
Cosa resta da fare
L’Istituto Superiore di Sanità ha già individuato nuove
prospettive per migliorare l’efficacia delle misure preventive
finora individuate. Tra i primi obiettivi da raggiungere s’intende
approfondire lo studio dei focolai larvali “invernali” alternativi e
realizzare un sistema GIS più completo e attendibile possibile,
puntando sempre di più sull’aggiornamento della rete di
monitoraggio e sull’informazione anche attraverso i nuovi media.
Assistenza domiciliare, un decalogo per
ridurre gli errori
E
’ stata pubblicata sul sito del Ministero della Salute la guida
per gli operatori che prestano assistenza domiciliare. Il
nuovo decalogo si aggiunge agli otto già pubblicati nell’ambito
dell’iniziativa del Ministero “Uniti per la sicurezza”.
1. Collaborare con gli altri operatori che assistono il
paziente
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ambientale anche se obbliga a ripetere il trattamento con
una certa frequenza.
Individuare l’operatore sanitario di riferimento per lo specifico
paziente. Raccogliere informazioni dagli altri operatori che
curano ed assistono il paziente e segnalare loro qualsiasi
cambiamento delle condizioni cliniche. Predisporre con gli altri
operatori un piano di azione in caso di pensieri ossessivi di
morte o depressione del paziente.
2. Prestare attenzione alle condizioni ambientali
della glicemia, la nutrizione, l’assunzione e l’eliminazione di
liquidi, il movimento, il trasferimento del paziente dal letto
alla carrozzina o ad altri ambienti, e le misure da adottare
per prevenire eventuali rischi. Suggerire di rinviare le visite al
paziente da parte di persone con patologie trasmissibili.
6. Prestare attenzione ai farmaci che assume il
paziente
Controllare che i farmaci assunti dal paziente siano quelli
prescritti, e verificare dosaggi, orari, scadenze, modalità
di conservazione e il corretto uso dei dispositivi di
somministrazione (ad esempio pompe di infusione). Segnalare
al medico curante se il paziente assume altri farmaci oltre a
quelli prescritti, prodotti erboristici, fitoterapici e integratori.
Assicurarsi che nell’ambiente vi sia illuminazione sufficiente,
luce notturna e, se necessario, dispositivi sanitari, presidi
antidecubito, ventilatori, e verificarne la funzionalità. Per
evitare le cadute, far togliere i tappeti, mettere tappetini
antiscivolo nella vasca o doccia, spostare – se necessario – il
letto al piano terra, apporre i corrimano.
7. Compilare e custodire la documentazione
3. Lavarsi le mani
Nel caso di trasferimento in ospedale o in altra struttura,
fornire con tempestività le informazioni cliniche e assistenziali
del paziente.
Per evitare infezioni, lavarsi le mani – e invitare tutti a farlo –
prima di ogni contatto con il paziente.
4. Istruire per il paziente
Verificare le abitudini del paziente rilevanti per la salute,
in particolare l’alimentazione, l’assunzione di liquidi e il
movimento. Controllare che il suo abbigliamento sia adatto
alla temperatura ambientale, che calzi pantofole chiuse e
non indossi cinture, per evitare il rischio di caduta. Fornire
al paziente, e a chi lo assiste, informazioni per collaborare
alla propria cura. Se necessario, chiedere la presenza di un
interprete o di un mediatore culturale.
5. Istruire chi assiste il paziente
Identificare la persona della famiglia a cui fare riferimento.
Accertarsi che chi assiste il paziente abbia compreso le
istruzioni impartite; si citano – ad esempio – il controllo
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Compilare e custodire accuratamente la documentazione
clinico-assistenziale, applicando adeguati codici di allerta per
avvisare gli altri operatori circa eventuali situazioni di rischio.
8. Fornire le informazioni cliniche del paziente in
caso di suo trasferimento
9. Partecipare al sistema di gestione del rischio clinico
Collaborare attivamente al sistema di segnalazione degli
eventi avversi (incident reporting) e concorrere alle attività di
gestione del rischio clinico e di miglioramento della qualità
nel servizio.
10. Aggiornarsi per la sicurezza
Aggiornare continuamente le proprie competenze tecniche
clinico assistenziali, organizzative e di analisi e gestione del
rischio clinico. A tal fine, sono disponibili strumenti e materiali
sul sito del Ministero della Salute (www.salute.gov.it/qualita/
qualita.jsp). Condividere i materiali e le conoscenze con gli altri
operatori ed i tirocinanti.
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Torneo di calcio a 5
Quest’anno, per la prima volta, la squadra dell’Ospedale Sandro
Pertini - ASL Roma B ha partecipato alla 4^ edizione del torneo
di calcio a 5, riservato ad Infermieri e studenti in Scienze
Infermieristiche, intitolato alla memoria dei colleghi Enrico
Grassi e Luigi Patrizi.
La squadra, composta da Stefano Messina (Rianimazione),
Stefano Verdecchia (Rianimazione), Alessandro Soricetti
(Cardiologia), Rodolfo Costanzi (Pronto Soccorso - Sala Gessi ),
Umberto Deli (Pronto Soccorso - Sala Gessi), Michele Ciavarella
(Pronto Soccorso), Cristian Di Russo (Emodinamica), Capuani
Yuri (Radiologia), Francesco Calabrese (Emodinamica), Davide
Di Bernardino (Blocco Operatorio), Gianluca Mercanti (Medicina
D’Urgenza), Marco Pantoni (Blocco Operatorio), è arrivata al
secondo posto del torneo nel quale hanno partecipato 13
squadre divise in due gironi: Roma Nord e Roma Sud.
Solo la sconfitta per 1-0 in finale con la squadra dei Castelli
Romani - ASL Roma H ha impedito ai ragazzi, guidati da
Alfonso Avino, di posizionarsi sul gradino più alto del podio.
Alla squadra dell’Ospedale San Giovanni è andato il premio
fair-play, dedicato quest’anno alla memoria di Angelo Morelli.
La premiazione è avvenuta il 17 giugno 2011 al congresso
SANIT Palazzo dei Congressi all’ EUR. La quinta edizione è
prevista per il prossimo autunno.
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ARTISTA PER UN GIORNO, PERCORSI D’INTEGRAZIONE PSICOSOCIALE
Nel mese di maggio, presso la Sala Santa Rita di Roma in Via Montanara, si è svolta una iniziativa per raccontare la
complessità dei percorsi riabilitativi compiuti da persone con disabilità psichica e motoria. La mostra “Artista per un giorno,
percorsi d’integrazione psicosociale” è il frutto della ricerca artistico-espressiva di un gruppo di persone che da dieci anni
sperimenta un percorso artistico presso il Centro Diurno “La Bottega delle Idee”, progetto promosso dalla ASL Roma B Servizio Disabilità Adulti e Riabilitazione del 2° Distretto, in convenzione con la Cooperativa sociale Nuove Risposte. Alla
Bottega delle idee, il percorso artistico è inteso come esperienza di integrazione con l’esterno e di collaborazione di gruppo.
L’attività creativa comprende laboratori artistico espressivi - dalla pittura alla ceramica, dalla musica al teatro - finalizzati
alla riabilitazione e all’integrazione psicosociale, con l’obiettivo di promuovere una maggiore consapevolezza delle proprie
emozioni e del proprio corpo. Le opere esposte sono il risultato di un impegno a più mani che ha coinvolto l’équipe del servizio
DAR II Distretto, gli artisti conduttori dei gruppi, gli operatori e i tirocinanti in un complesso lavoro di rete con altri soggetti
culturali ed istituzionali del territorio. Questa esperienza creativa ha contribuito alla realizzazione di opere con una forte
carica espressiva, significative di un’identità personale e di un lavoro svolto all’interno di un gruppo.
Il progetto del Centro Diurno “La Bottega delle Idee” è finanziato da Roma Capitale - Dipartimento Promozione dei Servizi
Sociali e della Salute.
Delegato del Sindaco per la Sanità
Con ordinanza n. 154 del 15 giugno 2011 del Sindaco di Roma Capitale è stata riconfermata la
delega al Prof. Michele Poerio delle funzioni in seno alla Conferenza Locale per la Sanità della
ASL Roma B.
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Numeri utili
AZIENDA
Tel. 06/41431
Fax 06/4143.3220
Salute Mentale
V.le B. Bardanzellu, 8
Tel. 06/41434990
Direttore Generale:
Dr. Vittorio Bonavita
OSPEDALI
Ospedale Sandro Pertini
Via Monti Tiburtini, 385
Centralino:
Tel. 06/41431
Direzione Sanitaria:
Tel. 06/41433517
Direttore Sanitario:
Dr. Enrico Piroli
Direttore Amministrativo:
Dott. ssa Paola Longo
Sito Internet:
www.aslromab.it
Ufficio Relazioni con il Pubblico
Via Filippo Meda, 35
Tel/Fax 06/41433014
I DIPARTIMENTI
Prevenzione
V.le B. Bardanzellu, 8
Tel. 06/41434925
Poliambulatori:
Tel. 06/41433955
Policlinico Casilino
Via Casilina, 1049
Centralino:
Tel. 06/231881
Direzione Sanitaria:
Tel. 06/23188234
Ufficio Relazioni con il Pubblico
Tel. 06/23188305
Poliambulatori:
Tel. 06/23188295
I DISTRETTI SANITARI
Distretto I (V Municipio)
Largo De Dominicis, 7
Tel. 06/41435759
Distretto II (VII Municipio)
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Distretto III (VIII Municipio)
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Tel. 06/41434744
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Antonia Liguori
Redazione:
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Dott.ssa Cristina Sopranzi
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Finito di stampare
luglio 2011
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