Alberione - Toniolo: fare rete per fare chiesa Il 14 giugno 1971 Paolo VI chiuse l'esame della vita del Toniolo (n. nel 1845 a Treviso – m. nel 1918 a Pisa, il 7 ottobre, giorno della Madonna del Rosario) col decreto di eroicità delle virtù. Il 14 gennaio 2011, Benedetto XVI ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il Decreto riguardante un miracolo, attribuito all'“intercessione del Venerabile Servo di Dio Giuseppe Toniolo, Laico, Padre di famiglia”. Prossima è la beatificazione di questo laico, marito e genitore che ha molto in comune con Alberione, non solo il nome, Giuseppe, ma soprattutto l’apostolato e la spiritualità paolina 1 se si esprimono al meglio con la “comunicazione sociale” 2 e, in modo interattivo, in “rete” 3. Giuseppe Toniolo sarà beatificato il 29 aprile 2012 nella Basilica di San Paolo, “Apostolo delle genti”. Laureato in giurisprudenza a Padova, nel 1867, vi restò sino al 1872. Successivamente si trasferì a Venezia, a Modena e a Pisa, dove rimase, insegnando, fino alla morte 4. Nel 1878 5, sposò Maria Schiratti, dalla quale ebbe sette figli - una grande famiglia cristiana ben curata 6. Nel 1889 a Padova fondò l'Unione cattolica Ricordo di aver letto un testo, alcuni anni fa, dove Toniolo sosteneva la tesi che se Paolo ritornasse oggi – riferendosi al suo tempo (attorno al 1900) - non sceglierebbe più Roma ma Londra, come punto di irradiazione del suo apostolato, sia per la lingua, sia per i collegamenti della grande città inglese, con tutto il vasto impero britannico. Il testo era probabilmente in G. Toniolo, L’odierno problema sociologico: studio storico critico, Editrice Fiorentina, Firenze 1905. 2 Cfr. G. Alberione, Elementi di sociologia cristiana, Edizioni Paoline, Roma 1950. La stessa opera, più volte ristampata, esce nel 1958 col titolo di Catechismo sociale. I temi, raggruppati in 50 lezioni con 158 domande e risposte, vertono su: 1. l’uomo e la società; 2. la famiglia; 3. la società civile; 4. la chiesa; 5. il lavoro e l’ordine economico; 6. la società internazionale. Il linguaggio è marcatamente sociale, cattolico ma non intimista. 3 Cfr. Unione Cooperatori Buona Stampa, 1923: “S. Paolo fu un potente organizzatore del bene e dell'apostolato. Una rete magnifica di vescovi e di sacerdoti era stabilita nei luoghi delle sue missioni al termine dei suoi viaggi: una rete di pastori santi.” Leggi anche, tra tantissimi testi, Considerate la vostra vocazione, p. 317: “Cinema cattivo è grande laccio del diavolo per prendere le anime. Cinema buono è grande rete per coloro che Dio ha fatto pescatori di uomini.” Non si può più come paolini e paoline restare pastori o postorelle di agnelli e pecore, anche perché l’ovile è ora liquido, senza recinti ed è rimasto anche senza bestiame minuto. È necessario ormai riprendere il largo e pescare ogni sorte di pesci, “con la rete” per immergerli nel fonte battesimale. “Se si conquistano gli intellettuali, si pesca con la rete, non con l'amo soltanto” (AD, nn. 197-198). 4 Nella cronaca della Scuola Tipografica, riportata in UCBS del 1919, si legge: “Il giorno 16 Dicembre - Comunione di Suffragio per i defunti prof. Toniolo e Pasquinelli.” Il nome di G. Toniolo era familiare in casa e per il professore si pregava anche oltre l’anniversario della morte. 5 Il 3 dicembre di quest’anno, a Bra, nella “regione Grione” nasceva Giovanni Ludovico, il terzo figlio di Michele Alberione e un caro fratello di Giacomo. Il 1878 è anche l’anno della morte di Pio IX e dell’elezione a papa di Leone XIII (Vincenzo Gioacchino Pecci). Ad Asti, Giuseppe Marello fonda gli Oblati di san Giuseppe. Quest’anno i Sacerdoti del Sacro Cuore (Dehoniani) hanno visto la luce, in Francia, ad opera di L. Dehon (1843-1925). 6 “Tutte le domeniche - ricordava la figlia Teresa - tornati da Messa, [nostro padre] ci riuniva nel suo studio ed anche le persone di servizio dovevano venire ad ascoltare la spiegazione del Vangelo. Tutte le mattine facevamo, dopo ritornati da Messa, la colazione e, prima di dividerci, ci leggeva una breve meditazione che ci desse il pensiero per tutto il giorno. Alle sei della sera dovevamo tutti ritirarci in camera per fare un'ora di raccoglimento e di studio; papà ne avrebbe sofferto se non l'avessimo fatto, ed era solito ripeterci: per carità non vi dissipate.” Cfr. il sito 1 1 di studi sociali, di cui fu presidente. Collaborò con la Società della Gioventù Cattolica e l'Opera dei Congressi – nata nel 1874 a Venezia allo scopo di connettere i cattolici italiani sia livello parrocchiale che diocesano. Ma dopo lo scioglimento dell’Opera, nel 1904 ad opera di Pio X, Toniolo diventò il presidente dell’Unione Popolare 7 (1906-1922) a Firenze e della riorganizzazione dell'Azione Cattolica. Fu l’ispiratore e promotore della prima Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, che tenne a battesimo nel 1907 8. Per il giovanissimo Alberione, il Toniolo è stato maestro galvanizzante sia di pensiero che di vita cristiana. In Appunti di Teologia Pastorale, p. 332, a proposito dell’“Unione popolare” 9 il trentenne autore, riferisce, in nota, di due opuscoli “per la classe colta”, acquistabili a Padova, presso l’ufficio centrale dell’Unione: uno è “Toniolo, L'Unione popolare, L. 0,40” 10. Al n. 11 di Abundantes Divitiae, un manoscritto (presumibilmente) del 1953, Alberione ricorda ancora molto intensamente il professor Toniolo. “Vi era stato poco prima [del dicembre del 1900] un congresso (il primo cui assisteva); aveva capito bene il discorso calmo ma profondo ed avvincente del Toniolo. Aveva letto l'invito di Leone XIII a pregare per il secolo che incominciava. L'uno e l'altro parlavano delle necessità della Chiesa, dei nuovi mezzi del male, del dovere di opporre stampa a stampa, organizzazione ad organizzazione, di far penetrare il Vangelo nelle masse, delle questioni sociali”. Già prima del 1900 il professor Toniolo andava sviluppando una teoria sociale innovativa, proponendo, per esempio, il riposo festivo, la limitazione delle ore lavorative, la difesa della piccola proprietà, la tutela del lavoro delle donne e dei ragazzi, e soprattutto, l’istruzione cattolica. Fin da chierico, il sedicenne Alberione già andava in giro raccogliendo contributi per il comitato promotore che si prefiggeva di fondare un’università proprio voluta dal Toniolo 11. Essendo già un formidabile lettore di grandi opere storiche, non solo http://www2.azionecattolica.it/scritti-spirituali dove è riportato anche un pensiero del Toniolo sulla necessaria combinazione di interiorità ed esteriorità, l’una non sta senza l’altra: “Invano l’azione esteriore torna ordinata e feconda (giusta i disegni della Provvidenza) senza che la preceda e accompagni costantemente la vita interiore, l’esercizio cioè delle virtù intime nella quotidiana riforma di sé”. 7 Che è “chiamata ad esercitare una triplice funzione: unificatrice, educatrice, promotrice della vita sociale (in amplissimo senso) della nazione, in ordine ai fini della civiltà cristiano-cattolica ed alla missione storica del nostro paese, curando in modo speciale gl’interessi morali-spirituali di esso” (G. Toniolo, L’economista di Dio, p. 224). Cfr. sito http://www2.azionecattolica.it/node/543. 8 G. Alberione, ventitreenne, è ordinato sacerdote il 30 giugno di quest’anno, da Giuseppe F. Re, vescovo di Alba. 9 Presidenti dell'Unione popolare saranno, in successione, dopo Giuseppe Toniolo (1907-1908), Antonio Boggiano, ad interim, dal 1908 al 1909; Lodovico Necchi (1909-1912); Giuseppe Dalla Torre (1912), che, con la riforma dell'Unione popolare, diviene poi Presidente della Giunta direttiva (1912-1920); Bartolomeo Pietromarchi (1920-1922). L'Unione popolare raggiunse 100.000 soci, cui si aggiunsero, dopo la riforma di Benedetto XV, nel 1915, gli iscritti di tutte le altre Associazioni cattoliche. 10 L’altro è “Marchetti, L'unione popolare e l'ora presente; L. 0,50”. 11 Prima di morire, Giuseppe Toniolo affidò a frate Agostino Gemelli il compito di realizzare una «Università Cattolica». Nel 1919 – a meno di un anno dalla morte del Toniolo - Gemelli, insieme a Ludovico Necchi, Armida Barelli e ad altri, fondò a Milano l'Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori, come ente garante e fondatore del nuovo ateneo, che sarà denominato “Università 2 dal Cantù, Alberione andò formandosi una mentalità vasta sulla storia della salvezza di tutti gli uomini e iniziò a mettere a fuoco non solo concetti essenziali ma metodo e ideali per la espansione della chiesa cattolica, della società 12 delle nazioni; sul lavoro 13 e sull’organizzazione reticolare nonché sul come e sul perché usare i nuovi mezzi sociali – come, allora era la stampa periodica e i congressi – specificamente per far cultura cattolica e per trasformare la intera società in un’unica chiesa universale. Si sentì coinvolto da una responsabilità matura, già capace di iniziative pratiche, per il bene comune, di tutti gli uomini e donne del suo tempo. Guardando avanti a sé, - così continua in AD, - “gli parve di comprendere il cuore del grande Papa, gli inviti della Chiesa, la missione vera del Sacerdote. Gli parve chiaro quanto diceva Toniolo, sul dovere di essere gli apostoli di oggi, adoperando i mezzi sfruttati dagli avversari. Si sentì profondamente obbligato a prepararsi a fare qualcosa per il Signore e gli uomini del nuovo secolo, con cui sarebbe vissuto.” Ma restando ancora in una intensa e feconda quanto “distratta” adorazione di Gesù-Ostia, “vagando con la mente nel futuro gli pareva che nel nuovo secolo anime generose avrebbero sentito quanto egli sentiva; e che, associate in organizzazione, si sarebbe potuto realizzare ciò che Toniolo tanto ripeteva: ‘Unitevi; il nemico, se ci trova soli, ci vincerà uno per volta’”. Non è questa unità, di Famiglia Paolina, l’eredità carismatica che meglio apre mente, cuore e forze fisiche, in collaborazione con la chiesa di Roma, al servizio sociale e a tutta l’umanità, oltre che a tutto l’uomo, corpo, anima e cervello sinaptico? L’unità non costituisce forse la principale chiave ermeneutica per interpretare o ricostruire un’identità autenticamente paolina, apostolica nell’oggi, con i mezzi di oggi? Certamente quello che ancora ci insegna il professor Toniolo agisce da pungolo duro (contro cui Paolo inutilmente recalcitra, secondo At 26,14) o quanto meno da spina nel fianco (2Cor 12,7) di chi, per coerenza cristiana ha deciso non conservare al sicuro la propria vita ma di perderla nel farsi tutti a tutti – come l’apostolo Paolo – in una società sempre più liquida e globalizzata. Senza più temere insufficienze, carenze o debolezze – nelle quali – è certo! – si manifesta la potenza del Signore. Angelo Colacrai Cattolica del Sacro Cuore”, inaugurato ufficialmente a Milano il 7 dicembre 1921, festa di Sant’Ambrogio. 12 “Al di sopra degli stessi legittimi beni ed interessi delle singole nazioni e Stati vi è una nota inscindibile che tutti li coordina ad unità, vale a dire il dovere della solidarietà umana, con l'interesse di cooperare tutti armonicamente, con eguale, libera e meritoria emulazione, al comune incivilimento.” (Giuseppe Toniolo) 13 Nel 1953, Alberione associa la “laboriosità” alla missione sociale della Chiesa e della Famiglia Paolina. “I Papi da un secolo a questa parte hanno dato ed inculcato il vero concetto del lavoro, i suoi diritti ed i suoi doveri. Da una parte è condannata una concezione in cui il lavoratore viene gradatamente a perdere la sua personalità, dall'altra è condannata la teoria classista-materialistica. Ma soprattutto hanno alzata la voce a salvaguardare la dignità ed i diritti della persona umana; per cui è andata formandosi la scuola cristiano-sociale col massimo rappresentante nel Toniolo. Seguono i principi della Rerum Novarum di Leone XIII, della Quadragesimo anno di Pio XI, e dei discorsi di Pio XII. Lo ‘schema di una sintesi sociale cattolica, o codice sociale’ riassume la dottrina delle encicliche sociali. Un clero ed una vita religiosa oziosa causerebbero uno scandalo nella società moderna” (cfr. Anima e corpo per il vangelo, 1953, editato nel 2005, p. 174; cfr. anche San Paolo, 1954, p. 4). 3