Tbo G. A. BORGESE Gabrieled'Annunzio CON BIBLIOGRAFIA, RITRATTO E AUTOGRAFO / NAPOLI Riccardo Ricciardi 1909 editore PROPRIETÀ Tutti i diritti LETTERARIA. di TIPI riproduzione S.MORANO- sono NAPOLI riservati. A ed air mio ombra padre di casta solitudine della sua compagna alpestre. Virgilio L COS'È CHE IL DANNUNZIANESIMO? Ancora fermo sul lontano di qualche d'Annunzio ininterrotto a voti Gabriele e » « Nel ove Sovrano all'augusto i febbraio telefonici si il lieto quest' l'Italia vide partiti, scorrere una ignorante un di e spegnersi d'un speranze, secolo la luce il i fili di nascita legrafici te- della Fedra. nel coloniale; impero voia Sa- di : annunzio le perire vedeva lungo di nel tempo, fortune tramontare sangue carica pace di e sorgere I e Tebro. intervallo ampio di e propagava della ultimogenita, Durante Umberto romuleo del Gar- augurii « poeta nuovo 1909 del e tragedia declivi Vittorio facevano d'Italia di pubblicava si giovani », del briele Ga- trentennio un 1879 natalizio giorno suo Lungo sogno i d'Annunzio endecasillabo Nel del « cora an- cinquantina, a » nel... primo dalla marzo operosità, sua ripensare opuscolo, un della anno può lavoro. Prato baglia culmine strade politiche cittadine balzare pianto e da della durante vecchio quale una rire rifio- pidigia cu- disfatta questo e e questo il tissimo len- lento d' albeggiare che andava secolo un la libertà di questioni congiure della di e il di inamovibile dal queir placata Sono chiuso, e la talvolta non che tempo, senza che una la trama ed giammai, il titolo domani il teatro un'amante campagna un di ed è scivolata licenziata. una nome fron- dei nel che non un mese, gurgite dei sarà discorso un d'un un nuovo solo J s' è esecrato d' Annunzio. ricetta Non o ^ sogna bi- del temporanei con- fragorosa dell'ultima un'opera la è non anno alla fantasia duello; ieri d'Albano, un dei librai. Non l'eco briele Ga- a espellere? folla semianomina ed si appena da questo idolatrato spiritualedi Gabriele avventura interesse regicidio. E Non anni. agli orecchi della Una nazione, vergogna nelle vetrine naca cro- gloria,che una della aureo giungesse non solo un d'una arte settimana, una questa italiana, non sua nel libro tispizH allineati di è uomo questione s'aggirava intorno È Gabriele d'Annunzio o squillaresulla a sol d'Annunzio. passione, passati trent' senza tornasse Gabriele quieta irre- nell'unità commozione cancellare, ora dissima rapi- una tanta un si fondeva non sola grande poeta? iscrivere cose, e cabilmente infati- sciopero agrario, d'un d'Annunzio. da in mescevano primo piano l'efimera quella inesauribile macchia l'unità imperversare tanto che nuova, superstiti delle fondò quali si di e era una elettorale, d'uno un crisi rifluire nell' anima a fosse che uomo questione, tornava i passioni ondeggianti uomini molteplice, sola tra le di E lentamente passato al futuro; attraverso vicenda storia. generazione una patria; attraverso successione rimasto d' e seppellendo delle e guerre dannunzianesimo? il cos'è Che 4 Oggi scritta rale, elettofumo, pro- istante, Che durante cos'è il volte tre dannunzianesimo? dieci anni 5 di concentrazione dica, pu- , di semplice silenzio, Pur vita si nei intima ed rari brevi e pubblicità la segretezza, che Pareva il popolo italiano parla, diffonde non e italiano popolo l'amante, come scuro e la Cécile un riflettore elettrico. Chi volle il più come a memoria grande poeta del mattino giate passeg- una nuova crudele una col dargli senza Ed ansietà, ritirata dell'Italia le questo cristallo e chi dorma come faccia sue dalle astenersi opportuno sue nell'ombra? come di apprendere ora apertamente casa casa delle viso un puntament ap- Guglielmo II, nessuna così pubSorel, è vissuta blicamen una sua telefona, giacché si sia corrugata nemmeno attrice, nemmeno ed d'Annunzio, giacché cova in meritato im- giorno dopo. sovrano, fu cosa bella cui il per questo di nemmeno si torceva la fronte con Nessun Che dere ren- soffrisse inventa non a il silenzio. il bollettino d'automobile? ruota il almeno riuscito fragoroso farà cosa non ciarlataneschi e telegrafa,non non cavallo a Che della d'Annunzio quasi ch'eglifosse abbandono. teriore. in- nei quali intervalli, primizie invereconde in ventarli,pareva non elaborazione muta di Gabriele estrinseca propalarono di come volle si svegli in che abluzioni, perché dal vino, da dove contemporanea, sigarettee La illuminata non e poeta. con stimi che e dove compri le sue cravatte foga faccia all' amore, Alcune diecine di migliaia e quanti levrieri mantenga. sono' le persone l'hanno che parecchie centinaia quelle che banchettarono lui udirono dalla con sua viva in conosciuto gli dettero affettuosa bocca da vicino; del tu, che dimestichezza, proteste di fraterna ami- e cos'è Che 6 cizia di e da fremito concentrici cerchi la Ma nei interviste i suoi cento alla sale, succur- quelli,che relazioni Chi ritratti nelle e donde ciurmatore? Tutti riviste, percorsero il sguardo suo difetto per in ed Italia che migliaia diffuso fu lettori lettori ; e fugaci, ma in a tornare sintesi si sull'uomo. per volta non mai così mente larga- libro da quali ciascun quasi libro milione un di distratti non o , dannunziano strada riletture ed cozzanti. è d'Annunzio. come parte un liano ita- solo curiosi, ardentemente pronunciavano d'inesorabile volta con d'impressioni opuscoli, e sul discussioni epistole agli amici, e massima darono man- rono fischia- o un fosse copie, nelle di di perché conosciuto fervidamente vigorose poeta anima artista un , usi e neh" rappresentano , romanzi, pregiudizio o un conoscenza esattamente molte suo di i suoi che raro strada o vate? o , avvenuto con È si sia fatto errore artista liriche,applaudirono sue drammi. i suoi demonio? o rilessero e le mente ge. glacialitàdella Sfin- angelo avventuriero poi lessero a Le l'enimmatica con dunque? era dai personali, nutrirono quotidiani cento sfuggiva be- fuori rimasero , vitreo non biografie,esplorarono lungamente e e di beatitudine, appassionata cupidigia, i delle curiosità loro di di tributarii, che, fonte, chiedevano di neficii dell'intimità. Ciascheduno quarto d'ora suo nugolo un alla attingere un il durante circondato con ammirazione. singolare questi eletti fu, potendo dannunzianesimo? il o da urti Uscivano conferenze e gatori, inda- già caffè, ed letto con antitesi articoli discorsi e sul Critici di specchiata imparzialità pubblicarono saggi, ch'ebbero l'aspetto di un giudizio definitivo. acume E Che taluno cos'è raggiunse, ma selva coscienza. di punti s'affanna riposando a il riprendere ad Tale di generazione di Minerva rato supe- superare. dannunziano, Non e quello che non dannunziani sono allo la decima Silenzio e , Più e musa, quei rimano i ove a sale na- voce grande con Paralipomeni memoria s'afferma che nico sire- fischiatori al coi nasce tempio scoglio parlare con dove imparano che l'amore a colluttano giusta dizione, d'opera il abbandonando ed studenti del teatro a dall'errore diplomata, approdano con Città del ciato enun- repliche,salvo passando Settignano, imparano lubbione dal dubbio, cinque giovincelli,che, dipartendosi da ogni o di la decisione; giudizio un una tezza, all'incer- posteri ammette non crede. si volgarmente e da in in ancora districarsi a ora cammino, il fenomeno è quattro che errore un ad ora solennità con ai alla imporlo si rassegna vanamente ad d' quale vagola rimettendo tivo, defini- giudizio compito Né interrogativi. e 7 il suo, nel La sbadigliando ma conto per riuscire senza pubblica dannunzianesimo?' il la dopo stuono fra- delle zione PrefaDante c'è che Gabriele d'Annunzio. Bisogna Alighierinon migerato su questo famitigare l'iniquo disprezzo, che grava e pelato dannunziano, il quale pare biondiccio la zazcreolo zera e anche quand'ha la pelle d'un d'un Assalonne, e pare impubere anche quand'è padre di nella procrea dei come teo. figli,e, giunto solitudine superuomini, il nume di del sfaccettando Delfo, quarant'anni, spirito il progenitore sul limitare le suo per strofe dei un d'un editore, ignoto novello Isot- nunziani danBisogna perdonare a costui, perché sono anche e l'oltraggiaquelli che lo deridono cos'è Che 8 Sono no. che lo gli scomunicano, Sono ad amici che trascurati ogni moralisti infrangere, i dannunziani insomma che meno i critici che colonne cinque da che famano. dif- lo denigratorinon i pappagalli orgogliosi né più gl'idolatri, che meno né dell'idolo miracolo nuovo nuovo taglio la poltrona dannunziani di catapulta una loppano ga- diavoli poveri medio rappresentazione; lanciano i bigliettodi un giornaliche di la primizia del dannunziani ; sono con prima dietro brigliasciolta capolavoro di i direttori dannunziani a pagano dannunzianesimo? il i i mente definiti esatta- pappagalli ipocriti , dal « medesimo aver/o sapendo non e per di invano Dannunziani i coetanei, soffocati stentate, che, la di spirito e più acuta triste,che che grandezza e quelli con che quelli che escluso il povero in (2 maggio che del di Panzacchi, a 1880) al dar e una con valità; ri- pura inoperosa rispettabile ma fatica gran frenesia dispetto e escluso non fiato colto Gloriosissimo bero li- di petto. Dannunziani di pugno; loro un per » edificio di celebrità un servile una vituperio nel consacrano fiacca una costrutto strillarono Chiarini, primo frusta con grand' impeto bociano di generazione, più nuova disgusto fu unghie. grottesca una d'intelietto,ma di le proseguire in demolire spera smorfia impotente schiena e squillantesulle sapendo non dannunziana e di drone pa- rosso dall'incubo altamente si contorcevano cammino, e per marchio suo graffiarlorompendosi gloria fragorosa troppo e /' hanno , cercano vite il che disse quando maestro, fronte in recano , d'Annunzio, il Morte dannunziani il ziani dannun- d'ira, alla tromba dalla e e primo non simo poverislogio dell'econ la quelli pensiero Che cos'è mattutino il il l'ultimo e Cesareo, che, Giacché d'Annunzio e storia una nomina della di e adorarlo nemmeno sua dove comune, di di contro o di di fosse di 1' salarii giudizio, trent'anni ed il per d'Annunzio, a di d'Annunzio, ed le opere, inedito ; oltre ed, o l'altro tutta d'Annunzio 1' opera solenne la vita privata di opere non un né dei giornali. Ma : od sia generalizzatoa per tutta solo l' delaltre pria pro- la passione poi teresse in- Quindi l'uno atto trasportata ; 1' entusiasmo è ira, ansioso curiosità. un di 1' autore che pensate, tenerezza per queir vere, se vita; e questa che di un il tempo— l' irragionevolezza nausea e dell'opera; patisce la clorosi scritte dissennata farebbe né sicuro d'oca reporters la accesso: dell'individuo o e che le e mancava leggenda tutte a sdegno, vuota o dolce ai passioni amore la gionare ra- formato già —tutta più mai non narrate delle più dalla penna innumerevoli, ha in essendo rigo vergato le il è politicaestera dell'uomo equanime i documenti né — suoi scioperi. Perché, di e non fissa, , si sarebbe quale e Italia,la quale, per questioni dannunziana medio giudizio a sua che senso , e lui, senza manìa, d'idea questo intorno le tutte politica interna, e caso rifugialo spirito nei in tutta discettare fascio tutte del farsi dell' arte si pigrizia.Ed dannunziana è e non V importanza specie una persona intervalli un resupina passività. una , luogo vero, significaripetere in dimenticanza senza della letterarura non Significa ingigantire d'Annunzio, pensare per lui tregua dannunziano e neppure. dannunziano essere 9 pensiero serale; scrivendo lo italiana, non dannunzianesimo? a una od libro un tutto l'uomo lirica sua l'opera e a tutto Che 10 l'uomo. La passione i sì ed Tale in è dalle la come irragionevole ma retorici grande ed morto quello crisi trentenne; forse in del di spine. Ma, proprio ad accenna storico darne la poeta, che fatto poesia, adulando eccitando i delle suo il nervi, esibendosi città di morte e profitto la commozione subbuglio generato Altri han preceduto nel dal tentato metodo; superficiedel pubblico viva e né ronarla co- e più reclamismo disparendo e di per basta » del sua i sensi ed al momento la drammi nità va- usurpando funerale l'ultimo recente più mentosa tor- difficoltà del delle città vive, e al posto fustigando sonetti di e viaggiatore della commesso coronando opportuno, randosi prepa- spiegarlo? « blandendo, e più Come un il dannunzianesimo mentre all' inverecondo colpa fra va d'incenso complicata si chiude. che s'è la villosi ca- vicini ad d'Annunzio esaurirsi,appare all' osservatore a Italia metterà giovine senz'inazzurrarla la con indifferenza più giovine non le compete, fatto la cui , l'immagine che siamo placidità equanime affinità aggiratasi intorno pensosa col entusiasmo alla fittizia rivalità e di dilacerata d'un Forse stato pure di simile nulla poche malvivo. un della soluzione , nuovo fu sempre ha concorde; ha problemi una dannunziano: disputa sul Tasso celebre da bonda. furi- negazione una effervescenza transitoria marinismo, ad Non trappesa con- orgiasticamente nostra, che letterarie. contese giudizio, non ; tumultua ma il fenomeno dunque terra, una i esita nel non affermazione perentoria una dannunzianesimo? il cos'è oltraggio a od striaco? au- d'imitarlo, altri l'avevano non rimasero interesse. 0 a lungo basterà sulla darne il cos'è Che alla merito grandi fecero vuoto, al nel la dei pranzo sia l'impostura non sia l'arte; banale meno superandolo, dev'essere che il questo nodo alla Ci di di nodo moderno. più men assai il e dev'essere alto puro ricette significa d' o colezione più solite le dannunzianesimo, Gabriele meno occupare Banquo, cosa siano non , spirito senza cosa un interpretandolo dello di qualche e , storia via, qualche Sciogliere successo. loro non nell'oscurità, contemporanei. suoi ci poeti, languirono larva temperamento suo o la come non e lui, tranquillamente posto ed di potenti e Il Altri d'artista? potenza sua dannunzianesimo? il che intimo del re, giustifica- significa Annunzio che locare colnella La J. Mettete ritagli che la vita l'opera e di di aritmetica precisione Gabriele di decennio un dell'artista. e biografo un periodi tre dell'uomo biografia d' ciascuno dal , che al 1899, collaboratore un strinseca periodo del e noti la 1879 il osservi al secondo ed e- del periodo E dramma. nel mettete prevalente segno del E insignificante come come, 1909. al questa lirica, terzo 1899 dal di biografia primo in , 1889 dal 1889, Annunzio che primo il altro un manzo ro- boratore colla- decennio nunzio An- d' , abbia la capitale e nel come, eletto ed di centro a rifugio a lavoro la secondo della urbano campagnuolo spiaggia abbia del vità atti- sua di glimento racco- Abruzzo; nativo lungamente fra esitato , Roma Napoli, adolescenza; lo nel e grandi dei infine sbocciata era abbia terzo sleeping-car dei room dov' toscana, campagna decidendosi Firenze, e la eletto treni a sua e internazionali alberghi prima cilio domi- suo direttissimi la per il tea- onorando , la solitaria nei le le rapide liaisons villa rari e di settignanese momenti facili di sosta. Nel i durevoli fugace primo donnesche, conquiste dangereuses, qualche nel e saggio pasnio decendo secon- placidamente 16 spirito Lo incoronò che fortuna il ridicolo esteriore avvenimento il primo suo mercedi. Un periodo dal il psicologo critico sua del riconoscimento separa al svelando secondo capelli la i per onori, applausi, vistose raccolse nunzio d' An- crisi decenne , V universale ottenne genio, la diente esor- dine, solitu- la sconforto, un' altra volta abbrancò sorte, superata ; lo V vittoria di già povertà, la seguirono Alla fulminea nel terzo. morganatici matrimonii confessati dannunziana. l'arte e segreto , militare , anni la tra , Giovanni parentesi, che : romano-bizantina vita quest'altro di Gabriele il (1897), di dietro tenne (1899). e Perfino i disastri doveva e del di e il niano — ambigua Gloria pubblica, tune le for- si riverbera illuminandola, ora E sofferenza. (1898), La patina opaca una anzi e 1' impeto d'una sivo irrifles- be gagliardo della lirica giovanile concluderebnostro immaginario biografo psicologista e tai— coincide con marittimo col le elettora- passata l'Italia poeta, d' come è cui traverso soffondendola velatura di vita le condizioni riodo. pe- tare parlamen- sinistra dietro tener gherebbe spie- passaggio, all'estrema destra sull' opera ora di rivoluzionario gesto tena ca- terzo la campagna d' Annunzio, salto, dall'estrema cui è la vita avvenimento florida al dì la gaudiosa esteriore secondo dal transizione la la avvenimento altro dei trionfi. Un quella e interruppe spezzò e vizio ser- ventisei a Piacere del composizione Episcopo E d' Annunzio dal prestato il è quest'avvenimento E trasformazione. della furore Mentre affaristico l'ansioso la africanista, con folata di Brin, con avventuriero e e malsicuro 1' orgoglio della perialismo l'im- Crispino, terza raccoglimento, ma. Roche Giovanni dal va dell' biografia La fra il disavanzo la pace spirito,la gioconda suo di press' a nello narreremo le con poco fuori, e Noi fondo si proceda dentro, e giustamente sfruttato incolparono di di « Vienna), metodi di vuole arrivare lo ad perciò gli somigliano, sembrano comprendere un uomo che e tutta e lento vio- (di quel modo co- poi e sommarughiana la sostanza segue narrati , esaurire di per chi I fatti guono se- sbrigativa chiacchiere. a sarebbe , e perciò ed un' altra memoria a V ombra spirito,come di Abruzzo festaiola ed affaristica, comoda altro storta, sul una svapora quella Roma tanlonghiana, spudorata ed intrigante,che tutti sappiamo operazione troppo spieghi critica paesana collo e un' entro che giornaliaustriaci, quando liani abruzzesi » gli studenti itadal mentre dose considerevole dai al di crediamo l'evento che dalla inventato Abruzzo, metodo, dal di dentro coloristico e noi spiritodi altro un certa dose dopositi una sensuale dello scegliamo di fuori al di realistico crisi, che interiore spiritospieghi l'evento e non spirito.Scomporre d'Annunzio cui le con e la vita che dal non inventata, coincidono svolgimento crediamo perché giovanile,sine esperienza vissuta questa biografiaesteriore,che tappe d'Annunzio. Gabriele tro restaura, den- maturo. averla ripudiamo, dopo noi lo cervello un le tappe Ebbene, lo di ricchezza nella tura fu- della armonia dell' vastità nella fonizzandola le basi d'Annunzio prosperità, e Gabriele il corrisponde fra fiducia, V Italia fonda la e 17 Dogali ed Abba-Carima, schioppettate;finché,rinnovata le e dell'artista. e alla Gioconda Episcopo periodo disastroso, al uomo tutta il corpo ; e abilmente, la di vita un'opera d'arte, anzi 2 spirito Lo 18 esplorarla nell'intimo di realtà, un i dati dell' eredità dell' ambiente il e qualche voluttuarii neh' circolarono di tentarono poteva Fracassa si e musei del delle e placido Napoli da Roma, dalle Firenze, dalla da d' Annunzio passant, Gabriele cose e ha , perché di quelle il bisogno aveva La cui determinate etrusche né e la Se da civiltà moderna da e certe terminat de- avvenne, delle non Mau- altre, spirito. suo comincia storia vera inani. questo cose, pienza sa- sgonfia le imparato altre certe non della Napoli a Carducci classiche, da memorie ed le formule uccide e e perpetuo, che riso delle poteva imparare si rinascimento, ed verbali vesciche misurata Firenze a d'un schiettezza franca e del ritmo vere vi- » Roma la amare forza della Ed legislatrice. il pitan Ca- « gli pontificiade- la Roma che fontane, degli archi, e del teche; nelle sale delle Biblio- e invece poteva, obelischi si 1883 Bizantina Cronaca « o , corridoi nei terme della e » nel redazione nella che oltre cantarono , Anche il superuomo. attuare Roma, a che giovani letterati, Sommaruga di orbita o furono gli abruzzesi tutti gnora si- le Laudi comporre tutti i violenti, né e figlidella tutti i a simile; né di cosa Non arrivarono d' Annunzio la secondo , volere. suo ma trasfor- d'artista individuale e In coglierla in genesi. di e temperamento legge sua dannunziana. l'arte e Ovidio da dalle non Nasone zioni immigra- abruzzese né , dalla crisi edilizia dei ta, d' Annunzio comincia ma medesimo. di Il cause e quale e e romana, né si ricerca è nato si ricerca non in quella dei Rapagnet- in Gabriele così d'influenze, nella genealogia e che così nemmeno d'Annunzio per una finità in- appros- La biografia dell'uomo simativamente la è sintesi alla rono delle la fa si storia un' con la e le e analisi che di critica è in tutte quest' rio arbitra- sintesi una se individuo arbitraria, essendo La duo indivi- contribuì- comprende critica 19 Ogni infinite, cause V infinito. ricercar discriminare. possono formazione, sua Ma stesso. non si dell'artista. e che , da parte opera un' altra sintesi. procede non lo ma glieP ha in coscienza la storia della dato, d'un P unica i lettori reale, episodii di di I decennii, viaggi, tutt' parranno che le più facili i trascureremo privata e che baderemo Il — amori, di scaturirà da la storia come dall'istante landosi attivo, rive- interiore, che teatrali serate militari i rinnovamenti crisi alla sintesi mentre essa, sull'uomo e i fattacci del dramma — se pur suo ; pagne cam- anzi sono ne Perciò noi della vita E d'Annunzio. Gabriele sé. non e riori este- storica esemplificazioni. è illustrarla agio e all' intimo giudizio con servizii con fatti, i fatterelli pubblica loro momento le visibili e dal cronologie. con uno a E supera. e contraddiranno non storia la storia aneddoti periodi, i cP e elettorali,con la comincia potranno cacce itinerarii con la Fatta opera. nella dell' artista divenuto è sua d' Annunzio come prima; artistico temperamento un' in così comincia attimo un la o P intuizione fisico non nonno trasformatala, e, temperamento questo nel storia trasforma individuo nascita, un cui dalla prende che giudica non elementi gli d'arte, sua d' e dire , nutrice, con ritroso a cercandone in Vogliamo non tistico. spirito ar- fosse sario neces- 20 spirito Lo A Savoia I di Umberto Leggiamo, La in S' intitola Primo fuori autore nulla Roma del da e di Non nel disgusto meno di della nonna e che vero parte d'Annunzio dei i diciassette pueriliche non sognere bi- innesto con poemi pito com- Vere? classicheg- genitoriFrancesco memoria del chezza stan- corruzione Primo abruzzese dedicava in esistevano collegialinella ambiente quale in nemmeno fortuna e aveva bel mondo. del professori,inneggiava è di Pescara casa esisteva tutti i all'eredità in la massima fra i sedici e diciassett' anni; ancora scritto ai cari « sonetti Savoia. precoce; per Con per far piacere ai di meno giovinetto gianti sull'Etna scriveva e compito già Il guire. se- Collegio Cicognini, non esistono ridursi dovevano che potrebbe interpretarsi il fiorentino. quanto al- indugiarsi umile ed non Sommaruga la gloria la amanti scrivere. lusso piccolo un Ricci, a Chieti. ancora vecchia sua del mondo come sogno, gloria di ; le sogno alla contava pareti del visto La e non la che le nude è no sul finire dell'an- stampato tipografia di Giustino Vere. É commovente alla forza L' di nascita fede di questo quelle impacciate fanciullaggini,quando fra si pensa (1879) Vere di nascita fede la trentaduesimo, 1879, nella Primo — (1880). momento, un spirito artistico. volume (1879) Memoriam In e di d'Annunzio* Origini del temperamento 2. e, dannunziana l'arte e Luisa e defunta, ad Umberto sia stato un no, so- anni, più colti,più d'Annunzio e I ragazzi d'ingegno fosse », belli ri- nel- 22 Lo spirito metafora, di scivolano e ne' Nude dannunziana. l'arte e quasi quasi la pornografia: verso le forme giri guizzavan snelle, procaci... Il Carducci s' anche professori, dei carducciani, dei Carducci di medesimo volanti saette come foco del e delle quello , Alceo di , del fantasia nella giovinetto raccogliticcia,cozzante la di immagine sua al consentanea riusciva non quel la lussuria cantate, nel Sono da che violenza Primo Ore le si cattedrale una (l'autore,più agnominava tetra, un'Ora che satanica, dell' Ufizio. mi e mentre una — di questi oceani È un beo in rosee queste non riso voce danze la vita: godi, Floro, la suona l'amore mi luci di tica. go- da 1' Ora conda gio- arcane, portanti profumi è un dice: e raggio fecondo; vita; godi l'amore, o Floro o samente preci- beo: d'intorno cade ar- un'Ora sono visioni lennità so- Floro soave, Leggiamo respiro quest' aure trepida lebrasse ce- il tempietto : In che e Traslocare Vere carducciano un'Ora gioconda, ducci Car- un platonica con di abside Bruzzio), un'Ora Era nalità, perso- Stecchetti serio , Floro sua eh' è quel cinismo, e ardimento. nelP Venere di alla paratice im- , la e ditirambico e sul persiste poeta il quale prendesse un materialismo prendere a insita temperamento. suo realizzabile: irreale,ma sul serio Carducci, strofe un'immagine con quella come for- e ! Origini del Godimento io morire, fatta mondo tornerà, Canto fuso sof- vel bacio un sul virgineo, tuo donati ; turgido seno Lilia !... o figurazione piuttosto ottimistica una con del giovinetto ; quella figurazione gaio questo che in ed voglio... voglio S'era né spiritualizzato, Lilia, il bianco o braccia le morir 23 malinconie: Solleva, apri d' Annunzio . sottilmente non d'ideali di temperamento d'indiscutibile accento un nel fede, novo: Oppresso il Io dei popol era dirà — adolescente era M' ardea, la nel Felicissimo volta una lancia sua anni tutta più maturi, della memoria, quanta festosa il invece , , rantolo. conosceva i Ed quali la e tocco Dolore. inevitabile van gioconda. il dal illusione fabbricando, leggenda piacere anche il core; aveami in questa salvo sciocco. poco il cavalier , degli un petto, di dolcezza pure sé ritratto: fanciullo: buon un con più tardi, tratteggiando di felicissimo Io non piacere s' addorme. vivi ancora un che di d'amor, di una primo vuota rizia pue- Il dolore compagna ac- vagito poetino del Primo afflizione l'afflizione, l'indistin nel- com'era l'ultimo al- Vere vuota Lo 24 la spirito V e di stanchezza Un Su gelato l'anima in le vegliate carte e indarno, e Oh Guarda Ieri vita la oggi m' della si cade, carmi i miei strana: d' alba, piovosa come sudo... dileguano presto? mutanza alito com' fosca appare mi penna quale tempo pesa, spine giace... sopra benigna 1' ora E, quando di sogni perché i poco rise mi core la povera amico, o in '1 su letto un Giovanni, mio sogni, quella sognare: tedio lungo di intessuta gioia: questa sua dannunziana. arte sera. che indugiava, e, trascorsa le seguiva un'altr'ora fosse, non gioconda, allora il lore, poeta, pur di non guardare a faccia a faccia il doabbandonava l'anima in preda a Satana. Il sua quale Satana non era quello di Carducci, spiritodella rivoluzione sociale speciale giovinetto la godersi No e non e di Satana, a voglio seni ridde uso del latte mele e gentili tra' vola la su infernali d' etère su voglio fiori a fan con cui i carmi: '1 tramonto, più languori... non grand' prostrano che voleva ideali, non di ala ispirami: e che ribelli d' amori nenie, fianco che il mondo: conoscere Voglio l'ebrezze gl'inni ad d'Annunzio, voglio dolcezze non sfammi Satana un fabbricato liceale più femminee non ma , più caròle Vola, Rapisardi ; vate studente pregni scientifica, e negazione individuale e vita più : della e del quello nemmeno tutto tetra tuo! tutto son l'anima i tremare foco: e i sensi, preti: strepitie grida insensate, passar le notti : del Origini voglio orgie lunghe baci tra Satana, Vola, stammi lui Per e Ma un io lui l'estrema Su fremeran su Vola, Satana, vola stammi poeta fianco a pretofobo convenzionale o Ed aforismi: per necesse eroica non furore di cui il nuovo e il la contro ralità mo- et sim- l'imberbe bisogno sentiva suo pretate Inter- semifilosofica, simile, che né tuo. moralità, sic laro sco- di care. cer- il superuomo piccolo bagaglio e la saggezza non « tutto Carducci. a dormire, soffrire est, foco; di son bell'e confezionato già la morale ala verniciatura una ancora avrete grand' la corone, porranno carmi... come estremo. moto liberi contro che un trovava non il mio ispirami: il furore o superba, artificialmente si riattaccava nietzschismo culno e fuggono. con anticlericale, la finzione pliciter.Aggiungete con la su forte: da che gli amici l'arca a' nemici compagni, sfida sarà esangue e morrò vinti una atroce questo corpo Lacerate sarà parola minaccia una de' ; morale di fronte vati de' strilli canini gli tra il curato compunto e labbri su' lai. e panegirico... il '1 pugno gridi feroci tra' pentimenti sonetto un scriva ne scherno lo morrò E ponzi per santo padre spada 'Metto.. lagrimette sparga due la lini de '1 viso co tuo! tutto son gelidi con pia con con su' di foco: ala ispirami : e requiem beghina abatino grand' la donnaccola, ragli un la e voglio insanire... il futuro una come bizzarri; d'amore canti su fianco a il vile Tema un vola 25 . con bicchieri e d' Annunzio di temperamento far di vigare soffrire,na- vai legno fi- ». Rivelando agi' Italiani il nuovo poeta , Giuseppe 26 Lo spirito Chiarini scriveva: creder una cosa poeticamente di desiderii o in cervello tutt' altro onest'uomo, l'onestà gli Visse critico. senso sfornito ottundeva sana poco qualche abbastanza strepitie le notti. del ispirazione era un critico; senso volta per che qual- Chiarini di arte, schiuma che Giuseppe che 1' cui passar su cuore, per infernalicon di » e è vinetto gio- desiderare essere momento un di e belle piace Un brutta. cose possono felice imitazione. poco ma le mi satanica d'ingegno seni d'etère non Ora intitolata ridde che meglio desiderii,che e poeta, deve il nostro d'Annunzio... del moralmente e per grida insensate, che Simili libro anni, pieno sedici è di certo cosa nel poesia d' entusiasmo pieno suo C'è La veri. di come « dannunziana. di sentimenti la ostentazione non l'arte e l'acume del accorgersi che nel fugace frenesia volle persuadersi che bisogna non giovine poeta; ma no, sopoeti, così come prendere i poeti, quando sono che queste non fugaci frenesie corrispondevano e 1' ad Ora « satanica non » era , briele spiritodi Ga- nello essenziali fra i momenti uno una d' Annunzio. Abbiamo questo e fiacchissimo parlare intorno spenderemo il ritmo Primo del del fanciullesco e Vere appunto all'orizzonte romane né del morale né i poeta erano poeti decadenti, la filosofia di quasi inarticolati nell'Oro non tetra e Nietzsche. né apparse né la musica In questi balbettamenti tre neh' Ora è già , nell'Ora satanica, a poetico che non fissare per fin dannunziano primissimo albeggiare, quando e tentativo più parole con alle Laudi, temperamento intorno ampiamente discorrere voluto dal suo mentale le dame secentesca malcerti e gioconda, tutta avvi- del Origini ed luppata del ed implicita la invece della che e, C'è una la è sintesi d' Annunzio 27 . storia temperamento. antitesi una di temperamento direi tesi che stanchezza abituale di che lettica dia- la quasi, è la gioia, Ma godere. sarebbe mento senti- un , di carico di umanità insomma afferma che dolore la possibilità forma una di , rincorrere falsa sintesi la specialissimo bisogna nausea, gioia la quale sua arte. generata , seconda questa sforzarla. incubi, porterà sarà dall' gioia Si convellerà dolore , il dolore di nascita ed Noi che dal inebbria facciamo non rimorso i moralisti , schema questo probo o sana evitarci possiamo di sentimenti e malsana sanità il polso per estetica, cioè diagnosticare cioè quasi che cieco la l'espressione imperfetta. Il nel constatare se una sia poe- poesia potesse altra sanità una di dell'uomo che l'espressione raggiunta, che lontà. vo- discutere generi alla sarà questo e sia lo schema constatare altra malattia unicamente di se ferenza sof- proposito a pena dell'egoista e malvagio, , tastarsi la negli è addormenta e , poesia quilla. tran- e il delirio il delirio perché illuminato è quello mentre tanti, ecci- questa , suscita da degli Ma la se nasce limpida sofferenza. nuova alla e, negli spasimi, vaneggerà seco del Giunti Nata sarà non costituisce non veleno acre gando ne- nunzio il d'An- gioia; Se preferibilealla prima, amaro mentre alla artificialmente. produrla naturale meno indietro tornare cede, bisogna non sé, bisogna non della contenuto il dolore gioia, , lo ottimismo, superare di ricco commisti gioia di quel malinconico e la saggezza di e malattia nostro che una o per estetica, compito questo sisteva connon , 28 spirito Lo altro, è r intimo e letteratura di vissuti di voluttà il L'ora (1883) novo Il libro il 1879 d'Annunzio voluttà di ribollente tanea spon- una nuova vegliato in sogno, Era la fisica gioia di terra gioia sapere e del della e degli in viva ma ed che lo mare , pullulare della primavera, la felicità di sentirsi vivo. ansietà e di fecondava come d'una vergine in le non timori, vita non ampio giuste nozze ancora gli da- egli conobbe, fosse cosa il bacio un parenti e gioia. giovane, alacre,forte: stormire Una lastici, sco- nativa, effettuale realtà,la di sentirsi infine dei dalla compiti marina amici , di dei orgogliosa vaticinii Libero gioconda. monte vent'anni. ai dal fastidio e tenerezza speranzosi Vergine (1883) Vergini (1884). ora del contatto non Terra — sua convitto dalla gioconda. delle la ebbe in libera quale egli nel 1883, avvicinandosi il e disciplina del della latino disgusto della nell'acredine vizii zio Stecchetti,di Ora- di classico di immune volontaria. Canto la decadente, , 3. Tra nettamente adolescente, ignaro Carducci, altro già era d'Annunzio certamente soffocato spirito dannunziano, dramma questo di qualche trovava non dello filosofia e nutrito e , . in Gabriele disegnata dannunziana arte dramma di linea la che V e il colore degli delle alberi Era donne. rigogliosa e oppressa sorriso la fecondano il , sana, da guidezze, lan- sua maginazio im- i fianchi impalliditadalla lunga 30 Lo si spirito commendevole) direbbe sofferenti dolore, della né là 1' la il dolore qualche un servirsene della posto, suo abbellimento un solo non espressione più tardi gisce in damina la cui truculenze del parallelo credono alla su degli altri sguizzi i pregi d' Annunzio dà una morale dell' la poveri di di risonanza che impiccato, Caterina vibrò di al stuzzichi pe è perché '1 cinque sia quali bile possi- al bene quadro ingegno. la miseria godimento, come l'appetito: «Agli silenzio o i gente per d' alle stato uno , Vergine suo linconia, ma- frivolo spirito persone Terra la e facendola di sfondo serva delle po' alla virtù a- assisteva un esistano imbecillità un'astinenza Santo, premio un risaltano nel dei ; che 1' animo è il ro, bizzar- e la noia impero pollice verso filosofia l' umana Così : tato accet- diciott' anni gioia, po' basso i mascalzoni che cui Un per trova Laudi, la quel- come ove che contro salsisce del circo decretare che antidoto pungente. in dunque nelle in più ; singolare, è divinizzata sentire la coscienza mondo, quanto quanto e viene quella diversità, energico come più saporosa con di apparirà ma e contrasto, del in colpa perversità propria felicità. Il dolore come zare simpatiz- avidamente, nel conquistare, a la tamente assolu- può non per sofferenza 1' altrui osservare ed può non V innocente d' infantile segno felice che indulgenza né renza indiffe- brutale, sebben come Giovanni maestro suo patimento, soffrire per di ramente d'interpretare auste- perfettamente di indignazione il sana, creatura ignara per velleità come dall'altro dannunziana. intenzione letteraria la e il Verga; l'arte e sei del Venerdì squilleimprov- L'ora gioconda, vise, gaie, argentine, volo un Terra delle di Vergini (1884) rispetto al dalla ed Stecchetti, in quelle Capuana del e maturità del che ragione seguire verseggiatore più difficile è È schema. uno del nozione mondo liricamente anche esterno anziché oggettiva il « de' popol più difficile la vita di voluttà il d'Annunzio canto, il dramma mensa un'im- come di cere— pia- mondo, il e e operetta, a come dere ca- senza la per umanità sua speciosità. Ma questo, si non ed altri. Come ha non vita unicamente Prospera pur in una felicità torbida colui la e perfettamente felice ha versi. scrivono gli alberi non Considerate, per un momento, stare Acqui- l' implicita,del- colui vita senza dere significa chiu- ch'è non struosa mo- E, novo. morale; cosi taciturna sua frattanto. il Canto propria sia coscienza, angoscia degli ancora sapeva per o colpiva lo capirebbe della coscienza non miseria, della malattia,della morte, della colpisse innocente zione narra- grottesco. D'altro una di impossibile è » via ov- anziché d'amor famosa nella ed sé medesimo s'addorme») Cina anno acquistare materia come e maturità liberi esser ripiegarsisu vivi della paradiso nel di (1879) la vieta per sfogarsi. Considerare somiglianza lo La Verga. partita di piacere («oppresso se Vere prosatore ritarda, abitualmente, di qualche sulla un tiva narra- questo Carducci lirico. In verso il Libro prosa il Primo che sole». parte, rispetto alla quel suo nel in tando susci- vivo, tettoia anche, sono, d'Annunzio, luccichio un rondini Vergine (1883) di era con 31 eh' è vita fettament per- tuale. spiri- vegetativa. il Canto novo, E quale spirito Lo 32 dalla La 1883. nel apparve del struttura la natura le poesie abbondano di dei violenza Godete, Fuori, è fame, notte a un novelle !a fangose, le me e' è non l'anello Terra fremito midi di della Il critico medesimo maturità e' è la a buio, si muore, dove di congiunzione i migliore di in sono, poetica della sono un fra il Canto di prosa cane; Novo trillanti di Terra nel Vergine, i Canto cioli tru- Novo. primissimo periodo che, raccogliendo nella Pescara e primavere turgide,u- elaborata questo Annunzio, di carezza, ! Io pezzi sfavillanti cane; una bacio un salire... un sono neanche rusticani bianco; pensa: anche le Novelle '1 a reclina gola né materia d' là angiporti, propagasi. indi Rossaccio amore, baci letti. sozzi stamberghe sordo Vergine, come in caldi ne' è freddo, il sangue non cene, ben dov' anelante; il bastardo per le a' testa; si fa bianco grossa dove uccelli sulle sciagure si geme e entro Io la ficiale arti- tenerezza versi, dove in ascolta si sente sono ritmi more, gl'impeti d'a- e di ove balli i soffitte,ne le dov' Toto strade le ne ne là godetevi felici; sognate o e verbale, ai accanto gaudiosa miste confermata è derelitti: — Queste analisi nostra libro, nel quale, veloci, celebranti e dannunziana. l'arte e (1902), ripudiò fu il sua tutta Terra Vergine e (1896), che presso espulse tutto ingenua celebrazione Ma quello che ne di ne più stupende cose Come definitiva ciò ritmi barbari e nostalgica, e, quando v' ! D'Annunzio cartaceo delle gite si sente le durezze bastano non lo la contatto Le stesso. cascatene la le tra tutto prunaie da i torrenti dolci la e foga ed dei giù rosse le nari ma la con strofe fanno tura, na- tano precipi- percosse , acerbe, al canzoni, con mare, non lombi e suscitano l' dal- stupendi la china per feline '1 sole, bella eglicontempla egli parla nervi nel gur- selva, la spiaggia, la alta, schiusa violata diaframma scintillanti. frenante bella traverso at- e dall'acqua,musiche Il mare, malinconia guardava , urto alla natura tuffa risolutamente in nunzio. d'An- scalpitanti; illacerabile ma fra le ducciano spirito car- libresca giunto, era egli arrestano non e fretta avessero fragorose come nel mare le difficoltà verbali, dell'essere; d' espressione, le incongruenze stilistiche, raffrenare l'impeto lirico,come i ciottoli a gorgoglianti di confluire libera oggi giungeva tuttavia si natura Novo Gabriele strofe dalle che ed, appena cose, anche esulato è e sottilissimo un fosse non perituredi meno sublime una Canto del rimane quello spiritocarducciano, d' Vergini; gioia. rapidamente dai gravato che rimase e il libro delle tutto 1' edizione licenziando e, 33 gioconda. L'ora a 1' odor stornellatrice lo stesso all' Oceano gli basta audace, de la selva, : desiderio,e, che chiamarlo: do quan- gli tempra « O Mare ! 3 spirito Lo 34 . sillabe nostre; lo invoca O Mare lo strepitoso trisillabo ditirambico latta! ! le dannunziana l'arte e con » Thàlatta! T Oceano grandi e, l'alcaica » fiori violenti, abitare le navigare natura si alberi s' animano le e in i i e tronchi dei L' unità vetrici animali coda, alla prese rosse che rono, intui- antichi gli fra i tronchi, i fiumi, le fonti,le stelle, dall' neh' una dolce, che e musicale tremito che tale fraternità spirito terribile immenso najadi cose, agevolmente questo grandi eretti sulla boa gli e 1' acqua. delle sentirono passavano di occhi lini, sa- sì che respiro, suo di della forme Le ad attoniti sono sopra panica quando gli del cinerei sono pendule chioma, palazzi improvvisi abbracciamenti, somigliano pioppi in bisce. come nell'ardore fogliecadute carpe, alighe mescono occulte divinità nel- famiglia strana una Thà- « Vede rimbalza. ne vivere infecondo Greci: dei con le tutte uomini dèi e forma, altra in accomuna un ed viventi cose , era la dei miti, rivisse mito sé. mica E narra carezzevole, virtù una come un fino Allor gemme lette nei e Ed i ecco cespuglio, i dal nel sole proruppe fuor dalle subita cuore sale 1' aure stringere co- e sua la me, coa- sona per- capelli vigoreggiano si fanno rosee a tutta nervi alla cima: a il sonno, per Il libri;egli il fiato della serpere e fanciullo. s'industria non lo tenesse sentisse ecco metamorfosi poeta un favole le mani ignota. fibrille,ed sangue di come sentendo non pur politi le versi in di nell' anima più mitologia. Egli è non narra delle significazioneprofonda la radici, il linfa miglia ver- L'ora V infanzia e da gentil le lucide le che rendevano ardendo V di in il canto il sagliente, Ah, la tutta ne! chi celebrava T gioia, concedeva, senza Musa la ed essa, vendola, be- ebrietà : nel voce. prodigio del duplice attingevano... mondo mio fiorire franca ! puerile tanta con la rica ca- calici tua gioia così con ombra come sommo invocava la gioia, I miei de sua favola, cielo cantare, tuo la poeta; divina il fiore, e aroma. del s'empivano, rugiada, e spandeva una d'oro. purpurei E fuoco una in come incoronata una odore sull'amica cantava Cantavi : porpora miracoloso profumi d' di di piene albero i fiori oltremirabili ampie urne 35 rame; foglie, fiori, corolle E una de le rame foglie, come A gioconda. la riconoscenza, gioia — sussulti la libera e senza esultanza gioia donatrice ! lussurie e la (« la ») come , contadina. L'amore di Lalla rimase nell'opera di Gabriele il più schietto d'Annunzio. e giocondo, si Lo 36 spirito La 4. Piacere (1889) Romane (1892) la si vena sua traggono immaginaria sua simbolo e della germe e della gioia più una mondo egli e 0 Era pace raggiunta. di nulla, sospirava mi chiama un dolce nuova P incanto si sentiva nuoto posava Pur ad dei egli dalle alla madre nel desio fluire occhi pel corse sulle Lalla natura nel col senso fra il desiderio Canto di di e e avendo maricarsi ram- a Novo: battaglie ignoto cielo sereni anelito identità non egli intenso genti ignote, lungi, la di includere di felice, non morfosi meta- agli antipodi amore con ma cosa sfinite le membra dal contatto lare singo- le infrenabile Dell' della agile veliero, un un era la madre, a mare no, orazia- alle delizie d'Annunzio esultante era felicità sembra la in votis erat yachts. Il carattere vasta. primo virgineo che epicu- futuri questo Egli tranquilla euritmia aggiungere classica, Lalla, a piacere miti, collocava i (1902). fermato coscienza villetta sul dei Pescara rapidamente. P hoc di Trionfo del dalla e // — // — Elegie — gioia, quello che, malgrado sua letteratura verso esaurita imitava dimenticava (1893) si fosse sarebbe raica; e, quando (1890) della Novelle durevole una non Le quelli,che di era non Paradisiaco — (1886) Pantaleone la Chimera e d' Annunzio Gabriele Se Poema — San — L'Isotteo (1894) Morte della — sensuale. crisi (1884) di rime Intermezzo dannunziana. l'arte e ! materni, sangue, una do, quan- folli,dai galoppi, ginocchia il capo 38 spirito Lo di complicate quelle voluttà poeta e di morali virtù d'Annunzio, e Manzoni né civili e La che È madre è quella Ed Giova, di suo dell' uomo che sta dubbie piangere il tempo, Tutto ciò è A destino. del morali di virtù massima ogni sopra libero umane, di feconda lieta ad fatale opra ad una di vane ? una. preciso , cosa. profonda oscurar Terra mia figlia. chiaro e velleità. parte, l' Intermezzo anni nettamente di Rime dopo), nel 1890 che biamo dob- coerente , poetica. (V edizione scevro ; L'opera ispirazione è, perciò, questa dieci quanto, rosa è la ed ed semplice infingimentie a vizii vermiglia. 1' anima le vertudi perdere immortale sorti la dea questa V ne le in tutto insegnamenti sangue amico, o melancolie uscì È meditare amo di quellidei decalogo a suggeriscono Il votis: discorriamo primi aforismi i le l' indiscutibile illacrimato un gio villag- : palpita la in erat ebbe somigliano è santa. carne Hoc non ad più incompiuti, ma sprofondatisi plebi non , nella noi risalgono tempo sociali di — le rimasero ventenne poetica, giacché — questo d' che più poco voluttà un offrirgli potesse ignote. compiere per conoscere per che rimasero non abbandonando di e Gli studii abruzzese. virtù biondo, quanto universitarii studii gli dannunziana . giovine poeta un per l'arte e Nel definitiva VIsotteo e la e, 1884 parve ap- Chi- La isi cr sensuale 39 . mera, preparate già fin dal dauro ed altre legie Romane. delle La (1886), finché Piacere (1889). svanite le tracce un' con è Dogali; di San culmina in in la oltre Poiché d'Annunzio per gioia fisica,così corporale. non E flaccido, della si che carne veleni piaga del della vive scolaresca purulenta dissangua convalescenza pulsanti della in un in tra lui Vergini e nella del a gioia che dolore che la lo spasimo con Pescara. dita inau- La templazione con- moncherino del contemplazione macerata diccio umi- tepore le esalazioni la sensazione irrefrenabile vittime ancora si affloscia e le umanitaria. altra la , di uomini sadistica descritto trovate Novelle le per vernice altro travedut in- no zioni preoccupa- esitava esiste esiste or velleità libidine atroce non si del Piacere tifo, e poi ripalpitanel medicinali, esaspera parve riconosciute ferita cancrenosa, della che delle novelle Vergine questo nelle perfezione dai disprezzo Terra prorompere Novo. alle poi furono che Canto liberamente Sono quelle tona mono- degli altri estranea definitiva,queir altrui,che della società insolente Pantaleone, raccolta La col e imprecisa spirito dannunziano. parole d' di male ed oscura dal Libro romanzo sofferenze, or assolutamente dello famose di altruistica. divenuta del individuo un E- delle Pantaleone quel dramma, fra mondo un commozione San di nell'apparenza di impegnarsi ed gioioso progredì la ripetizione del è non Gutta- il fascicolo alle novelle multiforme fondo dapprima 1892 raggiunse l'ampiezza Quest' opera Sono Isaotta con narrativa prosa Vergini (1884) nel nel poesie, 1886 turgore acide dei delle arterie di sanità. 40 Lo Non mai cioè e spirito il verismo inferiore fu strettamente s' accoppiano è intuito al furono molto Di Maupassant. curiosità poeta rimase come il del Stecchetti, con ai suoi e Verlaine, con facoltà secondaria si può con al tumulto d'altre con Dostoiewski chiusi i rie pirate- quali che in sé pagano ap- Quasi nulla. e fluenze d'in- dicemmo, a Terra di Novo, Carducci, Maupassant, con volta tal- furto, ripetere dei suoi dell' invenzione spiritiegoistici,che, sordi rapporti Verga, Flaubert con Canto Vere, del e rimase d' imitazioni quel e in o concludono libero del motivi d' Annunzio e monia ar- è raggiunto pagine, accuratissimi, non così Primo intere queste d'Annunzio, intorno Vergine, e 1' fisico è il martirio prestito il rompe. cor- protagonista e in compilati elenchi proposito e Di si dia, nella Ma- raccapricciante. I preso, molte che come dove maligno, era stranieri. debitore nessun tutto nella capolavoro narrazioni, talvolte delle autori Il mare, crudeltà una quasi di ma sche- pietà scompagina feroce. tumore un con le tracce di concezione Cerusico nel racconto folata Lo trova cadavere un sfiorato,laddove, è mendace della si monca il fratello del morto e d' verità una dannunziana presenza veristico, dell'essere. la vedova dove in di complesso novella Il laido una cosi esattissima dal isolata Veglia funebre, La dannunziana. rappresentazione tipico della da l'arte e con porti rap- laire Baude- con Wilde. e con è negata agli gono riman- medesimi , del mondo esteriore e non , l' interessante. discernono motivi, essi Quindi j verismo hanno Gabriele Per dei bisogno d' Annunzio italiano, più tardi nel nutrirsi di spunti e di libri. fruga dapprima decadentismo nel france- La nel dopo se, P opera tragedia greca. come goccia una Le rovente. falsificazioni che evitando lock caduta il disturbo Holmes. Tali, Dice:— Ne 1' Torna s' è al in dire era d' le il il ricordo dramma cioè un per Gabriele ventevoli spa- personaggio (in che benigna gloriosa, della incuranza e nale. car- omicidii, quel che fatuità una rimorsi racconta naturale una d' altro spennacchia novelle ed semicomico Benigna senza sensibilità autore, quando suo e to, all'avvenimen- ed elementare mutilazioni compreso perché che e : nemmeno personaggio una e dell'avvenimento». fanciullo dugentesche vano. Perché ritorna). «Per non Sher- giovinezza dell' dell' animo Con è di scuola , conflitti Turlendana rie, lettera- dolcezza. rimasto. morale dice evidenti pavoneggiano, le della Pescara è disciolto P autore imitato fuori si lama Blanzesmano. Novelle Si può di fior ha esercitazioni della egli svapora una dell' Isotteo mondo ogni amore Maupassant P interesse al sopra esempio, colascionate in nelle critici per Tutto Isaotta Ma ai eh' il resto anzi glese in- utilizzata, per venute son ne lirica ciò d' Annunzio che dissimulano, quattrocentesche di d' acqua quasi dozzinali e si non Viene carcassa: volte rare nella tutto vecchia spirito imitatore, con Ma al contatto. la nuova, 41 infine russo, s'incenerisce tocca sensuale. romanzo nella e crisi il cardellino d' Annunzio dura Ver- singolarità anche tormenti, curanza in- in d'Annunzio, come nel vivo. chiude le 42 spirito Lo del porte l'arte e . spinto alla simpatia, ed suo fittizii— puerili.Il nella felice lo è quella alla serenità strappò delle Sonvi dicea — gioia la folle Dice più gran tu far Veder mucchi d' ? Comporre torcendo serio di a m' divinamente tredicesima felicità del vuoi odi) di ? captive Vuoi ? prede Ergere tempio? un Vuoi inno? ? pugnare Altre, altre immortale un tu sangue marmo? Sperellinon l' invito non ? di greggi ? oro un (m'odi, divinamente prendeva pugnare, a captive femmine; dire, — ? amare Andrea fiumi schiavi vivere giovine, cuor Sperelli la Chimera: ? femmine la Chimera. mento lo tuffò nel fer- il Vuoi Uccidere mo, chiamere- frutti, altri ignorati beni. dolci Andrea ad si e piaceri, che di e Chimera mio sonvi poeta, chiuso con- Roma. di orgie quanto Sperellie avidità della ponimenti com- inspirò nell'amante che un' insaziabile Lalla di del chiavano, vivac- suoi interiori,che personaggi Chimera La tutto ora dannunziani, Andrea nomi con è individua personalità fra due che — scolastica, nei dramma i personaggi elimina umanità patria, plebe, reminiscenza per combatte dannunziana soltanto fatica Canto uccidere, prendeva ma E amare. ad Novo a sul divinamente descrivere, di troppo ancora Ercole. tornò ma serio greggi V invito voleva amare realizzare anche Dapprima a veder , sul quando risplendere sulla la la sua La vita crisi di Maggio, si lasciò poco Roma florida amori nello cacce alla Perfino barocca, Venere lenocinlo la lieve gioia dei Edoardo Gabriele lo festa. L'anno e d' altrimenti di cravatta anche raso abruzzesemente pranzava bruzzesi in lindo così e di casa Ma della una per durre in- potuto giacchetta scura mentica anzi, di- spesso , quella sera che a- così della preoccupato si di Ciccillo Michetti, vedendolo brutto » sciotte Chi- compagnia dezza lin- ». poeta Chimera non brutto pare , Quelle venticinque anni. e profumato una ; come uomo dopo Intermezzo : con parve come nemmeno bianco studiosamente mi sua, una mai la prima volta avevamo d' la cravatta. fana dia- una di Don Libro e lo che piettante scop- dimenticherò non mai il suo foresta,ma da come azzimato non il fiorito sentiva della ferì vedendo mi e innanzi vestirsi una Forse che stupore gio Mag- al favellio Scarfoglio nel addobbato a che col vento Io di più l'allegrezza era vaporante e quella. tradiscono Non porcellana preziosa. « « Peccato cerebrale, consona salotti i suoi e più era non dolce d'acqua ali' unisono ebrietà della amanti sue giovinetto centauro, battere racconta le a ville, delle fontane, delle del bel mondo. del mattutina una Ma dolce),poi immaginazioni del spiritosie sottili, titoli, i cuore delie scenario della e dalle collocò e d' Abruzzo ricordi a" acqua Venere penetrare volpe. 43 si rituffò nei cittadina,egli (il Peccato sensua'i. cosette azzimate e l' del- linde e , preoccupate per e conchiuse Saranno della la lindezza festa, nel piccole sono cerchio loro, addobbate della l'espressione dello loro snobismo cose, breve di e ma fumate prosicure perfezione. un parvenu 44 L spirito g di dell'eleganza e perché il contenuto di « gì'idillii il vigore è un delle sorridente cerebrale, che imprimono Sono vita una superficialee distratto,ma queste inquietudini e le vanti snelle più curve la chiari e tiepidi, io Ella ancora ne' ride ai Su la I nudi È a' senton giungere ! schietto. getto. rametto; il diletto marzolini. inurbata, incipriata affiochita natura una , natura in soavissima nninore tono che Cappuccini già qualche meriggi leggiadre letto suo metton de' delineare '1 Bernini de olmi per siero pen- internazionale: 1' aspetto 1 suo il candido leva trovano un mattini ciel, zaffiro Il Tritone ed Barberini piazza il della matutini. sogni s' apre cio brac- esasperazione vanesia decadentismo volte, in su' Quante «in pervase le appiccature più chincaglieriadel che sono aggrovigliare questi sofismi per e questi giovinezza della sofistica inquietudine e il poema era forte », e s'uccide». femmine Canto^Novo, Quello altro. d'una i sonettini espressione ma l'ala del e barbara giovinezza e dannunziana. provinciale, un Manca inarrivabile. una l'arte e e ; una debolissima. , Per ritrovare d' Annunzio un veemente e robusto , bisogna trascurare per ascoltarlo che durò circa neh' dieci i fugaci ora ritorni triste . una dell' ora gioconda, lunghissima anni, dall' Intermezzo di ora Rime Lo 46 il spirito quale interrotto brev' per , dannunziana. l'arte e dilettantismo tranquillo episodio di nell' Isotteo Chimera, nella e pubblicata da Chisciotte: « dall'amore bella mi danno di occuparmi irosa dei stampate l' ha del Era la nervi sue più m'impedisce l' irrequietezza che meglio nelle nelle tere let- pubbliche opere e desio del fu Quella da amerò. coglierò conoscerò di scuoterla tutti Su tutto tutto gelo velo circonda! nudità bisognosa a nel nessun e perciò desiderosa valessero immonda, carne stanca.... carne anzi che la si spegne, l'inerte la de fiamma disgusto non io detto atroce d'amor quella Ma ». ho dalla : quando che mali bolito indee Non il fastidio nei mette di volta; gli occhi una , Tristezza Ma d' gioconda mi e piccoli private orizzontale. e pieno possesso intellettuali. Sono fastidio,e spesso in di Don Libro piaceri dell'amore vita sanità nel ora e dai della consuetudine quella sento e siaco. paradi- d'Annunzio, Scarfoglio nel fisiche forze comprendere posteriore all' Intermezzo poco mi non narrato il Poema e il medesimo Edoardo Non le mie tutte di lettera sua una confessata ma mondano dovrebbe l'Intermezzo, le Elegie Romane L' ha dall' ilare ora di abolirsi nuove e dal posseduta le sue il desio 1' amor più suo terreno, del vaste mondo; tualità, spiri- lussurie letargo. Amerà : membra nella impure La occhi negli Giacché se nembi udrò battere isi r suoi inseguirò; arido e di il sotto il suo i sensi ns le uà cose suo oscure seno profondo;... cuor esausti sono sorte qualche un nuovo invocare bisogna , dalla 47 . senso : Estati, autunni, inverni, primavere, vicende o che costanti, stanchezza 0 Chi Invocava come '1 capo su potrà darmi e della io posso che poi questa bocca Ma che dall'assurdo ideale privo di della sua devono Devi assaporare Nulla bacio senso ! ? i cose anch' di esso curiosità : pia fontana, m' addolora t' anelava. molto come tu, uomo, immite pungolo la tua a d'un la putredine i nuovo sonnolenza desiderio tutto, le pure ed un contenuto devono, penso! avere mite come crudele un vi l' Ideale, considerato talvolta non d' qualche un ignominia Bere s'io il ciel diversivo un assale indicibile stanchezza sempre neh' m' infinite, ore senso nuovo e ripiomba nel carne d'un mento fer- ! corpi, dell' anima foglie, le come come sfarsi, marcire; sogni sciogliersi in putredine. sempre, torpido dal fato è immune. tutto, morendo, di ciò la Nel devesi che ti diede l'ebrezza nausea. corpo e nell'anima, tutto, corrompere. 48 Lo La spirito dannunziana . Il fastidio stanca. era carne l'arte e l'incapacità di superarlo e gli saliva alla 1' astinenza con gola, lo strangolava : torbido, invincibile, viscere mi sorgeva di ogni pietà Confessioni Piacere nel Andrea di nel e collezione dalle e per le e Morte, bruzzese dei motivi per il erano e lirici, crudele i lascivi che si riflette Meritano Ma un alcune la focherello lirica acuminate fiamma le Novelle a- lenta vio- della Pescara. dovute loro a uno analisi è precedeva pagine stagnanti. ma seche estrin- trascinare complessiva centrale le stupende possono pertinacemente spenta. Andrea paesaggio lirica che molte pagine descrittive,che ed il Poema e , impalliditanelle approvazione Trionfo nella luce accessorie della ammirazione un' dal tiene, con- mezzo dell'Inter- dell' Isotteo; il insanguinò già volontario alla strofe Il Piacere paterna immersa casa todica me- distinguevano tormenti toni non nunzio, d'An- una sostituito periodo parecchi produzioni sfruttamento pera, si ad quali non se filo narrativo. rialzati di dalla e ad i , Gabriele di iosa a attribuite rispecchia piuttosto le Elegie Sono che oggettivazioni non trovano Aurispa grazietteceramiche Morte e Giorgio commisti, paradisiaco, e della sottilissimo un insieme della Trionfo a solo liriche cuore. si i romanzi come saziato genere evidenti che lei nel odio; moriva quale so questo Sperelli e erano non lei, dall' ime di contro di per il lettore tutta psicologia V suale. sen- fiacca, somigliando covato Sperellioscilla tra tra la brace la salute o- a della e la ^ CÙL *L U"A"D "\#tylkfyJLo Ji|/ CObc ÌHM0UÌ #/%\ff ut uàMjfdii oMblvùm ì^UcptAo M^d^d Dalle "Odi Navali» ntf\_»n v^ La stanchezza, ed la tra isi cr sensuale libidine lussuria,assunta, nuova superiore. Il episodica stesso tra la lussuria più finisce romanzo disfatto Caligola sulla le donne vorrebbe phila); altro più triste, e di suicidio di radisiaco paaltro di combinato che Vorrebbe prima baciare donna una tutte le affrancarsi forzoso, il d'Annunzio, sola V uccidere con uccidere mezzo gonista. prota- scampo, un di bocca poi, donna, una altre dello disfatto sensi. Giacché Giovanni. don e molte giunge Giorgio Aurispa, è nell'amore romanziere, e catastrofe una senza specie una dei suoi Ippolita,tiranna è alla morte anche, in di qualità come nella vita del già più fiacchezza Ed morte. è una triste è il poeta del Poema più e sua trascinandovi lirico con succedere potranno La /che nella perché, sa alla quale insignificante, e genere come si non Giorgio Aurispa tutte la nausea, e impotente velleità di purificarlaattraverso una fra 49 . in zione immagina- donne, dalla (Pam- non scendo cono- schiavitù del sesso. Tutto ciò che sembra ottenuto servirono sue liriche. Dice Lussuria « del altro « in Un sono te un mondo. » disgusto gagliardo quasi selvaggio gli si essere, s' giacerebbe ascolterebbe egli con che la donna sul nell' insonnio della il delle sovrana Chimera, l'invitta... Sono della mia Dice come una anche medesimo più pelle può Giorgio di levavano pensava la era nome sempre manzi ro- degli appunti, «Ella il vero dei la costruzione per Ippolita: nome, intima stesura pensiero...L'odore tuo dissolvere odio un di ripeteva: Io che forte », la con d'Annunzio al che all' anima appartiene spa: Auri- nausea dalle radici per quella e un l' delnotte guanciale respiro della dormiente e e spirito Lo 50 di dunque, Poema Piacere Trionfo Piacere, Chimera, contraddicendo policromi, Piacere del scritto in anche e parte delle Elegie Romane Poema il 1890, quella fervida rivelano nella voluttà Perciò il d' Annunzio è stanca dalle ora profonde improvvisa; e di rimaneva 1894, innanzi liriche gran raccolte di queir epoca 1' amarezza, ad fiacchezza. come i annotava Talvolta, si una languida Lo preraffaelliti. « nelle ancora una propria Piacere: là ma più che vergogna, della i Non regresso. triste dimostra di nel nel linconico ma- rapido solitudine, egli viscere più un idolatrava descritto tragedia, quali, invece, paragonate contemplazione e di Le schiavitù, maschia; poeti decadenti, d' animo le tutte e dell' Animai nella fibra, pur cettosità con- di smalti tono un stero au- concepito integralmente e concentrazione acri confessioni frivola ancora qualche tempo Paradisiaco. all' Intermezzo, venava sciolta in parte fra il 1889 nel La più più un per il romanzo una per Trionfo, pubblicato Il massima solo non alle intenzioni s' è solenne. e fu che Elegie , tivi: capitoli narra- carnale. della miseria della quest'unico Progredisce della Morte. Trionfo, al i due e complessità sinfonica, ma sentimento in la sostanza, per Paradisiaco, e dal trama delle perpetue capitoli lirici: Intermezzo i tre ideale, ricca si estenuerebbe giorno, fra le torture tristezza » Coincidono Romane, al rebbe rimar- e bestiale della nuovo ozio consueto alternative. libro di data accal- carne al desiderio nuovo il peso s' affaccerebbe pei nel la di sotto nuovo della il contatto e soccomberebbe e e 1' odore sentirebbe dannunziana. l'arte e sentiva una in stato che qualsalire nausea assaporarla, torpida- Lo 52 spirito do; 1' oziosa la interrogazione offrono Il di continuità. viscido resta ripetendo trova pensiero poetico opalescenti. Protoplasma Un poesia. loquace, marasmo grammaticale s'è sciolto. Un numerandoli, i e s' i versi la prevista. Dov' plaudite, come su mia Auscultando fronte il temperamento Giovanni di e li involge d' una liformi, fi- lungo tempo Plaudite dite plau- line., circo, piante, col- corona è cogliere La che sfiorita. le Laudi. Novo E l'estremo anelito Musa di un morale. crisi artistico il Canto di questa si spenga. Episcopo (1892) Il temperamento sgorgò la tua già quasi poetico 5. prorompere al « palpito sfuggevole invertebrata, pare cui gridava: popolo giovinezza, ahimè, la raccoglie, tentacoli da e nesso ! »? mare 0 stanca che un il rosata assottigliano come colui è tuna impor- pure bambagia s' accascia rima un' ebetudine inetto crezioni se- anziché petto consunto, nella accuratamente strofe, ove alcune poetico cervello sospiri d'un venza par- procede, non fraseologici,dove rosarii biascicano desima me- miserevole una rattrappito, sbavando e sé tornello sfilaccicata,il ri- risposta; l'immagine sua piagnucoloso ma dannunziana. l'arte e — L'Innocente moribondo e quello perciò, da udendo (1892). era quello cui dovevano la storia da di La e isi r mo ale r 53 . me questa pericolosa avventura, si trattiene il respiro co- alla narrazione Giunto cara. più del alla maturità tardi, Gabriele strofe soffrire che rabbrividisce nelle gelo acuta. carezza aperte pupille il ferreo sguardo labbra nel fiso del Fato. viso mio ridere non potevan più non potevan più piangere, e gli occhi o Amore ! pruina, rugiada tremante, la né la né alcuna Sai bianca la non scaturiggine chiara, un' gelida V Intermezzo che freddo Montecorno e ? vorrei mi che lunghe passeggiate aria salutare. Oh, ! male. quella lettera privata,scritta di eco cosa il mio guarire poteva da di che dopo sperato di- e schiena più Sembra lungo suo congiunta sguardo non o è uno le alcune in rievocò, il anni dieci colpa nella alla Ahimè, gran alla vertebra funebre del fui alla E genio, suo commozione, vertebra la Vidi del persona una : Congiunto come da corso d'Annunzio d'impetuosa « rischio e se che Vorrei già in qui della alle mo: parte riportamgran neve all'esercizio sforzasse e larghe respirazioni venisse la neve Verrà; la invocherò bito su- dalla con e alle l' del- Majella tanta pas- spirito Lo 54 sione di della a Come in venire pianto più ombra Come del mia sola immobilità, a tentativo dolore grandezza. ad fino un' ombra nel desiderio uscire guarire del consistette perché giungesse mondo. nel robustezza la nativa il sforzare agli occhi, uscire dalla questa nel altri cercar spurie del Canto esperienza. Novo, Non Gabriele genere del tempo, umanitaria ed Italia,per stoi e aveva di potendo novato rin- dualità indiviumano. le poesie era dal chiederla suo sensuale ; e e nesta fu- in sé la liberazione, trovare doveva dissimile non pianto stare d'acqui- ingorda sua evangelica. Comincia il tramite degli Prima egli quando il Il risorge,rinvigoritadalla d' Annunzio di letteratura rare ricupe- a termini, nel egoisticae di simpatizzare col genere puerile e fugace velleità,che deturpava La nebrosa te- temperamento? nello in da male, suo suo mondo; di giunge. non corpo il d' Annunzio fece primo profondo il mio giacente la lunge, agli occhi L' immobilità era di dal che avea non pensieri, miei sentii Supino neve sepolto marmo, dei orrore sorgere il nero sentii io la bastò non guarirlo. Majella nell' Ma verrà. che amante, dannunziana. l'arte e a la letteratura decadente, a un era penetrare francese, l'opera di Leone in Tol- altri russi. partireper già il servizio scritto gran militare (1889-1890) parte delle Elegie Romane la del e Trionfo della Una si trova nelle terzine ne 1' Anima disperata che poesia raccolga così era Sperelli,ammalato lascia nelP il corpo, attratto anima e la verso società la grande moderna, Arte del mondo. salvezza dalle mondane gennaio Serao del cose Per morire più incontrato suo », delle sioni pas- e lui dichiarava « (1892), da —d'Annunzio Scelse un sua sé Matilde a di gli protagonista e le e alcuna. medesimo romana; per uomini » per — s'appigliò vita novarsi rin- « il metodo che trasposizione uscire nel scritto la necessità studiare dalla almeno parve il l'astinenza e lettera dedicatoria senza nella Tornato rinfrancato diversi Cosi nello male eroici. da e l' avesse in crisi affermava costringersi ad il la intravveduto. Episcopo Nella 1891. direttamente, guarire medii Giovanni consiste rinnovarsi verso e fenomeni uomini con leccornie. il poeta o tiforme, mul- multipla e , militare, parve al si sente e questi anacoreti trascinante dunque era contatto prefazione di gli gli affatica miseria, la Vita verso che amarezze » schiavitù continuo rimento dall'esau- onde la e rispecchiatricedei Il programma dalla dalle Andrea « estetico... vanità vibrante, sonante, grande nelle note: e ad mondo. dalle stanchezze intende ne del egoismo Piacere dedicate ? sola e ogni dolor vive profondo cor commentata di del stesso '1 tuo voci Piacere: del Sperelli, piange al fine 55 fra le ultime Sperelli,protagonista Fa della morale. della Morte. coscienza sua Andrea La crisi ai ri- realmente lo scelse 56 Lo spirito di tal natura, così affogato vino dracca, nel da miserevole nella spoglie. Per evitare colmo Poneva così (ed anche Ancora non sicuro di rosicchiare nel la introdurre a sua Ma di e raffermare alla maniera la il slabbrare a il suo riodo, pe- che nevroti- Episcopo si geva accor- di confondersi e ripeterlo, di bisogno di persuasione sua ticò s'affa- contraddizioni , quasi per stile drammatico. vaneggiare, sentiva sventure. sue medesimo, sé Giovanni spesso contraddirsi prosa, vanni Gio- che curò di mentite sotto sé le futuro singultie racconto. troppo da fuggire pericolo cente, Hermil, dell' Inno- Tullio cftlsuo le basi il precauzione, bal- moglie stesso se vile,quasi e sua certezza con più tardi)narrasse poco di di ributtante della lirica,narrando Episcopo a e nell' onta e poter ricadere dannunziana. l'arte e non lare par- di Andrea conto Sperelli.In realtà, il racme tranquillo cologico e corre fila lucidamente l'olio,malgrado questi procurati ingorghi, i quali somigliano agli sassolini che idrografici originati spasmodica dai , i fanciulli dell' orto. e accidenti collocano Il tentativo in della al mezzo convulsiva prosa fu presto abbandonato, e gnolo riga- riapparve non nell' Innocente. Giovanni tiens, e la untuose: « Conoscete poveraccio di il cielo. cielo?». è Gesù, Ma di convinto tenerezza e Gesù, la è verità lardellata la fame ? di chiudere bontà. non è » abbiamo che « mai E tenerezza in « fondo Abbiamo meritato Giovanni pa- apostrofi di Avete tristezza, di di Christus di fame?... morto mezzo al paragonato voi il cuore, strutto tesori è confessione sua uomo un s' è Episcopo dato guarvi non ? Il » a sé meritato il tuo Episcopo ha crisi La Ginevra sposato gnominia affinità Tanto bruto alla Novelle sensualità F ultimo che sensazione circondato era di volto alla sua glie, mo- è dal mondo al tumore, così: Mi « E esterno. visuale qui, intero tutto piaga, parla può d' un'atmosfera come soltanto non Cristo. un d'Annunzio Pescara, Episcopo m' isolasse non amante di della sofferenza: d'essere ciullo fan- Cristo, che, quando della alla ferita. Giovanni tista Bat- il suo amato bruto, un F i- tollerato F ubbriacone ha L' interesse pugnala. nelle come è ha amato poco alla schiena pugnalare lo Egli tanto e ha elettiva,come istinto. per 57 lussuria, che per viltà,che per per morale. reva pa- colare parti- questa mia cutanea. ma » , Solo che, Episcopo un volontario stesso parlare escogitato diretto fondo con tutti triste atti». delle e sola che è Ella lirismo un il umana può che divorare nel si che pietà! Che delle frutto in L'uomo che nelle bran- perduto è cosa ginocchia torcono, bisogno un si vede e salvarsi... che dezza lai- una mangiava si dibatte che tremano, labbra è eh' ella metteva signore, si sente spasima sensazione? Questo «Ah, non mani stato nel sedicente umane provocante vizio, l'uomo vuole, a inevitabile preoccupazioni i suoi vizio ch'era persona, , sensualità dal trascinando e dell' esistenza Il fondo « le vacillano, delle essere prima s'insinua quella del non in sificata fal- sensuale crudeltà impietosimento, (cioè la sensualità).« divorato e : di tutte » la Giovanni il novelle, altri fini, il d' Annunzio per autobiografico, che studio delle brutto, essendo è da quello differenza a di tutto implacabile d' più che un una » d' Annunzio non , Giovanni Episcopo, 58 Lo che spirito di parla sé della b' altro, vorrebbe un dolorare Giovanni libidine. che avere e propria sostanza umana, e la Innocente, Episcopo metodo contiene Serao rispa, fu cui di esagerata al di che bruno» «piccolo quella viltà Tullio il nome sulla tutte bruno segno per Hermil il Giovanni dopo tera nella let- e » cui, che giunge ed afflitta un per due hanno dei due udita scoppia dell' amante, glia somi, piccolo in dirotto sfoga e la gno se- E collo. il la viltà; protagonisti è rio, dell'adulte- la narrazione moglie colpevole Episcopo, « sul Au- ticidio, all'infan- signora certo Her- all'assassinio Giovanni a ne un' autobiografia immaginaria anche del Episcopo, Giorgio giunge Ginevra meretrice alla me co- perfezionamento dell' autore, Giuliana, la nobile come dito vita sua Somiglia suicidio. della uomo nessun il Giovanni scritto quella come viato, tra- fraternità annunziato e il come nella chiude e nell'intimo implicita la negazione. Tullio Andrea Sperelli e di Giorgio invece fratello è mesi pochi 1891), (aprile-luglio con pre, sem- ogni per grande la via su mo uo- comprendere questa tore: au- in ciascun vedere sentire e deli' conto per ecco ? scritto Matilde a stezza, tri- sua Ed genere. fraterna di voce considerare non vorreb- nella uman continua sconosciuto... uno e V ogni addolorato, per lo , misericordia una è che non almeno comprendere, e "ìz\Y Intermezzo d' Annunzio E... vedere, intendete?, la sofferenza, mil Ma tutto per Episcopo « V il d'Annunzio 1' ubbriachezza e pseudonimo essere dannunziana. medesimo, Trionfo; del e l'arte e pianto, sua proprio bestiale in confessa; quella viltà,per cui, invece quel di u- e, suria lusmento moscac- 60 voi di Lo spirito siete ricco, tutti della Siete ? sentii al la che autore difetta negli conversioni, sue uno il bontà, sulla sua 1' autore e di viluppo queste convenzionali inette per 1' Giuliana e le sue amore venivano per il di baciare tiepido. era ancora ma il lettuccio ma illuminata di sua » una coscienza ipocrisie, la Non è dano denu- e di zogne men- soltanto « Strane sentire il talamo suale, sen- fiorent ri- passione sua di sensualità impregnato guanciale,di scia, amba- di celarsi. Tullio gelosia è creature: sulle Concordi, lui. dall'involucro è Hermil crudele una con che e pietà, sua di meno sensuale soltanto come la che ignora non l' quella del- Tullio cui sperava in sarebbe, non in e — dannunziani. l'incorreggibilebassezza Hermil che — dità luci- nella indispensabile dubbio, districano, T altro e triste ! consiste protagonista senza sulla mozione com- 1' àme moins àme altri romanzi s' illude non 1' è, ver- semplice la a termini, indispensabile di rigor a meilleur une del intellettuale versicoli di me esangui: «Co- vale dell' Innocente bellezza quelle •" n' est faire de que e d'una e da e labbra sue mondo ! bontà Allez, rien stesso bontà una tolstoiani sulle nulla che della Ma Motti si alternano voi dissimili troppo Episcopo. lainiani d' ricolma è pietà intenzionali, non Giovanni di contento fatto avete » Tullio di anima Che intelligente. siete esistenza? vostra V voi doni questi dannunziana. l'arte e d' fino per- voglie se mi il solco un'amante, piccola figliuola.Una sterile, vigila gli avvolgimenti tor- La tuosi dei sentimenti trascurata dalle e libidine chiamare sorella. Tullio E « 1' innanzi sentito aveva commozione semplice impreveduto e dal rimorso il battito veemente che i battiti del suo seno Tullio velame di pietà si gli sforzi della forza dilegua. La è di riso sor- un passione : Più « mollezza del ebbi ; è Paradisiaco. vacua, del di pietà realtà, ebbe e non cuore pietà ammollimento disperde un impenetrabile un ammollii In lui, Il carne. in di vastità turavano ma« La il fine mento sentiche tempo » della confessione dialettica,agitata da Questo tempo fra le superi di perché un fa sì che disfatta è pathos viva, drammatica, commovente l' Innocente e collocato lenne. so- nel , Elegie Romane gran ed si nella con stanchezza che tremare cuore la nella della Poema una poche ». In questo stesso. se serabili mi- che suo sentii Giuliana...». di di fargli sentire d' Annunzio e Mi « le liriche del di tutti del allargano mollezza sensualità. di solamente s' cestuosa in- queste dalla per taciturno, avviluppato e ebbi la mano stoffa Hermil, che sentire lontano me, la in al lume convulsa io cuore che parole, simbolo. può suo di realtà compiaciuto era cuore malaticcio e traverso a Poche la gli prende dalle fantasticheria bontà, Giuliana ». triste di suo moglie poco medesimo il della a poco indugiava uomo la per sua s' s' chi sottigliezzeera ore a malata, che una amore nella una per 61 V emerge tenerezze sadica per morale. mendaci. conculcata e lacrime crisi lunga non in come il Poema bellezza fluttuante apatico e come Paradisiaco, l'una la la seconda. e l'altra prima né È l'unico colta, rac- zionario stacaso Lo 62 nel spirito quale libro un emerga di superba disfida: degli alla mil Ma, riconoscere i la particolariche V unico Morte, press' a di pagine di retorica 1' oggetto; e malattia sua rispa; tronfiezza di né Cantelmo e Stelio in Effrena dell' estetismo, riconosce della sua disfatta,e dell' Con esser l'Innocente vittoria sulla dissanguato sforzi è forza che si Trionfo d'Annunzio della un' ad dore splen- lo nel Hermil antologia velo un idolatra non Sperellie Giorgio eroica, posa ma, : pur An- Claudio come fra le sua tra il soggetto frappone squisitezze 1' abiezione compiange si dissimula la lugubre feriorit in- suo. la breve termina Il sua ed disperde esausto. vacua, e del crisi Ed «La è ha di il sentimento tempo che si tato ripor- mento tempera- un fine di morale temperamento suo coscienza. stanchezza una Tullio e non d' Annunzio. Gabriele si Andrea s' immortala e soltanto è non d'arte, perché non perché come consimili. resterà novelle È un' opera scelte. e che rentesi pa- semislave: e di Gabriele alcune ad viltà. propria sua Scordio quel ad e , tutti ammiriamo tutto poco, insieme prosa sociali è, malgrado romanzo Her- Tullio quale l' Innocente esso romanzo; della manierate, le e di giustizia dittoria perché contrad- legami riconoscere complesso, magnifico della La tribunale brutta è » La gemella. figure umanitarie, rusticane, suo dei la Nessun Hermil, Giovanni nel lirica del libro, nel a dannunziana, voglio. né tocca. giudicarmi riesce le Federico e, posso brutte, perché estrinseche e un Non mi di ogni modo, Sono produzione sostanza si sforza nell' opera sulla « non saprebbe terra dannunziana. di prosa, valore uomini l'arte e tutti gli della dilegua. » L'avvento La sofferenza acuta sé Poema Paradisìaco si conchiude compiace Anche vanità. con dio sta- uno si ove grottesca una ad rapidamente Paradisìaco), in medesima, 63 superuomo. passa (Poema cronico di del il proposito un di resipiscenza. le tue Dileguali Giovinezza; o poi che altro in odo Ma Navali Odi Le (\898) La — Poiché ardere non Come Città Morta La (1899) di di (1898) - // Gabriele — tino mat- un di tramonto un Gloria La — Fuoco possibile rinnoversi dunque (1895) Sogno — Sogno — più. superuomo. (1896) Gioconda riuscì ormai Allegoria dell'Autunno — (1897) — era vive credeva ci del Rocce primavera autunno (1899) delle bagliore. altro fraterni petti ausare. (1893) Vergini di fraterni L'avvento 6« dispare. vedo d'Annunzio nemmeno aurore, le rive vortice suono, occhi lagrime, ultime tacciono il tonante Odo Vedo brevi (1900). bisognava d'Annunzio rire. moa varsi sal- ? Nel dava navale 25 del numero alla nelle acque settembre , d' Annunzio per luce 9 settembre di Genova. pubblicava intitolato la breve una : La prima volta, un 1892 odicina Lo : stesso articolo bestia di il Mattino Per la festa giornale, il di elettiva. Vi Federico di Napoli Gabriele si parlava, Nietzsche. 64 Lo spirito Il 26 l'arte e del novembre miraglio Saint-Bon. dopo medesimo di bellicose irredentiste,le quali, unite 1893, furono col fiacco da quello allo da d'aprile del calen riodetto cui : Noi « nell' arte 1894 in alcun il l'avvento che di interiore, iniziato Nel 1895 una conferenza, Era una come con « ci Trionfo navali, alla della dell' Ueber- si no, illustra- non sto piutto- ove, la narra il che fitta scon- travaglio s'era d'Annunzio retorica della città di dominazione solo Venezia e di di tregua; ella questo l'atto che niva piacere. Fi- lo sforzo ci mostra calibro è la di sorpassar la . centesca, cinqueapof- e conteneva profezia imperialistica, specie: stato. arre- l'Allegorìa dell'Autunno intitolata persuade ogni giorno gnanimo ma- prepariamo e navali, non di Gabriele nel « del voce Morte, rivelano fine af- ed questo pe- con V avvento Odi che an- Michetti, datata Superuomo, le ma il Piacere. generato Queste parole ; ma della verso spirito di- uno contemporaneo e P. Trionfo apparve filosofico-morali di nostra senza una in Odi delle fede con celebrazione il prima mente aspra- libro. Cenobiarca; o del miserabile un siaco, Paradi- del l'orecchio tendiamo senso, Poema », concludeva Superuomo». del mensch, F. a sicura con seguente, al stato era Zarathustra, tegmi anni dell' Innocente, dedicatoria l'anno alle stampe quello spirito in lettera coda mellifluo e concepito cinque solo che e rono altre,forma- perché, discordavano fu licenziato non La forse e tono 1894 Morte, in subito liriche marinaresche navali pubblicate sebbene, Nel di Odi fascicolo quel pubblicò pochissime a Tarn- moriva anno Il d' Annunzio collana una dannunziana. : Venezia genesi sé stessa medesimo possibilitàdi un do- L'avvento lore c'insegna che il dalla quale molto ha sofferto quale molto ha gioito. Da delle gini Non Rocce. che d' nascesse traccia E il persistenza Eroe, e so di a vive Quinto un il Hermil ». valore L'ideale ricco ed per Ne eroe. Novo, quel a peruomo. Su- tico poe- simi lunghissi non troviamo dio nell'epiceera che un eroe. sembra, nella profonde le d'amori. e moncherino sanguinoso Tullio d'essere Penedo di ferocia dannunziano ozioso turba velleità eroica Hermil si che sotto ricorda, di alla Goletta gli si andava a occhi San Sperelli discendente « della di tanto di Andrea melensaggine de e abbracciamenti tra /{ era del delle Novelle qualche proposito, di le Ver- è l'Unmalido suo Giorgio Aurispa. prodigi il il nascituro Canto fosfori di la lussuriosa Raimondo in voluttà ignote Una che aveva, Ma nel gagliardi Pescara, che offre in tanto colui Il cervello affogato.L'amico in altro senso, Consalvo. il cui con selve ne consisteva, sognava e all'avvento si chiamava morto eroismo suo di colui Cenobiarca al improvviso. il germe. perfino amico un per fatto d'Annunzio superuomo: qualche che e di mezzo fuori, nel 1896, finalmente anni, nutrito chiamava certo sapiente men Il voto Gabriele di Natura vennero Assistevamo sciolto. più » silenzio questo è stimolatrice energia il è piacere offertoci conoscimento 65 superuomo. più efficace nella tramutato ella del non quel operò di Carlo formulando gentiluomo, proprietario di 5 66 feudi di spirito Lo di e molte di che molti vergini, scannò tutto e potere suo progenitore. Non erotiche, dice sonetto donne fui e vinti ai d'un più per che impossibile bel e quando trarre, e dio o riconoscete « è guerresco una così Pescara) il sogno la lussuria. d'armi ed amai e una voluttà sangue di Sole, l'ultima guerra figlia? tua l'ora satanica il terzo »: d'Annunzio. della e la momento L'elemento co eroi- Come afrodisiaca. droga la (Novelle miseria della sensazione templazione con- sanità , violenza fra alle sia disceso l'ostil preda suo fanciulla struprata accese eroe de potè, esaspera Una mano ; romano. malattia della contese simile spirito di Gabriele della della principe condo se- trionfali. sere un Ietto al deterso, mia mondo del Dove uello Il sonetto. mali mie le la le ne infiniti ne rogo l'orgia vili lussurie ed pugnace; addussi Voi facili e possenti. E Pare V Intermezzo, languidi fui tempo un : del licoso bel- ma chiaramente primo di erotiche erotiche, Questi il stuprò e rammarico ed ed dice come fastidiosi, dice sono nel bellicose o, nemici bellicose erotica-heroica. amori blasoni, pronipote concentrato le gesta imitare non — dannunziana. cavalli, sovraccarico condottiero un l'arte e e del rapita 1' ululo più profonda con dei di moltiplica sangue grande vinti clamore offre quella che mente certapossa 68 spirito Lo glia Ed l'irredentismo le ed scarse Italia conglomerate nelle Odi vernice qualche e velleità della terza d'immaginarie battaglie. che l'esploratrice.Ora puerile ansietà, di salpare sensuali Ma la confluiva nella celata nemmeno La nave corrente stessa Canto nel le patrie gl'ignoti cieli, verso verso è nave di guerra. strumento non apparve pretesto per come con dina. garibal- L'irredentismo una. sempre qualcos'altro oltre Novo, liano, lui, ita- a antiaustriaco, equivoche in Navali, descrizioni la che primo il furore e africanista folata Tutte è il presentasse. era qualche dannunziana. Abbrancò programma. si l'arte e lontane. Viaggiare significasciogliersinettamente dai materialmente febbre la propria visioni Tutte donne sensuale, possedere venivano insieme nunziano. dan- crudele e fortissimo Bestia, il popolo l'orbe l'Austria, percorresse conquista. Tra di avrebbe navi stuprato in terraqueo l'uno le e ratore impe- coronare battesse cannoni, e un la gran tiranno, che, soggiogata fabbricasse suo diveniva umano italiano, si facesse Roma, il formare a Ideale particolare imperialismo. fulminea esotiche Qui un'altra origine dell'africanismo barbariche. in di legami sociali, nutrire quasi e una corsa peratore l'im- l'altro macello figliedei re prigionieri. Respice finem. Questo luce in un nitarii e in bontà menzogna. « ideal tipo d'Annunzio morali e della sua la sua latino » dai tormentato cupido, sia poteva non pure pregiudiziiumanelle vigoria fisiologica,di lussuria. Il bellicoso Egli era alla venire conscio imperialismo, mittenze inter- rare convertire allora avulso da della una L'avvento base nazionale di al sul magari, sadico, lubrico liberarsi per dalla viltà, « La dolori morale le ho fatto soffrire la coscienza molte cui s'era vizio, la tutta virtù la virtù — che un dannunziano: avrei la voluttà Se ella mi pericolo non base era Ed pensai, ? — fondo mi spaventò i miei rimorsi, mi ma debolezza fantasma, e perverso, e la peva sa- l'eroismo era convalescente un me il mio che carezza; tutti con Sapeva e che dere ar- pensai che d'incesto. sapore pensai. Certe a il sotterfugio, mia ». un della mia ch'io quel spirito generandovi la curioso alla memoria, in sere d'es- assioma, sensualità quasi avuto morisse è vita dei parte migliore di illusione — la mio tutta della sotto violenza platonico. Tutto fantasma tornarono che nel e dannunziana avrebbe crudeltà la feroce occasione della questa io dalla placare a di culto la debole ne nobilitare Questo « miseria struggersi si faceva ideato ideale a « veduto e parole rurgo del chi- sinistre. E, per quella gli uomini sensuali, il attrasse ». Ecco la dell'eroismo. Nemmeno a mia appoggiavano non appena radicato specie una sfogarsi, soffrisse riuscito ero fantasma in per ch'ella Ma, ». profondamente assunta e avesse lo ammoniva: volte un si ella necessario era un' amante Hermil risultando superati, perché eroica si ri- perseguitato la moglie Giuliana. aveva grandezza carnale Tullio cerità sin- sua imprese strozzare sotterfugioper un cui con di schiavitù Ma nella le generose e sogno cadavere. illusioni. Ideava 69 superuomo. sociale, si rivelava o furore ducevano del Gabriele dalla al più robusto d'Annunzio, storia. temperamento, riesce Se nello di staccarsi nemmeno mente definitiva- svolgimento dell'umanità, 70 spirito Lo all'alba fosse dei tempi affatto tribù in se e quella di di XX la la più che di maggiore di lampi La nella abbia di il Confessando, ha Nietzsche Non discutiamo capito Nietzsche. capito, l'istinto o realizza di presso, con separazione dagli ultimi vincoli fisiologicodella di Paradisiaco, nei momenti suoi infrequenti non lo (1892-1894) ora se zio d'Annun- in falsificato, capir, quanto la morale è l'unica nissima buo- alcuni l'uomo, Questa avvenimenti dalla è risolveva libidine e zogna, men- una dosi avvicinan- s'accosta al lettura coincideva, finitiva propizii: la de- moglie scioglieva sociali, mentre che segue: legge, che, supera l'eroe. maturità della l'implacabilità L'ha verità, che belva, l'uomo ^superuomo, disparire, bisogni personali. In Nietzsche creduto il dominio che alla i suoi la sola è Poema Lo disfatta ? A propria dato aveva col e luppando svi- e in atrofia? rimasti sua cessità ne- popolo suo temperamento suo il e la subire del storia Federico fede, per un XIX l'Europa nel- poetica. alla rovina. strappò a del doveva rocia fe- di canti fine crisi, la quale, bellezza gosce an- tra la ch'erano chiarezza, senza Nato s'avvicinava, col decenne lettura i suoi rali; mosciuto cre- libidine. la propria inferiorità, questa soluzione una fosse feroce secolo, egli fu tentato, ed abortì. sua egli egli avrebbe, svoltosi i sentimenti sforzo quel tempo di Superando tempo. suo procreando e cantato libidine, anzi d'inquadrarsi del in e tormenti, del africana, preoccupazioni religiose e tribù moderna, principio della foresta cuore d'Annunzio, senza e dannunziana. guerreggiando libera Gabriele nel o vissuta mai l'arte e il poeta il consolidamento la crisi l'insufficienza sensuale— del corpo L'avvento del nelle cui all'implacabilelibidine— d'Annunzio Gabriele di Giovanni nel Nelle prima veementi nella crisi. discordi e confuso silenzio se diverso esercizio da la la bestia : in Gabriele d'Annunzio chiarezza, di coscienza. la sicurezza crisi e l'aiuto franca la celebra nel qual il Canto Novo di belva, belva laida. più belle di frasario ideologico che belva sapiente ed eloquente muore; da una s' è esaurita ma invereconda con e perciò nel moribondo D'Annunzio, non ; le Odi sopravvive truccatura. Navali. a Per a belle La come Celebra modo gliata intru- È la suo, ia Quindi una esteticamente siaco, Paradi- Poema se non lità, anima- Novo. umanità. ed Egli idealistico. e di anni eroiche, si arroga, patria redimere di sé. Ma poesie bandieruole di quindi ogni e quanto Canto ideal sparisce frainteso. in « voglia, dieci dopo scrivere del 1' creare sicuro animalità, potrebbe pavesata una di funzione è ormai filosofo un libera e e un ma Egli comodative ac- L' esercizio momento questo un facoltà dir si re, che o gato investi- divenire ». ogni incertezza, di caso un' animalità casi nel taneo momen- aveva delle dei ottenuta artificiale, è con io consueto Da eroica. nel potesse variar tipo latino», 1' imperatore Roma troppo all' irrompere sensazioni, precisamente, consisteva, tumulti argine vita quello nel continuo diverso i necessarii coscienza mia avventura per espone le bramosie un delle della Cantelmo , innumerevole e Domati posto , tato documen- nell' Innocente. e battute giovinezza ch'è •", Claudio « folle tentativo quel a storia Episcopo della disperate contorsioni risoluto delle Rocce Vergini il superamento della s'era inquadrarsi « 71 superuomo. giato stesso, sfrevena cinque anni poetica d'An- Lo 72 spirito nunzio e fuori mette ove il il vuoto, l'arte dannunziana. torrente di un i e fievole Claudio della voce è vile Tullio, della viltà: da sua delle Rocce. Claudio discendente di feroci di Andrea, a differenza individuazione lavora così : divorato il e, suo cavallo « superando il né mai; il nobile amore greci, come il modo grandi gesta; ma corrotta, glien'offre Roma, delitto. è pena, perché gli nemmeno ad ardore di maceria sempre e muore in non vunque dosun nes- grande con avrebbe i filosofi bisogno contemporanea il di vile perversa Di II effluvii del d' eroismo impresa. ? « « dal « Borboni fu tanto Che di e fiamma lampo di vale non lo Napoli gli valsero spettacolo e terza miserabile dico » la dalla « i golfo Neppure lo né », restaurare Francesco Napoli Roma, mezzo. attraversata nemmeno grande una golfo » cia lan- interpretare Socrate Egli società la d' un' ambizione bel tante, esal- di prove», alta E ». , non non d' libidinoso. satiro un latino tipo coltivare a taria volon- e sport dell' equitazione, legge trova e oltre ma, vora la, che in realtà è ma, ; Tullio di troppo sente » egli meditazione una una morire, Anch' bisogno contro pericolo, saprebbe posto furioso un Vergini avventurieri ideal un scienza Co- hanno progressiva « volte, dopo da gio, Gior- nelle il brutto Giorgio, una verso Più « l'autore lussuriosi a cepire per- come superuomo. di panellano scam- soffocata. Andrea, ciò già e serietà tutta con è mente orgogliosa- coscienza come bosa, ver- vorrebbero che lui, né né ma e frasi concinne delle gli orecchi Cantelmo come decora stucco sonagli assordando la di ghirigoro bolsa prosa 1' odore la che spinsero effluvii a un del infondergli della pu- del L'avvento tredine disfatto del », eccitare per i tirannidi ha il formule Che fare Il demonico, la Forse in alle piccole in decadenza. Claudio Cantelmo? «Goditi... dire fin volte; abolire ma lisci abo- fa, lo Cantelmo ogni vieto di- i carabinieri. saranno un' altra Non cosa. salpante nuova nave preveduto V im- e l'evento; ci quando sarà America poeta alla l' ignoto Claudio due soffii,lasciati tutti i a le concimare dunque recherà ti Questo, impossibile, è il altro ». lasciarselo aperto non fica qualche magni- germi; accogli i quanto divieto ogni è suriose lus- e Czar stesso una come eroe rimani tutti e belle spirito interiore, gli dice: lo da penetrare senza Il mondo un primavera; tua Le irrigaree per simi potentis- « contrapporre ribelli bianca arme può di suoi dei isterilite ». terre sue paterno, spente. Lo sono gusto chimiche strage ad cadavere grandi pensieri ». si nemmeno « 73 superuomo. tava can- V A- verso tlantide: Va, dove, fuor Ma oltre secura d'ogni giogo il espande dove Nave, o va, sé in ognuno in che poter in sé le sue leggi, ha in sé la sua forza quel più precise che di Gabriele eroe? cosa E farà Triplice è sé è il sovrano, per il Cantelmo è costretto compito al : nozioni ha alla intorno assurgere suo ? sogno suo d'Annunzio frattanto ognuno chiude; Claudio sembra americana. Italia. Che e d'ogni vincolo, fuor stesso ha a e Sirti le tutte a grado « slazione legiin vivere di Condurre piuto comcon Lo 74 diritto spirito il metodo suo in le ricchezze in e più mettere suprema ? un figliuolo mondo il senso, lis eroi sociali, senza la nelle abolizione sensualità nella cui e villa Anatolia averle per decidersi a più l'imbarazzo autobiografica, raffaellitici e di ornata di 1' attuazione Ma al opera meno nem- figliuolo, un pesse princi- tre ? Claudio tantae tre: e, cui per dare delle e — più preciso Massimilla regem. divieti di Claudio, a sua la arrivare mo- alla poligamia di superbe che qual- giustificatodal delie ufo; poi, di de granla giovinette, tre visto farsi che Non Tuttavia milla Massi- monaca Claudio mano, scelta. da esente non stirpe latina, tormenta Violante. sposare della l'ultimo Ragion tutte intenzione la il pre sem- presenti sciagurate condizioni mangia respinge sentirsi per possibilità di fare sentimentalità persiste neh' insegnamento collaboratrice o rigenerare la proprie sue in sé Quale sposa. difficoltà. Frattanto di P è — una condere romanum le e compiti è capace preferirebbe compito d' arte; preservare propone Anatolia Violante, un' verso uni- provvisoriamente si Cantelmo sembra, suo più comodo. primi due, scegliere tre sospesa giacché Cantelmo del di al Claudio visione coordini questi Ma, bisogna le Di , terzo. rito spi- sotto elevate». dei suo all'attuazione Cantelmo Claudio del stirpe sua e essenza opera della riconosca certo un pura figliuolo che, un d'aspirare degno più perfetta integritàdel più profonda ideali le paterno, in sola una conquiste la la riprodurre alla essere tipo latino, adunare e dannunziana. l'arte e e lì lì sembra ormai aveva la che narrazione squisitiatteggiamenti pagine descrittive, si pre- chiude 76 spirito Lo di sogno A Dal Non mai famoso l'eroe ove Bronte la potenza si mette meravigliose d' vittima di della bellissima sociali e nelle di di La Comnena braccia ti anch' consanguineo eroe per La e la un eroismo la sociale sua mia te quali mi in que qualun- parole della rivoluzione d' Annunzio. Meglio Ma Il poeta si le mie non si e E ?. lussuria, Ruggero un ma Fiam- crede un contraddice. in restaurata esulò patriottico e della nuvola? lo era re cuo- t'invita, debolezza, rapidamente il se della fu volontà solleva una vittima brano sem- d'Annunzio dalle come d' Annunzio individuale. le bocca Né 1' eroismo gate riepilo- sono ti toccano, Giorgio Aurispa. davvero. speranza istante egli, una conosce pace Gabriele di rude, è definita la per che politi- energia virile,di mani se il mondo debole non le mie mera, Chi- convinzioni dovunque, « Lussuria, di chiamarsi Gabriele di sce peri- sorella una della Fauro, fede di eroica prendono, si dissolve un Se di prima nota, è conquistatore di sincerità forza « : Le segno calma, sua Gloria. sinistra: ogni e invece Giordano di estrema campo, quale ma, questo professione deputato maschia la parole la ». Nemica; battezzata è La di — escogita , confini, ma, degna gesta baldrac- Comnena, incarnazione nuova (1899), gran « agraria ai e baldracca. Ippolita,una la — mare alcuna stesso. se la Gloria rivolta una sul guerre della a imperiale, Anna di compiuto aver coerente strappa all'eroe Cesare 1' amante nome alla testa più Fiamma e d'istrionismo. accusato politico nacque gesto d'un fu uomo Ruggero erede ca» dannunziana. siffatta Vita. Fu una torto. l'arte e dal Italia, di cuore abbandonare starsene ripiegò su per paghi se l' al- stes- L'avvento due da Città due drammi (1898) morta drammi primi tentativi mattino di Cantelmo la più pura erada del d'arte. bisognava conquistar delittuoso la e del T animo poeta che amante, Erano i che Un Trionfo il con di che la ». chiamar libidine quel la sorella spirituali». voluttà Altra rendo spa- ginazione l'imma- ereditaria» ancora dice volta, una si che amante, avido amata sua gna biso- ora sua: delicato Pensai « avrebbe avuto che della morta sua » l'assassinio ella raggiungerà bellezza ». dice quasi crudele Un'immaginazione oscena: penso della sadico percorreva, scoppiava in guinoso san- di , comunioni « furia, invincibile piaceva « e l' del- autunnale sogno 1' opera tutta «La della Morte zione immagina- il nudo spettacolo sottile nastro dell'incesto. il le fiamme. tra ricomparendo, ora dire a primaverile primi pallidissimiesperimenti. lo urgeva. sto que- pensiero fisso nel dallo perisce 1' nudità sua dell' amato; è sferzata libidine cortigiana sulla e liberamente sogno dal occupato stringe cadavere sua è Nel sola cioè turbare senza adunare una », immaginare sconcio, monto tra- raggiungere i divieti pregiudizii morali. con la d' d'un Claudio « in per abolire « due un di compiti il secondo: Anche » potenza lo i universo suo dai d' Sogno il la sti que- atto, il Sogno e dimenticare essenza preparati e un (1898). Fra opera fine (1897) primavera atti: (1899); come preceduti in rivava de- romanzo cinque e Gioconda la e quattro drammatici, non suprema in erano d' autunno 77 superuomo. (1900). Questo il Fuoco scrisse e so, del si un V Innocente sapore mesceva dell'amante: la suprema cesto d'inmaginazione all'im«Io sione espres- 78 Lo spirito Nel mio l'arte e pensiero, dannunziana. nel quasi d' guizzo io lampo, umile umile sanguinare, stesa '1 sangue, tra vidi la boccheggiare alzare e un le supplici mani dal rosso lago... Chiodo caccia eccita non dicono chiodo, la più fantasia ed s' ella incestuosa, ? morisse una gelosia, pura Ella e sottile nelle di Morta prorompe fatalità un della la schiavitù soffocato quelle sono sono « puro: d' sono chi, chi avrebbe tutto 1' assassino dalla anima; io La era mia donna una Come del puro... ; sono romanzo cortigiana o Ippolita,essa mal Maria, « lei ogni del esclama quel che macchia divenuto e una » della schiava, fustigava dell' Pan- e l'atroce luce. La tasia fannella tesa frain- rediviva, bilita no- E, quand'egli le sue mondo parole : « io l'incestuoso; io ho è fatto?» scomparsa puro, tutto lirica dannunziana che sassinio as- gognosa ver- poco Umbelino alla trionfatore fatto per prosegue alcun di Leonardo. eroe siero, pen- malinconico; greca, Bianca E — Questa ». e Rocce, orgogliosa sorella un di fascino sensuale la ed delle Vergini ! di eguale dell' incesto leggenda tragedia Morta « rificare pu- oltre la vita,senza ed irresoluta delicato si vela Città ha dialettica Nella sé. : materia pagato finora guizzava tea, incastrata delitto ge distrug- sembra delitto un diventerebbe dolore un di la lussuria, idealità. Io l'amerei con perversa 1' e 1' altro assolvere davere ca- libidine; quindi l'assassinio, inspirato dalla lussuria, sopprime la Il trivialmente. poi fa la libidine puro ». lo stesso. del prò- L'avvento del nella trascinandolo tagonista 79 superuomo. sensuale crisi ; come , Giuliana la annebbiava essa Tullio di coscienza , Hermil suscitandovi larve rimorsi di martirio cui bontà. Nella la crisi della soggiaceva doveva superarsi strema tremenda e superarsi Tullio Hermil, Giuliana, dalla dei occasione avesse soffrisse «la morali d'essere eroica quel eh' egli le Settala di legge, sorella mi egli legava ha voluto che gli imponeva che lo faceva La Hermil lui: da a ha era necessario fatto soffrire virtù vostra da vostro, o corge ac- Ma dignità a Silvia, contro non ma altro, dal s' », soffre. ne e ella la ch'el- da riscattarsi Per morire, un la superati,perché promosso « contro risultando morale ragione : Quando crudeltà sue sofisma, sofisma Gioconda Giuliana di vincolo nel vive la e del ha la sofferenza necessaria. grandezza dolori immediatamente Lucio e e- doveva morale che giustificarele che, violenza giusta cere, nuo- un' cava ne crisi convinzione è per pensa La voluttà. debole essere 1' assassinio con uccidendola, V eroica con dannunziano, all' impossibilitàdi così 1' amante, iniquo perfetta di creatura temperamento cortigiana, ridotta mentre dell' del logica sensuale quella l' per , un che quello quello da la vostra legge e soffrire intollerabilmente». Gioconda, la femmina perversa, è la Bellezza, deale l'inspirazioneprocreatrice del capolavoro. Così l'idi Claudio si limitava, precisandosi. Cantelmo L'eroe ormai di Roma latino. dannunziano, dei 1' abolizione più o per la più pura essenza divieti alla condurre Egli eleggeva perfetta,non la belva suo generare perfezione il secondo del per chiedeva un il re ideal tipo compito: «adunare spirito e riprodurre la 80 Lo spirito più profonda suprema l'arte e visione del d' arte. opera » dannunziana. suo universo Fra Ruggero Settàla, Stelio Effrena, respinto deluso e nell'aspettazione del preferiva somigliare tiranno. Fuoco, il ove invasato dalla le della imprescindibile suo Donatella amica, Cantelmo di bisogno tutte chiedeva le due che collaborazione in la Malgrado le divine sulla la prosa non e il — — immune è e puerili discettazioni dire di del Fuoco Stelio: «Parlando avevano contrastava che quello occupava un troppo là di arte V attrice, e Straordinarie dei sogni e liturgiche». dei levrieri,del liriche di cui di e per rinto, labi- dice, egli s'accorse che velata con la so, sconnes- filosofia. l'autore che sussulta quelle gonfie che crudamente la faccia « facilità fastidio falso, suono aveva partorissero faticoso, incoerente, di gliore mi- veneziana, dell'Avema- previsioni qua la con pagine romanzo la deva desiderio, le quali egli cre- dell'aurora laguna sima dolcis- frena Stelio Ef- ; così lui da cerimonie delle della pazza, ria il avverarsi solennità la cantatrice la l'oldiritto di Roma re greca già Claudio tragedia : nuova il contro sedurne principesse donne, promiscuità gli fingeva con tragedia , la potessero il fecondate imparzialmente gogo dema- nacque Come al mondo tre e al latina di Arvale. mettere per cittadino, tormentare tentar e tica poli- irrefutabile suo dovere Foscarina amante la stirpe crede cio Lu- e vita e Stelio Effrena, tutto di risuscitare Barbari, dei trecotanza dalla anziché frenesia virtù Fiamma deliberazione questa sola una sangue statuario poeta, agnominato restaurare per e Da allo in sua Si può volta, una le sue role pa- disinvoltura l'ombra dell'amante». mortale O, me- L* del avvento glio, si può i e Trigento: desolazione in Claudio ripetere quello che alla villa di osservava « fantasmi Cantelmo E nulla poteva gliare egua- la realtà revole mise- il contrasto pomposi 81 superuomo. tra dal espressi cervello del demente». fantasmi. Pomposi sé ben pubblicato il Poema diverso aveva di battezzato sul la creatura ed pidige dalla diffuso i delle amanti. s' innamorato di della il vizio organizzando il satanica servaggio » in di paramenti scoccata. era Il cattedrale una di smo, eroi- stesso, se nei lungo ginazione, imma- sua deificava il vo schia- tiranno, religioso e sacerdotali. di La idoli agli confessarsi tempietto gotica. cu- convulso sul la rito un virile delle larva davanti tiranno, come Aveva energia contro V incenso temperamento suo mutabile im- opera, ». trasformar dell'immaginazione,e, piuttostoche del in ; sconfitto stesso diffondeva sua eroe sororale coscienza sua la una sapendo se aveva inferiore, incapace fiacchezza Non 1893 sfrenamento gigli dell'amor ventre dibattito anarchico di sinonimia, che « travisato aveva l' incontrollabile cavato di e rificav glo- Protagonista triviale «protagonista» morale; ; la serio nel di tutta e 1900 monumento che quello vita sua superuomo dominio era da nel un Paradisiaco la preso tutt'uno di poeta, che . di tutta fa il elevandosi medesimo, parole, era egli Ma stendo ve- L'« largava s'al- Venere necessità ora niva dive- virtù. L'opera l'artista sé. d'arte orgoglioso era Negando modo, le risonava crisi le : di e morale. mondo superato, aveva E Ma vacuità. del contento e crisi, egli sensuale sofistica tornava e a di suo fresco 82- Lo spirito ed ardente come l'arte e il Canto Oh inni tra l'alenare squillanti dal petto per Francesca da di mille della e terra degli Jorio (1904) La verdi La gonfiarsi di la Nuova di terra versi e Fiaccola un di sussultante sembrava un fondesse il e la nella primo del 1899 del cielo la prosa sintesi, l'armonia libertà del la la e già sillabici, ed il verso faceva definitiva periodo dose on- Fuoco, delle Laudi compromesso mare verso d' incontri tra di saggio del periodo canoro nava tor- novembre fra il compromesso già presentire navali, compromesso come Mail Laudi (1905). semiritmi, strofe accenti dannunziano. il Figlia La — moggio le Odi con mare Erano eroi. dannunziana, prosa il sotto del cielo (1904) linfa. Il 16 intitolato degli boscaglia del II. (1903); nuova multiformi, e Laudi — Antologia pubblicava libro della I. eroi: l' ima vittoria. (1902) La — ventenni vite! poetica, esaurita vena a un Rimini labbra rosse Novo. 7. di sulle quando gli gorgogliò dannunziana. si ove del rigidezza metro. Un dopo anno veniva orgoglioso ecco una che, volta ne della lirica. buio, affluisce spezza da il della rinnovata invece la alla luce mille le tragedia tragedia, L' onda, a sorgenti Fuoco, nunzio l'an- con prorompe ancora lungo trattenuta allo spirito dell' pareti, scroscia con Ed greca. immenso nel tista, ar- im- spirito Lo 84 il per in voi Glorificate La bella vita quale nella di prima gli del l'immagine stava trent'anni bel in feroce non diventare le sul velleità spente ancora libidine, nutrita questa vero, re di del di Vittorio Tendi di un Roma; suo veda ma di Roma re sogno ti: un strage Emanuele alla e tanto sperava di generare fatto a per varsi, oggetti- per d'un le parvenze a era rata conside- guerra solitario,finiva più aspirava il della e prima, come ora primitivo patriottismo. Claudio Così A tiranno tutte e all'avvento miglianza Mentre erano cuore, sogno un assumendo telmo a spettacolo. Ma come ben fu preso nascere. che Quel d'Annunzio di democratiche l'an- sembra di festa socialista. poesia una per come invocato e d'Annunzio, Il canto genesi vita; nominato è di verso nella della bella spesso del bel mondo. tomasia serio nel e prosa è, considerata non così che mondo, d'Annunzio ! bella la vita un'inversione che dannunziana, il gio). calendimag- per Bellezza: la che chiede non . realtà,agli operai Gabriele in Ma, festa di (Canto maggio primo dannunziana l'arte e seb- Canmeno a assistere immagine e si- : giorno tua III mare latino guerra. consigliava: l'arco, accendi colpisci,illumina, il eroe la face, latino! coprirsi La Venera Ricordiamo difendere bene; alla dominii il forte ! le porte elettorale al del e' induce della nostra l'integrità di predominio l'istinto fino 85 ! conservazione la nostra ad grado supremo il danno se l'ora quando i ribelli tra anche colui stinto «L'i- affermare e a del nostro e c'induce ad tare aumen- le nostre gie ener- ». duri, la vergogna e sia venuta, vedrai che della guizzo 1897: persona conquista sviluppando Che, Ultimo futuri ia . virtù nostra il programma di r o il lauro, esalta Apri dei iti v da oggi svanita vicino ti saluta. personalità di Ruggero Fiamma. 11 poeta pace patriottico sociale rendevano anzi i marinai in E quale la gesta Roma. materia Finalmente gli offriva garibaldina? senza arrivato del alla eroici. Cina, s' Celebrava la il poema osava V Italia moderna poeta della versale uni- imperio del bel la camicia semiborbonico Camera, cava cer- — indignava il futuro il guerra Bronzetti, piangeva incoerenza, nessuna l'apologeta Così della all' interno di Pilade miseria, vaticinando di come e dell' Italia spettacolo gli argomenti la che ora — arricchimento della rivoluzione italiani caduti presente cantava, che Narciso di lo probabile avidità con più ribelle non progressivo più all'estero memoria il e e diveniva, Claudio anche epico. se non tiranno rossa; telino, Cauallora 86 spirito Lo senz'alcuna della gesta garibaldina lo scritto La : rimaneva lo dannunziane. sublimi il banchetto cacio dell'eroe di lo Un materiali fiacco. di progresso dei paragone delle sente, il militari che Vergini se capolavoro, pur e Claudio mentre re Roma. In di per è Fuoco, ove Victor affine una a quella solenne la salma qui rumoreggiano coscienza ignora, non di momento Riccardo Ma un cenzo Vin- per Leonardo L'ispirazio Alighieri. ultime pagine funebre in prosa Wagner. impetuose, mento mo- — il d'Annunzio — Dante delle marcia strofe epigrafi ritmate. per mondo al Segantini,per Hugo, il in Fuoco gloria per Giuseppe Verdi, Bellini,per Giovanni Vinci, la mettere psicologico ma tar can- a poeti. È Cantelmo di brazione cele- la giacché Stelio confusa, secondo questo cronologico, inni , nel Rocce: delle torbida bellezza di osservammo il da abbandonò politici,passava e finge d'ignorare, l'assurdità canta Pescara. della poeta, lasciata e non videnza l'e- perfin supera musici, dei pittori e dei progresso di — perciò e , medesimo del trasto, con- taglia, sfolgorantidi bate un episodio Il d'Annunzio sincerità degli eroi Effrena di eroe cominciata. appena le laudi dell' bontà nelle Novelle episodii simili era canto raccapriccio fisico del il ove — il terzo decorativo versi sono già raggiunto, quando era La dell'acqua putrida e spirito l'opera Vi lo spirito d'abnegazione delle descrizioni stantio Solo puramente come anche unicamente Caprera. di elemento un eroine Perché commoveva di sangue. e notte all'incirca Ma dannunziana. incoerenza, rivoluzionario. spettacolo di strage fu l'arte e si Ed del compagna ac- anche pidarie allargano la- sottile filtro di men- La attossica zogna è di astrazioni fiacca una 87 l'organismo tutto menzogna sonore vittoria con questa ideologia paludata vuota e E dell'ode. d'iniziali copia gran iuscole ma- : lo specchio ma Poeti, o la misura la somma Mistero, visibile dell' Immortale o stirpe, della Poeti, è non razza, patriottica. Ma l'Italia per del e più. ideologiarestava peggiore della degli Eroi, Pensiero del il segno La Ideale, dell'Arte il vertice muore, dell' i suoi del v'era bei monti dubbio senza il bel suo di fantasia le città silenziose m parole sonanti le e e nei dell'arte immortale. le canzoni frequenticasi, ove la gelida ambizione tutte non telmo : marmi Baedeker di città del non completar il Da amatore. dannunziana, sciolta cosiffatta dall' l'Italia moderna, ove e pose pom- le dettò non vissero mini uo- Can- di Claudio artista tissimo poten- e compagnia increscioso genera nacquero ghirlanda. Sono la crudele, raffinato In della storia fredde dove Kinascimento, del sime Silenzio,bellis- sono e una vaticinio questo troppo dissimili dall'ideale il tiranno fondare, pro- : patriottico in delle Città del versificazioni del quasi i suoi disinteressata contemplazione una spenta sonetti e ronare inco- mare, turrite,tradurre e patriottica e sommergere sensualità i tele il sentimento insomma, futuro in sue celebrare salvezza: una logia l'ideo- latino: sangue e quella la dovere meraviglie. musa di La dimere re- più 88 spirito Lo lunga Rimini, Non somiglia Città alla si e le la moralità terzine volte nulla E eroica. dantesche, di paragone la fantasia era stata si difende fra la moralità ha le la dannunziana, abolita gioiosamente dal egli dannuziana, e e Paolo crisi tragedia un si turbare « da tregua che e suo di d'aver sentimento demone tutto se dell'arte ì tutti d'un selvaggi di valgono prevendo, scri- morali, e la lussuria ?. di cui al Fuoco l'inanità. scrisse Fu Non nel dunque lissima. bel- cosa (Elettra), il poeta : sua strò dimo- l'espressione raggiunto (Alcione) come chiamava Vergini menzogna, eroico mogenit pri- sua voluttuosi e e stesso mine fem- d'Annunzio, ciò, dalle nante so- selvaggiamente sono sangue e per violenza, Gabriele va a d'ambagi al sfrena quei problemi studiosamente del voluttuosa Gianciotto. di poema travaglio Orgoglioso interne: come ignorava non scevro Liberamente dugentesca, la contro voluttuosi. sui lasciò si con convenzionale legittima figliuola.I personaggi, selvaggi o lungo che cozzo vi vi Secondo fondamentale passione lussuria, hanno non pezzo, la di dà non La vedere idolatri. Rimini la né già troppe moralità d'armi, splendida di marmi, discinte. che prerinascimento. rievoca Gioconda, convenzionale ad e la Prato. su tesi, una servirono detrattori a anche è alla niente quali è la Francesca sonetti vi non Ed atti. Gloria, alla non dibattito un 5 quattordici ai per Silenzio, del in tragedia morta: decide dannunziana. Città le insieme bella, più fra canzone, da l'arte e guata ade- chiede vittoria La 89 . O magnanimo al buon ch'ei ch'ei combattitor senta forza ei suo questa vedendolo la concedigli gli ebri spirti nella certezza È nei era guardar liberamente fine che cantare, la come sono poesie sono soavi E come o Centauro delle toria. della vit- fervidamente occhi dire per della poesie in sua : di Alcione cantare bella veementi. estate. Le Quiesa: i colli di quella lor soavità, sospesa fra i cieli chiari tu come non la vedi una e l'acque trasparenti, quasi, gioia ! torna volontà, egli ri- si propone dire e al mattino marittima — con cicala delicate pubertà. diciott'anni,quando, suoi e Non di quello seconda la commozione eroi la natura sensuali. del decuplata vigoria cerebrale, la degli gaudio le crisi, rampolla tutte una gli alberi nel e sulla riva lunga esperienza d'arte, a venti. di novo. qual Dimentico sauro allenti che dei c'è che non piedi, l'aurora su melodie dicean — lauro, gioia del Centauro. cavalcare Salute in e trionfatore torna mutato Fiumi Canto nuovo D'Annunzio Di cavallo suo abbandoni tregua, temperamento il bel ed nervo alle voraci Da il tu or del i nudi la Despota, l'ombra sotto dei conosca concedi l'erba consacri alla il despota, che ma non la senti si palesa. e tro alper Vi delicate 90 Lo Così spirito l'arte e la percezione : si è fatta acuta che sembra in tal modo del è che Con senso. giunto unica La mormorando di Progne, siano e dubitare qualche e' illuda. il luce, misteriosa La così e si fa si fa aria. limpida come suono sembra come quelli dei fa La esprime miele ma la più isolare di Ritmi un di certe non vi a e verso acuti fa si fonti siano quida lipestri, ru- merse im- della dei nuvola, incastrare per è fra Pioggia due nel volare. per in si ritmi che quartine non al mesce Stirpicanore volta tal- nell'afa. il più congiunta aerei si fa fiumi d' insetti voli strofe quellidei nelle prugnola delle curi resi si- , la frase; ma sensuale abbia come gli odori, come ogni della egli percezioni accordi parola Ed strofe. critica sfugga così potenza godere sue tutti e silenziosi nuvola come ci il colore salsedine, Icaro l'asprezza la la sensi per della fico, negli quasi v'è piuttosto non parola diviene altri felini, sapori ove del o finché le minime pur tutti i dell'Off inviolabili emozioni l'acque taluni centauro godere per hanno Non che ; pare rapaci. Si Ed L'isola o d'arte, che oltrepassare uomo Glauco Albasia o mani. Il poeta dell' talvolta accade profumo, delle quali dubitiamo le dell'espressione usate materia materia il d'Annunzio quei palpiti impercettibili, se le parole con sparente tra- lità spiritua- sensuale pineto inafferrabili,quelle espresse con dovizia nel la cantata Shelley. Ci in pioggia di attimi quegli la sola la forma e quella immaterialità a credevamo dannunziana. verso all'altra, sibile legami. È impos- periodi pineto o di una prosa tina quar- Versilia. di segreto impenetrabile, poesie dedalee che 92 Lo spirito la nube è il mio Non più ho è E l'infinito intende e ed esaurire e contingente palpitare e che il spirito può suo obliterato rimorsi la con identica questo le Dio esclude la brutali oscura è o, in immersione non conosce Innocente ove si ignoto lo di tra ciò che il sospetto come di albeggiato giammai. un se più Chi ed ch'egli ciò e la legge con materia egli nello che Wilde) trepass potere ol- non soggetto spirito creatore è assente, gato rinne- o conosciuto e distinguono più; che turo ma- un' altra direzione, è veduto di l'opera degli artisti ombra perfetta.Tutto nel mondo l'idea d'Annunzio nume stessi, la fusione e in perentoriamente nel il sentimento definitiva conosce fosse e. li tormentasse se non p. il sua è almeno l' ipotesi di esistenze Quindi, non perfetta e bestialità,come sua la quale esclude mancando con (Zola, quasi e la divinità. completo, che e oltre che : la bestia implicitamente trascendano e Dio a viventi cose della che dal mondo, , tranquillaignoranza l'infinito margine. Ciò senza senza ridotto ha è addirittura sente non curiosità senza finito io suo Non dannunziano. panteismo alle proporzioni comprendere nome io vivo l'universale; ma e l'universale e il mio ma è divina. vita nel sorte la Morte. è il particolare ch'egli senta è né In tutto come la mia sudore. ; Meriggio. tacito dannunziana. nome gli uomini tra Questo l'arte e non scrittore se stesso la Laus getto ogvede una sunta as- vede l' delnon Vitae La 93 vittoria . nel vive ed il buio che d'un centro Nella il nulla. Elettra nella oltre che Egli raccolte nel pubblicarle del suo un d'un composto Pure il 1903) capolavoro. è riore ante- spirito,è posteriore. quattro quinti delle i quando prologo Il prologo, uscì serbò poema v'è non Vitae suo lungo fiato ; dalla del (primavera del volume, canto). nuovo Laus la scritto secondo con quale nel dunque storia forse aveva di là dal nunzio, Alcione; nella biografia di d'An- ad e Vive editoriale cronologia ad odi cerchio, (vasto preludio che Vitae, fu Laus la delle correzione più bozze di mole. raddoppiato unità approssimativa una di pensò di struttura. I tre il ed il Il canto che poema, alla viaggio fra narrano Grecia, della gli dei del il medesimo più lungo viaggio dodici mito, l' inno con nono, ed ad canti, è dunque l'Eliade verso Ermes, il di maestro verso attra- poeta, trasfigurarse a occupa ricerca il come Il primo mito. nel nel narrato ci piacere, giungesse vivere a canti primi santa. moderno più chinatore, Mac- commerci, Pellegrino, ad Ermes, Vita, di Scienza, d'Impero, di Costruttore, il sotto di nome è il mortali, dà parte. Roma, della regno Grecia, d'una sera Sono vita ebbra alba, al l'altra poeta celebrate fame e della i le città frode, la notte infame, risveglio dell'Uomo viaggio, il figlilegittimidella le terribili, sono che sacre eletto città della ricche febbrose e seconda Ttatàeaatv j3ouXou.ac canta. le città gresso Pro- infaticabili della il secondo sono immensa, e « il degl' musicale patria, è I Latini essi della conduttore presentimento vita. ad e eEXXàva)v. sangue il dio ancora che al gloria hanno alla del la grande dominio del 94 spirito Lo mondo È « l'arte e dannunziana . la brutalità cantata dell'animale umano, . divora, s'accoppia, urla, combatte, uccide, progenitore che forza dell'invincibile di Roma; è funebre bovino, fiorirà precursore panico L'ultimo poeta. al pura vento il le adora « la con « dio il » , alla che ebbe Natura « lo duce con- l'immensa Nel- oasi ta. liber- della «tempra Nel promessa al ed alla al Giusuè Ivi pure egli lontà petto, Vo- E sì dura». inno Compiuta grazie al padre morto Claudio Cantelmo pera l'o- dai sua tale, immored al padre quali egli l'opera, del- l'encomio con inno. suo d'Annunzio della madre gran può, a spirto liberato Carducci, quale Gabriele di ». suo suo render può armoniosa; sciogliereun dal carnale». tempio poeta inclusa gli Istinto, 1' Istinto superiore monumento morrà, non alitanti mortale madre alla nel il immensa, vita nuovo — senz' e ultimo putredine Orgoglio certo liberatore lor divinità quattro Voluttà e vie messaggio il trionfale. solitudine senza gelo Michelan- ove libico il deserto — alla aridità col avelli tutte, viaggio deserto, tende cui fiato un altro un giunge egli seppellisce la Sfinge, e seppellisce Ivi gli finale Paradiso, suo giunge sé fratelli deserta libertà, quasi in pur All'eroe suoi campagna chiude la vittoria dipinse ma bellezza. umili nuovo un infeconda e debba vi procedere agli di e budello che inaccessibile, la Sistina, culmine un Dalla Roma Ma ». che prima fieno di profumo tale pur grandezza come inattesa una primavera. nuova un ma vi possa e di talvolta balenante 4 ignoto la sozza latino; e la plebe folle trionfo la strada tetra, e il dio apparire la cantata fece che ha : « la mantenuto adunare la più L del essenza pura d'arte opera miracoloso, Con E del stupefacente di umano nello era simili. suoi i suoi contro non v'è Vivere nella e lentissimo vio- nella spettacolo — odio i che ciò contro spirito dei lui abolire significaper rimorso manità: l'u- contro nello e divieti, sopprimere dissidii, profondarsi i la coscienza, eliminare vina di- • suo l'umanità, trasgredire senza loro una unico uomo un vincere e tenne, ven- rinnovantesi simili, ma spirito di un d'incoercibile acceso — lucidi da animati Qui esplosione spogliatidelle perpetuamente libro. ma supre- fermentazione sole al e fonda pro- sembrerebbe che dannunziani, vivono sola una subitanea dolorosa e sentimento immensità in la prorompono sincerità. riprodurre la più e processo un fosse non tutti i motivi fragiliscorie, . universo un'acre da preparata 95 ia r spirito suo ». se itto v suo del visione a pensiero primigenia. Il mito è nel suo l'atomo nell'espressione della originaria brutalità, identica natura e la civiltà di spirito materia Da irriducibile e nel Così purità.Gli delle gurgite donde sonoro, supererà Quando, Viiae a per sentirsi è profetato a di ma libertà, la lontana torneranno nell'anima cose, sommergersi Pan orgiaste e miserabili l'avvento e fiacchi. di colui l'uomo. quattro paragonava obbediva uomini soffocato freme mito, nuovo uscirono Laus nella il dolore. inesauribile e V istinto ove spiritosulla dello elevazione antinomia sorgerà spento, la futura ed e conflitti perché decadenza, sono materia e il cristianesimo conquistatore; moderna quest'abisso, non che nell'eroe anni la Laus un'oscura più tardi, Gabriele Vitae alla Divina coscienza del vero. zio d'Annun- Commedia, Se non Lo 96 spirito il regge parallelo, regge Commedia Divina spirito, così Laus Commedia polo. Poiché la e che al poeta da il sentimento del al le data la materia, il d'Annunzio nazioni le tutte e espressione. Lo ormai giunto senz'ironia a chiamarsi spiritol'offende natura; legge, suo di Le fervore in gareggia strofe immense ov' del amara si che peccatore che poco di pentiva si doleva è ceduto il vittorioso E dissi al La mio le ed pente più perché che la vita alla può contro chiama bestemmia sua più pura crisi esce ra. preghie- superate ultimi gli dalla Invece morte. era dello peccato un della narrasse soggiacere d'aver E, quando si 1' insuperabile natura, l'empito del chiama tono Ma, creato Tutta il sublime. egli presenti, ma convinzione egli ricorda s' come mano l'arbitrio,ch'egli col , ha come divinizzare raggiunge misero ormai, religioso. quella ch'egli canto di mente estetica- dell' umanità. ne acerbamente nel e, cui epoche stato uno storia, universale; taciturne poteva senso poiché questa anche poema tutte il della cosa collaborarono, l'altro debole consenso nacque e e rature lette- infinitamente l'inspiraè più vina Di- una delle movimento cielo terra dello incontestabilmente al la razione dichia- è storia al lettore ; e, paragonabile non Essa ; nella incute solitudine questa colossale più infinitamente è Come proclama materia^. occupa contraddice religione è la religione che così di venerazione sublime più della essa 1' antitesi. però capovolta moderne dannunziana. Vitae «diritti più bassa, il è la dei mancò l'arte e contrasti selva lo non materia sono ma tanto spirito la carne , per un esulta cuore allo momento cantando il mio nome : spirito. La itio v ia r 97 . Noi crediamo di per Virgiiio al perfezione. E d'Annunzio attimo un traviato sia divenuto esclama la eroi gioleschi michelan- con in verbo d' ale ; pondo mutavasi attimo un parli fremito il triste animale eterno. solo sguscia, franca ; eloquente era un ardente vitale spirto che uno sé interno simulacro sì che poema Gabriele ossatura sua compagine L' illusione dura degli spirto, artefice suo come di che della nel significato idealista, un dall' avea suo del cammino istante un cospetto la creato del sul il rimbrotto : Ciascuno del per in ritrovare esitante crediamo filosofico,quando di di ; e il termine verso sione nudità, la confes- sua finale: Ed V La vittoria ebbi che stesso, mio sguardo della purità bestiale. dello spirito è dunque a è ; e, se nel inconsapevolezza spirito,e purità anche così vi profonde, è sinonimo dispetto mentre aspira fa di opera medesimo, se alla poesia, spirituale, dando rimane soppressione convinzione di suicidio di bestialità. Ma aspira con nel e opera con dello lo rito, spi- lo queldi ne passio- perciò testimonianza se di premamente su- sé 7 spirito Lo 98 nelP in implica di un dramma, viene negata. La in stesso atto dal il di dantesco Vanni di Ma incredibile dell' Inferno v' è stirpe di V ultimo da nel Poema e nulla è galla a Ma ritornano Le vortice. sferza di un un Odi dal loro impurità si ed nocciolo fiacchi del bel gesto Navali sono una materia e la del- zioni invoca- ed zione esibi- ni Vergi- Città Morta dannunziani fondo disperse e d'insospettata lucidità. tornano ri- di sotto come attraverso stantìa : miasmatico. circolare ansito e reclami- Intermezzo, vecchio tae Vi- dannunziano sorelle alle temporale fragoroso, di con Laus sono poema tutti i triti motivi trasportatidall' putrido luce della archeologico, e Paradisiaco, eliminato, sentito era vestigio furori, Fuoco di sadici plateale sua celebrazione politici, alla madre di orgoglio personaggio stico-egoisticae paludamento platoniche s' la quel- sconfitta, il della pirgopolinice. Esaltazione viveur programmi e di bestemmia dell' immoralismo E Inferno impoverito In paragone snobistici. nemmeno posa neh' caso allora veemenza apologie atteggiamenti gruppetto pathos fino dantesco. le solite qualche Fucci, purificato della nessuno lungi la Laus infinito,la divino il Ben Commedia, un Ulisse d' ansietà senza lubricità. della dannunziano. di che cosa negazione questa scegliere a il racconto : Capaneo può di persone la e nega Divina la con si angosciosa non la violenza la negazione le due come che soggetto e Giacché rinnega. capolavoro che terzine così si V amplificazione di è gesto dannunziana. medesima, il gareggiare Vitae cui se schiettezza generarono l'arte e è venuto Per la un la volucro l'in- alla prima 100 spirito Lo al impeto suo nel a nel tempo, In annunziatori della melodia una che forma come la la : quale col valanghe come Laude e delle varianti dalle più dissimili infiammata forma cristallina conchiusa strofe la fissi il caos che lingua nei un viva nei vocabolarii soffio come tutte il di ardente vigore ; una il da che sono e fulminea poema lano roto- versi e la felina con inno un alle guerresco. sillabe nove sono come tenda che da una fu fugace tutte ma e affratellate in le contraddizioni armonizza periodo; percezione nella classici primavera stupefacente è melodia parole, scelte le il sua generata. Saglienti, mestieri, della a cui spesso semplice una ed teria ma- come arcaici, nei elimina creativo pari nello donde monumenti arti al verbosità novenario, di vita le tinte. Dritto di di cinque sinfonico e torrente, me lunghissi- le la fine verso come palpitanti,feconde rapida gli ottomilaquattrocento formazione verso nella un perfin nell'accento, in anche come indiane strofe dieci , ancor quasi si slanciano snellezza versi le e viduale indi- imprime che con libertà versi, ventun violento battito suo enumerazioni I di di nima l'a- e riceverla a si manifesta strofe pindarica i sensi sfrenata della strepitosa velocità una della pronti saranno concetto i motivi spunti come quando galoppo serrato, rapinosa un tale nel è cale. musi- serpeggiano intera tre l'al- che struttura una seguente, L' esaltazione fremito. ha poema parte dell' ascoltatore un sostanzialmente balzerà che sublimemente è essa essa del ogni parte foga. Scritta la mancare Più ritmo. dannunziane, opere dannunziana. venisse precipitosamente vertiginosa l'arte e delle unisono gianti fiammeg- cose della le magini im- crea- La tura la natura con le le « pioggia i chiaria elesse il In ». immediatamente anni Laudi Ma la materia Vitae, tenevano atti tre in tragedia La o 11 pastore con furore abbandona la nella nella il violento un' la donna da e nativo, è nitivament defistesso alla Novo, il fiaccola sotto Siamo della un suo nella dei la sposa e sanguinaria decaduta. delle amore, la alpestre. Quivi Mila. parricida, e, al di zati, avvinaz- mistico conduce e sue Mila mietitori di rusico Ce- del borbonica nobiltà padre, Lazaro consegnato una ancora provincia accesso per moggio, popolaresco barbarica solitudine si fa Non Novelle nuove fosca libidine acre erano tempo Canto le do mon- furono al nuovo lussurioso casa pura gliandosi spo- Novo Pescara miticamente di e, sconvolto da riposò Aligi salva, nel giorno medesimo Vienda, la cortigiana campestre dal impura si della Pescara. (1905). Amalfi, plebe primigenia come Codra cosmo figliadi Iorio, tragedia pastorale atti quattro mare della al (1904),e Contessa nozze spirito del al Canto prima, dietro La nell' Abruzzo di Y artista pubblicate e (1902). Ora Pescara, intitolate nella negator le Novelle raccolte della tra marzo dello questo seguite le Novelle caso puro volta di mese guarda personalità per rientrare nel sua oggettivo. Vent' in nel capolavoro, della Laus viaggiano ove profeta. Compiuto delle fava dell'uomo. cuore cione di Al- canti venti, palpitano le erbe, fior della e il per più divini pagine, le strofe, i singoli versi Y occhiuto 10 101 ai creatrice nubi, gemono tace vittoria. donna lo giunge rag- sato Roio, invaAligi per proteggere di al trascinato carnefice che laggio vildeve Lo 102 spirito in chiuderlo e è ha la sposato violenza una Novelle Tibaldo sua smorto, , Pescara di e di grassume serva identica della vescica della Angizia, assassina rivale e padrona perita per a quella del fratricidio nelle (la Madia). Gigliola, figliadi lurida Monica contessa per Aligi, e, gridando : la sul quale perirà.Il rogo il Sangro, de a- si dennnzia menzogna bella!, ascende Tibaldo conte eroica tarlo but- e courtisane la sopraggiunge con mastino grande un assassina, salva per fiamma dannunziana. con Ma che moureuse, maga sacco un fiume. nel l'arte e la madre vendica Monica, assassinata, famiglia,colpita dalla decadenza fisica e morale, perisce in una lugubre catastrofe. il moggio è La figliadi Iorio capoLa fiaccola sotto volta: il quintetto Tibaldo-Angizia-Gigliola-Simonetmentre la tutta to-donna Aldegrina parla del che sentimenti d' Annunzio amori Sono stregoni completa arma La ; e delle Rocce vive, di macchiette non Ecco del tutta era mai nel Trionfo domestico e il consunto il del che stata cariato messa in della Morte pellegrinaggio ecco nella per poco parricidio;ecco e e quanta nei Violenti Messia; nuovo Fiaccola della materia folkloristico rancore il fratricidio dei nemici bruciate o cattolica si ritrova Abruzzo e giovinezza: prima sua , Iorio Casalbordino di Gabriele inventiva sgozzate dimenticanza. il vesciato ro- i medesimi e spietate,padri idolatria Pantaleone il chiassoso Paterna dalla fanatici. Figlia di in San ed fin ammazzate di e facoltà vendette paesani, fatti i medesimi scarsa elesse figli,amanti della la selvaggi, costumi il tema secondo vive e quintettoAligi-Mila-Lazaro-Ornella-Can- della Leonessa. dia a sua blasone nelle Casa non Vergini borbonico, La v Uxoria. la nobile famiglia impazzata Tramonto d' autunno alle fiamme; libertino vile allora come del di chi delitto. la stampo bontà della Gigliola.Avviene ai di che pervenuta clima e come opaca lo che non per le epoche: in virtù fortuna, per pure di amanti la carnose se del barocche o candore Maria nocente, della di liquido un individui gli per le corruzione la (i padri della si Ferres dalla del Silvia Maria sviluppo Piacere drammatiche melo- e lardi dalla Vesta Chiesa, di s' arricchisce V Innominato) dellV/z- alla Bianca Foscarina che invece sono interruzione alla Giuliana Più novamento rin- pitati questipreci- senza Gioconda della e sentazioni rappre- comédie d'Annunzio susseguirono Città Morta, Gigliola alla del loro facendosi le rappresentazioni del vizio Nell'opera di tuale, spiri- teroro fondo pastorale, volta una contatto di gorose vi- e in epoche pittura preraffaellita); morale grossolane vecchio trascendentali sono (il dramma moyante, di e- Simonetto, di che, al me co- rati, ventiquattro ca- di in il gesto e di avviene epoche purità grafico sceno- è sale un seduce la maschera questa sciolga. Ciò della nuovo che poetico, precipita improvvisamente, rigida dalla Ciò il cosa Pescara, sensuali è preda una particella dell' interno una in spettacolo Ornella, poeti rappresentazioni carpiscono lo compenso labe come Manca assoluta, la la purità sine nel di stoffe luminose uccide. In ecco crisi sensuale prava. è vestito alle Novelle del roica femmina ed stupra della afflosciato d' Annunzio popolo mancò ed ; cortigiana data l'opere tutte della pugno abbrutita e la bella impenitente dal ora in e 103 ad V ria Ma- Ornella, da amore. nelle due Di tra- Lo 104 spirito gedie gemelle ed tipo oziosa liturgico allo Leonessa il l'arte e della madre nobile genitrice, che assiste sfacelo Vitaé) Rocce. Poi degrina, s'è Aldoina stereotipatanei diaconessa della Ema neranda ve- gesto con della della nunziana dan- madre Trionfo, Poema la donna con della », famiglia. Candia impasto un {Canto Novo, Laus « della da nacque dannunziana. Paradisiaco, Verginidelle delle Al- donna di nomi (la Nave) Etra di e {Fedra). Per le medesime fra le novelle della Iorio; la quale medesima interamente soffio è non privo simmetriche sembrano le dall' alto simili di con vie des nelle d' quali i danzando. morire un contese monte moltissima loro. hommes con Mettiamo con uno e le e personaggi Ma, anche da una tosi elevai Vitae, guardasse passioni degli uomini Considera curiosità, con viva che di Annunzio, inaccessibile. nessunissima folk- melodrammatici nella Laus nume gioie, le ricercatore, esser di grado e volta elementi e cora an- equilibrio un l'artificio è nobilitato artificio, se d'Annunzio, leggiadria.È come indefinibile dolori ed V si sente al amare sentiamo disordinato, ha raggiunto. stilizzazioni vivere d'ingigantitapotenza. quella di La Laudi; nel primo atto, misura e prio pro- prime. rappresentazione una incomposto sempre Il resto delle solamente liriche veloce e Figlia di la giovinezza forma una da una che alle molte belle son della sta sciolto occupato costruzione in cui bellissima racconti Vitae loristica,troviamo dove è ritmo quel il vastissimo di Pescara ispirazione In quasi per ai sta la Laus come ragioni i suoi simpatia compartecipazione qualcuno spirito non abbia lontano scritto da di l' alla quello vittoria. La Maeterlinck cui con la vremo d' Annunzio fermamente n' ebbe delitto,come il delitto per molte che opere Egli di press'a esaminava la dei terra Chrysanthème. C studioso ed I ingenue. il paraventi di sacri fabbricante deliziosi egli abbellì arcaico, tra di Iorio di una è o fino Un come un volete — — con come sofferente da Pierre Loti di dame Ma- lo spirito Iorio di stampe gano pre- fili di un ed lucidità di decorazioni in inaudite. una C'è un lacrimetta dei suoi amoroso la stile di una con un maginari im- le loro per De Karolis, Figlia di Iorio, popolaresco la ed Figlia delicatezza parricidio e nel suo fra pelle e e zione un'esecu- insieme, di Pierrot. Tutta il dramma sospira orologiaio grottesco. Tutta e tore scul- monaco pittore, Adolfo capitale. Eppure, pensata sorridere schi. pittore- e vecchio intenerirsi ad fregio decorativo, grazia lacca un come meravigliosa commovente un vera po- binocolo capitano di la e , sventure. eh' elementi diretti dai scannano orologi musicali, pupazzi interpretòcon Il vizio s'inginocchiano, , avorii di mo. superuo- collezionista un artista burattinaio, meticoloso di nelle egualmente Figlia di nella personaggi si piangono , del buon un come paziente e di con è meno nem- e fece come imparziale. arciricca poco contro realtà, estremamente Abruzzi gli campagna rare ed lontana una significatoed Esamina virtù, il delitto lo interessano e aspetti di virtù 1' avvento segnarono è disinteressato virtù, la purità come la contro la per mana oltreu- sua nell' Innocente, voglia il , della parteggia a- d'Annunzio nuovo persuaso superiorità,non il Il Iorio. abeilles; e des vie la scrisse di Figlia 105 vi fa pelle se , quell'umanità sospiro che sa di pie- 106 Lo spirito nilunio di e che nordica Mila debba non Fenice, di un'isola sarà sui la né materia di Iorio dannunziane, pere in ricetta. a diventa mai dell'ambiente è non della decadenza di un' epoca bella è del cattiva V arbitrariamente ove la peccato nelle le serparo, era è rinuncia ad dei personaggi la finalmente la agire e verso scarno nello si se dura ed toglie la virtù chi quali deserti in come ed esangue, ma , ed rito spi- estrinseco raggiunta rivelano , vita una drammatici schematica lo stile La lante, crol- casa liriche, alle Il binata com- secchezza. tutta nei o- la descrizione razza, oasi alfieriana. raggiunge tragedia persino, il viandante le punto ed nessun una di Difettano nella Figlia tutte parole, raramente spezzato, sobrietà come della da dramma alla a passione; vorace azione in lacrimevole e zione descri- di saluto. un forma violenza di che somigliante È stessa. nobiltà fiaba e è né motivi somiglia una tragedia di vista non Aligi compiuta stata nei e regina bella più nella e verbale di la nulla: né ruggito spesso dissetarsi dannunziani. una mai se La tragedia. scena soleva sia Iorio il dissolvimento della è fiaba a È che e ove meravigliosa il moggio non figura nessuna pricciosi ca- l'araba alle rupi, cima alla Francesca e fanno. trono, un solamente sotto fregioné una alla Figlia un non ceneri, come di Iorio che la Fiaccola folletti davvero per dalle in l'umanità conosce Ma morto gradini di Figlia dell'umanità chi sia pecoraio ? Questa si chiama gevole fug- una , fiorita fino e re ma a e benigne far male risorgere salire per fate di Lazaro che fievoli,simile con fingono possibile dannunziana. musiche strane favola l'arte e giunta rag- evitare il apertamente le per 108 spirito Lo furia composta undici da la necessità urga alla convochi dal la scrittoio fretta far affannosa le ciecamente ed fra le una sciamarono le sieste durante le o dal espella trepida che paura inoltrata con la la per valcate, casuo d'inchiostro umidiccia già troppo superstiti; gione sta- « speranza lauti incassi. Ed anche che in rarissimi si non volta questa dell' intima di casi l'«ora bestemmia Il miracolosa è quando ripiegato la Laus Ma, d'Annunzio su altro si stesso se Vitae essendo smunto di un i « La paralipomena opere successive Laudi. Sono, d'animo che negazione sarebbe ed per camente esteti- ancora incapace in altri preparò sotto della contengono i una la materia. era « di rare gene- il moggio Figlia di paralipomena del tiene con- Iorio » termini, riproduzioni dello l'avvento mune im- anche incapace conseguenza Fiaccola » dussero pro- capolavoro, Gabriele un e la e volte rielaborar a forze artistici rinnovamento. quella che in capolavoro spasmodico, di rimorsi creativa; altre come , un la ripete precedente, un'opera fiacca, d'Annunzio volta si non sorto schere ma- sono forza Se prodotto, ventennio esteriori capolavoro satanica». avessero nel i motivi legge. ripete giammai chiamavano di forze sue che allora abortive, che e con agli impegni Sembra porta. sua ancora e sia non fronte forzosamente, l'opera » dei di distratto maturi mento mo- , imposte; scelga cervello volto scon- al fino mondani e ispirazioniconfuse suo ozio torbido un vesse vi- d'Annunzio se in anno disperatamente ed usci mille dell' intrighi amatorii economici serri dannunziana. affaristica,come mesi ove egli l'arte e ; le delle stato capolavoro; con Decadenza. l'aggravante volte che della della del Abbiamo dopo. vengon l'apologia conclusionale 109 morale la eroica, di fronte sua mente superuomo tre ancora comparsa al tribunale società. Prima l'idea dalla germogliare a della Nave laida da Francesca della sorella fu stracca , Rimini, città del silenzio. Ma esteticamente non falsi furori la gogna è anch'essa perché alla la gogna futura della simbolo disinteressata, patriottici.Se la si celebrazione, è Italia imperatrice Venezia, mari dei dell'Austria,è glorificatanelle origini.Ed Venezia di che ecco succede cosa la fazione : sommissione combatte lurida una glorioseorigini è così divinamente si resiste spoglia liberalmente, ad della fazione di Aurispa, nave, di stanco e partire,a dramma un il cui nucleo e come mo' l'uno un Basiliola E nando trasci- il generoso l'altro capo antenato Basiliola e ragion prima di Giorgio alla prua d'espiazione, per di viltà morale fratello; vescovo V ipocrita vernice la cui e sun nes- fratelli. Acceso Marco, il quale spoglia, nudità. scanna d'inchiodare periplo. Raschiata rivela si priapica seducendo e la sontuosamente, follia Gratico lussuria decide di e sua balla gratica,Sergio gelosia, Marco ma, e collettiva una veneziano, popolo alla servendosi Faledra, bella,che, quando eroico animo della la fazione contro cortigiana, Basiliola voratric di- prime sue gratica, propugnatrice dell'indipendenza, di e grecanica, partigiana Bisanzio, a nelle Nave nella politica estera. sua alla messa d'Annunzio, di di pavoneggia Gloria nella d'una celebrazione laida, perché politica interna messa la è un della eroico patriottica,si di libidine è sadica, nell'immagine 110 Lo della cortigiana, spirito da servire protagoniste di Iorio. violenza, cui le mani nel e — la mondo, la della nel carta ha per l'urgenza e soltanto per Quando ma. la è ostacolo popolo è bellezza bestiali che di la evitare altro ha si e verso nel menar favore salpando la non ; una guerra Marco delle noia fare, capisce compiute lunghe a va far giornate. la femmina una plebe si ai di bruti per insaziabile maius della è sua la tragedia della fa pensare una corrotta, un crapule ; lubile vo- pretesto e folla, nescio progenitrice, la Gloria ; eroi durante avere di suoi che mulatta e guerra seminuda, Simile feroce dievale, me- pronta ad applaudire in ogni occasione Questa perato su- sempre sembrano fanatica, religiosasolo più alti schiamazzi, nato determi- L'eroe sempre un'orda veneziano: sistendo con- raggiungerlo, si affloscia. eroica moda co- specie di Ercole volta presenti il lunga più patimento. cui da di verso punto un nel e una qualche tartarica forte. la con in ed cui a sono di gran un'utopisticarepubblica invasione e chi partir per come imprese gli forza sua ad a di l'aria non appena il salpare quasi solo, o la consiste ventura, geografica qualunque solo alla ma contrasta ideale contro Figlia navigazione propriamente eroica, questa Gratico la libidine qual navigazione che lussuria; non come della e protagonisti importa navigare di di fiamme conseguenza per supremo poco — e corpo il cui e sangue piccione pur e, perisce nelle autunnale e tiro al Fuia, Sogno Gli eroi Francesca. briganti, nel che di sincerità la della Fossa prua, del Poema nel si esercita di figura le manca che prigionieridella i contro dannunziana. l'arte e scenità, d'oil più quid giacché per Decadenza Ili . d'Annunzio il popolo corifei per è sinonimo né di folla,e, non tipi rappresentativi per necessariamente manifestarsi simmetricamente disposti, nei quali ciaschedun ripete l'interiezione esattamente il d'Annunzio con estetica la di sostanza la d' ideale somma chiedersi bisogna Schiavoni Venezia Tra varo il si primo disegno in pensate meglio stampate di schiere la lussuria a patrievalgono figurasse loro minare doper vessillo, d'Annunzio turpe sua gli briaca e la missione della di sette metterli sotto- Fiaccola, le tardi della seconda. nel verso , mandando quasi in sta ansiosa malora ordinate la il il per ragion per di saltar metrica e a Quasi per prima proposizione, troppo presto parola dir Fedra, arbitrariamente. della L'ultima a o nella sillabe troppo suo tragedie dalla come sono undici, finisce verso scritte tutte il e mente Sostanzial- la prosa. versi, sono di e (1905) quantunque prosa, in Nave gli endecasillabi e ciaschedun popolo; di nel ritentò poi. Nella i settenarii drone Pa- purificare /' Adriatico. di in le Domeneddio (1908),d'Annunzio Fiaccola nel destinata è contenuta come da aveva e che Bizantini,giacché i e altro e bruto vicino. suo nazione vero che elementari contaminati una Se è il mondo. deve , s'illude di rappresentare facchini di branco un del vedere non artista, quando pessimo ma di urli per lando par- senso senso sciplina di di- nel condo se- rendendo , omaggio come primo logica. Si alla vestendoci quando, bottone sbagliando, semiconiche, ed in col secondo alla fine che un prova fretta, ci s'abbottona occhiello il vestito e' imbarazzano di fastidio, senso fa due e il si prosegue goffe pieghe gonfiandosi al più 112 Lo spirito leggero movimento. con a in né, in non che del gli non schemi beli' (endecasillabi festa s'addice non al misti tragedie, che Ma 1' abitudine Minerva. Di Vita delle Vite ultimo guizzo Elettra ; /' che del Vesta, la la solita il dramma vai da cui sbocchi più senza credette nel lago incorrere illustri tra gran un appartenga Rodolfo». nel indispensabile codice rica reto- e ed unica o- nella bella scena Brando Corrado e più poetica lunga Ma versificazione. eroe, al delle e sistema vuole del fece è prire sco- Nilo molto penale, e, poiché all' esplorazione conde, Gio- Brando perché Stanley di Più episodii somiglia. Corrado ; invita patriottismo due in sue di uomini e Città Morte delle vicino l'Omo la tronfia errabonda ed un' esploratore africano «se di è prosa meno che moderna episodio fiacca versificare segnatamente secondo Canto grazia. a dell' esaurito tragedia Qui, amore. iniziale Maria la e Ri- alle (1906), prima uomini di gli da nel di mala scrisse Rienzi di promesse scuri, che Cola di trovò forza per costringeva non prosa e (endecasillabo sociale, li subirono lo Figlia contenuto suo settenarii)e a patriottico,profetico).Li impose nuove della fatti nella Francesca e calendimaggio per alla struttura d'Annunzio Il spensabile indi- è le contraddice, è costantemente gemella. estrinseci mini di quando nacque concordia la mirabile con il posto Non risponda in intonate cedere prosodica. decasillabi en- più, in sillabe, di metrica la struttura la forma che forma altra pensiero di Iorio ; ma, segno casuali in quanta tutta quali finiscono serie : qualunque una dei è casuale, che potrebbero accento un Nave La centinaia ma, dannunziana. l'arte e o di non dell' Africa Decadenza. tenebrosa né abbattere né i la « del è cammello Magno, di ad apprese bensì secondo ciò eh' nel mondo che si non l'altra e Brando costoro, degli ai del Ruggero eroismo eroi è L' « del e eroe » la che Il che come sue e « non magari e le imprese per ma rio agra- ; non per colpe. a lo chiunque può ad né nomare. me- purché egli si che e- non definizione auto- per crede pace ca- mente effettual- ha grado malsé possegga per travagli, considera di diritto V « colpe, sibbene sue prezzo concede » le Chiunque « il eh' nella tà volon- sua già le azioni per la non eroe, morta pre- proclama ; ma vero è privilegio suo di euritmico distruggere può non 1' eroe conquistato grazia, questo sarà compiere, compiute essersi colpa che né le fratelli Gra- tribuno sé a siddetta co- l' praticantedel- » intorno perpetua e si dimentichi di la prenata era fervoroso un la, nul- e progenie gli ; sce, asseri- prefazione apologetica l'autore, diffonde eroica, in tempo Beethoven, da bontà , roe fece i due di Roma re vanvera. ciarlatanesca lettere e si combina non come che Fiamma, a gobba glielo perdoni, superumana cognome tempi nei consanguisulla non cosiddetta la calpesta e ai se perfino e Dio egli, se numerosa nome », i fatti d'Alessandro « giustizia.Anch'egli, tici legge questi spiritimagni l'eroismo da da di talità delle fa- Odissea, Rime Corrado apprendere se V male, peggiore lega ci caricò Dante, Erodoto, » della perdonargli, non Michelangelo. la « che quella anche possiamo suo che il anche fuori mettersi convinzione corporali », di fare di capacità termini, la ferma 113 di punirsi altri. riconoscersi » o di Sofisma: meritevole farsi se di spirito Lo 114 vale autopunizione, di Cade Chi, nel dunque dal astenersi poiché tutte le infamie. non vince al Disgraziato ed sta l'Africa bottino, ed suo incinta, i vili nel Così delle a per quarta Roma. della quel non che aver fatto agenti Corrado se il del Brando poeta di si poteva come delle di la la vacuità del guardar di da dramma, la dentro volta revolver, bel un re finirà, Anche sicurezza. cavare moralismo vergini pelle agl'incolpevoli sua osò , dentro gnanimo. ma- ce ci di- poeta colpo un cara altra quel megalomane pubblica osato avesse eroismo suo il né o- piccolo Brando, il pagar per Roma terza tragedia ; tirarsi per in fanciulla la arrestare per nascere gliore mi- suo momento Roma vilissima Il frenetico sembra, senza del Vesta, più fortunata sia rocce, la ragion : dall'estradizione, il a santuario Maria da se rarsi procu- imbarcando bosco, sicuro della finisce amore proprio nel di al in sorella la abbandonando sgherri penetrare sano è fortunato uccel equatoriale, Una all'esplorazione dell'Omo. ingravida farsi per Brando. futile pretesto di Quand'ecco, amico. cui al giuoco, seduce cui per è rizza geografica lo autoGiuoca disperatamente, e, e svaligia giuoco, assassina necessarii i mezzi vrebbe do- pudore, di Corrado milionario, col vecchio un ritto. di- self-government, di parlare dersi. posse- presunto suo rimasuglio precisamente l'aspiranteeroe nobile e platonica ambizione a il vuoto un avesse se di saputo dominarsi, compiutamente a di riconoscere può aver non riuscito ancora essere non che dire a cioè peccato, aver dannunziana. l'arte e Tullio vacuità guardar Hermil , che, non dissimile da Corrado Brando , pronuncia- spirito Lo 116 gonisti. Anche la purità dove si sazia la fame della libidine. E il come leggi é egli anni ed del cannibalico omicida personaggi i fagi Flaccida l'autore. Poiché di artista d'un anni, non sia oscurità ed una è terza vivo o non e compito nostro sia per primavera unanime per Jorio, ora sazie dopo la Laudi, suo incestuosa, Quasi antropo- autofago ed è divenuto ca, strac- irritante il scrivere nel necrologio profetare se da questa un'altra prorompere grandezza. oltraggiò le ed la Figlia intellettuali abbandonano indebolito,gli si Nave, anche caduta dopo dan- dichiaratosi intellettuali, le aristocrazie clamorosa crisi Il pubblico, subito che per pieno vigore degli di artistica aristocrazie triottis pa- il d'Annunzio l'artista la servita era col moralità che, fino alle Laudi, derisa nunzianeggianti stantìa delle prima Per la forma. compito verde e primi languore violenza, è nostro non passi. decrepitudine la materia; per slombata e sua : salsa una superuomo addirittura : in di casseforti. afosa, opprimente arida la e scassinatrice e sui suoi ove, opere, » sete arcana. dieci anni l'avvento proclamato legge tornato o che antiche ricucinato ha ineffabile « sovverte dunque delle all'elaborazione è sua cinque la materia, che fu chi la si spegne vermi nome una porre per Il d'Annunzio anni suo giunge rag- complicata ragione non dei di nome della colei che, assassinando, la per il debellatrice è la vittoriosa Fedra convenzionale, moralità dannunziana. l'arte e dopo mantiene di Più grado mal- l'amore, anche che la Fedra. fedele di I giovani impa- Decadenza. zienti maligni e i critici ostinazione dei Iniquità bestemmiano fiacche espiazione negare troppo il che trionfo tardi della perseverando merita più. le la ogni la all' gloria braccia sue plebe artista balorda sua ad giusto troppo riconquistarla per rannide; tila contro protestano É per quando diuturna troppo cieca plaudenti. strenuamente anche la inflessibili ingenuità. o 117 onorarlo che divenute son Ed giorno. letteraria, che lo di la è saria neces- pertinace nel pentitasi compensi trionfi, sta te- troppo meritò, severità, batté com- cinta porti ne chi ch'egli tista l'ar- non III. BELLO E DEL BRUTTO NELL'ARTE D'ANNUNZIO. J. Gli elementi Loro importanza scarsa principale carattere; critica Un è G. di è non d'Annunzio molto Per esclude filosofica tipo astratto del puro astratti più alieni dall'esercizio intimamente sa d'immagini ed tronchi con iniziato del di antitesi il suo morale la come ebra di in penetra potremo programma abbiamo comune chiamare dell'opera cui poeti italiani, se di leghe i nella Chi sua conversazione, virtù, che sfavillante ampiamente il suo sensibilità, il filo appena genialità,egli per intelligenza. A politico ed quale lo conobbe instancabile conclusione poco temperamenti raziocinio. di zione medita- press'a pure noscono co- zio del d'Annun- del una si non un'epoca pensiero. Ricchissimo quella più di da poeta aforistica una d'Annunzio il cervello immune intelligenza estetica grandi Suo - positivistica. critica, realizzando o l'indagine degli i L' - scienza purità fra quasi d'Annunzio Gabriele su Ariosto, Lodovico si mantenne di eliminazione, esempii dannunziana. disinteressata dalla strana una G. di Tracce - semplificato altri il Cultura - giudizio complessivo sua. si nell'arte intellettuali credo mostrato, una che fetta di- comoda si riduca filosofico tracciando e la di L'arte 122 d' Annunzio . storia del rivela senza spirito.La suo lacune dalla di conoscenza rature e nella torii poesia molte romana, fuggevole una di letture biblico molto larga la ed di d' Annunzio che trovò Tutti le opere che dal il solo le stesse del creature del suo precisamente le linee per dei la intimità, ha già letti, diatamente imme- d'una nalità perso- d'un'ener- ma raccoglitrice di la per il suo gli sola opera libro, la erano « teriali ma- che ramente ve- opera. sua care già non ma come ne spiritoegocentrico. L'impressiogli lasciò prima la Divina degli olivi volta di Commedia, Corfù, Le la comprese. capolavori somigliano da 1' : spirito universale, il ricordo sgretolatio novello. che distingue contrad- furono ammirate, non I fra le fortuna d'Annunzio assimilatrice, altrui dello predominante, egli cuore: genio monumenti pietre miliari solito gitato dottrina, esco- cultura che ha libro, a di vera infaticabilmente per di carattere, che timbro, inconsapevolmente » mente infinita- sia non grande la i libri d'arte volontà uso qualche curiosità ricettario dottrina, vera decorate e reper- , dell'essenziale il disinteresse. ombra gici tra- per di Platone, vivace e immediata Questo musica. la è nei \ lettere,per la pitturaper la scultura di signore. Manca come dei di storia infarinatura , Le razzie opime Nietzsche, una uomini dal gica studio lette- mitologici archeologici ed araldici,nomenclature gli tutte di e greci, qualche svogliata scorribanda lirici più fresca per italiana dei , e letteratura cellente libri: un'ec- suoi modernissime, retorico, fra lettura dei si straniere botaniche, libro cultura appariscente sua sgretolare per alle alla cui pagine lossei pietre di Co- metter su un ficio edi- 124 L'arte Annuzio a" di . nulla vedere a Canto del Alcione di fulmineo sua marginalmente Ma questa avendo copiato imitatore ogni l' impeto cosa stile,un che definibile La che tralascia non che, avendo furti piato co- innocenti nel- d'Annunzio odierna il tono è manca timore di equivoci, coscienza fa certo un di pronunciate di che preciso colore vi un' posizione com- marsi chia- nerà condan- iniquità,la chi l'abuso, protestare contro si fa del la pore sa- energicamente commuove occasione critica e vostra cui altro, non per nella in che senza possa, nell'istante ; ed dire a dannunziano. non che, pedissequo un originalità.Il V intonazione Provatevi canzone. quale, resta bustezza ro- spunti, materie, strofe,periodi, situazioni, fuorché di nella taluno , i suoi vorticosa una è talaltro v' è e annega , di rubato tutto : rigo un significato consiste V 1' opera libri letti. ai nessun poeta un mediato im- materia, nel- concepito ha libro in poetare interlinearmente non rara del cose a plagi qualche sua ha dei casi temperamento. suo mai servile ha della originalitàdi del e contatto constatazione L' molte in riuscito ed in se è maggioranza enorme critico. ed novo, dei questione che, il d'Annunzio e V tediosa È verissimo dannunziani. poesia la con di criterio nalità. origi- zio Negare 1' originalitàdel plagiario d' Annunl' identità dei significa ammettere plagiati la con Pindaro, di Maeterlinck somiglianza di Verlaine Poiché il d'Annunzio ha Eschilo. con saccheggiato i poeti più opposti e le ispirazioni indifferentemente , più contraddittorie, vale personalità Leggendo le ha Dante tutte e a dire quante che la falsificate Tolstoi, gl'inni violenta sua della e corrose. Chiesa e Elementi intellettuali 125 . Baudelaire, egli ha cervello tutto poteva, con ciò ed tirannico la dato maniera sua implicito un Non discordi aliene. da a sculture della sono deliziose scuola l'ha suo La una dividual in- propria famosa i pensieri tazione interpre- della Morte), squisita bilità, sensi- dalla venzionale con- giudicato superiore, da che universale e frequenti digressioni fiorentina, a pitture e traduzioni e volatizzata Fiorito letterarie. parte dei può intendere della letteratura del la la massima come distillata la scienza. mente unica- capolavori michelangioleschi a critici d'arte, non simpatie Le divagazioni d'Annunzio, biamo ab- facoltà sue un' estetica settarie. non la serietà cupido mente una attraverso veneta, delle È Wagner tematica. formule scuola prima più diligente si allontana non di il Enrico conoscimento, (Trionfo Wagner critica non Wagner della Anche di prosa wagneriano, intorno delle metodo allargarla,accettando poetica, rivela analisi monda rendersi ed ogni sottolineare le forme e prosa come di ad del Tristano intenda il quegli che, e rinuncia di giudizio critico è d'intensificare un fonti di spoglia ; ma non toglie pregio, dubbio senza o Vergini non gli esploratori di è suo d' Annunzio. Esponendo come lettura dal era Questo truccato. di acuto, all' opera critiche. nelle , usuraio del non contraffazione, Platone fra loro, che cultura espulso cervello suo di Perfino pretendono Thovez se, al è dannunzianamente Rocce, ed che marchio un somigliante. come automaticamente la in primamente plastica,se sterebbe poesia. Resotto attratto positivistica, temperamento verso un siddetti co- la stellazione co- dalle naturalismo 126 di L'arte materialistico, che E t'inviluppi, 1 riflusso materia che giammai Non letto il gran pura, la aveva parla sie molto di finché », Ed » fu da attraversato simile sussulto un fisico Tutta difesa. del i suoi riposo a" instabilità rare decima tirannie tutte poiché di nervi, anteriore di molto ; in Musa egli del le portato aveva d'Annunzio; ». Simili il dell'amplesso da terribile suo di nomeno fe- senza il dominio sotto che devano inva- valevano attimo, a rica sca- una vittima cerebrale centro lunghezza sua era sione vi- violento ripercussioni in La « così quel era attimo molecolare nel lui l'uomo del- excursus : prodotto conscienza sua quel punto muovere la la desiderio cui delle la questa i nervi Morte tutta diseste- « in urto quello Avveniva elettricità. di e » prezioso un per a Episcopo mistero, della diede gli Giovanni un Trionfo dal dell'amplesso il corpo Che « scente l'adole- prorompe finalmente ecco psico-patologico che punto : Bùchner del parestesie « esclamazione muore. non Nel Novo? certo un tempi: immenso libro quali non a lapalissiana ! Canto del poeta suoi tendeva inviolato, germe ne' monade de dei parolaia scienza pedestre desse ca- arruffoni gli tutti a il d'Annunzio anche che bisognava nell'agguato la d'Annunzio. che il a periodo grado estremo ridicolezze sono un buon Cesare gusto salvò Lombroso. «mondo» 77 d'Annunzio. G di 127 . Il 2. Confo mondo « consuntivo simpatia della Angustia - Paesaggi e riducono a Laus d' umanità Mancanza - del dannunziani Il labirinto - Arte visto considerar o fra durature il libro Vitae; arte? ha si lezza? bel- o quali per dall' Intermezzo Novo l'edizion nel- parsimonia dal libro di Elettra, sotteo, dalle Elegie, dal Poema Odi da Navali, dalle Rimini; le Novelle assai un vi la persuasiva manipolo, è chiuso è e che Innocente; Pure, quando resterebbe non Francesca molte fra scelte, prose l'antologialirica. Non è di periodi e di strofe, e esercito un immortali. cose V Jorio; Pescara; un'antologiadi della meno son di dalle Paradisiaco, la con dallV- avarizia con tragedie sbagliate ; Figlia con Chimera, dalla la stampate: e il Canto e gioni, ra- diecimila e definitiva; un'antologia lirica scelta abbondanza il Tutto moda le dieci scritte Alcione; di e - specchi. dannunziana quali siano, il d'Annunzio che di infinitesimo. non di e fantastico mondo suo residuo un fantasia. Abbiamo pagine d' Annunzio. intellettuali dell' opera pura da opera monotonia e dunque è sua personaggi I caratteri resto di Gabriele il conto che tivo consun- firmarlo il se , critico eh' si vede egli ha brutture, necessario acuto e sfilare innanzi assolte un penetrante voce e lo rimorso dalle prende, d'appello, processo l'opera superstite Qualche scernendole sottile un le bellezze avvocato il migliore nell'aula nel fiscale vittoriose, consanguinee come fosse se quale perori un più contro d'Annunzio. commenta sfavorevolmente 128 di L'arte la finale che apologia dell'artista, nella lunga indagine, una spietato svelò e coronò Questa e d'Annunzio del la conquista quale è dove ; sa dormire capezzale, il far faticosa,al qualche raro di Guido e coraggio Mazzoni all'incessante cade a nella È vero in uno : ma non riprende nelle per una : gaudio mani per noi orgoglio la natura in quid humani è ospite desiderato un duraturo forza volume di alienimi e tensific in- può Si generare. do, quan- nostri, abbiamo cosa di nunziano dan- fisiologica,orgiastico irrompente, a trovarsi d'Annunzio, qualche felicità coscienza me rilettura propria del risale consenso. bisogna di eventi dura lazione, conso- sazietà dalla quella medesimi trice una che un cerca siasmo dall'entu- lettore, che non combinazione in riconosciuto ma per della sottigliezza accorata con pigra sazietà, d' animo, stato che parola di rileggere il d'Annunzio per possano dell'eroe, o d'azione, una è non riposo. del franco di impeto un glia vo- lungo gli sterpi libro accennò esitazione non fiscale quelli che uomo di e sistenza re- sensibilità pensatore compagnia, grande senza l'avvocato di del mediocre l'arte dove Il d'Annunzio è guanciale ai sentimenti pur sua confessa in- bellezza. ammirazione, della non stico entusia- piaga persuade nostra V incontentabile. possano strada la che, ci non malessere sotto che né in da dice cede simpatia. Ora nostra oscuro poeta folla,che grande, la palpitantela mano motivi, forza esprimere un i penetra ne con giudice fermo pugno da immune esce il quale con partita dalla voce non d'Annunzio. solitudine delle nostre puto. invocato Allora ; la spregia- forze. Quic- il d'Annunzio mano ardente // «mondo G di ?" d'Annunzio. 129 . di chi da pagine, lungo tempo oltracotante. nostro che ci fanno sentire con quotidiana chiudono le porte sentirlo,la a bene sempre, amico percepiamo ; con lo cui non storia. del la profumi, la sterile ed La inviso ; ma ed visitatore tuno, impor- prolisso, cui sposti di- Ospite padre, non fare i Se né il un' avventura chezza stancome ni, doma- vita senza dalla perdita, l'arte matrimonio; galante la sete , di voluttà del più non Y amiamo, conti nostra senza si siamo non respingiamo dalla di aliquid Y imminente lo radiare, Y operosa nemico. nemmeno più spasimante fantasia vi uomo per a non ci Y inscindibi e ci vince. parola frusciante vita nostro densa la ; di tutte di più amara. sua un Se la fecondità è più orecchi. espellere d'Annunzio , e necessario sia né è un un' ombra si possa Non spirito e è respingiamo, possa rimorso, che coscienza e doloroso pur fatti,se vanesio od come se si sua accetto fratello,non che gli e dei e nostra chiacchieratore un della e ciali so- rancore responsabilità il d'Annunzio ansiosa, allora uno fati dei nella trepida in impercettibile e continuità humani filamenti amore, mondo la nostra dell' animo voluttà in e del cose un la nostra strappo in odio alle che gì'infiniti se sue scaffale,li fruga strofe la per Ma, legano desiderio, in sulla declamerà rotonda voce ferma si cupidigia, con le percorso derelitti nello i volumi cerca aveva non spaziare e la ad è troppo possa prima ed chiusa respirare. Vi volta, acclamare. con Ecco angusta entrate Y animo infiniti ché per- tamente, sbada- disposto paesi e lon- nei fanciulli donne, sofferenza vita della od divina divina davanti le di fontane di volute e Roma Le ? sfondo archi malcerto di verso cammino, dell' splende più di vele urlando di di riva, vestiti in Ed un ecco rito tra colori ancora il basse, tro al- Un nella terza sull' da on- s' assiapano i , somiglia nel condo se- il mare; dormono ; di lungo suo macchie sgargianti mare Nel azzurro. Maiella religioso che di scintillante austero, scarlatte pagna. cam- velata di tramonto. ed la la prossimo le gli da- e primo piano del stanco rosea contro fascina- magrezza pineta. Ride cupo fiorisce nembo un ; nel d' sposti di- raggricciano da coronata turamente ma- pio princi- uno di febbre e piazza una Alpe Apuana biancheggia sulla da sfrenate le cavalle pittura ; paranze ; la si procace fiume, già un traversa pascolano una chiesa una quadro, mare ristoppie V orizzonte verso scalea, un'ampia vista sul di là dalle terme ; ma sale, molleggiandosi, in più città archi cavaliere, emergendo polvere, galoppa acque gli diviene quadri, Neil' una un razione ammi- vostra mirabili marmoree e tutto Guardate curiosità. non « immensità Cinque terme biondeggia Un per La né dantesca eroica"? ? sfatta, di- dia, Comme- nuova non di disamina. entusiastica della dannunziana, creature vicine. uomini, della e perfettidiorami, attraggono la vostra uno poiché quella mutevole a cose come in di e cupidigia ponderata Una la Commedia », di natura universo vittoria morte. o, ed atteggiamenti Commedia una umana non : della e umana, balzacchiana, diversi più tripudio, della del e di mistero ombre sfolgoranti ed tananze trice d'Annunzio. di L'arte 130 popolani, a un penultimo canale. bacqua- L'arte 132 mano scarna, lungi da piacere, Altre le Ecco da mistico lunga giovanile da una dall' gli occhi al cielo, mentre danzando 1' immagine incontro dai seni i lembi lunghe E Odio fratricida,simile che donde trasale rogo, salire un di gioia lambendole di fregio giovinette, simili recando Magnifico ci promettono che si Facciamo ! la ; e dietro un sui capo e ancora stendono, dunque invitandoci, qualche all' atleta che ghigno tale mor- Chimera alla mento basa- sul sima bellissul ella, ignuda me le fiam- sentendo E tutt' intorno alla revoli innume- ove all'altra nel volto, procedono di spighe. più stupendo le l' del- della grazia, canestre vagamente statua ; e le membra l'una pupille l' esterrefatti,dal- occhi schiettissima le cave con ventre. di pampini coronata fattezze sovrumana, il imberbi fra le dita raccolti bassorilievo, dov' un si par minuda cortigiana se- capelli sconvolti si svincolano nemica sala fra i la ma dell'Incesto,dagli guizzanti il , nelle i denti ruga estatici cedevoli Chimera eroica, gli discopre il simbolo idre forza la rappresenta estremità nell' orbite alla accanto altra fuggevole, affondate le chiome, devastatrici. velo zietà sa- sorretto volge Bellezza, prorompenti del una croce, due ai della vivente la , corpo avanzi rimbo co- pastore, gravate dormente agnello un chiome ove libidinosa, un non carnoso la testa, alla bocca ancora. spalle dalle il languide reclina già e presso scava, dita sulla destino; e, giovinetto bellissimo, ricciute, sfoglia fra le del il mento appoggiata sull'inevitabile medita lei, un precoce. d'Annunzio. veneranda, madre Una di sarà quello che crepuscolari lontananze davanti passo più ai nostri occhi. in là ; lasciamo // "-mondo di " G d'Annunzio. 133 . Venezia Bocca e d' melodioso pastore. iWa ci Non arresta. lato. E il nostro quale è vaghe fantastiche statue, i medesimi le medesime quadri, spiragli di e campagna luce riflessi 1' altro contro sorella dovunque, : lontano, neh' e presso che dannunziano è all' angustia del libero vasto e le in un scricchioli è il della una volontà ad rare ammi- bilmente insensi- danza, l' Incesto rugghiano conquista, La che dal è pare madre salvi di che dal colo peripaura portare alla sé, ha non impotente. bassorilievo, e che randa vene- ha di vanitosa si urto. sa non lascivo l'Odio e che al primo dolore, giovinetto quale abbrancare, e cupido credemmo che sottile meretrice, cupida gli uomini, d' uccidere le fiamme la e nel neranda, ve- segnati specchi. Ras- di crollare la L' universo nel sole. nell' inerzia. il figliuolo, e tutti sapendo d' incapace di per serafica implorare meretrice, rovina forza ed furore uno sinistra, da a tedio un di madre torniamo mondo, basamento Quella Bontà, così piangere la precordii. Quella Forza, dai perenne sul e e luogo chiuso, Ma note. ci sale scaglia il come immagini destra ombra sioni inver- Arno, il fratello piccolo labirinto un d' mistico, brucia, a ed sistema Bocca Venezia, cortigiana finitame in- proiettati dall' artificiosi il pastore nelle gruppi mirabile un per cristallo. romana, la della di giochi La medesimi rifrazioni multiple ripetuti,con e i sono : mo, volgia- ansietà con lontananze ci muraglia. una Guardiamo specchio. tro dall'al- nemmeno contro il e ostacolo Dovunque terzo. sbatte veneranda improvviso un di là. E dal capo uno e ecco si passa neanche la madre Arno, non quasi Frattanto le canefore di L'arte 134 a" Annunzio . girano fra nulla queste tutte si in muovono leggiadre così decorativo, a ed quest' Non simulacri tra di confuse ; languore passi di di narcotici del vostro quelle d' vostri vi carceriere cranio aria statue libera. e le E quelle ombre magiche occhi allucinati. e questa sul e voi pareti per pitture muro, chiuso di a pochi la vita? prigionia, ove con sfonderete con un zioni esala- peto l'im- Per guinare san- libera luce, vetro. febbrili ! rappreso che non fumi pro- strascico lo alla e tanfo e gorgoglia vedere, vento un caldo di suo pitture nari lentamente uccide perversi, è direbbe mondo di Tutto timpani Chi istante di nuova Quale svanite. il vernice sui snervante! qualche all' di il pastore il colpo le cora an- e sulle polvere ché fin- ed sfoglia gran ; gruppo piange assedia ronza tumultua là invisibile se vi e v' alcova, musiche quale Ancora E un ancora giovinetto di grano d' e in madre un sioni pas- mai, urtano soffocante? preziosi. stappati di il ordine un museo la le coreografiche slancia dunque verrà Ma compongono si e s' non e cielo il sovvertire sui si Forza la Non opaco. figure procombe guarda corimbo. leggiadre danza ove Bontà la scatenate? che mai dunque avverrà passioni precise e della fine alla Non fine. mai senza fossero frenesie chi giuodei Forma, Forma, 3. Impressione delle di Incapacità di Grammatica Un fatica creature sue lingua e costruzione-Caratteri fatica di alla pieghe, nell'imbarazzata e di stanche la anelito vivono la del è figure troppo possibile ballerini strette fin che dalla dei ed che discorso, tenendo e il o un palato. Il poeta, impresario, le tiene dalla passo, troppo pronunciare di contento creativa e solo averle non fosse le dirige istante le create, quasi che intimamente istante abbandona un come dal mano, per a persuaso, sé pedagogo l'ultimo al- primo le Non forza sua pagna accom- nemmeno medesime. un lingua parola. della istante, e la fra all' ultima prima sia perché sassolino per loro alle scarpe con inflessibile Il suscitate. come debbano un in gaie. Sono , grande noso pe- de larvale, don- imposto e danzare con romanzo innaturale libere di muoversi del riluttanti ha creature invocare o creatore menti, movi- loro Le nel mondo ha loro forza, sembrano, nascita, incomodo oratori di con delle creativo. e poste sotto- generate rigidezza dramma le poeta debbano come gioia del fine il tirannico che gesto di Oppressi le opere state Nella sommergersi per mano siano - questione della lingua. che pare - lingua dannunziana intolleranti. lo sforzo araldi vivere la preciso e dannunziano e compostezza tradiscono dannunziane, vi dolore. stento e rende lettura grande loro vi leggere, vostra esse della sintassi- D'Annunzio e limitato classico Differenza fra - 135 stile. e -Valore stento iniquo disgusto dalla cui lingua di stile. e un La sua volontà debba le dire, non loro quale libero attimo la vita s'arresta. E pensino sa né , schiavi Al che fra dal illude il mentre, timbro angusto basta un secondo il di gesto quando sé, e certo pubblico contratte la dunque più nasale. del poeta e rimetterlo gli sfondi, Manca d'interpretazioni. le non bilmente visi- che si nifestino ma- zioni tradu- Quando lano par- nel loro d'Annunzio del trasformista, che con acciuffare per regolamento le ombre, del narici, discute mano basta voce se come comportino raccolgono discutere leggermente il limite al di intima, statuarii. la e egli prestabilito. Sono quella come le con si le per dell'aguzzino; meandri tuali. spiri- di schema, si crocosmo mi- pensino vita che atteggiamenti invano, che che riflessione,di dubbii, un per egli tiene di vista punto il schiavo sentano di e trarranno cade suo Quel se quel meccanico mano eroine affatto mancano segreto, parlano falsificata uomini del e conto sa , secondo sé dramma in sentano d'Annunzio verbali chi infinita prescienza per un sua ed quel di che gli riflessa gli sfuggono. considerati mancano la Eroi come fare, dicono come non chiede: dio arbitrio, ma stanca, tiranti. debbono un se chi il d'Annunzio partito che ignori che, non come render scampo e come il conosca dal senza fanno creature sue debbono debba impacciati Immancabilmente padrone. un che azioni sue tasia. fan- sua tronfii son lezione, ed una della più energica quei personaggi recitare delle d'Annunzio. costantemente è Perciò a di L'arte 136 avversario, un con se medesimo, L'orizzonte può un in è così sempre giungere rag- personaggio belle ri- fila. Mancano multiple possibilità alle creature di quest' arte F lingua r ma o , Shakspeare la libertà, che in ed lanciarle amare il loro gagliardia ed la pena all' di t'intorno nella sua le sue invece e nessuna dal seno Nessuna creatura suo creatore; nessuna sulla portano esse della bocca, pittura arcaica, non è mai che estende È d'arte. chiamato a anni a La Dante Sofocle sua corrompe varietur. Ne della e vita, varia lettore un'opera o manzo ro- un nunzio il d' An- come il d' Annunzio S' egli fra darebbe la cento sorpresa Sanctis, il De egli stesso, che d'Annunzio. imbottigliata, sigillatae esattamente è contorno, di perché dato darebbe redivivo numerata. flusso avrebbe i oltre collaborazione, da ; gli nessuno ombra dramma un il trascende il valore impedirvelo. redivivo arte di lavoro da vado significato. Il scrivendolo lì ad sempre risuscitasse, a quel carsi stac- figure allegoriche le il loro perio; puer- possa ora sua diversamente capito che inesorabile come impossibile capire V ha forte un all'infinito sino dannunziano è da tutlatta al- interminabile un proietta la finito. Chiuse appesi d' Annunzio del palpiti dannunziana balbettando: materno i strumenti in così cresce dal cervello stupendi perché bottega. L'arte creature ste robu- la loro isocronicamente regolarne me. limiti del secondo troppo arte createle farsi strada a quali, usciti i fa 1' orologiaio ai lucidi come che mondo gilio Vir- e così sentirono morire a sogno, dell' arte, parvero valesse le nel lottare a Eschilo poiché, creature, giovinezza, da alacri sé, ad da di foga gran . Balzac, e alle loro largirono 137 stile e E nel ciò che flusso non della varia nel morte: si perisce. Se un'opera è perfettamente chiara per l'artista e 138 L'arte i suoi per tutti i deponi i suoi la qualità, germi. solo in limitato degli elementi satto nella lo che nascono suo specchio. Finito Tra che dilata Clitanno le è suo è e che nel ritmo, sembra siasi del armonia certo Dove molteplicitàdel limitato tornato; con- e co, simmetri- ivi il d'Annunzio Laus in estinta la Vitae. che Tale le definimmo la percepisce d'esecuzione, ficienza de- sono Malgrado si poeta sima, classicis- evidenti quello tanei, coe- col costruttore. dell'ispirazione,vi disordine altri suoi Polenta: più come dannunziana, nella renza diffe- illimitato,cioè agli come classiche,virtù capolavoro: è infallibilmente di dell'arte scente iride- ed cristallizzato. nella e Chiesa della e il dentro errabondo. più evidente, un e è troppo Annunzio, virtù fra forze quantità capriccioso ed una vole mute- la stessa passa sentimento il classico d' e- mondi costante classico, dove al fluidità vastissimi i infinito, vero il d'Annunzio Manca del del nella di mente esatta- : nella contemplandosi ed il sfericamente riflettere ivi cioè si il poeta, simbolo, E storia. coesistenza illimitato cristallino tra nell'estensione dalla dannunziano e passa grande dividuo l'in- trascende perfetta goccia d'acqua. una classico scava ritmo, perpetuamente muoiono e come nel e trifica pie- le non alla compongono; di capacità che sacro forma, nella materie contraddittorie apparenza che ciò è Le il futuro definito è quantità nella ed Solo contingenza classico capolavoro esaurì, ne ai posteri quell'opera significati, impenetrabili, e il chi la scrisse se perfettamente incomprensibile. sono per d'Annunzio. contemporanei, scrivendola, sarà di un nitaria tri- cilment fa- perico- 140 di zienza Quindi attendere gli tutto di sovraccarica di nebulosa forma prossima essa ed strofe al ossificazione. ebolliente alla che singulto ed ammette lo la ; ma versi) ripiglia che se momento. in Le rare sua apparenza, volte che Continuamente coglie in cui si strofe sbrigliamento da fosse un fissità un pazzesco, lasciata la Laus Vitae è e lunque quail periodo, meratrice enu- (ventun raccoglie le volo nuovo come all' arbitrio di di materia della fantasia per punto il d'Annunzio in rapprende le redini questo la chiuso approssimativa non tria, simme- permette ov'è cornice ma talità men- l'iniziato processo rapidamente misura Anche questa , disorientato la di gorgoglia alata infallibilmente le riordina sarà forma della ampliamento forze, toccarla fuggevole lunghezza della La pagnata accom- V adamantina mai nell'istante congeda. dal all' equilibrio strutturale, rima, sconvolge Questa viaggia e Vitae. Laus lì lì per è centrato. con- malincuore espressiva raggiunge non stallino cri- splendore a roteare, é più V astro di sfugge città una Non ancora e declivio d'imprecisi fulgori. della ritmo, appena nuovo che sinceramente la è di cose, e in elimina. non dentali, acci- fortuiti. un musicale non gravame un e vorrebbe cui da è ma la cometa entro lungo geometrica misura É d'immagini banda sceglie incontri si e analogie di torrente un informe, di La spurii, di una Non cammino; suo codazzo un di piena disoccupata. cerchio nel elementi alla penna. mano por buono forte, come troppo la senza par dietro la come d'Annunzio. digressioni esagerate, Si trascina si di L'arte rebbe sa- del vista, superficiale il s'abbandona capolavoro. risoluta- Forma, al mente lingua tangente; quando in tenerli è in ; e del su questo resto endecasillabi, i suoi periodi non le computisti poeta, di bassa stesso Carducci, scamiciato la volto e analfabeti tutto È e virtù noia; poeta sul uno cavano ed è è cenciosi, colpa al magnificenza di per tempo e fuori dal di versi e stesso eccezione Le operaio si sia felice come in verso le e popolo senza e lionaria. mi- altro un od è la circolari una pressa im- splendore ; é esattamente , gone; para- parole nel d'Annunzio contesto trarca, Pe- al un Se un denti. sca- stesso blasonata monotonia. quei periodi centuale per- mendicanti, senza quella qualità che di un a sun nes- una officina aristocrazia quanto che pare petto velloso. i sono terminologia Lo dopo, somigliano incontriamo periodo si : subito messi media, zoppicanti fuliggine dell' dannunziane senza sciatti perfetti abbia vantare Orazio. sono stilista. quartine, sue una può Forse letto cui utopistico, lor fettament per- tissimi, altri mol- in italiana lecita periodi Foscolo , sul di fra i più nella prosatore Sofocle. Forse si sforzi questioni d'arte, diremmo nessun così lo in anche soltanto fosse multo tu- gliriesce terzine, le considerati ma, ribelle stupefacente uno sue sono più meravigliosi. Se frasi è con granitico. Questo — perfettissima letteratura la al mondo; da fantasmi, senso egli — del medesimo se la te rigidamen- contraddizione carcere un I suoi che i suoi entro tirannide di metri s'egli,conscio come prigioni in in spesso s'agitano cui esercizio poi s'esprime troppo Pare stesso. se 141 libero, gli capita di sfuggire per verso ordinati, stile. e gemma un gola: re- che si di L'arie 142 dal cava castone d'Annunzio. di uno Tarsi la tesi dell' accento e endecasillabi quegli , si in equilibrano ove partita ed un'immagine è esaurita ecco margine, noi siamo pronti ad esclamare: parola eterna! E l'impariamo spontaneamente perfettamente pari s' imprime facilità le abbondanti, di di alla artista è reale si dei suoi valori; tutta od sublime, salvo è la corda sua frenetica. solamente più Ma lirica, ed in che umili uno ed fantasmi i versi non è di di seconda è tutta né pathos camuffato reboa o Un ne nazio- fantasia è scossa se suono dannunziana condità fe- mente costante- dionisiaco, vale qualità.La è non considerevole essere non un' ispirazione da artificiosamente quanta tutto sia esclusivamente dia può do, mon- la varietà una non di quale esercito non musa dotata non stato l'artista ha la è E, poiché acuta La monarchi assurda che lirica,quasi sterile,e che quando nel per un cessaria ne- esprime. inconcepibile una marescialli, così perennemente che il Santissimo. aristocratica quanta di quanto è come e, è sempre che ! Ma perdrix coronano vive non bata preli- alla fine che canicolare il sole fantastico, o caccia mondo, un l'uragano sublime, né sempre si conduce in processione o troppo se la non moria me- ragione , materia tutto dardeggia sempre belle perfezione solenne un vilissima come a maggiore con grido: tonjours connaturata e e quella signora, famoso perché quella non noia, a gola nel la per supremamente cose la proruppe fantasia Non vengono stancò facilità una il d'Annunzio più. Ma mai estrema con cancella. si anche che dimenticarla non per senza i società aristocratica, a dire periodi dei suoi come a lingua Forma, vista prima sembrava, ristocrazia: solo che la le vesti Il ha parata Da desideroso poeta mascherato continua da in è sua nell'arte chi lo un convegno vi sua studia: è di decorati di fuori in cartapesta metafora da l'afflato cui e dal di periodo v'era e e ogni tempo la incontri col parole di ne insieme; d' oro e di e goffamente per lare par- sontuosamente altri che sono la loro brano sem- perfezione imposto pigramente ad e senso il — il se zio del d'Annun- verso In realtà, dai l'amore — precisa, la ripugnanza gli arbitrii parole nella e sapiente nel neh' provvedere invece secondaria e di di termini nell'evitare sillabe la rima poggiare importanza. le licenze formazione che rola pa- linguistici alternare a della l'eclettismo monumenti religiosaaccuratezza fonici per grammaticali, dai suoi d'insegnamenti pur necessità nunzio d'An- del periodo Flaubert. egli imparò delle nuovi, del assoluta per scelta diverse ve Parnassiani, dei schietta nella valata carne- una sono, versi derivato spesso francesi poetiche o e discorde. verso forestieri grottesco? o dell'ispirazionegigantesca convenzionale Si è troppo dal quell'ansia e di coristi perfetti,perché sono schema maestri i ciabattini. grottesco e creatore procedono; non materia una anche latta. Vi periodi , perfettiper di e immensa rutilanti folla una teggiamen at- le appartengon non monarchi e a- gli una sublime monarchi sono confusi acciaio uno di principi strepitosa ? È sublime è che di e scimmiotta gli stemmi, e plebe quell'incertezzad'impressione ciò l'arte di vi plebe 143 . mista è ma stile e cevoli spiadi desse coinci- casualmente Non cali vo- bisogna su di- L'arte 144 menticare immenso un nella vita dal rigorosa così: libero schema al di contrario possibile voglia di debba e di estrarre antica lingua moderna o arbitrariamente, individuale coscienza e Può lessicale ha letteraria leggi, capricci italiana sibbene qualche di secolo la in non perché in qua, per raneo contempoil termine solamente non il dall' oblio da prestito neh' non lingua aulica colare, seuna mica. accade- questo liberismo nunzio il d'Anni inversiola compiaceva si lingua ossequio pedantesco erano pigrizia in servigio della nella rentino fio- uso ed parte delle le inversioni non poeta linguisticoè poeta, massima cui meno nem- V intuizione grammaticale. Ma l'assolutismo respinto è non suo a contraddittorio sembrare con dei nella ha siero: pen- ro nume- questo arcaica Il modello del nemmeno di un perciò ha lo non perfindi foggiarsela, e sé. da va. schia- nea, contempora- poiché egli prenderla di anche ma a presso parole, secondo manca parola una scritta? grammatica medio cui stione que- arcaica? suona materia Se lingua parlata, il poeta diritto di e quale l'uomo e lingua o possibile fissare esprimere. intuisce non famigerata sintassi al poeta, fissare risoluto,con gli atteggiamenti è non particolare,che un nella della sufficiente parole delle tutti esprimere ha la in normale approssimativo può astenutosi grammatica o vocabolario L'ordinamento italiana: d'Annunzio dal imposta zio d'Annun- parlata rettilinea e Gabriele egli esempio, suo lingua. Lingua formula poco letteratura teorizzare del della La di , forza sintassi d'Annunzio. merito nella e saggiamente l'unica di e i che rima alle capricci, da volgari espedienti e del ritmo. Forma, In questo ha la che le Ma, dalla la sua in far per Il questo senso più bello italiana vantaggio: il la teoria un di liberamente Crusca di al mille Croce, ribobolo pasta calda ed di Purismo sono tumori Ha nella e storia senza suo son della nostra scrivere smo, neologi- pedanteria e La ingorghi : il avuto materia moniosa, ar- tutta una che successo agli accademici e ventando di- popolarissima. Per venuti dopo il d'Annunzio dannunziani un momento letteratura. neanche cerca fusa, compatta, essere stile segna che che e superate. tempo vogliono apparizione del di e impeccabile brevissimo e e risulta ne lato, tutti quelli che questo ferire negate omogenea. meritava, parendo in gici, illo- obbediva rivoluzione del d'Annunzio esente suo a canoni a non espressione. egualmente verbale ratura lette- ancora , venivano glia mi- no, manzonia- quello dell'impressione sua e sotterfugio; questo obbediva Benedetto la passerebbe la moderna cui ma d'Annunzio, precorrendo praticamente solo: canone cosiddette vi non insieme Con vanti. il Manzoni che mentre a si nato elimi- manzoniani, soltanto supera perfetto di e il d'Annunzio ha sente, ai ma, di significat manzoniani. stile detestali suo lo stile carducciamo, è il dei le licenze estetica non sfumatura lo e parola parola speranza parola ùmile, comodo coscienza la che una non le parole rimorso. senza o per ciò che dalla dispetto a crede arte sua non e lo ha dalla distingue non poetiche, su la credesse umile parola 145 anche diversa adoprerebbe poiché perché Se un' intonazione che e stile. e assolutista egli è senso, il vocabolario. riguarda speme lingua un ; la vo decisi- Senza opuscolo e colpo di pole10 146 di L'arte il d'Annunzio mica, ha risoluto fuori collocandosi fra d'Annunzio. la al di e gl'idolatridella gua, della lin- questione delle sopra regola tizioni compe- gì' incensatori e dell'uso. Falsità dello Assenza malattie forma Che asserendo, nel di con La falsità dal di impone mento tipico a qualunque capo. Il suo dal tanto tendeva verso la sopratutto tecnica in Petrarca. quest'ideale di per sorpresa, abitudine per il verso della e Nei endecasillabo raggiunto maniera. antica più : di era ad non della fuori, come a grammatica cui con ; il fraseggia- e gli passi nel e il per ritmo cui dall' ideale poesia italiana, lirici del trecento qualche volta, quasi nel d' Annunzio Egli parabolico, grandi riore este- forzosamente nel tono parnassiano quanto verso o ch'esso pompa di ritmo bazzecola deriva non e suo strofe dire dall'ostinazione certo un periodo, la miseria piegano lingua cioè didentro, d'Annunzio si miglior suo un la dal viene non convenzionali al contenuto. quella coscienza cattiva ristico umo- quando Vogliamo poeti che, scrivendo, viene che senso, ed dire, od speciale falsità,ove nasconde criterii strofe una peggior una detta. relazione dunque è dannunziano? quel periodo è falso in spiritocomico nel stilistico, sazietà con nunziano segreto del periodo dandi intendiamo cosa respingiamo nei della è il dannunzianesimo senso. cosa Il - 'Immaginifico - Le - dannunziana. malattia stilistico schema L - Tale della Analisi 4. ha accento nessuna è divenuto simpatia sagliente e di- tale silenzio, nella pausa: Voi abbracciava». esso sapiente e che il periodo, un deve subito ad al di Un dannunziano, spondaici e la con la importa. Importa notare il suona periodo accovacciata mezzi un'unità come in Ortografia ed assolute. ed E sillabe di vaganti, nulla, giammai fuor di e alla di aggettivi la suo mandare epiteto frequenza in ibile,che come della un ne, solitudi- in precedente stampo le luisce di- l'abuso parole anche esasperano di tivi superla- comodamente dattiliche; la sostantivo e ree fer- moltitudine faire; servono particellaora lo guente. se- e più spesso o enorme galeotto con sono è anche che armonie ogni cepisce con- agganciata tool significato: delle costruzione di dal il 1' à consimili, e proposito ed pigia Quindi bonnes revoli innume- in il d'Annunzio quasi assoluto materia. sua dattilici grammaticale ritmico, nel quale il d'Annunzio la periodo dell' esametro. all'unità analisi la drini alessan- accenti che cosa cabile imman- del vivente stessa se esteriori puramente ed chiusura che La prende e chiusura, sua come casi Non e verbale. di successioni le con ce vo- mistero roco formula la voce sua dei retori seguace facilmente troverebbe di ; discendere imminente sua retore alta della medesima, se la giro maiuscole per e del termine rincorsa, annunciando vittoria. sforzo d'ombra tono un aralda si fa dire da ad sino perdurante dicitore, leggendo lo che prima parola, in quel superlativo, su dopo la che mi io mute cose stampata concentrare ascendente percepirlo delle sentite dovrebb'essere grandissimo, nel che all'immensità davanti sgomentai d'Annunzio. di L'arte 148 tudine consue- accompagnato col suo di altre carceriere; non meno di ondate successione alla fin dei conti ma per del di fra è le di di fronte di dovizia sua di che prosa logica e inerte, scarso in l'unità della materia di giunture molle, che splendore snellezza, di florido così che ha di qualche tappa che non volta né forza di dirittura, e il fervido di si vicino da ed adiposo e Manca dolo veden- celata muoversi, anacoluto un biancheggia salute. la mal di reggersi con rapidità. E, impettito per procedere di arrotondato tutti i buchi é periodo, suo carname la stile suo d'ossa, incapace asciuttezza, ed quel più studiosamente e il miracolo un diente espe- un riempirne modo e un e è ; per questo per spesso piedi grassume periodo sembra il che strano è Anch'esso lungagginoso; e insuperabile quasi più frequente nella di forza, considerato troppo d'uno il mico ne- d'identità rapporti i Tuttavia verso. suo vista prima a non generale alla Immaginifico apparenze, sia come nel tronfio rivela di precisione. prestabilita.A diventa che delle rimpolpare carcassa e Vitae, la Laus simili. cogliere alla diversità e di pensare; associative in porta lontane, nell'asserire per di nel comparativo nesso lo immagini tre veramente: cose lismi, paralle- il d'Annunzio della e de proce- per serie Quando dualismo, giustaposizione egli che spirito anticristiano, e perciò suo ogni non o ; oziosi s'illudono o nella strofe sfrenarsi, come tendenza d'Annunzio pensano immagini comparative. può periodo i sinonimi e giustaposizioni, per per l'altro e contrapposizioni poeti che i 149 interrogative in pagine, superflue. Il antitesi, per come l'uno asseriscono; le enumerazioni per fra nessi come insignificanti la dannunziana. malattia della Analisi di voi ficoltà dif- siderate de- Cellini, di L'arte 150 Annuzio d' . il ritmo di zoppicante quasi Alfieri, la bonomia di la Anche qui di sanguigna magrezza d'Annunzio camuffata è di drappeggiano viete più e domina di È che le volte ideale s'è dichiarata Osservate estetica. ancora di d'umorismo, deficienza riso è è scherzosa ma valori sente frate e prevalere sulla mentre della letteraria od ziano: dannundi un Poiché vede in celebra il feudo Chiesa si ramente oscu- ramento, supe- di negar la negazione, all'istinto. Boccaccio, cultura scompone crudelmente tista, ar- un un fiacchezza del sbeffeggiavano del sull'astuzia fole le vecchie permanere il negazione illusioni,deve non e gaiezza, lato, questa scoppii quali, malgrado la libera tutte stupiditàdel villano, sghignazza; consolida, ride Padri i sua retorica con morali, che si tenta che le tutte l'arte che modo violenta e e stile. suo ispirazione. possibile superiori alla voluttà restano che è quale, malgrado sentire certi all' connaturata dell'inferiore,non Da vello, cer- periodo del stesso ironia. superiorità spirituale il di riso, l'assenza l'impossibilitàdel bel suo altro sintomo un cose di tipo il malattia una le anche determinato nello poco stile si suo mania una lesca anima- sca sadico-guerre- respiro alla libertà il press'a avvenuto nel immaginazione certo un ispirazione certo un la fissità di tronca verso così paludamenti grandiosi con così nelF tomo sin- un viltà la libidine eroismo, certa una che è non più semplici. Come e tiranno da nitica gra- di Manzoni, sciatta Come la il crimine durezza Leopardi. verbale la malattia dell'ispirazionemalata. del la Machiavelli, e la vantes, Cer- vali medie- monarchia passato; qualche anche i volta, Analisi della indignandosi, la religiosamente persuaso frecce ironiche ma Hermil. valori morali ringhiando per Quindi che quella cocciuta sua maschera tragica; e, con una la se irosamente lo ma un' di d' musona, la traducete per comica ciò può i la loro quando Ma, imposizione necessità al medesimo semplice generare il paragone senza gina pa- pericolo ad una gina pa- Ariosto in o grandiosi non se è questo gaio o fra la materia dall'esterno,è viene si tono e mantenga Basterebbe discorsivo nello di più nobile, un o manda. couna luta asso- mente perennesolo riodo pe- scherzevole spiritodel lettore, quel periodo di in o solenne fulmineamente, nient'affatto Una grandioso pathos. o dignità sua lo stilistica che che può ispirazione perentoriamente il tono se che stile. lo riguarda diventano non sorride e dall'ispirazione,voi se, Shakspeare in quali , che seguire grandiosa Balzac regge, che par nell'intimo. vibra non Egli immobile riso un teme, ridendo, di spogliarsi della L'analisi esaspera sorride, degnazione, ma ciò Per- robusti. e di esistere. volta una faciali sacerdotale. per sollazza, inferiorità sua i deridere grande avversario, ostinazione compostezza i muscoli odiati suo 1'eccezionale notare contrarre Quasi lo non dunque faccia il di li assalta troppo di coscienza forza e della cata, religioso.Soffo- lui la ha pubblicamente: scomparirà. culminanti stato in rinnega, maschera vi lo non nemici bersaglia di che toglietei punti se dell'uomo, cuore dell'uomo morale 151 Nietzsche, e superuomo, raggiunge come ride non del palpitante, vive pur Tullio il la Vitae, non Laus superstite idolatria: d'Annunzio, il Ma dannunziana. malattia tante altre e la teria, ma- pagine e periodi atteggiati calasse sipario o sul ridere un Il 5. nella retorica Origine col della col boccaccismo, demagogico e Perchè dell' veneziana pittura il d'Annunzio Schematismo le nella nostra è deuzza un quotidiana o, Un di esprimersi senza per in gonfiare perfino, una ? arcade prendere grado di Direttamente sentimento il di zionale convena quasi succedute dire scrivere plicato com- congegno un anche per un' i- logico, che nesso quattr'otto.Essere della all' immensità qualsiasi frivolezza sul serio un boccaccismo, e di lante ga- ca. scolasti- arbitrario fantasia, esagerandolo austero - secentista. un sono vuol fino preraffaellita scipita immaginazione leggiadro giocherello al si e Il pregiudizio del d'Annunzio comuni ovvio una scampo né periodo quattro rapporti - gravità, cosa un Suoi 'enfasi wagneriana sintomi adoperare o petrarchista ? passione Pittura - dell' Che macchinoso potrebbe Relazioni - letterarie, che ? - decadente un sono tradizione. italiana* l'Arcadia stilistico,artefatta boccaccevolmente a ce Si di- storica. con Flaubert con non malattie e e eloquenza compostezza: tutte il timentale, sen- scoppiasse dannunziana Influenza - che svanisce. petrarchismo e che letteratura malattia Parnassiani coi prima trata en- D'Annunzio della storia V dramma un mascherata l'illusione che volgarmente di Magno d'una bello più scena madre scena Carlo come di servo sulla come Sarebbe sublimità. a di prematura d'Annunzio. di L'arte 152 utopia indirettamente e fino sociale. le altre ripetono la loro malattie i cui precetti bene ad persuadere. Secondo nel ma bellezza si nel consisteva non riducevano, di in parlare pubblico gli di due altri: l'ode di sensi patrie il infocava allo allo stile di dovessero decidere, fu, la — in gravi Egli suggeriva atto folla indecisa al bene pubblico. di ad delle verso che Anche strano demagogico, e democrazie se come le se loro Catilina contro sia greco- no produceva- letterati,s'inspiravano amici Repubblica e ed del della esercitazioni Antonio, torno in- Senato. cerone Ci- letturatura robustissima ed liana ita- sima, operosis- temperamenti energici,soggetta periodiche uno È oratore. statale essendo molti crisi bariche; bar- terre la le malattie tutte fu, come a della quale, delle conquista classicisti,anche Cicerone, alle sorti inspirava alla difesa sfacelo pubblico un per Il poeta di tutti pratica dell'attività estetica,sorta Gli scrittori latine. in paragone concittadini storie, rimaneva sopravvissuta alla superva- i suoi spiritoschiettamente uno per negata palestritae incitava questa falsificazione te ar- gioventù più proficua scriveva poesia all' « era la nella alla prosatore la deliberazione se od mura e prosa L' intimità ». l'orazione. e Quindi Majorana, letterarii ardire ed guerresca, delle civile nobile l'on. e pregiudizio portava generi si riducono un' azione. direbbe all'artista. Questo lutazione ad e zione, rappresenta- una nell'eloquenza, come numerosi te retori, l'opera d'ar- comunicare trascinare culminava i sica, clas- retorica negli occhi, ma, : 153 estremamente erano guardati dalla origine discordi, uno storia. nella D'Annunzio schema illudere — il di modello della periodo gli ascoltanti con canoro prosa. e tondo, ro- l'armonia fraseggiamento del della deduzione nella struttura e di L'arie 1 54 sul quando la forza e nel e d'Annunzio. ritmo, schema. che dir Meglio di uomo quale nudità sua non s'imitava di la qui della la letteratura Certo, sarebbe alla se donna la amata degna fosse signora un'assemblea il o cose il petrarchista, l'arcade,lo convincere ma un ricetta a dalla piazza assolata, quattro tu d'Annunzio e dei sofismi del Anche il bel suo di volevano L' tu per — morali se quello — tiranno, stile è dominato un — civili rappresentare, avversario esaltare , che eruppe assordante medesimo. fra l'oratore solitaria,del- Anche il cattivo apostrofi patriottiche spregiatore della è decidere canzoni eloquenza, delle come Anch'essi un'eloquenza con trarchism pe- parrucconi a di strombonava pareti. Diveniva a nel all'Accademia, immaginario un secoli. petrarchistaparlava scrittore immaginario. seguace il le donare abban- Cicerone simposio non — non ciceroniani. dell' umanità. la storia urgenti per combinate ad legislativa chiamata di e Quindi nei cominciò cercar l'arcade e un facilmente fortuna ma era , di montarsi, italiana,divenimmo nell'Arcadia; e patria persuaso. vita esagerato più nudità, perché della immensa sua cosa. , s'imitano come il sentimento Quando in animo allo Cicerone di e sinceramente era facilmente, smorfie: qualche bisogno suo proporzioni obbedire ; ma parte aveva il presentare osava dir che di di pur Demostene passione il avvocato, bene così pensava sulle esprimere l'oratore poteva arbitrio permettersi qualunque rigore sentimento, inviolabile mentre del pensiero da nesso Non del il bastava non oratore dal folla ed senza logeta apo- piazza. pregiudizio dema- d' di L'arte 156 Annunzio . in chiuso r malattia Wagner. parola, del questo è il in dove punto le tutte appartiene alla storia delle che parole, nella e il balocco questi vizii con il conflitto il contenuto la la sostenuto e se oziosi sono stesso da d'appello, della il grande nunzio d'An- di dotica all'aneddi sé com'è desimo. meo queste con nelle arti rative figu- esperimenti dello fanciullo con se che annoiato fatto. In letteratura, un carattere di mancanza la per in continuo esprimere; arbitrario. comune rispetto prestabilitaè da guenza conse- secentismo, nel dente, deca- eliminato, essendo Il decadente ed , secentista,considerano stessa, fiscale, trastullantesi e per materia puramente a Ebbene, l'opera consimili la forma il sarebbe spirito, non è definitivamente diverso, si s' intende veder è abbiamo non spirito tentò proverbiale retore, disaccordo fine lo si manifestano parola. Nel come che se per nato accen- dell'arte,e per dello seria infallibile,che modo storia su il sciupa in alla comunemente spirito ripiegato ed debolezze, musica, come Abbiamo processo sue i movimenti e citato decadentismo. il decadentismo ciò abbiamo gli sforzi dell'avvocato parodie Ma camente stori- l'innegabile realtà contro Con collocare lettore chiamavamo che quello del e pindarica. ; e qualunque come niana, cicero- cio, classica, Boccac- all' Arcadia e marinismo si rompono stesso per pittura veneziana, atteso, due Ma, dannunziana, petrarchismo almeno strofe l'oratoria al arte. della prosa Pindaro, che nientemeno anche della Cicerone. star la tenuto l'onda ascoltare impeto sagliente Lasciamo la ad sé, come qualche un larva giuoco la parola di suoni d'immagine. pena ap- Il de- D'Annunzio cadente in è languido, l'uno l'espressione vuotata, sinfonie ridere sentire per di vocali ilare con che non delle meccanica organismo accidentale far mille che lasciato triste di costoro di le ai e fronte O e tale di strofe stirpe della questo, parole, corrotte pestilenti d' ammollite senile, mestiere ulceri dalla o italici rivendicarvi vostra io non s'è nel più in non mene, Oli- paragonato il Vitae in opre entro evi eterne da tempo 1' antitesi suo mento senti- date quasi religioso.Ricor- armi, per sillabe è siaco Paradi- giusto forza degli in è Laus fertile in fortune fermata nella di è parola acerrima alle del Poema probità che parole, mitica della il il d'Annunzio vita, nel una non passa strumenti decadenti, egli alla stupende che belle).Indegnamente artista : gli sua loro nel Il decadente riposo peggiori cose nell'altre ai secentisti zione scomposi- queste perversioni che da della nelle dure, le fred- per disarticolate suono. più. Ma servono momento né a ghiribizzi con sedurre (e di o fanno ci significatosecondo loro letterato un gli non nel quali 1' assurda parole, somiglianza artista; è un a falsate e le come freddure avviene come percepiamo appena Fanno dà. consonanti, disgusto, con rimbalzare la fanno tonfo di e festevole; è l'altro. Si divertono e e 157 il secentista mentre realtà, scherzano capita storia. nella ; labbra tetre, balbuzie segni ; seppi vergine gloria ! : 158 Io d'Annunzio. di L'arte trassi vi robusta casta e della prima dal contràttili vi il che lume novo nei così modi che rivelò vostra mare colora. disposi dell' arte le la vita segrete radici, le innùmere che legano alla Natura feci Io volti Io dal e in Inno in vene commozione redentrice in deve il vasto canto. novo novamente in della sangue ciaschedun dell' arte è v' ho dell' parole, o che carne di mondi. di umana, medesimo, ciascheduno amore 1' ombra mio io sostanza polpa, qui d' sonate, del Converse in faville baleni Splendete preludio inondi. cozzo pregna questo morti sùbita vostro futuro del E tremendi illuminarono che sé i mille di anima sprigionai, I' una tra Passato un' stirpe sonora. sembianze che la la sillaba del come Qui fibre tutta apparire 1' altra e fresche del indicibilmente Io gorgo origine, corolle le come mano con e viva mia di carne, pianto. artista, che raggiunge lettore ammettere dannunziana è riconosce la forza del dannunziano; questa sulla stament giublime. su- ché per- missione lingua, — sog- D'Annunzio di getta prima e, una per schiavitù, nuova al rivelazione una è ma alla la mano In che casta i senso dei suoi che tempi della Constatare hanno della letto Petrarca. Artisti ceptae, crea il solito per ad essa, quale si negare nello della del d' arte di di nel e - Kipling. quelli che Sanctis De sanità, sine Un superarne e, con- la tista ar- genita con- intorno storico, forma non tis, men- spirito.Ora, dello contrassegna come grande grandezza dello sul labe corruzione, ricerca per interiore luminosa specie italiana sull'epoca tutti sanno e del significadeprimere svolgimento storia teria; ma- Relazioni - d'Annunzio miracolose. la esercita sua potente; ha e dramma suo opere specie una V artista,ma collocandola quale punto una nunziana dan- vanti solitarii. Da- dannunziana saggio limpida Bach, sulla la coscienza con del Lo apparizioni sono L' arte malati e nel opera. di e viziose. malattia, dannunziana. sono europeo meditato e di malattia, non sua listico sti- sintomo è puro malattia barbarie sua Giotto Omero, per la schema suo » formula La - spirito sottopose ad sfoghi a Superioritàdell'arte rappresenta le violenza usa artisti pensiero - L'esaltazione alla della grandi col il valore di abitudini robusta. e Sintesi d'Annunzio un il d'Annunzio poesia, « 6. è si abbandona non del giogo libidinosa, ed al classicismo terelli, degli Sten- parole, egli prestabilito,questo non Carducci, il indiretta, sullo conseguenza le 159 al manzonismo e Se, redente italiano. storia. lui, e malgrado Cruscanti dei — nella V apparizione 160 dell'arte di dannunziana? le da malattie, del e d' al di i alla di popoli di di felicità,di quel dieci stanca P Italia delle della nazione. di comoda ma ; P delle forche Sommaruga, e i suoi Bizantine la scarsa sua « La Bisanzio e del darvinismo; mirando tannica bri- saggezza sicura luculliano festino terza essi ci han Nell'arte di libertà allegramente un Roma, debole contrapposta con dato del questo cervello, di ». ducci Car- Il d'Annunzio le d'Annunzio e Depretis, Dogali. scrivevano perfetta espressione coscienza, negazione e fratelli d'arme ». raggio co- spaventosa una la crisi edilizia,Tanlongo, sbraitava: del la e ; battaglie franco-piemontesi austriache. ed Parigi e delusioni di troppe d'imbandire commemorativo delle P unità da verni, go- rifugiava nella grottesca si Italia,pazzamente pensava di il mondo sangue dell' automatica malvaceo chi stan- da che del positivismo si consolavano popoli sé, del t'anni cen- giustizia sussultare spirito,affranto pensiero, miseria all' ideale di Lo alla tamburi padri ai che per sperimentar amarezze, costata era ubbriacatura fatto anni ogni di Europa d' idee e un di romanticismo rincorsa rullìo in d' utopia. Erano e pazzesca P tutt' intorno quell'affannoso quella eh' sistemi XIX svolto stanca ; stanca musica briele Ga- che del secolo Era e ginazione imma- sua es'è nato storica. contese aveva i è in Germania misticismo, sive espres- pensare italiano ed europeo di metafisiche e Bisogna stile? stanchezza rintronato sono analizzate, della gigantesco battagliar di aveva crisi quale tramonto, suo di momento noi suo Annunzio, volgente del d'Annunzio. di L'arte « ha nache Crovato tro- momento di spensierata gaia impertinenza al della Sintesi malattia dannunziana 161 . duro lavoro la essere ideale dei di poesia edonistica della spirito alla materia, dell' il addentro, rivela il della sua credenza nelle forme dello spirito, ma alto più È, per della sulla dire, l'afflato anzi che del sopravvento fisicamente (o gioire o sensuali detronizzavano esprimere questo e d' non gli era che o barbaro Ma a e questa lussuria dell' intimo della sua a raffinata cioè malattia. il lui per Rudyard un' troviamo : raffinatezza di sensi. più alla vicino è raffinata ; anch' sé definitivament più natura : tempo, Qui essa. da Kipling. In un molte ispirazione gemella della è qui lui nello lavorava crudeltà questa d'Annunzio, Lontano 1' esaltazione in 1' uomo fabbricare di era il crudele. del dramma animali d' un' ardentis- era possibile distruggere lui parve lussurioso sadica, inaudita cercò rovescio, il d'Annunzio libidine vicino il dal !); e le percezioni ragione e il pensiero. Per sima 1' uomo, natura. morire dotato, fornito com' una della le funzioni d'animo, stato spirito nutrirsi,riprodursi,godere : la nello ; che il germe risucchiato mondo mirabilmente Poiché che panico panteismo. Quindi il prendevano persuasione inferiori respirato sul bene L'accento palpita natura forme così la fodera sulla persuasione le lebrazione ce- deilo guardato materialismo. poggia inferiori Una alla cellula. L' afflato uomo brutale non ? saputa, in- sua a riduzione una , più persistono mondo vita, dannunziano panteismo , materialismo di e poteva cosa poeta impregnato, un di darvinismo panico Che millennii. a barbara il nòcciolo la sintesi è cino spazio, vi- altro cose è grande dei quella natura tista, ar- Kipling nunzio d'An- del e della ìi il godeva un popolo non fosse vantaggi tre i barbari il fatto sopra forza pensò barbarie un' opera Anche meno di la sensuale da le di le dello duraturo? Il d'Annunzio la inferiorità di Ma l'auriga-aedo Cuore, perciò della di sua il iniziale quelle e l'uomo. di quelle e che Ignora l'uomo, umilmente d'umanità possono chiamarsi sociale. Il fuoco sono che né le abiette doti e sue muse. la materia, nell'uomo la dopo aggiunge: la tentazione subiamo contesto non ha non doti la lussuria di Nel altro mondo che rare nar- manca di nel e care invo- può cuore; cadere trometterc d'in- e può prometterci e sua tando: rapsodie, can- subito noi o noso. stile è affan- d'intelligenzastorica il sangue, vano deri- grande. Quando si chiamano che, per e morso di ri- Perciò sue frasi dal ispiratore il cuore, deri- definitivo protestando. No, quest'artenon ad Il confusamente suo è opera il sangue, e sana. donde era sentiva l'uomo... fuoco strappar la più e e , malattie. alla storia. Fedra narrami il narrami Quindi spasimo sue torbida; perciò è anche fronte vuoto dannunziana spirito almeno immaginazione vera contraddizione, e sua complicata incessante falsità sue Quell'abbassamento sua la potente, però. meno dell' arte queir arrovellio anche di personale e sogno e lunga più gran potenza appunto ed un sopra e significativa significatoe visu belve, fondava non che storia dell'imperialismo britannico. una compì di de le e figliodi egli era : carico meno V italiano, conosceva della del d' Annunzio, in paragone infinitamente celebrazione vuno di Kipling simpatia non d'Annunzio. Ma, barbarie. naturale ma di L'arte 162 tia simpatriviale, e d'anima la violenza egli non l'animalità. vede Ma, L' 164 quale può storia, tornando per o scherzando festevole del Ballads Kipling Stecchetti. si della che conosceva quello che sentita e e vi non del ma come la quale in con euritmia, di debolezza non fredda come palpita che bile invisi- storica, più ha da raccoman- si ove duramente anima stasi, umana, più la possa di periodo nell'arte dagnato gua- vamo chiama- che si e, zione, perfe- in quello quel la ispirazione, il d'Annunzio dell'immortale indimenticabile dell'epoca ispiratrice Perdendo documento curiosità testimonianza angoscia, direttamente sua sua ed, esprimendo momento all'avvenire studiare ingigantita. chiarezza, in vastità: un a la ne l'arte nel- spirito universale, lo intorbidato ha l'ha intorbidandola, eletto ha ma cosmo; presente, in Egli voluta. non di e sostanza come presentar rap- introducendo d'inquietudine entrava ia giodi apparenza deteriore, parte controia accaduto gli è in Lo acerbamente. cospirando mentre forma sotto sua, materia la soffre ne Così l'uomo, tutto e vendica, vittoriosa. carne Ce- materialistica, egli percepisce dell'ideale, spirito rinnegato la negare nemica. di resistenza concezione l'ombra strada: terza una l'ostinata d'una lebratore d'Annunzio l'originalitàdel e trovato storia, sentendone di Lorenzo umoristiche poesie superiorità La nell'aver consiste le o renza indiffe- le Barrack-room scrivendo interiore: vita con allo davvero la barbarie sulla ziana. dannun- malattia della chiave la è negare di stato Annunzio . contrasto Si d' di arte sentativa rappre- rinnegò. Significato 7. della e Tale eroica è la d'Annunzio del sensualità Mila dell' dannunziana di Codro, - l'universalità e spiritualità del il d'Annunzio il difficile comincia giocondità del d'Annunzio l'opera tutta a alla libidine di nel d'Annunzio che spiritualedell'amore della d'altro gioia desiderio che di distinguere.. di Ma mente facil- nota ardore quel doloroso mento il senti- anche si afferra non sierata? spen- la libidine Maupassant;si fugge. suale; sen- spiritualità è , Ed è realizzato e genere. e gioia,quando facilmente manca che zio. d'Annun- un'impressione sua, ? Si paragona gedia Tra- mistica tranquillaepicuraica, della rante er- quest'arte. si tratta vi lascia questo celebratore ripensate - è voluttuario quando È questa sensualità » Lussuria di facile dire che frivola satanica ora « Il cavaliere - simbolo - 165 dell'opera dannunziana» Sublimità - follianella lussuria È universalità materia dannunziana. opera Significato definitivo Spiritualitàed e dell' stancarsi spiritualitàquello quel stancarsi non del del desiderare mai al desiderio l'irraggiungibile sia magari un' orgia irraggiungibile quel perdersi e ed immense in vuote fantasmagorie di conquiste di quel e por meta — — viaggi e di lussurie, sempre che che a poco è fisica trascende la quel più sottile a poco e complicato, diviene negli elementi fisica perchè aspirare penoso che a ad un una dimento goluttà vo- puramente cerebrale, la compongono, essere nessun ma naturale , , nemmeno il d'Annunzio, finalmente, quel quella sterile volontà non l'ha mai lità, provata. È spiritua- contentarsi di rinnovarsi e del Canto di Novo, ampliarsi,quel d'Annunzio. di L'arte 166 l'inesorabile fragoroso battagliare contro Lanciarsi propria idealistica della vento e la l'anima ad il avuto di si Venne ben dalle e piacevole vernice, le materia, dopo tutto A non questo e ; i giunsero troppo. Gli era seguaci guardarono sforzarsi all' unisono tenergli dietro altri polmoni. raggiunti tumultuosa minori. grandezza a neh' Ed mala i « da « triste ora », ci il d'Annunzio della sua nell'arte negli equivoci sua e nei solo di compromessi. l'arte che sua Quando quella re all'ope- di l'epoca, finché ma, volevano folata soverchiava passione ; » quasi ignoti, restarono debole vano pote- »; popolarità che s'assiepava intorno Così vano Pote- malcerti. e rito, spi- capirono non satanica una trofeo. dello gioconda ora capolavori pena Chisciotte della vento, a immaginario neh' ora dia. trage- i mulini avversarli « di gonfio contro stupiti neh' follia eruppe di Chisciotte don i follìa il don un ganza ele- tanta dannunziane. pagine diffuse di tanta di dolorosa vento ove trionfante fargli compagnia per vento combattuto aver cavalcava questo Laudi, giuro scon- Malgrado un si stro no- il materialismo stile,malgrado e tro con- nessun di questo zesco paz- nostro nessun martire. verniciate che giorno Nacquero più parola che e e fendenti e Anche e mondane, pose un dalla cavaliere di sprigiona uccidere, esorcizzare. suo compostezza botte a è grandioso grandioso men menar duta. per- i mulini contro nel sangue ad varrà basterà a ci freme che fendente vita causa immaginazione è non ma pazzesco; spendere ha sfrenata carriera a d'una in servizio frenesia donchisciottesca realtà,quella tutta si la nobbe rico- diguazzò emerse Significato nella furibonda i dolore, Ho detto sincerità : nella « l'amore idolo di funesto un di donna, vi del umanità, sua avvincono lei a del sesso? con Giovanni e' è un po' » mortuarie l'Amore fratello : « tutti » ; in perché carnale della lui, allo spasimo dell' la vittima cede come debolmente può i miei dal la sconfitta cantano dannunziana vampiro Ed ; ma i al Cede invano come svolazza distendo le membra al richiamo dei supine sua sua contro somiglia, Si ; tenta zione tenta- dibatte ed, di battuto ab- tire, men- gloriosa mirteti sogni... la alla una sopra opera tutta inerme e : ecco intorno Fedra carnefice. rosignuolinei vi E di agonia. nemico, bellissimo celebrando Non ripetere, ricordi.... la tutta Morte. poi s' offre, pallido ; evidenza della voluttà Il fremito di Venere. la tirannia che 1' aperta brutalità femmina, In una legami una ripete la disperata bestemmia opera per con », della sole, qualche riga gialla,come alle coltri è dei il d'Annunzio Anche Episcopo di la lungo a ma mai nozione ogni vedere, di e vi accade sociale, stato suo "Eptoxoc d'Anacreonte guardando tratto un è non degli Arcadi, Non « « atterrisce, la bestia, vi che Iddio. d' smarrire fanciullo E ». suprema xòv eyvwv bendato Episcopo dolore suo d'Annunzio, roseo suo spaventati. presiede, NOv Cupido il Giovanni chiede il terribile e che rose. non ne del del e ritrassero ne Gabriele di coronato Orazio, se 167 follia sua sincerità di 0sóg4 Eros, P"xpì"£ e della carnale, all'arte divinità, dannunziana. opera contemporanei veramente un dell' toria. vit- della Citerà cupamente il vienmi Oh, libidine i forti più i Incontrammo, nel capolino, e del in le qua la al suicidio, santità. del suicidio; e fa ed altrove, larva la accenni, confusi mancano di sincerità conventuale, all'umiltà francescana, all' estasi dei penitenti.Abbondano gl'istanti anelano transitorii,che, « verso Giorgio sentire come bile girare la chiave col tremito mi Non il è del suo temperamento rassegnarsi a perire suicidio a tratti,non era punto, né artistico la sua così tenace per il apre se da frate. Ma un il nel convento, troppo forte era cui l' individuo con stavo che si facesse affidato; perché 1' aveva « devoto sorprenderebbe sparito nel oltrasensi- convegno: all'altro il d'Annunzio non la sensibilità cinandosi Hermil, avvi- Tullio Dice *. duto cre- aveva elemento un gaudioso d'Annunzio per a del » perché oltrepassasse 1' ora reliquiario. giorno interno essere egli superficie dell'anima, la su che gaudio volte tante si comunicasse e dell' che bocca appoggiata un per carnale incomparabile la divina sensualità. della , quella bocca, la riconosceva que- sensuali, rimangono mentre trasfigurazione una di la vita nella nella larva Trionfo là, nel in incapacità il mondo d' artificio,alla pace e Per fuggirono fuggirono Non misticismo. deboli Trionfo, talora vittime ascetica. più od vincibile turpitudini.L'in- amene sue tragico questo scherzosi madrigali spinse al male, resistere in alla rinunzia talaltra gioventù. raggiunto od galanti svenevolezze morte, ha sfoga si non , mia la sangue, la lussuria Quando pathos petto, gentile vampiro; sul il mio ti dono d'Annunzio. di L'arte 168 la sofferenza, e continua tura na- lentissim vioda Significato trascinarlo a altri in Non umoristica. afflato volendo nella di universale tempi decideva Discussione alla rinunzia. 169 radicale; perché queir manca che dannunziana. opera risoluzione una moderna vita dell' e le anime inutile e, tate tormen- quasi quasi, potendo non giosità, reli- tipo del lussurioso-mistico,il d'Annunzio ha tipo del lussurioso-eroico. Gratico della Basiliola carnale andando alla po' un guerra, po' voluttà, un vecchio vizio: procurarsi i dell' Africa i fiumi il V ascendeva, declinava d' rinnova tenebrosa il verso motivi per salpa in la violenza di omaggio nello mecenate Giorgio Sorel. qualche ed Tutto sensualità un E ed che Perciò a passato dei arte lussuria. la violenza a dannunziana tempi, un questa sensualità che an- Non ma tiran- stocrazia aricitare di quello grado resta, mal- duale capriccio indivi- lussuria. dannunziana, Ma del : vorrebbe accanto della oggi sono smidollata della d'Annunzio pseudonimo neh' chiani Nietzs- dell'avvenire, nessuno la violenza segno dunque, del o ghese bor- stagnanti. Ma, servizio frodolento e Gabriele di nome in il nunzio il d'An- fu donchisciottesco. pallide larve borbonica. il società sale ri- verso morale sindacalisti e del regni, disfacimento. suo questo, il d'Annunzio propugnò inaudite diversi, nel propugnare rigeneratricedelle in i ipocrita e dolciastra stirneriani,anarchici accordo, ed andare incendia, saccheggia. Quando sgozza, e di soffocante , mondo, sofferen in- della giogo nuove dall' afa popoli, il creato lo sottometteva sognando o uscire debella cui scuote guerra per per Marco schiavitù Faledra, il d'Annunzio libidine alla Come il ripetere si riduce bisogna concludere, non è a petendo ri- turpiloquio e sconcezza ; ma Questa della E, di L'arte 170 in questo la storia senso, meretrice d'Annunzio. ed dolore ansiosa si lussuria tragica purificata dal diventa una di volontà suo dannunziana, al presenta medesimo figura ramento. supe- ardore. altamente Mila dizio giu- o bolica sim- Basiliola , che perisce trasfigurata gridando , fiamma. nella sua bella Che cos' è domanda abbiamo che quale la ideale mio tutti quasi in eredità anche e le sue dagli eroi magagne. dentro l'animo cui elementi di il stare il cosiddetto s' abbandonò pubblicità, la colpa a non e nella e concilia in- gnalate pu- ripetizione, non a nemico, perché ed il mico ne- vita sua Se : cesso suc- d' Annunzio. del invereconda tutta imitatori. letterario non reclamismo. queir fu Furono ni loro; i primi, dannunzia- clamoroso nell'opera erano sue menavano stretto, sfegatati ammiratori senso le secondi, avversarii polemiche distrutto giure con- riconobbero celate i fiacchit in- patrimo- delle riconobbe contro aver si riore, infe- s'era il vi gli altri: bombe e è il rappresentan dilapidava chi e d' Annunzio, d' persuasi Lasciamo chi gli uni chiuderemo Con- ricerca. pensiero, contemporanei queir arte; critiche Altri I guerre. del in il lasciatole dannunziani era decaduto era l' Italia in sta que- generazione una e palesi cupidigie, mai d' coscienza delle e la nostra artista, il d'Annunzio 1' apologeta e Con risposta. grande un nella iniziata la con Oltre il dannunzianesimo? dunque molta il d'Annunzio furia fu di dei cos'è Che 174 suoi . le dannunziani segrete di curiosità in ogni che conoscere la tripudiiconsumasse i fatti sapere Anche d' vesti e i le irreprensibileeleganza, il dolce peccaminosa, deliquio in colpa veniale modernissima, de mente a brillare L' adolescente reazionario, egli è è nello stato adolescente di stanca dai con dir a tedesca 1' ha e V odiosa e come un che si variante e adolescenti voglia. in legge, non vero, con per poi In cui o — qualunque vi era la società di vincoli ce l'imperativo l'ha di disciplina imposta professori. Vorrebbe dell'istinto; e vivere vivere in secondo natura e ghese, bor- XIX: d' ideale. con Kant; dai un epoca adulta, sul finire del secolo di revano pa- darsi man- per rivoluzionario un d' animo pensiero, L'adolescente, fatti proprio fettament per- paradiso. sempre dir che tura cul- dosi di novità intellettuali. Gli il loro tava diven- che in qualche opportuna con tutto trovavano sensi di facili sofismi profondità, salotti nei di mondanità ridotta quanta paraitre, verniciata filosofica attillata in lussuria dei scenti. adole- gli e l'odore assimilabili, smagliante vieni levano Vo- della letteratura,una nome tutta crabili ese- ziana dannun- arte donne la ci trovavano donne od quinti della gente quattro stampata: il li contentò. neh' c'era matta l'autore. vita sua una compiute il d'Annunzio reclamismo, carta consuma Le suoi, far delirare che di che il senza avrebbe le o , nella quali invidiabili in ed dunque caso, gesta nisti protago- aspirazioni si torcevano medesimi, sé protagonista prossimo confessate loro vergogne, parte di gran nei quali, ritrovando i contemporanei, loro dannunzianesimo il la tafisica me- ma ce genitori e la sacra ge leg- significaper lui: cos'è Che fumare fare ma — il ha non le donne lo non d' ultimo vestiti gli danno ville sul ha che volere i i genitori e scenarii i bislacchi: torbida fogli descrivono futuro del schiere nemiche le mette di e di figliedi chi è non t'anni? Grant un Il re stato Tempietto che cupidigie nimbo e di bastavano non libro Ulisside un eroico sfaccendata tanta a e sete: solo dell' adolescente, sua Figli libidine ambizione, ma, i del e sacre. la bidini li- più ? diciot- capitano trovare rie immagina- aureolando solitaria le facesse di e alle le fulminee bisognava soddisfacesse non la i e dide splen- volete fra i tredici Venere priccio ca- queste conquiste stuprate. Che barbari V isole dannunziana: meta, senza fini. con- più frastagliate Anche mondo. le contro stratagemmi, siano non di sercito l'e- quali sterminati isole nella fantasia tirannidi, viaggi e che ed le e all'innocuo magari basso sfogo trovano ore viaggi, di di imperi d' aspetto questo Le s'imbrattano cozzo giorni tre disegnar penisole pittoresche penisole dopo di dà s'abbandona Qualcuno torto gabbia. interminabili fuga, fondando in in geografico Napoleone e, di pare, emanci- hanno che e divergenti, lungo e Gli danno pubertà suggeriscono sogni dell' atlante convergenti e cavallo, a volersi a tenerlo a molt'al- e ragione: gli dicon i divieti », professori che d'itinerarii, linee abolire « i luminosi, immagini giunta, gli danno della neghittose questo ma — fumo, mondani. ragion lui, l'adolescente, a il passeggiate figurino, successi Per lontane. tutto mare, cortigiane famose, terre Salvo ancora. deve ma — le donne sfogarsi con ; vogliono libri del d'Annunzio ancora: 175 quattrini; divertirsi compiti scolastici i tro dannunzianesimo. sua di un inerte Bisognava trovare neir Ma fra le di Mettete genitori. Basta i e lì c'è ateniese Senza C scrivere. dire è neh' ronza si e imitare il d'Annunzio, ed celebri di lui. Dicono i la poeti fanno dicono una sacco sono Stelio Effrena. quattrini,piacciono in automobile falò in di e cospetto gloria e in nunzio il d'Andi 1' altre Tra è Dio, cose, punto dunque il d'Annunzio. donne, lavorano come mondana. I vero. Guadagnano pubblico fortuna dei poeti anche alle belle yacht, del di a lui,più castigo un genitorinon di splendono la vita vita da cani ? Guardate Guardate sofia. filo- impara come l'ha detto — superuomo. i s' genitori che sa perfin la è celebri essere familiari del rovina che Si cani. i vincoli — quello da vita C glittica periodo e di verso, volta carpito, non e, una Bisogna ripete a volontà. orecchio più, abbandona la di fisso schema uno tura lettera- preraffaelliti, d'Annunzio col che moderno, e tedesca, barocca. I nunzio; il d'An- leggere i che, studiare? Rinascimento, la musica l'architettura e invece quasi detto e russi, Shelley, pittura veneziana, sono di momenti l'ha lavorare Roma, francese, romanzi una nei nasce. ga- esaltarsi che l'onniscibile, antico tutto Grecia, concentrato: è giovani di Chi letterato, bisogna professori vi moci intendia- sia, com'è erba. in letterato un essere vi c'è l'adolescente che poi sempre, che così per consolarsi che n' è parecchi ce Laudi, le so- e languore. vizioso la dure minori cose gioconde, ore Non troppo ossa : libri questi dannunziana. opera bene per di l'Istinto; e lennemento nelle glorificassepiacevolmente che libro un dannunzianesimo. il cos'è Che 176 un giano viag- poco, un e menso im- Certo, Che cos'è d'ora prima il dannunzianesimo. il letterato italiano 177 era chevole: figuro stoma- un cioso. pedante, erudito, occhialuto, goffo e ceninutili : sciupava Sapeva una quantità di cose il tempo in furia per Di ciò non la e che sa fosse non la il letterato la il l'avvenire. proposito a d' Orazio sia cosa religione, parla intorno a il e tipo dannunziano di il ne lario. vocabo- adamantina sua borghesia, l'educazione, Ma di o prosodia che montava e indifferenza la storia, la filosofia,la che sdegnosa precisione con polverosi ; di metrica aveva sua Forcellini. Anche non libri su questione una buono ignoranza tutto sgobbare a la scienza, la socialismo, il passato, e presente e sproposito, a d'altronde guastarsi finge d'infervorarcisi, senza che il sangue, né trasgredire, salvo con vituperii le regole della buona di puro umanistico stampo e , È comodo creanza. soprattutto elegante : goffo cencioso e ai componimenti di zatina specie di alla pubblico si mantiene una anno miopia la organizzato reclutava nuova generazione precedente. Via via che i lubbioni. si manteneva una un striz- caramella. era il contingente costante e la lucida dei rio necessa- chic, con dietro conquista entusiasmo è labbra fior di nazionale, che leva li lanciava del a il dannunzianesimo Così e precoce Molto il contrario. cinque sempre poeta. Anzi futuro canzonatorio sorrisetto dà italiana, che del proprio esser essere come letteratura di pedante, occhialuto, sore queir insopportabile profes- è necessario non è nunziano tipo dan- letterato di essere per che dire Senza economico. ed come una giovinetti, La costante, forza come dell'esercito,quantunque soppianti in d'anno gli adolescenti ma- .12 in ; i moralità della nome nuti letteratura, e, diveil d'Annunzio il (grande artista,peccato ma che...; magnifico romanziere, nulla; bell'ingegno, vai (quanti?) qualcuno personalità libera i più, i fanno e grandi poeti, maltrattati vanità, il fosse Corrado Brando stogitone in difesa Credono, di un repubblica versi, la per laida sua è questo altre quello stato « placidità», di che coscienza seggio ». E letteraria. suo, qualcuno pubblicamente, invidia che, e la sua ridevole pensosa ha non in prosa antidannunzianesimo, o in speranza. come è, non dei padri di giustiziadegli ignoranti indifferenza invocavamo va di Ari- e nità, toccare, per diritto d'anzia- la convenzionale o non nemmeno conto per ragioni, l'antidannunzianesimo famiglia nuova l'alto se brerebbe trasgredire, vi- violata ciascheduno di confessare vergogna Non loro d' accidente che » di Armodio sparito l'usurpatore,debba a divieti non flaccida loro pugnale della poveretti, molti, morir impunemente il altro che italiana ; e, letteratura potè senz' n' è ve nella che « stiere. me- quelli di;questi. Fra vedrebbero benedetti quei saria; avver- di gelosia sua antidannunziani più altro della despota per in volentieri quali personalità Y Italia aspetta, offesi né i che : della avversione schifo più non falso); i così impotente forse teatro antidannunziani la forte contro turpe ed per dannunziani: fosse non naturale per si trovano Oggi se pel ma gradatamente divenivano letterati luni Ta- pigri dilettanti pencolavano fra il sì ed perpetuamente anni. primi famiglia, scomunicavano di padri dei dalla affatto straniavano si i bollori placavano si turavano, dannunzianesimo. il cos'è Che 178 formandosi sul e di equanime principio. Forse in certi strati la del- i incutono che letterario mestiere è sulla via è sulla via della tradizione mettere si deve Bisogna Ma, quando della via. oltre. ozioso il è è, s' è per ed è, tanto egli seppe confuso col il averla e dello un'epoca, tutta Giovanni stadio dalla crisi che la complice, suo sua ed spirito poetico siano un altro coglie, quando quali già roteò materia isolamento, nel ricondotta spirare re- come dei nostri di a gareggiano matura in vittima l'anima gravame Gabriele e un'altra V ardore il suo anima della , disperdere pensiamo il vortice divenute a È teratura let- ebbe invochiamo basta non speranza non dell'avvenire. sentore storica alle un strappato la l'opprimente con ed ci andar come rappresentare desideriamo che e Pascoli. in cui poeta, nostra mezzo nunzio al d'An- negare secolare quasi noi, uscendo d'Annunzio ci tirandogliun avere aria Poich' passato, Se nel animo, menzogna d'Annunzio dal grande le nazioni. del di buon meno, quale, ignorata, languiva, di eh' è limiti,universale, senza del italiana malata storia, oltrepassato l'ostacolo, è ingenerosa una gloria la della all' ostacolo, né masso, scavalcarlo Carducci, né, grande della storia; ma della grande posto nella strada maestra italiana. Egli è schiettamente italiano,come turo esempio, il Fogazzaro o il suo rivale Ar- Graf; il sul come suo letteratura era davanti di totale. tradizione, capriccio vendicarsene odioso e calcio; ed non sedere a d' anima e della zione venera- maestro nel cammino e bisogna spaventarsi Non vita è ; nel cammino collocato masso maestri di che la incute non grandi più ostacolo un gran un dannunzianesimo. bigotta. Il d'Annunzio suistica Forse il cos'è Che 180 le la tristezza, cose intorno primi entusiasmi ponderazione, Che cos'è il dannunzianesimo 181 . di ragionata analisi, di incrudelire senza Il d'Annunzio, T oggi od giudizio accetta che dieci anni il domani e freddo della fa,che cinque bisogna togliere di nel proprio lì per che posto istante che ci diedero con alle anche le chiesto pagine in ad elemosina , amico un spesso c'interruppe durante cerchio d' amici che nelle gratitudinec'inonda davanti di il storiografidi guardare al d' Annunzio catalogo frenesia nunzio del d'Anconvulso nuovo al o poema, tanto, sol- in ascoltando, una l'artista che come stessi, d' della un il spiro re- filiale passò largo fiume un orgoglio che singulto allora per un per declamazione sulla via e bitament de- ore ventiquattr' guance; cuore noi innanzi più la il freddo felicità. Svanisce chilometro del per adolescenza alla nostra nel ritorniamo trattenevano, s' affocavan e averlo al fremito ricco, più scaffale, uno le opere e che e d'indicibile ore noi quasi fatto storico, un dopo se oggi rinnegate, sfogliammo le pagine cui in era morata inna- e mente, contrassegnato e la memoria con da collocarlo cognizioni.Allora, nostre la e gli compete, classificato delle in fa anni insaziabile nostra il tavolino c'ingombra ge respin- abbandonarsi. senza fantasia, s'è già trasformato che che d' esser essere venuti di- giunti un storia,di poter al dannunzianesimo come guarda a un grande e ad un piccolo passato. E, susurriamo il cammino, pur ripigliando lentamente alla sorte una goethiana preghiera : si Gib meine Restituiscimi Jugend la mia furori, pur Napoli, febbraio — mir zurùck. giovinezza, pur con le sue Torino, maggio pazze 1909. con i suoi idolatrie. sennati dis- è Non intorno troppo delle qui opere sgg.), pubblicai 63 (cf. p. superuomo capitolo nel raggruppate l'impressione sotto diciassettenne, Appena presto. cominciai Anzi, d'Annunzio. di Gabriele all'opera pubblicamente parlo che volta prima la questa mente pueril- articolo, un del L'avvento : antidannunziano: Il 1. «-La Scintilla Delle 82 p. Francesca di G. 3. La dei confronti (contro la aprile, Sulla 4. nella Vitae Laus « (1 d'allora il più e aprile " puro interpretazione, Gabriele d'Annunzio p. 92 capolavoro e scorsi di- — presso cesca, Fran- della tendere di frain- il malvezzo di Firenze, zine ter- alle I, n. anno 11, 1902. credetti potesse saggio lunghissimo mio un d'Annunzio, nella "-? : Nuova 1903). settembre (cf. qui Credo paragonandola Medusa apparve 16 poeta e L'opera poetica di Gabriele Fin 1' 13, 27 n. Antologia» Vitae d'A., tragedia dannunziana, dantesche), il : 2. critica (cf. vittoria articoli, a proposito titoli coi 1900). marzo La : apologetico. tono miei irreperibili due pubblicati 13 in 1, 5 personalmente allora volte n. capitoletto nel conobbi — I, rivista nella Syrius, firmato (anno comprese opere sgg.) fine, Palermo di " ripetute che della principio sgg.) riconoscevo dannunziano. sul serio intendersi che nella Laus Esagerai la concezione idealisticamente. neldi 186 In Nota. séguito ad d'un il mio poco in ravvedimento sebbene di Benedetto osservazioni alcune ed pensiero perai tem- il mio espressi ziale par- articolo, più equilibrato nel tono, un entusiastico egualmente Croce, nella che sostanza, blicai pub- su Le 5. dicembre La seconda bello sul d'A., al come chiude il la dannunziana. si tempo intorno mia Ho molta speranza, dovuto pubblicava stile il d'A., che sul compiuto Gargiulo. darà e analisi Le dannunziano raccolti non elenco rapido libro ha Alfredo si trovano in volume alla quale si sgg.). ma da 6. di — della Se tesi magari prima Hermes» comparsa, gioventù quel Hermes « », considerevole letterata può leggere ne fascicolo contraddetta, sulla necessario compreso non l' ultimo In il italiana l'anonima nel- proclama scritta: me d'Annunzio : essere essere non rivista, una raggruppò dell' opera opinione. sua di me, contro idealistica la Firenze Prefazione («Hermes», una gentilmente accettare a 171 sua magnifica bibliografia altro interpretazione (cf. qui p. la la polemizzava dannunziano « giudizio complessivo Un dello e movimento L' finora, il Croce, al libro. purtroppo — Croce rifiutando d'averlo di saggio Pastonchi. Benedetto ed deve si deve stampe verso articoli Francesco libro (27 (1904, gennaio quale fu compilato con alle del acute negli dannunziana Si il pubblicò equanime Croce nostro molto non ed sulla bisogna aspettare più Italiana» (cf.La Critica,II,pp. 169-190, III,pp. 437-480, 256-262), VI, pp. Critica 85-110). e compiuto e dannunziana fra «Illustrazione sull'opera 1-28 p. più della annata Croce marzo, che nell' 1903). Benedetto e Laudi, nuove morì via d' 1°), altronde, in della tradizione oltrepassarlo e ma , stiene so- questo italiana a patto assimilato. dannunziano. pubblicai si ove un lungo Pochi scritto: mesi dopo DANNUNZIANA BIBLIOGRAFIA Gabriele d'Annunzio, Pescara Nota biografica. — n. 1863. il 12 marzo a (prov. di Chieti) I. 1. XVI gurii dei d'Annunzio. 2. 3. Memoriam In Pistoia, e Primo 5. Canto Terra di Vergine questa Sommaruga, 7. grande, Intermezzo — n. di corretta Carabba, disegno Sommaruga, Roma, si ha di F. n. P. penna con 1880. Michetti, I, più volte Sommaruga, una (Floro 1882. Sommaruga, con raccolta d'Annunzio edizione Roma, — (Floro). 1880. Lanciano, Collezione nella economica Anche Novo Gabriele e d'Annunzio Gabriele di Seconda — edizione ve ne — Roma, ha una ristampata. 1882. economica nella 2. rime Au- 1879. Nicolai, Tip. aumentata. l'edizione Oltre 6. Vere ed fuoco, versi — 1879. Gabriele di Ricci, — Garbaglia Giacchetti, liriche — Giustino Tip. Bruzio). 4. Vere Savoia natalizio. giorno Vittorio Tip. I di Umberto suo giovani Prato, Primo Chieti, MDCCCLXXIX del voti e d'Italia Sovrano All'angusto marzo D'ANNUNZIO. DEL OPERE Sommaruga, 1884. zione Colle- Bibliografia. 192 Pantaleone San 9. Mario Coleman, Enrico Ed. 11. Il 12. L'Isoiteo, Piacere, 1890. versione latina Giovanni 15. L' del ne ha Treves, 17. T. N. Bologna, — Antongini Zanichelli, C, e 1906, con Titta. de Napoli, — Con — Pierro, 1892. L. di disegno un G. A. Bideri, 1892. tiratura in 4° grande carta su a priva però mano, Paradisiaco, Odi Navali (1891-1893) — Milano, 1893. F. Navali poesie la per Intermezzo F. parte una Bideri, Edizione 18. ves, Tre- Milano, — Sartorio. del Odi Napoli, F. 1889. 10. romanzo una d'Italia Napoli, Roma — Treves, (1885-1888) n. Episcopo anche 16. Poema Delle C. di Napoli, disegno delle Chimera (1887-1891) Innocente, Sartorio. Sartorio , Milano, — ediz., Milano, 14. del La Ristampa Nuova 1892. Se romanzo Elegie Romane 13. A. G. Ricci, Cellini, sandro Formilli, Ales- Cesare Maria, di disegni con , 1886. Tribuna, La 1886. Carlandi, Giuseppe de Alfredo Morani, poesie altre Onorato Cabianca, Vincenzo ed Guttadàuro Isotta 10. Barbera, Firenze, — 1384. Sommaruga, Roma, Vergini— delle 8. // libro dell'ammiraglio morte Con — in un Saint opuscolo Bon, Odi : l'armata Al- navali. della un F. disegno di quale, altro, P. Michetti — 1894. accresciuta, comprese Trionfo pubblicata stata 1892. Bideri, assai era dalla nell'ediz. Morte, segn. romanzo— al per n. sono escluse alcune 7. Milano, Treves, 1894. Bibliografia 19. L'Allegoria 20. da G. Le Vergini Compiuto —Firenze, delle Paggi, Rocce offerto nezia Ve- a 1895. romanzo , Milano — Tre, il d' A. dette Piacere, L'Innocente // : delle due libro, questo ai tre » Vergini altri d' A. Omaggio — 1896. ves, Rosa dell' Autunno 193 . Rocce apri annunziati : La Grazia « di Trionfo e la serie dei il nome Romanzi della della Morte; non Le con e del Giglio », dei L'Annunziazione, e «Romanzi quali gli nora fi- stati sono pubblicati. Conto 21. novo Intermezzo — Treves, Il Canto al segn. n. 22. vi compone novo 5, e quasi assai Edizione — finitiva de- 1896. qui di poche tutte d'un Sogno (1881-1883) delle corrette mattino di liriche,compresa ve : ha ne primavera nell'ediz. qualcuna nuova. Roma — lia-, «Ita, 1897. Ristampata 23. La a Milano, Parabola delle (nella Nuova 24. La (nella 25. La del 1904, n. Città Sogno d' Treves, il secondo La Antologia, del 1° delle e dicembre ricco gennaio e Vergini prudenti 1897). del Lazaro povero 1898). poli di Na- Figliuolprodigo (nel Mattino di Firenze, I, anno 1). 27. 28. 16 1898; ristampata ne\V Hermes La È Vergini fatue dell' Uomo Parabola 26. Milano, 1898. Antologia, Parabola Nuova Treves, dei Morta, tragedia Milano, a" autunno, tramonto un — Treves, poema 1898. tragico — 1898. «Sogni Gioconda, delle Stagioni». Cfr. tragedia — Milano, n. 22. Treves, 1899. 13 Bibliografia. 194 29. La 30. // 31. La 32. In Gloria, tragedia Fuoco, di morte Ve un' ha ne dovrebbero Contiene Commiato Laino anche aggiunte Martirio di volumetto 36. titolo: Laudi Milano, È il 37. Voi. Gli libro II, Milano, edite i libri e alcune d' I finora non stessa idolatri, tre delle del di Victor Vi delle Ofena è La due Piacere) aggiunta Vergini e 1902. 9), meno n. // romanzo (v. madia, collezione, della e contiene n. del novelle Mare parti blicate. pub- col n. insieme raccolte 19, furono San Terra titolo 8). Sono che, prima // : San e Violenti, Napoli, L. Pierro, 1892, nella quella titolo col del Comprende duca Libro due in lezione «Colpate, ristam- Pantaleone. degli Eroi e — 1903. Treves, Laudi del Cielo del primo del altre Treves, (v. mutati. spesso prima 18. In n. del appare 1902. Pantaleone parte dove il centenario Milano, — le (intitolato II martire), furono titolo: col sono morte Galluca Minima», col la far a 1903, quale Treves, San del I titoli La da 1901. Malatesta, Per — Pescara novelle Orsola, 1901. preceduta Treves, trilogia della Hugo della entrata navigatore. Vergine un è (che Treves, Treves, Milano, Milano, — le tutte 1898. canzone Sigismondo e Victor a novelle Le 35. col Parisina 1802-1902 Hugo, economica, , Canzone 34. Milano, Milano, I Malatesti essere: Treves, Verdi, — 1899. Rimini, tragedia— Milano, Treves, 1902. edizione generale: il titolo Giuseppe da Francesca 33. Garibaldi— Giovani ai Milano, — di Canzone un'orazione La romanzo Treves, Milano, — Cielo Maia del Treves, II e III: Mare la Laus della Terra Vitae. e degli Eroi — 1904. Elettra inedite, composte ed Alcione, nel con decennio le poesie 1894-1904. mente sparsa- XLVIII pag. 5. Convito, 1895. Gli Studi d' A. G. da guerra riuniti nel dal estratti rono fu- (capitoli tip. della Stab. Roma, — la Tribuna, d' Italia L' Armata : elettorale Il discorso principali giornali questi scritti di Alcuni discorso un concernenti d'Annunzio Tribuna) La Nencioni, da italiana, pubblicati nella giornale cato pubbli- Tribuna. del volumetto a 1888. Tribuna, 7. articoli di I pag. prima Enrico di preceduti sono nella edito fu italiana 1898, da va frammento un letteratura già serie Una marina di Monnier, Le , i quale nel Firenze, 6. del e che d' Annunzio Gabriele di namento di afia. Bibliogr 196 del fu 1897 del riprodotto da tutti tempo. Prose nelle ristampati sono scelte (v. s.). II. CRITICI STUDI INTORNO sommario molto al Bibliografiadannunziana, che del Croce Dei lavori alla letteratura sul d'Annunzio, critici italiani gliarticoli già accennati, sera), quelli di Luigi Giannotta , più rapide anche e ; si è come intorno relative alla citata è precede, catalogo, che Il D'ANNUNZIO. AL , nella da sono del 1885, Gli « ismi lo studio accompagna (voi. II,III,VI). nel voli. " zioni indica- D'A., rimandandosi ricordare nei (p. 186), le saranno Critica Pastonchi, Capuana, detto anche (oltre Corriere Per della tania l'arte, Ca- contemporanei, ivi, Bibliografia. 1898, Rivista nella e Mantovani d'Italia, Letteratura 1903, Il 2 Giuseppe da scritto dell' dannunziana Alla : 1884, « ricerca scritti con in Intermezzo è sonetti e di da Lodi nica, dome- 164-6). vedere poesia il volumetto Sommaruga, Nencioni Panzac- e , Balossardi Marco della dalla Roma, verecondia, D'A., al Critica, II, pp. », Chiarini di Gargano S. Fanfulla suscitato scandalo, della G. di e nel , chi Dino Torino-Roma, articolo, dedicato estratti (v. dello documento Come primo Chiarini, 1880 maggio 331-394; pp. (articoli nel Marzocco),— fu di 1900; marzo , Viarengo, e 15 contemporanea , Roux 197 La (Guerrini-Ricci). , sui polemica plagi si di Milano letteraria I risultati Thovez. notizie altre 1909 maggio Dei Vogué, La mond.es, 1 Les di A. nel gennaio prima foreign con Critica, del 1896; Unwin, Literature, G. 1' articolo linea, in d'A., di Ouida, V. di 1900; London, Revue del des R. Doumic, di poi, quelli e, Plttkammer VON del opera insieme ora, della latine, G. Perrin, Fisher vedano, fascicolo in 1895; Paris, si per 20 165-177). pp. renaissance dies, London, in consimili, stranieri, jeunes, Studies essa 1895-1896, zetta Gaz- nella principalmente del di (VII, lavori svolse in nel Criticai De deux voi. Stuin CRAWFORD, Duckworth 1899; , d'A., nella Die collezione , Dichtung, plaies nella et ed. les Grande da sept P. Remer, beautés revue, 25 de 1905; di E. l'Italie,Paris, gennaio 1908. Tissot, Perrin, Les sept 1900, e