Mensile di informazione e approfondimento sociale N. 64 Anno 6 - 1 Settembre 2015 - ¤ 1,00 BNB DONANDO ALLA VIRTUAL COOP Cooperativa Sociale ONLUS Disabili che lavorano... Bene! Edito da Virtual Coop Primo Piano pag. 2 LA RELIGIONE DEL LEGGERE Primo Piano Poste Italiane Spa - spedizione in abbonamento postale 70% - CN BO Buone Notizie Bologna SOSTIENI pag. 3 TURISMO SOSTENIBILE pag. 18 BETTIE PAGE SPECIALE PAROLE, PAROLE, PAROLE... COPIA OMAGGIO Arte 2 Primo Piano BNB 1 Settembre 2015 LA RELIGIONE DEL LEGGERE Le Librerie Coop come luogo di culto Nicoletta Bencivenni (nella foto a destra) è il nuovo presidente di Librerie Coop. Ha un’abbronzatura invidiabile, mi domando: lampada o Seychelles? No, Cesenatico. Si tratta di una romagnola, energica e piena di vita, che mostra una gran voglia di far bene il suo nuovo lavoro. www.buonenotiziebologna.it Nella precedente intervista al tuo predecessore, avevamo appreso che stavate andando verso il pareggio di bilancio. A che punto siete? Il nostro piano poliennale prevede il 2015 come anno non a pareggio, ma l’anno prossimo dovrebbe essere il primo di bilancio sano. Come si fa a promuovere una catena di librerie? Bisogna promuovere la lettura, bisogna invogliare le persone alla buona pratica di leggere. Dopo due giorni dalla mia nomina, sono andata a inaugurare una libreria a Genova e ho fatto mie le parole del Presidente della Repubblica, che aveva espresso lo stesso concetto di un autore studiato da fanciulli, Gianni Rodari, che sosteneva la necessità di leggere non per diventare letterati e poeti, ma per diventare uomini liberi. Leggere fa acquisire una maggiore capacità critica, consente di interpretare il mondo con la propria testa. Dobbiamo promuovere tutte le forme di lettura, cartacea e digitale, e spiegare che nelle nostre librerie si trova cultura. Noi siamo come la pasticceria in cui il bambino entra e si lascia ammaliare da tutta la varietà che vede intorno a sé. Noi abbiamo libri che difficilmente si trovano in altri punti vendita, come autogrill e simili. È come quando tu vai in enoteca, piuttosto che davanti allo scaffale dei vini del supermercato. Non siamo una catena come le altre, bensì una serie di librerie che fa della qualità il suo punto di forza, che oltre alle novità editoriali, ai best seller, agli economici, fornisce titoli di collane e case editrici prestigiose, grazie alla competenza dei nostri librai. Infatti un giovane che lavora nelle nostre librerie non è un commesso, ma un libraio con spiccate conoscenze culturali: è come un farmacista che intuisce di quale medicina può avere bisogno il cliente e gliela fornisce. Un bravo libraio è un po’ come uno psicologo, poiché ti dà il libro che ti fa star bene, quello di cui hai bisogno. E perché tutto ciò accada, noi forniamo al lettore una grande professionalità. Oggi esistono blog tematici, in cui vengono recensiti e consigliati libri, molto seguiti da migliaia di persone che poi decidono se acquistare o no, in base alla recensione. Voi che avete punti di ristorazione all’interno della Libreria Ambasciatori, pensate di incrementare presentazioni ed eventi culturali, in modo tale da creare uno spazio di aggregazione per le molteplici comunità di lettori che si incontrano virtualmente sul web? Nelle librerie dei centri storici come l’Ambasciatori a Bologna, che hanno una struttura adeguata è possibile organizzare eventi, in quelle piccole dei centri commerciali, non abbiamo spazio e quindi dobbiamo programmare l’attività in maniera differenziata. Noi diamo ampio spazio anche ai piccoli editori e all’editoria locale. All’Ambasciatori ospitiamo scrittori locali che non sono famosi ma costituiscono un punto di riferimento per le comunità del territorio. Oggi esiste un numero elevato di scrittori locali, molti dei quali pubblicano a loro spese. Il problema è che in Italia mancano i lettori. La libreria noi la concepiamo come luogo di aggregazione, di stimolo culturale, con serate in cui spaziare su diverse tematiche. Per quanto riguarda il futuro, io personalmente non sono sui social, ma non posso ignorare l’importanza di tale strumento. Quindi come librerie siamo su Facebook, Twitter, abbiamo un nostro sito. Ogni libraio gestisce la sua pagina e io devo spronare il gruppo ad andare in questa direzione. So che quando un autore presenta un libro, deve portare gli amici, altrimenti rischia che non si presenti nessuno. Se la libreria si sforzasse di attrarre pubblico agli eventi, sarebbe un bene per tutto il settore, sei d’accordo? Assolutamente sì. Sicuramente diffondere la notizia sui social aiuta a promuovere gli scrittori sconosciuti. Poi quando il tema del libro non è particolarmente sentito dal pubblico, dipende da noi addetti ai lavori presentarlo in una forma accattivante in un dibattito pubblico. Voi disponete di molti soci Coop e di un solido legame con l’associazionismo, se tu riuscissi a creare un incontro tra tutte queste realtà e la tua impresa, potresti vendere più libri e acquisire una centralità diversa, rispetto al sistema imprenditoriale attuale... Hai ragione, è un discorso molto interessante. Quello cooperativo e associazionistico è un mondo ricchissimo. Per chiudere ci puoi accennare qualche progetto per il futuro? Sicuramente dobbiamo lavorare perché le librerie diventino sempre più luoghi di aggregazione e di stimolo. Dobbiamo ripartire investendo sui giovani, perché leggono troppo poco. All’estero si legge di più. Se prendiamo la Germania, vediamo che più dell’80 % della popolazione legge e tra questi il 50% legge volentieri; poi c’è chi capisce che leggere è una forma di miglioramento personale. Le stesse famiglie invogliano a leggere, è la società stessa che spinge i giovani a leggere. Il mercato del libro tedesco frutta 9 miliardi, contro il miliardo e quattrocento milioni dell’Italia. Uno studio sostiene che in Italia i bambini leggono, poi da adolescenti abbandonano la lettura. Forse perché sono costretti a impiegare tutto il loro tempo nello studio dei testi scolastici. Poi a scuola alcuni professori non danno i consigli giusti. Quando andavo alle superiori un professore consigliò alla mia classe di leggere “Delitto e castigo”, è come ammazzare uno! Avevo solo 16 anni e non era una lettura adatta a quella età. La lettura è anche un percorso graduale e poi bisogna capire quali siano le inclinazioni del giovane lettore. Abbiamo ospitato all’Ambasciatori una cinquantina di ragazzini accompagnati dai professori, è venuto lo scrittore Marcello Fois che ha tenuto una lezione bellissima e ha consigliato testi da leggere. I ragazzini erano molto contenti. Il mio sogno è che l’Ambasciatori tutte le mattine di tutti i giorni dell’anno possa ospitare una classe diversa! Che bello se i genitori che al sabato pomeriggio accompagnano i figli nei negozi di abbigliamento, dicessero loro: vieni ti porto in libreria! Ci stiamo lavorando. Avete in animo di aprire altre librerie in giro per l’Italia? Oh sì! A settembre apriremo a Roma una libreria in un centro commerciale. Poi stiamo lavorando a un progetto di apertura di uno spazio torinese che abbia ristorazione, vendita di prodotti alimentari e un angolo culturale piccolo ma considerevole, per consolidare la nostra presenza a Torino dopo la chiusura della libreria di Piazza Castello, che era molto grande e importante ma produceva pochi utili. Nel 2016 potrebbe nascere qualcosa in Toscana e qualcosa a Bologna, vedremo. Maurizio Cocchi in Redazione Ugo De Santis BNB 3 Primo Piano 1 Settembre 2015 TURISMO SOSTENIBILE La risposta della Cooperazione Che cos’è Legacoop Turismo? Non è una vera e propria associazione, ma un’area di lavoro che raggruppa tutte le cooperative che si occupano di turismo, all’interno delle varie regioni. Si va dalla gestione degli ostelli, ai servizi ambientali, dai parchi tematici alla ristorazione. In Romagna abbiamo le cooperative di bagnini. Tutti i lavoratori del settore turistico sono preoccupati per quello che succederà con l’avvento delle nuove normative europee, relative all’assegnazione delle concessioni sul demanio marittimo, che entreranno in vigore dall’anno prossimo. A tale proposito il governo sta trattando con la Comunità Europea per la definizione delle regole, ma nel frattempo, a causa dello stallo in atto, si è creata un’incertezza che ha rallentato gli investimenti nel settore. Alcuni hanno provato a investire nella speranza di proteggere la propria concessione; l’idea è che se io investo e poi non mi viene rinnovata la concessione, avrò diritto al riconoscimento della cifra spesa da parte di chi subentra che magari desisterà dall’intento di prendere il mio posto. Cosa offre la cooperativa ai bagnini associati? Ogni bagno è un’impresa a sé e come singola impresa aderisce ad associazioni di categoria quali CNA, Confesercenti, Confcommercio. Poi tutti insieme si aggregano in cooperativa per una comune gestione delle attività svolte. I servizi di salvataggio sono organizzati in forma aggregata per consentire ad ogni bagno di avere il suo bagnino. Legacoop svolge il coordinamento e in alcuni casi stipula contratti pubblicitari, a favore dei propri associati, come è accaduto con una famosa casa produttrice di gelati che ha comprato spazi pubblicitari a Misano Adriatico. Parlaci delle strutture ricettive... Abbiamo qualche albergo ed è una linea di lavoro che intendo sviluppare: il modello cooperativo può essere una buona forma di gestione per strutture di grandezza media, dove è possibile creare un equilibrio tra la gestione familiare e quella industriale. È il cuore del turismo e va potenziato. Abbiamo ostelli in Toscana e Lombardia, con strutture per giovani che possono essere anche molto moderne e confortevoli. Abbiamo dimore rurali in campagna, gestite da cooperative, in alcuni casi sono state utilizzate strutture sottratte alle mafie. Nel turismo la cooperazione può aumentare molto per quantità e qualità. Il mio predecessore Maurizio Davolio ha svolto un valido lavoro sui temi della sostenibilità e della responsabilità, attraverso forme di turismo rispettose dell’ambiente, del territorio, della società, delle persone, dei lavoratori, tutti valori che la cooperazione ha fatto propri e che stanno emergendo nella società. Ne consegue che il consumatore attento a questi principi, si rivolga più facilmente a chi come noi li ha recepiti. Cosa bisogna fare perché il turismo diventi forza trainante della ripresa economica italiana? L’Italia non ha mai scommesso sul turismo, c’è chi è talmente convinto della bellezza del nostro Paese, che pensa sia superfluo costruire una filiera di servizi capace di assistere i turisti nella fruizione del patrimonio artistico/culturale e di quello naturalistico nostrano. Ma se non hai trasporti adeguati, strutture ricettive, aeroporti, porti, servizi efficienti, è difficile poter valorizzare a pieno questo enorme patrimonio di cui siamo in possesso. L’Italia è speciale, bellissima, ma senza adeguate strutture e organizzazione la bellezza non basta! I francesi sono stati i primi a curare la promozione turistica. In Italia questo aspetto è stato recepito da Emilia Romagna e Trentino Alto Adige. Ultimamente in Francia è stato presentato un piano di marketing che a qualcuno è sembrato debole, in realtà questo non è un problema poiché i transalpini hanno uno Stato efficiente che quindi supporta adeguatamente l’organizzazione turistica: hanno strade, aeroporti e tutta la rete infrastrutturale funziona. Da noi non è così. L’ente italiano di promozione turistica ha un budget di 20, 21 milioni, mentre quello spagnolo e quello francese è di 180 milioni! In realtà l’investimento italiano alla fine diventa alto lo stesso, perché si riversa e disperde nei mille rivoli degli enti locali, che essendo frammentati rendono di meno. C’è da aggiungere che se mi devo presentare a paesi vicini quali Inghilterra, Francia, Germania, posso farlo come Emilia Romagna perché sono già conosciuto. Ma per farmi conoscere negli altri continenti devo presentarmi col marchio Italia. Qualcuno ipotizza che sia opportuno farlo col marchio Europa, vi sono turisti cinesi che in una settimana visitano tre stati europei; ma al momento non esiste un’organizzazione turistica a livello europeo. In Romagna è importante la presenza dei russi? Sì anche se dall’anno scorso, che già era un anno difficile, il numero di presenze si è dimezzato. Evidentemente pesa l’embargo e la crisi politico militare con l’occidente, che ha tolto potere d’acquisto alla loro moneta. La spesa media del turista russo è superiore a quella di qualsiasi altro turista e quindi per noi è molto importante. Poi abbiamo avuto il fallimento della società che gestiva l’aeroporto di Rimini; ciò ha reso impossibile stipulare nuovi contratti commerciali che rendessero possibile un afflusso turistico ben organizzato per quest’anno. Nel Sud Italia esistono posti scomodi da raggiungere. Potrebbe essere utile la presenza di piccoli aeroporti per facilitare l’afflusso turistico? Sarebbe utile all’interno di un sistema razionalizzato, perché se ne venissero costruiti troppi sarebbero destinati a non rendere. L’attuale governo ha un piano per la valorizzazione di 25 aeroporti ritenuti strategici. Lo stesso discorso vale per i porti, non possiamo diventare protagonisti con piccoli porti, uno ogni 200 km di costa. Altro aspetto fondamentale è sostenere i trasferimenti turistici in tempi rapidi e garantire il rispetto dell’orario d’arrivo. Oggi una vacanza media in Romagna dura 4,6 giorni di cui non si vorrebbe perdere neanche un minuto con file sulla strada! A volte hanno la durata di un fine settimana e ogni attimo diventa prezioso. Il turista che si reca in una struttura cooperativa che vantaggi ha, rispetto agli altri posti? L’attenzione alla persona, il rispetto nei confronti dell’identità del territorio. Siamo da sempre paladini del rispetto di valori quali la sostenibilità e la responsabilità, del rispetto delle normative ambientali. Tutti elementi che ci stanno premiando. Maurizio Cocchi In Redazione Ugo De Santis Farmaci da banco Prodotti naturali Omeopatia Dermocosmesi Foratura Orecchio Fitoterapia San Giovanni in Persiceto - Via C.Colombo 9/A - Tel.051 0315070 20 offerta non cumulabile con altre offerte in corso 07 13 Settembre www.buonenotiziebologna.it Massimo Gottifredi (nella foto) è il nuovo responsabile per il turismo di Legacoop Nazionale, è talmente nuovo che non ha ancora l’ufficio, prendiamo in prestito uno spazio alla Produzione e Lavoro, tanto le cooperative del settore sono tutte in crisi, e iniziamo l’intervista. 4 Change Your Life BNB 1 Settembre 2015 BOLOGNA CITTÀ DEI BENI COMUNI, ALLA SCOPERTA DI UN TESORO NASCOSTO www.buonenotiziebologna.it “Stato, Regioni, Province, Città metropolitane e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà” (Costituzione, art. 118, ultimo comma) LOGISTICA ALIMENTARE DI QUALITÀ Sede Legale e Amm. - Via Emilia, 369 - 40011 Anzola dell'Emilia (BO) w w w. u n i l o g gro u p. i t Oggi, per uscire dalla crisi nelle nostre città abbiamo bisogno di amministratori comunali capaci di amministrare non soltanto “per conto dei” cittadini, ma anche “insieme con” loro, riconoscendo finalmente ai cittadini di essere portatori di competenze e capacità preziose per migliorare la qualità della vita dell’intera comunità. Molti amministratori locali, fra cui il Sindaco e l’amministrazione comunale di Bologna, hanno capito che i cittadini possono essere alleati preziosi per la soluzione dei problemi e il progetto “Le città come beni comuni” vuole fare dell’amministrazione condivisa il tratto distintivo del Comune di Bologna, mostrando con i fatti che l’alleanza tra cittadini e istituzioni è non solo auspicabile, ma anche possibile, per risolvere meglio i problemi delle comunità Le centinaia di casi già raccolti nella sezione di Labsus intitolata: L’Italia dei beni comuni, dimostrano che l’amministrazione condivisa può essere un modello complementare (non sostitutivo!) rispetto al modello di amministrazione tradizionale. Ma affinché ciò accada è necessaria la collaborazione attiva fra cittadini e amministrazioni. Il Comune di Bologna è partito da 2 anni di lavoro sul campo, e dopo questo periodo di esperienze positive è passato alla stesura del nuovo Regolamento così come previsto dall’art.118 della Costituzione. Infine, sulla base delle indicazioni emerse dai tre quartieri-laboratorio, Navile, San Donato e Santo Stefano, è stato redatto il Regolamento comunale che disciplinerà la collaborazione fra cittadini e amministrazione, che è stato sottoposto anche all’esame di giuristi di varie università e approvato il 22 febbraio 2014. Questo Regolamento è stato messo a disposizione degli amministratori locali di tutta Italia attraverso il sito di Labsus e altri siti. Tra i Comuni che ne hanno tratto ispirazione c’è anche il Comune di Ravenna che sta per approvare il suo nuovo Regolamento e ci sono già alcuni progetti che aspettano di poterne usufruire, tra i quali citiamo il progetto “L’amata Brancaleone” i sul recupero della Rocca Brancaleone, come parco pubblico e luigo di eventi e spettacoli, i cui partecipanti, in attesa di sottoscrivere il Patto con il Comune di Ravenna, hanno costituito un Gruppo pubblico su Facebook per la condivisione del progetto, utilizzando le potenzialità della rete e dei social network per informare in tempo reale tutti gli interessati sugli sviluppi del loro lavoro in favore della comunità ravennate. Il valore della sussidiarietà orizzontale trova nella Costituzione la sua formulazione: “Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà” (art. 118, ultimo comma). La norma, riconoscendo che i cittadini sono in grado di attivarsi autonomamente nell’interesse generale e disponendo che le istituzioni debbano sostenerne gli sforzi in tal senso, conferma appunto sia che le persone hanno delle capacità, sia che possono essere disposte ad utilizzare queste capacità per risolvere non solo i propri problemi individuali, ma anche quelli che riguardano la collettività. È un modo di essere cittadini del tutto nuovo e finora irrealizzabile, perché l’ordinamento non consentiva ai cittadini comuni di occuparsi della cosa pubblica pur continuando ad essere semplici cittadini. Anzi, era considerata assurda la sola idea che un cittadino, senza iscriversi ad associazioni di volontariato o similari, potesse in quanto tale avere la voglia e le capacità per prendersi cura dei beni comuni insieme con altri cittadini e con l’amministrazione. Oggi questa “strana” idea sta nella Costituzione e sarebbe auspicabile che un numero sempre maggiore di cittadini si mobilitasse, sulla base di una idea di “sussidiarietà responsabile”, per contribuire alla rinascita reale del nostro Paese. A Bologna, tra i vari progetti che stanno già utilizzando il Nuovo Regolamento citiamo “Piazza Verdi a Bologna: imparare lavorando”. Il progetto dedicato alla storica piazza universitaria dove il degrado stava prendendo il sopravvento e quindi, per prevenire e limitare i problemi i cittadini residenti, le fasce sociali deboli e alcune Associazioni condividono insieme un progetto che si basa sul permettere una riorganizzazione dell’esistenza attraverso il lavoro. Il comitato “Piazza Verdi” ricorda che vivere da cittadini è un’opportunità concreta e si esprime nel contribuire alla cura e tutela dei beni comuni, all’interesse dello sviluppo della persona e alla coesione sociale. Il comitato “Piazza Verdi” basa le proprie attività su iniziative di rigenerazione urbana, operando per garantire manutenzione e cura per superare l’individualismo. I soggetti che vivono la zona sono studenti, residenti, lavoratori, ma anche giovani senza tetto, extracomunitari in condizioni di disagio e dipendenti da alcool o droghe. L’obiettivo che il Comitato si è posto e porta avanti è orientato alla riqualificazione urbana attraverso la formazione-lavoro, per persone rientranti nella categoria fasce-deboli e per chiunque voglia parteciparvi. Compito del Comitato è infatti quello di progettare e realizzare iniziative volte a migliorare le relazioni fra le persone, sostenere percorsi lavorativi e formativi per chi è privo di lavoro, promuovere la produzione di cultura da parte dei soggetti presenti nella zona universitaria e combattere fenomeni di criminalità, migliorando il senso di sicurezza dei cittadini. Piazza Verdi non è più dunque solo zona universitaria, ma anche un luogo simbolo della città, in grado di accogliere tutti in modo attivo e partecipato. Per maggiori informazioni consultate i siti: www.cittabenicomuni.it e www.labsus.org e guardate l’interessante video su Youtube “UN TESORO NASCOSTO” e su Facebook la pagina “L’Amata Brancaleone”. Rita Rambelli Siti WEB e Banche Dati Online BNB 1 Settembre 2015 LA CORRUZIONE NEL NOSTRO PAESE La lotta alla corruzione da parte dei servizi ispettivi L’Italia è un paese sfiduciato, tra le cui cause la corruzione occupa un posto di rilievo. Il fenomeno corruttivo ostacola i valori dell’uguaglianza, della competitività e dell’efficienza, alimenta la malavita organizzata e danneggia il tessuto economico e sociale del nostro Paese. Da qui è nata l’idea di intervistare il massimo esponente dell’anticorruzione Dott. Raffaele Cantone (nella foto in basso), Presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, anche perché la mia tesi di laurea trattava proprio “La corruzione nella Pubblica amministrazione”. Ovviamente l’idea, appunto, è rimasta tale in considerazione della mia fievole voce in una eventuale richiesta rivolta al Presidente Cantone. Pertanto, mi è stato più facile intervistare un dirigente dei Servizi Ispettivi di Finanza Pubblica -S.I.Fi.P-, Servizio incardinato nella Ragioneria Generale della Stato, poiché agevolata dalla circostanza che Michele Ametta, protagonista di molteplici incarichi ispettivi, è anche il mio papà (nella foto in alto). Qual è stato il percorso che ti ha condotto all’attuale lavoro? E quali i sacrifici sostenuti? Per entrare nei ruoli dei dirigenti S.I.Fi.P, occorre superare un concorso pubblico la cui preparazione comporta difficoltà e sacrifici che, direi, possono considerarsi comuni a qualunque altra tipologia di concorso pubblico. Le vere difficoltà e i veri sacrifici si affrontano nel corso dell’esercizio della funzione ispettiva a causa dell’elevato impegno professionale richiesto, ma anche per l’elevato impegno fisico necessario ad affrontare continui spostamenti nelle località più diverse del nostro Paese e nei più disparati uffici ed enti con accessi ispettivi in circostanze spesso imprevedibili e, a volte, ad elevate infiltrazioni malavitose. I sacrifici sono tanti, e non ultimo anche la parziale rinuncia ad una vita privata, tuttavia le soddisfazioni, sia personali che professionali, che ne derivano sono davvero impagabili e, soprattutto, con la possibilità di sviluppare elevate conoscenze nel vasto settore pubblico e di stimolare un forte senso di appartenenza alle istituzioni e allo Stato. In che cosa consiste l’attività ispettiva e quali sono i principi fondamentali di comportamento di un ispettore? L’attività ispettiva dei S.I.Fi.P è regolata da una vecchia legge i cui concetti, tuttavia, appaiono incredibilmente attuali. Le funzioni dei S.I.Fi.P sono definite dall’art. 3 della L. 1037/1936, intitolata “Ordinamento della Ragioneria Generale dello Stato”. Altre norme si sono susseguite nel tempo e hanno meglio precisato il contenuto della funzione ispettiva, come ad esempio il Titolo IV del più recente D.lgs 123/2011, ma il concetto di base è rimasto integro nel tempo con il sostanziale fine diretto a che “l’effettuazione delle spese proceda in conformità delle rispettive leggi e norme di attuazione e nel modo Personaggio più proficuo ai fini dello Stato”. Appare evidente la ratio della norma che sancisce l’obbligo della legittimità degli atti emanati dalla Pubblica amministrazione e che, i medesimi, vengano adottati con proficuità, intesa come ottimale allocazione delle risorse. I principi di comportamento ai quali ispirarsi nell’esercizio della funzione ispettiva, sono i medesimi cui soggiacciono tutti i dipendenti pubblici che, ai sensi del DPR n. 62/2013, sono tenuti al rispetto del “Regolamento recante il codice etico di comportamento dei dipendenti pubblici”. Le disposizioni del citato testo normativo definiscono i doveri essenziali, e ritengo inderogabili, per lo svolgimento della funzione ispettiva che deve avvenire con diligenza, lealtà, imparzialità e buona condotta al fine di garantire il corretto funzionamento delle gestioni pubbliche. Tuttavia, le norme possono stabilire i contenuti di una funzione, gli ambiti di legalità e indicare i percorsi da seguire, ma l’applicazione delle norme, la loro interpretazione e i comportamenti adottati sono fattori legati anche alla persona e all’etica personale. In tal senso, pertanto, unitamente alle norme, diventa fondamentale la scelta di dirigenti e funzionari che nel corso della loro carriera hanno mostrato un comportamento irreprensibile, improntato a rettitudine e senso dello Stato. Quali sono le cause e le conseguenze della corruzione nella sanità? Molto banalmente posso affermare che le cause sono costituite dall’enorme flusso di denaro che circola e che stimola appetiti famelici in un settore dove i controlli appaiono inadeguati e dove, rispetto ad altri settori della Pubblica Amministrazione, è più frequente adottare comportamenti illeciti poiché favoriti dalla facile speculazione sul bene salute. Per tali motivazioni, pertanto, il comparto sanità è più esposto a fenomeni corruttivi. La spesa per sanità, nel nostro Paese, raggiunge il ragguardevole budget annuo stimato in oltre 110 miliardi di euro. Su tale flusso di denaro, dati ISPE, si calcola che tra il 5 e il 6% è assorbito dalla corruzione che, oltre al danno economico, mina la credibilità, disincentiva gli investimenti e, quindi, frena lo sviluppo economico del Paese. Proprio dalla consapevolezza della gravità del fenomeno corruttivo, è stata varata la “Legge anticorruzione” n. 190/12 e, successivamente, con 5 una piccola rivoluzione, adottato anche il D.lgs 33/2013 che disciplina il diritto alla trasparenza, intesa come accessibilità totale alle informazioni in possesso delle strutture pubbliche, allo scopo di favorire forme diffuse di controllo sul rispetto dei principi costituzionali di buon andamento e imparzialità. Se unitamente alla corruzione, che in sanità assorbe annualmente circa 6 miliardi di euro, si considera anche la stima delle conseguenze negative prodotte dalle frodi, dagli sprechi e dalle inefficienze, appare ancora più evidente che, per le sue dimensioni, il flusso di spesa assorbito al di fuori del circuito legale e virtuoso, è in grado di incidere pesantemente sull’appropriatezza dei servizi sanitari offerti ai cittadini. Esiste una soluzione per combattere definitivamente la corruzione in ambito sanitario oppure bisogna conviverci con triste rassegnazione? Proprio perché ampiamente diffusa, esistono ampi margini di intervento per una drastica riduzione della corruzione. Oltre alle citate norme, che si orientano positivamente, è fondamentale monitorare le gestioni, rafforzare e affinare i controlli per eliminare sprechi e inefficienze che, in assenza di etica nei responsabili delle gestioni, alimentano la corruzione: una spesa efficiente e funzionari di elevato spessore morale sono i veri baluardi al fenomeno corruttivo. Sull’efficienza della spesa, ad esempio, Federsanità/Anci e l’Istituto per la Promozione dell’Etica in Sanità Ispe-Sanità-, hanno elaborato uno studio diretto ad individuare le possibili sacche di inefficienza della spesa sanitaria. Si è così scoperto che alcuni servizi, benché non strettamente sanitari, lavanderia, pulizie, mensa, smaltimento rifiuti, utenze telefoniche, elaborazione dati, premi assicurativi e spese legali, assorbono risorse superiori al necessario se valutati in relazione ad alcuni parametri quali la popolazione residente, il numero di dimessi, le giornate di degenza... etc. I risultati dello studio mostrano che la sola riduzione di un quarto della variabilità del costo rilevato tra le diverse strutture sanitarie esaminate, comporterebbe risparmi di spesa di circa due miliardi di euro annui che, inoltre, verrebbero sottratti a qualunque forma di corruzione e dazione. Il progetto insegna, altresì, che la corretta applicazione delle norme, l’individuazione delle “best practice”, unitamente ad una gestione etica, sono i veri validi strumenti di contrasto al fenomeno corruttivo. Concludo ringraziando la Redazione di BNB che mi ha concesso l’opportunità di divulgare i valori in cui credo, legati alla legalità e all’etica, al senso del dovere e al rispetto delle istituzioni. Valori che, con grande soddisfazione, sono sicuro di aver trasmesso anche ai miei figli. Grazie ancora. Valentina Ametta www.buonenotiziebologna.it VIRTUAL COOP Cooperativa Sociale ONLUS 6 Curiosità 1 Settembre 2015 PET THERAPY, QUANDO LA CURA È UNA CAREZZA www.buonenotiziebologna.it Montecatone crede nel progetto A volte esistono farmaci che non hanno bisogno di ricetta medica e non comportano nessun effetto collaterale. Sono il frutto di attente analisi che portano il terapista ad allargare i confini della tipologia di intervento e i risultati sono più che certificati. Ci fanno compagnia, ci divertono e ci riempiono di coccole e affetto. Quando non addirittura ci curano. BNB Stiamo parlando dei nostri amici a quattro zampe e della cosiddetta "Pet Therapy". Con il termine Pet Therapy (terapia con gli animali o zooterapia) s’intende, generalmente, una terapia basata sull’interazione uomoanimale che integra, rafforza e coadiuva quelle convenzionali: non è quindi una terapia alternativa e a sé stante, ma una co-terapia che affianca quelle in corso. Lo scopo di questa co-terapia è facilitare i compiti assistenziali, clinici e terapeutici delle diverse figure sanitarie, soprattutto nei casi in cui è necessario stimolare un’adeguata collaborazione da parte del paziente. La presenza di un animale permette infatti di consolidare il rapporto emotivo con il paziente e, per suo tramite, di stabilire un canale privilegiato di comunicazione, stimolando il protagonismo e la partecipazione attiva del paziente stesso. Gli effetti benefici sono in parte basati sullo sviluppo dei sentimenti e delle emozioni che trovano la loro origine nella relazione tra la persona e l’animale; in alcuni casi l’attività con l’animale è mirata a rinforzare l’azione riabilitativa, secondo le indicazioni del terapista; infine l’animale correttamente formato può, per alcune persone, diventare un supporto quotidiano (per raccogliere e portare oggetti, aprire e chiudere porte e cassetti, spingere la carrozzina ecc.) utile per migliorare l’autonomia. Per questo, l’Ospedale di Montecatone ha volentieri accettato di partecipare ad un progetto sperimentale di “Pet Therapy” promosso dall’Azienda Usl di Imola con il Circondario Imolese e il Centro Sportivo Italiano, con il contributo della Regione Emilia-Romagna. Il progetto ha coinvolto gruppi di pazienti con lesione midollare a cui gli operatori dell’Associazione Chiara Milla, presenti ogni venerdì in struttura, proporranno diverse attività di Pet Therapy. L’attività verrà svolta nel parco di Montecatone. Luca Mascia SORBETTERIA CASTIGLIONE Un angolo gustoso Il Mercato di Mezzo si rinnova e a parlare di questo cambiamento sono Tiziana Primori, Direttore Sviluppo partecipate Coop Adriatica, e Giancarlo Tonelli, direttore di Ascom Confcommercio Bologna, che assieme alla sempre gentilissima padrona di casa Lisa Carati, Direttrice del Mercato, presentano Marina Marchiori. La novità è l’apertura di un corner della Sorbetteria Castiglione che Marina, Maestra Cioccolataia, ha deciso di aprire all’interno del Mercato affiancando ed ampliando l’offerta Dolce di Centrale del Gusto (gestita da Granarolo e la Pasticceria Gino Fabbri). L’emozione nelle sue parole e la passione per il suo lavoro non fanno pensare ai 20 anni di attività che la Sorbetteria Castiglione ha da poco compiuto e che l’hanno portata ad aprire altri 3 punti vendita a Bologna e ad aprirne uno a Milano. Forte anche della nomina da parte della Camera di Commercio di New York quale ambasciatrice del gelato nel mondo, inizia questa nuova avventura al fianco di Eataly che porterà la Sorbetteria ad essere aperta in via sperimentale fino al 15/30 di Novembre per poi tirare le somme di questo primo passo assieme e Coop che Marina spera possa essere il primo di un lungo cammino assieme. Tiziana Primori parla di un Mercato sempre in continua evoluzione e, oltre che alla presentazione della nuova attività di Sorbetteria, ci parla del nuovo progetto che punta a far diventare il Mercato un luogo della cultura e del cibo; oltre che a farci notare il rinnovamento dei locali del primo piano con colori e arredi più accogliente, ci presenta “cook crossing” cioè il book crossing, un progetto in cui le persone possono portare, consultare, scambiare e prelevare volumi dedicati al cibo, alla cucina, alle tradizioni enogastronimiche che si troveranno in piccoli scaffali di libri destinati ad ospitarli. Conclude la giornata Giancarlo Tonelli a cui spetta snocciolare alcuni numeri che fanno capire il valore che il Mercato ha acquistato in questo periodo: 2.5 milioni di vendite e oltre 300 mila visitatori nei primi sei mesi dell’anno. Grazie a questi numeri il mercato risulta essere un punto di ritrovo nei diversi orari della giornata e le attività favoriscono le più svariate richieste del pubblico in modo da accogliere sempre meglio le richieste derivanti dai clienti. Luca Cavrini Inserimento e Organizzazione Dati BNB 1 Settembre 2015 PROFUGHI... COSA C’ENTRANO? L’altro giorno chiacchieravo con una mia vicina di casa che chiamerò Maria. Dopo un po’ mi racconta che era giunta in Italia dalla Libia col barcone dopo varie peripezie. Mi ha raccontato della povertà della sua famiglia, della sua sorellina che piangeva disperata quando è partita e non ha mangiato più per la tristezza. Fa le pulizie a chiamata e manda i soldi alla famiglia. “Sono l’unica fonte di reddito per tutti”, mi ha detto. Le ho domandato: “Hai avuto paura sul barcone?” Lei: “Sai, quando sei povero chiudi gli occhi e fai di tutto”. Mi sentivo in imbarazzo e dispiaciuta. Mi sono ricordata quando da piccola si parlava dei poveri come di una comunità a parte, isolata chissà in quale lembo di costa del mio paese. I poveri e tutti i sensi di colpa che avrei dovuto provare da brava cristiana nei loro confronti, colpe fin dalla nascita. “Finisci la pasta. Lo sai che ci sono bambini che non hanno niente da mangiare?”. Penso che la strumentalizzazione di questa larga categoria la subii da piccola fino all’età adulta, mai come adesso Angolo Spinoso che c’è la crisi e che siamo tutti un poco più poveri e che questa parola viene utilizzata dai politici per far impennare il consenso insieme a ‘profughi’, ‘rifugiati’, ‘immigrati’, ‘clandestini’. Quante parole e quanta confusione, insieme a ‘Papa comunista’, ma perchè il Papa dovrebbe essere fascista casomai? La divisione dei pesci che risulta una divisione quasi fantomatica e impossibile, alla fine riesce, pure il pane si moltiplica. Tutti riescono a mangiare nonostante la sfiducia e l’incredulità degli apostoli presenti al miracolo. Gesù comunista! Il cattolicesimo parla chiaro, non lascia molto spazio a fraintendimenti e per chi avesse una coscienza basta un piccolo senso dell’umanità a farci riflettere. In questi giorni in cui si fa tanto casino per i profughi e quant’altro mi viene in mente la mia nonna pugliese, una cattolica a tutti gli effetti. Chi andava a trovarla sa! Di nascosto a mio padre che protestava inutilmente mia nonna faceva entrare a casa persone povere e zingari. Mi capitava di scendere al piano di sotto, guardare nel suo appartamento e trovare donne che davano da mangiare ai bambini, mia nonna che riscaldava il latte, dava pane. Ecco, mia nonna, so per certo che avesse una piccola pensione e non comprava niente per sé. Quando le dicevo: “Nonna andiamo a comprare qualcosa da mettere?”, mi rispondeva: “Perché dare dei soldi ai negozi?” Ecco, pensandola, a tutti i problemi che ci facciamo ad accogliere qualche centinaio di persone in tutta Europa, penso alla cucina piena di zingare e bambini di mia nonna, i pentolini di latte sulla piccola cucina a gas, le proteste di mio padre, (mai ascoltate). La risposta incazzata di mia nonna: “Siamo cristiani!”. Penso che se fosse stato per lei il capitalismo sarebbe scomparso in meno di mezza giornata e che almeno un centinaio di profughi avrebbero potuto trovare un posto sicuro nella sua cucina. Guardo il quartiere in cui abito, palazzine con centinaia di famiglie. Un quartiere popolare come tanti. Tante persone diverse che s’incrociano ogni giorno senza guardarsi in faccia. Tante famiglie musulmane, italiane, di tutte le nazionalità, tante storie. Penso a Maria nella sua casa e ai suoi ricordi, alla sua vita attuale, alle sue pulizie nelle case di questa città, alla sua solitudine che mi ha raccontato: “Sai, anche noi musulmani una volta venuti qui non siamo più una comunità. 7 Diciamo a parole di aiutarci, ma quando abbiamo davvero bisogno siamo soli”. Sono questi i valori occidentali? Non constituire una comunità? Non aiutarsi? Chiudere porte, portoni, case, frontiere? Ci lamentiamo della solitudine. Le persone anziane morte in casa nelle grandi città vengono ritrovate dopo mesi. Cosa dobbiamo difendere? Cosa c’entra la nostra povertà con l’aiutare qualcun altro? Se le nostre leggi sono ingiuste per noi stessi, se l’economia non va perché le banche hanno gestito ogni cosa, perché il capitalismo ha distrutto il pianeta, cosa c’entrano i profughi? Il conducente del pullman milanese si è lamentato della puzza dei profughi. Perché non protestiamo anche per la puzza delle città? Per l’inquinamento che ci ammazza, per le polveri sottili, per il cibo spazzatura? Perché non pensiamo come priorità le lamentele per il lavoro che non c’è, per l’istruzione che non è gratuita, per la sanità che non funziona più? Cosa c’entrano i profughi? Siamo cresciuti pensando che quello che abbiamo ci sia dovuto, perché siamo bianchi, occidentali, siamo i padroni. Andiamo negli altri paesi a prendere materie prime, scatenare guerre; inquiniamo il pianeta, diventiamo ecologisti e vegetariani e combattiamo contro le uccisioni delle foche tra popolazioni che sopravvivono solo grazie a quello, ma continuiamo a mangiare maiali nel nostro paese perchè la nostra cultura è sopra le altre. Continuiamo a utilizzare le automobili anche per fare una passeggiata e ad usare tutto quello che c’è di utilizzabile. Vegani con fuoristrada e case grandissime, supermercati con le stesse marche da anni, le solite trasmissioni in tv, università sempre più inaccessibili, visite mediche indispensabili ormai a pagamento e mi domando cosa cavolo c’entrino i profughi. Emanuela De Siati www.buonenotiziebologna.it VIRTUAL COOP Cooperativa Sociale ONLUS 8 Auser BNB 1 Settembre 2015 VOLONTARIATO CIVICO www.buonenotiziebologna.it Un patrimonio sociale da valorizzare Salvaguardare e valorizzare il volontariato civico e organizzato, patrimonio sociale dell’intera comunità; e, nello stesso tempo, collaborare per condividere nuove strade e percorsi di innovazione per rispondere ai bisogni crescenti dei cittadini. Sono questi in sintesi gli obiettivi dell’Intesa siglata lo scorso luglio tra Anci e Auser Emilia-Romagna. “Con più di 12mila volontari in tutta la regione e milioni di ore di volontariato, Auser rappresenta un patrimonio dell’intera collettività, sottolinea il Presidente di Auser Emilia Romagna, Fausto Viviani, Con questa Intesa Anci e Auser VIRTUAL COOP Cooperativa Sociale ONLUS Logistica e Gestione Archivi vogliono sottolineare l’importanza di tutto questo ‘capitale sociale’, ma anche la necessità di impegnarsi reciprocamente per salvaguardarlo e rafforzarlo”. Da qualche tempo, infatti, Auser, che da oltre 25 anni collabora con gli Enti Locali di tutta l’EmiliaRomagna in modo molto proficuo e positivo, si è trovata in alcuni territori a far fronte a ispezioni e controlli, che, pur essendo legittimi, rischiano, in presenza di un quadro non sufficientemente chiaro di regole e procedure, di vanificare buona parte dell’impegno dell’associazione e dei tanti volontari che vi operano. Con il rischio che a farne le spese sia l’intera comunità e in particolare i cittadini più anziani e fragili. Da qui l’importanza di un accordo con Anci Emilia-Romagna, associazione che unisce e rappresenta gli Enti Locali del territorio, per trovare insieme percorsi per preservare questo prezioso patrimonio, in piena trasparenza e nel massimo rispetto, naturalmente, delle normative vigenti. “Il volontariato civico e organizzato rappresenta in EmiliaRomagna un pilastro della coesione sociale che affianca ed integra la diffusa rete di servizi alla persona, sottolinea il Presidente regionale di ANCI Daniele Manca. Si può sicuramente affermare che il volontariato fa bene alle nostre comunità e le rende attive e protagoniste. Per questo tutti i nostri comuni sono impegnati a sostenerne e promuoverne la tenuta e la diffusione”. Un’alleanza fondamentale anche nel territorio bolognese dove Auser conta più di 3.300 volontari, attivi in ben 46 comuni. “Da sempre la nostra associazione, attraverso la sua rete di volontari, opera al fianco delle Pubbliche Amministrazioni per dar risposta ai bisogni dei cittadini, sottolinea il Presidente di Auser Bologna, Secondo Cavallari, La fase che stiamo vivendo è particolarmente difficile e delicata perché gli Enti Locali da un lato necessitano sempre più del nostro supporto e ci chiedono sempre più aiuto, e dall’altro si trovano a volte costretti a tagliare i fondi per le convenzioni, con tutte le conseguenze che questo comporta. In questo contesto l’Intesa assume quindi un valore ancor più importante, perché getta le basi per condividere nuove modalità di relazione con le pubbliche amministrazioni, riconoscendo il valore inestimabile del volontariato organizzato e il suo ruolo fondamentale per la coesione sociale del nostro territorio”. Annalisa Bolognesi Per informazioni: www.auseremiliaromagna.it Stampa Digitale 1 Settembre 2015 VINOTERAPIA COME CURA? Credete che la natura non offra la possibilità di migliorarsi o curarsi? Credete sia necessaria sempre la medicina tradizionale, che bisogna fare i salti mortali per star bene e sentirsi in forma? Per preparare infusi e decotti, per regalarsi un bagno rilassante e benefico, basta rivolgersi alla natura e a tutto ciò che può offrirci. Ogni stagione regala prodotti sempre diversi ma qui voglio darvi delle indicazioni generali che potrete seguire nel corso di tutto l’anno, quando ne sentite l’esigenza. Ѐ vero che quando fa caldo alcune erbe perdono un po’ di vitalità però dei buoni consigli vi torneranno utili in tanti momenti! Prendiamo per esempio la bardana: cresce spontaneamente nei terreni incolti o sui sentieri, vicino ai corsi d’acqua. I suoi fiori sono facilmente riconoscibili con petali viola racchiusi in un involucro verde, ruvido e anche un po’ appiccicoso. Sono le foglie e le radici la parte più interessante di questa pianta che vanno raccolte quando la bardana è giovane e le infiorescenze sono piccole. Si toglie dal terreno con un coltellino o con una vanga non troppo grande poi si eliminano le ramificazioni più piccole e si taglia in pezzi, infine la si fa essiccare al sole. La bardana ha un’azione depurativa, stimola la digestione ed è anche un ottimo rimedio per combattere l’acne poiché è sebo regolatrice e purifica l’epidermide. Ma come possiamo utilizzarla? Prepariamo un decotto a partire dalla radice: si taglia a pezzetti e si fa bollire un cucchiaio in una tazza d’acqua per 10 minuti, lasciate riposare altri 10, filtrate e bevete. Con le foglie invece, create una specie di poltiglia e applicate localmente, ad esempio per togliere l’infiammazione da un brufolo. La genziana è un’altra pianta che cresce nelle zone di montagna, nei prati esposti al sole. Bisogna ricordarsi di raccoglierla prima che cadano le foglie e le sue proprietà si concentrano nella radice da estrarre con un vanghetto. Viene catalogata tra le erbe amare Salute e Benessere quindi migliora la digestione e stimola i succhi gastrici. Inoltre può essere considerato un aperitivo un po’ inusuale: va bene bevuto prima dei pasti stimola l’appetito. Anche in questo caso si può preparare un decotto, facendo bollire 10- 15 minuti un cucchiaino raso di radice in un paio di tazze d’acqua. Volete offrire ai vostri amici una bevanda insolita, da sorseggiare in compagnia magari accompagnata da stuzzichini naturali? Fate macerare in un litro di Moscato passito, 30 grammi della radice, 5 grammi di scorza d’arancia e 5 di vaniglia. Lascia in infusione per una settimana e bevine un bicchierino prima dei pasti o anche dopo come digestivo. Altra pianta molto utile per il nostro benessere è la malva. Caratterizzata da fiori violetti, cresce un po’ in tutta Italia nei terreni incolti, lungo l’argine dei fiumi, sulle colline e nei prati. Questa pianta può essere sfruttata tutta, infatti se ne possono raccogliere sia i fiori che le foglie facendo attenzione che non siano ricoperte da puntini color ruggine: è un fungo che conferisce un sapore sgradevole. Il punto forte della malva è dato dalle mucillagini, sostanze vischiose che messe a contatto con l’acqua si gonfiano e svolgono un’azione lenitiva. Si utilizza come antinfiammatorio per combattere la tosse, il mal di gola e per calmare le gengive irritate. Utile anche per risvegliare un intestino un po’ pigro. Nel caso abbiate le gengive doloranti, preparatevi un decotto con i fiori che poi userete per fare degli sciacqui. Si versa un cucchiaio in una tazza d’acqua, si fa bollire 1015 minuti e si lascia raffreddare. Per curare la gola mettete le foglie per 10 minuti in acqua bollente, filtrate e bevete addolcendo con un po’ di miele. Possiamo citare anche il biancospino dalla spiccata azione antiansia. Ha la forma di un cespuglio o di un piccolo albero e cresce spontaneamente fino ai 1.600 metri, con piccoli fiori bianchi e bacche scure che sono poi le parti da raccogliere. Il suo effetto calmante è conosciuto per via della presenza di flavonoidi che agiscono sul sistema nervoso, i frutti sono caratterizzati da un buon effetto antinfiammatorio. Una tisana antiansia ottima anche per combattere la tachicardia, si prepara mettendo in acqua bollente dei fiori poi si lascia 10 minuti in infusione, si filtra e si beve. Il decotto che si può ottenere dai frutti, è invece più indicato per le gengive irritate e, anche in questo caso basta farli bollire qualche minuto in acqua. Sapete che il ginepro è un buon diuretico? Le bacche di questa pianta si possono trovare sia al mare che in montagna, nei boschi e nei pascoli ma per raccoglierle bisogna armarsi di guanti perché il ginepro ha parecchie spine. Ѐ ricco di oli essenziali e tannini che hanno un’azione antisettica sulle vie respiratorie e in più favorisce la diuresi. Lascia un cucchiaino di bacche essiccate in acqua bollente per 10 minuti e poi bevete meglio una tazza per 3 volte al giorno. Una piccola ma utile indicazione: quando andate a raccogliere le erbe portatevi sempre forbici, guanti e sacchetti di carta o un cestino. Il momento migliore è la mattina, così il sole asciuga la rugiada e non deve piovere, le erbe vanno fatte poi essiccare o al sole o anche nel forno di casa. Ma mi raccomando, raccogliete solo le piante di cui siete sicuri perché molte sono tossiche e causano vari disturbi specialmente se aspettate un bambino. Possiamo anche sfruttare le mille virtù delle classiche erbe aromatiche che usiamo spesso in cucina. La menta è caratterizzata dalla capacità di favorire la digestione e, di conseguenza, di migliorare l’alito. Basta masticarne un po’ dopo averla ben lavata per avere sollievo anche in caso di nausea. Molto utilizzata ed apprezzata è anche la salvia. Ѐ caratterizzata da sostanze che tonificano l’organismo e la pelle e può essere un valido aiuto per combattere il nervosismo. Si usa quando abbiamo una tosse particolarmente fastidiosa e, favorendo 9 la secrezione di succhi gastrici, accelera il processo digestivo. Conosciamo bene anche il rosmarino, che stimola la memoria, la concentrazione e in generale tutto il sistema nervoso, inoltre migliora la circolazione sanguigna. Può contribuire a neutralizzare i radicali liberi contribuendo a rafforzare il sistema immunitario. Un’altra pianta che aiuta in caso di sistema immunitario indebolito è il timo. Ѐ una manna per prevenire le infiammazioni del naso, della gola e dei bronchi: ha sostanze antivirali, antibatteriche e disintossicanti. Possiede fibre che permettono un buon transito intestinale e minerali che favoriscono la tranquillità. Citiamo anche l’aneto, fonte di calcio, ferro e flavonoidi noti per le loro virtù antinfiammatorie e antivirali. Lenisce il mal di stomaco e bere un infuso di semi d’aneto prima di dormire, agevola il sonno. Altra pianta comune è l’alloro. Le foglie possono ridurre il livello di glicemia e grassi nel sangue. Il suo olio essenziale che si ricava se si triturano le sue foglie a mano, ha attivi analgesici e rilassanti. L’apparato digerente può essere protetto anche dal dragoncello, le infiammazioni si calmano anche se sono già in atto. Valentina Trebbi LA MINIERA DELL’USATO Mercatino in conto vendita Via Provinciale Nord, 18/E | 40050 Castello d’Argile (BO) Email: [email protected] Tel. 349 628 3328 La Miniera Dell’usato www.buonenotiziebologna.it BNB VIRTUAL COOP Cooperativa Sociale ONLUS 10 Provincia BNB 1 Settembre 2015 OZZANO VIRTUAL COOP Cooperativa Sociale ONLUS Speciale Verdure Verso l’Expo 2015 Comunicazione e Campagne Informative PIANORO LA FIERA-EXPO DELL’ARIA www.buonenotiziebologna.it Al “Guglielmo Zamboni”, da zero a dieci posti, tutto ciò che vola In due successivi weekend sull’aviosuperficie “Guglielmo Zamboni”, in via Sabbionara a Ponte Rizzoli di Ozzano, nell’ambito di “Ozzano Air Show” si sono svolte due manifestazioni di rilievo nazionale, e non solo, dedicate all’aeromodellismo e al volo nelle sue varie forme. Si tratta del “Radio Model Show” e di “Cielo e Volo”, giunte alla 26esima edizione. Fatte ovviamente le debite proporzioni i due eventi relativi al modellismo e all’aviazione leggera da diporto in ambito nazionale sono equivalenti all’expo parigino “Paris Air Show”, che si è svolto all’incirca negli stessi giorni nell’aeroporto parigino di Le Bourget. Un evento di rilievo internazionale con in mostra le ultime novità dagli aerei commerciali, da trasporto merci e passeggeri, ai razzi vettori per satelliti artificiali. Infatti il “Guglielmo Zamboni” è, tutto l’anno, un punto di riferimento di livello nazionale e normalmente i molti imprenditori che si spostano con il loro aereo personale fanno scalo all’aviosuperficie ozzanese per farvi rifornimento selfservice di carburante: benzina super senza piombo, benzina avio (Avgas 100LL) e kerosene per i motori a turbina (Jet A-1). Poi possono anche farvi colazione, pranzare o cenare, lasciando l’aereo all’aperto o in hangar, e dormirvi per riprendere il volo riposati. Al “Radio Model Show” hanno partecipato centinaia di espositori con gli hobbisti privati che hanno avuto a disposizione un vasto prato con tanti tavoli dove appoggiare le loro creazioni personali o materiale costruttivo in mostra o in vendita con l’obbligo che sia usato. Le aziende produttrici di modelli, finiti o in kit di montaggio, motori e radiocomandi, eccetera, hanno invece avuto a disposizione hangar con stand attrezzati. I tanti appassionati del settore non sono stati certamente delusi dagli spettacoli offerti dagli aeromodelli, di tutti i tipi, in volo o dai materiali offerti. Tantissimi anche a “Cielo e volo” con la partecipazione di oltre 700 velivoli, tra elicotteri, ultraleggeri e di aviazione generale, provenienti anche dall’estero, di appassionati e di produttori, con in mostra gli ultimi modelli. Per la prima volta c’è poi stata l’esibizione in formazione di 12 aerei, con fumogeni per le scie tricolori, dell’associazione sportiva laziale Ali Nettuno. La manifestazione ozzanese, dove comunque sono vietate le evoluzioni acrobatiche dopo gli incidenti del passato, oltre a essere una vetrina della produzione nazionale ed estera di aerei da diporto, è anche l’occasione di incontro e di informazione sulle associazioni e sulle scuole di volo esistenti nella nostra penisola per vari patentini e brevetti. Passata la festa l’appuntamento per l’Ozzano Air Show è per il giugno 2016 contando sul continuo e crescente successo della manifestazione. Giancarlo Fabbri Centro Carni Persicetano Di Prandini Sergio Valter Villiam S.R.L. OFFERTE SPECIALI valide dal 14 al 26 SETTEMBRE 2015 BOVINO 9,95 6,85 Polpa per bollito,stracotto e spezzatino ................. € Polpa per Roast-Beef.......................................... € 11,80 Fiorentine con osso ............................................ € 11,80 Per le Vostre grosse scorte 5,40 Coscia di Bovino kg. 50 circa (lavorazione compresa) ..... € Bistecche .......................................................... € al kg al kg al kg al kg al kg SUINO Braciole ............................................................ € Braciole di Capocollo con osso ............................ € Spuntature ....................................................... € Lombo senz’osso ............................................... € 4,30 4,20 3,95 6,40 al kg 3,68 3,68 1,98 4,97 5,68 al kg al kg al kg al kg POLLAME Cosce di Pollo ................................................... € Perine di Pollo ................................................... € Gallina a Busto .................................................. € Spezzatino di Tacchino ....................................... € Arrosto Misto Tacchino e Maiale ........................... € [email protected] www.centrocarnipersicetano.it Iscriviti alla newsletter riceverai le informazioni sulle OFFERTE. ----------------------- Via Crevalcore 3/c3 San Giovanni in Persiceto (BO) tel.051822437 al kg al kg al kg al kg IL RE DELLA SFOGLIA TORNA IN TV A “DETTO FATTO” Un pianorese conquista il Giappone a colpi di mattarello Beniamino Baleotti, il giovane e simpatico sfoglino e chef pianorese, al ritorno dal Giappone anche per la stagione 20152016 riprenderà in autunno la fortunata collaborazione con la trasmissione televisiva di “Detto Fatto”, su Rai 2 accanto a Caterina Balivo, per presentare le sue nuove ricette. Sull’onda del successo televisivo Beniamino ha avuto un’estate intensa dedicata, ovviamente, alla sfoglia fatta col mattarello, alle tagliatelle e alla migliore tradizione culinaria emiliana. Infatti il giovane chef è stato protagonista di grandi eventi legati alla gastronomia, dalle più celebrate località balneari a quelle alpine, nelle più importanti città d’arte e perfino in Giappone. Il giovane pianorese stato invitato ufficialmente a Tokio, dove l’anno scorso aveva già riscosso un grande successo tenendo dei corsi pratici sulle preparazioni culinarie emiliane. In pratica dopo quella italiana, anche la televisione giapponese, grazie a lui, ha svelato ai giapponesi i segreti emiliani della pasta tirata a mano col mattarello. «Quando ho portato la sfoglia per la prima volta, in Giappone alla Camera di commercio di Tokio, ci ha confessato Beniamino, e ho visto la curiosità negli occhi dei giapponesi a veder fare la pasta al mattarello, mi si è riempito il cuore di commozione e soddisfazione. Sembravano tutti come tanti bambini pronti e attenti ad imparare qualcosa di nuovo e straordinario. Per loro, infatti, era come se avessi fatto una magia e non finivano più di ringraziarmi per il grande regalo che gli facevo». Seppur giovane Beniamino Baleotti è stato insignito di prestigiosi premi come lo “Sfoglino d’oro”, il “Mattarello d’oro”, la “Tagliatella d’oro” e dai degustatori delle prelibatezze emiliane è stato addirittura nominato “Re della sfoglia” e considerato testimonial della tradizione culinaria di Bologna e dell’Emilia intera, in Italia e nel mondo. Ma Beniamino non è tipo da stare con le mani in mano e così, quando la televisione e i numerosi impegni glielo consentono, si ritira nel suo celebre agriturismo “Le Ginestre” per studiare nuove ricette e tenere anche dei corsi per tutti gli appassionati della cucina emiliana. A “Le Ginestre” Beniamino non è solo, ma al suo fianco s’impegna tutta la famiglia, dal papà, judoka famoso anche in Giappone, alla mamma, alle nipotine e alle zie. È lo spettacolo straordinario della sfoglia tirata coralmente da tutte le mani, grandi e piccole, forti e delicate, sulla grande tavola dell’antica cucina di campagna, come anni fa aveva insegnato a Beniamino la nonna Clarice. «La mia, ci confessa con orgoglio Beniamino, è stata come una vocazione. Sin da piccolo desideravo fare il cuoco e soprattutto lo “sfoglino”, perché è così che è stato ribattezzato dalla tradizione emiliana chi tira la pasta fresca al mattarello. Mi mettevo accanto a nonna Clarice e con due uova e un pugno di farina anch’io preparavo la mia “sfoglina”». Per chi vuole scoprire i segreti di Beniamino, può trovare film e ricette su Facebook digitando Beniamino Baleotti Fanpage, o Agriturismo Le Ginestre, e può anche collegarsi al sito www. beniaminobaleotti.it. Per Beniamino la cucina e la preparazione dei cibi non è soltanto tecnica o esperienza. Ama appunto ripetere un motto tramandatosi nella sua casa per generazioni e passatogli dalla nonna: «La cucina è la migliore espressione d’arte, di passione e di affetto per le persone alle quali si vuole bene, per questo va fatta con tanto amore». G. F. P BNB 1 Settembre 2015 Parole, parole, parole... 11 C osa sarebbe un popolo senza una lingua grazie alla quale esprimersi e capirsi? Ecco, la storia della lingua italiana ci può offrire vari spunti di riflessione per capire meglio come siamo arrivati all’Italiano Standard odierno. Già in epoca imperiale, sotto gli imperatori romani, la lingua latina stava intraprendendo un processo di cambiamento, infatti solo le lingue morte rimangono eternamente stabili. Un po’ alla volta il latino scritto si distaccò sempre più da quello parlato, nel tentativo di seguire un’ideale retorica aurea, mentre la comparsa della religione cristiana portò il clero a dibattersi se rimanere fedeli alla tradizione classica o adeguarsi a livello delle masse. I primi mutamenti furono fonetici, infatti gli accenti passarono dalla quantità all’intensità, quindi fu il turno dei significati dei concetti pagani morali e religiosi, che finirono per venire o laicizzati o per assumere un significato spregiativo a seguito del diffondersi del Cristianesimo. Con la caduta dell’Impero Romano e la calata in Italia di numerose popolazioni barbariche come Goti, Longobardi e Franchi l’unità politica e territoriale venne frantumata in numerosi piccoli regni e contee, dando così vita ad altrettante forme linguistiche che avrebbero condotto alla formazione dei dialetti. Risale al VII sec. il primo testo in cui latino e volgare compaiono assieme e si tratta dell’indovinello veronese. se pareba boves alba pratalia araba et albo versorio teneba et negro semen seminaba Spingeva avanti i buoi (dita) Arava un prato bianco (foglio) Teneva un bianco versorio (penna) Seminava un seme negro (inchiostro) Due secoli più tardi, invece, fece la propria apparizione l’italiano in un documento ufficiale: il Placito Cassinese. “Sao ko kelle terre, per kelle fini que ki contene, trenta anni le possette parte Sancti Benedicti” (Capua, marzo 960). “So che quelle terre con quei confini che nella carta sono contenuti le possedette per 30 anni la parte di San Benedetto“ (Montecassino). Per la prima volta un notaio in un atto ufficiale utilizzò al posto del latino il volgare per redigere un atto che fosse comprensibile alla stragrande maggioranza della popolazione, non solo ai dotti, trattandosi di stabilire la legittima proprietà del monastero di Montecassino. Da allora fino all’avvento dell’Unità d’Italia il volgare dovette combattere contro il latino, che veniva usato dalla popolazione istruita in numerosi ambiti: lettarario, filosofico, scientifico, religioso, ma soprattutto per comunicare al di fuori dei ristretti confini regionali con altri italiani o gli altri popoli d’Europa. Se il volgare iniziò a prender campo nella letteratura, grazie soprattutto a Dante, Petrarca e Boccaccio, per poi diffondersi all’ambito universitario, amministrativo, divulgativo ed altri ancora, il processo di separazione fra la lingua scritta e quella orale si fece ancor più evidente n quanto la maggioranza della popolazione incrementò l’uso dei dialetti locali per comunicare a voce. Alessandro Manzoni, incaricato di stabilire una lingua nazionale, si trovò nell’imbarazzo di scegliere tra 20 lingue regionali parlate ed un’unica letteraria. Fu così che la scelta ricadde su un miscuglio di fiorentino parlato dell’epoca e fiorentino scritto del Trecento. Il Governo italiano decise a quel punto di imporre la lingua italiana a tutta la popolazione riducendo le altre lingue regionali allo status di dialetti.Per imparare a parlare l’italiano puro la maggioranza della popolazione finì per mescolare quello standard con il dialetto della propria Regione, finendo così per dar vita a 20 varietà distinte di italiano. Alcune parole regionali divennero talmente famose da venir acquisite dalla lingua nazionale, basti pensare alla ‘pizza’ e all’ ‘espresso’ mentre altre divennero caratteristiche di un’area geografica, come ad esempio ‘anguria’ (nord), ‘cocomero’ (centro), ‘melone’ (sud). A incidere ulteriormente sull’evoluzione della lingua italiana intervenne anche il Fascismo che prima cercò di eliminare o italianizzare tutte le parole straniere d’uso comune, quindi introdusse l’uso del ‘voi’ al posto del ‘lei’ ed infine tentò di estirpare qualsiasi regionalismo. Caduto il regime, queste riforme linguistiche si ridussero a mode passeggere, basti pensare all’uso del dialetto che tuttora è ancora forte negli anziani, i quali spesso lo preferiscono all’italiano per esprimersi. Con la Repubblica, infine, prese piede il ‘burocratese’. Ancora oggi giudici, avvocati e impiegati pubblici si barricano dietro a forme fuori corso da oltre un secolo, alcuni esempi ci vengono forniti da espressioni come: ‘apporre la firma’ invece di ‘firmare’, o ‘istanza’ per ‘richiesta’. La conseguenza è stata una difficile leggibilità e comprensibilità dei testi delle Amministrazioni degli Enti Pubblici che hanno portato il Ministro della Funzione Pubblica, nel 1993, a richiedere la preparazione di un “Codice di stile delle Pubbliche Amministrazioni” nella speranza di fare chiarezza. noltre, negli ultimi decenni sono entrati nel vocabolario parecchi turpiloqui, che hanno spopolato soprattutto in televisione, al cinema, nella carta stampata e persino in numerosi interventi pubblici di importanti leader politici, capaci di fare appello ai loro apparati sessuali, qualificare i rivali come ‘co**ioni, e ribattezzare i propri comizi come ‘vaffaday’. L’uso di queste parole mette alla luce la difficoltà dei nostri politici di comunicare ad una vasta platea, senza ricorrere a formalità o stereotipi. E non è ancora finita... la nostra lingua è viva e non smette di trasformarsi ed evolversi, infatti rispecchiando i tempi e le mode da un lato abusa di termini angloamericani, dall’altro scimmiotta il mondo social e si arricchisce di neologismi come ‘postare’, ‘twittare’, o ‘taggare’. Non sappiamo cosa ci aspetti, possiamo però delineare una linea di tendenza che mostra un calo dei termini precisi e concreti a favore di un vocabolario astratto e generalizzanti. I Pier Paolo Vettori www.buonenotiziebologna.it arole, parole, parole... 12 Parole, parole, parole... www.buonenotiziebologna.it V L BNB 1 Settembre 2015 eloce, pluralista e... ambigua La Comunicazione e i suoi progressi tecnologici a velocità di cambiamento del mondo dei Mass Media ha raggiunto picchi incredibilmente elevati e fino ad oggi sconosciuti. Un’affermazione di Manuel Castells, divenuta ormai celebre, mette a confronto la velocità odierna con il ritmo di cambiamento precedente: «negli Stati Uniti la radio ha impiegato trent’anni per raggiungere sessanta milioni di persone, la televisione ha raggiunto questo livello di diffusione in quindici anni; Internet lo ha fatto in soli tre anni dalla nascita del World Wide Web». Per quanto Castells si riferisca specificatamente a Internet, questa osservazione può essere estesa a tutte quelle innovazioni tecnologiche che vanno in genere sotto il nome di ICT (Information and Communication Technology) e definiscono il campo dei ‘new media’, che si sono succeduti in un periodo di tempo molto breve, rivoluzionando l’intero ambito dei mezzi della comunicazione di massa, inclusi i più vecchi e consolidati. utta la storia dei mezzi della comunicazione di massa può essere letta come una trasformazione, continua e senza significative interruzioni, dalla scarsità all’abbondanza. Infatti, se nei primi anni della comunicazione di massa (più o meno per tutta la prima metà del Novecento) i mezzi e i messaggi in circolazione erano in numero ristretto, si era cioè in una situazione di scarsità, con poche fonti di comunicazione e con un universo simbolico non così affollato di messaggi come oggi, con il passare degli anni, soprattutto grazie all’innovazione tecnologica, il numero delle emittenti e il numero dei messaggi è aumentato in maniera portentosa, tanto che oggi si può appunto parlare di una situazione di abbondanza. In un primo momento questo cammino è stato lento e faticoso; successivamente ha preso ritmi sempre più accelerati. L’innovazione tecnologica ha riguardato infatti essenzialmente, anche se non esclusivamente, il campo della comunicazione elettronica. T Internet e le ICT I l cammino verso l’abbondanza continua senza soste con l’avvento delle ICT e di internet. Il numero dei produttori di comunicazione aumenta ulteriormente, così come aumenta il numero dei messaggi in circolazione. Ma il mutamento è ancora più radicale di tutti i precedenti. Rispetto infatti all’epoca della comunicazione analogica, l’abbinamento tra trasmissione digitale, computer, fibra ottica e satellite produce due conseguenze principali, che rivoluzionano completamente le logiche comunicative precedenti. In primo luogo, mentre l’era della comunicazione di massa era caratterizzata dall’unidirezionalità del messaggio (il ricettore non ha alcuna possibilità di risposta, se non mediata da altri strumenti, per esempio il telefono nella comunicazione radiotelevisiva), l’era delle ICT è caratterizzata dall’interattività. Emittente e ricevente hanno la possibilità di interloquire e, appunto, il ricevente può abbandonare quel ruolo meramente passivo che gli assegnava la comunicazione di massa. Come già detto, la velocità di sviluppo di internet è stata impressionante. Tuttavia, è bene specificare che gli utilizzatori di internet non sono equamente distribuiti in tutto il mondo. Esiste infatti un digital divide tra nord e sud dell’emisfero, che, come a proposito di altri campi, disegna anche un digital divide tra mondo ricco e mondo povero. Ma anche nell’emisfero nord esistono significative differenze tra i vari paesi. L’Italia, per esempio, tra i paesi dell’Europa occidentale figura tra quelli con minore diffusione, allineandosi a paesi indubbiamente meno sviluppati del nostro. Tra i paesi dell’Europa centro-orientale, quelli cioè arrivati più recentemente alla democrazia, è particolarmente significativo il caso dell’Estonia e in misura minore quello della Lituania, che presentano indici di diffusione di internet simili, se non superiori, a quelli di molti paesi dell’Europa occidentale. All’interno dell’universo di Internet è particolarmente significativo lo sviluppo dei social networks. Anche in questo caso si tratta di uno sviluppo impetuoso che occupa gli anni a noi più vicini, a partire dal 2007. BNB 1 Settembre 2015 Parole, parole, parole... 13 La frammentazione dell’offerta e dell’audience T anto più la frammentazione ha riguardato la blogosfera: tra le innovazioni principali apportate da Internet figura infatti l’idea di comunità virtuale. Essa individua un gruppo di persone accomunate da un medesimo interesse (da una stessa moda, da una comune appartenenza ideologica e politica, dall’amore per la stessa squadra, ecc.), individui che interagiscono in rete creando un terreno condiviso di scambi e di comuni vedute. Queste persone mai, o solo raramente, si incontrano, eppure sviluppano progressivamente un senso di appartenenza e instaurano legami, appunto virtuali, che non per questo, però, sono meno radicati di quelli che si sviluppano tra gruppi di persone che si incontrano nella realtà. I n conclusione, tre sembrano le tendenze emergenti nella struttura e nel funzionamento del sistema della comunicazione in una situazione di abbondanza delle fonti di informazione. C’è un processo di globalizzazione che si impernia sia sulla circolazione universale degli stessi contenuti, sia sulla diffusione planetaria di concentrazione di proprietà e quindi anche di strutture, assetti e procedure organizzative. Nello stesso tempo, l’abbondanza delle fonti di informazione favorisce un processo di frammentazione dell’offerta e del pubblico, che può accrescere la polarizzazione sociale e politica creando nel frattempo il cosiddetto digital divide tra un pubblico di massa, esposto a contenuti di facile consumo, e un pubblico ‘più educato’, interessato invece a messaggi più selettivi e forse anche più sofisticati. La terza tendenza riguarda oggettivamente la disintermediazione: i cittadini possono accedere direttamente alle fonti di informazione, rendendo superfluo il lavoro dei tradizionali ‘intermediari’ giornalisti e altri professionisti della comunicazione. Ma questo avviene ovunque? Ovviamente no: ci sono differenze, a volte sempre più marcate, tra mondo libero e regimi autoritari, che ancora riescono a controllare lo sviluppo delle nuove tecnologie; e ci sono differenze tra paesi dove internet ha significato una distribuzione sempre più capillare dell’informazione e paesi dove invece l’accesso alle nuove tecnologie è ancora limitato. I nsomma, come si vuol dire, un quadro caratterizzato da bianchi e neri, da ottimismo e pessimismo: le trasformazioni politiche intervenute all’inizio del 2011 in alcuni paesi dell’area del Mediterraneo hanno dimostrato le grandi potenzialità emancipatrici legate alle nuove tecnologie e non a caso si è spesso parlato della ‘rivoluzione di Facebook’, proprio per evidenziare il ruolo svolto da Internet e dalla telefonia mobile in quanto strumenti di mobilitazione e partecipazione politica. Maggior pluralismo, maggiori possibilità di sfuggire a quel controllo che si può invece esercitare quando si è in presenza di un mercato accentrato della comunicazione. Nello stesso tempo permangono le differenze tra paesi poveri e paesi ricchi: il digital divide diventa così un ulteriore strumento di separazione e distinzione. Sebastiano Curci www.buonenotiziebologna.it I l tema è quello della frammentazione. Finora infatti, a proposito dell’innovazione tecnologica, e di Internet in particolare, era prevalsa la cosiddetta lettura ‘tecno-ottimistica’: Internet, e le Ict più in generale, avrebbero aperto la strada verso un futuro luminoso. I cittadini avrebbero potuto avere accesso a una quantità incredibile di informazioni, ci sarebbe stata più trasparenza e più controllo sui detentori del potere. Le nuove tecnologie dell’informazione avrebbero facilitato la creazione di un cittadino informato. I cittadini stessi possono diventare fornitori di informazione e di conoscenza, favorendo quello che oggi si definisce ‘citizens journalism’. Non che questo non sia vero, ma spesso, come già accennato, si sono sottovalutati i rischi, i problemi che i new media possono creare. Alcuni di questi rischi si sono già visti: i regimi autoritari possono chiudere o tentare di chiudere Internet; possono manipolare le informazioni che circolano in rete. Sorge un problema di controllo e verifica delle fonti; non si riesce a essere sicuri di quali informazioni siano accurate e vere e quali no. Insomma, negli ultimi anni è cresciuto a dismisura il numero delle fonti di informazione e il numero dei messaggi in circolazione. Si è di conseguenza determinato un processo di frammentazione del mercato e quindi dell’audience. I diversi competitori hanno cioè selezionato all’interno dei potenziali utenti una propria fetta di mercato: una propria nicchia, più o meno vasta, di lettori, telespettatori, utenti di internet. La selezione avvenuta nel campo più generale della comunicazione è ben evidente nel nostro Paese in cui appare come nel corso degli anni sia intervenuta una segmentazione tra i vari mezzi, probabilmente in base a criteri tra i più differenti: mezzi gratuiti/a pagamento, velocità di consumo/consultazione, programmazione/contenuti, ecc. 14 Parole, parole, parole... R BNB 1 Settembre 2015 www.buonenotiziebologna.it adio Città Fujiko Un amore di radio È trascorso più di un secolo dall’invenzione di Guglielmo Marconi, (a proposito di Bologna ), ma il suo fascino e mistero si sono continuamente arricchiti.La Radio gode oggi di una stagione favorevole. Nonostante l’imperversare di nuovi mass-media, in continua evoluzione, essa mantiene il suo posto, che anzi si è allargato. Infatti, la Radio può seguirci ovunque, mentre facciamo altre cose. È di facile fruizione, tiene compagnia ed è sempre disponibile, in qualunque ora, di giorno e di notte. Sviluppa l’ascolto, mentre la vista è il senso dominante la nostra epoca. È adatta per un pubblico commerciale ma anche per quello esigente che desidera approfondire temi di profonda importanza. Esistono tante Radio a Bologna e Provincia, ma desidero rivolgere l’attenzione su una locale e famosa, che mi è particolarmente cara: Radio Città Fujiko, nata nel 2004 dalla fusione fra Radio Città 103 e Radio Fujiko. La sua esperienza va ricercata nelle radio libere bolognesi degli anni ’70; infatti, dal 1976 la frequenza è sempre quella: 103.1 FM. Q uando c’è qualche avvenimento, piccolo o grande, di vario genere; in particolare di cultura, potete starne certi: un giornalista di questa Radio arriva, mentre spesso c’è il vuoto da parte delle altre e questo incoraggia e riscalda il cuore, fa sentire meno soli. Ci si può recare personalmente oppure si può essere intervistati al telefono. Qualche anno fa ho partecipato ad una trasmissione dal titolo “Lo sguardo delle altre”, dedicata al Gruppo ’98 Poesia e condotta da Morena Moretti. Spesso presso la Radio o in altri locali ci sono feste di musica, arte, cene di autofinanziamento. È una Radio aperta a tutti/e, senza distinzioni e barriere di alcun genere, a favore della diversità. Il suo concetto base si può racchiudere nella parola “libertà”; in particolare, nei confronti dello strapotere dei mass-media commerciali e istituzionali. Ritiene che si possano coniugare cultura e intrattenimento, musica e informazione e che la Radio sia un luogo di partecipazione sociale attiva, di scambio e confronto. La Redazione è composta da giornalisti, esperti di musica e collaboratori che si occupano dell’informazione locale, nazionale e internazionale e dell’intrattenimento. Insomma, forse la più importante comunicazione indipendente di Bologna, che cerca di dare voce anche a chi di solito non ce l’ha. Una Radio che “si ascolta non si sente”. P er quanto riguarda l’uso delle parole in Radio, occorre fare molta attenzione. Infatti, ogni medium ha il suo lessico settoriale. Regole e cautele dovrebbero essere usate da chi parla al microfono o scrive un testo per la Radio. Per il radioascolto ci sono esigenze tecniche: accessibilità acustica e intellettiva, chiarezza, ritmo piacevole della radiotrasmissione. La voce unica non può superare la durata di circa quindici minuti. Se dura di più, bisogna prevedere due, tre, più voci, in forma di dialogo, in modo alternato. Così è possibile ottenere fino a circa quaranta minuti di ascolto. Un’altra soluzione è quella di leggere citazioni di vario genere, che si alternano al discorso centrale. Il quadro non dev’essere superato dalla cornice. Il pubblico, anche se si interessa al presentatore, vuole conoscere il presentato. Vuole testimonianze dirette: prosa da chi racconta, poesia dai poeti. Il microfono sopporta male i concetti astratti e didattici; preferisce le immagini concrete e le informazioni in forma spedita ed elegante. Il tono dottrinale o accademico è da escludere. Il pubblico è formato spesso da singoli nelle proprie poltrone o da pochi intimi, che si aspettano una voce amica e non una supposta superiorità culturale. In questo senso: non si deve adoperare la prima persona singolare “io”; le parole straniere non conosciute; evitare gli elenchi sterili di nomi e di date; non dare per noto ciò che comunemente noto non è. Meglio entrare subito in medias res, senza inutili preamboli. cco le regole centrali per la stesura di qualunque testo radiofonico: usare periodi brevi, preferire le coordinate alle subordinate, senza affollamento di idee, evitare parentesi, incisi, sospensioni, negazioni delle negazioni o litoti, non usare i pronomi, meglio ripetere i nomi, evitare le rime involontarie, le ripetizioni, le allitterazioni, che non facilitano la comprensione da parte dell’ascoltatore; evitare le parole desuete o arcaiche, le forme dialettali non chiare, i vocaboli eccessivamente nuovi o snobistici, i lessici troppo specialistici, le forme dei verbi che pur corrette suonano male all’orecchio. E Mi piace concludere con una poesia sempre attuale di Bertolt Brecht: Tu piccola scatola, che ho tenuto stretta mentre fuggivo/ perché le tue valvole non si spaccassero,/ che ho portato dalla casa alla nave e dalla nave al treno,/ perché i miei nemici potessero ancora parlarmi/ accanto al mio letto, alla mia pena,/ l’ultima cosa la sera, la prima la mattina,/ delle loro vittorie e delle mie ansie,/ promettimi di non tacere all’improvviso. Serenella Gatti Linares Radio Città Fujiko via Giambologna, 4 - Bologna Tel.: 051/346458 - Fax 051/7401371 [email protected] BNB VIRTUAL COOP Cooperativa Sociale ONLUS Per il sociale Provincia 1 Settembre 2015 15 CASTENASO IL RICORDO DI UNA MEDAGLIA D’ORO, BRUNO TOSARELLI Nelle strade castenasesi la storia della Resistenza bolognese Partendo da piazza Bassi, il centro cittadino di Castenaso capoluogo, sino a raggiungere Villanova e il confine con il Comune di Bologna, la via nell’immediato dopoguerra fu dedicata Bruno Tosarelli. Un personaggio molto meno noto di altri della stessa toponomastica locale, come Galilei, Garibaldi, Galvani, Fermi, Einstein, e forse è utile far conoscere l’uomo a cui è stata dedicata la strada più importante del territorio comunale. Bruno Tosarelli, operaio, partigiano, nacque a Castenaso nel 1912. Antifascista sin da ragazzo fu arrestato, diciottenne, l’11 novembre 1930 nel corso di una retata che coinvolse circa 400 “sovversivi” bolognesi. Dopo nove mesi di carcere fu liberato ma sottoposto per due anni alla sorveglianza speciale. Fermato di nuovo nel 1936, indi rilasciato, espatriò clandestinamente nel 1937 per raggiungere le brigate internazionali che in Spagna combattevano a difesa della repubblica contro i falangisti del generale Francisco Franco appoggiati dai nazisti tedeschi e italiani. In Spagna prese parte a varie battaglie, restando ferito due volte, e fu anche promosso sul campo fino al grado di tenente. Nel 1939 lasciò la penisola iberica ma venne internato dai francesi che lo consegneranno alle autorità italiane nell’aprile del 1941. Il 13 giugno dello stesso anno fu condannato dal Tribunale speciale a 15 anni di carcere per l’attività politica svolta a Bologna. Nel frattempo si accrebbe a Castenaso l’opposizione popolare al regime fascista sia da parte degli operai, con la Baschieri e Pellagri in primo piano, sia da parte dei contadini e degli artigiani. Dopo il 25 luglio 1943, con la caduta di Mussolini, furono liberati molti detenuti politici tra i quali anche Tosarelli. Questi, benché ammalato, appena giunto a Castenaso si dedicò al compito di riunire attorno a sé gli antifascisti organizzandoli militarmente in previsione di una lotta popolare di liberazione. Dopo l’8 settembre le truppe tedesche iniziarono una campagna di saccheggio requisendo alla cittadinanza beni e viveri. A Castenaso l’ammasso fu svuotato dalla popolazione appena qualche ora prima dell’arrivo dei tedeschi che volevano requisire il grano. L’adesione alla lotta di liberazione nazionale fu qui tanto numerosa che molti partigiani furono mandati ad aggregarsi a gruppi di combattimento di altre zone, anche nel bellunese. Il 10 settembre 1944, Bruno Tosarelli e altri dirigenti partigiani, alla testa di circa 500 persone assaltarono il municipio distruggendo i documenti anagrafici per evitare che venissero utilizzati dai tedeschi per indirizzare i rastrellamenti. Reso evidente il ruolo di comandante ricoperto da Tosarelli questi si trasferisce in montagna dove partecipa a diverse azioni della brigata Bolero. In vista di una possibile insurrezione popolare, a Bologna, Bruno Tosarelli viene designato dal Cln al comando della VI zona operativa corrispondente al settore Murri-Castiglione. Il comandante non esitò ad assumersi tale compito nonostante sapesse di essere abbastanza noto in città. Fu infatti riconosciuto, arrestato e seviziato barbaramente. Il suo corpo fu trovato, il 5 ottobre 1944, abbandonato in una via del centro di Bologna straziato dalle torture e da numerosi colpi d’arma da fuoco. Alla sua memoria fu poi concessa la medaglia d’oro al Valore militare. Reparti partigiani riuscirono poi a raggiungere gli alleati e a combattere inquadrati nel nuovo esercito italiano con le Gap di Castenaso che parteciparono ai momenti salienti della lotta di liberazione; come la battaglia di Porta Lame; con parecchie decine i caduti e moltissimi i deportati. Alla liberazione il territorio di Castenaso presentava un aspetto di desolazione; il 70 percento delle case distrutto, ponti demoliti, campi minati e strade devastate. Pietro Tosarelli, padre di Bruno, nominato sindaco dal Cln, si dedicò alla ricostruzione di Castenaso nella memoria del figlio. Non è quindi un caso che la strada castenasese più importante sia stata dedicata proprio a questo combattente per la libertà. Altair Fare Arte è una mostra di pittura promossa dalla Fondazione Dopo di Noi Bologna Onlus, realizzata in collaborazione con Unindustria Bologna e patrocinata dalla Regione Emilia-Romagna. Le opere sono state realizzate dal Gruppo TIARINI22, un gruppo formato da artisti con disabilità e artisti professionisti. Il progetto, ideato da Andrea Benetti e Susanna De Paolis, si svolge presso la sede della Fondazione Dopo di Noi. Il progetto del Gruppo TIARINI22, iniziato nel 2009, si affianca ai progetti di autonomia abitativa della Fondazione. Grazie alle numerose edizioni del progetto si è creato un solido gruppo di artisti, che ha realizzato opere individuali e di gruppo, sotto la supervisione pedagogica della Fondazione Dopo di Noi. Fare Arte è una Mostra antologica che propone opere pittoriche realizzate individualmente e collettivamente a partire dal 2009 fino al 2015. Tutte le opere in mostra sono realizzate con colori acrilici usando come supporto la tela. Il Gruppo TIARINI22 ha finora coinvolto una ventina di partecipanti che di seguito menzioniamo: Paola Bartoli, Paolo Baschieri, Andrea Benetti, William Bersani, Luca Bordoni, Ivan Cattagni, Susanna de Paolis, Carolina D'Onofrio, Fabio Fiorini, Marina Guidi, Giada Giorgini, Massimo, Loberti, Renato Marino, Ivana Maggiori, Elisabetta Minarelli, Simona Nanni, Laura Panzacchi, Elena Roda, Patrizia Specchia, Tiziano Tassinari. G.C. Inaugurazione della Mostra: 7 settembre alle ore 16.30 Aperta il 7 e l'8 settembre 2015 Bologna Fiere - Padiglione 15 www.dopodinoi.org di Sonia Rabeccchi Via 2 Agosto 1980, n° 9 - 40019 Sant’Agata Bolognese Tel. 051.40.78.444 | [email protected] www.buonenotiziebologna.it L’ARTE CHE SI FA 16 Bologna da Scoprire BNB 1 Settembre 2015 www.buonenotiziebologna.it L’EMOZIONE DELL’INCANTO Santa Maria della Vita, Bologna, Via Clavature: farsi prendere sottobraccio dalla bellezza e se sia credente o meno non ha nessuna importanza, la bellezza non guarda in faccia nessuno! Chi scrive, si mette in relazione con le opere d’Arte con l’emozione più che lo studio e la conoscenza tecnica e se a distanza di secoli un quadro, una scultura, un’idea riescono a stupire e meravigliare eliminando di fatto la barriera spazio-tempo, allora vuol dire che la Magia esiste. La Chiesa di Santa Maria della Vita fu fondata nel 1260 dalla Confraternita dei Battuti, seguaci SOSTIENI BNB DONANDO ALLA VIRTUAL COOP Cooperativa Sociale ONLUS Disabili che lavorano... Bene! di Cristo che si “battevano”, si imponevano punizioni penitenziali, usando il flagello che era, insieme alla doppia Croce, il simbolo dell’ordine religioso, dedicandosi nell’antica chiesa all’accoglienza dei pellegrini e alla cura dei malati. La chiesa, venne ampliata fra il 1454 e il 1502 e ricostruita alla fine del sec. XVII dall’architetto G.B. Bergonzoni dopo il crollo del soffitto avvenuto nel 1686 a causa di un rovinoso terremoto. Nel 1787 venne completata la cupola, su disegno di A. Galli Bibiena, mentre la facciata fu realizzata nel 1905. In questa ostrica marmorea scintillano due perle che lasciano letteralmente senza fiato, uno è “Il Compianto” di Niccolò dall’Arca e l’altro è “L’Oratorio” dove si può ammirare “Il transito della Vergine” di Alfonso Lombardi e non solo. Il Compianto, situato alla destra dell’altare maggiore è inspiegabile, le parole sono troppo limitative e difficilmente riescono a descrivere tanta atroce e feroce bellezza ed anche se non ci si interessa di Arte considerandola “cosa” lontana e indecifrabile, chi si mette di fronte a questo enigma rinascimentale, rimane spiazzato, catturato, conquistato dalle figure in terracotta forgiate dal genio creativo di Niccolò dall’Arca, datato anno più anno meno, intorno al 1463 e all’improvviso la scena sacra e del mito, diventa irrimediabilmente vicenda umana. Nel libro “Le faville del maglio” un adolescente Gabriele D’Annunzio descrive il suo “incontro” con l’urlo di pietra della Maddalena: “Intravidi nell’ombra non so che agitazione impetuosa di dolore. Piuttosto che intravedere, mi sembrò esser percosso da un vento di dolore, da un nembo di sciagura, da uno schianto di passione selvaggia.” Non sempre i responsabili del Santuario sono stati benevoli nei confronti del capolavoro di Niccolò dall’Arca. Con la scusa che impressionavano i pazienti dell’antico “spitale” lo esiliarono in una nicchia sperduta per poi “buttarlo” in strada, esposto alle intemperie nei pressi del mercato, facendo così perdere il colore originario, del quale oggi ci sono solo lievi tracce. Da qui la tremenda e ingiuriosa fama dei bolognesi, che in dialetto le definirono “le burde”, le streghe. In poche parole vi sto invitando a vederlo, guardarlo, ammirarlo in tutto il suo doloroso splendore, lascio a voi le considerazioni. È completamente gratuito come gratuito è l’ingresso nel Santuario di Santa Maria della Vita e all’antico Oratorio dei frati, dove tra dipinti seicenteschi e statue in stucco dei Santi che lasciarono a Bologna una notevole impronta, un soffitto a cassettoni primo esempio di barocco bolognese in stile veneziano seicentesco, c’è una scena in terracotta con 15 statue gesticolanti, che conducono la Madonna al sepolcro. Sono gli Apostoli raffigurati nell’attimo in cui inveiscono contro l’ebreo Anania, reo di aver provato a ribaltare il sudario della Vergine, un brano tratto dai Vangeli Apocrifi. È la sublime statuaria di Alfonso Lombardi e del suo “Transito della Vergine” realizzato tra il 1519 ed il 1522, e ricollocato nel rifacimento dell’oratorio, in una “strana” prospettiva. Vi è posto anche per il Museo della Sanità, che conserva la testimonianza dell’attività di cura a cui questo luogo era originariamente destinato. Il complesso museale appartiene all’Azienda USL di Bologna e dal 2007 è una delle sedi del “Museo della città - Genus Bononiae” con la partecipazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna. In agosto Bologna si svuota, diventa vivibile e magica e se volenti o nolenti rimarrete in città e non sapete cosa fare vi do una dritta: fate i turisti nella vostra città e invece di vedere, guardate. Enza Pallara Sostieni donando il a 2016 2016 Spazzi pubblicitari per enti, aziende e privati [email protected] | 051 533106 BNB Passioni 1 Settembre 2015 17 FENG SHUI E MANIFESTAZIONI ENERGETICHE STAGIONALI Settembre è il mese del ripensamento sugli anni e sull’età, dopo l’estate porta il dono usato della perplessità (…)”. Introduco le energie stagionali con la Canzone dei dodici mesi di Guccini per la sua capacità di descrivere un momento dell’anno con lo stato d’animo che ne scaturisce. In modo analogo il Feng Shui connota la qualità della vita in relazione all’azione del Sole e definisce la sua influenza con le caratteristiche dei 5 elementi: LEGNO, FUOCO, METALLO, ACQUA e TERRA. Ogni stagione diventa espressione di un’energia: la primavera dell’energia Legno per la sua prerogativa all’espansione, alla crescita; l’estate dell’energia Fuoco per la massima attività della natura e lo splendore che la contraddistingue; l’autunno dell’energia Metallo per la sua capacità di contrazione, di concentrazione; l’inverno dell’energia Acqua perché è tempo di riposo e quiete. La Terra, col suo potere stabilizzante, pur non avendo una stagione di riferimento, si rivela nei momenti di passaggio da un’energia all’altra. Ogni energia, con peculiarità di un elemento, ha manifestazione ciclica a livello temporale, come le stagioni appunto e ne diventa l’emblema per associazione. L’Autunno per esempio, quando le energie si concentrano e i frutti si riducono a semi, è come il Metallo che diventa forte e dà il meglio di sé quando solidifica. Settembre, anche se considerato tarda estate, energeticamente è già autunno: è il momento in cui la natura, raggiunto il culmine della crescita durante l’estate, ha ormai intrapreso la sua parabola discendente. Anche se cogliere i cambiamenti attraverso le variazioni climatiche stagionali è sempre piuttosto immediato, a Settembre lo è in special modo perché il passaggio all’energia Metallo, (avvenuto il 5 agosto nel calendario solare) è diventato eclatante; si avverte che ci stiamo inoltrando nella fase yin dell’anno, nella fase in cui le ore di luce saranno sempre meno e che raggiungerà il suo massimo nel solstizio d’inverno intorno al 21 dicembre. L’energia Metallo quindi, si manifesta nel concretizzare e distillare (come avviene durante la vendemmia e la raccolta delle olive), assumendo qualità proprie della funzione solare autunnale. Il Feng Shui, interessandosi all’influenza che hanno i luoghi sulla nostra vita, coniuga le energie stagionali alle DIREZIONI cardinali e riconosce l’azione del Metallo ad OVEST e NORD OVEST perché, anche se il Sole cala ad ovest, la sua azione continua finché si protrae l’irradiamento. Un luogo con questa esposizione avrà caratteristiche energetiche autunnali e, come nella strofa successiva della Canzone dei dodici mesi: “Ti siedi e pensi e ricominci il gioco della tua identità, come scintille brucian nel tuo fuoco le possibilità (…)” una disposizione alla valutazione, all’introspezione, alla riflessione. In conclusione, un’analisi Feng Shui porta a classificare gli spazi influenzati dall’energia Metallo come posti con una forte componente yin, che sostengono una ricerca di concretezza e stabilità, di semplicità ed essenzialità. Le abitazioni che hanno questa direzione si rivelano dei luoghi tranquilli dove vivere, con una propensione alla calma ed il riposo. Conciliano l’autostima e per questo supportano l’autorità, chi ha un ruolo di comando all’interno di una gerarchia e sono spazi adatti a completare e strutturare quello che si è creato in precedenza. Rosalba Solimena resterà aperta fino al 25 ottobre. Sarà davvero un’esperienza unica, anche solo passeggiare per il borgo storico e per la rinnovata Toscanella respirando i sapori e l’atmosfera indimenticabile di un paesino ancora capace, dopo cinquant’anni, di portare l’arte, il disegno e la pittura fin sulle case e la quotidianità delle persone. Ilaria Perrone Biennale d’Arte Muro Dipinto Ufficio Stampa: Vinicio Dall’Ara Telefono: +39 0542 602240 www.murodipinto.it Consulente Feng Shui Diplomata presso Creative Feng Shui Iscritta alla SIAF (Società Italiana Armonizzatori Familiari) [email protected] XXV BIENNALE DEL MURO DIPINTO DI DOZZA Dal 14 al 20 Settembre a Dozza e Toscanella La Biennale del Muro Dipinto di Dozza sta per incominciare. Questa kermesse da 50 anni trasforma i palazzi, le case, le scuole e gli uffici di uno dei più bei borghi d’Italia in tele d’artista. Affreschi, stucchi e acrilici che tingono i muri di Dozza sotto gli occhi dei visitatori. Anche la frazione di Toscanella è protagonista: mentre il borgo antico rivive i sapori di un tempo, la frazione di Toscanella di rianima sotto le mani di writers d’eccellenza capaci di raccontare la quotidianità con i suoi linguaggi contemporanei. Il sipario sarà alzato lunedì 14 settembre alle 11 nella cornice della Rocca sforzesca, con la presentazione di tutti gli artisti. Protagonisti di questa edizione fortemente rinnovata pur nel solco della tradizione, saranno artisti di comprovata fama italiana e internazionale: Umberto Zanetti, maestro nell’arte del vetro, la pittrice Maria Agata Amato (Accademia Belle Arti di Bologna), Omar Galliani (Accademia Belle Arti di Brera), e infine illustratori come Paolo Barbieri e Maria Di Stefano fino al vignettista e disegnatore Fabrizio “Bicio” Fabbri. Non solo arte in questa edizione. Fervono da mesi i preparativi per quella che sarà una settimana di eventi, mostre, concerti, installazioni, incontri. Dopo l’apertura lunedì 14 Settembre, prendono vita le iniziative collaterali. Mercoledì 16 dalle 15 appuntamento con #MuroParlante, che vede protagonisti i racconti dei cittadini di Dozza che faranno rivivere la storia del Muro tramite un video realizzato dalla Fondazione Dozza Città D’Arte. A seguire alle 20#MuroDipintoShow, una serata da non perdere con grandi ospiti sul palco allestito davanti alla Rocca. Spazio anche alla musica, con l’esibizione Motaprevista per giovedì 17 alle 21: si tratta di una performance video sonora a cura di Federico Squassabia e Fabrizio Rivola. Da giovedì 17 fino a domenica 20 è poi possibile partecipare a #ilMuroinCantina, con visite guidate ai murales della Cantina Bassi in vicolo Campeggi. Venerdì 18 è invece la volta dell’iniziativa Tecniche di restauro e conservazione realizzata a cura delle Accademie delle Belle Arti di Bologna e di Brera e che si svolgerà durante l’intera giornata, mentre alle 21 Concerto per sax e pianoforte con Letizia Ragazzini e Luigi Moscatello, un’iniziativa a cura dell’Associazione Musicale Dozzese. Sabato 19 in serata sul palco davanti alla Rocca gran finale con Ladri di T3erze in concerto. Infinedomenica 20 la cerimonia di chiusura di questa edizione. Nel corso della settimana sarà poi realizzato uno speciale annullo filatelico e saranno proposti laboratori didattici per bambini. Il Muro e l’Enoteca Regionale. Forti di una collaborazione e di una sintonia che va ben oltre la convivenza all’interno della Rocca sforzesca, Fondazione Dozza Città d’Arte ed Enoteca Regionale Emilia Romagna in occasione della XXV Biennale del Muro Dipinto propongono una serie di eventi legati all’enogastronomia del territorio con un wine bar allestito nei pressi del palco. Si parte domenica 13 settembre dalle 15 alle 18.45 con un’anteprima dal titolo Aspettando il Muro Dipinto, in occasione della quale verrà allestito un banco d’assaggio dell’Albana, il vino autoctono di Dozza. Venerdì 18 settembre alle 20.30 c’è Cocktails DiVini dove l’arte del vino e della miscelazione si uniscono in un imperdibile connubio (3 vini + 3 cocktail, costo 25 euro e prenotazione obbligatoria). Infine domenica 20 settembre per la cerimonia di chiusura dalle 15 alle 18.45 c’è Arrivederci alla prossima Biennale con il bando d’assaggio del Malvasia, un bianco elegante aromatico (3 calici al costo di 6 euro). Il Muro Dipinto continuerà però a fare parlare di sé anche a manifestazione conclusa: è infatti in programma per sabato 10 ottobre alla Rocca sforzesca la Giornata internazionale del Contemporaneo organizzata dall’Associazione Amici Musei d’Arte Contemporanea Italiani, nel corso della quale si terrà un incontro con Pierluca Nardoni su Ilario Rossi e a seguire visita guidata alla mostra #Fondamenta che MAMbo Ufficio Stampa: Elisa Maria Cerra Telefono: +39 051 6496653 – 608 Fondazione Dozza Città d’Arte tel / fax 0542 – 678240 www.buonenotiziebologna.it Autunno e Corrispondenza Direzionale “(…) Arte Vir BNB 1 Settembre 2015 www.buonenotiziebologna.it contattaci Tel. 051 533106 QUANDO L’AMERICA SOGNAVA CON BETTIE PAGE Una mostra omaggia la figura della più grande Pin Up del novecento dimenticare per qualche attimo le afflizioni quotidiane. Negli anni ’40, durante il secondo conflitto mondiale, molte riviste popolari statunitensi iniziano a pubblicare foto di ragazze belle e sorridenti in costume da bagno o biancheria intima: esplode il fenomeno delle ragazze Pin Up (che significa “da appendere”). Queste foto incontrano un successo travolgente fra i soldati americani impegnati in guerra, che le appendono sulle pareti, negli armadietti o nelle tende. Addirittura alcune immagini di ragazze Pin Up vengono dipinte sugli aerei che partono per bombardare i nemici. Il fenomeno continua anche nel dopoguerra, quando queste icone femminili aiutano il genere maschile a superare i traumi della guerra e a ritornare alla normalità e la società americana a nascondere le pulsioni aggressive di una società violenta e razzista. Sì perché la Pin Up non è mai altera, inarrivabile o tigre mangia uomini, bensì mescola alla seduzione delle sue forme scostumate, un che di candido e di accogliente che rassicura l’uomo e lo fa sentire a suo agio. È la classica brava ragazza della porta accanto sorpresa casualmente nell’atto di spogliarsi o vestirsi, che mostra (o finge?) imbarazzo e pur tuttavia non si sottrae alla vista maschile, contenta di aver creato una comunicazione visiva carica di intimità e dolci promesse. E la classica brava ragazza americana, www.virtualcoop.net CORSO di BASE per Personal Computer Bettie Page, Pin Up degli anni Cinquanta Curiosa e interessante mostra in chiave nostalgica, più importante per un’analisi di costume sugli anni cinquanta del secolo scorso, che per un intrinseco valore artistico. Con 55 immagini originali, la galleria Ono Arte Contemporanea di Bologna ricorda e rende omaggio a Bettie Page. Chi era costei? Oggi questo nome dice poco e niente, ma negli anni ’50 Bettie era una vera immagine di culto che, grazie alla generosa esposizione del proprio corpo (con foto che oggi possiamo considerare moderatamente erotiche, ma che all’epoca erano considerate altamente trasgressive e peccaminose) accendeva le fantasie più ardite dell’americano medio, spingendolo a op 18 al Co tu bella e accogliente, è per l’appunto la nostra Bettie, che conserva l’espressione ingenua della ragazza del sud degli Stati Uniti, dove è nata nel 1923 a Nashville, in Tennessee. E questa genuinità sorridente, questo buon sapore di campagna sarà il marchio che le garantirà il successo. Di umile famiglia, cresce nel periodo della grande depressione. La bellezza sarà per lei sempre una fortuna e una condanna, nel corso dell’infanzia verrà molestata dal padre che la toccava e riceverà sempre apprezzamenti pesanti dagli uomini. A dieci anni, quando i genitori divorziano, è costretta a trasferirsi in un collegio insieme alla sorella e a rimanervi per un anno. Fu una studentessa modello e si laureò in arte. Trasferitasi a New York lavorava come segretaria e studiava recitazione, nutrendo il sogno di diventare attrice. Ottenne solo qualche ruolo secondario in commedie di poco valore, finché entrò per caso nel giro clandestino della fotografia erotica e iniziò a lavorare come fotomodella posando nuda o poco vestita, in oscuri scantinati in cui venivano allestiti i set fotografici. Nel ’51 le foto iniziarono a essere pubblicate su riviste specializzate. Iniziò a farsi fotografare in pose sado-maso, con frustini e stivaloni in pelle, genere illegale venduto sottobanco o spedito per corrispondenza in gran segreto. Queste ultime foto oggi sembrano persino un po’ ingenue e buffe e ci fanno sorridere, ma all’epoca scoppiò un grande scandalo, perché quelle immagini furono giudicate dai benpensanti non solo immorali, ma addirittura capaci di corrompere l’intera nazione e di condurla verso un pericoloso e inarrestabile declino! Se pensiamo a tutte le guerre combattute dagli Stati Uniti dagli anni ’50 ad oggi, con tutto il suo corollario di lutti e distruzioni, capiamo come tale giudizio risulti davvero ridicolo! Ad ogni modo la carriera di Bettie nel 1957 subì un brusco arresto. Eppure questi pochi anni l’hanno resa la regina delle Pin Up e addirittura icona di prima grandezza della cultura del novecento, simbolo immortale di una femminilità sensuale e tenera, trasgressiva e ingenua; una dolce compagna delle intime fantasie maschili, un modello di emancipazione femminile caro a tutte le donne che rivendicano un ruolo di protagonista nella società. Una figura che ha dato il suo contributo alla campagna di liberazione dei costumi sessuali, in una società ipocrita che condannava l’erotismo e poi con la massima disinvoltura armava il proprio esercito e finanziava guerre. Nel 2008, durante il suo funerale fu distribuito un opuscolo contenente le sue ultime parole: “Non ho cercato di essere scandalosa o di essere una pioniera. Non ho cercato di cambiare la società o di anticipare i tempi. Non ho pensato di essere un’emancipata e non credo di aver fatto qualcosa d’importante. Sono solo stata me stessa. Non conosco altro modo di essere o di vivere”. Parole così semplici eppure così penetranti di una brava figlia del profondo Sud, che sottolineano il mistero del fascino di una donna normale, apparentemente uguale a tante altre, così straordinaria nella sua ordinarietà. Ugo De Santis Bettie Page: The Original Pin Up Ono Arte Contemporanea Via Santa Margherita, 10 - Bologna Ingresso gratuito Da sabato 29 agosto a martedì 29 settembre 2015 Dal martedì al sabato 10-13 e 15-19.30 Domenica e lunedì chiuso 1 Settembre 2015 LABORATORIO DI SCRITTURA CREATIVA “UMAFEMINITÀ” Per un uso non sessista della grammatica italiana Negli anni ’80 del Novecento uscirono le “Raccomandazioni per un uso non sessista della grammatica italiana” per gli insegnanti di ogni ordine e grado. Che fine hanno fatto questi suggerimenti? Sono stati o no seguiti dagli insegnanti e dagli alunni? Hanno inciso sui costumi della società? Non esistono statistiche al riguardo. Per quello che ne so, i cambiamenti ci sono stati, ma non del tutto soddisfacenti. Al punto tale che di recente è uscita un’Antologia che parla di questo problema e che mi sembra l’ultima novità interessante sull’argomento. Si tratta di “Umafeminità- Cento poet* per un’innovazione linguistico-etica, a cura di Nadia Cavalera, intellettuale e poeta di Modena. Come scrivere? Ad esempio, “poeti e poete oppure poeti/e o poeti e poetesse o poet*”? Ancora si discute! Il neologismo “Umafeminità”, (con una sola “m”, alla latina), da sostituire a “Umanità” viene proposto dalla Cavalera per schierarsi contro il sessismo linguistico, per ricomporre l’atavico conflitto fra i generi, per rilanciare il sogno della complementarietà più pacifica. Oggi è indispensabile per la sopravvivenza della specie stessa. Secondo me, questo libro dovrebbe essere adottato a scuola, perché ciò che conta è educare le nuove generazioni a un cambiamento di mentalità. Si tratta di una rivendicazione della parità linguistica nella grammatica, ma anche di una rivalutazione della parità fra uomo e donna e di una valorizzazione della figura femminile portatrice di Pace. Anche l’uomo, riscoprendo la sua parte “feminile”, può sfuggire ai condizionamenti a cui è stato sottoposto da una società violenta. Indubbiamente c’è un rapporto fra lingua e rappresentazione della società. Questi studi sono iniziati negli anni ’60 negli Usa e in Gran Bretagna, per poi estendersi ovunque e anche in Italia. La grammatica italiana rispecchia la società patriarcale in cui è nata e dà prevalenza al genere maschile. Ad esempio, se ci sono dieci donne e un solo uomo, bisogna concordare al maschile plurale... Esistono tantissimi vocaboli che al maschile sono positivi, ma con l’aggiunta di una semplice “a” diventano negativi. Se la lingua non nomina mai il femminile, come fa una donna, e ancor prima una bambina, ad esistere, a conoscere la propria identità? Dopo secoli di oscurantismo delle regole della grammatica nei confronti delle donne, oggi non è più accettabile! Bisogna ripartire dalla correttezza della lingua, dalla scelta delle parole, dalla scuola, per ripristinare il rispetto delle differenze di genere fra i due sessi, fin dalla più tenera età. Serenella Gatti Linares UMAFEMINITÀ. Cento poet* per un’innovazione linguistico-etica, a cura di Nadia Cavalera, Joker, Novi Ligure, 2014, euro 13 19 Suggerimenti per aspiranti scrittori/trici Lezione numero 7 chiara la struttura da dare. Gli arcaismi vanno usati con cautela. Preferibile un linguaggio piano, naturale, elegante. Ogni personaggio deve avere il suo specifico lessico. Occorre evitare i cliché del genere (es.: elfi, sogni, signore del male, ecc.), che rischiano di interrompere l’azione. Valida l’alternanza dei punti di vista. Lo stile è il modo in cui l’autore/trice vede il mondo; quindi, lo stile è il libro. Qualunque sia il genere, gli elementi centrali della narrazione sono: personaggi- azione- tramastruttura. La trama dev’essere complessa e coerente. La successione degli eventi deve avere una concatenazione logica fra causa ed effetto. L’azione deve creare la tensione narrativa: accade qualcosa che fa accadere qualcos’altro. Coerenza narrativa vuol dire che i contenuti della storia sono in un quadro in cui ogni elemento è al posto giusto. Lo schema d’azione di una storia deve rispondere alle famose cinque domande della comunicazione: 1) Chi?; 2) Che cosa?; 3) Dove?; 4) Quando?; 5) Perché? Il lettore si pone alcune domande, insieme allo scrittore, che risponderà a tali domande né troppo presto né troppo tardi, dopo avere disseminato tracce e allusioni, in modo da spingere il lettore a scoprire cosa c’è dietro al racconto. Il numero ideale dei personaggi è tre. La storia deve adattarsi ai personaggi, non il contrario. I personaggi devono sapere guidare l’azione. Per il lettore i personaggi devono essere insieme familiari e imprevedibili. Devono avere una loro identità, essere convincenti e riconoscibili, prendere vita. La finzione narrativa si occupa delle trasformazioni subite da un personaggio dopo pressioni psicologiche che determinano comportamenti mai visti in precedenza. Dunque le emozioni devono essere coerenti con le azioni. Un mistero risolto è rassicurante, ma oggi i romanzieri tendono a lasciare il finale irrisolto. Il mistero più grande di tutti, infatti, è il cuore umano. Non più soltanto il conflitto tradizionale fra bene e male, ma anche fra bene e bene. In presenza di un conflitto ambiguo, il personaggio deve indossare due maschere: una evidente, una nascosta, con contraddizioni dagli esiti imprevedibili. I problemi ci obbligano ad una decisione e alla fine non ci sono né vinti né vincitori. Nella letteratura e nella vita. S. G. L. Questa volta parliamo del genere “fantasy”, che si collega agli archetipi universali. Si basa sulla fantasia, però ha regole interne a cui attenersi, ha un suo linguaggio. Crea un mondo parallelo, secondario, che deriva, però, dalla realtà. Si pone le grandi domande etiche in un mondo di magia e avventura. E’ un modo diverso di accostarsi alla realtà, iperrealistico o surrealistico. Il fantasy è fra passato e presente; fra i due occorre trovare un equilibrio. La fantascienza mette in campo il possibile; il fantasy gioca con l’impossibile. I sottogeneri sono sette: 1) “fantasy alto o epico”; 2) “fantasy heroic” (gli eroi sono paladini tormentati che viaggiano e che devono salvare la Terra); 3) “dark fantasy o horror”; 4) “urban fantasy” (contemporaneo e realistico); 5) “fantasy storico” (sia fantasia sia contesto storico ricostruito); 6) “fantasy comico” (giocare con i cliché del genere, tramite metafore del reale); 7) “fantasy rosa o erotic” (amore e soprannaturale mescolati). Non si deve eccedere; bisogna evitare le spiegazioni didascaliche e i noiosi preamboli. L’azione, sia fisica sia spirituale, deve prevalere sull’esposizione. Prima di iniziare, bisogna avere CENTO (Fe) Via Ferrarese, 37/c Tel. 051.901111 CASALECCHIO DI RENO (Bo) Via Porretana, 522 Tel. 051.577494 PEGOLA DI MALALBERGO (Bo) Via Nazionale, 351 Tel. 051.6601192 VILLANOVA DI CASTENASO (Bo) Via Tosarelli, 171 Tel. 051.6053414 www.buonenotiziebologna.it BNB Creatività 20 Almanacco BNB 1 Settembre 2015 CALVINO, SCRITTORE ‘FANTASTICO’ www.buonenotiziebologna.it Italo Calvino, scrittore italiano, è nato a Santiago de Las Vegas de La Habana a Cuba il 15 ottobre 1923. Suo padre Mario Calvino era un agronomo ed era originario di Sanremo. Sua madre Eva Mameli era una docente universitaria di botanica originaria di Sassari. La famiglia Calvino si era trasferita a Cuba dall’Italia perché Mario Calvino dirigeva una Stazione Agronomica per la lavorazione della canna da zucchero. Nel 1925 la famiglia Calvino è rientrata a Sanremo dove il padre Mario gestiva la stazione Agronomica floreale di Sanremo. Nel 1927 è nato il fratello Floriano che diventerà un geologo e un professore universitario. Anche se la famiglia Calvino era di idee liberali e antifasciste il piccolo Italo diventa un balilla. Nel 1934 dopo aver superato l’esame di ammissione Calvino viene iscritto al Liceo “Cassini”. In questo periodo il giovane Calvino si appassiona al cinema al teatro e alla letteratura. Calvino viene esonerato dall’ora di religione essendo di confessione valdese. Dopo essersi diplomato nel 1941 Calvino si è trasferito a Torino e si è iscritto alla Facoltà di Agraria ma ha sostenuto solo pochi esami. In questo periodo Calvino lavora come vignettista e caricaturista per le riviste “Bertoldo” “Marc’Aurelio” e “Settebello”. Nel 1942 Italo Calvino ha scritto il suo primo racconto “La commedia della gente”. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 Calvino ha vissuto in clandestinità per non rispondere alla chiamata alle armi dei repubblichini. Nel 1944 Calvino ha aderito alla Brigata “Garibaldi” e ha assunto il nome di battaglia di “Santiago” in ricordo di Santiago de Las Vegas, il paese dove è nato. Nel marzo 1945 Calvino ha partecipato alla battaglia di Baiardo una delle ultime battaglie partigiane. Sempre nel 1945 Calvino hs lasciato la Facoltà di Agraria e si è iscritto a Lettere. Nel 1946 Calvino ha scritto il suo primo romanzo “Il sentiero dei nidi di ragno” pubblicato nel 1947 ed ambientato in Liguria nel periodo della lotta partigiana. Nel dopoguerra Italo Calvino ha aderito al Partito Comunista. Calvino ha vinto un concorso letterario con il racconto “Campo di mine” indetto da”L’Unita”. Dopo aver abbandonato la Facoltà di Agraria Italo Calvino si è iscritto alla facoltà di Lettere a Torino e si è laureato nel 1947 con una tesi su Joseph Conrad. Nel 1949 Calvino ha pubblicato una raccolta di racconti intitolata “Ultimo viene il corvo”. Collabora con diverse riviste e ha pubblicato dei racconti come “La formica argentina” e le prime novelle di “Marcovaldo”. Sconvolto dal suicidio di Cesare Pavese (19081950) Italo Calvino ha iniziato a viaggiare all’estero in Unione Sovietica. Il 25 ottobre 1951 gli muore il padre Mario. Con gli appunti del viaggio in Unione Sovietica Italo Calvino ha vinto il Premio Saint Vincent. Nel 1952 Calvino ha scritto due romanzi “I giovani del Po” e “Il visconte dimezzato”. Nel 1953 lo scrittore ha pubblicato “Marcovaldo le stagioni in città”. Nel 1956 Italo Calvino ha pubblicato “Fiabe italiane” una raccolta di 200 fiabe narrate in Italia e tradotte in italiano dai vari dialetti italiani. Nel 1957 Calvino ha pubblicato il romanzo “Il barone rampante”. Ambientato in un paese immaginario della Liguria viene narrata la vita del barone Cosimo Piovasco di Rondò che a causa di un banale litigio col padre passerà il resto della sua vita sugli alberi. Nel 1959 è uscito il romanzo “Il cavaliere inesistente” sul cavaliere Agilulfo e sul suo bizzarro scudiero Gurdulù ed è ambientato in un Medioevo immaginario. La sua fama è ormai nota e il popolare scrittore parte per un viaggio nelle principali città degli Stati Uniti. Sull’isola di Maiorca in Spagna Calvino ha ricevuto il Premio Internazionale Formentor. Dal 1955 al 1958 Italo Calvino ha avuto una relazione con l’attrice Elsa De Giorgi. Nel 1962 Calvino si reca a Parigi per una serie di conferenze e qui conosce la traduttrice argentina Ester Judith Singer che lavorava anche per l’UNESCO. Nel 1963 è uscito il romanzo breve “La giornata di uno scrutatore” che narra di una giornata trascorsa da Amerigo Ormea come scrutatore durante le elezioni del 1953 Nel 1964 Calvino si reca a Cuba per sposarsi con la Singer e in quest’occasione conosce Ernesto Che Guevara. Alla fine del 1964 la famiglia Calvino è rientrata in Italia. Nel 1965 a Roma è nata la figlia Giovanna. Il 12 febbraio 1966 gli muore l’amico Elio Vittorini al quale Calvino dedica il saggio “Vittorini progettazione e letteratura”. Nell’estate 1967 la famiglia Calvino si trasferisce a Parigi. Nei salotti parigini Italo Calvino frequenta gli intellettuali francesi come Georges Perec, Francois Le Lionnays, Jacques Robaud e Raymond Queneau. Nell’ottobre 1967 Ernesto Che Guevara viene ucciso in Bolivia e nel 1968 un articolo di Calvino sul Che Guevara viene pubblicato sulla rivista “Casa de las Americas”. Nel 1968 col racconto “Ti con zero” Calvino ha vinto il “Premio Viareggio”. Tra il 1969 e il 1973 il celebre scrittore ha collaborato a diversi progetti letterari. Nel 1969 ha pubblicato il racconto “Il castello dei destini incrociati”. Dopo aver pubblicato i saggi “Osservare e descrivere” e “Problema da risolvere” nel 1971 Italo Calvino ha pubblicato la raccolta di novelle “Gli amori difficili”. Nel 1972 è uscito il romanzo “Le città invisibili” ambientato ai tempi di Marco Polo. Nel 1974 Calvino ha iniziato la collaborazione col “Corriere della Sera” e ha pubblicato due lavori autobiografici il primo “Ricordo di una battaglia” sulla sua esperienza di partigiano e il secondo “Autobiografia di uno spettatore” sulla sua passione per il cinema. In questi anni Italo Calvino ha fatto costruire la sua villa di Roccamare a Castiglione della Pescaia (GR) che sarà la sua casa delle vacanze. Nel 1975 inizia per Calvino un periodo di viaggi. Prima si reca in Iran dove per conto della RAI cura il programma radiofonico “Le città della Persia”. Nel 1976 si reca negli USA, in Messico e in Giappone per una serie di incontri e di conferenze. Nel 1979 Calvino ha iniziato la sua collaborazione con “La Repubblica” e in quell’anno è uscito il romanzo “Se una notte di inverno un viaggiatore” che narra della difficoltà di un lettore a leggere i romanzi. Nel 1980 la famiglia Calvino si è trasferita a Roma. Sempre nel 1980 Calvino a pubblicato la raccolta di saggi “Una pietra sopra”. Nel 1983 il celebre scrittore ha pubblicato il romanzo “Palomar” che narra delle difficoltà di un uomo nell’approcciarsi al mondo. Nel 1984 Italo Calvino ha pubblicato la raccolta di saggi “Collezioni di sabbia” e nello stesso anno si è recato in Argentina dove si è incontrato col presidente argentino Raul Alfonsin. Il 6 settembre 1985 nella sua villa di Roccamare Calvino ha avuto un ictus cerebrale. Italo Calvino è morto a Siena all’Ospedale di Santa Maria della Scala all’età di 61 anni per un’emorragia cerebrale. È stato istituito il “Premio Italo Calvino” Italo Calvino è ricordato sia in Italia che a Cuba. Alessandro Legnani LA PRESA DI ROMA La presa di Roma detto anche “La breccia di Porta Pia” è il primo film proiettato in Italia. Il film è stato proiettato il 20 settembre 1905. Altre fonti danno la prima proiezione al Cinematografo di Livorno il 16 settembre. Per la proiezione del film il regista Filoteo Alberini (1867-1937) ha ottenuto il permesso di utilizzare un maxischermo piazzato proprio davanti a Porta Pia. A quell’epoca si festeggiavano i 35 anni di Roma capitale. Le tecniche utilizzate per il montaggio della pellicola apriranno la strada per la realizzazione dei kolossal. Nel 2005 a cent’anni dalla sua prima proiezione “La presa di Roma” è stato restaurato e dei 250 metri originari di pellicola ne sono stati conservati solo 75 metri presso la Cineteca Nazionale di Roma. La ricostruzione storica è molto realistica e si parte dall’assalto dei bersaglieri italiani fino alla resa de Pio IX e delle truppe pontificie. Alla proiezione del film hanno assistito numerose persone grazie alla campagna pubblicitaria effettuata tramite dei volantini. Nel 1906 Filoteo Alberini ha fondato una casa cinematografica la Cines che con alterne vicende ha proseguito la sua attività fino al 1958. Inoltre Filoteo Alberini ha inventato e perfezionato il cinematografo. Il cinematografo era stato progettato anche dai fratelli Lumiere. A. L. BNB La Credenza 1 Settembre 2015 L’UVA POLLO ALL’UVA Ingredienti 4 petti di pollo 50gr burro 2 cucchiai d’olio mezzo bicchiere di Marsala mezzo bicchiere sherry secco brandy un dado uva bianca prezzemolo tritato 10gr zucchero sale, pepe noce moscata Mondate ed eliminate gli ossicini dal petto di pollo, metteteli in una terrina coprendoli con il Marsala e lo sherry, insaporiteli con il sale, il pepe e il prezzemolo. Coprite con pellicola e fate marinare 2-3 ore. In una padella fate sciogliere una noce di burro, 2 cucchiai di brandy, zucchero, 20 acini d’uva. Fate ridurre il fondo di cottura a fuoco vivo e poi togliete dal fuoco. Sgocciolate i petti di pollo dalla marinata e rosolateli in una padella con olio, burro. Quando saranno dorati irrorateli con la loro marinata e fatela evaporare. Unite il dado sbriciolato, mezzo bicchiere d’acqua, coprite, fate cuocere 10 minuti. A cottura ultimata aggiungete l’uva che avete preparato, la noce moscata e lasciate insaporire qualche minuto. Impiattate con altri acini d’uva divisi a metà. BRUSCHETTE SAPORITE consumarla: ricordatevi, in questo caso, di eliminare buccia e semi. Bisogna fare attenzione a non abusarne nel caso si stia seguendo una dieta e se si soffre di diabete. Questo in generale per quanto riguarda l’uva di uso quotidiano. Esiste anche la cosiddetta uva sultanina di origine greca, turca e iraniana che, dopo un processo di essiccazione viene trasformata in uva passa. Si tratta di un’uva caratterizzata da piccoli acini, senza semi e di colore prevalentemente bianco. Gli acini sono tendenti al verde chiaro sebbene, raggiunto un certo livello di maturazione, possono assumere una colorazione ambrata. Sono l’Australi e la Turchia i maggiori produttori al mondo di questa tipologia ma adesso si sta diffondendo anche in America. Questo tipo si usa aggiunta alla pasta del pane, alla frutta cotta, si sposa a meraviglia con il baccalà, nella pizza con ACINI D’UVA ALLA CREMA DI RICOTTA cipolle alla pugliese o ancora nelle zucchine ripiene all’orientale. Non scordiamoci che entra a far parte di molte ricette siciliane come la caponata. Prima di utilizzarla bisogna solo ricordarsi di metterla in ammollo in acqua, latte o liquori per qualche minuto. Vale la regola di non eccedere nel mangiarla se si soffre di obesità: trattandosi di un alimento disidratato non contiene molta acqua e ciò va a discapito di una delle principali funzioni della frutta e cioè il suo apporto idrico, funzionale per dimagrire. Come abbiamo già accennato, si può consumare in mille modi: in macedonia, ridotta in succo, in molti dolci tradizionali, come vincotto... Allora adesso vediamo qualche ricetta sfiziosa e... insolita... non la solita torta! Buon appetito e provate per credere! Valentina Trebbi Ingredienti un grappolo di uva bianca e uno di uva nera 150gr ricotta 3 cucchiai zucchero a velo scorza grattugiata di un limone vino bianco secco Lavorate a crema la ricotta, unite zucchero, scorza di limone e un cucchiaio di vino bianco. Lavate l’uva e asciugatela. Sgranate gli acini, tagliateli a metà ed eliminate gli eventuali semini. Farciteli con la crema di ricotta, sistemateli in un piatto e fateli raffreddare in frigo per almeno 30 minuti. Serviteli freschi! Ingredienti 1 filoncino di pane alle olive nere burro 1 costa di sedano 100gr prosciutto crudo un grappolo d’uva Tagliate il pane in fette spesse 1 cm e tostatele in forno. Spalmatele con un velo di burro. Lavate il sedano e tagliatelo un po’ a bastoncini e un po’ a lamelle conservando le foglie. Lavate l’uva, spellatela, tagliate gli acini a metà togliendo i semi. Mettete il prosciutto sulle fette di pane con il sedano e le foglie, completate con l’uva. Mettete su un piatto da portata e servite. www.buonenotiziebologna.it Non piace a tutti per via del suo sapore che a molti può risultare aspro, a seconda delle tipologie o per via dei suoi semi che molta gente non sopporta e magari preferisce privarsi di questo frutto pur di non prendersi la briga di toglierli. Scopriamo insieme qualche curiosità in più su questo frutto. L’uva è un raggruppamento di frutti, il grappolo composto a sua volta da un raspo e da numerosi acini chiamati anche chicchi che possono avere un colore variabile, dal giallo, giallo-dorato a un colore più scuro. Il raspo è l’asse centrale del grappolo e da lì si sviluppano i fiori e in seguito i frutti, gli acini appunto. Questo alimento viene utilizzato soprattutto per la produzione del vino e in questo caso esiste una vera tipologia perfetta per questo fine. Ma noi la conosciamo anche per il suo largo consumo come frutta, sia fresca (uva da tavola) sia secca (uva passa, impiegata in particolare nell’industria dolciaria). Le due tipologie più conosciute sono la “Vitis vinifera”, originaria dell’Europa e dell’Asia occidentale, quella da cui derivano tutti i vitigni destinati alla produzione di uva da vino e da tavola. La “Vitis labrusca”, un’uva d’importazione, proveniente dall’America, consumata generalmente come cibo da tavola. L’Italia è il primo produttore al mondo di uva da tavola, tra le principali varietà ricordiamo la Vittoria, la Regina, l’Italia e la Red Globe, anche se le tipologie sono molte di più. Molte autorevoli ricerche hanno evidenziato come il consumo di quest’alimento sia benefico per la salute persino l’assunzione di un paio di bicchieri di vino rosso apporta molti vantaggi: il plasma si stabilizza e aumenta il colesterolo buono a discapito di quello cattivo. Ovviamente non bisogna eccedere nel consumo e tenete anche conto che il vino, in particolar modo quello rosso, si può impiegare in numerose ricette così, sfumando, resta l’aroma e il profumo ma non l’alcool. I polifenoli di cui è ricca, sono sostanze davvero incredibili e utili per combattere tanti disturbi tra i quali l’ossidazione. Ѐ indicata in caso si anemia e affaticamento e contrasta anche il virus dell’herpes. Ma chi soffre di disturbi legati alla digestione può 21 22 Il Banditore 1 Settembre 2015 OFFERTE DI LAVORO www.buonenotiziebologna.it Centro per l’impiego di Imola Via Boccaccio 27 tel.: 0542603100-800286040 fax: 0516598316 [email protected] Cod. 946/2015 valida fino al 02/09/2015 Mansione Montatore di carpenteria pesante con attività in altezza Qualifica ISTAT 6214007 Carpentiere in ferro Contenuti e contesto del lavoro Per azienda di Mordano-Imola (BO) di riparazione e manutenzione mezzi di sollevamento, si ricercano candidati da adibire ad attività di assemblaggio, collaudo e manutenzione di mezzi di sollevamento in generale. ATTENZIONE: l’attività di lavoro si svolge in altezza. Luogo di lavoro Sede aziendale (Mordano-Imola) e trasferte. L’attività di lavoro prevede trasferte frequenti a Genova e provincia (con vitto e alloggio a carico dell’azienda). Nel corso del rapporto di lavoro sono possibili anche trasferte (di durata ridotta) all’estero Formazione Preferibile diploma di perito elettronico o perito meccanico Caratteristiche candidati Patente B, Automunito (per raggiungere la sede aziendale di Mordano-Imola). Per le trasferte in Italia, utilizzo di mezzo aziendale Contratto Contratto di lavoro a tempo determinato/apprendistato a seconda delle competenze e delle esperienze del candidato. Conoscenze INDISPENSABILE esperienza lavorativa nel montaggio di carpenteria pesante di almeno un anno. Conoscenza della lingua inglese. Orario Tempo pieno Per candidarsi inviare il CV a: cimp. [email protected] Indicando nell’oggetto della mail “Rich. 946/2015 montatore in altezza”. Non saranno considerate dall’azienda le candidature prive dei requisiti richiesti Cod. 850/2015 valida fino al 30/09/2015 Mansione Procacciatore commerciale agente di commercio Qualifica ISTAT 3342009 Procacciatore commerciale 3342002 Agente di commercio Contenuti e contesto del lavoro Si ricercano agenti/rete vendita per attività di promozione di Poste Italiane-Sconti Bancoposta. La proposta di adesione è rivolta a tutti i settori merceologici ai circuiti Passepartout e Sconti Bancoposta di Poste Italiane. Lʼadesione ai servizi (di Sconti Bancoposta di Poste Italiane, da parte degli esercizi commerciali) è completamente gratuita: l’attività commerciale che aderisce non sostiene alcun costo. Luogo di lavoro Provincia di Bologna, Provincia di Ravenna. Caratteristiche candidati Indispensabile esperienza (vedi sezione “conoscenze”). Si richiede ottima conoscenza dell’italiano scritto e parlato. Patente B, Automunito Contratto Attività di lavoro BNB autonomo. Si offre liquidazione mensile dei compensi, possibilità di carriera con la gestione di un gruppo. Conoscenze Indispensabile esperienza di vendita nei servizi (telefonia, energia, pubblicità, multiutility, ecc.) Orario e impegno da concordare in fase di colloquio Per candidarsi inviare CV direttamente a: [email protected] Indicando nell’oggetto della mail “Rich. 850/2015 Procacciatore” Centro per l’impiego di Zola Predosa Piazza della Repubblica, 1 (c/o Municipio) tel.: 0516598080-800286040 fax: 051/6598117 [email protected] Cod. 1386/2015 valida fino al 03/09/2015 Azienda richiedente INTRA SRL Verona Sede di Zola Predosa (BO) Mansione Addetto al controllo qualità settore agroalimentare Qualifica ISTAT 3113007 tecnico statistico di controllo di qualità Contenuti e contesto del lavoro Controllo di processo in un’industria agroalimentare Luogo di lavoro Zola Predosa (BO) Formazione Laurea in scienze delle tecnologie alimentari Contratto Tirocinio Formativo Conoscenze informatica: pacchetto office, navigazione internet, utilizzo della posta elettronica. Orario dalle 8.30 alle 12.30 dal lunedì al venerdì Per candidarsi inviare il CV via fax al num. 0458207455 oppure alla mail: [email protected] Cod. 1368/2015 valida fino al 07/09/2015 Azienda richiedente SERVIZI LAME DI ANTONIO MARCHESINI Via Roma, 34 - 40069 Zola Predosa (BO) Mansione Manutentore Polivalente Qualifica ISTAT 6241305 Elettromeccanico Contenuti e contesto del lavoro Manutenzione meccanica, elettrica, idraulica Luogo di lavoro Zola Predosa (BO) Caratteristiche candidati Richiesta esperienza pluriennale nel ruolo Disponibilità a trasferte sul territorio nazionale Patente B Contratto Tempo Determinato con prospettive di trasformazione a tempo indeterminato Conoscenze informatiche e Programmazione PLC. Preferibile conoscenza dell’inglese tecnico Orario Tempo Pieno a lunedì a sabato mattina Per candidarsi inviare il CV a: [email protected] Cod. 1366/2015 valida fino al 05/09/2015 Azienda richiedente GF AUTOMAZIONI SRL - Via 1° Maggio 11/5 - 40037 Sasso Marconi (BO) Mansione Operatore Meccanico Qualifica ISTAT 3131000 Tecnici meccanici. Contenuti e contesto del lavoro Lettura del disegno meccanico. Utilizzo attrezzature per l’assemblaggio meccanico non di serie Attività di assemblaggio con applicazione varie tecniche Luogo di lavoro Sasso Marconi (BO) Formazione Diploma di Scuola Superiore con specializzazione Meccanica/Meccatronica Caratteristiche candidati Patente B Auto o motomunito/a Contratto Tirocinio in Garanzia Giovani Rivolto a giovani entro i 29 anni che hanno aderito al Piano Garanzia Giovani Orario Tempo Pieno: 8.00/17.00 Per candidarsi Inviare il CV a: [email protected] Cod. 1223/2015 valida fino al 30/09/2015 Azienda richiedente LABORATORI NUTRIPHYT SAS - Via Spinelli, 74 84088 Siano (SA) Mansione Informatore scientifico del farmaco Agente/Procacciatore Qualifica ISTAT 2112202 Informatore scientifico del farmaco Contenuti e contesto del lavoro Informazione scientifica presso la classe medica - medici di medicina generale e specialisti ospedalieri e ambulatoriali Luogo di lavoro Zola Predosa e Zona Ovest Area Metropolitana di Bologna (BO) Formazione Laurea in discipline scientifiche Caratteristiche candidati Solo con Patente B e Automuniti/e Indispensabile utilizzo PC - Office e Posta Elettronica Preferibile esperienza pregressa nella mansione Contratto Lavoro autonomo a Partita IVA Contratto di agenzia comprendente fisso più provvigioni e premi al raggiungimento degli obiettivi Per candidarsi inviare il CV a: [email protected] Cod. 1191/2015 valida fino al 01/09/2015 Azienda richiedente Cff Snc OSTERIA PORTA CASTELLO Piazza Garibaldi 7/8/9 - Valsamoggia (BO) Località Bazzano Mansione Cuoco di osteria Qualifica ISTAT 5221014 Cuoco di ristorante Contenuti e contesto del lavoro Cuoco di osteria (circa 40 coperti) - Cucina sia tradizionale sia a creazione dello chef. Gestione completa della cucina anche per le attività più generiche legate al riordino ed alla pulizia. Luogo di lavoro Valsamoggia (BO) Località Bazzano Formazione è richiesto un diploma in ambito Ristorazione Alberghiero/Tecnico della ristorazione con indirizzo cucina. Gradita ulteriore formazione nel settore; è tassativamente richiesta precedente esperienza in cucine di ristoranti/osterie. Si valuteranno prioritariamente giovani dinamici, motivati e desiderosi di crescere professionalmente. Solo persone con Patente B e Auto Orario Part-Time serale con chiusura settimanale nelle giornate di domenica e lunedì Per candidarsi inviare il CV a: [email protected] CERCO • Cerco lavoro come autista, (patente D- CQC, esperienza trentennale come autista presso Corrieri, ottima conoscenza strade di Bologna), come accompagnatore persone anziane/svantaggiate, dog sitter ecc. Cell. 328/7778838 Antonio • Signora italiana automunita con esperienza offresi come babysitter disponibilità immediata zone: S. Giovanni in Persiceto, Crevalcore, Castelfranco. Cell. 349/7932882 • Signora romena di 45 anni da 10 anni in Italia con esperienza di badante cerca urgentemente lavoro nelle zone di Bologna e Modena e provincia. Cell. 388/8710193 • 55enne italiana cerca lavoro come badante, pulizie, stiro in zona S. Giovanni in Persiceto. Disponibile anche giorno e notte. Cell. 340/0592152 • Signora 32enne italiana con diploma di chimico biologo cerca lavoro di pulizie, babysitter, stiro nelle zone: S. Giovanni in Persiceto, Sant’Agata bolognese, Cento (Ferrara) e Bologna città. Cell. 320/946315 • Signora 55enne polacca da anni in Italia con esperienza di assistenza anziani cerca lavoro come badante, pulizie ad ore, o altri lavori domestici. Cell. 338/5680661 • Signora cerca lavoro come impiegata alcune ore settimanali per piccoli lavori ufficio conoscenza uso computer zona Bologna e periferia. Cell.347/3356781 • Italiano 45enne cerca lavoro come imbianchino, cartongesso, operaio generico, portinaio, tuttofare. Cell. 328/4712774 • Ragazza ventiquatrenne polacca, cerca lavoro come barista, commessa, promoter, hostess. Nel 2010 ho partecipato alla fiera SAIE. Caterina Cell. 340/3704160 • Signora italiana di 44 anni in mobilità, cerca lavoro part-time come impiegata amministrativa in zona Crespellano, Castelfranco Emilia e zone limitrofe. Cell.339/6123520 Signora 39enne da anni in VENDO Vendita Locazione Bar-Trattoria Princess via Zanardi 230 Bologna Italia, ha esperienza nel settore sartoriale e di pasticceria. Cerca lavoro nelle pulizie, badante o di babysitter. Zona Crevalcore e dintorni. Cell. 389/9556678 • Ragazzo italiano di 32 anni cerca lavoro come barista o panettiere comprovata esperienza in entrambe le mansioni e attestato di panettiere finito. Cell.333/9835197 • Signora con esperienza ed automunita cerca lavoro come aiuto cuoco in S. Giovanni Persiceto e dintorni. Cell. 349/7932882 • Cerco lavoro ad ore come assistenza anziani (anche ore notturne), per pulizie, riparazioni di sartoria e disponibile anche come autista, zona Cento ma anche limitrofe. Cell. 340/7903941 • Signora 60 anni italiana cerca lavoro ad ore come pulizie, o assistenza anziani. Zona Bologna centro o periferia. Cell.3473356781 • Pensionato automunito con esperienza cerca lavoro come manutetore di giardini e pulizie in zona S. Giovanni in Persiceto o Castelfranco. Cell. 349/2547914 • Donna polacca 37 anni cerca lavoro di pulizie, assistenza anziani (corso OSS) colf, ed altri lavori domestici, massaggiatrice diplomata. Cell. 380/9028237 • Signora polacca da anni in Italia con esperienza di assistenza anziani (corso OSS) e con referenze cerca lavoro come badante. Cell. 389/3139030 • Donna polacca 40 enne, da anni in Italia con esperienza assistenza anziani, babysitter, cerca lavoro come colf, badante, ore giornaliere, pulizie, stiro. Offresi massima serietà. Cell. 320/8839946. • Signora italiana cerca lavoro come baby sitter part-time preferibilmente mattino. Esperienza bambini zona Bologna. Cell. 347/3356127 [email protected] • Signora 48enne con esperienza ventennale, cerca lavoro come impiegata commerciale nella città di Bologna e provincia. Cell.347/7052432 [email protected] cell: 338 455 8394 cauzione 10.500,00 32.000 trattabili, 1.500 affitto Capacità: 52 persone dentro Gazebo esterno: 15 persone https://it-it.facebook.com/UnaSceltaConsapevole O DI APIANTLULE R T E E ION CEL DONAZ I, TESSUTI E N A G www.saluter.it/trapianti OR BNB 23 Lo Sfizio 1 Settembre 2015 Piccole Parole Le parole dette Si rincorrono come un eco. Leniscono il dolore E feriscono come spade. Parole sincere, sagge Riportano al senso della vita. Parole volgari, aggressive Offendono e rimbalzano. Parole strascicate Inventate dai bambini Riempiono di meraviglia. Le parole scritte Poemi, poesie, canzoni Arricchiscono la vita. Maria Rosa Fiorini Poter essere campo di grano E papaveri che ondeggiano al vento Sotto il sole bambino di giugno Essere filare di pioppi Che crescono per ombra e nidi di passeri Essere acqua di fonte che disseta E pioggia che lava O ago che cuce un mondo spezzato (Questo fare e disfare dell’uomo Diversi derisi e la gente non sente) Poter essere forti capaci di annientare Le violenze del mondo le prepotenze La finzione dei discorsi di pace Viviamo perché vivere è un dovere Aspettiamo quel pezzo di pane che sazi Paola Tosi Poesie Auser Il significato delle parole Sono frasi che nascono dal cuore Per esprimere l’amore Che sentiamo dentro l’anima A volte con una logica Altre volte senza. Le piccole parole A volte ci fanno sorridere Altre piangere Quando perdiamo una persona cara Oppure se non ci sentiamo compresi. Possono essere parole d’odio E di dolore Di fronte ad ostacoli mai superati Ma anche d’amicizia E tenerezza O dolcezza Se vogliamo bene a qualcuno. Sono frasi delicate E molto personali Ma anche emozionanti Perché lasciano sempre una traccia Un significato dentro l’anima. Barbara Ventura LA DAMA PER TUTTI! Il finale Pauri Presentiamo il finale Pauri scaturito da gioco vivo. Splendida manovra di vincita forzata con la continua inattaccabilità dei pezzi esposti: diagr. 1) 15-11, 20-23, 11-7, 23-27, 7-3, 27-30, 19-15, 30-27, 22-19, 27-30 diagr.2) (27-22, 15-11!), 3-6, 30-27, 15-11, 27-30, 11-7, 30-27, 7-3, 27-30, 6-11, 30-27, 3-6, 27-30, 6-10, 30-27, 11-15 11 numeri di Buone Notizie con solo €15 all'anno (incluso costi di spedizione) Informazioni: Tel. 051 533106 [email protected] Come abbonarsi? BNB ABBONATI a Venire presso la nostra casa editrice: Virtual Coop - Via Della Casa Buia, 4 - 4/G - Bologna Compilare il form che trovate su www.buonenotiziebologna.it nella sezione ABBONARSI A BNB. ufficio postale pagare con un bollettino sul CCP n.° 1002171138 Con BONIFICO alle seguente coordinate IBAN: IT-07-I-07601-02400-001002171138 Abbiate cura di riportare chiaramente l’indirizzo dove volete ricevere il giornale e mettere nella causale del versamento: Abbonamento BNB. diagr. 3) 27-23, 19-14, 23-27, 15-19, 13-18, 19-22, x, x, 25-29, 26-22 diagr.4), 29-26, 10-13, ecc. B.V. Ecco un altro breve ma interessante finale che tratta insieme sacrificio e blocco: diagr. 5) 14-11, 10-5, 31-28!, il B. offre il tiro al N. (infatti se 9-13, x,x diagr.6) 20-23! blocco con un pezzo in meno) 19-14, 2-5, 20-23, 5-2, 28-24, 2-5, 17-13! x, 11-6, x b.v. Arrivederci a Ottobre! Federico Piras Buone Notizie Bologna Mensile. N. 64 distribuito - il 1 Settembre 2015 Registrazione c/o Tribunale di Bologna n. 8003 del 01/10/2009 Proprietà: Virtual Coop Cooperativa Sociale ONLUS Via della Casa Buia 4 - 4/G 40129 (BO) Tel.: 051.533106 | Fax: 051.530761 www.virtualcoop.net Direttore Responsabile: Maurizio Cocchi Coordinatore: Giuseppina Carella Impaginazione e Grafica: Ilaria Perrone Marketing: Maria del Mar Lázaro Lázaro www.buonenotiziebologna.it [email protected] [email protected] Centro Servizi Editoriali S.r.l. Grisignano di Zocco (VI) Sede Operativa Stabilimento Galeati Via Selice, 187/189 - 40026 Imola (BO) www.galeati.it www.buonenotiziebologna.it Parole parole LO DICE LA VALE “Settembre, per il povero è già inverno” “Pioggia di Settembre poco acquista e nulla rende” “Di Settembre e d’Agosto, bevi il vin vecchio e lascia stare il mosto” “Quando la cicala canta in settembre, non comprare grano da vendere” “A Settembre pioggia e luna, è dei funghi la fortuna” L’estate è finita, lascia spazio all’autunno e i colori della natura iniziano a cambiare così come le temperature! Quando la Luna è nuova potete seminare le leguminose che poi utilizzerete in autunno, ma anche il prezzemolo e i ravanelli. Luna crescente vuol dire che dobbiamo raccogliere le mele, le pere, l’uva da tavola e i fichi. Invece la Luna calante ci consiglia di iniziare a cimare i pomodori, i peperoni, le zucchine e le melanzane. Con la Luna piena trapiantate i finocchi, i radicchi e la cicoria. In giardino potete concimare le begonie, le calendule e i nasturzi. Nome del mese di Settembre è Paolo che deriva dal latino “paulus” e vuol dire piccolo, poco. Ѐ un nome che trovò ampio uso soprattutto in epoca cristiana. OROSCOPO DI SETTEMBRE Le previsioni del Mago di Durbio ARIETE Le coppie solide potranno raggiungere nuovi traguardi e complicità. Finalmente potete dedicarvi ai vostri progetti e coltivare il desiderio di rinnovamento che da tempo anelate. TORO Voi del segno forse andrete un po’ ad alti e bassi fino a metà settembre, poi la strada sarà in discesa, e vi toglierete davvero molte soddisfazioni. Proverete l’orgoglio di avercela fatta! GEMELLI In questo mese ci vorrà impegno e pazienza, ma potrebbe essere il momento di tagliare con i rami secchi: cattive abitudini, cattive frequentazioni, situazioni che non vi soddisfano più. CANCRO Potrebbe essere arrivato il momento che aspettavi, ma dovrai cogliere l’attimo giusto che ti consentirà di realizzare alla perfezione i tuoi piani. Occhio alle solite tensioni familiari. LEONE Determinazione e stabilità saranno le vostre parole chiave da settembre in poi. Potrete dialogare a cuore aperto con il partner e progettare qualcosa di importante insieme. VERGINE In questo periodo approfittatene per fare chiarezza in voi stessi. Occhio alle reazioni impulsive: non sono da voi e non vi porterebbero nulla di buono. BILANCIA Nonostante i troppi cambiamenti, o le novità non sempre ben accette, vivrete con un atteggiamento diverso le varie situazioni e riuscirete a raggiungere dei buoni risultati. SCORPIONE Alcune persone non vi renderanno la vita facile, ma dovranno fare i conti con voi e con la vostra determinazione. Chi è solo potrebbe fare incontri molto interessanti. SAGITTARIO Consapevolezza e crescita saranno un nuova maturità nel senso di acquisizione di maggiore senso di responsabilità, e anche di maggiore esperienza. CAPRICORNO Cielo leggero, venato da sogni e da un’insolita voglia di rompere gli schemi, di cambiare le regole del gioco al quale siete abituati. I cambiamenti saranno visibili. il Mulino ACQUARIO Non preoccupatevi se qualcosa o qualcuno vi dovesse remare contro, le stelle vi anticipano che andrà tutto bene e sarete addirittura favoritissimi proprio da fine estate in poi. PESCI Fate attenzione ai traguardi già raggiunti e non date mai nulla per scontato. Dovete essere prudenti e approfittare di questo periodo per portare a compimento i progetti migliori.