AUSL RAVENNA Rassegna stampa del 27/06/2011 La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue; MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto specificato nei contratti di adesione al servizio. INDICE AUSL RAVENNA 27/06/2011 QN - Il Resto del Carlino - Ravenna Ragazza stroncata da malore in spiaggia 5 27/06/2011 Il Secolo XIX - La Spezia Asl 5, Conzi verso la riconferma 6 27/06/2011 Corriere di Romagna - Ravenna PARCHEGGI Multipiano e project financing nel futuro delle aree di sosta 8 27/06/2011 Corriere di Romagna - Ravenna Stroncata da un malore a 28 anni alle feste in spiaggia 9 27/06/2011 Corriere di Romagna Muore alle feste in spiaggia 10 27/06/2011 L'Informazione di Bologna L' Area Vasta porta efficienza 11 27/06/2011 La Voce di Romagna - Rimini I big del beach tennis per i bambini 12 27/06/2011 La Voce di Romagna - Rimini Dramma all'happy hour, muore 28enne 13 27/06/2011 La Voce di Romagna - Rimini Morire all'Happy Hour 14 27/06/2011 L'Informazione - MODENA L' Area Vasta porta efficienza 15 SANITÀ NAZIONALE 27/06/2011 Corriere della Sera - MILANO «Pronto soccorso: troppe speculazioni» 17 27/06/2011 Corriere della Sera - NAZIONALE «Ma quei germi non infettano l'uomo» 19 27/06/2011 Corriere della Sera - NAZIONALE Il fumo dei roghi respirato dai bimbi «Aumenta l'asma» 21 27/06/2011 Il Sole 24 Ore Per i Governatori vincoli obsoleti e anti-federalisti 22 27/06/2011 Il Sole 24 Ore Test sanitari non preclusi dall'obiezione di coscienza 23 27/06/2011 Il Sole 24 Ore Copertura sanitaria: nella Ue garanzia totale e diretta 24 27/06/2011 La Repubblica - Nazionale E ora è allarme per la diossina dei roghi "Tra i bambini in aumento tosse e asma" 25 27/06/2011 La Repubblica - Nazionale La scure del Tesoro colpisce il Mezzogiorno tagli per 2,5 miliardi 27 27/06/2011 Il Messaggero - Nazionale Rifiuti, l'allarme dei pediatri più tosse e asma nei bambini 29 27/06/2011 QN - Il Resto del Carlino - Nazionale Mirati allo stomaco 30 27/06/2011 QN - Il Resto del Carlino - Nazionale Contraccezione d'emergenza, ricette a singhiozzo 31 27/06/2011 Il Secolo XIX - GENOVA «Casi scandalosi ma aiutiamo la sanità pubblica» 32 27/06/2011 Il Secolo XIX - GENOVA Liberati dai Nas i nonni accampati in palestra 33 27/06/2011 La Repubblica - Affari Finanza Sanità, è l'ora della collaborazione pubblico-privato 34 AUSL RAVENNA 10 articoli 27/06/2011 QN - Il Resto del Carlino - Ravenna Pag. 3 (diffusione:165207, tiratura:206221) La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Ragazza stroncata da malore in spiaggia Tragedia a Marina di Ravenna durante una festa, vittima una ventottenne modenese TRAGEDIA sabato sera a Marina di Ravenna: una giovane è morta stroncata da un malore. Ai carabinieri di Ravenna e ai sanitari del 118 accorsi al bagno Toto Beach era stata segnalata una situazione di agitazione durante la festa. In realtà, giunti sul posto, gli uomini dell'Arma e gli operatori si sono resi conto che si trattava di tutt'altro. Una ragazza era a terra, circondata dagli amici in lacrime. Laura Cavazzuti, modenese di 28 anni, era stata colta da un improvviso malore e aveva perso conoscenza. Immediatamente è stata soccorsa dagli uomini del servizio di sicurezza dello stabilimento e da alcuni infermieri presenti sul posto, poi sono stati i sanitari, arrivati pochi minuti dopo la chiamata, a tentare di rianimarla, prima all'interno dello stabilimento di viale delle Nazioni, poi sull'ambulanza. Tutti i tentativi si sono purtroppo rivelati vani, la 28enne è morta all' ospedale di Ravenna ieri mattina all'alba. Niente alcol o droga, la ragazza, sarebbe deceduta per cause naturali (la Procura comunque ha disposto l'autopsia), i primi esami tossicologici hanno già dato esito negativo e per le tracce di eventuali sostanze sintetiche le risposte si avranno nei prossimi giorni. «La giovane ha perso conoscenza poco dopo le 23 - raccontano dallo stabilimento di Marina - e appena ci siamo resi conto della gravità della situazione abbiamo fermato immediatamente la musica e chiuso il bar, chiedendo ai ragazzi di lasciare il bagno per poter consentire ai soccorsi di sopraggiungere più velocemente». La festa, che ogni sabato sera richiama tanti giovani ravennati, ma anche modenesi, come la ventinovenne cliente affezionata del Toto, e reggiani, è stata così chiusa in anticipo rispetto alla mezzanotte, orario usuale di stop alla musica. «Subito gli amici l'hanno soccorsa tra le lacrime - continuano i titolari del Toto beach - è stato cercato un varco e sono giunti in breve tempo i sanitari che hanno tentato a lungo di salvarla. Gli amici hanno spiegato che la giovane non faceva uso di sostanze stupefacenti e non beveva». L'ambulanza ha trasportato la ragazza al Santa Maria delle Croci, i giovani sono corsi in ospedali appesi all'ultima speranza: prima dell'alba la notizia che non avrebbero mai voluto sentire. Image: 20110627/foto/7092.jpg AUSL RAVENNA 5 27/06/2011 Il Secolo XIX - La Spezia Pag. 17 (diffusione:103223, tiratura:127026) La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'ELENCO COMPLETO DEGLI ASPIRANTI DIRETTORI GENERALI: SI DECIDE TRA DUE GIORNI Asl 5, Conzi verso la riconferma Speranze in calo per Andrea Conti che mirava ad ottenere un incarico nel ponente ligure PIACE A MONTALDO Favorito alla guida dell' Asl 3 è Giulio Fornero, ex direttore generale dell' Asl 2 di Torino IL CASO IST Conferma rinviata per Mauro Barabino al San Martino-Ist: il suo contratto scade il 30 agosto GUIDO FILIPPI DUE GIORNI alle nomine dei direttori generali della sanità tra poltrone che tremano, consultazioni riservate, vertici convocati e poi rinviati. E manager in grande attesa per le decisioni del presidente Burlando. Il più tranquillo di tutti è proprio È tranquillo Gian Franco Conzi, blindato da più di due mesi alla guida della Asl 5 spezzina. Alla Asl 3 la corsa è ancora aperta e, al momento, tra i favoriti ci sono due torinesi. Giulio Fornero, ex direttore della Asl 2 di Torino, è molto apprezzato dall'ex sindaco di Torino Sergio Chiamparino e, su piazza, è appoggiato dall'assessore Montaldo e ha tanti estimatori all'interno del Pd. Fornero non si sbilancia ma ha confessato ad alcuni amici di essere in attesa di una telefonata dalla Regione. Sembrano, invece, in ribasso le quotazioni di Gian Paolo Zanetta, avvocato, per dieci anni alla guida dell'ospedale Mauriziano e poi alla Asl di Alessandria. Manager di area Margherita (è stato l'ultimo segretario della Dc di Torino) è gradito anche all'assessore al Bilancio Sergio Rossetti. Il terzo nome che circola in questi giorni è quello di Aldo Ancora, ex direttore dell'assessorato alla Sanità della Toscana. In corsa c'è anche Fosco Foglietta, da una settimana presidente del Cup 2000 di Bologna, mentre sembra tramontata la candidatura del direttore generali dell'Evangelico Alessio Parodi. Alla Asl 2 di Savona, Flavio Neirotti ha ottenuto garanzie da Montaldo e si dice sicuro della riconferma, ma non è detta l'ultima parola. Giochi fatti alla Asl 1 Imperiese dove Mario Cotellessa è pronto a stappare una bottiglia di champagne per festeggiare la nomina del posto di Antonio Rossi. Conferma rinviata di due mesi per Mauro Barabino al San MartinoIst: il suo contratto scade il 30 agosto e la firma arriverà appena Roma darà il via libera alla nascita della nuova azienda. Ecco ora i nomi dei 180 aspirantidirettori generali che hanno presentato la domanda per guidare le Asl liguri sono stati inseriti nell'albo della Regione: Agosti Claudia, Alassio Gian Paolo, Amalfitano Maria E., Ammirati Roberto, Amodeo Davide, Andreoli Giovanni, Andrion Alberto, Anselmi Adriano, Arras Giovanni B., Balbi Claudio, Baldi Giovanni, Baldinotti Tizzoni Graziella, Balestrino Antonio, Banchero Anna, Banchero Maria Antonietta, Barabino Mauro, Barone Castrenze, Barra Mauro, Bartolini Enrico, Basso Giuseppe, Bellasio Rosavio, Bertorello Luigi, Bianchi Andrea, Biselli Ermanno, Bladelli Giovanni, Blondett Massimo, Boccardo Massimiliano, Bochiccio Franco, Boiero Livio, Bonello Franco, Bonanni Franco, Boragine Marco, Bortolaso Antonio, Bracco Guglielmo, Bragonzi Gilberto, Brescianini Cecilia, Brusori Oreste, Cabona Maria, Calabretta Salvatore, Canessa Pier Aldo, Canini Renata, Cannata Giuseppe Emilio, Cannella Giuseppe, Capasso Aldo, Capra Paolo Elia, Caratozzolo Carmelo, Carbone Giuseppe Antonio, Caristo Giuseppe, Casagrande Alessandro, Castagnacci Piera, Castagnola Marco, Cassini Eraldo, Cataldo Alessandro, Cavagnaro Paolo, Cavallo Maria Cristina, Chiari Edoardo, Ciappina Gianfranco, Comaschi Marco, Conenna Rodolgo, Conti Andrea, Coiro Ilde, Conzi Gianfranco, Corona Tiberio, Cosenza Gaetano, Costa Michela, Cotellessa Mario, Damonte Prioli Marco, De Cesare Carmela, Del Buono Silvio, Delfino Eliano, Delendi Marco, Des Dorides Andrea, Della Luna Giovanni, De Luca Vincenzo, De Petro Giovanna, Dettori Maria C., Di Benedetto Gennaro, Di Donato Alfonso, Di Pietro Pasquale, Di Vito Guido, Domeniconi Walther, Dore Maurizio, Faillace Raffaele, Falzoi Maurizio, Faravelli Paolo, Fisci Mario Giovanni, Foglietta Fosco, Forino Alessandro, Fornero Giulio, Gallo Domenico, Gatti Giorgio, Giunta Roberto, Giusti Giuseppe, Gogioso Luca, Grasso Luciano, Grego Stefano, Hervatin Rita, Ingarra Francesco, Lagostena Adriano, Lanzone Enrico, Lazzati Flavio, Leoncini Ubaldo, Leoni Valeria, Lombardi Marco, Lombardo Massimo, Longobardi Alfonso, Lo Pinto Giuliano, Maccari Mauro, Macchi Claudio, Maddalo Francesco, Magni Francesco, Martiny Giorgio, Massa Ferruccio, Mazzeo Amorino, Mazzone Antonello, Mazzoni Claudio, Mengoni Marco, Molinari Marco, Murgia Roberto, Neirotti Flavio, Nicolai Marino, Oliveri Laura, Orazzini Alessandro, Orengo Giovanni, Orlandi Walter, Orlando AUSL RAVENNA 6 27/06/2011 Il Secolo XIX - La Spezia Pag. 17 (diffusione:103223, tiratura:127026) La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Michele, Pacelli Giorgio, Pallini Mauro, Panella Vincenzo, Panza Tommaso, Parodi Alessio, Pedemonte Carlo, Pesenti Elia, Petralia Paolo, Pierri Mauro, Pinardi Roberto, Pipicelli Antonio, Porfido Eugenio, Profiti Giuseppe, Quaglia Francesco, Quber Roberto, Risso Ornella, Rizzo Franco, Robotti Mario, Rolleri Paolo, Romeo Franco, Romeo Paolo, Rosati Ubaldo, Rossetti Sergio, Rossi Antonio, Sacco Giorgio, Sacchi Claudio, Saltari Paolo, Santori Emilio, Saracco Alberto, Schael Thomas, Sensi Speranza, Serena Roberta, Simonetti Silvia, Sinaccio Carola, Sinisi Paolo, Sossai Carlo Dimitri, Sossi Federico, Spinetti Giuseppe, Tassara Rodolfo, Tofanini Paolo, Toia Vincenzo, Tramalloni Roberto, Traverso Elda, Trianni Gian Luigi, Tropiano Antonella, Tufaro Gaetanino, Ughetto Elena, Venturini Lucesio, Viale Roberto, Vigna Sergio, Zanella Riccardo, Zanetta Gianpaolo, Zizzo Maria Laura. BOCCIATO L'AVVOCATO ROBERTO QUBER Niente da fare per Roberto Quber ex sindacalista, manager e avvocato che avrebbe rappresentato la spezzinità al comando della sanità provicniale come chiedevano in molti NIENTE DA FARE PER IL PRIMARIO ALDO CANESSA Tra le molte domande presentate c'era anche quella del primario di Pneumologia delSan Bartolomeo e quelal dell'ex direttore amministrativo di qualche anno fa, Giuseppe Carbone CONZI BLINDATO ALLA GUIDA DELLA ASL 5 Il medico genovese Gianfranco Conzi verrà riconfermato, con un contratto di tre anni, alla direzione della Asl 5 spezzina. Possibile che arrivi Renata Canini per la parte amministrativa. AUSL RAVENNA 7 27/06/2011 Corriere di Romagna - Ravenna Pag. 36 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato PARCHEGGI Multipiano e project financing nel futuro delle aree di sosta RAVENNA. La città così come disegnata dal piano operativo comunale, approvato nello scorso mese di marzo, appare suddivisa in macro aree, nelle quali vengono definiti profili e destinazioni d'uso precise. Un potenziale enorme tutto da gestire mentre la crisi economica ancora frena lo sviluppo. Il 2011, con ogni probabilità, servirà per portare a termine una serie di approfondimenti relativi ad esempio al lavoro svolto dal gruppo tecnico s ul l'individuazione di nuovi parcheggi. Ma come noto l'ipotesi di strutture interrate o multipiano apre la questione del rischio archeologico. Dell'attesa carta del rischio non c'è ancora traccia, il bando comunale per l'affidamento risulta bloccato da gennaio, gli attori che potrebbero coordinare l'intervento sono molti, dalla soprintendenza ai beni archeologici, all'università fino a RavennAntica che già si era occupata della carta del rischio archeologico di Classe. In assenza di uno strumento operativo sono i rilievi e le ricerche condotte fino ad oggi a guidare gli interventi pubblici e privati in centro storico. «Stiamo vagliando diverse ipotesi spiega l'assessore ai lavori pubblici Andrea Corsini - in particolare sul parcheggio di via Renato Serra, di piazza Baracca e della zona di sosta dell'Ospedale. Sulla base di piani economici finanziari andremo a redigere dei bandi per project financing che coinvolgano i privati, i quali potranno rientrare vendendo una parte dei posti e gestendo la sosta». Per ciascuna area sono state predisposte una serie di schede normative prescrittive nelle quali sono elencati per il quinquennio 2010-2015 obiettivi, usi, superfici, quantità, indici, nonché criticità e prescrizioni ambientali. Dieci sono le schede relative alla città storica fra aree pubbliche e private. Alcune di queste prevedono la presenza di parcheggi anche in strutture multipiano. La scelta di soluzioni interrate appare onerosa e impone cautele maggiori. Santo Stefano degli Ulivi. Nell'attuale complesso che ospita la Polizia municipale su piazza Mameli e via Rocca Brancaleone la scheda prescrittiva indica il restauro dell'ex chiesa e individua alcuni usi: dal residenziale a esercizi di vicinato a servizi privati e parcheggi pubblici e privati in via Bezzi. Nell'area già adibita a parcheggio la previsione parla di parcheggio a più piani arricchito da elementi verdi. Santa Teresa. La riqualificazione del comparto privato prevede la messa in opera di un fronte continuo su via De Gasperi, lasciando però visuali libere al pianterreno fatta salva la vista sull'abside del duomo. La prescrizione permetterà il mantenimento del percorso pubblico porticato in continuità con gli edifici adiacenti e la creazione di garage interrati. Convento dei cappuccini. Per il complesso privato dei Cappuccini la scheda delinea il potenziamento delle attrezzature scolastiche e la riqualificazione del parcheggio pubblico su via Port'Aurea con nuove alberature ma niente strutture in altezza. Caserma. Complessa e articolata la questione della caserma di via Bixio per la quale è stato firmato un protocollo con il ministero della Difesa. L'alienazione della caserma permetterà usi residenziali, commerciali ma per quanto riguarda il parcheggio pubblico, l'ar ea presenta potenzialità archeologiche alte. Ex falegnameria comunale. La scheda descrive per l'area pubblica di via Renato Serra un intervento di riqualificazione con una struttura multipiano «leggera e integrata nel contesto con la realizzazione del fronte sulla strada in allinenamento con gli edifici esistenti». Chiara Bissi AUSL RAVENNA 8 27/06/2011 Corriere di Romagna - Ravenna Pag. 35 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato MARINA DI RAVENNA Stroncata da un malore a 28 anni alle feste in spiaggia Decesso nelle prime ore di ieri in ospedale . Chiesta un'autopsia per fare luce sulle cause MARINA DI RAVENNA. Si è improvvisamente accasciata a terra priva di coscienza mentre, in compagnia del fidanzato e degli amici, stava trascorrendo la serata alle feste organizzate negli stabilimenti balneari di Marina. Soccorsa dal 118, è stata trasportata d'urgenza all'ospedale di Ravenna. Ricoverata nel reparto di rianimazione, la ragazza un'impiegata 28enne di Modena - è deceduta nelle prime ore di ieri, attorno alle 2,40. Doveva essere una serata di svago. Si è invece trasformata in una tragedia quella della giovane emiliana, che aveva raggiunto sabato il litorale ravennate per trascorrere il primo fine settimana d'estate con gli amici. A dare l'allarme, verso le 23, sono stati gli altri ragazzi del gruppo che si trovavano con lei lungo uno stradello retrodunale. Resisi conto della gravità della situazione, hanno immediatamente allertato il 118 e accompagnato la ragazza in un vicino stabilimento balneare dove un medico fuori servizio ha tentato di rianimarla in attesa dell'arrivo del personale di Romagna soccorso giunto sul posto con due mezzi, un'ambulanza e un'automedicalizzata. Nonostante gli sforzi, però, per la giovane non c'è stato purtroppo nulla da fare. Saranno ora gli accertamenti a stabilire le ragioni della morte, apparentemente inspiegabile. Il medico legale ha infatti avanzato richiesta per lo svolgimento di un esame autoptico per chiarire le ragioni del decesso, che sembra attribuibile a cause naturali, ad un improvviso arresto cardiocircolatorio che non le ha lasciato scampo. La ragazza pare infatti avesse un soffio al cuore e che da diverso tempo soffrisse di una forte emicrania. Non ci sono al momento elementi che possano far pensare ad ipotesi diverse da quella della tragica fatalità. I carabinieri giunti sul posto in seguito alla segnalazione di un assembramento di persone (tanto che in prima battuta i militari hanno pensato si trattasse di una rissa), escludono che la causa del malore accusato dalla 28enne emiliana possa essere riconducibile all'assunzione di alcol o sostanze stupefacenti. Ancisi: «Soccorsi frenati dal caos». Pur senza voler speculare sulla vicenda, il caso ha spinto l'esponente di Lista per Ravenna Alvaro Ancisi a denunciare ancora una volta la situazione di caos a Marina. «Probabilmente il decesso sarebbe avvenuto comunque - puntualizza il capogruppo della lista civica -, ma a ll 'arrivo dell'ambulanza la musica continuava imperterrita a suonare al massimo e la gran confusione per il sovraffollamento ha frenato l'intervento dei soccorsi. Evitiamo di stabilire alcun automatismo con la situazione generale di cui soffre il litorale. Ma se i genitori dei ragazzi in festa, ravennati e non, fossero stati presenti insieme ai numerosi quanto impotenti uomini della protezione civile, avrebbero assistito ad uno scenario di questo genere: spacciatori a decine, gruppi di giovani che all'imbrunire arrivano già completamente ubriachi con le loro bottiglie di plastica (nel "r isp ett o" d el l'ordinanza del sindaco che vieta il contenitore di vetro, ma non il contenuto alcolico), locali che superano largamente le capienze, con i connessi problemi di sicurezza (le macchine, parcheggiate ovunque impunemente, non avrebbero consentito l'arrivo sul posto, per esempio, dei mezzi dei vigili del fuoco) e di inadeguatezza dei servizi igienici, problema, tra l'altro, che produce lo spettacolo diffuso di ragazzi e ragazze scarsamente vestite che fanno pipì ad ogni angolo. Ogni domenica mattina si raccolgono decine di borse e portafogli, rubati e ripuliti. In poche settimane, sono stati denunciati due stupri e due aggressioni. Da più parti e da tempo sono giunti segnali che la situazione, non solo è peggiorata, ma è fuori controllo. A fronte di ciò, il sindaco non trova di meglio che reagire dichiarando alla stampa che "Il Comune è perfettamente in grado di dimostrare che fa rispettare le regole a tutti, nello stesso modo", mentre diffonde ogni giorno il ritornello che "lo sballo è stato fermato, la località è sicura". Non riesco ad immaginare quale valore aggiunto possa portare la Notte Rosa di venerdì prossimo, quando nelle altre città della Romagna si avranno concerti, spettacoli e manifestazione di sano richiamo, mentre Ravenna non offrirà altro che libertà di ballo in tutti gli stabilimenti balneari, molto oltre ogni ragionevole capienza prescritta e fino alle tre di notte, a orde di giovani attratti soltanto dallo sballo. O la spiaggia, il suo retro e la pineta litoranea saranno militarizzati metro per metro, muniti di frequenti punti di soccorso, o la Notte potrebbe essere tutto fuorché Rosa». AUSL RAVENNA 9 27/06/2011 Corriere di Romagna Pag. 1 Muore alle feste in spiaggia Esclusa l'assunzione di sostanze. Chiesta l'autopsia MARINA DI RAVENNA. Si è improvvisamente accasciata priva di sensi a terra mentre stava trascorrendo la serata col fidanzato e alcuni amici a Marina di Ravenna. La ragazza, una turista emiliana di 28 anni, è stata trasportata d'urgenza all'ospedale di Ravenna dove è morta nelle prime ore di ieri. Esclusa dai carabinieri l'assunzione di sostanze, sull'inspiegabile decesso farà luce l'autopsia richiesta dal medico legale. SERVIZIO a pagina 35 AUSL RAVENNA 10 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato RAVENNA . Una ragazza di 28 anni è deceduta nelle prime ore di ieri a causa di un improvviso malore 27/06/2011 L'Informazione di Bologna Pag. 6 Parere favorevole della Commissione politiche per la salute e politiche sociali della Regione, allo schema di delibera della Giunta regionale dal titolo "Appr ovazione delle Direttive alle Aziende sanitarie per la regolamentazione delle relazioni in ambito di Area Vasta". Nel documento, illustrato dall'assessore Carlo Lusenti, si parla della definizione, di cui la programmazione regionale ha ormai preso atto, di tre territori di Area Vasta: Emilia Nord, comprendente le Aziende sanitarie delle province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Modena), Emilia centrale (comprendente le Aziende sanitarie delle province di Bologna e Ferrara) e Romagna (comprendente le Aziende sanitarie di Ravenna, Forlì, Cesena e Rimini), chiarendo - si legge nel testo - che l'integrazione interaziendale attraverso aree vaste costituisce un'e ffettiva area di azione per raggiungere ulteriori obiettivi di efficienza del Servizio sanitario regionale (Ssr) non solo nel campo delle funzioni amministrative e tecniche di supporto alla funzione sanitaria, ma anche nel campo dell'o rganizzazione e della gestione dei servizi sanitari. AUSL RAVENNA 11 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L' Area Vasta porta efficienza 27/06/2011 La Voce di Romagna - Rimini Pag. 27 (diffusione:30000) I big del beach tennis per i bambini MARINA DI RAVENNA (Lu.Ca.) - Letture ad alta voce in spiaggia con i volontari di "Nati per leggere". Per i bambini in vacanza a Punta Marina e Marina di Ravenna l'estate diventa un'occasione per divertirsi in modo intelligente grazie alle letture collettive proposte dalla rassegna "Un bagno di libri", al suo secondo anno dopo il successo del 2010. In cinque stabilimenti balneari aderenti alla cooperativa Spiagge Ravenna, in collaborazione con il Comune - Istituzione Biblioteca Classense - fino alla fine di luglio andranno in scena letture ad alta voce dedicate alle bambine e ai bambini da 0 a 6 anni a cura dei lettori volontari. Dai nove appuntamenti proposti l'anno scorso in due stabilimenti, Coco Loco e Paradiso, si passa ai trenta in programma quest'anno, in cinque bagni. Segno che la proposta, che l'anno scorso ha visto la partecipazione di 198 bambini e 115 adulti, è stata particolarmente apprezzata. "E' un modo davvero originale - ha commentato Andrea Corsini , assessore al Turismo - di far vivere le nostre spiagge ai bambini e alle loro famiglie, un'ulteriore conferma di quanto la nostra offerta possa essere variegata e di qualità, la dimostrazione dei positivi frutti che la collaborazione tra imprenditori, realtà culturali e istituzioni del territorio può produrre". I lettori volontari, dopo aver frequentato un corso di formazione organizzato dall'Istituzione Biblioteca Classense in collaborazione con l'Istituzione Istruzione e Infanzia e sponsorizzato dal consiglio di zona di Coop Adriatica, hanno iniziato la loro attività di lettura ad alta voce nelle biblioteche della città e nelle librerie aderenti al progetto. Nell'ambito del progetto "Nati per Leggere", a cui il Comune aderisce, i lettori volontari rappresentano una risorsa importante per la città e un rinforzo positivo nei confronti della promozione della lettura. I lettori volontari infatti sostengono i bibliotecari e i pediatri nell'opera di sensibilizzazione delle famiglie sull'importanza della lettura ad alta voce, rendendosi disponibili a fare dono del proprio tempo e della propria voce ai bambini all'interno delle stanze di attesa degli ambulatori, negli ospedali, ma anche durante incontri in biblioteca, nella scuola dell'infanzia e negli asili nido. Gli stabilimenti balneari contribuiscono al progetto Nati per Leggere Ravenna con una donazione in libri che va ad CESENA (Lu.Ca.) - Gran successo di pubblico per la seconda edizione del Torneo benefico di Beach Tennis, che ha visto scendere in campo, mercoledì 15 giugnio, i dodici migliori giocatori di questa disciplina per sostenere il progetto "Pediatria a misura di bambino". L'incasso complessivo dell'evento, organizzato dall'Azienda Usl di Cesena, dall'Associazione Giocatori Beach Tennis (AGB) e dal Centro Romagna Beach, in collaborazione con l'associazione Aquilone di Iqbal, stato di 2.172 euro. Di questi, 1672 euro sono frutto delle donazioni ricevute dal pubblico per le maglie autografate dai campioni, mentre 500 euro sono stati donati direttamente da Viaggi Manuzzi e Romagna Iniziative. La somma verrà interamente destinata per sostenere il progetto dell' Ausl rivolto ai piccoli pazienti del Bufalini. A esibirsi in doppi misti di altissimo livello sono stati: Federica Bacchetta, Simona Bonadonna, Alessandro Calbucci, Matteo Marighella, Alex Mingozzi, alimentare lo scaffale dedicato ai lettori volontari disponibile presso la biblioteca ragazzi di Casa Vignuzzi. L'anno scorso sono stati donati 32 libri. Il programma delle letture prevede appuntamenti tutte le settimane, sempre dalle 17 alle 18: il lunedì Giulia Spazzoli, Luca Meliconi, Luca Carli, Elisa Cappelli, Annalisa Prati, Veronica Visani e Michele Cappelletti. In platea, tra gli altri, erano presenti anche il sindaco di Cesena Paolo Lucchi, il presidente dell'AGB Gianluca Buccelli e il consigliere dell'Ordine dei Medici Gian Galeazzo Pascucci. L' Azienda Usl ringrazia il pubblico, che ha generosamente contribuito al raggiungimento dell'obiettivo di raccolta fondi, e MBT, Vision Italia, Racket One, Palm Beach, Viaggi Manuzzi, Romagna Iniziative, l'Associazione Giocatori Beach Tennis (AGB) e il Centro Romagna Beach per il contributo offerto al successo dell'iniziativa. al Bagno Federico (Punta Marina), il martedì al Bagno Luana (Marina di Ravenna), il mercoledì al Baci Baci Beach (Punta Marina), il giovedì al Bagno Paradiso (Marina di Ravenna) e il venerdì al Bagno Coco Loco (Marina di Ravenna). AUSL RAVENNA 12 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Grande successo di pubblico per il torneo benefico cesenate 27/06/2011 La Voce di Romagna - Rimini Pag. 10 (diffusione:30000) La procura avvia inchiesta sul decesso disponendo l'autopsia RAVENNA - Malore fatale per una 28enne emiliana in vacanza sul litorale ravennate. La giovane era arrivata venerdì da Modena, dove lavorava come impiegata, per raggiungere il fidanzato imolese con il quale stava insieme da un anno e per trascorrere con lui e con alcuni amici il fine settimana a Marina di Ravenna. Sabato sera, dopo una giornata di mare, il gruppetto si era recato ad una festa in spiaggia in zona Rivaverde. E proprio qui, al termine della serata, lungo lo stradello che collega i vari stabilimenti balneari, si è consumato il dramma. All'improvviso, erano circa le 23.30, la ragazza (Laura C.) si è accasciata al suolo perdendo i sensi. Subito accortisi della gravità della situazione, fidanzato e amici hanno allertato i soccorsi. Prima dell'arrivo dell'ambulanza, un medico ed un infermiere fuori servizio che in quel momento si trovavano di passaggio avrebbero tentato di rianimare la ragazza praticandole il massaggio cardiaco. Tentativi disperati che sono poi proseguiti una volta giunti i sanitari del 118 in ambulanza, durante il viaggio verso l'ospedale, e nel reparto di rianimazione del Santa Maria delle Croci. Tutto inutile, la giovane è stata dichiarata clinicamente morta alle prime luci dell'alba. Un decesso, quello della 28enne, che stando a quanto ricostruito dai carabinieri dovrebbe essere dovuto a cause naturali. I militari, infatti, hanno ascoltato gli amici e il fidanzato della giovane (l'ex ciclista professionista 29enne Fabrizio Amerighi) cercando di ricostruire la serata trascorsa a Marina e cosa avesse eventualmente bevuto o ingerito la 28enne. La ragazza sarebbe stata descritta come sportiva, tranquilla, a modo e praticamente astemia. E tranquilli sono apparsi agli uomini dell'Arma anche gli amici della giovane. Ora, dunque, saranno i risultati delle analisi e l'esame del medico legale disposto dalla procura a fare completa luce sulle cause di questa tragedia consumatasi a due passi dall'happy hour. AnC RAVENNA - "Probabilmente il decesso della giovane sarebbe avvenuto comunque, ma, all'arrivo dell'ambulanza, la musica, che continuava imperterrita a suonare al massimo, e la gran confusione prodotta dal sovraffollamento hanno frenato l'intervento sanitario immediato". Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna, interviene in merito alla morte della 28enne modenese denunciando "ritardi nei soccorsi provocati dal caos che imperversava a Marina sabato sera". "Pare presto per acquisire la certezza, a questa età, che sia stato, come annunciato, un decesso per cause naturali - afferma Ancisi - tuttavia se i genitori dei ragazzi in festa, ravennati e non, sabato sera fossero stati presenti, insieme ai numerosi quanto impotenti uomini della protezione civile, avrebbero assistito ad uno scenario di questo genere: spacciatori a decine; gruppi di giovani che all'imbrunire arrivano già completamente ubriachi con le loro bottiglie di plastica, locali che superano largamente le capienze, con i connessi problemi di sicurezza". Insomma, per Ancisi Marina è fuori controllo: "Ci sono testimonianze di cittadini, numeri e statistiche delle ambulanze, foto e video su youtube, ed ora un rapporto investigativo incontrovertibile (quello presentato dalla Duna degli Orsi a corredo dell'espostodenuncia contro sindaco e assessori), che lo confermano ampiamente dichiara il civico - a fronte di ciò, il sindaco non trova di meglio che reagire dichiarando che 'il Comune è perfettamente in grado di dimostrare che fa rispettare le regole a tutti, nello stesso modo', mentre diffonde ogni giorno il ritornello che lo sballo è stato fermato, la località è sicura, ecc.". "Non nascondere la testa sotto la spiaggia - afferma Ancisi - è il primo passo che deve compiere una pubblica amministrazione assennata. Segue la necessità di una profonda riforma di regole che fanno acqua da ogni parte, sulla base del principio secondo cui o le regole possono essere rispettate e si fanno rispettare, oppure se ne fanno delle migliori". Ancisi, poi, riflette sulla Notte Rosa in arrivo: "Non riesco ad immaginare quale valore aggiunto possa portare - afferma il civico - nelle altre città della Romagna si avranno concerti, spettacoli e manifestazione di sano richiamo, mentre Ravenna non offrirà altro che libertà di ballo in tutti gli stabilimenti balneari, molto oltre ogni ragionevole capienza prescritta e fino alle tre di notte, a orde di giovani attratti soltanto dallo sballo. O la spiaggia, il suo retro e la pineta litoranea saranno militarizzati metro per metro, o la Notte potrebbe essere tutto fuorché Rosa". Sabato sera di sangue AUSL RAVENNA 13 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Dramma all'happy hour, muore 28enne 27/06/2011 La Voce di Romagna - Rimini Pag. 1 (diffusione:30000) Morire all'Happy Hour Ragazza 28enne stroncata da un misterioso malore A pagina 10 A A p p a a g g i i n n a a 7 7 RAVENNA - Malore fatale per una 28enne emiliana in vacanza sul litorale ravennate. La giovane era arrivata venerdì da Modena, dove lavorava come impiegata, per raggiungere il fidanzato imolese e per trascorrere con lui e con alcuni amici il fine settimana a Marina di Ravenna. Sabato sera il gruppetto si era recato ad una festa in spiaggia in zona Rivaverde. E proprio qui, al termine della serata, si è consumato il dramma. All'improvviso, erano circa le 23.30, la ragazza (Laura C.) si è accasciata al suolo perdendo i sensi. Subito accortisi della gravità della situazione, fidanzato e amici hanno allertato i soccorsi. Prima dell'arrivo dell'ambulanza, un medico ed un infermiere fuori servizio che in quel momento si trovavano di passaggio avrebbero tentato di rianimare la ragazza praticandole il massaggio cardiaco. Tentativi disperati che sono poi proseguiti - una volta giunti i sanitari del 118 - in ambulanza, durante il viaggio verso l'ospedale, e nel reparto di rianimazione del Santa Maria delle Croci. Tutto inutile. AUSL RAVENNA 14 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il dramma sabato notte a Marina di Ravenna . La Procura apre un'inchiesta 27/06/2011 L'Informazione - Modena Pag. 12 ASSEMBLEA Parere favorevole della Commissione politiche per la salute e politiche sociali della Regione, allo schema di delibera della Giunta regionale dal titolo "A p p r ovazione delle Direttive alle Aziende sanitarie per la regolamentazione delle relazioni in ambito di Area Vasta". Nel documento, illustrato dall'assessore Carlo Lusenti, si parla della definizione, di cui la programmazione regionale ha ormai preso atto, di tre territori di Area Vasta: Emilia Nord, comprendente le Aziende sanitarie delle province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Modena), Emilia centrale (comprendente le Aziende sanitarie delle province di Bologna e Ferrara) e Romagna (comprendente le Aziende sanitarie di Ravenna, Forlì, Cesena e Rimini), chiarendo - si legge nel testo - che l'integrazione interaziendale attraverso aree vaste costituisce un'e ffettiva area di azione per raggiungere ulteriori obiettivi di efficienza del Servizio sanitario regionale (Ssr) non solo nel campo delle funzioni amministrative e tecniche di supporto alla funzione sanitaria, ma anche nel campo dell'o rganizzazione e della gestione dei servizi sanitari. AUSL RAVENNA 15 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L' Area Vasta porta efficienza SANITÀ NAZIONALE 14 articoli 27/06/2011 Corriere della Sera - Milano Pag. 10 (diffusione:619980, tiratura:779916) «Pronto soccorso: troppe speculazioni» Ambulanze obsolete, compensi in nero e appalti al ribasso Il terzo settore denuncia E chiede controlli e trasparenza La Croce Rossa: «Non tutte le ambulanze hanno dotazioni all'avanguardia» L'Anpas: «Strano: le società che pagano il personale risultano più convenienti» Anna Tagliacarne Quindicimila volontari più 24 mila fa 39 mila. Tanti sono gli studenti, i pensionati, i professionisti, le donne, gli artigiani, gli immigrati, gli intellettuali che si alternano sulle ambulanze lombarde per i servizi di emergenzaurgenza. Quindicimila fanno capo alle pubbliche assistenze raggruppate nell'Anpas (Croce Bianca, Croce Viola, Croce Verde, Sos Milano, Croce Rosa Celeste e altre). Gli altri 24 mila sono i volontari della Croce Rossa. A Milano città 2.300 operano per i 16 servizi Anpas con il 118, mentre 815 indossano il simbolo della Croce Rossa. Senza questi volontari il sistema non funzionerebbe. Arrivano quando chiamiamo per un malore. Accorrono in tangenziale quando una fila di auto si è accartocciata. Dagli ospedali trasportano i pazienti. E poi si inventano molti modi per assistere. Hanno mezzi attrezzati come sale operatorie. Ma chi conosce - a parte gli stessi volontari - i problemi di queste associazioni? Questione di tasse «La Croce Rossa è un ente pubblico, mentre le pubbliche assistenze che fanno capo all'Anpas operano su base volontaria. Una differenza sostanziale c'è: la Croce Rossa paga il 30 per cento di tasse in più, l'Irap spiega Maurizio Gussoni, per 11 anni autista volontario sulle ambulanze, e da pochi mesi commissario Regionale della Croce Rossa per la Lombardia -. Perciò i nostri servizi costano un pò di più e per questo abbiamo rischiato che le nostre ambulanze scomparissero dalle strade di Milano. Ma ora la Regione ci ha fatto un contratto a gettone e funzioniamo come supporto. Ma questo è un piccolo problema rispetto a quello delle associazioni, apparentemente Onlus che, invece, fanno affari e vincono le gare giocando al ribasso, risparmiando sulle revisioni dei mezzi, molti dei quali sono buoni solo per esser rottamati. E invece sono parcheggiati negli ospedali milanesi. Sono parecchie decine le associazioni di questo genere in città». Se manca il defibrillatore Non tutte le ambulanze, dunque, dispongono di un apparato di rianimazione, di un defibrillatore, dei sistemi di bloccaggio per traumatizzati. Non tutti sono mezzi da 80-100 milioni di euro, e non tutti vengono considerati vecchi dopo cinque anni di attività, come succede con le ambulanze in dotazione al 118. «L'impressione è che nel modo del volontariato il malcostume stia crescendo, dunque è inutile protestare quando arriva l'Asl per un controllo - aggiunge Maurizio Ampollini, presidente di Anpas Lombardia -. Alle selezioni per gli appalti ospedalieri si qualificano srl che offrono servizi a costi inferiori a quelli offerti dalle associazioni di volontariato: questo significa che o noi volontari siamo incapaci di fare il nostro lavoro dopo cento e passa anni di attività, oppure qualcosa non funziona nei pagamenti da parte di alcuni enti pubblici, i cui amministratori magari sono un pò distratti. Queste società, che hanno personale dipendente, chiedono il 10% in meno rispetto a noi che lavoriamo gratis: come fanno?». I costi per le associazioni sono quelle dell'ambulanza e delle spese amministrative, se sono su base volontaria. Si aggiunge il costo del personale quando non si tratta di volontariato. Almeno, così dovrebbe essere. E come arrivano i fondi? «Come ci manteniamo in attività? Prima di tutto grazie alle convenzioni con gli enti locali: il 118, i Comuni, le strutture ospedaliere. Poi le donazioni e non ultimo il cinque per mille. Ma le «croci speculative», come chiamiamo in gergo le associazioni che hanno come finalità il guadagno, offrono tariffe concorrenziali mettendo le Croci «storiche» nella condizione di cercare continuamente appalti, spesso fuori città, per poter arrivare al pareggio, cioè al rimborso delle spese. Un sistema usato da queste società, è quello di far apparire i "volontari" come dipendenti pagati a rimborso orario. Che significa in nero», commenta Alberto Fossati, che ha passato 20 anni tra le fila della Croce Bianca. SANITÀ NAZIONALE 17 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Allarme dei volontari 27/06/2011 Corriere della Sera - Milano Pag. 10 (diffusione:619980, tiratura:779916) SANITÀ NAZIONALE 18 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Migliaia gli interventi Un'ambulanza ha un prezzo variabile all'ora, a seconda che venga richiesta in un giorno feriale o festivo, in orario notturno o diurno e pertanto il personale d'accompagnamento (tre per legge) può modificare il costo: dipende da quanti volontari e/o dipendenti è formato il gruppo. Ma i costi sono relativi, rispetto agli interventi. Lo scorso anno SOS Milano - per dare un'idea - ha svolto 7.155 missioni di soccorso, ha trasportato 1.733 pazienti, e ha accompagnato a visite mediche 4.103 persone percorrendo 167 mila 158 chilometri, con sei ambulanze e cinque mezzi ausiliari a disposizione. «Il grosso problema non sono i chilometri fatti, ma la carenza di volontari. Siamo 230 soci, ma quelli operativi sono solo 120 - conclude Carlo Corbella, amministratore di Sos Milano, e volontario dal 1968 -. Il reclutamento è in crisi: i giovani non sono più partecipi, fanno volontariato come alternativa alla noia quotidiana. Gli anziani invece sono instancabili: qui si sono inventati il progetto Testimone. Ritirano e riparano carrozzelle, stampelle e attrezzature ortopediche inutilizzate che riciclano: lo scorso anno ne abbiamo distribuite quasi un centinaio». RIPRODUZIONE RISERVATA Emergenze 24.000 Foto: I volontari della Croce Rossa in Lombardia che lavorano sulle ambulanze per prestare assistenza e primo soccorso 15.000 Foto: Le persone che prestano primo soccorso tramite le associazioni iscritte all'Anpas, Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze 3.100 Foto: Il totale dei volontari del pronto soccorso in città: 2.300 per i 16 servizi Anpas con il 118, mentre 815 indossano il simbolo della Croce Rossa Foto: Rosa Celeste Intervento in San Babila Foto: Croce Bianca Dimostrazione all'Arena Foto: Croce verde Incidente in viale Cassala Foto: I volontari delle varie croci sono formati per affrontare le emergenze più difficili e confrontarsi con situazioni di disagio talvolta estremo 27/06/2011 Corriere della Sera - Ed. Nazionale Pag. 13 (diffusione:619980, tiratura:779916) «Ma quei germi non infettano l'uomo» M.D.B. 1 I rifiuti buttati a cumuli per strada sono una minaccia per la salute, come denuncia Maria Triassi, docente di igiene e consulente della Procura di Napoli? «L'immondizia non può essere causa diretta di epidemie infettive», risponde Donato Greco, esperto in epidemiologia che per conto della Regione Campania si è occupato delle emergenze rifiuti precedenti, nel 2009 e 2010: «Sulla base di queste esperienze abbiamo visto che i rifiuti non costituiscono fonte di germi capaci di contagiare l'uomo. Noi diciamo che non sono germi compatibili con l'uomo. C'è però il rischio di contaminazione ambientale. Lo sporco è contagioso e le misure individuali di igiene sono meno efficaci. La sporcizia può portare ad un aumento di infezioni intestinali. In questi periodi la vendita di farmaci per la diarrea ha un'impennata. Per quanto riguarda i problemi per la pelle, non abbiamo mai rilevato casi di malattie da contatto, di eczemi. Parliamo invece del pericolo che deriva dai roghi di immondizia. Questi sì, possono creare problemi respiratori se inalati direttamente». 2 Cosa si intende, scientificamente, per epidemia? «È un aumento anomalo e rapido di casi di una malattia in una determinata area in un periodo temporale definito», ne da la definizione Carlo Signorelli, ordinario di Igiene all'università di Parma. «Si parla di epidemia quando i casi raddoppiano in un breve periodo ma se l'incremento è minore o il numero di casi è inferiore il giudizio è opinabile. Il termine è nato per definire la propagazione di malattie infettive contagiose ma da qualche decennio il concetto è utilizzato in sanità per indicare l'aumento di malattie croniche o altri fenomeni. Secondo il codice penale il reato di epidemia colposa, ipotizzato dalla Procura di Napoli, è costituito dalla diffusione e incontrollabilità del diffondersi del male in un determinato territorio su un numero indeterminato o indeterminabile di persone». 3 Si possono configurare però danni psicologici per la popolazione che deve sostenere lo stress legato alla continua presenza di immondizia sotto casa? «Sì, e in questo caso la minaccia è davvero grave. La vera epidemia è il danno al benessere - non ha dubbi Donato Greco -. Il fatto di vivere in un luogo contaminato, sporco, provoca un profondo disagio nel cittadino. Una realtà difficilissima da sopportare, specie per un bambino. I bambini napoletani da anni sono abituati a scavalcare montagne di rifiuti per andare a scuola ed è un'esperienza negativa che va a discapito della loro spensieratezza. La popolazione in generale avverte il peso di far parte di una città legata ad un'immagine negativa e questo incide sul loro umore. A mio giudizio l'epidemia psicologica è ben peggiore di diarrea e eczema. 4 Si parla sempre di colera che ha lasciato un pessimo ricordo nei napoletani. Bisogna temerlo anche in questa situazione? «Assolutamente no - dice Greco - Si tratta di fantasie esotiche». E ricorda altri eventi ben più drammatici, ad esempio i terremoti, quando lo spauracchio del colera è stato evocato ma non si è mai materializzato». 5 L'inquinamento dell'acqua potabile è un pericolo concreto? Secondo Greco questo rischio «non esiste. L'acqua a Napoli e in Provincia è ben controllata dall'Arpa, l'Agenzia regionale per l'ambiente. I rifiuti non fanno in tempo a sviluppare liquami contaminati che penetrando nel terreno possano raggiungere le falde acquifere, oltretutto assenti nel sottosuolo della città». 6 Chi sono i soggetti più esposti? «Sono i bambini perché se gli adulti possiedono la capacità di sopportare, i bambini invece subiscono un danno di lunga durata. È come se restassero marchiati. Se possibile bisognerebbe allontanarli dall'ambiente degradato. Non attribuirei troppa importanza. 7 Esiste un rischio legato alla diossina liberata nell'ambiente dai roghi? SANITÀ NAZIONALE 19 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Domande e risposte Limitato per il momento, secondo gli esperti, il rischio di diffusione delle malattie 27/06/2011 Corriere della Sera - Ed. Nazionale Pag. 13 (diffusione:619980, tiratura:779916) SANITÀ NAZIONALE 20 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Secondo Alessandro Di Domenico, esperto dell'Istituto Superiore di Sanità nel settore della sicurezza ambientale è «trascurabile» il rischio denunciato da Ignazio Marino, il senatore che coordina la Commissione d'inchiesta sul servizio sanitario nazionale: «La quantità di diossina emessa dalla combustione di rifiuti è molto bassa e l'esposizione delle persone a queste sostanze che vengono respirate è ritenuta trascurabile. Le diossine ricadono nell'ambiente urbano in minime quantità e vengono eliminate in modo naturale dalla pioggia. In conclusione il rischio chimico non esiste». Lo stesso vale per altre sostanze tossiche: «Parliamo di spazzatura domestica, non industriale, la diossina non è implicata». 8 Quali precauzioni si possono adottare, quotidianamente in questa situazione per sentirsi più sicuri? «La prima regola è ancora una volta l'igiene personale, la pulizia di ogni individuo è importante non solo perché contribuisce a frenare la trasmissione di microrganismi non innocui ma soprattutto perché sul piano psicologico serve a togliersi di dosso la sgradevole sensazione di vivere in un ambiente degradato. L'epidemiologo Donato Greco sottolinea l'importanza di questo aspetto nella cura giornaliera: «Anche se il vicino di casa non osserva regole igieniche bisogna cercare di mantenere decoro e pulizia a casa nostra altrimenti c'è uno scivolamento graduale della comunità». [email protected] RIPRODUZIONE RISERVATA 1.720 Foto: Le tonnellate di spazzatura stimate, ieri a terra, dopo la raccolta straordinaria decisa dal sindaco de Magistris. Sabato erano 1.850 1.250 Foto: Le tonnellate di spazzatura che ogni giorno mediamente vengono prodotte dai cittadini di Napoli 2.500 Foto: Le tonnellate di spazzatura che si erano registrate, martedì 21, e che avevano invaso il capoluogo campano 27/06/2011 Corriere della Sera - Ed. Nazionale Pag. 13 (diffusione:619980, tiratura:779916) Non è il momento dei passi indietro. L'esecutivo dichiari lo stato di emergenza Stella Bianchi Partito democratico I dati dei pediatri: a giugno più 20% Margherita De Bac ROMA - Sono i più fragili in ogni situazione critica. E anche in una Napoli assediata dalla spazzatura ad andarci di mezzo sono i più piccoli, almeno secondo i dati raccolti sul campo dalla Federazione dei pediatri di famiglia. I fumi sprigionati dai roghi avrebbero causato un aumento di problemi respiratori. Tossi, bronchiti, asma. Gli asmatici in particolare risentirebbero più dei coetanei sani della continua esposizione all'aria insalubre. Da un anno, sostiene la Fimp, i medici stanno monitorando vari aspetti della salute nella fascia pediatrica in Campania con l'Istituto Superiore di Sanità. L'incremento dei casi viene calcolato attorno al 10-20%: «A causa soprattutto dei roghi - dice Giuseppe Mele - i bambini che già possiedono fragilità respiratoria, in particolare gli allergici, soffrono in maniera più accentuata. Per la prima volta nell'ultimo mese, con l'acuirsi dell'emergenza. Abbiamo registrato un'incidenza superiore di disturbi respiratori». Mele attribuisce la responsabilità delle malattie da rifiuti alle sostanze tossiche, diossina prima imputata, liberate dai fuochi accesi per eliminare i sacchetti accumulati in strada. Gli esperti di diossina però non danno peso eccessivo a questo rischio perché le quantità della sostanza rilasciate da questi roghi è «trascurabile» e può diventare dannosa per l'ambiente, non per l'uomo. Rassicurante Enrico Decampora, direttore sanitario dell'ospedale Santobono di Napoli, uno dei pochi centri italiani interamente dedicato alla pediatria: «Noi non abbiamo registrato aumento di ricoveri. Al contrario è un periodo di tranquillità. Molti letti sono vuoti. Venerdì scorso il primario del reparto di urgenza-emergenza, dove vengono tenuti sotto controllo i bambini con bronchioliti e infezioni respiratorie, ne segnalava occupati solo 10 su 26. I genitori non devono allarmarsi. Noi siamo in contatto con la Regione e se ci fosse motivo di pericolo saremmo i primi a renderlo pubblico». Anche i pediatri della società italiana Sip seguono con attenzione la brutta storia napoletana. Alberto Ugazio, il presidente, afferma però di non possedere dati ufficiali su aumento di patologie dell'apparato respiratorio nei bambini del capoluogo partenopeo: «Non è il momento di allarmare le famiglie, già provate e chiamate a fronteggiare una situazione molto toccante dal punto di vista psicologico». Secondo Decampora non bisogna spaventarsi se un bambino comincia a starnutire: «Può essere una comune allergia da polline». Mele riferisce che anche gli altri dati sulla salute dei bambini sono nella norma: «Nessun aumento di gastroenteriti». [email protected] RIPRODUZIONE RISERVATA Foto: In fumo Uno dei tanti roghi in centro a Napoli SANITÀ NAZIONALE 21 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il fumo dei roghi respirato dai bimbi «Aumenta l'asma» 27/06/2011 Il Sole 24 Ore Pag. 45 (diffusione:334076, tiratura:405061) Per i Governatori vincoli obsoleti e anti-federalisti IL PARADOSSO Le regole ancora basate sui tetti di spesa senza la sanità non avvantaggiano chi aumenta le entrate di Stefano Pozzoli Il patto di stabilità interno è un meccanismo che ormai condiziona stabilmente la vita di Regioni, Comuni e Province. Deve anzitutto interpretare le esigenze di manovra che il settore pubblico deve realizzare. Occorre riconoscere che ha fin dai suoi esordi dimostrato un'alta efficacia, confermandosi un validissimo strumento di finanza pubblica. Tutto ciò dovrebbe realizzarsi in modo coerente e rispettoso degli assetti istituzionali che vanno a definirsi nel quadro federale e, soprattutto, limitando le interferenze con le scelte politiche e di indirizzo delle amministrazioni. Questa premessa è necessaria per affrontare una riflessione sul patto di stabilità che riguarda le Regioni e che è rimasto da troppo tempo fermo a una configurazione ormai obsoleta e che a nostro modo di vedere ha bisogno di manutenzione. In sintesi, il "patto" per le Regioni si fonda su due elementi portanti, che ricordano da vicino l'ormai superato patto per Comuni e Province. Il meccanismo è quello dei tetti di spesa, in conto competenza e in conto cassa. Dal computo, che comprende spesa corrente e di investimento, vengono però escluse la spesa sanitaria, il cofinanziamento Ue e poco altro, che però rappresenta il 70% della spesa di una Regione. A questo modello fa eccezione, dopo la Finanziaria 2010, il patto applicato al Trentino e alle Province di Bolzano e Trento passati ormai a un sistema fondato sui saldi. Nel resto del panorama regionale, siamo invece di fronte a due paradossi. Il primo è che il meccanismo del tetto è in contrasto con la logica del federalismo fiscale. Queste le parole di Riccardo Nencini, assessore al Bilancio della Toscana: «Abbiamo svolto una seria azione di recupero dell'evasione, ma queste nuove entrate le possiamo spendere solo in parte, pare abbia un senso?». Proprio no, a cosa serve l'autonomia tributaria se l'entità della spesa non è collegata alla capacità di prelievo? Discutibile, inoltre, è la scelta delle esclusioni. Alcune questioni sono di dettaglio, e verrebbero superate in una logica di saldi. Si pensi a una sponsorizzazione: il contributo di un privato diventa un'entrata regionale, mentre la spesa conseguente cade nella trappola dei tetti. Tutto ciò scoraggia le Regioni nella ricerca di risorse proprie. Ma anche l'esclusione della sanità dovrebbe essere ripensata. Vero è che è giustificata da meccanismi di controllo propri e dalla delicatezza della missione. Però escludere una voce che pesa per oltre il 60% del totale costringe a sacrificare in modo pesante tutto il resto. Non solo, le Regioni che hanno disponibilità di risorse o capacità di indebitamento sono portate a concentrare gli investimenti solo in quell'area. Il risultato? Ospedali nuovi, ma spesso sovradimensionati, che determinano ulteriore spesa corrente e, al tempo stesso, mezzi di trasporto pubblico locale, anch'esso di competenza regionale, che hanno età medie imbarazzanti. Eppure al sistema dei trasporti su gomma, principale attore della mobilità urbana, sono stati offerti solo pesanti tagli. Sia chiaro: è giusto pretendere dalle aziende del settore una riduzione dei costi di gestione e un miglioramento dell'efficienza, ma questo non può certo avvenire a scapito di una politica di investimenti adeguata al mantenimento di una flotta ai limiti del decoro. Un maggiore equilibrio sarebbe opportuno, ed è oggi venuto il momento di voltare pagina e di arrivare a una configurazione di patto di stabilità interno adeguato ai tempi e agli assetti istituzionali ormai cambiati. Questo dovrà arrivare a conclusione del processo di armonizzazione contabile che si realizzerà nel quadro della riforma federalista, ma ci dobbiamo domandare se non sia possibile eliminare fin da subito almeno le principali storture sulle entrate proprie, che rischiano di limitare l'azione amministrativa delle Regioni. E proprio nel momento in cui se ne riconosce il ruolo portante nelle economie del territorio. © RIPRODUZIONE RISERVATA SANITÀ NAZIONALE 22 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ANALISI 27/06/2011 Il Sole 24 Ore Pag. 43 (diffusione:334076, tiratura:405061) Test sanitari non preclusi dall'obiezione di coscienza Marina Castellaneta Gli accertamenti clinici e i trattamenti sanitari non possono essere ritardati solo perché alcuni medici praticano l'obiezione di coscienza. Spetta allo Stato predisporre le misure necessarie per assicurare ai pazienti gli esami utili ad accertare determinate patologie. E questo soprattutto se i test sono richiesti da una donna in gravidanza che vuole individuare eventuali malformazioni del feto. In caso contrario, lo Stato viola la Convenzione europea e, in particolare, il divieto di trattamenti disumani e degradanti (articolo 3) e il diritto al rispetto della vita privata e familiare (articolo 8). È stata la Polonia a incappare in simili violazioni accertate dalla Corte europea dei diritti dell'uomo con la sentenza del 26 maggio scorso (ricorso 27617/04), destinata ad avere un impatto anche in altri Stati, non solo in materia di aborto, ma per ogni questione relativa al diritto alla salute. Alla Corte si era rivolta una donna cui, durante un'ecografia, era stato comunicato il rischio di una malformazione del feto. Malgrado le sue richieste, le era stato negato l'accesso a ulteriori accertamenti e alcuni medici obiettori, tra l'altro, si erano rifiutati di eseguire l'amniocentesi. La donna non aveva potuto più ricorrere all'interruzione di gravidanza e aveva ottenuto un indennizzo irrisorio di 8mila euro. Di qui il ricorso a Strasburgo, che non solo le ha concesso 45mila euro, ma ha riconosciuto che i ritardi nello svolgimento dei test hanno umiliato la donna, provocandole una situazione di angoscia e stress equiparabile a un trattamento disumano e degradante. La Corte ha stabilito che gli Stati hanno sì un ampio margine di apprezzamento nel regolare il proprio sistema sanitario, ma, se prevedono la possibilità di ricorrere all'aborto, devono organizzare i servizi sanitari «in modo da garantire la libertà di coscienza dei medici in un contesto professionale che non impedisca ai pazienti di accedere ai servizi ai quali hanno legalmente diritto». In caso contrario, tenendo conto che il diritto a continuare o no una gravidanza rientra nella nozione di vita privata, lo Stato viola anche l'articolo 8 della Convenzione. © RIPRODUZIONE RISERVATA SANITÀ NAZIONALE 23 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Corte diritti dell'uomo 27/06/2011 Il Sole 24 Ore Pag. 41 (diffusione:334076, tiratura:405061) Copertura sanitaria: nella Ue garanzia totale e diretta L'assistenza sanitaria per i lavoratori italiani che vengono inviati in uno Stato diverso da quello di residenza, è garantita con modalità differenti a seconda che l'attività sia svolta nell'ambito dell'Unione europea, nel territorio di Paesi extra - Ue legati all'Italia da un accordo in materia di sicurezza sociale o in Paesi "non convenzionati". Nel primo caso i lavoratori distaccati hanno diritto a ricevere le prestazioni sanitarie estere, alle stesse condizioni previste per i cittadini del Paese in cui viene svolta l'attività lavorativa. Le spese sanitarie vengono sostenute dall'autorità estera che ribalta poi il costo al Servizio sanitario italiano. La documentazione utile per l'ottenimento delle cure necessarie in ambito Ue, varia in relazione alla durata del soggiorno all'estero. Per periodi inferiori ai tre mesi, il documento necessario è la Tessera europea di assicurazione malattia (Team). Per periodi superiori occorre ottenere, con richiesta da effettuare all'Asl di competenza, il modello S1 che garantisce l'assistenza per il lavoratore ed i suoi familiari. Nell'ipotesi di invio di lavoratori in Paesi extra-Ue legati all'Italia da accordi di sicurezza sociale, occorre verificare se il relativo accordo prevede una "copertura" sanitaria per il dipendente nel Paese in cui è svolta l'attività lavorativa e richiedere l'apposito certificato presso l'Asl competente. Più complessa appare, invece, la garanzia dell'assistenza sanitaria in caso di invio di lavoratori in Paesi non legati all'Italia da un accordo di sicurezza sociale o con cui sia in vigore un accordo parziale che non preveda, nel campo di applicazione, tale copertura. In questa ipotesi, le tutele sono garantite dal Dpr 618/80, ma l'assistenza sanitaria è generalmente fornita in forma "indiretta" a condizione che il lavoratore conservi la residenza in Italia e non goda nel Paese di lavoro, mediante forme di assicurazione obbligatoria o volontaria, di prestazioni di pari livello rispetto a quelle previste dal sistema sanitario nazionale, garantite da leggi locali o dal datore di lavoro. Quest'ultimo è chiamato ad anticipare le spese per le prestazioni "in natura" e a richiedere il rimborso delle stesse al ministero della Sanità. Il certificato utile a questi fini è l'at testazione rilasciata dall'Asl competente al lavoratore (articolo 15 Dpr 618/80). © RIPRODUZIONE RISERVATA SANITÀ NAZIONALE 24 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Salute. Modalità differenti fuori dall'Unione 27/06/2011 La Repubblica - Ed. Nazionale Pag. 15 (diffusione:556325, tiratura:710716) E ora è allarme per la diossina dei roghi "Tra i bambini in aumento tosse e asma" I pediatri: 20% in più di patologie respiratorie. "Caldo e topi: rischio epidemie" La denuncia dei Nas: il ministero fino ad oggi non ha chiesto il nostro intervento IRENE DE ARCANGELIS NAPOLI - Allarme bambini tra i rifiuti di Napoli. Arriva dai pediatri, che registrano un aumento fino al venti per cento delle patologie respiratorie come asma e bronchiti, soprattutto nei piccoli individui a rischio, esposti alle allergie. Colpa dei roghi che sprigionano diossina. E poi il fronte epidemie, le malattie infettive che potrebbero essere causate dalla proliferazione di topi e blatte. Sono le prime conseguenze negative dell'emergenza. Ma non c'è un monitoraggio a tappeto per valutare i rischi reali. I carabinieri del Nas, gli esperti sanitari maestri nella profilassi delle malattie infettive, igiene e sanità pubblica, nei giorni dell'emergenza rifiuti, con una inchiesta aperta per epidemia colposa, non sono stati chiamati. Il ministero della Salute da cui dipendono non li ha messi al lavoro per valutare i pericoli che corrono i cittadini napoletani costretti a convivere con i cumuli e a respirare la diossina. I carabinieri in camice bianco sono fermi, esclusi dai monitoraggi. È un'altra mossa che il governo poteva fare e non ha ancora fatto, mentre si organizzano i medici delle diverse categorie per cercare di tenere sotto controllo la salute pubblica. Sono duecentocinquanta medici sentinella chiamati a collaborare dal neo assessore comunale e medico Giuseppina Tommasiello, della giunta di Luigi de Magistris. Sono medici di base con banche dati informatizzate che potranno tenere sotto osservazione duecentomila napoletani. Uno screening che verrà probabilmente messo a confronto con l'altro monitoraggio, quello di natura giudiziaria voluto dal procuratore aggiunto Francesco Greco. Inchiesta su epidemia colposa che vede indagato il presidente della Regione Stefano Caldoro. In quell'inchiesta verranno raccolti i dati sul consumo di quelle medicine, con eventuali impennate, connesse a malattie causate dalla presenza dei rifiuti in strada e dai roghi. Dai farmaci per problemi respiratori alle pomate per eruzioni cutanee. Anche questo un fronte che per ora non coinvolge i massimi esperti, quali sono i carabinieri del Nas. D'altra parte i magistrati hanno già a disposizione una dettagliata relazione a firma di Maria Triassi, direttore della cattedra di Igiene dell'università Federico II. Una consulenza di sette pagine tanto precisa da venire considerata in procura più una informativa di reato che la semplice relazione dell'esperto. «La spazzatura è un terreno di coltura per rattie blatte- spiega la docente a Repubblica - che sono forieri di malattie infettive. Non serve spruzzare il disinfettante sui cumuli, non è una soluzione. A questo punto sarebbe meglio chiudere la spazzatura nei depositi. E quel che è peggio è che è dimostrata una degenerazione dei comportamenti. Se ci si abitua a vivere in un ambiente degradato si adottano comportamenti scorretti. In parole povere i bambini, per esempio, si abituano a toccare la spazzatura. Poi c'è il fronte dei roghi di rifiuti (la scorsa notte sono stati oltre settanta, ndr) e delle malattie respiratorie che provocano, fino all'ipotesi peggiore del cancro. E c'è l'accelerazione di eventuali infezioni causate dal caldo di questi giorni. Insomma - conclude la professoressa Triassi - finora ci è andata bene, ma non è detto che vada sempre così. Il punto è che a Napoli il ciclo dei rifiuti deve essere chiuso come in qualsiasi altra parte del mondo». Eppure, mentre appena giovedì scorso il Dipartimento di prevenzione della Asl Napoli Uno non aveva evidenziato aumenti nella popolazione di patologie infettive,è ben diverso il parere degli esperti della Federazione italiana pediatri che, puntualizzano, quanto alle patologie oncologiche, sono considerazioni che vanno fatte a lungo termine. «Nell'ultimo mese - lancia l'allarme il presidente Giuseppe Mele - la rete dei pediatri sul territorio di Napoli ha registrato un aumento del dieci, venti per cento, rispetto ai livelli normali, dell'incidenza di patologie respiratorie». Per i pediatri la causa sta nei roghi di rifiuti fortemente tossici. «La diossina - spiega il virologo Giulio Tarro - può provocare patologie gravissime, che vanno dal cancro alle malformazioni durante la gravidanza». Fattori di rischio sotto costante controllo durante l'emergenza rifiuti del SANITÀ NAZIONALE 25 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il dossier 27/06/2011 La Repubblica - Ed. Nazionale Pag. 15 (diffusione:556325, tiratura:710716) SANITÀ NAZIONALE 26 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato 2007, quando venne immediatamente attivata una task force di esperti. A cominciare dai carabinieri del Nas. I numeri 20% MALATTIE Tra i bambini si registra un aumento delle malattie respiratorie causate dai roghi di rifiuti 200 mila NAPOLETANI La popolazione sottoposta a monitoraggi o da parte dei medici di base allertati 250 MEDICI Sono i medici di base allertati per far fronte all'emergenza attraverso un monitoraggio REPUBBLICA RADIO TV Rifiuti a Napoli, tra rivolte e autogestione Alle 19.15 con Guido Viale e Caterina Corti 27/06/2011 La Repubblica - Ed. Nazionale Pag. 4 (diffusione:556325, tiratura:710716) La scure del Tesoro colpisce il Mezzogiorno tagli per 2,5 miliardi Pronta la manovra, giovedì il via libera Tremonti punta a un pacchetto unico con interventi su pensioni, sanità e pubblico impiego ROBERTO PETRINI ROMA - E' il colpo di coda del menu da oltre 40 miliardi che stanno allestendo al ministero dell'Economia. Ma forse il più doloroso, perché passa nelle pieghe di bilancio, e finisce ad impattare su sviluppo, investimenti, asili nido, strade e quant'altro. Soprattutto e particolarmente al Sud. Secondo le ultime indiscrezioni la manovra che sarà varata giovedì prevede un taglio del 10% al Fas, cioè il fondo per le aree sottoutilizzate, ovvero 2,5 miliardi sui 25 di dotazione attuale. Intanto si prepara il rush finale per la manovra del 2011 salita a 7 miliardi e nella quale, per il momento, non ci sarà l'aumento dell'Iva. Il pacchetto unico del decreto da 43 miliardi resta pesante: pensioni, pubblico impiego, sanità e farmaci, comuni, accorpamento di enti pubblici come Ice e Enit. Oltre alla delega fiscale che prevede 3 aliquote e cinque imposte. Tornando al Sud, oggetto di proteste, spesso racchiuse dentro un acronimo noto solo ai pochi specialisti della distribuzione dei fondi per lo sviluppo, il Fas è molto più importante di quanto comunemente si creda. Intanto non ha nulla a che fare con l'Europa: l'unico momento di contatto è rappresentato dal fatto che la programmazione del Fas (fondo tutto italiano) viene fatta nello stesso documento che programma i fondi strutturali (fondi europei che si attivano con analoghi investimenti italiani), il cosiddetto "Quadro strategico nazionale". Glossario burocratico e sigle poco note nascondono tuttavia l'unica risorsa da destinare allo sviluppoe alle infrastrutture in Italia. Il fondo fu costruito e incastonato nel bilancio dello Stato (cioè si paga con la fiscalità generale e non c'è bisogno di coprirlo ad ogni Finanziaria) da Prodi che lo dotò di 65 miliardi pluriennali. Cominciò lo stesso governo di centrosinistra ad attingervi (ad esempio per il museo Maxxi e lo snodo viario di Pontremoli), ma fu poca cosa. Il vero attacco al Fas fu fatto però con l'arrivo del ministro dell'Economia Tremonti. Con il decretone 112 del 2009 il Fondo fu spacchettato e destinato ad usi sempre più lontani da quelli originari. Come rileva un monitoraggio dell'ufficio studi della Uil, 12 miliardi andarono al fondo infrastrutture, ma 9 furono trasferiti al cosiddetto Fondo Letta di Palazzo Chigi e 4 andarono al fondo destinato a finanziarie la cassa integrazione in deroga. Altri fondi alle Regioni mentre oltre 7, con l'occasione, furono tagliati. Totale 33,9 miliardi. L'eredità dei 65 miliardi di Prodi, incastonati nel bilancio dello Stato, cominciò così ad assottigliarsi e a trovare usi utili e indispensabili, ma distanti dalla destinazione originaria. Un po' come avvenne con i condoni nella legislatura 2001-2006. Vengono dal Fas i 2 miliardi utilizzati per ridurre l'Ici, i 400 per Catania, i 400 per Roma Capitale, gli 1,8 miliardi per il G8 della Maddalena e i 400 milioni per il termovalorizzatore di Acerra. Il deficit non aumenta, la caccia alle coperture non serve. Ci pensa il Fas. La somma destinata alle Regioni, che insistono da tempo sul tema, è stata congelata: niente soldi, ha detto Tremonti. Ma nel frattempo i soldi-Fas sono stati utilizzati per aiutare il ripiano dei debiti sanitari dei governatori: 800 milioni al Lazio, 220 all'Abruzzo, 480 alla Campania e 250 alla Calabria. «Basta, questi soldi vadano allo sviluppo», attacca Guglielmo Loy della Uil. Ma le risorse del Fas sono sempre di meno, tant'è che Tremonti alla fine ha dovuto dire no persino ad una proposta bipartisan avanzata da Sergio D'Antoni (Pd) per finanziare nell'ambito del decreto sviluppo il credito d'imposta per il Sud ideato a Via Venti Settembre. I tagli di 2,5 miliardi previsti non lo avrebbero consentito. LE CASSE DEL FAS FONDO INFRASTRUTTURE FONDO PALAZZO CHIGI FONDO OCCUPAZIONE-CIG RIDUZIONE ICI G8 MADDALENA ROMA CAPITALE INTERVENTI CATANIA TERMOVALORIZZATORE ACERRA RIPIANO SANITA' LAZIO CAMPANIA ABRUZZO CALABRIA I punti FISCO Tre sole aliquote per l'Irpef e nessun aumento dell'Iva (se non su alcuni limitati beni di lusso). Dal 2012 potrebbero essere tassate le rendite finanziarie, esclusi i titoli di Stato, con un'aliquota del 20%. SANITÀ NAZIONALE 27 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ECONOMIA E POLITICA Le misure 27/06/2011 La Repubblica - Ed. Nazionale Pag. 4 (diffusione:556325, tiratura:710716) SANITÀ NAZIONALE 28 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sarà varata la riforma delle detrazioni fiscali PENSIONI Il collegamento del pensionamento alla speranza di vita potrebbe essere anticipato dal 2015 al 2013. Potrebbe aumentare gradualmente da 60 a 65 anni l'età del pensionamento delle donne. Possibile prelievo sulle pensioni d'oro SANITÀ Tetti di spesa per ridurre i costi ospedalieri, lotta all'evasione dei ticket sanitari e passaggio dal 2013 ai costi standard sanitari. L'intervento, una volta a regime, dovrebbe portare a un risparmio superiore ai 5 miliardi STATALI Blocco completo del turn over e tagli agli stipendi dei dirigenti. Costi standard anche per i ministeri, enti locali e prefetture. Riorganizzazione di alcuni enti pubblici con la possibile fusione di Enit e Ice COSTI DELLA POLITICA Tagli ai rimborsi dei partiti, ai trasferimenti a Palazzo Chigi, Camera e Senato. Gli stipendi per i politici saranno in linea con quelli europei. Tagli alle auto blu, che non potranno avere più di 1600 di cilindrata, e ai voli di Stato GRANDI OPERE Oltre al tagli agli stanziamenti Fas che peseranno sulla realizzazione di opere pubbliche al Sud saranno riprogrammati i fondi Cipe non ancora assegnati. Potrebbe essere rivista l'organizzazione dell'Anas PER SAPERNE DI PIÙ www.tesoro.it www.bancaditalia.it Foto: MENO FONDI I tagli al Fas incideranno sulle opere pubbliche 27/06/2011 Il Messaggero - Ed. Nazionale Pag. 7 (diffusione:210842, tiratura:295190) Rifiuti, l'allarme dei pediatri più tosse e asma nei bambini I medici concordi: aumento del 20 per cento, i roghi la causa I falò tossici potrebbero favorire anche le malattie della pelle I consigli «Portare i piccoli al mare e usare cibi cotti» LUIGI ROANO NAPOLI - C'è l'allarme sanitario ma non i malati, per fortuna. Certo se la situazione dei rifiuti a terra degenera il tema di eventuali epidemie si concretizzerebbe. Per questo oggi alle 15 si insedierà all'ordine dei medici la task force che vedrà impegnato un dipartimento dell'Asl Napoli 1, appunto l'ordine dei medici, la rete dei medici di famiglia e l'amministrazione comunale per il controllo, la sorveglianza ambientale e il monitoraggio epidemiologico legato all'emergenza rifiuti. La task force è destinata a essere un organo di controllo e anche consultivo permanente. Dunque, come stanno le cose sotto il profilo sanitario? Dati ufficiali che attestino un aumento di patologie a causa della crisi non ce ne sono. Ma un primo campanello d'allarme arriva dalla rete dei pediatri: nell'ultimo mese, da quando cioè la situazione dei rifiuti abbandonati per le strade si è aggravata, affermano i medici, si è registrato un aumento del 10-20% delle patologie respiratorie tra i bambini. E la causa è da ricercarsi nei roghi di immondizia che, fortemente tossici, continuano ad essere segnalati anche in queste ore. «Da circa un anno spiega il presidente della Federazione italiana pediatri (Fimp) Giuseppe Mele la rete dei pediatri a Napoli ha avviato un monitoraggio per verificare l'eventuale aumento di patologie pediatriche in relazione alla questione rifiuti». Sotto i riflettori degli specialisti, vi sono innanzitutto le patologie di tipo oncologico: «Per questo tipo di patologie, così come per quelle gastrointestinali - precisa Mele - non è stato riscontrato un aumento significativo dell'incidenza rispetto al resto del territorio nazionale». I dati cambiano, invece, per quanto riguarda le malattie respiratorie: «Nell'ultimo periodo si è riscontrato - sottolinea - un aumento percentuale significativo di disturbi quali asma, tossi, faringiti e bronchiti asmatiche nei bambini, soprattutto in quelli più predisposti come, ad esempio, i bambini allergici». Un aumento dell'incidenza delle patologie respiratorie le cui causa non è, ovviamente, imputabile al freddo della stagione invernale: «La causa avverte Mele - è da ricercarsi nei roghi di rifiuti che continuano a verificarsi e che sono molto tossici per le sostanze, come la diossina, che vengono prodotte a seguito della combustione della plastica». In realtà giova ricordare che la città ha il poco piacevole record di essere tra le grandi aree metropolitane quella con maggiori problemi da inquinamento da polveri sottili, che vengono emesse dai motori. C'è una inchiesta aperta dalla Procura con ex amministratori indagati. Naturalmente i più piccoli sono quelli che pagano di più le conseguenze delle due emergenze. È fondamentale - consigliano i pediatri portare i bambini al mare in questo periodo. L ' e s p o s i z i o ne all'aria e all'acqua marina riduce sensibilmente gli effetti dei disturbi. I medici di famiglia, che fanno parte della task force danno altri consigli. Giacomo Milillo della Fimmg spiega che i medici di famiglia «hanno attivato sul territorio napoletano un monitoraggio in particolare su tre tipi di patologie: le malattie della pelle e quelle respiratorie, e le patologie gastrointestinali. Per il momento nella popolazione adulta non sono stati riscontrati dati epidemiologici significativi». I rischi per la salute Rabbia Trasmessa attraverso il morso da cani a loro volta morsi da roditori infetti Leptospirosi Colpisce chi viene a contatto con le feci di topi infetti Malattie che potrebbero essere legate all'accumulo di immondizia Colera e poliomelite Vibrione e virus delle due malattie sono stati isolati sul corpo e nell'intestino di blatte o scarafaggi Epatite B, C, Hiv e tetano Per contatto involontario con oggetti su cui è presente il virus o il batterio Salmonellosi Trasmessa da mosche che si posano sui rifiuti infetti e poi sui cibi Foto: Sono stati 60 i roghi in città l'altra notte Nella foto cassonetti dati alle fiamme in una traversa di Corso Umberto SANITÀ NAZIONALE 29 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato I RISCHI A Napoli arriva il grande caldo, cresce il pericolo di infezioni batteriche 27/06/2011 QN - Il Resto del Carlino - Ed. Nazionale Pag. 47 (diffusione:165207, tiratura:206221) I trattamenti farmacologici dopo la chirurgia Federico Mereta DISAGIO e senso di pienezza allo stomaco, emorragie che portano anemia. A volte i Gist, tumori gastrointestinali rari stromali, che interessano ogni anno 1500 persone in italia, si presentano in modo poco appariscente. Ma possono essere gravi, tanto che dopo l'operazione chirurgica bisogna, quasi sempre, ricorrere a trattamenti mirati. Come se non bastasse, proprio per questi sintomi vaghi, la diagnosi a volte arriva in ritardo. A fare il punto sulla situazione oltre 150 esperti, che si sono riuniti a Bologna in occasione di un summit su queste patologie. UN AMPIO STUDIO clinico presentato al congresso annuale dell'American Society of Clinical Oncology (ASCO) tenutosi recentemente a Chicago ha dimostrato che prolungare il trattamento con imatinib per tre anni nei pazienti con GIST dopo la rimozione chirurgica del tumore aumenta la sopravvivenza senza recidive e la sopravvivenza globale rispetto alla cura con lo stesso farmaco protratta per solo un anno. La ricerca è stata condotta su 400 pazienti: a cinque anni dalla diagnosi, il 66% dei pazienti, trattati con imatinib per tre anni non mostra recidive (rispetto al 48% con la terapia per un anno), e il 92% è ancora vivo (rispetto all'82% con la terapia per un anno). «Era già noto il vantaggio in termini di protezione da recidiva derivante dall'utilizzo di imatinib in terapia precauzionale per un anno - commenta Paolo Casali, responsabile del trattamento dei sarcomi dell'adulto della Fondazione IRCCS Istituto nazionale Tumori di Milano - . L'importanza dei nuovi dati è relativa all'ulteriore vantaggio, in termini di libertà da recidiva e di sopravvivenza, derivante da una terapia che copre un arco temporale di tre anni. Un vero e proprio paradigma per il trattamento precauzionale effettuato utilizzando terapie a bersaglio molecolare». Importanti i riflessi di queste nuove acquisizioni sulla salute dei pazienti. Secondo Anna Costato, Presidente dell'Associazione Italiana Gist (A.I.G.) «La comunità dei pazienti ha accolto con favore questi risultati e con rinnovata speranza guarda alla ricerca scientifica, per trovare risposta ai quesiti ancora aperti per questo tumore che, da incurabile prima del 2000, è diventato sempre più trattabile». SANITÀ NAZIONALE 30 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Mirati allo stomaco 27/06/2011 QN - Il Resto del Carlino - Ed. Nazionale Pag. 41 (diffusione:165207, tiratura:206221) Contraccezione d'emergenza, ricette a singhiozzo «SULLA CONTRACCEZIONE d'emergenza è venuto il momento di fare chiarezza». Gli specialisti delle società scientifiche (Sic e Smic) hanno redatto un vademecum per il pubblico che affronta anche questioni tecniche e giuridiche, dall'obiezione di coscienza alla prescrizione alle minori. Le criticità sono confermate dal rapporto SOS Pillola del giorno dopo dell'Associazione Vita di Donna, dal quale emerge che oltre il 50% delle circa 8.000 persone che si sono rivolte al servizio in tre anni lo ha fatto dopo aver incontrato difficoltà a ottenere il farmaco. Tra i medici che hanno rifiutato di erogare la prescrizione, il 34% lavora al pronto soccorso, il 30% alla guardia medica il 25% nei consultori e l'11% sono medici di famiglia. «UN'AMPIA AZIONE di informazione sulla contraccezione di emergenza ci è sembrata doverosa - dichiara il professor Emilio Arisi presidente della Società medica italiana per la contraccezione (Smic) - non possiamo pensare che le donne debbano rivolgersi a un'associazione per poter accedere a un servizio. Si tratta di uno strumento importante per limitare il ricorso all'interruzione di gravidanza, come riconosciuto dalla relazione ministeriale sull'applicazione della legge 194/78». Nel documento congiunto viene illustrato il meccanismo di azione dei contraccettivi di emergenza. Osserva in proposito il professor Arisi: «Nel caso del levonorgestrel, se il processo dell'ovulazione è già iniziato la pillola del giorno dopo non agisce più. Diversamente la pillola dei 5 giorni dopo, pur funzionando in base a un meccanismo analogo, presenta una maggiore efficacia. Riesce infatti a bloccare l'ovulazione, anche se si sta innalzando il livello del LH che precede il processo ovulatorio e lo ritarda di almeno cinque giorni». L'opuscolo sulla contraccezione sarà distribuito presso ospedali, ambulatori, consultori e studi medici, a cura delle società scientifiche, per illustrare le diverse metodiche offerte alla coppia in tema di contraccezione, che intervengono prima (pillola, anello contraccettivo, cerotto, spirale, impianto sottocutaneo, metodi naturali), durante (preservativo, diaframma, coito interrotto) o dopo il rapporto, nel caso della contraccezione di emergenza. MA L'EDUCAZIONE alla contraccezione è diffusa o tuttora improvvisata? Secondo Metella Dei, ginecologo a Firenze, il messaggio stenta ad arrivare: «La scuola se ne occupa a volte poco, a volte male, altre volte si rivolge a ragazzi troppo grandi e non dappertutto, perché manca una legge quadro, o perché lo stesso messaggio non arriva agli immigrati». «Esiste certo un problema di contraccezione d'emergenza - aggiunge la dottoressa di Careggi - penso che sia necessaria un'alleanza con i genitori e le strutture sanitarie. Il problema del reperimento del farmaco si potrà superare con appositi protocolli, fatta salva una clausola di coscienza, coinvolgendo i direttori delle aziende sanitarie, medici di medicina generale e pediatri». SANITÀ NAZIONALE 31 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato PILLOLA DEL GIORNO DOPO UN VADEMECUM DEGLI SPECIALISTI DELLE SOCIETÀ SCIENTIFICHE 27/06/2011 Il Secolo XIX - Genova Pag. 13 (diffusione:103223, tiratura:127026) «Casi scandalosi ma aiutiamo la sanità pubblica» Pruzzo: molti ospizi sono mini-ospedali «Spesso sono insufficienti i farmaci passati dalle aziende sanitarie» MATTEO INDICE «HO LETTO , e immagini la mia insofferenza. Poi ho pensato che sì, c'è del vero, sono da 26 anni in quest'ambiente: per guadagnare si può fare di tutto. Però attenzione, perché aldilà dei casi più estremi, che sono quasi certo di poter definire isolati, c'è un dato da evidenziare: magari poco simpatico, ma la realtà va guardata in faccia sul serio . Esistono decine di strutture che molto gergalmente si definiscono ospizi e però di fatto sono ormai diventate mini-ospedali. Con la stessa assistenza medica che risulterebbe offerta, e soprattutto pretesa, in un centro pubblico, sebbene sarebbe forse imbarazzante riconoscerlo. Molti istituti rappresentano l'autentica valvola di sfogo dei pronto soccorso, al collasso e incapaci di gestire la presenza di degenti sempre più anziani, con patologie gravissime che una volta portavano alla morte in tempi stretti, e al giorno d'oggi si "cronicizzano" molto a lungo. Dagli ospedali arrivano uomini e donne feriti, con piaghe da decubito, bisognosi di flebo e terapie assai delicate. Altro che semplici case di riposo...». Mauro Pruzzo, ex anestesista all'ospedale Galliera di Genova e oggi imprenditore nel settore dei ricoveri per anziani, guida il comitato scientifico dell'Anaste, l'Associazione nazionale strutture terza età: quasi la metà dei posti letto privati, e dei dipendenti che vi lavorano, rappresentati. Un'organizzazione di categoria e di parte , ovviamente. Pruzzo, i casi denunciati in questi giorni dal Secolo XIX dimostrano come spesso le regole imposte dalla Regione per mantenere attive convenzioni, e soprattutto finanziamenti, con le case di riposo, siano puramente virtuali... «La mia opinione è netta: l'offerta assistenziale a Genova per la terza età, nell'ultimo quarto di secolo, si è ampliata ed è migliorata. Ma allargato il bacino degli utenti lievitano anche i possibili disagi». Gli anziani parcheggiati in palestra o anestetizzati con la tv non sembrano semplici disagi. «Tra di noi vige un principio: il margine di guadagno deve restare ridotto in assenza di sovvenzione, la cifra sborsata dalle famiglie insomma sufficiente a coprire le spese e nulla più. Qualcuno inverte il principio e pensa molto al portafogli. Io credo comunque che un medico impegnato in un istituto per ultrasettantenni, non dovrebbe mai toccare i soldi o avere vesti incompatibili». Perché l'associazione di categoria, non riesce a prevenire le degenerazioni della sua stessa categoria? «Ci riuniamo periodicamente, cerchiamo di fare il punto sui casi più spinosi che vengono segnalati. Ma controllare tutto è impossibile, per noi e a maggior ragione per la Asl». Molte famiglie denunciano al nostro giornale costi gonfiati sugli extra, voci che alla fine fanno lievitare il complesso della retta. «Per quello che mi riguarda, l'unico extra applicabile è il parrucchiere. Un esborso che non s'intascano i titolari degli istituti, ma il professionista in modo diretto (l'inchiesta giornalistica dei giorni scorsi ha permesso di scoprire che in più strutture pure la lavanderia è a carico delle famiglie, ndr ). E occhio, poi ché le forniture a carico della Asl talvolta non bastano...» Per esempio? «Prendiamo i pannoloni. Ne abbiamo sulla carta 3 al giorno, ma molti ospiti ne usano otto, anche dodici, costando in quel caso 3-4 euro in più ogni ventiquattr'ore. E chi ce li mette? Provi a dire ai figli di un ospite che il loro genitore ha "sforato" la quota, è inaccettabile, non ci credono. Moltiplichi decine di euro in più non rimborsati, per ciascun paziente e per un anno. Ma se le uscite divengono insostenibili per noi, alla fine troppe famiglie si ritrovano senza un punto di riferimento...». COSTI GONFIATI E RICATTI: DECINE DI STORIE NELLA prima puntata dell'inchiesta sulle case di riposo, pubblicata sabato 25, sono stati descritti tutti i sistemi usati da alcune strutture per gonfiare il costo complessivo delle rette. E poi la testimonianza di un anziano che, pur di garantirsi un letto, si è visto pignorare la pensione IL VIAGGIO NEGLI ISTITUTI: TUTTI I SEGRETI LA SECONDA parte dell'inchiesta, sul Secolo XIX di ieri, conteneva il resoconto del viaggio in tre istituti per la terza età convenzionati con la Regione. Rivelata la presenza di ospiti ammassati nelle palestre, sospetti sul cibo riciclato, la tv usata come "anestetico" SANITÀ NAZIONALE 32 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IL RESPONSABILE DELL'ANASTE, STRUTTURE TERZA ETÀ 27/06/2011 Il Secolo XIX - Genova Pag. 12 (diffusione:103223, tiratura:127026) Liberati dai Nas i nonni accampati in palestra Trasferiti in cinque. I carabinieri alla Asl: «Sospendete la convenzione» GUIDO FILIPPI e FRANCESCA FORLEO RICHIESTA di sospensione della convenzione con la Asl, trasferimenti d'urgenza di cinque ricoverati, multe ai gestori. È questo il primo risultato del blitz compiuto ieri pomeriggio dai carabineri del Nas nella casa di riposo Monticelli di Bolzaneto. Dopo la seconda puntata dell'inchiesta sugli istituti per anziani pubblicata ieri dal Secolo XIX , in cui si denunciava come la struttura ospitasse troppi pazienti (almeno 71 all'arrivo dei carabinieri, anzichè 66 per cui è autorizzata) sistemati nella palestra durante la notte, è andato in scena il blitz dei militari che hanno chiesto la presenza di un medico della Asl 3. Sono arrivati alle 15.30 e sono usciti tre ore dopo. Cinque i pazienti in più ricoverati nella struttura secondo la ricognizione, avvenuta peraltro ad alcune ore dalla divulgazione degli articoli: quattro passavano la notte nella palestra trasformata in dormitorio, e uno all'interno di un magazzino, adattato a camera. Oggi, su richiesta degli inquirenti, il sindaco Marta Vincenzi, in quanto responsabile della sanità pubblica, firmerà un'ordinanza di trasferimento dei pazienti in sovrannumero. La proposta di sospensione della convenzione con la Asl 3, sarà invece inoltrata alla Regione. È scattata dal momento che il responsabile della struttura è risultato recidivo: già in passato era stato sanzionato per aver ospitato pazienti oltre il numero massimo. Cinque persone, a 74 euro al giorno di retta (28 a carico del servizio sanitario nazionale e 46 a carico dell'ospite), significano però 11.500 euro d'introiti in più al mese. Nel corso del sopralluogo i carabinieri hanno controllato ambienti e registri, ascoltato il personale e i titolari della struttura. Uno di loro, al termine del blitz, ha insultato il fotoreporter del Secolo XIX, appostato davanti al cancello. Di fatto non sono state sporte denunce penali, ma la proposta di sospensione della convenzione è un provvedimento pesante: i 66 anziani rischiano così di essere trasferiti in altre strutture autorizzate dalla Asl 3. Dall'esame dei Nas - diretti da Gian Mario Carta - non sono emersi maltrattamenti nei confronti degli anziani e non sono state accertate carenze igieniche e sanitarie. Gli anziani, visitati dal medico del servizio igiene, sono risultati in buone condizioni di salute, compresa una donna di 99 anni che dormiva nella palestra. Proprio nei giorni scorsi un nipote aveva litigato con il titolare della struttura: per protesta non aveva pagato la retta, lamentandosi per la sistemazione della parente, definita inaccettabile. Il blitz di ieri ha confermato le lamentale perché l'aziana era tra quelle che, senza una stanza assegnata, con i vestiti e gli effetti personali chiusi in un sacco della spazzatura, ogni sera verso le otto veniva trasferita nel locale teoricamente destinato alle «attività riabilitative». Non solo. Sabato scorso, alla caserma di Rivarolo, era arrivata una segnalazione sull'anziano ricoverato nel magazzino. Per questo i carabinieri avevano già in programma un intervento nell'edificio di via Rocca dei Corvi, mentre in questi giorni proseguiranno controlli nelle altre case di riposo genovesi. Il Secolo XIX aveva visitato infatti altri ricoveri, e sono numerose le segnalazioni inoltrate dai lettori. Ma com'è stato possibile che un centro convenzionato con la Asl 3, e da questa sovvenzionato, tenesse più ospiti del consentito? La spiegazione ufficiosa starebbe nei traballanti conti dell'istituto che, secondo rumors interni, a causa dei ritardi in alcuni pagamenti ha infine violato le regole pur d'incassare le rette. La versione ufficiale dei vertici della Monticelli è stata quella d'un generico «trasferimento temporaneo per problemi alla struttura». Foto: I Nas all'uscita dalla casa di riposo dopo il blitz. A destra, i letti stipati in palestra Foto: La casa di riposo "Monticelli" di Bolzaneto potrebbe perdere la convenzione con la Asl 3 SANITÀ NAZIONALE 33 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato DOPO LA DENUNCIA DEL SECOLO XIX, BLITZ DEI MILITARI NELL'ISTITUTO "MONTICELLI" DI BOLZANETO 27/06/2011 La Repubblica - Affari Finanza - N.23 - 27 Giugno 2011 - Rapporto / Liguria Pag. 67 (diffusione:581000) La Regione che nel settore impiega l'80% del suo bilancio deve fare i conti con la forte diminuzione delle risorse in arrivo dallo Stato. Così ha avviato una manovra che prevede il taglio di manager e strutture e l'apertura alle convenzioni: ora un intero ospedale, il San Carlo di Voltri, è gestito dagli Evangelici AVA ZUNINO La sanità pubblica in Liguria è un'azienda che fattura tre miliardi e 444 milioni di euro all'anno con quasi 26 mila dipendenti, numero su cui è già calata la scure del blocco del turn over: sei anni fa erano 600 in più. Da due anni a questa parte la Regione Liguria, che sulla sanità impegna l'80 per cento del suo bilancio, sta facendo i conti con la diminuzione delle risorse. «E' un calo in valori assoluti: con un'inflazione al 2,5 per cento sarebbe già difficile mantenere l'equilibrio se avessimo le stesse risorse degli anni precedenti» dice l'assessore regionale alla salute Claudio Montaldo, che ha appena messo mano a una manovra con l'obiettivo di restringere di un centinaio di milioni di euro la spesa sanitaria. Nel 2010 dallo Stato erano arrivati 20 milioni in meno dell'anno precedente; quest'anno sono 200 milioni in meno. «Calcolando l'aggiornamento della quota di fondo sanitario nazionale in base all'inflazione e calcolando la quota pesata sulla popolazione anziana, in Liguria per il 2011 ci aspettavamo 128 milioni più di quelli che abbiamo ottenuto. Invece sono arrivati i tagli», dice Montaldo. La Regione sta lavorando ad una manovra che riorganizzerà le strutture complesse tagliando un centinaio di dirigenti, ma molto probabilmente entro la fine dell'anno a r r i v e r a n n o anche le tasse. La riduzione delle risorse a disposizione è il principale m o t o r e d e l cambiamento della sanità ligure che finora è stata a sostanziale monopolio pubblico, basata su tanti piccoli ospedali a pochi chilometri di distanza l'uno dall'altro. Dopo vent'anni di chiusure immaginate e mai realizzate per il timore delle proteste popolari, sono spariti sei ospedali su un totale di 26: realtà di quartiere (per Genova ad esempio il Celesia di Rivarolo), di cittadine dell' hinterland metropolitano come Busalla, della Riviera come Levanto (nello spezzino), come Recco, la Colletta ad Arenzano o l'ospedale Evangelico nel centro di Genova. «Sono stati chiusi come presidi ospedalieri e si sono trasformati in centri di riabilitazione o di servizi ambulatoriali», dice Montaldo. La Regione ha anche eliminato tre aziende ospedaliere: il Villa Scassi di Sampierdarena e il Santa Corona a Pietra Ligure sono rientrate nelle rispettive Asl. E l'ultima manovra è in corso. Si tratta della "fusione" tra l'istituto scientifico dei tumori e l'azienda ospedaliera-universitaria San Martino. «Questa - dice Montaldo - è la prima grande operazione di rilancio clinico, di ricerca e didattica». Con le chiusure e la necessità di restringere i costi dell'organizzazione, è arrivata l'apertura ai privati. Lo scenario è passato dalla quasi totale assenza di convenzionamenti («l'unica clinica convenzionata - osserva Francesco Berti Riboli, imprenditore della sanità privata ligure e vice presidente di Confindustria - ha una sessantina di posti letto contro i 90 della più piccola delle strutture accreditate in Lombardia»), fino alla concessione di un intero ospedale. E' il San Carlo di Voltri, quartiere dell'estremo ponente della città di Genova, che da quasi un mese non è più gestito dalla Asl 3 ma dalla Comunità Evangelica Internazionale. «Un privato anomalo - dice Montaldo - perché è comunque un soggetto che fa parte del sistema pubblico: aveva un ospedale nel centro di Genova, uno spazio che mantiene come piastra di servizi». Storicamente la sanità ligure affida ai privati solo la riabilitazione: nel 2010 i 96 milioni e 97 mila euro spesi dalla Regione per la riabilitazione sono andati quasi interamente ai privati (solo 17 mila euro a strutture pubbliche). «Affidare la riabilitazione ai privati è una scelta che è diventata una necessità perché non siamo in grado di farlo direttamente. Non abbiamo il personale e non siamo in grado di assumerlo», dice l'assessore alla salute. Nel 2011 è prevista una riduzione di altri 8 milioni della spesa per il personale che nel 2010 era stata di 1 miliardo e 166 milioni. Il cammino verso i privati continua e il prossimo passo è esternalizzare una grossa fetta di residenze per anziani e per malati psichiatrici. Davanti al panorama che cambia, le 75 aziende della sanità privata ligure iscritte a Confindustria, che nel 2010 hanno fatturato 24 milioni e mezzo, si muovono con un atteggiamento contrastante. «Diciamo che il 2011 è iniziato in salita - spiega Alessio Albani, coordinatore SANITÀ NAZIONALE 34 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sanità, è l'ora della collaborazione pubblico-privato 27/06/2011 La Repubblica - Affari Finanza - N.23 - 27 Giugno 2011 - Rapporto / Liguria Pag. 67 (diffusione:581000) SANITÀ NAZIONALE 35 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato della sanità in Confindustria Liguria - i budget sono stati ridotti di percentuali tra il 10 ed il 15 per cento per le prestazioni ordinarie come la fisioterapia, la radiologia tradizionale e laboratoristica, e la previsione è di una riduzione del 5 per cento annuo anche sulla residenzialità extraospedaliera». Ma sono in arrivo gli affidamenti diretti e qualche esperimento come la gestione dei 18 posti letto del reparto di ortopedia nell'ospedale di Albenga, stanno già decollando. «Diciamo che esistono nuovi scenari potenzialmente interessanti - dice Albani - rappresentati dalla necessità che il sistema sanitario ligure ha di creare strutture intermedie per la gestione del malato dimesso dai presidi ospedalieri». Davanti alle nuove linee guida ministeriali che impongono dimissioni ospedaliere sempre più precoci, una regione che ha il 26,8 per cento della popolazione sopra ai 65 anni, deve trovare il modo di non mandare a casa persone che hanno ancora bisogno di assistenza. Le formule individuate in collaborazione pubblico-privato sono quelle dei centri salute (esperienza già in corso nella Asl 2 savonese con medici a disposizione 12 ore al giorno, ambulatori per malati cronici, assistenza domiciliare), e degli ospedali di comunità, dove i pazienti sono gestiti dai medici di famiglia. Foto: L'ASSESSORE Foto: Claudio Montaldo "guida" la Sanità in Liguria Foto: Un'immagine del San Martino, la grande azienda ospedaliera universitaria che si trova proprio nel cuore di Genova