Il ‘focus’ sulla Responsabilità Sociale, da qualche tempo oggetto di particolare attenzione anche nel mondo non profit, vede in questo lavoro una proposta operativa della nostra Organizzazione Sindacale. Consapevoli della difficoltà del solo bilancio economico a ‘rendere conto’ del perseguimento degli scopi dell’Organizzazione – essendo questi non direttamente connessi ad un ritorno economico ma alla produzione di un ‘valore sociale’ – la FIBA Lombardia ha avviato nel giugno del 2009 un percorso che ha portato alla redazione di un Bilancio Sociale quale documento sistematico di sintesi. L’esigenza di rendicontazione – nel suo interno ed all’esterno - dei risultati raggiunti e dei mezzi impiegati per farlo, nonché la struttura, il clima organizzativo ed il coinvolgimento degli ‘stakeholder’ sono elementi che costituiscono allo stesso tempo natura, scopo e struttura del documento. Un affiatato gruppo di lavoro costituito da Dirigenti Sindacali rappresentativi dei principali settori sindacali, coordinato da un Comitato Scientifico, ha permesso di percorrere questo ‘viaggio dentro sé stessi’, che vuole continuare anche nei prossimi anni per implementare quel necessario costruttivo dialogo di crescita, alla base di ogni organizzazione sociale ‘eticamente’ informata. Fiba Cisl Lombardia 20124 Milano Via Tadino, 19/A Tel. 02.29549499 Fax 02.2047003 [email protected] BILANCIO SOCIALE 2010 BILANCIO SOCIALE 2010 Comitato scientifico Marino Perotta - Coordinatore - Responsabile Dipartimento Organizzativo, FIBA Lombardia Maria Giovanna Baldon - Responsabile Ufficio Studi e Progetti, Adiconsum Lombardia Eros A. Tavernar - Dottore Commercialista, Vice Presidente Commissione Bilancio Sociale Ordine Milano Gruppo di lavoro Paolo Ascagni - Responsabile Ufficio Storico, FIBA Lombardia Ester Balconi - Responsabile Coordinamento Donne, FIBA Lombardia Luca David - FIBA Bergamo Maurizio Locatelli - Responsabile Dipartimento Formazione, FIBA Lombardia Indice UNO SGUARDO D’INSIEME … un percorso valoriale • Il Bilancio Sociale: strumento di informazione e condivisione...................................................................................................................................pag. • Le motivazioni della rendicontazione sociale ed il ruolo del sindacato...............................................................................................................pag. • Il percorso: una proposta metodologica..................................................................................................................................................................................pag. • Struttura e contenuti............................................................................................................................................................................................................................pag. L’IDENTITA’ … l’essenza di un viaggio • Premesse: un Sindacato-Associazione in un contesto di autonomia....................................................................................................................pag. • La nostra storia.........................................................................................................................................................................................................................................pag. • I valori, la missione, le strategie......................................................................................................................................................................................................pag. • Lo statuto della FIBA Regionale Lombardia...........................................................................................................................................................................pag. • Struttura organizzativa e governance........................................................................................................................................................................................pag. • Organigramma e Funzioni della FIBA Regionale Lombardia.......................................................................................................................................pag. I NUMERI … non solo parole • Tesseramento, trattenute sindacali e riparto fra le strutture........................................................................................................................................pag. • Il Bilancio economico consolidato...............................................................................................................................................................................................pag. • Le risorse cedolari...................................................................................................................................................................................................................................pag. LA RELAZIONE SOCIALE … la natura del servizio • Premessa: il processo di “stakeholders’ engagement”......................................................................................................................................................pag. • Mappa degli stakeholder...................................................................................................................................................................................................................pag. • Attività politiche e organizzative .................................................................................................................................................................................................pag. • I comparti contrattuali.........................................................................................................................................................................................................................pag. • La formazione sindacale.....................................................................................................................................................................................................................pag. • La Fiba Lombardia e le pari opportunità..................................................................................................................................................................................pag. • La Fiba Lombardia per il sociale e l’ambiente .....................................................................................................................................................................pag. LA FIBA IN LOMBARDIA: I TERRITORI … coinvolgere ed essere coinvolti • Il territorio e gli iscritti .........................................................................................................................................................................................................................pag. • Dai territori..................................................................................................................................................................................................................................................pag. LA PAROLA AGLI STAKEHOLDER … oltre il giardino • Interviste e riflessioni dei nostri interlocutori ......................................................................................................................................................................pag. • Analisi dei punti di forza, criticità e obiettivi di miglioramento nel processo di ‘stakeholders’ engagement’..............................pag. UNO SGUARDO AL FUTURO … oggi è già domani • Le attese ......................................................................................................................................................................................................................................................pag. • Bilancio Sociale di Congresso ........................................................................................................................................................................................................pag. Cogito, ergo sum! … al termine del viaggio • Riflessioni: il Sindacato nel contesto della responsabilità sociale, a cura di Eros Tavernar........................................................................pag. 6 8 10 11 14 15 17 18 18 20 24 30 32 34 35 36 36 37 40 41 45 45 48 54 58 59 62 Uno sguardo d’insieme Un percorso valoriale Bilancio Sociale 2010 IL BILANCIO SOCIALE: STRUMENTO DI INFORMAZIONE E CONDIVISIONE Sono chiamato a introdurre la prima edizione del BILANCIO SOCIALE della FIBA CISL in LOMBARDIA e due pensieri invadono la mia mente: il timore di seguire una moda e l’entusiasmo nel cercare un valore aggiunto per l’Organizzazione. Cercando di contenere il primo pensiero e di ottimizzare il secondo, evitando le trappole dell’autoreferenzialità, ho così scoperto che il tema del Bilancio Sociale si muove da quasi mezzo secolo dalla Francia e dall’Europa anglosassone. Ci troviamo di fronte a uno strumento maturo e sebbene siano diversi i contesti e i periodi nei quali è costruito o raccontato, comune a tutti gli scenari è la motivazione della sua introduzione: ogni qual volta le imprese profit hanno dimostrato l’esigenza di voler comunicare i riflessi sociali della propria attività, sono venute a scontrarsi con i limiti del bilancio classico, tutto orientato a rendicontare le informazioni economiche e, pertanto, inadatto a catturare e raccontare quei risultati che fanno la creazione del valore sociale d’impresa. Così è nata l’intuizione delle strutture profit che l’etica paga e che comunicare e rendere noti i propri comportamenti sociali è una leva fondamentale di marketing, iniziando per prime a raccontarsi attraverso bilanci ambientali e sociali. Finora il Sindacato è stato piuttosto cauto sul Bilancio Sociale, ma oggi sta scoprendo le sue potenzialità e moltiplica le occasioni di studio e discussione finalizzate a proporne un uso corretto alle sue specificità, sia per arricchire i contenuti della propria contrattazione, sia per rendicontare ai suoi stakeholder la propria missione, l’attività realizzata, gli obiettivi assegnati, i risultati raggiunti, le criticità emerse, i miglioramenti attesi. La missione di una Organizzazione Sindacale si presenta come un contratto sociale che, per compiersi, richiede l’accettazione dei Quadri Sindacali, degli Iscritti e, di riflesso, della Collettività e tale accettazione non può che avvenire attraverso il consenso sociale stimolato, ascoltato, raccolto. Capita oggi di assistere a tentativi di delegittimazione sindacale. Le motivazioni sono diverse, addirittura opposte: Sindacato antagonista, del no, conflittuale, contro a prescindere; Sindacato accondiscendente, del sì, moderato, disponibile a priori. Ma ci sono anche motivazioni legate a una scarsa trasparenza contabile, a qualche “incidente di percorso”, al non obbligo di presentazione dei bilanci e della certificazione degli iscritti. Per sgombrare il campo da ogni possibile equivoco, sono e resto favorevole alla massima trasparenza e visibilità delle risorse e della rappresentatività, anche se le norme che regolano queste materie non lo impongono. Credo in questo modo si abbia da guadagnare, in considerazione, nei confronti di tutti. Rappresentare la nostra mission e rendicontare puntualmente la nostra attività e gestione interna può essere una delle risposte concrete a questi tentativi di delegittimazione. Qui ritorna potentemente la parola “responsabilità” (consapevolezza di ruolo) anzi, la sua determinante ingombranza. Del resto non possiamo, né vogliamo fuggire da quel vocabolo anglosassone “accountability”, difficile da tradursi ma che letteralmente significa “essere responsabile”, ovvero “chiamati a rispondere delle proprie scelte” e che possiamo definire come il dovere (la buona pratica) di informare tutti gli interessati su come si è adempiuto alle responsabilità nei loro riguardi. Queste sono le motivazioni che ci hanno indotto a predisporre il nostro primo Bilancio Sociale. Un lavoro che anche all’interno della CISL e delle sue Categorie si sta sviluppando. Un lavoro sperimentale ma non artigianale, ascoltando e facendo sintesi di indicazioni, suggerimenti, esigenze e precisazioni. Un prodotto confezionato da un gruppo di lavoro ben strutturato e molto competente, al quale va il mio ringraziamento, a nome dell’Organizzazione, per la disponibilità concessa. Uno strumento ottenuto con la collaborazione di tutti, dalla Dirigenza politica allo Staff tecnico, Regionale e Territoriale. Questa prima pubblicazione non ha, per scelta, pretese di completezza ed esaustività, ma desidera semplicemente segnare un punto di partenza per far luce su elementi importanti per l’Organizzazione, altrimenti difficilmente valorizzabili. Non propone solo una sommatoria, ma la rendicontazione in un unico strumento della struttura Regionale e delle quattordici strutture Territoriali lombarde. L’elaborato è dunque il risultato dell’applicazione di buone prassi già esistenti tra noi; di confronto, consultazione e condivisione coi Territori; di autoanalisi da cui derivano istanze di miglioramento e crescita, anche attraverso una conoscenza più approfondita dell’operato e degli obiettivi. Vorrei terminare questa breve introduzione con una riflessione sul binomio “Persona/Responsabilità Sociale d’Impresa” presentata durante i lavori del nostro Consiglio Generale, convocato in sessione di studio il 22 febbraio 2010 sul tema “Occupazione e Contrattazione”. «In un mondo globalizzato che tende a omologare tutto, le persone vogliono tornare a occupare il centro della scena, anche in economia: trovare nei mercati persone che si prendano cura dei problemi e che non alzino le mani dicendo l’incivile frase “non sono io il responsabile”, poiché solo anonimi dipendenti di un’anonima organizzazione. Quando l’anonimato diventa sistema, si inizia ad uscire dal territorio dell’umano. La responsabilità sociale delle imprese non si gioca sugli “strumenti” (bilanci sociali, codici etici, ecc…) ma soprattutto e principalmente sulle persone. Stiamo attenti però a non limitare il valore ed il pregio di questi strumenti, che sono anche indirizzi precisi (il sindacato come veicolo di cultura della responsabilità d’impresa) altrimenti dovremmo coerentemente sostenere che non serve tanto riformare con nuove regole i mercati finanziari, quanto “riformare” solo le persone. La rendicontazione sociale è molto più vicina alla nostra attività di quanto si possa pensare. E’ che bisogna lasciarsi trasportare da chi ne ha le competenze, con piglio propulsivo, di programma e di tendenza, rispecchiando criticamente la nostra attività. E’ importante, anche come messaggio di confederalità. Ieri, abbiamo fatto “entrare nelle imprese” i diritti di cittadinanza. Oggi, dobbiamo far “uscire dalle imprese” i diritti di cittadinanza». C’è, in ultimo, una domanda che pongo a chi ha avuto la costanza di giungere sin qui nella lettura: per quello che ci siamo detti, per quello che siamo o che vorremmo essere, possiamo inserire tra gli stakeholder anche le nuove e future generazioni? Io penso sia un dovere. Buona consultazione. Andrea Zoanni Segretario Generale FIBA CISL Lombardia Bilancio Sociale 2010 LE MOTIVAZIONI DELLA RENDICONTAZIONE SOCIALE ED IL RUOLO DEL SINDACATO 1. Il significato di ‘rendicontare’: la risposta ad un mandato fiduciario Iniziare un percorso di rendicontazione, con obiettivo finale la produzione del documento bilancio sociale, richiede innanzitutto alcune precisazioni terminologiche. ‘Rendicontare’ assume il significato, prevalentemente di natura valoriale, di rispondere – “rendere conto” appunto - alla più ampia platea di utenti/destinatari delle azioni e dei risultati che un’Organizzazione ha raggiunto negli ambiti economico, sociale ed ambientale, in considerazione di un mandato fiduciario che alla stessa è stato affidato. L’organizzazione agisce quindi in forza di tale mandato, e verso coloro che glielo hanno attribuito essa ha un obbligo, anche morale, di illustrare non solo “cosa” è stato fatto ma anche “come” si sono raggiunti questi risultati. Rendicontare diventa quindi, in questo contesto, un dovere ”etico-morale”: fornire un account attraverso il riconoscimento di quelle azioni di cui un soggetto è riconosciuto essere responsabile. In aggiunta a ciò si rende necessario il consolidamento di sistemi di democrazia partecipativa, dove i singoli membri della società hanno il “diritto” di ricevere informazioni in modo trasparente da coloro che esercitano l’azione economico-politica: ciò richiede quindi l’esistenza o l’implementazione di processi informativi trasparenti. Di qui una più intensa e consapevole attenzione verso nuovi percorsi di responsabilità, che nel “profit” si suole definire, in prima approssimazione, orientamento alla responsabilità sociale d’impresa. L’ampio dibattito su questo tema è stato il motore che ha spinto l’evoluzione e l’affermazione delle pratiche di rendicontazione sociale, in primis il bilancio sociale. 2. La rendicontazione sociale per un’organizzazione sindacale: un processo di “gestione” della responsabilità sociale Come noto, le entità no-profit, ed in questo ambito il Sindacato, non contemplano la massimizzazione e la distribuzione del profitto tra le proprie finalità istituzionali. In particolare nel nostro contesto, potremmo ben dire che la “logica del profitto” lascia il campo alla “logica del servizio”. Quanto sopra non esime – proprio in forza dell’impegno assunto nei confronti delle varie classi di interessi che convergono alla stessa organizzazione (iscritti, dirigenti, dipendenti, etc.) – dall’adottare politiche e strumenti efficienti e dall’implementare strutture organizzative adeguate affinchè le risorse disponibili siano impegnate nel perseguimento delle finalità sociali in modo efficace, secondo un percorso consapevole e condiviso di ‘gestione’ della responsabilità sociale. Il Sindacato, quale importante realtà “sociale” del no-profit, potrà essere definito “socialmente responsabile” nella misura in cui dimostrerà un livello di attenzione e di ascolto equilibrato nel confronto degli interlocutori interni ed esterni, quali portatori di interessi legittimi nei confronti dello stesso. A tal fine potrà avvalersi di idonei strumenti per organizzare, gestire e comunicare (responsabilmente!) l’impatto della propria attività non solo in termini economici e finanziari ma anche sul piano sociale ed ambientale, aderendo in sintesi ai principi dello “sviluppo sostenibile”, nel rispetto, oltre che degli attuali “stakeholder”, delle “generazioni future”. La definizione dei valori e della missione costituisce il punto di partenza del processo di gestione della responsabilità sociale. La definizione dei valori avviene attraverso la meticolosa descrizione dei principi deontologici e degli orientamenti valoriali che vengono metabolizzati dall’Organizzazione come “guida” per l’assunzione di scelte strategiche e conseguentemente per l’adozione di comportamenti operativi. Anche per una realtà complessa (e peculiare, se non per la sua frammentazione territoriale e per la diversificazione dei ruoli e delle competenze!) quale quella di un sindacato, si tratta di compiere il primo passo (indispensabile) di quel “viaggio dentro sé stessi” che la responsabilità sociale comporta. La “missione” rappresenta quindi la ragione d’essere di un ente: non solo quindi lo scopo “sociale” facilmente desumibile da regolamenti o dagli atti di costituzione, ma un concetto più ampio e complesso, funzione dei “valori di riferimento” condivisi. 3. La ricerca di una ‘definizione’ di Bilancio Sociale Adottando l’approccio della “responsabilità”, il Bilancio Sociale è strumento di “rendicontazione” dei comportamenti e dei risultati economici, sociali ed ambientali delle attività svolte da un’Organizzazione. In altre parole, consente all’Organizzazione Sindacale di rendere conto ai propri stakeholder del grado di perseguimento della “missione” ed in una prospettiva più complessa, delle responsabilità, degli impegni assunti e dei risultati prodotti nel tempo. In prima approssimazione esso può essere “definito” quale documento di valutazione complessiva delle relazioni di scambio che l’Organizzazione ha con la comunità nella quale si trova ad operare. Non è quindi mero strumento contabile (come il “classico” bilancio d’esercizio) ma è configurabile quale strumento di collegamento fra la componente amministrativo-contabile e l’insieme dei rapporti che l’Organizzazione ha con l’ambiente di riferimento. E’ quindi uno strumento informativo che permette ai terzi di acquisire elementi utili ai fini della valutazione delle strategie, degli impegni e dei risultati dell’Organizzazione Sindacale, all’interno della quale, in una visione operativa dinamica, favorisce lo sviluppo di processi di esposizione e di valutazione e controllo dei risultati che possono contribuire ad una gestione più efficace e coerente con i valori e la missione. Il Bilancio Sociale è redatto su base volontaria; viene adottato quando l’Organizzazione ritiene che il “dar conto” del proprio agire ai vari portatori di interesse sia un “valore fondamentale”. Quindi il bilancio sociale è frutto di una libera scelta: questo rappresenta la caratteristica essenziale del documento. Questa “libera scelta” porta con sé la consapevolezza, da parte dell’Organizzazione Sindacale, che la cultura della responsabilità sociale è un processo iterativo che si consolida attraverso un continuo confronto: la collettività (ed immediatamente la platea degli ‘utenti’) non rappresenta un soggetto passivo delle politiche sindacali intraprese ma costituisce l’interlocutore fondamentale, che dovrà essere coinvolto in un dialogo proattivo con il sindacato al fine della definizione degli obiettivi, delle strategie ed in sede di valutazione dei risultati. La libera scelta non giustifica infine un’arbitrarietà nella scelta di principi e criteri di base da utilizzare nel processo di rendicontazione. Bilancio Sociale 2010 IL PERCORSO: UNA PROPOSTA METODOLOGICA 10 Il Bilancio Sociale 2010 è per la FIBA Cisl Lombardia l’inizio di un percorso. Un percorso che oggi mostra i primi frutti, quale risultato di mesi di lavoro e riflessioni condivise, che intende proseguire e crescere, migliorando, nel tempo. Questo bilancio si concentra principalmente sulla struttura Regionale Lombarda della Federazione, tuttavia non pochi approfondimenti e considerazioni afferiscono anche ai singoli Territori: alle componenti Territoriali sono infatti dedicate delle schede specifiche che forniscono una serie di dati e informazioni sul loro ruolo e operato. L’edizione 2010 si riferisce all’arco temporale che va dal 1 gennaio al 31 dicembre 2010, e dunque tutti i dati in esso riportati fanno riferimento all’anno 2010. Evidentemente, trattandosi di un numero zero, non abbiamo parametri di confronto per verificare la validità e l’efficacia di questo strumento, ma si tratta di un prototipo, come tale suscettibile di emendamenti, correzioni, miglioramenti. Con l’anno prossimo diventerà una buona abitudine e un appuntamento fisso e immancabile. L’elaborazione del Bilancio Sociale è partita nei primi mesi del 2009 con la costituzione di un gruppo di lavoro composto da Operatori e Dirigenti Fiba, oltre che da alcuni esperti esterni in qualità di supporto scientifico. Il gruppo si è riunito con frequenza costante, condividendo materiali e riflessioni, suggerimenti e opinioni, a volte anche contrastanti. Nel Gennaio del 2010, è stata organizzata a Bergamo dalla FIBA Cisl Regionale e dalla FIBA Territoriale di Bergamo una ‘Giornata di Formazione sul Bilancio Sociale’ coordinata dal Responsabile del Dipartimento Organizzativo Marino Perotta, che ha visto la partecipazione quali relatori della D.ssa Maria Giovanna Baldon (Responsabile Ufficio Studi e Progetti Adiconsum Lombardia) e del Dott. Eros Tavernar (Vice Presidente Commissione Bilancio Sociale Ordine dei Dottori Commercialisti di Milano). Il Segretario Generale e i componenti della Segreteria Regionale hanno non solo voluto questo documento, ma anche seguito, condiviso e partecipato passo passo alla sua costruzione. Nella raccolta dei dati e nella successiva elaborazione fondamentale è stato il contributo delle realtà Territoriali che hanno svolto un ruolo attivo in ogni fase del processo. Al momento della redazione del documento non esistono linee guida per la redazione del bilancio sociale nelle Organizzazioni Sindacali. Abbiamo quindi deciso di attenerci, soprattutto per la parte generale e laddove adeguate alla realtà sindacale, alle Linee guida per la redazione del bilancio sociale delle organizzazioni non profit (predisposte dall’Agenzia per le Onlus nel 2009), in particolare per i seguenti aspetti: la stesura delle caratteristiche istituzionali ed organizzative; la definizione di missione, valori e strategie; mappa e coinvolgimento degli stakeholder. Utile nella definizione della struttura del documento è stata anche la consultazione di altri bilanci sociali, sia profit che non profit, per conoscere l’esistente e valorizzare le buone pratiche già in atto. Per il resto il criterio che ha guidato le scelte degli estensori è stato la libertà, non intesa come arbitrarietà, ma come autonomia di pensiero e azione. Ciò ha fatto sì che questo bilancio fosse in primo luogo un viaggio dentro sé stessi, utile a conoscersi meglio per poter meglio rispondere alle aspettative interne ed esterne. Un aspetto da segnalare: all’interno del Bilancio Sociale sono stati riportati alcuni dati “di genere”, vale a dire dati utili ad evidenziare la presenza e il ruolo delle donne all’interno dell’Organizzazione. Si è scelto di non dar vita ad un vero e proprio “Bilancio di Genere”, all’interno di questo già corposo Bilancio Sociale. Ma la ragione è solo secondariamente legata allo spazio e molto più alla volontà di fare in modo che il discorso di genere permei l’intero documento senza essere relegato in uno spazio a sé stante che, per forza di cose, lo isolerebbe dal contesto. Le donne in Fiba sono e devono essere sempre più parte integrante e risorsa vitale ad ogni livello dell’Organizzazione. I principi di neutralità, trasparenza, inclusione, veridicità e coerenza hanno guidato la rilevazione dei dati, la raccolta delle informazioni e la stesura del documento. 11 STRUTTURA E CONTENUTI Il Documento è strutturato in 5 sezioni: 1. L’identità A partire dalla storia dell’Organizzazione, ne vengono messi in evidenza missione, valori e strategie così come sono indicate nello Statuto. Tali informazioni e il focus sulla struttura organizzativa rappresentano le premesse indispensabili per dar conto delle ragioni di questo Bilancio Sociale. 2. I numeri Vengono riportati non solo i dati di bilancio, ma anche quelli relativi alle risorse economiche e cedolari, alle attività svolte e agli iscritti per ciascun Territorio. 3. La relazione Sociale Una volta individuati gli stakeholder e rappresentate le relazioni con essi, il capitolo è dedicato alla descrizione delle attività politico-organizzative della Fiba, nonché alle illustrazioni delle politiche di pari opportunità e all’impegno sul fronte sociale e ambientale. 4. La FIBA in Lombardia: i Territori Si concentra sui singoli Territori per riportarne dati e attività ma anche per raccoglierne istanze ed evidenziare iniziative locali replicabili in altri contesti. 5. La parola agli stakeholder Alcune interviste e libere riflessioni da parte degli interlocutori interni ed esterni consentono di arricchire i contenuti del documento e gettare uno sguardo più ampio sull’Organizzazione. L’identità L’essenza di un viaggio Bilancio Sociale 2010 PREMESSE: UN SINDACATO-ASSOCIAZIONE IN UN CONTESTO DI AUTONOMIA 14 Non un nuovo Sindacato, ma un Sindacato nuovo. Il 30 aprile 1950 la CISL (Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori) si dichiara un Sindacato fondato sul libero associazionismo. Perciò si definisce come Confederazione di Sindacati di Categoria: il lavoratore aderisce al Sindacato della Categoria che lo rappresenta e questa a sua volta aderisce alla Confederazione. Dunque l’acronimo FIBA sta per Federazione Italiana Bancari e Assicurativi. La struttura della CISL si fonda su due livelli, uno verticale (le Categorie) e uno orizzontale che, occupandosi delle politiche e problematiche economiche e sociali, agisce sul territorio fino alla dimensione nazionale (la Confederazione) passando per le unioni territoriali (UST) e regionali (USR). La politica dei primi decenni mira a consolidare l’autogoverno delle Categorie ed il radicamento nei luoghi di lavoro, come soggetto contrattuale, attraverso le Sezioni Aziendali Sindacali (SAS) istituite nel 1954. L’autogoverno delle Categorie, esercitato nel quadro della solidarietà sociale e delle esigenze generali del Paese, consente l’articolazione di poteri esterni (contrattazione) e interni (organizzativi) nel vincolo dei valori unificanti di solidarietà e uguaglianza entro indirizzi, coordinamenti e controlli di attuazione di cui è garante la Confederazione a tutti i livelli. La natura federativa e decentrata dell’Organizzazione, impostata sull’autogoverno delle Categorie, rappresenta la realizzazione concreta del principio “il Sindacato è dei Lavoratori”. In tal modo vengono valorizzati la sensibilità particolare degli ambienti di lavoro, l’effettiva presenza nelle trattative sindacali dei necessari elementi provvisti di competenza tecnica (prerogativa del Dirigente di Categoria), la garanzia che nel decidere sul ricorso ai mezzi di lotta avranno peso soltanto gli interessi dei lavoratori e non finalità estranee ai lavoratori e al Sindacato. Il fondamento associativo della CISL si basa su un vincolo di adesione volontario. Il Sindacato è un’associazione che associa quei lavoratori che aderiscono volontariamente (gli iscritti). Non è quindi né una istituzione né un movimento, ma si costruisce a partire dal gruppo degli associati presenti nei luoghi di lavoro, che costituiscono la prima Struttura Sindacale e la fonte di legittimazione di tutti i poteri delegati ai gruppi dirigenti. Quindi anche i processi decisionali interni sono di natura associativa, nel senso che le decisioni si prendono in base al principio di maggioranza. La scelta compiuta a favore del Sindacato-Associazione si fonda sull’affermazione dell’autonomia. • Autonomia come indipendenza da Stato e Partiti Politici, da cui ne deriva l’incompatibilità tra cariche Sindacali e cariche di Partito. • Autonomia nell’ordinamento giuridico. La CISL sceglie di non rientrare nel diritto pubblico e resta un’Associazione privata. • Autonomia dalle imprese e quindi rifiuto di ogni forma di Sindacato di comodo. E’ una posizione complessa perché rende indispensabile coniugare la disponibilità al dialogo responsabile (concertazione) con la fermezza nelle rivendicazioni a tutela dei lavoratori per lo sviluppo del Paese. • Autonomia culturale. Già con Pastore (primo Segretario) la CISL rinuncia ad essere un Sindacato Cristiano e si propone come Sindacato laico, aconfessionale, non vincolato a ideologie ma intenzionato ad elaborare una propria cultura sindacale e una proposta politica per lo sviluppo del Paese e la tutela dei lavoratori. Va in questa direzione l’apertura nel 1951 del Centro Studi di Firenze che cura l’aggiornamento continuo della dirigenza, diventando l’Università della CISL. 15 LA NOSTRA STORIA Con la caduta del fascismo il movimento sindacale potè uscire dalla clandestinità. Il 9 giugno 1944 venne costituita la cosiddetta «CGIL unitaria», nel tentativo di tenere unite le componenti storiche e politiche della classe operaia italiana: i Comunisti, i Socialisti, i Cattolici. Si trattò di una breve esperienza, inevitabilmente messa in crisi dallo scenario internazionale e dalle profonde divisioni ideologiche; già nel 1948 la CGIL, infatti, si divise, e, quando le varie scissioni assunsero una più matura fisionomia culturale ed organizzativa, nacquero la CISL e la UIL. La «Confederazione Italiana dei Sindacati dei Lavoratori» venne fondata nel 1950, soprattutto per iniziativa di Giulio Pastore e Mario Romani. Fin dall’inizio fu un progetto lucido e lungimirante, che seppe raccogliere sapientemente l’eredità della gloriosa tradizione del sindacalismo di ispirazione cristiana, ma al di fuori di ogni limitazione di tipo confessionale; la CISL volle subito essere un Sindacato laico e moderno, aperto al contributo di tutte le forze sinceramente democratiche. Anche nel settore bancario la ripresa dell’attività sindacale fu inizialmente connotata dalla costituzione di un’organizzazione unitaria, la FIDAC-CGIL, quantomeno per il settore impiegatizio; ma tra il 1948 ed il 1952, per varie motivazioni, nacquero diversi altri Sindacati, i principali dei quali sono tuttora esistenti. Per quel che riguarda la storia della nostra organizzazione, il 3 agosto 1949 si determinò una scissione all’interno del Sindacato autonomo FABI; il 3 aprile 1950 i fuoriusciti fondarono la FIB, la «Federazione Italiana dei Bancari», che a fine mese confluì ufficialmente nella neonata CISL. Fin dagli inizi il ruolo ed il contributo della Lombardia fu decisivo. Già nel 1950, se la sede nazionale era a Roma, l’altro polo di riferimento era Milano; negli anni successivi i lombardi ebbero sempre un ruolo di primo piano nella dirigenza nazionale. Dovremmo citare molti nomi, ma dobbiamo limitarci quantomeno a Gianfranco Crestetto e Marco Confetta, poiché nel giugno del 1973 furono tra i principali protagonisti del congresso di San Marino, forse la vicenda interna più drammatica di tutta la storia della FIB. La clamorosa sconfitta del gruppo dirigente in carica diede infatti l’impulso ad un ricambio generazionale totale, al punto che si può davvero parlare di una vera e propria «rifondazione» della FIB. Il nuovo Segretario Generale, Franco Tegoni, traghettò l’Organizzazione verso l’unità sindacale, nell’ambito di uno degli eventi più importanti della storia d’Italia, la nascita della Federazione Unitaria CGIL-CISL-UIL. Il 14 marzo 1974 FIDAC-CGIL, FIB-CISL e UIB-UIL siglarono il patto federativo anche per il settore bancario, ma nel segno di una inedita apertura alle sigle autonome; infatti, nel giro di pochi mesi, aderirono anche la FABI e la FALCRI. Fu in questo contesto che la CISL si strutturò in modo più articolato a livello Regionale e Territoriale; per quanto riguarda la nostra Categoria, fu nel giugno del 1977 che si svolse il primo Congresso Regionale della FIB Lombarda. Nell’80 fu il nuovo Segretario Nazionale Sergio Ammannati a concludere il lungo processo di accorpamento tra le due Federazioni di Categoria dei bancari e degli assicurativi. Il decimo congresso della FIB (bancari) ed il sesto della FILA (assicurativi), riuniti a Garda dal 3 al 7 giugno 1985, sancirono ufficialmente la nascita della FIBA, la «Federazione Italiana dei Bancari e degli Assicurativi» della CISL. Si trattò, peraltro, dell’inizio di un nuovo, lungo percorso, contraddistinto ancora per molti anni dall’esistenza di organismi settoriali di fatto separati; solo con il recente Congresso di Abano Terme (maggio 2009) è stata finalmente definita la vera e propria «monocomposizione», vale a dire il superamento dei due coordinamenti in favore di un’unica struttura FIBA. L’impegno della FIBA si è fatto – si è dovuto fare! – ancor più qualificato a partire dagli anni novanta, quando su tutto il settore finanziario si è abbattuto il “tornado” delle grandi ristrutturazioni delle banche e delle compagnie assicurative. Superata in pochi anni la vecchia legge bancaria del ‘36, che per quasi un sessantennio aveva regolamentato il mondo del credito in modo rigido Bilancio Sociale 2010 16 e sostanzialmente autarchico, i sindacati hanno dovuto affrontare problematiche inedite per i lavoratori del settore, spesso con risvolti di estrema gravità. Tuttavia al rischio di chiudersi in una logica corporativa e meramente conflittuale, soprattutto la FIBA ha saputo opporre una strategia concertativa e sapientemente negoziale, nel solco della migliore tradizione della CISL. Dal «Protocollo d’intesa» del giugno 1997 all’«Accordo quadro» del febbraio 1998; dagli accordi per il risanamento delle banche in crisi alle varie intese sindacali nell’ambito dei processi di fusione e ristrutturazione di aziende e gruppi; dalla definizione del contratto unico dei bancari (maggio 1999) al «Protocollo sulla responsabilità sociale delle banche» (giugno 2004); dalle analoghe, complesse vertenze che hanno attraversato il settore assicurativo alle delicate vicende delle aziende esattoriali, l’attività sindacale ha dovuto farsi carico di responsabilità spesso poco piacevoli per i lavoratori, indispensabili però ad una loro più efficace tutela. Non è un caso se la fuoriuscita di decine di migliaia di persone dal circuito produttivo sia avvenuta – soprattutto grazie allo strumento del «Fondo di solidarietà» – senza le traumatiche misure purtroppo usuali in tutti gli altri settori lavorativi. Dalla metà degli anni settanta si sono succeduti alla guida della FIBA Lombardia: Gianfranco Crestetto, Emilio Amigoni, Romano Guerinoni, Pierluigi Ramponi, Giuseppe Orizio, Fiorella Morelli ed Andrea Zoanni. Per ulteriori approfondimenti, a cura della FIBA Lombardia è stata pubblicata la Storia della nostra Organizzazione, in modo ampio ed approfondito, con particolare riguardo al settore bancario ed assicurativo, ma inserita nell’ambito più generale della storia politica e sindacale del nostro Paese. Rinviamo pertanto a: la «Storia della Fiba Cisl» dal 1944 al 2006 (sei «quaderni» usciti fra il 2007 ed il 2009); un’opera fortemente voluta dalla FIBA Regionale per consegnare al futuro dell’organizzazione la memoria di un passato di difficile, contrastante ma orgoglioso impegno sindacale. 17 I VALORI, LA MISSIONE, LE STRATEGIE 1. I valori La Fiba si richiama ai valori della Cisl: solidarietà e giustizia sociale, pluralismo e democrazia interna, autonomia da partiti e governi, partecipazione e democrazia economica, pragmatismo nelle soluzioni, ruolo della società civile nella vita del Paese, privilegio della via negoziale su quella legislativa. Il nostro Sindacato non ha scelto opzioni ideologiche a priori, ma parte dalla realtà per modificarla: la struttura di base, su cui poi poggia tutta l’organizzazione, è la Sas, Sezione Aziendale Sindacale. 2. La missione L’articolo 3 dello Statuto definisce i compiti della Federazione Nazionale, nonché dei diversi livelli della Federazione a livello periferico (Regionale e Territoriale). A livello nazionale, la Federazione: • elabora contributi specifici per determinare le scelte della Cisl, rispetto sia alla politiche sindacali contrattuali che alle politiche di riforma sociale, con particolare riguardo al sistema finanziario e assicurativo • ricerca e realizza il massimo di omogeneità nelle condizioni di lavoro normative e retributive dei lavoratori dei settori che la Fiba rappresenta (bancario,assicurativo, finanziario in genere) • definisce gli indirizzi della politica sindacale, organizzativa e di autofinanziamento • ricerca e sviluppa iniziative finalizzate alla crescita degli associati per una maggiore rappresentatività • promuove una politica di pari opportunità tra uomini e donne, sia all’interno dell’Organizzazione che nei luoghi di lavoro • stipula contratti e accordi, attraverso apposite azioni sindacali • programma e gestisce la formazione sindacale • promuove e coordina attività di ricerca e studio • rappresenta i lavoratori iscritti di fronte alle controparti, ai pubblici poteri e alle istituzioni • aderisce ai sindacati internazionali A livello Regionale, la Federazione elabora e definisce le linee di politica sindacale ed organizzativa di interesse regionale, nel quadro delle politiche Federali e Confederali. In particolare, rappresenta la Fiba nella Cisl Regionale contribuendo all’elaborazione e gestione delle politiche generali sindacali, con riferimento particolare ai propri settori. 3. Le strategie L’autonomia, valore fondante della Cisl, può preservarsi e tradursi in azione organizzativa solo se frutto di un sapere autonomamente elaborato. In questo credono la Cisl e la Fiba da sempre, e da sempre investono e supportano al loro interno attività dedicate allo studio, alla ricerca, alla formazione. Bilancio Sociale 2010 LO STATUTO DELLA FIBA REGIONALE LOMBARDIA 18 Lo Statuto, quale Carta Costituzionale della Federazione, detta le norme relative a: • i principi e le finalità della Federazione • le condizioni per l’iscrizione e la decadenza dalla qualità di iscritto • la rotazione degli incarichi e le incompatibilità • gli organismi, cioè gli spazi dove vengono assunte le decisioni, con relative competenze (Congresso, Consiglio Generale, Comitato Esecutivo, Segreteria, Collegio dei Sindaci) • la rappresentanza legale • finanziamento e patrimonio • le modifiche allo Statuto Lo Statuto della Fiba Lombardia rinvia, inoltre, allo Statuto FIBA Nazionale ed allo Statuto della Confederazione (CISL), oltre ai relativi Regolamenti di attuazione. STRUTTURA ORGANIZZATIVA E GOVERNANCE Il Congresso, a cui partecipano con diritto di voto i delegati eletti dai Congressi Territoriali e senza diritto di voto i Consiglieri uscenti, elegge il Consiglio Generale Regionale composto da: • Componenti eletti; • Componenti di diritto; • Componenti designati. Il Consiglio Generale può cooptare altri componenti nella misura massima prevista dallo Statuto. Il Consiglio Generale elegge il Segretario Generale e su proposta dello stesso, il Segretario Generale Aggiunto (se previsto) e la Segreteria (sulla base dei numeri definiti). Il Congresso del 2009 ha eletto 63 Componenti; il Consiglio Generale Regionale, composto da eletti, designati e di diritto, per effetto di cooptazioni e di cessazioni a diverso titolo, al 31.12.2010 è formato da 65 Componenti. Il Congresso elegge inoltre il Collegio Sindacale (3 componenti effettivi e 2 supplenti), il cui Presidente è eletto dal Consiglio Generale. Il primo Consiglio Generale, che si è tenuto non appena concluso il Congresso, ha eletto il Segretario Generale, il Segretario Generale Aggiunto e 5 Componenti di Segreteria. Dopo l’elezione della Segreteria è stato eletto il Comitato Esecutivo Regionale attualmente formato da 23 componenti in rappresentanza dei Territori. Inoltre sono stati eletti: • I designati di propria spettanza al Consiglio Generale USR; • I designati di propria spettanza al Consiglio Generale Fiba Nazionale; • La Responsabile Donne e politiche di parità; • Il Referente Quadri Direttivi; • Il Referente Promotori Finanziari. 19 GOVERNANCE – SCHEDA RIASSUNTIVA 1) CONGRESSO elegge COMPONENTI ELETTI CONSIGLIO GENERALE REGIONALE composto da COMPONENTI DI DIRITTO COMPONENTI DESIGNATI + eventuali cooptazioni (cfr Statuto) che a sua volta elegge 1. SEGRETARIO GENERALE e su sua proposta 2. SEGRETARIO GENERALE AGGIUNTO 3. LA SEGRETERIA ed elegge pure il COMITATO ESECUTIVO REGIONALE 2) CONGRESSO elegge anche il COLLEGIO SINDACALE Il cui Presidente è eletto dal Consiglio Generale 20 Bilancio Sociale 2010 Organigramma e Funzioni della FIBA Regionale Lombardia Segretario Generale Rappresentanza politica generale e legale Coordinamento segreteria e attività regionale Rapporti con le strutture FIBA e CISL, altri sindacati, associazioni, enti e istituzioni Politica dei quadri sindacali e formazione Politiche culturali e giovanili Donne e politiche di parità Progetti speciali e sperimentali Gestione del personale Bilancio e risorse Segretario Generale Aggiunto * Statuto e regolamento Tesseramento e proselitismo Bilancio sociale e politiche sociali/Responsabilità sociale d’impresa Democrazia economica Terzo settore Comparto assicurativo Appalto *Dal Consiglio Generale del 21 marzo 2011 questo ruolo non è ricoperto. Deleghe Componenti di Segreteria ANAGINA Congedi parentali Handicap e mobbing Consulenze legali, vertenze e conciliazioni Politiche delle sas di complesso e di gruppo Quadri direttivi Equitalia Esodati Ricerca Comunicazione e informazione Politiche organizzative e dei servizi ABI Promotori finanziari Authorities ANIA Parabancario Mercato del lavoro Polizze e prodotti assicurativi Banche di credito cooperativo Previdenza, assistenza e welfare Salute e sicurezza 21 Al fine di rendere efficace ed efficiente la propria azione, la FIBA Lombardia ha articolato la sua struttura interna in dipartimenti, uffici funzionali e strutture organizzate e di coordinamento, che di seguito elenchiamo riportando le specifiche attribuzioni: a) DIPARTIMENTI a1 - Dipartimento Formazione Progettazione, organizzazione, gestione e verifica dei percorsi formativi Supporto a processi regionali ed esigenze territoriali Coordinamento staff formatori Rapporto con strutture formative FIBA e CISL a2 - Dipartimento Organizzativo Amministrazione, contabilità e anagrafe Gestione organizzativa, studi e convegni Rapporto con strutture organizzative FIBA e CISL Economato e servizi Portale Ricevimento e centralino Assistenza segreteria b) UFFICI FUNZIONALI b1 - Ufficio storico Gestione nei corsi di formazione della parte dedicata alla storia del sindacato Pubblicazioni Collaborazione con CISL ed Enti collegati Partecipazione a convegni b2 - Ufficio Legale Primo accostamento ed assistenza alle diverse strutture sindacali, oltre che direttamente ai colleghi, su questioni legali verso gli Studi Legali convenzionati Divulgazione di casistiche e di sentenze significative Approfondimenti normativi di interesse generale Costruzione di una ‘banca dati’ per gli accordi in aziende presenti in Lombardia Bilancio Sociale 2010 c) STRUTTURE ORGANIZZATE e di COORDINAMENTO 22 c1 - Donne e politiche di parità Organizzazione: • incontri periodici per organizzazione del lavoro • raccordo con lo Staff Nazionale per le politiche di Pari Opportunità. Funzioni: • Coordinamento e supporto alle attività dei Territoriali Lombardia. • supporto ed integrazione alle attività di proselitismo della Struttura Regionale e di quelle Territoriali • promozione e organizzazione di Convegni e Seminari relativi alle tematiche di genere • collaborazione con il Dipartimento Formazione Lombardia per promozione e organizzazione Corsi diretti allo Staff e ai Quadri Sindacali su tematiche di “genere e pari opportunità” • consulenza sulle tematiche e normative di “genere e pari opportunità”. • Manutenzione dello spazio riservato alle tematiche di “genere e pari opportunità” sul Portale Fiba Cisl Lombardia c2 - Quadri Direttivi Organizzazione: raccordo con coordinamento nazionale Quadri Direttivi. Funzioni: • coordinamento attività nei Territori della Lombardia. • coordinamento attività di proselitismo. • promozione seminari formativi su “antiriciclaggio” e “mifid”. • consulenza sulle normative riferite ai Quadri Direttivi c3 - Promotori Finanziari Organizzazione: raccordo con coordinamento nazionale Promotori Finanziari. Funzioni: • coordinamento attività nei Territori della Lombardia. • promozione corsi di formazione professionali in collaborazione con Assonova. • coordinamento attività di proselitismo. c4 - Politica dei Quadri Sindacali Organizzazione: coordinamento delle attività e costruzione delle reti tra strutture decentrate piccole. Funzioni: • Offerta di servizi e consulenza alle Strutture Territoriali e ai referenti per la Politica dei Quadri. • monitoraggio degli obiettivi decentrati e dei risultati conseguiti delle Strutture Territoriali. • diffusione delle migliori pratiche, iniziative e risultati realizzati dalle Strutture Territoriali. • Predisposizione di strumenti specifici per la realizzazione della Politica dei Quadri da parte delle Strutture Territoriali. • sostegno ai Quadri Sindacali che raggiungono nuove posizioni di maggiore responsabilità per aiutarli a colmare eventuali fabbisogni formativi e di esercizio di ruolo. 23 I numeri Non solo parole! Bilancio Sociale 2010 Tesseramento, trattenute sindacali e riparto fra le strutture 24 Il tesseramento avviene, di norma, attraverso la modalità della delega sindacale (richiesta di adesione e autorizzazione all’Azienda a trattenere la quota di contribuzione direttamente sulla busta paga mensile). Per particolari casi si utilizza anche la cosiddetta tessera brevi manu attraverso il pagamento della quota in unica soluzione direttamente dal lavoratore o dalla lavoratrice. Le quote di contribuzione sono decise dalla Federazione nazionale e sono pari allo 0,50% della retribuzione (ANAGINA 0,40%) con un massimale mensile diverso per le Aree Professionali, per i Quadri Direttivi e per i Dirigenti. La tessera con pagamento per contanti (cosiddetta brevi manu), utilizzata ad esempio nel settore Assicurativo per i lavoratori e le lavoratrici delle Agenzie in gestione libera (Appalto), ha costi inferiori e definiti dalle Federazioni Territoriali. Il riparto della quota tessera fra i diversi livelli dell’organizzazione prevede quote diverse per il settore credito e quello assicurativo. Le quote a valere dall’1/1/2011 sono le seguenti: FIBA nazionale FIBA regionale FIBA territoriale CISL settore credito 27,10% 9,40% 45,50% 18,00% Tesseramento CREDITO ABI BCC EQUITALIA AUTHORITIES PROMOTORI 12960 1052 227 68 59 settore assicurativo 33,60% 9,40% 39,00% 18,00% 25 Tesseramento ASSICURATIVI DIREZIONALI INA ASSITALIA APPALTO 2012 144 1347 26 Bilancio Sociale 2010 TESSERAMENTO 2010 - REGIONE LOMBARDIA - CREDITO (dettaglio) Territori/Comparti* BERGAMO BRESCIA BRIANZA COMO CREMONA LECCO LEGNANO/MAGENTA LODI MANTOVA MILANO PAVIA SEBINO VALLE CAMONICA SONDRIO VARESE TOTALI ABI BCC 825 1183 714 595 359 475 514 502 721 5347 326 141 382 876 12960 EQUITALIA 81 442 39 73 102 26 15 17 94 147 5 4 4 3 1052 AUTHORITIES 45 18 5 5 18 17 10 7 5 86 55 1 13 8 227 2 68 PROMOTORI TOTALE CREDITO di cui Esodati (**) 22 973 28 12 1655 32 758 36 1 675 44 1 480 10 528 46 529 51 2 528 14 820 34 12 5647 82 1 332 28 145 5 2 403 0 6 893 40 59 14366 450 * si rinvia al paragrafo ‘I comparti contrattuali’ per la relativa declaratoria ** Lavoratori collocati nel fondo di solidarietà fino al raggiungimento del requisito pensionistico TESSERAMENTO 2010 - REGIONE LOMBARDIA - ASSICURATIVI (dettaglio) Territori/Comparti* BERGAMO BRESCIA BRIANZA COMO CREMONA LECCO LEGNANO/MAGENTA LODI MANTOVA MILANO PAVIA SEBINO VALLE CAMONICA SONDRIO VARESE TOTALI DIREZ. * si rinvia al paragrafo ‘I comparti contrattuali’ per la relativa declaratoria INA ASS. APPALTO 24 26 19 12 6 4 1 10 15 31 9 7 2 1 1900 1 3 2 25 15 8 15 2012 20 144 140 129 96 35 15 70 32 26 23 603 39 24 17 98 1347 TOTALE ASSICURATIVI 174 170 146 56 28 76 33 26 26 2528 55 35 17 133 3503 27 2010 CHIUSURA TESSERAMENTO ( raffronto su 2009) TERRITORIO BERGAMO BRESCIA BRIANZA COMO CREMONA LECCO LEGNANO/MAGENTA LODI MANTOVA MILANO PAVIA SEBINO-CAMONICA SONDRIO VARESE TOTALI 2009 1.011 1.652 729 634 480 491 532 538 864 5.671 344 152 411 602 14.111 CREDITO 2010 TOT 973 -38 1.655 3 758 29 675 41 480 0 528 37 529 -3 528 -10 820 -44 5.647 -24 332 -12 145 -7 403 -8 893 291 14.366 255 incr. % -3,76% 0,18% 3,98% 6,47% 0,00% 7,54% -0,56% -1,86% -5,09% -0,42% -3,49% -4,61% -1,95% 48,34% 1,81% 2009 205 217 152 52 28 76 49 26 25 2.531 56 36 19 211 3.683 ASSICURATIVI 2010 TOT 174 -31 170 -47 146 -6 56 4 28 0 76 0 33 -16 26 0 26 1 2.528 -3 55 -1 35 -1 17 -2 133 -78 3.503 -180 incr. % -15,12% -21,66% -3,95% 7,69% 0,00% 0,00% -32,65% 0,00% 4,00% -0,12% -1,79% -2,78% -10,53% -36,97% -4,89% 2009 1.216 1.869 881 686 508 567 581 564 889 8.202 400 188 430 813 17.794 RAFFRONTO 2010 Diff. 1.147 -69 1.825 -44 904 23 731 45 508 0 604 37 562 -19 554 -10 846 -43 8.175 -27 387 -13 180 -8 420 -10 1.026 213 17.869 75 incr. % -5,67% -2,35% 2,61% 6,56% 0,00% 6,53% -3,27% -1,77% -4,84% -0,33% -3,25% -4,26% -2,33% 26,20% 0,42% STORICO TESSERAMENTO ANNO ISCRITTI 2001 16330 2002 16461 2003 16611 2004 16683 2005 16780 2006 17005 2007 17170 2008 17782 2009 17794 2010 17869 L’analisi dell’ultimo anno evidenzia 4 Strutture Territoriali in crescita, 1 stabile e 9 in diminuzione. Si nota una leggera flessione nel Comparto Assicurativo e la crescita significativa di un territorio nel Comparto Credito. Il dato del tesseramento conferma il trend più che decennale di una crescita, contenuta ma costante, testimone del lavoro svolto in modo strutturato e consapevole da parte di tutta l’Organizzazione. Il dato storico complessivo è altresì significativo perché copre un ampio periodo temporale, durante il quale sono avvenute innumerevoli trasformazioni dei nostri settori lavorativi. Bilancio Sociale 2010 28 PRESENZA DONNE DIRETTIVI E SEGRETERIE TERRITORIALI E REGIONALE LOMBARDIA TERRITORIO BERGAMO BRESCIA BRIANZA COMO CREMONA LECCO LEGNANO/MAGENTA LODI MILANO MANTOVA PAVIA SEBINO VALLE CAMONICA SONDRIO VARESE TOTALE REGIONALE LOMBARDIA Nr componenti DIRETTIVI 30 29 15 15 11 13 18 12 52 28 12 4 19 19 277 65 Di cui Nr Donne in DIRETTIVO Nr componenti SEGRETERIE Di cui Nr donne in SEGRETERIA 10 3 1 8 3 1* 5 5 1* 3 3 0 8 4 3* 4 3 1 1 3 0 4 3 1 15 6 3 6 3 1* 4 3 1 1 2 1 4 3 1 4 3 0 77 47 15 (4*) 16 7 2 * Segretario Generale Donna • 24,6% è il dato che identifica la presenza femminile nel Consiglio Regionale (16 donne su 65 consiglieri), numero che sale di 3,2 punti percentuali nei Direttivi Territoriali (77 su 277), organismi alla base della categoria. • Se volgiamo lo sguardo alle Segreterie, troviamo un 28,6% di presenza femminile in quella Regionale (2 su 7) e un 31,9% in quelle Territoriali (15 su 47). • I Segretari Generali donna (4 su 15) rappresentano il 26,7%. Considerando che il totale dei Dirigenti Sindacali donna in Lombardia si attesta invece più in alto, al 38,3%, risulta evidente che i dati dimostrano come anche da noi la presenza femminile decresce significativamente con la progressione degli organismi e che ad un certo livello è solamente garantita dalle regole interne che l’Organizzazione si è data nel tempo. 29 PRESENZA E ETà DIRETTIVI E SEGRETERIE TERRITORIALI E REGIONALE LOMBARDIA TERRITORIO DIRETTIVI BERGAMO 30 BRESCIA 29 BRIANZA 15 COMO 15 CREMONA 11 LECCO 13 LEGNANO/MAGENTA 18 LODI 12 MILANO 52 MANTOVA 28 PAVIA 12 SEBINO VALLE CAMONICA 4 SONDRIO 19 VARESE 19 TOTALE 277 REGIONALE LOMBARDIA 65 0-30 anni 31-40 anni 41-50 anni > 50 anni SEGRETERIA 0-30 anni 31-40 anni 41-50 anni > 50 anni 1 7 11 11 3 0 1 2 0 0 6 12 11 3 0 1 1 1 0 0 6 9 5 0 0 1 4 0 0 10 5 3 0 0 1 2 0 1 7 3 4 0 1 2 1 0 4 3 6 3 0 0 2 1 0 0 9 9 3 0 0 2 1 1 2 3 6 3 0 1 1 1 0 4 20 28 6 0 0 3 3 0 4 13 11 3 0 1 1 1 0 1 4 7 3 0 0 0 3 0 1 0 3 2 0 1 0 1 0 2 7 10 3 0 0 0 3 0 3 6 10 3 0 0 1 2 2 35 111 129 47 0 6 17 24 0 3 32 30 7 0 1 1 5 • Sono 54 i componenti delle Segreterie Territoriali e Regionale e solo 7 hanno meno di 41 anni: 6 su 47 nei Territori (12,8%) e 1 su 7 al Regionale (14,3%). • Nei Direttivi Territoriali la presenza degli under 41 (37 su 277) si attesta ad una percentuale leggermente più alta (13,4) che però si riduce drasticamente al 4,6% in Consiglio Regionale: ciò significa che solo 3 dei 37 Dirigenti Sindacali “under 41” presenti negli organismi Territoriali sono espressi in quello Regionale. Emerge prepotentemente il dato di invecchiamento progressivo del Quadro Sindacale, già significativo dal livello di base: questo dato era già emerso da qualche anno attraverso lo strumento della Politica dei Quadri. 30 Bilancio Sociale 2010 il BILANCIO economico CONSOLIDATO FIBA CISL LOMBARDIA ENTRATE € 1.644.592,94 € 1.647.458,38 CONTRIBUTI CREDITO: ABI, BCC, ESATTORIALI, ESODATI € 1.360.470,65 CONTRIBUTI ASSICURATIVI: ANIA, ANAGINA, APPALTO € 158.892,95 DIVERSE: INTERESSI ATTIVI, STRAORDINARIE, SOPRAVVENIENZE, UTILIZZO FONDI € 125.229,34 USCITE ATTIVITA’ ISTITUZIONALE SINDACALE: SPESE PER ORGANISMI (SEGRETERIA, DIRETTIVI, DIPARTIMENTI, DONNE, QUADRI DIRETTIVI, PROMOTORI FINANZIARI, ECC.); FORMAZIONE E CONVEGNI; PUBBLICAZIONI E PROSELITISMO; COMPARTI CONTRATTUALI; INIZIATIVE E PROGETTI. € 781.438,13 SPESE DI GESTIONE: SPESE GENERALI DI GESTIONE (STIPENDI, AFFITTI E CONDOMINIALI, PULIZIA LOCALI, TELEFONICHE, ENERGIA ELETTRICA, CANCELLERIA, ATTREZZATURE, ASSISTENZA TECNICA E MANUTENZIONI, SPESE GENERALI, SISTEMA INFORMATICO, PREMI ASSICURATIVI); SPESE DIVERSE (INTERESSI PASSIVI, ONERI BANCARI, SOPRAVVENIENZE PASSIVE,IMPOSTE E TASSE). € 736.916,76 ACCANTONAMENTI E AVANZI: ACCANTONAMENTI A FONDI; AVANZI DI GESTIONE. € 129.103,49 Le maggiori uscite sono determinate dallo sbilancio contabile di 2 territori, tale sbilancio e’ gia’ stato ripianato nei primi mesi dell’anno 2011. 31 ENTRATE CREDITO BERGAMO BRESCIA BRIANZA COMO CREMONA LECCO LEGN/MAG LODI MANTOVA * MILANO PAVIA * SEBINO VC SONDRIO VARESE LOMBARDIA TOTALE ASSICURATIVI 112.678,49 133.305,83 43.989,46 45.606,79 39.077,59 39.362,91 34.600,41 44.248,63 70.982,91 446.371,95 23.770,22 10.149,00 31.359,66 52.638,00 232.328,80 1.360.470,65 DIVERSE 5.796,74 5.109,52 3.446,81 2.326,28 840,47 2.085,00 90,98 441,80 670,98 103.033,93 589,55 1.145,89 510,00 5.205,00 27.600,00 158.892,95 TOTALE 10.871,83 28.295,99 14.936,19 5.472,56 5,19 7.160,00 4.075,83 669,33 4,48 34.261,49 149,51 1.765,00 16.710,00 851,94 125.229,34 129.347,06 166.711,34 62.372,46 53.405,63 39.923,25 48.607,91 38.767,22 45.359,76 71.658,37 583.667,37 24.509,28 11.294,89 33.634,66 74.553,00 260.780,74 1.644.592,94 *Sbilancio d’esercizio ripianato nei primi mesi 2011 uscite BERGAMO BRESCIA BRIANZA COMO CREMONA LECCO LEGN/MAG LODI MANTOVA * MILANO PAVIA * SEBINO VC SONDRIO VARESE LOMBARDIA TOTALE ATTIVITA’ ISTITUZ. SIND. SPESE DI GESTIONE ACCANT. E AVANZI TOTALE 76.985,79 41.106,48 11.254,79 95.695,99 50.960,11 20.055,24 17.959,79 18.199,15 26.213,52 16.899,70 29.373,94 7.131,99 16.821,40 8.377,52 14.724,33 12.455,00 34.552,91 1.600,00 26.324,83 10.947,43 1.494,96 8.897,67 31.655,84 4.806,25 20.149,90 52.814,84 300,00 269.274,11 300.820,52 13.572,74 18.612,42 7.155,93 7.744,89 3.350,00 200,00 15.884,19 15.549,42 2.201,05 33.024,00 41.529,00 144.708,45 90.523,67 25.548,62 781.438,13 736.916,76 129.103,49 *Sbilancio d’esercizio ripianato nei primi mesi 2011 129.347,06 166.711,34 62.372,46 53.405,63 39.923,25 48.607,91 38.767,22 45.359,76 73.264,74 583.667,37 25.768,35 11.294,89 33.634,66 74.553,00 260.780,74 1.647.458,38 Bilancio Sociale 2010 LE RISORSE CEDOLARI 32 L’attività sindacale è un diritto garantito dalla Costituzione, regolamentato dalla Legge 300 del 1971 e, nel nostro caso, si traduce in permessi sindacali che rivengono da accordi specifici tra le parti sociali. Le “risorse cedolari” sono dunque lo strumento regolatore delle agibilità sindacali che permettono al singolo rappresentante di svolgere l’attività durante l’orario di lavoro. In pratica si tratta di permessi orari, frazionati in quarti d’ora, regolati da accordi con le parti datoriali. Il criterio comune per la sua assegnazione alle diverse Organizzazioni Sindacali, ancorché calcolato in modo diverso da ogni Associazione Datoriale, è legato alla rappresentatività (numero di iscritti) espressa da ogni Sindacato. Il dato complessivo delle risorse cedolari viene calcolato periodicamente e quindi varia tempo per tempo nella sua quantità. La FIBA distribuisce al suo interno le suddette risorse secondo un regolamento approvato a livello nazionale. Una parte di queste risorse è assegnata alla CISL nel caso in cui i nostri quadri sindacali operino direttamente in Confederazione. Nell’anno 2010, per il comparto ABI la nostra struttura regionale ha usufruito di 7.037 ore, per il comparto ANIA di 6.623 ore e per il comparto BCC di 5.304 ore. A queste risorse si sono aggiunte altre 1.911 ore nel comparto ABI per finanziare progetti di crescita organizzativa e per sostenere la solidarietà tra i nostri Territori. Per meglio precisare la distribuzione delle risorse cedolari nella FIBA in Lombardia è bene chiarire che nel comparto ABI si devono considerare anche le ore direttamente destinate a tutti i Territori ed alle principali SAS di Complesso bancarie, mentre nel comparto ANIA vanno aggiunte le ore di competenza diretta del Territoriale di Milano ed il loro calcolo complessivo per la Regione tiene conto anche della rappresentatività nell’appalto assicurativo, proprio per sostenere l’attività sindacale verso le fasce più deboli della nostra rappresentanza. Invece nel comparto delle BCC non vi sono ore aggiuntive perché nel Credito Cooperativo l’attività di secondo livello è regionalizzata. Come FIBA Lombardia abbiamo utilizzato le agibilità sindacali sia per le attività direttamente di nostra competenza (Segreteria, Dipartimenti, Strutture organizzate, Uffici funzionali) sia per il sostegno ai Territori, alle SAS ed ai Gruppi nelle Aziende, in funzione di progetti di proselitismo e di iniziative specifiche. Del totale di 20.875 ore disponibili, 8.768 ore (pari al 42%), sono state utilizzate direttamente dalla Struttura Regionale e 12.107 ore (pari al 58%) a sostegno di Territori e SAS. La relazione sociale La natura del servizio Bilancio Sociale 2010 34 PREMESSA: il processo di “stakeholders’ engagement” Il termine ‘stakeholder’ viene spesso usato in modo automatico, generico, acritico. Il processo di identificazione è spesso controverso e sottoposto ad una serie di interpretazioni fra cui quella strategica (essenzialmente finalizzata al mantenimento e sviluppo degli equilibri aziendali nel lungo periodo), etica (fondata sui diritti morali dei portatori di interessi convergenti l’ente) e descrittiva (la quale si limita a descrivere il comportamento degli stakeholder). Vi è inoltre un ampio dibattito sull’attribuzione del ‘peso specifico’ dei vari stakeholder e delle loro ‘interrelazioni’. Non è nostra pretesa quella di fornire ‘una’ definizione di stakeholder: in seguito verrà proposto un elenco di ‘portatori di interessi’ e si cercherà di delineare le interrelazioni con la nostra Organizzazione. Più che ‘definire’ si ritiene opportuno sottolineare che essi costituiscono – ai fini informativi – il punto di partenza ed al tempo stesso il punto di arrivo del processo. Il Sindacato non opera nel ‘deserto’, non può quindi non tenere conto delle molteplici componenti sociali/lavorative ma deve operare in accordo ed in armonia con le stesse. Il fattore (critico) di successo della sua attività risiede proprio nella sapiente gestione dell’equilibrio fra le istanze delle parti, costituite dai gruppi di interesse che interagiscono con esso ed ai quali esso è strettamente legato (si pensi alla problematica delle ‘relazioni industriali’). Gli stakeholder sono quindi non solo destinatari e dunque un punto di arrivo, ma anche coprotagonisti, cioè un punto di partenza. Fondamentale al riguardo è il concetto dell’inclusione: occorre coinvolgere tutti gli stakeholder che influenzano e/o sono influenzati dall’Organizzazione ed inserire tutte le informazioni ritenute utili per consentire ad essi di valutare i risultati sociali, economici ed ambientali dell’Organizzazione. Tutto ciò permette al Sindacato di maturare strategie più adeguate alle loro esigenze e foriere di sviluppo sul piano dell’erogazione dei servizi (sociali). Alla luce di ciò, il Bilancio Sociale stimola un processo di qualificazione dei processi strategici e di governance. 35 MAPPA STAKEHOLDER FIBA REGIONALE LOMBARDIA La rappresentazione grafica del rapporto tra l’Organizzazione e gli stakeholder è naturalmente frutto di una semplificazione, finalizzata a rendere più immediata la percezione dell’intensità delle relazioni che legano la FIBA ai suoi interlocutori. Non si tratta tuttavia di una graduatoria, tanto meno di una classifica tra interlocutori di serie A o di serie B, ma è piuttosto il frutto di un’osservazione oggettiva e di un’analisi quanto mai attenta della reale consistenza, frequenza e intensità di tali relazioni. Tra le tante possibili rappresentazioni della mappa degli stakeholder è stata dunque scelta quella che li distingue tra primari e secondari per il semplice motivo che si è ritenuta più idonea a chiarire la portata delle reciproche influenze e che presenta una fotografia più realistica della vita dell’organizzazione. Va altresì precisato che, proprio per il loro legame con il contesto attuale, tali relazioni sono suscettibili di evolversi e modificarsi nel tempo. Generazioni future Ambiente Iscritti Controparti Fornitori Fiba territoriali Fiba nazionale Associazioni datoriali Fiba regionale SAS regionali Cittadini Sistema regionale CISL Dipendenti e consulenti Federazioni sindacali Enti pubblici di categoria Enti no profit Mass-media MAPPA STAKEHOLDER FIBA TERRITORIALI LOMBARDIA Mentre l’individuazione degli stakeholder Regionali è frutto di disamina e riflessione svolta all’interno del gruppo di lavoro (composto da rappresentanti della Fiba regionale stessa), la mappa delle Fiba Territoriali è nata da un’indagine condotta su scala decentrata Comunità locale Ambiente volta a sondare quali fossero gli interlocutori che i Territori stessi Federazioni avvertissero come centrali nel proprio operato. Il risultato non è Iscritti sindacali dunque un’elaborazione a tavolino, ma una ragionata e ragionedi categoria vole sintesi di quanto segnalato dalle sedi locali, con la consapeFiba regionale Sistema Territori Controparti territoriale volezza che, spostandosi anche di pochi chilometri, le dinamiche Mass-media Fiba CISL possono mutare e l’individuazione degli interlocutori non necesFiba nazionale SAS territoriali sariamente risultare convergente. Complessivamente, e con le doSAS complesso vute differenze, si può comunque notare una certa coerenza tra Enti no profit quanto segnalato ai due diversi livelli (quello Regionale e quello Enti pubblici Territoriale); anche per il Territorio valgono dunque le considerazioni sopra svolte. Si segnala come le generazioni future restino sullo sfondo in entrambi i contesti, ma non quale sintomo di marginalità, al contrario, per evidenziare come sia proprio ai giovani e al loro benessere cui tende l’organizzazione, a qualunque livello, nel proprio agire e nel definire le proprie politiche. Generazioni future Bilancio Sociale 2010 ATTIVITA’ POLITICHE E ORGANIZZATIVE 36 La FIBA CISL Lombardia ha caratterizzato la propria azione politica e organizzativa in sintonia con l’art. 5 dello Statuto Regionale, che, nei diversi commi che lo compongono, prevede in maniera dettagliata la costruzione e la gestione delle linee Regionali all’interno di un più ampio riferimento Federale e Confederale. In particolare, segnaliamo le attività di proselitismo, di politica dei Quadri Sindacali, di formazione, di informazione, di elaborazione contrattuale, di sostegno ai Territori e alle SAS, di rappresentanza verso la FIBA Nazionale e la CISL Regionale. Per il dettaglio delle attività si rimanda agli opuscoli della collana “I quaderni Fiba Cisl Lombardia”, all’interno della quale sono cronologicamente elencate tutte le iniziative svolte in ogni biennio. Le attività del 2010 sono riportate nel quaderno che riepiloga il periodo post Congresso da aprile 2009 a maggio 2011. I COMPARTI CONTRATTUALI La contrattazione rappresenta l’attività principale per un’Organizzazione Sindacale. Nei settori Credito/Assicurazioni esistono diversi Contratti Nazionali, ciascuno dei quali trova il proprio ambito di applicazione in riferimento alle aziende del settore. Dalla Contrattazione Nazionale discendono i demandi per la Contrattazione Integrativa Aziendale e/o di Gruppo. Per esercitare al meglio il proprio ruolo contrattuale la Fiba Cisl si è strutturata in Comparti Contrattuali attraverso la formazione di specifici gruppi di lavoro che operano per la predisposizione delle piattaforme per il rinnovo dei Contratti. COMPARTI CREDITO ABI (Associazione Bancaria Italiana) • L’associazione delle banche ha una sede Regionale a Milano ma non esercita attività contrattuale in quanto la materia è demandata solo a livello Nazionale. Il confronto si basa quindi prevalentemente su temi locali che attengono al dirimere cause di lavoro, conciliazioni, problematiche connesse ad istituti di istanza Regionale, convegni. BCC (Banche di Credito Cooperativo) • La Federazione Regionale delle Banche di Credito Cooperativo è invece la struttura deputata al confronto sindacale; con essa abbiamo un costante dibattito, dovuto alla caratteristica intrinseca del movimento cooperativo che prevede nel Regionale il suo secondo livello contrattuale con le applicazioni gestionali quotidiane EQUITALIA (Riscossione tributi) • La riscossione tributi è in costante evoluzione e segue le linee della sede Nazionale. AUTHORITIES • Non è presente a livello Regionale e non viene svolta contrattazione decentrata 37 COMPARTI ASSICURATIVI ANIA (Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici) • Come ABI l’associazione delle assicurazioni ha una sede Regionale nel capoluogo, ma non esercita attività contrattuale, in quanto la stessa è demandata solo al livello Nazionale, quindi i contatti locali sono molto contenuti causa un forte accentramento dell’attività. ANAGINA (Associazione Nazionale Agenti Generali-INA Assitalia) • Non è presente a livello Regionale, ma c’è un rapporto sindacale diretto con le singole Agenzie associate. APPALTO (Agenzie in gestione libera) • L’Associazione di rappresentanza SNA/Unapass non è presente a livello regionale, ma c’è un rapporto sindacale diretto con le singole Agenzie associate. Solo con l’ultimo CCNL (firmato nel 2011) è prevista la possibilità di raggiungere intese/accordi a livello decentrato. Nell’anno 2010 la FIBA Cisl Regionale Lombardia ha partecipato alla prima edizione della “Fiera della Contrattazione” organizzata dall’USR Cisl Lombardia, nella quale ha gestito un proprio stand mettendo in evidenza le proprie esperienze di contrattazione decentrata e di accordi contrattuali riguardanti in particolare la nostra Regione. La Fiera è stata l’occasione per confrontarsi con le altre Federazioni di Categoria della CISL Lombarda sui temi della contrattazione articolata e decentrata, sia aziendale che territoriale. LA FORMAZIONE SINDACALE Ruolo della formazione nell’Organizzazione Sindacale La formazione accompagna l’Organizzazione nel raggiungimento dei propri obiettivi, sviluppando i processi e le competenze che permettono di perseguire le finalità generali, in linea con i valori e, nel caso del Sindacato, le attese dei lavoratori. La formazione non è avulsa dal contesto organizzativo. La formazione che viene analizzata è quella Sindacale, intesa come formazione per Quadri e Dirigenti del Sindacato, quindi Quadri di base (Delegati Rappresentanti Sindacali in azienda), Quadri intermedi (Operatori a tempo pieno sia in azienda che nella struttura Confederale) e Dirigenti. La formazione Sindacale è da distinguersi dalla formazione professionale, per la quale esistono apposite agenzie formative esterne di emanazione Sindacale, e dalla formazione che viene progettata e realizzata per chi lavora nei servizi di assistenza fiscale (Caaf ) o di assistenza sociale (Patronati) e dalla formazione promossa dal Fondo Banche e Assicurazioni. E’ quindi una formazione che lega la propria funzione alla Politica dei Quadri o, in un linguaggio più manageriale, alla gestione delle risorse umane. Per la Fiba, la formazione dei Dirigenti Sindacali è parte fondamentale dell’azione organizzativa ed è intesa come un processo continuo di crescita umana, culturale e professionale, volta allo sviluppo delle competenze come richiesto ad una moderna Organizzazione di rappresentanza. E’ l’attività strategica sulla quale basare la promozione, la selezione, ed il ricambio delle Dirigenze Sindacali realizzando così un’adeguata Politica dei Quadri. L’azione formativa si sviluppa integrando sinergicamente gli interventi didattici dei vari livelli dell’Organizzazione (Nazionale, Re- Bilancio Sociale 2010 38 gionale e Confederale CISL), affinché il processo di formazione sia il più possibile adeguato alle esigenze di crescita culturale e professionale dei dirigenti sindacali. Come previsto dallo Statuto nazionale, all’articolo 37, “spetta al Sindacato Regionale promuovere, in collaborazione con la Federazione Nazionale e l’Unione Sindacale Regionale, la programmazione di una adeguata e costante Politica dei Quadri, la formazione ed il percorso di crescita degli stessi, l’attività di ricerca, di studio e informazione allo scopo di rafforzare le strutture e migliorarne la funzionalità”. Per rispondere al meglio a questo compito nel 2001 venne creato in Fiba Lombardia il Dipartimento Formazione come forma organizzativa che meglio rispondesse ai bisogni della nostra Organizzazione e di tutti i Quadri Sindacali. La scelta congressuale di costituire il Dipartimento, l’individuazione di un responsabile che seguisse l’attività formativa con adeguate risorse, permette di asserire che tale scelta ha prodotto un aumento dell’efficacia e dell’efficienza dell’offerta formativa. Il Dipartimento Formazione è coordinato dal Responsabile, che si avvale di uno staff di formatori sindacali, attualmente quattro Dirigenti Sindacali, quotidianamente impegnati in azienda, ma che si attivano a fronte dei progetti previsti tempo per tempo. L’offerta formativa trova la sua rappresentazione in un piano formativo che mette ancora al centro la formazione di base, ma che punta molto ad uno sviluppo delle competenze dei Quadri Sindacali, nell’ottica della formazione continua, per arrivare allo sviluppo ed all’aggiornamento della dirigenza sindacale delle strutture Regionale e Territoriali. L’obiettivo generale è quindi la valorizzazione dei quadri presenti nell’Organizzazione, tutti i Quadri, in stretta relazione con il Referente della Politica dei Quadri. L’offerta formativa Le aree di intervento agiscono sulla: - formazione di primo livello, che prevede l’acquisizione di competenze di base per nuovi Delegati Sindacali, nelle tre aree: conoscenze, abilità e consapevolezza di ruolo; - formazione di secondo livello, che ha come obiettivo l’acquisizione di competenze più specialistiche , come analisi organizzativa, analisi di bilancio, sviluppo abilità negoziali; - formazione di aggiornamento e specializzazione, su temi specifici, come welfare, responsabilità sociale d’impresa, mercato del lavoro e rappresentanza. Il piano è composto da più progetti formativi, che indicano il livello ed i corsi correlati ai fini di un percorso di sviluppo utile sia al Dirigente Sindacale che ai suoi Responsabili Sindacali Territoriali o di Coordinamento Sindacale Aziendale. Accanto a questa formazione strutturata, rimane il lavoro con i singoli Territori o con altre Regioni. 39 ATTIVITà SVOLTA DAL DIPARTIMENTO FORMAZIONE DAL 01/01/2010 AL 31/12/2010 TITOLO DEL CORSO LIVELLO EDIZIONE LUOGO DURATA GG 1 “LE FORMICHE SOGNANTI” CB NR Milano 4 2 “LE FORMICHE A PAVIA” CB NR Pavia 1 3 “LE FORMICHE A CONTRATTO” CB R Castelnuovo del Garda 3 4 “LE FORMICHE A CONTRATTO” CB NR Milano 3 5 “ASCOLTO E COMUNICAZIONE CB NR Milano 6 INTERPERSONALE” 6 “UN PROGETTO PER IL PROSELITISMO” (1) CA R+NR Milano + Erba 7 7 “CORSO PC” CB NR Milano 2 (2) 8 “LA VUELTA LOMBARDA” CA R Castelnuovo del Garda 3 9 “GALASSIA CISL” CB NR Busto Arsizio 1 CB=base NR = non residenziale CA=avanzatoR= residenziale (1) corso intercategoriale, in collaborazione con UST Milano (2) per coordinamento BCC Lombardia PARTECIPANTI PER TERRITORIO TERRITORI MILANO BRESCIA CREMONA BERGAMO MANTOVA MONZA LECCO LODI PAVIA VARESE N. PARTECIPANTI 78 6 5 4 1 6 4 1 14 10 PARTECIPANTI Donne 66 Uomini 63 Totale 129 DATE NR PARTECIPANTI 13/14 gennaio + 28/29 gennaio 14 09-feb 11 8/10 marzo 27 24/26 marzo 14 3 ediz. 15/16 aprile; 10/11 maggio; 32 18/19 maggio 29/30 sett + 1 ott; 14/15 ott; 28/29 ott. 3 19 + 26 ottobre 9 24/26 novembre 10 16-nov 9 Bilancio Sociale 2010 LA FIBA LOMBARDIA E LE PARI OPPORTUNITà 40 Il Coordinamento Donne della FIBA Lombardia, direttamente coinvolto nel progetto del “Bilancio Sociale”, ha proposto di inserire le questioni relative alle “pari opportunità” nel più ampio contesto della rendicontazione sociale. Questo, “in primis”, per il diffuso convincimento che il “genere” non sia una questione da trattarsi in “altro modo”, come parte a se’ stante, e per questo – si permetta il bisticcio di parole – distante! Siamo quindi fortemente convinti della validità del principio del “mainstreaming”, che vede l’ottica di “genere” completamente inserita nella vita quotidiana di ogni espressione sociale, politica, aziendale, associativa e quindi anche sindacale. Seguendo il principio esposto, era per noi naturale che la questione “pari opportunità” si inserisse, quale “Leitmotiv”, all’interno della struttura del Bilancio Sociale. Tale approccio ha però comportato la necessità di rivedere i dati in nostro possesso, di rielaborarli per opportuna integrazione nel documento; per alcuni dati di difficile ricostruzione abbiamo gettato le basi perché Territori e Regione si attrezzassero per il futuro. Un quesito sorge spontaneo all’inizio di un simile approfondimento: perché in più punti della trattazione inserire la “questione genere”, specificando la presenza delle donne in un Bilancio Sociale? La risposta sta nella verifica empirica, confermata dai numerosi studi a livello Nazionale ed Europeo (ma non solo): il carico di lavoro e di attività extralavoro non è distribuito in modo equanime tra i due sessi, generando alle donne maggiori difficoltà nella gestione del lavoro in azienda e dei carichi familiari. Dalla constatazione di queste disparità e da una cultura sociale ed organizzativa del lavoro che solo recentemente ha iniziato a considerare questo “stato di fatto” nasce il bisogno di implementare azioni mirate al genere femminile che rispondano alle specifiche esigenze appunto “di genere”! Ogni struttura della nostra Organizzazione ha ben presente tutto questo e cerca in diversi modi di rispondere con positive azioni culturali, contrattuali e sindacali a questa particolare domanda. Era giusto quindi “evidenziare” ciò che la FIBA a livello Regionale aveva in questi ultimi anni pensato e fatto nei confronti delle donne in ogni ambito del suo agire, dalla formazione ai convegni, dalla partecipazione attiva a ruoli sindacali di responsabilità alla valorizzazione dei talenti femminili. Attraverso una lettura “di genere” dell’azione sindacale si è riusciti ad essere più coscienti (in termini anche di consapevolezza) di quello che stiamo facendo, più convinti dell’utilità della nostra azione: in questo senso è stato fatto un Bilancio Sociale consuntivo su questo tema in modo “trasversale”, prodromico al processo di verifica dei punti di forza e di debolezza della nostra attività nel quotidiano a favore di chi rappresentiamo, nella considerazione delle specificità apportate da ciascuno. 41 LA FIBA LOMBARDIA PER IL SOCIALE E L’AMBIENTE La Fiba Cisl Lombardia ha caratterizzato la propria attività a favore del “sociale” attraverso contributi a carattere benefico e solidaristico e attraverso la propria partecipazione diretta ad iniziative con caratteristiche specifiche. Nell’anno 2010 sono stati elargiti i seguenti contributi: • € 250,00 a ISCOS CISL • € 1.029,57 a SOLIDARIETA’ POPOLAZIONI TERREMOTATE HAITI • € 1.000,00 a FONDO FAMIGLIA LAVORO DELLA DIOCESI AMBROSIANA • € 1.265,00 a POILON ONLUS Per quanto attiene la partecipazione diretta ad iniziative specifiche vanno citate: • “Fa’ la cosa giusta” a Milano, gestendo una parte dello stand della CISL Lombardia. In quell’occasione abbiamo promosso il manifesto per la riforma dei mercati finanziari, sottoscritto da molte Associazioni della società civile: ‘Riformiamo la finanza per un’economia civile e solidale’. • “Terrafutura” a Firenze; • “Festival dell’economia” a Trento. La Fiba Cisl Lombardia ha poi dato vita dal mese di aprile 2010 ad una propria newsletter sui temi etico sociali dal titolo fiba@lfuturo. Nel 2010 sono usciti sei numeri. La Fiba Cisl Lombardia è socio di Banca Etica e dall’anno 2009 ha progressivamente aumentato la propria quota di partecipazione. La Fiba Cisl Lombardia ha attivato n. 72 abbonamenti alla rivista “Valori” intestandoli direttamente ai componenti del Consiglio Generale e del Collegio Sindacale. Per quanto riguarda l’ambiente, la Fiba Cisl Lombardia si è fatta carico di una serie di azioni denominate “buone pratiche”: • utilizzo di penne e matite in materiale riciclato; • carta per fotocopiatrice e stampanti riciclata ed ecologica certificata; • progetto “la Fiba ricicla” che promuove nella Sede di Via Tadino la raccolta differenziata (carta, plastica e vetro); • progetto “la Fiba usa e… non getta” grazie al quale tutti coloro che lavorano presso la sede sono stati dotati di tazza da caffè, cucchiaino, bicchiere, saponetta ed asciugamano da utilizzare al posto del materiale ‘usa e getta’. La Fiba Cisl Lombardia ha inoltre attivato un contratto con la Cooperativa Chico Mendes per la fornitura di caffè “equo e solidale” in cialde da consumarsi con l’apposita macchina presso la sede. Inoltre è stato sostituito il contratto di fornitura di acqua minerale con un nuovo contratto con una società indicata dalla Cooperativa Chico Mendes – società che fornisce acqua in boccioni riciclabili. Abbiamo fatto applicare alle finestre degli uffici delle pellicole antisolari in grado di ridurre dal 30 al 50% i costi per l’impianto di raffreddamento (con conseguente beneficio per l’ambiente). Da ultimo è opportuno rilevare che la Fiba Lombardia ha promosso la sostituzione della Caldaia per il riscaldamento (alimentata a gasolio) con caldaia a gas a condensazione, che garantisce maggiori risparmi in termini economici e soprattutto maggiori benefici all’ambiente oltre all’applicazione di valvole termostatiche su ogni calorifero. La scelta è stata fatta anche se per la nostra organizzazione non sono previsti benefici in termini fiscali (la nota riduzione fiscale del 55% per risparmio energetico). La Fiba in Lombardia I territori Coinvolgere ed essere coinvolti Bilancio Sociale 2010 44 45 IL TERRITORIO E GLI ISCRITTI (dati 2010) TERRITORI N° ISCRITTI Bergamo 1147 Brescia 1825 Brianza 904 Como 731 Cremona 508 Lecco 604 Legnano-Magenta 562 Lodi 554 Mantova 846 Milano 8175 Pavia 387 Sebino-Vallecam 180 Sondrio 420 Varese 1026 DAI TERRITORI Nei primi mesi del 2011 a ciascuna struttura territoriale è stato consegnato un questionario, con il quale si è inteso sondare alcuni aspetti relativi all’organizzazione e all’attività svolta nelle singole realtà locali. Il questionario si concentrava su: rappresentatività dell’Organizzazione nel Territorio; presenza e ruolo femminile tra gli iscritti; attività formative e iniziative di proselitismo svolte nel corso dell’anno; punti di forza ed eventuali criticità riscontrate nel Territorio. Ricordiamo che i Territori nei quali è organizzata la FIBA a livello lombardo sono 14 e che i dati si riferiscono all’anno 2010. Per evitare un lungo elenco di domande e risposte abbiamo ritenuto più opportuno operare una sintesi delle risposte stesse, in modo da fare emergere i dati e gli aspetti più significativi. Tra quelle poste, due domande si sono focalizzate sul ruolo della donna all’interno dell’Organizzazione. Una prima domanda ha indagato, rispetto al numero degli iscritti, quante donne rivestono nelle aziende delle FIBA dei Territori una posizione di Quadro Direttivo. La risposta non è complessivamente molto positiva: la media è solo del 10,1%. Più incoraggiante, benché anch’essa migliorabile, la risposta alla seconda domanda, vale a dire quante donne ricoprono il ruolo di Dirigenti Sindacali rispetto al totale degli stessi. In questo caso le donne raggiungono quasi il 38,3%. Sempre relativamente alla posizione femminile nell’Organizzazione, si è notato che in media circa l’11% degli iscritti ha un contratto di lavoro part-time, di cui il 95% sono donne. Si discosta solo il Territorio di Milano dove, su un 14,8% di part-time ‘solo’ il 58% è ascrivibile alle donne, mentre gli uomini con contratto part-time sono il 42% (questo dovuto alla massiccia presenza di call-center aziendali con grande presenza di contratti a part-time e a tempo determinato). Bilancio Sociale 2010 46 Una quarta domanda richiedeva l’indicazione dei percorsi formativi svolti nel 2010 dai Territori, al di fuori di quanto gestito dalla FIBA Regionale. I dati emersi sono interessanti e positivi, perché dimostrano vitalità e dinamismo sul fronte formativo anche a livello locale. Fermo restando la titolarità della Formazione alla Struttura Regionale, inserita nel programma nazionale di Formazione Integrata, nei diversi Territori si sono svolti percorsi formativi organizzati principalmente attraverso le UST. Ecco alcuni esempi: Bergamo ha organizzato due corsi, di cui uno dedicato proprio alla costruzione del primo Bilancio Sociale territoriale e uno per nuovi Dirigenti Sindacali; i Territoriali di Brescia, Como, Lecco, Sondrio e Varese, hanno partecipato a progetti formativi organizzati dalle proprie UST CISL; Cremona ha iscritto un proprio Dirigente Sindacale ad un corso sulla previdenza complementare organizzato dall’Università Cattolica; Lodi ha partecipato ad un corso sulla busta paga organizzato dal Gruppo Banco Popolare; Milano, oltre ad un corso con la propria UST, ha partecipato ad uno proposto dall’USR CISL Lombardia, ad uno della Cisl Confederale ed ha organizzato direttamente alcuni momenti formativi per nuovi Dirigenti Sindacali. Complessivamente, oltre ai partecipanti ai corsi di formazione organizzati dalla struttura regionale, altri 145 Dirigenti Sindacali hanno preso parte a queste iniziative (77 uomini e 68 donne). Seguiva poi una domanda sulle esperienze, condotte a livello locale, nell’ambito della contrattazione/concertazione e del proselitismo/informazione. Mentre queste ultime sono abbastanza diffuse in tutti i territori, quelle di concertazione/contrattazione sono presenti un po’ a macchia di leopardo nelle realtà decentrate, spesso anche per l’assenza di banche locali con le quali è attiva la contrattazione (è il caso segnalato da Lodi). L’ultimo quesito voleva essere un’occasione per i territori di evidenziare le peculiarità, positive e negative, della propria specifica esperienza locale. C’è chi lamenta la frammentazione delle realtà aziendali nel territorio, con la conseguente difficoltà di disporre di un numero di operatori che possano muoversi su vaste aree per tenere i contatti con gli iscritti, e chi sottolinea le ricadute sui rapporti sindacali derivanti dalla difficoltà delle singole SAS a mantenere relazioni aziendali locali in quanto le stesse sono demandate a livello di gruppo (bancario o assicurativo). La forte concorrenza con le altre Organizzazioni Sindacali e il calo dell’occupazione in conseguenza della crisi sono altre peculiarità più volte segnalate, unitamente ad una sempre meno coinvolgente attività di contrattazione. Tra gli aspetti positivi relativi all’Organizzazione, vengono da alcuni evidenziati: la coesione del gruppo dirigente, l’intercambiabilità dei ruoli, la disponibilità al volontariato, il rapporto capillare e costante con gli iscritti. La parola agli stakeholder Oltre il giardino Bilancio Sociale 2010 48 Interviste e riflessioni dei nostri interlocutori Al fine di iniziare quel percorso più volte citato di ‘stakeholders’ engagement’ si è ritenuto opportuno proporre un ‘primo’ questionario ad alcuni stakeholder ritenuti rappresentativi - in quanto portatori di specifici differenti interessi – ma sempre ‘convergenti’ alla nostra Organizzazione sindacale. Non abbiamo intervistato lo stakeholder ‘iscritto’ perché, pur rappresentando per l’Organizzazione Sindacale, a qualsiasi livello, l’interlocutore primario, visto il ruolo della Fiba Regionale, lo stesso non rappresenta un interlocutore diretto, quale è invece per lui il Sindacato Territoriale. Riportiamo di seguito, unitamente alle sollecitazioni operate, le loro risposte. Ringraziamo i nostri interlocutori per la loro disponibilità, nell’ottica di un sempre maggiore ‘dialogo proattivo’ con essi e ci scusiamo con coloro che – in questo primo panel di stakeholder – non sono stati inclusi, invitandoli comunque ad interagire con la nostra Associazione attraverso un loro personale contributo. Associazioni datoriali ASSOCIAZIONE BANCARIA ITALIANA ABI 1) QUAL’E’ IL RAPPORTO CON FIBA CISL LOMBARDIA IN TERMINI QUALITATIVI E QUANTITATIVI (INTENSITA’ DELLA RELAZIONE)? L’Associazione è presente a Milano, con una propria sede e, in particolare, con l’Ufficio Consulenza del Lavoro della Direzione Sindacale e del Lavoro. Tale struttura, oltre a seguire i rapporti con gli Associati, presidia le relazioni con numerosi stakeholder - in primis le Organizzazioni Sindacali dei lavoratori, tra cui la Fiba/Cisl Lombardia - presenti anche sul territorio lombardo. In tale quadro di riferimento, pur considerato che nel settore del credito i due livelli di contrattazione si articolano nella sede nazionale e in quella aziendale/di gruppo, con la Fiba/Cisl della Lombardia e, nello specifico, con la Segreteria regionale e quelle provinciali, vengono da sempre intrattenuti continui e proficui rapporti finalizzati ad affrontare e gestire i diversi temi di competenza. Nel corso del 2010 si sono pertanto mantenute costanti relazioni improntate ad un reciproco spirito di collaborazione. 2) QUALI SONO GLI AMBITI PRINCIPALI IN CUI QUESTA RELAZIONE SI E’ SVILUPPATA ? Le numerose ‘linee’ sulle quali si sviluppa il rapporto con le strutture della Fiba/Cisl riguardano l’intera gamma delle tematiche di competenza. Va innanzitutto sottolineato che le relazioni intercorse hanno sempre mantenuto una costante fluidità, ovviamente nel rispetto dei reciproci ruoli, finalizzata ad un positivo metodo concertativo. Tra quelle più frequenti, sia a livello di settore che aziendale, si pensi al ruolo rivestito nell’ambito della Commissione paritetica di conciliazione delle controversie individuali di lavoro, prevista dal contratto collettivo nazionale, nonché nell’ambito della Commissione nazionale di conciliazione in materia di sciopero, che si riunisce anche a Milano. La logica concertativa, che ha costantemente caratterizzato le relazioni sindacali di settore, ha inoltre visto il coinvolgimento ed ha contribuito all’individuazione di opportuni percorsi per gestire numerose operazioni di riorganizzazione che hanno coinvolto Aziende associate ubicate in Lombardia. Tra gli ambiti principali – oltre a quelli istituzionali locali - si ricordano altresì quelli in cui viene attuato il confronto anche con numerosi altri stakeholde: ci si riferisce, ad esempio, alla definizione e proroga per la provincia di Milano della “Convenzione in tema di anticipazione sociale dell’indennità di Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria, anche in deroga”. La costanza e positività dei rapporti con Fiba/Cisl Lombardia ha visto anche altri contesti di incontro e confronto tra cui la partecipazione ad un seminario formativo, promosso dalla Fiba/Cisl territoriale, sul tema dell’occupazione e della ricollocazione professionale. 49 3) NELLA VOSTRA POSIZIONE DI ASSOCIAZIONE DATORIALE, QUALI SONO LE VOSTRE ASPETTATIVE NEL RAPPORTO CON FIBA CISL LOMBARDIA NELLA SUA VESTE DI ORGANIZZAZIONE SINDACALE DEI LAVORATORI? I rapporti con Fiba/Cisl della Lombardia sono tradizionalmente improntati, nel rispetto delle reciproche posizioni, alla massima trasparenza e senso di collaborazione. Mantenere ed, anzi, consolidare i rapporti anche con la Fiba regionale, appare di grande validità ed efficacia, anche alla luce del contesto attuale e del coinvolgimento richiesto a tutti gli attori - in primo luogo delle parti sociali - che operano sul territorio. FEDERAZIONE LOMBARDA BANCHE DI CREDITO COOPERATIVO BCC 1) QUALE E’ IL RAPPORTO CON FIBA CISL LOMBARDIA IN TERMINI QUALITATIVI E QUANTITATIVI (INTENSITA’ DELLA RELAZIONE)? Il sistema di relazioni sindacali con la Fiba/Cisl ha radici lontane e si è intensificato nel tempo in termini di dialogo e collaborazione. E’ stata riscontrata una crescente sensibilità verso la ricerca di soluzioni condivise che, nell’ambito dei rispettivi ruoli istituzionali, ha condotto alla definizione di questioni importanti di carattere generale e non. Questo tipo di collaborazione ha agevolato il Credito Cooperativo Lombardo nel suo processo di crescita e sviluppo. 2) QUALI SONO GLI AMBITI PRINCIPALI IN CUI QUESTA RELAZIONE SI E’ SVILUPPATA? Gli ambiti di principale interlocuzione sindacale sono: - la contrattazione di secondo livello per la sottoscrizione dei contratti integrativi regionali (CIR); - la trattazione di tematiche di carattere generale quali le informative sindacali previste dalla contrattazione di categoria di I° e II° livello, gli accordi per l’accesso alla parte ordinaria del Fondo di solidarietà del Credito Cooperativo, i processi di riorganizzazione aziendale, i trasferimenti collettivi tra unità produttive, le cessioni di ramo d’azienda, i processi di fusione per incorporazione, ecc.; - la trattazione di tematiche di carattere specifico legate alla gestione dei rapporti individuali di lavoro (incentivi all’esodo, risoluzioni consensuali, ecc). 3) NELLA VOSTRA POSIZIONE DI ASSOCIAZIONE DATORIALE, QUALI SONO LE VOSTRE ASPETTATIVE NEL RAPPORTO CON FIBA CISL LOMBARDIA NELLA SUA VESTE DI ORGANIZZAZIONE SINDACALE DEI LAVORATORI? La crisi economica intervenuta negli ultimi anni ha decretato la fine di una certa concezione di sviluppo, chiudendo definitivamente una fase di crescita generale. Come gli altri intermediari del sistema bancario, anche il Credito Cooperativo lombardo dovrà affrontare una realtà nuova, contraddistinta da elementi differenti rispetto ai paradigmi precedenti. In questo scenario inedito, diventa ancora più fondamentale lavorare insieme, per poter costruire una crescita maggiormente sostenibile anche attraverso politiche condivise di contenimento dei costi, innovazione tecnologica e organizzativa, razionalizzazione delle reti distributive, sviluppo del capitale umano. ANIA Non sono pervenute le risposte alle domande inviate. Bilancio Sociale 2010 SAS regionali Fiba Cisl 50 SAS CREDITO VALTELLINESE 1) QUALE E’ IL RAPPORTO IN TERMINI QUALITATIVI E QUANTITATIVI DELLA VOSTRA SAS, CHE OPERA IN UN CONTESTO PRETTAMENTE REGIONALE, CON LA FIBA LOMBARDIA? Sono ottimi sotto il profilo qualitativo, puntuali sono le risposte in merito a nostri quesiti su varie materie di natura amministrativa, sindacale, giuslavoristica, etc. 2) QUALI SONO LE ASPETTATIVE DELLA VOSTRA SAS RISPETTO ALLA RELAZIONE CON LA FIBA LOMBARDIA? Dovremmo dialogare periodicamente più spesso, su iniziativa della stessa struttura regionale. SAS BANCO DI DESIO E DELLA BRIANZA 1) QUALE E’ IL RAPPORTO IN TERMINI QUALITATIVI E QUANTITATIVI DELLA VOSTRA SAS, CHE OPERA IN UN CONTESTO PRETTAMENTE REGIONALE, CON LA FIBA LOMBARDIA? Il nostro ambito è principalmente regionale, ma da alcuni anni l’impegno si è spostato anche al di fuori della regione, in quanto sono state costituite tre controllate (Banco Desio Lazio, Veneto e Toscana) ed in altre tre regioni (Piemonte, Emilia e Liguria) esistono circa una ventina di Filiali del Banco Desio e Brianza. Tra l’altro, una recente decisione del CdA della banca ha previsto che due delle tre controllate (Desio Veneto e Toscana) rientrino quali Filiali di Banco Desio e Brianza. 2) QUALI SONO LE ASPETTATIVE DELLA VOSTRA SAS RISPETTO ALLA RELAZIONE CON LA FIBA LOMBARDIA? La principale richiesta che mi sento di dover porre al Regionale è di fornire corsi specialistici su materie diverse, quali: - contrattualistica di secondo livello con potenziali conoscenze dei dati di bilancio per formula premio aziendale - formazione per previdenza ed assistenza - conoscenza della busta paga temi essenziali per poter fare proseliti, in quanto i colleghi, nei momenti di contatto, chiedono sempre risposte precise (al di là del fattore simpatia)! Sistema regionale CISL USR CISL LOMBARDIA 1) QUALE E’ IL RAPPORTO FRA USR LOMBARDIA E FIBA LOMBARDIA? Il rapporto con la Federazione Regionale è improntato alla partecipazione di quest’ultima agli Organismi (Consiglio Generale ed Esecutivo), alle riunioni e alle iniziative politiche ed organizzative. Esiste poi un rapporto di collaborazione per ciò che riguarda le materie e i comparti contrattuali di competenza della Federazione (credito, assicurazioni, finanza) 2) QUALE RITENETE SIA STATO IL CONTRIBUTO DELLA FIBA LOMBARDIA ALL’ATTIVITA’ CONFEDERALE REGIONALE? Il contributo della Fiba Lombardia è stato ed è importante soprattutto da un punto di vista qualitativo per ciò che attiene l’elaborazione delle politiche confederali in merito alle competenze della Federazione, ma anche, ad esempio, per ciò che riguarda le azioni sulla finanza etica, sulla legalità, sugli aspetti sociali legati al welfare. 3) QUALI SONO LE VOSTRE ASPETTATIVE PER MIGLIORARE QUESTO RAPPORTO? Il rapporto può e deve essere migliorato attraverso una maggiore partecipazione alle iniziative, anche in termini quantitativi, dei 51 dirigenti Fiba. Inoltre è auspicabile un maggiore interscambio fra le esperienze di categoria e quelle Confederali, problema che peraltro riguarda il rapporto con tutte le Federazioni regionali di categoria. Media RIVISTA VALORI 1) QUALE E’ IL RAPPORTO DI VALORI CON FIBA LOMBARDIA? La FIBA LOMBARDIA sottoscrive ogni anno per i propri dirigenti abbonamenti alla rivista Valori, mensile di economia sociale, finanza etica e sostenibilità. Nel 2010, gli iscritti alla struttura che hanno ricevuto il mensile sono stati 72. A partire dal 2009, per proseguire in maniera ancora più intensa nel 2010, il rapporto di collaborazione tra la redazione della rivista e Fiba Lombardia si è concretizzato con la partecipazione del nostro Direttore Responsabile a convegni, incontri e dibattiti per l’informazione e formazione su argomenti di interesse comune. In particolare Fiba Nazionale e Valori hanno redatto insieme due importanti documenti, che sono stati poi pubblicizzati e diffusi in occasione di seminari e tavole rotonde dedicate in ambito locale tramite la struttura Regionale: - il Manifesto: “Riformiamo la finanza: per un’economia civile e solidale” nell’ambito della campagna Valori e Fiba per la legalità; - il libretto “La tassa contro la speculazione” nell’ambito della Campagna ‘Zerozerocinque’. La redazione di VALORI realizza, per gli iscritti alla FIBA, una rassegna stampa quotidiana pubblicata online sul sito nazionale della Federazione, con una proposta delle principali news internazionali di economia e finanza trascurate dai giornali italiani. 2) QUALI SONO LE ASPETTATIVE DI MIGLIORAMENTO? Il rapporto di collaborazione può migliorare intensificando le occasioni di formazione e informazione anche su altri argomenti di interesse comune: responsabilità sociale di’impresa, economia sostenibile, azionariato attivo, con particolare riferimento al territorio della Lombardia anche attraverso la realizzazione di indagini e ricerche di interesse locale su argomenti specifici e con valenza più attuale e contingente. La redazione, oltre ad avere precise ed importanti competenza in questi campi, è in grado di redigere documenti definitivi per la pubblicazione sia su web che su carta in allegato alla rivista e non. Valori ha collaborato con soddisfazione con Fiba Lombardia e rinnova la propria disponibilità per cooperazioni future. Banca Popolare Etica 1) QUALE E’ IL RAPPORTO DI BANCA ETICA CON FIBA LOMBARDIA? Il rapporto di Banca Etica con Fiba Lombardia risale ancora prima della nascita della Banca stessa. La collaborazione si è manifestata nel diffondere, attraverso convegni, seminari e semplici riunioni, l’idea e i valori riconducibili a Banca Etica. Uno dei soci fondatori fu Fiba Brianza che aveva e ha come riferimento il livello regionale lombardo. Questa attività è culminata con la scelta da parte di Fiba Lombardia di aderire al progetto di Banca Etica come socio. Partecipazione che è stata incrementata ultimamente con l’acquisizione di nuove azioni di Banca Etica. 2) QUALI SONO LE ASPETTATIVE DI MIGLIORAMENTO? Le aspettative di miglioramento sono notevoli sia sul piano operativo che su quello culturale-politico. Sul piano operativo: - l’apertura di un conto corrente dove far transitare, laddove sia possibile, il contributo degli iscritti; - investire l’eventuale eccedenza di liquidità in Fondi Etici o altri prodotti etici; Bilancio Sociale 2010 52 - fare in modo che ci sia una valutazione della possibilità di investimento etico da parte dei fondi di previdenza integrativa delle singole realtà aziendali. Sul piano culturale-politico: - continuare l’attività di collaborazione sulla organizzazione di eventi che diffondano il significato della finanza etica; - aderire a campagne comuni, come quella sulla trattenuta dello 0,05% sulle transazioni finanziarie, con il conseguente impegno a sostenerle; - inserire nei piani di formazione il tema dell’etica nelle banche e nella finanza. Fornitori COOPERATIVA CHICO MENDES - ALTROMERCATO 1) QUALE E’ IL RAPPORTO DELLA COOPERATIVA CHICO MENDES CON FIBA LOMBARDIA? Chico Mendes fornisce a Fiba Cisl Lombardia in comodato gratuito la macchinetta del caffè a cialde e vende le cialde di caffè del commercio equo e solidale. Chico Mendes ha partecipato a iniziative organizzate da Fiba Lombardia, in occasione delle quali ha venduto prodotti alimentari del commercio equo e solidale e ha svolto opera di sensibilizzazione sul tema del rapporto con i paesi del Sud del mondo. 2) QUALI SONO LE ASPETTATIVE DI MIGLIORAMENTO? Chico Mendes auspica di rendere più stretto il legame con Fiba Cisl al fine di informare un sempre maggior numero di persone in merito alle attività svolte dalla Cooperativa in Regione e di diffondere in modo più capillare i principi del commercio equo e solidale. Federazioni sindacali di categoria UILCA 1) NEL RAPPORTO CON LA FIBA LOMBARDIA QUALI AMBITI DI COLLABORAZIONE MERITANO DI ESSERE SEGNALATI? Ambiti di collaborazione si realizzano soprattutto a livello territoriale in occasione dei rinnovi contrattuali nazionali e/o di manifestazioni unitarie a livello confederale o di categoria. Piu’ raramente ci sono occasioni di incontro legate a situazioni aziendali e questo avviene per lo più quando occorre “dirimere” rapporti unitari precari o rotture tra le OO.SS. a livello locale. 2) NEL RAPPORTO CON LA FIBA LOMBARDIA QUALI AMBITI DI COMPETITIVITA’ MERITANO DI ESSERE SEGNALATI? Oltre al normale proselitismo nelle aziende o nei territori, che puo’ incidere su “spostamenti” di singoli iscritti o gruppi di lavoratori verso l’una o l’altra sigla, nella nostra esperienza non sono stati però particolarmente frequenti i passaggi tra sigle confederali ed in particolare tra Uilca e Fiba. Ambiti di competizione possono risiedere nelle politiche dei servizi (patronato, fiscale, legale ecc.) piuttosto che nei prodotti specifici della categoria (ad es. polizze cassieri, responsabilita’ professionale, famiglia, polizze assicurative ecc.). Questi ultimi con maggiore buona volonta’ potrebbero essere meglio “controllati” in un’ottica di non-concorrenza (spesso solo sulla carta). 3) QUALI SONO LE ASPETTIVE DI MIGLIORAMENTO DEI RAPPORTI FRA LE ORGANIZZAZIONI SINDACALI? Ritengo migliorabili nella loro “frequenza” o “scadenza temporale” i momenti di monitoraggio aziendale a livello locale sia dal versante rapporti sindacali con controparti che dal punto di vista delle eventuali trattative e delle conseguenti iniziative. Quindi momenti di scambio, a prescindere dalle situazioni di criticita’ esposte al punto 1). 53 FISAC - CGIL 1) NEL RAPPORTO CON LA FIBA LOMBARDIA QUALI AMBITI DI COMPETITIVITA’ MERITANO DI ESSERE SEGNALATI? L’attività unitaria a livello regionale non è intensa, complici le divergenze a livello confederale; sicuramente vi sono delle materie che potrebbero consentire approcci comuni, cito ad esempio salute e sicurezza con il coinvolgimento dei nostri rappresentanti lavoratori per la sicurezza, formazione, servizi. Sicuramente positiva è invece la collaborazione unitaria nelle aziende, in particolare quella che, purtroppo, è scaturita da situazioni di crisi o di ridimensionamento degli organici 2) QUALI SONO LE ASPETTIVE DI MIGLIORAMENTO DEI RAPPORTI FRA LE ORGANIZZAZIONI SINDACALI? La competitività, per Organizzazioni sindacali complesse e articolate come le nostre, si verifica, legittimamente, su tutti gli ambiti dove si esplica l’attività sindacale. Segnalo come elemento che andrebbe disciplinato, onde non generare competitività negative, quello dei servizi, dalle polizze cassieri al servizio fiscale ecc. 3) QUALI SONO LE ASPETTIVE DI MIGLIORAMENTO DEI RAPPORTI FRA LE ORGANIZZAZIONI SINDACALI? Nell’ambito dell’attività regionale dovrebbe essere intensificata, compatibilmente con le difficoltà di natura confederale, l’attività unitaria sia di monitoraggio e sviluppo della presenza sindacale nei vari territori e sia, sul versante dell’efficacia della contrattazione, di formazione comune delle conoscenze contrattuali e delle tecniche di negoziazione. L’apertura di un confronto su queste tematiche faciliterebbe lo sviluppo di una politica contrattuale più uniforme e condivisa tra di noi. Dipendenti Sig.ra ENZA VELLA – Dipendente FIBA Lombardia 1) COME VIVI IL FATTO DI ESSERE DIPENDENTE DI UN’”ORGANIZZAZIONE SINDACALE” RISPETTO ALL’ESSERE DIPENDENTE DI UN’”AZIENDA”? La vivo con grande serenità, convinta che l’Organizzazione Sindacale non si comporterà mai verso di me come alcune aziende fanno nei confronti dei loro collaboratori. 2) QUALI SONO GLI ASPETTI CHE CARATTERIZZANO IL TUO CONTRIBUTO ALL’ORGANIZZAZIONE? Il mio contributo è caratterizzato da una partecipazione concreta, attiva e spero continuativa, alla realizzazione degli obiettivi che il Sindacato si pone. 3) QUALI SONO LE TUE ASPETTATIVE? Mi aspetto che, come già peraltro avviene, la mia partecipazione sia sempre più attiva e riconosciuta. Bilancio Sociale 2010 Analisi dei punti di forza, criticità e obiettivi di miglioramento nel processo di “Stakeholders’ Engagement” 54 E’ necessario fare alcune premesse. 1. La scelta degli Stakeholder: si è ritenuto opportuno ‘scegliere’ interlocutori appartenenti a differenti ‘realtà’, evitando di proporre interlocutori ‘affini’; 2. La scelta dei quesiti: si è volutamente pensato (in questa prima edizione) di proporre ‘pochi’ e ‘diretti’ quesiti, evitando di sottoporre ai nostri interlocutori un questionario strutturato, al fine di lasciare massima libertà agli stakeholder. Evidentemente le scelte sopra indicate – soprattutto legate all’eterogeneità degli stakeholder – rendono complessa una valutazione finale. Dalle risposte è comunque possibile operare una sintesi: STAKEHOLDER ABI: ASSOCIAZIONE BANCARIA ITALIANA BCC: FEDERAZIONE LOMBARDA BANCHE DI CREDITO COOPERATIVO PUNTI DI FORZA Rapporti continui e proficui finalizzati ad affrontare e gestire i diversi temi di competenza Positivo il metodo concertativo Radici lontane. Crescente sensibilità verso la ricerca di soluzioni condivise SAS CREDITO VALTELLINESE E SAS BANCO Risposte puntuali DI DESIO E DELLA BRIANZA USR CISL LOMBARDIA Partecipazione della Fiba agli Organismi sindacali ed alle riunioni politiche ed organizzative RIVISTA VALORI Attività comuni (Incontri e documenti) BANCA POPOLARE ETICA Diffusione dei valori comuni. Fiba Lombardia è socio COOPERATIVA CHICO MENDES Partecipazione ad iniziative di FIBA Lombardia. Fornitura di prodotti eco-solidali. Collaborazione in occasione dei rinnovi contrattuali SINDACATO UILCA SINDACATO FISAC CGIL Collaborazione unitaria nelle aziende (soprattutto in occasione delle crisi aziendali) SIG.RA ENZA VELLA DIPENDENTE FIBA CISL Rapporto di lavoro. Ambiente lavorativo (‘serenità’) CRITICITA’ e OBIETTIVI DI MIGLIORAMENTO Consolidamento dei rapporti Affrontare una realtà nuova, post crisi economica. Politiche condivise di contenimento dei costi, innovazione tecnologica ed organizzativa, razionalizzazione delle reti, sviluppo del capitale umano Dialogo ed organizzazione di corsi specialistici Maggiore partecipazione alle iniziative ed interscambio fra le esperienze di categoria e quelle Confederali Intensificazione delle occasioni di formazione ed informazione congiunta Apertura conto corrente bancario. Investimenti in Fondi Etici. Collaborazione su temi di finanza etica Diffusione dei principi del commercio equo e solidale Intensificare gli incontri legati a ‘situazioni aziendali’ (momenti di monitoraggio aziendale a prescindere da situazioni di criticità) Intensificare l’attività unitaria a livello regionale (sia di monitoraggio che di formazione comune delle conoscenze contrattuali e delle tecniche di negoziazione) Intensificazione della partecipazione proattiva 55 Dal complesso delle sollecitazioni emergono quali comuni denominatori alcuni elementi che si possono riassumere in: a) Dialogo: già presente con ogni stakeholder, da tutti però si auspica una intensificazione delle relazioni. b) Valori comuni: esistenza di una base di valori comuni per tutti – una base ‘etica’ – da approfondire e soprattutto da ‘diffondere’. c) Collaborazione: soprattutto con le altre realtà, sia datoriali che sindacali, da intensificare a ‘livello locale’. Ci riserviamo nelle prossimi edizioni del Bilancio Sociale - anche alla luce delle reazioni che otterremo dai nostri stakeholder, una volta diffuso il presente documento – di approfondire l’aspetto relazionale con gli stakeholder stessi. Ad ogni buon conto possiamo concludere dal nostro ‘primo coinvolgimento’ che esiste un positivo clima relazionale improntato sulla ‘proattività’ dei partecipanti, in un’ottica di crescita e di interesse comune, ‘eticamente’ informati. Uno sguardo al futuro Oggi è già domani Bilancio Sociale 2010 Le attese 58 Le motivazioni che hanno spinto la FIBA CISL Lombardia alla realizzazione di questo primo Bilancio Sociale sono sostanzialmente due: • comunicare chi siamo e cosa facciamo, valorizzando la trasparenza quale dovere di responsabilità sociale, attraverso una rendicontazione condivisa e capace di coinvolgere l’Organizzazione nel suo complesso (la Fiba Regionale, le Fiba Territoriali, gli stakeholder); • utilizzare il Bilancio Sociale al fine di valorizzare i punti di forza, fare emergere le criticità e costruire percorsi di miglioramento condivisi e verificabili. A seguire esmineremo i punti sui quali riteniamo importante intervenire. 1. Donne. Il quadro che emerge da questo Bilancio Sociale sottolinea come un’Organizzazione, seppure attenta, non riesca ad invertire una situazione che vede le donne presenti in numero inversamente proporzionale alla crescita nei vari ruoli di responsabilità, sia in azienda sia nel sindacato. Per quanto riguarda le aziende, la situazione vede una bassa percentuale di donne occupare ruoli di Quadro Direttivo. A questo, si può e si deve far fronte attraverso la contrattazione ai vari livelli, spingendo le aziende ad investire sulla formazione e sulle pari opportunità, anche attraverso una vera politica di conciliazione lavoro/famiglia. Per quanto riguarda la situazione sindacale, come Fiba abbiamo il dovere di promuovere attraverso la Formazione, la Politica dei Quadri e gli strumenti di conciliazione, un maggiore coinvolgimento delle donne che sappia davvero riconoscerle nei percorsi di crescita della Dirigenza Sindacale, non solo nei ruoli di “base” ma anche in quelli “apicali”. 2. Giovani. Se vogliamo dare prospettive alla nostra azione e al nostro futuro, i giovani rappresentano la risorsa vitale più preziosa. Valorizzare i giovani significa per prima cosa ascoltarli e per fare questo dobbiamo farci aiutare da loro stessi; è infatti impensabile parlare loro con linguaggi vecchi. Inoltre, i giovani non vanno demotivati e non possono essere tenuti per troppo tempo “in panchina”: occorre il coraggio di scommettere, anche a rischio di errore. Vanno accompagnati in un percorso di crescita, promuovendo formazione e informazione dedicata. Lo strumento della ‘Politica dei Quadri’ deve avere un’attenzione particolare ed è indispensabile coinvolgerli nella costruzione di nuovi strumenti di comunicazione capaci di accattivare e far sentire partecipi gli stessi. 3. Rapporto con i Territori. La Lombardia, con i suoi 14 Territori e con quasi 18.000 iscritti, verso i quali operano oltre 640 Dirigenti Sindacali, rappresenta la più grande struttura regionale della FIBA. All’interno della Lombardia hanno sede tutte le Aziende del Credito e delle Assicurazioni. I Territoriali Fiba sono fra loro molto diversi, per dimensione, per numero di iscritti, per tipologia di presenza delle Aziende. Tutti questi fattori sono determinanti rispetto alle scelte politiche ed organizzative che dobbiamo mettere in campo: occorre quindi costruire, anche attraverso nuove modalità, percorsi che portino alla definizione di un rapporto sempre più forte fra la struttura regionale e i territori, nel rispetto delle loro specifiche caratteristiche. Vanno rafforzate le prime linee, valorizzati e sostenuti i progetti 59 di crescita, verificandoli costantemente e mettendo a disposizione risorse umane, economiche e cedolari finalizzate. Occorre poi implementare il ruolo di “servizio” del Regionale su tutti quegli adempimenti formali, ma ormai imprescindibili (anagrafe, contabilità, ecc.) e su quegli aspetti di interesse generale (fisco, previdenza, legale, ecc.). Queste attività vengono vissute come residuali, a volte lasciate al caso e impegnano risorse, distogliendole dall’attività sindacale più tradizionale. 4. Piani di crescita organizzativa. Da qualche anno ci siamo dati regole statutarie che prevedono alcuni obblighi organizzativi legati alle azioni di proselitismo. Uno dei più importanti si riferisce alla costruzione del “Piano di crescita regionale” allegato alla documentazione del bilancio di esercizio. Ci preme sottolineare quanto la costruzione di un Piano Regionale non possa prescindere da quanto previsto nei Territori, perché direttamente collegato ad esso. Riteniamo che questa modalità non sia ancora stata metabolizzata, nonostante siano già trascorsi diversi anni dall’inserimento di questo modello organizzativo. Questa criticità può essere individuata in una scarsa propensione alla costruzione di veri e sostanziosi progetti di proselitismo, integrati tra strutture orizzontali e verticali, da poter finanziare con le apposite poste di bilancio previste dal Regionale. Va inoltre evidenziata, in alcuni casi, la tempistica molto lenta riscontrata nel comunicare l’andamento del tesseramento Territoriale riferito a determinati periodi dell’anno. 5. Fornitori. La Fiba Cisl Lombardia ha investito in termini politici ed economici su etica e ambiente; per continuare su questa strada dobbiamo ora certificare i nostri fornitori definendo alcuni parametri che devono obbligatoriamente essere rispettati. In particolare, ci riferiamo al rispetto dei contratti di lavoro, al rispetto dell’ambiente e al rispetto delle regole contrattuali. Vogliamo quindi ulteriormente coinvolgere i nostri fornitori, pena l’esclusione e la sostituzione. A tal fine, sarà predisposta un’apposita scheda di autocertificazione riferita ai parametri individuati. BILANCIO SOCIALE DI CONGRESSO Il Gruppo di lavoro, analizzato il risultato attinente al compimento della rendicontazione sociale, in particolare riguardo gli aspetti di carattere sociale e organizzativo, ritiene proponibile una sperimentazione triennale attraverso la realizzazione di studi e la stesura di documenti implementabili, che possano portare ad una rendicontazione specifica per il Congresso 2013. Gli aspetti su cui lavorare sono relativi alle prospettive di miglioramento evidenziate dal Bilancio Sociale 2010, per verificare il risultato di un percorso capace di fare emergere quali criticità e in che misura siano state superate. In sostanza, si tratterà di lavorare alla stesura di due documenti (il Bilancio Sociale 2011 e 2012), che, sommati a quello riferito all’esercizio 2010, portino ad avere una rendicontazione sociale che possa rappresentare un documento ufficiale congressuale. Il Bilancio sociale di Congresso non dovrà essere pertanto considerato la sommatoria di tre documenti, ma bensì l’interconnessione degli stessi, tale da formare un unico documento esaustivo rispetto agli impegni definiti. L’importanza della realizzazione di questo impegno sta nella consapevolezza che, per un’Organizzazione Sindacale quale è la FIBA CISL Lombardia, la rendicontazione rappresenta un dovere di responsabilità sociale capace di essere al centro del dibattito congressuale come strumento di verifica di quanto si è realizzato nel quadriennio. Cogito, ergo sum! Al termine del viaggio Bilancio Sociale 2010 62 Riflessioni: il sindacato nel contesto della ‘responsabilità sociale’ A cura di Eros Tavernar Il nostro “viaggio dentro noi stessi” è terminato; riteniamo opportuno proporre l’individuazione di alcune tematiche per un’Organizzazione Sindacale nell’ambito della “responsabilità sociale”. Nella lettura del documento abbiamo verificato che i presupposti del processo di gestione della responsabilità sociale vanno ricercati nella “dimensione etica” di ogni organizzazione: si tratta del suo insieme di valori, principi, modalità di intervento. La dimensione etica viene rappresentata in un modello di “cultura organizzativa”, i cui elementi qualificanti sono ancora rappresentati dalla tipologia e dalla qualità (oltre che dall’intensità) dei rapporti con gli interlocutori interni e con il mondo esterno (le diverse ‘espressioni’ della collettività). Al riguardo si può proporre un percorso di analisi che tenga conto dei seguenti aspetti: a) la presenza del sindacato nei “distretti”, quale osservatore privilegiato e diretto nel rapporto impresa-territori. La posizione che il sindacato riveste nel territorio (frazionabile nei “distretti”) è fondamentale: costituisce di per sé un “punto di forza”. Proprio attraverso il coinvolgimento diretto degli “attori” presenti sul territorio, grazie ad un’opportuna e condivisa “regia” con le altre realtà sociali, politiche ed economiche, il sindacato può fornire un contributo essenziale al governo di fasi congiunturali non positive che caratterizzano una o più realtà aziendali del distretto, alla ricerca di virtuosi percorsi di uscita. A titolo di esempio esso potrà gestire opportunamente ed in maniera funzionalmente professionale processi di redistribuzione di lavoratori in esubero all’interno di aziende della stessa area territoriale attraverso l’implementazione di opportuni percorsi di riposizionamento professionale e la previsione di adeguati corsi di aggiornamento. Come pure potranno essere attivate politiche di “emersione” di lavoro sommerso grazie all’adozione di iniziative condivise con una platea allargata di stakeholder. In questo ambito, si tratta ovviamente di valorizzare (o forse ridefinire?) lo strumento della “concertazione”, quale fondamentale veicolo non solo dialogico ma soprattutto “progettuale” fra gli ‘stakeholder’ economico-sociali sul territorio, quali aziende, autorità locali, enti assistenziali, istituti professionali, etc. Si può pensare a “tavoli” di cooperazione integrata convocati su iniziativa dello stesso sindacato. Il ritorno per le imprese si realizza non solo nelle soluzioni di breve periodo (e quindi nell’auspicabile positivo superamento delle fasi congiunturali avverse) ma soprattutto si manifesta in termini “reputazionali”: nel medio-lungo periodo l’attenzione e la sensibilità dell’impresa nei confronti delle necessità della comunità locale (ed in primis dei lavoratori) sarà premiata dal consolidamento di risultati economico-patrimoniali dovuti alla sua rinnovata “immagine”. Essa sarà quindi direttamente riferibile ad una serie di mutati (virtuosi) comportamenti adottati dall’impresa – soprattutto se prevalentemente ‘orientati’ nel sociale e nell’adozione di standard di produzione eco-compatibili. E’ quindi diretto interesse per le imprese non rimanere “isolate” – atteggiamento “miope” che in molte realtà distrettuali ha condotto ad esperienze fallimentari - ma è opportuno che esse acquisiscano (o spesso solo ‘riscoprano’) quella attenzione verso i bisogni locali. Il riconoscimento dell’appartenenza al “territorio” e delle interrelazioni (dialogo) con le altre realtà operanti nello stesso è in questo contesto fondamentale fattore di successo. Per il sindacato una rinnovata “tensione” alla concertazione porta, nella ridefinizione del suo ruolo fondamentale (e comunque 63 “originario”), verso una rinnovata percezione dell’impresa (se ovviamente, dal canto suo, meritevole e pro-attiva) quale co-protagonista del successo economico-sociale del territorio. L’impresa in tale contesto, proprio (e, si ribadisce, condizionatamente!) in funzione del suo livello di partecipazione e sensibilità (coprotagonista, appunto!), potrà essere infine riconosciuta anche quale “stakeholder sociale”, soggetto direttamente coinvolto alla vita della comunità locale e motore dello sviluppo della stessa, condividendo con la comunità di appartenenza la realizzazione di obiettivi socio-ambientali e non solo economici, quindi. La concertazione rappresenta a questo punto una delicata ma indispensabile attività di “fine tuning” fra i diversi coprotagonisti: se quindi con essa lo stesso Sindacato viene stimolato a migliorare la “percezione dell’impresa” come soggetto (prevalentemente economico, ma non solo) integrato nella vita della comunità, per l’impresa tessere queste relazioni costituisce un interesse primario. Il successo di questa attività risiede ovviamente nell’opportuna gestione delle relazioni fra i diversi “attori” coinvolti e quindi sostanzialmente nell’attivazione di ‘canali di comunicazione’ efficienti, rapidi e soprattutto, nel comune interesse, trasparenti. b) gli “attori” e gli “strumenti” Dal suo privilegiato “banco di regia” il Sindacato potrà coinvolgere l’ampia platea di ‘attori’, che ovviamente non si esauriscono a quelli di natura economica (e quindi ad uno sterile rapporto sindacato-impresa) ma vanno dai rappresentanti delle pubbliche autorità alle organizzazioni non governative, dai movimenti portatori di interessi locali ai consumatori ed alle loro associazioni. La preventiva definizione di una “griglia” di “stakeholder” sociali di base (ovviamente aperta a nuove immissioni) potrebbe al riguardo essere utile al sindacato per attuare un approccio consapevole ed ordinato alla concertazione. Come pure utile è lo studio di “buone pratiche”, volte non tanto a definire rigide regole e limiti, quanto a fornire opportune “guidelines” comportamentali, nei vari ambiti e contesti, preziose anche per un’attività di monitoraggio e verifica dei risultati. Non si tratta quindi di introdurre “nuove regole”, appesantendo un sistema spesso già ben carico di balzelli, quanto di ridefinire (riscoprire?) con maggior chiarezza e consapevolezza quelle linee comportamentali ‘semplici’ (ed ovviamente condivise da tutti gli ‘attori’), talora dimenticate da un ‘buon senso’ troppo spesso lasciato al libero arbitrio di un sistema, non solo economico, privo di punti di riferimento. Si potrebbe in generale parlare quindi di un “ritorno ai fondamentali”, senza ovviamente evocare un “medioevo prossimo venturo” – quanto piuttosto di un “viaggio dentro se’ stessi” per riscoprire la propria identità e da lì ripartire. In questo contesto, quale migliore premessa – e poi “Leitmotiv” - alle “guidelines” il riferimento alla Carta Costituzionale Italiana, che all’art 41, affermando il carattere essenziale di libertà dell’iniziativa economica privata, statuisce che essa “non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da arrecare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”, riservandosi di determinare “i programmi ed i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali”. Una lettura attenta del passo costituzionale prescrive “di per sè” l’esigenza di un’economia orientata alla “responsabilità sociale” (i nostri Padri Costituenti avevano idee chiare!). Elemento questo da meditare e che lascia poco spazio ad interpretazioni, costituendo per tutti un importante monito! c) un sindacato “veicolo” della cultura della responsabilità d’impresa I presupposti del processo di gestione della responsabilità sociale vanno ricercati nella “dimensione etica” di ogni organizzazione: si tratta del suo insieme di valori, principi, modalità di intervento. La dimensione etica viene rappresentata in un modello di “cultura organizzativa”, i cui elementi qualificanti sono ancora rappresentati dalla tipologia e dalla qualità, oltre che dall’intensità, dei rapporti con gli interlocutori interni e con il mondo esterno (le diverse “espressioni” della collettività). Il sindacato potrà contribuire a diffondere una “cultura etica” rivolta alla diretta sensibilizzazione dei lavoratori alla “responsabilità Bilancio Sociale 2010 64 sociale”, attraverso una serie di iniziative di varia natura dirette agli stessi. I lavoratori, limitatamente alle grosse realtà aziendali sono stati, nel recente passato, meri destinatari di “codici etici” e di documenti di derivazione aziendale (quali carte dei valori, bilanci di sostenibilità o di missione) – buona parte dei quali squisitamente autoreferenziali e pieni di contenuti in cui è difficile riscontrare l’emersione di criticità. La diffusione, da parte del sindacato, di adeguate “chiavi di lettura” dei dati e dei commenti presenti nei citati “drafts”, permetterà un approccio critico ed obiettivo degli stessi da parte dei lavoratori – di fatto i principali protagonisti dei risultati, spesso esageratamente (e per alcuni versi, ellitticamente!) decantati negli stessi documenti. Essi saranno soprattutto posti in grado di maturare adeguatamente lo sviluppo della consapevolezza del contesto ambientale/lavorativo e di condividere concretamente, insieme agli altri “stakeholder”, gli obiettivi aziendali, così come fra l’altro spesso sollecitato nei “desiderata” di parte imprenditoriale. d) Un sindacato interlocutore “naturale” dipendenti - impresa Tutto quanto sopra considerato, comunque, nella consapevolezza che il sindacato è e resta comunque il “naturale” interlocutore per quanto concerne lo sviluppo di percorsi di responsabilità sociale “interna”, con il focus rivolto al ruolo negoziale lavoratori-impresa. La perdita od anche una diminuita tensione nei confronti di questo fondamentale ruolo di Stakeholder (che ne caratterizza l‘identità’) comporterebbe il rischio di pericolose derive. La conservazione e la valorizzazione di questo ruolo sono quindi elementi chiave: le buone pratiche di responsabilità sociale certamente informano il sistema, all’interno del quale il valore aggiunto dell’attività sindacale resta comunque attribuito dalla sua specifica funzione di negoziatore. In questo contesto, una rinnovata attenzione alle politiche di “relazioni industriali”, pur nella naturale logica delle “parti contrapposte”, consolida il mandato fiduciario lavoratore-sindacato, circostanza questa che rafforza il ruolo stesso del sindacato-stakeholder. 67 CONSIGLIO GENERALE FIBA CISL LOMBARDIA (Le cariche sono aggiornate al 31 maggio 2011) Segretario Generale Zoanni Andrea Componenti di Segreteria Capozzoli Francesca Dario Roberto De Noia Alessandro Di Noia Andrea Muzzi Roberto Paganini Anna Maria Componenti Consiglio Generale Alba Roberto Alborghetti Giordano Angioletti Simonetta Ascagni Paolo Badalotti Manuela Balconi Ester Battistini Andrea Belussi Liliana Besati Ettore Bettenzoli Mauro Bocenti Claudio Bognani Umberto Bonatti Davide Bonfanti Maria Assunta Borgo Gianluca Broggi Alberto Della Marianna Francesco Digiuni Lorenza Ferrario Gabriella Festa Lorenzo Fornasari Valerio Franco Fiorenza Franzin Pier Luigi Garbelli Antonio Gatto Oreste Gemelli Maurizio Generani Roberto Lanzoni Eros Locatelli Maurizio Loda Maria Rosa Longhi Marco Lunardon Anna Maria Magnelli Franco Mainardi Alberto Mangola Ottavio Marchesi Ferdinando Marchetti Marco Martinotti Brunella Mazzola Carmen Merio Dino Merlini Pier Paolo Minora Marcello Morelli Fiorella Orlanduccio Carmelo Pagani Enzo Perotta Marino Rizzi Francesca Rossi Enrico Santus Giuseppina Sirtori Felice Soresini Gaetano Truccolo Carlo Valgolio Battista Zorloni Valter Collegio dei Sindaci Meriggi Pietro (Presidente) Tavernar Eros Tempesta Michele Bilancio Sociale 2010 Il presente modulo è consegnato anche in allegato al Bilancio. 68 Si invitano i lettori alla compilazione ed alla trasmissione del modulo allegato a FIBA Cisl Lombardia a mezzo fax: 02.2047003 oppure tramite mail: [email protected] Grazie per la collaborazione QUESTIONARIO DI VALUTAZIONE DEL BILANCIO SOCIALE Ritiene importante che la FIBA Cisl Lombardia pubblichi il Bilancio Sociale? ❍ No, non lo ritengo importante ❍ Sì, lo ritengo importante ❍ Si, lo ritengo molto importante Come valuta il Bilancio Sociale 2010 della FIBA Cisl Lombardia? Insufficiente Completezza delle informazioni Organizzazione e successione dei contenuti Chiarezza espositiva Utilità (o rilevanza) delle informazioni Chiarezza grafica Sufficiente Buono Ottimo 69 Quali parti del Bilancio Sociale 2010 della FIBA Cisl Lombardia ritiene possano essere migliorate? Per niente Poco Va bene cosi Molto 1. Il percorso e la struttura 2. L’identità 3. La governance e la struttura organizzativa 4. L’attività 5. La rendicontazione economica 6. La rendicontazione dei territori 7. Il coinvolgimento degli stakeholder 5. Gli obiettivi di miglioramento A Suo avviso, quali ulteriori informazioni dovrebbero essere fornite nel prossimo Bilancio Sociale della FIBA Cisl Lombardia con riferimento ai singoli capitoli? 1. Lo sguardo d’insieme ……………………………………………………………………………………………………………………………………… 2. L’identità ……………………………………………………………………………………………………………………………………… 3. I numeri ……………………………………………………………………………………………………………………………………… 4. La relazione sociale ……………………………………………………………………………………………………………………………………… 5. I territori ……………………………………………………………………………………………………………………………………… 6. La parola agli stakeholder ……………………………………………………………………………………………………………………………………… 70 Bilancio Sociale 2010 Come valuta complessivamente l’attività della FIBA Cisl Lombardia? Negativa Insufficiente Sufficiente Buona Ottima Efficace nel cogliere gli obiettivi Efficiente nell’impiego delle risorse Trasparente Coerente con la mission Coerente con i valori dichiarati Attenta nel gestire le attese degli Stakeholder Capace di conseguire risultati soddisfacenti Chiara negli obiettivi di miglioramento A Suo parere, quali ulteriori iniziative dovrebbe sviluppare la FIBA Cisl Lombardia? ……………………………………………………………………………………………………………………………………… Ci sono altri aspetti a Suo parere rilevanti, che vuole segnalarci? …………………………………………………………………………………………………….……………………………… DATI SUL COMPILATORE ❍ Dirigente sindacale FIBA Cisl ❍ Iscritto FIBA Cisl ❍ Iscritto altro Sindacato ❍ Istituzione o Ente ❍ Dipendente/collaboratore realtà CISL ❍ Dipendente di Banca/Assicurazione servizi ❍ Fornitore di servizi ❍ Altro (specificare) …………………………………………… Il questionario può rimanere anonimo. Qualora il compilatore volesse rendere note le proprie generalità, dovrà acconsentire al trattamento dei dati personali di seguito forniti, barrando l’apposita casella e apponendo la propria firma. Nome e cognome del compilatore ___________________________________________ Indirizzo ________________________________________________________________ Recapiti: tel _______________________ cellulare_____________________e.mail________________________ ❍ Il sottoscritto esprime il proprio consenso affinchè i dati forniti possano essere trattati nel rispetto del D.Lgs 30.6.2003, nr 196 e successive modificazioni. Data _____________________________________ Firma ____________________________________ Progetto grafico e impaginazione Il laboratorio blu - Como Stampa Grafiche Riga - Annone Brianza (LC) Questo opuscolo è stato stampato con la carta: ULFLFODWDFRQO·DPELHQWH &HUWLILFD]LRQH)6&5LFLFODWDGLPDWHULDSULPDULFLODWD Contenuto di riciclato Certificata FSC Completamente priva di cloro Prodotta presso cartiere con certificazione ISO 14001 Completamente riciclabile e biodegradabile Infromazioni ambientali Origine della 100% materiale post-consumo fibra FSC Prodotto con certificazione FSC Riciclata Sbiancatura Sbiancatura della cellulosa mediante un processo completamente privo di cloro (TCF) Sistema di Prodotto presso cartiere con certificazione ISO 14001 relativa agli standard di gestione gestione ambientale Smaltimento Questo materiale può essere smaltito per riciclaggio o incenerimento con recupero energetico Il ‘focus’ sulla Responsabilità Sociale, da qualche tempo oggetto di particolare attenzione anche nel mondo non profit, vede in questo lavoro una proposta operativa della nostra Organizzazione Sindacale. Consapevoli della difficoltà del solo bilancio economico a ‘rendere conto’ del perseguimento degli scopi dell’Organizzazione – essendo questi non direttamente connessi ad un ritorno economico ma alla produzione di un ‘valore sociale’ – la FIBA Lombardia ha avviato nel giugno del 2009 un percorso che ha portato alla redazione di un Bilancio Sociale quale documento sistematico di sintesi. L’esigenza di rendicontazione – nel suo interno ed all’esterno - dei risultati raggiunti e dei mezzi impiegati per farlo, nonché la struttura, il clima organizzativo ed il coinvolgimento degli ‘stakeholder’ sono elementi che costituiscono allo stesso tempo natura, scopo e struttura del documento. Un affiatato gruppo di lavoro costituito da Dirigenti Sindacali rappresentativi dei principali settori sindacali, coordinato da un Comitato Scientifico, ha permesso di percorrere questo ‘viaggio dentro sé stessi’, che vuole continuare anche nei prossimi anni per implementare quel necessario costruttivo dialogo di crescita, alla base di ogni organizzazione sociale ‘eticamente’ informata. Fiba Cisl Lombardia 20124 Milano Via Tadino, 19/A Tel. 02.29549499 Fax 02.2047003 [email protected] BILANCIO SOCIALE 2010