Progetto Geotermico DS:HDR (Deep Shaft:Hot Dry Rock) Brevetti RM99A000357 del 3.6.99 e RM2002A000521 del 15.10.02 …per l’accesso a fonti energetiche rinnovabili Autore: D’OFFIZI Sergio 26 Aprile 2002 Aggiornamento 15/10/2002 (Versione minibrochure) Breve curriculum vitae dell’Autore SERGIO D’OFFIZI Laurea in Scienze Geologiche conseguita presso l’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma nel 1974. Dal 1976 al 1983 lavora presso il Centro di Ricerca Geotermica dell’ENEL di Pisa dove conduce progetti in Italia, Grecia, Iran e predispone il modello geofisico che ha portato alla scoperta del campo geotermico di Latera (presso il lago di Bolsena). Chernobyl 1986 Dal 1983 al 1999 presta servizio presso la Direzione delle Costruzioni dell’ENEL dove, nel 1994, riceve la nomina a dirigente. Collabora alla localizzazione e progettazione dei vari impianti di produzione di energia elettrica ed in particolare di quelli a rischio. Mette a punto un metodo sismotettonico innovativo che tiene conto delle caratteristiche geomeccaniche e reologiche delle rocce di strutture in grado di generare terremoti. Metodo applicato direttamente dall’Autore per la valutazione dell’input sismico di vari impianti elettronucleari tra cui lo shelter per l’impianto nucleare di Chernobyl in Ucraina. Predispone, in collaborazione con tecnici dell’EDF francese, il progetto di scavo della galleria ferroviaria da 52 km prevista nella tratta Torino-Lione che, sotto il Massiccio dell’Ambin, avrà quasi 3 km di copertura e attraverserà rocce che potranno raggiungere temperature dell’ordine dei 60-70°C. Tunnel da 52 km sotto l’Ambin (in rosso) previsto dalla tratta ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione Dal gennaio 2000 Dirigente Responsabile della Funzione Territorio e Ambiente della SOGIN (Società per la Gestione degli Impianti Nucleari con il compito di effettuare il decommissioning accelerato di quelli esistenti in Italia). La struttura eredita tutte le esperienze maturate in ENEL nel campo della conduzione di Studi di Impatto Ambientale (oltre 52 SIA, relativi ai vari tipi di impianti di produzione e trasmissione di energia elettrica, redatti negli ultimi 15 anni) e della localizzazione di impianti a rischio di grossa taglia. Il progetto per l’impianto geotermico DS:HDR, riportato nelle pagine successive, nasce da queste esperienze e da una gestazione durata quasi 15 anni: è coperto da due brevetti dell’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi del Ministero delle Attività Produttive (il primo con domanda RM99 A000357 del 3/6/1999 e Brevetto n. 01311464 rilasciato il 23/4/2002, il secondo con domanda RM2002 A000521 del 15/10/2002). Il progetto, illustrato in anteprima all’ERGA di Pisa, su indicazione del Presidente dell’ENEL, è stato ritenuto da questa società “innovativo ed interessante …” 2 Il riscaldamento del nostro pianeta, legato al rilascio di gas-serra nell’atmosfera, preoccupa governi e popoli di tutto il mondo Aumento della temperatura media dell’atmosfera tra il 1880 e il 2000 in °F (da: U.S. National Climatic Center, 2001) GL INVITO AI CONSUMATORI (da Time Power La velocità di ritiro del Grinnel Glacier nel People Magazine del 23/4/01): “... scegliete If possible, choose a utility company that does not produce elec Montana (le frecce indicano il limite del compagnie che non producono fossil fuels. ghiaccio negli anni) ha subito Average annual CO emettono reduction: huge. elettricità con fonti che un'accelerazione dall'inizio del 1900 CO fossili...” From: TIME (Europe)i–combustibili April 23, 2001 Vol. 157 No. 16 3 2 come 2 A Kyoto si è stabilito di risolvere il problema sostituendo i combustibili fossili con fonti energetiche pulite; il calore interno della Terra può contribuire a raggiungere tale obiettivo Compagnie petrolifere come la Shell hanno deciso di investire somme notevoli sia in pubblicità che nello sviluppo della ricerca sulle fonti rinnovabili (v. Shell Renewables) per diffondere presso i consumatori l’immagine di un’azienda attenta ai problemi dell'ambiente. Se si osserva la distribuzione della temperatura sotto la superficie della Terra se ne deduce che il calore interno costituisce la più diffusa ed inesauribile riserva d'energia pulita e rinnovabile del nostro pianeta. MANTELLO NUCLEO 5200 km CROSTA 30-70 km 1000°C 2900 km 3700°C 4300°C Temperatura interna della Terra Accedere a tale forma di energia significherebbe dare una risposta concreta alle sfide più importanti del terzo millennio: - combinare sviluppo industriale e vivibilità del Pianeta - ridurre i conflitti tra Paesi produttori di petrolio e Paesi consumatori From the U.S. Department Of Energy (DOE) site www.energy.gov: “geo (earth) thermal (heat) energy is an enormous, underused heat and power resource that is clean (emits little or no greenhouse gases), reliable (average system availability of 95%), and home-grown (making us less dependent on foreign oil)” 4 Fino ad oggi l’uomo è riuscito a sfruttare solo una minima parte della enorme quantità di calore presente nel sottosuolo. Impianto geotermico e piscina termale in Islanda La potenza complessiva degli impianti che nel mondo utilizzano l’energia geotermica dei rari serbatoi idrotermali e/o delle ancor più rare emergenze superficiali raggiunge valori molto modesti: 8.000 MWe (con circa 50 TWh/anno prodotti) e 12.000 MWt (rispettivamente per la produzione di energia elettrica e per l’uso diretto del calore). Pozzo geotermico 5 Gli esperimenti di Fenton Hill (New Mexico) aprono prospettive di sfruttamento delle rocce calde secche (Hot Dry Rock – HDR) crostali Gli esperimenti condotti tra il 1977 e il 1995 dal Los Alamos National Laboratory per conto del DOE (Department Of Energy) statunitense hanno dimostrato la relativa facilità con la quale è possibile estrarre calore dalle rocce calde mediante pozzi perforati dalla superficie che pompano acqua fredda in profondità e la recuperano riscaldata: con il calore estratto è stato possibile far funzionare un piccolo generatore di corrente elettrica. Esperimenti analoghi in corso nel mondo (Francia, Giappone, Inghilterra, Svizzera, Australia) dimostrano l’interesse sul metodo. Schema di progetto Impianto di Fenton Hill I costi elevati per unità di potenza installata, però, pari ad oltre 20 volte quelli di un impianto a ciclo combinato, hanno finora ostacolato il passaggio alla fase industriale di tali esperimenti. Se si volesse, infatti, realizzare un impianto da 1000 MWe con il sistema usato a Fenton Hill (3 pozzi per 4,8 MWe), si dovrebbero perforare oltre 600 pozzi lunghi 4-5 km con una spesa, per le sole perforazioni, di circa 7 miliardi di €. 6 Un nuovo tipo di impianto, il DS:HDR, rimuove gli ostacoli per lo sfruttamento industriale del calore crostale Superficie occupata: 60-70 km2 Tratti di perforazione produttivi in rocce a circa 300°C Tratti improduttivi 4-5 km Oltre avere costi eccessivi, per le numerose perforazioni necessarie, un impianto per lo sfruttamento industriale del calore della Terra realizzato con il metodo sperimentato a Fenton Hill indurrebbe un elevato impatto ambientale sul territorio (come detto un impianto da 1000 MWe richiederebbe la perforazione di oltre 600 pozzi da distribuire su un’area di ben 6070 km2). Un nuovo tipo di impianto denominato DS:HDR (protetto da Brevetto per Invenzione superficie Industriale n. 01311464 rilasciato il 23/4/02, dall’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi del Ministero 4 km delle Attività Produttive, all’autore della presente brochure) sostituisce i tratti improduttivi delle perforazioni con un pozzo/discenderia di grande Tratti di perforazione diametro; ciò consente di produttivi in rocce a abbattere drasticamente i costi e circa 300°C di ridurre l’impatto ambientale a livelli del tutto trascurabili. La perforazione dei soli tratti produttivi (dai quali l’acqua viene prima pompata e quindi recuperata dopo essersi riscaldata nelle rocce calde circostanti) avviene in questo caso da alcune gallerie sub-orizzontali impermeabilizzate, coibentate e climatizzate che si raccordano al pozzo/discenderia principale. 7 Lo schema statunitense iniziale utilizzato nel mondo che viene ad essere modificato dal nuovo impianto DS:HDR Il nuovo schema va a modificare quello iniziale ideato nel 1974 sul quale si è basato il progetto dell’impianto di Fenton Hill e sostanzialmente utilizzato per tutti gli altri impianti sperimentati od in procinto di esserlo nel mondo (Inghilterra, Francia, Giappone, Svizzera, Australia…). Schema originale dal brevetto US Patent 3786858 depositato il 22/1/74 da R.M. Potter, E.S. Robinson & M.C. Smith per conto dell’U.S. Atomic Energy Commission. 8 Il nuovo impianto DS:HDR non richiede lo sviluppo di particolari tecnologie potendosi avvalere di quelle esistenti in campo minerario 4 km Pozzi di grande diametro e con profondità analoghe esistono già: la miniera d’oro di Freegold (Orange State) ha un pozzo di circa 4 km (v. torre esterna indicata dalla freccia nella foto di sinistra) da cui si dipartono le gallerie per lo sfruttamento della vena aurifera (v. sezione a destra). Il rettangolo chiaro (R) in sezione rappresenta l’impianto di condizionamento che consente di portare i 150°C di fondo pozzo ai 32°C adatti al lavoro delle maestranze. Ricaldamento Vapore acqueo Possibile schema d’insieme di un impianto DS:HDR. La geometria finale dipenderà dalla potenza di progetto richiesta e dalle condizioni termiche e geomeccaniche dell’ammasso roccioso presenti nel sito di realizzazione. Generazione elettrica 4 km 9 Le ipotesi preliminari su costi e ritorni economici di un impianto DS:HDR da 1000 MWe danno ottimi risultati (*) • Potenza del serbatoio HDR richiesta per sostenere un impianto geotermoelettrico da 1000 MWe: 7.300 MWt (a decadimento compensato nella vita utile dell’impianto). • Rocce calde secche da sfruttare: 45-50 km³ a 270-320 °C. • Acqua richiesta: 10 milioni di m³ iniziali + 2-3 milioni di m³/anno per reintegro. • Pozzo verticale: profondità 3,5-4 km, diametro 10 m (costo 120-175 Mln € di cui circa 50 per lo scavo come da offerta ottenuta dall'impresa sudafricana CEMENTATION MINING). • Gallerie sub-orizzontali: n. 5-8, con diametro di 4-6 m, per complessivi 36 km (290-420 Mln €). • Perforazioni: n. 250 per una lunghezza totale di 200 km (125-190 Mln €). • Altri principali oneri: centrale elettrica, climatizzazione sistema pozzo/gallerie, tubazioni, pompe per la circolazione del fluido, ecc.. (350-550 Mln €). • Studio di fattibilità: 25-30 Mln €. • Investimento impianto: 910-1.365 Mln €. • Contingency: 90-135 Mln €. • Investimento totale: 1.000-1.500 Mln € (1-1,5 Mln €/MWe installato) • Apporto di capitale sociale: 20% circa dell’investimento totale. • Oneri per project financing: 37-80 Mln €. • Vita utile impianto: 25 anni. • Predisposizione dello studio di fattibilità e del progetto esecutivo: 2,5-3 anni. • Tempi di costruzione: 8 anni. • Manutenzione: 0,0052 €/kWh prodotto. • Personale: 100 addetti. • Tasse: 4,25% per IRAP, 37% per IRPEG, effetto DIT (Dual Income Tax) considerato. • Tassi passivi: 7,2% a medio e lungo termine, 8,5% a breve, 9,3% periodo di “grazia”. • Tasso attivo: 6,0%. • Costo capitale per azionista: 12,1% -12,2%. • TIR: 15,2-20,3 % (con kWh con incentivi “certificato verde” x 8 anni + terminal value). • Adjusted Present Value del progetto: 350-500 Mln € (*) I presenti conteggi sono stati effettuati con l’aiuto dell’ing. Antonio Ganci che ringrazio 10 Un impianto tipo DS:HDR riserva altre opportunità estremamente interessanti A parte l’incredibile disponibilità che supera il 90% del tempo, da impianti DS:HDR possono derivare altre interessanti possibilità : • sfruttare per il teleriscaldamento il calore ancora contenuto nei fluidi dopo la generazione di energia elettrica (10-20 miliardi di kWht/anno, per un valore di varie centinaia di Mln di €/anno) contribuendo così anche ad abbattere l’inquinamento elettromagnetico; • sfruttare la capacità dell’impianto di erogare energia di punta per spuntare un prezzo favorevole del kWh; • commercializzare il marino estratto dagli scavi (2 milioni di m3 per un valore di 25-50 Mln €) Se, infine, fosse possibile collocare l’imbocco del pozzo/discenderia in corrispondenza di uno scavo minerario già esistente, si otterrebbero i seguenti ulteriori vantaggi: • ridurre lunghezza e costi del pozzo da scavare; • sfruttare anche minerariamente il materiale di scavo; • azzerare il già ridottissimo impatto ambientale Fimistone Open Pit 11 Dove si può realizzare un impianto DS:HDR e quali sono i prossimi passi da compiere • Le aree ottimali sono distribuite in gran parte del mondo (zone off-shore comprese). Solo nell’Italia centrale tirrenica, l’area potenzialmente adatta presenta un’estensione di circa 15.000 km2, capace pertanto di sostenere qualcosa come 250 impianti geotermoelettrici da 1000 MWe! • Miniera con armatura in larice tipo “Marciavanti” Il primo passo da compiere è quello di eseguire uno studio di fattibilità che richiederebbe 2,5-3 anni di tempo ed il coinvolgimento di circa 60 tecnici. Al termine dello studio, che comprenderà anche indagini per l'individuazione di un sito adatto alla realizzazione di un impianto DS:HDR, si potrà scegliere tra una delle seguenti opzioni: 1) procedere con la realizzazione di un impianto pilota; 2) prolungare lo studio stesso per ulteriori approfondimenti; 3) rinviare l’industrializzazione del progetto DS:HDR. In ogni caso lo studio di fattibilità, date le caratteristiche fortemente innovative del progetto, porterà a scoperte nel campo minerario da proteggere con Brevetti per Invenzioni Industriali. • Le indagini, inoltre, potranno mettere in luce strutture geologiche in grado di consentire lo sfruttamento di serbatoi idrotermali regionali profondi, non altrimenti raggiungibili. 12