CIVITAS
Cittadinanza attiva
contatti CIVITAS:
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progetto grafico e stampa:
l’arcael’arco larcaelarco.it
Finito di stampare nel mese di febbraio 2012
NOLA... da parte della città
contributi per la crescita
febbraio 2012
EDITORIALE
Civitas ha fatto la scelta impegnativa di mettere insieme energie positive per accrescere il “bene
comune” e la partecipazione alla vita pubblica dei cittadini, unici depositari della sovranità popolare, nel rispetto della legge, che è fondamento di ogni vera democrazia.
La promozione del bene comune intende esercitarla sia convergendo su iniziative democratiche di
altri, sia con proprie iniziative nostra, in maniera liberamente critica e costruttiva.
Perché questo opuscolo?
L’intento è di riportare un resoconto delle attività che abbiamo svolto o tentato di svolgere dalla
nostra nascita seguendo le linee guida che ci siamo dati. A volte abbiamo avuto successo altre
volte meno, ma sempre ci siamo impegnati con spontaneità, onestà e buona fede.
E’ una riflessione a voce alta per riproporre i temi su cui abbiamo maggiormente lavorato, con
incontri, dibattiti e discussioni, sebbene a tutt’oggi gli stessi rimangono ancora di grande attualità
per gli scarsi risultati ottenuti finora per la loro risoluzione o, quantomeno, per essere stati assunti
come priorità all’ordine del giorno della politica e della cittadinanza attiva.
Perciò in questa sede riproponiamo, prima di tutto, il volantino che ha rappresentato il manifesto
iniziale e che riteniamo tuttora valido, come testimonianza della nostra attività e come segno di
continuità.
Riportiamo, poi, interventi di amici che sono nella nostra Città punti di riferimento per il loro impegno civico e culturale, finalizzati alla difesa del diritto all’acqua, alla promozione dello sport,
alla valorizzazione dei beni archeologici Nolani. Riteniamo corretto riportare anche l’opinione di
due sindaci della nostra area che hanno rivestito un ruolo di segno diverso nelle scelte operate sul
versante della gestione dei rifiuti urbani.
Continua il nostro impegno nel confronto con l’Amministrazione cittadina per ottenere sempre più
ampia trasparenza nella pubblicazione degli atti amministrativi (delibere e determine), solo parzialmente evidenti sul sito comunale nonostante le disposizioni di legge ne impongano la “integrale pubblicazione”, nonché per l’istituzione delle Consulte pubbliche, versante sul quale occorre,
purtroppo, registrare il perdurante silenzio da parte del Sindaco, nonostante le continue sollecitazioni e le tante promesse. Le motivazioni sono difficilmente comprensibili e sarebbe opportuno
manifestarle in pubblico confronto chiarificatore.
Civitas ha dato il suo contributo all’iniziativa del “bilancio comunale partecipativo” insieme ad
altre associazioni che hanno risposto all’invito dell’Amministrazione. Insieme abbiamo manifestato
interesse all’iniziativa e senso civico partecipativo ed abbiamo espresso indicazioni e proposte di
progetti socialmente utili. Siamo ora in attesa di riscontri conclusivi da parte dell’Amministrazione, perché le tante riunioni svolte non si risolvano in una operazione meramente pubblicitaria.
L’iniziativa proposta e portata avanti in ogni caso non è propriamente quella che corrisponde all’idea
che Civitas ha del bilancio partecipativo. Occorrerebbe chiedere, ad esempio, all’Assessore al
ramo di conoscere di quante e quali risorse dispone il Comune, quali sono le uscite necessarie,
quali sono i progetti in corso, quanto è necessario per una buona manutenzione della Città, anche
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per frenare i debiti fuori bilancio, o quanto occorre o si pensa di spendere per l’assistenza. Occorrerebbe in sostanza essere partecipi anche delle scelte, nel rispetto dei ruoli, che determinano
il bilancio. Civitas, malgrado quanto appena riportato, intende questa iniziativa come un primo
passo verso il coinvolgimento dei cittadini nel determinare quello che è il futuro e la qualità della
vita della nostra Città.
Con la diffusione di questo opuscolo intendiamo soprattutto spronare il Sindaco a dare risposta
alla legittima richiesta di tanta gente di ripubblicizzare il servizio idrico, dopo l’esito referendario. Trovare il modo di recuperare il vecchio campo sportivo, restituendolo magari alla originaria
destinazione d’uso. Favorire la convergenza delle realtà associative operanti nei vari settori della
vita sociale, culturale, professionale accettando le diversità come risorsa, senza insofferenze, cercando di cogliere quello che di buono e valido emerge per assumerlo quando è condiviso dai più.
Civitas continua a chiedere a questa Amministrazione, che per certe scelte d’immagine aveva
destato qualche speranza circa il futuro della città, cosa intende fare per avviare un percorso
condiviso con i cittadini per costruire una visione ed un progetto credibile e sostenibile per la
nostra Città.
Certo i tempi sono difficili, mancano le risorse, ma non possiamo ridurci ad un continuo pianto
greco. Soprattutto quando continua lo stillicidio di spese minute, senza un reale controllo e
concrete ricadute.
Occorre saper interpretare ed utilizzare le spinte che vengono dal basso per intraprendere cammini nuovi, con passaggi né demagogici né meramente contabili, per superare le attuali difficoltà
e venir fuori dalle asfittiche logiche attuali che impediscono un’efficace gestione della Città.
Sintomatica, in tal senso, è la problematica dello smaltimento di rifiuti speciali che continuamente riempiono sversatoi ormai noti, anche in punti centrali della Città, e che costringono a spendere diverse centinaia di migliaia di euro all’anno per interventi da parte di ditte specializzate. Si
potrebbe magari, pagare lo straordinario notturno ai vigili in modo da cogliere sul fatto gli abusivi
del fuori tutto, proprio nei momenti di emergenza e crisi, e multare gli inadempienti della raccolta differenziata. Si creerebbe così, anche risparmiando, un deterrente utile a far salire l’indice
della raccolta.
Civitas non esclude, comunque, di affrontare ulteriori problematiche di interesse cittadino, quali
per esempio la gestione dell’Ente Festa e la creazione della Fondazione Festa dei Gigli; chiederà
l’intervento di autorevoli rappresentanti del primo per un proficuo confronto e una responsabile
raccolta di idee e suggerimenti.
L’impegno resta quello di osservare e intervenire, con la sollecita partecipazione dei cittadini più
attenti alle necessità della nostra Città. Solo una partecipazione concreta e responsabile dei cittadini potrà consentire uno sviluppo sociale equo, solidale e, soprattutto, dare un futuro ad una
Città che spesso si ritrova a ragionare sulle glorie passate dimenticando le necessità presenti.
Mimmo Alfano
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l’associazione
CIVITAS NOLA
Civitas cos’è? Realtà autonoma da partiti e movimenti politici, senza scopi di lucro, è
un’aggregazione spontanea di associazioni e di singoli animati dalla volontà di accrescere la
consapevolezza civica e di appartenenza dei cittadini e la partecipazione alla gestione della cosa
pubblica, al fine di perseguire il “bene comune”, inteso come l’insieme delle condizioni sociali
e politiche che rendono possibile lo viluppo della collettività e dei singoli membri di essa con
conseguenti doveri e diritti. Tale prospettiva si intende indicarla ai decisori pubblici, siano essi
politici, dirigenti di amministrazioni o detentori di poteri discrezionali a vario titolo esercitati.
Cosa caratterizza Civitas? La volontà di valorizzazione della città di Nola e dell’hinterland, la
carità nella verità, una mano tesa a chi soffre, la difesa dell’ambiente, l’impegno culturale,
l’apartitismo politico, l’interazzialità, l’aconfessionalità.
Chi aderisce a Civitas? Associazioni presenti sul territorio e singoli cittadini, non portatori di
interessi personali, impegnati a fornire un contributo per la crescita della Città e dell’hinterland.
Piena apertura alle realtà associative delle periferie intese come parte integrante delle Città.
Unica incompatibilità per l’aderente o rappresentante, la titolarità di cariche politico-partitiche
e/o amministrative in corso.
Come è organizzata Civitas? Ha uno statuto proprio che ne definisce gli organi funzionali e l’iter
operativo e che non confligge assolutamente con lo statuto delle associazioni aderenti.
Lo scopo è quello di gestire al meglio le risorse disponibili nel rispetto degli scopi e delle peculiarità
dei singoli partecipanti.
Qual è la sede operativa di Civitas? Attualmente è ospitata presso la struttura della chiesa del
Carmine in Nola, dove periodicamente tiene le sue riunioni, aperte a tutti.
Le iniziative di Civitas
Modifica dello statuto comunale per introdurre l’istituto delle consulte cittadine.
Nell’ottica di avvicinare sempre più i cittadini alla gestione della cosa pubblica e quindi a
“partecipare” e non “delegare”, Civitas ha proposto all’Amministrazione comunale della Città
di modificare lo statuto comunale introducendo le “consulte”. Esse sono costituite da gruppi di
cittadini che si offrono volontariamente per affrontare, studiare e discutere un problema o una
necessità della Città, fornendo agli amministratori comunali un supporto di esperienza e conoscenza
diretta di una particolare esigenza. Sono costituite su richiesta pubblica dell’Amministrazione o
richieste dalla cittadinanza (Associazioni e/o gruppi di cittadini) con un numero stabilito di firme.
La funzione delle consulte è non vincolante per gli amministratori, esse forniscono soltanto pareri
e proposte su specifici argomenti e tematiche.
Ad oggi tale proposta ha iniziato il suo iter istituzionale. La Commissione Affari istituzionali del
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l’associazione
Comune ha approvato da circa un anno la modifica dello statuto comunale che prevede all’art.64
la possibilità di costituire consulte. Purtroppo la bozza del nuovo statuto comunale ancora non è
stata portata in Consiglio Comunale per la sua approvazione. Da quando Civitas ha dato corso a
questo impegno sono trascorsi quasi due anni tra rinvii e inspiegabili silenzi.
È in corso un ennesimo contatto con il Sindaco Biancardi per chiedere spiegazioni ed incalzare
l’Amministrazione a procedere con l’esame in Consiglio comunale.
Dove va la Città? Incontro con il Sindaco di Nola ad un anno dalla sua elezione.
Il 13 gennaio 2011 Civitas ha incontrato il Sindaco Biancardi nel salone di rappresentanza del
tribunale di Nola.
Domande e risposte sull’idea di Città, sul suo sviluppo futuro e sui programmi dell’Amministrazione
comunale. Analisi dei problemi e suggerimenti dagli aderenti a Civitas e da parte dei numerosi
cittadini presenti in sala.
1° Maggio a Nola. Incontri e dibattiti organizzati dalle rappresentanze sindacali presenti sul
territorio.
Il 30 aprile, presso il Municipio di Nola, (per motivi di necessità dovuti alle inclementi condizioni
metereologi) alcuni rappresentanti di Civitas hanno partecipato ai dibattiti organizzati, fornendo
spunti e testimonianze sui temi del lavoro e sviluppo del territorio, l’assistenza sociale e
l’ambiente.
Confronto pubblico su “politiche sociali”
Il 24 maggio 2011, presso l’aula consiliare del Municipio di Nola, Civitas ha incontrato la responsabile
dell’Ufficio del Piano dell’Ambito 11 Area Nolana e l’assessore al ramo de Comune di Nola, per
analizzare e dibattere sulle tematiche assistenziali in atto sul territorio e nel Comune di Nola
in particolare. Hanno fornito il loro contributo conoscitivo esperti del settore e interloquito
numerose associazioni già operanti nel campo specifico. Purtroppo per un difetto di organizzazione
il confronto non è stato esaustivo e produttivo.
L’università a Nola, l’acqua “bene pubblico”, La gestione dei rifiuti nella nostra area,
Il villaggio preistorico.
Temi sentiti e pienamente appoggiati da Civitas. L’associazione ha fornito supporto di idee e
partecipato ad iniziative varie. L’impegno su questi temi non verrà meno in futuro, visto che ad
oggi essi sono ancora attuali e non conclusi.
Bilancio partecipativo.
Su invito dell’Amministrazione comunale di Nola Civitas è pienamente coinvol-ta in questa prova
di “democrazia partecipata”. Dopo una partenza affannosa e non completamente chiara,
che ha richiesto significativi chiarimenti ed aggiustamenti in corso d’opera, Civitas ha presentato
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l’associazione
alcune proposte di intervento su settori della vita cittadina, tesi a migliorarne l’esistente.
Si tratta delle proposte:
•
costituzione di un centro di recupero e/o riutilizzo e/o riclico di indumenti, oggetti, arredi usati,
•
allestimento di un luogo protetto dove dare ospitalità notturna (8 di sera÷7 del mattino) a
persone senzatetto, provvisoriamente solo per la durata dei rigori invernali.
L’iniziativa del bilancio partecipativo è fortemente condizionata dalla situazione economica del
comune di Nola, che è la stessa per tutti i comuni Italiani in questo particolare momento che vive
l’intero Paese. Civitas ha colto l’iniziativa come inizio di un cammino impegnativo e laborioso
dall’esito incerto, viste le difficoltà delle finanze comunali, ciononostante si impegna a seguire
tutto l’iter elaborativo ed approvativo del bilancio di previsione.
Proiezione del film-documentario “Campania infelix” con riflessioni sul degrado ambientale
delle nostre zone e sulla mancata politica di bonifica.
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l’associazione
COMUNICATO STAMPA
CIVITAS
Caritas Parrocchiale e Azione Cattolica Maria SS. del Carmine Nola
F.U.C.I. Nola
Amici del marciapiede
Comitato per la difesa dell’acqua pubblica
Asso Felix
Il pericolo di una nuova discarica nella nostra terra non è ancora scongiurato. Nella sua ultima
riunione l’associazione Civitas della città di Nola esprime tutta la sua preoccupazione per il nuovo
rinvio di un accordo tra provincia e tavolo dei sindaci sulla gestione del ciclo rifiuti in provincia di
Napoli. L’ultima proposta di piano provinciale chiedeva ai sindaci del nolano di approvare l’apertura
di nuove discariche di biostabilizzato nelle cave dismesse. Tali cave sarebbero impropriamente
chiamate invasi, ma in realtà da definire discariche, poiché destinate ad accogliere la frazione
umida prodotta dallo STIR classificata a tutti gli effetti un rifiuto. Tale soluzione non prevedeva
neanche che le cave fossero attrezzate con teli impermeabili e canali per la raccolta del percolato
come ogni discarica.
Civitas esprime tutta la sua solidarietà all’operato dei sindaci del nolano che hanno finora respinto
il tentativo di parte della provincia di penalizzare un territorio che per un verso ha già avviato la
raccolta differenziata, e dell’altro si trova già a gestire innumerevoli criticità ambientali, tra cui
ricordiamo il depuratore non funzionante a Marigliano, i Regi Lagni in cui si sversa di tutto, le cave
tra cui cava Difesa in cui la presenza di solventi in falda è stata definita con sentenza passata in
giudicato, gli sversamenti illegali di rifiuti speciali e pericolosi (tossici) avvenuti in maniera diffusa
e sistematica, le vecchie discariche Paenzano 1 e 2, che ancora inquinano. Infine lo STIR di Tufino,
dedicato alla lavorazione del “tal quale” può essere definito un’ennesima discarica che insiste sul
nostro territorio e che grava sulla nostra salute.
Civitas invita la popolazione tutta a tenere alta l’attenzione sul tale problema e a far sentire la
sua voce nel caso vengano imposte dall’alto discariche o altre soluzioni non abbastanza rispettose
del nostro diritto ad una vita dignitosa ed alla salute nostra e dei nostri figli.
NO A NUOVE DISCARICHE NEL NOLANO
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l’associazione
Lo statuto
TITOLO I
1.
DENOMINAZIONE
È costituita in Nola (NA) l’associazione “CIVITAS” finalizzata a promuovere la cittadinanza attiva.
2.
SEDE
L’Associazione ha sede in NOLA (Napoli), presso la Parrocchia Maria SS. del Carmine, posta in via
G. Leopardi, nell’edificio denominato “Oratorio”.
3.
CARATTERE E SCOPI DELL’ASSOCIAZIONE
L’Associazione, che non ha scopi di lucro, è apartitica, interraziale, aconfessionale e si propone
di:
a)
promuovere e stimolare la partecipazione attiva dei cittadini alla gestione della cosa
pubblica, favorire il buon governo della Città di Nola e del territorio circondario;
b)
prendere attivo interesse al bene civico, culturale, sociale, morale ed economico della
stessa Città e territorio;
c)
incoraggiare iniziative miranti al bene comune, in modo particolare dei giovani, degli
anziani, degli inabili e delle fasce deboli della comunità;
d)
svolgere convegni, mostre e servizi di accertato e rilevante valore sociale, scientifico e
culturale;
4.
DURATA
La durata dell’Associazione è illimitata
TITOLO II - SOCI E ORGANI SOCIALI
5.
SOCI
L’Associazione si compone di Soci suddivisi nelle seguenti Categorie:
•
Soci fondatori
•
Soci ordinari
•
Soci sostenitori
Possono essere Soci tutte le persone e le associazioni ovvero organismi associativi ufficialmente
rappresentati, con sede nel territorio di Nola e comuni limitrofi.
1.
Soci fondatori sono coloro i quali hanno dato origine all’Associazione e sono intervenuti
alla firma dell’Atto costitutivo;
2.
Sono Soci ordinari coloro che con le proprie attività partecipano attivamente alla vita
dell’Associazione; vengono ammessi dall’Assemblea dei Soci;
3.
Sono Soci sostenitori le persone fisiche, le Associazioni, le Scuole, gli Istituti e gli
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l’associazione
Enti in genere che contribuiscono occasionalmente al raggiungimento degli scopi specifici che
l’Associazione si prefigge;
4.
I soci ordinari ed i soci sostenitori sono ammessi previa richiesta accettata a maggioranza
semplice dell’Assemblea.
I soci fondatori ed i soci ordinari godono dell’elettorato attivo e passivo e compongono
l’Assemblea.
Non può essere ammesso a far parte dell’associazione Civitas nessuna persona singola o
rappresentante di Associazione, Gruppo, Comitato od altro consesso aderente, che rivesta incarichi
politici di partito o per conto di partiti e/o incarichi amministrativi in Enti Locali e/o Pubblici a
nome e per conto di partiti o di gruppi politici equivalenti.
La decadenza dalla qualità di Socio avviene, salvo che per dimissioni, morosità o indegnità,
unicamente ed esclusivamente per il mancato rispetto degli obblighi del presente Statuto e del
Regolamento interno, previa delibera dell’assemblea dei soci, che in tal caso decide a maggioranza
dei 2/3 dei componenti.
La decisione dell’Assemblea è inappellabile.
L’indegnità verrà sancita dall’Assemblea.
Le decisioni dell’assemblea vanno adeguatamente motivate.
I Soci eleggono domicilio presso l’Associazione, nella cui sede legale essi prenderanno cognizione
di tutti gli avvisi, delle convocazioni e degli atti inerenti la vita sociale, senza ulteriore avviso,
salvo diversa previsione regolamentare interna all’Associazione.
6.
ASSEMBLEA
L’Assemblea è composta dai soci fondatori e dai soci ordinari.
Ogni Socio ha diritto ad un solo voto. è tassativamente escluso il voto per corrispondenza e/o per
delega.
L’Assemblea nomina il Presidente ed il Vice Presidente.
L’Assemblea è convocata e presieduta dal Presidente dell’Associazione su iniziativa dello stesso
oppure su iniziativa di un decimo dei Soci. Va indetta in prima e seconda convocazione, a distanza
di almeno ventiquattro ore l’una dall’altra.
L’Assemblea ordinaria è valida in prima convocazione con la presenza della metà più uno dei Soci
aventi diritto; in seconda convocazione l’Assemblea sarà valida con la presenza almeno di un terzo
dei Soci aventi diritto.
L’Assemblea si riunisce almeno due volte all’anno per l’approvazione del Conto consuntivo entro il
30 aprile di ogni anno e del Bilancio preventivo entro il 30 novembre di ogni anno.
7.
PRESIDENTE
Il Presidente dell’Associazione è nominato dall’assemblea dei soci, resta in carica per 2 anni ed è
rieleggibile.
Egli ha il compito di presiedere l’Assemblea dei Soci; rappresenta l’Associazione di fronte ai
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l’associazione
terzi e in giudizio; assumendone i poteri nei casi di urgenza, chiedendo allo stesso la ratifica dei
provvedimenti adottati nell’adunanza immediatamente successiva.
In assenza o impossibilità le funzioni del Presidente sono svolte dal Vice presidente.
8.
REGOLAMENTO INTERNO
Mediante apposito regolamento approvato dall’Assemblea dei soci, saranno stabilite le norme per
il funzionamento interno.
9.
SCIOGLIMENTO
Lo scioglimento dell’Associazione non potrà essere effettuato se non dietro deliberazione di
almeno tre quarti dei Soci aventi diritto al voto.
In caso di scioglimento il patrimonio dell’Associazione sarà devoluto ad altre Istituzioni a fini di
pubblica utilità salvo diversa destinazione imposta dalla legge.
10.
NORMA DI RINVIO
Per quanto non espressamente riportato in questo Statuto si fa riferimento al Codice Civile e ad
altre norme di leggi vigenti in materia e alle integrazioni, modificazioni del DLGS n. 450/97, delle
eventuali leggi, decreti o circolari ad esso collegati e sostitutive.
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ambiente
L’attuale drammatica situazione
ambientale dell’area nolana
A cura della Federazione Assocampaniafelix Giugliano-Acerra-Nola
L’Accordo di Programma del 29 luglio 2011per un corretto smaltimento dei rifiuti solidi urbani,siglato
tra i comuni dell’Area Nolana e il Presidente della Provincia di Napoli Luigi Cesaro, contiene un
tranello: la Frazione Umida Tritovagliata (F.U.T.).
Con tale accordo, che apparentemente avrebbe garantito l’autonomia dell’area in materia di
smaltimento e una corretta gestione della raccolta differenziata, i comuni dell’area a Nord di
Napoli e lo stesso capoluogo campano continueranno a non garantire livelli di raccolta differenziata
così come previsti dalle leggi vigenti, sversando nello Stir di Tufino rifiuti tal-quale e altri scarti di
lavorazione industrialee determinando le condizioni di persistenza di un alto impatto ambientale
dell’area, con gravi ripercussioni sull’ormai precaria situazione sanitaria della popolazione
residente.
Nella discarica di Paenzano2 saranno sversate 200mila tonnellate di rifiuti umidi tritovagliati,
mentre l’accordo ‘truffa’ dei sindaci prevedeva la ‘rinaturalizzazionè della discarica e delle cave
circostanti con rifiuti ‘biostabilizzati’. La differenza sta solo nel fatto che i primi emanano ‘cattivo
odorè (i secondi no), ma entrambi contengono quote variabili di metalli pesanti e altre sostanze
pericolose derivate dalla commistione dei rifiuti tal quale con rifiuti industriali speciali, che
passano inosservati. Dopo Paenzano2, a seguire, sarà aperta una seconda discarica a Comiziano e
una di riserva sarà localizzata a Palma Campania. E non c’è nessuna differenza tra una discarica di
tal quale e una di frazione umida tritovagliata in termini di impatto ambientale.
Di contro, la posizione dei sindaci, assai ambigua finora, non ha prodotto alcuna posizione di
difesa delle istanze dei cittadini, bensì solo polemiche sterili finalizzate all’accaparramento di
prebende governative legate ai ristori per i comuni sede di impianti di trattamento dei rifiuti e
altri diatribe di poco conto. Solo tre Sindaci (Visciano, San Vitaliano e Roccarainola) non hanno
firmato l’accordo, dissociandosi completamente dalla posizione dei sindaci firmatari e mostrando
una coerenza apprezzata dalle stesse associazioni ambientaliste che lottano da mesi intorno a
questo tavolo.
È necessaria, a questo punto, una mobilitazione pacifica, ma ferma, dei cittadini, delle associazioni
eco-culturali e delle organizzazioni portatrici di interessi diffusi, che apra la strada ad un confronto
chiaro e definitivo con le istituzioni, per evitare nuovi soprusi e squallide strumentalizzazioni in
merito all’innocuità del piano regionale rifiuti e dell’accordo di programma firmato dai primi
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ambiente
cittadini con la Provincia di Napoli.
La strada maestra è quella delle 4 R: “Riduci” Ricicla” “Riutilizza” “Recupera” e l’obiettivo
finale deve essere‘Rifiuti Zero’, attraverso un processo virtuoso di riduzione a monte dei materiali
di consumo, separazione delle varie frazioni merceologiche, trattamento aerobico della frazione
umida in appositi siti di compostaggio, e recupero dei materiali con produzione di una materia
‘prima-seconda’ utile per l’edilizia.
L’area nolana, già devastata dagli eco-mafiosi a più riprese fin dagli anni ottanta, sede di quattro
discariche per rifiuti mai bonificate, otto cave in due chilometri quadrati e di un depuratore che
non depura, conta un triste primato: l’aumento vertiginoso di incidenza di leucemie e tumori del
fegato che le autorità sanitarie hanno finalmente messo in possibile relazione con l’inquinamento
ambientale legato alle numerose discariche di rifiuti tossici presenti nell’area e agli elevati livelli
di contaminazione registrati negli ovini e in parte della popolazione residente, a seguito di indagini
di bio-monitoraggio compiute negli ultimi anni.
La mobilitazione deve essere massiccia e decisa, ancorchè pacifica, e deve mirare alle bonifiche di
queste discariche al più presto, senza altri ritardi e dannosi ripensamenti. Bonificare si può!Anzi,
si deve! È in gioco la vita dei nostri figli e dei nostri nipoti. È in gioco la nostra dignità di popolo
responsabile, che abbiamo smarrito sotto i colpi dell’indifferenza, della superficialità, della
collusione affaristico-mafiosa, dell’egoismo imperante nella nostra società.
Tutelare l’ambiente per tutelare l’uomo e la sua dignità. Noi possiamo! Noi lo vogliamo!
Gennaro Esposito
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ambiente
Intervista al Prof. Domenico Montanaro
(Sindaco di Visciano)
1) Il 29 luglio 2011 fu siglato tra la maggioranza dei sindaci dell’Area Nolana ed il
Presidente della Provincia di Napoli un accordo per lo smaltimento dei rifiuti solidi. In
base a tale accordo i Comuni di Napoli e limitrofi dell’Area Nord avrebbero continuato
a inviare allo S.T.I.R. di Tufino i rifiuti provenienti dalla loro raccolta indifferenziata.
Lei insieme ai Sindaci di San Vitaliano e Roccarainola non aderì. Per quale motivo?
Per vari motivi. In primo luogo per coerenza rispetto ad un deliberato di tutti i Consigli
Comunali del territorio nolano,che riunitisi in seduta congiunta a Tufino nell’autunno del
2010,deliberarono all’unanimità un “No” motivato ad ogni altro intervento invasivo nel nostro
territorio,già martoriato da selvaggi ed inquinanti insediamenti,che,ancor oggi, costituiscono
grave rischio per la salute.
In special modo si sottolineò interventi che riguardassero le zone da mettere completamente
in sicurezza e “bonificare”(Paenzano). In secondo luogo perché notammo,sin dai primi contatti
con i rappresentanti ad ogni livello dell’Ente Provincia,un approccio di natura gerarchizzante,
metodologicamente e politicamente improprio e penalizzante per le comunità locali,che venivano
chiamate ad indicare allocazione e impiantistica,senza alcuno studio preliminare di fattibilità,in
nome di un’autosufficienza proclamata e non legittimata. Quello che doveva essere il Piano d’Ambito
Provinciale veniva frammentato in sette piccoli piani d’area,che limitavano fortemente il criterio
dell’autonomia e quello della perequazione tra le aree. Chiedemmo lo studio preliminare di piano,una
valutazione ambientale strategica, un preliminare di piano per l’impiantistica,ma la Provincia lo negò.
Chiedemmo la legittimazione della suddivisione in aree ed anche questo ci fu negato. Fu allora
chiaro il disegno ancora una volta prevaricante. Seguì un lungo periodo di confronto inutile e
dannoso tra pochi sindaci“eletti”,i politici e i burocrati provinciali.
Fino a giungere ad una firma da parte di un solo sindaco “multidelegato” di un traballante
“accordo”,che non ha comportato alcun vantaggio e vari danni. Tra questi-per citarne solo
uno-quello dei “flussi impazziti”per il conferimento dei rifiuti allo STIR di Tufino,che,proprio a
seguito dell’ “accordo”,ha penalizzato i comuni dell’Area Nolana e ha continuato a privilegiare il
conferimento dei rifiuti ”tal quale”di Napoli…
Un “accordo”che,alla prova delle prime scadenze di impegno,da parte della Provincia,si è
rivelato“carta straccia”. Per non parlare dei contenuti. Nessuna tempistica,nessuna risorsa
a sostegno,nessun impegno delle parti per l’allocazione dell’impiantistica. Ma la riapertura di
Paenzano 2 e l’assenza nell’accordo di altri interventi che -come i fatti hanno dimostrato- la
Provincia si è ben guardata dal mettere sul tavolo. Anche sull’utilizzo di rifiuto “biostabilizzato”
nelle cave i fatti hanno dimostrato-anche in altre aree territoriali dove sono stati firmati accordiche le nostre perplessità non erano campate in aria.
2) A distanza di pochi mesi, quell’accordo non ha più valore, se mai fosse stato utile e
vantaggioso per la nostra Area. Cosa pensa di questo cambio di scena?
Lo scenario era già cambiato “in corso d’opera”con il subentro della Regione e la nomina del
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ambiente
Commissario alle discariche,cosa che avrebbe dovuto far riflettere e consentire un “ripensamento”in
termini strutturali e funzionali dell’accordo. Invece il Tavolo poi Coordinamento,poi di nuovo
Coordinamento dei “sindaci firmatari”,senza alcuna legittimazione di base ed eludendo il confronto
con i portatori di interesse, ha continuato nella titanica impresa,partorendo il classico topolino.
Come si fa a pensare di essere depositari della volontà di un territorio senza un minimo di
consenso? E senza che quell’”accordo” sia stato mai approvato dai Consigli Comunali,né
dal Consiglio Provinciale competenti in materia? E senza un minimo recepimento nel Piano
Regionale,che si muove in tutt’altra direzione? Ora invece di una sana autocritica,che sarebbe
servita a rifondare il ed a ricompattare il fronte sindaci/movimenti di base/associazioni per
la difesa dell’ambiente,si minacciano le vie giurisdizionali,si ricostituisce il coordinamento,si
invocano soluzioni addirittura dal “commissario alle discariche”.Operazioni che burocratizzano una
vicenda che andava governata sul piano esclusivo della politica,nel segno del diritto alla salute.
Che terribile confusione sono stati capaci di organizzare!
3) Quale prospettiva vede come primo cittadino di una Comunità già segnata
dall’esperienza di anni di sversamenti in discariche alle porte di casa ed ancora una volta
direttamente colpita dai recenti probabili provvedimenti in vista?
Abbiamo più volte suggerito la strada del buonsenso e del confronto democratico. Una
buona progettualità parte da una corretta e chiara identificazione dei problemi da risolvere. Che
devono,dunque, essere fatti propri da quelli che hanno un genuino interesse a risolverli perché
ne subiscono quotidianamente le conseguenze. Ho l’impressione che alcuni hanno discusso
e continuano a farlo,volendo apparire decisori e protagonisti a tutti i costi. Altri si affidanomagari candidamente- a “cattivi consiglieri” o delegano -magari sottovalutandosi-altri. Il nostro
territorio vive ancora sotto la “cappa pestifera” di una politica politicante in cui si accentua
sempre più uno strano “spaesamento” rispetto alle autonomie locali, ai problemi ed alle
soluzioni da intraprendere. Eppure si tratta di salvaguardare la salute nostra e dei nostri figli…
Polveri sottili e inquinamento del suolo sembrano fenomeni lontani da noi,mentre li abbiamo
quotidianamente sotto gli occhi. Credo che i sindaci abbiano una responsabilità primaria nel
creare nuove prospettive di difesa e di tutela dell’ambiente. E che abbiano il dovere di intervenire
rigorosamente,a partire dal“vicino”. Senza il governo autonomo e responsabile del territorio non
si va da nessuna parte. Gli interventi che si annunciano rischiano di appiattire l’orizzonte e di
oscurare la prospettiva se non si comprendono queste essenziali esigenze.
4) Quali le iniziative da mettere in campo per recuperare i Sindaci firmatari dello
accordo di luglio 2011 ad una maggiore vigilanza ambientale democratica ed attiva? Credo nella responsabilità e nell’autonomia decisionale di ciascun sindaco, soprattutto
quando si esprime nella sua funzione istituzionale di autorità sanitaria locale. Non credo,quindi,
ci sia bisogno di mettere in campo iniziative per recuperare inerzie.
La vigilanza ambientale,però,dovrebbe essere “pane quotidiano”non solo per tutti i sindaci,ma
per tutti i cittadini che, in una democrazia compiuta, dovrebbero valorizzare al meglio il principio
attivo del “ controllo sociale”. A ciascuno quindi tocca una parte di responsabilità.
Dovremmo fare uno sforzo per esercitarla tutta e tutti.
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ambiente
Intervista alL’AVV. Andrea manzi
(Sindaco di casamarciano)
1) Il 29 luglio 2011 fu siglato tra la maggioranza dei sindaci dell’Area Nolana ed il
Presidente della Provincia di Napoli un accordo per lo smaltimento dei rifiuti solidi. In base a
tale accordo i Comuni di Napoli e limitrofi dell’Area Nord avrebbero continuato a inviare allo
S.T.I.R. di Tufino i rifiuti provenienti dalla loro raccolta indifferenziata.
È ancora attuale quell’accordo e perché?
Credo sia utile fare alcune necessarie precisazioni. Lo Stir di Tufino è un impianto
provinciale e viene gestito attraverso una società anch’essa della provincia di Napoli la SAPNA ;
la legislazione vigente (provinciale) prevede il trattamento dei rifiuti entro l’ambito provinciale
e cioè ogni provincia si occupa e si preoccupa dei suoi rifiuti. Quello sottoscritto con la provincia
di Napoli e la regione Campania è un accordo di programma ex art. 34 Dlg 267/00 con obblighi
e diritti tra le parti. Con il nostro accordo di programma a legislazione, purtroppo, invariata
(la legge provinciale) i comuni dell’area nolana hanno inteso raccogliere la sfida della gestione
autonoma dei rifiuti e pertanto ogni ambito omogeneo ( sei quelli definiti dalla provincia ) deve
occuparsi dei rifiuti prodotti e del loro trattamento dall’inizio alla fine. L’accordo prevede tra
l’altro (art. 5, comma 6) che la Regione Campania, la Provincia di Napoli e la SAPNA si impegnano,
ognuna per le rispettive competenze, anche sollecitando il Ministero dell’Ambiente, a porre in
essere gli strumenti per l’effettivo aumento della percentuale di raccolta differenziata per tutti
i comuni che conferiscono allo STIR di Tufino, inibendo il conferimento per quei Comuni che non
ottemperano nei termini prefettizi (6 mesi dalla data di diffida) il raggiungimento dei limiti
previsti dalla norma.
Con nota del 02-02-2012 il coordinamento dei sindaci per l’emergenza ambientale ha diffidato
provincia e regione ad ottemperare a quanto in esso previsto inibendo ad horas il conferimento
allo Stir del tal quale proveniente da Napoli. La Provincia di Napoli con nota del 07-02-2012 ha
richiamato tutte le istituzioni firmatarie dell’accordo di programma al rispetto dei patti in esso
previsto, convocando tutti (compreso il coordinamento dell’aria nolana) ad una riunione operativa
per il 13-02-2012 tesa ,appunto, a condividere le attività da porre in essere per rispettare l’accordo
di programma. Senza di esso, a nostro parere non avremmo una difesa seria del nostro territorio.
Certo occorre farlo rispettare con ogni mezzo essendo consapevoli che le istituzioni superiori,
ed in special modo la Regione Campania , è in seria difficoltà nel recepirlo compiutamente ; ma
questo non ci induce a desistere anzi siamo attenti a rilanciare e a portare lo scontro in ogni sede
e con ogni strumento.
2) Alcuni Sindaci non aderirono all’accordo del 29 luglio 2011. Furono giusti i motivi del
dissenso anche alla luce del fatto che a distanza di pochi mesi quell’accordo pare non avere
più valore. E cosa pensa di questo cambio di scena?
18
ambiente
Ho grande rispetto della posizione dei sindaci dissidenti e credo che le loro battaglie
di principio siano più che legittime. L’obbiettivo di tutti è la difesa del nostro territorio offeso
pesantemente nel passato da scelte politiche sbagliate. Gli amministratori di questo territorio, pur
in assenza di una legislazione che non garantisce dal punto di vista paesaggistico ed ambientale
il nostro territorio, sono stati chiamati a confrontarsi con questa dura realtà e non potevano
permettersi -alla luce di quanto sopradetto ed in forza di una legge sulla gestione dei rifiuti
provinciale ed una dello Stato (n. 1/2011) che tra l’altro prevede il rifiuto biostabilizzato, benchè
considerato da provvedimenti europei pericoloso ed utilizzato come prodotto di ricomposizone
ambientale- di non fare una scelta, di non decidere, di relegare il tutto alla pura e dura protesta
di quanto accaduto .
Abbiamo deciso la strada del confronto così come si deve fare tra istituzioni ed abbiamo accettato
la sfida dell’autonomia nella gestione dei solo nostri rifiuti. Chi arriva allo Stir di Tufino deve fare
la raccolta differenziata, la quantità dei rifiuti prodotti e biostabilizzati non provenienti dall’area
nolana devono andare altrove. Noi conferiremo nei nostri territori solo il rifiuto biostabilizzato
da noi prodotto. È una scelta, a nostro modo di vedere, seria e responsabile, dico equilibrata
e moderna, per essere così “padroni” del nostro destino. L’accordo di programma prevede il
potenziamento della raccolta differenziata ed è evidente che quanto più alta sarà meglio sarà in
termini di qualità il prodotto biostabilizzato. La cosa indigeribile è che Napoli e l’area Nord non
fa la raccolta differenziata e non è in grado di farla; ciò non di meno utilizza i nostri impianti .
Questa è una cosa seria? Ambientalisti sulle spalle degli altri. Noi ci opponiamo anche a questo.
Dividersi su chi meglio difende il territorio, stilare classifiche o arrivare a denigrare chi ha fatto
scelte secondo scienza e coscienza, dando voce a chi sa solo protestare e ci definisce addirittura
“indegni “ rappresentanti del territorio, non credo sia stata una scelta saggia, responsabile e
lungimirante veramente a difesa del territorio. Il coordinamento dei sindaci dell’area nolana per
l’emergenza ambientale è stato voluto da tutti proprio per superare l’ostacolo formale dell’accordo
di programma che non consente di deliberare ai non firmatari. Su quel tavolo ci si può confrontare e
trovare con un pizzico di buon senso tra tutti quella unità di azione indispensabile per fronteggiare
una offensiva ambientale tutt’altro che finita. La sua diserzione costituisce la volontà conclamata
di perseguire una scelta unicamente movimentista che, se pur legittima, per le esperienze vissute
che non hanno portato il benchè minimo risultato, non la riteniamo esaustiva e risolutiva di una
problematica così rilevante. Una battaglia di questo genere la si vince uniti e con tutte le armi a
disposizione, nessuna esclusa, in primis quella della legalità e del rispetto dei patti istituzionali
garantiti questa volta da uno strumento, l’accordo di programma, legislativamente garantista tra
le parti.
3) Quale prospettiva vede come primo cittadino di una Comunità già segnata
dall’esperienza di anni di sversamenti in discariche alle porte di casa ed ancora una volta
direttamente colpita dai recenti probabili provvedimenti in vista?
Nessuna discarica sarà aperta sul mio territorio nè in quello circostanti. L’accordo di programma
è la nostra bibbia e siamo sicuri di riuscirlo a farlo rispettare, lo dimostra la nota della provincia di
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ambiente
Napoli inviataci dopo la nostra diffida del 02-02-2012, con la quale ha richiamato tutte le istituzioni
al rispetto dell’accordo di programma ed ha bloccato il progetto di ricomposizione ambientale
previsto su Paenzano 2 perchè non corrispondente, appunto, all’accordo di programma. Nella stessa
nota la Provincia invita la Regione e lo stesso commissario Vardè a rivedere il piano regionale con
la eliminazione della cava di Comiziano, non previsto dall’accordo di programma, e a sua volta il
commissario ha chiesto lumi alla regione. La partita si gioca lì ora e noi siamo pronti a dare battaglia,
come dicevo prima, in ogni sede e con qualunque strumento legittimo, ripeto, nessuno escluso.
4) Quali le iniziative da mettere in campo per recuperare una comunità di intenti fra i
Sindaci dell’area nolana e garantire una maggiore vigilanza ambientale democratica ed attiva?
Ho già risposto nel merito al punto 2. Il coordinamento dei sindaci per l’emergenza
ambientale è stato pensato proprio per fare tutto questo . Un utile strumento di confronto teso a
superare le difficoltà formalistiche dell’accordo di programma e consentire di sviluppare un’unità
di intenti su tutte le problematiche ambientali, in specie sulla questione rifiuti, a partire da un
programma di potenziamento unitario della raccolta differenziata, nonchè a sviluppare percorsi
condivisi a tutela del territorio. Purtroppo, mi sia consentito, leggo e vedo troppe posizioni
delegittimanti qualunque tentativo teso a riportare il confronto su piani istituzionali, testimoniando
così una volontà, politicamente e partiticamente, preconcetta. Nulla di più sbagliato su questi
temi. Si bolla tutto come inutile. L’unica proposta alternativa è sempre e comunque una sola
,“la protesta”. L’accordo di programma prevede due organismi uno di controllo sull’attuazione
dell’accordo e l’altro sulla vigilanza del rifiuto trattato. Questo secondo organismo è aperto anche
alle associazioni ambientaliste e a quelle del sociale. La nostra parte l’abbiamo fatta. Ora dipende
dalla Provincia di Napoli completare gli organismi, già diffidata in tal senso. La partecipazione
attiva della società civile ed il controllo democratico è nostro comune sentire e non ci siamo mai
sottratti ad esso. Altra cosa è aver la pretesa sempre e comunque di essere nel giusto e che gli
altri, nel migliore dei casi non capiscono nulla; nel peggiore sono “indegni” rappresentanti del
territorio.
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sport
Lo sport a nola
Risorsa o problema?
1.
Premessa
“Mens sana in corpore sano” dicevano i latini. E proprio sul concetto di un pensiero florido in un
fisico preparato, si è radicata la cultura italiana e quella europea. Un valore propagatosi poi in
tutto il mondo dove le diversità, incontrandosi e scoprendosi vicendevolmente, hanno creato le
discipline sportive così come le intendiamo ai giorni nostri, con tutte le proprie sfaccettature e
peculiarità. Una considerazione di universalità forse banale o se volete semplicemente un filino
retorica però necessaria per gettare le basi di un discorso inerente il momento attraversato dallo
sport nolano senza confondere il concetto di risultato con quello di attività.
2.
Un messaggio universale
Non esiste al mondo un attività di umana concezione più universale, coinvolgente ed entusiasmante
di quella sportiva. Dallo sport di squadra all’ individuale, da quello invernale a quello acquatico,
il linguaggio dello sport al pari di quello matematico unisce i popoli ed insegna ai più giovani ad
apprezzare e non a diffidare della diversità. Un messaggio di enorme portata con il quale è possibile
educare le nuove generazioni con valori di sano e reciproco rispetto facilmente applicabili nella
vita di tutti i giorni:
•
•
•
•
•
Rispetto
Rispetto
Rispetto
Rispetto
Rispetto
dell’avversario
delle regole
del proprio corpo
delle proprie radici e fierezza di appartenenza
della natura
3.
Il caso nolano
Nella città di Nola operano ben 12 associazioni sportive. Di queste, 4 si occupano di Calcio (Nuvla
San Felice, Real Nola, Sporting Nola e Sportland), 2 di Volley (Nola Città dei Gigli a.s.d. e Nola
Volley 1968), 3 di basket (Cap Nola, a.s.d. Vincenzo Parziale Pallacanestro Nola e New Nola Basket),
1 di Arti Marziali e Boxe (Palestra Russo), 1 di Tennis (Tennis Club Lello De Mita) ed 1 di Calcio
a 5 femminile (Progetto Nola). Una vasta scelta che permette a circa 1000 nolani (dai 4 anni in
poi) di praticare uno degli sport sopraelencati potendo usufruire di attrezzature professionali e
dell’avallo di tecnici altamente qualificati.
•
Lo sport come strumento sociale
Molto spesso si incappa nell’errore di relegare le esigenze del mondo dello sport all’ultimo posto
di un’ipotetica lista di priorità riguardanti la nostra città. Questa considerazione fallace non tiene
dunque presente dell’enorme guadagno “sociale” che l’associazionismo sportivo garantisce alla
21
sport
città di Nola. Grazie ai grandi sforzi promossi dalla associazioni sportive nolane tantissimi giovani
possono infatti trovare nel volley, nel calcio, nel basket, nel tennis e nelle arti marziali, il proprio
percorso di crescita umano e fisico permettendo alla pubblica istituzione di risparmiare ingenti
somme di denaro che altrimenti si dovrebbero obbligatoriamente investire nel cosiddetto ambito
del sociale. E se solo parte di questo risparmio fosse investito nella creazione di nuove strutture
sportive, ecco che tutta la città potrebbe ricavarne diversi vantaggi.
•
Deficit di strutture
Ma se la passione e la volontà della città di Nola ha spinto queste associazioni ad esplorare sempre
nuovi scenari ed a mettersi in gioco cercando di coinvolgere in maniera via via crescente istituzioni
ed imprenditori, il grosso problema con cui lo sport nolano deve fare i conti riguarda la cronica
carenza di strutture sportive adeguate. Da anni infatti si ripete in tarda estate-inizio autunno, una
stucchevole “guerra tra poveri” per dividere in maniera sempre maggiore i pochi spazi disponibili
nelle varie strutture scolastiche comunali (scuole medie) e provinciali (istituti superiori). Un
disagio pesante al quale l’amministrazione comunale ha promesso di porre rimedio impegnandosi
con proposte concrete volte al reale potenziamento delle infrastrutture sportive cittadine.
Basta pensare che una città dell’importanza e grandezza come quella di Nola non dispone di
una piscina comunale (a Liveri c’è!!!!!!) e di campi polivalenti (Tennis-Calcetto-Basket-Volley)
pubblici. Un deficit suggellato dall’immagine surreale del vecchio Stadio Comunale di Nola. Una
struttura sostanzialmente perfetta per le esigenze sportive nolane che, in maniera del tutto
scellerata è stata scelta come sede di edificazione del mai completato Museo della Cartapesta. Un
pugno nell’occhio costato all’amministrazione comunale oltre ad un evidente danno paesaggistico
anche uno cospicuo in termini economici. Infatti oltre ad aver rovinato per sempre una struttura
sportiva che necessitava di pochi ritocchi, si è reso necessario un esborso di euro enorme per
rendere fruibile alle società di calcio nolane, lo Sporting Club sito in via seminario. Una struttura
dal potenziale enorme che però per ubicazione e dimensioni non potrà mai sostituirsi al vecchio
Comunale. E se una delle tre società nolane dovesse approdare in una serie professionistica?
Bisognerebbe costruire un altro stadio con un nuovo pesante esborso economico.
•
I problemi degli “sport minori”
Come per il calcio anche i cosiddetti “sport minori” sono costretti a fare i conti con la carenza di
strutture sportive adeguate. Per sport come il volley, il basket, il calcio a 5 e le arti marziali, le
palestre di Scuole Medie e Superiori rappresentano, con tutti i loro limiti e inefficienze, le uniche
case a disposizione di chi intende promuovere la propria attività sportiva.
A tal proposito bisogna però tener presente che la fascia oraria a disposizione delle attività
extrascolastiche con il passare degli anni si è andata sempre più restringendo (18-22). Un problema
che di fatto mette a serio rischio, nonostante la disponibilità di presidi ed amministrazione
comunale, un normale svolgimento delle attività. Basta pensare che quello che da tutti viene
erroneamente definito quale Palasport di Nola ma che in realtà è solo una Palestra della Scuola
Media Giovanni Merliano di Nola, è utilizzato da ben 5 associazioni sportive che, tra gare ufficiali
22
sport
ed attività scolastica, possono utilizzare l’unico vero impianto sportivo soddisfacente di Nola
praticamente con il contagocce.
•
Cosa si rischia di perdere
Le associazioni in generale e quelle sportive in particolare garantiscono alla città di Nola
un’iniezione vitale in ambito sociale ed economico perché oltre ad essere una preziosa fucina di
talenti sportivi e dirigenziali permette all’amministrazione comunale di risparmiare ingenti somme
di denaro altrimenti investite in assistenti sociali. Qualora vi fosse una maggiore disponibilità
di infrastrutture gli amministratori bruniani potrebbero rivolgersi alle associazioni sportive del
territorio per operare in maniera congiunta nel recupero di ragazzi in difficoltà per promuovere lo
sport agonistico nelle scuole e per gestire in maniera oculata ed efficiente le varie strutture.
•
Un esempio da seguire
La vitalità delle associazioni sportive nolane è ben rappresentato dalla società di volley femminile
Nola Città dei Gigli a.s.d.. Progetto giovane e lungimirante, basi economiche solide ed un impegno
nel sociale mai visto prima, sono i punti forti con cui il Nola Città dei Gigli a.s.d. sta ottenendo
sempre più consensi a livello locale. Nata solo 5 anni fa, la creatura cara alla Presidentessa Elvezia
Chiacchiaro ha anche pagato di tasca propria la ristrutturazione dei fatiscenti locali (palestre)
della S.M.S. Giordano Bruno, a cui è stata restituita dignità e vivibilità con degli urgenti lavori
di manutenzione che le provate casse scolastiche non erano in grado di sostenere. Uno sforzo
importante che ha raccolto il giusto plauso dell’amministrazione comunale che ha intravisto in
questo primo sforzo l’avvio di una nuova collaborazione fra pubblico e privato per rendere migliore
la città di Nola.
Ma la voglia di portare il volley femminile in tutte le scuole del circondario ha spinto la dirigenza
del Nola Città dei Gigli a.s.d. a promuovere il gioco della pallavolo nelle scuole medie di Piazzolla
e Polvica con corsi totalmente gratuiti ed in orario scolastico (d’accordo con i rispettivi dirigenti
scolastici) che hanno coinvolto un numero sempre maggiore di bambine tra gli 11 ed i 13 anni.
L’onda lunga propagata dal deflagrante progetto pallavolistico tutto made in Nola, ha portato
nell’orbita del Nola Città dei Gigli a.s.d. importanti partner commerciali oltre ad un crescente
consenso popolare sfociato in un tifo sano e divertente che da oramai due anni anima i sabato
pomeriggio al PalaMerliano.
•
Conclusioni
Lo sport non è un problema ma una risorsa. Investire nello sport arricchirebbe la nostra città rendendola
un posto migliore per i giovani e gli adulti. Puntare sulle associazioni che da anni si battono per
migliorare, difendere e valorizzare il nostro territorio deve essere la priorità degli amministratori locali.
Nicola Alfano
23
sport
il calcio a nola
Partiamo dal principio, estate 2011, con l’appoggio dell’Amministrazione comunale la Nola calcistica rinasce con la venuta di Giuseppe Giugliano, imprenditore di Castallammare di Stabia.
Iniziano mesi di ricerca di fondi e sponsor per affrontare il campionato di Serie D che parte alla
grande per poi avere una piccola flessione di risultati. Il Nola, grazie all’abilità di gente esperta come gli uomini di Giugliano tra i quali spicca il D.G. Gennaro Iezzo, ex portiere del Napoli,
riesce a portare a termini acquisti importanti, migliorare la Rosa e risalire la classifica partendo
dall’ultimo posto fino ad arrivare sul gradino più basso del podio. Attualmente il Nola viaggia a
ridosso della zona play-off, insomma un progetto serio che, a detta di patron Giugliano, dovrebbe
portare i bianconeri in due anni a lottare per arrivare in lega Pro, la vecchia serie C. Questa è la
brevissima storia sportiva della squadra della nostra città, parallelamente cominciano a nascere
problemi tra Società e Amministrazione comunale. L’imprenditore stabiese denuncia l’assoluta
assenza degli Amministratori locali, nello specifico Giugliano contesta di non aver ricevuto l’appoggio economico che ad inizio stagione gli era stato promesso. Per la precisione c’è da dire che
finora il Comune di Nola secondo le dichiarazioni di Giugliano sarebbe deficitario di circa 80.000
€ dopo comunque aver versato alcune centinaia di migliaia di euro nel corso della stagione. Questi soldi, in realtà, non devono essere stanziati direttamente dal Comune, ma sarebbero dovuti
arrivare da uno sponsor per i quale il Sindaco in prima persona si è fatto garante. Inizia un vero è
proprio scontro a suon di articoli sui giornali locali. La prima minaccia di abbandono da parte di
Giugliano arriva a dicembre, sempre per una questione di mancato arrivo di fondi. La questione si
risolse subito grazie all’intervento del Sindaco. Poche settimane di tregua, durante le quali il Nola
prosegue in maniera fantastica il campionato, poi la seconda rottura. Il presidente invita Rai sport
a trasmettere la partita tra Nola e Messina la quale accetta vista anche la storia gloriosa delle due
società, ma per permettere la trasmissione del match c’è bisogno di installare una struttura dal
costo di circa 3000€ nell’impianto Sporting Club, l’Amministrazione non se la sente di sostenere
una spesa del genere. Proprio lo Sporting Club, impianto sportivo che ospita le partite del Nola,
è ulteriore oggetto di divisione tra Società, amministrazione e tifosi. Il programma elettorale
dell’ Avv. Biancardi comprendeva la costruzione entro dicembre 2011 di uno stadio, promesse che
hanno attirato i voti degli Ultras Nolani i quali poi delusi dalla ennesima promessa non mantenuta
hanno cominciato una protesta contro l’Aministrazione. Giovedì 9 Febbraio l’Associazione “Nolani” ha organizzato una manifestazione pubblica nella Sala Consiliare del Comune di Nola che ha
messo a confronto gli stessi e il Sindaco accompagnato dagli Assessori competenti in materia, per
la precisione erano presenti gli Assessori Roberto De Luca per l’Urbanistica, Luciano Parisi per la
delega allo Sport, i Consiglieri Pasquale Petillo e Francesco Nappi. Un incontro costruttivo fatto
di domande e risposte, senza giri di parole. I ragazzi dell’Associazione rivendicavano il rispetto
della promessa fatta e la realizzazione di un nuovo impianto sportivo per la città di Nola, un passo
fondamentale per poter rivivere i fasti della serie C, palcoscenico che una squadra con la storia
24
sport
calcistica del Nola merita. Alla presenza di circa un centinaio di persone l’Amministrazione ha
risposto in maniera chiara, atteggiamento apprezzato da tutti, affermando che non ci sono le
condizioni economiche per affrontare un investimento importante come quello che comporta la
realizzazione di uno stadio. Il Sindaco ha inoltre informato dell’esistenza di un progetto per la realizzazione di una cittadella dello sport presentato in Regione e la possibilità di un finanziamento
da parte della stessa di circa 800.000€ per impianti sportivi. Riguardo il primo argomento la crisi
che ha investito anche l’Amministrazione campana ha fatto si che il progetto venisse al momento
accantonato, per quanto riguarda il finanziamento ci sono ottime possibilità di riceverlo, ma i
tempi ovviamente sono abbastanza lunghi, di concreto e reale il Comune ha messo a disposizione
200.000€ per l’adeguamento dello Sporting club, con i lavori che dovrebbero partire a giugno.
L’incontro si è concluso con la proposta da parte del Sindaco di costituire un tavolo al quale vengono invitati anche i tifosi per collaborare alla ristrutturazione del campo. Il giorno dopo sulle
pagine di un noto sito sportivo campano il presidente Giugliano fa sapere che, viste le continue
promesse non mantenute da parte dell’Amministrazione Biancardi, sarebbe pronto a lasciare Nola
e cercare un altro Comune dove poter portare il suo progetto, una uscita tutt’altro che felice, che
provoca rabbia tra i tifosi nolani intenzionati comunque a proseguire nella loro iniziativa ponendo
al primo posto la crescita della città che con un impianto sportivo adeguato riuscirebbe ad offrire
non solo una struttura adatta per tornare sulla scena professionistica del calcio italiano ma anche
possibilità di svago per tutti gli sportivi nolani per far crescere quella cultura sportiva che porta
con se valori importanti. Il tavolo promesso dal Sindaco Biancardi si svolge martedì 14 febbraio,
il sogno dei tifosi di avere uno stadio per la propria città però resta tale, ma i lavori allo Sporting
si faranno, si giunge ad una intesa, la tribuna centrale verrà rialzata di circa dodici metri con un
ampliamento della capienza totale dello stadio, verrà adeguato il settore ospiti e la tribuna stampa, inoltre, i supporters hanno sollecitato il Sindaco per la costruzione di un terza settore. Nel
frattempo Giugliano, sempre più deluso dall’Amministrazione, annuncia il suo più che probabile
ritiro a fine stagione qualora venisse a mancare nuovamente l’appoggio dell’Amministrazione. La
situazione come letto è molto complessa, il futuro del Nola calcio ancora una volta non si prevede
roseo, ma la questione Stadio va oltre la futura permanenza della gestione Giugliano, lo slogan dei
tifosi è “Nola merita lo Stadio” proprio ad intendere che l’impianto sportivo sarà, qualora venisse
costruito, una risorsa per la città.
Vittorio Caracciolo
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cittadinanza attiva
QUESTIONE UNIVERSITÀ PARTHENOPE
L’università Parthenope facoltà di Giurisprudenza di Nola è oramai un ricordo.
La facoltà, nata a Nola nel 2001, contava circa 7000 studenti, con una media di 1000 iscritti l’anno
e raccoglieva studenti provenienti da tutto l’agro nolano e dalle zone vesuviane.
Di questa facoltà oggi non rimane che uno “sportello informativo” e il solo biennio di
Giurisprudenza.
Lo spostamento, da Nola a Napoli, della facoltà è stato causato, almeno stando a quanto ufficialmente
dichiarato dal Preside Alvino e dal Rettore Quintanto, dalla riforma Gelmini che elimina le sedi
distaccate e dall’impossibilità, per motivi di ordine economico, di mantenere la struttura nolana.
Di certo la scelta di spostare la facoltà a Napoli non è risultata vincente, sono infatti poche
centinaia gli iscritti al nuovo anno. Ma questo dato è fisiologico, chi deve iscriversi ad una facoltà
di giurisprudenza e deve andare a Napoli preferisce, ovviamente, di gran lunga la Federico II
rispetto alla Parthenope. Le motivazioni che portano gli studenti a questa scelta, fermo restando
lo stesso tasso qualitativo dell’offerta didattica, sono:
-
la logistica, infatti la facoltà di giurisprudenza della parthenope è situata presso Monte di
Dio mentre la facoltà di giurisprudenza della Federico II si trova presso corso Umberto I, molto più
facile da raggiungere.
-
Il prestigio storico della facoltà di giurisprudenza della Federico II rispetto a quella della
Parthenope. Questo è sicuramente un parametro di scelta che gli studenti tengono in forte
considerazione.
Ciò che rendeva vincente la facoltà di giurisprudenza della Parthenope era proprio il fatto che
si trovasse a Nola. Infatti gli iscritti, provenienti per la maggior parte dall’agro nolano e zone
vesuviane, avevano preferito la facoltà bruniana proprio per la facilità di raggiungimento della
sede e per la sua dislocazione in una città meno caotica rispetto a Napoli.
Con ogni probabilità quindi, visto il trend degli iscritti, nel giro di pochi anni la facoltà di
giurisprudenza della Parthenope è destinata a chiudere. O forse no.
Resta infatti, nella città bruniana, sempre il “punto di ascolto” e il biennio dove, in tempo di
vacche magre, la Parthenope potrà venire a reperire studenti.
Vincenzo De Feo (FUCI Nola)
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cittadinanza attiva
Nola acqua pubblica
La GORI ha inviato nuovamente Raccomandate ai cittadini nolani disobbedienti della bolletta con
le solite minacce di distacco acqua e via discorrendo. Non è la prima e non sarà l’ultima.
è un ricatto vergognoso che richiede una risposta proporzionata ed urgente.
La domanda che più frequentemente i cittadini ci rivolgono è la seguente: ma allora che l’hamme
vinte a ffà ‘stu referendum? (tradotto significa: a cosa è servito vincere i referendum?). Ed hanno
ragione. La GORI sta ancora imperversando nel territorio dell’ATO3 Sarnese vesuviano (1,5 milioni
di abitanti, 500 mila utenze, 65 comuni della provincia di Napoli,11 della provincia di Salerno),
sostenuta dall’Ente d’Ambito, abolito alla data del 31 dicembre 2011 ma poi prorogato non si sa
perché. Sostenuta ancor di più da una quarantina di sindaci, tra cui quello di Nola, che male hanno
digerito l’inattesa vittoria dei referendum.
Soffermandoci sui quattro esiti referendari si osserva che il “legittimo impedimento” non è stato
più invocato da chi l’aveva voluto, di energia nucleare nessuno più ne parla ma dell’Acqua tutti
ancora se ne approfittano, nel senso che non intendono assolutamente rispettare il voto degli
Italiani e perpetuano gestioni colabrodo ed inefficienti, come quella della GORI.
Tanto per chiarirci le idee: la GORI ha un debito verso la Regione Campania di circa 150 milioni di
euro per acqua comprata e NON PAGATA, deve restituire 20 milioni di euro agli utenti per mancata
depurazione, ha debiti verso Comuni per rate di mutuo per altri 20 milioni di euro.
L’ATO3 Campania, che è quello che ci interessa da vicino, è un esempio di offesa programmata
verso i cittadini: il 2 agosto i sindaci hanno perfino deliberato l’aumento delle tariffe e sappiamo
tutti che i voti determinanti sono stati quelli di Castellammare di Stabia, Nola, Pomigliano d’Arco,
Portici, Scafati e Torre del Greco nonché della Provincia di Napoli del presidente Cesaro, un
esito scontato a cui ha contribuito anche l’assenza di tanti altri Comuni.
Le motivazioni addotte dai sindaci e dai figuri dell’Ente d’Ambito, tutti ex politici riciclati, non ci
hanno mai convinto, anzi fortemente indignato perché il nostro voto deve essere rispettato.
Tuttavia, sotto la spinta dei Comitati e di Amministrazioni contrarie al mantenimento in essere
della GORI, qualcosa è iniziato a cambiare, guardando con attenzione a quanto ha fatto in breve
tempo il Comune di Napoli, liquidando l’ARIN SpA e istituendo ABC-Acqua Bene Comune- azienda
municipalizzata. Operazione complessa, tuttora in corso, ma che costituisce il caposaldo della
nostra vittoria popolare e l’obiettivo al quale tendiamo con sempre maggiore insistenza perché la
vittoria del 12 e 13 giugno ha ribaltato le posizioni in campo: ora siamo tutti noi cittadini dalla
parte della LEGGE e difendiamo, pertanto, i nostri diritti.
Fuorilegge sono coloro che ostacolano la pubblicizzazione del servizio idrico.
La prova provata è la tattica attendista attuata dall’Ente d’Ambito e dai Comuni pro GORI, tra
cui il nostro, che effettivamente ha ottenuto il risultato di portare un certo scompiglio nella
cittadinanza e negli stessi Comitati. Alcuni attivisti, pochissimi in verità, si sono arresi, molti
utenti sono stati “consigliati” di non seguire più i Comitati, i referenti locali sono stati calunniati
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cittadinanza attiva
ed offesi dal Sindaco, che in pieno Consiglio Comunale li ha definiti “truffatori”.
La GORI, forte di questi appoggi politico-amministrativi ha continuato, pertanto, come suo solito
a vessare ed intimidire gli utenti, spesso spalleggiata astutamente da agitatori professionisti che
hanno ulteriormente impaurite le persone, specie quelle più anziane e deboli.
Eppure, ancora oggi, a Nola, come a Castellammare e Marigliano, si resiste.
A Nola resiste 1 utente su 3 che vale più di una vittoria!
Allo scopo di difendere le categorie più deboli e per mettere un punto fermo alla questione
GORI, il Comitato aderì nel 2009 ad un tavolo di trattativa composto da Comune, GORI ed ATO e
fu stabilito di istituire un Ufficio Comunale di controllo delle bollette, molte delle quali definite
“pazze”. E’ trascorso un anno e dell’Ufficio neanche l’ombra. Negli ultimi tempi, a seguito di due
raccomandate della GORI il Sindaco Biancardi dichiarò ai delegati del Comitato che “la questione
GORI l’avrebbe risolta lui” ma questa è rimasta a tutt’oggi una pia intenzione.
Il Sen. Sarro promise che non ci sarebbero stati i distacchi che la GORI minacciava e onestamente
distacchi non ce ne sono stati ma la questione, invece di semplificarsi, si fa sempre più
ingarbugliata.
Infatti, ad ogni lettera minacciosa della GORI né il Sindaco né il Presidente dell’ATO, Sen. Sarro,
prende una posizione univoca nel senso obbligato indicato dai referendum, e cosa succede?
Succede che la disponibilità del Sindaco e del Presidente finisce col rafforzare la GORI perché
altre persone, deboli, ansiose, stanche, vanno a pagare e diminuisce la forza di cui ha bisogno la
battaglia dell’acqua iniziata nel 2004 per volere dei cittadini a Nola come negli altri 75 Comuni
sfortunati di avere a che fare con la GORI! Non c’è un solo Comune in cui i cittadini si siano
dichiarati soddisfatti di questo gestore che provoca solo tensioni sociali.
Però le cose stanno cambiando: su iniziativa del Sindaco di Palma Campania sono stati invitati
tutti i sindaci dell’ATO3 per costituire il Tavolo dei Comuni favorevoli alla ri-pubblicizzazione del
servizio idrico e procedere alla liquidazione della GORI. Alla prima riunione si sono presentati
in 22 sindaci e di questi 12 o 13 hanno già sottoscritto l’accordo. Ovviamente i Sindaci di Nola,
Marigliano, Pomigliano, Ercolano, ecc. non hanno partecipato.
Il Sindaco Biancardi, richiesto al riguardo, rispose che “avrebbe aderito” riconfermando la promessa
che “la questione GORI l’avrebbe risolta lui”.
Analoga iniziativa, forse politicamente più robusta, è stata assunta recentemente dal Sindaco di
Napoli alla presenza di altri sindaci di grandi città favorevoli all’attuazione dei referendum.
Anche a questa iniziativa, i sindaci pro GORI non vi hanno partecipato.
Tutto ciò premesso, il COMITATO di Nola si rivolge direttamente ai cittadini, a tutti i cittadini sia
quelli che finora si sono opposti alla GORI e sia quelli che nel corso di questi anni hanno ceduto,
perché riprendano la DISUBBIDIENZA DELLA BOLLETTA ed il BOICOTTAGGIO DELLA GORI. Infatti,
solo così è possibile far rispettare la volontà popolare e salvaguardare la dignità di ciascuno
perché solo con servizi efficienti e tariffe eque si possono difendere anche i magri redditi delle
famiglie sempre maggiormente compromessi dalla crisi e dallo sperpero di denaro pubblico
in iniziative e società ben rappresentate dalla GORI SpA e dai suoi difensori palesi ed occulti.
Tale iniziativa sarà proposta anche a tutti i Comitati Civici dell’ATO3 perché tutti insieme e con la medesima
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cittadinanza attiva
modalità di lotta possiamo accelerare il processo di liquidazione della GORI e la ripubblicizzazione del
servizio idrico mediante aziende municipalizzate o consortili.
Lo Stato ci chiede e ci chiederà ancora maggiori sacrifici per uscire dalla crisi e rilanciare l’economia,
noi abbiamo il diritto di chiedere allo STATO: GIUSTIZIA E RISPETTO DEL VOTO REFERENDARIO DEL 12
E 13 GIUGNO 2011.
COMITATO CIVICO
DIFESA DIRITTO ACQUA
NOLA
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cittadinanza attiva
IL VILLAGGIO PREISTORICO
A cura di Meridies Nola
Purtroppo è da ormai dal 2009 che non è più aperto al pubblico, ma pochi a Nola se ne sono forse
accorti, mentre numerosissime e continue sono le richieste da fuori per visitare quella che è stata
denominata “la Pompei della preistoria” ed è sicuramente uno degli avvenimenti più rilevanti
dell’archeologia degli ultimi anni. Dal giugno 2009 è infatti chiuso al pubblico, per l’allagamento
dell’area a causa di una grossa falda acquifera sottostante che sta, forse irrimediabilmente,
cancellando i resti delle strutture e, dal gennaio 2010, ha subito anche lo scivolamento di parte
della parete settentrionale su una delle strutture. Purtroppo la situazione di estremo degrado, che
ha causato già ora sicuramente ingenti danni alle capanne emerse nel 2001, è stata generata dalla
presenza di una consistente falda acquifera sottostante l’area che ha invaso il sito e ha reso inutile
la presenza di due grandi idrovore, istallate in passato dalla G.O.R.I. Il villaggio protostorico
del Bronzo Antico di Croce del Papa a Nola, più comunemente noto come il Villaggio Preistorico
di Nola. È un agglomerato di capanne sepolto dall’eruzione del Vesuvio, detta delle Pomici di
Avellino, intorno al 1800 a.C. e miracolosamente conservatosi fino ai nostri giorni, nel suo calco,
ma forse solo ancora per poco, grazie a una alluvione che, contemporaneamente all’eruzione
vulcanica, lo ha sigillato evitando il collassamento e la distruzione delle strutture. Oltre all’alzato
delle capanne, conservato attraverso il suo calco in negativo nel fango, tutte le suppellettili, gli
oggetti quotidiani, i vasi e un’immensa quantità di dati hanno fornito un eccezionale spaccato,
unico al mondo, sia per qualità che per quantità, di una civiltà vissuta quasi quattromila anni fa e
fermata nel tempo, quasi come in un’istantanea fotografica, in quel fatidico giorno dell’eruzione
del Vesuvio. Fin dalla scoperta, realizzata nel 2001 dalla Soprintendenza Archeologica di Napoli,
l’Associazione Meridies si è impegnata con un ingente apporto di risorse umane ed economiche
(senza l’aiuto di nessuno) per la valorizzazione, la salvaguardia e la tutela dell’area. Purtroppo
tutti gli sforzi messi in campo dall’Associazione Meridies sono risultati vani dalla chiusura forzata
del sito. Purtroppo si è riscontrato un interesse piuttosto scarso alle sorti del villaggio di Nola, in
particolare da parte della comunità nolana, nonostante il grande valore archeologico e turistico
testimoniato dalle migliaia di visitatori che hanno affollato l’area, quando è stato aperto, e
dall’interesse che ha suscitato in tutto il mondo, tanto che, ad esempio, a Cetona, vicino Siena, è
stato realizzato un parco archeologico della preistoria dove sono state ricostruite, praticamente,
le capanne di Nola. Tra il disinteresse generale gli appelli di Meridies, del comitato civico nato
lo scorso anno e della Soprintendenza Archeologica di Napoli cadono nel vuoto e le capanne del
villaggio pian piano andranno a scomparire per sempre. Dopo i numerosi appelli di Meridies, del
comitato sorto nel 2010 e della soprintendenza archeologica presso gli organi politici regionali e
nazionali, alcuni mesi addietro fu annunciato dalla Regione Campania lo stanziamento di circa
750.000 euro per intervenire per il recupero del villaggio di Nola. Al “roboante” annuncio non ha
poi fatto seguito, come è sempre successo per il Villaggio Preistorico di Nola, assolutamente nulla.
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cittadinanza attiva
Infatti, per tale motivo, la Soprintendenza per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei, sempre in
grande difficoltà economica, ha inserito nel proprio bilancio un intervento di consolidamento delle
strutture, il rinterro delle capanne e della realizzazione del calco delle stesse sopra il riempimento,
per evitarne l’ulteriore deperimento e sperando in finanziamenti futuri più consistenti per poter
scavare anche la altre numerose capanne sicuramente presenti in zona. È sicuramente una
sconfitta, una macchia indelebile d’incapacità, di poca lungimiranza e di pochissima attenzione
del nostro paese verso l’immenso patrimonio monumentale e archeologico che il nostro passato
ci ha “indegnamente” regalato. Il Villaggio Preistorico di Nola è un bene archeologico, culturale
e antropologico di eccezionale valore che non è “proprietà” di Nola, ma del mondo intero, e
se, come sta avvenendo, tra non molto la “Pompei della Preistoria” scomparirà per sempre per
la “distrazione” delle istituzioni e della sua gente, allora avremmo davvero di cosa vergognarci
al cospetto del mondo intero. Forse, se il Villaggio Preistorico di Nola fosse stato rinvenuto in
qualche altra parte del mondo, sarebbe stato sicuramente “trattato meglio”, in particolare dalla
gente del proprio posto.
Angelo Amato de Serpis
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