DALLADONNA DI PALAZZO ALLADONNA DI FAMIGLIA Pedagogiae culturafemminile tra Rinascimentoe Controriforma FRANCESCOSBERLATI D ietro la civilta del Rinascimentosi allungal'ombradi una congiuntura antropologicae culturale straordinariamenteinnovativa, con conseguenze determinantiper le successive epoche della civilta moderna. Si tratta dell'interesse per la donna e la condizione femminile. Vale a dire, dell'interesse ideologicamente provocatorio per una figura la cui alterita e dissimiglianzarispetto ai canoni del maschilismo culturale dominante dal Medioevo in poi coinvolge tutti i piani dell'esistenza: anatomico, psicologico, mentale, sociale, professionale. Alla base di questo contributo c'e pertanto il tentativo di riconoscere, confrontando la documentazione fin qui nota, una svolta decisiva nei rapporti fra quei due principi fondamentali per la storia della nostra cultura che sono il femminile e il maschile. Questa svolta si situa storicamente tra gli anni Venti e la meta"del Cinquecento, fino all'inizio del Concilio di Trento (1545-1563), quando reazionarie scelte di politica religiosa e sociale respingerannola dimensione e la funzione femminile in ruoli retrivi e subalterni, fortemente ridimensionati sul piano dell'incidenza culturale. In questi decenni la donna e al centro di un'attenzione intellettuale e anche mondana vivacissima. Le esponenti di maggior rilievo di questo 'femminismo' cinquecentesco mostrano una evidente contiguita con i modelli culturali piu accreditati dell'epoca, svolgendo talvolta un ruolo di primo piano all'inDesideroesprimerela mia sinceragratitudineai proff. SalvatoreCamporealee DavidQuint, le cui pazienti,puntualie opportuneosservazionihannocontribuitoa migliorarequestosaggio.Un graziespecialeva inoltrea tutta la comunitadegli studiosidi VillaI Tatti,i qualimi hannofornitosuggerimenti ed indicazioni. 119 Casa Editrice Leo S. Olschki s.r.l. and Villa I Tatti, The Harvard Center for Italian Renaissance Studies is collaborating with JSTOR to digitize, preserve, and extend access to I Tatti Studies: Essays in the Renaissance ® www.jstor.org FRANCESCO SBERLATI ternodel complessomeccanismo che presiedealle sceltedi gusto esteticoe di concezioniideologiche.' L'attenzioneaccesasulladonna,finalmenteintesacomesoggettodotatodi unadistintivaautonomia nei confronti psicologica del modellomaschile,producetuttaunaseriedi opere2nellequali la dimensionefemminiledellagratia,dellamisurae dellapiacevolezzariceveuna sortadi celebrazione teorica,collegataperlopiu e ficinianeereditatedall'Uaglialtilivellidelleideeneoplatoniche manesimo quattrocentesco.3La cultura rinascimentalepuo cosl dare il via all'edificazione di una figura letteraria e artistica - quella della donna gratiosa, appunto - nella quale gradualmente si tralascia la natura umana a favore del dato retorico e stilemico. Ancora una volta il Rinascimento traduce le idee in immagini, vale a dire in allegorie, in emblemi, in simboli. Anche il femminismo culturale cinquecentesco sembra ridursi, pertanto, nell'esibizione imitabile di figure topiche, nell'iterazione allegorica delle immagini testuali e visive, nella riproposizione quasi propagandistica di un modello di donna canonicamente libresco piuttosto che concretamente storico.4 1 Per un inquadramentostorico di carattere generale si possono utilmente consulta- re i lavoridi R. DEMAIo,Donnae Rinascimento, Milano,1987;Storiadelledonnein Occidente, a cura di G. DUBY-M.PERROT, 5 voll., III, Dal Rinascimentoall'eta moderna, a cura di N. ZEMONDAVIS-A.FARGE, Roma-Bari, 1991; M. ZANCAN, "La donna", in Letteraturaitaliana, a cura di A. ASORROSA,V. Le Questioni, Torino, 1986, pp. 765-827, in part. pp. 788-811; G. SERVADIO,La donna nel Rinascimento,Milano, 1986; P. BENSON, The invention of the Renaissancewoman: the challengeof female independencein the literature and thoughtof Italy and England,Pennsylvania State U.P., 1992; Ambiguousrealities: women in the Middle Ages and Renaissance, a cura di C. LEVINE-J.WATSON, Detroit, 1987; F. MEDIOLI, "Culture, Society and Women in Renaissance Italy", Nouvelles de la Republiquedes Lettres, 1994, n. 2, pp. 213-217. Per il periodo precedente a quello qui affrontato v. D. BACKHOUSE-PH. MADDERN-N. TOMAS,Women in Medievaland Renaissance Europeanhistory, c. 1100-1500: a bibliography,Melbourne, 1989. Per la nozione "Le classificazioni femminili nella mentamedievale di femminilita vedi ora M. BIANCO, lita medievale (sec. XII-XVI)", Nuova rivistastorica, LXXIX, 1995, pp. 261-274. 2 M.-F. PIEJus,"Index chronologique des ouvrages sur la femme publies en Italie de 1471 'a 1560", in Imagesde la femme dans la litteratureitalienne de la Renaissance. Preiuge'smisogyneset aspirationsnouvelles: Castiglione,Piccolomini, Bandello, a cura di J. Gumi-A. RoCHON et al., Paris, 1980, pp. 157-165. 3 P. 0. KRISTELLER, "Neoplatonismo e Rinascimento", in Il neoplatonismonel Rinascimento,a cura di P. PRINI,Roma, 1993, pp. 9-28. 4 C. JORDAN, Renaissancefeminism: literarytexts and political models, Ithaca, N.Y., 1990; S. FISHER-J. E. HALLEY, Seeking the woman in late Medievaland Renaissancewritings: essays in feminist contextual criticism, Knoxville, 1989; The cranniedwall: women, 120 DALLA DONNA DI PALAZZO ALLA DONNA DI FAMIGLIA La componente femminile del Rinascimento italiano emerge chiaramente dalle testimonianze dei contemporanei e in particolare dalle pagine di opere dedicate ad argomenti pedagogici e educativi. Come e emerso sin dagli studi per molti aspetti pioneristici di Ruth Kelso e Conor Fahy, esse sono opere di grande importanza documentaria.5Sono libri in se preziosi in quanto strumenti storici che ci consentono di ritrovare il significato piiuautentico del femminismo rinascimentale e che costituiscono un preciso filone di trattatistica interamente dedicata alle questioni della didattica e dell'educazione femminile. Ma prima di soffermarsi su di essa, occorre preliminarmentevolgere un rapido sguardo a quello che viene ritenuto il maggior documento letterario della nuova sensibilita rinascimentale verso la dimensione femminile, cioe il Libro del Cortegianodi BaldassareCastiglione. Pubblicato nel 1528 e diviso in quattro libri, il Cortegianoriporta un dialogo immaginarioche l'autore dice avvenuto nel 1506 presso la Corte di Urbino, nel quale gli interventi dei vari interlocutori servono a definire l'ideale sociale e culturale del perfetto uomo e della perfetta donna di Corte. In esso di fatto il lento processo di dissoluzione delle strutture concettuali della civilta% feudale e accompagnato dall'elaborazione cosciente di una iconologia che definirei 'neocavalleresca',dove nobilta e aristocraziadi Corte sono assunte entro l'orizzonte di maturazione di una identita culturale cortese. Nel Cortegianola donna riveste grande importanza. Alla costruzione di un nuovo modello di femminilita tutto cinquereligion,andtheartsin earlymodemEurope,a curadi C. A. MONSON,Ann Arbor,1992; I. MACLEAN,TheRenaissance notionof woman:a studyin thefortunesof scholasticism and medicalsciencein Europeanintellectuallife, Cambridge-New York, 1980; Womenin the MiddleAgesandthe Renaissance: a curadi M. B. ROSE, literaryandhistorical perspectives, Syracuse,N.Y., 1986; M. L. KING, Womenof the Renaissance, Chicago,1991; S. F. MATTHEWSGRIECO,"La Querelledesfemmesnell'Europadel Rinascimento", Quaderni storici,XXV, 1990, pp. 683-688. S R. KELSO,Doctrinefor the Ladyof the Renaissance, UrbanaIll., 1956; C. FAHY, "ThreeearlyRenaissancetreatiseson women",ItalianStudies,XI, 1956, pp. 30-55. Piu recentementevedi M. L. LENZI,Donnee madonne.L'educazione femminilenelprimoRinascimento italiano,Torino, 1982. Inoltrevedi S. F. MATTHEWSGRIEco, "Persuasive Pictures:DidacticPrintsand the Constructionof the SocialIdentityof Womenin 16th CenturyItaly"in Culture,Societyand Womenin Renaissance Italy,a curadi L. PANIZZA, Oxford,1996, in corsodi stampa.Sonomoltogratoa SaraMatthewsGriecoper avermi concessodi leggereil suo importantestudio primadella pubblicazioneed inoltre per avermigentilmentefornito alcunenotevoli segnalazioni,pur non condividendointeramentela tesi da me espostain questoarticolo. 121 FRANCESCO SBERLATI centesco Castiglione dedica infatti l'intero terzo libro del Cortegiano, mentre in tutta l'opera assai frequenti sono i passi in cui la conversazione riflette sulla necessita di una definizione di sensibilita femminile sganciata dagli stereotipi misogini ed orientata invece in direzione di una acquisita emancipazione sociale e culturale. La comprensibilita della dimensione femminile da parte del pubblico colto del primo Cinquecento e forse uno degli aspetti pii'usignificativi del Cortegiano,nel quale prende forma e sostanza il canone rinascimentaledella bellezza muliebre. Direi anzi che cio che contraddistingue il Cortegianoda quella triade di libri giustamente individuata da Amedeo Quondam,6 vale a dire il Galateo di Giovanni Della Casa, La civil conversazionedi Stefano Guazzo e appunto il Cortegiano,consiste proprio nei numerosi passi che informano circa la nuova rappresentazionedi femminilita e le modalita attraverso le quali essa si impone quale cifra stilistica predominante. Nel libro di Castiglione il rapporto concettuale che si profila dietro il dialogo degli interlocutori e di natura tale da risultare espressione di una civilta davvero moderna, al cui interno la donna occupa una funzione di primarialevatura. Un tratto predomina sugli altri nella nuova figura di donna cosl ben codificata nel Cortegiano, quello forse che meglio esprime la portata rivoluzionaria della femminilita cinquecentesca. E l'insistenza ripetuta e piiuvolte ribadita sull'erudizione della donna, sulla sua educazione letteraria e artistica, sulle sue frequentazioni intellettuali e librarie, sulle sue capacit"adi apprezzaree stimare le prove piiudifficili e complesse della cultura rinascimentale. Alla donna del Rinascimento e richiesta una preparazioneculturale simile ed equivalente a quella dell'uomo, il suo 'sapere' deve essere altrettanto robusto ed elevato, pena l'emarginazione sociale. La questione non e da sottostimare, poiche esprime una svolta culturale, e direi persino antropo6 A. QUONDAM, "Introduzione"a STEFANO GuAzzo, La civil conversazione,a cura di A. QUONDAM, 2 voll., Modena, 1993, I, p. xi. 7 G. FUMAGALLI, "Donnebibliofileitaliane",L'Esopo,XV, 1993, pp. 9-22. Inol- tre vedi M. E. Rossi CHINELLI, IsabellaSforzae i letteratidel suo tempo. Per una ricognizione della presenzafemminile nella culturapiacentinadel Rinascimento, Piacenza, 1992; F. AMBROSI, "Libri e lettrici in terra veneta nel sec. XVI. Echi erasmiani e inclinazioni eterodosse", in Erasmo, Venezia e la culturapadana nel '500. Atti del XIX Convegno di Studi Storici, Rovigo, 8-9 maggio 1993, a cura di A. OLiviEi, Rovigo, 1995, pp. 75-84. 122 DALLA DONNA DI PALAZZO ALLA DONNA DI FAMIGLIA logica,di fondamentale importanza perla storiadelleidee in eta moderna.Unataledimensione femminile,a metatraerudizionee gratia,emergenel Cortegiano proprio1a dove si insiste sul valore civileassuntodall'educazione culturale.Questava intesanon come meraerudizionefine a se stessa,vissutain ambitoprivatoed individuale, maal contrariocomeefficacestrumento di partecipalo zionesociale,talvoltaostentandoed esibendo,se le circostanze intellettualematurata una consentono,unaformazione attraverso dei classicilatinie volgari,e nel contempartecipefrequentazione i modellibiograficida questiappresi. di sforzandosi rivivere po Pertanto,e gia statoosservatoda interpretiautorevoli,il Corl'ideale tegianodi Baldassare Castiglioneesprimecompiutamente femminiledi indubbiapredominanza nellaculturae nellasocieta del librodi Castiglione non cinquecentesche.8 Questavalutazione il fatto che in Basticonsiderare e inopportuna ne incongruente. la trattatisticadi pedagogiafemminilecoevaindica maggioranza nel modellodi donnaespressonel Cortegiano l'obiettivoa cui tendere,il risultatoda raggiungere tramiteun percorsoeducativoche sembraperl'appuntoimpostatocon lo scopoprecisodi pervenire gradualmente alla formazionedi una perfettadonnadi palazzo. Dal Cortegiano provengono le indicazionie le prescrizioni meglio connotatesul pianodella prassididattica.I riflessiculturalidi questapedagogiafemminilesono di primoordinegiacchedimostreranno del Rinagrandeinfluenzanellavitaartisticae letteraria scimento,esaltandoil ruolodelladonnanellasocietacivileed incidendoa fondosull'assetto esteticoed espressivo dell'epoca.9 8 G. SACCARO BATIISTI,"La donna, le donne nel Cortegiano",in La corte e il "Cortegiano":I. La scena del testo, a cura di C. OSSOLA, Roma, 1980, pp. 219-250; M. ZANCAN, "La donna e il cerchio nel Cortegianodi B. Castiglione. Le funzioni del femminile nell'immaginariodi corte", in Nel cerchio della luna. Figuredi donna in alcuni testi del XVI secolo, a cura di M. ZANCAN, Venezia, 1983, pp. 13-56; D. A. DRAFTON, Politics and the praise of women: political doctrinein the Courtier'sthird book, New Haven-London, 1983; V. FINucci, The Lady Vanishes.Subjectivityand Representationin Castiglione and Ariosto, Stanford, 1992. Vedi anche le segnalazioni di M. Pozzi, "Rassegna bibliografica. Rassegna di studi rinascimentali IV", Giornale storico della letteraturaitaliana, CLXXI, 1994, pp. 96-132, in part. pp. 127-130. 9 G. PATRIZI, "II libro del Cortegianoe la trattatistica sul comportamento", in Letteraturaitaliana, a cura di A. ASORROSA,III/2. Le forme del testo. La prosa, Torino, 1984, pp. 855-890; M. AURIGEMMA, "La civil conversazione e i trattati sul comportamento", in La letteraturaitaliana. Storia e testi, a cura di C. MUSCErrA, IV/I. II Cinquecento. Dal Rinascimentoalla Controriforma,Roma-Bari, 1973, pp. 493-537. A. GAGLIARDI, La misurae la grazia.Sul "Librodel cortegiano",Torino, 1989. 123 FRANCESCO SBERLATI Esaminero qui alcuni esempi di questa trattatistica pedagogica, richiamando i testi pi'usignificativi dedicati all'educazione femminile pubblicati tra gli anni Quaranta e Sessanta del Cinquecento. Questa circoscritta limitazione cronologica tra le due meta del XVI secolo ci permettera di vedere in che modo, entro un arco temporale assai breve, le concezioni inerenti alla femminilita subirono drastici mutamenti ed involuzioni. Tramite selezionati specimini esemplificativi potremo agevolmente farci un'idea dei canoni sui quali era impostata l'educazione di una donna d'estrazione sociale alta, appartenente ad una famiglia dell'aristocrazia o della grande borghesia mercantile e latifondista con aspirazioni nobiliari. Tuttavia, prima di procedere nell'esame di queste opere, credo sia opportuno fornire sin d'ora un avvertimento preliminare.Ai fini di una lettura storicamente aderente, capace insomma di evitare interpretazioni anacronisticheproiettando su di esse la nostra sensibilita di moderni, occorre tenere nel debito conto il carattere repressivo di questi manuali di pedagogia, talvolta con dichiarati intenti inibitori. Ovviamente alla donna e concessa ora una dignita ed un ruolo impensabili sino a qualche decennio prima, e le vengono riconosciuti meriti e capacita di indubbia rilevanza. Cio nonostante, non va dimenticato che il fine ultimo di questi educatori consisteva nel mantenere il controllo sociale della femminilit'atramite un'opera di istruzione preventiva tendente ad evitare l'imporsi di posizioni culturalmente eversive. Anche se i dilatati orizzonti mentali del Rinascimento avevano consentito l'emergere e il diffondersi di una nuova idea di femminilita, sul piano concreto delle testimonianze documentarie scopriamoin realta che la condizione storica della donna, sia pure arricchitadalla dignita culturale di recente conquistata, era socialmente ancora irreggimentata nel tradizionale ordine tripartito degli 'stati' verginale, maritale e vedovile. II suo ruolo non aveva altre dimensioni all'infuori di queste tre: vergine in attesa di matrimonio, di frequente con un uomo impostole da legami di interesse dinastico o finanziario; sposa e madre; casta vedova devota alla memoria del marito. Tre fasi inevitabili che ne scandiscono preordinatamente,salvo rarissime eccezioni, la vicenda biografica ed esistenziale. II valore emblematico di tali materiali educativi si riconosce con esattezza nel trattato di Galeazzo Flavio Capella (o Capra, stan124 DALLA DONNA DI PALAZZO ALLA DONNA DI FAMIGLIA do alle precisazioni di Maria Luisa Doglio 1), intitolato Della eccellenza et dignita delle donne, uscito dapprima a Roma presso Francesco Minicio Calvo nel 1525 e poi a Venezia presso la tipografia di Gregorio de Gregoriis nel 1526, ben tre anni prima, si noti, della pubblicazione del Cortegiano.Ingiustamente dimenticato, questo libro condensa in se una gamma vasta e complessa di componenti culturali, perlopi'udi estrazione tipicamente umanistica, delle quali sara necessario fornire un rapido resoconto. In primo luogo va detto che gia il titolo rappresentauna sorta di preciso manifesto culturale, fedele e solidale al progetto insieme etico ed ideologico dell'antropocentrismo quattrocentesco. Esso richiama infatti per analogia e affinit"auna robusta e teoricamente motivata tradizione filosofico-letteraria, ricalcando alla lettera, dopo opportuna traduzione dal latino al volgare, titoli di opere quali l'Oratio de dignitatehominis di Giovanni Pico della Mirandola o il De excellentia ac praestantiahominis di Bartolomeo Facio. Opere fondamentali per la speculazione neoplatonica del XV secolo, con pieni e diretti meriti nell'enuclearsi di un preciso filone antimedievale. Nel Quattrocento occorreva sottrarre al monopolio divino le capacita umane di costruire il proprio destino e la propria fortuna. Nel Cinquecento occorre sottrarre al monopolio della cultura maschilista il diritto della donna di influire sulla propriavita tramite scelte coscientemente eseguite. E prevale decisamente nel trattato di Flavio Capella l'amplificazione dei tratti antimisogini a favore di una riconciliazione dei sessi in nome di un ideale di dignita umana non scevro da ragioni sostanzialmenteumanistiche. Ribadita a piZuriprese, l'idea dell'imitazione di un modello muliebre letterariamente accreditato come principio pedagogico basilare rappresentail sostrato concettuale su cui Flavio Capella edifica il suo manuale. L'imitazione ed emulazione di un canone comportamentale desunto dai testi (e non dalla vita o dall'esperienza) sono il fulcro intorno al quale si dispone la proposta educativa formulata nel Dell'eccellenzaet dignitadelle donne. Tutto sta nel replicare il modello esemplare assunto quale regola e norma di vita civile, mediante la realizzazione di un ordine delle somiglianze che 10 GALEAZZO e dignitadelledonne,a cura di M. L. FLAVIOCAPRA,Dellaeccellenza Roma, 1988, pp. 5-7. Vedi L. D'AsciA, "Galeazzo Flavio Cajella traduttore di DOGLIO, Erasmo", Lettereitaliane,XLII, 1990, pp. 66-68. 125 FRANCESCO SBERLATI dellepeculiarita puntaa ridurre,se non ad azzerare,l'espressione individualie soggettive.Di qui il lungoelencodi figurefemminili del passatofornitodall'autore, dellequalisi pongonoin evidenza allenecessit"a dellaculturae sensibilita le virtiumeglioomologabili con lo scopoprecisodi fornireall'edufemminilecinquecentesca, di modellibiograficiprimaancorachepsicolocandaun repertorio unostatosocialmente elevato. giciai qualiattenersiperconseguire che si tiene La donna di mondo, adatta alla civil conversazione1' deve nellesaledei palazzisignorili,comesuggeritonel Cortegiano, ad uno stereotipodivenutodominanesserecapacedi equipararsi stravagante o eccentrite, altrimentieccederala misuraapparendo ca. FlavioCapellainsiste sul concettodi misuracon argomenti delladonnaelaboratada Castiglione, conformiall'idealizzazione il processod'assealtreslsul pianostorico-letterario denunciando stamentoconcettualeche si va compiendotra gli anni Venti e di strutturae di contenuto Trentadel XVI secolo.I cambiamenti ereditati che tale processoattuarispettoai modellidi femminilit"a si comprendono solo a partireda unaprospettidal Quattrocento va che non mi sembraeccessivodefiniredi forte laicizzazione, con misuracritica,in nomedi una tantoda riusciread oggettivare dalleconvenelitariasuperiorita culturale,il distaccoprogressivo zioni religiose che regolavanoin senso coercitivo la vita sociale la letterariamostrachiaramente delladonna.La documentazione di questosviluppoantitradizionale nella latitudinedel propagarsi o comunque del Cinquecento, anchein areemarginali primameta" periferiche. La misura,cifrastilisticaed insiemeideologicadellagratia,didifficilmente sofisticatissima, pendenondimenoda una mentalit"a moderni.Laqualee assimilaperi nostriparametri comprensibile all'intellettualizzazione dell'amore, bile teoricamente neoplatonica intesocomefunzionemetafisicae psicologicadellatendenzaalla deificazione.In questopercorsodi emblemied allegoriementali, la ricapitolazione simbolicadell'immagine che si snodaattraverso elaboratadallamitologiaclassica,e ben evidente delladonna-dea hanno culturaleche i traduttoridi Aby Warburg quelprogramma 11 GuAzzo,op. cit. (vedinota 6), LibroII, vol. I, pp. 163-172. 126 DALLADONNA DI PALAZZOALLADONNA DI FAMIGLIA definito"rinascita del paganesimo Si trattadi un itineantico"."2 rariomentale,e direianzirazionale,basatosulmimetismo letterario nei confrontidel reale,sullametamorfosi spirituale e la risoluzionedefinitivadellepassioni.Un taleitinerario,strumento di fuga da unarealtacostrittivaversola rievocazione nostalgicadi un passatoidealecristallizzato nellamemorialetteraria,conservaintatta la sua misuraculturalenei numerositrattatiche il secolo XVIha dedicatoallacodificazione di unafilosofiadell'amore. Tra questimi limitoquia ricordare, perfornirequalcherapidaindicazionedi testimonianze, il Librode naturade Amore(1525)di Mario Equicola,i Dialoghid'Amore(1535)di LeoneEbreo,il Ragionamento nelqualesi insegna a' giovaniuominila bellaarted'Amore (1545)di Francesco Sansovino, lo Specchio d'Amore (1547)di BartolomeoGottifredi,il Dellainfinitadi Amore(1547)di Tulliad'Aragona,il De pulchroet Amore(1531)di AgostinoNifo, aristotelico professoredi filosofiamoraleall'Universita di Padova,fino al testo forsepiiuimportante del secoloperprofondit"a e robustezza di contenutiteoretici,l'Amorosa filosofiadi Francesco Patrizi.Anche l'amore,tra filosofiae arte (perla precisionel'arslatinacol suo significatoetimologico), devenecessariamente essere'misurato', vale a direrisoltominuziosamente entrounacontrollata velleitadi elevazionemorale,di innalzamento ad un livelloetico superiore.Pertanto,la vita socialedelladonnadi mondodel Rinascimentosi costruisceartificialmente comeunabiografiain cui e dislocatoil reticolomemorabile dei modelliesemplari da imitaree replicare.Ognigesto,ogniparolarinviaad un testo, ad unacitazione.Vivendo,essa riscriveun'esistenzafemminilepreesistente ritenutaesemplare e dunquedegnadi essereimitata. Non si discostadal tracciatoeducativoindicatoda FlavioCapellail trattato,simileanchenel titolo,De nobilitate et praecellentia foemineisexus del medicoe astrologoHeinrichCornelius Agrippavon Nettesheim.'3 Stesodapprima in latinoversoil 1509 e poi impressoad Anversanel 1529,il trattatodi Agrippafu pubblicatoin Italiadall'editore GabrielGiolitode' Ferraria Venezia 12 A. WARBURG,La rinascita delpaganesimo antico.Contributi alla storiadellacultura, trad.G. BING, Firenze,1966, pp. 4-46; vedi inoltrele fini osservazionidi KRIsTELLER,op. cit. (vedinota 3), pp. 14-23. 13 HENRI CORNEILLE AGRIPPA, De nobilitate et praecellentiafoeminei sexus, a cura di R. ANTONIOLI et alii, Geneve, 1990. 127 FRANCESCO SBERLATI nel 1549 col titolo Della nobiltd et eccellenzadelle donne nella traduzione approntata da Alessandro Piccolomini, lui stesso, come vedremo, autore di un'opera dichiaratamente 'femminista'. Non diversamente da queUe di Capella e Castiglione, le prescrizioni fornite dal trattato di Cornelio Agrippa sembrano connotate da un'insistenza speciale sull'imitazione, cioe sulla emulazione topica di un seletto catalogo di figure femminili.'4 Ma c'e nel libro di Agrippa un dato ulteriore che sara opportuno non sottostimare. Si tratta del procedimento retorico che conduce alla celebrazione della donna tramite la riproposizione di un formulario di iconologie verbali desunto dai libri antichi e moderni piiu famosi del tempo. La donna stessa, secondo l'idea insegnativa espressa nel Della nobilta et eccellenzadelle donne, deve impararein primo luogo a 'ricordare', a ripercorrerenell'ordine della memoria la casistica degli stilemi e dei comportamenti socio-culturali a lei piiu adeguati. L'educazione umanistica che le verra impartita serve pertanto al compito di rammentare. La sua erudizione dipendera dalla sua capacit'adi 'ritenere' nella memoria quanto le e stato insegnato. E, questo, un dato importante poiche si connette direttamente alla discussione quattro-cinquecentesca sull'ars memoriae e agli schemi 14 Le donne la cui vicenda biografica costituisce un exemplum,e dunque un modeladdilo da emulare secondo il precetto normativo dell'imitatio umanistica, sono perlopiCu tate da Agrippa in personaggi biblici (in particolare vetero-testamentari)e in personaggi dell'antichita greco-romana. Cosi l'autore enumera ed allinea i nomi di Sara, Rebecca, Betsabea, Judith, Susanna, Ester (donne che alla bellezza hanno saputo aggiungere una grande virtui).Accanto a queste donne della tradizione giudaico-cristiana, queue consegnate dalla tradizione classica: Argia sposa di Polinice, Giulia sposa di Pompeo, Porcia sposa di Catone, Cornelia dei Gracchi, Messalina sposa di Sulpicio, Alceste sposa di Admeto, Didone di Cartagine, le romane Lucrezia e Sulpicia, la volsca Camilla, le greche Ifigenia e Cassandra. Queste ultime sono ottimo esempio di casto e fedelissimo amore o di tale forza morale che neppure di fronte alla minaccia della morte rinunciarono ai valori della verginita e del pudore. Non mancano neppure esempi di donne dalla piiurecente epoca medievale, altrettanto generose nel testimoniare una esistenza che merita di essere ripetuta ed imitata dalle donne del Rinascimento. Cosl Agrippa richiama le vicende biografiche di Teodolinda, figlia del re di Baviera, la quale convertl al Cristianesimo i Longobardi; di Gresilla, sorella dell'imperatore Enrico I, che convertl gli Ungari; di Clotilde, figlia del re dei Burgundi, che convertl i Franchi. Insomma Agrippa fornisce alla pedagogia femminile del Cinquecento un repertorio assai vasto di biografie di donne ritenute modelli primari a cui tendere, o a cui ispirare la propria esistenza. Ancora una volta, nel pieno rispetto delle norme che regolano la civilta del Rinascimento, occorre imitare, emulare, ripetere, ri-scrivere, riesumare. Qualsiasi innovazione individuale o soggettiva e decisamente da rigettare, se non e corroborata da un precedente modello assunto come auctoritas o come guida. 128 DALLADONNA DI PALAZZOALLADONNA DI FAMIGLIA " Tuttavia,quelartificiosa' da essaesperiti. analogicidi 'memoria in questasedee il fattoche, attraverso lo che importaprecisare il percorsodellafloridatrattatistica sullapedagogia femminile,si costituiscerapidamente un'innovativa tradizionedi studisulladonna, irrobustita dall'assimilazione dei materialiclassicirecentemente rivivificatiper meritodell'Umanesimo ma soquattrocentesco, prattuttoattualizzata tramitela sperimentazione di equilibriinediti in cui collocarei variatiapportidissodatidall'emergere del femminismo. Si trattadi unavicendache restae predomina in quantostoriograficamente distintiva.La mediazione dellaculturafemminile rappresenta cio che megliocaratterizza la tipicacoesistenzarinadi tantimessaggieterogeneie taloraantagonistici, scimentale poichepropriodall'intelligenza dellaquestionefemminilesembraprovenirela rispostapiiuoriginalea questacrisidi crescita.L'attecchimentoprecocedei valorifemministie la fortunadellapedagogia femminiledimostrano appuntoun rapportoprivilegiato con le istanzepiiuricettivedella culturarinascimentale. II trattatodi Agrippaesprimecompiutamente questanuovadimensione femminile, tantoche resteraa lungo,lo vedremo,il libroprincipedella trattatistica sulladonnanel XVI secolo.Al De nobilitate si richiamerannoinfatti,taloraderivandone interipassi,gli autoripiiuattentie meglioinformati,comeDomenichie Piccolomini. Unatramatura di apportie materiali ineterogenea fortemente novativi,e talvoltapersinoeversivirispettoallepersistenticategorie articolate sulprincipiodellamisoginia, e riconoscibile senzaeccessivedifficoltaallabasedi un altroimportante librodi pedagoSi trattade La nobiltadelledonne gia femminiledel Cinquecento. di LudovicoDomenichi,uscitoa VeneziapressoGabrielGiolito de' Ferrarinel 1549.E anch'essocostruito,comeil Cortegiano di Castiglione,sulloschemadel dialogo:cinqueinterlocutori 'ragionano'sullanuovaconcezionedi femminilita che il Rinascimento ha impostoallecoscienzepiiuavvertitedell'epoca.Comesi deduce infattidallepaginepiiusignificativedel libro,la presenzaattiva delledonneall'internodei circuitipiu avanzatidellacivilt'arina15 L. BOLZONI, La stanza della memoria.Modelli letterarie iconograficinell'eta della stampa,Torino, 1995; La culturadella memoria,a cura di L. BOLZONI-P. CORSI,Bologna, 1992. 129 9 FRANCESCO SBERLATI scimentalesembrasaldamente assestataed ammessasenzapudori, taloracon ruoliarditamente vicinia posizioniestremedellaculturariformatrice. Ancheper Domenichi,come per Castiglione,il destinatario idealedellasuaoperae unadamasufficientemente educatae raffinatada comprendere ed apprezzare le provepiiueruditedellaletteraturae dell'arte.Nell'austera serietadel dibattitoriportatonella Nobiltadelledonne,il nuovomessaggio mirainnanzitutto a fare elevatadelladonnain ambitosocialee culspazioadun'immagine turale,espressione umanain sensopienodi unadimensione psicologicae nel contempoostensionepubblicadi una funzionecivile. Mal'altrafacciadellapassioneletterariache conquistoil pubblico del Cinquecento ha inveceil profilorestrittisignorilee cortigiano Su questoorizzonvo e proibitivodel manualedi comportamento. te, le esigenzeinsegnativeed educativesi saldanocon le istanze coercitiveradicatenell'ideologia rinascimentale, quelledellacompostezza,della misura,dellagratia,istanzecon le qualiancheil trattatodi Domenichiparestringererelazionistabili.Vedremopiu di questoatteggiamento durantele politiche oltrele conseguenze reazionarie dell'etaconciliaree post-tridentina. Soffermiamoci ora librodi LudovicoDomenichi. su questoimportante il complessodialogodi Domenichipreferirei Nell'affrontare didattici.Punterei tralasciare gli aspettipedagogicie meramente inveceadun attentoesamedei materialiideologiciin essoesposti. Un datotuttaviami sembranon sia statoancorasegnalato,sfuggito comeparealladisaminaa tutt'oggieseguitadaglistudiosidi settore.E cioe che il dialogodi Domenichiderivain granparte dal trattatodi CornelioAgrippa,dal qualeriprendele argomentache ne sostienel'inzioniessenzialinonchel'impiantoconcettuale terastruttura. Anzi,il librodi Domenichisi configuratalvoltacoitalianadel De nobilitatedi Agrippa. me unapuntualetraduzione distesamente una Non e questala sedepiiuadeguata peraffrontare problematica filologicacoslcomplessa. Nondimeno,forniroqui alallecitazioni cunerapideprovedi questadipendenza,accostando da Domenichii corrispondenti passiprelevatidallibrodi Agrippa. che lega,coSar'apertantoagevolenotarela relazionegenealogica il di De nobilitate Cornelio me antigrafoad apografo, Agrippaa La nobiltadi LudovicoDomenichi.Tuttaviaun indubbiomeritodi fortementemodernista va riconosciuto originalit'a all'operadi Do130 DALLA DONNA DI PALAZZO ALLA DONNA DI FAMIGLIA menichi,nonostantele frequentiripetizionidi fondamentali luoghi agrippiani. E quellodi averfornitoun manualein formadi dialogo,secondoistanzedi parenesiapoditticain cui le opinioni reciprocamente contrarievengonoespostee dibattutein modo equanime.II dialogoe appuntola 'forma'pi'upersuasiva dell'esposizionescientificae filosofica,oppostae contrariaallaformadel trattato,nellaqualeunasolavoce esprimele sue opinionisenz'affatto confrontarsi con convinzionidiverse.Nel trattatoe assente il dissenso.Nel dialogosi tentaal contrariodi persuadere e convinceregli oppositoria mutarele proprieopinioni.II De nobilitate di Agrippa,fermorestandole sue posizionid'avanguardia all'internodellaculturacinquecentesca, e appuntoun trattato. Un veroe proprioscartodifferenziale di culturasi coglienella Nobiltddelledonne,in cui sonodistribuiteconcezionistraordinariamentemodernerelativealladonnae allasuafunzionesociale, talida maturare unasortadi femminismo talvoltaesasperato. Non solo viene asseritae consolidata la convinzionedi una equanime paritafrai sessi,masi propendeanziperaffermare con argomenti assolutamente originalila superioritadella donna rispetto all'uomo. Nelle pagineinizialidellaNobiltadelledonne,Domenichiattaccasenzamezziterminii pregiudizimisoginie maschilistiche l'eta suaha ereditatodal Medioevo,il qualea suavoltali aveva derivatidallaciviltaclassica.In particolare eglisi scagliacontrogli antichiGreci,primiresponsabili dellasottovalutazione culturale e socialedelladonna.E colpadei Grecie dellaloro presunzione omocentrica se la condizionefemminileha patitonei secoliingiusteposizionidi subalternita, ridottaallafunzioneprocreatrice e in tutto sottopostaall'uomo.Ecco come Domenichipolemizza controquestoprincipiogerarchico aspramente che definisce"falsa openione": Gli scrittoriGreci,i qualiessendosopratutteI'altrenationidel Mondoinstabili e vantatori, fraloroch'agliantichinon s'imaginarono fossedatoil cuoredipotercelebrare le Donne,perche in essenonsi trovassequellabontachefossedegnad'esserlodatadagliuomini.Et cosl in questalorofalsaopenione, continuando in quegliaffattola essendosi veritaperdutaper essereeglinonaturalmentedall'ambitionee vanagloria accecati,mossiancodallosfrenatoamoredi loro stessi, cominciaronoindegnamentea preporreil maschioallafemina,ponendoquegliin cielo e 131 FRANCESCO SBERLATI quelledi manieraabbassandoche non volevanoche di loro si tenessepiiu conto che delle gallinesi faccia,le qualisolo per fare uova nutritesono, pensandoche la Donna solamenteper far figliuolisi debba mantenere. [...] Anzi, a torto le volseropoco menoche serveriputare[...]. Ne di cio rimanendocontenti, s'imaginarono la donnadoverein tutto accomodarsi et essereall'uomosottoposta.E da questoerroreper giudiciode' cieli n'incorseroin un altro peggiore,che fu lo stimarela loro compagnia dannosa[I...].Et perchequestadannosaopenioneoggi anco in molti regna, et per aventuramolto piiuin quegli che molto piiudegli altri sono reputativalere,io, che nacquie sono e saro sempreservo delle Donne, [...] mi sono nuovamentemesso a scriverequesto ragionamento,non tanto per celebrarle Donne, le quali al mio parerepoco n'hannobisogno, ma per onore e difesa degli uomini;e di queglimassimamenteche, come io, si sono dati ad amarlee servirle,di ch'esse sopraogni altracosa del Mondodignissimesono.16 Dopo questo incisivo esordio tendente ad abbattere l'ingiustificato pregiudizio della inferiorit"afemminile, una vera pars destruensche mira a decostruire il tradizionale ordine gerarchico dei ruoli sociali, Domenichi passa ad esporre, tramite la conversazione dei dialoganti e in particolare le opinioni espresse dal visconte Pierfrancesco, quella che potremmo indicare come la pars construensdella sua ideologia femminista. In questa sezione la donna assume una importanza eccezionale, non constatabile in altri simili testi coevi. Per la prima volta nella storia della cultura occidentale le sacre scritture bibliche sono chiamate a deporre a favore dell'emancipazione femminile. Poiche e stata creata per ultima, la donna e al primo posto nella scala delle preferenze divine. Se la sequenza della creazione, cosi come e testimoniata dalla Genesi, segue un ordine di graduale avvicinamento alla sostanza divina, cioe nella trafila minerale-vegetale-animale-uomo-donna,e lecito allora ritenere la donna, e non l'uomo, la creaturapiu prossima al principio emanatore dell'universo. La donna, non l'uomo, e il fine ultimo della creazione. Il dato e di capitale importanza, e si rivelera% 16 LUDOVICODOMENICHI,La nobilta delle donne, Venezia, 1549, pp. lv-2r. Nelle citazioni dai testi cinquecenteschi mi attengo a criteri conservativi. Mi limito a distinguere u da v, ad eliminare h etimologico, ad unire o dividere le parole secondo l'uso grafico moderno, a regolarizzarepunteggiatura ed accenti, a sciogliere il compendio per la congiunzione in e davanti a consonante, in et davanti a vocale, a sciogliere infine il titulus per le nasali. 132 DALLA DONNA DI PALAZZO ALLA DONNA DI FAMIGLIA peril successivosviluppodellasensibilit"a gravidodi conseguenze una femminile.Ecco quelloche scriveDomenichi,capovolgendo sein primoluogoteologicae dottrinale,stabilmente acquisizione giudaicodimentataper lunghisecolinellaciviltadell'Occidente cristiano: della e cominciando dalprincipio le Scritture, dunque Considerando maggiore haavutodignita dicochelaDonnanelloessercreata creatione, chetuttelecose,lequalisonostatefatteda Noisappiamo assaidell'uomo. sono:chealcunedi quelle in questofralorodifferenti Dio,specialmente allacoret altresonosottoposte incorrottibili, rimangono perpetuamente E Dionelcrearle questoordinetenne,cheinet allamutatione. ruttione cominciandodal piu nobiledi uno, fin'inel nobilissimodell'altro.Perche primacreogli Angeliincorrottibilie le anime,conciosiacosach'e opinione di Agostinoche l'animadel primonostropadreAdamo,anzi che fosse creatoil corpo,fu creatainsiemecongli Angeli.Creoi corpiincorrottibili, sl comesono i cieli e le stelle;et ancogli elementiincorrottibili,mapero sottopostia variemutationi,e di questitutte l'altrecose soggetteallacorruttionecompose,procedendodai piu vili per ciascungradodi dignitadi nuovo ascendendoalla perfettionedell'universo.Di qui primieramente uscironoi minerali,dapoii vegetali,le piantee gli alberi,posciale piante animali,finalmentegli animalibrutti,appressoi reptili,i pesci,gli uccelli e i quadrupedi.Ma nell'ultimocreodue uominisimilia se, il maschioprimae poi la femina,nellaqualesi compironoi cielie la terraet ogniloroornamento.Perciocheil creatoredel tutto, poi ch'egliebbecreatola femina, si riposoin quelladallefatichesue, comenon gli restassepiu di crearealcunacosapiuonoratadi lei: et in essatuttala sapienzae potenzadel fattore si terminoet ebbefine, et oltradi lei altracreaturanon si trova,ne imaginarsi puote. Essendoadunquela Donnal'ultimacreata,fine e compimentoperfettissimodell'operedi Dio, mi negheretevoi ch'ellaper la sua sommaeccellenzanon sia dignissimasopratutte l'altrecreature?Che senza lei il mondogia in tutto perfettissimoe in ogni cosacompiutosarebbe stato imperfetto [...]. Cos'ila Donna, mentre si fabrico il mondo, fra tutte le create cose in quanto al tempo fu l'ultima; e la medesima, per auttorita e per dignita, fu la prima nel concetto della mente di Dio [...]. La donna fu la ultima opra che facesse Iddio e da lui introdotta in questo mondo come regina di esso in un real palazzo gia preparatoper lei, ornato e compiuto di cio che fa bisogno. Debitamente dunque e amata, riverita et osservata da ogni creatura,et ogni creaturameritamente a lei e soggetta et la ubedisce, essendo ella Regina e fine di tutte.l'altre creaturee perfettione e gloria in tutti i modi perfetta.17 17 Ibid.,pp. 19v-20v, con alcuni tagli. 133 FRANCESCO SBERLATI Come si e gia anticipato sopra, le idee qui espresse da Domenichi ripetono in realta quelle esposte un ventennio prima da Cornelio Agrippa. Dal confronto col De nobilitate et praecellentiafoeminei sexus si potra verificare questa derivazione, la quale pare vincolata ad una aderenza tale da mantenere pressoche inalterato, dietro il figmentumdel volgarizzamento, persino il dato linguistico e lessicale.'8 Tuttavia, il libro di Domenichi oltrepassa la speculazione filosofica agrippianaper volgersi invece verso una dimensione assai piiu concreta. Nel testo di Domenichi, a differenza di quello di Agrippa, e riconoscibile un tipo femminile che sa adoperare efficacemente sul piano sociale gli strumenti di cui e in possesso, primi fra gli altri l'intelligenza e la bellezza. Inoltre, la straordinariaprofondita del suo spessore culturale rende La nobilta delle donne non solo un convincente manuale di comportamento (dunque di galateo)e di civil conversazione,ma anche e soprattutto un repertorio selezionato di doti e virtCufemminili, un inventario 18 Cfr. AGRICOLA, op. cit. (vedi nota 13), pp. 52-53, con alcuni tagli: "Scrutemur itaque Scripturas(ut aiunt) et ab ipso creationis initio sumentes exordium, quid dignitatis mulier ipsa in primo productionis ordine supra virum sortita est, disseramus. Scimus quaecumque a Deo Optimo Maximo facta sunt, hoc potissimum differre, ut quaedam eorum perpetuo maneant incorruptibilia, quaedam corruptioni ac mutationi subjecta sint, atque in his creandis Deum hoc ordine progressum, ut a nobiliori unius incipiens, in nobilissimum alterius desineret. Itaque creavit primum incorruptibiles angelos, et animas: ita namque Augustinus animam primi nostri parentis ante corporum productionem una eum angelis creatam fuisse. Porro creavit incorruptibiliacorpora, ut coelos ac stellas, ac elementa incorruptibilia quidem, sed variis mutationibus obnoxia, ex quibus caetera omnia quae corruptioni subjecta sunt, conflavit ex vilioribus per singulos dignitatis gradus, rursus ascendendo ad universi perfectionem procedens. Hinc primum mineraliaprodierunt, post vegetabilia, plantae, et arbores, deinde zoophita, demum animantia bruta per ordinem, reptilia, natantia, volantia, quadrupedia.Postremo vero creavit sibi similes homines duos, marem inquam primum, et postremo foeminam, in qua perfecti sunt coeli, et terra, et omnis ornatus eorum: ad mulieris enim creationem veniens creator, quievit in illa, ut nihil honoratius creandumprae manibus habens in ipsaque conclusa et consummata est omnis creatoris sapientia, atque potestas, ultra quam non reperitur creatura alia, nec excogitari potest. Cum itaque mulier sit ultima creatura ac finis, et complementum omnium operum Dei perfectissum, ipsiusque universi perfectio, quis eam negabit super omnem creaturampraecellentia dignissimam, sine qua mundus ipse jam ad unguem perfectissimus, et numeris omnibus absolutus fuisset imperfectus, qui non aliter quam in creaturarum omnium longe perfectissima perfici potuit. [...] Sic mulier dum creatur mundus inter omnia creata tempore fuit ultima, eadem cum authoritate, tum dignitate in ipso divinae mentis conceptu omnium fuit prima [...]. Mulier autem fuit postremum Dei opus introducta a Deo in hunc mundum, velut ejus regina in regiam sibi jam paratam, ornatam et omnibus muneribus absolutam. Merito igitur illam omnis creatura amat, veneratur observat, meritoque ili omnis creatura subjicitur atque obedit, quae omnium creaturarumregina est atque finis, et perfectio et gloria modis omnibus absoluta". 134 DALLA DONNA DI PALAZZO ALLA DONNA DI FAMIGLIA ben catalogatodegli stilemiletterariamente piiuautorevolinella descrizione e psicologica anatomica delladonnarinascimentale."9 IIlibrodi Domenichie importante percomprendere fino a che puntosi estremizzarono certe posizionidel femminismo cinquecentesco,talora,comein questocaso,pericolosamente vicineall'eresia.E ovvioche l'interpretazione del testo biblicodatada Domenichie forzatae strumentale, sicuramente fuorviante rispettoal tracciatodell'ortodossia cattolica,a tal puntocheversol'autorein piU di un casosarannoindirizzatigli sguardiattentie minacciosi dei censoriinquisitoriali. La sceltadi Domenichie comunque coraggiosissima, ammessoche sia sincerae convinta.In tal modo prendecorpo,entrola Nobiltadelledonne,un femminismo che perseguel'azzeramento definitivodelle convenzionimaschiliste ancorafortementeradicatein moltezonedellaculturacinquecentesca.Non si mirapiiua delineareun equilibrio e simbioparitario tico trail maschilee il femminile,ma ad imporreun modelloanche nonmi sembraesagerato tropologico definire'ginecocentrico', non confrontabile ne equiparabile aglialtrimodellidi femminilita elaboratidallatradizione.20 Nell'operadi LudovicoDomenichi,in cui purgiocaun forteruolola componente anticlericale, le conseguenzeestremedi questarivoluzionefemministasono evidenti nell'afflusso di ideevicineall'eterodossia, in particolare la dovele argomentazioni epidittichesembranodipenderedall'assimilazione di apporticulturaliestrattidaiconsolidati circuitiche auspicavano unaradicalerenovatio ed ecclesiatica.2" spirituale 19 Per la retorica letteraria della descriptiopuellae tra Quattro e Cinquecento si veda il recente, esauriente contributo di G. Pozzi, "Il ritratto della donna nella poesia d'inizio Cinquecento e la pittura di Giorgione", in Sull'orlo del visibile parlare, Milano, 1993, pp. 146-171 e, sempre nello stesso volume, "Nota additiva alla descriptiopuellae", pp. 173-184. 20 Sviluppano adeguatamentequesto tema, cruciale nella cultura femminile del Rinascimento, gli studi di F. DAENENS,"Superiore perche inferiore: il paradosso della superiorita della donna in alcuni trattati italiani del Cinquecento", in Trasgressione tragicae norma domestica. Esemplaridi tipologiefemminili dalla letteraturaeuropea, a cura di V. GENTILI,Roma, 1983, pp. 11-41; EAD., "Doxa e paradoxa:uso e strategia della retorica nel discorso sulla superioritadella donna", Nuova D. W. F., 25-26, 1985, pp. 27-38. 21 Non sara pertanto senza preciso significato rammentareche all'eta di trentotto anni Domenichi venne arrestato e condannato al perpetuo carcere a Firenze dall'Inquisizione per aver tradotto dal latino in volgare e pubblicato la "Nicomediana" del riformatore Calvino (stampata appunto a Firenze, ma sotto il falso luogo di stampa di Basilea). Solo l'interessamento di Cosimo granduca di Toscana, tramite l'abile mediazione diplo- 135 FRANCESCO SBERLATI Vi e un altroaspettodellaNobiltadelledonneche meritaalmeno un accenno.Si trattadell'attenzione dedicataal corpofemminile, capolavoro dellanaturae dellacreazionedivina.La ragione dell'avvenente bellezzadelladonnasta nel fattoche I'animafemminilee piiunobiledell'anima maschile: e la bellezza,pergli uomini del Rinascimento, e fruttodellabonta.Se dunquei corpidelle donnesono assaipiiubelli e piiuidelicatidi quellidegliuomini,e manifestosegnoche le loroanimesononecessariamente piu degne ed eccellenti.II processodi laicizzazione antifideistica che s'individua nell'orditura generaledel dibattitodivieneevidentissimo nell'ampia parteche Domenichidedicaallacelebrazione anatomica delladonna.Il corpofemminilee descrittopassandominuziosamentein rassegnal'elencodei suoicomponentifisici.L'animaresta solosubosfondo,quasicomecautelaalleeventualicritichedei mentreil corpoirrompesullascenacon la suatravoldetrattatori, gente fisicita.Le formedell'anatomia femminile,ritenutestrumentoprivilegiatodelle tentazionidel demonioper tutto il Medioevo,22 una connotazioassumono,nellaculturarinascimentale, il ne di aureaarmoniaestetica.Anchequi, comenel Cortegiano, piaceredellavistae dellacuradel corpoassumeunarilevanzadecisiva.Ma nel librodi Domenichie dato scorgerein piiuun elementodi edonismosensuale,e direiaddirittura tattile,che manca nel librodi Castiglione.Leggiamoquest'altro branoestrattodalla Nobiltddelledonne,un autenticomanifestodellabellezzafemminilenel Cinquecento: II corpo Donnescoe dilicatissimoa vedere e toccare:la carnetene- il colorchiaroe bianco; la pellelucidae polita;la testabella,la rissima, il voli capeglidilicatie sottili,splendenti e lunghi; chioma vaghissima, lo sguardo la facciaformosissima to venerabile; allegroe ridente; sopra serenae rilucente. Ella la frontespatiosa, tuttele cose;il collocandido; e gratia ha gli occhie piiuvivie lucentiassai,e di amabile allegrezza maticadi PaoloGiovio, lo sottrassealle prigionidelle Stinche.Notizie su questooscuro ed assai poco documentato episodio si possono trovare in GIROLAMOTIRABOSCHI,Storia della letteraturaitaliana, Venezia,1796, VII/VIII,pp. 1008-1009.Vedi inoltreD. AGUZ- zi BARGAGLI,"La difesa di valorietici nella trattatisticasullanobiltadel secondoCinXXIX, 1989, pp. 377-427, in part. per Domenichipp. 387quecento",Rinascimento, 390, con bibliografia. 22 M. PILOsU, La donna,la lussuria e la chiesanel Medioevo,Genova,1989;per l'ela representation de la vedi S. F. MATTHEWS GRIECO, Angeou diablesse: ta rinascimentale femmeau XVIesiecle,Paris,1991. 136 DALLA DONNA DI PALAZZO ALLA DONNA DI FAMIGLIA adornati,soprai quali stannole cigliacompostein sottilissimogiro. Le qualida un pianoonesto et egualmentedistanteson divise, dal cui mezzo discendeil naso eguale,e ritiratoa dirittamisura.Sotto il qualee la bocca bella et gratiosaper le tenere labraconformementefatte, fra le qualiper piccioloriso si veggonobiancheggiare i minutidenti, e collocati con ordineeguale,e risplendentinon altramenteche avorio[...]. D'intornopoi levansile mascellee le gote tenereet morbide,piene d'onesta e coloritea guisa di vermiglierose. II mento ritondettoe grato per la convenevoleconcavita,sotto il qualesta il collo schiettoet alquantolungo, elevato dalle ritondespalle. La gola delicatae bianca,sostenutada mediocregrassezza.La voce e la favellasoave, il petto ampioe rilevato, vestito egualmentedi carne, con le poppe sode e con la rotondit"a di quelleinsiemementee del corpo.I fianchimorbidiet il dossopianoe diritto;le braccialunghe,le manischiette;le dita ritondee lunghe,con le giuntureben disposte; i fianchi e le coscie onestamentecarnose. Le estremitadelle mani et dei piedi finisconoin giro circolare,et tutte le membraottimamentenodrite. Aggiugnia queste bellissimeet lodevoli partiil caminarmaturo,i passi modestie gravi,il movimentoonesto, i gesti degni. Oltra di cio nella misura,nell'ordine,nella figura,et nella dispositionedi tutto il corposommamentein ogni cosa e bellissima.Et in tutto l'ordinedelle creaturenon e spettacolosi maraviglioso,ne miracolo tantoriguardevole.23 La fonte di Domenichi, ancora una volta, va segnalata nel De nobilitatedi Enrico Cornelio Agrippa, il quale elenca, in maniera non dissimile, le varie componenti del corpo femminile, tessendone le lodi ed indicandolo come creazione di grado superiore rispetto al corpo dell'uomo: "Praecellit mulier virum materia creationis". A questo proposito Agrippa introduce pure una sottile distinzione dottrinale: "Vir itaque naturae opus, mulier opificium Dei". Dopodiche egli passa ad enumerarele sensuali doti anatomiche della fisicita femminile, fornendo un repertorio di stilemi poi messo a frutto da Domenichi.24 Non devono tuttavia fuorviare 23 DOMENICHI,op. cit. 24 (vedinota 16), pp. 24r-25r. AGRIPPA,op. cit. (vedi nota 13), pp. 55-56: "Hinc mulieris corpusculum omni aspectu tactuque delicatissimum, caro tenerissima, color clarus et candidus, cutis nitida, caput decorum, cesaries venustissima, capilli molles, lucidi et protensi, vultus augustior, prospectusque hilarior, facies omnium formosissima, cervix lactea, frons expeditus, spatiosus et splendidus, oculos habet vibrantiores micantioresque, amabili hilaritate et gratia contemperatos, supra hos supercilia in tenuem gyrum composita, eademque cum decora planitie, decenti distentia divisa, e quorum medio descendit nasus aequalis et intra 137 FRANCESCO SBERLATI certi estesi recuperi da Agrippa, l'importanza dei quali non va sovrastimata. Essi sono assimilati in profondita, sedimentati, metabolizzati, poi rielaborati e direi persino risemantizzati all'interno della generale concezione 'femminista' che sottende La nobilt2 delle donne. E, questo di Domenichi, un libro di fondamentale rilevanza nella storia della cultura moderna, che segna una fase capitale e decisiva nell'enuclearsi di un autentico filone di cultura al femminile. Al di la della tenace polemica nei confronti degli stereotipi misogini di derivazione medievale, va piuttosto sottolineata la componente ideologica che connota il libro di Domenichi: nel senso di una consapevole aperturaalla femminilita intesa come categoria spirituale, ora finalmente accreditata, di cittadinanza entro la civilt"adel Rinascimento. Attraverso il percorso elaborato dalla Nobilt2 delle donne si oltrepassa infatti quel senso di sospetto maschilismo ancora largamente avvertibile persino nei passi piu innovativi del Cortegianodi Castiglione. Anche la fonte agrippiana e adoperata da Domenichi in maniera assai scaltrita. I precetti di pedagogia e di comportamento femminile espressi nella Nobilta tendono ad assecondare lo sviluppo di una formazione all'interno della quale l'elemento psicologico prevale su quello culturale, mentre la dimensione etico-morale, cos"ifortemente codificata dal De nobilitate di Agrippa, cede all'irrobustirsi dell'ambito privato ed individuale. L'erudizione stessa, oltre che strumento di partecipazione sociale (come vuole Castiglione), consente anche di conquistare ed acclarare una femminilit'adi suprema grazia, austera rectummodumcohibitus,sub quo os rutilum,et tenellislabrisconformicompositione venustum,intraquaetenuirisudentesemicant,minutiliet aequoordinelocati,eburneo candorenitentes [...]. Circumsurgunt maxillaegenaequeteneramollitie, roseo fulgore rubentes,verecundiaeque plenae,ac mentumorbiculare,decenticoncavitatejucundum. Sub hoc collumhabetgracileet longiusculumrotundisex humeriserectum,gulamdelicatamet albicantem,mediocricrassitiefultam,vocem et orationemsuaviorem,pectus amplumet eminens,aequalicarnevestitumcummamillarum duritie,illarumquesimulac ventrisorbicularirotunditate,lateramollia,dorsumplanumet erectum,brachiaextensa, manusteretes digitosqueconcinnisjuncturisprotensos,ilia coxaquehabitiores,suras carnosiores,extremamanuumpedumquein orbicularemductumdesinentia,singulaque membrasucciplena.Ad haec incessusgressusquemodestus,motusdecentior,gestusdigniores,totiusquepraetereacorporisordineatquesymmetria,figuraac habitudinelonge latequein omnibusspeciosissima,nullumquein tota creaturarum serie, nequespectaculum adeo mirandum,nequemiraculumperindespectandum".Su questopassoagrippiano vedi G. BERRA,"Lastoriadei canoniproporzionali del corpoumanoe gli sviluppiin arealombardaallafine del Cinquecento",Raccoltavinciana,1993, n. 25, pp. 159-310. 138 DALLADONNA DI PALAZZOALLADONNA DI FAMIGLIA ed amabilenel contempo,eppurevissutanell'intimita soggettivae personale. Ad accrescere il valoredi questatrattatistica sulladonna,della la qualee possibilequi solo indicareper campioniesemplificativi misuradelleenergiecoinvolte,si aggiungeunamediazione letteraria di primaria importanza perla storiaculturaledel XVI secolo. Laliricapetrarchistica, di granmodanellaprimametadel Cinquecento, risultain ampiamisuracoinvoltain questoprocessodi aperturaai caratterifemminili.25 L'immissione innovativadell'icondentitafemminileentroil sistemaculturaledel Rinascimento ducead unafortepresenzadelledonnetrale personalita intelletin tal sensoad un tuali piCu autorevolidell'epoca,contribuendo e allargamento dei ruolitradizionalmente ampliamento assegnati all'esclusiva competenzamaschile.A questopropositooccorrera precisare chenessunaaltraepocadellaletteratura italianaha potuto contareun numerocosl elevatodi poetessee scrittrici,ne in passatone in futuro,e bisogneraattenderel'et"acontemporanea per vedereancoracosl tante donne dedicarsiall'eserciziodella scrittura colseassai poetica.NellasuaStoria,GirolamoTiraboschi benequestanumerosa presenzadi donnescrittrici,mostrando ancoraunavoltala lungimiranza del suo sensocriticoe storico.Egli scriveinfatti:"Niunacosaci fa maggiormente conoscerequalfosin Italiaperlo studiodellavolgarPoesia, se il comuneentusiasmo quantoil vederele piuinobilidamerivoltea coltivarlacon sommo ardore,di niunacosamaggiormente pregiarsiquantodel titolodi 25 G. TOFFANIN, "Le donne poetesse e Michelangelo", in II Cinquecento,Milano, 1929, pp. 354-367; E. BONORA, "Le donne poetesse", in Storia della letteraturaitaliana, a cura di E. CECCHI-N. SAPEGNO, IV. II Cinquecento,Milano, 1966, pp. 241-258; M. AURIGEMMA, "II genere lirico: modelli, tendenze, personalita", in La letteraturaitaliana. Storia e testi, op. cit. (vedi nota 9), pp. 375-435, in part. pp. 383-391; M. ZANCAN, "Figure di donna. Testi letterari del XVI secolo: fonti - scritture - percorsi critici", Nuova D. W. F., 25-26, 1985, pp. 27-38; L. BORSETTO, "Narciso ed Eco. Figura e scritturanella lirica femminile del Cinquecento: esemplificazioni e appunti", in Nel cerchio della luna, op. cit. (vedi nota 8), pp. 171-223. Per le singole personalita vedi A. GREco, "Vittoria Colonna", in Letteraturaitaliana. I Minori, Milano, 1969, II, pp. 977-986; G. DOLCI, "Gaspara Stampa", ibid., pp. 1315-1326; ID., "Veronica Franco", ibid., pp. 1401-1412; L. MONTELLA, "La poesia di LauraTerracinae la scrittura 'al femminile' ", in I Gaunico e il Rinascimentomenidionale.Atti del Convegno di studi, Montecorvino Rovella (10-12 aprile 1988), a cura di A. GRANESE-S. MARTELLI-E. SPINELLI, Salerno, 1992, pp. 429443. Infine il recente ed esaustivo volume miscellaneo Les femmes ecnivainsen Italie au Moyen Age et a la Renaissance.Actes du colloque international, Aix-en-Provence, 12-14 novembre 1992, Aix-en-Provence, 1994. 139 FRANCESCO SBERLATI L'erudito abate modenese dedica ben otto paragrafi (xvii-xxiv) della sua opera alle scrittrici del Cinquecento, giungendo persino a polemizzare con un suo autorevolissimo collega, il gesuita Francesco Saverio Quadrio, poiche questi ha tralasciato di informare adeguatamente su alcune di esse, peccando in tal modo di eccessiva semplificazione. Cos'i lamenta Tiraboschi: "Alcune pero sono state omesse, o sol di passaggio accennate dal Quadrio, che degne erano di piiu distinta menzione".27 Gi'a alla fine del XVIII secolo, dunque, le menti piiuaccorte e meglio preparate avvertivano la necessita di sottolineare l'importanza storica di una cosi diffusa letteratura al femminile, non in seguito ripetutasi fino ai piZurecenti decenni del Novecento. D'altra parte un grande storico della letteratura come Carlo Dionisotti vide proprio nel "contributo delle donne" il riconoscimento di una nuova societa letteraria italiana imposta dalla tendenza espansiva e associativa della cultura rinascimentale. Nella letteratura femminile egli individua infatti "la prova piiu vistosa di tale novita e mutamento", precisando con la solita efficace lapidarieta: "Soltanto nella letpoetesse".6 26 TIRABOSCHI, 27 op. cit. (vedinota 21), p. 1130. Ibid.,p. 1137. Si noti che nellalungatrattazionefornitada Tiraboschi,e com- presatra le pp. 1130-1152,si ricordanonumeroseautricie poetessei cui nomi sono poi perdel tutto scomparsidallemodernestorieletterarie,le qualisi limitanoa rammentare solo le piu note. Pertantoenumeroqui di seguitole donneletterateaffrontatedallopiiu? l'indaginedi Tiraboschi,al fine di operareun tentativoper sottrarleal baratrodell'oblio: LucreziaBorgia,ArgentinaPallavicina,GentileVolta, VittoriaColonna,Veronica Gambara,Mariadi Cardona,PorziaMalvezza,AngiolaSirena,Tulliad'Aragona,GasparaStampa,LucreziaGonzaga,LauraTerracina,EleonoraFalletti,Claudiadella Rovere, Anna Ottaviadegli Scaravelli,MaddalenaPallavicini,Livia TorniellaBorromeo, LauraBattiferriAmmannati,IsottaBrembati,ChiaraMatraini,IsabellaMorra,Lucrezia Marinella,LucreziaBebbiaSassatelli,VirginiaSalvi,VirginiaAccoramboni,Maddalena SalvettiAcciaiuoli,BarbaraCavalletti,ModestaPozzo, LuciaBettani, ErsiliaCortese, TarquiniaMolza,VeronicaFranco,MariaSpinola,IppolitaSforzaBentivoglio,Cecilia Bergamina,CamillaScarampa,ViolanteGardona,Costanzada Novellara,CaterinaPio(ne ho tralavene, CamillaValenti,OlimpiaMorato.Sono, comesi vede, numerosissime sciato alcune).Ma e indubbioche il fenomenodella letteraturafemminiledel Cinqueuno degli episodipHivistosi e sotto certi aspettipiu inusualidi nove cento rappresenta avvertoche le informazionidate secolidi letteraturaitaliana.Per scrupolodocumentario dalla antologiaRime diversed'alcune da GirolamoTiraboschiderivanoin maggioranza e virtuosissime nobilissime donne,pubblicatada LudovicoDomenichia Luccanel 1559. E la sceltadel curatoreandranecessariamente valutatatenendoben presentequantosu di lui si e detto sopra,a propositodel suo dialogosu La nobiltadelledonne.II riferimento polemico e invece a FRANCESCO SAVERIO QUADRIO, Della storia e della ragioned'ognipoe- sia, II, Milano,1741, pp. 154-161. 140 DALLA DONNA DI PALAZZO ALLA DONNA DI FAMIGLIA le donnefannogruppo.Non priteraturadel medioCinquecento mane poi".28 da ambientisocialieteroQuestedonneletterateprovengono del processodi emancidell'estendersi genei,il che e significativo pazioneculturaleanchepressogli stratimenoelevati.SonotalvolcomeVittoriaColonnao Veronica ta nobilidamedell'aristocrazia IsabellaMorra.Sonotalaltraesponenti Gambara o la giovanissima TorelliStrozzi di spiccodell'altaborghesia cittadinacomeBarbara Sonopersonaggi o LauraAmmannati Battiferrio LauraTerracina. dellospettacolocomeIsabellaCanaliAndreini,attricedi grandismeretrici simosuccessoversola metadel secolo.Sonoaddirittura SoGasparaStampae VeronicaFranco.29 comeTulliad'Aragona, 28 C. DIONISOrrI, "La letteratura italiana nell'eta del concilio di Trento", in Stonia e geografiadella letteraturaitaliana, Torino, 19844, pp. 227-254, in part. pp. 237-238. Tra i piiurecenti contributi vedi almeno VeronicaGambarae la poesia del suo tempo nell'Italia settentrionale.Atti del Convegno (Brescia-Correggio,17-19 ottobre 1985), a cura di C. BOZZETTI-P. GIBELLINI-E.SANDAL,Firenze, 1989; A. CARMINATI, "L'appassionata Gaspara Stampa, poetessa veneziana", Ateneo Veneto, XXVII, 1989, pp. 277-289; M. Rusi, "Una foscarina del Cinquecento: Gaspara Stampa", Cniticaletteraria,XVII, 1989, pp. 275-284; M. DIBERTI LEIGH, VeronicaFranco.Donna, poetessae cortigianadel Rinascimento, Ivrea, 1988; C. VECCE, "Petrarca, Vittoria, Michelangelo. Note di commento a testi e varianti di Vittoria Colonna e di Michelangelo", Studi e Problemidi CriticaTestuale, 44, 1992, pp. 101-125; G. RABITrI, "Vittoria Colonna, Bembo e Firenze: un caso di ricezione e qualche postilla", ibid., pp. 127-155; S. M. PAGANO-C. RANIERI, Nuovi documentisu VittoriaColonna e ReginaldPole, Citta del Vaticano, 1989. Per le edizioni di testi: VERONICA FRANCO, Rime, a cura di S. BIANCHI, Milano, 1995; VERONICA GAMBARA, Le Rime, a cura di A. BULLOCK, Firenze-Perth, 1995; CHIARA MATRAINI, Rime e Lettere, a cura di G. RABITTI,Bologna, 1989; GASPARA STAMPA, Rime, a cura di R. CERIELLO, Milano, 19762. 29 D'altronde, in certi ambienti intellettuali la frequentazione delle meretrici (o "cortigiane", come si diceva nel Cinquecento), soddisfaceva ad un tempo le abitudini maschili e la preoccupazionedi salvaguardarela nuova idea di femminilita. Tullia d'Aragona, una delle piiucelebri e ricercate "cortigiane" del tempo tra Venezia, Ferrara, Siena e Firenze, intrattenne relazioni non solo strettamente culturali con Bernardo Tasso, Claudio Tolomei, Gerolamo Fracastoro, Benedetto Varchi, Francesco Maria Molza. E proprio grazie ai meriti della sua produzione poetica e letteraria, a Tullia fu revocato, con delibera medicea del 10 maggio 1547, l'obbligo di indossare il velo giallo (in base alla disposizione emanata da Cosimo il 19 ottobre 1546, nello stato fiorentino le cortigiane erano infatti tenute ad indossare pubblicamente un velo giallo). Anche Veronica Franco e a Venezia una cortigiana rinomatissima,professione che ha ereditato e appreso dalla madre. Veronica e intima amica di pittori famosi come Jacopo Tintoretto, che le dedico un ritratto, di sovrani come Enrico III re di Francia, di intellettuali stranieri di passaggioin Italia come Michel de Montaigne, il quale la ricorderanel suo Journal.D'altra parte e ormai serenamente riconosciuto il ruolo socialmente attivo svolto dalle meretrici nella civilta italiana del Rinascimento: vedi P. CIBIN, "Meretrici e cortigiane a Venezia nel '500", Nuova D. W. F., 25-26, 1985, pp. 79-102, con ampia bibliografia; F. 141 FRANCESCO SBERLATI no infine devotedameautricidi rimespiritualicome Francesca Turrinie ChiaraMatraini.Sono,comesi vede, donnediversissime tra loro per estrazionesocialee ruoloprofessionale, eppure tutteunitedallapassioneperl'eserciziodellaletteratura,30 divenuto ancheperloro,comepergli uomini,uno strumentoper ascenderei gradininon facilidellasocietacinquecentesca. Nonostante l'evidentediversitadelle esistenzeindividuali,cio che accomuna questedonnee la maturata coscienzadel dirittodi decideredella propriavita. L'immagine devotadellacastasposasottomessaal marito,nella qualei tabNudegli ecclesiasticie dei misticiebberofacile gioco a trionfare sulla sensibilitNae sulla psicologia femminili, perlopiiuridotte a manifestazioni di umiltNao ad espressioni di fedele ortodossia inclini persino alla mortificazione della donna, e scalzata da questa vigorosa emergenza di una dimensione femminile che rivendica per se tutti gli aspetti dell'esistenza materiale, compresi quelli comunemente additati come peccaminosi e lascivi. Ne e un caso che il piiu importante manuale di mestieri del XVI secolo, cioe La piazzauniversaledi tuttele professionidel mondodi Tomaso Garzoni, uscito la prima volta a Venezia nel 1588 dalla stamperia di Giovan Battista Somasco, dedichi alla professione della meretrice un esteso ed eruditissimo discorso.3' Come s'e detto, la maturazione cinquecentesca che conduce all'esito assai peculiare del femminismo si situa fra gli anni Venti e Cinquanta del XVI secolo, ma con scie di epigonismo fino alla metNameridiana del secolo, dentro il cuore dell'epoca controriformista. Stando alle testimonianze letterarie, il periodo che presenta tratti di speciale innovazione, distaccando la sua cifra stilistica e ideologica dalle consuetudini antiuxorie proprie dell'Umanesimo BAUSI," 'Con agra zampogna'. Tullia d'Aragona a Firenze (1545-48)", Schede umanistiche, nuova serie, 2, 1993, pp. 61-91. In part. per la questione dell'abbigliamentovedi R. RAINEY, "Dressing Down the Dressed-Up: Reproving Feminine Attire in Renaissance Florence", in RenaissanceSociety and Culture.Essaysin Honor of EugeneF. Rice Jr., a cura diJ. MONFASANI-R.G. MUSTO, New York, 1991, pp. 217-238. 30 M. L. DOGLIO,Letterae donna. Scritturaepistolarealfemminile tra Quattroe Cinquecento, Roma, 1993; A. R. JONES, The currencyof Eros: women's love lyric in Europe, 1540-1620, Bloomington, 1990. 31 TOMASO GARZONI,"Delle meretrici, et de' loro seguaci in parte. Discorso lxxiiij", in La Piazza universaledi tutte le professionidel mondo, Venezia, 1588, pp. 592 sgg. Per un inquadramento socio-letterario della questione vedi Lettere di cortigianedel Rinascimento, a cura di A. ROMANO,Roma, 1990. Inoltre L. LAWYNER,Lives of the Courtesans.Portraitsof the Renaissance,New York, 1987. 142 DALLADONNA DI PALAZZOALLADONNA DI FAMIGLIA quattrocentesco, risulta imporsi negli anni immediatamente successivi alla pubblicazione del Cortegiano.In questa fase la cultura della femminilita, metabolizzata entro un processo di assimilazione, appare gia organica all'asse paradigmatico del Rinascimento, assorbita senza difficolta entro quell'opera di coordinamento che sembra presiedere a tutto lo svolgimento dell'avventura intellettuale cinquecentesca. In nome di un ideale di eleganza misurata e di equilibrio, la cultura del femminismo si manifesta nella pienezza delle sue acquisizioni, oltre che tramite l'emergere delle donne poetesse, in personalit"amaschili che invitano ad aprirsi ad orizzonti sociali piiularghi di quelli tradizionalmenteammessi. Nella sua cronistoria editoriale, riflette bene le successive fasi di tale maturazioneil Dialogonel qualesi ragionadellabellacreanza delle donne di Alessandro Piccolomini, pubblicato dapprima a Venezia nel 1539 dalla stamperia di Curzio de' Navo e poi piu volte ristampatoper almeno un ventennio, come dimostra l'edizione uscita nel 1562 a Venezia presso il tipografo Domenico Farri. II Dialogo di Piccolomini, conosciuto anche con il titolo La Raffaella dal nome della protagonista, e un testo assai particolarenella trattatistica femminile del Cinquecento, e merita piu di una menzione per certe specificita della cultura che elabora.32II Dialogo propone una morale edonistica intimamente sentita, che guarda con favore agli aspetti piuisensuali dell'esistenza umana, in perfetto accordo con i nuovi ideali sostenuti da Domenichi. Le argomentazioni esposte nel libro di Piccolomini insistono su una nuova definizione del rapporto fra i sessi e del concetto di amore, giungendo addiritturaad una legittimazione teorica dell'infedelta'.Due sono le protagoniste del Dialogo di Piccolomini: Margarita,una giovane sposina senese trascuratadal marito, e Raffaella, una non piu giovane ma scaltrita donna che si offre di dare alla prima consigli su come valorizzare al meglio la sua femminilita. II modello retorico ed epidittico sul quale e costruito il libro e quello della madre che, sulla base della sua esperienza, dispensa alla figlia insegnamenti e suggerimenti su come comportarsinei confronti degli uomini. Nell'opera di Piccolomini, per la precisione, Margaritanon e 32 E pubblicato in Trattatidel Cinquecento sulladonna,a curadi G. ZONTA, Bari, 1913, pp. 1-67 (di qui le citazioni).Su Piccolomini'femminista'vedi Imagesde lafemme, op. cit. (vedinota2). 143 FRANCESCO SBERLATI figliadi Raffaella.Maquest'ultima, significativamente, si comporta comese lo fosse,e nonperdeoccasionein tuttolo svolgersidella conversazione perprecisareche lei, Raffaella,si rivolgea Margaritacomese questafossela sua "figliuola",specificando: "che cos'iti possochiamare peril tempoe perla affezzione".3 Alla base delle argomentazioni espostetramiteil discorsodi Raffaellasi intravedeil motivoumanisticodella giovinezzache che va vissutahic et nunc,senzanullarinviafuggee dellafelicit"a re alle incertezzedel domani.Nondimeno,per quantosfruttato, non semplicemente questomotivoapparein Piccolomini riesumato dall'archivio dellememorieletterarie,ma anzirielaborato proprioin funzionedi una nuovadefinizionedel ruolosocialedella donna,oltreche di unanuovaideadi femminilita. Tuttoil Dialogo di Piccolomini e protesoad unaesaltazionedell'amore autentico, senzalaccine vincolisociali.La donnaha tutto il dirittodi sceglierechi amaree a chi concedersi.II matrimonio, istituzione sacraed inviolabileper la tradizionale educazionecristiana,e in nientedi piuiche una formadi aggiustamento realta% sociale,un dalqualederivarevantaggieconomicie formali.Escompromesso comeparavento, comeschermodietroil qualeriso serveperlopiui di rispettabilit"a e onesta.Ma esso pararsie salvarele apparenze nonpuoe nondeveimpedireche gli autenticie sincerisentimenti amorosidi una donnaabbianoil loro gioiosoe piacevolecoronamento.Raffaellanonperdeoccasioneperscagliarsi polemicamente in controquestafasullaformadi legameaffettivo,rivendicando primoluogoil dirittoal piaceredelleeffusionie delloscambioeroi mariti,perche"le carezze tico. A cio non servononaturalmente e i piacerico' maritisonpocomancosciapitie disutiliche sienoa questemonachei trastullidei lor passatempi".34 Anzi, sostiene Raffaella,"conli maritibastaa fingerd'amarli,e questogli basta a loro".35 Il trattopiu significativo del Dialogodi Piccolomini sembraesserequellorelativoallalibertadei costumi.Nellesuedichiarazioni 33 ALESSANDRO PICCOLOMINI, Dialogode la bellacreanzade le donne,p. 11. II rape piu volte specificatoda Raffaella:cosl a p. 64: "Burleroio una che portomadre-figlia io tengo in luogo di figlia?Non pensare,che non lo farei mai";a p. 67: "Ti ringrazio, figliuolamia:ci saratempoa ognicosa";a p. 42: "Uh!non dir, figliolamia!". 34 Ibid.,p. 14. 35 Ibid.,p. 55. 144 DALLADONNA DI PALAZZOALLADONNA DI FAMIGLIA Raffaellainfrangeogni consuetudine sociale,delineandouno scenariostraordinariamente innovativoall'internodellaculturacinquecentesca. La castafedeltamatrimoniale e per lei una norma cheva accuratamente violatain manieraspregiuelusa,addirittura dicatae conun sottilevelamedi ipocrisia.Dal suopuntodi vista, tuttocio noncostituiscereatoo peccato:e solol'unicavia di fuga dalleproibitiverestrizionisocialiconcessaalladonna.E unastraunatramadi piccoliingannidotegiadi finzionie dissimulazioni, mesticied innocuebugiepubbliche,resanecessaria dallecondizioni talvoltamortificanti in cui essa e costrettaa vivere.Vediamo comesi sviluppail percorsodellaeversivaesposizione di Raffaella. In primoluogo,in manierasolidalee concordeall'antichissimo principiodellepubblichevirtiue dei vizi privati,occorrepreoccuunaimmagine ufficialechenondestisospetparsidi salvaguardare to alcuno.Tuttostanelleapparenze esterne,sullequalisi basal'opinionedei piiu.EccocomeRaffaellaspiegae giustificaa Margarita la necessita dello sdoppiamento tra la dimensione pubblica e quella privata dell'esistenza di una donna, affinche essa sia reputa- ta onestae senzaerrore: Perchehai da sapereche l'onoreo il biasimonon consisteprincipalmentenel fareella una cosa o non la fare, ma nel credersiche la facciao non credersi;perchel'onorenon e ripostoin altro, se non ne la stimazione appressoagliuomini.Peroche,se '1seraalcunsegretissimamente o ladroo omicidao simili,e seratenutolealissimoe giusto, tanto e a punto, quantoa l'onore,come se non avessequei vizi; e cosl per il contrario, essendouomo dabbenee tenuto scelerato,le virtiusue gli sono poco men che vane e superflue.E questoparimentesi ha da dir d'unadonna, l'onorde la qualenon consiste,comet'ho detto, nel fareo non fare (che questoimportapoco), ma nel credersio non credersi.[...] E per questo una donnaha da sapereusareogni arte, non di non far la cosa, ma di non darcagioneche si abbiada trovareistoriesoprade' casi sUoi.36 Strettamente connessa a questa inclinazione verso una meno restrittiva dimensione degli affetti amorosi, sembra essere la concezione di 'peccato' che trapela dalle parole di Raffaella. E una idea di peccato improntata soprattutto alla tolleranza, alla comprensione e al perdono. E il "peccatuzzo" di gioventZunato dal 36 Ibid.,pp. 42-43. 145 10 FRANCESCO SBERLATI di una naturalesfogo degli amorosisensi, dalla rivendicazione agliimpulsivitalistici che non intendepiiurinunciare femminilit"a e che in fondo con fremitoe trepidazione, che si percepiscono rendonol'esistenzariccadi piacevoliemozioni.Una tale nozione senzapudorie decidi colpao peccatopuoa primavistasembrare al di laidel diMa essa acquistaimportanza samenteliberatoria. di Raffaellapoichesi inscrivenel piiuampio scorso'pedagogico' il dellasociet'adel primoRinascimento, processodi laicizzazione qualesi risolvequi in uno smaliziatodisincantoversola consedellapunizione.E piuttostoil motivoevanguenzaintimidhtoria geficodel perdonoa prendererisaltoe consistenza,e a permeare femminilenatadallaconsapevodi se l'ideadi unaemancipazione lezzadelladebolecaducitaumana.Nel branoche seguesi potranle principaliragionidi fondodel Diariconoscere no agevolmente il sensodellabrevitadellagiovinezzae il mologodi Piccolomini: l'idi essaprimadellasuafugacescomparsa; nito di approfittare nei confrontidi chi e indottoa commettere dea di unatolleranza certe naturalidisposizionidella fisicita peccatodall'assecondare proumana;infine,ma soprattutto,la necessitadi unareformatio modomaschilistadi pensarela donna.E fondadel tradizionale concettualedel Dialogodi Piccolominell'impianto evidentissima, adun radicalerinnovamento: ni, questaaspirazione e ridicodi nuovoche,se fossepossibile, Io t'hogiadetto,Margarita, sarebbebenissimofatto appressoa Dio non far maiun minimopeccae rosaie discipline.E tuzzo,anzivivercomeunaromitafrapaternostri Dio '1volesseche si potessefare,che nonci sarebbontantipeccatorial che mondo!Ma percheio, perla pratticacho ho, conoscochiaramente e chebisognaperforzafarunadi questedueconoi siamnatipeccatori, in un pocodi qualcheerroruzzo, se: o sfogarla malizia,col commetter overerrarpoi in vecchiezzacon maggiordannoe vergogna,e gioventiu; passatainvano,e caderperquestoin desperaziopentirside la gioventiu ed utilelo ne; perfuggirdunquetantaruina,conoscoesserenecessario sfogaregli animinegliannigiovani,nei qualiDio piiufacilmenteperdoe ridaquelche si parche acconvenga na ed il mondoscusapiiu,e piZu semprela mofaccia.[...] Ti conseglioda figliuola,che tu hai (salvando e pendestiaed onestatua)dapassarei tuoiannigioveniliallegramente, sareche non venganose non unavolta,e che un medesimopiacerein ed e scusatoda tuttie perdonaqueltempogiovae dilettainfinitamente 146 DALLADONNA DI PALAZZOALLADONNA DI FAMIGLIA to da Dio con l'acquasanta;e ne la vecchiezzapoi e derisoda ognuno, aggravala conscienziaassaie portapochissimodiletto e piacere.37 Nella sua apologiadell'adulterioe dell'infedeltaconiugale, Raffaellaaffrontatematichee questioniche sorprendono per le modalitacon cui sonosviluppate.Cosl a propositodelletecniche femminilidi seduzione,sulle qualiinsistea lungoe in maniera dettagliata. Ancoraunavoltaspiccatragli altrimotiviquellodella bellezzae dellacuradel corpo.Occorreche la donnasappiarendersiattraenteagliocchidegliuomini:la suavistadeveprovocare in essi piaceree desiderio,taloraturbamento. Di qui l'attenzione che nel Dialogosi dedicaal vestire,allacosmesi,alleacconciature, perfinoallalingeria,in mododa evidenziare adeguatamente queUe formeanatomicheche suscitanonell'uomo"maggiorcontentezza". Inoltre, come gi"ateorizzato nel Cortegiano, alla donna e richiesto un portamento garbato e conveniente ("portatura"),unitamente a movenze e gestualita di molta grazia ("azzione").38Tuttavia una simile cura del corpo e dell'aspetto fisico non deve naturalmente essere fine a se stessa, ne la gratificazione che ne deriva limitarsi agli sguardi ammirati e compiaciuti degli osservatori ma- schili. Al contrario, ogni attenzione dedicata ad accrescere la bellezza di una donna deve naturalmente servire a mantenere accesa e rovente la fiamma dell'amore. Ecco come l'esperta Raffaella sprona la giovane e ingenua Margarita: E che ti credevi?Pensaviforseche i piaceride le giovaniconsistessero in essereun poco piiumiratao manco,o simil frivolezze?Meschinaa te, che Dio propriomi ti ci ha mandata!Oime, una bellezzacom'e la tua avevaa invietirsiintornoa la roccaed a le cenere?Per questocredi che Dio te I'abbiadata?Quantostarebbebene a questetali, che Dio le facessebruttissimecome furie, poichenon san conoscereil bene quando 1'hanno!E che val, semplicellache tu sei, la beltae I'altrebuonepartiin una donna,senzaamore?[...] Amorrifioriscein altruila cortesia,la gentilezza, il garbodel vestire, la eloquenzadel parlare,i movimentiagraziati ed ogni altrabella parte;e, senza esso, son poco apprezzate,quasi comecose perdutee vane.39 37 Ibid.,p. 34. 38 Ibid., pp. 16-30. 39 Ibid.,pp. 60-61. 147 FRANCESCO SBERLATI Allafine, dopol'incessante operadi convincimento di Raffaella, Margarita si persuadera a commettereadulterio.Acconsentira% finalmenteallerichiestedi un corteggiatore che si e dimostrato fedelee costante,Aspasio,guardacasosegnalatole propriodallaacuta Raffaella.Seguendoil principiodantescodi "Amor,ch'anubo amatoamarperdona",Margarita scoprein se I'ardoree il sentimentoper costuie si mostraormaisvincolatadallenormesociali chele impedivano la felicita: [...] voglioessersaviaperl'avenire, e nonlassiarpassarquestavenil cambio tura,e renderli de l'amorchemiporta,e maggior, s'iopotro. B massime cheio mici sentivaincinataprimaa costui,io nonsoin che modo;mamispaventavan quellecosech'iovi hodetto.Ma,conoscendo oggi,perle vostreparole,ch'unagiovinee necessitata, perfuggirmaggiorerrore,sfogarl'animoalquanto in gioventiu, e dicendomi voi per certele buoneparoledi messerAspasio e l'amorchemiporta,mirisolvoin tuttoa donarmegli pertutto'1tempochemirestadi vivere.40 Nel Dialogodi Piccolomini, al di lIadel consuetoschemaretorico delladisposizione dialogicae dell'apparente leggerezza degliard'ideazione ed un'unit'a d'imgomentiaffrontati,c'e un'organicita piantoconcettualeche non possonolasciareindifferenti.Questa si esprimenon soloentroun'aureamisuraletteraria, connotazione di solidalecoerenzacon le posizioni ma anchenell'atteggiamento pi,uavanzatedellaculturafemminilecinquecentesca. Ne sarasenza significatoil fatto che un uomodellalevaturaintellettualedi tra i piiuquotatidel Cinquecento,fra i Piccolomini,un magister del suotempo,sental'esigenzadi maggioriespertidi aristotelismo esprimerenel Dialogodellabellacreanzadelladonnamotivazioni connessecon le istanzepiu coraggiose personaliintrinsecamente dellaculturafemminista rinascimentale. Non tutti gli autoricinquecenteschi che si occuparono della donnahannoalle spalle,comeCastiglioneo Piccolomini,un approfonditomagisteroassorbitoalle fonti dellaculturaumanistica 40 Ibid., p. 65. Vedi A. BALDI, "La Raffaella di Alessandro Piccolomini: il trattato volto del gioco", in Passareil tempo. La letteraturadel gioco e dell'intrattenimentodal XII al XVI secolo. Atti del Convegno, Pienza (10-14 settembre 1991), 2 voll., Roma, 1993, II, pp. 665-677; M. F. PIEjUs, "L'Orazionein lode delle donne di Alessandro Piccolomini", Giornalestorico della letteraturaitaliana, CLXX, 1993, pp. 524-545, e la Postilla di A. Di BENEDETTO, ibid., pp. 545-551. 148 DALLA DONNA DI PALAZZO ALLA DONNA DI FAMIGLIA classica e quattrocentesca. Alcuni di loro svelano concezioni dipendenti da una mentalita di stampo medievale e perlopiiucontrastanti con le posizioni piiu avanzate espresse dall'acceso dibattito di quegli anni. Un esempio di trattato pedagogico attardato su posizioni arretrate e difficilmente omologabili ai parametri che abbiamo fin qui analizzato puo essere tranquillamente additato ne La institutionedi unafanciullanatanobilmentedi GiovanniMichele Bruto, uscito ad Anversa presso il tipografo Christophe Plantin nel 1555 in una curiosa edizione bilingue italiana e francese. Anche se depurati da certe severita dell'originariocodice medievale e amplificati in una direzione antropologica tipicamente signorile, gli schemi didattici applicati alla pedagogia femminile qui risentono ancora in manieradeterminante del vecchio ordine tripartito di vergine, moglie e vedova. Inoltre, sul piano spirituale manca quel forte senso della religiosita che si vorrebbe imprimere all'intero trattato, sicche anche gli exempladerivati dall'agiografiadelle sante e dalla biografia delle donne virtuose del passato hanno scarsa forza dimostrativa, essendo complessivamentemale amalgamatiallo svolgersi della tecnica espositiva. Eppure, nonostante questi evidenti limiti, l'opera di Michele Bruto assume importanza perche testimonia il radicale mutamento di rotta degli orizzonti culturali cinquecenteschi, imposto con severa determinazione dalla Controriforma e dalle direttive di restaurazione sociale emanate dal Concilio di Trento tra il 1545 e il 1563. In quegli anni si assiste infatti ad una opera di coercizione delle coscienze tendente a salvaguardarel'ortodossia cattolica dal pericoloso dilagare delle confessioni riformate. L'obiettivo e quello di reimporre il predominio, nella vita laica e sociale, delle convenzioni devozionali e delle norme dottrinali. La fede, prima ancora di essere un moto di autentica spiritualita individuale, si esprime come una serie di leggi confessionali che regolano l'esistenza di ogni individuo, suggerendogli scelte quasi obbligate ed indirizzandolo verso uno stile di vita nel quale il rispetto per le pratiche istituite dai decreti conciliari assume una determinante rilevanza. All'infuori di questo schema c'e il territorio dell'eresia e la minaccia dell'Inquisizione. La rinnovata attenzione per la donna e la condizione femminile, cosl come emerge dalle testimonianze che abbiamo finora esaminato, segna la sua fase terminale con la pubblicazione nel 1554 de II libro della bella donna di Federico Luigini, uscito per le cure 149 FRANCESCO SBERLATI GirolamoRuscelli,a di uno dei piiuabilifilologicinquecenteschi, E l'ultimoesempiodi Veneziapressol'editorePlinioPietrasanta."1 trattatisticafemminileche risultaesserefedele alle innovazioni sopraevocate,l'anellotermifemministeespressedallepersonalita delladonna naledi unacatenadi operededicateallacelebrazione e psicologicaintesaprimadi altrocomesoggettoanatomicamente mentediversodal maschio,eppureconnotato,piiudell'uomo,da Si puo asserireche II librodella un profondosensodi umanit'a. belladonnachiudeun'epoca,segnandoil passaggiotraumaticoe del secoloinnovativae spregiudicatamennon indoloredallameta% ed arroccata su guardinghe allametaconservatrice te progressista stabilito.II trattatodi FedericoLuiposizionidi difesadell'ordine le posizionivariamente infattinellasuaarticolazione giniassomma nel modello dellaculturafemminista,riassumendo caratterizzate di donnain esso elaboratoi tratticontenutisticiche piuihanno ed acclarare l'ambiziosa ma intellettualcontribuitoad accrescere menteeducataidealitafemminile.Alla basedel Librodellabella gradonnac'e primadi tuttola nozionedi misurataed armoniosa nounitamentea quelladellaeccellenza, tia diffusada Castiglione, sostenutada Flabiltae dignitafemminilecosi appassionatamente vio Capella,CornelioAgrippa,LudovicoDomenichi,Alessandro intornoalle Motivazioni,queste,che si svilupparono Piccolomini. esperienzepiuielevatedellafreneticavita letterariae artisticadel apertaad una variaed estrosacompetitivita primoCinquecento, intesanei modidi un con la dimensionefemminile,specialmente efficacerealismoche si addiceallaperfezioneal recuperodel corsonodrasticafisicita.Matalimotivazioni po e dellasuagradevole se non taloraazzerate,dalleprofondetramenteridimensionate, 41 Pubblicatoin Trattati sulla donna,op. cit. (vedi nota 32), pp. del Cinquecento 221-305. Le partipiiuinteressantide II librodi Luiginisono quelleche testimonianouna decisa aperturaverso gli aspetti 'fisici' della femminilita.Cosi, ad esempio,la lungae descrizionedel corpodelladonna(pp. 249-252),con una insistenzatalvolsensualissima sulle "partivergognose"(pp. 253-255);cosl l'apologiadellanuditafemta imbarazzante minile,intesaancheda LuiginicomecapolavorodellaNatura(p. 258); cosl l'importanza data allabellezzaesteriore(p. 273), primaancorache a quellainterioredell'anima.Come i trattatistiche l'hannopreceduto,ancheLuiginiintendel'esistenzafemminilecome biografiache imitae replicaun precedentemodellodi vita muliebre.Di qui i numerosi esempidi donnevirtuosech'egliallega(pp. 284-289), additatiappuntocome "vite" da che aspiranoa condurreuna esistenzasotemulareda partedelledonnecinquecentesche trattaalle normee ai pregiudizidel maschilismo.Argomentisimiliin VINCENZO SIGONIO, La Difesaperle donne,a curadi F. MARRI,Bologna,1978, pp. 71 sgg. 150 DALLADONNA DI PALAZZOALLADONNA DI FAMIGLIA sformazioni degli istituti socio-culturaliindotte dabo statuscontroriformista. Nel disegno culturale della Controriforma, ordinato in senso di controllo strategico gi'averso il 1560, e perseguito I'azzeramento delle acquisizioni non immediatamenteequiparabiliall'assetto sociale imposto dall'eta post-conciliare. La consistenza di tanti messaggi diversi e talora antagonistici caratterizza la metNadel XVI secolo. Abla consolidata dimensione di una femminilita emancipata, quale istanza compatta e stabile, inizia a contrapporsiil ramificato lavoro preparatoriodella reazione controriformista.Presa dal suo rapportoprivilegiato con la condizione femminile delle corti signorili e delle aule cortigiane, la cultura rinascimentale ha tralasciato di occuparsi di un ceto preborghese che sta dando vita ad una intensa circolazione di idee, e che viene sostenuto da un'attivita professionale coordinata secondo criteri assai redditizi. In tal modo, essa ha offerto facilmente il fianco al contraccolpo della cultura clericale, le cui spinte sociali piiugenuine e radicate provengono dal basso. E si tratta perlopiiu di spinte che si pongono in aperto contrasto con l'organizzazione sociale del rapporto uomo-donna maturatoin ambito nobiliare. Un istruttivo esempio piiu documentario che letterario (data la scarsa qualita della produzione) di questa transizione alquanto caotica agli inizi della seconda meta del XVI secolo puo venire dall'area romagnola, una zona periferica e marginale contesa dai Malatesta di Rimini e dai Montefeltro di Urbino, ma all'epoca gia ufficialmente sotto la giurisdizione pontificia. Vista la fluidita della situazione culturaleverso gli anni Sessanta del Cinquecento non stupisce che nelle opere dedicate alla cultura e al ruolo femminile ben poche siano le componenti ispirate alla seria concretezza del dibattito primocinquecentesco.Un documento notevole sul piano storico e culturale (ripeto, non su quello letterario), e rappresentatodal poemetto in ottave La Bellezza delle donne di Malatesta Fiordiano da Rimini,42uscito appunto a Rimini per i tipi di Giovanni di Nicola da Modena nel 1562. E un libretto di poche carte (non numerate), degno di menzione poiche 42 Le pochenotizie storichee biografichesu questoinconsuetoe curiosopersonaggio sono a tutt'oggiraccoltein C. TONINI,La colturaletteraria e scientificain Rimini.Dal secoloXIV ai primordidel XIX, 2 voll., a curadi P. DELBIANCO, Rimini, 1988, I, pp. 293-314(1a ed. 1884). 151 FRANCESCO SBERLATI attestauna corrispondenza del tutto superficiale ed esteriorecon del primoRinascimento, e nel contempo la culturafilo-femminista di certi recuperimauna pienaaderenzaalle istanzereazionarie schilistirichiamandosi al solitoregestodi luoghicomunimisogini. II poemettodi Fiordiano- che in appendicepubblicapureun - riduceallasemsonettoin lodedi LauraAmmannati Battiferri43 plicecelebrazione estetico-anatomica la dimensione dellafemminiunacombinazione retoricadi queglielementiche lit"a.Elaborando in uno spazioideologicoda Agrippa, abbiamogia visti amplificati Domenichi,Castiglione,Piccolominie Luigini,ancheFiordiano da una selettaimmaginedellapropriaconcezionedi femminilita. La suaespressivita linguisticasi aprealleformeestremedell'iconismodellascrittura,spingendola suamanoal ripristino(maa puro letterariain cui si rispecscopoimitativo)di quellaimpostazione chiavafedelmentela propostadi femminilitaculturaledei primi decennidel Cinquecento.Eppurenei versi di Fiordiano,nono43 A quantomi risultail sonettoe pressochesconosciuto.Pertantolo trascrivoqui e a regolaresein un'edizionesemidiplomatica, limitandomia scioglierele abbreviazioni condo l'uso modernoapostrofied accenti.II sonetto e contenutonelle due carte finali del poemettodi FiordianoMalatesta,sicche non ci sono dubbi sulla sua attribuzione. Comeho gia detto, il librettonon ha la numerazionedellepagineed anchela cartulazione dei fascicolirisultaesserealquantoincertae malsicuraa causadi alcunemutilazioni. Derivo il testo dall'esemplare de La Bellezzadelle donneconservatoa Riminipressola BibliotecaGambalunghiana e segnato4.N.IV.20 (vedi nota 44). Ritengoche il sonetto datatofra la fine degli anni Cinquantae i primidei Sespossaessereragionevolmente santadel Cinquecento. Alla SignoraLauraBattiferra. Donnache i piiufamosisemidei cantandoagguagli,onde di Pindoil monte piu che maibel per te verdeggia,e il fonte altiersen' va de i sacririvi Ascrei; se gia fu chiaroil nomedi colei 5 che a Daphnebellae al padredi Fetonte splendoraccrebbe,e impressenellafronte portotanted'honorpalmee trophei; horpiiuche maisonarLauraimmortale 10 s'udracon alto et honoratogrido; mercede i dolcituoi diviniaccenti; felicein ver poi che per te sei tale che con stupordellepiiudotte genti, hoggiillustrite stessae il tuo bel nido. "LauraBattiferradegli Ammannati'sFirst Sulla Battiferrivedi ora V. KIRKHAM, Book of Poetry. A RenaissanceHolographComes out of Hiding", Rinascimento, XXXVI, 1996, pp. 351-391. 152 DALLADONNA DI PALAZZOALLADONNA DI FAMIGLIA stanteil permanere di un'accentuata colorazione sensualeed edonistica,sonodel tuttoassentiesplicitisegnidi confluenzecontale propostao di affinisviluppiintellettuali.Lo spessoreideologico che per soliditae complessita esercitavaun influssodecisivosul versantestilisticoed esteticoappareormaicomeazzeratonell'impassemanieristica. II datomarcatamente sensualistico, tuttoproteso ad unadisposizione laicaversole piacevolifattezzedel corpo femminile,non bastapiiua giustificare le radiciideologichedella dimensione femminile.La celebrazione delladonnae qui giustificabile solo sul piano dell'iconologia, ma non e confermata su quel piano etico-civile che qualche decennio prima abbiamo visto sovvenzionato e accolto nel cuore della civilta signorile. Sara sufficiente leggere qualche ottava della Bellezza delle donne per rendersi conto di quanto limitate siano le informazioni di Fiordiano circa le fasi e le misure degli apporti di cultura al femminile: [I] Altafral'altrealquanto e di statura, conartificio talfuin cielformata, contalproportion, contalmisura chea tuttigl'occhi in ognipartee grata. Larghe le spalle,e strettalacintura, l'un'e l'altraancaalquanto rilevata, lagamba drittahalapersona schietta, verodileggiadria e corona. specchio [II] Bionda, lunga,sotil,lustra,annellata la chiomae che '1mio cor dolceincatena; biancapolitaet ampla,e in giro alzata la frontepiiuche '1ciel chiarae serena; neroe sottile e il ciglio,e delicata la guanciadi vermiglierosepiena; neri son gli occhibei soavie ardenti, veri stralid'amorgravie pungenti. [III] Sorgenel mezoil profilatonaso, alto, schiettoe gentildi quelcolore che in biancanubeil sol, quandoa l'occaso s'inchina,suol formarcol suo splendore. 153 FRANCESCO SBERLATI Sembrala boccadi Pandorail vaso, si pretiosae riccae dentroe fuore, dove lucideperlesono i denti, e le labrarubinvaghie splendenti. [IV] II collobiancoe tondo di alabastro mobilcolonnaparproprioal sembiante, di cui non fece mai martelne incastro di Phidiaoprasl bellao di Timante. Il petto fatto dal sopremoMastro tutto e d'un purolatte tremolante; le pomerilevat'e sode e tonde vie piu ch'avorioson polite e monde.44 La concezione di femminilita espressa da Fiordiano e tutta fascinosa ed estetica, percepita per esibire la riproposizione di un ideale di bellezza muliebre ormai ampiamente collaudato. E pertanto il sigilo di quel modello di mentalita maschile che non senza fondamentali ragioni culturali verra di 11a poco gradualmentestratificato nella civilt"amanierista e seicentesca. La dimensione della di scritfemminilita e sentita come corresponsabiledelle modalita% niente ormai autorizza un'identita femminile piu tura estetica, ma che rammenta un soggetto storico e morale coerentemente identificato. Tutta la femminilita rimane nell'ombra di una topica retorica e letteraria che ne esalta la descrizione e la quantificazione della bellezza. La sostanziale valutazione della donna in termini di servitium intellettuale o etico-civile, o di diversita morale per rispondere ad esigenze antropologiche, e praticamente rimossa. A questa distribuzione retorica di timbri espositivl tesi sapientemente ad inquadraturedi primo piano verso un'immagine di femminilita ormai divenuta convenzionale, si accompagna un processo di rallentamento dell'emancipazione sociale della donna, anzi un compiuto straniamento rispetto alla cerchia degli ideali femministi 44 Cito da MALATESTAFIORDIANO DA RimINI, La Bellezzadelle donne, Rimini, 1562. Comeho gia precisato,l'opuscolonon ha le cartenumerate.Le ottavequi riportadei fascicoliAiii r - Aiiii v. La numerazionedelle ottave te si trovanoin corrispondenza tra parentesiquadree mia, ma non seguel'ordineoriginaleche esse hannonel testo di documentaria, ho ritenutopiiu'efficacequesta Fiordiano.Per ragionidi esemplificazione modalitadi citazione. 154 DALLADONNA DI PALAZZOALLADONNA DI FAMIGLIA del primo Cinquecento. E lo dimostra proprio Fiordiano, il quale recupera nelle ottave conclusive della Bellezza delle donne uno degli stereotipi piiubanali e scontati del filone maschilista e misogino, quello della "mutevolezza" come caratteristicadominante nell'orizzonte dell'identit'afemminile: Le donneson volubilie incostanti, sempreprontea cangiarpensierie voglie; vaghevedersiintornomilleamanti, e ripportarda ogniuntriomphie spoglie. Falsene i cori, e dolci ne i sembianti, non maisatie di lagrimeo di doglie, facil a dar,e a tor, d'Amori frutti, cagiondi milleincendi,stratije lutti.45 E il gusto del trascrittore e dell'emulatore quello che predomina in Fiordiano Malatesta. Egli altro non e che un fedele compilatore che assembla in sequenze paratattiche materiali di prestigio, svuotati della loro valenza ideologica o culturale, poi ricomposti e tenuti insieme in artificiosa unita. Nell'eta della Controriforma,la tipologia rinascimentale che forniva il quadro storico-culturaledi una donna pensata secondo un progetto mirato ad intendere come punto di forza una rinnovata societa civile, e annullata all'interno di una sistemazione letteraria ormai perlopiuidisposta a farsi assimilare all'ordinamento tridentino. Sul piano dei contenuti, tuttavia, non sara inessenziale notare un'importazione passiva di modelli di femminilita aristocratico-nobiliariall'interno della incipiente civilta borghese. Le eroine esaltate come esempi di bellezza appartengonoalla memoria storica dell'erudizione mitologica, alla rievocazione nostalgica di un'utopia collettiva. L'identita femminile di tali eroine non regge al rischioso confronto con l'identita presente di soggetti storici femminili che confermano dialetticamente la loro differenza sociale e culturale. Mirando a preservare gli equilibri sociali meno abbienti, ed anzi talora alleandosi con essi, la politica di controllo controriformista concentra le energie sull'imposizione di un nuovo ruolo da attribuirsi alla donna, in netto contrasto con gli stilemi cortigiani del primo Cinquecento, ma for- 45 Ibid.,c. Diiii r. 155 FRANCESCO SBERLATI tementecollegatoalle spintedell'operosa vitalitacittadinaed extrasignorile. CerteopzioniideologichedellaControriforma non sonoperaltro inedite.Sicuramente riconducibile agliannidi pocosuccessivi al 1540e l'innestodi istanzespiritualistiche all'interno dellestrutture mentalie operativedellapedagogiafemminile.Questadirezionereligiosaimpressaoraallaletteratura didatticae addebitabile allacomplessamodificazione subitadallepratichedi devozione tradizionale dopola diffusionein Europadelleconfessioniprotestantie riformiste.46 Allapedagogianon e piu solamenterichiesto di impartirealladonnaunaeducazioneerudita,poicheoccorrein aggiuntainsegnarlea salvaguardare gli autenticidogmicristiani dallecorrentiscismatiche delleeresieluteranae calvinista.Un tentativodi fonderela prassidelladidatticafemminilecon esigenze autentichedi elevazionereligiosae facilmenteidentificabile in un trattatodel filosofoed umanistaspagnolo,ma a lungoattivoin Italia,JuanLuisVives,dal titolo De l'istitutione de la feminacristiana,uscitoa Venezianel 1546pressol'editoreVincenzoValgrisi. Nel librodi Vivesl'argomentazione e didascalica pedagogica a favoredell'erudizione letterariadelladonnariemergeintattae con le stesse motivazioniche abbiamovisto in altri testimonidella trattatistica cinquecentesca. Tuttavia,si scorgenel De l'istitutione de lafeminacristiana unamaggiore incidenzadellaformazione religiosadelladonna,sullaqualesi insistefrequentemente tramiteil direttoricorsodell'exemplum mutuatodall'agiografia di beate e sante.Sulpiuvastoorizzontedellaricezionesociologica, il manuale di Vivesindicaesplicitamente qualeportataabbiaavutola diffusionedel rinnovamento religiosoe spiritualeavvenutonel corso del Cinquecento. Fermorestandole radicaliinnovazionirispetto ai pregressicanoni misogini e maschlisti, si evince purtuttavia dall'operadi Vivesla divulgazione di un modellofemminileconnotatoda unaprofondaadesioneaglischemireligiosiche regolano 46 Womenin reformation and counter-reformation Europe:publicandprivateworlds, a cura di S. MARSHALL, Bloomington, 1989; R. H. BAINTON,Women of the Reformation in Germanyand Italy, Minneapolis, 1971. Ne esiste ora una traduzione italiana ampliata rispetto all'originale:ID., Donne della Riforma in Germania,in Italia e in Francia,Introduzione di S. PEYRONEL ROMBALDI, Torino, 1992. In part. per la realta italiana vedi A. VALERIO, "Domenica da Paradiso e la mistica femminile dopo Savonarola", Studi medie- vali, XXXVI, 1995, pp. 345-354. 156 DALLA DONNA DI PALAZZO ALLA DONNA DI FAMIGLIA il ruolodelladonnanellasocieta.In quantofanciulladevotae sottomessamogliee madretimoratadi Dio, la donnameritaogniridi questiruoliessaperdeognidecoroe ogni spetto.Maall'infuori al giustodisprezzodell'opinione decenza,esponendosi comune.Se uniformata alle convenzionidel sistemaclericale,la donnae una figuradalleattrattiveseducenti,chegodedi un prestigiospirituale paria quellodell'uomo.Se osa porsiall'esternodi tale sistema,o in unaposizionedi criticadistanza,alora essadivienefigurasospettae finiscecoll'essereoggettodelladiffidenzagenerale.Perde dunquela ragioneprimaria dellasuaesistenza:quelladi viverein funzionedel marito.47 si assistead una progressiva Nell'epocadella Controriforma II nodoproblematico trasformazione del concettodi femminilita. riguarda innanzituttoil diffondersied il radicarsidi quellespregiudicateistanzefemministeche abbiamofin qui visto nelleloro implicazioni teoriche.Giustoa cavallotra gli anni Cinquantae Sessantadel XVI secolo,in coincidenza con lo svolgersidel Conciliodi Trento,la discussione sulruolosocialedelladonnaassume evidenticonnotatidi revisionee ripensamento. Le acquisizioni del femminismo primo-cinquecentesco (quellodeglianniVentie Trenta del secolo),sonoricondotteentroil piiuampiodibattitointorno ai collegamenti culturalied istituzionali frafedecattolicae societa civile.L'avviodi questolargodibattitosullaculturadei decenni immediatamente precedentiall'epocaconciliare coinvolse,com'era naturale,anchequellaideadi donnae di femminilita coslpericolosamenteinnovativa.Anzi, il suo innestosperimentale nel corpo delle tradizioniartistico-letterarie rinascimentali venne precocementeritenutola causapiiugravee principale del deprecabile decadimentodei costumi.E in effetti, a ben guardare, nel Rinascimentola vicendadelleformeartistichee letterariesi incarnanella fortunastoricadei modellisocialie antropologici. Nellatradizione materiale di essi, la concezionefemminista s'intreccia e si connette con argomentied idee apertia innovare,taloraa sovvertire, l'ordinetradizionalmente costituito,sulla spintadi motivazioni certononallineabili ai principiconservativi sullabasedei qualil'istituzioneclericalefondala sua autorita%. Pertantooccorrevacon47 D. FRIGO, "Dal caos all'ordine: sulla questione del 'prender moglie' nella trattatistica del sedicesimo secolo", in Nel cerchiodella luna, op. cit. (vedi nota 8), pp. 57-93. 157 FRANCESCO SBERLATI trastare il predominio di queste nuove forme di femminilita libertaria e antitradizionale, tentando di ripristinare una immagine di donna che sembra coniugarsi con quella misogina di stampo medievale. Cio non fu del tutto possibile. Nella realta storica del Cinquecento s'e compiuta ormai la saldaturaideologica e culturale al femminile. Nell'ottica della ricezione sociologica, le istanze di quel nuovo stile di femminilita, approfondito nella sua umanita ed affinato nell'arte, si svelano gia profondamente assorbite ed assimilate, trovando accoglienza presso le coscienze piiuavvertite del tempo. Difficile, dunque, bandirle. Simili condizioni rendevano necessaria la ricerca della mediazione. Tale mediazione e evidente al massimo grado negli estremi prodotti di pedagogia femminile forniti dalla meta antimeridiana del XVI secolo. A siffatti cambiamenti di contenuto sembra alludere tra gli altri il Dialogo della curafamiliare di Sperone Speroni, uscito la prima volta assieme agli altri Dialogi nel 1542 a Venezia dalla tipografia dei Figliuoli di Aldo, dei quali si ebbero nel corso di un cinquantennio ben nove edizioni, sino a quella uscita sul limitare del secolo presso Roberto Meietti a Venezia nel 1596. Nel Dialogo di Speroni l'innesto dell'elemento femminista, proveniente dai territori culturali d'avanguardia, all'interno della tradizionale cerchia chiusa della donna vergine-sposa-madre,si risolve perlopiiuin una apologia celebratoria della moglie.48Rigettate le pregiudiziali antiuxorie dell'Umanesimo quattrocentesco, essa diviene figura essenzialmente positiva e in certa misura autonoma, poiche essenziale alla prosecuzione della genealogia parentale, alla educazione della prole, al sostentamento e all'amministrazionedella micro-economiafamiliare. Certo la donna sembra non disporre di alcuna autonomia decisionale, poiche dipendente dalle decisioni che prendono per lei il padre prima, il marito poi. Nondimeno essa riveste un ruolo di importanza determinante all'interno dell'ambiente domestico, svolgendo funzioni dalle quali dipende il consolidamento del patrimonio familiare.49 48 M. D'AMELIA, "Marito e moglie. II Dialogo della curafamiliare di Sperone Speroni", Memoria,I, 1981, pp.76-86. 49 La donna nell'economia - secc. XIII-XVIII. (Atti della XXI Settimana di studi, Prato, 10-15 aprile 1989), a cura di S. CAVACIOCCHI, Firenze, 1990; E. CASALI," 'Economica' e 'creanza' cristiana", Quadernistorici, XLI, 1979, pp. 555-583; D. FRIGo, II 158 DALLA DONNA DI PALAZZO ALLA DONNA DI FAMIGLIA La Controriformabiasima il modello di donna che abbiamo visto imporsi nei primi decenni del XVI secolo e ne raccomandaaltri. La struttura sociale che si riassume bene negli schemi tradizionali della vergine, della moglie e della vedova viene reimposta con un vigore ideologico pari solo alla misura delle energie coinvolte sul piano della prevenzione.i0Occorre estirpare certe deprecabili e talora peccaminose costumanze femminili divenute dominanti negli anni recenti, ma occorre ancor piiuprevenirne ed evitarne l'ulteriore diffusione. Sulla base di questo mutato orizzonte, nei tratdel Cinquetati di pedagogia femminile stesi nella seconda meta% cento le esigenze di restaurazionespirituale si saldano con le istanze insegnative, dando origine ad una sorta di parenesi didattico-edificante. non esperita nei testi antecedenti. Di questi trattati ne ricordero qui solo due. Si noti che gia dai rispettivi titoli essi esprimono orientamenti programmaticidi evidente tendenza conservatrice. II primo e quello dovuto a Giulio Cesare Cabei, intitolato Ornamentidella gentildonnavedova e uscito a Venezia presso Cristoforo Zanetti nel 1574. In esso la condizione della vedovanza si risolve in un isolamento di tipo monacale, interamente dedicato padredi famiglia. Governodella casa e governocivile nella tradizionedell' "Economica"tra Cinque e Seicento, Roma, 1985. Per un esempio proveniente dall'Italia meridionale vedi A. MAZZOLDIDi FINzI-CONTINI,"Ricerche sulla vita familiare nella Sicilia del '500: I'archivio dei Sardo", Studi StoriciLuigi Simeoni. Istitutoper gli Studi Storici Veronesi,XLII, 1992, pp. 55-66. Per l'Italia del Nord vedi M. P. ZANOBONI," 'De suo labore et mercede me adiuvabit': la manodopera femminile a Milano nell'eta sforzesca", Nuova rivista storica, LXXVIII, 1994, pp. 103-122. Internidi famiglia. Patrimonioe sentimentidi figlie, madni,mogli, vedove. II Friuli tra medioevo ed eta moderna.Atti del Convegno, Udine (4 dicembre 1992), a cura di R. CORBELLINI, Udine, 1994; sul quale vedi R. SARTI,"Donne e famiglia. A margine di un volume sulla realta friulana", Rassegnadegli Archivi di Stato, LIV, 1994, pp. 675-688. 50 G. ZARRI,"Orsola e Caterina. fl matrimonio delle vergini nel secolo XVI", Rivista di storiae letteraturareligiosa,XXIX, 1993, pp. 527-554; EAD., "Disciplina regolaree pratica di coscienza: le virtiue i comportamentisociali in comunita femminili (secc. XVIXVIII)", in Disciplinadell'anima,disciplinadel corpo e disciplinadella societa tra medioevo ed eta moderna.Atti del Convegno internazionaledi studio, Bologna (7-9 ottobre 1993), a cura di P. PRODI-C.PENUTI, Bologna, 1994, pp. 257-278. Per la tutela giuridica della figura della moglie durante l'eta controriformistavedi A. RIGO,"Giudici del Procuratoree donne 'malmaritate'.Interventi della giustizia secolare in materiamatrimonialea Venezia in epoca tridentina", Atti dell'IstitutoVenetodi Scienze,Lettereed Arti, CLI, 1992-93, pp. 241-266. Inoltre A. GATTI,"Il sistema assistenziale femminile a Mantova tra '500 e '700", Civilta mantovana,XXIX, 1994, pp. 5-21; L. SEBASTIANI,"Gruppi di donne tra convivenza e assistenza", in La citta e i poveri.Milano e le terrelombardedal Rinascimento all'eta spagnola,a cura di D. ZARDIN,Milano, 1995, pp. 101-115. 159 FRANCESCO SBERLATI all'eserciziodelle pratichedevozionaliin attesadi ricongiungersi con l'animadel marito.II secondoe operadi OnofrioZarrabini, maritale e vedovilee pubblicatodalintitolatoDe gli stativerginale, l'editoreFrancescode' Franceschia Venezianel 1586, trattato del sistemadi vachepiiudi altrivertesulladrasticareimposizione riDireianzichein essoe pressocheinteramente loritradizionale. Solola necessitadi pristinatoil modellomedievaledi femminilit"a. scandirenel librole tappematerialidellavita delladonna,dalla allavecchiaia,permetteal trattatodi Zargiovinezzaallamaturit'a rabinidi aprirsiaglispazidellacontemporaneita. Eppurequestotrattatoha un suo intrinsecovalore,che e innonsi rivolgeallaarisiemepedagogico e documentario. Zarrabini delladamanobile.Eglielabora stocraticaclassedellagentildonna, inveceun progettodi vita destinatoalle donnedi quel ceto che Nel con definizioneanacronistica potremmochiamare'borghesia'. femminilele caratteristiche dominanti suomodellodi antropologia sono quelledell'orizzontepsicologicomercantile.La donnache immersain una egli intendeeducaree formaree organicamente concretaesistenzadi classe.Non vive isolatanell'austero palazzo mapartecipaallamovimentadallacampagna, signorilecircondato cittadina.Pocoimportase il suolivellodi erudiziota dimensione ne non sarattale da consentirle di affrontare ardue e complesse questionidi teologiao di filosofia o di scrittura letteraria. Quello che e determinante nella sua educazione formativa riguardale capacit"aindividuali di partecipare all'amministrazione del patrimonio familiare, dal quale dipendono il sostentamento e la crescita della prole. Dal momento che la sua partecipazione al fare del suo tempo si modula secondo la scansione esistenziale della crescita biologica e anagrafica, la donna e al centro della vita quotidiana. Essa deve naturalmente conservare nel proprio scaffale i testi edificanti e didattici che i religiosi o i moralisti approntanoper l'educazione sua e dei suoi figli. Ma deve soprattutto dimostrare consuetudine con i principi cardini della societNa borghese e mercantile premoderna: il legame di famiglia, la maternita e la discendenza, la prosapia, l'eredita, il banco commerciale del marito, i conti e le quantificazioni delle sostanze disponibili, le scelte con finalita remunerative, il corredo e la dote delle figlie.51 51 TH. KUEHN,Law,familyandwomen:towarda legalanthropology of Renaissance 160 DALLA DONNA DI PALAZZO ALLA DONNA DI FAMIGLIA Questadimensionefemminileche definirei'protoborghese' emergea chiaritrattidai documentibenissimostudiatida ChristianeKlapisch-Zuber, documentidel catastofiorentinodal 1427 all'etadel Conciliodi Trento,oraconservatipressol'Archiviodi Statodi Firenze. Comee statoefficacemente espostodallastudiosa,il modellosocialedi donnaversola metadel Cinquecento andavarapidamente in direzionedi formedi schietta orientandosi e tuttaviaancorainteramente modernita, risoltonell'eticadellafamiglia.All'internodellasua casala donnae regina.Ma tuttala suaesistenzasi dibattenellequestionidellapreparazione al matrimonio,delritonuziale,delladotee dei donidi nozze,nelgoverno dellacasae dellaeventualeservitu,dellamaternita,delladevota educazionedellaprole,del corredoperle figlie,dellavedovanza. Non sono ammesseper lei altremansionine altreoccupazioni, tantomenoquelleintellettuali che abbiamovistoessereinvecealquantodiffusenei primidecennidel secolo.Questomodellofemminiledi transizione, non piiucortigiano-nobiliare manon ancora schiettamente borghese,e accoltoin pienaconsapevolezza dalla nuovagenerazione di autoriche scrivonodi pedagogia e didattica femminile.Esso sembraanzimaturatoe perdipiiu legittimatodall'auctoritas testamentaria, e pertantoin perfettoaccordoconle disposizionitridentine,nel Discorsosoprala nobiltadelledonnedi TomasoGarzoni,pubblicato nel 1588 a VeneziapressoGiovanni DomenicoImberti,unitamentead altriscrittidi aedificatio devoItaly, Chicago, 1991. Inoltre S. F. MATTHEWSGRIECO,"Arte, ideologia sociale e rappresentazione della famiglia e della vita coniugale nell'Italia moderna", in Matrimoniitaliani, a cura di M. DE GIORGIO-C.KLAPISCH-ZUBER, Roma-Bari, 1996, pp. 251-283. 52 C. KLAPISCH-ZUBER, La famiglia e le donne nel Rinascimentoa Firenze,Roma-Bari, 1988; vedi anche EAD., "The Genesis of the Family Tree", I Tatti Studies, 4, 1991, pp. 105-129; EAD., "Les femmes dans les rituels de l'alliance et de la naissance "aFlorence , in Riti e rituali nelle societ2 medievali, a cura di J. CHIFFOLEAU-L. MARTINES-A. PARAVICINI BAGLIANI, Spoleto, 1994, pp. 3-22; J. BROWN-J. GOODMAN, "Women and Industry in Florence", Journal of Economic History, XL, 1980, pp. 73-80. Inoltre vedi N. TOMAS,A Positive Novelty: Women and Public Life in RenaissanceFlorence, Clayton (Victoria), 1992. Per l'epoca precedente vedi F. FURLAN, "Verba non manent. La donna nella cultura toscana fra Tre e Quattrocento", Intersezioni,XVI, 1996: Le donne nella storia e nella cultura, a cura di A. BATTISTINI, pp. 259-274. Vedi anche i contributi raccolti in Ilariadel Carrettoe il suo monumento.La donna nell'arte,la culturae la societa del '400. Atti del Convegno Internazionaledi Studi, Lucca (15-17 settembre 1994), a cura di S. TOUSSAINT, Lucca, 1995. 161 11 FRANCESCO SBERLATI zionale rivolti in primo luogo al pubblico femminile.53Testimone prezioso, in quegli stessi anni Ottanta, di una concezione di femminilit'a in cui si delinea un reticolo serrato di mediazioni tra istanze rinascimentalie posizioni post-conciliari e ancora il Discorso della virtu femminile di Torquato Tasso, uscito a Venezia nel 1582 dalla stamperia di Bernardo Giunta. Si noti di passaggio che il mutato orizzonte culturale e ideologico fa avvertire le sue ripercussioni anche sul piano delle forme retoriche in cui si elabora il messaggio letterario. Allo schema articolato e polifonico del 'dialogo', basato appunto sulla compresenza di una pluralita di voci, e subentrato lo schema irreggimentato e monotonale del 'discorso'. II 'discorso' e una riedizione in forma retorica del 'trattato'. II modello di mentalita, oltre che di femminilita, che sta alla base del moderno concetto di famiglia, intesa anche come cellula di un piu vasto tessuto sociale tenuto insieme da coesioni aggregative, e un prodotto della Controriforma. La Controriforma facilita l'ascesa della donna borghese e asseconda la decadenza della donna aristocratica. Nondimeno, anche la cultura della femminilita elaborata nell'epoca controriformista esprime forti tensioni di rinnovamento sociale. Le figure femminili primocinquecentesche di cortigiane, poetesse, coltissime dame di palazzo, muse ispiratrici di artisti e letterati, divengono rapidamente minoritarie. Al loro posto si installa la perfetta donna schiettamente 'borghese', tutta chiesa e famiglia, il cui modello sociale dominera praticamente con indisturbata prevalenza sino all'emergeredel movimento femminista nel nostro secolo. Questo sconvolgimento radicale dei modelli sociali di femminilita e fedelmente testimoniato da un trattato pedagogico di grande importanza culturale. Al suo interno avviene infatti il processo di sostituzione e scambio dell'archetipo aristocratico con l'archetipo dunque soffermarsi, fornendo piiu borghese. Su di esso occorrerNa di un chiarimento. Mi riferisco al Della institution delle donne di Lodovico Dolce, uscito una prima volta nel 1545 e poi riedito per ben quattro volte nel corso del Cinquecento. Per la nostra analisi mi serviro dell'edizione del 1560, stampata a Venezia da Gabriel 53 TOMASO Le vite delle donne illustri della ScritturaSacra:con l'aggiunta GARZONI, delle vite delle donne oscuree laide dell'uno e l'altro Testamentoe un Discorso in fine sopra Ravenna, 1994. la nobilta delle donne, a cura di B. COLLINA, 162 DALLADONNA DI PALAZZOALLADONNA DI FAMIGLIA Giolito de' Ferrari. E, per 1'ennesimavolta, un trattato in forma di dialogo, diviso in tre libri secondo i restauraticanoni degli 'stati' tradizionali. II primo libro si occupa della fanciulla vergine, il secondo della moglie, il terzo della vedova. Due soli sono gli interlocutori: un austero precettore a cui Dolce affida l'esposizione delle sue opinioni ed una mansueta educanda di nome Dorotea. Mi Iimitero qui a offrire una disamina del primo libro della Institution, dove si affronta l'educazione della giovane. Anche sul piano dell'enunciazione si comprende subito e con chiarezza fino a che punto sia giunto il processo di esautoramento di un modello di donna fino a pochi anni prima apertamente celebrato dagli intellettuali di punta della civilta rinascimentale. Non solo quella sofisticata immagine di donna colta e erudita viene rimossa, ma addiritturaDolce si sente legittimato a deprecarlae deriderla. E molto meglio che la donna si adoperi per riapprenderele sue peculiari mansioni domestiche e casalinghe, abitudinarie occupazioni andate perdute durante il femminismo del primo Cinquecento, piuttosto che perseguire il raggiungimentodi una raffinata educazione letteraria.54La comunicazione di Dolce non si sottrae al piglio polemico. Egli liquida senza tentennamenti le acquisizioni femministe stratificate nell'ideologia cortigiana, che ritiene dannose e vanitose. A proposito dell'abbandono dei tradizionali uffici familiari da parte delle aristocratichedonne dedite all'esercizio intellettuale, Dolce espone da subito la sua lamentosa requisitoria: Oventosavanita,o delicatezzadannosadelle Nobili del nostrosecolo! Poiche queste s'irecanoa vergognaquello che in tutte le et"afu di sommoonorealle Donne d'altafortuna,e celebrateper moltevirt'u.5 Non si sottraggono a questa opera di sarcastica demolizione della figura femminile profondamente erudita neppure le ambizioni intellettuali ostentate da molte donne dell'epoca. Qual e dunque lo scopo, egli si chiede, di una educazione letteraria cosi insistita? A cosa puo giovare una erudizione sofisticatissima? Dove condurrannoquei ragionamenti senza fine che si tengono nelle sa54 L'involuzione culturaledi alcunisettori della societa" del tardoRinascimentoe ben documentatae descrittada P. F. GRENDLER,Therejectionof learningin mid-CinquecentoItaly,New York,1966. 55 LODOVICoDOLCE,Dellainstitution delledonne,Venezia,1560, p. 1lr. 163 FRANCESCO SBERLATI A talioccupazioni intellettuali e senzaduble dei palazzisignorili? bio preferibileil tradizionalelavorodella donna, sua specifica mansionerimastainalteratanel corsodei secoli.Le convinzionidi Dolce sono espresse in un passo nel quale l'ironia e talmente accesa da rasentarela canzonaturao la burla: Che farannoelle? Consumerannosemprele ore tra la moltitudine delle Damigellee de' Cortegiani?Quali ragionamentisarannoi loro? Parlerannosempre di motti e d'argutie?0 pure novelleranno?Non avran(n)noquestiragionamentimai fine?A che darannopoi opera?Penalcuno.I pensierifemminilisono per lo piiuveseranno- mi risponder"a loci, instabili,leggieri,erranti,e non sannodove fermarsi.Leggeranno: debbonoindrizzarrl'animo.Ma ottimo esercitio,al qualeprimieramente semprenon si puo leggere:e lo stare in ocio, come piuiinanzi si dira, e cosa tanto dannosache nullapiiu.[...] Ma gli onesti lavorisempredilettano, e dopo le fatiche sono i riposi piu grati. Conchiudoche le nostre Donne non dovrebbonodisprezzarquel lavoroche alle passatee stato in veduto, onorevolee di sommopregio.16 ogni tempo,come s'e% II "lavoro" a cui si riferisce Dolce e ovviamente quello relativo all'amministrazione domestica e al buon governo della casa. Nell'ideologia controriformistanon sono contemplate altre funzioni per la donna che non siano direttamente riconducibili al ruolo di sposa e madre. Ci sono questioni ben piu importanti da sbrigare, che non lo stare a leggere libri o discutere sulle varie teorie in essi esposte. La Institution,lo si vedra, non da adito ad equivoci su questo punto dell'educazione femminile. Marchiato dalla volonta della mediazione tra l'espressione di definibile in modo univoco ed una una cultura femminile non piu% adesione alla ideologia controriformista, il libro di Dolce rende riconoscibile con sicurezza il desiderio di allontanare la letteratura dalla figura femminile, e reciprocamentedi distanziare e dissociare la donna dalla frequentazione dell'delitecolta. Le letture della donna dell'et"acontroriformistasaranno pertanto di carattere rigorosamente religioso e spirituale.7 Due infatti sono i principi sui quali 56 Ibid., pp. llv-12r. Per il complesso rapporto tra cultura femminile e religiosita nel periodo che va dal Rinascimento agli albori del Barocco, vedi G. ZARRI, Le sante vive. Culturae religiosita femminile nella prima eta moderna, Torino, 1990; Donna, disciplina, creanzacristiana dal XV al XVII secolo, a cura di G. ZARRI, Roma, 1996; Donne e fede. Santitae vita reli57 164 DALLA DONNA DI PALAZZO ALLA DONNA DI FAMIGLIA il devotorispettoperl'ortodossia devebasarsila suaeducazione: religiosae il governodellacasa.Su questiduepuntil'autoredella Institution e chiarissimo. Eccocio cheegliprescrivea proposito: Comela fanciulla sarapervenuta in eta attaa imparar lettere[...], in lei duefini:l'unola religione, vogliochealorail padreconsideri e l'altroil governo dellacasa.E secondo questiduefinis'affatichi di fare ch'ellasi ammaestri nellediscipline virtuose e negliesercitij checonvengonoa chiha adessereDonnadi famiglia. Nellediscipline la porremo di Dioe dell'onesto, contezza quellapertinente alcomponimento dell'animae questaalleattionidelcorpo.Negliesercitij si contener'a il governoet i lavori.58 Questafanciullamodestae pudica,le cui principali virtiusono timidezzae vergogna, nonpococonl'archetipo contrasta femminile sostenutoda trattatisticomeDomenichio Castiglione o Piccolomini.A lei, futuradonna'borghese', perfettamogliee madretimoratadi Dio, vieneimpartitaunaeducazione su criimprontata terichenonmi sembrafuoriluogodefinire'domestici', valea dire perseguendo una sorvegliata acquisizione di capacitNa anche ammi- nistrativeed organizzative inerentiallenecessit"a del mantenimento del milieufamiliare,main ognicasoescludendo ognioccasione di otium letterario. E piuttosto il negotium, il mestiere specifico tradizionalmente attribuito alla donna, ad acquisire rilievo nelle argomentazionidi Dolce. II governo della casa, principale mansione della maritata, onorevole e di sommo pregio ma caduta in disuso a causa del velleitarismo intellettuale delle gentildonne rinascimentali, emerge nell'opera di Dolce come un aspetto essenziale della femminilita borghese, contribuendo cos'i a corroborare uno giosa in Italia, a cura di L. SCARAFFIA-G. ZARRI,Roma-Bari, 1994; D. ZARDIN,Donna e religiosadi raraeccellenza. ProsperaCoronaBascape',i libri e la culturanei monasterimilanesi del Cinque e Seicento, Firenze, 1992; F. MEDIOLI,"Fedeli, infedeli, dubbiose. Religiosita e storia delle donne", Quadernistorici, XXVIII, 1993, Pp. 933-938; A. GROPPI,I conservatoridelle virtu. Donne reclusenella Roma dei papi, Roma-Bari, 1994; M. ROMANELLO, "La donna tra Cinque e Seicento: un ruolo in evoluzione tra Chiesa e societa. Alla radice degli istituti femminili di vita apostolica", Quadernifranzoniani, VIII, 1995, pp. 11-19; A. FACCHIANO, Monasterifemminili e nobilt2 a Napoli tra Medioevo ed eta moderna,Altavilla Silentina, 1992; infine A. JACOBSONSCHUTTE, "Come costruirsi il corpo di una santa", Studi storici, XXXIII, 1992, pp. 127-139. 58 DOLCE,op. cit. (vedi nota 55), p. lOv. 165 FRANCESCO SBERLATI stereotipodi donnaimpostosinei secolia venire.Eccocomeegli celebraquestaattivitafemminile: Io [...] consigliobene [...] che non solo questafanciullas'addestrasse nelle facendeparticolaridella casa (che molte ne sono), s'icome in adornare una camera,acconciareun letto, far che tutte le massariciefamigliarisianodivisatecon ordineet a luoghiloro in modoche paiache tutta la casada ogni partegoda e sia pienad'allegria;ma etiandiodellacucina, imparandoil mododi cucinaree di ordinarle vivande,le qualivorrei che per la maggiorparte fossero curateet amministrateda lei. Percioche ci sono semprepiiugrati que' cibi che vengonodalle mani delle nostre o sirocchieo mogli o figliuoleche abbiamo,che non sono quegli altriche vengonodallefanti. E trovaallafine ancheil gustodi prendersigiocodi quellenobildonneo aristocratiche che snobisticamente si sottraggono all'esercizio di queste funzioni: Ben so io che alcunedelicateMadonnesi farannobeffe e mi scherniranno (se questi ragionamentipervenisseroalle orecchieloro), ch'io voglia occuparnellacuradellacucina(le) loro figliuole!59 D'altra parte il confronto con il modello di donna che abbiamo appreso dalla lettura di Piccolomini e Domenichi rivela ormai solo insanabili divergenze. Va comunque detto che quando scrive il Della institutiondelle donne, Dolce ha gia lavorato a lungo sui testi letterari piiudiffusi dell'epoca e conosce pertanto assai bene quell'ideale di donna cos'i affine a certe posizioni del neoplatonismo, nonche quella trattatistica sull'amore cortese che lo sostiene e lo giustifica socialmente. Ma i tempi non sono piiu gli stessi. Nella sua funzione di pedagogo, Dolce deve tener conto di componenti nuove che sono il risultato di una transizione storica assai complessa, la quale non e piiudisposta a tollerare apertureverso apporti d'estrazione non palesemente ortodossa. Come professionista attivo nelle officine editoriali di Venezia, capitale mondiale della stampa nel Cinquecento, Dolce ha contatti con letterati e artisti, con gli esperti filologi commentatori dei classici latini e volgari, con gli intellettuali allora piiuproduttivi, persino con le dame coltissime dell'aristocraziaveneta. Ma sono gli stessi ambienti edito59 Ibid., p. 12v. 166 DALLA DONNA DI PALAZZO ALLA DONNA DI FAMIGLIA rialiche vedonoproprioin quegliannila circolazione frequente dei censoriinviatidal Sant'Uffizioper vigilaresul rispettodelle posizioniortodossecoslcomesonostatedi recentecodificatedalle direttivetridentine.Sonogli annidel controlloe dellarevisione inquisitoriale di ognilibropubblicato,60 dei processipereresiarapidamente istruiti,dellarepressione socialee ideologica. DallepaginedellaInstitution questacomplessae sedimentata stratificazione delle componentibalzaevidente.Nondimeno,la caratteristica che meglioesprimeil rispettoperla condizionefemminilenell'etadella Controriforma va a mio avvisoindividuata nellaconsapevoleformulazione di un programma educativoche scegliela via dellapersuasione e nondell'imposizione, del convincimentoe nondellacoercizione. IEquestounodei meritiprecipui della Controriforma, fermorestandocerti limiti oscurantisti.Si tendea sollecitarelo sviluppodi predisposizioni innate,di assecondareinclinazioniche emergonospontaneamente, ma sempre nel pienorispettodell'ortodossia cattolica.Questaconcezionesara allabasedellapropostastraordinariamente innovativadi ratio 60 P. F. GRENDLER,Cultureand censorshipin late RenaissanceItaly and France,London, 1981; ID., The Roman Inquisition and the Venetian press, 1540-1605, Princeton, 1977. Per piiu recenti indagini e documenti d'archivio si veda ora M. INFELISE,"Note per una ricerca sull'editoria veneziana del '500", in La stampain Italia nel Cinquecento. Atti del Convegno, Roma (17-21 ottobre 1989), a cura di M. SANTORO,2 vol., Roma, 1992, II, pp. 633-640; A. ROTONDO,"Editoria e censura nel Cinquecento", ibid., I, pp. 71-88; M. JACOVELLO, "Proteste di editori e librai veneziani contro l'introduzione della censura della stampa a Venezia (1543-1555)", Archivio storico italiano, CLI, 1993, pp. 27-56; M. MARSILI,"Battaglia giurisdizionale a Venezia per l'applicazione dell'indice clementino", Culturae scuola, XXXII, 1993, pp. 98-106; U. Rozzo, "In margine agli Indici dei libri proibiti italiani del 1549 e 1554", La Bibliofilia, XCII, 1990, pp. 311321. I testi degli Indici sono pubblicati in Index de Venise, 1549, Venise et Milan, 1554,a cura di J. M. DE BuJANDA-R. DAVIGNON-E.STANEK,Introduction historique de P. F. GRENDLER,Sherbrooke (Quebec), 1987. Notizie di rilievo anche in A. STIPCEVIC, "La censura veneziana e il libro in Dalmazia", in II libro nel bacino adniatico(secc. XV-XVIII), a cura di S. GRACIOTTI,Firenze, 1992, pp. 43-50. Inoltre per una visione d'insieme sul mercato editoriale veneziano si veda il libro di C. Di FILIPPoBAREGGI,Il mestiere di scrivere.Lavoro intellettualee mercatolibrarioa Venezianel Cinquecento,Roma, 1988, sul quale si tengano presenti le notazioni di A. GANDA, "A proposito del libro di Claudia di Filippo Bareggi sul lavoro intellettuale e il mercato librario a Venezia nel Cinquecento", Nuova rivistastorica, LXXVII, 1993, pp. 646-651. Per un quadro storico piiugenerale sull'attivita dell'Inquisizione nella seconda meta del Cinquecento e assai istruttivo il volume miscellaneo, L'Inquisizioneromanain Italia nell'eta moderna.Archivi, problemidi metodo e nuove ricerche.(Atti del seminario internazionale, Trieste, 18-20 maggio 1988), Roma, 1991. 167 FRANCESCO SBERLATI gestudiorum avanzatada Ignazioda Loyolae dallaCompagnia suitica. A benguardare anchela sceltaespositivadi Dolcenonesclude il direttoricorsoaglistrumentipareneticie suasori,talorapersino epiditticied apologetici,strumentiretoriciche la suacompetenza con efficacepadronanza. professionale gli consentivadi adoperare dellagiovanedonna,DolcemostrainfatIn materiadi formazione ti unatotaleadesionealladottrinacattolica.iII fine ultimodella sua educazioneculturalee individuatoin una sortadi erudizione revisioreligiosabasatasullaletturadei testi sacriopportunamente conciliaried offertiallafruizionedei devoti natidalledisposizioni esplicativeche servonoad con un ampiocorredodi informazioni orientareil fedeleversounarettainterpretazione. Dunquesiamo che auspicaun ritornoallalettura del protestantesimo, all'opposto senzamediazionidi commentio direttadelle fonti testamentarie glosseo apparatiesegetici.Per Dolcegli studidelleletterefanno ad affermare la loro onee contribuiscono le donneammaestrate sta, maquestistudinonhannovalorein se. Essiservonoperaccoalle buonedottrine,perche starsicon una migliorepreparazione dellacognizionedi Dio se nonper all'altezza non si puoascendere gradi.Occorrealloraimpartireallagiovanedonnaunaeducazione 1'arla conducaad affrontareautonomamente che gradualmente dualetturadi queilibrida cui trarrei principiche devonoregolarapprere la suainteraesistenza.Questigradisononaturalmente da tutti tecom'e ovvio studi quei letterari, purificati sentatidagli Eccoun brevepasso sti connotatida traccelascivee peccaminose. che puo veniraddottoad esempiodi questoperdellaInstitution corsoeducativo,e meritadi essereletto attentamente: il primofinealqualesi deeindrizzare la nostrafanPercheadunque la religione, la qualee apabbiamo ciullaragionevolmente posto(essere) e conservator nostro, poggiata sopraunsolocapo,chee Cristo,Signore i cercare nel tenero dottrina che debbono la prima padrid'imprimer siaessoCristo.IIchefarenonsi potrase ellanon cuoredellafigliuola e suoredentore. Et nonpotrasimilmente lui suo conosce esser creatore nellequali se non via delle di venirea notitia questo[...] Scritture, per 61 Si discostaparzialmenteda quella qui espostal'interpretazioneche ne da A. delledonnedi LodovicoDolce ossia1' 'insegnarvirtuet hone"L'Institution CHEMELLO, sti costumiallaDonna'", in Trattatiscientificinel Venetofra il XV e il XVIsecolo,a cuet alii, Vicenza, 1985, pp. 103-134. ra di E. RIONDATO 168 DALLA DONNA DI PALAZZO ALLA DONNA DI FAMIGLIA si contengonoi maravigliosimisterijdelle sue parole.[...] Onde la principaledottrina,comeio dico, sarannole sacrelettere,cioe Cristo.62 II trattato di Dolce si mostra quindi alquanto ossequioso alle prescrizioni stabilite dalla legislazione controriformista. Ma egli e e resta, innanzitutto, un uomo di lettere, non un precettore religioso. Tra le caratteristicheintrinseche di quest'opera vorrei infatti sottolineare il notevole rilievo assunto dai materiali esplicitamente orientati in direzione di pedagogia letteraria, rilievo che acquisisce un significato ancora maggiore qualora si tenga conto degli austeri costumi indotti dal clima di repressione culturale di quegli anni. Questa connotazione e inoltre particolarmente evidente la dove, sull'esempio fornito anni prima da Castiglione, accanto alle esigenze dell'educazione culturale della donna si scorge un preciso canone di prescrizioni sociali e norme comportamentali. I libri da leggersi cambiano per registro e contenuto, ma la funzione edificante che ad essi viene attribuita resta intatta. L'adattamento della tradizione letteraria agli schemi insegnativi dell'epoca controriformista avviene sulla base di severi criteri selettivi tendenti a porre in posizione subalterna, e talvolta addirittura ad escludere con forza proibitiva, i testi e le opere piiu difficilmente allineabili ad un principio educativo moralistico e religiosamente ortodosso. Una chiara dimostrazione di questo processo selettivo e offerta appunto dal Della institution delle donne di Dolce, dove egli elenca letture da farsi e nel contempo letture da evitarsi, secondo canoni di veto che rinviano all'ideologia propria dell'Index librorumprohibitorum. Quali sono ora i libri che vanno letti? E quali, invece, vanno attentamente evitati? Vediamolo attraversol'elenco che ne fa Dolce. Per prima cosa bisogna preoccuparsi della cognizione di Dio. Per essa saranno sufficienti i due sacri volumi del Vecchio e del Nuovo Testamento, da leggersi pero non senza l'ausilio delle esposizioni che hanno fornito i dottori della patristica: dunque la giovane leggera anche Ambrogio, Agostino, Girolamo. Una particolare cautela occorrer'ainvece per gli autori moderni che si occupano di cose sacre, facendo attenzione a coloro che espongono la scrittura non secondo il vero sentimento, ma a soddisfazione del mon62 DOLCE,op cit. (vedi nota 55), pp. 17r-v. 169 FRANCESCO SBERLATI i teodo e adutiledi se medesimi.L'accenno riguarda ovviamente logi riformatiche hannoaccettatoi principidelleconfessioniprotestanti.Quantoalledisciplinemorali,la giovanestudieraPlatone e Seneca,e tutti quei filosofidai qualisi possonotrarresantie onesticostumi.Lo studiodellafilosofianone tuttaviaindispensaculturaledelladonna,perchegiada solele sabile allaformazione cre letterefornisconoun'esauriente educazioneetica, insegnando a sufficienzatuttoquelloche pertieneallabuonavita. Nondimeno la filosofiapuo anchecostituiretaloraoggettodi studio,ma essa un ornamento non e essenziale:la si puo coltivareper aggiungere o per aversemprein che tenereoccupato alledoti dell'educanda, l'animosuo. D'altraparte,il padrenondeveesserecos'iseveroda vietarlela lezione,di tantoin tanto,di queilibriche si occupano di un Dolcecondi coseumane,valea dire,nel cifratolinguaggio Ancheda essi si derivano di poesiae di letteratura. troriformista, a voltebuoniesempi.Mae verochebisognafarnescelta. Molti libri che si trovanonellaletteraturalatinae bene che non sianoveduti ne letti dalle oneste donne.In praticavanno schifatitutti i poeti,eccettoVirgilio,ma non da leggersitutto, e alcunepartidi Orazio,quellepiiucastee piu morali.La giovane dovrainveceessereindottaa leggerePrudenzio,Prosperod'Aquitania,Giovencoe Lattanzio,Paolinoda Nola. Trai moderniche letti Jacopo hannoscrittoin latinodi argomentimoraliandranno e MarcoGerolamo Vida, Sannazzaro (autoredel De partuVirginis) e autoredel poemaChristias, sulla animatore dellaControriforma vita di Cristo.Tra gli scrittoridi prosala giovanedonnapotra vederetuttele operedi Cicerone.Allostessomotranquillamente do le sarannodi notevolegiovamento gli storicicomeLivio,Sallustio, CurzioRufo, Svetonio,Tacito.Questeletturesono importantiperchedallelezionidi Ciceronealtronon si puo raccogliere che esempidi virtue buoniconsigli,giacchela storiae maestradi vita. Dellaletteratura volgaresi fugganotutti i librilascivi,come si fuggonole serpie gli animalivelenosi.Traquelliche si debbono fuggire, le novelle di Giovanni Boccaccio (cioe il Decameron)terranno il primo luogo. Tra quelli che meritano di esser letti, primi saranno il Canzonieredi Petrarca e la Commediadi Dante. Nel primo si troveranno, insieme con le bellezze della poesia volgare e della lingua toscana, esempi di onestissimo e castissimo amore. Dal secondo si derivera un eccellente ritratto di tutta la filosofia 170 DALLADONNA DI PALAZZOALLADONNA DI FAMIGLIA cristiana.A questiandranno le operedel dottissimo accompagnate cardinale PietroBembo,l'Arcadia del Sannazaro, i Dialoghimorali di SperoneSperoni.3Questol'indiceapprontato da Dolceperl'educazione dellagiovane,il qualesignificativamente cos'iconclude: Ma non perola miadiscepolasia tanto intentaa sl fatti studijche ella lascida partei lavoriconvenienti,et essendocongiuntaa marito,i governidellacasa,perchequestonon ricercaIddio. II trapassodal modellodi femminilit'a dei primiannidel Cinquecentoal modellodellasecondametadel secoloe in praticaavvenutoe resterastabilmente confermato nei secolisuccessivi.Ma primadi archiviare questotestodi LodovicoDolce,coslimportante sulpianodelletestimonianze storiche,si rendononecessarie alcuneconsiderazioni. Abbiamofin quipercorsoil tracciatodiacronicodellaconcezionerinascimentale di femminilita. Siamopartiti dallaconstatazione del successosocialee letterarioarrisoad un idealedi donnacherompevaognilegameconi pregiudizi misogini del Medioevo,dei qualisi ebberocontinuazioni nellaradicatatradizioneantiuxoria dell'Umanesimo. Unaconcezionedi femminilita davveroeversivae sovvertitrice, che miravaad instaurare una rinnovata definizionedei ruolisociali.Unataleconcezioneerabasatain primoluogosul processodi acculturamento delladonna, sullasuacrescenteincidenzaintellettuale. Per sapereed erudizione, perconoscenza e sapienza,la donnadovevaesserein gradodi confrontarsi e competerecon l'uomo,di uguagliarlo e, se necessario, superarlo. Apprendiamo per controdal libro di Dolce che quel sapere in apparenza multidisciplinare cosl congenialeallanobildonna del primoCinquecento, delineatosu un reticoloserratodi difficilimediazionie di reciprociinflussiche le consentivadi conversare in posizioneparitaria confilosofie poeti,linguistie teologi,politicie diplomatici,quel saperee divenutoinutilizzabileed inservibile nellarealtastoricadellaciviltacontroriformista. L'acculturamento delladonnasegnacoslun ritornoa posizionidi partenzapre-rinaallequalivienericondottopureil suoruolosociale.La scimentali, culturaeruditanon rappresenta piu il suo trattoinconfondibil63 Ibid.,pp. 18r-19v. Da p. 19v anche la prossimacitazione nel testo. 171 FRANCESCO SBERLATI di mentemoderno.Al primoposto vengonoora le sue capacit"a amministrare l'ambitofamiliare.Capacitache sonosi anchedi ormache sonoprimadi tuttocapadineorganizzativo e finanziario, di manifatturiere, cit"afabrili,tattili,manualie gestuali,capacit'a domestica.Nelladonnadell'eta minutama preziosamanovalanza dellaControriforma le manivengonoprimadel cervello.II governo dellacasavieneprimadellostudio.Si vedaa questoproposito, di Dolce: un altropassoderivatodallaInstitution perconcludere, fu giudicato dasaviuominichefossepocotemQuantoall'imparare chenonsi convenga po tuttoil corsodellavita.Peroio possocredere se nonin quanto diterminare alcunfinecosialladonnacomeall'uomo, di piiudiscipline, all'uomo e mestiero la cognition essendoeglitenutodi mail benedella procurar nonpurl'utiledi se stessoe dellasuafamiglia, suaRepublica o delsuoPrencipe, e parimente degliamici.Mala donna, in cuialtrononsi ricerca dellacasa,vorreicheellafosse che'1governo nondeeessenzapiiu,percioche rivoltaallostudiodellafilosofia morale et de'suoifigliuoli, e nonle apsermaestra di altruichedi se medesima tragliuomini.64 tenerescolao disputar partiene La divisionedei saperisullabase dei sessie qui chiaramente esclusivadistinta.La culturaritornaad essereuna prerogativa mentemaschile.Perchiudereil discorsosu Dolcee sullapedagogia femminile nella seconda metNadel XVI secolo, rammentero la battuta illuminante di Dorotea, la giovane educanda protagonista della Institutiondelle donne, da lei pronunciata durante il procedimento educativo che abbiamo finora descritto. Essa vale nella sua lapidariasemplicita come monito terminale di una prassi pedagogica e nel contempo come efficace immagine simbolica di una condizione femminile destinata a perdurare nel tempo. Ecco le scarne ma incisive parole di Dorotea: Diro bene che il sapercucirea noi donne tanto appartiene,quantoa voi uominiil saperescrivere.61 L'immagine e a mio avviso bellissima e tale da acquistare sostanza iconologica. Tra l'indice e il police della mano destra, con l'ausilio di un lieve movimento del polso, la penna e l'ago esprimo64 65 Ibid.,p. 18r. Ibid.,p. 12v. 172 DALLA DONNA DI PALAZZO ALLA DONNA DI FAMIGLIA e la la suddivisione degliambitiprofessionali no simbolicamente del sapere.Doroteanonsi limitaa distingueprecisadivaricazione il saperecuciredal re il cuciree lo scrivere.Distinguesoprattutto saperescrivere.La differenzatra i sessi si fondain eta moderna dei corrispettie qualitativa anchesu di unadistinzionegerarchica vi saperi.6 avviata e immediatafu dunquela risistemazione Amplissima La culturaal femminiledel primoCinquedallaControriforma. a quelbagagliodi centoe ridottapressocheal silenzio,accorpata archiviate.La trattatiesperienzeintellettualiassaiprecocemente a sticasulladonnae sullasuaeducazionesembraorapreoccupata intenzioniedificantipiiuche didattiche,entroun quadro garantire religiosoe fideistico.67 di stampoespressamente questodiscorsomi limiteroad una conclusione a Nell'avviare Dettoin drasticasintesi,nel suoinsiemela culsolaosservazione. non riusciraa delinearee a imturafemminiledel Rinascimento porreuna propriaidentita.Nei primidecennidel Cinquecento, questaculturaal femminilenon potevache limitarsia replicarei dagliautori modelliculturalisinoad alloratrattatiesclusivamente la culturafemminie riconosciuta, maschili.Peresserelegittimata e equipararsi ha dovutonecessariamente le primo-cinquecentesca ha non In sostanza, maschile.68 di monopolio schemi allinearsi agli prodottone inventatonulladi nuovo.Solocon la Controriforma differenziata in unagerarchia essatroverail modoperimmettersi 66 J. BROWN, "A Woman's Place was in the Home. Women's Work in Renaissance Tuscany", in Rewritingthe Renaissance.The Discoursesof Sexual Differencein Early MoChicago, 1986, J. VICKERS, QUILLIGAN-N. dernEurope,a cura di M. W. FERGUSON-M. pp. 206-226; P. SIMONS,Genderand sexualityin Renaissanceand BaroqueItaly: a working bibliography,Sydney, 1988; Sex and genderin historicalperspective,a cura di E. MuIR-G. RUGGIERO, Baltimore, 1990. 67 Per un istruttivo confronto con la situazione non dissimile degli altri paesi euro"Reflexions sur l'education des filles au XVIe siecle: avec les pei vedi J.-C. MARGOLIN, ecolieres de La guirlandedes jeunesfilles (1564) de Gabriel Meurier", in L'educazionee la formazione intellettuale nell'eta dell'Umanesimo. Atti del II Convegno internazionale, Milano, 1992, pp. 127-154. Affronta gli arTARUGI, SECCHI 1990, a cura di L. ROTONDI "Per gomenti qui discussi, ma entro una diversa prospettiva, anche S. S. MACCHIETTI, una pedagogia dell'educazione femminile in Italia nei secoli XVI e XVII", Quaderni franzoniani,VIII, 1995, pp. 21-54. 68 K. FIETZE,Spiegelder Vernunft.Theorienzum Menschseinder Frau in der Anthropologie des 15. Jahrhunderts,Paderborn, 1991; e i saggi raccolti in Rinascimentoalfemminile, a cura di 0. NiccoLI, Roma-Bari, 1991. Per l'aspetto ideologico della questione vedi G. BOCK,Storia,storiadelle donne, storiadi genere,Firenze, 1988. 173 FRANCESCO SBERLATI di saperi che oggi diremmo sessuati. La seconda met"adel Cinquecento esprime infatti un progetto mirato ad una sistemazione storica il cui intendimento prevalente sembra essere quello di integrare le differenze, di omologare l'eterogeneo. Si punta pertanto a comporre un'immagine virtualmente univoca della societa, inglobando al suo interno tutte le anime e le personalita. In questo quadro la donna trova collocazione dignitosa e rispettabilissima proprio in quanto soggetto diverso dall'uomo, alla quale spettano funzioni e compiti diversi da quelli attribuiti all'uomo. La Controriforma non vuole una donna che sia una replicata immagine di uno stereotipo maschile: la vuole donna proprio in quanto diversa dall'uomo. Cosi come e stata intesa durante l'ettamoderna, la donna e paradossalmenteun'invenzione della Controriforma. 174