LINEE GUIDA PER LA SICUREZZA E LA SALUTE DELLE LAVORATRICI MADRI a cura di Caterina Peviani, del Servizio di Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro U.O. ASL MI 2 di Melegnano (MI) via Maestri, 2 PRESENTAZIONE Nel primo trattato di medicina del lavoro nella storia il grande studioso e medico Ramazzini aveva già individuato alcuni rischi lavorativi che influiscono negativamente sulla riproduzione. Parlando delle tessitrici scrisse: “ la fatica di questo mestiere produce i suoi danni sulle donne che, se incinte, abortiscono facilmente, e a ciò si aggiungono molti altri mali”. La legislazione più recente fornisce nuovi strumenti di intervento col D.Lgs. 151/01. Nella valutazione dei rischi che il datore di lavoro deve fare va tenuto conto anche delle persone che, per loro condizione soggettiva, possono essere maggiormente esposte (la gravidanza è da considerarsi una condizione nella quale determinati rischi lavorativi risultano maggiori). La riflessione sulla attuale legislazione italiana riguardante la tutela delle lavoratrici in gravidanza ci ha portato a riconoscere la necessità di finalizzare un’attività di lavoro alla tutela dei segmenti della popolazione lavorativa particolarmente vulnerabile che prevede di: • Tutelare individualmente la lavoratrice gravida dai rischi professionali che minacciano la sua specifica condizione, il normale sviluppo del feto, la piena salute del neonato; • Avviare mediante azioni dirette e indirette un processo di tutela collettiva delle lavoratrici dai suddetti rischi e più in generale dai fattori di rischio che possono influenzare negativamente sulla salute riproduttiva. Sarebbe però molto riduttivo limitarsi alla salute della gravidanza. Cominciamo col dire che l’enfasi sulla salute riproduttiva della donna genera seri problemi. La salute riproduttiva è anche uomo. La salute della donna è anche altro rispetto alla riproduzione. 2 INDICE DEI CAPITOLI 1. Presentazione 2. Di quali norme disponiamo 3. La Valutazione del rischio 4. Schede di alcune mansioni con relativi fattori di rischio 5. Scheda di approfondimento del settore sanitario 6. Lavori più complessi 7. Dizionarietto 8. Modulistica pag. 2 pag. 4 pag. 6 pag.15 pag.33 pag.44 pag.60 pag.63 3 DI QUALI NORME DISPONIAMO OGGI ? Decreto Legislativo 26 MARZO 2001, N° 151 Questo decreto, riordina in un unico provvedimento le diverse norme emanate in tema di maternità nel corso degli anni (es:. Legge 1204/71 è la normativa principale, in materia di maternità , DPR 1026/76 è il relativo regolamento di esecuzione, Legge 184/83, Legge 546/87, Legge 379/90, Legge 104/92, Legge 236/93, D.LG. 645/96, Legge 449/97, Legge 488/99, D.LG. 24/00, D.LG. 61/00, Legge 388/00, Legge 53/00, D.LG. 81/00 ecc………….) per agevolare l’accesso alla conoscenza da parte dei destinatari. Il testo unico si articola in 16 Capi così suddivisi: PRIMO: fornisce il quadro di riferimento, le nuove definizioni delle assenze dal lavoro, i destinatari e le opportunità offerte sia al datore di lavoro che ai lavoratori, ribadendo il divieto a discriminare e, per i lavoratori, l’opportunità di utilizzare l’anticipazione del trattamento di fine rapporto, per sostenere le spese conseguenti all’assenza dal lavoro. SECONDO: è dedicato alla tutela della salute della lavoratrice, inserendo l’obbligo della valutazione dei rischi, in particolare i rischi di esposizione ad agenti fisici, chimici o biologici, processi o condizioni di lavoro di cui allegato C, (elenco non esauriente di agenti processi e condizioni di lavoro DLGS 81/08 allegato 1) nel rispetto delle linee direttrici elaborate dalla Commissione dell’Unione Europea, individuando le misure di Prevenzione da adottare. Questa valutazione dei rischi si colloca nel contesto delle disposizioni del DLGS 81/08. Qualora i risultati della valutazione, rivelino un rischio per la sicurezza e salute delle lavoratrici, il datore di lavoro deve adottare tutte le misure necessarie affinché l’esposizione al rischio delle lavoratrici sia evitato. Quando queste modifiche non sono possibili per motivi organizzativi o altro, il datore del lavoro deve informare per iscritto Ispettorato del lavoro competente per territorio, affinché predisponga l’astensione anticipata al lavoro. I CAPI SUCCESSIVI, fino al settimo compreso, riguardano le diverse tipologie di congedi previsti, rendendo visibili quelli innovativi per i padri, precisando altresì che i diritti al congedo parentale vanno riferiti ad ogni singolo bambino. Inserendo altresì efficaci prescrizioni legate ad adozioni e affidamenti e sulle condizioni di applicabilità dei riposi e permessi per i figli con handicap grave. I CAPI ottavo e nono , disciplinano i divieti di lavoro notturno e di licenziamento, le tutele al rientro al lavoro e nel caso di dimissioni. I CAPI decimo, undicesimo e tredicesimo, riguardano le singole tipologie lavorative: a termine nella pubblica amministrazione, personale militare, lavoro stagionale, lavoro a tempo parziale, lavoro a domicilio, lavoro domestico, lavoro in 4 agricoltura, collaborazioni coordinate e continuative, attività socialmente utili, lavoratrici autonome, libere professioniste. Nel capo tredicesimo viene specificato come devono essere gestiti gli assegni di maternità destinati alle casalinghe, lavoratrici atipiche e discontinue. I DUE CAPI finali si occupano delle disposizioni generali in materia di vigilanza e in materia oneri contributivi e di copertura finanziaria. QUESTO DOCUMENTO SI COMPONE DI TRE PARTI: La 1° parte è dedicata alla VALUTAZIONE DEL RISCHIO: linee guida relative alla valutazione del rischio per la sicurezza e la salute delle lavoratrici madri nei vari settori lavorativi. La 2° parte Analisi di situazioni problematiche Nella 3° parte si riporta la seguente modulistica: • istanza di maternità anticipata o posticipata per lavoro a rischio (modulo 1) • modulo di risposta da parte della Ditta di possibilità o impossibilità di cambio mansione della lavoratrice in gravidanza o allattamento, conseguente a richiesta da parte del Servizio (modulo 2) • comunicazione del datore di lavoro ai sensi del D. Lgs. 151/2001 (modulo 3) 5 1° Parte LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO : linee guida Premessa La finalità di queste linee guida è quella di diffondere agli attori della prevenzione a livello aziendale e oltre uno strumento il più possibile efficace e pratico per la valutazione dei rischi per la salute e sicurezza delle lavoratrici gestanti o in periodo di allattamento, così come previsto dagli articoli 11 e 12 del D.Lgs. 151/01. Valutazione dei rischi Nell’approccio alla valutazione dei rischi presenti nell’ambiente di lavoro, la prima fase corrisponde all’identificazione degli stessi (agenti fisici, chimici, biologici; processi industriali; movimenti e posture; fatica psicofisica) nel rispetto delle linee direttrici elaborate dalla Commissione delle Comunità Europee sopraccitate. FATTORI DI RISCHIO PER LA GRAVIDANZA FATTORI FISICI Rumore Il rumore, comunemente definito come suono non desiderato, è l’inquinante più diffuso negli ambienti di lavoro. (considerando le aree di lavoro a prevalenza femminile è presente soprattutto nell’industria tessile, nelle operazioni di montaggio e confezionamento meccanizzate, nella metalmeccanica leggera, in agricoltura, nell’ambiente scolastico, soprattutto asili-nido e scuole materne, in molti uffici open-space, chi lavora su strada (vigili, guidatrici di mezzi pubblici…) o settori commerciali rumorosi. Gli effetti dell’esposizione a rumore elevato, maggiore di 80 dBA, durante la gravidanza, sono stati oggetto di numerosi studi sperimentali ed epidemiologici, i risultati dei quali non sono sempre univoci. La maggior parte delle indagini epidemiologiche mette in evidenza una riduzione di crescita del feto e quindi un minor peso alla nascita, mentre più incerti sono i risultati di studi sull’aumento dell’abortività e sulla mortalità fetale nelle donne esposte a rumore elevato. Non sono ancora chiari i meccanismi d’azione del rumore sull’andamento della gravidanza e sul feto, si ipotizza una vasocostrizione articolare che potrebbe essere responsabile di una diminuzione del flusso placentare. In attesa di ulteriori conoscenze sull’argomento si ritiene prudente un allontanamento dal lavoro per livelli di esposizione pari o superiori ad 80 dBA. Radiazioni ionizzanti L’esposizione a radiazioni ionizzanti riguarda quasi esclusivamente l’ambito sanitario e interessa in particolare il personale medico e paramedico di radiodiagnostica e radioterapia. Sono ben noti gli effetti nocivi provocati dall’esposizione ad alte dosi di radiazioni ionizzanti, sia che provengono da una sorgente esterna (irradiazione) sia che raggiungono il feto dall’interno (radiocontaminazione). Tra i tanti effetti dannosi si evidenzia una sterilità, facilità all’aborto, aumento delle malformazioni e tumori nei figli. Radiazioni non ionizzanti Al momento attuale non esistono sufficienti risultati sugli effetti provocati sulla gravidanza da sorgenti più intense di campi elettromagnetici a bassa frequenza, sia di tipo occupazionale che legati alla residenza della donna (elettrodotti, forni micronda): 6 Vibrazioni Il rischio da vibrazioni è diffuso in rapporto alla meccanizzazione e con l’incremento della rete di ogni tipo di trasporto. Le categorie più esposte includono operaie dell’industria tessile, lavoratrici agricole e le donne che lavorano su mezzi di trasporto. Le vibrazioni trasmesse in tutto il corpo, possono provocare irregolarità dei cicli mestruali con conseguente diminuzione della fertilità, aumento delle minacce di aborto, del numero di aborti, aumento delle complicanze in gravidanza e parti prematuri. Microclima Nell’industria tessile, dell’abbigliamento in particolare la stiratura, nell’industria alimentare e della ristorazione rappresentano i settori dove è più frequente il rischio da microclima sfavorevole. I meccanismi della termoregolazione che vengono attivati in ambiente caldo possono risultare meno efficaci durante la gravidanza, in quanto esiste in questo periodo una vasodilatazione fisiologica ed un aumento della frequenza cardiaca. Oltre a ciò si osserva un aumento del metabolismo basale con diminuzione delle riserve energetiche. L’effetto più importane segnalato risulta essere un aumento degli aborti spontanei per esposizione ad elevate temperature. FATTORI CHIMICI Molti studi evidenziano una correlazione tra l’esposizione occupazionale a solventi organici di lavoratrici in gravidanza, con verificarsi di aborti spontanei, specialmente nei primi tre mesi di gestazione. Il campo di utilizzazione dei solventi è molto ampio, vengono usati come materie prime nella produzione di fibre sintetiche, materie plastiche, gomma. Viene inoltre sfruttato il loro potere sgrassante nelle operazioni di pulitura, decapaggio, sgrossatura, sia nell’industria metallica, sia nelle lavanderie a secco. I solventi sono componenti essenziali di colle e mastici (industrie calzaturiere e tessili), di vernici e lacche, inchiostri e resine ecc. (industria del legno, metalmeccanica, grafica, farmaceutica). Ci sono altre sostanze che potrebbero dare problemi durante la gravidanza anche se su alcune non ci sono ancora dati certi in bibliografia attestante effetti nocivi sulla gravidanza. Le sostanze sono i seguenti: Formaldeide Glutaraldeide Detergenti Ossido di etilene In attesa di ulteriori dati il problema va affrontato con atteggiamento preventivo si consiglia quindi l’allontanamento fino dall’inizio della gravidanza. GAS ANESTETICI Preparati attualmente usati per l’induzione e il mantenimento dell’anestesia generale. Il personale sanitario presente in sala operatoria è quello più esposto in quanto anche se non dovrebbe capitare i gas si possono disperdere nell’ambiente. Alcuni studi hanno evidenziato un aumento di aborti “spontanei” e di neonati con basso peso alla nascita nelle lavoratrici esposte a gas anestetici durante la gravidanza. Vi sono inoltre evidenze di un possibile rischio di ipertensione nelle donne gravide, con rischio sia per la madre che per la gravidanza. 7 Farmaci antiblastici Sono utilizzati in ambito sanitario e il personale che manipola tali sostanze può essere esposto per fatti accidentali legati all’assorbimento di microdosi nelle attività di ricostruzione e preparazione dei farmaci, sommistrazione, contaminazione per la rottura accidentale di flaconi. Questi farmaci sono considerati mutageni e teratogeni per la specie umana, pertanto il loro assorbimento accidentale durante le operazioni già sopra descritte , può comportare un serio pericolo per la gravidanza. Possono determinare aborto “spontaneo” e malformazioni. Si ricorda inoltre che l’esposizione delle donne in età fertile può portare a menopausa precoce con conseguente infertilità. METALLI Piombo L’impiego più frequente di questo metallo si ha nei seguenti settori lavorativi: ceramica metalmeccanica grafica fotoceramica elettronica plastica lavorazione del vetro e del cristallo produzione accumulatori lavorazione del petrolio distribuzione di benzina. Il piombo è tra gli agenti tossici meglio documentati. Può agire già prima del concepimento sia sulla donna che sull’uomo, durante la gravidanza, sia sulla madre che sul prodotto di concepimento e dopo la nascita, sul neonato attraverso il latte materno. Mercurio L’impiego più frequente del mercurio si ha nei seguenti comparti: produzione di apparecchiature elettriche produzione e manutenzione di strumentazione sanitarie. L’esposizione a mercurio nella donna può causare un aumento di disordini mestruali, aborti, nati morti e malformazioni congenite, basso peso alla nascita, paralisi celebrali, convulsioni nei neonati. A tutt’oggi non esistono dati certi sulla tossicità riproduttiva umana del cromo, nichel e cadmio. FATTORI BIOLOGICI Le malattie infettive contratte in gravidanza possono avere notevoli ripercussioni sull’andamento della stessa, gli effetti di una malattia possono essere: • un aggravamento della malattia infettiva; • repercussioni sfavorevoli sull’andamento della gravidanza (aborto, morte intrauterina del feto, parto anticipato. Si dovranno considerare le condizioni generali di salute della donna in esame ed il suo stato immunitario rispetto ad alcuni agenti per cui si realizza un’immunità permanente.pretermine); • embriopatie, fetopatie o nanopatie infettive causate ad esempio da alcuni virus (rosolia, morbillo, parotite, citamegalovirus, herpes virus, influenza, epatiti, ADIS) e dal toxoplasma. 8 Il rischio di contaminazione infettiva deve essere valutato caso per caso, tenendo conto della natura, del grado e della durata dell’esposizione. FATTORI ORGANIZZATIVI Posture e movimentazione manuale dei carichi Questi fattori di rischio sono presenti in quasi tutti i comparti lavorativi. In particolare possono essere soggette a movimentazione manuale di carichi e postura in piedi prolungata per più di metà del tempo lavorativo: le infermiere, le addette all’assistenza, le educatrici degli asili nido, le addette al comparto alberghiero, le addette alle mense, le addette a lavori di magazzino. Sono sottoposte a posture obbligate particolarmente affaticanti le addette alle catene di montaggio, le addette al controllo e confezionamento a catena, le addette alle macchine da cucire, le lavoratrici nell’industria orafa, nelle ceramiche artistiche, nell’industria tessile, le addette del montaggio nell’industria metalmeccanica. Cos’è la postura di lavoro? Per postura di lavoro si intende il complesso e la sequenza degli atteggiamenti che il corpo assume per lo svolgimento di un determinato compito lavorativo. Le posizioni fisse obbligate, sia sedute che erette, per lunghi periodi, possono determinare un’accentuazione di patologie già frequenti in questo periodo. Alcuni studi, sebbene non completamente confermati, hanno evidenziato una maggior prevalenza di aborti, parti prematuri e basso peso alla nascita del neonato, causati dal rischio dovuto alla movimentazione manuale dei carichi. FATICA VISIVA Il sovraccarico visivo o affaticamento visivo può essere determinato da un impegno continuativo e prolungato in operazioni che richiedono una visione ravvicinata o anche da condizioni scorrette di illuminazione. La presenza di difetti visivi non corretti, mal corretti o difficilmente correggibili può essere, in alcuni casi, causa di per sé di affaticamento visivo; in altri casi può concorrere, insieme ai fattori connessi al tipo e all’ambiente di lavoro, all’insorgenza di fatica visiva. Come agisce? L’eccessiva e prolungata contrazione dei muscoli impegnati nell’accomodare e nel convergere durante la visione da vicino può indurre affaticamento visivo. Condizioni scorrette di illuminazione, ostacolando la buona visione, costringono l’occhio ad un maggiore impegno e ne determinano, di conseguenza, un precoce affaticamento. La fatica visiva si manifesta con bruciore, senso di fastidio (sensazione di corpo estraneo), prurito agli occhi, arrossamento della congiuntiva, dolore ai bulbi oculari o in regione frontale, mal di testa. Si tratta di disturbi transitori che per lo più scompaiono dopo un adeguato periodo di riposo, ma spesso comportano un abuso di anti dolorifici. I settori più a rischio sono: uffici in relazione all’uso del VDT; laboratori in relazione all’utilizzo di microscopi ottci, lenti di ingrandimento; elettronica in relazione all’utilizzo di microscopi ottici, alle operazioni di montaggio e controllo di piccoli pezzi; grafico in relazione alla correzione di bozze; meccanico in relazione al montaggio e al controllo di piccoli pezzi; farmaceutico in relazione alle operazioni di sperlatura (consiste nel controllare visivamente che non siano presenti impurezze in fiale e flaconi); orafo in particolare nelle fasi di montaggio e di controllo; tessile soprattutto nelle operazioni di controllo pezzi; alimentare nelle operazioni di controllo confezionamento. 9 STRESS Negli ambienti di lavoro, il termine può essere applicato ad una serie di condizioni ambientali obiettive e ad altre legate all’organizzazione del lavoro e alle relazioni umane, quindi più soggettive. Dai dati finora disponibili, risulta che lo stress è una delle condizioni ambientali da prendere in considerazione nella valutazione del rischio lavorativo. Le lavoratrici gestanti e puerpere possono risentire in modo particolare dello stress professionale per mutamenti ormonali, fisiologici e psicologici. LAVORO NOTTURNO Prevalentemente il lavoro notturno interessa le donne del comparto sanitario, le addette alle pulizie, le lavoratrici occupate in comparti a ciclo continuo. Effetti sulla fertilità Alcuni autori hanno segnalato una associazione tra il lavoro a turni notturni e problemi di fertilità nelle lavoratrici, con una maggiore frequenza della abortività spontanea e di parto prematuro. Altri studi hanno rilevato una maggiore frequenza di irregolarità mestruali e di dismenorrea (mestruazioni dolorose). Effetti cancerogeni Recentemente è stata infine segnalata da alcuni autori una associazione tra lavoro notturno e comparsa di tumori della mammella. Si tratta di una serie di osservazioni epidemiologiche che suggerirebbero una ipotesi causale legata agli equilibri ormonali. Il lavoro su turni notturni infatti altererebbe il ciclo di produzione di alcuni ormoni (melatonina, gonadotropine cioè ormoni sessuali) che potrebbe essere in relazione con una aumentata comparsa di tumori mammari nelle lavoratrici turniste. Questo nuovo e importante rischio per la salute, merita necessariamente una alta attenzione sia in termini di azioni preventive che di ulteriori indagini epidemiologiche. TOSSICI DA ABUSO PERSONALE Quali sono? Alcool, fumo di sigarette e droghe (cocaina, eroina, psicofarmaci). Bisogna ricordare che possono causare dei problemi durante la gravidanza e al nascituro. COSA FARE DOPO AVER IDENTIFICATO I RISCHI ? Una volta identificati i rischi, il secondo passaggio è quello di stabilire se gli stessi rientrano tra quelli che sono considerati dalla normativa come pregiudizievoli per la salute. In tal senso, se tali rischi sono compresi nell’allegato A e B del D.Lgs. 151/01, rientrano tra quelli vietati; se compresi nell’allegato C devono essere oggetto di misure qualitative e quantitative. Se da tale valutazione emergono situazioni di rischio, il datore di lavoro individua le categorie di lavoratrici esposte ( gestanti e/o in allattamento) e le misure di prevenzione e protezione da adottare. Dei risultati della valutazione dei rischi e sulle conseguenti misure di prevenzione e protezione adottate devono essere informate tutte le lavoratrici ed i loro rappresentanti per la sicurezza. Sia l’applicazione delle misure di prevenzione e protezione che l’informazione sono di estrema importanza, in particolare per il primo trimestre di gravidanza. In effetti vi è un periodo che va dai 30 ai 45 giorni dal concepimento in cui una lavoratrice può non essere ancora consapevole del suo stato e di conseguenza non essere in grado di darne comunicazione al datore di lavoro. Alcuni agenti, in particolare fisici e chimici, possono nuocere al nascituro proprio in questo periodo e pertanto la consapevolezza della presenza di rischi in ambiente di lavoro, per una 10 donna che abbia programmato una gravidanza, può permetterle di tutelarsi il più precocemente possibile. La valutazione deve essere effettuata in collaborazione con le figure aziendali previste dal D.Lgs. 81/08; in particolare il medico competente riveste un ruolo decisivo nell’individuazione delle mansioni pregiudizievoli e delle conseguenti misure di tutela da adottare. Dopo aver effettuato la valutazione dei rischi il datore di lavoro deve elaborare un documento ai sensi del D.Lgs. 81/08, che dovrà riportare la data di compilazione ed essere sottoscritto da chi ha partecipato alla sua elaborazione. Qualora il datore di lavoro abbia optato per l’autocertificazione ai sensi del D.Lgs. 81/08, deve comunque essere in grado di documentare l’avvenuta valutazione e i risultati della stessa. Conseguenze della valutazione Al fine di mettere in pratica le misure di tutela necessarie per evitare l’esposizione al rischio delle lavoratrici il datore di lavoro deve attuare uno o più dei seguenti provvedimenti: modifica temporanea delle condizioni o dell’orario di lavoro; spostamento della lavoratrice ad altro reparto/mansione non a rischio; qualora non siano possibili le suddette opzioni dovrà allontanare immediatamente la lavoratrice gravida e/o in allattamento e darne contestuale comunicazione scritta alla Direzione Provinciale del Lavoro al fine di ottenere il provvedimento autorizzativo di astensione per rischio lavorativo. 11 Percorso per la valutazione dei rischi e l’adozione delle misure di tutela IL SEGUENTE DIAGRAMMA DI FLUSSO ILLUSTRA LE PROCEDURE OPERATIVE, PROPOSTE ALLE LAVORATRICI NEI CASI DI GRAVIDANZA PATOLOGICA O NEI CASI DI GRAVIDANZA NORMALE CON UN LAVORO A RISCHIO LAVORATRICE Presenta al D.L. il certificato di gravidanza Gravidanza patologica GRAVIDANZA FISIOLOGICA (NORMALE) E LAVORO A RISCHIO Ginecologo Ispettorato del Lavoro D.L mette in atto le procedure previste Possibilità di spostamento Nuova mansione non a rischio Il M. C. esprime un giudizio di idoneità Impossibilità di spostamento Richiesta di astensione anticipata Possibile verifica ed informazioni U.O. P.S.A.L ISPETTORATO DEL LAVORO Leggenda: D.L. (datore di lavoro) M.C. (medico competente) U.O.P.S.A.L (unità operativa prevenzione salute ambienti di lavoro) 12 Allo scopo di agevolare la redazione del documento si forniscono delle tabelle di riferimento che riportano in sintesi alcune indicazioni pratiche sui contenuti di minima che deve contenere; si fornisce inoltre un fac-simile della domanda di astensione da inviare alla Direzione Provinciale del Lavoro (allegato 3 – SEZIONE MODULISTICA) Le linee direttrici della Commissione delle Comunità Europee del 5/10/2000 sono reperibili sul sito: www.amblav.it/Download/Linee_Direttrici_UE.pdf Seconda parte ANALISI DI UNA SITUAZIONE PROBLEMATICA • PENDOLARISMO Il viaggio tra il luogo di lavoro e l’abituale residenza non viene contemplato dalla legislazione, ma viene comunque citato come fattore di rischio nelle Linee Direttrici UE. Infatti alla voce “spostamenti all’interno o all’esterno del luogo di lavoro” troviamo la seguente descrizione: “Gli spostamenti durante il lavoro e da e verso il luogo di lavoro possono essere problematici per le donne gestanti e comportare rischi, tra cui: fatica,, vibrazioni, stress, posture statiche, disagi e infortuni. Tali rischi possono avere effetti significativi sulla salute delle lavoratrici gestanti e puerpere”. Si ritiene pertanto opportuno, nell’analisi del rischio per stabilire il periodo di astensione obbligatoria effettuare una valutazione caso per caso considerando i seguenti elementi: a) distanza (indicativamente otre 100 Km complessivi tra andata e ritorno) b) tempo di percorrenza (indicativamente oltre 2 ore complessive tra andata e ritorno) c) numero e tipo di mezzi di trasporto utilizzati (impiego di 2 o più mezzi) d) caratteristiche del percorso (strade di montagna, condizioni meteorologiche sfavorevoli, ecc. ) In linea di massima, si applica il seguente criterio: • un mese anticipato se presente solo il requisito della distanza o il tempo di percorrenza • tutto il periodo del pre-parto se presenti almeno due degli elementi su indicati. 13 Guida per l’effettuazione della valutazione dei rischi ai seni del D.Lgs. 151/01 per la tutela delle lavoratrici in età fertile da adottare dal momento del ricevimento del certificato di gravidanza da parte della lavoratrice. Reparto mansioni Per ogni reparto dovranno essere individuate le mansioni presenti o i compiti lavorativi svolti Rischi Riferimenti Periodo di Misure di tutela * lavorativi legislativi riferimento Dovranno I lavori vietati Indicare il Indicare: essere sono indicati periodo in cui è • modifica delle valutati i negli allegati A necessario condizioni o rischi e B del Decreto l’allontanamento dell’orario di relativi alle 151/01; devono del rischio: lavoro mansioni inoltre essere • Gravidanza • cambio mansione svolte e valutati i rischi • Allattament (specificare in quelli per la sicurezza o(fino a dettaglio quale e relativi e la salute delle sette mesi in quale reparto all’ambiente lavoratrici con dopo il • allontanamento in cui tali riferimento parto) della lavoratrice mansioni all’allegato C del e contestuale vengono citato decreto. informativa effettuate, scritta alla Direzione in provinciale del particolare dovranno lavoro per il essere rilascio del valutati i provvedimento di seguenti interdizione dal rischi: lavoro fisici, chimici, biologici, legati all’organizza zione del lavoro. *le misure di tutela possono essere riportate in un documento di procedura aziendale per la tutela delle lavoratrici madri da adottare dal momento del ricevimento del certificato di gravidanza da parte della lavoratrice. 14 Schede di alcune mansioni: identificazione dei rischi specifici correlati all’attività CONFEZIONAMENTO CARATTERIZZAZIONE DELLA PRESENZA FEMMINILE In molti settori produttivi (tessile, farmaceutico, abbigliamento, alimentare, metalmeccanico, grafico, ecc.) le attività di confezionamento e di controllo della qualità dei prodotti vengono svolte per lo più da personale femminile impiegato nelle operazioni più ripetitive e di minor contenuto professionale. TABELLA RIASSUNTIVA DEI FATTORI DI RISCHIO RIFERIMENTI LEGISLATIVI (integrati nel D.LGS 151/2001) Lavorazione PER LA Fattori di rischio Postura obbligata Riferimenti Legislativi DPR 1026/76 art. 5 lett. G Rumore D.Lgs. 645/96 All. I comma 1 lett. c GRAVIDANZA CON Assemblaggio DPR 1026/76 art. 5 lett. G Confezionamento Postura in piedi Stress D.Lgs. 645/96 All. I comma 1 lett. g Movimentazione manuale dei carichi D.Lgs. 645/96 All. I comma 1 lett. g D.Lgs. 645/96 All. I comma 1 lett. f Microclima 15 INDUSTRIA FARMACEUTICA ELENCAZIONE DELLE PRINCIPALI LAVORAZIONI 1. PREPARAZIONE DEL FORMULATO 2. CONFEZIONAMENTO 3. SPERLATURA 4. LABORATORIO CHIMICO-FISICO 5. STABULARISTI CARATTERIZZAZIONE DELLA PRESENZA FEMMINILE Nella produzione di un farmaco si distinguono due momenti principali: la sintesi del principio attivo ed il confezionamento del prodotto finito intendendo con questo termine la preparazione del formulato ed il suo confezionamento. Le industrie di sintesi sono tipiche industrie chimiche, ad occupazione soprattutto maschile; mentre nei confezionamenti l'occupazione è tipicamente femminile. TABELLA RIASSUNTIVA DEI FATTORI DI RISCHIO PER LA GRAVIDANZA CON RIFERIMENTI LEGISLATIVI (integrati nel D.LGS 151/2001) Lavorazione Confezionamento e imballaggio prodotti in vetro Fattori di rischio Riferimenti Legislativi Rischio chimico L. 1204/71 art. 3 comma III Postura incongrua e fatica fisica DPR 1026/76 art. 5 lett. G Microclima D.Lgs. 645/96 All. I comma 1 lett. f Rumore D.Lgs. 645/96 all. I comma 1 lett. c Alcol isopropilico DPR 1026/76 art. 5 lett. B DPR 303/56 art. 33 voce 40 tabella allegata Sperlatura Postura incongrua e fatica fisica DPR 1026/76 art. 5 lett. G Laboratorio chimico-fisico Sostanze chimiche L. 1204/71 art. 3 comma III Postura incongrua e fatica fisica DPR 1026/76 art. 5 lett. G Rischio infettivo D.Lgs. 645/96 all. I comma 2 DPR 1026/76 art. 5 lett. L Stabulatori 16 ABBIGLIAMENTO CARATTERIZZAZIONE DELLA PRESENZA FEMMINILE Il lavoro è tipicamente femminile. ELENCAZIONE DELLE PRINCIPALI LAVORAZIONI 1. TAGLIO 2. CUCITURA 3. STIRATURA 4. SMACCHIATURA 5. CONFEZIONAMENTO 6. LAVORI IN MAGAZZINO TABELLA RIASSUNTIVA DEI FATTORI DI RISCHIO PER LA GRAVIDANZA CON RIFERIMENTI LEGISLATIVI (integrati nel D.LGS 151/2001) Lavorazione Fattori di rischio Riferimenti Legislativi Taglio Postura in piedi DPR 1026/76 art. 5 lett. G Cucitura Postura obbligata DPR 1026/76 art. 5 lett. G Utilizzo di macchine mossa o comandata a pedale con ritmo frequente e notevole sforzo DPR 1026/76 art. 5 lett. H Rumore D.Lgs. 645/96 all. I comma 1 lett. c Postura in piedi DPR 1026/76 art. 5 lett. G Microclima D.Lgs. 645/96 all. I comma I lett. f Smacchiatura Solventi clorurati DPR 1026/76 art. 5 lett. B Confezionamento Postura in piedi DPR 1026/76 art. 5 lett. G Lavori in magazzino Postura in piedi DPR 1026/76 art. 5 lett. G Movimentazione manuale dei carichi D.Lgs. 645/96 all. I comma 1 lett. g Stiratura 17 METALMECCANICA ELENCAZIONE DELLE PRINCIPALI LAVORAZIONI 1. CONFEZIONAMENTO 2. MONTAGGIO MONTAGGIO CARATTERIZZAZIONE DELLA PRESENZA FEMMINILE Queste operazioni sono tipiche nel settore della meccanica, elettromeccanica, elettronica e sono prevalentemente affidate alle donne. Sono caratterizzate da alta ripetitività e bassa qualificazione, pur richiedendo un certo grado di attenzione. Vengono effettuate sia presso le grandi - medie aziende che, soprattutto, presso piccole aziende artigiane, caratterizzate da limitate possibilità di controllo. TABELLA RIASSUNTIVA DEI FATTORI DI RISCHIO PER LA GRAVIDANZA CON RIFERIMENTI LEGISLATIVI (integrati nel D.LGS 151/2001) Lavorazione Lavorazione dei metalli con macchine Fattori di rischio Rumore Riferimenti Legislativi D.Lgs. 645/96 all. I comma 1 lett. c D.Lgs. 645/96 all. I comma 1 lett.a DPR 1026/76 art. 5 lett. I Vibrazioni DPR 1026/76 art. 5 lett. B Saldatura Oli minerali Fumi di saldatura con possibilità di esposizione a metalli: piombo cromo nichel cadmio mercurio DPR 1026/76 art. 5 lett. B D.Lgs. 645/96 all. II comma I lett. c Sgrassatura Solventi Detergenti DPR 1026/76 art. 5 lett. B, C Decapaggio Acidi forti (cloridico solforico, nitrico, ecc) Solventi Pigmenti Resine Rischi generali: Postura DPR 1026/76 art. 5 lett. B, C Movimentazione manuale dei carichi D.Lgs. 645/96 all. I comma 1 lett. g Verniciatura Operazioni varie DPR 1026/76 art. 5 lett. B, C DPR 1026/76 art. 5 lett. G 18 LEGNO ELENCAZIONE DELLE PRINCIPALI LAVORAZIONI DOVE VENGONO IMPEGNATE LE DONNE 1. RIFINITURA DEI MOBILI 2. VERNICIATURA 3. LUCIDATURA TABELLA RIASSUNTIVA DEI FATTORI DI RISCHIO PER LA GRAVIDANZA CON RIFERIMENTI LEGISLATIVI (integrati nel D.LGS 151/2001) Lavorazione Fattori di rischio Riferimenti Legislativi Lavorazione legno Rumore D.Lgs. 645/96 all. II comma 1 con macchina lett. c Polveri di legno Lucidatura Carteggiatura Incollaggio DPR 1026/76 art. 5 lett. B, C - Polveri di legno, di DPR 1026/76 art. 5 lett. B, C vernici, ecc Formaldeide DPR 1026/76 art. 5 lett. B Microonde D.Lgs. 645/96 all. I comma 1 lett. e Verniciatura Solventi Pigmenti Resine Operazioni varie Rischi generali: Postura Movimentazione manuale dei carichi DPR 1026/76 art. 5 lett. B, C DPR 1026/76 art. 5 lett. G D.Lgs. 645/96 all. I comma 1 lett. g 19 PELLETTERIE E CALZATURE ELENCAZIONE DELLE PRINCIPALI LAVORAZIONI 1. TAGLIO PELLI 2. ORLATURA-GIUNTURA (sgranatura, cucitura, incollaggio) 3. MONTAGGIO-ASSEMBLAGGIO(messa in forma incollaggio, ribattitura) 4. FISSAGGIO-RIFINITURA (coloritura ritocco, applicazione solette, stiratura pulizia) CARATTERIZZAZIONE DELLA PRESENZA FEMMINILE La lavorazione delle pelli e delle calzature è una tipica attività produttiva italiana dove viene impiegato TABELLA RIASSUNTIVA DEI FATTORI DI RISCHIO RIFERIMENTI LEGISLATIVI (integrati nel D.LGS 151/2001) Lavorazione Taglio pelli Fattori di rischio Riferimenti Legislativi Postura DPR 1026/76 art. 5 lett. G PER LA GRAVIDANZA CON DPR 1026/76 art. 5 lett. C Orlatura-Giuntura (scarnitura, spaccatura, cucitura, incollaggio) Polvere di pelle e cuoio D.Lgs. 645/96 all. I comma 1 lett. c Rumore Postura DPR 1026/76 art. 5 lett. G Polvere di pelle e cuoio DPR 1026/76 art. 5 lett. C D.Lgs. 645/96 all. I comma 1 lett. c Rumore DPR 1026/76 art. 5 lett. B Solventi MontaggioAssemblaggio (messa in forma, incollaggio ribattitura) Postura DPR 1026/76 art. 5 lett. G D.Lgs. 645/96 all. I comma 1 lett.c Rumore Fissaggio-Rifinitura (coloritura, ritocco, applicazione solette, stiratura pulizia) Solventi DPR 1026/76 art. 5 lett. B Postura DPR 1026/76 art. 5 lett. G DPR 1026/76 art. 5 lett. B Solventi/Tinture 20 PLASTICHE I CICLI PRODUTTIVI Sotto il termine “lavorazione delle materie plastiche” si nasconde in realtà una miriade di diverse tecniche produttive, tra cui le più importanti sono: STAMPAGGIO INIEZIONE: PER L’oggetto si ottiene spingendo e stampando plastica fusa in una pressa orizzontale. ESTRUSIONE: La plastica fusa viene fatta “filare” attraverso fori di diversa forma e spessore. IMPREGNAZIONE: Diversi tipi di supporto vengono impregnati per immersione o spruzzatura di resine. SPALMATURA: La resina viene spalmata sul supporto. TERMOFORMATURA: Il semilavorato in resina viene formato a caldo. STAMPAGGIO A La plastica ( di un tipo PRESSIONE: che tende a indurire col calore) viene stampata in presse verticali. CALANDRATURA: La plastica viene fatta passare attraverso grandi cilindri, che la trasforma in una lamina o un foglio, che verrà poi variamente lavorato e raccolto in rotoli. CARATTERIZZAZIONE DI QUESTO SETTORE Sotto il termine di lavorazione delle materie plastiche vengono raccolte molte lavorazioni diversificate, tutte in grande espansione per l'aumento degli oggetti di plastica pura o riciclata nella vita quotidiana. Si parla di stampaggio per iniezione, estrusione, impregnazione, spalmatura. Si tratta di un settore considerato non pesante, ad elevata parcellizzazione e ripetitività delle mansioni, dove viene impiegata molta manodopera femminile. DESCRIZIONE DELLE PRINCIPALI MANSIONI Il caricamento delle materie prime: granuli, sfridi, coloranti in master avviene spesso automaticamente con tramogge e altro. Il personale, soprattutto quello femminile, viene impiegato nello scarico dei pezzi e nei lavori di finitura. 21 TABELLA RIASSUNTIVA DEI FATTORI DI RISCHIO RIFERIMENTI LEGISLATIVI (integrati nel D.LGS 151/2001) Lavorazione Fattori di rischio Preparazione Rumore materie (macinazione) mescola, aggiunta di Postura additivi Iniezione, estrusione Stampa PER LA GRAVIDANZA CON Riferimenti Legislativi D.Lgs. 645/96 all. I comma 1 lett. c DPR 1026/76 art. 5 lett. G D.Lgs. 645/96 all. II lett. c Additivi contenenti piombo Postura DPR 1026/76 art. 5 lett. G Rumore D.Lgs. 645/96 all. I comma 1 lett. c Postura DPR 1026/76 art. 5 lett. G DPR 1026/76 art. 5 lett. B Solventi Inchiostri 22 TESSILE ELENCAZIONE DELLE PRINCIPALI LAVORAZIONI 1. 2. 3. 4. FILATURA –TORCHIATURA ROCCATURA TESSITURA CONTROLLO SMACCHIATURA Questo comparto produttivo è caratterizzato da una presenza femminile "storicamente" piuttosto elevata sia nelle fasi di tessitura che in quelle di tintura, finitura e confezionamento. TESSITURA LE PRINCIPALI MANSIONI 1) Addetta alla preparazione filati. 2) Addetta ai telai. 3) Addetta alla visita pezze e confezioni tessuti. TINTO STAMPERIA La presenza femminile è cospicua solo nelle stamperie e nella preparazione della "tintura e purga a stella" della seta. PRINCIPALI MANSIONI FEMMINILI 1) Addetta alla cucina colori. 2) Stampatrice e aiuto-stampatrice. 3) Campionatura. 4) Visita pezze. FOTOINCISIONI DI QUADRI PER STAMPA TESSUTI La presenza femminile è significativa nella preparazione lucidi e nel ritocco dei quadri. PRINCIPALI MANSIONI FEMMINILI 1) Lucidista. 2) Mascheratrice. 3) Ritoccatrice. 23 TABELLA RIASSUNTIVA DEI FATTORI DI RISCHIO PER LA GRAVIDANZA CON RIFERIMENTI LEGISLATIVI (integrati nel D.LGS 151/2001) Lavorazione Filatura Torciatura Fattori di rischio Riferimenti Legislativi Rumore D.Lgs. 645/96 all. I comma 1 lett. c Microclima D.Lgs. 645/96 all. I comma 1 lett. f DPR 1026/76 art. 5 lett. f D.Lgs. 645/96 all. I comma 1 lett. a Vibrazioni Polveri DPR 1026/76 art. 5 lett. C Roccatura Rumore D.Lgs. 645/96 all. I comma 1 lett. c Tessitura Microclima D.Lgs. 645/96 all. I comma 1 lett. f D.Lgs. 645/96 all. I comma 1 lett. c Rumore DPR 1026/76 art. 5 lett. I D.Lgs. 645/96 all. I comma 1 lett. a Controllo smacchiatura Rischi comuni Vibrazioni Solventi clorurati Postura in piedi DPR 1026/76 art. 5 lett. B DPR 1026/76 art. 5 lett. G D.Lgs. 645/96 all. I comma 1 lett. g 24 COMPARTO ALBERGHIERO CARATTERIZZAZIONE DELLA PRESENZA FEMMINILE Il settore alberghiero è tra i più importanti comparti lavorativi del nostro paese in termini di prodotto interno lordo e numero di addetti. Nel "mercato globale" che tanta crisi porta in tutti i settori produttivi, l'Italia con le sue bellezze naturali ed artistiche potrebbe avere nel turismo una grande ricchezza stabile nel tempo. Ma solamente con l'entrata in vigore delle direttive CEE con il Decreto 626 questo settore è stato studiato dal punto di vista dei rischi professionali. Sino ad oggi relativamente alle malattie professionali denunciate appare "silente", anche se ricerche internazionali indicano nella patologia muscolo-scheletrica (della colonna vertebrale) e nelle dermatiti (da prolungato mantenimento delle mani nell'acqua, da uso di detersivi, disinfettanti e da contatto con superfici nichelate: es. carrelli), le malattie professionali più frequenti. Come tutte le attività di "servizio alla persona" il lavoro in campo turistico e alberghiero è tipicamente femminile. TABELLA RIASSUNTIVA DEI FATTORI DI RISCHIO RIFERIMENTI LEGISLATIVI (integrati nel D.LGS 151/2001) Lavorazione Pulizia locali Servizio camere Guardaroba Cucina Fattori di rischio Riferimenti Legislativi Postura DPR 1026/76 art. 5 lett. G Fatica fisica DPR 1026/76 art. 5 lett. F Movimentazion e dei carichi D.Lgs. 645/96 all. I com. 1 lett.G Microclima D.Lgs. 645/96 all. I com. 1 lett.f PER LA GRAVIDANZA CON Lavoro su scale DPR 1026/76 art. 5 lett. E DPR 1026/76 art. 5 lett. C Detergenti 25 COMMERCIO E GRANDE DISTRIBUZIONE CARATTERIZZAZIONE DELLA PRESENZA FEMMINILE In questo settore molte donne sono impiegate soprattutto nelle attività di commessa e di cassiera. Ma anche i servizi ausiliari (scaffaliste e pulizie) sono frequentemente eseguite da personale femminile. ● CURIOSITA’. I lettori ottici sono strumenti laser del tipo a gas neutri o atomici. Si tratta di strumenti sicuri per gli addetti alle casse e per gli utenti. Sono strumenti funzionanti a bassa potenza con una emissione massima permessa non superabile in nessuna condizione di impiego. Si escludono danni per l'apparato oculare o la pelle e per la gravidanza. TABELLA RIASSUNTIVA DEI FATTORI DI RISCHIO RIFERIMENTI LEGISLATIVI (integrati nel D.LGS 151/2001) Lavorazione Operazioni varie Fattori di rischio Riferimenti Legislativi Rischi generali: Postura DPR 1026/76 art. 5 lett. G Movimentaz.manuale dei carichi D.Lgs. 645/96 all. I comma 1 lett. g Microclima D.Lgs. 645/96 all. I comma 1 lett. f Stress D.Lgs. 645/96 All. I comma 1 lett. g DPR 1026/76 art. 5 lett. E Lavoro su scale PER LA GRAVIDANZA CON 26 MENSE CARATTERIZZAZIONE DELLA PRESENZA FEMMINILE Si tratta di un settore in crescita (per le modifiche dell'organizzazione sociale e del lavoro) e ad elevata occupazione femminile. L'organizzazione delle mense è molto varia e configura situazioni di esposizione a fattori di rischio diversificate; ad esempio non in tutte le situazioni vi è presente una cucina (pensiamo alla distribuzione dei pasti nelle scuole), in altre la distribuzione dei pasti può essere fatta secondo un modello di self-service. CURIOSITA’. Un problema particolare: in gravidanza spesso la donna ha delle avversioni a odori e a cibi che si manifestano con nausea e vomito: in questo settore è piuttosto difficile combattere questo rischio. TABELLA RIASSUNTIVA DEI FATTORI DI RISCHIO PER LA GRAVIDANZA CON RIFERIMENTI LEGISLATIVI (integrati nel D.LGS 151/2001) Lavorazione Fattori di rischio Riferimenti Legislativi Postura DPR 1026/76 art. 5 lett. G Fatica fisica DPR 1026/76 art. 5 lett. F Movimentaz. dei carichi D.Lgs. 645/96 all. I com. 1 lett.g Cucina Microclima D.Lgs. 645/96 all. I com. 1 lett.f Lavoro su scale DPR 1026/76 art. 5 lett. E Detergenti DPR 1026/76 art. 5 lett. C 27 PARRUCCHIERE ED ESTETISTE CARATTERIZZAZIONE DELLA PRESENZA FEMMINILE Tolte rare eccezioni è un settore a componente quasi esclusivamente femminile. Si tratta per lo più di piccole aziende familiari con apprendisti e lavoranti, ma in grande espansione per l'elevarsi della qualità di vita sociale. TABELLA RIASSUNTIVA DEI FATTORI DI RISCHIO RIFERIMENTI LEGISLATIVI (integrati nel D.LGS 151/2001) Lavorazione Tutte le operazioni Uso di prodotti vari per shampoo, tinture, permanenti, lacche e decolorazioni Fattori di rischio Riferimenti Legislativi Postura DPR 1026/76 art. 5 lett. G Microclima D.Lgs. 645/96 all. I com. 1 lett.f Biologico (epatie B e C, AIDS) D.Lgs. 645/96 all. I com. 2 Sostanze allergizzanti Coloranti Ammoniaca Persolfati DPR 1026/76 art. 5 lett. B, C PER LA GRAVIDANZA CON 28 IMPRESE DI PULIZIE CARATTERIZZAZIONE DELLA PRESENZA FEMMINILE Le imprese di pulizie sono ambiti di lavoro tipici del lavoro femminile. Negli ultimi anni si è affermata questo tipo di impresa di servizio alla collettività (Comuni, Ospedali) e al settore privato: nella pulizia di uffici, banche, condomini, etc. Si tratta spesso di un lavoro precario dove lo sfruttamento della manodopera, trattandosi di imprese di piccole dimensioni, è elevato: salari scarsi, orari difficili, carichi di lavoro pesanti, potere contrattuale minimo. E’ anche un settore in cui è presente una quota non trascurabile di “lavoro nero”. E' quindi un settore dove risulta problematica l'applicazione della normativa vigente sia di tutela della maternità che di tutela della salute e sicurezza sul lavoro. TABELLA RIASSUNTIVA DEI FATTORI DI RISCHIO PER LA GRAVIDANZA CON RIFERIMENTI LEGISLATIVI (integrati nel D.LGS 151/2001) Lavorazione Fattori di rischio Riferimenti Legislativi Fatica fisica DPR 1026/76 art. 5 lett. F Movimentazione manuale dei carichi D.Lgs. 645/96 all. I com. 1 lett.g Postura DPR 1026/76 art. 5 lett. G Lavoro su scale DPR 1026/76 art. 5 lett. E Microclima D.Lgs. 645/96 all. I com. 1 lett.f Detergenti Acidi alcali DPR 1026/76 art. 5 lett. B, C Operazioni varie 29 SANITA' E SERVIZI CARATTERIZZAZIONE DELLA PRESENZA FEMMINILE Questo settore si caratterizza per una maggiore presenza femminile tra gli occupati ( sino al 60%). I fattori di rischio occupazionali possono quindi costituire un reale e serio rischio per la gravidanza. Le donne sono particolarmente presenti nelle mansioni di infermiera e ausiliaria e nelle attività di laboratorio. Ma anche i medici donna sono oramai una figura frequente nelle strutture sanitarie. A composizione pressoché totalmente femminile sono le attività di ostetrica, puericultrice e fisioterapista. In questo settore i problemi più rilevanti si trovano all'interno degli ospedali e più in generale dei luoghi di assistenza e cura. Numerosi sono i luoghi di lavoro del settore sanitario da considerare: dall'ospedale alla casa di riposo, dai servizi domiciliari di assistenza all'aiuto del dentista, dal laboratorio all'assistenza sociosanitaria. TABELLA RIASSUNTIVA DEI FATTORI DI RISCHIO RIFERIMENTI LEGISLATIVI (integrati nel D.LGS 151/2001) Lavorazione Reparti di degenza e Pronto Soccorso Sale operatorie Fattori di rischio Riferimenti Legislativi Rischio biologico D.Lgs. 645/96 all. I com. 2 DPR 1026/76 art. 5 lett. L Movimentazione pazienti D.Lgs. 645/96 all. I com. 1 lett.g Chemioterapici D.Lgs. 645/96 all. I com. 3 lett.d Turno notturno L.903/77 art.5 Anestetici volatili DPR 1026/76 art. 5 lett. B Radiazioni ionizzanti D.Lgs. 645/96 all. I com. 1 lett.d DPR 1026/76 art. 5 lett. D D.Lgs. 645/96 all. I com. 1 lett.d DPR 1026/76 art. 5 lett. D D.Lgs. 645/96 all. I com. 2 lett.L DPR 1026/76 art. 5 lett. L DPR 1026/76 art. 5 lett. B DPR 1026/76 art. 5 lett. B Radio diagnostica, Radiazioni radio terapia ionizzanti Laboratorio analisi Rischio biologico Solventi Sterilizzazion strumenti Addetti pulizia Ossido di etilelene, formaldeide, glutaraldeide Fatica fisica PER LA GRAVIDANZA CON DPR 1026/76 art. 5 lett. F Disinfettanti, detergenti DPR 1026/76 art. 5 lett. B, C Postura DPR 1026/76 art. 5 lett. G 30 GUARDIA GIURATA Servizi di vigilanza e investigazione Lavorazione Servizio di portineria e controllo accessi nei servizi di portierato senza presenza di valori senza possesso dell’arma Servizio di portineria e controllo accessi nei servizi di portierato senza presenza di valori con possesso dell’arma Servizio di vigilanza armata • Vigilanza diretta o tramite circuiti • Antitaccheggio • Vigilanza alla chiusura serale Fattori di rischio Postura in piedi Postura in piedi Rischio di aggressioni e reazioni violente Postura in piedi Rischio di aggressioni e reazioni violente Riferimenti Legislativi D. Lgs. 151/01 art. 7 comma 1 allegato A lett. G D. Lgs. 151/01 art. 7 comma 1 allegato A lett. G D. Lgs. 151/01 art. 7 comma 4 D. Lgs. 151/01 art. 7 comma 1 allegato A lett. G D. Lgs. 151/01 art. 7 comma 4 ASSISTENTE ALLA POLTRONA Lavorazione Assistenza al medico dentista • Estrazione, interventi chirurgici • Detartasi • Otturazioni, ricostruzioni • Preparazione amalgama Lavaggio disinfezione sterilizzazione strumentario, superfici e attrezzature Fattori di rischio Postura in piedi Rischio biologico Rischio chimico Postura in piedi Rischio biologico Rischio chimico Riferimenti Legislativi D. Lgs. 151/01 art. 7 comma 1 allegato A lett. A D. Lgs. 151/01 art. 7 comma 1 allegato A lett. A 31 ESSATTRICE AUTOSTRADALE Lavorazione Addetta riscossione pedaggio autoveicoli Fattori di rischio Postura assisa fissa Riferimenti Legislativi D. Lgs. 151/01 art. 17 comma 1 Ritmi sostenuti, gas di scarico autoveicoli, microclima, rumore D. Lgs. 151/01 art. 17 comma 4 Fattori di rischio Riferimenti Legislativi D. Lgs. 151/01 art. 17 comma 4 LOGOPEDISTA Lavorazione Attività rieducative e studio del comportamento con bambini di 0-6 anni Attività con bambini e adoloscenti portatori di handicap psico fisici Posizioni incongrue Rischio biologico Eventuale rischio di reazioni improvvise violente D. Lgs. 151/01 art. 17 comma 4 32 SCHEDE DI APPROFFONDIMENTO DEL SETTORE SANITARIO CHEMIOTERAPICI ANTIPLASTICI. RISCHI PER LA RIPRODUZIONE E STRATEGIE PER LA PREVENZIONE Introduzione I chemioterapici antiblastici (CA) sono dei farmaci citotossici utilizzati per il trattamento di patologie tumorali e non. Le proprietà immunosopressive di alcuni CA possono essere utili anche in condizioni quali artrite reumatoide, il trapianto di organi, la talassemie, la psoriasi. Il loro impiego come antitumorale risale agli anni quaranta. Fin dall’inizio degli anni ’80, a livello internazionale, molta attenzione è stata rivolta all’esposizione lavorativa ad antiblastici. In Italia, da più di 10 anni, si è preso coscienza di questo problema. Nel febbraio 1995, la Commissione Oncologica nazionale ha conferito all’Istituto Superiore per la Prevenzione e Sicurezza sul lavoro (ISPESL) l’incarico di coordinare un gruppo di lavoro per lo studio della “prevenzione dei rischi derivanti dall’uso di chemioterapici antiblastici in ambiente sanitario”. Questo gruppo di lavoro, nel 1997 ha elaborato le linee guida per la sicurezza e la salute dei lavoratori esposti a chemioterapici antiblastici in ambiente sanitario, questo documento è stato approvato dalla Commissione Oncologica Nazionale nel 1999, emanando le “Linee guida per la sicurezza e la salute dei lavoratori esposti a chemioterapici antiblastici in ambiente sanitario”. Si tratta in sostanza di “indirizzi” che, alla luce delle attuali conoscenze, indicano la strada per effettuare valutazioni di esposizione, sorveglianza sanitaria, nonché per attuare misure di prevenzione, ovvero modalità di carichi operativi, valutazione della suscettibilità individuale a sostanze alcune delle quali potenzialmente cancerogene, come da classificazione IARC, la quale ha classificato numerososi farmaci antitumorali come sostanze cancerogene o probabilmente cancerogene per l’uomo. PRINCIPALI FATTORI RIPRODUTTIVO ● DI RISCHIO DEL PERSONALE ESPOSTO SUL SISTEMA Effetti mutageni cancerogeni. L’effetto mutageno è stato osservato in alcuni studi. Esaminando ad esempio la mutagenicità delle urine di infermiere del reparto di oncologia in confronto alle infermiere di altri reparti, uno studio ha costatato una maggiore prevalenza di positività tra le infermiere oncologiche, con un gradiente dose e risposta secondo il numero di dose preparate. Uno studio più recente condotto in Danimarca e in Cecoslovacchia ha riscontrato un tasso maggiore di rotture e aberrazioni cromosomiche nel personale addetto alla preparazione di ciclosfamide. La valutazione dell’effetto mutageno è tuttavia complicato sia da problemi di natura tecnico-analitico, che dal problema di confondimento a causa di esposizione a mutageni non lavorativi, in particolare fumo di sigaretta attivo o passivo. La responsabilità degli antiblasti nel determinare i vari effetti mutageni è stata comunque confermata anche da studi che hanno mostrato che laddove si attuano misure di sicurezza, si osserva l’annullamento o la riduzione di questi effetti. Il problema resta ancora in quei paesi dove non si è ancora preso coscienza del rischio. ● Effetti riproduttivi. Questi studi sono più numerosi e provengono da diverse realtà lavorative. Gli studi di Hemminki e Selevan in Filanda sono basati sull’accertamento dell’esposizione durante le prime settimane di gestazione, che è anche il periodo di maggiore suscettibilità. Altri studi sono basati su questionari senza un riscontro obiettivo dell’effettiva esposizione. Tuttavia, nonostante queste limitazioni, esiste una forte convergenza dell’evidenza epidemiologica a favore dell’ipotesi di un incremento del rischio di aborto spontaneo tra le infermiere che lavorano senza misure protettive. Un effetto ben documentato, e probabilmente collegato all’aborto spontaneo, è quello dei disturbi mestruali. Infatti un ampio studio, sulla salute delle infermiere, condotto negli Stati Uniti all’inizio degli anni ’90, ha evidenziato un maggior numero di disfunzioni mestruali tra le infermiere che manipolano farmaci chemioterapici. Meno concreta è l’evidenza sul possibile ruolo di 33 questa esposizione nelle malformazioni congenite e nelle gravidanze extrauterina, è risultato negativo. Quest’ ultimo effetto è stato osservato per la prima volta in uno studio francese nel 1993, ma si basa solo su 15 casi. Successivamente, uno studio molto più ampio, disegnato specificatamente per esplorare l’ipotesi dell’associazione tra esposizione professionale a chemioterapici e gravidanza extrauterina, è risultato negativo. Il possibile effetto teratogeno è stato sospettato sulla base di due studi, ma ambedue erano senza un’adeguata definizione delle esposizioni a chemioterapici, basati solo sulla categoria professionale delle lavoratrici. Infatti, trattandosi di eventi rari, lo studio di malformazioni congenite ed esposizioni professionali a chemioterapici (altrettanto rare) presenta molte difficoltà. Gli antiblastici disturbano eventi alla base della replicazione cellulare e della fisiologia cellulare, questi comprendono agenti alchilanti come la ciclosfosfamide, inibitori del metabolismo dei folati come il metrotessato, sostanze che alterano il citoscheletro come gli alcaloidi vincristina ecc. Pertanto, è evidente come gli antiblastici possono avere una forte tossicità per i tessuti in rapida proliferazione e differenziazione come quelli embrionali; infatti, l’uso terapeutico in gravidanza è associato al rischio di abortività e malformazioni congenite, e specifiche sindromi malformative (effetti ritardi sullo sviluppo, meccanismi di embriotossicità e teratogenesi, ecc). Da questa breve rassegna emerge, che nonostante le interessanti indicazioni fornite dai lavori scientifici, i dati disponibili sono assolutamente inadeguati per contribuire ad una valutazione quantitativa del rischio riproduttivo in seguito ad esposizione occupazionale . ● LA PREVENZIONE INDIVIDUALE E COLETTIVA Alla luce di tutte queste considerazioni come già anticipato nella parte introduttiva sono state stilate delle linee guida per la sicurezza e la salute dei lavoratori esposti a chemioterapici antiblastici in settore sanitario. I cardini della prevenzione individuale e collettiva in tema di rischio da esposizione a chemioterapici antiblastici sono tre. Innanzitutto la centralizzazione organizzativa e strutturale che abbia dimensioni e caratteristiche adeguate alla struttura cui è destinata. Alla centralizzazione deve affiancarsi la protezione collettiva e individuale. La prima, secondo le indicazioni delle linee guida vede nella cappa a flusso laminare verticale, il suo elemento fondamentale. I dispositivi di protezione individuale (guanti, mascherine, camici, occhiali ecc). Tra questi di particolare rilievo assumono i guanti, che rappresentano la protezione fondamentale rispetto all’assorbimento transcutaneo di chi prepara la somministrazione. ● LA SORVEGLIANZA SANITARIA Chi esegue la sorveglianza sanitaria deve tenere conto che i farmaci antiblastici, in particolare gli agenti alchilanti, sono composti citotossici potenzialmente cancerogeni e possono causare effetti negativi sulla riproduzione in soggetti professionalmente esposti. In pazienti sottoposti a terapia antiplastica, sono stati descritti effetti irritativi o allergici (cute e mucose), perdita di capelli, nausea, ecc. Durante la sorveglianza sanitaria dovrebbero essere valutate quelle condizioni fisiologiche e/o patologiche, temporanee o permanenti, che potrebbero rappresentare situazioni di aumentata suscettibilità individuale, (gravidanza e allattamento, talassemie, anemie, alterazioni epatico renali, ecc). Sarà, pertanto, necessario approfondire notizie anamnestiche periodicamente ad espletare gli organi e apparati. Il monitoraggio biologico, attraverso lo studio degli indicatori di citogenetica, può trovare indicazioni solo in situazioni particolari. Eccessivo assorbimento di farmaci antiblastici per infortunio o sospetta malattia professionale. NOTA L’argomento trattato è molto vasto, essendo questa una scheda sintetica siamo a disposizione per darvi il materiale per approfondire in modo dettagliato altri punti, ad esmpio: 1. Linee guida (precise direttive) 2. Elenco dei principali chemioterapici usati in Italia 3. Classificazione dei farmaci antitumorali secondo la IARC 34 RISCHI DI NATURA INFETTIVA NELLE DONNE CHE OPERANO IN SANITÀ PREMESSA Le malattie infettive contratte in gravidanza possono avere notevoli ripercussioni sull’andamento della stessa, gli effetti di una malattia possono essere: • un aggravamento della malattia infettiva; • ripercussioni sfavorevoli sull’andamento della gravidanza (aborto, morte intrauterina del feto, parto anticipato. Si dovranno considerare le condizioni generali di salute della donna in esame ed il suo stato immunitario rispetto ad alcuni agenti per cui si realizza un’immunità permanente. pretermine); • embriopatie, fetopatie o nanopatie infettive causate ad esempio da alcuni virus (rosolia, morbillo, parotite, citamegalovirus, herpes virus, influenza, epatiti, ADIS) . Il rischio di contaminazione infettiva deve essere valutato caso per caso, tenendo conto della natura, del grado e della durata dell’esposizione. INFEZIONE DA ROSOLIA Riguardo al rischio delle infezioni nosocomiali occupazionali sullo stato di salute della donna, con particolare riguardo per la sfera riproduttiva e gli eventuali effetti sul nascituro, in primo luogo si identifica nella rosolia quella identità etiologica, immunologia e clinica responsabile, com’è noto, di malformazioni fetali per trasmissione del virus della madre attraverso la placenta. Ai fini preventivi, attraverso la vaccinazione verso il virus della rosolia di tutta la popolazione infantile, si possono ottenere ottimi risultati, mentre la strategia selettiva, la quale limita la vaccinazione soltanto alle bambine in età prepubere, in vista delle future gravidanze, permette la circolazione del virus selvaggio della rosolia nei bambini di sesso maschile e cioè in larghissima fascia popolazione, che rimane esposta al rischio di infezioni, e non garantisce l’eradicazione del virus e della malattia. INFEZIONE DA VARICELLA (VZV) Le infezioni da virus della varicella-herpes zoster (VSZ), nelle loro manifestazioni nosologiche, varicella ed herpes zoster, hanno assunto una loro rilevanza, anche per le complicanze alle quali possono andare incontro. La varicella in gravidanza è gravata da una elevata incidenza di complicazioni materne, principalmente polmonite, che in alcune casistiche colpisce fino a un terzo delle donne e può essere causa di morte; tuttavia, recenti valutazioni fanno ritenere che questi rischi siano stati molto sovrastimati perché i casi non complicati tendono ad essere segnalati più raramente. Se contratta nelle settimane intorno al parto, il virus può causare varicella neonatale, che è gravata da una mortalità fino al 30% dei casi. In particolare, il rischio di infezione, di sintomatologia clinica e di malattia grave è particolarmente elevato se l’esantema compare nei 7 giorni precedenti e successivi al parto, mentre decresce progressivamente allontanadosi da questo periodo. Il rischio di sindrome da varicella congenita, legata all’infezione contratta nel I o II trimestre (ed in particolare tra la 10° e la 20° settimana), è invece relativamente basso (1-3%). La sindrome può comprendere microftamia, cataratta, corioretinite, sindrome do corner, microcefalia, atrofia corticale, encefalite, ritardo della crescita intruterina, ipoplasia degli arti, dita rudimentarie, atrofia muscolare, disfunzione degli sfinteri e cicatrici cutanee. Da ultimo, i neonati di madri che hanno contratto la varicella in gravidanza non sembra comportare alcun rischio di varicella neonatale, sindrome da varicella congenita o zoster in età pediatrica. Tutto ciò giustifica, per il personale sanitario femminile a rischio, l’interesse per misure preventive di vaccinazione, oggi possibile ancorché tuttora in discussione per taluni suoi aspetti. 35 INFEZIONE DA HIV Gli studi epidemiologici condotti in questi anni hanno accertato il rischio di infezioni occupazionali da HIV, anche se esso appare ridotto in confronto con gli altri rischi di infezione. Rimane da sottolineare la gravità dell’infezione da HIV soprattutto in donne in età fertile con possibilità, in caso di gravidanza, del contagio prenatale o peri_partum. Sotto il profilo infettivologico, la prognosi dei bambini, nati da madre HIV sieropositiva, è spesso sfavorevole. Complessivamente si ritiene infatti che circa la metà di tutti i nati risulta portatrice dell’infezione, mentre circa il 20% può sviluppare la sindrome da immunodeficienza acquisita nel primo anno di vita. Gravi interrogativi permangono anche sui bambini che apparentemente non hanno contratto infezione e non mostrano segni di immunodeficienza dopo il diciottesimo mese di vita. Le norme di protezione dal contagio professionale da HIV nelle strutture sanitarie dovranno pertanto essere attuate con ogni scrupolo, tenendo in particolare considerazione quegli ambienti o quelle situazioni più a rischio (sale parto, laboratori, gabinetti di odontoiatria, ecc.). INFEZIONE DA HBV Anche se non presenta particolari aspetti clinici e di decorso, è bene tenere presente che l’epatite in gravidanza comporta una più elevata gravità (10 volte superiore alla norma). Per il feto non sembra vi siano rischi di malformazioni. Di conseguenza è sempre necessario il controllo di tutti markers specifici. La trasmissione dell’epatite al feto può avvenire solo al momento del parto, mentre difficile per via transplacentare. Subito dopo la nascita, e non oltre 12 ore, si devono somministrare al neonato immunoglobuline specifiche 0,5 ml/kg di peso per via intramuscolare, ed entro 7 giorni dalla nascita la prima dose di vaccino, seguita dalla seconda dopo un mese e dalla terza dopo un altro mese (0-1-2 mesi). La presenza di anti-HBs a titolo superiore a 10 mUI/ml indica buona protezione. Qualora non si raggiunga tale valore vuol dire che il bambino non è del tutto protetto, per cui a sei mesi occorre fare un’altra dose di vaccinazione. INFEZIONE DA MORBILLO L’introduzione della vaccinazione contro il morbillo in molti paesi industrializzati ha cambiato l’epidemiologia della malattia, che in passato colpiva quasi esclusivamente i bambini, mentre al giorno d’oggi è diventata più comune negli adulti. Benché la circolazione del virus nella popolazione possa essere estremamente ridotta dai programmi di vaccinazione, la maggior parte delle donne in età riproduttiva non sono vaccinate e, se non hanno contratto il morbillo in età pediatrica, possono contrarlo per l’esposizione ad un occasionale fonte di contagio. In era prevaccinica, la prevalenza del morbillo in gravidanza era di circa 5 casi su 100.000 gravidanze, mentre la prevalenza attuale non è nota. Il morbillo può essere particolarmente grave nelle gestanti, con un’elevata incidenza di complicazioni polmonari che possono portare a morte materna. Il morbillo è inoltre gravato da un’elevata incidenza di aborto, parto pretermine e morte intrauterina. Tali eventi avvengono in genere entro 2 settimane dall’insorgenza della sintomatologia clinica. I bimbi di madri che hanno contratto il morbillo in epoca peripartale possono avere la malattia clinica nel periodo neonatale. Anche se sono stati riportati casi di anomalie congenite nei figli di madri con morbillo in gravidanza, la loro eterogeneità ed il tipo di malformazione in relazione all’età gestionale al momento dell’infezione sembrano escludere ogni nesso di causalità. Il ricorso all’interruzione di gravidanza per il morbillo sembra quindi ingiustificato. Al contrario, poiché le immunoglobuline risultano efficaci contro il morbillo, la loro somministrazione alle donne gravide entro 6 giorni dall’esposizione al contagio ed ai neonati di madri con morbillo in gravidanza è altamente raccomandata. Potrebbe risultare anche opportuno associare alla vaccinazione per la rosolia quella per il morbillo nelle donne in età riproduttiva che risultano non immuni. TABELLA AGENTI DI ESPOSIZIONE 36 Agente d’esposizi one Reparti più a rischio Possibili effetti sulla funzione riproduttiva Possibili effetti sulla prole rosolia pediatria morbillo pediatria HBV HIV tutti Aborti spontanei Aborti spontanei Vedi relazione Varicella (VZV) pediatria Vedi relazione Nascite premature Nascite premature Vedi relazione Vedi relazione LA PREVENZIONE DEL RISCHIO BIOLOGICO Le esigenze attuali per prevenire la diffusione occupazionali di patogeni a trasmissione ematica sono state espresse nelle precauzioni universali e precauzioni standard pubblicate per la prima volta nel 1985 dai Centers for Disease Control and Prevention di Atlanta (CDU-USA), successivamente aggiornate nel 1987 e 1988, e introdotte in Italia nel 1989 con emanazione delle linee guida di comportamento per OS (inclusi studenti, frequentatori e tirocinanti). Queste precauzioni sono depositate da leggi. Nel 1995 i CDC hanno rivisto e aggiornato ulteriormente le linee guida da loro elaborate, queste contengono due campi di applicazione: 1. precauzioni standard si applicano a tutte le persone assistite, indipendentemente dalla diagnosi e dal sospetto di infezione. Devono essere usate in caso di contatto con sangue o altri liquidi organici, secrezioni, escrezioni, cute non integra e mucose. 2. Precauzioni da adottare in aggiunta alle precauzioni standard, nei pazienti in cui si conosce o si sospetta un’infezione da parte di un patogeno epidemiologicamente importante NOTA: L’argomento trattato è molto vasto, essendo questa una scheda sintetica siamo a disposizione per darvi il materiale per approfondire in modo dettagliato altri punti, ad esempio: 1. tutte le indicazioni contenute nelle precauzioni universali. 2. Elenco dei reparti ad alto rischio infettivo sia per il paziente che per l’operatore sanitario. 3. Approfondimenti sulle malattie infettive trattate su questa scheda. 37 RISCHI CAUSATI DA GAS ANESTETICI PREMESSA Vari agenti nocivi presenti nell’ambiente ospedaliero sono stati associati con esiti riproduttivi negativi, in particolare con l’aborto spontaneo. Tra questi, anche i gas anestetici. In seguito ad una casistica di 18 aborti tra 31 gravidanze tra anestesiste sovietiche, sono stati condotti numerosi studi epidemiologici e sperimentali per individuare il grado e la natura di questa associazione. In tutti questi studi è stato confermato un incremento del rischio di aborto spontaneo per le donne esposte a questo gas. Alcuni studi hanno inoltre riscontrato un incremento del rischio per difetti congeniti e basso peso alla nascita. Nel corso degli anni, sono scomparsi dall’uso farmaci altamente tossici e sospetti di cancerogenicità, come il cloroformio, il cui il primo caso di nefrite in un anestesista venne pubblicato addirittura nel 1992, e che fu abbandonato nel dopoguerra per l’elevata epatossicità. Và ricordato comunque che il cloroformio viene tuttora usato dai dentisti per il riempimento delle cavità radicolalari, e che anche questa operazione può esporre a livelli di tossici al di sopra dei limiti accettabili (Allard e Andersson, 1992). Un altro anestetico non più usato è l’etere etilico, che già nel 1949 veniva segnalato come responsabile di danno miocardio nel personale di sala operatoria, ed è stato abbandonato per la sua infiammabilità; o il tricolroetilene, anch’esso epatotossico e neuro tossico, abbandonato nel dopoguerra per la sua instabilità. Solo per circostanze fortunate hanno impedito che venisse largamente usato in anestesia il cloruro di venile monomero, un composto a lungo ritenuto poco tossico e sperimentato come anestetico, che si è rilevato negli anni ‘ 70 uno dei più potenti cancerogeni per l’uomo capace di indurre nei lavoratori addetti alla produzione della plastica PVC l’emagio-endotelio-sarcoma epatico, oltre che un formidabile angiotossico, induttore di un angiopatia periferica e sistemica, con fibrosclerosi del fegato, del polmone e della cute. I prodotti anestetici attualmente più utilizzati nelle sale operatorie sono: l’alotano (fluotano), l’enflurano (etrano), l’isofluorano (forano) e metossifluorano (pentrano) sono idrocarburi alifatici alogenati presenti allo stato di vapore a temperatura e pressione ambiente. Questi composti vengono utilizzati in miscela con il protossido d’azoto e l’ossigeno. L’impiego di questi anestetici per inalazione da luogo ad una dispersione più o meno cospicua nell’ambiente. La concentrazione atmosferica del gas varia, oltre che in funzione del tipo di intervento e delle varie fasi operatorie, anche da numerosi altri fattori, come il tipo di tecnica usata (maschera o intubazione), le eventuali perdite e la maggiore o minore efficienza dei ricambi d’aria. Nelle sale di risveglio, in particolare, si possono raggiungere concentrazioni assai elevate perché i pazienti espirano liberamente i gas somministrati durante l’anestesia e tali locali sono spesso privi di adeguata ventilazione. Il DPR 1401/97 e le norme UNI 737-1, 2, 3, 4 indicano i requisiti minimi dall’impianto centralizzato alla macchina per l’anestesia. L’entità del rischio professionale per il personale di sala ha indotto inoltre il nostro Ministero della Sanità a indicare, nella circolare n. 5/1989, una serie di norme e controlli per la valutazione e la limitazione dell’esposizione professionale ad anestetici in sala operatoria. RAPPORTO TRA ESPOSIZIONE PROFFESSIONALE AD ANESTETICI E PROBLEMI LEGATI ALLA GRAVIDANZA 38 Le indagini epidemiologiche che cercano di chiarire il rapporto tra esposizione professionale ad anestetici e risultati della gravidanza sono numerose e riguardano un po’ tutti i Paesi. La maggior parte delle indagini rivela un associazione tra l’esposizione ad anestetici e una aumentata frequenza di interruzione spontanea della gravidanza, o l’aumento di malformazioni nei nati da madri esposte. Alcuni studi segnalano un eccesso di eventi sfavorevoli in gravidanza anche nelle mogli di anestesisti. Altri effetti conosciuti Effetti neurocomportamentali precoci; effetti sulla funzione epatica; effetti sulla funzione renale; effetti sulla funzione emopoietica; effetti sulla funzione immunitaria; effetti citogenetici; effetti sulla funzione cardiaca. Prevenzione La citata circolare del Ministero della sanità e le norme UNI elenca una serie di misure volte a mantenere i livelli di inquinamento delle sale operatorie entro i valori limiti proposti l’ACGIH (associazione degli igienisti industriali americani), che propone un limite di 50 ppm per il protossido d’azoto e l’alotano e di 75 ppm per l’enflurano. Valori più bassi sono consigliati da un altro ente statunitense, il NIOSH (organismo federale e quindi tradizionalmente meno sensibile alle esigenze produttive e maggiormente attento ai problemi preventivi). In caso di gravidanza la lavoratrice deve essere allontanata ai sensi dell’art.7 e dell’art. 11 del D.LGS del 26 marzo 2001, n° 151. Prima del Decreto sopra citato il divieto era esteso ai sensi del DPR 1026/76 art.5 lettera B. NOTA: L’argomento trattato è molto vasto, essendo questa una scheda sintetica siamo a disposizione per darvi il materiale per approfondire in modo dettagliato altri punti, ad esempio: 1. Le norme UNI 737-1, 2, 3, 4 e altra normativa. 2. Schede di valutazione degli impianti di distribuzione dei gas medicali (realizzate a cura dell’ASL MI 2 Dipartimento di prevenzione, nell’ambito del “Progetto Ospedali”). 39 SCUOLA CARATTERIZZAZIONE DELLA PRESENZA FEMMINILE Il settore dell'educazione è fortemente caratterizzato dalla presenza femminile con una concentrazione particolare nella docenza (soprattutto nella scuola materna ed elementare) e nelle mansioni di assistente amministrativo (ex-applicata di segreteria) e di collaboratrice scolastica (exausiliaria, custode, bidella). c)Collaboratrice scolastica. Le principali attività riguardano ancora la pulizia delle aule, dei servizi comuni, degli uffici, la distribuzione di materiali (merende, sussidi, circolari...), la sorveglianza delle classi in caso di momentanea assenza del docente, lo spostamento di suppellettili, la pulizia degli spazi di pertinenza della scuola. Sono incaricate inoltre dell'assistenza degli alunni portatori di handicap per l'accesso e l'uscita dalla scuola, per l'uso dei servizi igienici e nella loro igiene personale oltreché per tutti l'assistenza a piccoli infortuni e incidenti. TABELLA RIASSUNTIVA DEI FATTORI DI RISCHIO PER LA GRAVIDANZA CON RIFERIMENTI LEGISLATIVI (integrati nel D.LGS 151/2001) Mansione/lavorazion Fattori di rischio Riferimenti Legislativi e Asilo Nido Stress Educatrici di infanzia e operatrici di asilo nido Movimentazione bambini Assistenza bambini e Postura supporto bambini con handicap Rischio infettivo D.Lgs. 645/96 All. I comma 1 lett. g Lavoro di pulizia dei locali per le operatrici DPR 1026/76 art. 5 lett. F DPR 1026/76 art. 5 lett. G Scuola materna ed Elementare Insegnante Educazione con eventuale assistenza dei bambini Supporto bambini con handicap Fatica fisica Postura Stress Eventuale movimentazione alunni con handicap Lavoro svolto in locali Rumore come palestre, mense Rischio infettivo Fatica fisica D.Lgs. 645/96 all. I com. 1 lett.g DPR 1026/76 art. 5 lett. G D.Lgs.645/96 all. I comma 2 DPR 1026/76 art. 5 lett. L D.Lgs. 645/96 All. I comma 1 lett. g D.Lgs. 645/96 All. I comma 1 lett. g D.Lgs. 645/96 All. I comma 1 lett. c D.Lgs.645/96 all. I comma 2 DPR 1026/76 art. 5 lett. F DPR 1026/76 art. 5 lett. F DPR 1026/76 art. 5 lett. G 40 Bidella Pulizie aule, bagni ecc. eventuale supporto servizio mensa, distribuzione pasti e lavori in cucina, assistenza bambini ed eventuale supporto a bambini con handicap Postura Eventuale movimentazione alunni con handicap Rumore Rischio infettivo Scuola inferiore D.Lgs. 645/96 All. I comma 1 lett. g D.Lgs. 645/96 All. I comma 1 lett. c D.Lgs.645/96 all. I comma 2 DPR 1026/76 art. 5 lett. F Vedi rischi scuola media materna ed elementari (Movimentazione bambini Postura Rischio infettivo Fatica fisica Postura Stress Rumore Eventuale movimentazione alunni con handicap) 41 VIGILANZA URBANA CARATTERIZZAZIONE DELLA PRESENZA FEMMINILE Il lavoro di vigile urbano é considerato ancora tipicamente maschile, ma negli ultimi anni molte donne vi si sono inserite soprattutto nelle grandi città; attualmente il 50% dei vigili in assunzione sono donne. TABELLA RIASSUNTIVA DEI FATTORI DI RISCHIO PER LA GRAVIDANZA CON RIFERIMENTI LEGISLATIVI (integrati nel D.LGS 151/2001) Lavorazione Fattori di Riferimenti Legislativi rischio Operazioni varie Stress Microclima Posture incongrue Rumore D.Lgs. 645/96 All. I comma 1 lett. g D.Lgs. 645/96 all. I com. 1 lett.f DPR 1026/76 art. 5 lett. G D.Lgs. 645/96 all. I com. 1 lett.c 42 LAVORO DI UFFICIO CARATTERIZZAZIONE DELLA PRESENZA FEMMINILE In questo settore è particolarmente significativa la presenza delle donne, impiegate per lo più in attività di tipo esecutivo ma fortunatamente in molti luoghi di lavoro non è più così. allo sportello (banche - poste - servizi sociali...). TABELLA RIASSUNTIVA DEI FATTORI DI RISCHIO PER LA GRAVIDANZA CON RIFERIMENTI LEGISLATIVI (integrati nel D.LGS 151/2001) Lavorazione Operazioni varie Fattori di rischio Riferimenti Legislativi Stress D.Lgs. 645/96 All. I comma 1 lett. g Microclima D.Lgs. 645/96 all. I com. 1 lett.f 43 LAVORATIVI PIU’ COMPLESSI AUTOGRILL CARATTERIZZAZIONE DELLA PRESENZA FEMMINILE In questo settore molte donne sono impiegate soprattutto nelle attività di commessa, di cassiera, addetta alle pulizie, cuoca , barista,. DESCRIZIONE DELLE PRINCIPALI MANSIONI L'attività delle operatrici impiegate presso l’autogrill comporta il contatto con il pubblico, la continua movimentazione di oggetti di vario peso (da scaffali, da banchi di vendita e viceversa), la registrazione degli importi (su tastiere, con lettura ottica, scanner del codice a barre), presa e consegna dello scontrino, incasso e consegna del resto. Operazioni sussidiarie e saltuarie sono quelle della smagnetizzazione (di capi di vestiario), di riordino, di pulizia dell'ambiente di lavoro. Nei self-service il lavoro implica soprattutto una movimentazione di pesi: contenitori di alimenti, stoviglie, vassoi, oltre che i lavori di riordino e pulizia delle stoviglie e degli ambienti. Nelle cucine vere e proprie, oltre a queste mansioni vi sono tutte le operazioni di preparazione dei cibi: dal lavaggio delle verdure al taglio e la pezzatura di carne, formaggi, alla cottura, alla porzionatura e distribuzione dei pasti. Nel bar il lavoro implica sopratutto una postura eretta in piedi e una movimentazione manuale dei carichi (cestello delle stoviglie da mettere in lavastoviglie), uno stressante continuo contatto con i clienti. PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO ● Posture incongrue e movimenti ripetitivi. Il lavoro di addetta autogrill si svolge quasi sempre in piedi con conseguente aumento di lombalgie e rischi di insufficienza venosa alle gambe, quello di cassiera si svolge in posizione seduta fissa mantenuta per molte ore consecutive in posti di lavoro per lo più inadeguati, spesso assai costrittivi. Più in generale come si diceva nella grande distribuzione e nel commercio vi sono molte operazioni che comportano una movimentazione ed una spinta manuale di carichi, che alla fine del turno di lavoro può essere complessivamente elevata. Frequenti sono i disturbi della colonna vertebrale, le infiammazioni dei muscoli e dei tendini degli arti superiori per cui tendinite ed epicondiliti sono le conseguenze di questi lavori ripetitivi e senza pause. Le posture coatte fisse possono comportare una facilità alle forme infiammatorie (cistiti, vaginiti) e ad una insufficienza venosa alle gambe con gonfiori, crampi, formicolii. Alle cassiere vanno garantiti sedili ergonomici: sicuri, pratici, adattabili alle misure umane, confortevoli, solidi e adeguati. Per la donna in gravidanza si possono avere nascite sottopeso o premature proprio per l'affaticamento fisico. La movimentazione manuale dei carichi deve essere presa in considerazione nella valutazione dei rischi obbligatoria in applicazione del Decreto 81 del 2008; le addette vanno dotate di tutti gli ausili di movimentazione: pallets autosollevanti, rollers e carrelli (a cui va garantita una manutenzione adeguata delle ruote) che devono scorrere su pavimenti senza avvallamenti e buche. La movimentazione manuale di carichi pesanti è ritenuta rischiosa per la gravidanza in quanto può determinare lesioni al feto e un parto prematuro. Il rischio dipende dallo sforzo, vale a dire dal peso del carico, dal modo in cui esso viene sollevato e dalla frequenza con cui avviene il sollevamento durante l’orario di lavoro. Con il progredire della gravidanza una lavoratrice incinta è esposta a un rischio maggiore di lesioni a seguito della movimentazione manuale di carichi. Ciò è causato dal rilassamento ormonale dei legamenti e dai problemi posturali ingenerati 44 dalla gravidanza avanzata. Vi possono essere rischi per le puerpere, ad esempio dopo un parto cesareo che può determinare una limitazione temporanea delle capacità di sollevamento e di movimentazione. ● Fattori di stress. Il contatto con un pubblico non sempre "gentile" è sicuramente il fattore di stress più evidente. Dato che il "cliente ha sempre ragione", le difese sono piuttosto aleatorie e il controllo della lavoratrice –addetta alle autrogrill dipende non solo dalla "gerarchia interna", ma soprattutto dal giudizio degli utenti. L'ambiente, piuttosto rumoroso e caotico, rende poi più pesante dal punto di vista psico-fisico il lavoro. Il regime degli orari non riesce a quantificare la variabilità del carico di lavoro, che può avere punte molto elevate in particolari momenti della giornata, della settimana, dell'anno. Frequentemente, a causa di ritmi di lavoro troppo elevati, vi sono difficoltà di effettuare anche le pause" fisiologiche". Le lavoratrici gestanti e puerpere possono risentire in modo particolare dello stress professionale per mutamenti ormonali, fisiologici e psicologici. ● Microclima. I principali problemi possono derivare da un cattivo condizionamento dei locali (eccessivo freddo in estate e caldo in inverno), dalla vicinanza di posizioni di lavoro fisse (es. cassiere) a porte di ingresso e la presenza di aree a diversa temperatura (presenza di frigoriferi...), zone di cottura. Occorre comunque negli ambienti condizionati garantire che venga effettuata periodicamente la pulizia dei filtri e la verifica della loro efficienza. I meccanismi della termoregolazione che vengono attivati in ambiente caldo possono risultare meno efficaci durante la gravidanza, in quanto esiste in questo periodo una vasodilatazione fisiologica ed un aumento della frequenza cardiaca. Oltre a ciò si osserva un aumento del metabolismo basale con diminuzione delle riserve energetiche. L’effetto più importante segnalato risulta essere un aumento degli aborti spontanei per esposizione ad elevate temperature. ● L'uso di detergenti. Non si conoscono allo stato attuale ricerche su effetti per la salute del nascituro delle sostanze normalmente utilizzate nel lavoro di pulizia; anche se i detergenti in uso possono dare patologie irritanti e allergiche a carico della cute e dell'apparato respiratorio e che, talvolta, possono essere causa di reazioni allergiche anche gravi (crisi di asma). Un cenno particolare va riservato all’ammoniaca: è una sostanza chimica utilizzata in soluzione con acqua ed ha spiccate proprietà detergenti e per questo motivo viene spesso impiegata nei lavori di pulizia domestica e industriale. L’ammoniaca è molto irritante per l’apparato respiratorio per la cute e per gli occhi. Pertanto, anche se non sono segnalati effetti tossici generali con eventuale rischio per la gravidanza, si sconsiglia l’uso di ammoniaca durante il periodo di gestazione anche in considerazione del fatto che la sua percezione olfattiva, di per se sgradevole, si ha per concentrazioni molto basse nell’aria ambiente e che la donna gravida ha normalmente una minore tolleranza per gli odori forti. Lavoro notturno. Il lavoro notturno può influenzare negativamente le alterazioni fisiologiche già presenti durante la gravidanza (modificazioni dell’apparato cardiovascolare, respiratorio, digerente, neurologico, locomotore). La L.903/77 art.5 integrato all’articolo 53 del D.Lgs 151/2001 vieta di adibire le donne al lavoro dalle 24 alle ore 6, dall’accertamento dello stato di gravidanza fino al compimento di un anno di età del bambino. ● CURIOSITA’. I lettori ottici sono strumenti laser del tipo a gas neutri o atomici. Si tratta di strumenti sicuri per gli addetti alle casse e per gli utenti. Sono strumenti funzionanti a bassa potenza con una emissione massima permessa non superabile in nessuna condizione di impiego. Si escludono danni per l'apparato oculare o la pelle e per la gravidanza. 45 TABELLA RIASSUNTIVA DEI FATTORI DI RISCHIO PER LA GRAVIDANZA CON RIFERIMENTI LEGISLATIVI (integrati nel D.LGS 151/2001) Lavorazione Fattori di rischio Rischi generali: Postura Sotanze chimiche Riferimenti Legislativi DPR 1026/76 art. 5 lett. G DPR 1026/76 art. 5 lett. B, C Microclima D.Lgs. 645/96 all. I comma 1 lett. f Stress D.Lgs. 645/96 All. I comma 1 lett. g Operazioni varie Lavoro notturno L.903/77 art.5 46 NETTEZZA URBANA CARATTERIZZAZIONE DELLA PRESENZA FEMMINILE Il lavoro di addetti alla nettezza urbana é considerato ancora tipicamente maschile, ma negli ultimi anni molte donne vi si sono inserite soprattutto nelle grandi città. IL CICLO DI LAVORAZIONE Sotto questo termine vengono descritte le varie operazioni che vengono effettuate in un turno di lavoro, che si possono così sintetizzare: RIMOZIONE Viene effettuata con le seguenti modalità: 1. raccolta sacchi indifferenziata 2. raccolta carta e cartone 3. raccolta umido 4. raccolta plastica 5. raccolta vetro Stazionamento dell’addetto su pedana del mezzo in movimento Conducente camion raccolta rifiuti 1. guida del mezzo ADDETTI PULIZIA STRADE Viene effettuata con le seguenti modalità: 1. manualmente, con utilizzo di apecar 2. meccanicamente, con utilizzo di spazzatrice PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO Posture in piedi e obbligata. Si verifica durante tutta l’attività di lavoro. Il lavoro richiede una presenza continua "in piedi". Questo può comportare un aumentato rischio di lombalgie e disturbi venosi alle gambe. La compressione venosa può ridurre il ritorno di sangue venoso dalla zona pelvica che porta ad un aumento per compensazione nel ritmo cardiaco materno ed a contrazioni dell’utero. Se la compensazione è insufficiente, ciò può condurre a debolezza e capogiri. La relazione tra attività in posizione eretta e aumentato rischio di aborto o parto prematuro sono conosciute. Confronti tra donne lavoratrici in posizione eretta e quelle sedute ha rivelato un rischio maggiore di parti prematuri per le prime. Le attività erette sono associate inoltre ad un più alto rischio di basso peso alla nascita. Movimentazione manuale dei carichi. Nel considerare il rischio dovuto alla movimentazione manuale dei carichi bisogna valutare come si effettua lo spostamento e cioè se è necessario compiere dei 47 movimenti di torsione della colonna vertebrale o se è necessario compiere dei movimenti di flessione ed estensione. Nelle fasi avanzate della gravidanza si deve tener conto della distanza del carico da spostare dal baricentro del corpo, per evidenti problemi di ingombro, ciò comporta un aumento dello sforzo che la donna deve compiere a parità di peso da spostare. La maggior fatica fisica necessaria determina maggior arco a livello della colonna vertebrale con rischio aumentato per quanto riguarda la comparsa di lombalgia o di più importanti patologie come ernia del disco. Alcuni studi anche se non completamente confermati, hanno evidenziato che sollevare e trasportare grossi pesi durante la gravidanza comporta una maggior prevalenza di aborti, parti prematuri e basso peso alla nascita del neonato. Rischio biologico. Per il contatto accidentale di rifiuti infetti (feci, sangue ecc.) portatori di agenti biologici. Il personale deve essere informato circa l’uso dell’equipaggiamento protettivo personale: indumenti di lavoro/tute e guanti. Le mani dovrebbero essere lavate frequentemente con sapone e acqua. Molti agenti biologici possono interessare il nascituro in caso di infezione della madre durante la gravidanza. Essi possono giungere al bambino per via placentare mentre questo è ancora nell’utero oppure durante e dopo il parto, ad esempio nel corso dell’allattamento o a seguito dello stretto contatto fisico tra madre e bambino. Agenti tipo che possono infettare il bambino in uno di questi modi sono il virus dell’epatite B, quello dell’epatite C, l’HIV ( il virus dell’AIDS), l’herpes, la tubercolosi, la sifilide, la varicella e il tifo. Il rischio di contaminazione infettiva deve essere valutato caso per caso, tenendo conto della natura, del grado e della durata dell’esposizione. Si dovranno considerare anche gli aspetti peculiari della donna in esame quali ad esempio le sue condizioni generali di salute e il suo stato immunitario rispetto ad alcuni agenti per cui si realizza un’immunità permanente. Microclima. Soprattutto la stagione invernale comporta per chi opera in questo settore notevoli disagi, aggravati soprattutto dal dover mantenere una posizione abbastanza fissa e un abbigliamento confortevole ma spesso ingombrante. Il freddo facilita la permanenza d'inquinanti e batteri nell'apparato respiratorio, facilitando tutte le forme infiammatorie e influenzali. La peculiarità dell'ambiente di lavoro impedisce specifiche e sostanziali misure di bonifica. Il lavoro a temperature molto fredde può essere pericoloso per le gestanti e i nascituri. Si dovrebbe mettere a disposizione indumenti caldi. I rischi aumentano comunque nel caso di un’esposizione a improvvisi sbalzi termici. Durante la gravidanza le donne sopportano meno il calore ed è più facile che svengano o risentano di stress da calore. Il rischio si riduce di norma dopo il parto ma non è certo con quanta rapidità migliori la tolleranza. L’esposizione al calore può avere esiti nocivi sulla gravidanza. L’allattamento può essere pregiudicato a causa della disidratazione da calore. Stress. Non tutte le donne ne risentono allo stesso modo ai rischi correlati allo stress che variano a seconda del tipo di lavoro. Tuttavia l’affaticamento mentale e psichico, aumenta generalmente durante la gravidanza e nel periodo pos natale a causa dei diversi cambiamenti, fisiologici e non, che intervengono. Può essere necessario adeguare temporaneamente gli orari e le altre condizioni di lavoro, compresi i tempi e la frequenza delle pause nonché modificare la tipologia e la durata dei turni, al fine di evitare rischi. Rumore. Gli studi sul rapporto tra rumore elevato e gravidanza sono controversi. La maggior parte delle indagini mette in evidenza una riduzione della crescita del feto e quindi un minor peso alla nascita. Inoltre sembra certo che esista un rischio per l’udito dei figli di madri esposte a elevato rumore, durante la gravidanza (in particolare dal sesto mese in poi). Più incerte le segnalazioni sul rapporto tra rumore, mortalità fetale, minaccia di aborto. Da un recente studio, per esempio, risulterebbe che 48 l’esposizione a rumore industriale durante la gravidanza aumenta il rischio di morte fetale anteparto. Comunque, nonostante le incertezze ancora presenti, la maggior parte degli esperti ritiene necessario un allontanamento delle donne gravide da esposizione a rumorosità elevata (sicuramente se con livelli di esposizione superiori a 90 dBA). Vibrazioni. Il rischio da vibrazioni in questo settore è legato alle donne che lavorano su mezzi di trasporto. Le vibrazioni trasmesse in tutto il corpo, possono provocare irregolarità dei cicli mestruali con conseguente diminuzione della fertilità, aumento delle minacce di aborto, del numero di aborti, aumento delle complicanze in gravidanza e parti prematuri. Lavoro notturno. Il lavoro notturno può influenzare negativamente le alterazioni fisiologiche già presenti durante la gravidanza (modificazioni dell’apparato cardiovascolare, respiratorio, digerente, neurologico, locomotore). La L.903/77 art.5 integrato all’articolo 53 del D.Lgs 151/2001 vieta di adibire le donne al lavoro dalle 24 alle ore 6, dall’accertamento dello stato di gravidanza fino al compimento di un anno di età del bambino. TABELLA RIASSUNTIVA DEI FATTORI DI RISCHIO PER LA GRAVIDANZA CON RIFERIMENTI LEGISLATIVI (integrati nel D.LGS 151/2001) Lavorazione Fattori di rischio Riferimenti Legislativi Postura Movin.Manuale carichi DPR 1026/76 art. 5 lett. G D.Lgs. 645/96 All. I comma 1 lett. g Rischio biologico D.Lgs. 645/96 all. I com. 2 lett.L DPR1026/76 art.5lett. L Microclima D.Lgs. 645/96 all. I com. 1 lett.f Operazioni varie Stress Rumore Vibrazioni Lavoro notturno D.Lgs. 645/96 all. I com. 1 lett.g D.Lgs. 645/96 all. I com. 1 lett.c DPR 1026/76 art. 5 lett. I D.Lgs. 645/96 all. I comma 1 lett. A L.903/77 art.5 49 IL LAVORO DELLE CASALINGHE CARATTERIZZAZIONE DELLA PRESENZA FEMMINILE E’ il un lavoro tipicamente femminile ed è molto faticose, come lasciano intuire alcune testimonianze: “Talvolta ho l’impressione di non riuscire più a farcela. Ho l’impressione che se continuo con questi ritmi, cado per terra stremata; noi tutti sappiamo che alla fine della giornata ne abbiamo un’altra che continua uguale”………….. “Non c’è niente di peggio che salire e scendere le scale, aprire le finestre per arieggiare, ecc; alla fine ti ammali………..” DESCRIZIONI DELLE VARIE MANSIONI Nulla è più conosciuto del lavoro domestico e quindi sarebbe inutile elencare le numerosissime fasi operative “ del ciclo produttivo casa”. Pulizia di tutto, rifacimento di letti, cucina (cucinare e riordino della cucina), lavaggi vari, stiratura, aiuto ai compiti dei figli, varie commissioni. In casi particolari ricordiamoci che è la donna che assiste al figlio portatore di handicap e in questo caso il lavoro si raddoppia sia dal punto di vista fisco che psichico. PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO Fatica fisica. Molte ricerche hanno dimostrato che il lavoro domestico consuma molte energie. Il lavoro domestico è quindi considerato medio-pesante. Durante il lavoro domestico si assumono posizioni scomode: chine a stirare, a rifare i letti, a lavare gli angoli, a curare giardini o in piedi a braccia sollevate per spolverare, si sollevano e si spostano pesi anche per incongrue altezze di piani di lavoro, lavelli. Le alterazioni della colonna vertebrale e in gran parte dei mal di schiena delle casalinghe sono dovuti all’usura precoce degli elementi che compongono la colonna. Per quanto riguarda la fatica fisica occorre premettere che la donna in gravidanza è più suscettibile alla fatica ( fisiologico aumento della frequenza cardiaca, tendenza all’anemia, diminuzione delle riserve energetiche). Inoltre un eccessivo sforzo fisico può essere correlato ad un aumento dell’abortività spontanea e dei nati pretermine. Movimentazione manuale dei carichi. Nel considerare il rischio dovuto alla movimentazione manuale dei carichi bisogna valutare come si effettua lo spostamento e cioè se è necessario compiere dei movimenti di torsione della colonna vertebrale o se è necessario compiere dei movimenti di flessione ed estensione. Nelle fasi avanzate della gravidanza si deve tener conto della distanza del carico da spostare dal baricentro del corpo, per evidenti problemi di ingombro, ciò comporta un aumento dello sforzo che la donna deve compiere a parità di peso da spostare. La maggior fatica fisica necessaria determina maggior arco a livello della colonna vertebrale con rischio aumentato per quanto riguarda la comparsa di lombalgia o di più importanti patologie come ernia del disco. Alcuni studi anche se non completamente confermati, hanno evidenziato che sollevare e trasportare grossi pesi durante la gravidanza comporta una maggior prevalenza di aborti, parti prematuri e basso peso alla nascita del neonato. 50 Stress. Il lavoro delle casalinghe è una vera fatica senza limiti: appena pulito ricompare lo sporco, il cibo cucinato viene spazzolato in pochi istanti , appena finito di pulire il bagno, viene risporcato ecc….. . Non tutte le donne ne risentono allo stesso modo ai rischi correlati allo stress che variano a seconda del tipo di lavoro. Tuttavia l’affaticamento mentale e psichico, aumenta generalmente durante la gravidanza e nel periodo pos natale a causa dei diversi cambiamenti, fisiologici e non, che intervengono. PARTICOLARITA’ Un elevato rischio di infortuni “Casa dolce casa” oasi felice e luogo sicuro dai pericoli del mondo. Lo crediamo , a tal punto che di solito in casa, la nostra attenzione è assai minore rispetto a quello che manteniamo per affrontare il mondo esterno. I fatti però smentiscono questa nostra credenza: nei paesi dell’Unione Europea gli incidenti tra le mura domestiche sono ogni anno parecchi milioni. E se è vero che i bambini sono i più esposti, gli incidenti riguardano anche chi ha raggiunto l’età della ragione: donne e anziani. Per cominciare alcuni numeri sui dati italiani più recenti. Secondo l’ISTAT nel 1999 ci sono stati 3.301.000 incidenti domestici: ben 2.554.000 persone ne hanno subito almeno uno e il 15% più di uno. Gli incidenti più frequenti sono le cadute seguiti da quelli con utensili da cucina e quelli ai fornelli. Nello stesso anno i morti sono stati 8.464 (più di 23 al giorno), in testa la Lombardia con 1283 casi, e subito dopo Piemonte e Lazio. Sono ancora le statistiche dell’ISTAT a ricordarci che su 100 decessi di infortunio il 7% avviene nei luoghi di lavoro, il 37% sulle strade e ben il 56% negli ambienti di vita (casa, scuola, sport). A spiegare la grandezza del fenomeno concorrono molti elementi (lo sviluppo tecnologico, la scarsa cura degli impianti, la diffusione incontrollata d’apparecchi, nonché giocattoli poco sicuri). Ma non si può attribuire al caso ogni sorta di incidente e per evitarne almeno alcuni basta un minimo di attenzione. E’ quindi necessario abituarsi a “guardare” tutto con occhio preventivo. Esiste una legge sull’assicurazione alle casalinghe. È la legge del 3 dicembre 1999, n°493 recante le “Norme per la tutela della salute nelle abitazioni e istituzione dell’assicurazione contro gli infortuni domestici”. Per maggiori informazioni l’INAIL ha attivato un sito internet e un numero verde, che sono i seguenti: • Sito internet www.inail.it • Numero verde 803888 Per gli incidenti domestici sono stati identificati alcuni fattori di rischio specifici. - Piccoli elettrodomestici 1. Rischio di folgorazione 2. Rischio di principio di incendio - Grandi elettrodomestici 51 - - - - 1. Rischio di folgorazione 2. Rischio di principio di incendio Chimica e veleni 1. Rischio di principio di incendio 2. intossicazione Tessuti (Abbigliamento e scarpe) 1. Rischio infiammabile 2. Rischio di caduta Arredamento 1. Rischio di schiacciamento 2. Rischio di taglio Cibi Tra le mura domestiche in ricordo di vecchie tradizioni, a volte ci cimentiamo con dei pericolosissimi “fai da te in cucina”(tossine, muffe ecc..). Diciamo che per gli incidenti domestici si possono sintetizzare tre grandi famiglie di rischio. Rischi chimici In casa abbiamo una dose di prodotti tossici e/o infiammabili di proporzioni veramente allarmanti (vernici, veleni, solventi, detersivi, deodorati ecc..). I detersivi, i candeggianti non sono solo irritanti per la pelle e le mucose (degli occhi, della gola e dell’apparato respiratorio,) ma possono essere anche allergizzanti. Va ricordato inoltre che vernici e solventi dovrebbero essere utilizzati in ambienti ben areati. I prodotti infiammabili come alcool, trielina ecc.. dovrebbero essere conservati con le dovute cautele perché possono facilmente provocare incendi. Sicuramente non vanno conservati nell’armadietto della cucina in prossimità dei fornelli. Ci sono poi altre cose infiammabili a cui a volte non si pensa, la bottiglia dell’olio lasciata vicino ai fornelli può nel caso venisse rovesciata causare un bell’incendio e lo stesso dicasi per il rotolo della carta da cucina. Sempre in casa abbiamo prodotti altamente velenosi come alcune colle, le pile ecc... . Tutto questo arsenale deve quindi essere conservato al meglio, fuori dalla portata dei bambini e deve essere smaltito con attenzione: non tra i rifiuti urbani altrimenti trasferiremo il problema dalle mura domestiche all’ambiente esterno e nell’aria che respiriamo. È buona norma conservare le cose nei recipienti originali. Non si devono mai usare vecchi barattoli o bottiglie non etichettate a dovere, una distrazione può essere fatale. Rischio Elettrico I maggiori pericoli dell’elettricità sono quelli di folgorazione e di principi di incendio. Regola numero 1 evitare di dedicarsi al fai da te e non fidarsi di chi sostiene di intendersene: far eseguire i lavori e manutenzione degli impianti da personale qualificato, assicurarsi che ci sia la “messa a terra” far installare interruttori differenziali e disattivare quello generale anche se si deve soltanto sostituire una lampadina. Inoltre: leggere i libretti di istruzione, evitare l’utilizzo di apparecchiature con fili scoperti, spine volanti, non collegare più apparecchi ad una sola presa (vedi ciabatte) non usare 52 apparecchi elettrici con le mani bagnate o i piedi nudi. In caso di presenza di bambini inserire su tutte le prese di corrente le placche di sicurezza, evitando di lasciare prolunghe inserite nelle prese a parete. Non lasciare in giro forbici o utensili che possano diventare motivo di gioco e di curiosità nel tagliare cavi elettrici. Infine: accertarsi che i propri elettrodomestici siano muniti del marchio qualità garanzia di sicurezza degli apparecchi, rendendoli meritevoli di fiducia Rischio fisico Sono molti in casa gli elementi strutturali che possono provocare tagli, contusioni, ferite varie e cadute. Il più delle volte gli incidenti avvengono per il sovrapporsi di situazioni di poca visibilità (es:. corridoi) la disattenzione di alcuni gesti quotidiani e da scivolamento per presenza d’acqua o pavimenti troppo lucidi. E’ opportuno illuminare bene gli spazi, imbottire gli spigoli munirsi di strisce antisdrucciolo e tappeti ben aderenti soprattutto in presenza di bambini ed anziani. 53 LAVORO A DOMICILIO “Assistenza domestica agli anziani” “ Tra il 1971 e il 1997 la popolazione lombarda ha perso circa 900.000 giovani sotto i 20 anni, mentre gli ultrasessantenni sono cresciuti di circa 700.000 individui. Anche la crescita della vita media ha fatto sentire, nello stesso arco temporale, i suoi effetti…..(i sessantenni sono aumentati del 25%, i settantenni del 61% …). Tale fenomeno ha un grandissimo rilievo, non solo sull’annosa questione del sistema previdenziale sulla quale da anni vi è stata una grande attenzione, ma anche, sulla considerazione che la malattia e invalidità colpiscono chi è più avanti con gli anni. Da queste considerazioni potete analizzare come è nata la figura di assistente degli anziani (a pagamento o fornita da vari Enti ). “ CARATTERIZZAZIONE DELLA PRESENZA FEMMINILE Numerosi sono i luoghi di lavoro del settore sanitario da considerare: dall'ospedale alla casa di riposo, dai servizi domiciliari di assistenza alle persone anziane, dal laboratorio, all'assistenza socio-sanitaria. Da diverse indagine condotte risulta che gli anziani hanno dichiarato la necessità di rivolgersi ad operatori/operatrici per diversi tipi di aiuto (domestico, disbrigo pratiche, sostegno psicologico, assistenza fisica). DESCRIZIONE DELLE PRINCIPALI MANSIONI Comporta diversi tipi di attività: assistenza alla persona anziana, preparazione e somministrazione di terapie, collaborazione all'esecuzione di trattamenti diagnostici. Altre principali attività riguardano: la pulizia della casa, l'assistenza non tipicamente sanitaria dell’anziano, (la preparazione e distribuzione dei pasti e supporto psicologico ecc.). PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO • Rischio biologico. Il rischio biologico è diffuso ma si concentra in particolare in quelle operazioni che comportano maggiore contatto con la persona anziana malata e coi suoi materiali biologici. La più frequente malattia infettiva é l'epatite virale (epatiti del gruppo B e C), la più drammatica anche se fortunatamente rarissima é oggi quella dovuta al virus dell'AIDS: entrambe sono per lo più determinate da tagli o punture con strumenti infetti. Fra gli altri rischi importanti vi è quello della rosolia e delle malattie virali in genere che, se contratte in gravidanza, possono provocare aborti "spontanei" o malformazioni del feto. Molti agenti biologici possono interessare il nascituro in caso di infezione della madre durante la gravidanza. Essi possono giungere al bambino per via placentare mentre questo è ancora nell’utero oppure durante e dopo il parto, ad esempio nel corso dell’allattamento o a seguito dello stretto contatto fisico tra madre e bambino. Agenti tipo che possono infettare il bambino in uno di questi modi sono il virus dell’epatite B, quello dell’epatite C, l’HIV ( il virus dell’AIDS), l’herpes, la tubercolosi, la sifilide, la varicella e il tifo. Il rischio di contaminazione infettiva deve essere valutato caso per caso, tenendo conto della natura, del grado e della durata dell’esposizione. Si dovranno considerare anche gli aspetti peculiari della donna in esame quali ad esempio le sue condizioni generali di salute e il suo stato immunitario rispetto ad alcuni agenti per cui si realizza un’immunità permanente. • Movimentazione manuale di carichi e posture incongrue. Lo spostamento manuale della persona anzina ed oggetti e il conseguente impegno fisico sono notevoli e frequenti. Particolarmente gravose sono le operazioni di trasferimento dal letto. La movimentazione manuale di carichi pesanti 54 è ritenuta rischiosa per la gravidanza in quanto può determinare lesioni al feto e un parto prematuro. Con il progredire della gravidanza una lavoratrice incinta è esposta a un rischio maggiore di lesioni a seguito della manipolazione manuale di carichi. Ciò è causato dal rilassamento ormonale dei legamenti e dai problemi posturali ingenerati dalla gravidanza avanzata. Và inoltre ricordato che la natura e l’entità dei rischi di lesioni o di patologie risultanti dai movimenti o dalle posture durante o dopo la gravidanza dipendono da diversi fattori (il ritmo, fattori ergonomici, ecc). Inoltre vi possono essere rischi per le puerpere, ad esempio dopo un taglio cesareo che può determinare una limitazione temporanea della capacità di sollevamento e di movimentazione. • Fattori di stress. Il contatto quotidiano con situazioni di sofferenza e di morte. Non tutte le donne ne risentono allo stesso modo ai rischi correlati allo stress che variano a seconda del tipo di lavoro. Tuttavia l’affaticamento mentale e psichico, aumenta generalmente durante la gravidanza e nel periodo pos natale a causa dei diversi cambiamenti, fisiologici e non, che intervengono. • Sostanze chimiche. Sotto questa voce vanno compresi: i farmaci, i disinfettanti e i detergenti sia per la cura del paziente che per la pulizia degli strumenti e dell'ambiente. Le malattie più frequenti dovute all'uso di tali sostanze sono le dermatiti irritative, meno frequenti le allergie della pelle e respiratorie. Alcune sostanze contenute nei prodotti utilizzati a scopo detergente e disinfettante possono avere effetti nocivi sulla gravidanza • Lavoro notturno. Il lavoro notturno può influenzare negativamente le alterazioni fisiologiche già presenti durante la gravidanza (modificazioni dell’apparato cardiovascolare, respiratorio, digerente, neurologico, locomotore). La L.903/77 art.5 integrato all’articolo 53 del D.Lgs 151/2001 vieta di adibire le donne al lavoro dalle 24 alle ore 6, dall’accertamento dello stato di gravidanza fino al compimento di un anno di età del bambino. TABELLA RIASSUNTIVA DEI FATTORI DI RISCHIO PER LA GRAVIDANZA CON RIFERIMENTI LEGISLATIVI (integrati nel D.LGS 151/2001) Lavorazione Fattori di rischio Riferimenti Legislativi Rischio biologico D.Lgs. 645/96 all. I com. 2 DPR 1026/76 art. 5 lett. L Movimentazione carichi D.Lgs. 645/96 all. I com. 1 lett.g Lavoro notturno L.903/77 art.5 Stress D.Lgs. 645/96 all. I com. 1 lett.g Operazioni varie DPR 1026/76 art. 5 lett. B, C Sostanze chimiche 55 ADDETTE ALLA GUIDA DI MEZZI DI TRASPORTO CARATTERIZZAZIONE DELLA PRESENZA FEMMINILE Il lavoro di addetti alla guida di mezzi di trasporto é considerato ancora tipicamente maschile, ma negli ultimi anni molte donne vi si sono inserite soprattutto nelle grandi città (taxista, tram, autobus, pulman, treni ecc). PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO ● ● ● ● Stress. La continua attenzione richiesta dai vari compiti in un ambiente rumoroso, inquinato, male illuminato, a volte caotico come la strada, richiede un notevole impegno. Il contatto con il pubblico in condizioni difficili (illegalità, alterchi, incidenti) non facilita certamente un sereno lavoro. In particolare per il sesso femminile tale situazione può comportare un maggior coinvolgimento nel lavoro, un atteggiamento competitivo nei confronti del sesso maschile per il quale è ipotizzabile, almeno in partenza, una situazione più favorevole per l'affermazione del proprio ruolo che nei confronti dell'utenza. “Le addette guidatrici” devono poi sopportare purtroppo a volte stupidi sarcasmi derivanti dall'essere donne. Non tutte le donne ne risentono allo stesso modo ai rischi correlati allo stress che variano a seconda del tipo di lavoro. Tuttavia l’affaticamento mentale e psichico, aumenta generalmente durante la gravidanza e nel periodo post-natale a causa dei diversi cambiamenti, fisiologici e non, che intervengono. Posture incongrue. L’ addetta alla guida di mezzi di trasporto si svolge in posizione seduta fissa mantenuta per molte ore consecutive in posti di lavoro per lo più inadeguati, spesso assai costrittivi. Frequenti sono i disturbi della colonna vertebrale, le infiammazioni dei muscoli e dei tendini degli arti superiori per cui tendinite ed Le posture coatte fisse possono comportare una facilità alle forme infiammatorie (cistiti, vaginiti) e ad una insufficienza venosa alle gambe con gonfiori, crampi, formicolii. Il sedile di guida dovrebbe garantire dei requisiti ergonomici: sicuri, pratici, adattabili alle misure umane, confortevoli, solidi e adeguati. Per la donna in gravidanza si possono avere nascite sottopeso o premature proprio per l'affaticamento fisico. Rumore. Il rumore dovuto al traffico raggiunge spesso punte piuttosto elevate; anche se discontinuo e caotico nella sua manifestazione è un fattore non solo di fastidio, stress, stanchezza, ma anche di vero e proprio rischio per l'apparato uditivo (diminuzione dell'udito). Gli effetti della esposizione a rumore durante la gravidanza sono stati studiati sia con ricerche condotte su animali che con indagini epidemiologiche su donne esposte. Anche se con qualche contraddizione la maggior parte delle indagini, comunque, mette in evidenza una riduzione della crescita del feto, un aumento degli aborti " spontanei" e quindi un minore peso alla nascita. Questi effetti potrebbero essere dovuti alla vasocostrizione delle piccole arterie della placenta che "nutre" il feto. Microclima. Soprattutto la stagione invernale comporta per chi opera in questo settore notevoli disagi, aggravati soprattutto dal dover mantenere una posizione abbastanza fissa. Il freddo facilita la permanenza d'inquinanti e batteri nell'apparato respiratorio, facilitando tutte le forme infiammatorie e influenzali. La peculiarità dell'ambiente di lavoro impedisce specifiche e sostanziali misure di bonifica. Il lavoro a temperature molto fredde può essere pericoloso per le gestanti e i nascituri. Si dovrebbe mettere a disposizione indumenti caldi. I rischi aumentano comunque nel caso di un’esposizione a improvvisi sbalzi termici. Durante la gravidanza le donne sopportano meno il calore ed è più facile che svengano o risentano di stress da calore. Il rischio si riduce di norma dopo il parto ma non è certo con quanta rapidità migliori la tolleranza. L’esposizione al calore può avere esiti nocivi sulla gravidanza. L’allattamento può essere pregiudicato a causa della disidratazione da calore. 56 Fatica visiva. Le prolungate ore di guida, la scarsa illuminazione, lo scorrere veloce e caotico del traffico, contribuisce alla comparsa di disturbi visivi. ● Lavoro notturno. Il lavoro notturno può influenzare negativamente le alterazioni fisiologiche già presenti durante la gravidanza (modificazioni dell’apparato cardiovascolare, respiratorio, digerente, neurologico, locomotore). La L.903/77 art.5 integrato all’articolo 53 del D.Lgs 151/2001 vieta di adibire le donne al lavoro dalle 24 alle ore 6, dall’accertamento dello stato di gravidanza fino al compimento di un anno di età del bambino. NOTA ● Tutela della dignità sul lavoro Molestie sessuali:integrità fisica e morale ….L’obbligo previsto dall’art 2087 c. c. , che impone ad datore di lavoro di tutelare l’integrità fisica e morale del lavoratore, determinandosi, in caso di violenze di esso, una responsabilità contrattuale………. L’obbligo è rivolto in principalmente ai datori di lavoro, ma anche ai sindacati, che possono svolgere un ruolo fondamentale in sede di contrattazione collettiva. TABELLA RIASSUNTIVA DEI FATTORI DI RISCHIO PER LA GRAVIDANZA CON RIFERIMENTI LEGISLATIVI (integrati nel D.LGS 151/2001) Lavorazione Operazioni varie Fattori di rischio Riferimenti Legislativi Stress D.Lgs. 645/96 All. I comma 1 lett. g Microclima D.Lgs. 645/96 all. I com. 1 lett.f Posture incongrue DPR 1026/76 art. 5 lett. G L.903/77 art.5 Lavoro notturno Rumore D.Lgs. 645/96 all. I com. 1 lett.c 57 LE RAPPRESENTANTI CARATTERIZZAZIONE DELLA PRESENZA FEMMINILE In questo settore sono impiegati negli ultimi anni indifferentemente sia donne che uomini. Il lavoro delle rappresentanti comporta fatica fisica e mentale. Molto tempo da passare seduto, molto da parlare, crescente congestione delle strade, alti obiettivi del volume di affari. PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO ● Stress. La continua attenzione richiesta dai vari compiti in un ambiente rumoroso, inquinato, male illuminato, a volte caotico come la strada, richiede un notevole impegno. Il contatto con il pubblico in condizioni difficili (tempi stretti, obbiettivi da raggiungere) non facilita certamente un sereno lavoro. In particolare per il sesso femminile tale situazione può comportare un maggior coinvolgimento nel lavoro, un atteggiamento competitivo nei confronti del sesso maschile per il quale è ipotizzabile, almeno in partenza, una situazione più favorevole per l'affermazione del proprio ruolo che nei confronti dell'utenza. Le rappresentanti devono poi sopportare purtroppo a volte stupidi sarcasmi derivanti dall'essere donne. Non tutte le donne ne risentono allo stesso modo ai rischi correlati allo stress che variano a seconda del tipo di lavoro. Tuttavia l’affaticamento mentale e psichico, aumenta generalmente durante la gravidanza e nel periodo post-natale a causa dei diversi cambiamenti, fisiologici e non, che intervengono. ● Posture incongrue. Le ore passate alla guida della macchina o le ore sedute in treno o altri mezzi per raggiungere i clienti costringono le rappresentanti in posizione seduta fissa per molte ore consecutive. Le posture coatte fisse possono comportare una facilità alle forme infiammatorie (cistiti, vaginiti) e ad una insufficienza venosa alle gambe con gonfiori, crampi, formicolii.. Per la donna in gravidanza si possono avere nascite sottopeso o premature proprio per l'affaticamento fisico. ● Rumore. Il rumore dovuto al traffico raggiunge spesso punte piuttosto elevate; anche se discontinuo e caotico nella sua manifestazione è un fattore non solo di fastidio, stress, stanchezza, ma anche di vero e proprio rischio per l'apparato uditivo (diminuzione dell'udito). Gli effetti della esposizione a rumore durante la gravidanza sono stati studiati sia con ricerche condotte su animali che con indagini epidemiologiche su donne esposte. Anche se con qualche contraddizione la maggior parte delle indagini, comunque, mette in evidenza una riduzione della crescita del feto, un aumento degli aborti " spontanei" e quindi un minore peso alla nascita. Questi effetti potrebbero essere dovuti alla vasocostrizione delle piccole arterie della placenta che "nutre" il feto. ● Microclima. Soprattutto la stagione invernale comporta per chi opera in questo settore notevoli disagi. Il freddo facilita la permanenza d'inquinanti (esposizione a gas di scarico) e batteri nell'apparato respiratorio, facilitando tutte le forme infiammatorie e influenzali. Il lavoro a temperature molto fredde può essere pericoloso per le gestanti e i nascituri. Si dovrebbe mettere a disposizione indumenti caldi. I rischi aumentano comunque nel caso di un’esposizione a improvvisi sbalzi termici. Durante la gravidanza le donne sopportano meno il calore ed è più facile che svengano o risentano di stress da calore. Il rischio si riduce di norma dopo il parto ma non è certo con quanta rapidità migliori la tolleranza. L’esposizione al calore può avere esiti nocivi sulla gravidanza. L’allattamento può essere pregiudicato a causa della disidratazione da calore. 58 ● Fatica visiva. Le prolungate ore di guida per raggiungere i clienti, la scarsa illuminazione, lo scorrere veloce e caotico del traffico, contribuisce alla comparsa di disturbi visivi. CURIOSITA’ Il capitolo XI e XII del D.L. 151/2001(Gazzetta ufficiale, n. 96 del 26 aprile 2001). Forniscono il quadro di riferimento, per le lavoratrici autonome, e le libero professioniste NOTA Tutela della dignità sul lavoro Molestie sessuali:integrità fisica e morale ….L’obbligo previsto dall’art 2087 c. c. , che impone ad datore di lavoro di tutelare l’integrità fisica e morale del lavoratore, determinandosi, in caso di violenze di esso, una responsabilità contrattuale………. L’obbligo è rivolto in principalmente ai datori di lavoro, ma anche ai sindacati, che possono svolgere un ruolo fondamentale in sede di contrattazione collettiva. TABELLA RIASSUNTIVA DEI FATTORI DI RISCHIO PER LA GRAVIDANZA CON RIFERIMENTI LEGISLATIVI (integrati nel D.LGS 151/2001) Lavorazione Fattori di rischio Riferimenti Legislativi Stress D.Lgs. 645/96 All. I comma 1 lett. g Microclima D.Lgs. 645/96 all. I com. 1 lett.f Posture incongrue DPR 1026/76 art. 5 lett. G Operazioni varie D.Lgs. 645/96 all. I com. 1 lett.c Rumore 59 DIZIONARIETTO ABERRAZIONI CROMOSOMICHE: anomalia irregolarità di uno sviluppo normale dei cromosomi. ABORTO: con questo termine si intende un'interruzione della gravidanza prima che il feto sia vitale, cioè capace di una vita extra-uterina indipendente. Dal punto di vista legale si intende l'espulsione del feto entro 180° giorno di gestazione. Questo evento non è cosi' raro come si può pensare, poiché ammontano a circa un quarto di tutti i concepiti. Frequentemente si tratta di un evento misconosciuto, poiché molto precoce, legato a cause cromosomiche. Tra le numerose cause che lo possono determinare, oltre a quelle più note ( età, malattie febbrili, varie condizioni ginecologiche, fumo di sigaretta, alcool, ecc…) vanno sicuramente annoverati alcuni fattori di rischio lavorativo (ossido di etilene, policlorobifenili, gas anestetici, radiazioni ionizzanti, ecc…). AGENTE TERATOGENO: che provoca malformazioni. Solo nel 5% delle malformazioni è stato evidenziato l'agente teratogeno. Tra gli agenti teratogeni in ambiente lavorativo vanno ricordate le radiazioni ionoizzanti, il piombo, alcuni solventi organici, pesticidi, ecc… Da ricordare la pericolosità di alcune infezioni contratte durante il periodo della gravidanza: rosolia, toxoplasmosi, ecc… AGENTE CANCEROGENO: in grado di provocare l'insorgenza di tumori. Molti agenti cancerogeni sono anche teratogeni. Poiché alcuni agenti cancerogeni possono, attraverso la placenta, esplicare i loro effetti sul feto, una particolare attenzione dovrà essere posta all'esposizione delle donne fertili a questi agenti. AGENTE MUTAGENO: che provoca alterazioni del patrimonio genetico. Le mutazioni più gravi possono determinare aborto mentre le più lievi si evidenziano come malformazioni. Alcuni agenti mutageni inducono tumori e vengono pertanto definiti anche "cancerogeni". Tra gli agenti mutageni più noto in uso lavorativo, ricordiamo il benzene, le radiazioni ionizzanti, farmaci antineoplastici ecc.. ASTENIA: senso di debolezza, mancanza di forze. EMBRIONE: E' il prodotto di concepimento nelle prime otto settimane di gravidanza; successivamente e sino al termine della gravidanza viene detto feto. L'esposizione ambientale, anche lavorativa, ad alcuni agenti nocivi può determinare in questo periodo dello sviluppo intrauterino, sia la morte del prodotto del concepimento che gravi lesioni a carico di quegli organi che si stanno sviluppando in quel momento. Data la particolare vulnerabilità del nascituro in questi primi mesi della gravidanza è importante che la donna consapevole di essere in situazione di rischio lavorativo, segnali immediatamente il proprio stato di gravidanza al datore di lavoro. EMBRIOPATIE: malattia embrionaria. EPICONDILITI: dolore ai muscoli e ai tendini inseriti all'epicondilo (protuberanza ossea adiacente a un condilo, che costituisce il punto d'inserimento di legamenti o tendini) dell'omero. ETICHETTATURA SOSTANZE CHIMICHE: 60 Le sostanze e i prodotti chimici per poter circolare liberamente sul mercato europeo devono essere classificate in base alla loro tossicità secondo criteri stabiliti in sede di Comunità Europea (CEE) ora denominata Unione Europea (UE). La classificazione comporta che il prodotto o la sostanza vengano etichettati con due simboli ( es. T+= molto tossico, X= nocivo ecc) accompagnati da frasi R (di rischio) e da frasi S (consigli di prudenza). E' importante quindi, per tutti i lavoratori che manipolano sostanze chimiche, leggere attentamente le informazioni contenute nell'etichetta del prodotto. Per i problemi connessi con la riproduzione ricordiamo che esistono diverse frasi R specifiche: R33 = Può causare effetti cumulativi (anche durante la fase intra_uterina e/o la lattazione) R39 = Pericolo di effetti irreversibili molto gravi R40 = Possibilità di effetti irreversibili R45 = Può provocare cancro (tumore) R46 = Può provocare alterazioni genetiche ereditarie R47 = Può provocare malformazioni congenite R61 = Può danneggiare i bambini non ancora nati R62 = Possibile rischio di ridotta fertilità R63 = Possibile rischio di danni ai bambini non ancora nati R64 = Può essere nocivo per i bambini allattati al seno FETO: prodotto del concepimento dal secondo mese di vita intrauterina al parto. FETOPATIE: disturbi, affezioni del prodotto di concepimento. GESTAZIONE: gravidanza. INFERTILITA': con questo termine si intende la difficoltà al concepimento. In genere nello studio di questo fenomeno si considera infertile la coppia che non ha registrato gravidanze dopo aver praticato rapporti sessuali liberi per almeno un anno. Sebbene la maggior parte delle cause di infertilità sono sconosciute, l'origine professionale di alcune di esse è stata dimostrata. L'infertilità può essere dovuta sia all'uomo che alla donna. Per l'uomo fra i fattori di rischio lavorativo identificati troviamo le radiazioni ionizzanti, le microonde, il piombo, il solfuro di carbonio. Sono sospettati anche il calore, alcuni metalli come il mercurio, magnese, arsenico, cadmio e sostanze come l'epicloridrina. Nelle donne sono state evidenziate soprattutto alterazioni del ciclo mestruale, con conseguente infertilità. Fondati sospetti si hanno per lo stirene, etilenglicole, formaldeide, rumore, sforzi fisici eccessi e esposizione a gas anestetici. MALFORMAZIONI : E' un'alterazione della normale conformazione di un tessuto, organo o parte del corpo. Poiché la malformazione si evidenzia alla nascita o nei primissimi anni di vita viene anche definita come "difetto congenito". Le malformazioni possono essere di tipo morfologico (labbro leporino, malformazione cardiaca, renale, focomelia ecc…). Si stima che alla nascita circa 4 o 5 neonati su 100 siano affetti da qualche difetto congenito. Nel 60-70% delle malformazioni la causa non è conosciuta. 61 METABOLISMO BASALE: consumo minimo di energie da parte dell'organismo in assoluto riposo. MICROESPOSIZIONE CUMULATIVA: esposizioni di piccole dosi di sostanze che portano ad accumuli nell’organismo. MORTILITA' INFANTILE: mortalità che colpisce i nati vivi fra la nascita e il primo compleanno. NEONATOPATIE INFETTIVE: disturbi, affezioni del bambino appena nato, di tipo infettivo. PARALISI CEREBRALI: totale arresto, impossibilità delle normali funzioni del cervello. PREMATURITA’: la nascita prima del completamento della gestazione. Secondo la definizione dell’OMS, si considera: pretermine un neonato con età gestazionale inferiore a 259 giorni o a 37 settimane. A termine un neonato con età gestazionale tra 259 e 294 giorni, oppure tra 37 e 42 settimane. Postermine un neonato con età gestazionale oltre i 294 giorni, oppure le 42 settimane. Anche se importante dal punto di vista clinico, questa variabile è poco utilizzata in studi epidemiologici per via della sua limitata validità. Infatti la definizione età gestazionale richiede la conoscenza della data della fecondazione, o come approssimazione, la data dell’inizio dell’ultima mestruazione. Queste date non sono sempre accuratamente riportate dalle gestanti, né possono essere sempre correttamente stimate dal medico, nemmeno in popolazioni ben istruite e adeguatamente seguite dai servizi sanitari. SISTEMA LINFOPOETICO: sistema di formazione dei linfociti. PUERPERIO: periodo che segue il parto e il secondamento, fino al ritorno della donna nelle condizioni normali, della durata approssimativa di 60 giorni. TENOSINOVITI: infiammazione di una guaina tendinea. VASOCOSTRIZIONE ARTICOLARE: riduzione di calibro dei vasi sanguigni. 62 Terza Parte Modulistica • • • istanza di maternità anticipata o posticipata per lavoro a rischio (modulo 1) da inviare da parte della lavoratrice alla Direzione provinciale del Lavoro di competenza Territoriale modulo di risposta da parte della Ditta di possibilità o impossibilità di cambio mansione della lavoratrice in gravidanza o allattamento (modulo 2) conseguente a richiesta da parte del Servizio comunicazione del datore di lavoro ai sensi del D. Lgs. 151/2001 (modulo 3) da utilizzarsi da parte del datore di lavoro, al fine di ottenere il provvedimento autorizzativo di astensione anticipata/posticipata. 63 MOD. N. 1 DIREZIONE PROVINCIALE DEL LAVORO DI ____________________ VIA ____________________ _______________________ La sottoscritta _______________________________ nata a ___________________________il___/___/_____ residente in_______________________________C.A.P.__________via_______________________________ Tel._____/_____________________U.S.L_______________________________________________________ Addetta a ______________________________nel reparto__________________________________________ presso la Ditta___________________________ esercente__________________________________________ con sede in __________________________________ via_________________________ Tel.____/__________ CHIEDE ai sensi e per gli effetti dell’art. 17 del D. Lgs. 151/01, sulla tutela delle lavoratrici madri, di essere autorizzata ad assentarsi dal lavoro, prima della data del periodo di interdizione obbligatoria dal lavoro pre-parto, per uno dei seguenti motivi: Art. 17 comma 2 lett. A): gravi complicanze della gestazione o di preesistenti forme morbose che si presume possano essere aggravate dallo stato di gravidanza di cui all’allegata certificazione sanitaria, rilasciata in data ____/____/________ per il periodo dal ____/____/________ al ____/____/________ ; Art. 17 comma 2 lett. B): condizioni di lavoro o ambientali pregiudizievoli alla salute della donna e del bambino Dal ____/____/________ al ____/____/________ ; Specificare dettagliatamente i lavori faticosi ed insalubri a cui è adibita la lavoratrice: _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ La sottoscritta dichiara di essere al ____________________________ mese di gravidanza con data presumibile del parto_______________________._________________________,____/____/_______ Firma dell’interessata Allega la seguente documentazione: 1. Certificati medici 64 MOD. N. 2 Spett.le ASL MI 2 SERVIZIO PREVENZIONE E SICUREZZA DEGLI AMBIENTI DI LAVORO __________________________ _________________________ E p.c. alla Sig.ra______________________ ______________________ ______________________ OGGETTO: Allontanamento da mansione a rischio ai sensi del D.Lgs. 151/2001 sulla tutela delle lavoratrici madri. Con riferimento alla richiesta di spostamento relativa alla Sig.ra______________________________________ dipendente di codesta Ditta con mansione di_____________________________________________________ si comunica quanto segue: o Non è possibile reperire una mansione adeguata per tutto il periodo della gravidanza per i seguenti motivi:____________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ o Non è possibile reperire una mansione adeguata per tutto il periodo della gravidanza e fino a 7 mesi dopo il parto per i seguenti motivi:____________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ o Non è possibile reperire una mansione adeguata dal termine del periodo di astensione obbligatoria post-parto fino a 7 mesi dopo il parto per i seguenti motivi: _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ o La lavoratrice verrà adibita immediatamente alla seguente mansione:________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ Data___________ Timbro e Firma 65 AZIENDA _________________ _________________ _________________ Alla Direzione Provinciale del Lavoro Servizio Ispezione del Lavoro Via ______________________ _____________________ e p.c. ASL____ _____________________ _____________________ Oggetto: Decreto 26 marzo 2001 n. 151 art. 12 comma 2 Con la presente si comunica che la lavoratrice, Sig.ra ______________________________________________ nata il _________________ residente in ___________________ Via ______________Tel. ________________ dipendente di questa azienda con contratto a tempo indeterminato/a termine con scadenza il _______ si trova: _ in stato di gravidanza con data presunta del parto _______________; _ in stato di allattamento con data del parto ____________________; La lavoratrice svolge la mansione di ___________________ comportante i seguenti rischi _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ e non può essere adibita a mansioni diverse da quelle svolte o che non abbiano caratteristiche vietate. Si richiede pertanto il rilascio del provvedimento di interdizione dal lavoro a partire dal____________, data di allontanamento della lavoratrice, sino al periodo di astensione obbligatoria/sino a 7 mesi dopo il parto. Si allega il certificato ginecologico presentato dalla lavoratrice Timbro e firma dell’Azienda 66