Il cognitivismo • Dal bambino attivo al bambino competente • J. Bruner (1915), professore di Piscologia alla Harvard University. Proviene dagli studi di PsicologiA sociale: ricerche sui processi percettivi e sull’influenza dei fattori sociali • Negli USA l’attivismo entra in crisi verso la fine degli anni Cinquanta: crisi economiche e vicende belliche ne avevano incrinato la visione ottimistica; Guerra fredda e lancio dello Sputnik (Russia 1957). • La società americana pone nuove richieste alla scuola: rendere più competitivi programmi e metodo di insegnamento. • Conferenza di Woodshole per fare il punto della situazione (1959): come migliorare l’apprendimento scolastico negli USA?: animatore del dibattito è lo psicologo J. Bruner • Bruner promuove una ricerca psicopedagogica per studiare i processi di apprendimento in funzione di nuovi curricoli scolastici per rispondere alle richieste di una società tecnologica avanzata. • Anticomportamentista, Bruner si riferisce alle ricerche di Piaget e di Vigotskij, incentrando le sue indagini sui processi cognitivi- • • B. distingue tra sensazione e percezione: la percezione non è una mera constatazione passiva, ma implica la categorizzazione dell’oggetto (la mente organizza il mondo); i fattori socio-culturali influenzano il riconoscimento percettivo: l’esperienza non ci raggiunge direttamente ma arriva a noi filtrata dalle nostre attese e dalle nostre idee. • Grazie al linguaggio, io percepisco il mondo non per le sensazioni (suoni e colori) ma attribuendo un significato e un senso alla realtà. • La categorizzazione è immediata (differenza con Piaget); centrale nell’attività intellettuale e operativa; chiarifica la complessa realtà esterna; economizza le energie psichiche, e tramite l’ “anticipazione” facilita le conoscenze future (la mente organizza il mondo). • Riprende da Vigotskij il concetto di area di sviluppo potenziale: area di “scarto” collocata tra il livello di sviluppo cognitivo raggiunto e il livello superiore a cui si può pervenire, attraverso la mediazione culturale dell’adulto o del compagno più grande (scaffolding) • Nel gioco il bambino realizza lo scarto tra situazione reale e situazione fittizia (“va aldi là della sua età reale” (Vigotskii) • Come per Dewey, anche per Bruner la motivazione nasce dal problema, ma deve essere rinforzata nell’organizzazione della conoscenza in una struttura. • diversamente dal pragmatismo, per Bruner il pensiero non sempre è strumentale all’azione: primato del pensiero sull’attività umana (creatività, intuizione). • “Sviluppo cognitivo” (1966); “Prime fasi dello sviluppo cognitivo” (1968): distinzione di tre momenti nella rappresentazione del mondo da parte del bambino: operativa; iconica; simbolica. • Rappresentazione operativa: il bambino identifica un oggetto non tanto per le sue qualità, bensì per l’uso che ne fa. • Rappresentazione iconica: l’oggetto viene collocato in uno schema logico-conoscitivo di riferimento • L’oggetto diventa simbolo, grazie al linguaggio (strumento del pensiero). • I tre momenti non sono consequenziali come per Piaget, ma condizionati dalla cultura di appartenenza e possono coesistere (manca il superamento come in Piaget) • Per Bruner il momento della rappresentazione simbolica è quello corrispondente alla nostra attuale civiltà (Bambino competente) • La didattica deve tener conto dei livelli raggiunti dal bambino, in modo da partecipare attivamente al processo di apprendimento (individualizzazione) • Il bambino non è l’unico protagonista del processo di apprendimento, ma lo è anche l’insegnante (insegnante competente).: metodologie, materie di studio (organizzazione curricolare) • 4 fasi del curricolo (Verso una teoria dell’istruzione 1961): • Predisporre le esperienze che motivano all’apprendimento • Le conoscenze vanno strutturate in modo da essere chiare per il bambino (la struttura quale strumento di comprensione): si può insegnare tutto a tutti • Presentare le discipline secondo un piano sistematico • La valutazione è fondamentale per il rinforzo delle competenze acquisite • Insegnante competente non solo a livello metodologico, ma anche contenutistico. • Importanza dei sussidi didattici (colmare gli svantaggi culturali): ruolo degli amplificatori culturali, quali strumenti simbolici e tecnologici per potenziare abilità cognitive • Bruner concorda con Dewey nell’importanza dell’istruzione/educazione per favorire il progresso sociale, ma non accetta i concetti di adattamento e di primato dell’azione: il bambino deve acquisire competenze e conoscenze che sviluppino ulteriormente il suo patrimonio cognitivo • Acquisire strumenti interpretativi e capacità critiche per raffinare sempre più la padronanza della realtà • Bruner: La storia della cultura è la storia dello sviluppo delle grandi idee organizzative, derivate da un processo di intellettualizzazione. • Strumenti essenziali per l’apprendimento sono i diversi linguaggi disciplinari, che occorre padroneggiare per acquisire sempre ulteriori competenze. • Non solo continuità (Dewey), ma anche introdurre situazioni di discontinuità nei processi di apprendimento (es. capacità di prefigurare il nuovo) • Il potere mentale si accresce con l’approfondimento delle conoscenze • Fine dell’istruzione è il sapere organizzato: conoscenze irrelate tra loro onde evitare confusione e amnesia • La molteplicità e la ricchezza delle situazioni di apprendimento sono la condizione dello sviluppo dei processi psichci superiori •FINE